RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 275 - Testo
della trasmissione di Lunedì 2 ottobre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Il
dramma degli sbarchi clandestini a Lampedusa: intervista con Laura Boldrini
CHIESA E SOCIETA’:
Cresce a Panama il fenomeno delle sette: ne parla
un vescovo ad Aiuto alla Chiesa che soffre
Assegnato oggi ai genetisti americani, Andrew Fire e Craig Mello,
il Nobel 2006 per la Medicina
L’Italia
celebra oggi la seconda Festa nazionale dei nonni
Elezioni in Brasile: il presidente uscente Lula Da Silva costretto al ballottaggio con il
socialdemocratico Alckmin
2 ottobre 2006
IN
UDIENZA DA BENEDETTO XVI A CASTEL GANDOLFO
IL
PRESIDENTE DELLE SEYCHELLES, ALIX MICHEL
Agenda fitta
di impegni, questa mattina, per Benedetto XVI, che dopodomani – lo ricordiamo –
lascerà Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano. Il Papa ha ricevuto in
udienza il presidente della Repubblica delle Seychelles, James
Alix Michel, accompagnato
da un seguito. Quindi, il Pontefice ha proseguito gli incontri con i vescovi
canadesi, da ieri a Roma per la loro visita ad Limina che si concluderà il prossimo 15 ottobre.
MESSAGGIO
DI BENEDETTO XVI AI CONGRESSISTI RIUNITI
A CITTA’ DEL MESSICO
PER
L’INCONTRO CONTINENTALE DI PASTORALE MARIANA, TERMINATO IERI
- A
cura di Alessandro De Carolis -
Una terra
“mariana” nel cuore e che per questo conta moltissimi luoghi dedicati alla
Vergine. Tratteggia così, Benedetto XVI, l’America Latina e i Caraibi nel
Messaggio inviato - a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone
- ai partecipanti al Congresso continentale di Pastorale mariana, che si è
concluso ieri a Città del Messico. Il Papa ricorda nel Messaggio gli “insigni
Santuari”, meta di numerosi pellegrinaggi, che testimoniano l’“affetto” dei
latinoamericani verso la Madonna e il loro bisogno di “implorare il suo aiuto e
la sua consolazione nelle difficoltà della vita”, o ancora – scrive Benedetto
XVI – la sua “protezione nelle vicissitudini personali, familiari e sociali”.
Il Papa, inoltre, mette in risalto
la “pedagogia” “intrisa di dolcezza” della Madre di Gesù, che guida l’umanità
all’intima conoscenza di suo Figlio. Chiamata dalla Chiesa “Stella della nuova
evangelizzazione”, la Vergine - conclude Benedetto XVI, benedicendo i
partecipanti al Congresso – orienta e anima “quanti desiderano conoscere Gesù
ed essere suoi fedeli discepoli nell’impegno di fare crescere il Regno di Dio”.
RINUNCIA
In Francia, Benedetto XVI ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Coutances
presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Jacques
Fihey.
NON SI
PUO’ DIALOGARE TRA LE RELIGIONI
PRESCINDENDO DALLA CULTURA
DEI
PAESI IN CUI ESSE FIORISCONO: UN COMMENTO DEL CARDINALE PAUL POUPARD
AI
RIPETUTI APPELLI DI BENEDETTO XVI ALLA TOLLERANZA INTERRELIGIOSA
-
Intervista con il porporato -
“Auspico che non si allentino tra
loro questi vincoli di fraternità” e “invito tutti ad unirsi a me nel chiedere
a Dio Onnipotente il dono della pace e della concordia”. Sono le parole con cui
Benedetto XVI ha pregato ieri all’Angelus per la situazione dell’Iraq, mettendo
in risalto la convivenza che in quella terra, da 14 secoli, lega i cristiani ai
musulmani. Una preghiera, quella del Papa, che ripropone il tema del dialogo
con l’islam del quale si è parlato molto di recente. Su questo argomento, visto
come chiave per la costruzione della pace, Massimiliano Menichetti
ha sentito il cardinale Paul Poupard,
presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso:
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R. – Oramai
dappertutto, l’incontro delle culture e delle religioni non attiene più solo
alla discussione accademica o teologica, è un fatto quotidiano. Le difficoltà
attuali hanno mostrato la necessità di andare a fondo di tutti i problemi e
questo richiede non soltanto grande e rispetto per gli altri e conoscenza degli
altri, ma prima di tutto il dovere di formazione.
D . - Parliamo ora
del dialogo con le altre religioni, non solo con l’Islam. Prima di tutto cosa vuol dire dialogare?
R. – Avere una
preoccupazione fondamentale, quella di far conoscere se stesso come è e non
come a volte gli stereotipi mediatici mostrano. Questo è molto importante, ma
come tutti i fatti di cultura richiede uno sforzo non comune al quale siamo
chiamati tutti.
D. – Quali sono le
maggiori difficoltà che si incontrano nel dialogo interreligioso?
R. - Non essere
prigioniero di stereotipi e incontrare in verità, è questa la prima difficoltà,
direi una difficoltà di conoscenza. Poi la seconda difficoltà, quella che
abbiamo provato in tutti questi giorni, è che la proiezione mediatica
delle cose certo non aiuta.
D. – Quali sono i
nuovi traguardi?
R. - Prima di tutto, una presa di coscienza che il mondo sta cambiando.
Viviamo una mutazione culturale, una situazione nella quale il plurireligioso e il pluriculturale
generano da una parte la paura tremenda di perdere la propria identità, e
dall’altra parte di farci aspettare e credere ingenuamente che si deve
nascondere la propria identità. Oscilliamo così tra le due tentazioni del
relativismo, da un lato, e del fondamentalismo, dall’altro. Secondo me, questa
è la sfida principale.
D. – Quanto conta
per il dialogo l’aspetto culturale?
R. – Non si può
fare dialogo interreligioso prescindendo dalle culture e questo vuol dire
un’attenzione rinnovata alla dimensione direi incarnata delle religioni: perché
le religioni non dialogano, ma chi dialoga sono delle donne e degli uomini che
hanno ognuno la loro credenza incarnata e vissuta, per alcuni in modo millenario.
Il nostro compito sarà di intensificare questi incontri con esponenti delle
grandi aree nelle quali sono vissuti pacificamente, tra credenti, le religioni
nelle proprie culture.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - "Pace e concordia tra
cristiani e musulmani nel martoriato Iraq": all'Angelus il Santo Padre
esprime la sua spirituale vicinanza alla "cara popolazione" del Paese
mediorientale, dove da quattordici secoli le due comunità religiose vivono
insieme unite da vincoli di fraternità.
Servizio estero - Medio Oriente: nonostante gli
appelli alla calma divampano le violenze interpalestinesi. Otto morti ed oltre
cento feriti in scontri a fuoco tra membri di Al Fatah e miliziani di Hamas.
Servizio culturale - Un articolo di Andrea Riccardi da titolo “Brandelli di vita buona, frammenti di
novità”: il messaggio del Cardinale Crescenzio Sepe
alla città di Napoli.
Servizio italiano - In rilievo il tema della
finanziaria.
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OGGI
IN PRIMO PIANO
2 ottobre 2006
IL PROGRAMMA
"PANORAMA" DELLA BBC ACCUSA
IL PAPA E LA SANTA SEDE SUL PROBLEMA DEL SACERDOTI ACCUSATI DI PEDOFILIA. SECCA REPLICA DEI
VESCOVI ANGLO- GALLESI:
TRASMISSIONE
"FUORVIANTE” INGIUSTIFlCATO ATTACCO AL PONTEFICE
- Intervista
con il vescovo Vincent Nichols
–
Un
“attacco ingiustificato” alla figura di Benedetto XVI per un programma
condivisibile nella sua condanna della pedofilia, ma "profondamente carico
di pregiudizi" e "totalmente fuorviante" quando entra nel merito
dell'atteggiamento assunto, sulla questione dalla Chiesa cattolica.
L'episcopato anglo-gallese - per bocca del vescovo Vincent
Nichols, presidente della Commissione episcopale per
la Protezione dei minori - ha respinto con forza le accuse contenute in un Programma
della BBC "Panorama",""andato in
onda ieri e intitolato "Crimini sessuali e il Vaticano". La
trasmissione prendeva spunto da un documento riservato del 1962, col quale la
Santa Sede forniva norme di comportamento per i confessori nei confronti dei
sacerdoti coinvolti in casi di pedofilia. In nessun caso, ribadiscono i vescovi
di Inghilterra e Galles, il comportamento della Chiesa è stato improntato ad
ostacolare le indagini dell'autorità pubblica. Ascoltiamo lo stesso mons. Nichols, intervistato dalla collega della nostra redazione
inglese, Philippa Hitchen:
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R. - THIS PROGRAM ...
Questo programma ritrae chiaramente i
danni subiti, specialmente nell'età adulta, dai bambini
vittime di abusi sessuali. Quindi, nel programma ascoltiamo persone che
hanno subito abusi, come pure un pedofilo che è stato ritenuto colpevole e che
chiaramente ammette quello che ha fatto. Questo è giusto, perché non tutto deve
essere tenuto lontano dai nostri occhi per proteggere i nostri figli. Ma la
seconda parte del programma è molto differente, perché usa due documenti della
Santa Sede per dire che la persona che va accusata per la mancanza di controllo
di alcuni sacerdoti, per la lentezza nel perseguire chi commette degli abusi, è
il Santo Padre. Sia nelle sue vesti di cardinale sia attualmente, il Papa
insisterebbe, a dire di "Panorama", con questo regime di riservatezza
per quanto riguarda le cose all'interno della Chiesa. Certamente questo è assolutamente
falso.
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IL DRAMMA
DEGLI SBARCHI CLANDESTINI:
L’ISOLA DI
LAMPEDUSA PRESA ANCORA D/ASSALTO
-
Intervista con Laura Boldrini –
Oltre 250 migranti sono sbarcati tra
ieri notte e questa mattina sulle coste siciliane dell’isola di Lampedusa. Le
imbarcazioni stracolme di persone e in situazione di
pericolo erano state avvistate dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia
costiera. Sono ancora in corso, invece, le ricerche di un'altra imbarcazione,
con una quindicina di persone a bordo. Sono quindi ripresi con vigore dopo il
recente maltempo i flussi di migranti attraverso il Mediterraneo e nonostante
l/irrigidimento delle misure per fermare l/immigrazione clandestina varate
dall'UE. Sui motivi di quella che appare ormai come una fuga disperata verso
l/Europa sentiamo Laura Boldrini, portavoce dell'Alto
Commissariato ONU per i Rifugiati, intervistata da Stefano Leszczynski:
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R. - I motivi di questo continuo
traffico sono vari e tutti molto seri. Essenzialmente le persone cercano
condizioni di vita migliori: quindi o fuggono dalla povertà oppure, ancor
peggio, fuggono da situazioni di persecuzione perché nel pianeta ci sono ancora
tanti, troppi Paesi che non rispettano i diritti umani, oppure fuggono dalle
guerre e dalla violenza generalizzata. Tutti buoni motivi che spingono le
persone anche a rischiare la propria vita pur di mettersi in salvo e di
aspirare ad una vita migliore.
D. - Tuttavia i sistemi degli. Stati
rivieraschi dell’UE, per quanto riguarda l/immigrazione, sono sempre più
rigidi, eppure questo non scoraggia nessuno ...
R. - Evidentemente, il problema è molto
complesso e non si può risolverlo solamente mettendo in campo le misure di
contrasto che sono legittime ma da sole non possono
risolvere il problema. Per essere veramente incisivi su questa grande questione
dei flussi bisogna, a nostro avviso, andare alle cause del problema e cercare
di dare delle risposte concrete nei Paesi in cui le persone non possono più
vivere. Quindi, rilanciare i negoziati di pace, investire appunto nel
consolidamento dei processi democratici, cercare di aiutare i Paesi di primo
asilo, dove ci sono centinaia di migliaia di rifugiati da anni, rinf6rzare
anche i canali legali di accesso all'Europa.
D. - Un altro problema è rappresentato
dalla situazione dei Paesi sud del bacino mediterraneo: con i Paesi Arabi si
sono tentati degli accordi per controllare i Russi migratori. La situazione,
tuttavia, non sembra affatto migliorata negli ultimi tempi. ..
R. - Questo fenomeno chiama in ballo
parecchi interessi e sono più disponibili quei Paesi che, per esempio, riescono
poi ad avere in cambio qualcosa. Gli accordi di ammissione sono un passaggio
molto importante: là dove si riesce a trovare un
accordo di ammissione, si riesce anche a gestire in maniera più organica i
flussi irregolari. Molto sta, dunque, anche al tipo di cooperazione
che viene messa in atto e la cooperazione allo sviluppo, ad esempio, gioca un
peso importante in tutto questo.
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IL CARDINALE
DI MILANO DIONIGI TETTAMANZI IN VISITA A MOSCA:
CON IL
PATRIARCA ALESSIO II UN INCONTRO ALL'INSEGNA DEL DIALOGO
Giornate intense quelle vissute a
Mosca dalla delegazione guidata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo
di Milano, e che comprende fra gli altri, mons. Vincenzo Paglia, responsabile
per l'Ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana, e Adriano Roccucci della Comunità di Sant'Egidio. Momento centrale
della visita di sei giorni che si concluderà domani, è stato l'incontro,
stamani, con il Patriarca della Chiesa ortodossa russa, Sua Santità Alessio
II. Il servizio di Fabio Brenna:
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Il cardinale Tettamanzi si è
presentato come "pellegrino di speranza" e nel suo intervento ha
criticato il proselitismo, tema questo che aveva generato qualche frizione fra
cattolici e ortodossi russi. L'arcivescovo di Milano ha quindi lodato la forza
della spiritualità ortodossa. -Nella sua replica, Alessio II ha detto di voler
continuare e approfondire i rapporti ecumenici e ha detto di condividere la
preoccupazione che è anche di Benedetto XVI nei confronti dell'avanzata del
secolarismo e del consumismo come stili di vita. La delegazione ambrosiana ha
donato al Patriarca reliquie del patrono Sant'Ambrogio, constatando come essa sia una figura molto venerata in terra russa e
considerata un ponte fra la tradizione d'Occidente e quella di Oriente.
La delegazione cattolica aveva
assistito ieri alla Divina liturgia patriarcale nella Cattedrale della Dormizionè. Nei giorni precedenti, aveva visitato alcuni
luoghi simbolo della fede russa, come il Santuario dei martiri di Butovo, sorto su un poligono militare dove vennero fucilati molti esponenti religiosi durante le persecuzioni
sovietiche. Prima ancora era stata alla Lavra, un
vero e proprio centro di spiritualità e di formazione raccolta attorno alle
reliquie di San Sergio. Nella giornata di ieri, il cardinale Tettamanzi ha concelebrato la Messa nella Cattedrale, incontrando al
termine la comunità cattolica locale. Nella stessa giornata, c'è stato anche un
incontro con il rabbino capo di Mosca.
Da Milano, per Radio Vaticana, Fabio
Brenna.
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IL DEGRADO
DELLE PERIFERIE URBANE SUL PIANETA
AL CENTRO
DELLA GIORNATA MONDIALE DEGU INSEDIAMENTI UMANI.
L'ONU PREMIA IL CARDINALE MARTINO PER IL SUO
IMPEGNO SOCIALE
- Intervista
con Cesare Ottolini -
Entro il 2050 almeno 6 miliardi di
persone vivranno nelle città. Questo significa che almeno un terzo della
popolazione mondiale avrà abbandonato le aree rurali e montane per trasferirsi
nei grandi centri urbani. Le Nazioni Unite lanciano l'allarme in occasione
dell'odierna Giornata mondiale degli insediamenti umani World Habitat Day -
istituita nel 1986. Anche Benedetto XVI, ieri all'Angelus, ha esortato la
comunità internazionale ad assicurare "degne condizioni di vita" a
chi vive nel degrado che caratterizza, nel mondo, molte grandi periferie
urbane. L'iniziativa, che quest'anno ha come suo centro la città di Napoli,
vede tra i protagonisti anche il cardinale Renato
Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Il
porporato riceverà un premio dalle Nazioni Unite per il suo specifico impegno
sociale. Sui contenuti della Giornata, il servizio di Stefano Leszczynski.
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"Città, magneti di
speranza". Il titolo che quest'anno le Nazioni Unite hanno scelto per la
Giornata mondiale degli insediamenti umani vuole essere un'esortazione alle
nazioni del mondo affinché predispongano per tempo delle politiche sociali ed
ambientali atte ad attenuare le ripercussioni del sempre più intenso fenomeno
dell'urbanizzazione. Nel suo messaggio per la Giornata il segretario dell'ONU,
Kofi Annan, ha sottolineato
il fenomeno del degrado delle periferie e delle baraccopoli che sorgono ai
margini dei grandi insediamenti urbani. Almeno un miliardo di persone nel
mondo vivono ai margini della società in condizioni disumane. Nei prossimi trent'anni, ha sottolineato Annan,
se le amministrazioni cittadine ed i governi non adotteranno soluzioni
efficaci questo numero è destinato a raddoppiarsi. Cause principali di questo
immenso spostamento verso le grandi città riguardano la desertificazione che
avanza, le guerre, le carestie e le migrazioni di massa alla ricerca di un
futuro migliore. Ma quali sono i Paesi maggiormente interessati da questo
fenomeno? Ce lo spiega Cesare Ottolini,
coordinatore dell'ONG Alleanza internazionale degli abitanti, intervistato da
Roberta Moretti:
R. - Parliamo dello Zimbabwe, di 700
mila persone sgomberate dall'oggi al domani nei mesi scorsi. O della Nigeria,
dove un numero simile di persone sta per essere sfollato, oppure della
Repubblica Dominicana, dove circa un milione di persone sono minacciate da
sgomberi per far posto a progetti speculativi. Possiamo parlare poi della Cina. A Pechino, infatti, per i prossimi Giochi
olimpici sono state sgomberate centinaia di migliaia di persone, ricollocate
molto, ma molto lontano. Potremmo anche restare vicino a noi, qui in Italia,
dove ci sono circa 200 mila famiglie sotto sfratto o in Spagna, dove la
questione abitativa è vissuta pesantemente, soprattutto dai giovani.
D. - Cosa viene
fatto e, soprattutto, cosa non viene fatto dalla comunità internazionale per
combattere questo problema?
R. - Viene
fatto molto poco, al di là di qualche petizione di principio o di questa
celebrazione. Dopo di che, purtroppo, siamo ancora al di sotto dello 0,7 per
cento del prodotto interno lordo come obiettivo per la cooperazione internazionale.
Quindi, una parte di queste risorse potrebbe essere utilizzata giustamente per
il servizio pubblico di abitazione. Siamo anche in un processo di progressiva
privatizzazione del settore. Pensiamo alla Federazione russa, dove ci sono
centinaia di migliaia di persone nei dormitori per lavoratori che continuano ad
essere minacciate di sgombero dalle proprie abitazioni, o alle abitazioni
privatizzate dell'Ungheria o della Croazia.
D. - Cosa fate voi come
organizzazione e quali risultati avete raggiunto?
R. - Quello che noi possiamo fare è attivare
la solidarietà internazionale - attraverso le campagne "Sfratti
zero" - per chiedere, proporre, alle autorità locali di costruire assieme
a noi delle coalizioni per la sicurezza abitativa. Ma anche insistere con le
Nazioni Unite affinché passino dalle enunciazioni di principio al sostegno
vero, a politiche abitative pubbliche che garantiscano questo diritto.
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SOSTEGNO E GUIDA PER L'UOMO, SONO ESPRESSIONI DELLA GRAZIA DIVINA:
SONO GLI
ANGELI CUSTODI, RICORDATI OGGI DAL CALENDARIO LITURGICO
- Intervista
con Franco Cardini –
Oggi, la Chiesa fa memoria degli
Angeli custodi. Di loro danno notizie sia l'Antico che il Nuovo Testamento. Ne
fa menzione lo stesso Gesù: nel Vangelo di Matteo, ad esempio, ammonendo i suoi
discepoli riguardo ai fanciulli, li esorta a non disprezzarli perché "i
loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia" di Dio. Ma per saperne di
più su queste figure, ascoltiamo, al microfono di Tiziana Campisi,
lo storico Franco Cardini:
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R. - Ricordiamo che
"angelo" è un termine greco, angelos,
che traduce più o meno alla lettera la parola ebraica malac,
che resta simile in arabo e che significa l"'Inviato", il messo,
colui che porta notizie da Dio, colui che porta i comandi
di Dio. Sono figure fondamentalmente veterotestamentarie.
I nomi degli Angeli sono sempre riferibili alla forza di Dio. Questa desinenza
in -el, che poi in italiano diventa -ele, va messa in rapporto con la parola ‘el’, forza, da cui viene la parola elojim,
che è una delle parole che indicano Dio. Nel testo biblico l'angelo è
spesso presentato semplicemente come espressione della
volontà divina. Nella teologia cristiana, gli Angeli sono quindi spiriti, spiriti
puri. Non hanno, quindi, sostanza corporea, ma sono distinti dallo Spirito
divino. Sono Angeli che a volte si presentano con funzioni molto specificatamente
vicine agli uomini.
D. - Se i Santi vengono
additati come esempi, gli Angeli custodi invece come dobbiamo guardarli?
R. - L'Angelo è un elemento di forza,
un elemento di protezione. E' in qualche modo un aiuto, un supplemento di aiuto
spirituale in più, che nella economia della Redenzione bilancia il peso
negativo del peccato originale. In qualche modo, è un aiuto supplementare.
L'Angelo ci viene affidato fin dalla nascita ed è un
frammento, se si vuole, della volontà celeste che dà un particolare aiuto.
Tutto questo va inquadrato naturalmente nel concetto di grazia, cioè questa
particolare forza che sostiene ciascun uomo davanti a Dio.
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SARA’ IN
LIBRERIA IL PROSSIMO ANNO "UNA VITA CON KAROL",
IL RACCONTO
DEI QUARANT'ANNI ACCANTO A GIOVANNI PAOLO II
DEL CARDINALE
STANISLAW DZIWISZ.
IL VOLUME E’ STATO
CURATO DAL GIORNALISTA E SCRITTORE
GIANFRANCO SVIDERCOSCHI
"Ho preso quel velo bianco e
glielo ho deposto pian piano sul viso ... e pregando ho cominciato a
ricordare. A rivivere i quarant'anni che io, piccolo uomo sfiorato dal 'mistero', ho trascorso accanto a lui, Karol Wojtyla".
Sono parole del cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario di Giovanni Paolo II e oggi arcivescovo
di Cracovia, che il giornalista e scrittore Gianfranco Svidercoschi
ha raccolto nel volume "Una vita con Karol”. A
pubblicarlo il prossimo anno sarà la Rizzoli, che,
per incarico della Libreria Editrice Vaticana, curerà la cessione dei diritti
esteri dell'opera alla Fiera del Libro di Francoforte 2006.
Il cardinale Dziwisz offre un ritratto inedito e
umano del grande Pontefice, a partire dagli anni polacchi e fino a quando, il 2
aprile del 2005, coglie l'ultimo sguardo del Papa morente e depone sul suo viso
il velo bianco. Ma ascoltiamo, al microfono di Benedetta Rinaldi, Gianfranco Svidercoschi.
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R. – C’è una testimonianza: lui vuole esser testimone di
questo grande personaggio a cui è stato vicino per 40
anni e ha scelto me, in qualche modo, per fare da narratore. Ci siamo un po'
divisi i compiti: io faccio il narratore e lui è il testimone. Per cui, nello
scorrere dei capitoli - una decina sono quelli prima del Pontificato e poi
dopo 24, 25 del dopo Pontificato - non c'è una interruzione
di domande, c'è un rapporto continuo: io faccio un po’ lo scenario di una certa
situazione, di un certo momento storico e poi, dopo don Stanislao racconta. Però
ci sono alcuni momenti in cui pare assurdo che io dovessi intervenire o
parlare e infatti ci sono due capitoli in cui ha la
parola da solo don Stanislao, che rilegge a distanza di tempo - più forse
proprio con gli occhi della mente, della memoria, del cuore - quel momento
tremendo che è stato l'attentato in Piazza San Pietro, il 13 maggio del '81. E
poi dopo, naturalmente nell'altro capitolo, quello finale, sulla morte di
Giovanni Paolo II
D. - Ci sono delle cose inedite
all'interno di questo libro che ineriscono però alla vita personale che era consentito a don Stanislao
di vivere direttamente ...
R. – Non è un libro di scoop, è un libro di
testimonianze, quindi viene fuori questa immagine di Wojtyla che spiega
l'immagine privata: meglio poi la sua immagine pubblica, cioè tutti i vari
momenti che lui ha vissuto prima negli anni polacchi, poi da Papa, sono
raccontati da Stanislao che gli stava vicino. Certe
volte è preciso, certe volte dice qualcosa in più di quello che forse la gente
ha capito, o certi commentatori hanno capito di quel gesto del Papa o di quella
determinata situazione.
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2 ottobre 2006
A 20
ANNI DALL’INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II CON I
NATIVI DELL’AUSTRALIA,
PRENDE
IL VIA OGGI, AD ALICE SPRINGS, LA VII ASSEMBLEA NAZIONALE DEL
CONSIGLIO
CATTOLICO AUSTRALIANO DEGLI ABORIGENI
E
DEGLI ISOLANI DELLO STRETTO DI TORRES
ALICE SPRINGS. = Celebrare l’identità cattolica di tutti i
gruppi autoctoni dell’Australia, la dimensione profonda della loro fede e il
loro contributo alla vita ecclesiale: con questo intento, prende il via oggi
fino al 7 ottobre, ad Alice Springs, la VII Assemblea
nazionale del Consiglio cattolico australiano degli Aborigeni e degli Isolani
dello Stretto di Torres (NATSICC). L’iniziativa, con il titolo “Un sogno che
viene dal cuore”, intende celebrare il 20.mo
anniversario dell’incontro di Giovanni Paolo II con i nativi australiani nel Blatherskite Park di Alice Springs,
il 29 novembre 1986. In quella circostanza, in un discorso intenso e incisivo,
tuttora vivo nel cuore degli aborigeni, Papa Wojtyla menzionava le discriminazioni
subite dai nativi, le loro difficoltà quotidiane, il diritto alla terra,
l’importanza della salvaguardia delle loro tradizioni culturali, esortando alla
riparazione dei torti loro arrecati e alla riconciliazione nazionale. Liturgie
eucaristiche, una celebrazione comunitaria del Sacramento della Riconciliazione
e la presentazione della specificità delle comunità native occupano un posto di
primo piano nello svolgimento dell’Assemblea, che porrà anche in rilievo nei
momenti di festa la ricchezza culturale e l’intensa spiritualità autoctona.
Particolarmente attesa è la giornata conclusiva dedicata al ricordo di Giovanni
Paolo II. Nella solenne Eucaristia, verrà riproposto
l’invito di Papa Wojtyła ai nativi ad attingere “nuova vita e nuove forze
dal Vangelo”. Attesa una forte presenza di giovani, particolarmente attivi
nella preparazione dell’Assemblea, per la diffusione in parrocchie e scuole
dell’invito all’Assemblea attraverso message sticks, bastoncini di legno con l’incisione di simboli
e immagini, tradizionalmente usati dagli aborigeni come mezzo di comunicazione.
(R.M.)
CRESCE A PANAMA IL
FENOMENO DELLE SETTE. IL VESCOVO
DI COLÓN-KUNA YALA,
AUDILIO
AGUILAR AGUILAR, LANCIA
L’ALLARME E AVVERTE: “PER LA CHIESA
NON È
FACILE TROVARE RISPOSTE ADEGUATE A QUESTE SFIDE”
KÖNIGSTEIN.= L’invasione delle
sette è diventata anche a Panama una sfida per la Chiesa cattolica: a lanciare
l’allarme è stato mons. Audilio Aguilar Aguilar,
vescovo di Colón-Kuna Yala,
città portuaria della costa atlantica di Panama. In una recente visita al
segretariato internazionale dell’organizzazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”
(ACS) a Königstein, in Germania, il presule ha
sottolineato la necessità di aiuti per la costruzione di edifici ecclesiali per
combattere l’influenza delle sette nella sua diocesi. “In una delle nostre
parrocchie – ha affermato – ci sono 22 templi di varie sette”. In questo senso,
mons. Aguilar Aguilar ha definito prioritaria
anche la formazione di sacerdoti e seminaristi: “Attualmente – ha spiegato – 13
giovani si preparano al sacerdozio. Quattro di loro studiano nel nostro nuovo
seminario diocesano, gli altri si formano nel seminario nazionale di Città del
Panama”. “Ci sono vari fattori che rendono abbastanza difficile l’opera
pastorale nella mia diocesi – ha concluso – soprattutto visto che Colón è la capitale commerciale di Panama. Ci sono molta
corruzione, tossicodipendenza, prostituzione, contrabbando e problemi affini, e
per la Chiesa non è facile trovare risposte adeguate a queste sfide”. La
diocesi di Colón-Kuna Yala
ha circa 250 mila abitanti, per la maggior parte cattolici.
Assistono i fedeli 35 sacerdoti e 72 religiose. (R.M.)
SOTTOPOSTO VENERDI’ A UN
INTERVENTO CHIRURGICO PER UN ANEURISMA CEREBRALE, IL SEGRETARIO GENERALE DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA (CEI), MONS. GIUSEPPE
BETORI, RINGRAZIA PER LE TESTIMONIANZE
DI AFFETTO E SOLIDARIETÀ
ROMA. = Mons.
Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza
episcopale italiana (CEI), sottoposto venerdì a un intervento di chirurgia
elettiva per un aneurisma cerebrale presso il Policlinico Gemelli di Roma,
“ringrazia per i numerosi attestati di solidarietà e per gli auguri di pronta
guarigione che gli sono pervenuti”. A portare i ringraziamenti del presule è
stato, ieri, mons.
Claudio Giuliodori, direttore
dell’Ufficio nazionale CEI per le Comunicazioni Sociali, che ha aggiunto: “L’intervento, perfettamente riuscito, è stato eseguito
dal Prof. Giulio Maira,
direttore dell’Istituto di neurochirurgia. Al decorso post operatorio, che
prosegue normalmente, seguirà un periodo di convalescenza”. (R.M.)
ASSEGNATO OGGI AI GENETISTI
AMERICANI, ANDREW FIRE E CRAIG MELLO, IL NOBEL 2006 PER LA MEDICINA. NEL 1998,
I DUE STUDIOSI HANNO SCOPERTO
UN MECCANISMO CHE REGOLA
L'ACCENSIONE E LO SPEGNIMENTO DEI GENI
- A cura di Vincenzo Lanza -
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STOCCOLMA. = Il premio Nobel in Medicina
2006 è stato assegnato oggi a due ricercatori americani, il 47.enne Andrew Fire,
dell’Istituto di tecnologia del Massachussetts, e il
46.enne Craig
Mello, della Howard
University di Boston. L’assemblea Nobel dell’Istituto Carolinska
di Stoccolma ha premiato i due americani per quanto da loro già scoperto
sperimentalmente e pubblicato sul periodico Nature del
19 febbraio 1998, dove chiarivano molte osservazioni sperimentali confuse e
contraddittorie del passato e rivelavano un meccanismo naturale per il
controllo dei flussi dell’informazione genetica, creando così l’inizio di un
nuovo campo di ricerca. Andrew Fire e Craig Mello hanno preso spunto
nella loro ricerca dal fatto che il nostro genoma, l’insieme del patrimonio
cromosomico presente in ogni cellula, agisce in modo da inviare istruzioni per
la produzione delle proteine dal DNA presente nel nucleo delle cellule verso il
meccanismo di sintesi di proteine nel citoplasma. Tali istruzioni vengono inviate da una specie di cosiddetto messaggero,
l’RNA, l’acido ribonucleico. Recenti risultati sperimentali hanno messo in
luce, ad esempio, che un gene responsabile di alti livelli di colesterolo nel
sangue di animali ha avuto ridotta la propria capacità dannosa con trattamenti
a base dell’acido ribonucleico. Molte le odierne sperimentazioni per sviluppare
tale acido ribonucleico, nella cura per combattere infezioni virali, malattie
cardiovascolari, cancro e disfunzioni endocrine.
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PROSEGUE
IL SUO VIAGGIO ATTRAVERSO L’EUROPA, IL “BUS EUROPEO DELLA MOBILITÀ”, PARTITO DA
PARIGI LO SCORSO 22 SETTEMBRE, NELL’AMBITO
DELL’ANNO
EUROPEO
PER LA MOBILITÀ DEI LAVORATORI. DOMANI, TAPPA
A RIGA,
RIGA.= Sta viaggiando verso la Lettonia il Bus europeo
della mobilità: il pullman, una delle iniziative previste nell’ambito dell’Anno
europeo per la mobilità dei lavoratori, è partito da Parigi il 22 settembre, ha
fatto tappa a Helsinki il 29 e 30 settembre, in occasione della Fiera europea
del lavoro, e domani arriverà nella capitale lettone,
Riga. Da lì, riprenderà la sua marcia verso Varsavia (6 ottobre), Praga (9
ottobre), Pecs (Ungheria, 12 ottobre), Milano (16
ottobre) e Bruxelles (19 ottobre). “La mobilità - ha affermato il commissario
UE per l’occupazione e gli affari sociali, Vladimír Špidla, citato dall’agenzia SIR – costituisce anzitutto una
decisione del singolo lavoratore. Perché la mobilità possa diventare una realtà
– ha aggiunto – è indispensabile anche la collaborazione tra autorità
pubbliche, imprese, organizzazioni sindacali e università”. La Fiera ha
compreso 450 eventi in 300 città, con l’intento di mettere in luce “le nuove
possibilità di cui godono i cittadini, incoraggiandoli a vivere e lavorare in
altri Paesi e in altre collocazioni professionali”. (R.M.)
L’ITALIA
CELEBRA OGGI LA SECONDA FESTA NAZIONALE DEI NONNI.
NUMEROSE
LE INIZIATIVE IN TUTTO IL PAESE PER SOTTOLINEARE
IL
RUOLO FONDAMENTALE DEI NONNI NELLA FAMIGLIA E NELLA SOCIETA’
ROMA. = Celebrare il ruolo fondamentale dei nonni nella
famiglia e nella società, come figure positive di riferimento per le giovani
generazioni: con questo intento, si celebra oggi in Italia la seconda Festa
nazionale dei nonni, istituita lo scorso anno. Numerose le iniziative promosse
per la giornata, stabilita nel giorno in cui la Chiesa ricorda gli Angeli Custodi. In particolare, il
Ministero dell’istruzione ha invitato le scuole a promuovere riflessioni e
dibattiti per creare un ponte ideale tra anziani e giovani, ovvero, tra passato
e futuro. Da segnalare, inoltre, l’iniziativa “Bouquet Fior di nonni” della
Regione Liguria, patrocinata dall’UNICEF: nei negozi di fiori delle principali
città italiane si potranno acquistare ramoscelli di fronda verde provenienti
dalla Riviera Ligure e finanziare così progetti a sostegno dei bambini meno
fortunati. Ieri, intanto, a Roma e Milano si sono tenute corse non competitive,
cui hanno partecipato non solo nonni e nipotini, ma anche giovani e adulti. A
Milano, in particolare, i partecipanti delle diverse classi generazionali si
sono passati di mano in mano la «Torcia delle generazioni», a simboleggiare il
viaggio della vita. Infine, un’iniziativa dedicata a chi,
pur essendo nonno, non può contare sempre sull’aiuto della famiglia: 700 ospiti
di centri di ricovero per anziani parteciperanno oggi a Roma a un pranzo
organizzato dall’Associazione Nonne e Nonni, che ha anche lanciato un appello a
diventare “nonni”, adottando a distanza i bambini dei Paesi in via di sviluppo. (A.S.)
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2 ottobre 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco ed Eugenio
Bonanata -
Nei
Territori palestinesi, continuano gli scontri tra sostenitori di Hamas e Fatah, partiti impegnati in sempre più difficili trattative
per la formazione di un governo di unità nazionale. Il nostro servizio:
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Non hanno avuto gli effetti sperati gli appelli alla calma lanciati nei
Territori palestinesi dal presidente Abu Mazen, leader di Al Fatah, e dal primo ministro Ismail
Haniey, esponente di Hamas: questa mattina è stata
incendiata la sede del governo e gli edifici intorno al Parlamento si sono
trasformati in un campo di battaglia dove, fortunatamente, non si registrano
vittime. Temendo nuovi disordini, l’esecutivo palestinese ha sospeso le attività
di tutti i Ministeri. Ieri violenti scontri, innescati dal mancato pagamento
degli stipendi ai dipendenti statali, erano costati la vita ad 8 persone. Si
tratta della più grave ondata di violenze tra le due fazioni dalla formazione
del governo di Hamas e riflette la crisi dell’intera classe politica
palestinese: l’esecutivo guidato dal gruppo estremista continua faticosamente a
muoversi tra le perplessità della comunità internazionale e il sostegno di gran
parte dell’opinione pubblica palestinese. Al Fatah,
uscito pesantemente sconfitto dalle elezioni di gennaio, cerca poi di portare
avanti i negoziati per un esecutivo di unità nazionale. Ma le trattative sono
difficili: il presidente Abu Mazen,
che ritiene la guerra civile “una linea rossa da non valicare”, accusa Hamas di
continuare a rifiutare di riconoscere gli accordi di pace sottoscritti con
Israele. La formazione radicale attribuisce, invece, la responsabilità della
recrudescenza delle violenze ad Al Fatah.
Al difficile obiettivo di uno stabile assetto politico palestinese si aggiunge
poi quello, altrettanto delicato, del rilancio del processo di pace tra
palestinesi ed israeliani. Proprio per riaprire la strada della riconciliazione,
è partita stamani da Washington il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice. Durante la sua
nuova missione diplomatica in Medio Oriente, sono previsti incontri anche con
dirigenti dell’Autorità nazionale palestinese e dello Stato ebraico.
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In Libano, dopo il completamento del
ritiro israeliano, l’esercito regolare di Beirut ha cominciato a dispiegarsi,
per la prima volta da quasi quarant’anni, lungo la frontiera meridionale. Il
comandante in capo, il generale Michel Sleiman, ha dichiarato che i soldati libanesi risponderanno
ad ogni “aggressione o violazione israeliana”. Il ministro della Difesa
israeliano, Amir Peretz, aveva invece avvertito,
ieri, che lo Stato ebraico reagirà “con la massima fermezza” in caso di
provocazioni da parte di guerriglieri Hezbollah. In Israele, intanto, sono
state rafforzate le misure di sicurezza per la festa del Kippur
e sono stati chiusi tutti i valichi con i Territori palestinesi.
In Iraq, non si arresta la spirale di violenza: il commando
statunitense ha reso noto, stamani, che tre marines
sono morti ieri in seguito ad attacchi di ribelli nella turbolenta provincia di
al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del
famigerato “Triangolo Sunnita”. A Baghdad proseguono, intanto, i ritrovamenti
di cadaveri con segni di torture. La polizia ne ha rinvenuti 50 nelle ultime 24
ore. Sempre nella capitale, finti poliziotti hanno rapito 14 persone in un
negozio nel pieno centro della città. A Bassora poi, nel sud del Paese, è
rimasto ucciso in un attacco un soldato britannico. Sul versante politico, il
Parlamento ha rinnovato per ulteriori trenta giorni i poteri di emergenza del
governo di unità nazionale guidato dal premier sciita, Nouri
al-Maliki.
Due attentatori dell’11 settembre che ridono e scherzano prima
di leggere il loro testamento. Questo il contenuto di un video, risalente al
2000, diffuso ieri dal sito del giornale Sunday Times. Il filmato, sebbene senza audio, mostra
l’egiziano Mohammed Atta, il capo del commando
di dirottatori, e il libanese Ziad Jarrah, “pilota” del volo che si schiantò in Pennsylvania.
Nello stesso video compare anche il leader di al
Qaeda, Bin Laden, che parla
ai suoi seguaci.
In Afghanistan, due attentati hanno
provocato stamani, a Kabul, il ferimento di sei civili e tre soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF).
In Italia, intanto, si terranno domani in provincia di Caserta i funerali del caporal maggiore, Vincenzo Cardella.
Il militare italiano è morto sabato scorso a causa delle lesioni riportate
nell’attentato del 26 settembre a Kabul, costato la vita anche al soldato
Giorgio Langella.
La
Russia ha annunciato la sospensione dei collegamenti stradali, ferroviari,
aerei e postali con la Georgia. La decisione è stata presa in seguito alla
crisi scoppiata tra Mosca e Tbilisi dopo l’arresto di
quattro agenti dei Servizi segreti militari russi, accusati di spionaggio. Il
portavoce del presidente georgiano ha reso noto, intanto, che i quattro militari
russi saranno consegnati a rappresentanti dell'Organizzazione per la Sicurezza
e la cooperazione in Europa (OSCE).
Alle elezioni presidenziali di ieri, in Brasile, il
presidente Inacio Lula da
Silva non ce l’ha fatta ad essere rieletto al primo
turno. Il capo di Stato uscente ha ottenuto quasi il 49 per cento dei consensi
contro il 41 per cento del maggior antagonista nella corsa alla più alta carica
dello Stato, il social-democratico Geraldo Alckmin.
Ora il Paese è in attesa del prossimo, incerto
ballottaggio del 29 ottobre. Il servizio di Maurizio Salvi:
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Il forte consenso ottenuto negli Stati più poveri del nord
e del nord-est del Paese non è alla fine bastato al
presidente Lula per ottenere una riconferma al primo
turno, per cui la lunga e tumultuosa campagna elettorale brasiliana avrà un’appendice
di quasi un altro mese. “Il capo dello Stato si è preso proprio uno spavento”,
ha commentato il ministro dell’Economia, Guido Mantega.
Tarso Genro, responsabile del dicastero delle
Relazioni istituzionali, ha detto che “ci è mancato proprio poco. Il voto - ha
aggiunto - è stato comunque significativamente a favore del presidente
uscente”. I guru che confezionano la strategia elettorale di Lula sono già al lavoro per determinare a cosa sia dovuto il calo delle ultime settimane. Bisognerà capire
se abbia pesato più lo scandalo in cui sono stati coinvolti esponenti del
Partito dei lavoratori per l’acquisto di prove contro il candidato presidenziale
dell’opposizione, o la decisione di non partecipare all’ultimo dibattito in tv
con i suoi tre avversari. Per correggere quest’ultima scelta, comunque, Genro ha già anticipato che il presidente Lula è assolutamente disponibile ora ad un dibattito con Alckmin per affrontare i diversi programmi di governo.
Dall’America Latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.
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Contro ogni pronostico, il Partito socialdemocratico di Alfred Gusenbauer ha vinto le elezioni
politiche in Austria. Secondo i dati del Ministero degli interni di Vienna, la
formazione ha conquistato 68 seggi (35,7 per cento dei voti) contro i 66 (il
34,2 per cento) dei popolari dell’ex cancelliere, Wolfgang
Schuessel. In Parlamento entreranno anche il Partito
di destra, i Verdi e la formazione di estrema destra guidata da Georg Haider, che si è detto
soddisfatto per il 4,2 per cento di consensi conquistati. Gusenbauer
ha già rivendicato il cancellierato ma è inevitabile
un governo di coalizione tra socialdemocratici e popolari con l’appoggio di
qualche altra forza, necessario per giungere ai 183 seggi totali.
Risultato inaspettato anche in Ungheria, dove il Partito
socialista al governo è stato duramente sconfitto nelle elezioni amministrative
di ieri. Il Partito conservatore Fidesz di Viktor Orban ha conquistato,
infatti, la maggioranza in 18 su 19 assemblee provinciali e imposto i suoi
candidati a sindaco in 14 città su 22. Dal canto suo il primo ministro, Ferenc Gyurcsany, dopo le
contestazioni di piazza di ieri, ha annunciato che il prossimo 6 ottobre
chiederà al Parlamento un voto di fiducia che si dice certo di ottenere. Ieri
il presidente della Repubblica, Laszlo Solyom, in un discorso pronunciato alla chiusura delle urne
aveva di fatto invitato il Parlamento a sfiduciare il premier.
In Bosnia-Erzegòvina, si
attendono per questa sera i risultati delle elezioni generali di ieri. Secondo
i primi risultati parziali, relativi alla presidenza tripartita – espressione
delle etnie del Paese – per i musulmani è in testa Haris
Silajdzic, mentre per i serbi, Nebojsa
Radmanovic. E’ invece incerto il risultato per il
membro croato dell’organo collegiale. L’affluenza alle urne, secondo la
Commissione elettorale centrale, è stata del 44 per cento dei 2,7 milioni di
elettori.
In Zambia, la Commissione elettorale centrale ha diffuso i
risultati parziali delle presidenziali dello scorso 28 settembre, che vedono
saldamente in testa il presidente uscente, Mwanawasa.
Secondo lo spoglio relativo al 90 per cento dei distretti del Paese, il presidente
ha ottenuto il 43 per cento dei suffragi. Al suo rivale, Michael
Sata, che ha denunciato irregolarità nel voto, va il
27 per cento. Ieri violenti disordini, in particolare nella capitale Lusaka, avevano fatto seguito al rinvio della comunicazione
dei risultati ufficiali. Il ritardo, secondo le autorità, è
dovuto al fatto che molte zone del Paese sono difficilmente
raggiungibili. L’opposizione ritiene comunque truccate le consultazioni. Secca
la risposta del presidente che ha respinto l’accusa.
Prime polemiche per il neopremier
giapponese, Shinzo Abe,
che oggi ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di precisare se visiterà
il sacrario bellico di Yasukuni, trasformato in un
centro di propaganda militarista. Nel tempio shintoista
si trovano anche memoriali di generali nipponici che hanno commesso crimini
durante la Seconda Guerra Mondiale. Le visite del precedente premier, Koizumi, sono state al centro di vibrate proteste da parte
di Cina e Corea del Sud.
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