RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 328 - Testo
della trasmissione di venerdì 24 novembre
2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
La prossima settimana il
viaggio del Papa in Turchia: ai nostri microfoni il cardinale Roberto Tucci
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Documento
della Conferenza episcopale del Venezuela in vista delle presidenziali del 3
dicembre
Il titolo di cavaliere comandante
dell’ordine della legione d’onore al cardinale Kazimierz
Swiatek
Respinto dal Parlamento cileno
il disegno di legge sulla depenalizzazione dell’aborto
Vertice Italia-Francia:
ribadito il sostegno al premier libanese Siniora e l’impegno per contribuire
alla stabilità in Medio Oriente. Siglati poi accordi bilaterali
24 novembre 2006
BENEDETTO
XVI INVITA LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE AD AGIRE
VERSO
LE PERSONE COLPITE DA MALATTIE INFETTIVE ELIMINANDO LE DISPARITA’
DI
ACCESSO ALLE CURE TRA NORD E SUD DEL MONDO. L’INTERVENTO DEL PAPA NELL’UDIENZA
AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL TEMA,
IN
CORSO IN VATICANO
Assistere i malati colpiti da infezioni gravi, come
l’AIDS, la malaria o la tubercolosi, sollecita le coscienze di governanti e
Paesi ad attuare la “giustizia sociale”, in un mondo ancora diviso a metà tra
chi può accedere a cure idonee e chi ne è impedito. E’ l’appello che traspare
dalle parole di Benedetto XVI rivolte questa mattina ai partecipanti alla
Conferenza internazionale sulle “malattie infettive”, in corso in Vaticano. Ai
500 esperti di decine di nazioni, invitati dal Pontificio Consiglio per la
Pastorale della salute, il Papa ha indicato nella figura del Cristo che risana
i lebbrosi il modello cui ispirarsi perché del malato sia difesa non solo la
salute ma anche la dignità. Il servizio di Alessandro De Carolis:
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Malattie che violano corpi con segni anche ripugnanti, da
un lato. Dall’altro, duemila anni di pietà cristiana che, da Gesù fino a Madre
Teresa di Calcutta, passando per S. Francesco d’Assisi e innumerevoli altre
figure straordinarie, ha sempre offerto alle vittime di
questi mali cure appropriate e conforto spirituale. Benedetto XVI ha
voluto ricordare, attraverso l’opera di alcuni Santi, il servizio che la Chiesa
svolge sulle frontiere della malattia, anche di quelle – ha osservato
all’inizio del suo discorso – che “evocano drammatici scenari di dolore e di
paura”. Vecchi e nuovi virus – che si chiamino AIDS o lebbra, peste o
tubercolosi – sono lì a ricordare “i limiti inevitabili della condizione
umana”. Tuttavia, ha affermato il Papa:
“L’impegno umano,
però, non deve mai arrendersi nel cercare mezzi e
modalità d’intervento più efficaci per combattere questi mali e per ridurre i
disagi di quanti ne sono vittime. Schiere
di uomini e donne hanno, in passato, messo a disposizione di malati con
patologie ripugnanti le loro competenze e la loro carica di umana generosità
(...) A così lodevoli iniziative e a così generosi gesti di amore si
contrappongono tuttavia non poche ingiustizie. Come dimenticare i tanti malati
infettivi costretti a vivere segregati, e talora segnati da uno stigma che li
umilia? Tali deprecabili situazioni appaiono con maggiore gravità nella
disparità delle condizioni sociali ed economiche tra il Nord e il Sud del mondo”.
Ad esse, ha proseguito Benedetto
XVI, “è importante rispondere con interventi concreti, che favoriscano la
prossimità all’ammalato, rendano più viva l’evangelizzazione della cultura e
propongano motivi ispiratori dei programmi economici e politici dei governi”.
Una responsabilità che, prendendo esempio da Gesù, ha sempre
orientato i cristiani ad avvicinare chi soffre con uno stile che viene
dal Vangelo e che guarda all’uomo prima che al morbo che l’ha colpito:
“Questa ricca
tradizione della Chiesa cattolica va tenuta viva perché, attraverso l’esercizio
della carità verso chi soffre, siano resi visibili i valori ispirati ad autentica umanità
e al Vangelo: la dignità della persona, la misericordia, l’identificazione di
Cristo al malato. Ogni intervento resta insufficiente, se in esso
non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre
dell’incontro con Cristo”.
Tornando sull’importanza della “collaborazione con le varie istanze pubbliche”, il Papa ha
terminato con l’auspicio che “venga attuata
la giustizia sociale in un delicato settore come quello – ha
sottolineato - della cura e dell’assistenza ai malati infettivi”: in
particolare, Benedetto XVI ha fatto riferimento “alla equa distribuzione delle
risorse per la ricerca e la terapia”, e alla “promozione di condizioni di vita
che frenino l’insorgere e l’espandersi delle malattie infettive”.
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L’IMPEGNO
DELLA CHIESA CATTOLICA PER LO SVILUPPO DELL’AMERICA LATINA
E
DELL’UDIENZA
DEL PAPA AL PRESIDENTE DELL’HONDURAS
- A
cura di Roberta Gisotti -
In un “clima di cordialità”
si è svolta questa mattina l’udienza del Papa al
presidente dell’Honduras, José Manuel Zelaya Rosales,
accompagnato dalla consorte e dal
seguito. Durante
i colloqui - informa una nota della Sala Stampa vaticana - “ci si è soffermati
sul tema dello sviluppo dell’America Latina ed è stato rilevato in particolare
il contributo della Chiesa Cattolica in tale ambito, come pure il suo impegno
nell’educazione e nella formazione, soprattutto delle giovani generazioni, ai
valori morali, che sono la base per combattere la corruzione e favorire la
trasparenza in ogni campo della vita nazionale”. Dopo l’incontro con il Papa,
il presidente honduregno ha avuto colloqui con il
cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Leader del partito Liberale opposto nel Paese
latinoamericano al partito Nazionale, il presidente Zelaya
è stato eletto nel gennaio scorso con un mandato di 4 anni anche per la guida
del governo. Grande un terzo dell’Italia, abitato da quasi 7 milioni e mezzo di
persone, l’Honduras soffre di una grave situazione economico
sociale: il 70 per cento della popolazione sopravvive sotto la soglia
della povertà, alle prese con fenomeni di criminalità diffusa, di violenza
giovanile, di corruzione anche nelle istituzioni. Oltre queste problematiche, tra
le sfide pastorali per
ALL’INDOMANI DELL’INCONTRO CON BENEDETTO XVI, IL
PRIMATE DELLA COMUNIONE ANGLICANA, ROWAN WILLIAMS, E IL CARDINALE WALTER
KASPER, PRESIDENTE
DEL DICASTERO
VATICANO PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI RIBADISCONO L’IMPEGNO
A
PROSEGUIRE SUL CAMMINO DEL DIALOGO ECUMENICO
Prosegue la visita a Roma
dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Dopo
l’incontro di ieri con il Papa, stamani il Primate della Comunione anglicana ha
visitato la congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Quindi, ha tenuto
una conferenza stampa a Palazzo Doria Pamphili assieme al cardinale Walter Kasper,
presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e al cardinale Cormac Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster. Nell’incontro è stata ribadita con
convinzione la volontà di proseguire sulla via del dialogo ecumenico. A seguire
questa intensa mattinata del Primate della Comunione anglicana, c’era per noi
Alessandro Gisotti:
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Non fermarsi di fronte agli
ostacoli e alle nuove sfide, ma impegnarsi a proseguire coraggiosamente sulla
via del dialogo ecumenico: questo in sintesi il senso delle dichiarazioni del
primate della comunione anglicana e del presidente del dicastero vaticano per
l’Unità dei Cristiani. L’arcivescovo di Canterbury ha affermato che sono stati
raggiunti i tre obiettivi della sua visita, ovvero stabilire una relazione
personale con il Papa, rafforzare il dialogo tra anglicani e cattolici, infine,
incontrare i membri delle congregazioni
vaticane interessate ai diversi aspetti del dialogo ecumenico.
Il cardinale Walter Kasper e l’arcivescovo Rowan
Williams hanno dunque annunciato la convocazione di una commissione, nel 2007,
che si confronterà sul dialogo teologico tra cattolici ed anglicani. Il
porporato ha inoltre affermato che la visita del Primate anglicano è andata
“molto meglio del previsto”.
HE IS A MAN OF PROFOUND THEOLOGICAL LEARNING…
Benedetto XVI, ha detto
l’arcivescovo di Canterbury, è un “uomo di immensa conoscenza teologica e di grande profondità spirituale”. Ha così sottolineato
la comune volontà con il Santo Padre a lavorare per una unità
visibile di tutti i cristiani e ciò nonostante le divergenze che tuttora
sussistono. In particolare, ha confidato che uno dei temi del suo colloquio con
il Papa è stato l’impatto sulla comunione anglicana
dell’ordinazione delle donne.
Rispondendo ai giornalisti,
l’arcivescovo di Canterbury ha auspicato la buona riuscita dell’imminente
viaggio apostolico del Papa in Turchia, in particolare guardando ai rapporti
tra Chiesa cattolica e Patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Dal canto suo,
il cardinale Kasper, pur riconoscendo le difficoltà
che il viaggio presenta, ha sottolineato che ancor più grandi sono le speranze.
WE WANT TO SUPPORT ALL MINORITIES LIVING IN
“Vogliamo sostenere tutte le
minoranze cristiane presenti in Turchia”, ha detto il porporato sottolineando
l’importanza della visita del Papa per i cristiani che in quel Paese vivono un
momento non facile. I due leader religiosi hanno quindi espresso la comune
preoccupazione per la condizione della minoranza cristiana in Medio Oriente. In
tale contesto, è stato annunciato un pellegrinaggio in Terra Santa nel periodo
di Natale che vedrà insieme fedeli cattolici, anglicani, battisti ed ortodossi.
Prima della conferenza stampa,
l’arcivescovo Willimas aveva visitato la sede della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Qui, nel suo discorso per
l’occasione, il cardinale prefetto Ivan Dias ha
ribadito la necessità per cattolici e anglicani di lavorare assieme per
raggiungere l’unità nell’amore e nella verità.
THE CALL TO GIVE JOINT WITNESS…
“La chiamata a dare una
testimonianza comune del messaggio evangelico – ha detto il porporato – è ancor
più urgente ora”, di fronte alle sfide che l’umanità deve affrontare e, in particolare,
alle sofferenze che molti popoli devono sopportare a causa delle guerre, della
povertà e della fame.
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UN INTRECCIO CONTINUO TRA ARTE E FEDE: COSI’ IL
PAPA, INCONTRANDO IERI
DIRIGENTI E DIPENDENTI DEI MUSEI VATICANI, HA
RICORDATO CHE I FAMOSISSIMI MUSEI CELEBRANO QUEST’ANNO
IL V CENTENARIO
Un intreccio continuo tra arte e fede: è quanto presentano
i Musei Vaticani, i cui dirigenti e dipendenti sono stati ricevuti in udienza
ieri dal Papa. Un incontro affettuoso con il gruppo di dipendenti più numeroso
della Città del Vaticano, come ha sottolineato Benedetto XVI. Il Papa ha anche
ricordato come proprio quest’anno i Musei vaticani celebrino
il loro quinto centenario. Servizio di Francesca Sabatinelli:
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E’ una straordinaria responsabilità quella che investe i
Musei Vaticani dal punto di vista del messaggio cristiano e Benedetto XVI lo ha
ricordato con affetto ai dipendenti dell’istituzione, sottolineando come tra i
tantissimi visitatori che vi si recano ogni anno - nel 2006 hanno già superato
i 4 milioni - “molti non siano cattolici, tanti non siano cristiani e forse -
ha detto il Papa - neppure credenti”:
“L’approccio alla
verità cristiana mediato attraverso l’espressione artistica o storico-culturale
ha una chance in più per
parlare all’intelligenza e alla sensibilità di persone che non appartengono
alla Chiesa cattolica e talvolta possono nutrire verso di essa
pregiudizi e diffidenza. Coloro che visitano i Musei Vaticani hanno modo di
“immergersi” in un concentrato di “teologia per immagini”, sostando in questo
santuario di arte e di fede”.
E’ nel codice genetico dei Musei Vaticani “che la grande
civiltà classica e quella ebraico-cristiana non si
oppongono tra loro, ma convergono nell’unico piano di Dio”, e a dimostrazione
di questa verità il Papa ha citato il gruppo scultoreo del Laocoonte.
L’originale greco del I secolo a.C. diede origine proprio
al primo nucleo dei Musei Vaticani nel 1506 quando, subito dopo il ritrovamento
nel gennaio di quello stesso anno, fu collocato da Papa Giulio II nell’allora
cortile delle Statue, oggi cortile ottagono. “Un’opera - ha detto ancora il
Papa - che possiamo qualificare profana, ma che inserita nel contesto vaticano
acquista la sua piena e più autentica luce”.
“E’ la luce della
creatura umana plasmata da Dio, della libertà nel dramma della sua redenzione,
protesa tra terra e cielo, tra carne e spirito. E’ la luce di una bellezza che
irradia dall’interno dell’opera artistica e conduce lo spirito ad aprirsi al
sublime, là dove il Creatore incontra la creatura fatta a sua immagine e
somiglianza”.
“La sintesi tra Vangelo e cultura appare ancor più
esplicita in alcuni reparti e quasi materializzata in alcune opere”, ha
continuato il Papa pensando ai sarcofagi del museo Pio-cristiano
o alle tombe della Necropoli sulla Via Trionfale,
alla collezione etnologica di provenienza missionaria. “Il Museo mostra
veramente un intreccio continuo tra Cristianesimo e cultura, tra fede e arte,
tra divino e umano - ha spiegato ancora Benedetto XVI - e la Cappella Sistina
costituisce, al riguardo, un vertice insuperabile”. In chiusura di incontro il Papa ha quindi ringraziato i dipendenti dei
Musei, li ha elogiati e ringraziati per il loro impegno nella tutela, la
conservazione e la custodia degli ambienti, esortandoli anche a continuare ad
offrire ai visitatori una semplice ma incisiva testimonianza di fede.
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ai nostri microfoni il cardinale Roberto Tucci che
nel ’79
seguì Giovanni Paolo II in Turchia
come direttore della nostra emittente
- Con
noi lo stesso porporato -
“Grande apprezzamento da parte del governo turco e della
Presidenza degli Affari religiosi, il Diyanet, per la
decisione di Benedetto XVI di recarsi nella loro sede ed incontrare il
presidente Ali Bardakoglu ed altri dirigenti degli
affari religiosi”. E’ quanto ha precisato il Nunzio apostolico in Turchia, Mons. Antonio Lucibello, che
parlando all’Agenzia ANSA ha gettato una luce di ottimismo sulla prossima
visita del Papa in Turchia, all’indomani dell’irruzione di un gruppo di ultraestremisti
all’edificio di Santa Sofia.
“Una visita che si inserisce nel solco delle due visite
papali precedenti: di Paolo VI nel 1967 e di Giovanni Paolo II nel 1979 – ha
detto il Nunzio – e che ha come missione principale il dialogo, sia ecumenico
che religioso.
In vista di possibili proteste da parte dei partiti
radicali per la visita papale, il capo della polizia turca ha assicurato che
saranno prese tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza di
Benedetto XVI ed il regolare svolgimento del programma. Ne è convinto anche il
cardinale Roberto Tucci, per anni organizzatore dei
viaggi papali e che nel ’79 seguì Giovanni Paolo II in Turchia come direttore
della nostra emittente. L’intervista è di Rosario Tronnolone:
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R. - Bisogna tener presente che il Paese è sotto la
protezione dei militari e, come dice Sergio Romano nel magazine del Corriere
della Sera, l’Europa non dovrebbe dimenticare che i militari continuano ad
esercitare un’influenza nel Paese. I militari sono i garanti della laicità
dello Stato e un baluardo indispensabile nelle attuali condizioni del Medio
Oriente contro il dilagare del fondamentalismo islamico, quindi è un Paese dove
la sicurezza sarà assicurata al massimo. Anche ai tempi della visita di
Giovanni Paolo II in Turchia, dove io ero presente al seguito come direttore
generale della Radio Vaticana, fu veramente una visita militarmente blindata e
tutto si volse come si doveva svolgere. Il programma era quasi identico a
quello della visita di Benedetto XVI che si svolgerà
la prossima settimana.
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UTILIZZARE
FERMO
RICHIAMO DELLA SANTA SEDE PERCHE’ SIANO INTERDETTE LE
ARMI BIOLOGICHE, CON L’IMPEGNO DI TUTTI GLI STATI, NESSUNO ESCLUSO,
AL DI LA’ DEGLI INTERESSI ECONOMICI DELL’UNO E DELL’ALTRO
Intervento dell’arcivescovo
Silvano Tomasi, Osservatore permanente della Santa
Sede presso le Nazioni Unite di Ginevra, alla VI Conferenza di riesame della
Convezione sulle armi biologiche (bwc), in corso
nella città elvetica fino all’8 dicembre.
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Interdire le armi biologiche è “fondamentale” per
costruire la pace e la sicurezza dell’intera famiglia umana: lo ha ribadito
l’arcivescovo Tomasi, dopo il fallimento della
precedente V Conferenza di riesame della Convenzione, svoltasi nel 2001, che
doveva adottare nuove misure di verifica, cosicché ora “gli Stati – ha detto il
presule - sono davanti ad una sfida la cui posta in gioco è cosi
importante per tutta l’umanità, che solo un successo è da prendersi in
considerazione”. “Non tutti i tabù sono da sradicare - ha osservato
l’arcivescovo Tomasi – al contrario. Alcuni sono la
condizione necessaria della vita nella società, o della vita stessa. Utilizzare
la vita per distruggere la vita, utilizzare la scienza che dovrebbe lottare
contro la malattia e la sofferenza per propagare la morte dovrebbe restare un tabù
assoluto”.
Per cui “oltre al suo carattere illusorio, l’idea stessa
di utilizzare le armi biologiche per vincere una guerra dovrebbe restare
nell’ambito dell’impensabile”, ha spiegato il rappresentante della Santa Sede,
sollecitando “misure pratiche a livello nazionale, regionale e internazionale”
al fine di prevenire l’irreparabile. “Il bio-terrorismo
non può che essere contrastato con una volontà e un’azione comune nell’ambito
della sicurezza e della bio-sicurezza”. Dunque,
universalizzare
“Perché
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - "Il bacio al lebbroso
oggi": il discorso di Benedetto XVI ai partecipanti alla XXI Conferenza
internazionale organizzata dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute.
Prossimità al malato, evangelizzazione dell'ambiente culturale e collaborazione
con le istanze pubbliche: risposte d'amore per l'uomo.
L'udienza del Papa ai dirigenti e ai dipendenti dei
Musei Vaticani.
Servizio estero - Iraq: carneficina nel quartiere
sciita di Sadr City a Baghdad.
Intervento della Santa Sede sul tema: "E'
urgente un'azione concreta della comunità internazionale per affrontare
seriamente il problema umanitario posto dalle munizioni a grappolo".
Servizio culturale - Un articolo di Giuseppe Costa dal titolo "Immagine ironiche e graffianti elaborate in
un ricercato equilibrio delle forme": le fotografie di David Goldblatt raccolte in un volume.
Servizio italiano - In primo piano un articolo dal
titolo "Polpette inoffensive e polpette avvelenate". L'articolo così
comincia: "Nel panorama purtroppo affollato degli affetti da delirio di onnipotenza
possiamo contare da oggi anche su una giornalista la quale, scrivendo su
un altrimenti serio quotidiano ex di partito, si preme di indicare a L'Osservatore Romano quali siano i Comandamenti e quindi
le violazioni degli stessi da denunciare e condannare. Lo spunto per
questa sorprendente premura le è stato fornito dalla sostanziale bocciatura da
parte del critico de L'Osservatore Romano della fiction
'Il padre della sposa' ...".
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24 novembre 2006
OLTRE
200 I MORTI PER GLI ATTENTATI DI IERI A BAGHDAD. INTANTO,
IL LEADER SCIITA, AL
SADR, MINACCIA DI RITIRARSI DA GOVERNO E PARLAMENTO
SE IL PREMIER, AL MALIKI,
INCONTRERÀ BUSH
- La testimonianza di Nawal -
Iraq percorso da una violenza
senza fine. È infatti salito a 202 morti il bilancio degli
attentati a catena di ieri a Baghdad, nel quartiere sciita
di Sadr City. E anche oggi si registrano morti. La
catena di stragi ha fatto scattare la reazione dell’Unione Europea. L’esecutivo UE
“condanna fortemente tutti gli attacchi
indiscriminati”, si legge in una nota del commissario comunitario alle
Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner. “Lancio un
appello – scrive ancora - a tutti i leader politici, religiosi e delle tribù
affinché chiedano ai loro sostenitori di evitare azioni di ritorsione e
vendetta”. Oggi, intanto, si sono svolti i funerali delle vittime,
mentre la
formazione del leader radicale sciita iracheno, Moqtada
al Sadr, ha minacciato di ritirarsi da governo e
Parlamento se il premier, al Maliki, manterrà il suo
incontro con il presidente americano, Bush, previsto
per la fine del mese in Giordania. Il servizio di
Barbara Schiavulli:
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Lacrime e rabbia oggi nel venerdì di preghiera, in una
Baghdad blindata il giorno dei funerali. Una lunga scia di feretri è sfilata
nelle strade dirette a Najaf, tra i pianti della
gente e le raffiche di kalashnikov dei militanti, che
promettono vendetta. Sono più di 200 gli sciiti morti ieri in una serie di
attentati coordinati nel povero incontrollabile quartiere di Sadr City. La disperazione ha superato la paura e una folla
di persone ha accompagnato i propri morti, sfidando il pericolo di altre bombe.
Ma nemmeno nel giorno del dolore la violenza si prende una pausa: due attacchi
suicidi hanno causato almeno 22 morti e 26 feriti nella città settentrionale di
Tal Afar, non lontano dal confine siriano. Tuttora in
vigore il coprifuoco, la chiusura di porti e aeroporti. Il governo, che accusa
Al Qaeda e i sunniti fedeli a Saddam di aver provocato la strage, continua ad
invitare alla calma. L’esercito americano, intanto, questa mattina ha ucciso
quattro membri di Al Qaeda e arrestato sei persone,
accusate di essere specializzate in attentati con autobomba, nel corso di
un’operazione a nord di Baghdad.
Barbara Schiavulli, per la Radio
Vaticana.
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E un rapporto diffuso dalle Nazioni Unite precisa, tra
l’altro, che nel solo mese di ottobre in Iraq sono morti oltre 3700 civili. La
violenza che opprime la popolazione irachena sembra, dunque, non conoscere
limiti. Adriana Masotti ha raccolto la testimonianza di Nawal,
appartenente ad una organizzazione cristiana, di ritorno
a Baghdad dopo un breve soggiorno in Italia:
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R. - A Baghdad e Mosul si vive
una situazione drammatica. Lì si vive con le bombe, le autobombe, i rapimenti.
Le persone benestanti, i medici, gli ingegneri vengono
presi per bloccare tutto. Chi esce di casa non sa se riesce a tornare e anche
chi si trova a casa non è protetto da un missile in arrivo o da una bomba che
esplode davanti alla casa.
D. – Si parla spesso delle perdite militari, ma tra gli
iracheni, tra la popolazione civile, ci sono delle cifre che fra voi circolano?
R. – Ultimamente è stato scritto su un giornale che sono
oltre 150 mila. Tanti dicono, però, che possa arrivare anche ad un milione in
questi tre anni.
D. – Quali sono le ragioni di tanta violenza?
R. – Alle volte si uccidono delle persone e non si pensa
perché siano state uccise. Per esempio, una persona che vende ghiaccio per
strada, perchè è stato ucciso? Qualcuno dice che siccome al tempo di Maometto
non c’era ghiaccio, perché si vende ghiaccio? La parte sciita è stata oppressa
per 30 anni, durante la dittatura, e adesso vogliono vendicarsi. Tante volte ci
si vendica fra famiglie.
D. – Di fronte a questo quadro, come si fa a continuare a
vivere?
R. – Cercano di vivere nella speranza del domani, cercando
di affrontare le situazioni con tanto coraggio e con spirito di avventura,
sperando che Dio ci protegga. Come cristiani è la stessa cosa. Tanti, però,
lasciano tutto e partono. Una cosa che dava tanto coraggio era la Messa e le
chiese aperte, ma ultimamente in una zona di Baghdad le parrocchie sono state
chiuse. Quindi, i cristiani in questa situazione si sentono abbandonati.
D. – Lei sta ripartendo per l’Iraq, con quale animo, con
quale spirito?
R. – Io non sono eroica. Tante volte uno si chiede perchè
Gesù è stato sulla croce? Non si poteva fare in un altro modo? Io vado per
questa realtà di condivisione con gli altri, per dire: “Guarda, io vivo con
voi. Amiamo questo dolore insieme. Cerchiamo di pregare insieme”. Penso che Dio
guarderà la nostra miseria, guarderà anche la nostra fede e avrà misericordia
di noi, di questa gente.
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24 novembre 2006
ESPRIMETE
IL VOTO GUARDANDO AI VALORI DELLA GIUSTIZIA, DELLA LIBERTÀ,
DELLA
DEMOCRAZIA E DELLA PACE: COSÌ LA CONFERENZA EPISCOPALE DEL VENEZUELA IN VISTA
DELLE PRESIDENZIALI DEL 3 DICEMBRE
CARACAS. = In vista delle elezioni presidenziali che si
svolgeranno in Venezuela il 3 dicembre, i vescovi hanno pubblicato un documento
rivolto a cattolici e non, credenti e non, e a tutte le donne e gli uomini di
buona volontà che amano la patria. Ricordando la grande responsabilità del
diritto al voto, i presuli invitano tutti i cittadini ad esprimere le loro
preferenze “in coerenza con i valori della giustizia, della libertà, della
democrazia e della pace”. L’episcopato si rivolge, in particolare, alle
autorità e ai funzionari del Consiglio nazionale elettorale (CNE), perché
ciascuno compia “il proprio dovere e il proprio compito con rigoroso rispetto
della Costituzione e delle leggi, con totale e assoluta imparzialità”. La
Conferenza episcopale auspica inoltre che la campagna elettorale si concluda
serenamente e pacificamente, e che si faccia ogni sforzo per evitare atti di
violenza e gesti che mettano a repentaglio la convivenza pacifica. “Rifiutiamo
ogni tipo di guerra psicologica che abbia la pretesa di seminare la paura nel
popolo venezuelano - scrivono i presuli – deploriamo le pressioni che da parte di
certi settori si stanno
esercitando sulla coscienza degli impiegati statali con lo scopo di farli
votare a favore di una determinata preferenza”. Ai cattolici, in particolare, i
vescovi ricordano il dovere di votare in sintonia con i principi del Vangelo,
espressi, tra l’altro, nella Dottrina sociale della Chiesa. L’episcopato sottolinea
che ciascuno deve difendere i diritti di ogni essere umano, anzitutto, il
diritto alla vita, alla sicurezza personale e patrimoniale, il diritto dei
genitori a dare ai figli l’educazione desiderata, il diritto ad un lavoro
giustamente rimunerato e senza discriminazione politica e ancora il diritto
alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa. “La dignità umana è
anteriore allo Stato e dunque va difesa da ogni tipo di abuso: dal mercato
capitalista selvaggio nonché dallo statalismo e dalle ideologie totalitarie e
da tutte le realtà contrarie alla visione cristiana della persona”. Infine, i
vescovi, ricordano che “la volontà degli elettori va rispettata” e che ciascuno
deve riconoscere con lealtà il verdetto, cercando sempre la riunificazione fraterna
tra quanti hanno opinioni diverse. (L.B.
- T.C.)
IL
TITOLO DI CAVALIERE COMANDANTE DELL’ORDINE DELLA LEGIONE D’ONORE
AL CARDINALE
KAZIMIERZ SWIATEK.
LA
CONSEGNA IERI ALL’AMBASCIATA DI FRANCIA IN BIELORUSSIA
MINSK. = Il cardinale Kazimierz Swiatek, arcivescovo di Minsk-Mohilev,
è stato insignito ieri in Bielorussia, presso
l’ambasciata di Francia, del titolo di cavaliere comandante dell’Ordine della
Legione d’onore. L’onorificenza, riferisce l’agenzia SIR, è stata conferita con
decreto del presidente della Repubblica francese, Jacques
Chirac. Il porporato, che per i cittadini francesi
rappresenta la storia dei bielorussi negli ultimi 70
anni, è il primo cittadino bielorusso a ricevere tale
titolo. L’ordine cavalleresco della Legione d’onore è stato fondato da
Napoleone Bonaparte nel 1802. Il riconoscimento è
stato assegnato, tra gli altri, a Gustave Eiffel, progettista dell’omonima torre a Parigi, e, l’11
maggio 1998, all’allora cardinale Joseph Ratzinger. (T.C.)
RESPINTO
DAL PARLAMENTO CILENO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA DEPENALIZZAZIONE DELL’ABORTO.
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA ANTONIO LEAL
LO HA
DICHIARATO INAMMISSIBILE:
LA
COSTITUZIONE PROTEGGE IL DIRITTO ALLA VITA CHE STA PER NASCERE
SANTIAGO. = Sessantuno parlamentari cileni hanno votato
contro il disegno di legge sulla depenalizzazione dell’aborto. La proposta,
riferisce l’agenzia Fides, prevedeva la non punibilità dell’aborto praticato
entro 12 settimane di gestazione con il consenso della donna. Trascorso tale
periodo di tempo, l’aborto si potrebbe comunque realizzare se per la madre vi è
pericolo di vita o se se ne è in gioco la salute
fisica o psichico-sociale. L’aborto inoltre è ammesso
se la salute della madre non può essere salvaguardata in altro modo e se la
gravidanza è stata frutto di una violenza. Il presidente della Camera, Antonio Leal, ha dichiarato inammissibile il progetto per
depenalizzare l’aborto poiché la Costituzione
contempla, nel suo articolo 19, la protezione del diritto alla vita che sta per
nascere. Tra le numerose iniziative realizzate in Venezuela a favore della
vita, il Centro di Innovazione Pubblica dell’Università Santo Tomás ha portato a termine la campagna “Globalizziamo
la cultura della Vita”. Grazie ad essa più di 60
deputati, firmando il 17 novembre una dichiarazione, si sono impegnati a
rispettare la vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, con la
promessa di denunciare qualunque azione lesiva. Nella dichiarazione i
parlamentari affermano che il primo diritto umano è il diritto alla vita, senza
nessun tipo di discriminazione. Pertanto, ogni essere umano deve essere
protetto e rispettato dal momento del concepimento. Il documento ricorda poi
che dal rispetto per la vita dipende il rispetto di tutti gli altri diritti. La
prima responsabilità del legislatore è difendere incondizionatamente la vita di
ogni essere umano e la sua dignità. I parlamentari firmatari si sono impegnati
anche a respingere ogni disegno di legge che accetti o presupponga qualsiasi
tipo di pratica abortiva, eugenetica, di eutanasia, di accanimento terapeutico,
mutilante, di clonazione o che manipoli la vita umana e a promuovere ed
appoggiare le istituzioni che svolgono assistenza fisica, affettiva, medica e
morale alle famiglie, e in particolare alle donne in età fertile. (T.C.)
DON PASCUAL CHÁVEZ VILLANUEVA, RETTORE
MAGGIORE DEI SALESIANI,
È IL
NUOVO PRESIDENTE DELL’UNIONE DEI SUPERIORI GENERALI. È STATO ELETTO
QUESTA
MATTINA A ROMA NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA SEMESTRALE DELL’USG
ROMA. = Rendere sempre più significativa nella Chiesa
e nella società la propria testimonianza e la propria consacrazione: su questo
tema si stanno confrontando a Roma, al Salesianum,
circa 200 religiosi e religiose all’assemblea semestrale dell’Unione dei
Superiori Generali (USG). Stamattina, nel corso dei lavori, è stato eletto il
nuovo presidente per il triennio 2006-2009, don Pascual
Chávez Villanueva, rettore
maggiore dei salesiani dal 2002, che sostituisce fr. Álvaro Rodríguez Echeverría, superiore generale dei Fratelli delle Scuole
Cristiane. Nato a Real de Catorce, in Messico, il
20 dicembre del 1947, don Pascual Chávez
ha professato come salesiano nell’agosto del 1964. Ordinato sacerdote l’8
dicembre del 1973, ha conseguito la licenza in Sacra Scrittura all’Istituto
Biblico di Roma. Oggi, nel mondo, gli istituti di vita consacrata con
approvazione pontificia sono 1.788, dei quali 271 maschili e 1.517 femminili. I
religiosi sono circa 196 mila, le religiose sono oltre 800 mila. Commentando il
tema generale dell’assemblea, “Insieme per il Regno”, il presidente uscente
dell’USG, fr. Alvaro Rodriguez, ha affermato che nel
camminare insieme per il Regno di Dio, è necessario incontrarsi, sostenersi a
vicenda, condividere le proprie esperienze e trovare forza e appoggio nelle
difficoltà. Dopo la “meravigliosa esperienza” del congresso internazionale del
2004, “è indispensabile - ha aggiunto - che ci aiutiamo perché la nostra vita
religiosa possa offrire una scala di valori alternativa, critica rispetto allo statu quo,
ispirata da valori del Vangelo per la costruzione di una nuova società
che abbia Gesù Cristo come modello di pienezza”. Nel corso dei lavori è stata
poi ribadita l’importanza della collaborazione non solo
fra i diversi istituti di vita consacrata ma anche e soprattutto con i laici.
Amministrare, ha detto in particolare fr. Pascual Piles, significa
“ripartire equamente le risorse, commisurare la partecipazione alle
responsabilità, scegliere le persone adatte, delegare alcune funzioni,
motivare, e ancora garantire una remunerazione soddisfacente, assicurare la
sicurezza del lavoro, creare un senso di appartenenza, trasmettere i valori
dell’istituzione, lavorare in équipe interdisciplinari e prevedere lo spazio da
dare all’azione sindacale”. Il prefetto della Congregazione per gli istituti di
vita consacrata e le società di vita apostolica, il cardinale Franc Rodé, che ha presiduto una celebrazione eucaristica, ha invitato i
consacrati a vivere il dono del proprio carisma insieme ai pastori della
Chiesa, agli altri istituti di vita consacrata, ai fedeli laici e a tutti gli
uomini di buona volontà. (T.C.)
UNA RETE CAPILLARE CHE
RAGGIUNGE TUTTA L’ITALIA E CHE MIRA A CRESCERE.
È
QUELLA DEI SETTIMANALI DIOCESANI I CUI DIRETTORI SONO IN ASSEMBLEA
DA
IERI POMERIGGIO A ROMA. DOMANI SARANNO RICEVUTI DA BENEDETTO XVI
-
A cura di Alessandro Guarasci -
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ROMA. = Resistete al secolarismo,
fatevi portatori di valori. Il presidente della CEI, il cardinale Camillo Ruini, ha mandato il suo messaggio all’assemblea della
FISC, la Federazione italiana dei settimanali cattolici, a 40 anni dalla
nascita di questo organismo. Il cardinale ha ribadito che nella cultura di oggi “emerge sempre più il confronto,
anche acceso e a volte aspro, sui temi fondamentali del nascere e del morire,
sul rapporto tra scienza ed etica, sul valore del matrimonio e della famiglia”.
In questo contesto è cresciuto, “in maniera visibile”, il ruolo della Chiesa e
dei cattolici “nel porre all’attenzione di tutti il
significato e le implicazioni della nuova questione antropologica”. Il presidente
della Cei ha inoltre messo in luce come mentre “le
tendenze in atto confermano un maggior rischio di declino per le grandi testate
nazionali”, s’intravede “una possibilità di sviluppo della stampa locale,
legata a singoli territori”. Dal cardinale è però venuto anche un invito ai direttori di queste testate a rinnovare il
prodotto editoriale, senza adagiarsi sulle conquiste raggiunte. Il presidente
della FISC, padre Giorgio Zucchelli, ha fatto notare
che attualmente sono 162 i giornali che aderiscono alla Federazione e
l’obiettivo è avere un settimanale per ogni diocesi. L’attivismo che si
registra al Sud e al Centro fa ben sperare. Il sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio, Ricardo Franco Levi, ha promesso che farà di tutto per dare più
fondi al settore con la finanziaria 2007, ma ha anche ribadito che, assieme a
molti sì, il governo dovrà dire alcuni no. Levi ha
poi chiesto la collaborazione della FISC per varare al più presto una nuova legge
sull’editoria.
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COSTA
D’AVORIO: I RIFIUTI TOSSICI CHE HANNO CAUSATO DECESSI
ED
INTOSSICAZIONI SONO STATI SCARICATI AD ABIDJAN SENZA
ADEGUATI
CONTROLLI. PUBBLICATE IN UN RAPPORTO LE INDAGINI
DI UNA
COMMISSIONE INCARICATA DI INDAGARE SULLA VICENDA
ABIDJAN. = Lo scarico dei rifiuti tossici, nel porto di
Abidjan, in Costa d’Avorio, che nell’agosto scorso ha provocato la morte di 10
persone, l’intossicazione di alcune decine e il ricorso a cure mediche per
oltre 100 mila, è frutto di disfunzioni, negligenze e complicità
amministrative. È quanto emerge nel rapporto della Commissione d’inchiesta
nazionale incaricata dal governo di indagare sulla vicenda. Tra i maggiori
responsabili, spiega l’agenzia MISNA, figurano i dirigenti del Porto autonomo
di Abidjan, mentre vengono rilevate le “mancanze” del
direttore degli Affari marittimi e del ministro dei Trasporti di allora. Nel
rapporto si sottolineano anche “le disfunzioni” delle Dogane e le negligenze
del direttore generale, che hanno contribuito allo scarico di sostanze
tossiche. Il documento evidenzia poi “la sorprendente indifferenza” dei
responsabili del distretto di Abidjan, soprattutto il governatore, i quali
hanno lasciato che camion cisterna depositassero rifiuti tossici in piena
città. Almeno 4 procedimenti giudiziari sono già stati avviati sulla vicenda
dei rifiuti tossici - sia in Europa (dove ha sede la società ‘Trafigura Ltd’ proprietaria del
carico nocivo) che in Africa - per accertare e punire i responsabili di una
vicenda che l’ONU ha definito “una catastrofe”. I vertici della Trafigura si trovano in carcere ad Abidjan. (T.C.)
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24 novembre 2006
- A cura di Roberta
Moretti -
Resta alta la tensione in Medio Oriente. E’ di
due palestinesi morti – un bambino di dieci anni e un miliziano di Hamas – il bilancio del fuoco israeliano nel nord di Gaza.
Lo riferisce l’agenzia palestinese, Maan, secondo cui
negli ultimi quattro giorni sono rimasti uccisi nel territorio 17 palestinesi. Nel
frattempo, Israele
ha respinto una proposta informale avanzata da alcuni gruppi armati dell’Intifada
per una tregua. Tali gruppi si sarebbero impegnati a non sparare altri razzi
sul Neghev, se Israele avesse cessato ogni operazione
offensiva a Gaza e in Cisgiordania. Fonti ufficiali, citate da radio Gerusalemme,
hanno commentato che non si tratta di una proposta seria e che essa e' legata a
giochi di potere fra i palestinesi.
Libano. All’indomani dei
funerali a Beirut di Pierre Gemayel, il ministro cristiano
dell’industria ucciso martedì in un attentato, il ministro degli Interni, Hassan Sabeh, ha annunciato di
aver ritirato le dimissioni presentate nel febbraio scorso –
ma mai accettate dal premier, Fuad Siniora –
“vista la delicata situazione politica del Libano”. In base alla Costituzione
libanese, qualora un terzo dei ministri rassegnino le dimissioni, l’intero esecutivo
perde legittimità ed è a sua volta costretto a
dimettersi. Dopo le dimissioni di Sabeh,
due settimane fa altri sei ministri del governo Siniora, formato da 24
ministri, si erano dimessi.
Ancora sangue nel sud dell’Afghanistan. Sette
sospetti ribelli Taleban sono rimasti uccisi in
violenti combattimenti con le forze di coalizione statunitensi nel distretto di
Kandahar. Ferito invece un soldato USA. Ieri,
intanto, un soldato NATO di cui non è stata resa nota la nazionalità ha perso
la vita in un attacco di presunti Taleban nella
provincia di Ghazni.
L’Unione Europea e la Russia, riuniti a
Helsinki per il Vertice sulle forniture energetiche, sono giunti a un
accordo sul problema delle tasse richieste da Mosca per il sorvolo della Siberia da parte delle linee aeree europee. A
margine del summit, però, le tensioni commerciali tra Mosca e la Polonia. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:
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E’ un vertice tutto in salita, le due diplomazie hanno
lavorato fino all’ultimo minuto per definire l’agenda del summit, la presidenza
finlandese dell’UE si è dovuta arrendere di fronte all’intransigenza polacca.
Varsavia non ha dato il suo assenso all’inizio dei negoziati per il rinnovo del
trattato fra Unione europea e federazione russa in scadenza il prossimo anno.
Due le ragioni: il blocco della carne polacca e la mancata firma della carta
dell’energia da parte del Cremlino. Mosca ha denunciato il mancato rispetto
delle norme sanitarie, lo stesso problema - affermano fonti russe - si è
evidenziato anche sulla carne proveniente da Bulgaria e Romania. Il pericolo di
un blocco dei prodotti alimentari europei verso la Russia dal primo gennaio
appare non più remoto. La Polonia si ritrova isolata
nella sua dura opposizione all’interno dell’UE. La politicizzazione di
questioni commerciali ed energetiche rischia di avvelenare i rapporti tra mosca
e Bruxelles.
Da Mosca, per Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Una tragedia su cui dovrà
indagare la polizia britannica. Così, il Cremlino sulla morte dell’ex spia
russa, Aleksandr Litvinenko,
deceduto la notte scorsa in ospedale a Londra dopo essere stato avvelenato. Sul
caso, Scoltland Yard ha aperto un’inchiesta sulla presenza di
eventuali sostanze radioattive nel corpo della vittima. Membro della folta
schiera di oppositori del presidente russo, Putin, e
rifugiatosi in Gran Bretagna, ultimamente Litvinenko si stava occupando
dell’omicidio di Anna Politkovskaia, la giornalista
russa assassinata il 7 ottobre scorso a Mosca.
Evacuato per un allarme bomba il Parlamento nordirlandese di Stormont, a Belfast.
Michael Stone, il più
celebre e sanguinario killer lealista, si è
introdotto nell’edificio urlando “No alla resa”, avvertendo di avere con sé un
ordigno esplosivo. L’irruzione di Stone, che è stato
prontamente fermato e ammanettato, ha avuto luogo mentre
era in corso un’accesa seduta dell’Assemblea dell’Ulster. Il leader Unionista, Ian Paisley, aveva infatti respinto
l’offerta di guidare la futura amministrazione congiunta dell’Irlanda del Nord. Paisley, il cui partito
degli Unionisti democratici è maggioritario nella zona, ha dichiarato che
inizierà a collaborare con lo Sinn Fein, braccio politico dell’IRA, solo quando questo
riconoscerà ufficialmente le forze di polizia nordirlandesi.
“Una possibile iniziativa condivisa per la
Striscia di Gaza”: è quanto è stato ipotizzato questa mattina a Lucca, in Toscana, nel corso del 25.mo
vertice bilaterale Italia-Francia, in cui il premier
italiano, Prodi, e il presidente francese, Chirac
hanno parlato anche dei rapporti con la Siria e della questione libanese. Il
nostro servizio:
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In una conferenza stampa congiunta al termine del Vertice,
Prodi e Chirac hanno ribadito il loro appoggio alla
formazione di un governo di unità nazionale nei Territori palestinesi. Sostegno
anche al premier libanese, Siniora, per garantire la stabilità nel Paese dei
Cedri. Il summit ha confermato “la profonda amicizia” tra Italia e Francia:
l’identità di vedute riguarda anche l’allargamento dell'Unione Europea, con la
necessità di “trovare soluzioni equilibrate in vista
del prossimo Consiglio europeo” circa l’ingresso della Turchia. Per
quanto riguarda l’Afghanistan – ha detto Prodi – la soluzione militare da sola
non basta e occorre ridare la parola alla politica. Raggiunto poi un accordo “particolarmente importante” sul trattamento delle scorie
nucleari. Intesa anche sui settori dei trasporti e delle infrastrutture, mirate
al “miglioramento delle condizioni di circolazione al confine italo-francese”, con particolare attenzione al
rafforzamento della sicurezza nel tunnel del Monte Bianco. In particolare, i ministri delle Infrastrutture di Italia e
Francia, Di Pietro e Perben, hanno siglato una
domanda congiunta di finanziamento comunitario per la Tav
Torino-Lione. Durante il vertice non si è
discusso invece della questione Alitalia, anche se ai
giornalisti Chirac ha definito “auspicabile”
un’alleanza tra Air France-KLM
e la compagnia italiana.
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E rimaniamo in Italia, dove, con
162 voti favorevoli e 155 contrari, il Senato ha approvato ieri in via
definitiva il decreto legge fiscale collegato alla Finanziaria. Il
provvedimento da 6,7 miliardi di euro, già approvato dalla Camera, è stato salutato
con soddisfazione dalla maggioranza, mentre l’opposizione accusa il governo di
avere blindato il decreto.
Vilipendio alla bandiera, manifestazione
oltraggiosa verso i defunti, offesa alla bandiera di uno Stato estero e
istigazione a delinquere: questi i reati ravvisati dalla Digos
di Roma e contenuti nell’informativa consegnata alla Procura della Repubblica
sugli accertamenti svolti dopo la manifestazione di sabato scorso nella
capitale. Un gruppo di appartenenti a centri sociali aveva scandito slogan contro
i militari morti a Nassiriya e bruciato tre fantocci che rappresentavano
militari, italiani, israeliani e americani.
Il processo di ratifica dell’adesione di
Bulgaria e Romania all’Unione Europea si è concluso. Lo ha annunciato la Commissione Europea, salutando con favore
l’odierna adozione da parte della Germania dei
relativi dossier, ultimi ostacoli
all’ingresso dei due Paesi il prossimo 1° gennaio.
Al summit di Riga, in Lettonia, in programma i
prossimi 28 e 29 novembre, i Paesi NATO firmeranno
un’intesa per ampliare i compiti dell’alleanza, includendo anche l’anti-terrorismo,
la prevenzione degli attacchi informatici e la sicurezza delle risorse
naturali. Lo rivela stamani il Financial Times, secondo cui l’intesa si pone come obiettivo “una
riforma della struttura e delle strategie della NATO
per i prossimi 10-15 anni”. Il programma – afferma il quotidiano britannico – sarebbe
già stato sottoscritto dai ministri della Difesa NATO.
La Russia ha iniziato a inviare all’Iran
sistemi missilistici antiaerei Tor M1, in base a un accordo
firmato nei mesi scorsi per la fornitura di 29 complessi destinati a proteggere
siti strategici, fra cui le zone nucleari di Bushehr
e Isfahan. Lo ha detto una fonte del complesso militare
industriale russo all’agenzia Interfax. Si tratta di missili con un raggio di
azione di 20 chilometri, adatti quindi alla sola difesa antiaerea.
Il Consiglio della Federazione, Camera alta
del Parlamento russo, ha approvato un emendamento alla legge elettorale che
abolisce la soglia minima di partecipazione del 20% per validare
le elezioni. L’emendamento era stato approvato nei giorni scorsi dalla Duma e attende ora soltanto la firma presidenziale per
entrare in vigore. Il 2007 è anno elettorale in Russia: in dicembre si voterà
per il rinnovo dei deputati della Duma.
Una fossa comune contenente almeno una
trentina di corpi, tra cui molte donne e bambini, è stata scoperta nell'Ituri, regione orientale della Repubblica Democratica del Congo. Lo ha reso noto Kemal Saiki, portavoce dell’ONU in Congo, citato da Radio Nairobi,
secondo cui si sarebbe trattato di un’esecuzione di massa. Per la vicenda, sono già stati arrestati due ufficiali
dell’esercito dell’ex Zaire. Nonostante l’accordo
di pace del 2002, dopo oltre quattro anni di guerra civile che ha fatto circa
quattro milioni di morti, nell’Ituri continuano a
registrarsi scontri etnici a ripetizione, spesso diretti da quanti cercano di
controllare la straordinaria ricchezza, soprattutto mineraria, della regione.
Almeno 30 persone sono state uccise nelle
ultime 48 ore nell’est e nel nord dello Sri Lanka in combattimenti tra l’esercito e i guerriglieri
indipendentisti Tamil. Lo ha riferito il ministero
della Difesa, secondo cui la maggior parte delle vittime, oltre una ventina,
sono ribelli. Uccisi anche quattro poliziotti e alcuni civili.
Siglato stamani a Islamabad,
alla presenza dei presidenti di Pakistan e Cina, Musharraf
e Hu Jintao, un accordo di
libero scambio che mira a triplicare l'ammontare del commercio annuale,
portandolo a 15 miliardi di dollari in cinque anni. In occasione della prima
visita di un capo di Stato cinese in Pakistan da dieci anni, Jintao ha ribadito che
Pechino continuerà a dare il suo appoggio allo sviluppo dell’industria nucleare
civile pakistana e che assisterà il Paese islamico per i fabbisogni energetici,
in tutta la gamma delle fonti.
Condanna a cinque anni di prigione per il
giornalista cinese di Hong Kong, Ching Cheong, accusato di spionaggio in favore di Taiwan. L’Alta
Corte di Pechino ha respinto l’appello del reporter, che si è sempre proclamato
innocente e che si trova in prigione da 19 mesi. Numerose associazioni per i
diritti umani si erano mobilitate per la sua liberazione.
Riforme democratiche: è quanto ha promesso il
nuovo re di Tonga, nel Pacifico, nel discorso di
chiusura del Parlamento, in cui ha esortato i sudditi alla calma, dopo i
violenti disordini di una settimana fa in cui sono morte almeno sei persone ed
è rimasto devastato l’80% del distretto commerciale della capitale, Nuku’alofa. Gli scontri erano scoppiati quando
il governo aveva mancato di introdurre riforme democratiche. prima
della pausa. In seguito era stata approvata una legge che prevede, a partire
dal 2008, che la maggioranza degli incarichi di governo siano coperti da
rappresentanti eletti, piuttosto che da nobili su base ereditaria o
direttamente nominati dal re.
Sospensione temporanea delle importazioni di
pollame proveniente dalla Corea del Sud: è il provvedimento cautelativo
adottato dal governo giapponese in seguito a un caso sospetto di influenza
aviaria ad alta patogenicità – capace cioè di
trasmettersi all’uomo – individuato ieri in una fattoria a sud di Seul. E’ di
ieri, inoltre, la notizia di 6 mila polli morti in quattro giorni nella
fattoria di Iksan, a circa 230 chilometri dalla
capitale sudcoreana. Per prevenire un'eventuale diffusione
del virus nell’arcipelago giapponese, a tutti i viaggiatori in arrivo dalla Corea
del Sud sarà richiesto di disinfettare le suole delle scarpe al momento dell’entrata
nel Paese.
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