RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 323 - Testo della trasmissione di domenica 19
novembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Strage di civili in Iraq.
Decine di morti in diversi attentati.
19 novembre 2006
I MONASTERI
E GLI EREMI DI CLAUSURA SONO INDISPENSABILI ALL’UOMO DI OGGI
COME I
‘POLMONI’ VERDI DI UNA CITTÀ: FANNO BENE A TUTTI.
LO HA
DETTO BENEDETTO XVI, STAMANE ALL’ANGELUS
Il valore della preghiera, nel
silenzio e nel nascondimento: ne ha parlato stamane
il Papa all’Angelus, in occasione della Giornata pro Orantibus dedicata al ricordo delle
comunità religiose di clausura, che verrà celebrata
martedì prossimo 21 novembre, nella memoria liturgica della Presentazione di
Maria al Tempio. Decine di migliaia i fedeli e i turisti presenti in piazza San Pietro, sotto il cielo splendente di una tiepida
mattinata autunnale. Il servizio di Roberta Gisotti.
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Fanno il bene di tutti, i
monasteri e gli eremi di clausura – ha spiegato Benedetto XVI – esortando a “ringraziare
il Signore per il dono di tante persone” che “si dedicano totalmente a Dio
nella preghiera, nel silenzio e nel nascondimento”. Ma “qualcuno si chiede – ha
detto il Papa - che senso e che valore possa avere la loro presenza nel nostro
tempo” a fronte di “numerose e urgenti” “situazioni di povertà e di bisogno”.
“Perché ‘rinchiudersi’ per sempre tra le mura di un monastero e
privare così gli altri del contributo delle proprie capacità ed esperienze? Che
efficacia può avere la loro preghiera per la soluzione dei tanti problemi
concreti che continuano ad affliggere l’umanità”.
Eppure “di fatto” “anche oggi,
suscitando spesso la sorpresa di amici e conoscenti, - ha osservato il Santo
Padre - non poche persone abbandonano carriere professionali spesso promettenti
per abbracciare l’austera regola d’un monastero di clausura”.
“Che cosa le spinge a un passo tanto impegnativo se non l’aver
compreso, come insegna il Vangelo, che il Regno dei cieli è ‘un tesoro’ per il quale vale veramente la pena abbandonare
tutto?”
Se Teresa d’Avila
scriveva “Todo se pasa,
Dios no se muda”, in effetti
questi “fratelli e sorelle testimoniano” – ha aggiunto Benedetto XVI – “che in
mezzo alle vicende quotidiane, talvolta assai convulse, unico sostegno che mai
vacilla è Dio, roccia incrollabile di fedeltà e di amore”. Ed ecco che “dinanzi
alla diffusa esigenza che molti avvertono di uscire dalla routine
quotidiana dei grandi agglomerati urbani in cerca di spazi propizi al silenzio
e alla meditazione, i monasteri di vita contemplativa si offrono come ‘oasi’”
nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti
dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino”.
“Questi luoghi, pertanto, apparentemente inutili, sono invece
indispensabili, come i “polmoni” verdi di una città: fanno bene a tutti, anche
a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza”.
Il Papa ha chiesto quindi di non
far mancare a queste comunità il “sostegno spirituale e materiale”.
Infine, Benedetto XVI - dopo la
recita dell’Angelus, salutando nelle varie lingue - ha rivolto un pensiero
particolare alle vittime della strada e le loro famiglie, nell’odierna Giornata
europea dedicata a questa drammatica realtà.
“Je demande instamment aux
automobilistes de respecter avec vigilance les règles de la conduite et d’être
toujours attentifs aux autres”.
Un appello fermo a rispettare con
attenzione le regole della guida e ad essere sempre attenti agli altri.
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“DIO È
IL GRANDE COMPOSITORE DELL’UNIVERSO”: COSI’ IL PAPA COMMENTANDO
IL
CONCERTO IN VATICANO DEL PHILHARMÒNIA QUARTÈTT BERLÌN,
OFFERTO
DAL PRESIDENTE TEDESCO, KOHLER
La musica come invito alla
preghiera, per trovare in Dio le ragioni della nostra speranza e il sostegno
nelle difficoltà della vita. Questo, in sintesi, il messaggio del Santo Padre,
pronunciato al termine del Concerto tenuto nel tardo pomeriggio di ieri dal Philharmònia Quartètt Berlìn, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Un
incontro musicale sulle note di Mozart, Mendelsson e Wolff offerto a
Benedetto XVI dal presidente tedesco Köhler. Il
servizio di Isabella Piro.
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(musica)
Il mondo è una meravigliosa
sinfonia e Dio ne è il saggio direttore d’orchestra. La vivida metafora usata
dal Papa nel suo discorso ha ricordato come, nell’ambito della Chiesa, sia
necessario farsi strumenti per comunicare agli uomini il pensiero del Grande
Compositore, ossia Dio Padre, la cui opera è l’armonia dell’Universo. Solo se
questo riesce, ha sottolineato Benedetto XVI, cioè solo se ciascun solista non
pone al centro se stesso, ma sa mettersi all’ascolto attento degli altri, in
spirito di servizio, allora si ha un’interpretazione veramente grande. La
musica, ha detto ancora il Santo Padre, offre all’ascoltatore la possibilità di
scrutare, come in uno specchio, le vicende della storia personale ed universale
e regala all’uomo un momento di pace, in cui diventa possibile decifrare realtà
misteriose alla luce della fede:
“Possiamo immaginare la storia del mondo come una meravigliosa
sinfonia che Dio ha composto e la cui esecuzione Egli stesso da saggio maestro
d’orchestra dirige. Anche se a noi la partitura a volte sembra molto complessa
e difficile, Egli la conosce dalla prima fino all’ultima nota. Noi non siamo
chiamati a prendere in mano la bacchetta del direttore e ancora meno a cambiare
le melodie secondo il nostro gusto, ma siamo chiamati, ciascuno di noi, al suo
posto, con le proprie capacità, a collaborare con il grande Maestro nell’eseguire
il suo stupendo capolavoro”.
Sul concetto della musica come
linguaggio universale si è soffermato anche il presidente tedesco Köhler, nel suo messaggio di saluto al Papa. Le note del
pentagramma, ha detto, ci aiutano a pensare oltre i nostri stessi
confini e, in un certo qual modo, ci avvicinano agli angeli.
(musica)
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CON
ESEGUITA
DAI WIENER PHILHARMONIKER NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
DURANTE
SI È CHIUSO OGGI IL
FESTIVAL INTERNAZIONALE PRO MUSICA E ARTE SACRA
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Per la terza volta i Wiener Philharmoniker, fra le più
antiche e prestigiose orchestre al mondo, irradiano della luminosità dei loro
archi e del fulgido colore di legni e ottoni
Il testo latino uniforma la
celebrazione alla partitura, la musica sorge dalla liturgia, la preghiera si
scioglie nel canto dei Wiener Sängerknaben: così in un fluire ininterrotto,
cui l’Ave Verum
è etereo sigillo, l’opera di struggente bellezza risuona fra i decori sontuosi
della Basilica Vaticana. Eppure nell’odierno Vangelo di Marco ammonisce Gesù:
“Anche del tempio di Gerusalemme non rimarrà pietra su pietra”, invitando a
“Vigilare”. Da qui è partita l’omelia del cardinale Schönborn,
arcivescovo di Vienna, che ha presieduto la Celebrazione eucaristica: la
preziosità del vero edificio,
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ATTESA PER
Primo
incontro domani mattina in Vaticano, tra Benedetto XVI ed il presidente della
Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, eletto lo scorso 11 maggio. L’evento
si inserisce in una lunga tradizione di rapporti tra
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Se per
il Presidente Napolitano sarà la prima udienza, non è però la prima volta che
Benedetto XVI riceve un capo di Stato italiano. Il 3 maggio 2005, infatti, si
era recato in Vaticano l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, visita restituita dal Papa al Quirinale circa
un mese dopo, il 24 giugno. In quell’occasione, nel
suo indirizzo di saluto, il Papa aveva affermato che
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19 novembre 2006
SI CELEBRA OGGI
PER
ALLO
SRI LANKA IL DRAMMATICO PRIMATO DEGLI ABUSI SESSUALI SUI MINORI
- Intervista
con Gabriele Garniga -
Contribuire
alla creazione di una cultura di prevenzione agli abusi sui bambini,
sensibilizzando l’opinione pubblica e diffondendo progetti di sostegno e aiuto
per le piccole vittime. E’ questo l’obiettivo della “Giornata mondiale per la
prevenzione degli abusi sui bambini”, che si celebra oggi, in sinergia con la
ricorrenza di domani, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia.
Molte le situazioni di degrado nel mondo. Tra queste, lo Sri Lanka ha il triste primato per gli abusi sessuali. Per
combattere il fenomeno i Salesiani - assieme al Volontariato Internazionale per
lo Sviluppo - da oltre 25 anni sono impegnati nel complesso lavoro di recupero
delle vittime e nel sostegno dei minori a rischio nelle zone più turistiche
dell’isola. Antonella Villani ha chiesto a Gabriele Garniga, Salesiano laico che opera dal 1982 nella comunità
di Negombo, qual è la situazione nel Paese.
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R. – E’
un male non dico endemico, ma quasi. Si parla, per esempio, di 33 mila bambini
coinvolti nel giro della prostituzione, senza contare il problema delle
bambine. E che poi, purtroppo, ci sono anche abusi all’interno del nucleo
familiare o dei parenti …
D. –
Per combattere la pedofilia, l’UNICEF ha lanciato nel Paese la campagna
“Tolleranza zero”, una serie di spot pubblicitari per sensibilizzare bambini e
famiglie …
R. –
Fanno inserzioni pubblicitarie anche sui giornali, la televisione anche ne
parla… però, arrivare proprio all’educazione sia dei bambini sia delle
famiglie, è un lavoro che da anni noi cerchiamo di fare, anche con l’aiuto che
viene dall’esterno e noi, con i nostri progetti, stiamo cercando di portarlo
avanti in tre dei nostri centri.
D. –
Ecco: in particolare, qual è il lavoro svolto dalla vostra comunità? Lei è dal
1982 che gestisce per i Salesiani questi progetti di recupero dei ragazzi?
R. – Il
problema era un problema molto grosso a Nigombo e ci
siamo dati da fare; adesso siamo riusciti a costruire un centro dove cerchiamo
di recuperare i ragazzi che hanno subito violenze sessuali o che sono a rischio
perché non aspettiamo che siano rovinati per poter intervenire e dare una mano.
La riabilitazione che cerchiamo di fare è proprio quella di portare i giovani,
i ragazzi, prima ad un livello più alto possibile di educazione e poi di dare
loro un’istruzione professionale, in modo tale che siano
poi loro a portare avanti la famiglia.
D. –
Prevenzione sembra un po’ una parolina magica che viene
sempre tirata fuori. Cosa si può fare per prevenire il fenomeno e cosa fanno i
salesiani?
R. –
Per la prevenzione avevamo previsto delle persone che pattugliavano
praticamente le spiagge di Nigombo e si mettevano in
contatto con i ragazzi, cercavano di individuare i soggetti a rischio. Poi, da
quando siamo entrati in azione ed i genitori, le famiglie sono venute al
corrente di questo problema, sono stati loro stessi i primi a chiedere aiuto e
quando vedono che ci sono dei bambini o dei giovani in difficoltà o che hanno
delle tendenze particolari, allora cercano di informarsi e noi entriamo in
azione immediatamente cercando di ospitare i ragazzi nei nostri centri e dando
loro la possibilità di essere praticamente fuori dall’ambiente
dove potrebbero avere possibilità di essere vittime.
D. – A
questo punto il suo appello per questa Giornata mondiale per la prevenzione
degli abusi sui bambini…
R. – I
giovani sono delle persone più vulnerabili. Hanno bisogno di qualcuno che
prende a cuore il loro futuro. Se questa empatia viene
portata ai livelli massimi, allora c’è proprio un’azione per salvaguardare
questi bambini dai pericoli che possono essere attorno.
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8 MILA morti, 25 mila
disabili e più di un milione e mezzo di feriti:
è IL BILANCIO
DEGLI INCIDENTI SULLE STRADE IN ITALIA.
I PERCHE’ DI UN DRAMMA NON
SOLO ITALIANO, AL CENTRO DELL’ODIERNA
GIORNATA EUROPEA PER LE VITTIME DELLA STRADA
-
Intervista con Giuseppa Cassaniti,
Cesare De Piccoli ed Eugenio Lo Gullo
-
Sono diverse le manifestazioni
previste in occasione dell’odierna Giornata europea per le vittime della
strada. Con l’obiettivo di sensibilizzare su un fenomeno che miete migliaia di
vittime ogni anno, si sono moltiplicati gli appelli alla prudenza e alla
moderazione della velocità di guida. Il servizio di Eugenio Bonanata:
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8 mila morti, 25 mila disabili e
più di un milione e mezzo di feriti. Sono queste le cifre delle vittime della
strada in Italia nell’ultimo anno. A loro è dedicata l’odierna Giornata che,
però, mira anche a sollecitare un cambiamento nei comportamenti per ridurre gli
incidenti. Un cambiamento necessario se l’Italia vuole tener
fede all’obiettivo europeo, che è quello di dimezzare questi dati entro il
2010. Le strade non sono sicure: dunque,
a finire sul banco degli imputati sono spesso le Istituzioni, specie quelle
locali, colpevoli di non apportare modifiche strutturali ai tracciati. Ne è
convinta Giuseppa Cassaniti,
presidente dell’associazione “Vittime della strada”:
R. – Le Amministrazioni locali
debbono essere premiate o sanzionate a seconda se abbiano
o meno raggiunto l’obiettivo, quello cioè di prevenire gli incidenti stradali.
Così come il conducente che ha un comportamento non adeguato alla guida e non
rispetta le norme deve essere sanzionato, così devono essere sanzionate le
Istituzioni. E’ necessario riuscire a superare l’impunità delle Istituzioni.
Non è più possibile.
All’inizio della sua istituzione
la patente a punti sembrava dare segnali positivi, tuttavia, nell’ultimo anno
le statistiche affermano il contrario. Per l’onorevole Cesare De Piccoli, vice ministro dei Trasporti italiano con delega
alla Sicurezza stradale, bisogna investire nella formazione dei giovani:
R. – Ci vuole, sin dai primi anni,
cominciando già nelle scuole, un’educazione permanente. Io di questo sono
convinto. Su questo mi impegnerò in un’iniziativa con il
ministro Fioroni, affinché il tema della sicurezza stradale diventi una
materia di insegnamento permanente nelle scuole dell’obbligo, sin delle scuole
elementari. Dobbiamo mettere i giovani nella condizione di comprendere che
sulla strada c’è anche un rischio, c’è anche un pericolo.
A morire, statistiche alla mano,
sono soprattutto loro i giovani. Droga e alcool sono tra le cause principali
delle cosiddette stragi del sabato sera che, purtroppo, sempre più spesso,
occupano il primo piano della cronaca. Ma quale consiglio dare a tutti quei
giovani che amano uscire, stare in compagnia e se capita fare tardi? Eugenio Lo Gullo è psicoterapeuta e
docente di psicologia dell’età evolutiva all’Università
R. – Godersi quel momento, con un
ricordo bellissimo della serata appena trascorsa. Nel momento in cui si fa uso
di qualche sostanza, si perde anche la possibilità di vivere quel bellissimo
momento e la serata. Una persona tenta di vivere nel mondo più intenso
possibile, il famoso Carpe Diem che va
oggi così tanto di moda, ma per vivere intensamente, bisogna essere coscienti!
In conclusione diamo voce
all’appello del presidente dell’associazione ‘Vittime della strada’,
che, con il titolo ‘Non più fiori sull’asfalto’, ha indetto per oggi una serie
di manifestazioni in molte città italiane:
R. – La vita non è nostra, la vita
ci è stata data. Noi dovremmo essere la lunga mano di Dio, nel senso che
dobbiamo fare in modo che questi doni vengano
garantiti e, se siamo religiosi, ancora di più deve essere forte il nostro
impegno a favore della vita.
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UNA RETE EUROPEA DI PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE CATTOLICA:
NE HANNO DISCUSSO A ROMA,
I PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE EUROPEA
DI SIGNIS, ASSOCIAZIONE CATTOLICA MONDIALE PER
- Con noi, Marc Aellen -
Come realizzare una rete europea
di professionisti della comunicazione cattolica? A questa domanda hanno cercato
di rispondere i partecipanti all’Assemblea generale europea di SIGNIS,
l’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione, conclusasi questa
settimana a Roma. SIGNIS è nata nel 2001 dall’unione dell’UNDA, Organizzazione
per
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R. – Nei confronti di una società,
dove la presenza dei media è sempre più importante,
dobbiamo metterci insieme. Ci sono tanti modi di collaborare. Per esempio, da
anni facciamo incontri con i produttori televisivi per approfittare gli uni
dell’esperienza e della produzione degli altri, per scambiarci i programmi.
Questo è un esempio concreto di solidarietà tra produttori.
D. – Cosa vorrebbe sottolineare
circa la responsabilità dei media in tema di messaggio
cristiano?
R. – Abbiamo una responsabilità
molto grande. Con il nostro messaggio possiamo contribuire alla costruzione di
un mondo di pace o possiamo fare il contrario. Dobbiamo informare il più
correttamente possibile, andare sempre più vicino alla verità. Dobbiamo non
aver paura di dare il nostro messaggio e soprattutto accogliere il messaggio
degli altri. Questa apertura mi sembra molto importante.
D. - SIGNIS ha lanciato di recente
un appello urgente alla solidarietà con le emittenti radiofoniche e televisive
cattoliche del Libano danneggiate dal conflitto…
R. – Sono stato in Libano tre
settimane fa e la televisione cattolica e la radio cattolica hanno tutte le
loro antenne trasmittenti interrotte dal mese di agosto. Possono trasmettere
solo dal satellite. Tanti cristiani, però, lì in Libano, sono poveri e non
hanno accesso al satellite. Ho parlato con vari cristiani, in piccoli villaggi,
e mi dicevano che
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19 novembre 2006
LA
CONFERENZA EPISCOPALE INDONESIANA HA ELETTO IL SUO NUOVO PRESIDENTE,
SI
TRATTA DI MONS. MARTINUS DOGMA SITUMORANG
JAKARTA. = È mons. Martinus Dogma Situmorang il
nuovo presidente della Conferenza episcopale indonesiana. Il presule, riferisce
l’agenzia AsiaNews, è stato nominato nei giorni
scorsi durante l’incontro annuale dei vescovi. Mons. Situmorang, vescovo della diocesi di Padang,
prende il posto del cardinale Julius Darmaatmadja, arcivescovo di Jakarta,
che ha appena concluso il suo secondo mandato dopo 10 anni. Il nuovo segretario
generale della Conferenza episcopale è invece Aloysius Maryadi Sutrisnaatmaka,
vescovo di Palangkaraya; per
anni docente di teologia all’Università di Yogyakarta
succede all’arcivescovo di Semarang, mons. Ignatius Suharyo. Mons. Situmorang è noto per
essersi particolarmente impegnato nella promozione della pace e della giustizia
sociale, da lui vista come “il risultato di un duro lavoro e non un fatto dato
per scontato”. “La giustizia – ha detto – è opera di Dio e degli sforzi del
nostro popolo”. (T.C.)
L’EPISCOPATO
PORTOGHESE CONTRARIO ALLA FECONDAZIONE ETEROLOGA,
CON SPERMATOZOI O OVOCITI DI PERSONE DIVERSE
DALLA COPPIA E ALLA DONAZIONE DI EMBRIONI PERMESSE DALLA LEGGE IN VIGORE DA
LUGLIO. PER I PRESULI QUESTI METODI SEPARANO LA PATERNITÀ E LA MATERNITÀ FISICA
DA
QUELLA AFFETTIVA E RELAZIONALE
LISBONA. = I vescovi del
Portogallo hanno diffuso una nota pastorale a proposito della nuova Legge sulla
procreazione medicalmente assistita, entrata in vigore il 26 luglio scorso. Per
i presuli, riferisce l’agenzia SIR, sono moralmente illegittime tutte le
pratiche della fecondazione eterologa permesse dalla
normativa, come pure la fecondazione con spermatozoi o ovociti
di persone diverse dai membri della coppia e la donazione di embrioni. “Questi
metodi – sostiene l’episcopato – non risolvono realmente l’infertilità della
coppia e separano la paternità-maternità fisica da quella affettiva e
relazionale, che costituirebbe una infedeltà della
coppia, anche se consentita”. I vescovi sono contrari anche all’utilizzo degli
embrioni in soprannumero per la ricerca scientifica, lo ritengono moralmente
illegittimo per la dignità di un essere umano già presente nell’embrione. “La
morale cattolica – sostengono i presuli – si basa sulla verità della creazione,
nella dignità dell’amore coniugale e nella valorizzazione del matrimonio come
fondamento della famiglia. Non è un insieme di proibizioni. Costituisce un
incentivo alla ricerca scientifica per portare il più possibile un aiuto alle
situazioni di infertilità”. L’episcopato si appella infine anche alle coppie
che non riescono ad avere figli, perché “esercitino le proprie capacità genitoriali in altro modo, ad esempio attraverso l’adozione
o il servizio agli altri e all’infanzia bisognosa in particolare”. (T.C.)
VENTIQUATTRO
FAMIGLIE CRISTIANE DI BETLEMME AVRANNO UN APPARTAMENTO
IN
AFFITTO A CONDIZIONI VANTAGGIOSE. LE ABITAZIONI SONO STATE COSTRUITE
GRAZIE
AD UN PROGETTO DELLA CUSTODIA FRANCESCANA DI TERRA SANTA
GERUSALEMME. = “Fornire un
alloggio alle famiglie cristiane della città; offrire opportunità di lavoro;
frenare l’emigrazione delle famiglie cristiane; riavvicinare Chiesa
e fedeli; potenziare gli investimenti immobiliari nel Paese; custodire e
conservare le proprietà in Terra Santa per il bene della società”: sono questi
gli obiettivi di un’iniziativa promossa dai Francescani della Custodia di Terra
Santa, che il 25 novembre inaugureranno a Betlemme il complesso residenziale “Santa
Caterina”. Secondo quanto riferisce l’agenzia SIR, si tratta di 24 appartamenti
che i cristiani latini potranno ricevere in affitto ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto alla media. Il progetto si
inserisce in un programma della Custodia di Terra Santa che prevede la
ristrutturazione e la realizzazione di nuove costruzioni per rispondere alle
esigenze delle famiglie cristiane di Betlemme. Altre opere sono in corso a Betfage, presso Gerusalemme, a Gerico, a Nazareth e a Jaffa. Intanto, è in corso a Gerusalemme il Convegno
internazionale dei Commissari di Terra Santa. Informazione, comunicazione e
pellegrinaggio sono i temi che fino al 26 novembre verranno
affrontati dai partecipanti che vogliono tenere viva l’attenzione sulla Terra
Santa nel mondo. Secondo padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, “il mondo deve essere
correttamente informato su quanto avviene in Terra Santa. Solo così – ha
aggiunto – è possibile ottenere il sostegno dell’opinione pubblica e delle
istituzioni”. Riguardo invece al tema dei pellegrinaggi, il recente conflitto
tra Israele ed Hezbollah ha azzerato i progressi che
erano stati registrati fino alla scorsa estate, quando erano molti i pellegrini
che giungevano in Terra Santa. (A.S.)
DARFUR:
QUATTRO MILIONI DI PERSONE HANNO BISOGNO DI AIUTO.
RIENTRATO
DA UNA VISITA NELLA REGIONE SUDANESE IL VICESEGRETARIO ONU
CON
DELEGA AGLI AFFARI UMANITARI, JAN EGELAND HA INVITATO RIBELLI,
MILIZIE
E GOVERNO A CESSARE IL FUOCO
KHARTOUM.
= Il vicesegretario dell’ONU con delega agli affari umanitari, Jan Egeland, ha lanciato un
appello affinché tutte le parti coinvolte nel conflitto del Darfur
mettano fine a “un disastro creato dalle mani
dell’uomo”. Egeland - riferisce l’agenzia MISNA -
appena rientrato nella capitale sudanese Khartoum
dopo una visita di alcuni giorni nella regione occidentale del Paese, dal
febbraio 2003 teatro di un conflitto interno, ha sottolineato come la creazione
di una forza di pace mista Unione Africana-ONU sia la
soluzione migliore “per proteggere i civili e gli operatori umanitari”. “Ci
sono un certo numero di appelli da lanciare – ha detto il funzionario delle
Nazioni Unite – il primo è rivolto a tutte le parti, ribelli, milizie e
governo: rispettate il cessate il fuoco”. Egeland
ritiene che la situazione potrebbe diventare esplosiva per tutti a meno che
ognuno si impegni a porre fine all’attuale difficile realtà. Secondo
stime dell’ONU, negli ultimi 3 anni di conflitto, nel Darfur, sarebbero morte 200 mila persone (il Governo
sudanese ritiene che le vittime siano invece 5 mila). Sarebbero oltre 2 milioni
e 500 mila invece i sudanesi costretti a vivere come sfollati e quasi 300 mila
come profughi in Ciad. “Sono rientrato dalla mia quarta visita in Darfur e non avrei mai immaginato di costatare che quanti
hanno bisogno di aiuto fossero più di 4 milioni”, ha concluso Egeland. Negli ultimi mesi, gli scontri tra Forze ribelli e
governative e gli attacchi delle milizie di predoni arabi, considerate le
principali responsabili delle violenze commesse in Darfur,
sono aumentati. L’insicurezza inoltre si è andata sempre più estendendo anche
oltre i confini sudanesi, toccando le regioni che confinano con il Darfur - l’est del Ciad e il nord-est della Repubblica Centrafricana - e creando un quadro sempre più complicato.
(T.C.)
I CALCIATORI ITALIANI ADERISCONO OGGI ALLA CAMPAGNA
UNICEF PER I BAMBINI
AFFETTI DA
AIDS O SIEROPOSITIVI. DOMANI SI CELEBRA LA GIORNATA NAZIONALE
PER I DIRITTI
DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA
ROMA. =
Oggi le squadre di calcio italiane di serie A e B scendono in campo per
ricordare l’impegno dell’UNICEF a favore dei diritti di tutti i bambini,
soprattutto di quelli che soffrono a causa dell’AIDS. All’inizio delle partite i calciatori e gli arbitri saranno
accompagnati da alcuni bambini e dagli allievi della Federazione Italiana Gioco
Calcio Settore giovanile scolastico e mostreranno lo striscione della campagna
UNICEF “Uniti per i bambini. Uniti contro l’AIDS”. I capitani delle squadre di calcio indosseranno apposite fasce
con il numero telefonico UNICEF 48589, al quale potrà esser inviato un SMS solidale per la raccolta di fondi da destinare ai
bambini affetti da AIDS o sieropositivi e per la prevenzione del contagio.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei diversi eventi programmati in
occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza - nell’anniversario dell’approvazione da parte delle Nazioni
Unite, nel 1989, della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata da 192
Paesi - che ricorre domani. Quest’anno l’UNICEF vuole richiamare l’attenzione
sul dramma di quei piccoli i cui diritti fondamentali sono negati a causa
dell’AIDS e vuole garantire ad ogni bambino il diritto di nascere sano ed
essere adeguatamente curato. “Ogni minuto un bambino muore per cause
collegate all’AIDS – ha detto il presidente dell’UNICEF Italia Antonio Sclavi – ogni anno 600 mila bambini contraggono l’HIV e 380 mila muoiono a causa dell’AIDS. Nella maggior
parte dei Paesi colpiti dalla malattia – ha specificato Antonio Sclavi – meno di un bambino su dieci rimasto orfano a causa
dell’HIV/AIDS riceve assistenza pubblica, meno di una donna incinta
sieropositiva su dieci ha accesso ai servizi sanitari necessari a prevenire la
trasmissione dell'HIV al nascituro e nemmeno un bambino sieropositivo su venti
ha accesso alle cure pediatriche”. Nel mondo sono più di 2 milioni i bambini
sieropositivi e 15,2 milioni gli orfani che hanno perso almeno un genitore a
causa dell’HIV/AIDS. La Campagna “Uniti per i bambini. Uniti contro l’AIDS” in Italia vuole invitare il Governo ad adempiere agli obblighi internazionali in materia di
HIV/AIDS e ad assegnare maggiori risorse per la prevenzione e la cura dell’AIDS
pediatrico nei Paesi in via di sviluppo. L’UNICEF chiede inoltre un maggior
impegno per la ricerca e che venga garantito l’accesso
ai farmaci; infine vuole sensibilizzare gli adolescenti sui problemi legati
all’HIV/AIDS. (T.C.)
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19 novembre 2006
- A cura di Roberta
Moretti -
Ennesima strage di civili in Iraq.
A Hilla, città sciita a sud di Baghdad, un kamikaze
si è finto ‘caporale’ in cerca di manodopera a giornata e, radunata una piccola
folla di lavoratori, si è fatto esplodere a bordo di un’automobile, provocando
almeno 22 morti e oltre 40 feriti. Intanto, otto braccianti assassinati in un
attacco di ribelli nella regione di Baquba e almeno 6
morti e una trentina di feriti per tre esplosioni nella stazione e deposito di
autobus di Mashtel, in un quartiere sciita nella zona
est Baghdad. Intanto, un responsabile militare
iracheno ha riferito alla Televisione austriaca che sarebbero stati
localizzati in un distretto sotto il controllo governativo i cinque addetti
alla sicurezza – quattro americani e un austriaco - rapiti giovedì nel sud dell’Iraq.
Medio Oriente. Dura critica del
premier israeliano, Ehud Olmert,
alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU sull’uccisione di 19 civili
palestinesi a Beit Hanun, a
nord di Gaza, lo scorso 8 novembre, durante un bombardamento errato dell’artiglieria
israeliana. Il nostro servizio:
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“Non è certo Israele che deve spiegare
attacchi contro civili, per i quali abbiamo peraltro espresso rammarico - ha
affermato Olmert - quanto coloro che sparano con
l’obiettivo di colpire civili, come prassi sistematica e
intenzionale per un lungo periodo”. Intanto, anche oggi da Gaza sono
proseguiti i lanci di razzi palestinesi verso la città di Sderot,
provocando il ferimento di tre israeliani, mentre un raid aereo dello Stato
Ebraico a Gaza ha fatto un morto e cinque feriti. Da parte sua, il premier
dell’ANP, Haniyeh, in visita a Jabalya, nel nord
della Striscia, ha incoraggiato gli 'scudi umani' che presidiano la
casa dell'attivista, Wael Barud.
Ieri, infatti, l’aviazione israeliana aveva annullato un attacco contro
l'abitazione del comandante dei Comitati di resistenza popolare, dopo che
questi, sfruttando il preavviso dell'Esercito, aveva fatto affluire centinaia
di vicini di casa. Procede infine il lavoro di preparazione per la
formazione di un Governo di unità nazionale palestinese: ieri, il colloquio a
tre del presidente dell’ANP, Abu Mazen,
con Haniyeh e il premier designato, Mohammed Shbair, ex rettore
dell'Università islamica a Gaza.
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La TV libanese, al Manar, del movimento sciita Hezbollah,
ha annunciato che oggi trasmetterà un discorso del segretario generale del
movimento stesso, Sayyed Hassan
Nasrallah. Intanto, la Forza di interposizione ONU in
Libano (UNIFIL) ha reso noto di aver trovato nel sud del Paese, dall’inizio di
settembre, 17 razzi Katiusha e esplosivi vari, in
violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. E della
situazione in Libano ha parlato ieri il segretario generale delle Nazioni
Unite, Kofi Annan, in un
colloquio telefonico con i presidenti di Siria e Iran, al Assad
e Ahmadinejad, cui ha chiesto “di consigliare alle
parti interessate di dar prova di pazienza e di risolvere le loro divergenze
attraverso il dialogo”. Intanto, domani il Consiglio di sicurezza esaminerà il
rapporto di Annan sul Tribunale speciale che dovrebbe essere istituito per processare i responsabili
dell'assassinio dell'ex primo ministro libanese, Rafic
Hariri, ucciso il 14 febbraio 2005 a Beirut in un
attentato che costò la vita ad una ventina di persone.
L’Iran, “se attaccato, ha la
capacità di colpire il nemico fino a 2 mila chilometri” oltre le sue frontiere:
lo ha affermato il comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, il
generale Yahya Rahim Safavi, riferendosi alla gittata di missili Shahab-3, che Teheran ha lanciato sperimentalmente il 2 novembre scorso.
Con 2 mila chilometri di gittata, i missili Shahab
potrebbero raggiungere sia le basi americane nel Golfo, sia Israele e l'Europa
meridionale.
E l’India ha effettuato oggi il
lancio di un missile a corta gittata con capacità nucleare. Il lancio, dalle
coste dello Stato dell'Orissa, segue di alcuni giorni
un analogo test effettuato dal Pakistan. Il missile lanciato è il Prithvi II, di fabbricazione indiana.
“Preoccupazione” per la questione
nucleare nordcoreana al centro del documento finale
del Vertice dell’Associazione per la cooperazione economica Asia-Pacifico
(APEC), conclusosi oggi ad Hanoi,
in Vietnam. I leader dei 21 Paesi membri, tra cui Stati Uniti e Cina, hanno
confermato la determinazione ad arrestare la proliferazione delle armi di
distruzione di massa, invitando la Corea del Nord a
tornare ai negoziati a sei. L’APEC ha poi ribadito l’intenzione di
“esplorare l’idea di un’area di libero scambio tra Asia e Pacifico”. Ieri – lo
ricordiamo – era stato lanciato un appello a superare lo stallo dei negoziati
per la liberalizzazione del commercio mondiale, il cosiddetto Doha Round, lanciando una sfida implicita all'Unione
Europea. Impegno, infine, a promuovere la sicurezza
energetica e le tecnologie per l’energia pulita; a contrastare i rischi di
pandemie; a combattere la corruzione e a stimolare il buon governo.
E a margine del Vertice dell’APEC,
Stati Uniti e Russia hanno firmato un accordo bilaterale sull’adesione di Mosca
all’Organizzazione per il commercio internazionale (WTO). L’intesa era stata
annunciata mercoledì, dopo un incontro a Mosca tra i
presidenti russo e statunitense, Putin e Bush.
La Corea del Nord deve “ascoltare
il messaggio della comunità internazionale”, che non intende tollerare che il
regime di Pyongyang abbia l’atomica: lo ha detto,
sempre a margine del Vertice di Hanoi, un portavoce
cinese, dopo un colloquio fra i presidenti della Cina
e degli Stati Uniti, Jintao, e Bush,
che ha invitato il suo omonimo a “fare della Cina un
Paese di consumatori e non di risparmiatori”. E della questione nucleare
nordcoreana discuterà con le autorità cinesi anche il
vice segretario di Stato americano, Christopher Hill, atteso nei prossimi giorni a Pechino.
Le prospettive dell’economia
globale sono forti, ma i governanti debbono essere pronti ad affrontare il
rischio di inflazione, legato alla domanda crescente di energia e di minerali:
è quanto hanno affermato il ministro delle Finanze e i governatori delle Banche
centrali del G20, il gruppo dei Paesi più industrializzati, al termine del loro
incontro a Melbourne, in Australia. I Paesi membri si sono trovati d’accordo
sui problemi immediati che minacciano l’economia globale, ma senza raggiungere
il consenso sulle migliori strategie per affrontarli.
Andiamo in Italia. Dopo il voto di
fiducia di ieri sera, l’Aula della Camera ha dato nella tarda mattinata il via
libera alla Legge finanziaria. 311 i voti a favore, 251 quelli contrari, un
astenuto. Il provvedimento passa domani all’esame del Senato, dove l’esito è
meno scontato per la ridottissima maggioranza di cui dispone il
centrosinistra. Nelle dichiarazioni di
voto a Montecitorio ribadite le due ‘letture’ della
manovra diametralmente opposte di Unione e Centrodestra. Servizio di Giampiero
Guadagni.
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Secondo l’Unione, una Finanziaria
di risanamento, equità e sviluppo che, come ha detto il premier, Prodi, fa
cambiare marcia al Paese. Secondo il centrodestra, una manovra ideologica,
inutilmente pesante, che mette le mani nelle tasche dei cittadini. La peggiore
di sempre, la definisce Berlusconi. Le dichiarazioni di voto di questa mattina
in aula a Montecitorio hanno rispecchiato l’aspra
polemica delle ultime settimane. Nel dibattito è inevitabilmente entrato anche
quanto accaduto ieri alla manifestazione per la Palestina di ieri a Roma, con
le nuove pesanti offese ai caduti italiani a Nassiyria. Un episodio condannato dallo
stesso Prodi e da tutte le forze politiche, ma il Centrodestra ha
stigmatizzato con forza la presenza al corteo del leader dei comunisti
italiani, Diliberto. E anche Palazzo Chigi chiede a Dilberto una netta
presa di distanza. Dunque, dopo il passaggio alla Camera, la Finanziaria va
domani all’esame di Palazzo Madama. Esame che appare ancora più delicato per
l’esigua maggioranza di cui dispone il Centrosinistra: sulla carta appena due
senatori, più quelli a vita. Al Senato approda una manovra da 34 miliardi di
euro, due terzi di tagli alla spesa e un terzo di nuove entrate, con diverse
modifiche rispetto al testo iniziale. Tra le misure principali: il taglio del
cuneo fiscale, le nuove aliquote Irpef, la riduzione
di fondi agli enti locali, il trasferimento all’Inps
- da parte delle imprese con più di 50 dipendenti - del tfr
non utilizzato per la previdenza complementare. Introdotto poi il ticket di 25
euro per le prestazioni non urgenti al Pronto soccorso.
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Sarà necessario "molto
tempo" per sconfiggere il terrorismo: lo ha detto il premier britannico
Tony Blair, arrivato a Lahore,
in Pakistan, per colloqui con il presidente Musharraf.
Argomenti centrali dell’incontro, la cooperazione nella sicurezza e la
situazione regionale, puntata in particolare
sull'Afghanistan, dove sono presenti 4.500 soldati britannici
inquadrati nella missione NATO.
Ucciso ieri a Mosca, durante un
tentativo di arresto da parte delle milizie russe e cecene,
l’ex comandante di un gruppo di guerriglieri ceceni, Movladi Baisarov. Lo ha reso noto
l'agenzia Itar-Tass.
“Tolleranza zero
contro l'intolleranza”: è quanto ha chiesto ieri a Berlino il cancelliere
tedesco, Angela Merkel, in
riferimento a recenti episodi di antisemitismo e attacchi compiuti da
estremisti di destra in Germania. L’occasione è stata la consegna del Premio
dell’intesa e della tolleranza, attribuito dal Museo ebraico di Berlino al
direttore d'orchestra israelo-argentino, Daniel Barenboim, e al patron della BMW, Helmut
Hanke.
Seggi aperti oggi in Mauritania, per le prime elezioni politiche e
amministrative nel processo democratico cominciato il 3 agosto 2005 con il
rovesciamento del regime ventennale del presidente Maaouiya Ould Taya. La
Giunta militare, arrivata al potere, ha deciso di ridare gradualmente il potere
ai civili con una transizione destinata a durare 19 mesi. Circa 1
milione e 700 mila elettori sono chiamati al voto per eleggere 95 deputati
dell'Assemblea nazionale e 219 consiglieri comunali. Una
missione di osservatori dell’Unione Europea sorveglia lo svolgimento delle
operazioni.
Siglato ieri a Tripoli, in Libia,
alla presenza di Nuri al Mazini,
per l’Unione africana (UA), un accordo di pace tra il capo di una fazione del
Movimento di liberazione del Sudan (SLM), gruppo ribelle del Darfur, e un consigliere del presidente sudanese, Omar el Beshir. L’accordo prevede risarcimenti
per 100 milioni di dollari, finanziati con fondi locali e internazionali, per
le vittime e gli sfollati del conflitto nel Darfur,
che ha causato circa 200 mila morti. Previsto inoltre il ritorno dei profughi e
la consegna delle armi da parte dei ribelli.
Si è concluso nel sangue - quattro
morti e sei feriti – il sequestro di 14 legali d’ufficio presi in ostaggio
venerdì da quattro detenuti armati nel carcere di Mil
Cumbres, nello Stato messicano di Michoacan.
Sette avvocati erano già stati liberati, quando in
uno scontro a fuoco con le Forze dell’Ordine sono
rimasti uccisi tre ostaggi e un detenuto.
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