RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 323  - Testo della trasmissione di domenica 19  novembre 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I monasteri e gli eremi di clausura sono indispensabili all’uomo di oggi come i ‘polmoni verdi’ di una città: fanno bene a tutti. Lo ha detto il Benedetto XVI stamane all’Angelus, ricordando quante persone abbandonano tutto per dedicarsi alla preghiera nel silenzio e nel nascondimento

 

“Dio è il grande compositore dell’universo”: così il Papa commentando il concerto in Vaticano del Philharmònia Quartètt Berlìn, offerto dal presidente tedesco, Kohler

 

Con la Messa dell’incoronazione di Mozart nella Basilica di San Pietro si è chiuso oggi il Festival internazionale pro musica e arte sacra

 

Attesa per la prima udienza del Santo Padre al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, domani in visita ufficiale in Vaticano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si celebra oggi la Giornata mondiale per la prevenzione degli abusi sui bambini: allo Sri Lanka il drammatico primato degli abusi sessuali sui minori. Intervista con Gabriele Garniga

 

8 mila morti è il tragico bilancio degli incidenti stradali solo in Italia. Prevenzione e educazione al centro dell’odierna Giornata europea per le vittime della strada: con noi Giuseppa Cassaniti, Cesare De Piccoli ed Eugenio Lo Gullo

 

Una rete di professionisti della comunicazione cattolica: ne hanno discusso a Roma, i partecipanti all’Assemblea generale europea di SIGNIS,: ce ne parla Marc Aellen

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Conferenza episcopale indonesiana ha eletto il suo nuovo presidente: mons. Martinus Dogma Situmorang

 

L’episcopato portoghese contrario alla fecondazione eterologa e alla donazione di embrioni permesse dalla Legge in vigore da luglio

 

Ventiquattro famiglie cristiane di Betlemme avranno un appartamento in affitto a condizioni vantaggiose

 

Rientrato da una visita in Darfur il vicesegretario ONU con delega agli Affari umanitari Jan Egeland invita ribelli, milizie e governo a cessare il fuoco

 

I calciatori italiani aderiscono oggi alla campagna UNICEF per i bambini affetti da aids o sieropositivi

 

24 ORE NEL MONDO:

Strage di civili in Iraq. Decine di morti in diversi attentati.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

19 novembre 2006

 

 

I MONASTERI E GLI EREMI DI CLAUSURA SONO INDISPENSABILI ALL’UOMO DI OGGI

COME I ‘POLMONI’ VERDI DI UNA CITTÀ: FANNO BENE A TUTTI.

LO HA DETTO BENEDETTO XVI, STAMANE ALL’ANGELUS

 

Il valore della preghiera, nel silenzio e nel nascondimento: ne ha parlato stamane il Papa all’Angelus, in occasione della Giornata pro Orantibus dedicata al ricordo delle comunità religiose di clausura, che verrà celebrata martedì prossimo 21 novembre, nella memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio. Decine di migliaia i fedeli e i turisti presenti in piazza San Pietro, sotto il cielo splendente di una tiepida mattinata autunnale. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

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Fanno il bene di tutti, i monasteri e gli eremi di clausura – ha spiegato Benedetto XVI – esortando a “ringraziare il Signore per il dono di tante persone” che “si dedicano totalmente a Dio nella preghiera, nel silenzio e nel nascondimento”. Ma “qualcuno si chiede – ha detto il Papa - che senso e che valore possa avere la loro presenza nel nostro tempo” a fronte di “numerose e urgenti” “situazioni di povertà e di bisogno”.

 

“Perché ‘rinchiudersi’ per sempre tra le mura di un monastero e privare così gli altri del contributo delle proprie capacità ed esperienze? Che efficacia può avere la loro preghiera per la soluzione dei tanti problemi concreti che continuano ad affliggere l’umanità”.

 

Eppure “di fatto” “anche oggi, suscitando spesso la sorpresa di amici e conoscenti, - ha osservato il Santo Padre - non poche persone abbandonano carriere professionali spesso promettenti per abbracciare l’austera regola d’un monastero di clausura”.

 

“Che cosa le spinge a un passo tanto impegnativo se non l’aver compreso, come insegna il Vangelo, che il Regno dei cieli è ‘un tesoro’ per il quale vale veramente la pena abbandonare tutto?”

 

Se Teresa d’Avila scriveva “Todo se pasa, Dios no se muda”, in effetti questi “fratelli e sorelle testimoniano” – ha aggiunto Benedetto XVI – “che in mezzo alle vicende quotidiane, talvolta assai convulse, unico sostegno che mai vacilla è Dio, roccia incrollabile di fedeltà e di amore”. Ed ecco che “dinanzi alla diffusa esigenza che molti avvertono di uscire dalla routine quotidiana dei grandi agglomerati urbani in cerca di spazi propizi al silenzio e alla meditazione, i monasteri di vita contemplativa si offrono come ‘oasi’” nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino”.

 

“Questi luoghi, pertanto, apparentemente inutili, sono invece indispensabili, come i “polmoni” verdi di una città: fanno bene a tutti, anche a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza”.

 

Il Papa ha chiesto quindi di non far mancare a queste comunità il “sostegno spirituale e materiale”.

 

Infine, Benedetto XVI - dopo la recita dell’Angelus, salutando nelle varie lingue - ha rivolto un pensiero particolare alle vittime della strada e le loro famiglie, nell’odierna Giornata europea dedicata a questa drammatica realtà.

        

“Je demande instamment aux automobilistes de respecter avec vigilance les règles de la conduite et d’être toujours attentifs aux autres”.

 

Un appello fermo a rispettare con attenzione le regole della guida e ad essere sempre attenti agli altri.

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“DIO È IL GRANDE COMPOSITORE DELL’UNIVERSO”: COSI’ IL PAPA COMMENTANDO

IL CONCERTO IN VATICANO DEL PHILHARMÒNIA QUARTÈTT BERLÌN,

OFFERTO DAL PRESIDENTE TEDESCO, KOHLER

        

La musica come invito alla preghiera, per trovare in Dio le ragioni della nostra speranza e il sostegno nelle difficoltà della vita. Questo, in sintesi, il messaggio del Santo Padre, pronunciato al termine del Concerto tenuto nel tardo pomeriggio di ieri dal Philharmònia Quartètt Berlìn, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Un incontro musicale sulle note di Mozart, Mendelsson e Wolff offerto a Benedetto XVI dal presidente tedesco Köhler. Il servizio di Isabella Piro.

 

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(musica)

 

Il mondo è una meravigliosa sinfonia e Dio ne è il saggio direttore d’orchestra. La vivida metafora usata dal Papa nel suo discorso ha ricordato come, nell’ambito della Chiesa, sia necessario farsi strumenti per comunicare agli uomini il pensiero del Grande Compositore, ossia Dio Padre, la cui opera è l’armonia dell’Universo. Solo se questo riesce, ha sottolineato Benedetto XVI, cioè solo se ciascun solista non pone al centro se stesso, ma sa mettersi all’ascolto attento degli altri, in spirito di servizio, allora si ha un’interpretazione veramente grande. La musica, ha detto ancora il Santo Padre, offre all’ascoltatore la possibilità di scrutare, come in uno specchio, le vicende della storia personale ed universale e regala all’uomo un momento di pace, in cui diventa possibile decifrare realtà misteriose alla luce della fede:

 

“Possiamo immaginare la storia del mondo come una meravigliosa sinfonia che Dio ha composto e la cui esecuzione Egli stesso da saggio maestro d’orchestra dirige. Anche se a noi la partitura a volte sembra molto complessa e difficile, Egli la conosce dalla prima fino all’ultima nota. Noi non siamo chiamati a prendere in mano la bacchetta del direttore e ancora meno a cambiare le melodie secondo il nostro gusto, ma siamo chiamati, ciascuno di noi, al suo posto, con le proprie capacità, a collaborare con il grande Maestro nell’eseguire il suo stupendo capolavoro”.

        

Sul concetto della musica come linguaggio universale si è soffermato anche il presidente tedesco Köhler, nel suo messaggio di saluto al Papa. Le note del pentagramma, ha detto, ci aiutano a pensare oltre i nostri stessi confini e, in un certo qual modo, ci avvicinano agli angeli.

 

(musica)

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CON LA MESSA DELL’INCORONAZIONE DI MOZART,

ESEGUITA DAI WIENER PHILHARMONIKER NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

DURANTE LA LITURGIA CELEBRATA DAL CARDINALE SCHÖNBORN,

SI È CHIUSO OGGI IL FESTIVAL INTERNAZIONALE PRO MUSICA E ARTE SACRA

 

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Per la terza volta i Wiener Philharmoniker, fra le più antiche e prestigiose orchestre al mondo, irradiano della luminosità dei loro archi e del fulgido colore di legni e ottoni la Basilica di San Pietro, che festeggia i 500 anni dall’edificazione. Ed è ancora il capolavoro sacro di Wolfgang Amadeus Mozart, la Messa dell’Incoronazione K.317, ad essere eseguito nella Liturgia come nelle precedenti occasioni, diretto - dopo Herbert von Karajan nel 1985 e Riccardo Muti nel Giubileo - da Leopold Hager, tra i massimi esperti del repertorio mozartiano.

 

Il testo latino uniforma la celebrazione alla partitura, la musica sorge dalla liturgia, la preghiera si scioglie nel canto dei Wiener Sängerknaben: così in un fluire ininterrotto, cui l’Ave Verum è etereo sigillo, l’opera di struggente bellezza risuona fra i decori sontuosi della Basilica Vaticana. Eppure nell’odierno Vangelo di Marco ammonisce Gesù: “Anche del tempio di Gerusalemme non rimarrà pietra su pietra”, invitando a “Vigilare”. Da qui è partita l’omelia del cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, che ha presieduto la Celebrazione eucaristica: la preziosità del vero edificio, la Chiesa Celeste, tuttora invisibile, si esprime infatti attraverso la magnificenza delle opere terrene, che brillano del riflesso della vera Luce. A Mozart, nel 250.mo anniversario della nascita, ha rivolto poi la sua riflessione il cardinale austriaco: “la sua musica, uno splendore in cui il nostro mondo così fragile all’improvviso viene sollevato e innalzato, in una sfera divina nella quale tutto è bene, tutto è salvezza, tutto è al riparo”. E ha ricordato le parole di Benedetto XVI nel 1985 “La grandezza di questa musica è l’immagine cristiana dell’Uomo e della fede cristiana nella redenzione. Chi realmente sia da essa colpito, sa… che la fede è vera, benché occorrano ancora tanti passi per comprendere tale convinzione con la ragione e con la volontà”. “L’arte di Mozart, la bellezza di quest’edificio – ha concluso la sua omelia Schönborn - ci annunciano tale speranza di salvezza. Esse esprimono a loro modo quella consapevolezza che non ci dissolveremo, che non saremo preda dell’annientamento. E così, in attimi preziosi, si apre a noi una finestra verso Colui in cui ogni cosa perdura. Non sarà allora un dissolversi ma il sorgere della vita vera, immortale. Ne è testimone tutta la bellezza terrena. E’ questa la gloria che speriamo un giorno di vedere, non più come in uno specchio, ma di volto in volto”.

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ATTESA PER LA PRIMA UDIENZA DEL SANTO PADRE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, GIORGIO NAPOLITANO, DOMANI IN VISITA UFFICIALE IN VATICANO

 

Primo incontro domani mattina in Vaticano, tra Benedetto XVI ed il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, eletto lo scorso 11 maggio. L’evento si inserisce in una lunga tradizione di rapporti tra la Sede apostolica, i pontefici, e la più alta carica istituzionale d’Italia, contrassegnata da particolare intensità e cordialità. Servizio di Adriana Masotti.

 

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Se per il Presidente Napolitano sarà la prima udienza, non è però la prima volta che Benedetto XVI riceve un capo di Stato italiano. Il 3 maggio 2005, infatti, si era recato in Vaticano l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, visita restituita dal Papa al Quirinale circa un mese dopo, il 24 giugno. In quell’occasione, nel suo indirizzo di saluto, il Papa aveva affermato che la Chiesa "desidera mantenere e promuovere un cordiale spirito di collaborazione e di intesa a servizio della crescita spirituale e morale del Paese, a cui è legata da vincoli particolarissimi, che sarebbe gravemente dannoso, non solo per essa, ma anche per l'Italia, tentare di indebolire e spezzare". Quell'Italia, proseguiva il Papa, che è ricca di una cultura "intimamente permeata di valori cristiani, come appare dagli splendidi capolavori che la Nazione ha prodotto in tutti i campi del pensiero e dell'arte". Il Papa aveva accennato inoltre alle innumerevoli opere di carità promosse dalla Chiesa lunghi i secoli, opere che hanno alleviato ogni genere di sofferenza. Sul tema delle relazioni tra la Chiesa e lo Stato italiano, citando la Gaudium et Spes, il Papa ricordava che "la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l'una dall'altra nel proprio campo. Tutte e due, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane". Un principio, questo, già presente nei Patti Lateranensi e poi confermato negli Accordi di modifica del Concordato. A questo proposito il Papa riaffermava la legittimità di quella “sana laicità dello Stato grazie alla quale le realtà temporali si reggono secondo le norme loro proprie, senza però escludere quei riferimenti etici che trovano il loro fondamento ultimo nella religione”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

19 novembre 2006

 

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE

PER LA PREVENZIONE DEGLI ABUSI SUI BAMBINI:

ALLO SRI LANKA IL DRAMMATICO PRIMATO DEGLI ABUSI SESSUALI SUI MINORI

- Intervista con Gabriele Garniga -

        

Contribuire alla creazione di una cultura di prevenzione agli abusi sui bambini, sensibilizzando l’opinione pubblica e diffondendo progetti di sostegno e aiuto per le piccole vittime. E’ questo l’obiettivo della “Giornata mondiale per la prevenzione degli abusi sui bambini”, che si celebra oggi, in sinergia con la ricorrenza di domani, Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia. Molte le situazioni di degrado nel mondo. Tra queste, lo Sri Lanka ha il triste primato per gli abusi sessuali. Per combattere il fenomeno i Salesiani - assieme al Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - da oltre 25 anni sono impegnati nel complesso lavoro di recupero delle vittime e nel sostegno dei minori a rischio nelle zone più turistiche dell’isola. Antonella Villani ha chiesto a Gabriele Garniga, Salesiano laico che opera dal 1982 nella comunità di Negombo, qual è la situazione nel Paese.

 

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R. – E’ un male non dico endemico, ma quasi. Si parla, per esempio, di 33 mila bambini coinvolti nel giro della prostituzione, senza contare il problema delle bambine. E che poi, purtroppo, ci sono anche abusi all’interno del nucleo familiare o dei parenti …

 

D. – Per combattere la pedofilia, l’UNICEF ha lanciato nel Paese la campagna “Tolleranza zero”, una serie di spot pubblicitari per sensibilizzare bambini e famiglie …

 

R. – Fanno inserzioni pubblicitarie anche sui giornali, la televisione anche ne parla… però, arrivare proprio all’educazione sia dei bambini sia delle famiglie, è un lavoro che da anni noi cerchiamo di fare, anche con l’aiuto che viene dall’esterno e noi, con i nostri progetti, stiamo cercando di portarlo avanti in tre dei nostri centri.

 

D. – Ecco: in particolare, qual è il lavoro svolto dalla vostra comunità? Lei è dal 1982 che gestisce per i Salesiani questi progetti di recupero dei ragazzi?

 

R. – Il problema era un problema molto grosso a Nigombo e ci siamo dati da fare; adesso siamo riusciti a costruire un centro dove cerchiamo di recuperare i ragazzi che hanno subito violenze sessuali o che sono a rischio perché non aspettiamo che siano rovinati per poter intervenire e dare una mano. La riabilitazione che cerchiamo di fare è proprio quella di portare i giovani, i ragazzi, prima ad un livello più alto possibile di educazione e poi di dare loro un’istruzione professionale, in modo tale che siano poi loro a portare avanti la famiglia.

 

D. – Prevenzione sembra un po’ una parolina magica che viene sempre tirata fuori. Cosa si può fare per prevenire il fenomeno e cosa fanno i salesiani?

 

R. – Per la prevenzione avevamo previsto delle persone che pattugliavano praticamente le spiagge di Nigombo e si mettevano in contatto con i ragazzi, cercavano di individuare i soggetti a rischio. Poi, da quando siamo entrati in azione ed i genitori, le famiglie sono venute al corrente di questo problema, sono stati loro stessi i primi a chiedere aiuto e quando vedono che ci sono dei bambini o dei giovani in difficoltà o che hanno delle tendenze particolari, allora cercano di informarsi e noi entriamo in azione immediatamente cercando di ospitare i ragazzi nei nostri centri e dando loro la possibilità di essere praticamente fuori dall’ambiente dove potrebbero avere possibilità di essere vittime.

 

D. – A questo punto il suo appello per questa Giornata mondiale per la prevenzione degli abusi sui bambini…

 

R. – I giovani sono delle persone più vulnerabili. Hanno bisogno di qualcuno che prende a cuore il loro futuro. Se questa empatia viene portata ai livelli massimi, allora c’è proprio un’azione per salvaguardare questi bambini dai pericoli che possono essere attorno.

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8 MILA morti, 25 mila disabili e più di un milione e mezzo di feriti:

 è IL BILANCIO DEGLI INCIDENTI SULLE STRADE IN ITALIA.

I PERCHE’ DI UN DRAMMA NON SOLO ITALIANO, AL CENTRO DELL’ODIERNA

GIORNATA EUROPEA PER LE VITTIME DELLA STRADA

- Intervista con Giuseppa Cassaniti, Cesare De Piccoli ed Eugenio Lo Gullo -

 

Sono diverse le manifestazioni previste in occasione dell’odierna Giornata europea per le vittime della strada. Con l’obiettivo di sensibilizzare su un fenomeno che miete migliaia di vittime ogni anno, si sono moltiplicati gli appelli alla prudenza e alla moderazione della velocità di guida. Il servizio di Eugenio Bonanata:

 

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8 mila morti, 25 mila disabili e più di un milione e mezzo di feriti. Sono queste le cifre delle vittime della strada in Italia nell’ultimo anno. A loro è dedicata l’odierna Giornata che, però, mira anche a sollecitare un cambiamento nei comportamenti per ridurre gli incidenti. Un cambiamento necessario se l’Italia vuole tener fede all’obiettivo europeo, che è quello di dimezzare questi dati entro il 2010.  Le strade non sono sicure: dunque, a finire sul banco degli imputati sono spesso le Istituzioni, specie quelle locali, colpevoli di non apportare modifiche strutturali ai tracciati. Ne è convinta Giuseppa Cassaniti, presidente dell’associazione “Vittime della strada”:

 

R. – Le Amministrazioni locali debbono essere premiate o sanzionate a seconda se abbiano o meno raggiunto l’obiettivo, quello cioè di prevenire gli incidenti stradali. Così come il conducente che ha un comportamento non adeguato alla guida e non rispetta le norme deve essere sanzionato, così devono essere sanzionate le Istituzioni. E’ necessario riuscire a superare l’impunità delle Istituzioni. Non è più possibile.

 

All’inizio della sua istituzione la patente a punti sembrava dare segnali positivi, tuttavia, nell’ultimo anno le statistiche affermano il contrario. Per l’onorevole Cesare De Piccoli, vice ministro dei Trasporti italiano con delega alla Sicurezza stradale, bisogna investire nella formazione dei giovani:

 

R. – Ci vuole, sin dai primi anni, cominciando già nelle scuole, un’educazione permanente. Io di questo sono convinto. Su questo mi impegnerò in un’iniziativa con il ministro Fioroni, affinché il tema della sicurezza stradale diventi una materia di insegnamento permanente nelle scuole dell’obbligo, sin delle scuole elementari. Dobbiamo mettere i giovani nella condizione di comprendere che sulla strada c’è anche un rischio, c’è anche un pericolo.

 

A morire, statistiche alla mano, sono soprattutto loro i giovani. Droga e alcool sono tra le cause principali delle cosiddette stragi del sabato sera che, purtroppo, sempre più spesso, occupano il primo piano della cronaca. Ma quale consiglio dare a tutti quei giovani che amano uscire, stare in compagnia e se capita fare tardi? Eugenio Lo Gullo è psicoterapeuta e docente di psicologia dell’età evolutiva all’Università La Sapienza di Roma:

 

R. – Godersi quel momento, con un ricordo bellissimo della serata appena trascorsa. Nel momento in cui si fa uso di qualche sostanza, si perde anche la possibilità di vivere quel bellissimo momento e la serata. Una persona tenta di vivere nel mondo più intenso possibile, il famoso Carpe Diem che va oggi così tanto di moda, ma per vivere intensamente, bisogna essere coscienti!

 

In conclusione diamo voce all’appello del presidente dell’associazione ‘Vittime della strada’, che, con il titolo ‘Non più fiori sull’asfalto’, ha indetto per oggi una serie di manifestazioni in molte città italiane:

 

R. – La vita non è nostra, la vita ci è stata data. Noi dovremmo essere la lunga mano di Dio, nel senso che dobbiamo fare in modo che questi doni vengano garantiti e, se siamo religiosi, ancora di più deve essere forte il nostro impegno a favore della vita.

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UNA RETE EUROPEA DI PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE CATTOLICA:

NE HANNO DISCUSSO A ROMA, I PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE EUROPEA

 DI SIGNIS, ASSOCIAZIONE CATTOLICA MONDIALE PER LA COMUNICAZIONE

- Con noi, Marc Aellen -

 

Come realizzare una rete europea di professionisti della comunicazione cattolica? A questa domanda hanno cercato di rispondere i partecipanti all’Assemblea generale europea di SIGNIS, l’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione, conclusasi questa settimana a Roma. SIGNIS è nata nel 2001 dall’unione dell’UNDA, Organizzazione per la Radio e la Televisione, e dell’OCIC, per il Cinema e gli Audiovisivi. Roberta Moretti ne ha intervistato il segretario generale, Marc Aellen:

 

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R. – Nei confronti di una società, dove la presenza dei media è sempre più importante, dobbiamo metterci insieme. Ci sono tanti modi di collaborare. Per esempio, da anni facciamo incontri con i produttori televisivi per approfittare gli uni dell’esperienza e della produzione degli altri, per scambiarci i programmi. Questo è un esempio concreto di solidarietà tra produttori.

 

D. – Cosa vorrebbe sottolineare circa la responsabilità dei media in tema di messaggio cristiano?

 

R. – Abbiamo una responsabilità molto grande. Con il nostro messaggio possiamo contribuire alla costruzione di un mondo di pace o possiamo fare il contrario. Dobbiamo informare il più correttamente possibile, andare sempre più vicino alla verità. Dobbiamo non aver paura di dare il nostro messaggio e soprattutto accogliere il messaggio degli altri. Questa apertura mi sembra molto importante.

 

D. - SIGNIS ha lanciato di recente un appello urgente alla solidarietà con le emittenti radiofoniche e televisive cattoliche del Libano danneggiate dal conflitto…

 

R. – Sono stato in Libano tre settimane fa e la televisione cattolica e la radio cattolica hanno tutte le loro antenne trasmittenti interrotte dal mese di agosto. Possono trasmettere solo dal satellite. Tanti cristiani, però, lì in Libano, sono poveri e non hanno accesso al satellite. Ho parlato con vari cristiani, in piccoli villaggi, e mi dicevano che la Radio Voce della Carità, la radio cattolica, era l’unico modo di essere collegati agli altri cristiani. Lo stesso vale per la televisione cattolica, Tele Lumiere. Quindi, ci vuole, al più presto, una ricostruzione di queste antenne, ma costa milioni di dollari. Noi abbiamo preso l’impegno di aiutarli e abbiamo lanciato questo appello. E lo lancio ancora una volta: se qualcuno volesse aiutare può andare sul nostro sito internet www.signis.net e lì troverà il modo di contribuire.

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CHIESA E SOCIETA’

19 novembre 2006

                                                                                                    

 

LA CONFERENZA EPISCOPALE INDONESIANA HA ELETTO IL SUO NUOVO PRESIDENTE,

SI TRATTA DI MONS. MARTINUS DOGMA SITUMORANG

 

JAKARTA. = È mons. Martinus Dogma Situmorang il nuovo presidente della Conferenza episcopale indonesiana. Il presule, riferisce l’agenzia AsiaNews, è stato nominato nei giorni scorsi durante l’incontro annuale dei vescovi. Mons. Situmorang, vescovo della diocesi di Padang, prende il posto del cardinale Julius Darmaatmadja, arcivescovo di Jakarta, che ha appena concluso il suo secondo mandato dopo 10 anni. Il nuovo segretario generale della Conferenza episcopale è invece Aloysius Maryadi Sutrisnaatmaka, vescovo di Palangkaraya; per anni docente di teologia all’Università di Yogyakarta succede all’arcivescovo di Semarang, mons. Ignatius Suharyo. Mons. Situmorang è noto per essersi particolarmente impegnato nella promozione della pace e della giustizia sociale, da lui vista come “il risultato di un duro lavoro e non un fatto dato per scontato”. “La giustizia – ha detto – è opera di Dio e degli sforzi del nostro popolo”. (T.C.)

 

 

L’EPISCOPATO PORTOGHESE CONTRARIO ALLA FECONDAZIONE ETEROLOGA,

 CON SPERMATOZOI O OVOCITI DI PERSONE DIVERSE DALLA COPPIA E ALLA DONAZIONE DI EMBRIONI PERMESSE DALLA LEGGE IN VIGORE DA LUGLIO. PER I PRESULI QUESTI METODI SEPARANO LA PATERNITÀ E LA MATERNITÀ FISICA

DA QUELLA AFFETTIVA E RELAZIONALE

 

LISBONA. = I vescovi del Portogallo hanno diffuso una nota pastorale a proposito della nuova Legge sulla procreazione medicalmente assistita, entrata in vigore il 26 luglio scorso. Per i presuli, riferisce l’agenzia SIR, sono moralmente illegittime tutte le pratiche della fecondazione eterologa permesse dalla normativa, come pure la fecondazione con spermatozoi o ovociti di persone diverse dai membri della coppia e la donazione di embrioni. “Questi metodi – sostiene l’episcopato – non risolvono realmente l’infertilità della coppia e separano la paternità-maternità fisica da quella affettiva e relazionale, che costituirebbe una infedeltà della coppia, anche se consentita”. I vescovi sono contrari anche all’utilizzo degli embrioni in soprannumero per la ricerca scientifica, lo ritengono moralmente illegittimo per la dignità di un essere umano già presente nell’embrione. “La morale cattolica – sostengono i presuli – si basa sulla verità della creazione, nella dignità dell’amore coniugale e nella valorizzazione del matrimonio come fondamento della famiglia. Non è un insieme di proibizioni. Costituisce un incentivo alla ricerca scientifica per portare il più possibile un aiuto alle situazioni di infertilità”. L’episcopato si appella infine anche alle coppie che non riescono ad avere figli, perché “esercitino le proprie capacità genitoriali in altro modo, ad esempio attraverso l’adozione o il servizio agli altri e all’infanzia bisognosa in particolare”. (T.C.)

 

 

VENTIQUATTRO FAMIGLIE CRISTIANE DI BETLEMME AVRANNO UN APPARTAMENTO

IN AFFITTO A CONDIZIONI VANTAGGIOSE. LE ABITAZIONI SONO STATE COSTRUITE

GRAZIE AD UN PROGETTO DELLA CUSTODIA FRANCESCANA DI TERRA SANTA

 

GERUSALEMME. = “Fornire un alloggio alle famiglie cristiane della città; offrire opportunità di lavoro; frenare l’emigrazione delle famiglie cristiane; riavvicinare Chiesa e fedeli; potenziare gli investimenti immobiliari nel Paese; custodire e conservare le proprietà in Terra Santa per il bene della società”: sono questi gli obiettivi di un’iniziativa promossa dai Francescani della Custodia di Terra Santa, che il 25 novembre inaugureranno a Betlemme il complesso residenziale “Santa Caterina”. Secondo quanto riferisce l’agenzia SIR, si tratta di 24 appartamenti che i cristiani latini potranno ricevere in affitto ad un prezzo di gran lunga inferiore rispetto alla media. Il progetto si inserisce in un programma della Custodia di Terra Santa che prevede la ristrutturazione e la realizzazione di nuove costruzioni per rispondere alle esigenze delle famiglie cristiane di Betlemme. Altre opere sono in corso a Betfage, presso Gerusalemme, a Gerico, a Nazareth e a Jaffa. Intanto, è in corso a Gerusalemme il Convegno internazionale dei Commissari di Terra Santa. Informazione, comunicazione e pellegrinaggio sono i temi che fino al 26 novembre verranno affrontati dai partecipanti che vogliono tenere viva l’attenzione sulla Terra Santa nel mondo. Secondo padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, “il mondo deve essere correttamente informato su quanto avviene in Terra Santa. Solo così – ha aggiunto – è possibile ottenere il sostegno dell’opinione pubblica e delle istituzioni”. Riguardo invece al tema dei pellegrinaggi, il recente conflitto tra Israele ed Hezbollah ha azzerato i progressi che erano stati registrati fino alla scorsa estate, quando erano molti i pellegrini che giungevano in Terra Santa. (A.S.)

 

 

DARFUR: QUATTRO MILIONI DI PERSONE HANNO BISOGNO DI AIUTO.

RIENTRATO DA UNA VISITA NELLA REGIONE SUDANESE IL VICESEGRETARIO ONU

CON DELEGA AGLI AFFARI UMANITARI, JAN EGELAND HA INVITATO RIBELLI,

MILIZIE E GOVERNO A CESSARE IL FUOCO

 

KHARTOUM. = Il vicesegretario dell’ONU con delega agli affari umanitari, Jan Egeland, ha lanciato un appello affinché tutte le parti coinvolte nel conflitto del Darfur mettano fine a “un disastro creato dalle mani dell’uomo”. Egeland - riferisce l’agenzia MISNA - appena rientrato nella capitale sudanese Khartoum dopo una visita di alcuni giorni nella regione occidentale del Paese, dal febbraio 2003 teatro di un conflitto interno, ha sottolineato come la creazione di una forza di pace mista Unione Africana-ONU sia la soluzione migliore “per proteggere i civili e gli operatori umanitari”. “Ci sono un certo numero di appelli da lanciare – ha detto il funzionario delle Nazioni Unite – il primo è rivolto a tutte le parti, ribelli, milizie e governo: rispettate il cessate il fuoco”. Egeland ritiene che la situazione potrebbe diventare esplosiva per tutti a meno che ognuno si impegni a porre fine all’attuale difficile realtà. Secondo stime dell’ONU, negli ultimi 3 anni di conflitto, nel Darfur, sarebbero morte 200 mila persone (il Governo sudanese ritiene che le vittime siano invece 5 mila). Sarebbero oltre 2 milioni e 500 mila invece i sudanesi costretti a vivere come sfollati e quasi 300 mila come profughi in Ciad. “Sono rientrato dalla mia quarta visita in Darfur e non avrei mai immaginato di costatare che quanti hanno bisogno di aiuto fossero più di 4 milioni”, ha concluso Egeland. Negli ultimi mesi, gli scontri tra Forze ribelli e governative e gli attacchi delle milizie di predoni arabi, considerate le principali responsabili delle violenze commesse in Darfur, sono aumentati. L’insicurezza inoltre si è andata sempre più estendendo anche oltre i confini sudanesi, toccando le regioni che confinano con il Darfur - l’est del Ciad e il nord-est della Repubblica Centrafricana - e creando un quadro sempre più complicato. (T.C.)

 

 

I CALCIATORI ITALIANI ADERISCONO OGGI ALLA CAMPAGNA UNICEF PER I BAMBINI

 AFFETTI DA AIDS O SIEROPOSITIVI. DOMANI SI CELEBRA LA GIORNATA NAZIONALE

 PER I DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

 

ROMA. = Oggi le squadre di calcio italiane di serie A e B scendono in campo per ricordare l’impegno dell’UNICEF a favore dei diritti di tutti i bambini, soprattutto di quelli che soffrono a causa dell’AIDS. All’inizio delle partite i calciatori e gli arbitri saranno accompagnati da alcuni bambini e dagli allievi della Federazione Italiana Gioco Calcio Settore giovanile scolastico e mostreranno lo striscione della campagna UNICEF “Uniti per i bambini. Uniti contro l’AIDS. I capitani delle squadre di calcio indosseranno apposite fasce con il numero telefonico UNICEF 48589, al quale potrà esser inviato un SMS solidale per la raccolta di fondi da destinare ai bambini affetti da AIDS o sieropositivi e per la prevenzione del contagio. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei diversi eventi programmati in occasione della Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza - nell’anniversario dell’approvazione da parte delle Nazioni Unite, nel 1989, della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata da 192 Paesi - che ricorre domani. Quest’anno l’UNICEF vuole richiamare l’attenzione sul dramma di quei piccoli i cui diritti fondamentali sono negati a causa dell’AIDS e vuole garantire ad ogni bambino il diritto di nascere sano ed essere adeguatamente curato. “Ogni minuto un bambino muore per cause collegate all’AIDS – ha detto il presidente dell’UNICEF Italia Antonio Sclavi – ogni anno 600 mila bambini contraggono l’HIV e 380 mila muoiono a causa dell’AIDS. Nella maggior parte dei Paesi colpiti dalla malattia – ha specificato Antonio Sclavi – meno di un bambino su dieci rimasto orfano a causa dell’HIV/AIDS riceve assistenza pubblica, meno di una donna incinta sieropositiva su dieci ha accesso ai servizi sanitari necessari a prevenire la trasmissione dell'HIV al nascituro e nemmeno un bambino sieropositivo su venti ha accesso alle cure pediatriche”. Nel mondo sono più di 2 milioni i bambini sieropositivi e 15,2 milioni gli orfani che hanno perso almeno un genitore a causa dell’HIV/AIDS. La Campagna “Uniti per i bambini. Uniti contro l’AIDS” in Italia vuole invitare il Governo ad adempiere agli obblighi internazionali in materia di HIV/AIDS e ad assegnare maggiori risorse per la prevenzione e la cura dell’AIDS pediatrico nei Paesi in via di sviluppo. L’UNICEF chiede inoltre un maggior impegno per la ricerca e che venga garantito l’accesso ai farmaci; infine vuole sensibilizzare gli adolescenti sui problemi legati all’HIV/AIDS. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

19 novembre 2006

 

 

- A cura di Roberta Moretti -

 

 

Ennesima strage di civili in Iraq. A Hilla, città sciita a sud di Baghdad, un kamikaze si è finto ‘caporale’ in cerca di manodopera a giornata e, radunata una piccola folla di lavoratori, si è fatto esplodere a bordo di un’automobile, provocando almeno 22 morti e oltre 40 feriti. Intanto, otto braccianti assassinati in un attacco di ribelli nella regione di Baquba e almeno 6 morti e una trentina di feriti per tre esplosioni nella stazione e deposito di autobus di Mashtel, in un quartiere sciita nella zona est Baghdad. Intanto, un responsabile militare iracheno ha riferito alla Televisione austriaca che sarebbero stati localizzati in un distretto sotto il controllo governativo i cinque addetti alla sicurezza – quattro americani e un austriaco - rapiti giovedì nel sud dell’Iraq.

 

Medio Oriente. Dura critica del premier israeliano, Ehud Olmert, alla risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU sull’uccisione di 19 civili palestinesi a Beit Hanun, a nord di Gaza, lo scorso 8 novembre, durante un bombardamento errato dell’artiglieria israeliana. Il nostro servizio:

 

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 “Non è certo Israele che deve spiegare attacchi contro civili, per i quali abbiamo peraltro espresso rammarico - ha affermato Olmert - quanto coloro che sparano con l’obiettivo di colpire civili, come prassi sistematica e intenzionale per un lungo periodo”. Intanto, anche oggi da Gaza sono proseguiti i lanci di razzi palestinesi verso la città di Sderot, provocando il ferimento di tre israeliani, mentre un raid aereo dello Stato Ebraico a Gaza ha fatto un morto e cinque feriti. Da parte sua, il premier dell’ANP, Haniyeh, in visita a Jabalya, nel nord della Striscia, ha incoraggiato gli 'scudi umani' che presidiano la casa dell'attivista, Wael Barud. Ieri, infatti, l’aviazione israeliana aveva annullato un attacco contro l'abitazione del comandante dei Comitati di resistenza popolare, dopo che questi, sfruttando il preavviso dell'Esercito, aveva fatto affluire centinaia di vicini di casa. Procede infine il lavoro di preparazione per la formazione di un Governo di unità nazionale palestinese: ieri, il colloquio a tre del presidente dell’ANP, Abu Mazen, con Haniyeh e il premier designato, Mohammed Shbair, ex rettore dell'Università islamica a Gaza.

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La TV libanese, al Manar, del movimento sciita Hezbollah, ha annunciato che oggi trasmetterà un discorso del segretario generale del movimento stesso, Sayyed Hassan Nasrallah. Intanto, la Forza di interposizione ONU in Libano (UNIFIL) ha reso noto di aver trovato nel sud del Paese, dall’inizio di settembre, 17 razzi Katiusha e esplosivi vari, in violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza. E della situazione in Libano ha parlato ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in un colloquio telefonico con i presidenti di Siria e Iran, al Assad e Ahmadinejad, cui ha chiesto “di consigliare alle parti interessate di dar prova di pazienza e di risolvere le loro divergenze attraverso il dialogo”. Intanto, domani il Consiglio di sicurezza esaminerà il rapporto di Annan sul Tribunale speciale che dovrebbe essere istituito per processare i responsabili dell'assassinio dell'ex primo ministro libanese, Rafic Hariri, ucciso il 14 febbraio 2005 a Beirut in un attentato che costò la vita ad una ventina di persone. 

 

L’Iran, “se attaccato, ha la capacità di colpire il nemico fino a 2 mila chilometri” oltre le sue frontiere: lo ha affermato il comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, il generale Yahya Rahim Safavi, riferendosi alla gittata di missili Shahab-3, che Teheran ha lanciato sperimentalmente il 2 novembre scorso. Con 2 mila chilometri di gittata, i missili Shahab potrebbero raggiungere sia le basi americane nel Golfo, sia Israele e l'Europa meridionale.

 

E l’India ha effettuato oggi il lancio di un missile a corta gittata con capacità nucleare. Il lancio, dalle coste dello Stato dell'Orissa, segue di alcuni giorni un analogo test effettuato dal Pakistan. Il missile lanciato è il Prithvi II, di fabbricazione indiana.

 

“Preoccupazione” per la questione nucleare nordcoreana al centro del documento finale del Vertice dell’Associazione per la cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC), conclusosi oggi ad Hanoi, in Vietnam. I leader dei 21 Paesi membri, tra cui Stati Uniti e Cina, hanno confermato la determinazione ad arrestare la proliferazione delle armi di distruzione di massa, invitando la Corea del Nord a tornare ai negoziati a sei. L’APEC ha poi ribadito l’intenzione di “esplorare l’idea di un’area di libero scambio tra Asia e Pacifico”. Ieri – lo ricordiamo – era stato lanciato un appello a superare lo stallo dei negoziati per la liberalizzazione del commercio mondiale, il cosiddetto Doha Round, lanciando una sfida implicita all'Unione Europea. Impegno, infine, a promuovere la sicurezza energetica e le tecnologie per l’energia pulita; a contrastare i rischi di pandemie; a combattere la corruzione e a stimolare il buon governo.

 

E a margine del Vertice dell’APEC, Stati Uniti e Russia hanno firmato un accordo bilaterale sull’adesione di Mosca all’Organizzazione per il commercio internazionale (WTO). L’intesa era stata annunciata mercoledì, dopo un incontro a Mosca tra i presidenti russo e statunitense, Putin e Bush.

 

La Corea del Nord deve “ascoltare il messaggio della comunità internazionale”, che non intende tollerare che il regime di Pyongyang abbia l’atomica: lo ha detto, sempre a margine del Vertice di Hanoi, un portavoce cinese, dopo un colloquio fra i presidenti della Cina e degli Stati Uniti, Jintao, e Bush, che ha invitato il suo omonimo a “fare della Cina un Paese di consumatori e non di risparmiatori”. E della questione nucleare nordcoreana discuterà con le autorità cinesi anche il vice segretario di Stato americano, Christopher Hill, atteso nei prossimi giorni a Pechino.

 

Le prospettive dell’economia globale sono forti, ma i governanti debbono essere pronti ad affrontare il rischio di inflazione, legato alla domanda crescente di energia e di minerali: è quanto hanno affermato il ministro delle Finanze e i governatori delle Banche centrali del G20, il gruppo dei Paesi più industrializzati, al termine del loro incontro a Melbourne, in Australia. I Paesi membri si sono trovati d’accordo sui problemi immediati che minacciano l’economia globale, ma senza raggiungere il consenso sulle migliori strategie per affrontarli.

 

Andiamo in Italia. Dopo il voto di fiducia di ieri sera, l’Aula della Camera ha dato nella tarda mattinata il via libera alla Legge finanziaria. 311 i voti a favore, 251 quelli contrari, un astenuto. Il provvedimento passa domani all’esame del Senato, dove l’esito è meno scontato per la ridottissima maggioranza di cui dispone il centrosinistra.  Nelle dichiarazioni di voto a Montecitorio ribadite le due ‘letture’ della manovra diametralmente opposte di Unione e Centrodestra. Servizio di Giampiero Guadagni.

 

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Secondo l’Unione, una Finanziaria di risanamento, equità e sviluppo che, come ha detto il premier, Prodi, fa cambiare marcia al Paese. Secondo il centrodestra, una manovra ideologica, inutilmente pesante, che mette le mani nelle tasche dei cittadini. La peggiore di sempre, la definisce Berlusconi. Le dichiarazioni di voto di questa mattina in aula a Montecitorio hanno rispecchiato l’aspra polemica delle ultime settimane. Nel dibattito è inevitabilmente entrato anche quanto accaduto ieri alla manifestazione per la Palestina di ieri a Roma, con le nuove pesanti offese ai caduti italiani a Nassiyria. Un episodio condannato dallo stesso Prodi e da tutte le forze politiche, ma il Centrodestra ha stigmatizzato con forza la presenza al corteo del leader dei comunisti italiani, Diliberto. E anche Palazzo Chigi chiede a Dilberto una netta presa di distanza. Dunque, dopo il passaggio alla Camera, la Finanziaria va domani all’esame di Palazzo Madama. Esame che appare ancora più delicato per l’esigua maggioranza di cui dispone il Centrosinistra: sulla carta appena due senatori, più quelli a vita. Al Senato approda una manovra da 34 miliardi di euro, due terzi di tagli alla spesa e un terzo di nuove entrate, con diverse modifiche rispetto al testo iniziale. Tra le misure principali: il taglio del cuneo fiscale, le nuove aliquote Irpef, la riduzione di fondi agli enti locali, il trasferimento all’Inps - da parte delle imprese con più di 50 dipendenti - del tfr non utilizzato per la previdenza complementare. Introdotto poi il ticket di 25 euro per le prestazioni non urgenti al Pronto soccorso.

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Sarà necessario "molto tempo" per sconfiggere il terrorismo: lo ha detto il premier britannico Tony Blair, arrivato a Lahore, in Pakistan, per colloqui con il presidente Musharraf. Argomenti centrali dell’incontro, la cooperazione nella sicurezza e la situazione regionale, puntata in particolare sull'Afghanistan, dove sono presenti 4.500 soldati britannici inquadrati nella missione NATO.

 

Ucciso ieri a Mosca, durante un tentativo di arresto da parte delle milizie russe e cecene, l’ex comandante di un gruppo di guerriglieri ceceni, Movladi Baisarov. Lo ha reso noto l'agenzia Itar-Tass.

 

“Tolleranza zero contro l'intolleranza”: è quanto ha chiesto ieri a Berlino il cancelliere tedesco, Angela Merkel, in riferimento a recenti episodi di antisemitismo e attacchi compiuti da estremisti di destra in Germania. L’occasione è stata la consegna del Premio dell’intesa e della tolleranza, attribuito dal Museo ebraico di Berlino al direttore d'orchestra israelo-argentino, Daniel Barenboim, e al patron della BMW, Helmut Hanke.

 

Seggi aperti oggi in Mauritania, per le prime elezioni politiche e amministrative nel processo democratico cominciato il 3 agosto 2005 con il rovesciamento del regime ventennale del presidente Maaouiya Ould Taya. La Giunta militare, arrivata al potere, ha deciso di ridare gradualmente il potere ai civili con una transizione destinata a durare 19 mesi. Circa 1 milione e 700 mila elettori sono chiamati al voto per eleggere 95 deputati dell'Assemblea nazionale e 219 consiglieri comunali. Una missione di osservatori dell’Unione Europea sorveglia lo svolgimento delle operazioni.

 

Siglato ieri a Tripoli, in Libia, alla presenza di Nuri al Mazini, per l’Unione africana (UA), un accordo di pace tra il capo di una fazione del Movimento di liberazione del Sudan (SLM), gruppo ribelle del Darfur, e un consigliere del presidente sudanese, Omar el Beshir. L’accordo prevede risarcimenti per 100 milioni di dollari, finanziati con fondi locali e internazionali, per le vittime e gli sfollati del conflitto nel Darfur, che ha causato circa 200 mila morti. Previsto inoltre il ritorno dei profughi e la consegna delle armi da parte dei ribelli.

 

Si è concluso nel sangue - quattro morti e sei feriti – il sequestro di 14 legali d’ufficio presi in ostaggio venerdì da quattro detenuti armati nel carcere di Mil Cumbres, nello Stato messicano di Michoacan. Sette avvocati erano già stati liberati, quando in uno scontro a fuoco con le Forze dell’Ordine sono rimasti uccisi tre ostaggi e un detenuto. 

 

 

                                              

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