RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 84-
Testo della trasmissione di sabato 25
marzo 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Domani l’Ucraina al voto per rinnovare il Parlamento:
ce ne parla Luigi Geninazzi
Il
Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
La Commissione degli Episcopati della Comunità Europea ha
eletto il suo nuovo presidente
Etiopia: allarme siccità lanciato dal VIS, il Volontariato
Internazionale per lo Sviluppo
Non
si ferma in Bielorussia la protesta dell’opposizione democratica
25 marzo 2006
NELLA SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE IL PAPA
PRESIEDE LA MESSA IN PIAZZA
SAN PIETRO
PER LA CONSEGNA DELL’ANELLO AI NUOVI CARDINALI. BENEDETTO XVI
AFFERMA CHE NELLA DIMENSIONE MARIANA DEL “SI’”
ALL’ANGELO E’ COMPRESO
IL
MINISTERO DEL PAPA E DEI VESCOVI, SERVITORI DI DIO-AMORE
- Intervista con padre Marzio Calletti -
E’ durata circa due ore, davanti
a migliaia di fedeli, la Messa concelebrata questa mattina da Benedetto XVI in
Piazza San Pietro con i 15 nuovi cardinali creati nel Concistoro di ieri. Nel
donare l’anello cardinalizio ai porporati di nuova nomina, il Papa ha posto in
grande risalto la Festa dell’Annunciazione del Signore che si celebra ogni 25
marzo. Una festa in cui, ha affermato il Pontefice, l’anello ricevuto da
ciascun cardinale rievoca il “sì” pronunciato da Maria all’Arcangelo Gabriele.
Ripercorriamo la cerimonia di stamani nel servizio di Alessandro De Carolis.
**********
(Canto)
Sono Maria e Pietro le colonne
che reggono l’architrave della Chiesa. Il “principio petrino”, fondato da Gesù
sugli Apostoli, e il “principio mariano”, radicato nel “sì” col quale la
Madonna accettò di consentire “al Verbo eterno” di “esistere come essere umano
nel tempo”. Due “dimensioni” legate dal “valore supremo della caritas” del quale i cardinali sono
chiamati ad essere i primi testimoni.
(Canto)
Su questo tema, ispirato dalla
Festa liturgica dell’Annunciazione del Signore, Benedetto XVI ha parlato
durante la solenne e suggestiva Messa in Piazza San Pietro per la consegna
dell’anello cardinalizio. Un simbolo col quale ogni cardinale, sulla scia della
Vergine, ripete la propria adesione alla chiamata di Dio:
“Ricevere l’anello sia dunque per voi come rinnovare il vostro ‘sì’,
il vostro ‘eccomi’, rivolto al tempo stesso al Signore Gesù, che vi ha scelti e
costituiti, e alla sua santa Chiesa, che siete chiamati a servire con amore sponsale.
Le due dimensioni della Chiesa, mariana e petrina, si incontrano dunque in
quello che costituisce il compimento di entrambe, cioè nel valore supremo della
carità, il carisma “più
grande”, la “via migliore di tutte”, come scrive l’apostolo Paolo”.
(Canto)
Con il colpo
d’occhio degli oltre 30 mila fedeli, disposti in Piazza San Pietro sotto un
sole finalmente primaverile, il Papa verso le 10.30, preceduto dai 15 nuovi
cardinali, ha attraversato a piedi parte della piazza dando inizio alla celebrazione,
durante la quale sono risuonate le parole con le quali l’arcangelo annuncia a
Maria la sua straordinaria maternità. Il titolo di “piena di grazia” col quale
la Madonna viene salutata, ha spiegato il Papa, viene espresso letterariamente
in “forma passiva”. Ma la “personale e originale risposta” della Vergine è tutt’altro
che dimessa:
“Nell’essere amata
Maria è pienamente attiva,
perché accoglie con personale disponibilità l’onda dell’amore di Dio che si
riversa in lei. Anche in questo Ella è discepola perfetta del suo Figlio, che
nell’obbedienza al Padre realizza interamente la propria libertà (...) Di
fronte al mistero di questi due “Eccomi”, del Cristo e della Vergine, che si
rispecchiano l’uno nell’altro e formano un unico Amen alla volontà d’amore di Dio, noi rimaniamo attoniti e,
pieni di riconoscenza, adoriamo”.
Dunque, l’adesione di Maria
all’annuncio dell’Angelo, ha asserito Benedetto XVI, permette alla Nuova
Alleanza tra Dio e l’umanità di “essere suggellata in modo perfetto”. “E’ nello
spazio pieno di grazia del suo sì”, ha affermato il Papa con forza, che Maria
diventa Madre anche della Chiesa, fino a comprenderne sotto il proprio “manto”,
“ogni istituzione e ministero, anche quello di Pietro e dei suoi successori.
Riflessioni che hanno fatto da preludio al ricordo di un uomo e un Papa
totalmente di Maria, al punto da offrirsi a lei fino agli ultimi istanti della
vita, che poco più di dodici mesi fa si spegneva al lato della stessa Piazza,
oggi come ieri gremita di persone:
“L’importanza del principio mariano nella Chiesa è stata
particolarmente evidenziata, dopo il Concilio, dal mio amato Predecessore Papa
Giovanni Paolo II, coerentemente col suo motto Totus tuus. Nella sua impostazione spirituale e nel suo instancabile ministero
si è resa manifesta agli occhi di tutti la presenza di Maria quale Madre e Regina
della Chiesa. Più che mai questa presenza materna fu da lui avvertita
nell’attentato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro. A ricordo di quel
tragico evento egli volle che un mosaico raffigurante la Vergine dominasse,
dall’alto del Palazzo Apostolico, su Piazza San Pietro, per accompagnare i
momenti culminanti e la trama ordinaria del suo lungo Pontificato, che proprio
un anno fa entrava nell’ultima fase, dolorosa e insieme trionfale, veramente
pasquale”.
(Canto)
Alla commozione sollecitata dal
ricordo della scomparsa di Papa Wojtyla si è aggiunta poco dopo quella dei 15
prescelti vestiti di porpora, ai quali Benedetto XVI ha consegnato l’anello
cardinalizio, così come ieri era avvenuto per l’imposizione della berretta
durante il Concistoro. In un mondo dove “tutto passa”, ha concluso il Papa,
“nell’eternità solo l’amore rimane”, la caritas
di Dio. “Chi ama dimentica se stesso e si mette al servizio del prossimo.
Ecco – ha soggiunto - l’immagine e il modello della Chiesa”:
“E’ questa la strada su cui ho voluto avviare il mio Pontificato
invitando tutti, con la prima enciclica, a edificare la Chiesa nella carità,
quale comunità d’amore. Nel perseguire tale finalità, venerati fratelli
cardinali, la vostra vicinanza, spirituale e fattiva, mi è di grande sostegno e
conforto”.
(Canto)
**********
L’icona dell’Annunciazione, ha
sottolineato il Papa nella celebrazione di stamani, “ci fa percepire con
chiarezza come tutto nella Chiesa risalga lì, a quel mistero di accoglienza del
Verbo divino”. Nella Chiesa, ha affermato, “ogni istituzione e ministero, anche
quello di Pietro e dei suoi successori, è compreso sotto il manto della
Vergine”. Sulla centralità dell’Annunciazione del Signore, evento che ha
cambiato radicalmente la storia dell’umanità, Giovanni Peduto ha raccolto la
riflessione del padre cappuccino Marzio Calletti, rettore del Santuario della
Santa Casa di Loreto:
**********
R. – Con l’Annunciazione è
avvenuto un incontro, speciale, unico… tra Dio e l’uomo. Un incontro che ha
cambiato il corso della storia: l’uomo ha la possibilità di ritrovare il suo
volto vero, autentico… In Cristo Gesù si è aperto l’orizzonte della salvezza…
tanto è vero che la solennità odierna è denominata “Annunciazione del Signore”.
Certo, Maria ha avuto un ruolo di primo piano, un posto centrale. Tutto questo
nella Casa nazaretana, nel colloquio tra l’arcangelo Gabriele e Maria di
Nazareth… tra quelle pietre che custodiamo e veneriamo qui a Loreto.
D. - Maria risponde all’Angelo:
“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Una
frase che corrisponde all’Amen ebraico?
R. - Siamo sulla stessa
frequenza, sulla stessa lunghezza d’onda! Amen è conferma, è accettazione, è
adesione, è obbedienza… proprio quello che esprime Maria nella sua risposta:
“Eccomi, avvenga di me quello che hai detto!”. Un eccomi maturato nel
colloquio, nell’approfondimento della proposta di Dio… un eccomi libero e
responsabile, tutt’altro che superficiale o sbarazzino! Certo però pieno di
fiducia e di abbandono.
D. -
Cosa ci dice oggi l’Annunciazione?
R. -
L’Annunciazione “storica”, diciamo così, è dentro uno spazio e un tempo (dice
san Paolo: “quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio nato da
donna…”), ma il Signore continua a manifestarsi anche oggi, come in ogni tempo.
Possiamo dire che ogniqualvolta l’uomo si mette in ascolto di Dio e cerca di
discernere la volontà divina per l’oggi… avviene una nuova Annunciazione,
avviene una nuova Incarnazione. Non nella stessa maniera di 2000 anni fa
(evento unico e irripetibile), ma ugualmente efficace e salvifica per l’uomo
attuale. Quando l’uomo si fa incontrare da Dio ha la possibilità di salvarsi.
D. - Dalle parole di Maria
all’Angelo è nato il primo nucleo del Rosario. Come pregare il rosario senza
sprecare parole?
R. - Il
rosario è di per sé una preghiera contemplativa… l’ha ricordato Giovanni Paolo
II in “Rosarium Virginis Mariae” quando dice che il Rosario è “contemplare il
volto di Cristo con il cuore di Maria”. Allora non sprecheremo parole se
preghiamo con il cuore; se, al di là della formula da recitare con le labbra,
c’è il cuore che ama Colui che è contemplato, e contemporaneamente Colei con la
quale preghiamo. C’è poi tutta la grazia dell’essere preghiera della Chiesa,
dalla forte tradizione che ha segnato il cammino spirituale dell’intera comunità
cristiana. E’ significativo trovarlo in mano a grande fratelli che hanno
segnato la storia del XX secolo: Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta,
Padre Pio, Giorgio La Pira, Suor Lucia di Fatima, Don Giussani, etc….
D. - I
cristiani oggi come ieri sono chiamati ad annunciare a loro volta che Dio viene
in Cristo a salvare l’umanità…
R. - La
Chiesa è di per sé missionaria… Dal giorno in cui ha ricevuto il mandato da
Cristo “andate, ammaestrate, portate a tutti la buona notizia!”. Ma quale
notizia? Quella che Dio, il Padre, salva l’uomo in Cristo… Gesù è l’unico
Salvatore “ieri, oggi e sempre!”. Un’Annunciazione che deve percorrere le
strade del mondo e arrivare a ogni uomo… per mezzo nostro! Con gioia! Dobbiamo
essere per il nostro tempo tanti Arcangeli Gabriele… annunciatori, non tanto
con la parola (anche!) ma con la vita.
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UN GESTO DI AMORE PER IL POPOLO CINESE NELLA
SPERANZA CHE POSSANO
MIGLIORARE
LE RELAZIONI TRA PECHINO E LA SANTA SEDE: COSI’ L’ARCIVESCOVO
GIOVANNI
LAJOLO, SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI, INTERVISTATO
DA
ALCUNI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI HONG KONG COMMENTA LA SCELTA
DI BENEDETTO
XVI DI CREARE CARDINALE IL VESCOVO DI HONG KONG, ZEN ZE-KIUN
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
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La scelta di elevare alla
dignità cardinalizia il vescovo di Hong Kong, Joseph Zen Ze-kiun, è il “segno
dello speciale affetto che Benedetto XVI prova per tutta la popolazione
cinese”. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario
vaticano per il Rapporti con gli Stati in un’intervista alla I-Cable TV di
Hong Kong. “Nel creare cardinale il vescovo di Hong Kong – ha aggiunto il
presule – il Papa confida che tale gesto verrà compreso correttamente e, in qualche
modo, ricambiato”. A proposito dei rapporti tra Pechino e la Santa Sede, mons.
Lajolo ha innanzitutto evidenziato che i “cattolici cinesi non si sentono meno
cinesi per il fatto di essere cattolici”, anche se ovviamente “non si può
essere cattolici se non si è in comunione con il Papa”. Quindi, ha affermato
che qualora “potessero essere stabilite relazioni aperte e stabili tra il
governo cinese e la Santa Sede, ogni tensione potrebbe essere conseguentemente
superata senza ambiguità”.
La Santa Sede, ha detto ancora
l’arcivescovo Lajolo, “ha sempre espresso con chiarezza cosa chiede e cosa è
pronta a concedere”. Come anche “ciò a cui non può rinunciare” per “rimanere
fedele a se stessa”. “Secondo la nostra
opinione – ha aggiunto – il tempo è maturo”. Le autorità della Repubblica
popolare cinese, non possono “ignorare le aspettative della propria popolazione
così come i segni dei tempi”. E sullo stesso argomento, l’arcivescovo Lajolo ha
concesso anche un’intervista al giornale South China Morning Post di
Hong Kong. Il presule ha rivelato “contatti non ufficiali” con il governo di
Pechino che, ha detto, mostrano “una attitudine di apertura piuttosto che di
chiusura” da parte cinese. Negoziati “con alti e bassi”, ha riconosciuto, ma
“che non sembrano essere stati senza frutto”.
A proposito di un possibile
viaggio in Cina di Benedetto XVI, prima dei Giochi Olimpici del 2008, il
presule ha dichiarato che il Papa “sarebbe sicuramente molto felice di
visitare” il Paese asiatico. E ciò per “mostrare il suo amore paterno nei
confronti di vescovi, sacerdoti e fedeli che hanno testimoniato e continuano a
testimoniare una profonda e spesso sofferta fedeltà al Successore di Pietro”.
Tuttavia, ha proseguito, “dovranno prima esserci le oggettive necessarie
condizioni e un invito da parte del governo” cinese.
Tornando sul significato
dell’elevazione alla porpora cardinalizia del vescovo di Hong Kong, mons.
Lajolo ha ribadito che “la vivacità intellettuale” del nuovo porporato
“dovrebbe costituire un esempio per abbattere quei muri di pregiudizio e paura
nei confronti della Chiesa cattolica, totalmente ingiustificati, ma ancora
presenti in alcuni settori”. Nell’intervista, il presule si è infine soffermato
sul tema cruciale della libertà religiosa. “Ci sono – ha constatato – segni contraddittori
che arrivano dalla Cina. Abbiamo l’impressione che le massime autorità hanno
intenzione di regolarizzare le relazioni, ma a livello intermedio c’è chi rema
contro”. La libertà religiosa, ha ribadito, “è un diritto umano fondamentale” e
per questo “non può sottostare ad alcuna limitazione” da parte delle autorità
politiche.
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NOMINE
Il Santo Padre
ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Keewatin-Le
Pas (Canada), presentata da mons. Peter Alfred Sutton, dei Missionari Oblati di
Maria Immacolata, in conformità, al can. 401 § 2 del Codice di Diritto
Canonico. Gli succede mons. Sylvain Lavoie, anch’egli dei Missionari Oblati di
Maria Immacolata, coadiutore della medesima arcidiocesi.
In Thailandia, il
Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi
di Ubon Ratchathani presentata da mons.
Michael Bunluen Mansap, per raggiunti limiti di età. Gli succede come vescovo
di Ubon Ratchathani il padre redentorista Philip Banchong Chaiyara, direttore
del Centro dei Padri Redentoristi di Pattaya e parroco della Chiesa St.
Nikolaus. Padre Philip Banchong Chaiyara è nato il 30 gennaio 1945 a Chang
Ming, arcidiocesi di Thare e Nongseng, ed è stato ordinato sacerdote il 12
giugno 1975, a New York.
In Cile, il Papa ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Chillán presentata da mons. Alberto Jara
Franzoy, per raggiunti limiti di età. Il Santo Padre ha nominato vescovo di
Chillán il padre verbita Carlos
Pellegrín Barrera, finora rettore della Scuola "Verbo Divino"
a Santiago del Cile. Il padre Carlos Pellegrín Barrera è nato il 28 luglio 1958
a Santiago del Cile ed è stato ordinato sacerdote il 9 novembre 1985.
Nelle Filippine, il Papa ha nominato Vescovo di
Iligan il rev. Elenito Reyes Galido, del clero della diocesi di Malaybalay, già
vicario generale della stessa diocesi. Il rev. Elenito Reyes Galido è nato a
Managok, diocesi di Malaybalay, il 18 aprile 1953, ed è stato ordinato
sacerdote il 25 aprile 1979.
Il Papa ha infine nominato nunzio apostolico nelle
Isole Cook mons. Charles Daniel Balvo, arcivescovo tit. di Castello, nunzio
apostolico in Nuova Zelanda, Isole Fiji, Palau, Isole Marshall, Kiribati, Stati
Federati di Micronesia, Tonga, Vanuatu e delegato apostolico nell’Oceano Pacifico.
IL PAPA NOMINA IL
CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO SUO INVIATO SPECIALE
ALLE CELEBRAZIONI PER IL 17.MO CENTENARIO DEL
MARTIRIO DI SAN LIBERATORE,
IN PROGRAMMA IL 20
MAGGIO PROSSIMO AD ARIANO IRPINO
Benedetto
XVI ha nominato Suo Inviato Speciale alle celebrazioni che avranno luogo ad
Ariano Irpino, in Campania, il 20 maggio 2006, nel 17.mo Centenario del
martirio di San Liberatore, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente
del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.
DOMANI IL PAPA VISITERÀ LA PARROCCHIA ROMANA DI
DIO PADRE
MISERICORDIOSO. COSTRUITA GRAZIE AL PROGETTO “50 CHIESE PER ROMA
2000”
È STATA
CONCEPITA COME SIMBOLO DELL’ANNO SANTO ED È META
DI NUMEROSI TURISTI
- Intervista con don Gianfranco Corbino -
Domani Benedetto XVI si recherà
in visita nella parrocchia romana di Dio Padre Misericordioso, la cosiddetta
chiesa delle vele, a Tor Tre Teste. La nostra emittente seguirà in diretta
l’evento a partire dalle 9.30 sull’onda media 585 kHz e sulla modulazione di
frequenza di 105 MHz. Nata nell’ambito del progetto “50 chiese per Roma 2000”,
la costruzione è frutto di un concorso internazionale indetto per realizzare
una chiesa che fosse il simbolo dell’Anno Santo. Ma come si stanno preparando i
parrocchiani all’arrivo del Papa? Tiziana Campisi lo ha chiesto al parroco don
Gianfranco Corbino:
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R. – Spiritualmente, pregando
per il Papa. E’ bello perché, ad esempio, nella Messa dei bambini non c’è un
giorno in cui non preghino per il Papa.
D. – La vostra parrocchia ha una
storia un po’ particolare …
R. – La parrocchia è nata circa
10 anni fa, l’8 settembre del 1996. E’ nata sul nulla. L’inizio del mandato da
parroco l’abbiamo fatto all’aperto davanti al terreno dove sarebbe stata poi
costruita la chiesa. Nei primi tre mesi abbiamo svolto l’attività
nell’appartamento dove dormivo io; celebravamo Messa sotto gli androni dei palazzi.
Poi abbiamo avuto in prestito un tendone per sei mesi circa, nel quale abbiamo
celebrato le Messe festive, mentre le Messe feriali, l’ufficio parrocchiale, il
catechismo lo facevamo sempre o in casa dei sacerdoti o in casa dei catechisti.
Poi abbiamo avuto un prefabbricato per circa 6 anni fino alla costruzione della
chiesa. Dal punto di vista spirituale il cammino è stato lento, graduale, ma
anche in crescendo. Abbiamo cercato di coltivare anche in tutta la parrocchia
la dimensione dell’accoglienza.
D.- Ma perché la chiesa di Dio
Padre misericordioso attrae non solo tanti turisti, ma anche architetti e
studiosi?
R. – E’ stata costruita da un
famoso architetto americano, Richard Meyer, ed è un miracolo di ingegneria,
famosa per le sue tre vele, circondata da vetri. Quindi una chiesa che dà la
sensazione di celebrare all’aperto proprio perché nell’idea dell’architetto la
comunità doveva celebrare direttamente al cospetto di Dio, quindi senza
ostacoli. In questi due anni e mezzo sono stati circa 50-60 mila i
visitatori.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina - "Nell'Anello l'intreccio tra il principio petrino e quello
mariano": Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione eucaristica a
Piazza San Pietro per la consegna dell'anello cardinalizio ai quindici nuovi
porporati.
Servizio
vaticano - Una pagina dedicata a riflessioni quaresimali e ad iniziative per il
tempo liturgico proposte nelle varie diocesi italiane.
Servizio
estero - Bielorussia: sanzioni USA e UE contro Minsk mentre la polizia
impedisce il raduno degli oppositori.
Servizio
culturale - L'elzeviro di Mario Gabriele Giordano: "Parole in
polvere".
Servizio
italiano - In primo piano i conti pubblici: il confronto tra Prodi e Berlusconi
sulla trimestrale di cassa.
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25
marzo 2006
DOMANI ELEZIONI PARLAMENTARI IN UCRAINA
- Intervista con Luigi Geninazzi -
Elezioni legislative all’insegna della profonda incertezza, domani
in Ucraina. Chi vedeva il futuro dell'ex Repubblica sovietica dipinto di
arancione, dopo il trionfo della rivoluzione colorata del 2004, si è dovuto
infatti ricredere: il fronte che aveva portato alla grande mobilitazione di
piazza di due anni fa si è spaccato e i protagonisti di ieri, il presidente
Viktor Iushenko e la 'passionaria' Julia Timoshenko, sono schierati oggi l’uno
contro l'altra. Al nemico di un tempo, il filo russo Viktor Ianukovic, e al suo
'Partito delle regioni' i sondaggi danno ora un seppur esiguo vantaggio. Ma
perché quegli stessi sondaggi dicono pure che le elezioni si concluderanno senza
un netto vincitore? Risponde Luigi Geninazzi, inviato speciale di Avvenire, raggiunto
telefonicamente a Kiev da Giada Aquilino:
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R. – Siccome il campo arancione si è spaccato, si è diviso,
ovviamente in testa nei sondaggi c’è il partito ex comunista, mentre il partito
del presidente Yushenko appare in
difficoltà e sta lottando per il secondo posto insieme ai suoi ex alleati della
Julia Timoshenko, la cosiddetta “passionaria della rivoluzione arancione”.
D. – Quindi che ripercussioni avrà in questo voto la spaccatura
che si è creata proprio tra Iushenko e la Timoshenko?
R. – Molti si augurano che passate le polemiche pre-elettorali, al
momento di fare il governo tornino assieme, perché si considera un po’ una
triste ironia o forse una sciagura il fatto che ci sia un ritorno degli ex
comunisti al potere e al governo, mentre rimarrà la presidenza a Iushenko. Però
dobbiamo ricordare una cosa importante, che con una riforma costituzionale
approvata recentemente, l’Ucraina non è più una Repubblica presidenziale,
quindi Iushenko non è più quella figura così importante nel quadro politico come lo è stato finora.
D. – Ma Ianukovic ha tali chances di ritornare da solo al potere?
R. – Da solo no. Dovrà ovviamente fare degli accordi, però se il
campo arancione si rimette insieme dovrebbe avere la maggioranza, se invece rimane
spaccato si dovrà trovare qualche altra formula, quella che chiamano una sorta
di compromesso storico all’ucraina, che però vedrebbe un po’ sfumare del tutto
i sogni della rivoluzione arancione. Un compromesso che avrà senz’altro delle
ripercussioni sulla società che
già è abbastanza delusa per quello che
è avvenuto in questi 15 mesi. Sappiamo c’è stato tutto il braccio di ferro con
la Russia, l’affare del gas, il prezzo imposto da Mosca bocciato poi dal
Parlamento. Quindi lo scenario veramente è in movimento e non dobbiamo
dimenticare che l’Ucraina era diventato un po’ il faro delle nuove rivoluzioni
democratiche che hanno ispirato un po’ anche quelli che sono scesi in piazza in
questi giorni a Minsk, in Bielorussia.
D. – Proprio alla luce della crisi energetica del gas, l’Occidente
come guarda queste elezioni?
R. – Le guarda certamente con un grande interesse e con una certa
cautela perchè soprattutto l’Unione Europea, la Polonia in prima fila che ha appoggiato
con grande entusiasmo la rivoluzione di 15 mesi fa, adesso vorrà vedere cosa ne
esce. Una lezione da trarre è che bisognerà trovare un compromesso, ma un compromesso realistico, saggio, con il
grande vicino, con la Russia di Putin che ha fatto pesare il suo ruolo
geopolitico e anche economico. Però anche l’Ucraina ha delle chances,
perché è il canale privilegiato per gli
oleodotti, per i gasdotti che arrivano in Europa, quindi diciamo che al tavolo
della discussione ognuno potrà far valere i propri fondamentali diritti.
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GRANDE SUCCESSO DI
PUBBLICO A ROMA
PER LA
MOSTRA DEDICATA AD ANTONELLO DA MESSINA,
IN CORSO ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE FINO AL 25
GIUGNO PROSSIMO:
ESPOSTA L’INCANTEVOLE TAVOLA DELL’ANNUNCIATA
- Con noi, il dott. Mauro Lucco -
Grande successo di pubblico per
la mostra dedicata ad Antonello da Messina, in corso a Roma, alle Scuderie del
Quirinale, fino al 25 giugno prossimo. Un evento unico, frutto di 5 anni di
lavoro, che vede riunita, per la prima volta, l’opera quasi completa del grande
artista siciliano del 1400. Tra i capolavori esposti l’Ecce Homo, in cui il
Cristo offre il suo sguardo di misericordia all’umanità che lo flagella, e il
San Sebastiano, trafitto e inspiegabilmente sereno: ma nell’occasione della
festa odierna vogliamo portare l’attenzione sulla meravigliosa tavola dell’Annunciata. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
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Antonello da Messina è
influenzato dalla scuola fiamminga del ‘400 che ama dare grande intensità ai
singoli dettagli. Il pittore siciliano raffigura una donna semplice, avvolta in
un manto azzurro, su sfondo scuro. Dal suo volto traspare un’infinita dolcezza:
ci guarda ma dobbiamo spostarci per cercare di incontrare i suoi occhi. Il
pittore rappresenta l’Annunciazione: eppure l’angelo non c’è. Maria ha già
detto l’Eccomi: il Divino è in lei. Il
suo sguardo è immobile, pieno di uno
stupore che spezza la quotidianità. Fissa l’ attimo eterno dell’Incarnazione,
serbando nel cuore il mistero del Dio che si è fatto carne. Ha un volto
luminoso e sereno ma gli occhi sono
velati dall’ombra del dolore che verrà. Con una mano stringe i lembi del manto
azzurro a chiuderlo come per proteggere il Concepito nel suo grembo di vergine.
La Madre, figlia di suo Figlio, ormai appartiene a Lui: in quel Concepito la
vita è appena iniziata e nel nascondimento la vita dell’umanità è già cambiata.
Maria volge la mano destra verso chi guarda quasi a trattenerlo, perchè
non disperda nella banalità un evento cruciale. Davanti c’è un leggio con un
libro, le cui pagine sono mosse da un vento ignoto: è lo Spirito che parla di
Cristo. Lo sfondo del quadro è buio: ma la bellezza della luce attrae alla
Vita.
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Ma sulla novità pittorica di
Antonello da Messina ascoltiamo il curatore della mostra, il dott. Mauro Lucco,
al microfono di Roberta Moretti:
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R. – Antonello da Messina ha fatto un’autentica
rivoluzione, cioè ha importato il ritratto nel campo degli affetti privati.
Tutti gli effigiati di Antonello da Messina sono per noi senza nome e sono
tutti ritratti con una nuova formula, che arriva dall’arte del Nord Europa, e
cioè una persona a mezzo busto, dietro a un piccolo parapetto, per far capire
la separazione del ritratto, che fissa l’immagine di una persona, perché resti
per l’eternità.
D. – Una tavola di grande
originalità e impatto emotivo è L’Annunciata, con la Vergine che guarda
lo spettatore avvolta nel suo manto azzurro. Perché è così particolare?
R. – Perché è la prima volta al
mondo in cui l’idea di costruire una devozione più intima, più consapevole di
quali fossero i misteri della fede, arriva al punto di coinvolgimento dello
spettatore da eliminare l’angelo e da porre lo spettatore nei panni letterali
dell’angelo: siamo noi che la guardiamo e non c’è nessun altro artista al mondo
che si sia mai preso una libertà intellettuale di questo genere.
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Domani
26 marzo, 4a Domenica di Quaresima, la Liturgia ci presenta il dialogo tra Gesù
e Nicodemo. Il Signore dice:
“Come Mosè innalzò il serpente
nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché
chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Chiunque è stato morso dal
serpente è guarito guardando il serpente innalzato da Mosè. Il simile cura il
simile. Chiunque contempla il Figlio di Dio appeso sul legno della croce e
aderisce a Lui sarà salvo, perché scopre la vera immagine di Dio. La vita eterna
consiste nel conoscere Dio e Colui che il Padre ha mandato. L’inizio del male
era il peccato di Adamo, la convinzione che Dio è geloso delle sue cose e
persino di se stesso. Ora, invece, contempliamo l’amore di Dio che si affida
nelle nostre mani e si lascia maltrattare e persino uccidere. Toccati dal suo
corpo nelle nostre mani, contempliamo il suo amore e allora torniamo a Lui. A
Lui aderisce il nostro cuore e noi viviamo perché affidati a Colui che ci ha
amato per primo, che si è dato a noi quando eravamo ancora nemici di Dio.
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DOMANI TORNA L’ORA ESTIVA
Alle ore 2.00 di domenica 26 marzo,
entrerà in vigore l'ora estiva europea,
con conseguente spostamento in avanti di un'ora
delle lancette degli orologi.
L'ora estiva resterà in vigore
fino alla
notte tra il 28 e il 29 ottobre.
Non vi saranno cambiamenti
per il nostro Radiogiornale, che andrà in onda alle
stesse ore.
25
marzo 2006
LA COMMISSIONE DEGLI EPISCOPATI DELLA COMUNITÀ
EUROPEA HA ELETTO
IL SUO NUOVO PRESIDENTE. È MONS. ADRIANUS VAN
LUYN, VESCOVO DI ROTTERDAM. LA SUA NOMINA NELL’AMBITO DELL’ASSEMBLEA PLENARIA
DI PRIMAVERA A BRUXELLES
BRUXELLES. = È il vescovo di
Rotterdam, mons. Adrianus van Luyn, il nuovo presidente della Commissione degli
episcopati della Comunità europea (COMECE). Eletto nella sessione plenaria
dell’Assemblea di primavera, che si è conclusa ieri a Bruxelles, succede al
vescovo di Hildesheim, mons. Josef Homeyer, che ricopriva la carica dal 1993.
Mons. Van Luyn, che negli ultimi cinque anni è stato vicepresidente della
COMECE, avrà al suo fianco come vicepresidenti l’arcivescovo di Dublino, Martin
Diarmuid, e il vescovo ausiliare di Varsavia, Piotr Jarecki. L’assemblea, che
ha impegnato i presuli per tre giorni, ha affrontato anche i temi del dialogo
interculturale ed interreligioso. In progetto, su questi argomenti, la
possibilità di sviluppare una dichiarazione comune con le altre confessioni cristiane,
con l’ebraismo e con l’islam per giungere poi ad una Carta sul rispetto della
libertà religiosa e della libertà di espressione. È prevista anche la
costituzione di un gruppo di specialisti di diverse discipline per studiare le
problematiche che riguardano le relazioni tra Unione Europea e Stati a
maggioranza islamica. I vescovi della COMECE hanno preparato inoltre, in questa
assise di primavera, una dichiarazione sull’avvenire dell’UE che sarà resa nota
il 9 maggio, festa dell’Europa. (T.C.)
ETIOPIA: ALLARME SICCITÀ LANCIATO DAL VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
PER LO
SVILUPPO. RISCHIANO DI MORIRE DI SETE 11 MILIONI DI PERSONE
ADDIS
ABEBA. = Undici milioni di persone, in Etiopia, nelle regioni di Somali e
Oromiya, rischiano di morire di sete a causa della grave e prolungata siccità
che ha colpito l’intera area. Questo il quadro preoccupante riferito
all’agenzia Fides dalle volontarie salesiane del VIS, il Volontariato internazionale
per lo sviluppo. “A tale emergenza - dichiarano le volontarie - si è giunti a
causa del susseguirsi di diverse stagioni aride, della mancata stagione
autunnale delle piogge e del notevole afflusso di bestiame in fuga dalle
regioni confinanti per la siccità, tali da ridurre allo stremo le condizioni di
vita della popolazione. L’allarme carestia – hanno inoltre detto le due
salesiane - sta provocando massicci spostamenti di uomini ed animali, ma le
organizzazioni internazionali stanno rispondendo lentamente e con fondi ben
inferiori ai reali bisogni”. In questi luoghi, ora, la siccità sta provocando
scarsità di frutti nelle coltivazioni, una rapida diminuzione delle scorte alimentari,
del bestiame e, cosa più grave, un aumento di epidemie e di mortalità
infantile. Tra i progetti previsti dai volontari del VIS, per rispondere a
queste emergenze, la costruzione di 5 pozzi d’acqua, che verranno realizzati,
in parte, grazie ad alcuni fondi stanziati dalla Conferenza episcopale
italiana. Le somme serviranno anche per la costruzione di riserve idriche e di
una scuola primaria, fortemente voluta dalla popolazione, e che sarà l’unica
nel raggio di molti chilometri per circa 400 ragazzi tra i 5 e i 15 anni. (S.C.)
PREMI
NOBEL, CAPI DI STATO ED ARTISTI DI FAMA INTERNAZIONALE FIRMANO
UNA
PETIZIONE PER LA CHIUSURA DEL CARCERE DI GUANTANAMO. CONQUE MILA
FINORA
LE SOTTOSCRIZIONI RACCOLTE NEGLI STATI UNITI. ORA SI CHIEDE L’ADESIONE
DELL’UNIONE EUROPEA
NEW YORK. = Raccolte 5 mila
firme negli Stati Uniti per la petizione
internazionale che chiede la chiusura del carcere di Guantanamo. La struttura penitenziaria, che si trova a Cuba e in cui sono
detenuti senza legittimo processo i sospettati di terrorismo internazionale, è
nota al mondo per le violenze che quotidianamente vengono compiute nei confronti
dei prigionieri. Sam Nujoma, ex-presidente
della Namibia e rispettato padre della patria del Paese dell’Africa australe, è
uno dei 5 mila firmatari. L’anziano ex-capo dello Stato ha aderito insieme ai
premi Nobel per la pace José Saramago, Wole Soyinka, Nadine Gordimer, Dario Fo,
Harold Pinter, Rigoberta Menchú, Adolfo Pérez Esquivel, Moiread Corrigan
Maguire e Zhores Alfiorov. Il documento è stato sottoposto lo scorso 14 marzo
dalla “Rete in difesa dell’umanità” a “tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.
Oltre ad alcune stelle del cinema, come Danny Glover, Gerard Depardieu, Harry
Belafonte, María Rojo e Theo Angelopoulos, hanno pure sottoscritto il documento
alcuni cosmonauti russi. Anche l’attivista anti-apartheid sudafricano, Toivo Ya
Toivo, amico di Nelson Mandela, tra i principali protagonisti della lotta
contro la segregazione razziale in Sudafrica, ha aderito all’iniziativa. La petizione,
con la quale si chiede anche all’Unione Europea di assumere un ruolo di guida
nella lotta per la chiusura di Guantanamo, è aperta a tutti. (S.C.)
PROTESTANO IN INDIA, CONTRO LA DISCRIMINAZIONE DEI
CRISTIANI, OLTRE 50 MILA ISCRITTI AL BHARATIYA
JANATA PARTY, PARTITO DELLO STATO DELL’ASSAM. UN FOLTO NUMERO DI LAVORATORI
ISCRITTI STRACCIANO LE LORO TESSERE
GUWAHATI. = Protestano contro l’atteggiamento aggressivo nei
confronti delle minoranze oltre 50 mila iscritti al Bharatiya Janata Party,
Bjp, il più grande partito politico indiano di impronta nazionalista dello
Stato orientale dell’Assam. Alcuni rappresentanti del gruppo, che ha deciso di
lasciare il partito, hanno accusato la leadership nazionale del Bjp di “ignorare
deliberatamente i cristiani in occasione delle elezioni statali”. Dewan Rongpi,
leader cristiano, sostiene che i capi del partito manifestano una
discriminazione ingiusta ed offensiva nei loro confronti ed afferma di “non
voler più sopportare la loro ignoranza”. “Vi erano almeno dieci cristiani della
mia zona che volevano candidarsi alle elezioni – ha affermato - ma sono stati
semplicemente respinti, senza motivo. Questo è un grave insulto e così circa 50
mila lavoratori iscritti hanno stracciato la tessera”. A livello statale,
la strategia del partito prevede la ricerca di una cooperazione con i
leader cristiani per cercare di vincere dei seggi in quelle aree dove il Bjp è
malvisto, mentre a livello nazionale la leadership tiene un atteggiamento
aggressivo nei confronti delle minoranze. Durante un comizio elettorale a Guwahati,
Rajnath Singh, presidente del Bjp, ha annunciato la decisione di voler chiedere
una legge anti-conversione nello Stato ed ha definito la presenza dei
missionari cristiani “una minaccia nazionale”. La dichiarazione di Singh ha
convinto i leader cristiani ad abbandonare ogni possibile alleanza. “Come
possono essere i missionari una minaccia – dice Prafulla Garbi – quando in
tutti questi anni non hanno fatto altro che lavorare per lo sviluppo
dell’Assam?”. (T.C.)
NASCONO NUOVE SCUOLE E ISTITUTI PER L’ISTRUZIONE
IN FAVORE DEI RAGAZZI DEGLI “ZABBALEEN”, I QUARTIERI DELL’IMMONDIZIA DEL CAIRO.
I PROGETTI SONO STATI SVILUPPATI SULL’ESEMPIO DI INIZIATIVE PROMOSSE DA UN
MISSIONARIO COMBONIANO
IL CAIRO. = Nuove scuole nel
quartiere dei raccoglitori d’immondizia del Cairo. Le strutture sono nate
sull’esempio di un’iniziativa promossa da un missionario comboniano tre anni
fa. Padre Luciano Verdoscia, rende noto l’agenzia Fides, aveva avviato un
progetto per offrire ai ragazzi di Mansheya, nei pressi del Cairo, un ambiente
pulito, salubre ed alternativo dove poter studiare, ricevere assistenza ed
avere opportunità d’inserimento nel mondo del lavoro. Quando nel 2003 il
missionario ha iniziato a riunire dei bambini, aveva in mente un semplice
spazio aggregativo, ma il progetto si è ben presto sviluppato. Ora, sul suo
esempio, altri progetti, che prevedono la costruzione di scuole e nuovi
istituti, sono stati avviati dal Consiglio nazionale per la maternità e
l’infanzia, e l’APE, organizzazione non governativa impegnata a migliorare la
situazione complessiva del quartiere degli “Zabbaleen”, (raccoglitori
d’immondizia). “Siamo in contatto con loro e ci auguriamo di riuscire a
coordinare le nostre attività”, ha dichiarato padre Luciano, entusiasta per le
iniziative intraprese. (S.C.).
OGGI E DOMANI, A CONCLUSIONE DEL VII CENTENARIO
DELLA MORTE DI SAN NICOLA DA TOLENTINO, FESTA DEL PANE BENEDETTO. LA PENITENZERIA
APOSTOLICA HA CONCESSO L’INDULGENZA PLENARIA A QUANTI, CON DEVOZIONE,
VI
PRENDERANNO PARTE
TOLENTINO. = Si concludono
domani le celebrazioni per il VII centenario della morte di San Nicola da
Tolentino. Questo pomeriggio, nella cittadina marchigiana, alle 18.30, nella
basilica dedicata al religioso agostiniano, ha inizio la festa del pane
benedetto, tradizione legata al Santo che si tramanda da secoli. La
Penitenzeria Apostolica ha previsto per questa occasione la possibilità di
ricevere l’indulgenza plenaria, secondo le consuete modalità. Una devozione,
quella dei panini, nata da un episodio della vita di San Nicola. Gravemente
infermo, avendo i medici esaurite tutte le risorse della scienza per salvarlo
dalla morte, il frate pregò Gesù e la Madonna. Nella quarta domenica di
Quaresima, così viene tramandato, proprio Gesù e Maria, insieme a
Sant’Agostino, gli sarebbero apparsi circondati da angeli. In quell’occasione,
la Vergine avrebbe assicurato a Nicola la guarigione se avesse mangiato del
pane intinto in acqua. Pare che lo stesso religioso, e sul suo esempio i suoi
confratelli, avessero ripetuto sugli infermi quanto era stato suggerito dalla
Vergine con l’invocazione a lei e al Medico divino Gesù. La Chiesa ha approvato
l’istituzione e l’uso dei panini prescrivendo un rito speciale per la loro
benedizione riservato all’Ordine agostiniano. Nicola da Tolentino
è stato predicatore semplice ma affascinante, confessore di folle e amico dei
poveri e degli ammalati. Ricorda che è indispensabile lo studio della Parola di
Dio, la penitenza e la carità nel servizio reciproco e nella comunione fraterna.
(T.C.)
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25
marzo 2006
- A cura
di Eugenio Bonanata -
Sempre tesa la situazione a
Minsk, in Bielorussia: centinaia di manifestanti anti-Lukashenko hanno tentato di
forzare i cordoni della polizia, che ha bloccato l’accesso alla centralissima
Piazza di Ottobre, dove l’opposizione aveva convocato una nuova dimostrazione
per protestare contro l’esito delle elezioni di domenica scorsa. Il servizio di
Eugenio Bonanata:
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Al grido di “Lunga vita alla
Bielorussia” e “Vergogna”, i
manifestanti hanno sfidato le centinaia di agenti delle forze speciali
radunate nel centro di Minsk. Rotto un primo cordone, gli oppositori di
Lukashenko non sono riusciti però ad entrare sulla piazza e allora si sono
radunati in un parco vicino dove è atteso un comizio. Nonostante il divieto, in
centinaia hanno raccolto l’invito di Milinkevic, leader della coalizione
anti-Lukashenko, di ritrovarsi in occasione del 'Giorno dell’Indipendenza', in
ricordo del 25 marzo 1918 quando per la prima volta la Bielorussia fu per breve
tempo uno Stato sovrano. Ancora scontri dunque, all’indomani del travolgente
blitz che aveva costretto i dissidenti a disperdersi dopo 5 giorni di presidio
nella piazza di Ottobre. Il bilancio della repressione di ieri è di 300 arrestati,
tra cui un giornalista candese, tutti giudicati per direttissima e condannati a
pene fino a 15 giorni di carcere. Altrettanto ferma però, resta la disapprovazione
da parte dell’Unione Europea che ha deciso di imporre sanzioni all’ex Repubblica
sovietica. Le misure restrittive, che probabilmente entreranno in vigore entro
il 10 aprile, negano agli esponenti del regime di Minsk il visto d’ingresso nei
Paesi europei. Allo studio inoltre il varo di sanzioni finanziarie. Il tutto
con l’appoggio statunitense che, nelle parole del presidente Bush, esorta la
comunità internazionale ad unirsi nella condanna di ogni
forma di abuso perpetrato dalle autorità bielorusse. Da parte sua il ministero
degli esteri bielorusso minaccia di rispondere nello stesso modo e in un nota
critica queste decisioni che negano al popolo il diritto di vivere secondo le
proprie preferenze.
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Il re del Marocco, Mohamed VI,
ha annunciato oggi a Laayoune, capoluogo del Sahara Occidentale, che il suo
Paese presenterà una proposta ufficiale per concedere un’ampia autonomia
amministrativa a questa regione, occupata dal suo Paese nel 1975 senza alcun
riconoscimento internazionale. Il sovrano ha però precisato che non intende
cedere ''un solo grano di sabbia'' agli indipendentisti sahariani del Fronte
Polisario. L'atteso discorso di Mohamed VI avviene al termine di una visita in
diversi centri del Sahara Occidentale e a poche settimane dalla presentazione
ufficiale del piano di autonomia marocchino per la contesa regione davanti alle Nazioni Unite.
Forti scontri sono stati
registrati oggi tra i militari americani e i talebani in Afghanistan. Lo
riferisce la polizia locale riportando la notizia di un massiccio attacco statunitense
contro un presunto covo di guerriglieri talebani, nella travagliata provincia
di Helmand. Fonti militari statunitensi annunciano la morte di un commilitone
che porta così ad oltre 200 il numero di soldati americani rimasti uccisi nel
Paese dall’inizio dell’invasione nel 2001.
Prosegue la violenza in Iraq.
Due attacchi della guerriglia, a Baghdad e a Baquba, hanno provocato almeno sei
morti, mentre sono stati scoperti dieci cadaveri crivellati di proiettili.
Intanto l’esercito americano ha annunciato la morte di due soldati avvenuta nei
giorni scorsi nella provincia sunnita di Al-Anbar. Sul
piano politico la stampa irachena riferisce il raggiungimento di un’intesa di
massima per la ripartizione delle massime cariche istituzionali raggiunta tra
sciiti, curdi e sunniti.
Se l’Occidente interrompe i
finanziamenti al governo di Hamas serviranno 130 milioni di dollari al mese per
le proprie necessità di bilancio. E’ la somma che l’Autorità Nazionale
Palestinese (ANP) intende chiedere ai ministri degli Esteri della Lega Araba,
riuniti da oggi a Khartoum in vista dell’annuale vertice. Lo ha dichiarato il
ministro palestinese dell’Economia,
Sonnoqrot. Fredde le prime reazioni di alcuni esponenti della Lega Araba che,
senza parlare di aumenti, voteranno una risoluzione per confermare l’attuale
impegno di 50 milioni di dollari mensili.
Rischia di precipitare la
situazione in Thailandia alla vigilia delle elezioni in programma il 2 aprile.
Decine di migliaia di persone hanno manifestato in tutto il Paese contro il
primo ministro Tha-ksin Shinawatra chiedendone le dimissioni e la formazione di
un nuovo esecutivo. In questa situazione gli osservatori temono un ennesimo
colpo di Stato dei militari.
Continuano in Somalia i
sanguinosi scontri tra milizie rivali per il controllo della zona Nord di
Mogadiscio. Nella quarta giornata di violenze, almeno cinque persone sono
morte: il bilancio degli scontri è di almeno 52 morti e oltre 200 feriti.
Intanto, mentre centinaia di persone continuano a lasciare la capitale, si
moltiplicano gli appelli alla calma da parte delle Nazioni Unite. In Somalia
manca un governo effettivo da quando, nel 1991, e' stato rovesciato Mohamed
Siad Barre. Da allora il Paese è teatro di cronici scontri tra i 'signori della
guerra' locali.
Il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite intende accelerare i tempi per inviare in Sudan una nuova
missione di pace che dovrà sostituire quella dell’Unione Africana. Ieri
l’organo del Palazzo di Vetro ha infatti votato all’unanimità una risoluzione
che estende, entro l’anno, le operazioni di pace nella tormentata regione del
Darfur.
Quattro uomini tra i 18 e i 66
anni sono stati barbaramente trucidati
giovedì a Bouarfa, un villaggio a sud di Algeri, presso Blida, in quello che
negli anni '90 era tristemente noto come 'il triangolo della morte' per le stragi di civili firmate dal
GIA, il più radicale dei gruppi integralisti armati. Il nuovo massacro è interpretato come un chiaro 'no' dei gruppi terroristi all'offerta di grazia per
chi depone le armi, prevista dalla legge di riconciliazione nazionale con cui
il presidente Bouteflika spera di voltare per sempre la pagina del terrorismo.
In Italia le forze di polizia
hanno compiuto una nuova operazione straordinaria di controllo nei confronti
degli ambienti più radicali dell’islamismo. Nel corso dell’operazione, condotta
in 46 province, sono state eseguite 80 perquisizioni e controllate 289 persone:
quattro gli arresti e 17 i denunciati. Avviata inoltre la procedura di
espulsione per altri 20 stranieri.
Il premier francese de Villepin
si è detto pronto a ridiscutere il CPE, il Contratto di primo impiego, che
prevede la possibilità di licenziare senza giusta causa entro il primo biennio
i giovani sotto i 26 anni. Da parte sua il sindacato francese ha fatto sapere
che “non molla la battaglia” per far ritirare la legge, annunciando “una
fortissima mobilitazione” per martedì prossimo.
La Spagna potrebbe essere il
primo Paese al mondo a dotarsi di una legge per la clonazione umana per
cosiddetti fini terapeutici. Il governo di Madrid ieri ha infatti approvato una
bozza preliminare di un disegno di legge, che include la tecnica di
trasferimento dei nuclei cellulari per creare tessuti o organi da utilizzare
nella terapia di malattie considerate incurabili. Il rapporto, che dovrà essere
tradotto in progetto di legge e poi approvato dal Governo, prevede un comitato
di garanzia che dovrà esaminare caso per caso e decidere se concedere il
permesso per l’uso della tecnica.
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