RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 82- Testo della trasmissione di giovedì 23 marzo 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La condizione dei vescovi emeriti, la questione dei seguaci di mons. Lefebvre e il dialogo tra Chiesa e l’islam: questi i temi chiave al centro dell’incontro in Vaticano tra Benedetto XVI e i cardinali, alla vigilia del Concistoro per la creazione di 15 nuovi porporati. Con noi, l’arcivescovo di Seul, Nicolas Cheong-Jin-Suk

 

Si conclude domani il “Corso sul foro interno” tenuto dalla Penitenzieria apostolica: le indicazioni sul come confessare ai neo sacerdoti. Ce ne parla S.E., padre Gianfranco Girotti

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Le speranze della Chiesa spagnola per una pace definitiva nel Paese, dopo l’annuncio di una “tregua permanente” da parte dei baschi dell’ETA

 

Una Messa, questo pomeriggio a Roma, in memoria di mons. Oscar Romero. Domani, nel 26° anniversario della sua morte si celebra la XIV Giornata di preghiera e digiuno per i martiri missionari: oltre a lui saranno ricordati anche i 25 operatori pastorali che nel 2005 hanno dato la vita per il loro apostolato. Il commento di mons. Alvaro Ramazzini

 

Prevenire e mitigare i disastri naturali: è il tema scelto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) per l’odierna Giornata mondiale della meteorologia. Con noi Giampiero Maracchi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si chiude domani l’Assemblea plenaria della Commissione degli episcopati della Comunità Europea

 

Esposto al Castello Sforzesco di Milano il Codice Trivulsiano di Leonardo

 

Simposio di presentazione a Roma dei “Monumenta Liturgica Concilii Tridentini”, riedizione anastatica dei documenti consegnati alla Chiesa cattolica dal Concilio di Trento

 

Convocata a Roma l’Assemblea generale della Società delle Missioni africane che avrà luogo dal 16 aprile al 12 maggio prossimi

 

Zanzariere e antifebbrili: lanciato in Rwanda il programma del governo per ridurre l’incidenza della malaria, che causa oltre la metà dei decessi nel Paese

 

Eritrea: nonostante la crisi alimentare continua la politica di isolamento del governo del presidente Afewerki che ha deciso di espellere altre tre agenzie non governative

 

Presentato questa mattina il Progetto Efrem presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, liberati con un blitz di soldati della coalizione i tre pacifisti rapiti quattro mesi fa

 

In India, Sonia Ghandi rinuncia al suo seggio in Parlamento dopo le accuse dell’opposizione

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 marzo 2006

 

 

LA CONDIZIONE DEI VESCOVI EMERITI, LA QUESTIONE DEI SEGUACI

DI MONS. LEFEBVRE E IL DIALOGO TRA CHIESA E L’ISLAM: QUESTI I TEMI

CHIAVE AL CENTRO DELL’INCONTRO IN VATICANO TRA BENEDETTO XVI

 E I CARDINALI, ALLA VIGILIA DEL CONCISTORO PER LA CREAZIONE

DI 15 NUOVI PORPORATI

- Con noi, l’arcivescovo di Seul, Nicolas Cheong-Jin-Suk -

 

E’ iniziato stamani alle 9.30, nell’Aula del Sinodo in Vaticano, l’incontro di Benedetto XVI con i membri del Collegio cardinalizio, convocati per un momento di riflessione e preghiera prima del Concistoro Ordinario Pubblico di domani, nel quale il Papa creerà quindici nuovi cardinali. Tanti i temi al centro dell’assise: dalla questione dei seguaci di mons. Lefebvre al rapporto tra Chiesa e Islam. Il servizio di Alessandro Gisotti.

 

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Un incontro in “spirito di unità e comunione” per confrontarsi sulle grandi sfide per la vita della Chiesa: con questa finalità si sta svolgendo in Vaticano la riunione del Papa con i membri del Collegio cardinalizio, alla vigilia del Concistoro per la creazione di 15 nuovi cardinali. Introducendo l’incontro, informa un comunicato della Segreteria di Stato, il Papa ha espresso il desiderio che fosse consacrato “anzitutto ad alcuni argomenti quanto mai attuali”. In particolare, sono oggetto di confronto dell’assise la “condizione dei vescovi emeriti”, la “questione sollevata da mons. Lefebvre”, “la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II” e, infine, “le questioni connesse con il dialogo tra la Chiesa e l’Islam”.

 

Il Papa ha messo l’accento sullo spirito di unione che deve caratterizzare ogni riunione ecclesiale, “specialmente quando si incontrano quanti il Signore ha chiamato a posti di responsabilità nella sua Chiesa”. Quindi, ha ricordato il tempo liturgico quaresimale giunto ormai a metà del cammino e l’odierna memoria di San Turibio de Mongrovejo, “modello di pastore totalmente dedito al servizio del Vangelo”. Nel corso della mattinata, informa sempre la Segreteria di Stato, sono intervenuti il cardinale Giovanni Battista Re, sul tema dei vescovi emeriti, ed il cardinale Darío Castrillón Hoyos, sulla questione dei seguaci di mons. Lefebvre. Sull’argomento sono intervenuti 20 cardinali. Nel pomeriggio, i lavori continueranno sugli altri temi, con gli interventi del cardinale Francis Arinze e del cardinale Angelo Sodano.

 

 L’incontro sulle priorità attuali per la Chiesa è stato aperto dall’intervento dello stesso cardinale decano, Angelo Sodano, che ha indicato la rilevanza di questa giornata per i collaboratori del Pontefice:

 

“Le siamo tutti molto grati per averci voluto convocare a questa giornata di preghiera e di riflessione, per un’azione congiunta sempre più aderente alle grandi sfide pastorali dell’ora presente”.

 

“La convocazione del presente concistoro - ha osservato ancora il porporato - ci rivela quanta importanza” il Papa “attribuisca al collegio cardinalizio”.

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Domani, dunque, a partire dalle ore 10.30, sul sagrato della Basilica Vaticana, si terrà il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di quindici nuovi cardinali. Dopo le visite di cortesia ai nuovi cardinali - nel pomeriggio di domani - sabato 25 marzo, nella Solennità dell’Annunciazione, il Papa presiederà la Santa Messa in piazza San Pietro con i nuovi porporati ai quali consegnerà l’Anello cardinalizio. Con questo Concistoro i cardinali salgono a 193, di cui 120 elettori. I nuovi cardinali, sottolineò il Papa il 22 febbraio annunciando il Concistoro, “rispecchiano bene l’universalità della Chiesa”. Tra i tre nuovi cardinali asiatici anche l’arcivescovo di Seul, Nicolas Cheong-Jin-Suk che al microfono di Tracey McGlure sottolinea il suo impegno per la riconciliazione delle due Coree:

 

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I THINK IT IS MOST IMPORTANT….

“Penso che sia molto importante riconciliarci e perdonarci a vicenda. Durante la guerra entrambe le parti hanno usato metodi disumani. Ora dobbiamo tutti chiedere scusa reciprocamente e perdonarci l’un l’altro. E’ una cosa importantissima e la prima da farsi in vista della riconciliazione tra i coreani. La stampa coreana esprime tale speranza ed io da cardinale mi adoprerò per la riconciliazione tra la Corea del Nord e quella dl Sud. Cercherò di fare del mio meglio sotto la guida della Santa Sede. Ora che la Santa Sede e la Cina provano a dialogare, credo che questo possa avere una certa influenza sui rapporti tra i nostri due Paesi.

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CREAZIONE DI DIOCESI

 

    In India, Benedetto XVI ha eretto la diocesi di Jashpur, con territorio dismembrato dalla Diocesi di Raigarh, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Raipur. Come primo vescovo della nuova diocesi, il Papa ha nominato mons. Victor Kindo, trasferendolo dalla diocesi di Raigarh. In quest’ultima, il Pontefice ha nominato il sacerdote Paul Toppo, finora vicario generale di Raigarh.

   

La nuova diocesi di Jashpur, con i suoi 6 mila Kmq. comprenderà geograficamente l’intero Distretto civile di Jashpur, nello Stato di Chhattisgarh. La popolazione è di 740 mila persone, delle quali oltre 185 mila cattolici, suddivisi in 46 parrocchie, con 155 sacerdoti, tra religiosi e diocesani, e 331 religiose. L’attuale cattedrale di Raigarh, dedicata a Our Lady of the Rosary” e situata a Kunkuri, sarà la cattedrale dell’erigenda Diocesi.

 

    Il nuovo vescovo della diocesi di Raigarh, mons. Toppo, ha 49 anni. Ha completato gli studi filosofici e quelli teologici al Seminario di St. Albert's College di Ranchi. Ha ottenuto la Licenza in liturgia presso il Pontificio Istituto di S. Anselmo a Roma. Ha svolto, tra l’altro, il ministero di parroco e di rettore del Seminario minore di Gholeng.

 

 

 

 

SI CONCLUDE DOMANI IL “CORSO SUL FORO INTERNO” TENUTO DALLA PENITENZIERIA APOSTOLICA: LE INDICAZIONI SUL COME CONFESSARE AI NEO SACERDOTI

- Intervista con S.E. padre Gianfranco Girotti -

 

    Seicento giovani sacerdoti a confronto con l’amministrazione di uno dei Sacramenti più “ostici” per molti cristiani: la Confessione. L’argomento è stato trattato questa settimana durante il “Corso sul foro interno”, che si concluderà domani presso il Palazzo della Cancelleria, a Roma. Si tratta di un momento di riflessione sulle modalità più adatte a far sperimentare in profondità ai fedeli la misericordia di Dio e della Chiesa. Ma quali sono i consigli e le indicazioni che il Corso fornisce a un giovane sacerdote che si appresta a impartire il perdono della Riconciliazione? Giovanni Peduto lo ha chiesto al reggente della Penitenzieria apostolica, S.E. padre Gianfranco Girotti:

 

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R. - Innanzitutto lo inviterei ad essere fedele alla dottrina del magistero e alle norme disciplinari che regolano il ministero della riconciliazione e poi lo inviterei a mostrarsi accogliente, sereno, non frettoloso, mai dimostrare meraviglia, neanche per i peccati più degradanti, lo inviterei ad avere sempre la massima cortesia, facendo capire al penitente che egli non perderà mai la sua fiducia, neanche se accusasse peccati gravissimi.

 

D. - Cosa deve assolutamente evitare un sacerdote durante la Confessione?

 

R. - Ritengo che il Confessore, essendo un “buon medico” dello spirito, debba sempre usare carità e mai parole dure, minacciose, di rimprovero. La durezza del confessore talvolta può essere fatale per molti. Il compianto Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, proprio in un messaggio rivolto ai partecipanti al “Corso sul Foro interno”, ebbe a tracciare un profilo assai significativo della figura umana del sacerdote confessore, indicando che “la delicatezza e la carità” devono essere i tratti distintivi del confessore: egli deve imitare la ‘misericordia’ di Dio, mostrando tutta la “benignità e l’umanità” del Salvatore.

 

D. - Oggi si confessa ancora troppo poco?

 

R. - Ricordo che Papa Luciani, di venerata memoria, diceva che dopo il Concilio di Trento sono aumentate le confessioni e sono diminuite le comunioni, dopo il Concilio Vaticano II, invece, sono aumentate le comunioni, ma sono diminuite le confessioni. Il motivo – ritengo – sia dovuto principalmente alla perdita del senso del peccato, alla venuta meno del senso dell’offesa di Dio, anche in dipendenza di un’etica che relativizza la norma morale, negando che possano esistere atti intrinsecamente illeciti. Mi pare di poter affermare che oggi si riscontra in molti una sorta di disaffezione verso il Sacramento della Penitenza.

 

D. - Come avvicinare di più i fedeli al Sacramento della Penitenza?

 

R. - Ritengo che occorra proporre ed avviare una appropriata ed approfondita catechesi, ricordando che nella Riconciliazione sacramentale il perdono di Dio è fonte di rinascita spirituale e principio di santificazione.

   

D. - Come trattare alcuni delicati argomenti ? Pensiamo per esempio a situazioni matrimoniali irregolari che coinvolgono non pochi fedeli cattolici…

 

R. - E’ vero, non raramente nell’ambito della confessione si presentano situazioni di particolare delicatezza e perciò di particolare impegno per il Confessore. Penso alle situazioni di quei fedeli uniti in matrimonio dalla Chiesa che, dopo un divorzio, si sono risposati civilmente e che vivono in un rapporto invalido davanti a Dio e alla Chiesa. Penso a quanti vivono more uxorio senza essere legati da valido matrimonio. Ebbene, occorre tener presente che, dinanzi a tali situazioni, il confessore non può seguire il proprio gusto, ma deve orientarsi secondo i criteri oggettivi della dottrina e della vita della Chiesa. Egli è il custode e l’amministratore del sacramento della riconciliazione e non già il padrone. Il Codice stesso ricorda che il Confessore, in quanto ministro della Chiesa, deve aderire fedelmente alla dottrina del Magistero e alle norme date dalla competente autorità. Egli però non può non seguire una pastorale che si ispiri al Vangelo, che non deve mai fare disperare nessuno. Egli non deve mai dimenticare che Cristo non è venuto per condannare, ma per salvare, per cui il confessore deve dimostrare verso tutti “attenzione e rispetto”.

 

D. - Quale speranza viene dal Sacramento della Riconciliazione?

 

R. - Ritengo che occorra vivere il Sacramento della Riconciliazione non con l’angoscia dell’analisi di tutte le colpe - quasi fosse una forca caudina - per accedere all’Eucaristia, ma come rendimento di grazia a Dio che perdona. Il sapersi riabbracciati da Dio, il sapersi perdonati dalle colpe è, senza dubbio, fonte di gioia ineffabile. In questo senso la Confessione è carica di speranza.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'incontro di Benedetto XVI con i membri del Collegio Cardinalizio. Spagna: l'annuncio della tregua dell'ETA consente l'avvio di negoziati.

 

Servizio vaticano - Aperta a Reggio Emilia la causa diocesana di canonizzazione del Fondatore dei Servi della Chiesa Don Dino Torreggiani. Celebrazione eucaristica a san Lorenzo in Damaso alla vigilia del primo anniversario del pio transito del servo di Dio Giovanni Paolo II.

 

Servizio estero - Nucleare: gli Usa fiduciosi di trovare una linea comune sull'Iran.

 

Servizio culturale - Completata l'ecclesiologia di Charles Journet.

 

Servizio italiano - Il tema delle elezioni.

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 marzo 2006

 

 

LE ATTESE DELLA CHIESA SPAGNOLA ALL’INDOMANI DELLA “TREGUA PERMANENTE”,

 ANNUNCIATA DALL’ETA. SARA’ UN “CAMMINO LUNGO E DIFFICILE”,

HA DICHIARATO IL PREMIER SOCIALISTA ZAPATERO, SOLLECITANDO IL SOSTEGNO

DI TUTTE LE FORZE POLITICHE PER RIAVVIARE IL PROCESSO DI UNA PACE DEFINITIVA

- Servizi di Roberta Gisotti e Ignazio Arregui -

 

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“Reale speranza” esprimono i vescovi spagnoli alla guida delle diocesi basche dopo l’annuncio ieri da parte dell’ETA, di una “tregua permanente” a partire dalla mezzanotte di domani venerdì 24 marzo, supponendo che questa volta si possa presagire “una rinuncia definitiva alla violenza”. Stamani in un nuovo comunicato - pubblicato in lingua basca, spagnola e francese dal quotidiano locale Gara - l’organizzazione armata chiede ai governi di Madrid e di Parigi di lasciare da parte “la repressione” e mostrare “la volontà di una soluzione negoziata del conflitto”, che garantisca ''i diritti della patria basca e del suo popolo, anche di poter scegliere in futuro qualsiasi ''opzione politica''. L'ETA afferma che ''continuerà a compiere passi'' in direzione di una ''soluzione democratica''.

 

Dibattito dunque acceso oggi su tutti i media spagnoli, dove si raccolgono reazioni ed opinioni alla proposta dell’ETA: traspira una grande voglia di pace, sia pure con riserve e dubbi. A partire dalla “cautela e prudenza” espressa dal premier spagnolo Zapatero, che ha dichiarato in Parlamento che “tutto il processo di pace, dopo tanti anni di terrorismo, sarà lungo, duro e difficile”, ma che tutti sono “chiamati e obbligati” a riavviare, auspicando da parte del governo di “poter contare su tutte le forze politiche”. Ma non sarà facile collaborare con il leader del Partito Popolare di opposizione di centrodestra, Rajoi, che ha già chiesto a Zapatero di “non dichiararsi in tregua”. Soddisfazione e appoggio a Madrid ha invece espresso Javier Solana, responsabile della politica estera dell’Unione Europea: “una buona notizia – ha commentato - per l’intero popolo spagnolo e per tutti gli europei”. E’ stato intanto rinviato a mercoledì prossimo il processo – previsto domani - ad Arnaldo Otegi, portavoce del partito fuorilegge Batasuna, ritenuto il braccio politico dell’ETA, accusato di violenze di strada, e che viene indicato come possibile interlocutore del governo per i negoziati con il gruppo armato.

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Ma ascoltiamo da Bilbao un commento del nostro direttore dei Servizi informativi centrali, padre Ignazio Arregui, su questo cruciale momento che sta vivendo la Spagna, per porre fine ad un estenuante conflitto che in 38 anni ha provocato quasi mille morti.

 

 

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Non è certo la prima volta che ETA decide unilateralmente un “cessate il fuoco”, ma in questa occasione il suo gesto ha suscitato un enorme interesse per un ampio dibattito, come se fossimo alle porte di qualcosa di concreto e decisivo per la pace. Non è facile spiegare il perché di questa enorme risonanza che ha avuto stavolta il comunicato dell’ETA. E’ vero che l’attuale governo socialista aveva annunciato da tempo l’intenzione di fare passi concreti e di tentare nuove iniziative pur di raggiungere un vero clima di pace e sicurezza. Ormai, da qualche tempo si affermava che erano in corso contatti con l’ETA o con esponenti vicini al gruppo armato. Si aspettava, dunque, in certi ambienti qualche passo importante nei rapporti tra il governo centrale e l’ETA. Ancora è presto per prevedere i prossimi passi o per assicurare che questa sarà finalmente la volta buona, ma tutti fanno capire che qualcosa di diverso e più importante sta per accadere per la fine della violenza in Spagna.

 

Poco dopo la diffusione del comunicato dell’ETA, i vescovi della comunità autonoma basca, Bilbao, Victoria e San Sebastian, hanno pubblicato una lettera nella quale manifestano il loro sentimento di speranza nella soluzione di un così lungo conflitto. “Se questo gesto comporterà una rinuncia definitiva alla violenza - dicono - proveremo un forte sentimento di sollievo, nella speranza che finalmente questo possa essere un passo determinante, importante, verso la pace e la riconciliazione”. I vescovi parlano di una nuova situazione e tutti i cittadini sono chiamati “a collaborare nella creazione di un clima sociale nel quale si rinunci definitivamente alla violenza”. I vescovi delle diocesi basche rivolgono poi un pensiero alle tante vittime della violenza e si impegnano ad offrir loro, come in passato, l’assistenza e l’aiuto necessario. Infine, i presuli invitano tutti i fedeli “a pregare per la pace e la riconciliazione”, a collaborare instancabilmente a favore della riconciliazione e di un perdono che va non solo chiesto, ma anche dato e accolto.

 

Da Bilbao, padre Ignazio Arregui.

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UNA MESSA QUESTO POMERIGGIO A ROMA IN MEMORIA DI MONS. OSCAR ROMERO.

DOMANI, NEL 26.MO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE SI CELEBRA LA XIV GIORNATA

DI PREGHIERA E DIGIUNO PER I MARTIRI MISSIONARI. OLTRE A LUI SARANNO

RICORDATI I 25 OPERATORI PASTORALI CHE NEL 2005 HANNO DATO

 LA LORO VITA PER L’APOSTOLATO

- Intervista con mons. Alvaro Ramazzini -

 

Domani ricorre la XIV giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri che cade nell’anniversario della morte di mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso il 24 marzo del 1980. Questo pomeriggio a Roma, alle 18, nella parrocchia dei SS. Apostoli, mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos, in Guatemala, presiederà una Messa per ricordare il presule assassinato. E domani pomeriggio, sempre a Roma, sempre mons. Ramazzini animerà un Forum sul senso del martirio nelle tre fedi monoteistiche. Al presule Tiziana Campisi ha chiesto che cosa, ancora oggi, nella vita dell’arcivescovo Oscar Romero, suscita riflessioni.

 

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R. – Innanzitutto, io direi la sua coerenza. Lui veramente ha cercato di fare della sua fede nel Vangelo il motivo essenziale della sua vita, del suo ministero episcopale. C’è una coerenza che - davanti alla crisi che adesso vive il cristianesimo nell’America Centrale - è molto importante, non soltanto sottolinearla, ma ricordarla. In secondo luogo, nella sua vita è da tener presente la sua opzione per quelli che erano emarginati, esclusi che oggi ancora sono la maggioranza, non solo in America Centrale, ma in diverse parti del mondo. Una opzione fatta per fede al Vangelo, sorretta da nessuna ideologia, ma soltanto da una passione per il Regno di Dio e da un amore molto profondo verso Dio.

 

D. – Come i latinoamericani guardano a questa figura?

 

R. – Purtroppo, in molti settori della Chiesa mons. Romero non è ancora tanto conosciuto, come dovrebbe essere. Difatti, anche per questo, esistono “Comitati Oscar Romero” per aiutare a conoscere la sua figura, la sua spiritualità, la sua esperienza di vita. Credo, comunque, che per moltissimi cristiani e cattolici il suo esempio sia qualcosa di importante. E’ una storia, poi, quella di mons. Romero, che si aggancia perfettamente anche a tante testimonianze di altri: laici, uomini e donne, e pure sacerdoti e religiose, che hanno dato anche loro una testimonianza molto forte della loro fede.

 

D. – Esistono ancora oggi dei martiri ed esistono dei martiri nelle tre fedi monoteistiche…

 

R. – Adesso più che mai abbiamo bisogno di testimonianze e non tanto di accademici che parlino del cristianesimo. Abbiamo bisogno di testimoni della fede. Ed io credo che ciascuno di noi debba farsi un esame di coscienza, per verificare fino a che punto, nella realtà personale, si viva questa missione dell’essere testimoni di una vita nuova, vita che Gesù Cristo ci ha dato, nella quale crediamo, nella quale siamo soggetti con una partecipazione attiva, nella quale viviamo”.

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PREVENIRE E MITIGARE I DISASTRI NATURALI: È IL TEMA SCELTO

DALL’ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE (WMO)

PER L’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA METEOROLOGIA

- Con noi il prof. Giampiero Maracchi -

 

Prevenire e mitigare i disastri naturali: con questo intento, l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) celebra oggi la Giornata mondiale della meteorologia. Dal 1990 a oggi, i danni provocati dalle catastrofi naturali sono aumentati di 4 volte a causa del cosiddetto “effetto serra”, un surriscaldamento del pianeta dovuto all’emissione di gas nell’atmosfera, che rende più estreme le condizioni meteorologiche e climatiche. Il servizio di Roberta Moretti.

                                                     

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         Nel 2005, la siccità ha colpito il Corno d’Africa, provocando in Malawi la peggiore carestia da dieci anni a questa parte. E se l’assenza di precipitazioni non ha risparmiato anche diverse zone dell’Europa, dell’Asia, dell’Australia e del Brasile, in molte parti del mondo, al contrario, le piogge intense hanno provocato violente inondazioni. E sempre lo scorso anno, un numero record di uragani ha investito la fascia atlantica, mentre in Antartide il buco nell’ozono ha raggiunto le dimensioni più grandi mai registrate, dopo gli anni catastrofici del 2000 e del 2003. Ma in che modo è possibile prevenire e mitigare questi disastri naturali? Il direttore dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, il prof. Giampiero Maracchi:

 

R. – La prevenzione è legata alle tecniche che sono sempre più efficaci come i calcolatori molto veloci, come le osservazioni satellitari. Oggi siamo in grado di fare delle previsioni sempre più attendibili fino a sette giorni, si fanno le previsioni fino a 15 giorni un po’ meno attendibili e c’è anche questo strumento della previsione stagionale che dà delle indicazioni a livello dei due, tre mesi. Mitigare invece rientra nel Protocollo di Kyoto, vuol dire cioè diminuire le emissioni dei gas - il cosiddetto “effetto serra” - impiegate anche nei trasporti, nei riscaldamenti, e nelle industrie. E’ un problema molto più complesso che ha dei risvolti anche di tipo etico, politico, economico, molto importanti. 

 

E se gli Stati Uniti, che sono i maggiori responsabili delle emissioni di gas nell’atmosfera, non hanno ancora sottoscritto il Protocollo di Kyoto, giungono segnali positivi dall’Oriente, con l’impegno, in questo senso, da parte di India e Cina. Ma quali sono le conseguenze economico-sociali dell’“effetto serra”? Ancora Maracchi:

 

R. – L’estremizzazione di questo fenomeno nei Paesi in via di sviluppo, che già hanno problemi legati alla fame, può creare ulteriori problemi e quindi in questo modo aumenta ancor più il divario  fra il Nord e il Sud del mondo. Senza contare il fatto che poi paghiamo una quantità enorme di risorse. Prendiamo una cifra sull’Italia: negli ultimi 15 anni abbiamo mediamente pagato circa 4 miliardi di euro tutti gli anni per gli effetti delle piogge più intense.

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CHIESA E SOCIETA’

23 marzo 2006

 
 

SI CHIUDE DOMANI L’ASSEMBLEA PLENARIA DELLA COMMISSIONE DEGLI EPISCOPATI DELLA COMUNITA’ EUROPEA. IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

AL CENTRO DEL LAVORO DELLA COMECE, DALLA QUALE SI E’ CONGEDATO

DOPO 13 ANNI IL PRESIDENTE, MONS. HOMAYER

- A cura di Andrea Cocco -

 

BRUXELLES. = E’ in corso a Bruxelles l’Assemblea plenaria dei Vescovi della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE). Iniziato nella giornata di ieri, l’incontro sarà incentrato sul rafforzamento del dialogo interculturale e interreligioso alla luce dei recenti episodi di intolleranza scatenati dalla pubblicazione di caricature del profeta Maometto su alcuni quotidiani europei. Alla riunione, in cui si parlerà dell’adozione di un piano di azione per l’incremento del dialogo e della tolleranza, interverranno anche rappresentanti della stampa ed esperti come Julian Vassallo, responsabile per il Medio Oriente del Consiglio d’Europa, o Joachim Fritz Vannahme, giornalista del quotidiano tedesco Die Zeit. Tra gli obiettivi dell’assemblea, anche la preparazione di una dichiarazione che sintetizzi le riflessioni della COMECE sul futuro dell’Unione Europea. Ma l’assemblea, che si chiude domani, è stata anche l’occasione per salutare la fine del mandato del vescovo Josef Homayer, che dopo 13 anni lascia la presidenza della COMECE. In suo onore, ieri, l’incontro sul tema “Religione e Politica in Europa” al quale ha preso parte, tra gli altri, l’arcivescovo Michael Fritzgerald, nunzio apostolico in Egitto. Ed è proprio l’intervento dell’arcivescovo a riportare l’attenzione sul tema della libertà religiosa all’interno dello Stato. “Negare il libero esercizio della religione costituisce un’ingiustizia contro la persona umana”, ha detto il nunzio apostolico, sottolineando tuttavia che la libertà di espressione e quella di diffondere la propria dottrina non devono mai infrangere i diritti degli altri.

                 

 

ESPOSTO AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO IL CODICE TRIVULSIANO DI LEONARDO. COSI’ LA CITTA’ CELEBRA I CINQUECENTO ANNI

DEL RITORNO DELL’ARTISTA E INVENTORE NEL CAPOLUOGO LOMBARDO.

- A cura di Fabio Brenna -

 

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MILANO. = Milano celebra il V centenario del ritorno di Leonardo nel capoluogo lombardo, mettendo in mostra il Codice Trivulsiano, il prezioso manoscritto vinciano che prende il nome dalla biblioteca che lo custodisce, all’interno del Castello Sforzesco. E proprio in questa sede sarà possibile ammirare fino al 21 maggio prossimo il Codice, che accoglie note e disegni realizzati dall’artista e scienziato fra il 1487 e il 1490. Oltre alle liste lessicali, le pagine del Codice racchiudono spettacolari disegni e note, come studi di caricature, studi per il consolidamento del tiburio del Duomo di Milano e studi d’arte militare. Le pagine più significative dell’originale di Leonardo saranno visibili a rotazione. Di esse, viene proposta una nuova analisi filologica, relativamente agli otto mila vocaboli contenuti, a testimonianza del lessico dotto del tempo. Sarà poi proposta la ricostruzione della biblioteca di Leonardo, attraverso i fondi della Biblioteca Trivulsiana e della Braidense di Milano, oltre a prestiti dalla Biblioteca Medicea di Laurenziana di Firenze. A ricreare la biblioteca personale si è giunti attraverso il recupero di tre elenchi di libri, stilati dallo stesso genio nei suoi appunti manoscritti. Parallelamente alla mostra è stato allestito un itinerario visivo nel centro di Milano, che partendo da Via Mercanti conduce alla sede espositiva del Castello Sforzesco, e cerca di evocare il clima e l’atmosfera culturale della Milano sforzesca. Il percorso, composto da immagini, testi e citazioni, racconta del Codice Trivulsiano e dell’altro manoscritto vinciano, custodito presso la Biblioteca Ambrosiana, sempre nel capoluogo lombardo, il Codice Atlantico, e illustra il rapporto che Leonardo ebbe con Milano, con il suo impegno per i Navigli, l’affresco del Cenacolo, i dipinti e i progetti per la città commissionati da Ludovico Il Moro.

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SIMPOSIO DI PRESENTAZIONE A ROMA “DEI MONUMENTA LITURGICA CONCILII

TRIDENTINI”, RIEDIZIONE ANASTATICA DEI DOCUMENTI CONSEGNATI

ALLA CHIESA CATTOLICA DAL CONCILIO DI TRENTO

 

ROMA. = Saranno presentati oggi a Roma, presso l’Istituto Salesiano “Sacro Cuore” di Via Marsala 42, i “Monumenta Liturgica Concilii” Tridentini. Edita con gli eleganti caratteri della Libreria Editrice Vaticana, l’opera raccoglie in sei volumi la riedizione anastatica dei documenti che il Concilio di Trento (1545 – 1563) ha concepito e consegnato alla Chiesa Cattolica. Portata a compimento grazie al lavoro di ricerca di alcuni studiosi dell’Università Pontificia Salesiana, la raccolta è ricca di introduzioni e appendici che accompagnano i testi. Al simposio di presentazione, previsto per le ore 16 di oggi, interverranno tra gli altri il senatore Giulio Andreotti, l’arcivescovo Piero Marini, maestro delle cerimonie pontificie, ed il prof. Massimo Palombella, Matias Augé e Tullio De Mauro. (A.C.)

 

 

CONVOCATA A ROMA L’ASSEMBLEA GENERALE DELLA SOCIETA’

DELLE MISSIONI AFRICANE CHE AVRA’ LUOGO DAL 16 APRILE PROSSIMO AL 12 MAGGIO, A POCHI MESI DELLA CELEBRAZIONE DEL 150.MO ANNIVERSARIO

DELLA FONDAZIONE DELL’ISTITUTO

 

ROMA. = Ricorre quest’anno il 150.mo anniversario della fondazione della Società delle Missioni Africane. “Siamo orgogliosi di quello che i nostri membri hanno conseguito; guardiamo il futuro e ricerchiamo insieme il modo con il quale possiamo continuare a realizzare la visione del nostro fondatore e portare a termine la nostra missione”. Come ci riferisce l’agenzia FIDES, con queste parole  P.Kieran O’Reilly, superiore generale della Società delle Missioni Africane (SMA), ha annunciato la prossima Assemblea generale della Congregazione missionaria, che avrà luogo a Roma dal 16 aprile 2006 al 12 maggio 2007. Tra i compiti previsti: vigilare sul patrimonio della Società, verificare l’andamento della vita e del lavoro della Società per rinnovarne le energie nella continuazione della missione, pianificare il futuro, oltre ad eleggere il superiore generale e il suo Consiglio. “La preparazione dell’evento è in corso, ha affermato P. O’Reilly. “Si sta svolgendo una consultazione che coinvolge tutta la Società sulle future strutture della Congregazione, alla luce dei cambiamenti significativi che si sono avuti negli ultimi 20 anni”. In vista dell’assise generale, il superiore generale della SMA ha incontrato i religiosi che operano nelle diocesi di Bangui e Berberati, nella Repubblica Centrafricana, dove, come spiega P. O’Reilly, “vi è un gruppo internazionale di nostri missionari, provenienti da 7 Paesi: Francia, Ghana, Kenya, Nigeria, Polonia, Togo e Zimbabwe; profondamente impegnati nel lavoro della Società e nel servizio dei più abbandonati, come desidera il nostro fondatore, Mons. De Brèsillac”. (S.C.)

 

 

ZANZARIERE E ANTIFEBBRILI: LANCIATO IN RWANDA IL PROGRAMMA

DEL GOVERNO PER RIDURRE L’INCIDENZA DELLA MALATTIA,

CHE CAUSA OLTRE LA META’ DEI DECESSI NEL PAESE

 

KIGALI. = Distribuzione gratuita di zanzariere a donne in gravidanza e bambini e sconti per chiunque voglia acquistarne una. Questa la ricetta del governo rwandese per combattere la malaria. Obiettivo del programma lanciato dal governo di Kigali è quello di ridurre drasticamente l’incidenza della pandemia che causa il 60 per cento dei decessi nel Paese. Oltre alla distribuzione delle zanzariere, che secondo i dati forniti dal Ministero nazionale della Salute sono usate solo dal 29,7 per cento della popolazione, il piano anti-malaria prevede la distribuzione di medicinali contro la febbre per contrastare, soprattutto nei bambini, i primi sintomi malarici. Secondo quanto riporta l’agenzia MISNA, il progetto è stato realizzato anche grazie alla collaborazione del governo con l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che ha fornito i medicinali antimalarici a prezzo ridotto, e con un'organizzazione non profit americana che ha fornito le zanzariere a prezzo di costo. (A.C.)

 

 

ERITREA: NONOSTANTE LA CRISI ALIMENTARE CONTINUA LA POLITICA

DI ISOLAMENTO DEL GOVERNO DEL PRESIDENTE AFEWERKI CHE HA DECISO

DI ESPELLERE ALTRE TRE AGENZIE NON GOVERNATIVE

 

ASMARA. = Una lettera nella quale si comunica che l’organizzazione non ha i requisiti necessari per lavorare in Eritrea. Il governo di Asmara non ha ritenuto necessarie ulteriori spiegazioni riguardo alla decisione di espellere dal proprio territorio tre agenzie non governative internazionali, impegnate in progetti di cooperazione e aiuto allo sviluppo. E questo, nonostante il Paese stia attraversando un difficilissimo momento a causa della carestia e del lungo periodo di siccità che ha compromesso buona parte dei raccolti. Eppure, per la US Charity Mercy Corps, l’Irish agency Concern e la Britannica Acord, le tre ONG invitate a lasciare il Paese, lo stupore è durato poco. Il provvedimento è infatti solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di episodi che hanno visto il governo eritreo del presidente Isaias Afewerki allontanarsi gradualmente dalla comunità internazionale e chiudersi in un isolamento sempre più rigido. Solo lo scorso anno, il Paese ha deciso di sospendere una missione dell’ONU sulla produzione di frumento, mentre a settembre la chiusura è toccata ai magazzini per la distribuzione degli aiuti alimentari. (A.C.)

 

 

PRESENTATO QUESTA MATTINA A ROMA IL PROGETTO EFREM

 PRESSO LA SEDE DELL’OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = E’ stato presentato questa mattina a Roma alle 11, presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi (ORP), il progetto EFREM, formula innovativa di soggiorno attivo rivolta a persone senior che vogliono condividere esperienze, spiritualità e benessere fisico e motorio. Sono intervenuti, tra gli altri, mons. Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, la senatrice Maria Grazia Sestini, sottosegretario al Ministero del welfare, e il dott. Donato Greco, direttore generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute. Il Progetto EFREM rientra tra le più significative novità della programmazione ORP 2006. L’iniziativa si rivolge a chi, superati i cinquant’anni, va verso una nuova primavera dell’esistenza, caratterizzata da molto tempo libero da dedicare alla coltivazione di interessi, hobby e del proprio benessere. EFREM è una formula innovativa di ospitalità, durante la quale, attraverso un percorso dinamico di incontro e scoperta, si origina in ciascuno la spinta a vivere, con nuove modalità e approcci, la propria condizione con gioia e serenità. Il programma, della durata dei 15 giorni, mira a valorizzare la terza età, finalmente libera dalle pressioni e dagli impegni quotidiani, per diventare una preziosa risorsa per sé e per gli altri: prevede infatti attività motoria quotidiana (palestra, piscina, passeggiate ed escursioni); itinerari culturali (enogastronomia, storia e archeologia etrusca, ambiente e natura, terme e salute); seminari a tema (per la prevenzione sanitaria e la cultura alimentare e motoria); attività ricreative e culturali; assistenza spirituale. Cornice dei soggiorni, che partiranno il 29 aprile 2006, sarà Cortevecchia, a Semproniano, nel cuore della Maremma toscana, a pochi chilometri da Saturnia. Le partenze in programma per il 2006 sono: aprile (29), maggio (13 e 27), giugno (10), settembre (2, 16 e 30) e ottobre (14). Le ricerche hanno rilevato come sia in atto una rivoluzione della percezione individuale della senescenza e delle visioni stereotipate e pietiste dell’anziano come soggetto debole o, comunque, fragile: si sta facendo largo tra i seniors una visione originale e particolarmente positiva della terza età, vista come tempo della libera scelta e di nuove opportunità. In questo quadro, l’Opera Romana Pellegrinaggi pianifica e organizza soggiorni a tema per la terza età, durante i quali diffondere, valorizzare e consolidare un nuovo stile di vita per il Benessere della Persona Seniors.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 marzo 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, sono stati liberati, dopo quattro mesi di prigionia, tre dei quattro pacifisti occidentali rapiti dalla guerriglia a Baghdad lo scorso 26 novembre. A Baghdad, intanto, una serie di attentati ha provocato decine di morti. Il nostro servizio:

 

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Il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ha confermato la liberazione degli ostaggi precisando che sono stati rilasciati al termine di un blitz condotto da soldati della coalizione con successo e senza nessuna perdita.

 

I AM DELIGHTED THAT NOW WE HAVE A HAPPY…

 

“Sono felice – ha detto Straw - per questo lieto fine alla terribile sofferenza provata dagli ostaggi e dalle loro rispettive famiglie”. I cooperanti liberati sono due canadesi e un britannico, appartenenti all’organizzazione umanitaria “Christian Peacemaker Teams”. I tre, trasferiti al sicuro nella “zona verde” di Baghdad, sono in buona salute. Con loro era stato sequestrato anche un cittadino statunitense, ucciso dai rapitori all’inizio di marzo. Straw, dopo aver espresso il proprio dolore per la morte dell’americano, ha anche elogiato le forze impegnate nell’operazione. Sul terreno, intanto, una drammatica serie di attacchi ha scosso Baghdad causando decine di morti: un attentato kamikaze contro la sede dell’unità anti-crimine ha provocato la morte di ameno 15 persone. Altre fonti parlano di 19 vittime, la maggior parte poliziotti. Almeno 4 agenti sono morti, poi, per l’esplosione di un’altra autobomba. La deflagrazione di un ordigno in un mercato di Baghdad ha causato, infine, la morte di 5 civili.

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L’Afghanistan invoca la “comprensione” dell’opinione pubblica sul caso di Abdul Rahman, l’uomo condannato a morte da un tribunale di Kabul per essersi convertito al cristianesimo dall’islam. “Il governo – si legge in una nota diffusa dall’ambasciata afghana a Washington – assicurerà i diritti costituzionali dei suoi cittadini”. Nel documento, si precisa anche che il sistema giudiziario afghano potrebbe annullare la condanna capitale se l’uomo sarà riconosciuto malato di mente. Intanto, l’ONU ha chiesto alle autorità afghane di “rispettare il diritto alla libertà religiosa” e l’organizzazione umanitaria Amnesty International ha sottolineato l’urgenza di avviare in Afghanistan un’immediata riforma giudiziaria.

 

In Medio Oriente, tre presunti estremisti palestinesi sono stati uccisi, nella notte, durante un’incursione aerea israeliana nei pressi di Gaza. Sul versante politico, cresce l’attesa per il voto di fiducia del Parlamento palestinese, annunciato per lunedì, al nuovo governo guidato dal movimento islamico Hamas. Ieri, l’OLP ha bocciato, intanto, il programma del nuovo esecutivo presentato domenica scorsa al presidente Abu Mazen.

 

Sonia Gandhi, vedova del defunto premier Rajiv Gandhi e leader del Congresso, il partito al governo in India, ha annunciato le dimissioni dal Parlamento di New Delhi. Nei giorni scorsi, l’opposizione aveva accusato Sonia Ghandi, di origini italiane, di non aver rispettato il regolamento interno all’Assemblea. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Il suo seggio da deputato, vinto nel collegio elettorale di Raebareli, roccaforte della famiglia, nello Stato dell’Uttar Pradesh, è incompatibile con altri incarichi remunerati. La maggioranza in Parlamento in questi giorni aveva cercato di modificare la legge indiana che stabilisce l’incompatibilità tra seggio di deputati ed altri incarichi retribuiti. Il partito dell’opposizione indù nazionalista, il PJP, ora esulta per aver costretto alle dimissioni la Gandhi sventando il tentativo della maggioranza di salvare la sua leader. Sonia Gandhi, che rimane comunque a capo del Congresso e dell’Alleanza di governo, ha detto che era la cosa giusta da fare, ma davanti al n. 10 di Jampata, storica sede del partito a New Delhi, decine di suoi sostenitori si sono radunati per manifestare contro le dimissioni decise dalla Ghandi dopo una riunione con i figli Prianka e Raoul.

 

Da New Delhi per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Nuovo sospetto caso di influenza aviaria in Cina, dove sono in corso analisi per stabilire la causa del decesso di una a donna di 27 anni morta martedì scorso a Shangai. In Cina, sono stati accertati, finora, 15 casi umani di influenza aviaria. Dieci di questi hanno portato alla morte delle persone contagiare dal virus. In Italia, intanto, la Confederazione italiana agricoltori ha dichiarato che i 100 milioni di euro stanziati per sostenere il settore avicolo sono insufficienti.

 

In Francia, il primo ministro Dominique de Villepin ha inviato una lettera alle organizzazioni sindacali proponendo un incontro per discutere sul contratto primo impiego, provvedimento fortemente contestato da studenti e sindacati. La norma, voluta dal premier, prevede la possibilità per i datori di lavoro di licenziare nei primi due anni, senza giusta causa, i giovani con meno di 26 anni.

 

In Bielorussia, prosegue la protesta a Minsk contro il risultato delle elezioni presidenziali di domenica scorsa, vinte con oltre l’80 per cento dei voti da Alexander Lukashenko. Circa 300 persone hanno trascorso la notte al gelo nella piazza d’Ottobre. L’opposizione ha confermato, inoltre, la manifestazione di domani per chiedere la ripetizione delle elezioni. “Ma una tale protesta – ha detto il leader dell’opposizione, Alexandr Milinkevich  non può far cadere un dittatore”.

 

I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si ritrovano oggi a Bruxelles per il Vertice di primavera, il primo sotto la presidenza austriaca. Sull’incontro, incentrato soprattutto su questioni economiche, ascoltiamo il servizio di Giovanni Del Re:

 

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Sarà l’energia il tema cruciale di questo Vertice, che si apre oggi pomeriggio. E non a caso, dopo la gravissima crisi di inizio gennaio tra Russia e Ucraina e le numerose strozzature, gli Stati membri hanno capito che la questione energetica riguarda tutta l’Unione e che occorre un approccio comune. La presidenza austriaca ha sottolineato con un documento che è necessario diversificare le fonti, cercare soprattutto un’intensificazione dei rapporti con la Russia, ma anche applicare in modo pieno e coerente il mercato interno. Sullo sfondo vi sono i grandi contenziosi nazionali, come quello tra Francia e Italia dopo l’intervento di Parigi di creare una fusione tra “Suez” e “Gaz de France”, per bloccare il tentativo dell’italiana “Enel” di acquisire la stessa “Suez”. Oppure lo stop di Madrid al colosso tedesco energetico “E.on” all’acquisizione della società iberica “Endesa”. In effetti, la questione della rinascita del protezionismo nazionale sarà il grande convitato di questo summit economico e, comunque, durante l’incontro emergeranno anche altre questioni, come le misure per il rilancio delle economie europee. Mentre, per le questioni estere, si parlerà del futuro dell’Europa e degli ulteriori allargamenti. Ma saranno affrontate anche questioni di attualità, tra le quali la situazione palestinese con il nuovo governo all’insegna di Hamas, il programma nucleare iraniano e le elezioni in Bielorussia, che l’UE ha già definito non valide.

 

Da Bruxelles, per Radio Vaticana, Giovanni Del Re, AKI.

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Il dipartimento di Stato americano ha lanciato un allarme, esprimendo “preoccupazioni per la sicurezza in Italia”, in vista delle elezioni del 9 e del 10 aprile e di quelle amministrative di maggio. Nella nota, diffusa ieri, si invitano i cittadini americani ad essere “vigili e prudenti nei luoghi e nei mezzi pubblici”. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, l’allerta è giustificata: “Tutti i Paesi in vigilia elettorale – ha spiegato Fini – sono potenzialmente a rischio”. Il leader dell'Unione, Romano Prodi, ha detto invece che avvisi di questo genere possono alimentare angosce e paure.

 

Il governo argentino renderà pubblici gli archivi segreti dell’esercito, per favorire le indagini sulle violazioni dei diritti umani durante la dittatura militare. La storica decisione è stata annunciata dal ministro della Difesa, Nilda Garre, alla vigilia del trentesimo anniversario del golpe che il 24 marzo 1976 portò al potere i militari. Secondo le cifre fornite da associazioni per i diritti umani, sono almeno 30 mila gli oppositori politici rapiti e uccisi durante il regime.

 

 

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