RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 82- Testo della trasmissione di giovedì 23 marzo 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si chiude domani l’Assemblea plenaria della
Commissione degli episcopati della Comunità Europea
Esposto al Castello Sforzesco
di Milano il Codice Trivulsiano di Leonardo
Presentato questa mattina il Progetto Efrem
presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi
In Iraq, liberati con un blitz di soldati della coalizione i tre pacifisti rapiti quattro mesi fa
In India, Sonia Ghandi rinuncia al suo seggio in Parlamento dopo le accuse
dell’opposizione
23
marzo 2006
LA CONDIZIONE DEI VESCOVI
EMERITI, LA QUESTIONE DEI SEGUACI
DI MONS. LEFEBVRE E IL
DIALOGO TRA CHIESA E L’ISLAM: QUESTI I TEMI
CHIAVE AL CENTRO DELL’INCONTRO IN VATICANO TRA
BENEDETTO XVI
E I CARDINALI,
ALLA VIGILIA DEL CONCISTORO PER LA CREAZIONE
DI 15 NUOVI PORPORATI
- Con noi, l’arcivescovo di Seul, Nicolas Cheong-Jin-Suk -
E’ iniziato stamani alle 9.30,
nell’Aula del Sinodo in Vaticano, l’incontro di Benedetto XVI con i membri del
Collegio cardinalizio, convocati per un momento di riflessione e preghiera
prima del Concistoro Ordinario Pubblico di domani, nel quale il Papa creerà
quindici nuovi cardinali. Tanti i temi al centro dell’assise:
dalla questione dei seguaci di mons. Lefebvre al
rapporto tra Chiesa e Islam. Il servizio di Alessandro Gisotti.
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Un incontro in “spirito di unità e
comunione” per confrontarsi sulle grandi sfide per la vita della Chiesa: con
questa finalità si sta svolgendo in Vaticano la riunione del Papa con i membri
del Collegio cardinalizio, alla vigilia del Concistoro per la creazione di 15
nuovi cardinali. Introducendo l’incontro, informa un comunicato della
Segreteria di Stato, il Papa ha espresso il desiderio che fosse consacrato
“anzitutto ad alcuni argomenti quanto mai attuali”. In particolare, sono oggetto
di confronto dell’assise la “condizione dei vescovi
emeriti”, la “questione sollevata da mons. Lefebvre”,
“la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II” e, infine, “le questioni
connesse con il dialogo tra la Chiesa e l’Islam”.
Il Papa ha messo l’accento sullo
spirito di unione che deve caratterizzare ogni riunione ecclesiale, “specialmente quando si incontrano quanti il Signore ha
chiamato a posti di responsabilità nella sua Chiesa”. Quindi, ha ricordato il
tempo liturgico quaresimale giunto ormai a metà del cammino e l’odierna memoria
di San Turibio de Mongrovejo,
“modello di pastore totalmente dedito al servizio del Vangelo”. Nel corso della
mattinata, informa sempre la Segreteria di Stato, sono intervenuti il cardinale
Giovanni Battista Re, sul tema dei vescovi emeriti, ed il cardinale Darío Castrillón Hoyos, sulla questione dei seguaci di mons. Lefebvre. Sull’argomento sono intervenuti 20 cardinali. Nel
pomeriggio, i lavori continueranno sugli altri temi, con gli interventi del
cardinale Francis Arinze e del cardinale Angelo
Sodano.
L’incontro sulle
priorità attuali per la Chiesa è stato aperto dall’intervento dello stesso
cardinale decano, Angelo Sodano, che ha indicato la rilevanza di questa
giornata per i collaboratori del Pontefice:
“Le siamo tutti molto grati per averci voluto convocare a
questa giornata di preghiera e di riflessione, per un’azione congiunta sempre
più aderente alle grandi sfide pastorali dell’ora presente”.
“La convocazione del presente concistoro - ha osservato
ancora il porporato - ci rivela quanta importanza” il Papa “attribuisca al collegio
cardinalizio”.
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Domani, dunque, a partire dalle ore 10.30, sul sagrato
della Basilica Vaticana, si terrà il
Concistoro ordinario pubblico per la creazione di quindici nuovi cardinali. Dopo
le visite di cortesia ai nuovi cardinali - nel pomeriggio di domani - sabato
25 marzo, nella Solennità dell’Annunciazione, il Papa presiederà la Santa Messa
in piazza San Pietro con i nuovi porporati ai quali
consegnerà l’Anello cardinalizio. Con questo Concistoro i cardinali salgono a
193, di cui 120 elettori. I nuovi cardinali, sottolineò il Papa il 22 febbraio
annunciando il Concistoro, “rispecchiano bene l’universalità della Chiesa”. Tra
i tre nuovi cardinali asiatici anche l’arcivescovo di Seul, Nicolas Cheong-Jin-Suk che al microfono di
Tracey McGlure sottolinea
il suo impegno per la riconciliazione delle due Coree:
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I THINK IT
IS MOST IMPORTANT….
“Penso che sia molto importante
riconciliarci e perdonarci a vicenda. Durante la guerra entrambe le parti hanno
usato metodi disumani. Ora dobbiamo tutti chiedere scusa reciprocamente e
perdonarci l’un l’altro. E’ una cosa importantissima e
la prima da farsi in vista della riconciliazione tra i coreani. La stampa
coreana esprime tale speranza ed io da cardinale mi adoprerò per la
riconciliazione tra la Corea del Nord e quella dl Sud.
Cercherò di fare del mio meglio sotto la guida della Santa Sede. Ora che la
Santa Sede e la Cina provano a dialogare, credo che
questo possa avere una certa influenza sui rapporti tra i nostri due Paesi.
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CREAZIONE
DI DIOCESI
In
India, Benedetto XVI ha eretto la diocesi di Jashpur,
con territorio dismembrato dalla Diocesi di Raigarh, rendendola suffraganea
della Sede Metropolitana di Raipur. Come primo
vescovo della nuova diocesi, il Papa ha nominato mons. Victor Kindo, trasferendolo dalla diocesi di Raigarh.
In quest’ultima, il Pontefice ha nominato il sacerdote Paul
Toppo, finora vicario generale di Raigarh.
La nuova diocesi di Jashpur, con i suoi 6 mila Kmq. comprenderà
geograficamente l’intero Distretto civile di Jashpur,
nello Stato di Chhattisgarh. La popolazione è di 740
mila persone, delle quali oltre 185 mila cattolici, suddivisi in 46 parrocchie,
con 155 sacerdoti, tra religiosi e diocesani, e 331 religiose. L’attuale
cattedrale di Raigarh, dedicata a “Our Lady of the Rosary” e situata a Kunkuri, sarà
la cattedrale dell’erigenda Diocesi.
Il
nuovo vescovo della diocesi di Raigarh, mons. Toppo,
ha 49 anni. Ha completato gli studi filosofici e quelli teologici al Seminario
di St. Albert's College
di Ranchi. Ha ottenuto la Licenza in liturgia
presso il Pontificio Istituto di S. Anselmo a Roma. Ha svolto, tra l’altro, il
ministero di parroco e di rettore del Seminario minore di Gholeng.
SI
CONCLUDE DOMANI IL “CORSO SUL FORO INTERNO” TENUTO DALLA PENITENZIERIA
APOSTOLICA: LE INDICAZIONI SUL COME CONFESSARE AI NEO
SACERDOTI
-
Intervista con S.E. padre Gianfranco Girotti -
Seicento
giovani sacerdoti a confronto con l’amministrazione di uno dei Sacramenti più
“ostici” per molti cristiani: la Confessione. L’argomento è stato trattato
questa settimana durante il “Corso sul foro interno”, che si concluderà domani
presso il Palazzo della Cancelleria, a Roma. Si tratta di un momento di riflessione
sulle modalità più adatte a far sperimentare in profondità ai fedeli la
misericordia di Dio e della Chiesa. Ma quali sono i consigli e le indicazioni
che il Corso fornisce a un giovane sacerdote che si appresta a impartire il
perdono della Riconciliazione? Giovanni Peduto lo ha
chiesto al reggente della Penitenzieria apostolica, S.E.
padre Gianfranco Girotti:
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R. - Innanzitutto lo inviterei ad
essere fedele alla dottrina del magistero e alle norme disciplinari che
regolano il ministero della riconciliazione e poi lo inviterei a mostrarsi accogliente,
sereno, non frettoloso, mai dimostrare meraviglia, neanche per i peccati più
degradanti, lo inviterei ad avere sempre la massima cortesia, facendo capire al
penitente che egli non perderà mai la sua fiducia, neanche se accusasse peccati
gravissimi.
D. - Cosa deve assolutamente
evitare un sacerdote durante la Confessione?
R. - Ritengo che il Confessore,
essendo un “buon medico” dello spirito, debba sempre usare carità e mai parole
dure, minacciose, di rimprovero. La durezza del confessore talvolta può essere
fatale per molti. Il compianto Sommo Pontefice, Giovanni Paolo II, proprio in
un messaggio rivolto ai partecipanti al “Corso sul Foro interno”, ebbe a
tracciare un profilo assai significativo della figura umana del sacerdote
confessore, indicando che “la delicatezza e la carità” devono
essere i tratti distintivi del confessore: egli deve imitare la ‘misericordia’
di Dio, mostrando tutta la “benignità e l’umanità” del Salvatore.
D. - Oggi si confessa ancora
troppo poco?
R. - Ricordo che Papa Luciani, di venerata memoria, diceva che dopo il Concilio
di Trento sono aumentate le confessioni e sono diminuite le comunioni, dopo il
Concilio Vaticano II, invece, sono aumentate le comunioni, ma sono diminuite le
confessioni. Il motivo – ritengo – sia dovuto
principalmente alla perdita del senso del peccato, alla venuta meno del senso
dell’offesa di Dio, anche in dipendenza di un’etica che relativizza la norma
morale, negando che possano esistere atti intrinsecamente illeciti. Mi pare di
poter affermare che oggi si riscontra in molti una sorta di disaffezione verso
il Sacramento della Penitenza.
D. - Come avvicinare di più i
fedeli al Sacramento della Penitenza?
R. - Ritengo che occorra proporre
ed avviare una appropriata ed approfondita catechesi,
ricordando che nella Riconciliazione sacramentale il perdono di Dio è fonte di
rinascita spirituale e principio di santificazione.
D. - Come trattare alcuni delicati
argomenti ? Pensiamo per esempio a situazioni matrimoniali
irregolari che coinvolgono non pochi fedeli cattolici…
R. - E’ vero, non raramente
nell’ambito della confessione si presentano situazioni di particolare
delicatezza e perciò di particolare impegno per il Confessore. Penso alle situazioni
di quei fedeli uniti in matrimonio dalla Chiesa che, dopo un divorzio, si sono
risposati civilmente e che vivono in un rapporto invalido davanti a Dio e alla
Chiesa. Penso a quanti vivono more uxorio senza essere legati da valido matrimonio. Ebbene,
occorre tener presente che, dinanzi a tali situazioni, il confessore non può seguire
il proprio gusto, ma deve orientarsi secondo i criteri oggettivi della dottrina
e della vita della Chiesa. Egli è il custode e l’amministratore del sacramento
della riconciliazione e non già il padrone. Il Codice stesso ricorda che il
Confessore, in quanto ministro della Chiesa, deve aderire fedelmente alla
dottrina del Magistero e alle norme date dalla competente autorità. Egli però
non può non seguire una pastorale che si ispiri al Vangelo, che non deve mai
fare disperare nessuno. Egli non deve mai dimenticare che Cristo non è venuto
per condannare, ma per salvare, per cui il confessore
deve dimostrare verso tutti “attenzione e rispetto”.
D. - Quale speranza viene dal
Sacramento della Riconciliazione?
R. - Ritengo che occorra vivere il
Sacramento della Riconciliazione non con l’angoscia dell’analisi di tutte le
colpe - quasi fosse una forca caudina - per accedere all’Eucaristia, ma come
rendimento di grazia a Dio che perdona. Il sapersi riabbracciati da Dio, il
sapersi perdonati dalle colpe è, senza dubbio, fonte di gioia ineffabile. In
questo senso la Confessione è carica di speranza.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'incontro
di Benedetto XVI con i membri del Collegio Cardinalizio. Spagna: l'annuncio
della tregua dell'ETA consente l'avvio di negoziati.
Servizio vaticano - Aperta a
Reggio Emilia la causa diocesana di canonizzazione del Fondatore dei Servi
della Chiesa Don Dino Torreggiani. Celebrazione eucaristica
a san Lorenzo in Damaso alla vigilia del primo
anniversario del pio transito del servo di Dio Giovanni Paolo II.
Servizio estero - Nucleare: gli
Usa fiduciosi di trovare una linea comune sull'Iran.
Servizio culturale - Completata
l'ecclesiologia di Charles Journet.
Servizio italiano - Il
tema delle elezioni.
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23
marzo 2006
LE ATTESE DELLA CHIESA SPAGNOLA ALL’INDOMANI DELLA
“TREGUA PERMANENTE”,
ANNUNCIATA
DALL’ETA. SARA’ UN “CAMMINO LUNGO E DIFFICILE”,
HA DICHIARATO IL PREMIER SOCIALISTA ZAPATERO,
SOLLECITANDO IL SOSTEGNO
DI TUTTE LE FORZE POLITICHE PER RIAVVIARE IL
PROCESSO DI UNA PACE DEFINITIVA
- Servizi di Roberta Gisotti e Ignazio Arregui -
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“Reale speranza” esprimono i
vescovi spagnoli alla guida delle diocesi basche dopo l’annuncio ieri da parte
dell’ETA, di una “tregua permanente” a partire dalla mezzanotte di domani
venerdì 24 marzo, supponendo che questa volta si possa
presagire “una rinuncia definitiva alla violenza”. Stamani in un nuovo comunicato
- pubblicato in lingua basca, spagnola e francese dal quotidiano locale Gara -
l’organizzazione armata chiede ai governi di Madrid e di Parigi di lasciare da
parte “la repressione” e mostrare “la volontà di una soluzione negoziata del
conflitto”, che garantisca ''i diritti della patria
basca e del suo popolo, anche di poter scegliere in futuro qualsiasi ''opzione politica''. L'ETA afferma che ''continuerà
a compiere passi'' in direzione di una ''soluzione democratica''.
Dibattito dunque acceso
oggi su tutti i media spagnoli, dove si raccolgono
reazioni ed opinioni alla proposta dell’ETA: traspira una grande voglia di
pace, sia pure con riserve e dubbi. A partire dalla “cautela e prudenza”
espressa dal premier spagnolo Zapatero, che ha
dichiarato in Parlamento che “tutto il processo di pace, dopo tanti anni di
terrorismo, sarà lungo, duro e difficile”, ma che tutti sono “chiamati e
obbligati” a riavviare, auspicando da parte del governo di “poter contare su
tutte le forze politiche”. Ma non sarà facile collaborare con il leader del
Partito Popolare di opposizione di centrodestra, Rajoi,
che ha già chiesto a Zapatero di “non dichiararsi in
tregua”. Soddisfazione e appoggio a Madrid ha invece espresso Javier Solana, responsabile della
politica estera dell’Unione Europea: “una buona
notizia – ha commentato - per l’intero popolo spagnolo e per tutti gli
europei”. E’ stato intanto rinviato a mercoledì prossimo il processo – previsto
domani - ad Arnaldo Otegi, portavoce del partito
fuorilegge Batasuna, ritenuto il braccio politico
dell’ETA, accusato di violenze di strada, e che viene
indicato come possibile interlocutore del governo per i negoziati con il gruppo
armato.
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Ma ascoltiamo da Bilbao un
commento del nostro direttore dei Servizi informativi centrali, padre Ignazio Arregui, su questo cruciale momento che sta vivendo la
Spagna, per porre fine ad un estenuante conflitto che in 38 anni ha provocato
quasi mille morti.
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Non è
certo la prima volta che ETA decide unilateralmente un “cessate il fuoco”, ma in questa occasione il suo gesto ha suscitato un
enorme interesse per un ampio dibattito, come se fossimo alle porte di qualcosa
di concreto e decisivo per la pace. Non è facile spiegare il perché di questa enorme
risonanza che ha avuto stavolta il comunicato dell’ETA. E’ vero che l’attuale
governo socialista aveva annunciato da tempo
l’intenzione di fare passi concreti e di tentare nuove iniziative pur di
raggiungere un vero clima di pace e sicurezza. Ormai, da qualche tempo si
affermava che erano in corso contatti con l’ETA o con
esponenti vicini al gruppo armato. Si aspettava, dunque, in certi ambienti
qualche passo importante nei rapporti tra il governo centrale e l’ETA. Ancora è
presto per prevedere i prossimi passi o per assicurare che questa sarà
finalmente la volta buona, ma tutti fanno capire che qualcosa di diverso e più
importante sta per accadere per la fine della violenza in Spagna.
Poco
dopo la diffusione del comunicato dell’ETA, i vescovi della comunità autonoma basca,
Bilbao, Victoria e San Sebastian, hanno pubblicato
una lettera nella quale manifestano il loro sentimento di speranza nella
soluzione di un così lungo conflitto. “Se questo gesto comporterà una rinuncia
definitiva alla violenza - dicono - proveremo un forte sentimento di sollievo,
nella speranza che finalmente questo possa essere un passo determinante,
importante, verso la pace e la riconciliazione”. I vescovi parlano di una nuova
situazione e tutti i cittadini sono chiamati “a collaborare nella creazione di
un clima sociale nel quale si rinunci definitivamente alla violenza”. I vescovi
delle diocesi basche rivolgono poi un pensiero alle tante vittime della
violenza e si impegnano ad offrir loro, come in passato, l’assistenza e l’aiuto
necessario. Infine, i presuli invitano tutti i fedeli “a pregare per la pace e
la riconciliazione”, a collaborare instancabilmente a favore della riconciliazione
e di un perdono che va non solo chiesto, ma anche dato e accolto.
Da Bilbao, padre Ignazio Arregui.
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UNA MESSA QUESTO POMERIGGIO A
ROMA IN MEMORIA DI MONS. OSCAR ROMERO.
DOMANI, NEL 26.MO ANNIVERSARIO
DELLA SUA MORTE SI CELEBRA LA XIV GIORNATA
DI PREGHIERA E DIGIUNO PER I
MARTIRI MISSIONARI. OLTRE A LUI SARANNO
RICORDATI I 25 OPERATORI PASTORALI
CHE NEL 2005 HANNO DATO
LA LORO VITA PER L’APOSTOLATO
- Intervista con mons. Alvaro Ramazzini
-
Domani
ricorre la XIV giornata di preghiera e di digiuno per i missionari martiri che
cade nell’anniversario della morte di mons. Oscar Romero,
arcivescovo di San Salvador, ucciso il 24 marzo del 1980. Questo pomeriggio a
Roma, alle 18, nella parrocchia dei SS. Apostoli, mons. Alvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos,
in Guatemala, presiederà una Messa per ricordare il presule assassinato. E
domani pomeriggio, sempre a Roma, sempre mons. Ramazzini
animerà un Forum sul senso del martirio nelle tre fedi monoteistiche. Al
presule Tiziana Campisi ha chiesto che cosa, ancora
oggi, nella vita dell’arcivescovo Oscar Romero, suscita riflessioni.
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R. –
Innanzitutto, io direi la sua coerenza. Lui veramente ha cercato di fare della
sua fede nel Vangelo il motivo essenziale della sua vita, del suo ministero
episcopale. C’è una coerenza che - davanti alla crisi che adesso vive il
cristianesimo nell’America Centrale - è molto importante, non soltanto
sottolinearla, ma ricordarla. In secondo luogo, nella sua vita è da tener
presente la sua opzione per quelli che erano emarginati, esclusi che oggi
ancora sono la maggioranza, non solo in America Centrale, ma in diverse parti
del mondo. Una opzione fatta per fede al Vangelo,
sorretta da nessuna ideologia, ma soltanto da una passione per il Regno di Dio
e da un amore molto profondo verso Dio.
D. – Come i latinoamericani
guardano a questa figura?
R. – Purtroppo, in molti settori
della Chiesa mons. Romero non è ancora tanto conosciuto,
come dovrebbe essere. Difatti, anche per questo, esistono “Comitati Oscar Romero” per aiutare a conoscere la sua figura, la sua
spiritualità, la sua esperienza di vita. Credo, comunque, che per moltissimi
cristiani e cattolici il suo esempio sia qualcosa di importante. E’ una storia,
poi, quella di mons. Romero, che si aggancia
perfettamente anche a tante testimonianze di altri: laici, uomini e donne, e
pure sacerdoti e religiose, che hanno dato anche loro una testimonianza molto
forte della loro fede.
D. – Esistono ancora oggi dei
martiri ed esistono dei martiri nelle tre fedi monoteistiche…
R. – Adesso più che mai abbiamo
bisogno di testimonianze e non tanto di accademici che parlino del
cristianesimo. Abbiamo bisogno di testimoni della fede. Ed io credo che ciascuno
di noi debba farsi un esame di coscienza, per verificare fino a che punto,
nella realtà personale, si viva questa missione dell’essere
testimoni di una vita nuova, vita che Gesù Cristo ci ha dato, nella
quale crediamo, nella quale siamo soggetti con una partecipazione attiva, nella
quale viviamo”.
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PREVENIRE E MITIGARE I DISASTRI NATURALI: È IL
TEMA SCELTO
DALL’ORGANIZZAZIONE METEOROLOGICA MONDIALE (WMO)
PER L’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA METEOROLOGIA
- Con noi il prof. Giampiero Maracchi
-
Prevenire e mitigare i disastri
naturali: con questo intento, l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO)
celebra oggi la Giornata mondiale della meteorologia. Dal 1990 a oggi, i danni
provocati dalle catastrofi naturali sono aumentati di 4 volte a causa del
cosiddetto “effetto serra”, un surriscaldamento del pianeta dovuto
all’emissione di gas nell’atmosfera, che rende più estreme
le condizioni meteorologiche e climatiche. Il servizio di Roberta Moretti.
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Nel
2005, la siccità ha colpito il Corno d’Africa, provocando in Malawi la peggiore carestia da dieci anni a questa parte. E
se l’assenza di precipitazioni non ha risparmiato anche diverse zone
dell’Europa, dell’Asia, dell’Australia e del Brasile, in molte parti del mondo,
al contrario, le piogge intense hanno provocato violente inondazioni. E sempre
lo scorso anno, un numero record di uragani ha investito la fascia atlantica,
mentre in Antartide il buco nell’ozono ha raggiunto le dimensioni più grandi
mai registrate, dopo gli anni catastrofici del 2000 e del 2003. Ma in che modo
è possibile prevenire e mitigare questi disastri naturali? Il direttore
dell’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze, il prof. Giampiero Maracchi:
R. – La prevenzione è legata
alle tecniche che sono sempre più efficaci come i calcolatori molto veloci,
come le osservazioni satellitari. Oggi siamo in grado di fare delle previsioni
sempre più attendibili fino a sette giorni, si fanno le previsioni fino a 15
giorni un po’ meno attendibili e c’è anche questo strumento della previsione
stagionale che dà delle indicazioni a livello dei due, tre mesi. Mitigare
invece rientra nel Protocollo di Kyoto, vuol dire
cioè diminuire le emissioni dei gas - il cosiddetto “effetto serra” - impiegate
anche nei trasporti, nei riscaldamenti, e nelle industrie. E’ un problema molto più complesso che ha dei risvolti anche di tipo etico,
politico, economico, molto importanti.
E se gli Stati Uniti, che sono i
maggiori responsabili delle emissioni di gas nell’atmosfera, non hanno ancora
sottoscritto il Protocollo di Kyoto, giungono segnali
positivi dall’Oriente, con l’impegno, in questo senso, da parte di India e Cina.
Ma quali sono le conseguenze economico-sociali
dell’“effetto serra”? Ancora Maracchi:
R. – L’estremizzazione di questo
fenomeno nei Paesi in via di sviluppo, che già hanno problemi legati alla fame,
può creare ulteriori problemi e quindi in questo modo aumenta ancor più il
divario fra il
Nord e il Sud del mondo. Senza contare il fatto che poi paghiamo una quantità
enorme di risorse. Prendiamo una cifra sull’Italia: negli ultimi 15 anni
abbiamo mediamente pagato circa 4 miliardi di euro tutti gli anni per gli
effetti delle piogge più intense.
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23
marzo 2006
SI CHIUDE DOMANI L’ASSEMBLEA PLENARIA DELLA
COMMISSIONE DEGLI EPISCOPATI DELLA COMUNITA’ EUROPEA.
IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
AL CENTRO DEL LAVORO DELLA COMECE, DALLA QUALE SI
E’ CONGEDATO
DOPO 13 ANNI IL PRESIDENTE, MONS.
HOMAYER
- A cura di Andrea Cocco -
BRUXELLES. = E’ in corso a
Bruxelles l’Assemblea plenaria dei Vescovi della Commissione degli Episcopati
della Comunità Europea (COMECE). Iniziato nella giornata di ieri, l’incontro
sarà incentrato sul rafforzamento del dialogo interculturale e interreligioso
alla luce dei recenti episodi di intolleranza scatenati dalla pubblicazione di
caricature del profeta Maometto su alcuni quotidiani europei. Alla riunione, in
cui si parlerà dell’adozione di un piano di azione per l’incremento del dialogo
e della tolleranza, interverranno anche rappresentanti della stampa ed esperti
come Julian Vassallo, responsabile per il Medio
Oriente del Consiglio d’Europa, o Joachim Fritz Vannahme, giornalista del
quotidiano tedesco Die Zeit.
Tra gli obiettivi dell’assemblea, anche la preparazione di una dichiarazione
che sintetizzi le riflessioni della COMECE sul futuro dell’Unione Europea. Ma
l’assemblea, che si chiude domani, è stata anche l’occasione per salutare la
fine del mandato del vescovo Josef Homayer, che dopo 13 anni lascia la presidenza della
COMECE. In suo onore, ieri, l’incontro sul tema “Religione e Politica in Europa”
al quale ha preso parte, tra gli altri, l’arcivescovo Michael
Fritzgerald, nunzio apostolico in Egitto. Ed è
proprio l’intervento dell’arcivescovo a riportare l’attenzione sul tema della
libertà religiosa all’interno dello Stato. “Negare il libero esercizio della
religione costituisce un’ingiustizia contro la persona umana”, ha detto il
nunzio apostolico, sottolineando tuttavia che la libertà di espressione e
quella di diffondere la propria dottrina non devono mai infrangere i diritti
degli altri.
ESPOSTO AL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO IL CODICE
TRIVULSIANO DI LEONARDO. COSI’ LA CITTA’ CELEBRA I
CINQUECENTO ANNI
DEL RITORNO DELL’ARTISTA E INVENTORE NEL CAPOLUOGO
LOMBARDO.
- A cura di Fabio Brenna -
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MILANO.
= Milano celebra il V centenario del ritorno di Leonardo nel capoluogo
lombardo, mettendo in mostra il Codice Trivulsiano,
il prezioso manoscritto vinciano che prende il nome
dalla biblioteca che lo custodisce, all’interno del Castello Sforzesco. E proprio in questa sede sarà possibile ammirare
fino al 21 maggio prossimo il Codice, che accoglie note e
disegni realizzati dall’artista e scienziato fra il 1487 e il 1490.
Oltre alle liste lessicali, le pagine del Codice racchiudono spettacolari
disegni e note, come studi di caricature, studi per il consolidamento
del tiburio del Duomo di Milano e studi d’arte militare. Le pagine più
significative dell’originale di Leonardo saranno visibili a rotazione. Di esse,
viene proposta una nuova analisi filologica,
relativamente agli otto mila vocaboli contenuti, a testimonianza del lessico
dotto del tempo. Sarà poi proposta la ricostruzione della biblioteca di
Leonardo, attraverso i fondi della Biblioteca Trivulsiana
e della Braidense di Milano, oltre a prestiti dalla Biblioteca
Medicea di Laurenziana di Firenze. A ricreare la
biblioteca personale si è giunti attraverso il recupero di tre elenchi di
libri, stilati dallo stesso genio nei suoi appunti manoscritti. Parallelamente
alla mostra è stato allestito un itinerario visivo nel centro di Milano, che
partendo da Via Mercanti conduce alla sede espositiva del Castello Sforzesco, e cerca di evocare il clima e l’atmosfera
culturale della Milano sforzesca. Il percorso,
composto da immagini, testi e citazioni, racconta del
Codice Trivulsiano e dell’altro manoscritto vinciano, custodito presso la Biblioteca Ambrosiana, sempre
nel capoluogo lombardo, il Codice Atlantico, e illustra il rapporto che
Leonardo ebbe con Milano, con il suo impegno per i Navigli, l’affresco del
Cenacolo, i dipinti e i progetti per la città commissionati da Ludovico Il
Moro.
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SIMPOSIO DI
PRESENTAZIONE A ROMA “DEI MONUMENTA LITURGICA CONCILII
TRIDENTINI”, RIEDIZIONE ANASTATICA DEI DOCUMENTI
CONSEGNATI
ALLA CHIESA CATTOLICA DAL CONCILIO DI TRENTO
ROMA. = Saranno presentati oggi
a Roma, presso l’Istituto Salesiano “Sacro Cuore” di Via Marsala
42, i “Monumenta Liturgica Concilii”
Tridentini. Edita con gli eleganti caratteri della Libreria Editrice Vaticana,
l’opera raccoglie in sei volumi la riedizione anastatica dei documenti che il
Concilio di Trento (1545 – 1563) ha concepito e consegnato alla Chiesa
Cattolica. Portata a compimento grazie al lavoro di ricerca di alcuni studiosi
dell’Università Pontificia Salesiana, la raccolta è ricca di introduzioni e
appendici che accompagnano i testi. Al simposio di presentazione, previsto per
le ore 16 di oggi, interverranno tra gli altri il senatore Giulio Andreotti, l’arcivescovo Piero Marini, maestro delle
cerimonie pontificie, ed il prof. Massimo Palombella, Matias
Augé e Tullio De Mauro. (A.C.)
CONVOCATA A ROMA L’ASSEMBLEA GENERALE DELLA
SOCIETA’
DELLE
MISSIONI AFRICANE CHE AVRA’ LUOGO DAL 16 APRILE PROSSIMO AL 12 MAGGIO, A POCHI
MESI DELLA CELEBRAZIONE DEL 150.MO ANNIVERSARIO
DELLA
FONDAZIONE DELL’ISTITUTO
ROMA. =
Ricorre quest’anno il 150.mo anniversario della fondazione della Società delle
Missioni Africane. “Siamo orgogliosi di quello che i nostri membri hanno
conseguito; guardiamo il futuro e ricerchiamo insieme il modo con il quale
possiamo continuare a realizzare la visione del nostro fondatore e portare a
termine la nostra missione”. Come ci riferisce l’agenzia FIDES, con queste
parole P.Kieran O’Reilly, superiore
generale della Società delle Missioni Africane (SMA), ha annunciato la prossima
Assemblea generale della Congregazione missionaria, che avrà luogo a Roma dal
16 aprile 2006 al 12 maggio 2007. Tra i compiti previsti: vigilare sul
patrimonio della Società, verificare l’andamento della vita e del lavoro della
Società per rinnovarne le energie nella continuazione della missione,
pianificare il futuro, oltre ad eleggere il superiore generale e il suo
Consiglio. “La preparazione dell’evento è in corso, ha affermato P. O’Reilly. “Si sta svolgendo una consultazione che coinvolge
tutta la Società sulle future strutture della Congregazione, alla luce dei
cambiamenti significativi che si sono avuti negli ultimi 20 anni”. In vista dell’assise generale, il superiore generale della SMA ha
incontrato i religiosi che operano nelle diocesi di Bangui
e Berberati, nella Repubblica Centrafricana,
dove, come spiega P. O’Reilly, “vi è un gruppo
internazionale di nostri missionari, provenienti da 7 Paesi: Francia, Ghana,
Kenya, Nigeria, Polonia, Togo e Zimbabwe;
profondamente impegnati nel lavoro della Società e nel servizio dei più
abbandonati, come desidera il nostro fondatore, Mons.
De Brèsillac”. (S.C.)
ZANZARIERE E ANTIFEBBRILI: LANCIATO IN RWANDA IL
PROGRAMMA
DEL GOVERNO PER RIDURRE L’INCIDENZA DELLA
MALATTIA,
CHE CAUSA OLTRE LA META’ DEI DECESSI NEL PAESE
KIGALI. = Distribuzione gratuita
di zanzariere a donne in gravidanza e bambini e sconti per chiunque voglia
acquistarne una. Questa la ricetta del governo rwandese
per combattere la malaria. Obiettivo del programma lanciato dal governo di Kigali è quello di ridurre drasticamente l’incidenza della
pandemia che causa il 60 per cento dei decessi nel Paese. Oltre alla distribuzione
delle zanzariere, che secondo i dati forniti dal Ministero nazionale della
Salute sono usate solo dal 29,7 per cento della popolazione, il
piano anti-malaria prevede la distribuzione di medicinali contro la
febbre per contrastare, soprattutto nei bambini, i primi sintomi malarici.
Secondo quanto riporta l’agenzia MISNA, il progetto è stato realizzato anche
grazie alla collaborazione del governo con l’Organizzazione mondiale della
Sanità (OMS), che ha fornito i medicinali antimalarici a prezzo ridotto, e con
un'organizzazione non profit americana che ha fornito
le zanzariere a prezzo di costo. (A.C.)
ERITREA: NONOSTANTE LA CRISI ALIMENTARE CONTINUA
LA POLITICA
DI ISOLAMENTO DEL GOVERNO DEL PRESIDENTE AFEWERKI
CHE HA DECISO
DI ESPELLERE ALTRE TRE AGENZIE NON GOVERNATIVE
ASMARA. = Una lettera nella
quale si comunica che l’organizzazione non ha i requisiti necessari per
lavorare in Eritrea. Il governo di Asmara non ha ritenuto necessarie ulteriori
spiegazioni riguardo alla decisione di espellere dal proprio territorio tre
agenzie non governative internazionali, impegnate in progetti di cooperazione e
aiuto allo sviluppo. E questo, nonostante il Paese stia attraversando un
difficilissimo momento a causa della carestia e del lungo periodo di siccità
che ha compromesso buona parte dei raccolti. Eppure, per la US Charity Mercy Corps, l’Irish agency Concern e la Britannica Acord, le tre ONG invitate a lasciare il Paese, lo stupore
è durato poco. Il provvedimento è infatti solo
l’ultimo capitolo di una lunga serie di episodi che hanno visto il governo
eritreo del presidente Isaias Afewerki
allontanarsi gradualmente dalla comunità internazionale e chiudersi in un isolamento
sempre più rigido. Solo lo scorso anno, il Paese ha deciso di sospendere una
missione dell’ONU sulla produzione di frumento, mentre a settembre la chiusura
è toccata ai magazzini per la distribuzione degli aiuti alimentari. (A.C.)
PRESENTATO QUESTA
MATTINA A ROMA IL PROGETTO EFREM
PRESSO LA
SEDE DELL’OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI
- A cura di Giovanni Peduto -
ROMA. = E’ stato presentato
questa mattina a Roma alle 11, presso la sede dell’Opera Romana Pellegrinaggi
(ORP), il progetto EFREM, formula innovativa di soggiorno attivo rivolta a persone senior
che vogliono condividere esperienze, spiritualità e benessere fisico e motorio.
Sono intervenuti, tra gli altri, mons. Liberio Andreatta, amministratore
delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, la senatrice Maria Grazia Sestini, sottosegretario al Ministero del welfare, e il
dott. Donato Greco, direttore generale della Prevenzione Sanitaria presso il
Ministero della Salute. Il Progetto EFREM rientra tra le più significative
novità della programmazione ORP 2006. L’iniziativa si rivolge a chi, superati i
cinquant’anni, va verso una nuova primavera dell’esistenza, caratterizzata da
molto tempo libero da dedicare alla coltivazione di interessi, hobby e del
proprio benessere. EFREM è una formula innovativa di ospitalità, durante la
quale, attraverso un percorso dinamico di incontro e scoperta, si origina in
ciascuno la spinta a vivere, con nuove modalità e approcci, la propria
condizione con gioia e serenità. Il programma, della durata dei 15 giorni, mira
a valorizzare la terza età, finalmente libera dalle pressioni e dagli impegni
quotidiani, per diventare una preziosa risorsa per sé e per gli altri: prevede infatti attività motoria quotidiana (palestra, piscina,
passeggiate ed escursioni); itinerari culturali (enogastronomia, storia e
archeologia etrusca, ambiente e natura, terme e salute); seminari a tema (per
la prevenzione sanitaria e la cultura alimentare e motoria); attività
ricreative e culturali; assistenza spirituale. Cornice dei soggiorni, che
partiranno il 29 aprile 2006, sarà Cortevecchia, a Semproniano, nel cuore della Maremma toscana, a pochi
chilometri da Saturnia. Le partenze in programma per il 2006 sono: aprile (29),
maggio (13 e 27), giugno (10), settembre (2, 16 e 30) e ottobre (14). Le
ricerche hanno rilevato come sia in atto una
rivoluzione della percezione individuale della senescenza e delle visioni
stereotipate e pietiste dell’anziano come soggetto debole o, comunque, fragile:
si sta facendo largo tra i seniors una visione
originale e particolarmente positiva della terza età, vista come tempo della
libera scelta e di nuove opportunità. In questo quadro, l’Opera Romana
Pellegrinaggi pianifica e organizza soggiorni a tema per la terza età, durante
i quali diffondere, valorizzare e consolidare un nuovo stile di vita per il
Benessere della Persona Seniors.
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23 marzo 2006
- A cura di Amedeo
Lomonaco -
In Iraq, sono stati liberati, dopo quattro mesi di
prigionia, tre dei quattro pacifisti occidentali rapiti dalla guerriglia a
Baghdad lo scorso 26 novembre. A Baghdad, intanto, una serie di attentati ha
provocato decine di morti. Il nostro servizio:
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Il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ha confermato la liberazione degli ostaggi
precisando che sono stati rilasciati al termine di un blitz condotto da soldati
della coalizione con successo e senza nessuna perdita.
I AM DELIGHTED THAT NOW WE HAVE A HAPPY…
“Sono felice – ha detto Straw -
per questo lieto fine alla terribile sofferenza provata dagli ostaggi e dalle
loro rispettive famiglie”. I cooperanti liberati sono due canadesi e un britannico, appartenenti all’organizzazione umanitaria “Christian Peacemaker Teams”. I tre, trasferiti al sicuro nella “zona verde”
di Baghdad, sono in buona salute. Con loro era stato sequestrato anche un
cittadino statunitense, ucciso dai rapitori all’inizio di marzo. Straw, dopo aver espresso il proprio dolore per la morte
dell’americano, ha anche elogiato le forze impegnate nell’operazione. Sul
terreno, intanto, una drammatica serie di attacchi ha scosso Baghdad causando
decine di morti: un attentato kamikaze contro la sede dell’unità anti-crimine
ha provocato la morte di ameno 15 persone. Altre fonti parlano di 19 vittime,
la maggior parte poliziotti. Almeno 4 agenti sono morti, poi, per l’esplosione
di un’altra autobomba. La deflagrazione di un ordigno in un mercato di Baghdad
ha causato, infine, la morte di 5 civili.
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L’Afghanistan invoca la “comprensione” dell’opinione
pubblica sul caso di Abdul Rahman,
l’uomo condannato a morte da un tribunale di Kabul per essersi convertito al cristianesimo
dall’islam. “Il governo – si legge in una nota diffusa dall’ambasciata afghana a Washington – assicurerà i diritti costituzionali
dei suoi cittadini”. Nel documento, si precisa anche che il sistema giudiziario
afghano potrebbe annullare la condanna capitale se
l’uomo sarà riconosciuto malato di mente. Intanto,
l’ONU ha chiesto alle autorità afghane di “rispettare
il diritto alla libertà religiosa” e l’organizzazione umanitaria Amnesty International ha sottolineato
l’urgenza di avviare in Afghanistan un’immediata riforma giudiziaria.
In Medio Oriente,
tre presunti estremisti palestinesi sono stati uccisi, nella notte, durante
un’incursione aerea israeliana nei pressi di Gaza. Sul versante politico, cresce
l’attesa per il voto di fiducia del Parlamento palestinese, annunciato per
lunedì, al nuovo governo guidato dal movimento islamico Hamas. Ieri, l’OLP ha
bocciato, intanto, il programma del nuovo esecutivo presentato domenica scorsa
al presidente Abu Mazen.
Sonia Gandhi, vedova del defunto premier Rajiv Gandhi e
leader del Congresso, il partito al governo in India, ha annunciato le
dimissioni dal Parlamento di New Delhi. Nei giorni scorsi, l’opposizione aveva
accusato Sonia Ghandi, di origini italiane, di non
aver rispettato il regolamento interno all’Assemblea. Il servizio di Maria
Grazia Coggiola:
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Il suo seggio da deputato, vinto nel collegio elettorale
di Raebareli, roccaforte della famiglia, nello Stato
dell’Uttar Pradesh, è
incompatibile con altri incarichi remunerati. La maggioranza in Parlamento in
questi giorni aveva cercato di modificare la legge indiana che stabilisce
l’incompatibilità tra seggio di deputati ed altri incarichi retribuiti. Il partito
dell’opposizione indù nazionalista, il PJP, ora esulta per aver costretto alle
dimissioni la Gandhi sventando il tentativo della
maggioranza di salvare la sua leader. Sonia Gandhi,
che rimane comunque a capo del Congresso e dell’Alleanza di governo, ha detto
che era la cosa giusta da fare, ma davanti al n. 10 di Jampata,
storica sede del partito a New Delhi, decine di suoi sostenitori si sono radunati
per manifestare contro le dimissioni decise dalla Ghandi
dopo una riunione con i figli Prianka e Raoul.
Da New Delhi per
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Nuovo sospetto caso di influenza aviaria in Cina, dove
sono in corso analisi per stabilire la causa del
decesso di una a donna di 27 anni morta martedì scorso a Shangai.
In Cina, sono stati accertati, finora, 15 casi umani di influenza aviaria.
Dieci di questi hanno portato alla morte delle persone contagiare dal virus. In
Italia, intanto,
In Francia, il primo ministro Dominique
de Villepin ha inviato una lettera alle organizzazioni
sindacali proponendo un incontro per discutere sul contratto primo impiego, provvedimento
fortemente contestato da studenti e sindacati. La norma,
voluta dal premier, prevede la possibilità per i datori di lavoro di licenziare
nei primi due anni, senza giusta causa, i giovani con meno di 26 anni.
In Bielorussia, prosegue la
protesta a Minsk contro il risultato delle elezioni
presidenziali di domenica scorsa, vinte con oltre l’80 per cento dei voti da Alexander Lukashenko. Circa 300
persone hanno trascorso la notte al gelo nella piazza d’Ottobre. L’opposizione
ha confermato, inoltre, la manifestazione di domani per chiedere la ripetizione
delle elezioni. “Ma una tale protesta – ha detto il leader dell’opposizione, Alexandr Milinkevich – non può far cadere
un dittatore”.
I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea si
ritrovano oggi a Bruxelles per il Vertice di primavera, il primo sotto la
presidenza austriaca. Sull’incontro, incentrato soprattutto su questioni
economiche, ascoltiamo il servizio di Giovanni Del Re:
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Sarà
l’energia il tema cruciale di questo Vertice, che si apre oggi pomeriggio. E
non a caso, dopo la gravissima crisi di inizio gennaio tra Russia e Ucraina e
le numerose strozzature, gli Stati membri hanno capito che la questione energetica
riguarda tutta l’Unione e che occorre un approccio comune. La presidenza austriaca
ha sottolineato con un documento che è necessario diversificare le fonti, cercare
soprattutto un’intensificazione dei rapporti con
Da Bruxelles, per Radio Vaticana, Giovanni Del Re, AKI.
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Il dipartimento di Stato americano ha lanciato un allarme,
esprimendo “preoccupazioni per la sicurezza in Italia”, in vista delle elezioni
del 9 e del 10 aprile e di quelle amministrative di maggio. Nella nota, diffusa
ieri, si invitano i cittadini americani ad essere “vigili e prudenti nei luoghi
e nei mezzi pubblici”. Secondo il ministro degli Esteri italiano,
Gianfranco Fini, l’allerta è giustificata: “Tutti i Paesi in vigilia elettorale
– ha spiegato Fini – sono potenzialmente a rischio”. Il leader dell'Unione,
Romano Prodi, ha detto invece che avvisi di questo genere possono alimentare
angosce e paure.
Il governo argentino renderà pubblici gli archivi segreti
dell’esercito, per favorire le indagini sulle violazioni dei diritti umani
durante la dittatura militare. La storica decisione è stata annunciata dal
ministro della Difesa, Nilda Garre,
alla vigilia del trentesimo anniversario del golpe che il 24 marzo 1976 portò al potere i militari. Secondo le cifre fornite da
associazioni per i diritti umani, sono almeno 30 mila gli oppositori politici
rapiti e uccisi durante il regime.
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