RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 66 - Testo della trasmissione di martedì 7 marzo 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Liberate il piccolo Tommaso. Appello del Papa ai rapitori del bambino sequestrato giovedì scorso in provincia di Parma: con noi il vescovo di Parma, Cesare Bonicelli

 

Sequela di Cristo, perdono dei peccati e riconciliazione, i temi della Quaresima che hanno ispirato gli esercizi spirituali odierni predicati al Papa e alla Curia dal cardinale Marco

 

Il ruolo della donna nella Chiesa: la riflessione di Benedetto XVI nell’incontro con i parroci romani commentata da una teologa salesiana, suor Marcella Farina

 

Il cardinale Angelo Sodano celebra nella Basilica Vaticana le esequie dell’arcivescovo Donato Squicciarini

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In corso in Italia la settimana per la sensibilizzazione al dono del sangue: con noi Luigi Cardini

 

Mostra a Roma  nel 60.mo dell’Assemblea costituente in Italia. Il ruolo dei cattolici:  il commento del prof. Pietro Scoppola

 

CHIESA E SOCIETA’:

       L’omelia del cardinale Lehmann alla Messa di apertura della plenaria della Conferenza episcopale tedesca a Berlino

 

       In vigore il fondo ONU per la democrazia

 

        Quaresima in Bosnia Erzegovina: parte un progetto per ricostruire le chiese distrutte durante la guerra

 

        Territori palestinesi: cristiani e musulmani contro la costruzione di un muro ad Aboud. L’Alta Corte israeliana sospende i lavori

 

         Nazareth: chiedono perdono i coniugi che hanno lanciato petardi nella Basilica dell’Annunciazione

 

        I gesuiti in Australia propongono un cammino di meditazioni quaresimali via web

 

24 ORE NEL MONDO:

Ripresi a Vienna i lavori dell’AIEA sul dossier nucleare iraniano: i negoziatori europei divisi sulla possibilità di accettare la proposta di compromesso russa

 

In Medio Oriente, nuovo raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza: tra le vittime tre giovani fratelli

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

7 marzo 2006

 

LIBERATE IL PICCOLO TOMMASO. APPELLO DEL PAPA AI RAPITORI DEL BAMBINO

 SEQUESTRATO IN UN TELEGRAMMA INVIATO AL VESCOVO DI PARMA CESARE BONICELLI

- Intervista con il prelato -

 

Appello del Papa ai rapitori del piccolo Tommaso Onofri: liberatelo subito. Il Santo Padre scrive al vescovo di Parma mons. Cesare Bonicelli per associarsi all’invito rivolto dal presule ai malviventi perché rilascino il bambino rapito giovedì scorso. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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Benedetto XVI si unisce all’appello del vescovo di Parma mons. Cesare Bonicelli per la “liberazione immediata e senza condizioni del piccolo Tommaso Onofri”. In un telegramma inviato al presule a firma del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, il Papa esprime “viva solidarietà” ai genitori e ai familiari, colpiti da “profonda angoscia” per il “brutale rapimento” del bambino di 17 mesi. Il Santo Padre conclude il suo messaggio invocando la protezione della Vergine, assicurando la sua preghiera ed impartendo la sua benedizione apostolica quale proprio gesto di conforto. Intanto proseguono le indagini sul sequestro. Lucia Musti, il magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha detto che si tratta di un caso difficilissimo. In Procura, a Parma, vengono ora ascoltati due operai come persone informate sui fatti. I genitori del piccolo Tommaso, invece, convocati nella caserma dei carabinieri di Fidenza, non hanno riconosciuto gli oggetti reperiti durante la notte dalle forze dell’ordine sulle sponde del fiume Taro come appartenenti al bimbo: un pannolino ed una tutina. Gli oggetti ritrovati saranno comunque sottoposti a indagini scientifiche per verificare se sono stati utilizzati per il piccolo. E nei giorni scorsi diversi gli appelli dei genitori ai rapitori a somministrare a Tommaso il Tegretol, farmaco necessario alla malattia del bambino che soffre di epilessia.

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E l’appello del Papa per il rilascio immediato del piccolo Tommaso viene ribadito con forza ai nostri microfoni da mons. Cesare Bonicelli, vescovo di Parma, raggiunto telefonicamente nella città  emiliana da Alessandro Gisotti:

 

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R. – Il mio auspicio è tutto consonante a quello del Santo Padre: “Liberatelo subito! Liberatelo subito!”. Il mio auspicio è che la sofferenza di questo bambino abbia a concludersi il più presto possibile e che questo bambino possa tornare a casa veramente sano e salvo e possa riprendere con gioia la sua vita.

 

D. – Quanta solidarietà ha potuto sperimentare nei confronti della famiglia del piccolo Tommaso in questi giorni?

 

R. – Una solidarietà enorme. E adesso si è aggiunta anche la solidarietà del Santo Padre. Qui, restando a Parma, tutti si sono uniti alla sofferenza della famiglia. In modo particolare, si è unita la comunità cristiana, che da domenica, subito, ha iniziato a pregare e a stringersi attorno alla famiglia.

 

D. – Mons. Bonicelli, vuole rivolgere un appello, rinnovare un appello, ai rapitori anche dai microfoni della Radio Vaticana?

 

R. – Che i rapitori abbiano a mettersi veramente una mano sul cuore, pensare a quale sofferenza avrebbero loro stessi se un loro figlio venisse rapito e che, quindi, questi rapitori abbiano a restituire alla famiglia il piccolo Tommaso.

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SEQUELA DI CRISTO, PERDONO DEI PECCATI E RICONCILIAZIONE, I TEMI

DELLA QUARESIMA CHE HANNO ISPIRATO LA SECONDA GIORNATA

DEGLI ESERCIZI SPIRITUALI, PREDICATI AL PAPA E ALLA CURIA

DAL CARDINALE MARCO CÉ

 

Seconda giornata, in Vaticano, di esercizi spirituali quaresimali per Benedetto XVI e la Curia Romana. Nella doppia meditazione di questa mattina, il Patriarca emerito di Venezia, il cardinale Marco – predicatore degli esercizi – ha affrontato il tema della chiamata dei discepoli, raccontata dal Vangelo di Marco, e quindi quello del perdono dei peccati, entrambi aspetti “qualificanti” della Quaresima. Il servizio di Alessandro De Carolis.   

 

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La chiamata che Gesù fa ai suoi discepoli è una delle immagini-simbolo della vita di fede. Lo è perché mostra alcuni elementi che rendono tale il cristiano, cioè seguace di Cristo: la “conversione radicale”, il “distacco”, l’“assoluta iniziativa di Gesù” nel momento della vocazione e insieme la “signoria”, che Cristo esercita sugli uomini ai quali sta per rivolgere un annuncio mai udito prima. Il cardinale Marco , nella prima meditazione del mattino, è partito dalla vocazione dei Dodici. Anzitutto, si è soffermato sulla scenografia in cui essa matura, la Galilea: una terra, ha osservato il porporato, di povera gente, “non apprezzata dai Giudei”, che invece Gesù sceglie come “teatro del suo ministero”. L’umiltà in contrasto con la sapienza vantata dagli uomini è una costante della vita di Cristo. I suoi prescelti sono pescatori, che vedono la semplice ordinarietà della loro vita sconvolta da tre parole:

 

“Le tre parole –convertitevi’, ‘credete’ e ‘lieta notizia’ - sono fra loro strettamente legate. Il senso più radicale della conversione a cui la Quaresima ci invita è la sequela Christi (...) Convertirsi non è prima di tutto una inversione morale della vita: è un riorientamento di essa verso l’adorabile persona del Signore Gesù, è un’apertura radicale della vita a Cristo, una consegna della vita a Lui”.

 

Gesù che avvicina per primo Pietro e i suoi futuri compagni di viaggio sconvolge le convenzioni dell’epoca. I rabbini non facevano così con i propri discepoli, ha spiegato il cardinale . Ma questo stile si rende necessario per l’annuncio “totalmente nuovo” che Cristo sta per fare del Regno di Dio. E qui il Patriarca emerito di Venezia ha sottolineato il carattere altrettanto nuovo della “signoria” di Gesù sui discepoli: un atto che non opprime ma libera, che sollecita una risposta pronta e piena, che invita alla sua sequela.

 

Nella seconda meditazione della mattinata, dal mare di Galilea si passa a Cafarnao, nella casa di Pietro, dove avviene il miracolo del paralitico. Il cardinale ha attirato l’attenzione del Papa e della Curia sui personaggi e sull’azione che si svolge in quel contesto. C’è il paralitico che non parla, perché tutto il suo essere confida nel Maestro che può guarirlo, e ci sono soprattutto i quattro portantini, che scoperchiano il tetto della casa per avvicinare il malato a Gesù. E’ la loro fede a colpire Gesù. E’ la loro solidarietà, ha affermato il porporato, l’emblema della misericordia che rivive nella Chiesa e nei suoi consacrati:

 

“Talora ci vien fatto di pensare che il nostro ruolo nella Chiesa sia piuttosto lontano, per ciò che abbiamo sognato il giorno in cui diventammo preti. Può accadere che l’età o la malattia ci estranino dalla pastorale attiva. E’ il momento in cui pensare alla comunione che nella Chiesa ci lega a tutti e ci fa tutti portantini necessari per la salvezza dei fratelli. Allora ha senso il nostro lavoro,  anche nascosto o di poca soddisfazione, hanno senso la fatica e talora la durezza delle situazioni da affrontare, ha senso – e come – la malattia, ha senso anche l’anzianità, con la sua maggiore fragilità, la diminuzione delle forze. Si aprono però in alcune di queste situazioni anche gli spazi della libertà interiore, quando la nostra debolezza diventa forza per chi lavora sui difficili campi dell’annuncio del Vangelo”.

 

Il miracolo di Cristo matura in un contesto di ostilità. I farisei che vi assistono giudicano in silenzio Gesù un bestemmiatore, che ha rimesso i peccati del paralitico. “Guarigione della malattia e perdono dei peccati – ha detto il cardinale – sono in rapporto fra loro. Il peccato è la radice di ogni male umano”. E perdono e riconciliazione, narrati nell’episodio del Vangelo, sono anche due capisaldi della Quaresima:

 

“Il perdono dei peccati è dono della Pasqua di Gesù ed è in modo reale partecipazione alla sua risurrezione. E’ l’unico potere che rivendica Gesù, quello di rimettere i peccati (…) Questo potere era solo in cielo, ora con Gesù è anche sulla terra”.

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IL RUOLO DELLA DONNA NELLA CHIESA:

LA RIFLESSIONE DI BENEDETTO XVI NELL’INCONTRO CON I PARROCI ROMANI

COMMENTATA DA UNA TEOLOGA SALESIANA, SUOR MARCELLA FARINA

 

“E’ giusto chiedersi se … non si possa offrire più spazio, più posizioni di responsabilità alle donne” nella Chiesa. E’ quanto ha detto in questi giorni Benedetto XVI incontrando in Vaticano i parroci romani, ribadendo comunque che il ministero sacerdotale è stato riservato dal Signore agli uomini. Domani,  8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna. Per questa occasione abbiamo fatto commentare le parole del Papa da una teologa salesiana, suor Marcella Farina, docente alla Pontificia Facoltà di scienze dell’Educazione dell’Auxilium. L’intervista è di Giovanni Peduto:

 

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R. – Questo invito del Papa, questa esortazione ci interpella anche a livello personale, come donne, come donne consacrate, a maturare in noi le competenze professionali ed essere all’altezza dei tempi, anche a livello  culturale, per tentare una risposta adeguata alle esigenze e agli appelli della storia.

 

D. – Come vede il rapporto tra istituzione e carisma, in relazione al ruolo della donna nella Chiesa?

 

R. – Penso che siamo già ormai oltre la dialettica carisma-istituzione. Anche noi donne abbiamo maturato questa consapevolezza che un carisma se non è organizzato, certamente non produce tutti gli effetti e i frutti che potrebbe produrre. Quindi, ci dev’essere questo rapporto tra carisma e istituzione. Il carisma dice la profezia, dice lo slancio in avanti verso il futuro; l’istituzione dice i passi concreti da compiere perché questo carisma possa davvero portare i suoi risultati. Quindi, c’è sempre un rapporto tra carisma e istituzione. Quando questo rapporto si deteriora, allora sia il carisma sia l’istituzione vengono a soffrirne.

 

D. – Benedetto XVI ha ricordato Santa Caterina da Siena che con i suoi moniti ottenne dal Papa il suo ritorno da Avignone …

 

R. – Di donne, nella Chiesa, che hanno operato molto perché la Chiesa si rinnovasse, perché la Chiesa avesse un nuovo volto, come irradiazione del volto di Cristo, ne abbiamo tantissime, fin dai primi secoli. Possiamo dire che le donne sono state coloro che hanno evangelizzato la società attraverso le relazioni familiari e quindi possiamo dire, come Caterina con il suo grande amore e la passione per il Papa lo ha condotto a Roma, tante altre donne con questa stessa passione e ardore per la Chiesa, il Corpo di Cristo, hanno cercato di illuminare, di orientare il Papa magari nelle scelte coraggiose da fare in alcune circostanze storiche. Posso dire che da questa tradizione storica del genio femminile, come diceva Giovanni Paolo II, ci viene un appello ad essere donne propositive nella storia per offrire quella intuizione, quello sguardo d’insieme,  che è proprio delle donne, in modo che si possa davvero operare un’evangelizzazione nuova che metta al centro la vita, la vita umana e il rispetto della vita umana.

 

D. – Il Papa ringrazia in modo particolare tutte le donne del mondo perché hanno avuto il coraggio di dare la vita contribuendo ad un futuro umano, e le ha invitate a comunicare anche il centro stesso della vita, che è Gesù Cristo …

 

R. – Certo. Possiamo dire che già nella Mulieris dignitatem di Giovanni Paolo II, questa grande Lettera profetica, si metteva in evidenza come Dio affida l’uomo alla donna; è un affidamento che fa diventare la responsabilità della donna una profezia. Allora possiamo dire che è proprio della donna richiamare l’attenzione alla vita, promuovere la vita e richiamare anche le istituzioni su questa dimensione. Noi come donne dovremmo proprio lanciare un appello alle istituzioni perché vengano incontro alle difficoltà, magari a quelle situazioni drammatiche di solitudine in cui si trova la donna, perché davvero possa portare avanti questa grande profezia dell’umanità. Perché l’umanità che non pensa al futuro, quindi che non genera, è un’umanità che va alla morte, che si autodistrugge.

 

D. – Lei, come donna, come si sente nella Chiesa?

 

R. – La mia esperienza è da sempre un’esperienza positiva: fin da quando facevo le scuole elementari, a me piaceva tantissimo fare catechismo e il parroco aderiva a questo mio desiderio. Quindi, questo senso della missione catechistica, del comunicare Gesù mi ha preso da quanto ero bambina. E posso dire che la Chiesa mi ha sempre aperto delle strade che io nemmeno pensavo. Per esempio, la strada della teologia, io davvero non la pensavo, perché quando sono  diventata suora, negli anni Sessanta, la teologia non era aperta ai laici, quindi alle donne. Solo dopo il Concilio è venuta questa possibilità e proprio quando si è aperta la teologia ai laici, la mia Congregazione, le Figlie di Maria Ausiliatrice,  mi ha avviato agli studi di teologia. Per me era un sogno!

 

D. – Cosa vuol dire alle donne, per la festa dell’8 marzo?

 

R. – Voglio dire che dobbiamo davvero riscoprire il nostro genio femminile e metterlo in circolazione nella società contemporanea, perché davvero si dia vita e si alimenti questa prospettiva del nuovo umanesimo. E mentre noi possiamo avere questa libertà di espressione e anche questa possibilità professionale, dobbiamo pensare a tante donne che questa libertà e queste opportunità non le hanno e quindi avere anche una grande solidarietà nei loro confronti e mettere in moto tutte le nostre risorse, le nostre possibilità perché anche a queste donne sia offerta una libertà genuina, vera, e una possibilità di mettere in azione, in dono alla società contemporanea il genio femminile.

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IL CARDINALE SODANO HA CELEBRATO STAMANE NELLA BASILICA VATICANA LE ESEQUIE DELL’ARCIVESCOVO DONATO SQUICCIARINI, MORTO DOMENICA SCORSA

 

Il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ha celebrato stamane nella Basilica Vaticana le esequie dell’arcivescovo Donato Squicciarini, scomparso domenica scorsa 5 marzo dopo una lunga malattia. Mons. Squicciarini, ordinato sacerdote il 12 aprile del 1952, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede: è stato nunzio apostolico in Burundi, in Camerun e Gabon. Poi dal 1989 al 2002 è stato nunzio in Austria. Il cardinale Sodano lo ha ricordato nell’omelia come un “uomo del dialogo”, che ha saputo vivere “il suo ministero nell’amore, nella gioia e nella carità di Cristo”. Il porporato ha ricordato quindi le parole di mons. Squicciarini: “La fede mi ha sempre dato coraggio, forza ed entusiasmo per mettere a frutto i talenti datimi dal Signore”.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il nucleare: consultazioni con i dirigenti iraniani per cercare di trovare un’intesa; in corso a Vienna la riunione dell’AIEA.

 

Servizio vaticano – Le esequie dell’arcivescovo Donato Squicciarini, nunzio apostolico, presiedute dal cardinale Angelo Sodano nella Basilica Vaticana. L’omelia del porporato.

 

Servizio estero – Medio Oriente: nella prima seduta parlamentare netta contrapposizione tra Hamas e Al Fatah.

 

Servizio culturale – Un articolo di Franco Patrono dal titolo “Nella ‘scelta bidimensionale’ la caratterizzazione di un percorso estetico”: a Torino la mostra “Corti e Città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali”.

 

Servizio italiano – In primopiano il rapimento del bimbo nel Parmense.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

7 marzo 2006

 

IN CORSO IN ITALIA LA SETTIMANA DI SENSIBILIZZAZIONE AL DONO DEL SANGUE

- Intervista con Luigi Cardini -

 

E’ in corso da ieri in Italia la settimana nazionale di sensibilizzazione al dono del sangue. L’iniziativa si inscrive nell’ambito delle manifestazioni per il quinto anniversario della nascita del servizio civile invitando i volontari a recarsi presso i servizi trasfusionali per dare il loro contributo di donazione. Il servizio è di Paolo Ondarza.

 

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Guarite gli infermi. Una raccomandazione evangelica che interpella tutti soprattutto quando si pensa che per rendersi prossimi a chi soffre è sufficiente un gesto semplice come donare il sangue. Un bene indispensabile quest’ultimo che costituisce per molti ammalati un fattore unico e insostituibile di sopravvivenza. Nel 2004, con un milione e mezzo di donatori italiani, sono state raccolte quasi 2 milioni e 300 mila sacche di sangue, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. L’allungamento della vita, lo specializzarsi delle tecniche chirurgiche e le terapie per i malati oncologici fanno però sì che l’aumento dei consumi si attesti intorno al 7-8% annuo, con l’evidente necessità di trovare nuovi donatori, possibilmente, regolari. A questo scopo viene promossa la settimana di sensibilizzazione al dono del sangue. Tra i volontari in Servizio Civile, Luigi Cardini, coordinatore nazionale delle associazioni donatori Sangue:

 

R. – Noi andiamo a fare la diffusione tra i giovani, per due motivi: il primo perché sono quelli che potrebbero senz’altro essere la leva anche verso gli altri ma soprattutto perché poi lo facciano anche in seguito diventando periodici e quindi donando di continuo.

 

D. – L’appello è rivolto quindi in primis ai giovani del servizio civile, ma si vuole arrivare a tutti i potenziali donatori. Ma chi può donare sangue? Ancora Cardini:

 

R. – Dobbiamo essere maggiorenni, da 18 anni a 65. Non ci sono requisiti particolari: dobbiamo essere in salute, dobbiamo pesare più di 50 chili ed avere dei parametri sugli esami ematologici nella norma.

 

Attualmente il 65% della popolazione italiana ha un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, quindi quella richiesta per donare il sangue, ma solo il 3% di questi è un donatore. Un dato questo che non può non interpellare le coscienze.

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“LA RINASCITA DEL PARLAMENTO. DALLA LIBERAZIONE ALLA COSTITUZIONE”:

QUESTO, IL TITOLO DELLA MOSTRA PROMOSSA A ROMA DALLA FONDAZIONE

DELLA CAMERA DEI DEPUTATI NEL 60.MO DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE

- Con noi, il prof. Pietro Scoppola -

 

Ripercorrere le vicende politico-istituzionali che portarono, dopo la Liberazione e le elezioni del 2 giugno 1946, ai lavori dell’Assemblea Costituente per la redazione della Costituzione repubblicana italiana: questo, lo scopo della mostra “La rinascita del Parlamento. Dalla Liberazione alla Costituzione”, promossa dalla Fondazione della Camera dei Deputati nel 60.mo della Costituente. L’esposizione, in corso a Montecitorio fino all’8 aprile prossimo, proseguirà nei principali capoluoghi italiani fino al termine del 2007. Il servizio di Roberta Moretti:

 

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Filmati dell’Istituto Luce, giornali d’epoca, emendamenti autografi. La mostra è una sorta di viaggio nel tempo in un’Italia in bianco e nero, distrutta dalla guerra e alle prese con la ricostruzione. Tra i pezzi esposti, provenienti da una quarantina di istituti, biblioteche, fondazioni e archivi, la copia originale della Costituzione italiana, firmata dal capo di Stato, Enrico De Nicola, il 27 dicembre del 1947. Ma cosa ha significato per l’Italia la Costituente del ‘46? Pietro Scoppola, professore emerito di Storia Contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza”:

 

R. – Il punto fondamentale più innovativo è quello che rappresenta il fondamento stesso della Costituzione e fu enunciato da un costituente cattolico, Giuseppe Dossetti, nella prima sottocommissione, quando propose che il fondamento culturale, l’idea centrale della Costituzione, fosse la dignità della persona umana. Questo significava rovesciare completamente tutta l’impostazione che il Fascismo aveva dato del rapporto tra l’individuo e lo Stato. Nel Fascismo lo Stato era il valore assoluto e tutto doveva essere per lo Stato, tutto nello Stato. Viceversa la Costituzione ribalta completamente questa concezione e stabilisce che il fondamento della Costituzione sia rappresentato dalla dignità della persona umana e che lo Stato debba vivere per garantire questa dignità, per garantire la possibilità dello sviluppo della persona umana. E’ un rovesciamento culturale. Che poi questo si sia realizzato compiutamente, questo non si è realizzato, perché non si realizzano mai completamente i grandi principi, i grandi valori. Non c’è dubbio, però, che l’affermazione di quel principio abbia introdotto nella storia italiana un germe estremamente fecondo, che ha condizionato tutta la vita italiana di questi 60 anni.  

 

D. – Qual era il contesto europeo del dopoguerra in cui si è concretizzata questa Costituzione? Ci sono altre esperienze analoghe a quella italiana?

 

R. – C’è l’esperienza quasi parallela della Francia, che si è data in quegli anni una Costituzione analoga alla nostra. Una Costituzione, tra l’altro, che pochi anni dopo è stata però travolta dalla Costituzione gollista. E c’è l’esperienza di poco successiva della Germania, l’altro grande Paese sconfitto, perché legato al nazismo. I due Paesi sconfitti erano la Germania e l’Italia. Tuttavia la Costituzione italiana ha una sua specificità, che è dovuta proprio alla presenza decisiva, in qualche misura determinante, dei cattolici. La presenza cattolica è stata decisiva nella Costituzione. Questi cattolici sono stati capaci di tradurre valori e principi di chiara ispirazione cristiana, come quello che ho appena ricordato del valore della dignità della persona umana, tradurlo in formule, in espressioni giuridiche, condivisibili dalla cultura laica. Questa è la grande operazione, la grande mediazione, nel senso alto del termine: la capacità di tradurre i valori cristiani in formule, in termini condivisibili da tutti e, quindi, capaci poi di fondare la convivenza. Questa è stata la grande opera che hanno compiuto i costituenti cattolici e che rimane. Per questo credo che sia assai importante oggi la difesa di questa Costituzione.

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CHIESA E SOCIETA’

7 marzo 2006

 

 

LE ATTUALI TENDENZE RELIGIOSE IN GERMANIA SONO SPESSO ABERRAZIONI.

ALLA CHIESA IL COMPITO DI ACCOMPAGNARE LA GENTE NELLA RICERCA SPIRITUALE PERCHÉ NON CADA IN FENOMENI AMBIVALENTI: COSÌ IL CARDINALE KARL LEHMANN NELL’OMELIA DI APERTURA DELL’ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI TEDESCHI

 

BERLINO. = Ha voluto richiamare l’attenzione sulle attuali tendenze religiose in Germania il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca, durante l’omelia della Messa di apertura della plenaria dei vescovi tedeschi, in corso a Berlino. Il porporato, riferisce l’agenzia SIR, ha osservato che il concetto di religione spesso utilizzato “comprende forme di religiosità che rappresentano piuttosto delle aberrazioni e figure opposte, come ad esempio i culti satanici”. Il cardinale Lehmann ha detto anche che dagli anni Ottanta si nota in tutto il mondo un recupero dell’importanza in ambito pubblico delle religioni tradizionali e che ne sono prova la rivoluzione sciita in Iran, Solidarnosc in Polonia, la teologia della liberazione in America latina. Ma il porporato invita a “guardare oltre le apparenze e cercare le radici religiose e spirituali, nonché i motivi delle forme religiose spesso deformate”, inoltre ha richiamato la posizione di diversi esperti che in questa tendenza vedono “l’anima irrequieta dell’uomo che non può trovare pace fino a quando non è in Dio”. Continuando la sua riflessione sulla religiosità, il presidente dei vescovi tedeschi ha aggiunto che proprio quando si trovano davanti a catastrofi in cui la scienza e la politica hanno dimostrato la loro impotenza (11 settembre 2001, tsunami etc.), le persone si recano – spesso solo per poco tempo – in massa nelle chiese. Ma se negli ultimi tempi il numero delle persone ritornate nella Chiesa è aumentato in modo considerevole, ha affermato il cardinale Lehmann, bisogna tener conto di “quanto siano ambivalenti tali fenomeni e quanto rappresentino solo momenti che possono essere a volte contraddittori”. “Non ci accoderemo a queste tendenze per essere alla moda – ha concluso il porporato – ma le osserveremo con attenzione, accompagnando la gente in questa ricerca”. (T.C.)

 

 

IN VIGORE IL FONDO ISTITUITO DALLE NAZIONI UNITE PER LA DEMOCRAZIA.

41 MILIONI DI DOLLARI PER AIUTARE I PAESI CHE VOGLIONO PROMUOVERE

PLURALITÀ POLITICA E GIUSTIZIA INDIPENDENTE

 

ROMA. = E’ entrato in vigore il Fondo delle Nazioni Unite per la democrazia. I  Paesi donatori si sono impegnati a sbloccare circa 41 milioni di dollari (34 milioni di euro) per promuovere le istituzioni e la pratica democratica nel mondo. La creazione di un fondo per la democrazia era stata proposta dal presidente USA, George Bush, all’Assemblea generale dell’ONU. Lo scopo aiutare quei Paesi che ne hanno bisogno a stabilire basi democratiche istituendo stato di diritto, giustizia indipendente, libertà di stampa, pluralità politica e sindacale. (T.C.)

 

 

BOSNIA: UN PROGETTO PER RICOSTRUIRE I LUOGHI DI CULTO DISTRUTTI

DURANTE L’ULTIMA GUERRA DEI BALCANI.

DOMENICA LA BENEZIONE DEI PRIMI MATTONI  

 

MOSTAR.= “Donare un mattone”: questa l’iniziativa quaresimale di solidarietà per la  ricostruzione di alcune parrocchie in Bosnia, nella regione della Posavina, distrutte nell’ultima guerra dei Balcani. L’idea ha come suoi promotori tre sacerdoti, Robert Ružic, Iko Skoko e Josip Oršolic, impegnati nelle zone di Mostar e di Medjugorie. Lo scopo è anche quello di ridare una casa ai tanti fedeli cattolici fuggiti dalle loro abitazioni durante la guerra e di dar loro la possibilità di fare ritorno in patria, ha affermato padre Robert Ružic. “Insieme alla case cercheremo di ricostruire anche quei luoghi di culto non risparmiati dalla furia della guerra”, ha aggiunto il sacerdote, convinto che “saranno in tanti a tornare perché hanno nel cuore l’amore per la loro terra ma anche la forza di perdonare e di riconciliarsi”. Il progetto partirà domenica a Citluk: il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo metropolita di Sarajevo, benedirà i primi due autorimorchi carichi di mattoni diretti alle parrocchie di Bosanski Brod e Hrvatska Tišina. Intanto giornali, radio e tv si stanno impegnando in una campagna di sensibilizzazione, invitando a versare piccole somme di denaro, per consentire l’acquisto di mattoni per i luoghi di culto da ricostruire, chiamando il numero telefonico 00387/92850850 oppure mandando un sms al numero 00387/6388850. (S.C.)

 

 

MEDIO ORIENTE: PROTESTA PACIFISTA DI CRISTIANI E MUSULMANI DI ABOUD

CONTRO LA COSTRUZIONE DI UN MURO. A RISCHIO LA PRODUZIONE DI ULIVO

PER 70 FAMIGLIE CRISTIANE

 

ABOUD. = Ad Aboud, uno dei villaggi della Palestina più rinomati per la produzione di ulivo, sta sorgendo un muro che ridurrà di molti ettari la proprietà di terra a 70 famiglie cristiane. A causa della struttura queste famiglie rischiano di perdere la propria attività e la propria terra. “Per questo gli abitanti del villaggio hanno deciso di organizzare  ogni venerdì una manifestazione non violenta contro i lavori”, ha detto all’agenzia MISNA Adriano Rossi, volontario che recentemente ha lavorato sulle pendici occidentali delle colline di Samaria. Venerdì scorso, decine di cristiani e musulmani di Aboud, ma anche pacifisti israeliani e internazionali, hanno dato vita a un corteo pacifico di protesta che si è concluso nel cantiere del muro. L’Alta corte israeliana, intanto, ha emanato un ordine di sospensione dei lavori di costruzione per almeno 14 giorni. Il villaggio di Aboud, di antica tradizione cristiana, conosce una realtà di rispetto, di dialogo e di solidarietà tra cristiani e musulmani. È attesa per venerdì la visita del segretario della Conferenza episcopale statunitense, il cardinale Theodore Edgar McCarrick. (S.C.)

 

 

NAZARETH: CHIEDONO PERDONO AL CUSTODE DI TERRA SANTA,

PADRE PERBATTISTA PIZZABALLA, I CONIUGI CHE HANNO LANCIATO PETARDI

ALLA BASILICA DELL’ANNUNCIAZIONE

 

NAZARETH. = Hanno chiesto perdono i due coniugi che la sera del 3 marzo scorso hanno lanciato petardi nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, mentre si celebrava il primo venerdì di Quaresima. A riferirlo è l’agenzia AsiaNews. Il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha raccontato di aver visitato in prigione i coniugi Habibi: “Hanno chiesto perdono per ciò che hanno fatto e ho accordato loro questo perdono”. L'incontro è avvenuto al posto di polizia di Nazareth, dove la coppia, con la loro figlia ventenne, è tenuta in arresto. Padre Pizzaballa ha potuto vederli in privato solo per qualche minuto. Gli Habibi non erano sconosciuti alla polizia israeliana. In passato, il marito aveva già cercato di attirare l’attenzione sui loro problemi familiari con gesti simili. Sono considerati mentalmente instabili. “E’ una famiglia in difficoltà – ha detto padre Pizzaballa – lacerata dal fatto che uno dei loro figli le è stato tolto dai servizi sociali. Si tratta veramente di povera gente. Mi hanno commosso molto”. (T.C.)

 

 

RIFLESSIONI E PREGHIERE SULLA QUARESIMA NEL WEB:

DALL’AUSTRALIA UN’INIZIATIVA DEI GESUITI PER PROPORRE UN CAMMINO

DI MEDITAZIONI DI PREPARAZIONE ALLA PASQUA

 

SYDNEY. = Un itinerario di riflessione e di preghiera quotidiana per la Quaresima per gli assidui frequentatori del web. A proporlo i Gesuiti dell’università di Creighton, in Australia. L’iniziativa si rivolge a tutti i cristiani, soprattutto ai giovani, e a quanti trascorrono per lavoro molte ore al giorno davanti ad un computer. www.creighton.edu: questo l’indirizzo aggiornato quotidianamente dai religiosi che offre meditazioni, letture bibliche del giorno, pensieri e preghiere dalla Liturgia delle Ore, per accompagnare il cammino quaresimale, fino alla Pasqua. L’idea è una risposta alla recente pubblicazione della Lettera pastorale dei vescovi australiani, dal titolo “Andate, annunciate al mondo”, incentrata sulla relazione e sull’impegno della Chiesa nei mass media. Il testo tocca i vari aspetti e settori del mondo dei media, come televisione, Internet, radio, carta stampata, cinema, pubblicità. La Chiesa cattolica australiana ha in progetto di aumentare la sua presenza nei mass media e di utilizzare per l’evangelizzazione i “nuovi pulpiti” della cultura e del terzo millennio. Anche la Conferenza episcopale suggerisce un approccio più energico verso il mondo dei mass-media ed invita ad una maggiore utilizzazione di stampa, tv ed Internet per diffondere la Buona Novella e per cogliere le grandi opportunità offerte dai nuovi mezzi di comunicazione. (S.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

7 marzo 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

             

“L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) deve risarcire l’Iran per aver danneggiato nel nostro Paese lo sviluppo di scienza, tecnologia ed economia”. Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, in un momento cruciale per il governo di Teheran: a Vienna sono riuniti, infatti, i governatori dell’AIEA per decidere un eventuale deferimento del dossier iraniano all’ONU. Mentre, la Repubblica islamica ribadisce il proprio rifiuto alla sospensione delle attività nucleari, i negoziatori europei sono divisi, in particolare, sull’opportunità di concedere all’Iran di conservare una limitata capacità di ricerca e sviluppo sull’arricchimento dell’uranio in territorio russo. La Germania sembra più possibilista mentre restano contrari a questa proposta, lanciata da Mosca, Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna.

 

In Medio Oriente, almeno cinque persone sono rimaste uccise in seguito ad un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza. E’ stata colpita un’automobile con a bordo un comandante militare della Jihad islamica. Oltre all’estremista e ad un altro militante dell’organizzazione integralista, sono morti anche una bambina di 8 anni e i due fratelli di 15. Alla difficile situazione sul terreno, si aggiungono anche nuove frizioni politiche tra israeliani e palestinesi. Il nostro servizio:

 

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Proseguono le minacce incrociate tra Israele e il movimento estremista palestinese “Hamas”: il ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, avverte che Israele potrebbe colpire i leader del movimento islamico, compreso il primo ministro designato Ismail Haniyeh. “Se l’organizzazione fondamentalista sceglie la strada del terrore – precisa il ministro - non è più questione di leadership politica. Sarebbe una leadership terroristica”. In Israele, intanto, il primo ministro, Ehud Olmert, ha annunciato che in futuro lo Stato ebraico ridurrà drasticamente gli stanziamenti per gli insediamenti ebraici in Cisgiordania con lo scopo favorire la crescita di altre aree del Paese. Sul versante palestinese, Hamas annuncia invece che continuerà la lotta armata contro Israele. Un dirigente del gruppo radicale avverte che potrebbero anche essere rapiti cittadini israeliani per chiedere la liberazione di migliaia di palestinesi detenuti in Israele. La soluzione – spiega il capo di Hamas, Khaled Meshaal - non è quella di riconoscere lo Stato ebraico, ma di porre fine all’occupazione israeliana dei Territori. La possibilità di riconoscere Israele - aggiunge il presidente del Parlamento di Ramallah, Aziz Dweik - può essere presa in esame solo dopo un referendum popolare rivolto alla popolazione palestinese. “Ma prima di compiere questo passo – chiarisce il presidente dell’Assemblea palestinese – Israele dovrà precisare quali saranno i suoi confini, altrimenti i palestinesi non saprebbero cosa riconoscere”. Se Israele “inizierà a riconoscere i diritti dei palestinesi”, conclude Dweik, i palestinesi a loro volta inizieranno a riconoscere Israele.

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Sono 120 i militanti islamici rimasti uccisi durante i tre giorni di scontri con le forze di sicurezza pachistane al confine con l’Afghanistan. La zona è rifugio, dal 2001, dei guerriglieri talebani e di molti membri di Al Qaeda, sostenuti dalla popolazione pashtun. I combattimenti erano scoppiati in concomitanza con la visita del presidente americano Bush nel Paese.

 

In Iraq, diversi attentati hanno provocato la morte di almeno 8 persone. A Baghdad un civile è morto per l’esplosione di un ordigno. A Baquba una persona è rimasta uccisa per la deflagrazione di una bomba. Sempre nella città del cosiddetto triangolo sunnita, è stato assassinato un poliziotto. Attacchi contro le forze di polizia sono avvenuti anche a sud della capitale, dove uomini armati hanno ucciso almeno 3 agenti. Sul versante dei sequestri, è stato mostrato, intanto, un video con tre dei quattro pacifisti cristiani – due canadesi, un britannico e un americano – rapiti in Iraq nel mese di novembre. Nel filmato, gli ostaggi rivolgono un appello ai governi dei loro Paesi e ai leader degli Stati del Golfo persico.

 

E mentre dall’Iraq continuano a giungere notizie di violenze, Amnesty International denuncia nuovamente le condizioni dei detenuti nel Paese del Golfo. Dal documento, presentato ieri, emerge che “vi sono agghiaccianti segnali che la lezione di Abu Ghraib sia stata ignorata”. Sarebbero quotidiane, infatti, le violenze perpetrate su migliaia di detenuti iracheni che non sono stati formalmente incriminati o processati. Il rapporto punta il dito contro le forze statunitensi e britanniche, responsabili di aver provocato - si legge nel rapporto - “un sistema di detenzione arbitraria”. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty-Italia:

 

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R. – A tre anni dal rovesciamento di Saddam Hussein c’è ancora un sistema di rispetto dei diritti umani che non funziona affatto, ovvero un apparato che prevede detenzioni senza processo e senza accusa. In Iraq questo sistema riguarda diverse migliaia di prigionieri. E’ un apparato corroborato dall’uso della tortura come metodo di interrogatorio e come strumento di punizione, di paura e terrore.

 

D. – Nel Rapporto specificate che un prigioniero può rimanere in carcere anche per lungo periodo senza conoscere il capo d’accusa. In concreto, cosa accade in Iraq?

 

R. – Succede che persone finiscono in carcere anche per più di due anni, e non hanno modo di conoscere di cosa sono accusati. Molti detenuti hanno pochi contatti, in diversi casi nessuno, con il mondo esterno. Sono in balia di torturatori, che siano della coalizione o che siano delle forze di sicurezza irachene.

 

D. – Quindi, allo stato attuale, sono iracheni che torturano altri iracheni?

 

R. – Sono oggi prevalentemente iracheni che torturano altri iracheni, ma c’è un problema di proseguimento delle torture da parte delle forze della coalizione e c’è, più in generale, un grande problema di impunità nei confronti della tortura. Significa, in poche parole, perpetuare un sistema di violazione dei diritti umani che viene percepito come un sopruso da parte dei cittadini iracheni che vorrebbero invece, finalmente, vedere interrotta quella linea di continuità con il passato. Per quanto riguarda la tortura, questo sistema chiama in causa i tempi di Saddam Hussein e arriva fino ad oggi, a tre anni dal suo rovesciamento.

 

D. – Quindi, di fatto, che cosa auspicate?

 

R. – Auspichiamo che se l’Iraq voglia voltare pagina, prenda sul serio la proposta, la richiesta di Amnesty International per dire basta a questo sistema di violazione dei diritti umani!

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E’ cominciato, ad Alexandria, il processo contro Zacarias Moussaoui, l’unica persona incriminata negli Stati Uniti per gli attentati dell’11 settembre 2001. Il giudice federale ha insediato la giuria che non dovrà pronunciarsi sulla colpevolezza dell'imputato. Zacarias Moussaoui si è già dichiarato colpevole di tutti e 6 i capi di imputazione contestati. I giudici si pronunceranno, quindi, sull'entità della condanna. Tre capi di accusa prevedono la pena di morte.

 

Nei Paesi Bassi, quasi 12 milioni di olandesi sono chiamati oggi al voto per le elezioni municipali. Si tratta di un importante test politico che potrebbe avere ripercussioni sul futuro del governo di centro-destra, guidato dal primo ministro Jan Peter Balken. La campagna elettorale ha affrontato soprattutto i temi dell’immigrazione e della sicurezza. Questioni legate a recenti episodi di violenza, quali l’assassinio del regista Teo Van Gogh e l’uccisione del leader populista xenofobo Pim Fortuyin. Ma quanto influirà quest’ultimo tragico evento sull’esito dell’odierna consultazione? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al giornalista olandese Mark Leijendekker:

 

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R. – Questo certamente è un test per sapere quanto dura l’effetto Fortuyin; e per questo credo che la città oggi più importante sia Rotterdam. Cosa succede a Rotterdam? Questa città, nel 2002, ha visto l’inizio dell’ascesa politica di Pim Fortuyin. A Rotterdam hanno vinto i suoi seguaci e adesso il test più importante è sapere se questi “fortuynisti” sono ancora in grado di mobilitare una parte significativa dell’elettorato o se il partito laburista è in grado di riappropriarsi del potere in questa importante città.

 

D. – Si tratta della prima consultazione dopo ilno’ alla costituzione europea, e come otto mesi fa, dalle urne potrebbe uscire un risultato penalizzante per i gruppi che sostengono il governo di centrodestra del primo ministro Jan Pieter Balkenende

 

R. – Si pensa che il governo uscirà da queste elezioni abbastanza danneggiato; tutte le indicazioni dicono che se in questo momento ci fossero le elezioni politiche, il governo non avrebbe la maggioranza e per questo teme le elezioni politiche. Ci sono state tante misure impopolari, la gente ha minore disponibilità economica, ci si interroga anche sull’idea stessa della società basata sulla solidarietà. Per questo, credo che ci si possa ragionevolmente aspettare che questo governo riceva una certa ‘bastonata’, alle elezioni…

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Tragedia al largo delle coste della Mauritania: due imbarcazioni dirette alle isole Canarie sono affondate provocando la morte di almeno 45 persone. Le vittime erano tutti clandestini. Lo riferisce la radio spagnola, precisando che 23 immigrati sono morti la notte scorsa per il naufragio di una barca. Poco dopo, sono morti altri 22 clandestini per l’affondamento di una seconda imbarcazione. A Bari, intanto, altri 3 immigrati – probabilmente macedoni – sono stati trovati senza vita all’interno di un camion nella zona del porto. Sono in corso indagini per accertare le cause del decesso dei tre giovani, causato probabilmente da assideramento o avvelenamento.

 

 

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