RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 64 - Testo della trasmissione di domenica 5 marzo 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa all’Angelus in questa prima Domenica di Quaresima: per diventare davvero liberi occorre superare la prova della tentazione

 

Da questa sera gli esercizi spirituali in Vaticano per la Curia Romana alla presenza del Papa. Le meditazioni sono proposte dal patriarca emerito di Venezia, il cardinale Marco : intervista con il porporato

 

Le conclusioni del Congresso internazionale e dell’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita: al centro dei lavori il tema dell’embrione. Ai nostri microfoni mons. Ignacio Carrasco  De Paula

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Sant’Agostino e Benedetto XVI: il vescovo di Ippona è tra i Santi più citati dal Papa: con noi il vescovo Giovanni Scanavino

 

Presentato, in Vaticano, il libro “Prendere il largo con Cristo. Esortazioni e Lettere apostoliche di Giovanni Paolo II”

 

La Costa d’Avorio torna a sperare nella pace dopo quattro anni di una crisi che ha spaccato in due il Paese causando insicurezza e miseria: con noi Charles Dadiè Dago

 

CHIESA E SOCIETA’:

Messa a Trebisonda in Turchia  ad un mese dall’uccisione di don Andrea Santoro

 

Iniziate in Algeria grazie alla Carta per la riconciliazione nazionale le scarcerazioni degli        estremisti islamici coinvolti nella guerra civile

 

Sfila a San Pietro il Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti  in omaggio al Papa

      

Brasile: nuove norme per lo sfruttamento dell’Amazzonia

 

L’arcivescovo di Canterbury critica gli Stati Uniti per il  Centro di detenzione di          Guantanamo

 

24 ORE NEL MONDO:

In Pakistan, almeno 49 morti in nuovi scontri tra ribelli talebani  e forze governative – Nuove minacce di Al Qaeda  all’Occidente

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 marzo 2006

 

 

IL PAPA ALL’ANGELUS IN QUESTA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA:

PER DIVENTARE DAVVERO LIBERI OCCORRE SUPERARE LA PROVA DELLA TENTAZIONE

 

"Per realizzare appieno la vita nella libertà occorre superare la prova che la stessa libertà comporta, cioè la tentazione": è quanto ha detto stamane il Papa all’Angelus in questa prima Domenica di Quaresima. Benedetto XVI ha invitato i fedeli a vivere questo tempo forte compiendo un’attenta revisione di vita per proseguire con più coraggio il cammino verso la Pasqua di Gesù, “fonte della misericordia”. Ascoltiamo il servizio di Sergio Centofanti:

 

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Il Papa ha dedicato l’Angelus alla Quaresima appena iniziata, un tempo – ha detto - che “stimola i cristiani ad impegnarsi in un cammino di preparazione alla Pasqua”. Riferendosi al Vangelo odierno ha ricordato la permanenza di Gesù nel deserto, dove il Signore “superò le tentazioni di satana”:

 

“Seguendo il loro Maestro e Signore, anche i cristiani per affrontare insieme con Lui il combattimento contro lo spirito del male entrano spiritualmente nel deserto quaresimale”.

 

L’immagine del deserto – ha sottolineato Benedetto XVI - “è una metafora assai eloquente della condizione umana”. Il Libro dell’Esodo narra l’esperienza del popolo di Israele che, uscito dall’Egitto, peregrina nel deserto del Sinai per quarant’anni prima di giungere alla terra promessa:

 

“Durante quel lungo viaggio, gli ebrei sperimentarono tutta la forza e l’insistenza del tentatore, che li spingeva a perdere la fiducia nel Signore e a tornare indietro; ma, al tempo stesso, grazie alla mediazione di Mosè, impararono ad ascoltare la voce di Dio, che li chiamava a diventare il suo popolo santo. Meditando su questa pagina biblica, comprendiamo che per realizzare appieno la vita nella libertà occorre superare la prova che la stessa libertà comporta, cioè la tentazione. Solo liberata dalla schiavitù della menzogna e del peccato, la persona umana, grazie all’obbedienza della fede che la apre alla verità, trova il senso pieno della sua esistenza e raggiunge la pace, l’amore e la gioia”.

 

Proprio per questo – ha aggiunto il Pontefice - “la Quaresima costituisce un tempo favorevole per un’attenta revisione di vita nel raccoglimento, nella preghiera e nella penitenza. Il Papa ha quindi ricordato che da questa sera inizierà gli Esercizi Spirituali  insieme ai collaboratori della Curia Romana:

 

“Cari fratelli e sorelle, mentre vi chiedo di accompagnarmi con le vostre preghiere, assicuro per voi un ricordo al Signore perché la Quaresima sia per tutti i cristiani un’occasione di conversione e di più coraggiosa spinta verso la santità”.

 

Dopo la preghiera dell’Angelus Benedetto XVI ha ricordato che sabato prossimo 11 marzo, alle ore 17, nell’Aula Paolo VI si terrà una veglia mariana organizzata dai giovani universitari di Roma. Ad essa parteciperanno, grazie ai collegamenti radio-televisivi, anche numerosi studenti di altri Paesi europei e dell’Africa:

 

“Sarà una propizia occasione per pregare la Vergine Santa perché il Vangelo apra nuove vie alla cooperazione tra i popoli dell’Europa e dell’Africa. Cari giovani, vi attendo numerosi !″ 

 

Il Papa si è rivolto poi ai pellegrini polacchi dando loro appuntamento a maggio quando visiterà la loro terra e “i luoghi del grande e amato Papa Giovanni Paolo II”.

 

E infine ha salutato i componenti del tradizionale Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti della Diocesi di Montecassino, che si preparano a celebrare il Transito di San Benedetto, il prossimo 21 marzo, “nostra comune festa” - ha detto il Papa improvvisando e riferendosi al nome del Santo Patrono d’Europa.

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DA QUESTA SERA GLI ESERCIZI SPIRITUALI IN VATICANO

PER LA CURIA ROMANA ALLA PRESENZA DEL PAPA. LE MEDITAZIONI SONO PROPOSTE

DAL PATRIARCA EMERITO DI VENEZIA, IL CARDINALE MARCO CÉ

- Intervista con il cardinale Marco -

 

Iniziano dunque questa sera in Vaticano, con la celebrazione dei Vespri nella Cappella Redemptoris Mater, gli Esercizi Spirituali per la Curia Romana, alla presenza del Santo Padre. Le meditazioni saranno proposte dal cardinale Marco , patriarca emerito di Venezia, sul tema ‘Camminando con Gesù verso la Pasqua guidati dall’Evangelista Marco. Gli Esercizi si concluderanno sabato mattina 11 marzo. In questi giorni sono sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì prossimo. Con noi è il predicatore degli Esercizi, il cardinale Marco : Giovanni Peduto gli ha chiesto con quale stato d’animo si appresti a questo compito:

 

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R. - Con grande trepidazione. Questa eventualità non era mai entrata nei miei orizzonti. Ho faticato nel prendere la decisione. Alla fine ho accettato, confidando nell’aiuto del buon Dio.

 

D. - Vuole illustrarci la scelta del tema e come lo svilupperà?

 

R. - Essendo all’inizio della Quaresima ho pensato di mantenermi nel clima della liturgia: Camminare con Gesù verso la Pasqua. Ho scelto poi come guida San Marco, perché è l’evangelista dell’anno ed anche perché il suo Vangelo da alcuni esegeti è considerato una guida del catecumeno verso il Battesimo nella Veglia pasquale.

 

D.- Quale messaggio vuol dare all’uditorio con le sue meditazioni?

 

R. - Il messaggio che è proprio della Pasqua: Dio ama questo nostro mondo e lo vuol salvare nella morte e risurrezione di Gesù. Voglio dare a tutti un messaggio di speranza.

 

D. - Quale invito rivolge ai cristiani per vivere bene questa Quaresima?

 

R. - Li invito alle tre opere proposte dalla grande tradizione della Chiesa: la preghiera, in particolare l’ascolto della Parola di Dio; il digiuno, come assunzione d’uno stile di vita che esprima il rinnovamento interiore; e la carità verso il prossimo: diventi pane del povero quanto si risparmia digiunando. Sono tre opere capaci di costruire un modello di vita che cambia il mondo.

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LE CONCLUSIONI DEL CONGRESSO INTERNAZIONALE

E DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA:

AL CENTRO DEI LAVORI IL TEMA DELL’EMBRIONE

- Intervista con mons. Ignacio Carrasco De Paula -

 

La Pontificia Accademia per la Vita ha tenuto in questi giorni in Vaticano la sua XII Assemblea Generale e promosso il Congresso Internazionale sul tema dell’embrione umano nella fase del preimpianto. In questa occasione il Pontefice ha ribadito “il carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana”: un giudizio – ha detto – che “vale già agli inizi della vita di  un embrione, prima ancora che si sia impiantato nel seno materno”. “L'amore Dio” – ha sottolineato infatti Benedetto XVI - “non fa differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o il giovane, o l'uomo maturo o l'anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l'impronta della propria immagine e somiglianza”. Ma cosa è emerso durante gli incontri di questi giorni? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cancelliere della Pontificia Accademia per la Vita mons. Ignacio Carrasco De Paula:

 

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R. – La cosa più importante è stata la scoperta di un soggetto in buona parte sconosciuto, perché di solito si parla di questi problemi senza tener conto dell’impressionante crescita di conoscenze scientifiche riguardo all’argomento. Credo che abbia colpito moltissimo il rendersi conto come già in quel momento, cioè appena concepito, l’embrione comincia un rapporto particolare con la madre, con un interscambio di informazioni, certo non percepibile a livello di coscienza. Comincia un linguaggio dove le parole sono proteine che però hanno tutto un significato, che, per esempio, avvertono la madre della presenza del bambino. Anche i suoi movimenti, come cioè l’embrione si fa strada attraverso la tuba per arrivare poi ad annidarsi nell’utero. In realtà si tratta, è vero, di un soggetto minuscolo, ma con una attività incredibile, in un rapporto vitale impressionante con la madre la quale percepisce che nel suo intimo, nel suo seno, effettivamente accadono delle cose incredibili.

 

D. – Come mai tutto questo viene così difficilmente recepito da tanti. Basta pensare alla strumentalizzazione degli embrioni, e non parliamo poi degli aborti. Come mai non si tiene conto che siamo davanti ad una vera e propria vita umana?

 

R. – Qui il discorso cade, mi pare, su questioni che conosciamo molto bene, perché ci sono semplicemente altri interessi, interessi di tutti i tipi. Fondamentalmente riguardano questioni ovviamente di natura economica ma c’è anche lo sfruttamento e la strumentalizzazione di quanti vogliono un figlio a tutti i costi, non potendolo avere per via naturale. Sono problemi reali che bisogna studiare, affrontare e risolvere, rispettando i diritti di tutti: anche i diritti di quel piccolo essere che non ha trovato ancora la sua casa, non si è cioè ancora impiantato nell’utero materno, ma che ha già una sua personalità.

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 marzo 2006

 

 

È TRA I SANTI PIÙ CITATI DA BENEDETTO XVI: È SANT’AGOSTINO, CUI IL PAPA

 HA DEDICATO IN GIOVENTU’ LA SUA TESI DI DOTTORATO IN TEOLOGIA

- Intervista con il vescovo di Orvieto e Todi Giovanni Scanavino -

 

Ha scelto il suo nome ispirandosi alla figura di Benedetto XV, il Papa della pace, per porre il suo ministero a servizio della riconciliazione tra i popoli, e al Santo di Norcia, Patrono d’Europa per “nulla anteporre a Cristo”. Ma uno dei Padri della Chiesa più citati dal Papa è certamente Sant’Agostino. Al vescovo di Ippona il giovane Joseph Ratzinger ha dedicato anche la sua tesi di dottorato in Teologia.  Tiziana Campisi ha chiesto al vescovo di Orvieto e Todi Giovanni Scanavino, dell’Ordine di Sant’Agostino, che legame c’è tra Benedetto XVI ed il Santo africano:

 

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R. – E’ un legame molto profondo, è un legame che nella sua vita viene da lontano, dai suoi primi studi. Uno dei primi libri, frutto del suo studio, riguardano proprio l’ecclesiologia di Sant’Agostino che, possiamo dire, sicuramente è servita anche al giovane Ratzinger teologo, per affrontare con forti basi il Concilio Vaticano II. Credo che l’ecclesiologia di comunione, presente nel Vaticano II, sia dovuta moltissimo alla sua presenza, ai suoi primi studi sui testi agostiniani, che elaborano l’ecclesiologia di comunione del Corpo di Cristo, del Popolo di Dio, come luogo dove il Signore abita e che diventa automaticamente anche la sua casa. 

 

D. – Ci sono dei temi in particolare che il Santo Padre affronta, per così dire, sotto un profilo agostiniano?

 

R. – Non si può quantificare su questo tema o su quest’altro, a me sembra ci sia stata un’assimilazione molto forte, che è diventata una sintesi chiarissima dentro di sé, per cui gli viene spontaneo, gli viene naturale. In questo io lo ammiro e lo invidio. 

 

D. – Ma che cosa ci insegna in particolare Benedetto XVI attraverso il pensiero di Sant’Agostino?

 

R. – Tutto quello che finora ci ha espresso nei suoi bellissimi discorsi: il coraggio  che lui cerca di trasferire nei suoi interventi, la chiarezza della verità, non di una verità che offende, ma di una verità che si propone proprio per la chiarezza con cui lui riesce a proporla, ad esprimersi. Quindi, quello che io ammiro in lui è proprio lo stesso tipo di chiarezza, lo stesso tipo di decisione. E’ come se – può sembrare una cosa strana, ma a me pare così – riproponesse la genialità, la chiarezza, la capacità critica e propositiva propria di Agostino.

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PRESENTATO, IN VATICANO, IL LIBRO “PRENDERE IL LARGO CON CRISTO.

ESORTAZIONI E LETTERE APOSTOLICHE DI GIOVANNI PAOLO II”

 

“Anche oggi viene detto alla Chiesa e ai successori degli Apostoli di prendere il largo nel mare della storia e di gettare le reti, per conquistare gli uomini al Vangelo, a Dio, a Cristo, alla vera vita”. Da questo passo dell’omelia di inizio Pontificato di Benedetto XVI e dal richiamo Duc in altum! – Prendete il largo – rivolto da Giovanni Paolo II ai fedeli all’alba del Terzo Millennio, prende spunto una nuova opera dal titolo: Prendere il largo con Cristo. Esortazioni e Lettere Apostoliche di Giovanni Paolo II”. Il libro, pubblicato dalla casa editrice Cantagalli e curato da Graziano Borgonovo e Arturo Cattaneo, è stato presentato in questi giorni in Vaticano, a poche settimane dal primo anniversario della morte di Papa Wojtyla, il 2 aprile 2005. Il servizio di  Amedeo Lomonaco:

 

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In una società dominata dalle spinte del materialismo e dell’individualismo, l’obiettivo condiviso da molti sembra essere quello di trarre profitti, di emergere e di “prendere il largo”. Nelle Esortazioni e nelle Lettere di Giovanni Paolo II questa direzione è corretta con gli insegnamenti di Gesù. La sfida diventa allora, come indica anche il titolo dell’opera, quella di “Prendere il largo con Cristo”. Un invito che, come sottolinea il cardinale George Cottier, già teologo della Casa Pontificia, rimane pienamente attuale:

 

“Questi testi fanno anche parte del Pontificato attuale. Dobbiamo studiarli ancora. Dunque, non sono soltanto interessanti per gli storici, ma anche per guidare gli impegni attuali della Chiesa. Hanno una dimensione missionaria e pastorale fortissima. Tutti siamo toccati e sollecitati da questi testi”.

 

Il patrimonio degli scritti di Giovanni Paolo II rivive, dunque, anche nel Pontificato di Benedetto XVI. I documenti lasciati in eredità da Karol Wojtyla all’uomo e alla Chiesa del Terzo Millennio sono, infatti, inestimabili fonti cui attingere. Ascoltiamo il segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, mons. Renato Boccardo:

 

“Il patrimonio costituito dai vari documenti di Giovanni Paolo II è un tesoro che continua a portare frutti. La Chiesa deve custodirlo gelosamente sapendo trarre insegnamento di vita anche per il Terzo Millennio. Il Papa stesso si pone in questo atteggiamento dicendo: è mio dovere aiutare la Chiesa ad approfittare in pieno di tutto ciò che Giovanni Paolo II ci ha lasciato”.

 

In numerosi documenti di Giovanni Paolo II e in diversi scritti di Benedetto XVI, tra i quali l’Enciclica “Deus caritas est”, emerge la centralità dell’incontro con una Persona: Gesù Cristo. E’ quanto sottolinea uno dei due autori del volume, Graziano Borgonovo:

 

“Tanto Giovanni Paolo II quanto Benedetto XVI ci mostrano questa passione per Cristo che è venuto a compiere il desiderio dell’uomo. Nello studio di questi testi relativi al Magistero di Giovanni Paolo II, abbiamo cercato di far emergere proprio questo perenne insegnamento”.

 

Alla conferenza per la presentazione del libro “Prendere il largo con Cristo” ha partecipato anche il senatore Giulio Andreotti che ha ricordato, soprattutto, il legame di Giovanni Paolo II con Roma:

 

“Ha fatto il vescovo di Roma sul serio. Le statistiche dei suoi viaggi nel mondo sono straordinarie ma non sono mai state a scapito del suo essere vescovo di Roma. Giovanni Paolo II era un po’ preoccupato che la città, con la crescita che aveva fatto registrare, non fosse religiosamente così viva come avrebbe dovuto per essere di esempio”.

 

Dopo una breve tavola rotonda, l’altro autore del libro, Arturo Cattaneo, ha sottolineato, quindi, come la bellezza e la forza dei gesti di Giovanni Paolo II non debbano adombrare o precedere le sue parole:

 

“La gente recepiva i gesti di Giovanni Paolo II come semplici immagini, anche belle ed emotive. Ma, naturalmente, non c’è solo questo; c’è molto di più. Vorremmo proprio, con questi documenti, far capire come dietro a questi gesti c’è veramente una fede, una speranza… C’è Cristo”.

 

L’eredità di Giovanni Paolo II è dunque un’ispirazione per la Chiesa e un appello rivolto ad ogni uomo a “prendere il largo con Cristo”.

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LA COSTA D’AVORIO TORNA A SPERARE NELLA PACE DOPO QUATTRO ANNI DI UNA CRISI CHE HA SPACCATO IN DUE IL PAESE

CAUSANDO INSICUREZZA E MISERIA

- Intervista con Charles Dadiè Dago -

 

La Costa d’Avorio torna a sperare: il recente vertice tra governo e ribelli – secondo il capo di Stato Maggiore delle forze ivoriane - ha fatto intravedere la possibilità di uscire dalla crisi che dal 2002 ha spaccato in due il Paese. La Costa d’Avorio è la prima nazione al mondo per la produzione di cacao ed il terzo per il caffè ma povertà e miseria incombono su gran parte della popolazione. In questo contesto difficile, oltre 600 mila coltivatori di cacao stanno cercando di sganciarsi dalle multinazionali occidentali che impongono i prezzi. Ma com’è la situazione oggi nel Paese? Benedetta Capelli lo ha chiesto a Charles Dadiè Dago della federazione ivoriana dei produttori di cacao-caffè che da anni si batte per i diritti dei produttori locali:

 

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R. - La situazione è precaria, non si vive una situazione né di pace né di guerra, quindi il popolo è veramente stanco e vorrebbe uscire da questa situazione che non giova a nessuno, né all’economia nazionale né ai produttori stessi che hanno il timore di andare nei campi per produrre. Il popolo soffre, soprattutto le zone occupate dai ribelli sono veramente zone in condizioni disastrose. La maggior parte degli abitanti delle zone occupate dai ribelli sono venute nel sud e potete immaginare il sud com’è sovrappopolato adesso e quindi tutta l’economia del Paese viene alimentata e sostenuta a metà perché è il sud quello che lavora, il nord no.

 

D. – Come è possibile in un Paese così diviso creare una cultura di pace?

 

R. – La cosa fondamentale è capire che siamo tutti figli di Dio e siamo tutti chiamati a vivere insieme senza nessuna discriminazione soprattutto rispettando le regole che costituiscono lo Stato. Quindi la cosa fondamentale è prima di tutto, in quello che è successo, il perdono, perché è fondamentale perdonare e dal perdono si ricostruisce tutto quello che è stato distrutto; dal perdono si riparte su basi sicure e rassicuranti perché se non c’è il perdono è difficile che ci sia una pace totale per un futuro nostro, ma soprattutto dei figli che verranno domani.

 

D. – Qual è la tua speranza e quella dei produttori di caffè e cacao che rappresenti?

 

R. – La mia speranza è di vedere domani il produttore di cacao star bene economicamente , perché lavora per sé, per la sua famiglia e per tutta la nazione della Costa d’Avorio. Quando riuscirò domani a risolvere questa situazione, nel senso di trovare dei partners con cui potremo aiutare i produttori a stare bene, ad avere una vita sociale bella, a curarsi, questo sarebbe per me veramente un sogno. Sarebbe magnifico avere questa soluzione per i produttori di caffè e cacao che oggi sono veramente in condizioni disastrose, benché siamo il primo Paese produttore di cacao nel mondo. Immaginatevi un po’ una persona che produce il caffè e il cacao e non ha neanche una casa decente e non ha neanche la corrente elettrica, non ha neanche l’acqua corrente: siamo poveri in Costa d’Avorio.

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CHIESA E SOCIETA’

5 marzo 2006

 

 

AD UN MESE DALLA MORTE DI DON ANDREA SANTORO OGGI A TREBISONDA,

IN TURCHIA, NELLA CHIESA IN CUI IL SACERDOTE

 È STATO ASSASSINATO, UNA MESSA IN SUFFRAGIO

 

ROMA. =  “Dialogo e convivenza non è quando si è d’accordo con le idee e le scelte altrui, ma quando gli si lascia posto accanto alle proprie e quando ci si scambia come dono il proprio patrimonio spirituale”. Lo scriveva don Andrea Santoro, il sacerdote Fidei donum ucciso a Trebisonda, in Turchia, un mese fa, il 5 febbraio scorso, nella sua ultima lettera. Oggi nella chiesa dove è stato assassinato mentre pregava, nella stessa ora in cui don Andrea è stato raggiunto da due proiettili, una celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Pierre Brunissen, parroco in una chiesa di Samsun, sulla costa orientale del Mar Nero, che recentemente ha ricevuto minacce. La chiesa di Santa Maria è stata riaperta proprio per il trigesimo. Ma mentre intorno al piccolo luogo di culto si respira un clima un teso e difficile e pare che molti abbiano dimenticato il missionario, in Italia il suo esempio e le sue parole scuotono le coscienze ed invitano all’amore. Due Messe in suffragio sono previste a Roma martedì: al Seminario Romano Maggiore e nella parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio. “È giusto vedere il filo d’erba verde anche quando stiamo attraversando una steppa”, si legge nelle prime righe della lettera di don Andrea datata 22 gennaio. “Il cristianesimo è nato dal sangue dei martiri, non dalla violenza come risposta alla violenza” scrive il sacerdote che invitava ad essere “aperti anche quando il Signore ci  guida su strade di dolore e ci fa assaporare più la steppa che i fili d’erba”. “Se contro la violenza usi la violenza si fa doppia violenza. Male più male fa doppio male. Ci vuole il doppio di bene per arginare il male” ha detto un giorno don Andrea ad una ragazza musulmana raccontandole che Gesù ha mandato i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi, che lui stesso s’è fatto agnello per guadagnare i lupi e che nelle mani di Cristo non c’è la spada ma la croce. E giovedì scorso, durante l’incontro con il clero della diocesi di Roma, ha voluto ricordare don Andrea Santoro Benedetto XVI, additandolo come luminoso esempio che mostra l’essere sacerdote sino in fondo, una “testimonianza che ispira tutti a seguire Cristo, a dare la vita per gli altri e a trovare proprio così la Vita”. (T. C.)

 

 

ALGERIA: UN CENTINAIO DI DETENUTI RILASCIATI IN TUTTO IL PAESE PER L’ENTRATA

IN VIGORE DELLA CARTA PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE NAZIONALE. INTANTO

42 SCUOLE FRANCESI CHIUDERANNO I BATTENTI

PER NON AVERE ADOTTATO I PROGRAMMI IN ARABO

 

ALGERI. = Una trentina di integralisti algerini sono usciti ieri dal carcere di Serkadji, alla periferia di Algeri. Diversi anche i detenuti rilasciati in altre città del Paese. Sono stati i primi beneficiari dell’amnistia concessa dalla Carta per la pace e la riconciliazione nazionale con cui l’Algeria spera di voltare la pagina degli anni ‘90, quando il terrorismo di matrice islamica fece oltre 200 mila morti e 18 mila persone scomparvero. Le scarcerazioni, secondo il ministero della Giustizia interesseranno almeno 2.200 persone, che saranno libere entro martedì. Secondo la legge, i detenuti già condannati definitivamente per fatti che non concernano massacri collettivi, stupri e uso di esplosivi in luoghi pubblici saranno graziati, quelli in attesa di giudizio o di appello avranno “uno sconto o una commutazione della pena”. I gruppi armati hanno invece sei mesi per arrendersi ed ottenere la grazia, purchè non siano ritenuti responsabili di massacri, stupri e attentati. La Carta per la pace e la riconciliazione nazionale è stata fortemente criticata dalle associazioni per la difesa dei diritti umani che chiedono una riconciliazione fatta di giustizia e verità. Intanto, per disposizione del capo dello Stato Abdelaziz Bouteflika, 42 scuole private di lingua francese che non si sono adeguate ai programmi d’insegnamento del ministero dell’Istruzione, già adottati nella scuola pubblica, e rigorosamente in arabo, dovranno chiudere i battenti alla fine dell’anno scolastico. Il ministero ha promesso che i 3.720 alunni “colpiti” dal provvedimento (cifra contestata dalle associazioni delle famiglie che parlano di ben 125 mila) saranno riassorbiti dal settore pubblico, ma il timore dei genitori è che il trasferimento possa avere conseguenze negative date le carenze delle strutture pubbliche. Il problema è che le materie scientifiche all’università algerina sono insegnate in francese e non in arabo, protestano in molti, sottolineando che oggi i giovani parlano male l’arabo e male, e sempre meno, il francese. (T.C.)

 

 

IL CORTEO STORICO TERRA SANCTI BENEDICTI HA RESO OGGI OMAGGIO AL PAPA.

LA SFILATA, IN ONORE DEL SANTO PADRE CHE HA SCELTO IL NOME DEL PATRONO D’EUROPA, APRE I FESTEGGIAMENTI IN RICORDO DEL TRANSITO DI SAN BENEDETTO

 

ROMA. = Ha sfilato stamattina a Roma, in via della Conciliazione per giungere poi all’Angelus in Piazza San Pietro, il Corteo storico “Terra Sancti Benedicti”. 300 i figuranti in costumi medievali che hanno voluto raccontare la storia di San Benedetto. L’iniziativa, un omaggio al Papa che ha scelto il nome del Patrono d’Europa, ha voluto precedere l’inizio dei festeggiamenti a Cassino per ricordare il Transito del Santo il 21 marzo. L’apertura delle celebrazioni l’11 marzo. Il 20 marzo invece è prevista la rievocazione del tributo a San Benedetto, con la proclamazione del messaggio di pace alla presenza degli ambasciatori dei Paesi europei e la processione. In programma anche due convegni, incontri con gli studenti, il raduno dei “Mille giovani per la pace”, un concerto, un palio e una fiera medievale. Il 21 marzo infine una solenne Messa pontificale che sarà presieduta nell’Abbazia di Montecassino dal presidente del Pontificio Consiglio della Cultura il cardinale Paul Poupard. (T.C.)

 

 

IL PRESIDENTE BRASILIANO LUIZ IGNÁCIO LULA DA SILVA PROMULGA NUOVE REGOLE PER LO SFRUTTAMENTO DELL’AMAZZONIA.

GREENPEACE ELOGIA L’INIZIATIVA DEL GOVERNO

 

BRASILIA. = Una nuova legge che abilita le aziende private brasiliane allo “sfruttamento sostenibile” delle risorse naturali, principalmente in Amazzonia. L’ha promulgata, come riferisce l’agenzia MISNA, il presidente Luiz Ignácio Lula da Silva. Le concessioni, che riguardano legname e prodotti agricoli, sono previste solo per “imprese legalmente costituite in Brasile”, per un lasso di tempo iniziale di 5 anni prolungabile fino a 40. Ogni quinquennio l’operato delle aziende sarà sottoposto a verifiche per accertare il rispetto delle norme a difesa dell’ambiente e l’assenza di violazioni di territori indigeni, tutelati dalla Costituzione, e riserve. Ma solo con ilvia libera’ di una commissione ‘ad hoc’ sarà possibile ottenere la proroga della concessione. “Con questa legge, lo Stato si riprende le sue terre, da sempre devastate dai saccheggi dei ‘grileiros’ (possidenti illegali),madereiros’ (commercianti di legname) e ‘fazendeiros’ (latifondisti)” ha detto Paulo Adario, coordinatore della ‘Campagna Amazzonia’ di ‘Greenpeace’, elogiando l’iniziativa del governo. La nuova legge prevede che l’80 per cento degli introiti derivanti dalle concessioni sia diviso tra lo Stato, le autorità locali e unFondo di sviluppo forestale’, per incentivare anche le amministrazioni regionali a non favorire l’occupazione illegale di terre. L’obiettivo del governo, ha spiegato il ministro dell’Ambiente Marina Silva, è di regolare entro 10 anni lo sfruttamento di 13 milioni di ettari, pari al 3 per cento della superficie amazzonica brasiliana. Si calcola che dagli anni ‘70, almeno 700 mila chilometri quadrati dell’Amazzonia siano stati distrutti per la commercializzazione del legname pregiato e la creazione di terre coltivabili. (T.C.)

 

 

L’ARCIVESCOVO DI CANTERBURY ROWAN WILLIAMS CRITICA GLI STATI UNITI

PER IL REGIME DEL CENTRO DI DETENZIONE DI GUANTANAMO

 

LONDRA. = “Una straordinaria anomalia legale”: così, l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ha definito Guantanamo, sostenendo che potrebbe rappresentare un pericoloso precedente per tutti i dittatori nel mondo. In un'intervista alla Bbc nella quale ha tra l’altro definito il terrorismo “un insulto a Dio e all’uomo” e “terribile” l’estremismo islamico, il capo della Chiesa anglicana ha affermato che Guantanamo crea una nuova categoria di custodia per la presenza di persone che non hanno alcun tipo di accesso legale. Dal campo di prigionia americano a Cuba, dove sono detenuti poco meno di 500 cosiddetti “nemici combattenti” tra presunti terroristi di Al Qaeda e Talebani, rischia di arrivare un messaggio, dato da uno Stato per il quale si possono cancellare diritti base, come quello di contestare la propria detenzione, che “verrà salutato con grande favore dai tiranni in tutto il mondo, ora e in futuro” ha precisato l'arcivescovo di Canterbury. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 marzo 2006

                                                                                          

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Pakistan, la regione tribale del Waziristan è stata teatro, nella notte, di sanguinosi scontri tra ribelli talebani e forze di sicurezza pachistane. Nelle ultime 24 ore, almeno 46 militanti e 3 soldati sono rimasti uccisi durante i combattimenti. Nella regione, al confine con l’Afghanistan, sono stati inviati anche elicotteri a sostegno delle forze di Islamabad. Fonti locali hanno riferito che dopo un’operazione dell’esercito, sferrata contro un presunto campo di addestramento di Al Qaeda, centinaia di famiglie hanno lasciato un vicino villaggio. Secondo leader tribali, il raid ha provocato la morte di diversi civili ma le autorità di Islamabad non hanno confermato questa notizia.

 

In Iraq, una moschea sunnita di Baghdad è stata attaccata, nella notte, da uomini che indossavano divise della polizia: durante l’azione terroristica, sono rimaste uccise tre guardie del corpo. Intanto, il comando statunitense in Iraq ha smentito le notizie diffuse da due quotidiani britannici, secondo cui Stati Uniti e Gran Bretagna avrebbero elaborato un piano per il ritiro delle loro truppe dal Paese arabo entro la primavera del 2007. Le forze straniere – ha precisato il comando americano - saranno ritirate gradualmente una volta che le forze irachene saranno capaci di garantire la sicurezza.

 

Nuovo messaggio audio del numero due di Al Qaeda, il medico egiziano Al Zawahiri. Le vignette satiriche su Maometto - dice il terrorista - rientrano in una campagna organizzata dagli Stati Uniti. Il numero due di Al Qaeda parla anche di “sfida criminale contro l’Islam” riferendosi al caso dell’ex ministro italiano delle riforme Roberto Calderoli,  che ha indossato una maglietta con caricature su Maometto. Nel messaggio, Al Zawahiri chiede poi ai musulmani di opporsi all’Occidente, di compiere nuovi attentati come quelli perpetrati a New York, a Madrid e a Londra e di boicottare i Paesi dove sono state pubblicate le vignette su Maometto. Nella registrazione audio, diffusa su un sito integralista islamico, il medico egiziano invita inoltre il movimento fondamentalista palestinese Hamas a “continuare la lotta armata” e a non accettare gli accordi firmati dall’Autorità nazionale palestinese e da Israele. Avallare gli accordi di Oslo del 1993 “dando ad essi legittimità” – ha detto Al Zawahiri - è contro l’Islam”. Questa mattina Hamas, ha dichiarato di respingere l’esortazione di Al Qaeda aggiungendo che ogni decisione sarà presa in autonomia e nel solo interesse
del popolo palestinese.

 

A Mosca, intanto, si è conclusa senza alcuna concessione da parte di Hamas la missione di due giorni a Mosca di una delegazione del gruppo fondamentalista, vincitore delle elezioni palestinesi dello scorso 25 gennaio. Al termine degli incontri con le autorità russe, il leader dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, ha ribadito che il movimento continua a considerare “Israele uno Stato aggressore, un Paese occupante di cui il popolo palestinese è una vittima”. Al governo di Mosca, Meshaal ha anche chiesto di bilanciare “la disuguaglianza di potere” creata dal sostegno degli Stati Uniti ad Israele.

 

Nella Striscia di Gaza, una trentina di militanti delle sedicenti Brigate dei martiri di ‘Al Aqsa’ ha fatto irruzione in un ufficio del ministero dell’Educazione palestinese chiedendo il pagamento degli stipendi arretrati. Nei giorni scorsi, l’Unione Europea ha annunciato lo stanziamento di circa 120 milioni di euro da destinare all’Autorità nazionale palestinese (ANP) per alleggerire il pesante deficit palestinese e per pagare parte dei salari a dipendenti pubblici e agli uomini delle forze di sicurezza. Il governo israeliano, ha deciso, invece, di congelare i fondi dovuti all’amministrazione palestinese.

 

“Apprezziamo le scuse espresse ai leader religiosi dalle autorità israeliane e vediamo in esse la coscienza dei pericoli per quanto è accaduto e la necessità di esercitare sforzi educativi per impedire il ripetersi di incidenti simili in futuro”. E’ quanto affermano, in un comunicato, il Patriarcato latino di Gerusalemme, la Custodia di Terra Santa e i capi delle Chiese in Galilea, commentando il lancio di petardi nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth.

 

In Cina, aperta stamani a Pechino l’Assemblea Nazionale del Popolo (NPC), alla presenza di circa 3000 delegati. Durante i lavori si discuterà, soprattutto, dei piani per la riduzione delle disuguaglianze sociali, una priorità indicata nel piano 2006-2010. Inaugurando la riunione, il primo ministro, Wen Jiabao, ha stabilito un obiettivo di crescita di “circa l'8 per cento” per il 2006, e del 7,5 per cento l’anno per il periodo 2006-2010. Dopo aver parlato dei risultati raggiunti dal suo governo nel 2005 in campo economico, sociale e scientifico, il premier ha anche ammesso “un gran numero di mancanze e insufficienze a tutti i livelli”.

 

In Indonesia, migliaia di musulmani hanno manifestato a Giakarta contro gli Stati Uniti, definiti negli slogan il “nemico del mondo”. La protesta, alla quale hanno partecipato oltre 5 mila persone, è stata pacifica. I manifestanti hanno anche protestato per la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto e hanno chiesto al governo indonesiano di adottare la sharia.

 

In Iran, decine di migliaia di persone hanno partecipato a “catene umane” in varie città intorno a diversi siti nucleari. La manifestazione, promossa dal governo, è stata organizzata alla vigilia della riunione di domani, a Vienna, dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA). I governatori dell’AIEA potrebbero decidere di rinviare il dossier nucleare iraniano al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

 

Primi casi di influenza aviaria in Polonia: due cigni trovati morti a Torun, nel nord del Paese, sono risultati positivi al virus H5N1. Nella zona in cui sono stati trovati i due animali, stata creata una zona di sicurezza per un raggio di tre chilometri. Negli ultimi giorni, erano stati individuati casi di influenza in Germania e Slovacchia, vicino alla frontiera polacca.

 

“Il processo per il futuro indipendentista del Kosovo è a buon punto ed è già scritto nella realtà”. Lo ha detto il nuovo presidente kosovaro, Fatmir Sejdiu, precisando che “l’unica strada per arrivare alla soluzione del problema Kosovo è l’indipendenza definitiva”. “Senza questa via non ci può essere futuro”, ha aggiunto il presidente kosovaro. Cinquantaquattro anni, Sejdiu è stato uno dei fondatori del movimento che si è battuto negli anni novanta contro la repressione serba. E’ stato nominato presidente del Kosovo dopo la morte di Ibrahim Rugova, scomparso lo scorso 21 gennaio. La sua nomina è stata decisa in un momento cruciale per il futuro del Kosovo: sono in corso, infatti, i negoziati sullo status finale della provincia, amministrata dal 1999 dalle Nazioni Unite.

 

In Italia, continua ad essere avvolto da dubbi e misteri il caso del sequestro di Tommaso, il bimbo di 17 mesi rapito giovedì scorso nei pressi di Parma. E’ stata trovata l’automobile usata dai sequestratori. Gli inquirenti seguono diverse piste ma temono, in particolare, che il rapimento sia una vendetta seguita a finanziamenti non concessi dal padre, direttore di un ufficio delle Poste. Intanto, si susseguono gli appelli ai rapitori da parte dei genitori di Tommaso. La mamma ha chiesto, ieri, di aumentare a 5 millilitri il dosaggio dello sciroppo Tegretol da somministrare una volta la mattina e un’altra volta la sera a Tommaso. Il bimbo soffre di epilessia.

 

Elezioni presidenziali in Benin per oltre 4 milioni di elettori, chiamati a scegliere il nuovo capo di Stato tra 26 candidati. Sull’esito della consultazione, c’è molta incertezza. I due principali leader del Paese africano, il presidente in carica Mathieu Kerekou ed il capo dell’opposizione Nicephore Soglo, sono entrambi ultrasettantenni e non si possono candidare in base a quanto stabilito da una norma della Costituzione.

 

 

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