RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 63 - Testo della trasmissione di sabato 4 marzo 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Giustizia e carità sono due aspetti inseparabili dell’impegno sociale del cristiano: così il Papa agli imprenditori e i dirigenti cattolici dell’UCID, ricevuti oggi nell’Aula Paolo VI

 

Il Papa riceve il presidente del Senato italiano Marcello Pera

 

Il grazie della Radio Vaticana a Benedetto XVI, dopo la visita di ieri a Palazzo Pio per i 75 anni  dell’emittente: con noi padre Federico Lombardi

 

Pubblicato dalla Sala Stampa vaticana il testo del colloquio tra il Papa e il clero romano avvenuto giovedì scorso in Vaticano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In pellegrinaggio al santuario di San Francesco Saverio nel quinto centenario della nascita del Santo: ai nostri microfoni padre Ricardo Sada

 

Un percorso alla luce della Bibbia per scoprire il senso della vita: lo propone mons. Pietro Fragnelli nel libro “Il deserto fiorirà”, scritto in particolare per i giovani: ce ne parla l’autore

                                                                 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in visita in Albania, consacra  a Blinisht una chiesa parrocchiale dedicata ai martiri del Paese

 

Comprensione e rispetto reciproco: sono le vie che la Commissione svizzera per il dialogo ebreo-cattolico suggerisce per favorire i rapporti fra cristianesimo ed ebraismo

 

Nel cuore della foresta amazzonica una chiesa, una scuola ed un ambulatorio intitolati a San Pio da Pietrelcina

 

Le migrazioni in Europa: se ne parla oggi a Corfù all’incontro della Conferenze episcopali del Sud-Est europeo

 

Nasce negli Emirati Arabi Uniti il primo centro d’accoglienza femminile per le vittime della violenza domestica

 

L’Antartide continua a sciogliersi. Lo rivela una università statunitense

 

24 ORE NEL MONDO:

C’è ancora molto da fare per sconfiggere Al Qaeda. Lo ha detto il presidente Bush incontrando ad Islamabad il capo di Stato pakistano Musharraf

 

Tensione a Nazareth dove uno squilibrato ha fatto esplodere ieri tre petardi all’interno della Basilica dell’Annunciazione

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 marzo 2006

 

IL CRISTIANO, CHIAMATO alLA GIUSTIZIA e aLL’AMORE:

COSI’ IL PAPA AI SOCI DELL’ Unione Cristiana Imprenditori DirigentI

RICEVUTI IN AULA PAOLO VI. l’invito a valorizzare la persona

rifuggendo DA OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO

 

Il cristiano è chiamato a cercare sempre la giustizia, ma porta in sé la spinta dell’amore, che va oltre la stessa giustizia. Sono parole di Benedetto XVI che ha incontrato stamane nell’Aula Paolo VI i soci dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigente (UCID), circa 8000 persone. A tutti l’invito a valorizzare ogni persona, rifuggendo da ogni forma di sfruttamento. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Giustizia e carità sono i due aspetti inseparabili dell’unico impegno sociale del cristiano: lo ribadisce il Papa spiegando:

 

“Il cammino compiuto dai laici cristiani, dalla metà dell’Ottocento ad oggi, li ha condotti alla consapevolezza che le opere di carità non debbono sostituirsi all’impegno per la giustizia sociale”. 

 

E se in questi ultimi tempi è più chiaro in tutti noi – sottolinea il Papa – è grazie anche al magistero e alla testimonianza dei Romani Pontefici, ed in particolare dell’amato Papa Giovanni Paolo II. E Benedetto XVI parla proprio di “strada compiuta” dalla Comunità ecclesiale: lo dimostrano – spiega il Papa – la dottrina sociale della Chiesa e soprattutto l’azione di tante aggregazioni di ispirazione cristiana come quella dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. 

 

E in particolare parlando dell’Unione stessa, Benedetto XVI esprime un apprezzamento per un proposito manifestato: quello di “tendere ad un’etica che vada oltre la semplice deontologia professionale, anche se, - aggiunge - nell’attuale contesto, questo già non sarebbe poco”. E il Papa ricorda di aver dedicato al rapporto tra giustizia e carità una specifica riflessione nella seconda parte dell’Enciclica Deus caritas est. Ed è chiaro l’incoraggiamento per tutti i fedeli laici:

 

“Ai fedeli laici, in modo particolare, compete di operare per un giusto ordine nella società, partecipando in prima persona alla vita pubblica, cooperando con gli altri cittadini sotto la loro personale responsabilità (cfr Deus caritas est, 29)”.

 

Il segreto sta nell’essere animati da quella che il Papa definisce ‘carità sociale’, “che rende attenti alle persone in quanto persone, alle situazioni di maggiore difficoltà e solitudine, ed anche ai bisogni non materiali”.

 

Per poi ricordare che due anni fa, grazie al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è stato pubblicato il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. “Si tratta – afferma - di uno strumento formativo quanto mai utile per tutti coloro che intendono lasciarsi guidare dal Vangelo nella loro attività lavorativa e professionale”. E dunque ai soci dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti l’invito a farne “un punto di riferimento costante nell’esaminare le questioni, nell’elaborare i progetti, nel cercare le soluzioni per i complessi problemi del mondo del lavoro e dell’economia”.

 

Inoltre, il Papa si congratula “per lo spirito positivo e di fiducia nella persona umana” che anima la “Carta dei valori” dei giovani dell’UCID, sottolineando, in particolare, il proposito di valorizzare ogni persona per quello che è e che può dare, secondo i suoi talenti, rifuggendo da ogni forma di sfruttamento; come pure l’importanza riconosciuta alla famiglia e alla responsabilità personale. “Si tratta di valori che purtroppo, - spiega - anche a causa delle attuali difficoltà economiche, rischiano spesso di non essere seguiti dagli imprenditori che sono privi di solida ispirazione morale”. E’ indispensabile – ribadisce Benedetto XVI - l’apporto di quanti la attingono dalla loro formazione cristiana, che a maggior ragione non va mai data per scontata, ma sempre deve essere alimentata e rinnovata”.

 

Infine, in vista della solennità di san Giuseppe, Patrono dei lavoratori, il Papa  lo indica  “non solo quale celeste protettore e intercessore per ogni benemerita iniziativa, ma prima ancora come confidente” della preghiera, dell’impe-gno ordinario.

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“Testimoniare costantemente i valori della fede cristiana nel lavoro”. E’ la sfida ribadita oggi dall’UCID al convegno “Crescere nei valori” che si è tenuto dopo l’udienza con il Papa. Massimiliano Menichetti:

 

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Un’ occasione per ribadire l’impegno a far sì che il mondo dell’economia porti con sé il tratto salvifico di Cristo e non si pieghi alle logiche del mercato. Angelo Ferro presidente dell’ Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti:

 

R. – La dottrina sociale ha sempre parlato di un’impresa-comunità, adesso abbiamo capito che nel momento in cui tutto si sta sfarinando, l’impresa può essere un momento di coesione. Dobbiamo darci tutti da fare per raggiungere un obiettivo, stare sul mercato, battere la concorrenza, essere corretti, fare un processo di lungo periodo. Noi abbiamo coniato da un po’ di tempo questo termine “lavorare in verità”, noi cerchiamo di essere partecipi di un disegno creativo per la capacità che abbiamo di creare ma tenendo presente anche la verità, che significa mettercela tutta, essere corretti, mantenere gli impegni, guardare il prossimo, altrimenti non ci sarebbe verità.

 

D. – Dopo l’udienza, il convegno “Crescere nei valori” per i giovani imprenditori. Presentata una Carta in dieci punti basata sul rispetto dell’individuo e sulla testimonianza cristiana. In cosa si impegna concretamente un giovane imprenditore UCID? Il vice presidente Alberto Carpinetti, delegato giovani:

 

R. – Mi impegno perché le persone con cui lavoro non siano sfruttate, mi impegno a tener conto delle famiglie dei miei collaboratori, a fare il mio lavoro utilizzando i principi della fede cristiana. E’ chiaramente una Carta di tipo professionale, che potrebbe essere presa in considerazione anche da chi è ateo ma condivide a fondo i nostri principi e i nostri valori.

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BENEDETTO XVI  RICEVE IL PRESIDENTE DEL SENATO ITALIANO MARCELLO PERA

 

Nella mattina di oggi, il Papa ha ricevuto il presidente del Senato italiano  Marcello Pera. Lo ha reso noto il  direttore della Sala Stampa vaticana Joaquín Navarro-Valls. Il colloquio si è svolto “su alcuni aspetti della cultura odierna, nel contesto dell’attuale situazione internazionale”.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

   Il Papa stamane ha incontrato anche il cardinale  Peter Seiichi Shirayanagi, arcivescovo emerito di Tokyo; il cardinale Desmond Connell, arcivescovo emerito di Dublino, e mons. Orlando Antonini, arcivescovo titolare di Formia, nunzio apostolico in Paraguay.

  

   Inoltre, nel pomeriggio Benedetto XVI riceverà il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

 

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'arcidiocesi di Cagayan de Oro, nelle Filippine, presentata da mons. Jesus B. Tuquib, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Antonio Javellana Ledesma, della Compagnia di Gesù, finora vescovo-prelato di Ipil.  Mons. Antonio Javellana Ledesma,  è nato a Iloilo City, nell’arcidiocesi di Jaro, il 28 marzo 1943. È entrato nella Compagnia di Gesù il 30 maggio 1963 ed ha pronunciato i primi voti due anni dopo. È stato ordinato sacerdote  il 16 aprile 1973 ed è stato consacrato vescovo  il 31 agosto 1996. E’ vice-presidente della Conferenza episcopale delle Filippine.

 

Sempre nelle Filippine, il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Davao il rev. George Beluso Rimando, del clero della diocesi di Tagum, finora amministratore della quasi parrocchia dell’Assunta in Merville, Tagum, assegnandogli la sede titolare vescovile di Vada. Il rev. George Beluso Rimando è nato a Tagum, Davao del Norte, il 22 febbraio 1953. È stato ordinato sacerdote il 22 aprile 1980 per la diocesi di Tagum.

 

In Cile il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Punta Arenas presentata da mons. Tomás Osvaldo González Morales, salesiano, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il padre salesiano Bernardo Bastres Florence, finora ispettore provinciale dei Salesiani in Cile. Padre Bernardo Bastres Florence è nato il 21 febbraio 1955 a Santiago del Cile. È stato ordinato sacerdote il 31 luglio 1982. Ha ottenuto la Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.

 

Il Papa ha quindi  nominato membro della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano il cardinale José Saraiva Martins; ha nominato consultore della Congregazione per le Chiese Orientali il rev. dott. Andreas Thiermeyer, del clero della diocesi di Eichstätt, rettore del Collegium Orientale, con sede in Eichstätt; e ha nominato direttore dei Servizi Economici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, per il prossimo quinquennio, il dott. Sabatino Napolitano, finora vice-direttore del medesimo ufficio.

 

Infine il Santo Padre ha nominato il cardinale Antonio María Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, suo Inviato speciale alle solenni celebrazioni che avranno luogo a Javier, in Spagna, il 7 aprile 2006, nel V Centenario della nascita di San Francesco Saverio.

 

 

LA GRATITUDINE E L’AFFETTO DELLA RADIO VATICANA

NEI RIGUARDI DI BENEDETTO XVI,

DOPO LA VISITA DI IERI A PALAZZO PIO

PER LA CELEBRAZIONE DEL 75.MO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELL’EMITTENTE

- Intervista con padre Federico Lombardi -

 

Cordialità e attenzione verso la grande e variegata comunità professionale della Radio Vaticana. Il giorno dopo la prima e storica visita di Benedetto XVI alla Radio Vaticana, in occasione del suo 75.mo di fondazione, restano scolpite nei 400 dipendenti le parole del Papa che ha esortato l’emittente pontificia ad essere una voce di verità e un coro di più lingue a servizio della pace e del dialogo tra le religioni. Parole alle quali si aggiunge la gratitudine per l’amabilità mostrata da Benedetto XVI, espressa dal direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

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R. – Mi ha colpito proprio questo fatto, cioè che abbia accettato di venire e di fare una visita così dettagliata e articolata che entrava un po’ in tutti i particolari della nostra vita. E’ una cosa molto diversa essere ricevuti in udienza in Vaticano, anche se con molta cordialità, e ascoltare un discorso meraviglioso, e altra cosa è invece che il Papa venga dove tu lavori ogni giorno e conosca direttamente, di persona, i luoghi particolari, gli aspetti particolari del tuo lavoro e sia anche così disponibile a fare domande, a capire le realtà singole di tanti gruppi così differenti come quelli che costituiscono la nostra realtà. C’era il suo continuare – in certo senso – non dico a stupirsi, perché lo sa, ma comunque a scoprire direttamente la molteplicità della nostra realtà linguistica e culturale.

 

D. – Cosa ha significato invece per lei accompagnare il Papa in questo piccolo “giro del mondo” della Radio Vaticana?

 

R. – E’ un mondo che, naturalmente, conosco piuttosto bene e vedo con gioia la sorpresa che ogni nuovo visitatore vive scoprendo direttamente la ricchezza di questo mondo. E oltre alla incredibile disponibilità, gentilezza e attenzione del Santo Padre, io posso anche rivivere l’affetto che tutti i gruppi della Radio Vaticana – le redazioni, le diverse componenti, i tecnici, gli amministrativi e così via – hanno verso il Santo Padre, cosa che è la premessa dell’identificazione con una missione, dello svolgerla con tutto il cuore e con tutto l’impegno. Ecco quindi la partecipazione dai due lati, ecco: un bell’incontro reciproco.

 

D. – Parliamo appunto della missione. La visita di Benedetto XVI a Palazzo Pio ha rappresentato l’apice celebrativo, per così dire, di un’importante anniversario e allo stesso tempo, certamente un nuovo slancio. Da dove riparte, dopo questo avvenimento, la Radio del Papa?

 

R. – La Radio del Papa ha cercato di prepararsi, in questi anni, a nuove frontiere della comunicazione e abbiamo potuto anche far vedere al Santo Padre, anche se così, per piccoli segni, le novità: le novità dei nostri ambienti, le novità dei nostri strumenti, delle regie rinnovate … ecco, gli strumenti nuovi con cui oggi si lavora giorno per giorno per diffondere la comunicazione. E ci siamo preparati per far fronte a questa sfida. E quello che il Papa ci ha dato in più è anche – diciamo – l’incoraggiamento e il rafforzamento della motivazione con cui usare questi strumenti. Io risentivo nello sfondo le parole di Paolo VI che diceva: “A nulla servirebbe avere uno strumento magnifico se non lo si sapesse magnificamente usare”. Ecco: noi abbiamo continuato a preparare, giorno per giorno, e a rinnovare lo “strumento magnifico”, ora dobbiamo continuare ad “usarlo magnificamente”. Il Santo Padre ci ha incoraggiato proprio a questo, dal punto di vista dell’approfondimento dei contenuti e dal punto di vista dell’amore per la verità, dal punto di vista dello spirito con cui si realizza questa missione di servizio alla Chiesa, di servizio al Vangelo.

 

D. – In particolare, il Papa ha tenuto a sottolineare il ruolo della Radio Vaticana nel mondo dei media – ha detto – dove spesso ci sono posizioni in contrasto con la Chiesa e con il Vangelo …

 

R. – Certamente. I media ti pongono proprio un po’ su una frontiera della problematica di oggi, come problematica fondamentale: i valori di riferimento, della cultura di oggi e poi come questi si diffondono, diventano vissuti, assimilati dalle mentalità tramite, proprio, l’ascolto della radio, della televisione, internet … Ecco, è proprio la via attraverso cui la visione del mondo passa nella vita. Quindi, noi ci sentiamo molto responsabili di questo ruolo. Sappiamo che diamo un contributo che è un piccolo contributo, se vogliamo, in questo areopago sconfinato che è la comunicazione nel mondo di oggi, ma è un contributo che ha un suo valore e quindi noi ce la mettiamo tutta per darlo nel modo migliore: per mettere questo elemento, che vuole essere un elemento estremamente positivo, un elemento amico dell’uomo, amico dell’umanità, del bene della persona, del suo sviluppo, in confronto invece a tanti contributi che sono più di divisione, di conflitto, di disorientamento.

 

D. – Un’ultima domanda, padre Lombardi: cosa conserverà lei personalmente di questa visita del Papa alla Radio Vaticana?

 

R. – Sostanzialmente, questa vicinanza e attenzione del Santo Padre per il nostro lavoro. Noi lo facciamo con tutto il cuore – io anche, penso di farlo con tutto il cuore, dando tutto quello che posso per questo servizio; il Santo Padre ci ha fatto capire – mi ha fatto capire – che lo sa, che è attento a questo, che lo gradisce, che sa che è un servizio per la sua missione e ci è vicino con la sua amicizia, con il suo incoraggiamento e con la sua preghiera. Questo, naturalmente, è un grande conforto!

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PUBBLICATO DALLA SALA STAMPA VATICANA IL TESTO DEL COLLOQUIO

TRA IL PAPA E IL CLERO ROMANO AVVENUTO GIOVEDI’ SCORSO IN VATICANO.

BENEDETTO XVI ESPONE IL PROGRAMMA DELLA QUARESIMA:

SCEGLIAMO LA VITA, SEGUENDO GESU’

 

E’ stato pubblicato ieri pomeriggio dalla Sala Stampa della Santa Sede il testo del dialogo del Papa con i parroci romani che si è svolto in Vaticano giovedì scorso. Un incontro che Benedetto XVI ha definito “fraterno”: per circa due ore il Papa ha risposto a braccio alle domande dei sacerdoti. Tanti gli argomenti trattati: i drammi e le speranze dell’Africa, con le responsabilità di un colonialismo che non è finito e gli interessi delle grandi potenze che continuano a pesare sul futuro del Continente, l’obbligo di proseguire sulla strada dell’ecumenismo, la difesa della famiglia,  il senso di solitudine che colpisce oggi molti giovani, il ruolo della donna nella Chiesa: a questo riguardo Benedetto XVI ha detto che è giusto chiedersi “se non si possa offrire più spazio, più posizioni di responsabilità alle donne”.  Tratteremo questi temi singolarmente: oggi ci soffermiamo sugli aspetti più spirituali del colloquio a partire dal significato della Quaresima. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Il Papa espone il suo “programma” per la Quaresima invitando tutti a “scegliere la vita”, seguendo Gesù. Benedetto XVI ricorda “la grande defezione dal Cristianesimo realizzatasi nell’Occidente negli ultimi cento anni” e cita il filosofo Nietzsche secondo  il quale il Cristianesimo chiuderebbe “la porta della vita” con i suoi Comandamenti, con tutti i “No” che ci propone. Dicono: “Vogliamo avere la vita … liberandoci dalla Croce, liberandoci da tutti questi Comandamenti e da tutti questi ‘No’”. Il Papa risponde con il paradosso proposto da Gesù: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”. “Questo – ha detto il Pontefice – è il senso ultimo della Croce: solo dando la vita ‘possiamo trovarla’”.

        

Per capire questo paradosso bisogna entrare in relazione con Dio, anzi: diventare amici di Gesù. “La vita umana è una relazione – afferma il Papa. Solo in relazione, non chiusi in noi stessi, possiamo avere la vita. E la relazione fondamentale è la relazione col Creatore, altrimenti le altre relazioni sono fragili”. L’essenziale è dunque “scegliere Dio” che “ci ha mostrato il suo volto in Cristo … che ha vinto l’odio sulla Croce, cioè nell’amore sino alla fine.

 

Ma come arrivare a questa fede viva? “La fede – sottolinea il Pontefice – è un dono. Quindi la prima condizione è lasciarsi donare qualcosa, non essere autosufficienti”. Dobbiamo “aprirci nella consapevolezza che il Signore dona realmente” e “lasciarci permeare dal dono nel nostro pensiero, nel nostro affetto, nella nostra volontà”. Per far questo è necessario “un permanente colloquio col Signore” ma non solo: c’è “un punto essenziale” che il Papa sottolinea: “Nessuno crede solo da se stesso. Noi crediamo sempre in e con la Chiesa. Il credo è sempre un atto condiviso, un lasciarsi inserire in una comunione di cammino, di vita, di parola, di pensiero”.

 

E’ un cammino da percorrere con grande umiltà perché “dobbiamo accettare la nostra insufficienza … questo ‘Io’ che non è mai perfetto ma si protende sempre verso il Signore per arrivare alla comunione col Signore e con tutti”. Solo così possiamo crescere: “accettando con umiltà che mai saremo perfetti”: accettando la nostra imperfezione “possiamo accettare più facilmente quella dell’altro, lasciandoci formare e riformare sempre di nuovo, dal Signore”. La Quaresima diventa così  un cammino verso la gioia intensa della Pasqua.

 

Il Papa conclude con una esortazione ai sacerdoti: “divenire più semplici. Mi sembra questo un programma bellissimo. Cerchiamo di metterlo in pratica – afferma -  e così saremo più aperti al Signore e alla gente”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Prima pagina - Giustizia e carità sono i due aspetti inseparabili dell’unico impegno sociale del cristiano: Benedetto XVI, nel discorso rivolto all’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (U.C.I.D.), esorta ad operare per un giusto ordine della società attraverso un’etica che vada oltre la semplice deontologia professionale.  

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alla Quaresima.

 

Servizio estero - Medio Oriente: lanciati petardi nella Basilica dell’Annunciazione.

 

Servizio culturale - Un articolo di Roberto Morozzo Della Rocca dal titolo “Fiume città della memoria”: 75 anni di storia della città di Rijeka in un volume di Ilona Fried.

 

Servizio italiano - In primo piano la drammatica vicenda del bimbo rapito nel Parmense.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

4 marzo 2006

 

 

IN PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI S. FRANCESCO SAVERIO

IMPORTANTI CELEBRAZIONI NEL QUINTO CENTENARIO DELLA NASCITA DEL SANTO

- Intervista con padre Ricardo Sada -

 

Inizia oggi con il nome di “Novena della grazia” una devozione che, in passato ha avuto una notevole diffusione popolare. Il prossimo 12 marzo, ultimo giorno della novena, si ricorda la data della canonizzazione di San Francesco Saverio, il Santo al quale si rivolge la preghiera popolare per chiedere la sua intercessione. In coincidenza con questa novena annuale, migliaia di fedeli si recano in pellegrinaggio al Santuario di San Francesco Saverio, nella provincia spagnola della Navarra. Ma quest’anno l’appuntamento acquista un rilievo particolare con le celebrazioni del quinto centenario della nascita di San Francesco Saverio. Nel Santuario, si trova esposta alla venerazione dei fedeli la reliquia del braccio in parte incorrotto di San Francesco Saverio, che è stata trasferita dalla Chiesa del Gesù, a Roma. Padre Ricardo Sada, gesuita, ci offre una prima impressione sulle celebrazioni principali del Centenario nel santuario di Javier:

 

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R. – EL CENTENARIO …

Il centenario è stato festeggiato il 3 dicembre scorso con un’apertura solenne, alla presenza di tutti i provinciali dei Gesuiti e del preposito generale, padre Kolvenbach. Da quel giorno, e fino alla fine del dicembre 2005, ci sono stati 4 o 5 eventi missionari, così da creare una corrente di sensibilizzazione tra l’inaugurazione e il mese di marzo. Stiamo cercando di capire come ottenere che 1000, 1200, 1500 persone possano vedere il Castello di Javier in poche ore. Dal momento in cui è stato aperto, sono passate dal Castello più di 15 mila persone.

 

D. – Quale impressione ricevono i pellegrini alla vista di Javier ora rinnovato?

 

R. – L’IMPRESION SOBRE LA VISITA …

L’impressione della visita al Castello è positiva al cento per cento. Osservandolo, salta agli occhi lo sforzo costruttivo, fisico, la struttura del museo all’interno e tutta la documentazione storica e artistica sulla personalità del Santo. La gente esce sapendo chi era San Francesco Saverio, riesce a palpare e toccare gli elementi prossimi a Javier e per questo rimane soddisfatta. L’auditorium è piaciuto molto, è stato molto apprezzato. E’ una struttura moderna che stona un poco con il contorno della nostra residenza in pietra. Ma all’interno tutti dicono che è stupendo, meraviglioso e che è fatto bene. E’ fatto bene come tempio e come ambiente che possa ospitare un concerto o una piece teatrale.

 

D. – Quali sono le celebrazioni più importanti di questo centenario?

 

R. – YENDO POR ORDEN CRONOLOGICO …

Andando in ordine cronologico, la novena della Grazia dal 4 al 12 marzo. Il 4 viene esposta la reliquia, il braccio del Santo - esposto e venerato nella Chiesa del Gesù di Roma - nella Basilica. Il 7 aprile sarà il giorno principale. E’ stata garantita la presenza dei Reali. Ci sarà l’Inviato pontificio. Sono stati invitati tutti i vescovi della Conferenza episcopale. Sono stati invitati anche i presidenti delle autonomie di Spagna. Dopo il 7 aprile, praticamente in tutti i fine settimana è prevista una programmazione ufficiale, organizzata dalle parrocchie, dai gruppi apostolici, dai missionari. Le parrocchie di Navarra stanno lavorando per tutto questo. Ci saranno 3 o 4 congressi. E quest’estate, in luglio e agosto, tutti i giorni si svolgeranno eventi culturali organizzati da 40 persone, appartenenti a 4 gruppi: India, Giappone, Africa e Spagna. Dal mese di aprile tutte le Messe del sabato e della domenica verranno accompagnate da un coro, e questo stesso coro terrà di continuo concerti da aprile fino ad ottobre. Alla fine, in dicembre, ci sarà un incontro interreligioso delle diverse confessioni. Non vogliamo che l’incontro sia affrontato dal punto di vista ideologico, ma  religioso. Il titolo infatti è “La santità nelle diverse religioni”. E non vogliamo assolutamente polemizzare. Quindi, con gli invitati il tono si manterrà su questa linea. L’incontro si terrà per due giorni a Pamplona e l’ultimo giorno, il 2 dicembre, a Javier.

 

D. – Faccia alcune previsioni sul numero dei pellegrini che sfileranno per Javier in questo anno del centenario…

 

R. – SE ESTA’ HABLANDO …

Si sta parlando di un milione di presenze. E’ ciò che ha calcolato il governo della Navarra. Ma io ritengo che supereremo questo numero, perché da un calcolo fatto qui a Javier, credo siano passate ogni anno dal castello 100 mila persone. E credo, quindi, dalla Basilica circa 400 mila.

 

D. – E quale risultato finale desidererebbe raggiungere con tutti questi sforzi, con tutta questa organizzazione?

 

R. – SI’, ES LO QUE YO HE REPETIDO …

Sì, ciò che ho ripetuto più volte è che mi piacerebbe che lo sforzo materiale si traducesse in una semina spirituale e che Javier interpellasse soprattutto i giovani di oggi. E’ ciò che ha detto anche l’arcivescovo durante la presentazione: i criteri che devono dare un rinnovamento profondo della nostra fede cristiana. Mi piacerebbe che questa chiamata di Javier fosse accolta da molti o tutti coloro che verranno a visitarci.

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UN PERCORSO ALLA LUCE DELLA BIBBIA PER SCOPRIRE IL SENSO DELLA VITA.

NEL LIBRO “IL DESERTO FIORIRÀ”, SCRITTO DAL VESCOVO DI CASTELLANETA,

PIETRO FRAGNELLI, UN INVITO AI GIOVANI

A LASCIARSI GUIDARE QUOTIDIANAMENTE DALLA PAROLA DI DIO

 

         Un cammino per riscoprire se stessi alla luce della Parola di Dio. Lo propone il libro “Il deserto fiorirà”. Scritto da mons. Pietro Fragnelli, vescovo di Castellaneta e pubblicato dalla casa editrice Rogate, si rivolge particolarmente ai giovani ai quali vuole suggerire che la pienezza della vita si raggiunge nell’amicizia con Cristo. Ma com’è nato questo libro? Tiziana Campisi lo ha chiesto al presule, che è stato rettore del Seminario Romano Maggiore:

 

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R. – Nel solco del lavoro pedagogico nel Seminario ho cercato di far parlare la vita dei giovani che andavo incontrando. Da questo dialogo esistenziale con i giovani è nata la provocazione a riprendere in mano la Bibbia e a dare loro delle piste per ritrovarsi nella Bibbia.

 

D. – Lei si rivolge soprattutto ai giovani …

 

R. – Io ho guardato soprattutto a quel desiderio di uscire dal deserto che ognuno di noi si porta dentro di sé, il desiderio anche di veder fiorire tutte le proprie difficoltà. E credo che i giovani abbiano bisogno anche di modelli credibili. Per questo, la seconda parte del libro prende sul serio questo bisogno di punti di riferimento, che non siano oleografici, che non siano scontati. Sono andato a cercare le grandi figure della Bibbia, provocando una sorta di incontro nell’oggi. Ho reinterrogato Abramo, Geremia, Ruth, Pietro, Paolo, Zaccheo, Maria, Cornelio, cercando di ottenere da ciascuno di loro una sorta di accompagnamento per i giovani di oggi alla ricerca della fede, dell’amore, della speranza, delle lacrime di una “ricomprensione” e di una riconversione, alla ricerca del senso della missione e del servizio.

 

D. – Lei, in particolare, ha un messaggio da dare, soprattutto ai giovani seminaristi …

 

R. – Penso che i seminaristi siano invitati a fare questo cammino di riscoperta di sé, alla luce della parola di Dio e di riscoperta della ricchezza della vocazione e della missione; come prepararsi a questo rapporto con il popolo di Dio. Questo libro incoraggia i seminaristi a essere quotidianamente impegnati anche nella meditazione.

 

D. – Lei propone un cammino ai giovani, ma come intraprenderlo?

 

R. – Il primo passo è sempre la vita. Fermare l’attenzione con amore, non con giudizio, con desiderio di comprensione, sulle diverse vicende che si affrontano. E poi dalla vita risalire alla luce che può illuminare e dare orientamento alla vita. Quella luce è la Parola di Dio. Questo significa impegnarsi ogni giorno in questo rapporto nuovo con se stessi, con la parola di Dio, con delle guide.

 

D. – “Il deserto fiorirà” si conclude con il capitolo “Vedere più lontano”. Cosa vuole dire ai suoi lettori?

 

R. – Si guarda lontano, seguendo le orme di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, conoscendo se stessi fino in fondo; non limitandosi ad una visione riduttiva di sé e dei fratelli, attraversando la galleria buia del dolore, e lasciando che la luce della Pasqua, Cristo risorto, riempia i nostri sguardi, i nostri occhi di una capacità visiva nuova e di orizzonti grandi, orizzonti eroici, di orizzonti della santità.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

         Domani, 5 marzo, prima Domenica di Quaresima, il Vangelo ci mostra Gesù che, sospinto dallo Spirito nel deserto, vi rimane quaranta giorni, tentato da satana: “Stava con le fiere e gli angeli lo servivano”. Dopo l’arresto di Giovanni, Gesù si reca nella Galilea predicando il Vangelo di Dio dicendo:

 

“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”.

 

         Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Gesù torna dal deserto dove ha vinto le tentazioni. Il deserto richiama l’antica alleanza, è l’incapacità del popolo di rimanere fedele al Signore. Cristo afferma che è venuto il tempo giusto, che nella storia è arrivata una svolta definitiva: si inaugura l’era della signoria di Dio, il tempo in cui l’azione di Dio sull’umanità sarà una piena sinergia, una libera adesione del divino e dell’umano. Questa è l’apparizione di Gesù Cristo. Conversione vuol dire orientarsi con l’adesione al suo annuncio, dare un’assoluta precedenza alla Parola di Cristo. Nessuna parola neanche nel massiccio mercato di idee e annunci del nostro tempo può essere paragonata alla predicazione di Cristo. Aderendo a lui, la sua Parola ci illumina in modo da poter veder noi stessi la nostra storia personale come pure la storia dei popoli del mondo in una luce nuova. La conversione in fondo vuol dire vedere ogni giorno più lontano, più integralmente noi stessi e la storia in rapporto a Cristo nostro Salvatore.

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CHIESA E SOCIETA’

4 marzo 2006

 

 

IL CARDINALE JOSÈ SARAIVA MARTINS, PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE

 DELLE CAUSE DEI SANTI, IN VISITA IN ALBANIA, CONSACRA OGGI A BLINISHT

UNA CHIESA PARROCCHIALE DEDICATA AI MARTIRI DEL PAESE

 

BLINISHT. = Il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il cardinale Josè Saraiva Martins, è in Albania oggi per la consacrazione della chiesa parrocchiale di Blinisht, nella diocesi di Sape, dedicata ai Santi Martiri Albanesi. Invitato dalla Conferenza episcopale locale, il porporato ieri ha preso parte ad una cerimonia durante la quale, per l’impegno dell’Associazione Papa Giovanni XXIII in favore delle ragazze albanesi vittime della tratta, è stato premiato don Oreste Benzi. Il riconoscimento è stato consegnato dalla Caritas albanese. I Santi Martiri cui sarà dedicata la nuova chiesa sono San Danakto, diacono di Valona, e Sant’Astio, vescovo di Durazzo, che furono perseguitati ai tempi dell’imperatore Traiano, duemila anni fa. Ma il luogo di culto ricorderà anche altri martiri di antica memoria. Durante la celebrazione saranno menzionati pure i martiri più recenti, in particolare i 40 testimoni della fede uccisi 60 anni fa durante la dittatura comunista, per i quali sono state avviate le procedure riguardanti la Causa di beatificazione. Uno di questi è padre Daniel Dajani, sacerdote gesuita, originario della città di Blinisht, dove è stata eretta la nuova chiesa. (T.C.)

 

 

COMPRENSIONE E RISPETTO RECIPROCO: SONO LE VIE CHE LA COMMISSIONE SVIZZERA PER IL DIALOGO EBREO-CATTOLICO SUGGERISCE PER FAVORIRE IL CONFRONTO FRA CRISTIANESIMO ED EBRAISMO. IN UN DOCUMENTO,

 NUOVI SPUNTI DI RIFLESSIONE

 

ZURIGO. = Perseguire la strada del rispetto reciproco e della comprensione dell’ebraismo e del cristianesimo: è l’obiettivo della Commissione svizzera per il dialogo ebreo-cattolico (CDJC) che ha pubblicato in questi giorni il documento “L’immagine dell’Altro”. Frutto di riflessioni e di una giornata di studi in collaborazione con la Maison Vassalle, a Bad Schönbrunn, (Zurigo), l’opuscolo, edito in tedesco, francese e italiano, sottolinea che le scienze biblica, ebraica, interreligiosa, filosofica e sociologica, gettano un ampio sguardo sull’immagine dell’Altro. Il testo evidenzia in particolare che solo la conoscenza e riconoscenza dell’Altro conducono, in ambito interreligioso, ad una diversa percezione dell’ebraismo da parte dei cristiani e del cristianesimo da parte degli ebrei. In una epoca che si confronta ancora una volta con i fenomeni dell’antisemitismo, del razzismo e dell’odio verso lo straniero, il documento vuole offrire nuovi spunti di dialogo. La CDJC è stata creata 15 anni fa e riunisce esperti e persone impegnate nel confronto ebraico-cristiano, anche attraverso informazioni di attualità, dibattiti e pubblicazioni. Il testo dell’opuscolo è anche disponibile sul sito www.sbk-ces-cvs.ch. (T.C.)

 

 

NEL CUORE DELLA FORESTA AMAZZONICA UNA CHIESA, UNA SCUOLA ED

UN AMBULATORIO INTITOLATI A SAN PIO DA PIETRELCINA. IL PROGETTO

È STATO REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DELLA PONTIFICIA OPERA

DELL’INFANZIA MISSIONARIA

 

BORBA. = Una chiesa, una scuola e un ambulatorio intitolati a San Pio da Pietrelcina. Vengono inaurati oggi nel villaggio di Autazes, nel cuore della foresta amazzonica brasiliana. A riferirlo e l’agenzia Fides che evidenzia quanto il Santo cappuccino sia ormai un punto di riferimento per la popolazione della Chiesa locale nella Prelatura di Borba. Le strutture mirano a dare un contributo di crescita e sviluppo culturale e spirituale. Il progetto vuole offrire soprattutto aiuto all’infanzia e alle ragazze madri. La realizzazione del piccolo complesso di edifici si inserisce nel progetto “Padre Pio Missionario nel mondo”, che ha già costruito una struttura simile a Thakimagre, in India. La Chiesa locale di Borba in questi giorni ha dato vita ad incontri di preghiera proprio in vista di tale inaugurazione. A presenziare la cerimonia, sarà mons. Afonso Ribeiro, vescovo di Borba. Fra gli enti che hanno contribuito al progetto figura anche la Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria - che continuerà ad occuparsi del sostentamento e delle esigenze dei fanciulli ospitati nel Centro - e l’Opera apostolica. (T.C.)

 

 

LE MIGRAZIONI IN EUROPA: SE NE PARLA OGGI A CORFÙ ALL’INCONTRO

DELLA CONFERENZE EPISCOPALI DEL SUD-EST EUROPEO. NEL POMERIGGIO L’INCONTRO CON IL METROPOLITA ORTODOSSO NEKTARIOS

AL SANTUARIO DI SAN SPIRITONE

 

CORFÙ. = Si è aperto ieri a Corfù, in Grecia, con la relazione di mons. Franghískos Papamanólis, presidente della Conferenza episcopale locale, sul tema “Cristianesimo e la Chiesa in Grecia”, l’incontro Conferenze episcopali del sud-est Europa. Sei i Paesi rappresentati all’assemblea: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Grecia e Romania e dalla Serbia e Montenegro-Macedonia la Conferenza episcopale internazionale Ss. Cirillo e Metodio. Sono tutte nazioni – si legge in un comunicato del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) che promuove l'evento - prevalentemente di tradizione ortodossa o di religione musulmana. All’incontro prendono parte anche i vescovi della Conferenza episcopale della Grecia, rappresentanti della Santa Sede e della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE). Oggi, i lavori sono interamente dedicati alle migrazioni. Ogni presidente illustrerà la situazione, le problematiche e le iniziative pastorali del proprio Paese. Nel pomeriggio, i partecipanti all’incontro si recheranno in pellegrinaggio al Santuario di San Spiritone dove incontreranno il metropolita ortodosso Nektarios. (T.C.)

 

 

NASCE NEGLI EMIRATI ARABI UNITI IL PRIMO CENTRO D’ACCOGLIENZA FEMMINILE

PER VITTIME DI VIOLENZA DOMESTICA. LA STRUTTURA ACCOGLIE

GIÀ 30 DONNE E 10 BAMBINI

 

DUBAI. = Realizzato il primo Centro d’accoglienza per le donne degli Emirati Arabi Uniti vittime della violenza domestica. Il centro, battezzato “Città della Speranza”, al momento accoglie 30 donne e 10 bambini e si compone di diverse ville di cui una viene mantenuta segreta per tenere lontani mariti o parenti violenti. Gran parte delle ospiti nel Centro sono straniere: a Dubai, infatti, il numero degli immigrati supera quello dei cittadini del Paese. Molte le donne vittime del traffico a scopo sessuale. Centinaia i volontari che svolgono diversi servizi nella struttura. La “Città della Speranza” non riceve alcun finanziamento da organismi governativi o internazionali, il sostegno giunge principalmente da famiglie generose, imprese commerciali private ed associazioni caritatevoli. La piaga della violenza domestica, a detta di Sharla Musabih, che ha dato vita al progetto, è comunque più preoccupante di quanto riferiscano gli ultimi dati ufficiali resi noti dalla polizia. Secondo questi ultimi, i casi di “problemi familiari” nel 2005 sarebbero stati in tutto 45 e soltanto quattro gli episodi di violenza contro donne. “Solo il mese scorso, ci siamo occupate di cinque casi e lasciare intendere che lo scorso anno solo quattro donne sarebbero state picchiate è semplicemente incredibile”, ha affermato la fondatrice della “Città della speranza”. “Il problema - spiega Sharla Musabih - risiede nel sistema. Le donne vittime di violenza domestica che si rivolgono alla polizia vengono sempre rispedite a casa, dopo che il marito ha firmato un modulo in cui promette di non picchiare più la moglie”. (S.C.)

 

 

L’ANTARTIDE PERDE CIRCA 152 CHILOMETRI CUBI ALL’ANNO. LO RIVELA L’UNIVERSITÀ BOULDER DEL COLORADO. IL DATO È STATO REGISTRATO FRA IL 2002 E IL 2005

 

BOULDER. = Il Polo Sud si sta sciogliendo più velocemente del previsto: negli ultimi anni la calotta glaciale dell’Antartide è diminuita di circa 152 chilometri cubi all’anno, pari a circa 152 miliardi di tonnellate di ghiaccio che ogni anno si trasformano in acqua. Lo hanno calcolato, studiando il processo di scioglimento dei ghiacci dal 2002 al 2005, alcuni scienziati dell’Università di Boulder, in Colorado. La perdita stimata ha fatto alzare il livello del mare di 1,2 millimetri. La quantità d’acqua è pari a quella che gli Stati Uniti consumano in tre mesi. La maggior parte della perdita di massa viene dalla calotta dell’Antartide occidentale. (T. C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

4 marzo 2006

 

                                                                                          

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

La lotta al terrorismo e il progetto del gasdotto tra India e Iran, fortemente voluto dal governo di Islamabad, sono stati i temi al centro dell’odierna visita del presidente americano, George Bush, nella capitale del Pakistan. Bush ha lodato la “coraggiosa decisione” del presidente pachistano, Pervez Musharraf, di unirsi alla “guerra contro il terrorismo” ma ha anche sottolineato come la rete terroristica di “Al Qaeda” costituisca ancora una grave minaccia. Il nostro servizio:

 

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“Rimane ancora molto da fare per sconfiggere Al Qaeda e, per catturare i terroristi, Pakistan e Stati Uniti hanno bisogno di collaborare a livello di intelligence, in tempo reale”. Lo ha dichiarato il presidente americano, George Bush, al termine dell’incontro di questa mattina ad Islamabad con il capo di Stato pakistano, Pervez Musharraf. I governi di Islamabad e Washington - ha aggiunto Bush - combatteranno uniti anche contro la proliferazione nucleare. Il capo della Casa Bianca ha sottolineato, poi, i progressi ottenuti nel Kashmir, regione contesa da India e Pakistan. “Finalmente le cose stanno cambiando”, ha detto il presidente americano. “Chiedo agli Stati Uniti – ha aggiunto Musharraf – di continuare ad aiutarci per compiere tutti i passi necessari per giungere alla pace”. Il presidente statunitense ha dichiarato, quindi, di non aver nulla in contrario sul progetto del gasdotto che dovrebbe collegare l’Iran all'India passando per il Pakistan. “Il problema con l’Iran non riguarda il gasdotto”, ha aggiunto Bush. La Repubblica islamica – ha spiegato - intende sviluppare un’arma nucleare e questo tipo di arma nelle mani di Teheran è molto pericolosa per tutti. Il capo della Casa Bianca ha anche detto di comprendere le necessità energetiche del Pakistan ma ha scartato l’ipotesi di un accordo sul nucleare in campo civile con il governo di Islamabad sul modello di quello raggiunto con l’India. In Pakistan, intanto, le forze di sicurezza hanno arrestato più di 300 integralisti islamici per scongiurare nuove manifestazioni antistatunitensi. E’ salito a 4 morti, infine, il bilancio delle proteste organizzate ieri, nel nord del Paese, contro il presidente Bush.

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Proseguono a Mosca i colloqui tra le autorità russe e una delegazione del gruppo radicale Hamas, vincitore delle elezioni palestinesi dello scorso 25 gennaio: malgrado le pressioni del Cremlino, Hamas ha ribadito di non voler riconoscere Israele. L’organizzazione fondamentalista ha proposto la tregua di un anno se Israele non userà la forza. I negoziatori russi chiedono al movimento palestinese di rinunciare alla violenza. “Hamas riconosce la sua responsabilità nel mantenimento dell’ordine nei territori palestinesi – ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov – e capisce che nel suo nuovo ruolo è responsabile di fronte a tutto il suo popolo”.

 

Ennesima giornata di sangue in Iraq: un’autobomba è esplosa nei pressi di un posto di blocco a sud-est di Baghdad uccidendo due civili. In precedenza, un altro attentato condotto a sud della capitale vicino ad un mercato, aveva causato la morte di 7 persone. Sul versante politico, il presidente iracheno Talabani ha annunciato che si terrà, entro una settimana, la prima sessione ufficiale del nuovo Parlamento iracheno uscito dalle elezioni generali dello scorso 15 dicembre.

 

Nuovo attentato in Afghanistan: quattro persone sono morte nel sud del Paese per la deflagrazione di un ordigno, esploso al passaggio di un convoglio delle forze afghane. Secondo il capo della sicurezza nazionale della turbolenta provincia meridionale di Helmand, l’attacco è stato condotto da militanti talebani. Sempre nel sud dell’Afghanistan, un soldato delle forze speciali francesi è rimasto ucciso durante scontri con miliziani dell’ex regime talebano.

 

Momenti di grande tensione ieri sera a Nazareth. Un uomo, accompagnato da moglie e figlia, ha fatto esplodere tre petardi all’interno della Basilica dell’Annunciazione, causando il panico tra la folla. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha evitato che i provocatori fossero aggrediti. L’uomo, un israeliano, già in passato aveva compiuto atti simili a Betlemme. Ma quale significato ha per la comunità cristiana in Terra Santa un episodio del genere? Lo abbiamo chiesto a monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, vescovo di Emmaus:

 

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R. – Dopo gli episodi dei mesi e degli anni scorsi, possiamo considerare anche questo episodio, in un’ottica particolare, in un contesto caratterizzato da mancata protezione delle comunità e delle minoranze in Terra Santa. Possiamo soltanto constatare che la cosa poteva essere molto grave. Per noi è stata un’occasione per riaffermare la nostra volontà di proteggere la comunità cristiana in Terra Santa e di far sì che tutti i luoghi Santi siano aperti a tutti i pellegrini. E’ necessario che questi luoghi santi siano luoghi di coesistenza, di pacificazione, di concordia per tutti gli uomini di buona volontà. Soprattutto Nazareth, che giustamente secondo la Bibbia è la città della pace. E’ qui che l’arcangelo Gabriele ha annunciato alla Madonna e dunque a tutti gli uomini “Pace a te”.

 

D. – Monsignor Marcuzzo, dopo l’episodio di Nazareth la comunità cristiana ha indetto una manifestazione in corso proprio in questi minuti, cui partecipano rappresentanti anche di altre religioni in senso di solidarietà. Che cosa si vuole affermare con questa iniziativa?

 

R. – Noi vogliamo riaffermare questa nostra volontà, esigenza e ricerca di protezione legale, di coesistenza e di concordia fraterna nei luoghi Santi.

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Dopo l’episodio di Nazareth il ministro degli Esteri israeliano, signora Livni, ha chiamato mons. Giovanni Lajolo, Segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, per assicurare che Israele farà tutto il possibile per proteggere i luoghi Santi. Lo ha reso noto il sito internet del quotidiano israeliano “Haaretz”.

 

In Asia ancora due decessi causati, probabilmente, dall’influenza aviaria: un uomo è morto in Cina nella provincia meridionale del Guandong e un bambino di tre anni è deceduto in Indonesia. Si sospetta che entrambe le vittime abbiano contratto il virus H5N1, il ceppo più letale per l’uomo. In Europa, intanto, nuovi focolai di influenza aviaria sono state individuati in Svezia e in Austria. Tutti i nuovi casi riguardano animali selvatici.

 

L’ambasciata danese in Indonesia riaprirà i battenti, lunedì prossimo, dopo essere rimasta chiusa per tre settimane in seguito all’ondata di proteste e violenze dopo la pubblicazione delle vignette su Maometto apparse su un quotidiano danese. La Danimarca aveva richiamato il personale della sede diplomatica, invitando tutti i connazionali a lasciare l’Indonesia.

 

La Serbia ha posto il veto alla designazione dell’albanese Agim Ceku, comandante dell’esercito di liberazione, alla candidatura di nuovo premier del Kosovo. La contrarietà per l’eventuale nomina di Ceku, ritenuto da Belgrado un “criminale di guerra”, è stata espressa ieri dal primo ministro serbo, Vjislav Kostunica, alla missione delle Nazioni Unite in Kosovo. Nella provincia, amministrata dal 1999 dall’ONU, hanno recentemente annunciato le loro dimissioni il primo ministro Bajram Kosumi e il presidente del Parlamento, Nexhat Daci. Secondo molti osservatori, questo vero e proprio sconvolgimento politico è stato causato da uno scontro di potere esploso all’interno dei due principali partiti kosovari dopo la morte di Ibrahim Rugova, scomparso lo scorso 21 gennaio.

 

In Italia sono ore di angoscia per la sorte di Tommaso Onofri, il bimbo di 17 mesi rapito giovedì scorso in seguito ad un’anomala rapina compiuta da due uomini armati nei pressi di Parma. La pista più seguita è quella del sequestro a scopo di estorsione, ma non si escludono altre ipotesi. Tommaso soffre di epilessia e deve assumere un farmaco ogni 12 ore. Si tratta del Tegretol, uno sciroppo che si vende con ricetta. Devono essere somministrati cinque millilitri la mattina tra le otto e le nove e altri cinque millilitri la sera, tra le venti e le ventuno.

 

 

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