RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 61 - Testo della trasmissione di giovedì 2 marzo 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Fraterno  incontro stamane  in Vaticano tra il Papa e i parroci  di Roma

 

Un cammino di Quaresima fatto di gesti concreti verso il prossimo: è l’invito di Benedetto XVI ieri pomeriggio durante i riti del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina

 

Un appello del Papa contro il razzismo è stato letto ieri sera nello stadio Franchi di Firenze in occasione della partita Italia-Germania: con noi mons. Claudio Maniago

 

Domani la visita del Papa alla Radio Vaticana per celebrare  i 75 anni dell’emittente pontificia

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La difficile situazione delle carceri in Italia al centro di un convegno ieri a Roma. In un messaggio il Papa chiede il rispetto della dignità dei detenuti: intervista con don Vittorio Trani

 

La Chiesa brasiliana ha iniziato la Quaresima con la tradizionale Campagna di Fraternità: al centro dell’attenzione quest’anno i diritti e la dignità dei disabili. Ce ne parla mons. Odilo Scherer

 

CHIESA E SOCIETA’:

Aperto oggi a Dublino, in Irlanda, un seminario sull’Insegnamento sociale della Chiesa

 

Ieri a Bruxelles, Rapporto del Consiglio d’Europa sui presunti voli segreti della CIA e possibili violazioni dei diritti umani nelle carceri di alcuni Paesi europei nella lotta al terrorismo

 

Saranno gli sfollati colombiani e le vittime dei disastri naturali e della violenza, i protagonisti della campagna quaresimale 2006, promossa dalla Conferenza episcopale colombiana

 

Nuove violenze in Pakistan contro comunità cristiane: il presidente della Conferenza episcopale chiede maggiore protezione da parte delle autorità

 

Presentato oggi a Bruxelles il documento dei vescovi europei sulla governance mondiale

 

24 ORE NEL MONDO:

Attentato in Pakistan nei pressi del Consolato americano alla vigilia della visita di Bush nel Paese

 

Raggiunto un importante accordo tra Stati Uniti ed India per la cooperazione nucleare in campo civile

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 marzo 2006

 

AFFETTUOSO INCONTRO STAMANE IN VATICANO

TRA BENEDETTO XVI E IL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA

 

Affettuoso incontro stamane nell’Aula della Benedizione in Vaticano, tra il Papa e il clero della diocesi di Roma. Benedetto XVI ha parlato a braccio rispondendo alle domande dei parroci romani in un colloquio durato circa due ore. Ricordiamo che le parrocchie della diocesi di Roma sono più di 330. I sacerdoti  presenti nella capitale sono circa 5.500. Ma ascoltiamo il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Un incontro all’insegna della cordialità e della franchezza nel quale Benedetto XVI e i parroci romani si sono confrontati sulle grandi sfide che la Chiesa di Roma si trova oggi ad affrontare. Ma anche un “colloquio fraterno”, come lo ha definito il Papa stesso. In apertura, anche un momento simpatico con la lettura di un sonetto, di un parroco, dedicato a Benedetto XVI e al suo amato predecessore Giovanni Paolo II. La famiglia, il confronto con i giovani, la formazione dei giovani preti: questi i temi, che hanno caratterizzato gli interventi dei quindici parroci che hanno chiesto una riflessione, dei suggerimenti, ma anche un incoraggiamento al Santo Padre. In molti, a partire dal Pontefice e dal cardinale vicario Camillo Ruini hanno ricordato la grande testimonianza di amore cristiano offerta da don Andrea Santoro. Soprattutto in Quaresima, ha sottolineato il Papa dobbiamo ribadire la nostra vocazione, che è un’opzione fondamentale per la vita. “Un mondo vuoto di Dio, che ha dimenticato Dio – ha avvertito – perde la vita e cade in una cultura della morte”. Un pericolo, ha ricordato, già indicato da Papa Wojtyla nell’Enciclica Evangelium Vitae. E’ offrendo la vita, ha aggiunto il Papa, che la possiamo trovare. Questo è il “senso ultimo della Croce”.

 

Quindi, il Santo Padre si è soffermato sull’importanza per il cristiano del “lasciarsi donare”. Un’umiltà che il Papa ha chiesto ai parroci nel loro servizio ai fedeli. Dobbiamo accettare la nostra imperfezione, ha ribadito il Papa, per accogliere il Dio che è Amore. Benedetto XVI ha così messo l’accento su quanto la Chiesa può fare per aiutare la famiglia, cellula fondamentale di ogni società sana. “E’ importante – ha affermato – insegnare la preghiera in famiglia”. Il Papa ha inoltre condiviso la preoccupazione di un sacerdote sull’isolamento delle e nelle famiglie. Per questo, ha constatato, c’è bisogno della compartecipazione della Chiesa per salvare la famiglia. Nelle sue risposte ai parroci, il Papa si è anche soffermato sull’importanza dell’Adorazione Eucaristica, che, ha detto, va sempre più incoraggiata. Quindi, riprendendo la sua Enciclica Deus caritas est ha rivolto parole di incoraggiamento a quanti, testimoni dell’amore cristiano, si impegnano in favore dei poveri e degli ammalati.

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UN CAMMINO DI QUARESIMA FATTO DI GESTI CONCRETI VERSO IL PROSSIMO:

COSI’ IL PAPA IERI DURANTE I RITI DEL MERCOLEDI’ DELLE CENERI

 

Quaresima, tempo per “ritornare a Dio con animo sinceramente pentito, per ottenere la Sua misericordia”. Così il Papa ieri pomeriggio nella Basilica di Santa Sabina dove ha presieduto la Santa Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri, dopo la tradizionale “stazione quaresimale”. Prima la preghiera nella Basilica di Sant’Anselmo e la processione penitenziale. Benedetto XVI ha rimarcato che i cristiani sono apostoli di pace contro ogni forma di egoismo e di odio. Il servizio è di Massimiliano Menichetti.

 

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Le note dell’Inno gregoriano “Audi, benigne Conditor” (Ascolta, Creatore benigno) hanno segnato l’inizio del momento di preghiera oggi pomeriggio nella Basilica di Sant'Anselmo sull'Aventino a cui ha fatto seguito la processione penitenziale quindi la “Statio” nella Basilica di Santa Sabina, dove ha avuto luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri.

 

In una Basilica colma di fedeli, Benedetto XVI ha sottolineato la bellezza del pellegrinaggio nel tempo di Quaresima presso le “memorie” dei Martiri, fondamento della Chiesa di Roma, seguendo l’antica tradizione romana delle stationes in cui la processione e la sosta in preghiera davanti alle reliquie dei martiri precede la Santa Messa. Ed è proprio in queste Basiliche “che si fa memoria  - ha detto - di quanti con il loro sangue hanno reso testimonianza a Cristo, e la loro evocazione diventa stimolo per ciascun cristiano a rinnovare la propria adesione al Vangelo”.

 

Parlando dell’imposizione delle Ceneri ha evidenziato che non si tratta di un mero ritualismo, ma della “richiesta di ritornare a Dio, con animo sinceramente pentito, per ottenere la sua misericordia”. Quindi il richiamo alla lotta che ogni cristiano deve affrontare “ogni giorno, ma particolarmente in Quaresima”, “come quella che Cristo ha sostenuto nel deserto di Giuda, dove per quaranta giorni fu tentato dal diavolo, e poi nel Getsemani, quando respinse l’estrema tentazione accettando fino in fondo la volontà del Padre”:

 

“La Quaresima ci ricorda, pertanto, che l’esistenza cristiana è un combattimento senza sosta, nel quale vanno utilizzate le “armi” della preghiera, del digiuno e della penitenza. Lottare contro il male, contro ogni forma di egoismo e di odio, e morire a se stessi per vivere in Dio è l’itinerario ascetico che ogni discepolo di Gesù è chiamato a percorrere con umiltà e pazienza, con generosità e perseveranza.

 

Il Papa ha dunque ribadito che i cristiani sono “testimoni e apostoli di pace”, che rispondono “alla violenza che minaccia la pace nel mondo”, non con la vendetta, l’odio e nemmeno fuggendo in un falso spiritualismo:

 

“La risposta di chi segue Cristo è piuttosto quella di percorrere la strada scelta da Colui che, davanti ai mali del suo tempo e di tutti i tempi, ha abbracciato decisamente la Croce, seguendo il sentiero più lungo ma efficace dell’amore. Sulle sue orme e uniti a Lui, dobbiamo tutti impegnarci nell’opporci al male con il bene, alla menzogna con la verità, all’odio con l’amore”. 

 

Quindi riferendosi alla sua prima Enciclica Deus caritas est ha sottolineato di aver voluto presentare l’amore come il segreto della conversione personale ed ecclesiale. Un amore che deve “tradursi in gesti concreti verso il prossimo, specialmente verso i poveri e i bisognosi”. La concretezza dell’amore, ha detto, “costituisce uno degli elementi essenziali della vita dei cristiani, che sono incoraggiati da Gesù ad essere luce del mondo, affinché gli uomini, vedendo le loro “opere buone”, rendano gloria a Dio”:

 

“Questa raccomandazione giunge a noi quanto mai opportuna all’inizio della Quaresima, perché comprendiamo sempre più che la carità non è per la Chiesa una specie di attività di assistenza sociale ... ma appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”.

 

Quindi l’invito alla conversione del cuore e ad “aprire lo spirito alla potenza della grazia divina”. Animati da un forte impegno di preghiera - ha concluso -, decisi a uno sforzo più grande di penitenza, di digiuno e di attenzione d’amore ai fratelli, incamminiamoci verso la Pasqua, accompagnati dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa e modello di ogni autentico discepolo di Cristo.

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UN APPELLO CONTRO IL RAZZISMO E PER LA PROMOZIONE DI DIALOGO E RISPETTO

IN OGNI AMBITO DELLA SOCIETA’:

LETTO IERI SERA, DA MONS. MANIAGO NELLO STADIO FRANCHI DI FIRENZE,

IL MESSAGGIO DEL PAPA IN OCCASIONE DELLA PARTITA ITALIA-GERMANIA

 

Dialogo e rispetto: sono due termini chiave del messaggio che il Papa  ha inviato, tramite il cardinale Sodano, in occasione della partita di calcio Italia - Germania e che è stato letto ieri sera allo stadio Franchi di Firenze da monsignor Claudio Maniago. Benedetto XVI ha espresso il suo “apprezzamento per le contestuali iniziative contro le discriminazioni razziali promosse per rinsaldare la consapevolezza dell’importante funzione educativa dello sport al servizio della solidarietà e della pace”. Il Papa – si legge nel massaggio - “incoraggia lo sforzo comune dispiegato per la promozione della civiltà dell’amore attraverso il paziente dialogo e il reciproco rispetto in ogni ambito della società”. Le parole del Papa, dunque, sono risuonate in uno stadio colmo di tifosi, dopo che recentemente si sono moltiplicati gli episodi a sfondo razzista: cori contro giocatori di colore o striscioni contro ebrei. Della particolare occasione, parla, al microfono di Luca Collodi, mons. Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze:

 

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Il messaggio che il Santo Padre ha voluto inviare proprio in occasione di questa partita alla stadio Franchi rappresenta un segnale, il segnale di uno sguardo diverso. Lo sport, anche il Papa lo richiama, è un luogo in cui davvero ci si può guardare con occhi diversi, dove la solidarietà, l’amicizia, il volersi bene, pur nello spirito della competizione, può diventare davvero un segnale, e quindi addirittura un laboratorio in qualche modo, per una civiltà diversa, una civiltà dell’amore. Il Santo Padre ha già avuto modo, all’inizio delle Olimpiadi, di dire qualcosa al riguardo dello sport come luogo di incontro fra razze diverse, fra popoli diversi, in uno spirito di solidarietà e di pace, quindi contro ogni forma di razzismo.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel pomeriggio il Papa riceverà il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

 

Il Santo Padre ha dato il suo assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina del padre redentorista Yaroslav Pryriz a vescovo ausiliare dell’eparchia di Sambir-Drohobych degli Ucraini,  assegnandogli la sede titolare di Auzia.

 

 

NEL 75° ANNIVERSARIO DELLA RADIO VATICANA,

DOMANI LA VISITA DEL PAPA ALL’EMITTENTE DELLA SANTA SEDE

 

         Giornata storica domani per la Radio Vaticana. Benedetto XVI visiterà la nostra emittente per celebrare il 75° anniversario dell’inizio delle trasmissioni, il 12 febbraio 1931. L’evento sarà trasmesso in diretta sia dalla Radio Vaticana, sia via web e in video su Telepace. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

 

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(intervallo Radio Vaticana)

 

(Effetti voci Marconi e Pio XI)

 

(musica)

 

         Sono le parole pronunciate, il 12 febbraio 1931, da Guglielmo Marconi, ideatore della Radio Vaticana, e da Pio XI, che ne inaugurò le trasmissioni con il suo radiomessaggio al mondo. 75 anni dopo, la Radio Vaticana continua a portare ovunque la voce del Papa e della Chiesa, varcando confini, superando barriere politiche e culturali e abbracciando tutti i continenti con il suo messaggio di pace e di fratellanza. Benedetto XVI viene a trovare questa grande famiglia al servizio del Vicario di Cristo e della Chiesa e a rinnovare il motivo principale del suo lavoro già espresso all’Angelus domenicale del 12 febbraio scorso:

 

“... con lo strumento della radio, e poi della televisione, il messaggio del Vangelo e le parole dei Papi hanno potuto raggiungere più rapidamente e facilmente tutte le genti”.

 

(musica)

 

         Benedetto XVI è il sesto Pontefice che visita la Radio Vaticana dopo Pio XI, appunto; Pio XII, il Papa dei drammi della Seconda Guerra Mondiale; Giovanni XXIII, il Papa della Pacem in Terris in un mondo dominato dalla guerra fredda; Paolo VI che portò a termine in Concilio Vaticano II indetto dal suo predecessore; e Giovanni Paolo II. E il Santo Padre, nel corso della sua visita, inaugurerà nella regia 3, una targa che ricorda le registrazioni radiofoniche effettuate alla Radio Vaticana per il Programma Polacco, dall’allora cardinale Karol Wojtyla, quand’era arcivescovo di Cracovia.

 

(musica)

 

         Ancor oggi la Radio Vaticana mantiene intatta, pur nel necessario rinnovamento e nell’aggiornamento costante, la sua ricchezza: una comunità professionale di 384 dipendenti, appartenenti a 59 Nazioni e di 45 lingue per oltre 23 mila ore annuali di trasmissione. Ma quale significato ha per il personale della Radio Vaticana l’imminente incontro con Papa Benedetto XVI, la cui attesa viene vissuta con tangibile emozione? Ci risponde il cardinale Roberto Tucci, già direttore della Radio Vaticana:

 

“E’ un grande incoraggiamento avere qui da noi il Papa. La Radio Vaticana intende essere – ed è stimata come tale – la Radio del Papa e, quindi, certamente ricevere la visita del Santo Padre è un grande conforto per tutti coloro che vi lavorano e, al tempo stesso, questo incontro è una garanzia: siamo fedeli al Papa e Lui riconosce questa fedeltà”.

 

         Ma quale realtà troverà Benedetto XVI in questa visita alla  Radio Vaticana, un’istituzione che conferma nella sua multiculturalità l’intento di raccontare il mondo al mondo? Sentiamo il direttore generale dell’emittente, padre Federico Lombardi:

 

“Vogliamo essere un po’ uno specchio dell’universalità della Chiesa e della sua passione per tradurre il suo messaggio che è comune in tante lingue e in tante culture diverse per i diversi popoli del mondo”.

 

(musica)

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Comunicato conclusivo della Riunione delle Delegazioni della

Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo

e del Gran Rabbinato d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica,

che si è tenuta dal 26 al 28 FEBBRAIO

- A cura di Fausta Speranza -

 

         E’ stato pubblicato oggi il comunicato relativo alla  Riunione della Commissione bilaterale delle Delegazioni della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato d’Israele per i rapporti con la Chiesa cattolica, che si è tenuta dal 26 al 28 febbraio. Viene reso noto che si è trattato del VI incontro della commissione bilaterale tenuto in Roma, che ha avuto al centro l’argomento delle relazioni tra vita umana e tecnologia. A questo proposito – si legge – “affermiamo i principi delle nostre rispettive tradizioni religiose secondo le quali Dio è il Creatore e Signore di ogni vita, e la vita umana è sacra”. La vita umana – si ricorda -  è creata secondo l’immagine divina, è “un dono divino da rispettare e preservare” e perciò viene ripudiata “decisamente l’idea di un dominio umano sulla vita, e del diritto di decidere del suo valore o della sua durata da parte di qualsiasi persona o gruppo umano”. Ripudio, dunque, del concetto di eutanasia attiva. Mentre si esprime un ringraziamento a Dio “che ha donato all’umanità nel guarire e conservare la vita, e per i notevoli progressi resi possibili a questo riguardo dalla scienza, dalla medicina e dalla tecnologia contemporanee”.

 

         Viene sottolineato che “non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente accettabile”, così come viene ribadito “l’obbligo di fare ogni possibile sforzo per alleviare le sofferenze umane”. Un altro concetto importante del documento riguarda i rischi di strumentalizzazione dell’esistenza umana terrena. E’ espressa una  forte condanna di “qualunque tipo di violenza sull’uomo al fine di promuovere qualsivoglia ideologia ,  specialmente quando è attuata in nome di una religione”. Un modo di agire che viene considerato senza mezzi termini  come un modo di dissacrare il Nome Divino. E’ importante – viene ricordato – “la promozione del rispetto per Dio, per la religione e i suoi simboli, per i luoghi santi e i luoghi di preghiera. Qualunque violazione di essi deve essere rigettata e condannata”.

 

         C’è poi una riflessione che va oltre la dimensione bilaterale Santa Sede - Gran Rabbinato Israele. Si legge infatti che tali violazioni, e le tensioni attuali tra le civilizzazioni, richiamano il “dovere  di cercare di coinvolgere il mondo musulmano e le sue autorità in un dialogo e in una collaborazione rispettosi”. Infine, un appello alle autorità civili: “perché sappiano apprezzare la potenzialità positiva che la dimensione religiosa ha nell’aiutare a risolvere conflitti e tensioni, e a tal fine diano il loro sostegno al dialogo interreligioso”.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Prima pagina – “Incamminiamoci verso la Pasqua”: Benedetto XVI, durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina, indica nel digiuno, nella penitenza e nella preghiera le “armi” per affrontare l’itinerario ascetico quaresimale.  

 

Servizio vaticano – L’incontro del Papa con il clero della diocesi di Roma.

 

Servizio estero - India-Usa: la missione a Nuova Delhi del presidente Bush. Siglato un accordo su un progetto di cooperazione nucleare civile.  

 

Servizio culturale - Un articolo di Mario Spinelli dal titolo “Un sostegno mirato al recupero della dignità umana”: l’impegno italiano nell’aiuto ai Paesi poveri nella mostra romana “Solidarietà e sviluppo”.

 

Servizio italiano - In rilievo il tema dei conti pubblici.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 marzo 2006

 

 

LA DIFFICILE SITUAZIONE DELLE CARCERI IN ITALIA AL CENTRO DI UN CONVEGNO

A ROMA. IL MESSAGGIO DEL PAPA: OCCORRE RISPETTARE LA DIGNITA’ DEI DETENUTI

- Intervista con don Vittorio Trani -

 

Una situazione carceraria difficile in Italia. E’ la denuncia che viene dal convegno “La salute in carcere” promosso ieri a Roma dal ministero della Giustizia. Punti centrali dell’incontro a cui hanno partecipato esponenti politici e operatori di settore: il sovraffollamento, la necessità di costruire nuove strutture e il rispetto del detenuto. Il Papa in un messaggio ha chiesto che sia rispettata la dignità dei carcerati affinché anche chi ha violato la legge “continui a sentirsi parte della società e impegnato a reinserirsi in essa”. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di don Vittorio Trani cappellano del carcere romano di Rebibbia:

 

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R. – Per noi sono messaggi importanti in quanto è stato un pronunciamento molto visibile del Papa. Si è mostrato molto vicino a questo mondo.

 

D. – Il Papa rimarca che il detenuto deve continuare a sentirsi parte della società …

 

R. – Questo è un aspetto importante, quello di non spegnere mai una speranza di poter riprendere una vita normale, di potersi reinserire. Questa è un po’ la connotazione che guida chi fa la pastorale all’interno delle carceri perché ciò rimanga un’aspirazione viva nell’animo della persona che vive queste vicende.

 

D. – Secondo i dati diffusi ieri al convegno sono circa sessantamila i detenuti nelle carceri italiane. Quali sono le loro condizioni di vita?

 

R. – Dipende un po’ da istituto a istituto. Ci sono istituti che hanno il riscaldamento, che hanno una serie di risposte per quanto riguarda l’impiego del tempo libero, lo svago, ecc. Altri invece non lo hanno perchè sono istituti di antica costruzione.

 

D. – E’ emerso anche nel 2005 cinquantasette persone si sono suicidate. Sedicimila sono tossicodipendenti, cinquemila sono portatori di HIV. Dati che preoccupano …

 

R. – Una volta che si entra in questo settore dell’emarginazione vengono sempre fuori dei numeri difficili da mandare giù, perché sono situazioni preoccupanti. Noi abbiamo una realtà sociale che vede molto diffusa la droga. E’ naturale che quando si va in carcere gran parte di queste persone si trovano tra i carcerati e portano il problema della droga, il problema della dipendenza, il problema dell’HIV. Sono problemi molto grossi. Purtroppo la società non ha altro modo di rispondere se non con il carcere. Diamo solo la risposta carcere, condanna, quando invece forse andrebbero prese altre linee, date altre risposte.

 

D. – Don Trani, il carcere riabilita l’uomo?

 

R. – Il carcere non riabilita l’uomo, assolutamente. Chi arriva in carcere già è una persona che ha problemi fuori. Il carcere aggiunge altri problemi. Quindi è un po’ difficile parlare del carcere come strumento di riabilitazione.

 

D. – Un altro fronte dimenticato è quello dei bambini, da zero a tre anni, in carcere con le loro madri.

 

R. – E’ una situazione che veramente non ha una logica. Però la legge fino a questo momento non ha dato una risposta che dia al problema una soluzione. Ci si sta sforzando e  si sta tentando di arrivare a questo.

 

D. – Ci sono delle alternative concrete?

 

R. – Si dovrebbe arrivare o ad una sospensione pena o comunque a trovare una forma che consenta al bambino di non stare in carcere.

 

D. – Anche gli arresti domiciliari…

 

R. – Anche gli arresti domiciliari.

 

D. – Vuole aggiungere qualcos’altro?

 

R. – Un saluto e un augurio a tutti i ragazzi che si trovano ad avere queste vicende e anche un appello alla società perché un po’ tutti, insieme, ci si muova per trovare soluzioni diverse.

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LA CHIESA BRASILIANA HA INIZIATO LA QUARESIMA

CON LA TRADIZIONALE CAMPAGNA DI FRATERNITA’:

AL CENTRO DELL’ATTENZIONE QUEST’ANNO I DIRITTI E LA DIGNITA DEI DISABILI

- Intervista con mons. Odilo Scherer -

 

E’ iniziata ieri in Brasile la tradizionale Campagna di Fraternità promossa  per la Quaresima dalla Conferenza episcopale brasiliana. La Campagna si svolge quest’anno sul tema “Fraternità e persone con disabilità”. In un messaggio per l’occasione il Papa ha ricordato l’urgenza di riconoscere la dignità e i diritti dei disabili: non serve solo, secondo il Pontefice, una  premurosa attenzione ma anche un “pieno inserimento” nella società “di questi nostri fratelli e sorelle in Cristo”. Sulla Campagna di Fraternità ascoltiamo il vescovo Odilo Scherer, segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana, al microfono di Silvonei Protz:

 

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R. – Da più di quarant’anni, in Brasile, durante il periodo quaresimale, si celebra anche la Campagna della Fraternità, e con questa campagna la Chiesa propone ai suoi fedeli, ma anche a tutta la società, di puntare sulla fratellanza, sulla carità, perché questa è l’espressione più autentica della nostra risposta di fede a Dio, cioè l’impegno di amore verso il prossimo. Quest’anno, la Chiesa qui in Brasile propone, attraverso la Campagna della Fraternità, il tema delle persone disabili che hanno un handicap sia fisico sia mentale, e queste persone sono tante! La popolazione del Brasile comprende circa 180 milioni di persone, e di queste più di 25 milioni di persone hanno qualche handicap. E queste persone, al di là di tutte le leggi che esistono, soffrono ancora di tante discriminazioni, preconcetti, esclusioni sociali … Anche nella Chiesa noi dobbiamo fare ancora molto verso queste persone per inserirle maggiormente nella vita della Chiesa perché loro possano avere accesso a tanti beni della Chiesa offerti a tutte le persone, e pure loro hanno diritto all’accesso ai beni spirituali, ai beni – diciamo così – della piena convivenza ecclesiale.

 

D. – La Campagna della Fraternità è aperta a tutta la società brasiliana, coinvolgendo anche altri settori, tra cui quello politico …

 

R. – La Campagna è promossa dalla Conferenza episcopale ma è già aperta a tutte le Chiese, a tutte le comunità cristiane che non siano cattoliche ed anche ad altre religioni che vogliano abbracciare questa proposta. Noi puntiamo molto alla società nel suo insieme e perciò la Campagna è rivolta a tutta la società e anche alle organizzazioni amministrative, politiche perché quello che noi facciamo come riflessione, come campagna di educazione deve essere poi tradotto in misure amministrative e anche legislative perché possano essere prese sul serio, le proposte, e tradotte in politiche pubbliche e in misure che facciano rispettare in pieno il diritto delle persone con handicap.

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CHIESA E SOCIETA’

2 marzo 2006

 

 

APERTO OGGI A DUBLINO, IN IRLANDA, UN SEMINARIO SULL’ INSEGNAMENTO SOCIALE DELLA CHIESA. NEL SUO INTERVENTO INAUGURALE, L’ARCIVESCOVO DELLA CAPITALE, DIARMUID MARTIN, HA SOLLECITATO NUOVE TUTELE PER IL MONDO OPERAIO

- A cura di Enzo Farinella -

 

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DUBLINO. = “Non si può trascurare la responsabilità sociale nel nostro mondo. Abbiamo bisogno di nuove forme di cooperazione internazionale, che tutelino il mondo operaio. La Chiesa ha un ruolo importante nell’educare e illuminare l’opinione pubblica in questo settore”. Così l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, si è espresso aprendo i lavori sull’insegnamento sociale della Chiesa presso la capitale irlandese. Il Seminario, organizzato dalla Commissione dei vescovi irlandesi per la giustizia e gli affari sociali, ha visto anche interventi del cardinale Raffaele Martino, del presidente della Polizia per il nord Irlanda, Nuala O’Loan, e del commissario europeo, Chris Patten. “La missione della Chiesa è quella di costruire la civiltà dell’amore, per una società più umana, in un mondo con tante disuguaglianze”, ha detto il cardinale Martino. Nuala O’Loan del nord Irlanda, dove presiede il Comitato dei servizi di Polizia, ha messo in guardia contro la privatizzazione della morale pubblica nella vita di ogni giorno, affermando il valore della fede e dell’impegno preso davanti a Dio nelle difficoltà quotidiane del singolo e in quelle della vita coniugale nella nostra società. Tutti i relatori si sono appellati ad una maggiore responsabilità sociale nel nostro mondo. 

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IERI A BRUXELLES, RAPPORTO DEL CONSIGLIO D’EUROPA SUI PRESUNTI VOLI SEGRETI DELLA CIA E POSSIBILI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NELLE CARCERI

DI ALCUNI PAESI EUROPEI, NELL’AMBITO DELLA COMUNE LOTTA AL TERRORISMO

-         A cura di Roberta Gisotti -

 

 

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BRUXELLES. = L'Europa non è una “felice riserva di caccia” per gli 007 di tutto il mondo. Così il segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, nel Rapporto, basato sull’indagine condotta in tutti i 46 Paesi che aderiscono all'organizzazione. Ma “non tutte le risposte” dei governi – ha denunciato Davis – sono state “complete o pienamente soddisfacenti”, riferendosi anche all'Italia, che non ha citato l'inchiesta in corso sul caso dell'ex imam di Milano Abu Omar, sequestrato a Milano nel 2003. La ‘guerra’ al terrorismo, ha osservato Davis, non deve consentire “violazioni impudenti dei diritti umani, quali detenzioni e torture, che non solo sono moralmente sbagliate e illegali, ma pericolose perché minano l'efficacia a lungo termine della nostra lotta”. Davis ha premesso di sostenere “fortemente la cooperazione tra Europa e Stati Uniti d'America”, ma ha insistito “sul fatto che i governi europei dovrebbero avere sufficiente autorevolezza per partecipare a questa cooperazione a titolo paritario, piuttosto che svolgere il ruolo proverbiale delle tre scimmiette”. Il lavoro di inchiesta del Consiglio d'Europa, ha aggiunto Davis, continuerà comunque con l'invio di nuove domande ai Paesi che hanno eluso gli interrogativi del Consiglio d’Europa. Sulla questione sta indagando anche il Parlamento europeo, dove è al lavoro una Commissione ad hoc. (R.G.)

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SARANNO GLI SFOLLATI COLOMBIANI E LE VITTIME DEI DISASTRI NATURALI

E DELLA VIOLENZA I PROTAGONISTI DELLA CAMPAGNA QUARESIMALE 2006, PROMOSSA DALLA CONFERENZA EPISCOPALE, SUL TEMA “CONDIVIDERE CON GIOIA”

 

BOGOTA’. = Migliaia di sfollati colombiani costretti a subire le conseguenze degli spostamenti forzati, dei disastri naturali e della violenza saranno i principali protagonisti dell’annuale Campagna quaresimale promossa dalla Conferenza episcopale del Paese latinoamericano. Lo rende noto l’agenzia FIDES. La Campagna, sul tema “Condividere con gioia”, è stata presentata da mons. Luis Augusto Castro Quiroga, presidente dei vescovi colombiani e da mons. Héctor Fabio Henao, direttore del Segretariato nazionale di pastorale sociale. La Campagna 2006 invita in particolare ad essere solidali con chi vive situazioni di forte disagio per cause umane e naturali. Obiettivi generali sono quelli di alleviare le necessità fondamentali della popolazione; contribuire alla formazione di una coscienza solidale per poter affrontare con maggiore umanità ed efficacia la situazione di molti uomini e donne che vivono giornalmente situazioni di povertà ed emarginazione contribuendo alla loro promozione integrale; alimentare il Fondo nazionale delle emergenze che sarà attivo durante tutto l’anno per assistere le migliaia di vittime causate dalle situazioni impreviste, provocate da fenomeni naturali o da azioni di violenza. L’80 per cento della colletta sarà destinata a programmi di sostegno agli sfollati mentre il restante entrerà nel Fondo nazionale per le emergenze. (S.C.)

 

 

NUOVE VIOLENZE IN PAKISTAN CONTRO COMUNITA’ CRISTIANE: BRUCIATA UN’ALTRA CHIESA PRESBITERIANA NEL PUNJAB. IL PRESIDENTE DEI VESCOVI PAKISTANI,

MONS. SALDANHA DENUNCIA STRUMENTALIZZAZIONI FONDAMENTALISTE

DIETRO LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA PER LE VIGNETTE SATIRICHE SU MAOMETTO

E CHIEDE MAGGIORE PROTEZIONE DA PARTE DELLA AUTORITA’ DI GOVERNO

 

LAHORE. = L’ondata di intolleranza religiosa, continua a preoccupare le comunità cristiane pakistane all’indomani delle violenze anticristiane, che stanno interessando diverse città del Paese asiatico. Infatti, altri edifici di culto sono stati devastati nelle ultime settimane, due nel distretto di Sukkar-Sindh, la chiesa cattolica di Santa Maria e la chiesa protestante di San Salvatore, ed un’altro martedì scorso nel Punjab, la chiesa presbiteriana di Basti Noori Gate.  La Commissione “Giustizia e Pace” – in un comunicato firmato anche dal presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, Lawrence Saldanha, arcivescovo di Lahore – condanna fortemente gli episodi, affermando che costituiscono una grave infrazione contro lo stato di diritto di comunità non musulmane, e allo stesso tempo ribadisce  l’invito ai cristiani e a tutti i cittadini di continuare sul percorso del dialogo e della pace. L’arcivescovo Saldanha, interpellato dall’agenzia Asia News, afferma che la violenza, iniziata per protestare contro le vignette su Maometto pubblicate da alcuni giornali europei, è stata sfruttata per fomentare odio, specialmente nei giovani musulmani, che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta. Il presule lamenta inoltre il ritardato intervento delle Forze dell’ordine, nonostante le rassicurazione in merito del Primo ministro pakistano. “Le proprietà ed i luoghi di culto delle comunità religiose di minoranza stanno divenendo un obiettivo della violenza degli estremisti. Questo accade – denuncia mons. Saldanha – perché il Governo ha ignorato gli episodi già avvenuti nel recente passato, mostrando la pericolosa tendenza a consentire l’intolleranza religiosa”. La Commissione “Giustizia e pace” chiede infine una rapida inchiesta della Polizia per individuare e perseguire i colpevoli e anche quanti hanno fomentato l’odio. Nello stesso tempo chiede ai cristiani di “restare pacifici, nel pieno rispetto della fede altrui”. (S.C.)

 

 

PRESENTATO OGGI A BRUXELLES IL DOCUMENTO DEI VESCOVI EUROPEI

SULLA GOVERNANCE MONDIALE 2005. I PRESULI INDICANO ALCUNI PASSI IN AVANTI

SU UN CAMMINO ANCORA LUNGO DOVE E’ IMPORTANTE VALORIZZARE IL CONTRIBUTO

DELLE CHIESE PER UNA BUONA GESTIONE DELLE GRANDI QUESTIONI INTERNAZIONALI

 

EUROPA. = Per una “buona governance mondiale” è “importante ed efficace il ruolo delle comunità di fede, non solo per i contributi che esse possono offrire”, ma anche per l’opera di sensibilizzazione che possono condurre presso governi e istituzioni internazionali. Questo è quanto si legge nelle conclusioni del documento della COMECE (Commissione degli episcopati della Comunità europea), intitolata “Valutazione 2005 sulla governance mondiale: alcuni passi in avanti su un cammino ancora lungo”. Lo rende noto l’agenzia SIR. Lo studio è stato presentato oggi nel corso di una conferenza organizzata a Bruxelles dalla COMECE e dal Centro di politica europea (EPC). Tra personalità presenti, Michael Hasenne, direttore generale dell’Organiz-zazione mondiale del lavoro (OIL) e Antonio de Lecea, direttore per gli Affari economici e finanziari internazionali presso la Commissione europea. La valutazione sulla governance mondiale 2005 è l’ultima di una serie di relazioni stilate ogni anno dai vescovi europei sulla base delle 28 raccomandazioni emesse nell’analogo documento del 2001, intitolato “Rapporto sulla governance mondiale: la nostra responsabilità per fare della globalizzazione un’opportunità per tutti”. “Al termine di un anno contrassegnato da catastrofi naturali è urgente – sottolineano i presuli europei – ridurre le conseguenze delle attività umane sull’ambiente naturale, giacché a soffrirne maggiormente sono i più poveri”. Importanti sono inoltre “l’istruzione e le tecnologie informatiche, in quanto mezzi che migliorano la conoscenza e l’impegno di tutti sulle questioni che riguardano la buona governance”. (S.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 marzo 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Duplice attentato in Pakistan: due ordigni sono esplosi in rapida successione a Karachi vicino al consolato statunitense. L’attacco ha provocato la morte di almeno 5 persone, tra cui un diplomatico americano. L’azione terroristica è stata compiuta alla vigilia della visita del presidente statunitense, George Bush, in Pakistan. Questo attentato – ha detto Bush – non mi impedirà di proseguire la mia missione in Asia. Intanto, il capo della Casa Bianca, giunto ieri a New Delhi, ha lanciato un appello per la liberazione in Myanmar della leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi e ha espresso la propria soddisfazione per l’accordo tra Stati Uniti e India sulla cooperazione nucleare in campo civile. L’intesa consentirà all’India di ottenere il combustibile per i suoi reattori nucleari. Ma questo accordo non potrebbe essere usato dall’Iran come un pericoloso pretesto per proseguire indisturbato il suo programma nucleare? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi strategici presso l’Università di Trieste:

 

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R. – Il fatto che l’India rientri con questo accordo all’interno dei canoni del Trattato di non-proliferazione nucleare, credo sia un modo per lasciare isolato L’Iran. La Repubblica islamica correrebbe infatti il rischio di essere, nell’area, l’unico Paese al di fuori delle regole …

 

D. – Sul fronte dei rapporti tra India e Pakistan, questo accordo potrà avere delle ripercussioni?

 

R. – Io ritengo che uno dei problemi del Pakistan sia proprio quello di non avere nessun tipo di controllo e di certezza sulle azioni nucleari dell’India. Il fatto che il presidente americano si presenti da loro, dopo avere ottenuto comunque il consenso dell’India di rientrare nelle regole, è invece una certezza per il Pakistan. Credo che sia un grande obiettivo di Bush quello di tentare di stabilizzare un Paese in prima linea contro il terrorismo e in una situazione molto difficile.

 

D. – Quindi, in pratica, stabilizzare i rapporti con un Paese per stabilizzare i rapporti con un’intera area?

 

R. – Assolutamente sì! Questa è la chiave dell’interpretazione strategica della visita di Bush. Naturalmente, stiamo ancora parlando della teoria. Non sapremo quali saranno le mosse che potrà fare l’Iran, con il suo “padrino”, la Federazione russa. Ma certamente, il presidente è intervenuto in un momento in cui l’Iran stava cercando di chiudere a sua volta un accordo molto preciso con l’India sul nucleare, approfittando dei 3.000 km di condotte di gas di cui l’India ha estremamente bisogno. Credo che questa volta, forse, le forniture arriveranno più da parte americana, se gli indiani hanno accettato di chiudere in così breve tempo.

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L’Iran ha espresso l’intenzione di riprendere i negoziati sul proprio programma atomico con Gran Bretagna, Germania e Francia: il capo negoziatore   iraniano sul nucleare ha annunciato che è stato fissato un incontro per domani. La scelta di riaprire la strada delle trattative con i tre Paesi europei segue la tornata di colloqui tenutasi a Mosca sulla proposta per l’arricchimento dell’uranio iraniano in territorio russo. L’obiettivo della Repubblica islamica è quello di trovare una soluzione prima della riunione straordinaria dell’Agenzia internazionale dell’ener-gia Atomica (AIEA), prevista per il prossimo 6 marzo. I governatori dell’Agenzia delle Nazioni Unite saranno chiamati a decidere sull’ipotesi di deferimento del dossier iraniano al Consiglio di sicurezza dell’ONU.

 

In Iraq, un affollato mercato di un quartiere sciita di Baghdad è stato sconvolto da una potente esplosione che ha provocato la morte di almeno 8 persone. Poco dopo, la deflagrazione di un’altra bomba su un autobus ha provocato 5 morti. Gli attentati si aggiungono alla lunga serie di scontri tra sciiti e sunniti scoppiati dopo l’attacco dello scorso 22 febbraio contro la moschea sciita di Samarra. In Iraq, intanto, si arricchisce di nuovi elementi il processo contro l’ex presidente iracheno, Saddam Hussein. L’ex rais, accusato di aver autorizzato il massacro di 148 sciiti nel 1982, ha affermato ieri di aver ordinato, dopo un fallito attentato contro il suo convoglio, il processo dei sospetti “in base alla legge”. Le sentenze di condanna – ha aggiunto Saddam – furono “legittime”.

 

Nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ci sono segni della presenza di Al Qaeda. Lo ha detto il presidente palestinese, Abu Mazen, commentando informazioni contenute in un recente rapporto a cura dei servizi di intelligence. Se i militanti dell’organizzazione terroristica riusciranno ad entrare con facilità nei Territori – ha spiegato Abu Mazen – “il risultato sarà il sabotaggio di tutta la regione”.

 

Non c’è futuro senza il legame transatlantico, mentre ci sono solo rischi nel credere alla possibilità di una “fortezza Europa”. Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, durante il discorso pronunciato ieri a Washington davanti al Congresso americano, riunito in seduta plenaria. “L’occidente è uno e deve rimanere uno”, ha poi avvertito Berlusconi aggiungendo che l’Europa non deve cercare “di definire la propria identità in contrapposizione all’America”. Il capo dell’esecutivo italiano ha anche parlato dei legami tra Washington e Roma, definiti forti, durevoli e destinati a rafforzarsi.

 

Nel 2005, la crescita dell’economia italiana è stata uguale a zero. E’ questo uno dei dati emersi dallo studio pubblicato ieri dall’ISTAT. Per la prima volta dal 1995, è diminuito anche il dato sull’occupazione che ha fatto registrare una riduzione dello 0,4 per cento. Meno grave del previsto, invece, la violazione del Patto di stabilità europeo: il deficit pubblico è del 4,1 per cento, invece del temuto 4,3 per cento.

 

Terremoto politico in Kosovo: il primo ministro, Bajram Kosumi, e il presidente del Parlamento, Nexhat Daci, lasciano i loro incarichi. Le dimissioni del premier sono arrivate in seguito a forti pressioni da parte del suo partito, l’Alleanza per il futuro del Kosovo. La formazione politica ha anche annunciato la candidatura come nuovo primo ministro di Agim Ceku, ex comandante dell’esercito di liberazione. Ma alla sua nomina si oppone il governo di Serbia e Montenegro. Secondo molti osservatori, le dimissioni di Kosumi e di Daci, vicepresidente della Lega democratica del Kosovo, rientrano in uno scontro di potere esploso all’interno dei due principali partiti kosovari dopo la morte di Ibrahim Rugova, scomparso lo scorso 21 gennaio. Questo sconvolgimento politico avviene in un momento cruciale per il futuro del Kosovo: sono in corso, infatti, i negoziati sullo status finale della provincia, amministrata dal 1999 dalle Nazioni Unite.

 

Si terrà il prossimo 21 maggio il referendum per l’indipendenza del Montenegro dalla Serbia. Lo hanno deciso di comune intesa ieri a Podgorica maggioranza ed opposizione. E’ attesa per oggi la formalizzazione della data e l’approvazione di un’apposita legge elettorale. Il servizio di Emiliano Bos:

        

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La piccola Repubblica adriatica è pronta a mollare gli ormeggi da Belgrado. Tra tre mesi chiederà ai suoi elettori – meno di mezzo milione – di pronunciarsi sulla separazione dalla Serbia, facendo così crollare l’ultimo tassello dell’ormai ex-Jugoslavia di Tito. Il partito di governo del premier Milo Djukanovic e l’opposizione hanno già fissato le regole del voto: per la convalida servirà un quorum di partecipazione del 50 per cento degli elettori. Il Montenegro sarà indipendente soltanto con un’approvazione e 55 per cento, invece della classica maggioranza della metà più uno. Sono state così accolte le raccomandazioni dell’Unione Europea, preoccupata per la legittimità di un processo elettorale non privo di rischi per la stabilità regionale. Negli anni Novanta, le altre Repubbliche – Slovenia, Croazia e Bosnia – si distaccarono da Belgrado con sanguinosi conflitti. Ora, senza l’incubo di un conflitto, le autorità di Podgorica sono convinte che sganciarsi dall’attuale Unione di Serbia e Montenegro possa garantire un accesso più rapido all’Europa. Belgrado, però, perderebbe il suo unico sbocco al mare. Divisa l’opinione pubblica locale: secondo i sondaggi, il 43 per cento sarebbe favorevole all’indipendenza, il 32 per cento contrario. Circa il 25 per cento è ancora indeciso.

 

Per la Radio Vaticana, Emiliano Bos.

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Primo caso di influenza aviaria in Serbia: un cigno, trovato morto in una regione nel nord-est, al confine con la Croazia e l’Ungheria, è risultato positivo al virus H5N1, il ceppo più letale per l’uomo.

 

Entra nel vivo il vertice iniziato ieri a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio, per trovare una soluzione pacifica alla crisi ivoriana. All’incontro partecipano il presidente della Costa d’Avorio, il capo dei ribelli delle Forze nuove, l’ex primo ministro Alassane Ouattara, l’ex presidente Bédié e l’attuale primo ministro. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Il comunicato diramato al termine dei colloqui farebbe pensare che, in linea di principio, l’accordo sulla composizione della commissione elettorale sarebbe stato raggiunto. Anche l’intesa sulla questione del disarmo sarebbe cosa fatta. Gli aspetti tecnici, quelli più delicati – stando sempre al comunicato – verrebbero rinviati invece ad un summit dei capi militari delle opposte fazioni sul campo. Naturalmente, si tratta di uomini in divisa, non certo avvezzi al negoziato. Bisognerà poi vedere se riusciranno davvero a mettersi d’accordo passando dalle parole ai fatti. Questo di Yamoussoukro è stato il primo vertice tra tutti i leader ivoriani dall’inizio della guerra, nel settembre 2002; soprattutto il primo faccia a faccia tra Gbagbo e il leader dell’opposizione dal 2004.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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La militante turca Feriye Erdal, condannata in Belgio a 4 anni per terrorismo, è stata rapita due giorni prima della sentenza. Lo rende noto il quotidiano turco “Hurriyet”. Feriye Erdal, di cui il governo di Ankara ha da tempo ripetutamente chiesto l’estradizione per l’omicidio di un uomo d’affari turco nel 1996, è stata dichiarata ieri ufficialmente irreperibile dalle autorità di sicurezza belghe.

 

 

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