RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 61 - Testo della trasmissione di giovedì 2 marzo 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Fraterno incontro stamane in Vaticano tra il Papa e i parroci di Roma
Domani la visita del Papa alla Radio Vaticana per
celebrare i 75
anni dell’emittente pontificia
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Aperto
oggi a Dublino, in Irlanda, un seminario sull’Insegnamento sociale della Chiesa
Presentato oggi a Bruxelles il
documento dei vescovi europei sulla governance mondiale
Attentato in Pakistan nei pressi del Consolato
americano alla vigilia della visita di Bush nel Paese
Raggiunto un importante accordo tra Stati
Uniti ed India per
la cooperazione nucleare in campo civile
2
marzo 2006
AFFETTUOSO
INCONTRO STAMANE IN VATICANO
TRA
BENEDETTO XVI E IL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA
Affettuoso incontro stamane nell’Aula della Benedizione in Vaticano, tra il
Papa e il clero
della diocesi di Roma. Benedetto XVI ha parlato a braccio rispondendo alle domande
dei parroci romani in un colloquio durato circa due ore. Ricordiamo che le
parrocchie della diocesi di Roma sono più di 330. I sacerdoti presenti nella capitale sono circa
5.500. Ma ascoltiamo il servizio di Alessandro Gisotti:
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Un
incontro all’insegna della cordialità e della franchezza nel quale Benedetto
XVI e i parroci romani si sono confrontati sulle grandi sfide che la Chiesa di
Roma si trova oggi ad affrontare. Ma anche un “colloquio fraterno”, come lo ha
definito il Papa stesso. In apertura, anche un momento simpatico con la lettura
di un sonetto, di un parroco, dedicato a Benedetto XVI e al suo amato
predecessore Giovanni Paolo II. La famiglia, il confronto con i giovani, la
formazione dei giovani preti: questi i temi, che hanno caratterizzato gli
interventi dei quindici parroci che hanno chiesto una riflessione, dei
suggerimenti, ma anche un incoraggiamento al Santo Padre. In molti, a partire
dal Pontefice e dal cardinale vicario Camillo Ruini
hanno ricordato la grande testimonianza di amore cristiano offerta da don
Andrea Santoro. Soprattutto in Quaresima, ha sottolineato il Papa dobbiamo ribadire
la nostra vocazione, che è un’opzione fondamentale per la vita. “Un mondo vuoto
di Dio, che ha dimenticato Dio – ha avvertito – perde la vita e cade in una cultura
della morte”. Un pericolo, ha ricordato, già indicato da Papa Wojtyla nell’Enciclica Evangelium
Vitae. E’ offrendo la vita, ha aggiunto il Papa, che la possiamo trovare.
Questo è il “senso ultimo della Croce”.
Quindi,
il Santo Padre si è soffermato sull’importanza per il cristiano del “lasciarsi
donare”. Un’umiltà che il Papa ha chiesto ai parroci nel loro servizio ai
fedeli. Dobbiamo accettare la nostra imperfezione, ha ribadito il Papa, per
accogliere il Dio che è Amore. Benedetto XVI ha così messo l’accento su quanto
la Chiesa può fare per aiutare la famiglia, cellula fondamentale di ogni
società sana. “E’ importante – ha affermato – insegnare la preghiera in
famiglia”. Il Papa ha inoltre condiviso la preoccupazione di un sacerdote
sull’isolamento delle e nelle famiglie. Per questo, ha constatato, c’è bisogno
della compartecipazione della Chiesa per salvare la famiglia. Nelle sue
risposte ai parroci, il Papa si è anche soffermato sull’importanza
dell’Adorazione Eucaristica, che, ha detto, va sempre più incoraggiata. Quindi,
riprendendo la sua Enciclica Deus caritas est ha rivolto parole di incoraggiamento a
quanti, testimoni dell’amore cristiano, si impegnano in favore dei poveri e
degli ammalati.
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UN CAMMINO DI QUARESIMA
FATTO DI GESTI CONCRETI VERSO IL PROSSIMO:
COSI’ IL PAPA IERI DURANTE I RITI DEL
MERCOLEDI’ DELLE CENERI
Quaresima, tempo per “ritornare a
Dio con animo sinceramente pentito, per ottenere la Sua misericordia”. Così il
Papa ieri pomeriggio nella Basilica di Santa Sabina dove ha presieduto la Santa
Messa con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri, dopo la
tradizionale “stazione quaresimale”. Prima la preghiera nella Basilica di
Sant’Anselmo e la processione penitenziale. Benedetto XVI ha rimarcato che i
cristiani sono apostoli di pace contro ogni forma di egoismo e di odio. Il
servizio è di Massimiliano Menichetti.
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Le note dell’Inno gregoriano “Audi,
benigne Conditor” (Ascolta, Creatore benigno) hanno
segnato l’inizio del momento di preghiera oggi pomeriggio nella Basilica di Sant'Anselmo
sull'Aventino a cui ha fatto seguito la processione
penitenziale quindi la “Statio” nella Basilica di
Santa Sabina, dove ha avuto luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito
di benedizione e di imposizione delle ceneri.
In una Basilica colma di fedeli,
Benedetto XVI ha sottolineato la bellezza del pellegrinaggio nel tempo di
Quaresima presso le “memorie” dei Martiri, fondamento della Chiesa di Roma,
seguendo l’antica tradizione romana delle stationes in cui la processione e
la sosta in preghiera davanti alle reliquie dei martiri precede la Santa Messa.
Ed è proprio in queste Basiliche “che si fa memoria - ha detto - di quanti con il loro
sangue hanno reso testimonianza a Cristo, e la loro evocazione diventa stimolo
per ciascun cristiano a rinnovare la propria adesione al Vangelo”.
Parlando dell’imposizione delle Ceneri ha evidenziato che
non si tratta di un mero ritualismo, ma della “richiesta di
ritornare a Dio, con animo sinceramente pentito, per ottenere la sua
misericordia”. Quindi il richiamo alla lotta che ogni cristiano deve affrontare
“ogni giorno, ma particolarmente in Quaresima”, “come quella che Cristo ha
sostenuto nel deserto di Giuda, dove per quaranta giorni fu tentato dal
diavolo, e poi nel Getsemani, quando respinse
l’estrema tentazione accettando fino in fondo la volontà del Padre”:
“La Quaresima ci ricorda, pertanto, che l’esistenza cristiana è un
combattimento senza sosta, nel quale vanno utilizzate le “armi” della
preghiera, del digiuno e della penitenza. Lottare contro il male, contro ogni
forma di egoismo e di odio, e morire a se stessi per vivere in Dio è
l’itinerario ascetico che ogni discepolo di Gesù è chiamato a percorrere con
umiltà e pazienza, con generosità e perseveranza.”
Il Papa ha dunque ribadito che i
cristiani sono “testimoni e apostoli di pace”, che rispondono “alla violenza
che minaccia la pace nel mondo”, non con la vendetta, l’odio e nemmeno fuggendo
in un falso spiritualismo:
“La risposta di chi segue Cristo è piuttosto quella di percorrere la
strada scelta da Colui che, davanti ai mali del suo tempo e di tutti i tempi,
ha abbracciato decisamente la Croce, seguendo il sentiero più lungo ma efficace
dell’amore. Sulle sue orme e uniti a Lui, dobbiamo
tutti impegnarci nell’opporci al male con il bene, alla menzogna con la verità,
all’odio con l’amore”.
Quindi riferendosi alla sua prima
Enciclica Deus caritas est ha sottolineato di
aver voluto presentare l’amore come il segreto della conversione personale ed
ecclesiale. Un amore che deve “tradursi in gesti concreti verso il prossimo,
specialmente verso i poveri e i bisognosi”. La concretezza dell’amore, ha
detto, “costituisce uno degli elementi essenziali della vita dei cristiani, che
sono incoraggiati da Gesù ad essere luce del mondo, affinché gli uomini,
vedendo le loro “opere buone”, rendano gloria a Dio”:
“Questa raccomandazione giunge a noi quanto mai opportuna all’inizio
della Quaresima, perché comprendiamo sempre più che la carità non è per la
Chiesa una specie di attività di assistenza sociale ... ma
appartiene alla sua natura, è espressione irrinunciabile della sua stessa
essenza”.
Quindi l’invito alla conversione
del cuore e ad “aprire lo spirito alla potenza della grazia divina”. Animati da
un forte impegno di preghiera - ha concluso -, decisi a uno sforzo più grande
di penitenza, di digiuno e di attenzione d’amore ai fratelli, incamminiamoci
verso la Pasqua, accompagnati dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa e modello
di ogni autentico discepolo di Cristo.
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UN
APPELLO CONTRO IL RAZZISMO E PER LA PROMOZIONE DI DIALOGO E RISPETTO
IN
OGNI AMBITO DELLA SOCIETA’:
LETTO
IERI SERA, DA MONS. MANIAGO NELLO
STADIO FRANCHI DI FIRENZE,
IL
MESSAGGIO DEL PAPA IN OCCASIONE DELLA PARTITA ITALIA-GERMANIA
Dialogo e rispetto: sono due termini chiave del messaggio
che il Papa ha
inviato, tramite il cardinale Sodano, in occasione della partita di calcio
Italia - Germania e che è stato letto ieri sera allo stadio Franchi di Firenze da
monsignor Claudio Maniago. Benedetto XVI ha espresso
il suo “apprezzamento per le contestuali iniziative contro le discriminazioni
razziali promosse per rinsaldare la consapevolezza dell’importante funzione
educativa dello sport al servizio della solidarietà e della pace”. Il Papa – si
legge nel massaggio - “incoraggia lo sforzo comune dispiegato per la promozione
della civiltà dell’amore attraverso il paziente dialogo e il reciproco rispetto
in ogni ambito della società”. Le parole del Papa, dunque, sono risuonate in
uno stadio colmo di tifosi, dopo che recentemente si sono moltiplicati gli
episodi a sfondo razzista: cori contro giocatori di colore o striscioni contro
ebrei. Della particolare occasione, parla, al microfono di Luca Collodi, mons.
Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze:
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Il
messaggio che il Santo Padre ha voluto inviare proprio in occasione di questa partita alla stadio Franchi rappresenta un
segnale, il segnale di uno sguardo diverso. Lo sport, anche il Papa lo
richiama, è un luogo in cui davvero ci si può guardare con occhi diversi, dove
la solidarietà, l’amicizia, il volersi bene, pur nello spirito della
competizione, può diventare davvero un segnale, e quindi addirittura un laboratorio
in qualche modo, per una civiltà diversa, una civiltà dell’amore. Il Santo
Padre ha già avuto modo, all’inizio delle Olimpiadi, di dire qualcosa al
riguardo dello sport come luogo di incontro fra razze diverse, fra popoli
diversi, in uno spirito di solidarietà e di pace, quindi contro ogni forma di
razzismo.
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ALTRE UDIENZE E NOMINE
Nel pomeriggio il Papa riceverà il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione
per i Vescovi.
Il Santo Padre ha dato il suo assenso all’elezione
canonicamente fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica
ucraina del padre redentorista Yaroslav
Pryriz a vescovo ausiliare dell’eparchia
di Sambir-Drohobych degli Ucraini, assegnandogli la sede titolare di Auzia.
NEL
75° ANNIVERSARIO DELLA RADIO VATICANA,
DOMANI
LA VISITA DEL PAPA ALL’EMITTENTE DELLA SANTA SEDE
Giornata
storica domani per la Radio Vaticana. Benedetto XVI visiterà la nostra
emittente per celebrare il 75° anniversario dell’inizio delle trasmissioni, il
12 febbraio 1931. L’evento sarà trasmesso in diretta sia dalla Radio Vaticana,
sia via web e in video su Telepace. Il servizio di
Giancarlo La Vella:
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(intervallo Radio Vaticana)
(Effetti voci Marconi
e Pio XI)
(musica)
Sono le
parole pronunciate, il 12 febbraio 1931, da Guglielmo Marconi,
ideatore della Radio Vaticana, e da Pio XI, che ne inaugurò le trasmissioni con
il suo radiomessaggio al mondo. 75 anni dopo, la Radio Vaticana continua a
portare ovunque la voce del Papa e della Chiesa, varcando confini, superando
barriere politiche e culturali e abbracciando tutti i continenti con il suo
messaggio di pace e di fratellanza. Benedetto XVI viene a trovare questa grande
famiglia al servizio del Vicario di Cristo e della Chiesa e a rinnovare il
motivo principale del suo lavoro già espresso all’Angelus domenicale del 12 febbraio
scorso:
“... con lo strumento della radio, e poi della televisione, il messaggio
del Vangelo e le parole dei Papi hanno potuto raggiungere più rapidamente e
facilmente tutte le genti”.
(musica)
Benedetto XVI è il sesto Pontefice che visita la Radio Vaticana
dopo Pio XI, appunto; Pio XII, il Papa dei drammi della Seconda Guerra
Mondiale; Giovanni XXIII, il Papa della Pacem in Terris in un mondo dominato dalla guerra fredda; Paolo VI
che portò a termine in Concilio Vaticano II indetto dal suo predecessore; e
Giovanni Paolo II. E il Santo Padre, nel corso della sua visita,
inaugurerà nella regia 3, una targa che ricorda le
registrazioni radiofoniche effettuate alla Radio Vaticana per il Programma Polacco,
dall’allora cardinale Karol Wojtyla,
quand’era arcivescovo di Cracovia.
(musica)
Ancor oggi
la Radio Vaticana mantiene intatta, pur nel necessario rinnovamento e
nell’aggiornamento costante, la sua ricchezza: una comunità professionale di
384 dipendenti, appartenenti a 59 Nazioni e di 45 lingue per oltre 23 mila ore
annuali di trasmissione. Ma quale significato ha per il personale della Radio
Vaticana l’imminente incontro con Papa Benedetto XVI, la cui attesa viene vissuta con tangibile emozione? Ci risponde il
cardinale Roberto Tucci, già direttore della Radio
Vaticana:
“E’ un grande incoraggiamento avere qui da noi il Papa. La
Radio Vaticana intende essere – ed è stimata come tale – la Radio del Papa e,
quindi, certamente ricevere la visita del Santo Padre è un grande conforto per
tutti coloro che vi lavorano e, al tempo stesso, questo incontro è una
garanzia: siamo fedeli al Papa e Lui riconosce questa fedeltà”.
Ma quale
realtà troverà Benedetto XVI in questa visita alla Radio Vaticana, un’istituzione che
conferma nella sua multiculturalità l’intento di raccontare il mondo al mondo?
Sentiamo il direttore generale dell’emittente, padre Federico Lombardi:
“Vogliamo essere un po’ uno
specchio dell’universalità della Chiesa e della sua passione per tradurre il
suo messaggio che è comune in tante lingue e in tante culture diverse per i
diversi popoli del mondo”.
(musica)
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Comunicato conclusivo della Riunione delle
Delegazioni della
Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi
con l’Ebraismo
e del Gran Rabbinato d’Israele per i rapporti con
che si è tenuta dal 26 al 28 FEBBRAIO
- A
cura di Fausta Speranza -
E’ stato
pubblicato oggi il comunicato relativo alla Riunione della Commissione bilaterale
delle Delegazioni della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi
con l’Ebraismo e del Gran Rabbinato d’Israele per i
rapporti con
Viene sottolineato che “non tutto ciò che è tecnicamente
possibile è anche eticamente accettabile”, così come
viene ribadito “l’obbligo di fare ogni possibile sforzo per alleviare le
sofferenze umane”. Un altro concetto importante del documento riguarda i rischi
di strumentalizzazione dell’esistenza umana terrena. E’ espressa una forte condanna di
“qualunque tipo di violenza sull’uomo al fine di promuovere qualsivoglia
ideologia , specialmente quando è attuata
in nome di una religione”. Un modo di agire che viene
considerato senza mezzi termini come un
modo di dissacrare il Nome Divino. E’ importante – viene
ricordato – “la promozione del rispetto per Dio, per la religione e i suoi simboli,
per i luoghi santi e i luoghi di preghiera. Qualunque violazione di essi deve essere rigettata e condannata”.
C’è poi una
riflessione che va oltre la dimensione bilaterale Santa Sede - Gran Rabbinato Israele. Si legge infatti
che tali violazioni, e le tensioni attuali tra le civilizzazioni, richiamano il
“dovere di cercare di coinvolgere il
mondo musulmano e le sue autorità in un dialogo e in una collaborazione
rispettosi”. Infine, un appello alle autorità civili: “perché
sappiano apprezzare la potenzialità positiva che la dimensione religiosa ha
nell’aiutare a risolvere conflitti e tensioni, e a tal fine diano il loro
sostegno al dialogo interreligioso”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina – “Incamminiamoci verso la Pasqua”:
Benedetto XVI, durante la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri nella
Basilica di Santa Sabina, indica nel digiuno, nella penitenza e nella preghiera
le “armi” per affrontare l’itinerario ascetico quaresimale.
Servizio vaticano – L’incontro del Papa con il
clero della diocesi di Roma.
Servizio estero - India-Usa: la missione a Nuova
Delhi del presidente Bush. Siglato un accordo su un
progetto di cooperazione nucleare civile.
Servizio culturale - Un articolo di Mario Spinelli
dal titolo “Un sostegno mirato al recupero della dignità umana”: l’impegno
italiano nell’aiuto ai Paesi poveri nella mostra romana “Solidarietà e
sviluppo”.
Servizio italiano - In rilievo il tema dei conti
pubblici.
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2 marzo 2006
LA
DIFFICILE SITUAZIONE DELLE CARCERI IN ITALIA AL CENTRO DI UN CONVEGNO
A
ROMA. IL MESSAGGIO DEL PAPA: OCCORRE RISPETTARE LA DIGNITA’ DEI DETENUTI
-
Intervista con don Vittorio Trani -
Una situazione carceraria difficile in Italia.
E’ la denuncia che viene dal convegno “La salute in carcere” promosso
ieri a Roma dal ministero della Giustizia. Punti centrali dell’incontro a cui hanno partecipato esponenti politici e operatori di
settore: il sovraffollamento, la necessità di costruire nuove strutture e il rispetto
del detenuto. Il Papa in un messaggio ha chiesto che sia
rispettata la dignità dei carcerati affinché anche chi ha violato la legge
“continui a sentirsi parte della società e impegnato a reinserirsi in essa”.
Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di
don Vittorio Trani cappellano del carcere romano di Rebibbia:
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R. – Per noi sono messaggi importanti in
quanto è stato un pronunciamento molto visibile del Papa. Si è mostrato molto
vicino a questo mondo.
D. – Il Papa rimarca che il detenuto deve continuare
a sentirsi parte della società …
R. – Questo è un aspetto importante, quello di
non spegnere mai una speranza di poter riprendere una vita normale, di potersi
reinserire. Questa è un po’ la connotazione che guida chi fa la pastorale
all’interno delle carceri perché ciò rimanga un’aspirazione viva nell’animo
della persona che vive queste vicende.
D. – Secondo i dati diffusi ieri al convegno
sono circa sessantamila i detenuti nelle carceri italiane. Quali sono le loro
condizioni di vita?
R. – Dipende un po’ da istituto a istituto. Ci
sono istituti che hanno il riscaldamento, che hanno una serie di risposte per
quanto riguarda l’impiego del tempo libero, lo svago, ecc. Altri invece non lo
hanno perchè sono istituti di antica costruzione.
D. – E’ emerso anche nel 2005 cinquantasette
persone si sono suicidate. Sedicimila sono
tossicodipendenti, cinquemila sono portatori di HIV. Dati che preoccupano …
R. – Una volta che si entra in questo settore
dell’emarginazione vengono sempre fuori dei numeri difficili da mandare giù,
perché sono situazioni preoccupanti. Noi abbiamo una realtà sociale che vede
molto diffusa la droga. E’ naturale che quando si va in carcere gran parte di
queste persone si trovano tra i carcerati e portano il problema della droga, il
problema della dipendenza, il problema dell’HIV. Sono problemi molto grossi.
Purtroppo la società non ha altro modo di rispondere se non con il carcere.
Diamo solo la risposta carcere, condanna, quando invece forse andrebbero prese
altre linee, date altre risposte.
D. – Don Trani, il
carcere riabilita l’uomo?
R. – Il carcere non riabilita l’uomo,
assolutamente. Chi arriva in carcere già è una persona che ha problemi fuori.
Il carcere aggiunge altri problemi. Quindi è un po’ difficile parlare del
carcere come strumento di riabilitazione.
D. – Un altro fronte dimenticato è quello dei
bambini, da zero a tre anni, in carcere con le loro madri.
R. – E’ una situazione che veramente non ha
una logica. Però la legge fino a questo momento non ha dato una risposta che dia al problema una soluzione. Ci si sta sforzando e si sta tentando di
arrivare a questo.
D. – Ci sono delle alternative concrete?
R. – Si dovrebbe arrivare o ad una sospensione
pena o comunque a trovare una forma che consenta al
bambino di non stare in carcere.
D. – Anche gli arresti domiciliari…
R. – Anche gli arresti domiciliari.
D. – Vuole aggiungere qualcos’altro?
R. – Un saluto e un augurio a tutti i ragazzi
che si trovano ad avere queste vicende e anche un appello alla società perché
un po’ tutti, insieme, ci si muova per trovare soluzioni diverse.
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CON
AL
CENTRO DELL’ATTENZIONE QUEST’ANNO I DIRITTI E
-
Intervista con mons. Odilo Scherer -
E’ iniziata ieri in Brasile la tradizionale Campagna di
Fraternità promossa per
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R. – Da più di quarant’anni, in Brasile, durante il
periodo quaresimale, si celebra anche
D. –
R. – La Campagna è promossa dalla Conferenza episcopale ma è già aperta a tutte le Chiese, a tutte le
comunità cristiane che non siano cattoliche ed anche ad altre religioni che
vogliano abbracciare questa proposta. Noi puntiamo molto alla società nel suo
insieme e perciò la Campagna è rivolta a tutta la società e anche alle
organizzazioni amministrative, politiche perché quello che noi facciamo come
riflessione, come campagna di educazione deve essere poi tradotto in misure
amministrative e anche legislative perché possano essere prese sul serio, le proposte,
e tradotte in politiche pubbliche e in misure che facciano rispettare in pieno
il diritto delle persone con handicap.
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2 marzo 2006
APERTO
OGGI A DUBLINO, IN IRLANDA, UN SEMINARIO SULL’ INSEGNAMENTO
SOCIALE DELLA CHIESA. NEL SUO INTERVENTO INAUGURALE, L’ARCIVESCOVO DELLA
CAPITALE, DIARMUID MARTIN, HA SOLLECITATO NUOVE TUTELE PER IL MONDO OPERAIO
- A
cura di Enzo Farinella -
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DUBLINO.
= “Non si può trascurare la responsabilità sociale nel nostro mondo. Abbiamo
bisogno di nuove forme di cooperazione internazionale, che tutelino
il mondo operaio.
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IERI A
BRUXELLES, RAPPORTO DEL CONSIGLIO D’EUROPA SUI PRESUNTI VOLI SEGRETI DELLA CIA
E POSSIBILI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NELLE CARCERI
DI
ALCUNI PAESI EUROPEI, NELL’AMBITO DELLA COMUNE LOTTA AL TERRORISMO
-
A
cura di Roberta Gisotti -
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BRUXELLES. = L'Europa non è una “felice riserva di caccia”
per gli 007 di tutto il mondo. Così il segretario generale del Consiglio
d'Europa, Terry Davis, nel
Rapporto, basato sull’indagine condotta in tutti i 46 Paesi che aderiscono
all'organizzazione. Ma “non tutte le risposte” dei governi – ha denunciato Davis – sono state “complete o pienamente soddisfacenti”,
riferendosi anche all'Italia, che non ha citato l'inchiesta in corso sul caso
dell'ex imam di Milano Abu
Omar, sequestrato a Milano nel 2003. La ‘guerra’ al terrorismo, ha osservato Davis, non deve consentire “violazioni impudenti dei
diritti umani, quali detenzioni e torture, che non solo sono moralmente
sbagliate e illegali, ma pericolose perché minano
l'efficacia a lungo termine della nostra lotta”. Davis
ha premesso di sostenere “fortemente la cooperazione tra Europa e Stati Uniti
d'America”, ma ha insistito “sul fatto che i governi europei dovrebbero avere
sufficiente autorevolezza per partecipare a questa cooperazione a titolo
paritario, piuttosto che svolgere il ruolo proverbiale delle tre scimmiette”. Il lavoro di inchiesta del Consiglio d'Europa,
ha aggiunto Davis, continuerà comunque con l'invio di
nuove domande ai Paesi che hanno eluso gli interrogativi del Consiglio
d’Europa. Sulla questione sta indagando anche il Parlamento europeo, dove è al lavoro
una Commissione ad hoc. (R.G.)
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SARANNO GLI SFOLLATI COLOMBIANI E LE VITTIME DEI
DISASTRI NATURALI
E DELLA VIOLENZA I PROTAGONISTI DELLA CAMPAGNA QUARESIMALE
2006, PROMOSSA DALLA CONFERENZA EPISCOPALE, SUL TEMA “CONDIVIDERE CON GIOIA”
BOGOTA’. = Migliaia di sfollati colombiani costretti a subire le
conseguenze degli spostamenti forzati, dei disastri naturali e della violenza
saranno i principali protagonisti dell’annuale Campagna quaresimale promossa
dalla Conferenza episcopale del Paese latinoamericano. Lo rende noto l’agenzia
FIDES. La Campagna, sul tema “Condividere con gioia”, è stata presentata da
mons. Luis Augusto Castro Quiroga,
presidente dei vescovi colombiani e da mons. Héctor
Fabio Henao, direttore del Segretariato nazionale di
pastorale sociale.
NUOVE
VIOLENZE IN PAKISTAN CONTRO COMUNITA’ CRISTIANE: BRUCIATA UN’ALTRA CHIESA
PRESBITERIANA NEL PUNJAB. IL PRESIDENTE DEI VESCOVI PAKISTANI,
MONS.
SALDANHA DENUNCIA STRUMENTALIZZAZIONI FONDAMENTALISTE
DIETRO
LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA PER LE VIGNETTE SATIRICHE SU MAOMETTO
E
CHIEDE MAGGIORE PROTEZIONE DA PARTE DELLA AUTORITA’ DI GOVERNO
LAHORE. = L’ondata di intolleranza religiosa, continua a
preoccupare le comunità cristiane pakistane all’indomani delle violenze
anticristiane, che stanno interessando diverse città del Paese asiatico.
Infatti, altri edifici di culto sono stati devastati nelle ultime settimane,
due nel distretto di Sukkar-Sindh, la chiesa
cattolica di Santa Maria e la chiesa protestante di San Salvatore, ed un’altro martedì scorso nel Punjab,
la chiesa presbiteriana di Basti Noori Gate.
PRESENTATO
OGGI A BRUXELLES IL DOCUMENTO DEI VESCOVI EUROPEI
SULLA GOVERNANCE MONDIALE 2005. I PRESULI
INDICANO ALCUNI PASSI IN AVANTI
SU UN
CAMMINO ANCORA LUNGO DOVE E’ IMPORTANTE VALORIZZARE IL CONTRIBUTO
DELLE
CHIESE PER UNA BUONA GESTIONE DELLE GRANDI QUESTIONI INTERNAZIONALI
EUROPA.
= Per una “buona governance
mondiale” è “importante ed efficace il ruolo delle comunità di fede, non solo
per i contributi che esse possono offrire”, ma anche per l’opera di
sensibilizzazione che possono condurre presso governi e istituzioni internazionali.
Questo è quanto si legge nelle conclusioni del documento della COMECE (Commissione
degli episcopati della Comunità europea), intitolata
“Valutazione 2005 sulla governance mondiale: alcuni passi in avanti su un cammino ancora
lungo”. Lo rende noto l’agenzia SIR. Lo studio è stato presentato oggi nel
corso di una conferenza organizzata a Bruxelles dalla COMECE e dal Centro di
politica europea (EPC). Tra personalità presenti, Michael
Hasenne, direttore generale dell’Organiz-zazione
mondiale del lavoro (OIL) e Antonio de Lecea,
direttore per gli Affari economici e finanziari internazionali presso
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2 marzo 2006
- A cura di
Amedeo Lomonaco -
Duplice attentato in Pakistan: due ordigni sono esplosi in
rapida successione a Karachi vicino al consolato statunitense. L’attacco ha
provocato la morte di almeno 5 persone, tra cui un diplomatico americano.
L’azione terroristica è stata compiuta alla vigilia della visita del presidente
statunitense, George Bush, in Pakistan. Questo
attentato – ha detto Bush – non mi impedirà di
proseguire la mia missione in Asia. Intanto, il capo della Casa Bianca, giunto
ieri a New Delhi, ha lanciato un appello per la liberazione in Myanmar della leader dell’opposizione democratica Aung San Suu Kyi e ha espresso la propria soddisfazione
per l’accordo tra Stati Uniti e India sulla cooperazione nucleare in campo
civile. L’intesa consentirà all’India di ottenere il combustibile per i suoi
reattori nucleari. Ma questo accordo non potrebbe essere
usato dall’Iran come un pericoloso pretesto per proseguire indisturbato il suo
programma nucleare? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi strategici presso l’Università
di Trieste:
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R. – Il fatto che l’India rientri con questo accordo
all’interno dei canoni del Trattato di non-proliferazione nucleare, credo sia
un modo per lasciare isolato L’Iran. La Repubblica islamica correrebbe infatti il rischio di essere, nell’area, l’unico Paese al
di fuori delle regole …
D. – Sul fronte dei rapporti tra India e Pakistan, questo
accordo potrà avere delle ripercussioni?
R. – Io ritengo che uno dei problemi del Pakistan sia
proprio quello di non avere nessun tipo di controllo e di certezza sulle azioni
nucleari dell’India. Il fatto che il presidente americano si presenti da loro,
dopo avere ottenuto comunque il consenso dell’India di rientrare nelle regole,
è invece una certezza per il Pakistan. Credo che sia un grande obiettivo di Bush quello di tentare di stabilizzare un Paese in prima
linea contro il terrorismo e in una situazione molto difficile.
D. – Quindi, in pratica, stabilizzare i rapporti con un
Paese per stabilizzare i rapporti con un’intera area?
R. – Assolutamente sì! Questa è la chiave
dell’interpretazione strategica della visita di Bush.
Naturalmente, stiamo ancora parlando della teoria. Non sapremo quali saranno le
mosse che potrà fare l’Iran, con il suo “padrino”, la Federazione russa. Ma
certamente, il presidente è intervenuto in un momento in cui l’Iran stava cercando
di chiudere a sua volta un accordo molto preciso con l’India sul nucleare,
approfittando dei 3.000 km di condotte di gas di cui l’India ha estremamente
bisogno. Credo che questa volta, forse, le forniture arriveranno più da parte
americana, se gli indiani hanno accettato di chiudere in così breve tempo.
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L’Iran ha espresso l’intenzione di riprendere i negoziati
sul proprio programma atomico con Gran Bretagna,
Germania e Francia: il capo negoziatore iraniano sul nucleare ha annunciato
che è stato fissato un incontro per domani. La scelta
di riaprire la strada delle trattative con i tre Paesi europei segue la tornata
di colloqui tenutasi a Mosca sulla proposta per l’arricchimento dell’uranio
iraniano in territorio russo. L’obiettivo della Repubblica islamica è quello di
trovare una soluzione prima della riunione straordinaria dell’Agenzia internazionale dell’ener-gia Atomica (AIEA),
prevista per il prossimo 6 marzo. I governatori dell’Agenzia delle Nazioni Unite
saranno chiamati a decidere sull’ipotesi di deferimento del dossier
iraniano al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
In Iraq, un affollato mercato
di un quartiere sciita di Baghdad è stato sconvolto da una potente esplosione
che ha provocato la morte di almeno 8 persone. Poco dopo, la deflagrazione di
un’altra bomba su un autobus ha provocato 5 morti. Gli attentati si aggiungono
alla lunga serie di scontri tra sciiti e sunniti scoppiati dopo l’attacco dello
scorso 22 febbraio contro la moschea sciita di Samarra.
In Iraq, intanto, si arricchisce di nuovi elementi il processo contro l’ex
presidente iracheno, Saddam Hussein. L’ex rais, accusato di aver autorizzato il
massacro di 148 sciiti nel
1982, ha affermato ieri di aver ordinato, dopo un fallito attentato contro il
suo convoglio, il processo dei sospetti “in base alla legge”. Le sentenze di condanna
– ha aggiunto Saddam – furono “legittime”.
Nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania ci
sono segni della presenza di Al Qaeda. Lo ha detto il
presidente palestinese, Abu Mazen,
commentando informazioni contenute in un recente rapporto a cura dei servizi di
intelligence. Se i militanti
dell’organizzazione terroristica riusciranno ad entrare con facilità nei
Territori – ha spiegato Abu Mazen
– “il risultato sarà il sabotaggio di tutta la regione”.
Non c’è futuro
senza il legame transatlantico, mentre ci sono solo rischi nel credere alla
possibilità di una “fortezza Europa”. Lo ha detto il presidente del Consiglio
italiano, Silvio Berlusconi, durante il discorso pronunciato ieri a Washington
davanti al Congresso americano, riunito in seduta plenaria. “L’occidente è uno
e deve rimanere uno”, ha poi avvertito Berlusconi aggiungendo che l’Europa non
deve cercare “di definire la propria identità in contrapposizione all’America”.
Il capo dell’esecutivo italiano ha anche parlato dei legami tra Washington e
Roma, definiti forti, durevoli e destinati a rafforzarsi.
Nel 2005, la crescita dell’economia italiana è stata
uguale a zero. E’ questo uno dei dati emersi dallo studio pubblicato ieri
dall’ISTAT. Per la prima volta dal 1995, è diminuito anche il dato
sull’occupazione che ha fatto registrare una riduzione dello 0,4 per cento. Meno
grave del previsto, invece, la violazione del Patto di stabilità europeo: il
deficit pubblico è del 4,1 per cento, invece del temuto 4,3 per cento.
Terremoto politico
in Kosovo: il primo ministro, Bajram Kosumi, e il presidente del Parlamento, Nexhat Daci, lasciano i loro
incarichi. Le dimissioni del premier sono arrivate in seguito a forti pressioni
da parte del suo partito, l’Alleanza per il futuro del Kosovo.
La formazione politica ha anche annunciato la candidatura come nuovo primo ministro di Agim
Ceku, ex comandante dell’esercito di liberazione. Ma
alla sua nomina si oppone il governo di Serbia e Montenegro. Secondo molti
osservatori, le dimissioni di Kosumi e di Daci, vicepresidente della Lega democratica del Kosovo, rientrano in uno scontro di potere esploso
all’interno dei due principali partiti kosovari dopo
la morte di Ibrahim Rugova, scomparso lo scorso 21 gennaio. Questo
sconvolgimento politico avviene in un momento cruciale per il futuro del Kosovo: sono in corso, infatti, i negoziati sullo status
finale della provincia, amministrata dal 1999 dalle Nazioni Unite.
Si terrà il prossimo 21 maggio il referendum per
l’indipendenza del Montenegro dalla Serbia. Lo hanno deciso di
comune intesa ieri a Podgorica maggioranza ed
opposizione. E’ attesa per oggi la formalizzazione della data e l’approvazione
di un’apposita legge elettorale. Il servizio di Emiliano Bos:
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La piccola Repubblica adriatica è pronta a mollare gli
ormeggi da Belgrado. Tra tre mesi chiederà ai suoi elettori – meno di mezzo
milione – di pronunciarsi sulla separazione dalla Serbia, facendo così crollare
l’ultimo tassello dell’ormai ex-Jugoslavia di Tito.
Il partito di governo del premier Milo Djukanovic e
l’opposizione hanno già fissato le regole del voto: per la convalida servirà un
quorum di partecipazione del 50 per cento degli elettori. Il Montenegro sarà indipendente
soltanto con un’approvazione e 55 per cento, invece della
classica maggioranza della metà più uno. Sono state così accolte le
raccomandazioni dell’Unione Europea, preoccupata per la legittimità di un
processo elettorale non privo di rischi per la stabilità regionale. Negli anni
Novanta, le altre Repubbliche – Slovenia, Croazia e Bosnia – si distaccarono da
Belgrado con sanguinosi conflitti. Ora, senza l’incubo di un conflitto, le
autorità di Podgorica sono convinte che sganciarsi
dall’attuale Unione di Serbia e Montenegro possa garantire un accesso più
rapido all’Europa. Belgrado, però, perderebbe il suo unico sbocco al mare.
Divisa l’opinione pubblica locale: secondo i sondaggi, il 43 per cento sarebbe
favorevole all’indipendenza, il 32 per cento contrario.
Circa il 25 per cento è ancora indeciso.
Per la Radio Vaticana, Emiliano Bos.
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Primo caso di influenza aviaria in Serbia: un
cigno, trovato morto in una regione nel nord-est, al confine con la Croazia e
l’Ungheria, è risultato positivo al virus H5N1, il ceppo più letale per l’uomo.
Entra nel vivo il
vertice iniziato ieri a Yamoussoukro, in Costa d’Avorio, per trovare
una soluzione pacifica alla crisi ivoriana. All’incontro partecipano il
presidente della Costa d’Avorio, il capo dei ribelli delle Forze nuove, l’ex
primo ministro Alassane Ouattara,
l’ex presidente Bédié e l’attuale primo ministro. Il
servizio di Giulio Albanese:
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Il comunicato diramato al termine dei colloqui farebbe
pensare che, in linea di principio, l’accordo sulla composizione della
commissione elettorale sarebbe stato raggiunto. Anche
l’intesa sulla questione del disarmo sarebbe cosa fatta. Gli aspetti tecnici,
quelli più delicati – stando sempre al comunicato – verrebbero
rinviati invece ad un summit dei capi militari delle opposte fazioni sul campo.
Naturalmente, si tratta di uomini in divisa, non certo avvezzi al negoziato.
Bisognerà poi vedere se riusciranno davvero a mettersi d’accordo passando dalle
parole ai fatti. Questo di Yamoussoukro è stato il
primo vertice tra tutti i leader ivoriani dall’inizio della guerra, nel
settembre 2002; soprattutto il primo faccia a faccia tra Gbagbo
e il leader dell’opposizione dal 2004.
Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.
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La militante
turca Feriye Erdal,
condannata in Belgio a 4 anni per terrorismo, è stata rapita due giorni prima
della sentenza. Lo rende noto il quotidiano turco “Hurriyet”.
Feriye Erdal, di cui il
governo di Ankara ha da tempo ripetutamente chiesto l’estradizione per
l’omicidio di un uomo d’affari turco nel 1996, è stata dichiarata ieri
ufficialmente irreperibile dalle autorità di sicurezza belghe.
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