RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 60 - Testo della trasmissione di mercoledì 1 marzo 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Oggi inizia il tempo di Quaresima: l’invito del Papa all’udienza generale, in questo Mercoledì delle Ceneri: testimoniare la verità del Vangelo e la solidarietà verso i poveri

 

Oggi pomeriggio il Papa presiede la processione penitenziale dalla Basilica di Sant’Anselmo e la Stazione Quaresimale nella Basilica di Santa Sabina con l’imposizione delle ceneri

Messaggio di Benedetto XVI in occasione della tradizionale Campagna di Fraternità promossa dalla Chiesa brasiliana per la Quaresima e che quest’anno si svolge sul tema della disabilità

 

Appello del cardinale Crescenzio Sepe alla comunità internazionale perché aiuti le popolazioni sofferenti del Sudan. Il porporato è appena tornato da un lungo viaggio nel Paese africano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ebrei e cristiani insieme per dar vita  a progetti sociali. E’ lo scopo dell’incontro promosso ieri a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio: con noi Andrea Riccardi, Riccardo Di Segni e mons. Vincenzo Paglia

 

La questione di Cipro, Paese membro dell’UE che vive ancora la spaccatura con la parte nord invasa nel 1974 dalla Turchia: ce ne parla Giuseppe Bettoni

 

La droga viaggia sempre più per posta: così l’ultimo Rapporto sul traffico internazionale degli stupefacenti. Intervista con Gilberto Gerra

 

Da oggi la nostra emittente ripropone “RadioQuaresima”, l’annuale proposta di spiritualità del programma “Orizzonti Cristiani” di preparazione alla Pasqua: ce ne parla Marco Cardinali

 

CHIESA E SOCIETA’:

        “Il cristiano non deve avere paura”: così il patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah, nel suo messaggio quaresimale dalla Terra Santa

 

Aviaria: chiudono le frontiere di diversi Paesi terzi importatori dall’Europa di pollame e prodotti derivati

 

A vent’anni dalla catastrofe nucleare di Chernobyl, si terrà da domani in Ucraina una conferenza internazionale sui temi della sicurezza e sul ruolo dei poteri locali nella gestione dei rischi

 

Il cimitero africano di Manhattan a New York è stato dichiarato monumento nazionale

 

Dall’assemblea annuale dei catechisti indiani, svoltasi nella città di Varanasi, il mandato di proclamare il Vangelo non solo a parole ma soprattutto con la testimonianza di vita

 

24 ORE NEL MONDO:

Violenza continua in Iraq: oltre 20  morti in due attentati a Baghdad

 

Visita a sorpresa del presidente Bush in Afghanistan

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

1 marzo 2006

 

 

L’INVITO DI BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE, NEL MERCOLEDI’ DELLE CENERI:

TESTIMONIARE LA VERITA’ DEL VANGELO E LA SOLIDARIETA’ VERSO I POVERI.

IL CORDIALE SALUTO DEL PAPA AD UN GRUPPO DI LEADER EBREI E MUSULMANI

 

Vivere la Quaresima come momento di conversione all’amore verso gli altri e alla verità del Vangelo, contro la menzogna che “avvelena l’umanità”. All’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha invitato i cristiani alla conversione del cuore, ma anche dell’agire personale, che la Quaresima porta “necessariamente” con sé. Tra le 12 mila persone presenti nel colonnato del Bernini, da sottolineare, tra gli altri, i saluti cordiali che il Papa ha scambiato alla fine con un gruppo di leader ebrei e musulmani, presenti all’udienza. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Con la Quaresima i cristiani scendono con Gesù nel deserto. E con lui pregano, riflettono, digiunano, ma soprattutto riscoprono l’amore verso gli altri, specie se poveri. Perché la Quaresima è il periodo privilegiato dell’amore che si fa carità, che permette al cuore di convertirsi. La coincidenza del Mercoledì delle Ceneri con il giorno di udienza generale ha permesso a Benedetto XVI di introdurre con una catechesi dai contenuti profondi il tempo liturgico che culminerà con i misteri del Triduo pasquale:

 

“Quest’oggi intraprendiamo un cammino di riflessione e di preghiera con tutti i cristiani del mondo per dirigerci spiritualmente verso il Calvario, meditando i misteri centrali della fede. Ci prepareremo così a sperimentare, dopo il mistero della Croce, la gioia della Pasqua di risurrezione”.

 

Il simbolo della cenere posta sul capo, ha spiegato il Papa, ha il senso di una sollecitazione spirituale: quella di spingerci – nella certezza di ogni caducità umana – “a riporre ogni speranza soltanto in Dio”. Tornando, di persona e comunitariamente, ad aderire al Vangelo: la “Parola di verità” di cui ogni cristiano, ha detto il Pontefice, deve farsi testimone:

 

“La vita del cristiano è vita di fede, fondata sulla Parola di Dio e da essa nutrita. Nelle prove della vita e in ogni tentazione il segreto della vittoria sta nel dare ascolto alla Parola di verità e nel rifiutare con decisione la menzogna e il male. Questo è il vero e centrale programma del tempo di Quaresima: ascoltare la Parola di Verità; vivere e parlare e fare la verità e rifiutare la menzogna che avvelena l’umanità e la porta a tutti i mali.

 

La Quaresima, ha proseguito Benedetto XVI, “ci stimola” verso “un percorso ascetico e liturgico” che, da una parte, ci fa “aprire il cuore all’amore misericordioso di Cristo”, dall’altra “ci permette di guardare con occhi nuovi ai fratelli ed alle loro necessità”:

 

“Chi incomincia a vedere Dio (…) vede con altri occhi anche il fratello. Scopre il fratello, le sue necessità. Per questo la Quaresima, come ascolto della Verità, è nello stesso momento un tempo favorevole per convertirsi all’amore (...) Convertiamoci necessariamente all’amore!”.

 

Queste parole, pronunciate a braccio, hanno portato il Papa a ricordare le tre dimensioni che caratterizzano questo periodo penitenziale, ricordate anche nel suo Messaggio quaresimale: il digiuno, la penitenza e, in particolare, l’elemosina, ovvero la solidarietà:

 

“Siano giorni di riflessione e di intensa preghiera, in cui ci lasciamo guidare dalla Parola di Dio, che abbondantemente la liturgia ci propone. La Quaresima sia, inoltre, un tempo di digiuno, di penitenza e di vigilanza su noi stessi, persuasi che la lotta al peccato non termina mai, poiché la tentazione è realtà d’ogni giorno e la fragilità e l’illusione sono esperienze di tutti. La Quaresima sia, infine, attraverso l’elemosina, occasione di sincera condivisione dei doni ricevuti con i fratelli e di attenzione ai bisogni dei più poveri e abbandonati”.

 

Il saluto ad un gruppo di musulmani e di ebrei - con i quali Benedetto XVI si è soffermato dopo l’udienza, lungo il tragitto a piedi verso la giardinetta - era stato preceduto da parole di benvenuto particolari, rivolte dal Papa al Pontificio Comitato di Scienze Storiche, al Collegio Sant’Isaia - nel centenario di questa istituzione dell’ordine Antoniano Maronita – e ai futuri sacerdoti del Seminario interdiocesano di Taranto. “Cari seminaristi – ha detto loro il Papa - vi invito a fondare la vostra esistenza sulla salda roccia della parola di Dio, per essere coraggiosi annunciatori del Vangelo di Cristo in questo nostro tempo”.

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OGGI POMERIGGIO IL PAPA PRESIEDE SULL’AVENTINO I RITI DEL MERCOLEDI’

 DELLE CENERI: LA PROCESSIONE DALLA BASILICA DI SANT’ANSELMO E LA STAZIONE QUARESIMALE NELLA BASILICA DI SANTA SABINA

- La riflessione del cardinale Francis Arinze -

 

Oggi pomeriggio Benedetto XVI presiederà sull’Aventino i riti del Mercoledì delle Ceneri: la processione penitenziale dalla Basilica di Sant’Anselmo e la Stazione Quaresimale  nella Basilica di Santa Sabina  con la celebrazione eucaristica e  il rito di benedizione e  imposizione delle ceneri. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento con commento in italiano a partire dalle 16.30 sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Ma sul Tempo della Quaresima che inizia oggi ascoltiamo questa breve riflessione del cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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La Quaresima è il tempo di preparazione per la Pasqua. La Chiesa ci chiama specialmente a riconvertirci a Dio. Tutti noi possiamo essere sempre più convertiti verso Dio. La conversione ha tanti gradi; amare Dio di più, pentirci dei nostri peccati, mostrando amore per il prossimo nel mondo di oggi. Noi ascoltiamo la televisione, la radio, e ci parlano di tensione, di vendetta, di odio, di violenza. La Quaresima ci chiama alla riconciliazione, al pentimento, al perdono. Questa è la via di Gesù all’amore, alla giustizia e tutto questo è la strada verso la Pasqua.

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MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DELLA TRADIZIONALE CAMPAGNA

DI FRATERNITA’ PROMOSSA DALLA CHIESA BRASILIANA PER LA QUARESIMA

 E CHE QUEST’ANNO SI SVOLGE SUL TEMA DELLA DISABILITA’

- A cura di Sergio Centofanti -

 

E’ iniziata oggi in Brasile l’annuale Campagna di Fraternità promossa  per la Quaresima dalla Conferenza episcopale brasiliana. La Campagna si svolge quest’anno sul tema “Fraternità e persone con disabilità e con il motto “Alzati, mettiti nel mezzo”. Il Papa – in un messaggio a firma del segretario di Stato cardinale Angelo Sodano inviato al cardinale Agnelo Geraldo Majella, presidente dei vescovi brasiliani – afferma che il tema di quest’anno “assume un carattere di riflessione e di stimolo per rinnovare con più forza il mandato della carità, specialmente verso coloro che soffrono qualche disabilità”. Non si tratta – scrive il Papa – “solo di un atteggiamento di tenerezza e di consolazione”, ma di realizzare “un’opera di pieno inserimento” nella società “di questi nostri fratelli e sorelle in Cristo”. Sulla scia di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ribadisce che  la persona disabile “anche quando risulta ferita nella mente o nelle sue capacità sensoriali e intellettive, è un soggetto pienamente umano, con i diritti sacri e inalienabili propri di ogni creatura umana. L’essere umano, infatti, indipendentemente dalle condizioni in cui si svolge la sua vita e dalle capacità che può esprimere, possiede una dignità unica ed un valore singolare a partire dell’inizio della sua esistenza sino al momento della morte naturale”. Benedetto XVI sottolinea che “assumere la dignità voluta da Dio, che questa stessa vita comporta, esige atteggiamenti di impegno a volte eroici e degni del premio eterno, non solo da parte di coloro che patiscono tali sofferenze ma anche di quanti aiutano i più bisognosi”.  Nell’illustrare criteri e orientamenti dell’iniziativa, il vescovo Odilo Scherer, segretario generale della Conferenza episcopale brasiliana, ha lanciato un messaggio a quanti sono sani affinché superino preconcetti e discriminazioni per accogliere e valorizzare coloro che sono affetti da menomazioni. I vescovi brasiliani nella preghiera composta per l’iniziativa di quest’anno chiedono al Padre di misericordia l’aiuto a saper riconoscere in ogni essere umano la dignità di figlio di Dio e a comprendere che il segreto della felicità risiede nel condividere gioie e dolori con i sofferenti e gli esclusi.

 

 

NOMINE

 

Il Santo Padre  ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Atakpamé, in Togo, presentata da mons. Julien Mawule Kouto, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

Il Papa ha nominato vescovo di Ferns, in Irlanda, il rev. Denis Brennan, del clero della medesima diocesi, finora parroco di Taghmon e vicario foraneo. Il rev. Denis Brennan è nato a Springmount, Ratnure, Co.Wexford, il 20 giugno 1945.  Dopo la sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 31 maggio 1970 per la diocesi di Ferns, è stato ammesso nella Scuola Missionaria diocesana The Blessed Sacrament Fathers – House of Missions a Enniscorthy. Per oltre vent'anni ha predicato missioni popolari e ritiri in varie parrocchie e comunità religiose in tutte le diocesi d'Irlanda e in Gran Bretagna.  È stato l'ultimo Superiore della House of Missions prima che questa venisse chiusa nel 1992. Successivamente è stato nominato amministratore della nuova parrocchia di St Senan's a Enniscorthy. Dal 1997 è parroco a Taghmon, conservando anche l'ufficio di vicario foraneo per il Wexford Deanery cui era stato chiamato nel 1988. Attualmente, inoltre, è membro del Consiglio finanziario diocesano.

 

In Argentina, Benedetto XVI ha nominato ausiliare dell'arcidiocesi di Buenos Aires  il rev. Sac. Raúl Martín, del clero della stessa arcidiocesi, finora parroco di Sant’Antonio di Padova a Buenos Aires, assegnandogli la sede titolare vescovile di Troina. Il rev.  Raúl Martín è nato a Buenos Aires il 9 ottobre 1957. È stato ordinato sacerdote il 17 novembre 1990. E’ stato parroco di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso (1997 – 2000), vice-incaricato dell’arcidiocesi per la pastorale dell’infanzia, assistente ecclesiastico del Seminario Catechistico "María Sede de la Sabiduría" (1991-1994). Dal 2001 è parroco di Sant’Antonio di Padova a Buenos Aires.

 

 

APPELLO DEL CARDINALE CRESCENZIO SEPE ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE PERCHE’ AIUTI LE POPOLAZIONI SOFFERENTI DEL SUDAN. IL PORPORATO E’ APPENA TORNATO DA UN LUNGO VIAGGIO NEL PAESE AFRICANO

- Intervista con il porporato -

 

Il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è appena tornato da una visita pastorale in Sudan, che si è svolta dal 17 al 25 febbraio. Un viaggio impegnativo e lungo che lo ha portato da nord a sud a incontrare una Chiesa viva anche se spesso sofferente. Il porporato ha potuto visitare anche i campi profughi nella martoriata regione del Darfur. Ma quali sono i principali problemi dei cristiani del Sudan? Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso cardinale Sepe:

 

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R. - Naturalmente, i problemi sono comuni: i problemi di una Chiesa costretta a vivere, qualche volta anche a sopravvivere, considerando le condizioni anche religiose, sociali, politiche in cui versa attualmente il Paese. Ma posso dire che è una Chiesa molto fiera della propria identità, molto impegnata a predicare e a testimoniare il Vangelo attraverso la testimonianza della carità e delle opere che i cattolici riescono a realizzare per aiutare queste popolazioni ad uscir fuori dalla drammatica situazione in cui si trovano.

 

D. - Vogliamo puntare l’attenzione sui profughi: cos’ha trovato, cosa ha visto?

 

R. - Prima di recarmi nel Darfur  ho visitato la periferia di Khartoum dove ci sono migliaia e migliaia di profughi che vengono dal Sud e quindi dalle stesse condizioni in cui si trova il Darfur. L’impressione è qualche cosa che stravolge, perché ci si trova di fronte ad una realtà cruda e terribile, ai limiti della sopravvivenza. Però anche in queste zone, i cattolici, hanno sempre un grande entusiasmo, soprattutto quando ho potuto rappresentare la vicinanza, l’affetto, le preghiere, la benedizione del Papa: per loro sono state uno stimolo formidabile. Naturalmente hanno bisogno di tutto, hanno bisogno soprattutto di speranza, di coraggio, hanno bisogno di radicare la propria fede per non farsi vincere da queste drammatiche situazioni. Naturalmente la Chiesa è molto presente, forse è l’unica presente, è l’unica attraverso il clero autoctono, i religiosi ma anche e sopratutto i missionari, e cerca  di dare loro un  segno di speranza per la loro sopravvivenza.

 

D. - Vorrebbe, Eminenza, lanciare un messaggio alla comunità internazionale per risolvere questi problemi?

 

R. - Sì, io lo dicevo nell’ultimo discorso che ho fatto nel Darfur, anche ai rappresentanti delle varie organizzazioni caritative che sono presenti nel Darfur: se non ci si mette insieme, per sollevare le forze di queste popolazioni, noi mancheremmo ad un dovere umano, etico, morale e religioso. Invito tutti coloro che hanno a cuore la sopravvivenza di centinaia di migliaia di esseri umani ad unirsi perché possano trovare quelle iniziative e realizzare quei progetti per dare un po’ più di dignità a questi popoli che spesso vivono in condizioni  disumane.

 

D. - Spostiamo l’attenzione ancora su un punto delicato. Quali prospettive ci sono nel dialogo tra cristiani e musulmani in Sudan?

 

R. – Da quello che mi dicevano anche vescovi, sacerdoti, quelli che vivono ogni giorno la vita del Sudan, ci sono molte possibilità di dialogo, soprattutto con le frange moderate. Si cerca insieme di dialogare e trovare delle soluzioni. Naturalmente lì dove ci sono queste schegge impazzite, questi estremismi, purtroppo, i cristiani subiscono tante violenze e qualche volta perdono anche la vita. Io credo che con un paziente dialogo con coloro che sono rispettosi anche delle fedi, delle credenze altrui, si può, insieme, aiutare la gente del Sudan a ricostruire il proprio futuro.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Prima pagina - "La Quaresima: un itinerario di riflessione e di intensa preghiera"; all'udienza generale del Mercoledì delle Ceneri, Benedetto XVI invita i fedeli ad intraprendere un cammino penitenziale per dirigersi spiritualmente verso il Calvario, meditando i misteri centrali della fede.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata ai temi della Quaresima.

 

Servizio estero - In rilievo l'Iraq, dove attacchi e sanguinose rappresaglie non danno tregua.

 

Servizio culturale - Un articolo di Marco Impagliazzo su un recente volume di Valerio De Cesaris dal titolo "Il filogiudaismo cattolico in Italia (1789-1938)"

 

Servizio italiano - In primo piano l'economia: occupazione in calo; crescita zero. Resi noti i dati dell'Istat sul 2005.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

1 marzo 2006

 

 

GLOBALIZZARE LA SOLIDARIETÀ: EBREI E CRISTIANI INSIEME PER DAR VITA

A PROGETTI SOCIALI. È L’OBIETTIVO DELL’INCONTRO PROMOSSO IERI A ROMA

DALLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO

- Interviste con Andrea Riccardi, Riccardo Di Segni e mons. Vincenzo Paglia -

 

Promuovere una cultura solidale e far sì che ebrei e cristiani collaborino in progetti comuni: questi gli obiettivi dell’incontro che si è svolto ieri pomeriggio a Roma, in Campidoglio. Ospitato dal Comune, è stato voluto dalla Comunità di Sant’Egidio e dalle Comunità ebraiche italiane. Tema proposto: “Globalizzare la solidarietà: ebrei e cristiani da Roma per il mondo”. E proprio oggi la Comunità di S. Egidio avvia un progetto per volontari con la Comunità ebraica di Roma. Ma quali iniziative promuovere per contribuire alla globalizzazione della solidarietà? Tiziana Campisi lo ha chiesto al prof. Andrea Riccardi:

 

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“La solidarietà rappresenta quel reticolo profondo che lega gli uomini e le donne gratuitamente, la solidarietà si vede nella famiglia, si vede nella nascita della simpatia, si vede nel legame con il povero, si vede nel sostegno a tutti. Io credo che la solidarietà non si ordini e non cada dall’alto, ma vi sia bisogno di promuovere una cultura della solidarietà. Allora, questo incontro che la Comunità di Sant’Egidio ha realizzato insieme alla Comunità ebraica è un incontro che deve fare crescere – diciamo – dal basso questa coscienza alla solidarietà e questo bisogno di solidarietà”.

 

Ed oggi, la Comunità di Sant’Egidio dà il via ad un progetto di formazione per il volontariato. Ancora il prof. Riccardi:

 

“Parte con un gruppo della Comunità ebraica, questo corso per come essere presenti e come sostenere i poveri, ed è molto bello. Ma del resto, l’amicizia tra Sant’Egidio e la Comunità ebraica è un’amicizia che ha le sue radici ormai in decenni e decenni, nella solidarietà e nella vicinanza, in tanti momenti. E quindi, questo non è che una conseguenza”.

 

Sui concetti di giustizia e solidarietà, si è voluto soffermare il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. A lui abbiamo chiesto in quali attività sociali è impegnata a Roma la Comunità ebraica:

 

R. – Siamo impegnati a largo raggio in attività che riguardano l’assistenza ai poveri, agli anziani, nella ricerca del lavoro, ai malati e in diversissime attività, secondo le esigenze della modernità: sul piano psico-pedagogico, psicologico … quindi, a 360°. Il nostro impegno è purtroppo una goccia in un mare di difficoltà e di necessità!

 

D. – Pensate a progetti da condividere e portare avanti con la comunità cristiana?

 

R. – Sì. Ci stiamo lavorando discretamente. Vedremo i frutti tra breve.

 

Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione ecumenismo e dialogo della Conferenza episcopale italiana, intervenuto all’incontro, ha sottolineato invece che le società necessitano di una correzione solidaristica. Ma in che modo?

 

R. – Le società hanno bisogno di un freno e di un cambio di rotta. In altre parole: la competitività come unica legge che imbarbarisce la vita dev’essere corretta da un nuovo spirito, che è quello della solidarietà, che non è solo una virtù astratta, ma che si deve declinare nella economia, nella politica, nella cultura, nelle relazioni ordinarie.

 

D. – Ma come aiutare l’individuo ad uscire dall’individualismo e farlo crescere nella solidarietà?

 

R. – Nel linguaggio cristiano, si dice “convertirsi”. E’ Quaresima: cerchiamo di capire che la vita non è solo pensare a sé, ma appunto pensare a qualcun altro, a Dio, ai suoi figli che sono i nostri fratelli.

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LA PARTICOLARE CONDIZIONE DI CIPRO, PAESE MEMBRO DELL’UE CHE VIVE ANCORA

 LA SPACCATURA CON LA PARTE NORD INVASA DAL 1974 DALLA TURCHIA:

RICORDATA DAL presidente del parlamento cipriota Dimitris Christofias

IN VISITA  nei giORni scorsi in Italia

 - Intervista con Giuseppe Bettoni -

 

“L'Unione Europea deve dare una risposta al problema di Cipro in linea con i suoi diritti fondativi.” Lo ha dichiarato in un incontro con la stampa il presidente del Parlamento cipriota Dimitris Christofias che è stato nei giorni scorsi in Italia. Ieri l’incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Il governo di Cipro propone la costituzione di una federazione composta dalle due comunità: quella greco-cipriota e quella turco-cipriota: lo ribadisce il presidente del Parlamento Christofias spiegando che Ankara continua a volere una Repubblica turca indipendente di Cipro del Nord. Nel 1974 la Turchia ha invaso il Paese occupando oltre il 36%  del suo territorio. La autoproclamata Repubblica Turca di Cipro Nord da allora sarà riconosciuta solo dalla Turchia e permangono restrizioni di viaggio e commercio imposte dall'ONU. Alla vigilia dell’ingresso della parte greca nell’Unione Europea a maggio 2004, lo stesso Kofi Annan si è impegnato in un lungo negoziato ma al referendum sulla riunificazione è stato decisivo il ‘no’ dei greco-ciprioti. Attualmente si è creata una sorta di impasse: la Repubblica di Cipro è parte integrante dell’Unione Europea; Bruxelles ha avviato il processo negoziale per un’eventuale adesione della Turchia; Ankara non riconosce Cipro ma ha firmato impegni che a livello commerciale la vincolano anche nei confronti di Nicosia. E dietro questa impasse si nascondono problematiche sociali non da poco, come ci spiega il professore Giuseppe Bettoni, docente di geopolitica all’Università Tor Vergata di Roma: 

 

R. – Cipro, in realtà, è un gran problema, non come Stato in sé – sia ben chiaro: assolutamente! – ma come situazione economico-sociale. Una situazione strana, con questa linea verde che divide la parte cipro-greca con 700 mila abitanti e più, dalla parte turca, che invece ne conta 200 mila ma che è molto, molto più povera. Cipro usa, praticamente, la parte greca, i flussi migratori che ormai arrivano in una massa enorme verso l’isola, a proprio uso e consumo. Basti pensare che nel 2004 ci sono state 8.000 domande d’asilo rivolte alla parte greca  e sono state espulse 2.800 persone e quindi si va all’espulsione con una certa facilità. E non va trascurato neanche il “gap” salariale: un turco che dal nord va a Cipro a lavorare guadagnerà un terzo rispetto a quello che guadagnerebbe un greco che lavora sempre a Cipro. Ma tutti gli altri immigrati che sbarcano, via la Libia, via i Paesi arabi, facilmente nella parte turca vanno a fare i lavori che i turchi stessi non vogliono fare più e sono pagati addirittura un quinto di quanto sarebbe pagato, invece, un turco. Questo ci dà la dimensione delle differenze, degli abusi che avvengono in quest’Isola. Per non dimenticare l’impressionante traffico di prostituzione nei numerosi luoghi, appunto, di prostituzione che si trovano sia nella parte turca – più a buon mercato – che nella parte greca, un po’ più cari, e che sono praticamente autorizzati dal governo di Cipro. Viene rilasciato, infatti, un permesso di soggiorno destinato “a questioni artistiche” e, dunque, a tempo e per non più di sei mesi. Viene rilasciato a donne e si sa che molte di loro vanno a praticare la prostituzione. Per non parlare del fatto che Cipro concede ai lavoratori turchi, che a migliaia scendono ogni giorno nella parte greca, un permesso di soggiorno annuale, facilmente rinnovabile, ma per non più di quattro volte. Questo perché la legge cipriota prevede che dal quinto anno di residenza si diventi di diritto cipriota. Quindi, come si vede, è un Paese dell’Unione Europea che viola in maniera abbastanza evidente gran parte dei diritti che invece l’Unione Europea difende. Ecco: questo, secondo me, contribuisce a lasciare la situazione di Cipro in quella situazione di non-riconoscimento, perché la parte turca e Cipro stessa diventano una specie di buco nero che noi ci teniamo sotto casa per comodità.

 

D. – Ecco, un buco nero sotto casa. In realtà, potrebbe rappresentare un avamposto dell’Unione Europea, tra Turchia, Siria, Israele e il Cairo. E, dunque, è anche un’occasione mancata per l’Unione Europea per sfruttare questo tipo di avamposto?

 

R. – E’ vero che come Cipro è un elemento fondamentale oggi – lo è diventato negli ultimi due anni – di destinazione e di immigrazione da tutto il mondo arabo, dall’Estremo Oriente e anche da parte dell’Est europeo, potrebbe diventare invece un elemento fondamentale di relazione con tutto quello che è Medio Oriente e mondo arabo. Certamente dopo aver risolto la faccenda turca. Bisognerebbe cercare di invertire una situazione che è stranamente negativa per creare un ruolo importante di rapporto tra Unione Europea e il resto del mondo arabo, o comunque del Medio Oriente.

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LA DROGA VIAGGIA SEMPRE PIU’ PER POSTA: COSI’ L’ULTIMO RAPPORTO SUL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI STUPEFACENTI

- Intervista con Gilberto Gerra -

 

Sempre più la droga viaggia per posta. Secondo il rapporto presentato a Roma dal Comitato Internazionale dei Narcotici (INCB) il traffico internazionale di sostanze stupefacenti utilizza sempre più le reti postali e Internet per incrementare un mercato che vale diverse centinaia di milioni di dollari. In leggero calo la produzione delle droghe tradizionali, ma aumenta in maniera consistente la loro tossicità. 22 milioni i consumatori di cannabis in Europa. Il servizio è di Stefano Leszczynski.

 

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Il Nord-Africa rimane in testa alle classifiche per la produzione di cannabis, ma è il Marocco a coprire l’80% della richiesta del mercato europeo. In forte calo la produzione della coca in Colombia – dove hanno avuto un discreto successo le politiche di riconversione agricola - ma a spingere verso l’alto la produzione di droghe in l’America Latina sono nuovamente Bolivia e Perù. L’Asia occidentale mantiene il primato della produzione di oppiacei e qui è l’Afghanistan a farla da padrone avendo conquistato anche il titolo di produttore mondiale di eroina. La comunità internazionale s’interroga sulle nuove strategie per sradicare il fenomeno delle colture illecite. Gilberto Gerra, direttore del Comitato internazionale sui narcotici presso le Nazioni Unite:

 

“Noi sosteniamo che non sia pensabile la eradicazione del fenomeno con piccoli progetti di sostituzione di queste colture con altre colture. Vogliamo che la eradicazione si attui nell’ambito di una prospettiva di sviluppo serio per queste popolazioni, in modo che non si creino emergenze umanitarie, in modo che queste popolazioni rimangano le protagoniste e non popolazioni assistite per queste pratiche di eradicazione”.

 

L’80% della produzione di ecstasy avviene in Europa, con i principali laboratori in Olanda Polonia e Belgio. Secondo il Rapporto 2005 dell’INCB a preoccupare i governi occidentali è in particolar modo il traffico di sostanze psicotrope di derivazione farmacologica, il cui commercio sempre più avviene via Internet e poste ordinarie.

 

“L’inquietante dato del mondo nord-americano che sta usando oppioidi per il dolore, prescrivibili normalmente per i malati di cancro, per il dolore da metastasi, utilizzate nei college americani o nelle scuole superiori americane, trasmettono una grande inquietudine. Di solito queste modalità si trasmettono verso est al nostro continente, dopo che si sono diffuse negli Stati Uniti. Quindi, ci possiamo aspettare questa diffusione delle anfetamine. E domani potrebbero essere delle meta-anfetamine, queste droghe per il dolore, che sono estese all’età della scuola superiore oppure ai primi anni dell’università”.

 

Prioritario – spiega Gerra -, per i governi che vogliono contrastare il fenomeno delle tossicodipendenze e del traffico di stupefacenti, non è soltanto la guerra ai produttori e ai trafficanti, ma anche la prevenzione nei confronti delle possibili vittime soprattutto in età scolare. In Italia, si stima infatti che nel 2005 almeno il 10,4%  abbia fatto uso almeno una volta di cannabis, mentre il 2% degli adolescenti fino a 15 anni ne ha abusato almeno una volta alla settimana.

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NUOVA EDIZIONE DI “RADIOQUARESIMA”, LA PAGINA DI PREPARAZIONE ALLA PASQUA CURATA DALLA NOSTRA EMITTENTE

- Intervista con Marco Cardinali -

 

Come consuetudine, con il Mercoledì delle Ceneri, sulle frequenze della nostra emittente, prende il via RadioQuaresima, l’annuale proposta di spiritualità, in preparazione della Pasqua, curata dal programma “Orizzonti cristiani”. Per saperne di più, Eugenio Bonanata ha intervistato Marco Cardinali, responsabile di Orizzonti cristiani:

 

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R. – La trasmissione è sempre in duplice, come se fosse un binario, su due aspetti diversi. Si muove sul primo, sul versante delle meditazioni che vanno in onda alle 24 e alle 7 e 20 della mattina, e sull’l’altro invece, nelle trasmissioni pomeridiane dove ci sono delle trasmissioni specifiche in alcuni giorni della settimana, perché negli altri ci sono le consuete trasmissioni che si occupano di argomenti naturalmente quaresimali. Il primo ciclo, quello delle meditazioni, quest’anno si occupa dei Sacramenti; quaranta riflessioni fatte da autorevoli teologi, esperti di spiritualità ma anche testimoni del Vangelo, proprio sui sacramenti della Chiesa.

 

D. – Sono argomenti importanti, quelli dei sacramenti nel Magistero, ma anche di concreta rilevanza nella quotidianità. Come saranno strutturati questi appuntamenti?

 

R. – Sono strutturati con delle meditazioni di circa nove minuti, almeno per quanto riguarda questo spazio Orizzonti e meditazioni, ciascuna delle quali ha una parte introduttiva, generale, in cui si illustrano anche le fonti bibliche, il Magistero ecclesiastico riguardo appunto al Sacramento preso in considerazione. Ma anche il significato nella vita del popolo di Dio, dunque questa unione tra la teoria e la conoscenza maggiore, ma anche la pratica la vita vissuta la vita di fede che appunto si incarna con i Sacramenti nella vita di ogni giorno. Il magistero i documenti della Chiesa, la vita di fede, i Padri, il Papa stesso e la sua parola ci aiuterà ad entrare in quello che non solo è fondamentale, ma direi è essenziale, nella vita del cristiano nella vita di fede. Senza i Sacramenti non abbiamo quegli sostegni, quegli strumenti necessari per vivere ogni giorno e ogni momento della nostra esistenza non solo di fede ma anche reale, quotidiana, la vita di tutti i giorni.

 

D. – Un altro ciclo caratterizzerà poi questo periodo che è il ciclo intitolato “La vera libertà” dal libro di mons. Comastri. Qualche particolare?

 

R. – “La vera libertà” è un ciclo di diciotto meditazioni che verranno trasmesse dal due marzo all’otto aprile, ogni giovedì, venerdì e sabato alle ore 14 e 30, 17 e 30 e alle 23, che raccolgono appunto le meditazioni dell’arcivescovo, Angelo Comastri, che ci aiuta ad entrare nella vera libertà del cristiano. Talvolta, pensiamo di essere liberi ma dobbiamo scoprire una libertà che è diversa dal fare ciò che vogliamo, ma che è una libertà che si radica in Cristo.

 

D. – Gli ascoltatori potranno seguire attraverso la radio e Internet, ma c’è anche un libro che sempre raccoglie queste trasmissioni. Si tratta di un vero e proprio prodotto multimediale?

 

R. – Siamo arrivati ormai all’undicesimo libro, che raccoglie altrettante undici RadioQuaresima, ma sono tanti anni che vanno avanti le RadioQuaresima, è proprio una consuetudine di Orizzonti cristiani. Raccoglie queste meditazioni per aiutare anche gli ascoltatori a riprendere anche a distanza di tempo ciò che ascoltano tramite la radio. E sì, è un prodotto multimediale perché non solo c’è il libro, non solo possono ascoltarlo attraverso la radio ma chiunque poi può richiedere al nostro ufficio Promozione e Sviluppo la registrazione di tutta la RadioQuaresima.

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CHIESA E SOCIETA’

1 marzo 2006

 

 

“IL CRISTIANO NON DEVE AVERE PAURA”: COSI’ IL PATRIARCA LATINO DI GERUSALEMME MICHEL SABBAH, NEL MESSAGGIO QUARESIMALE DALLA TERRA SANTA DOVE PAURE, ANSIETA’ E INSICUREZZA RENDONO ANCORA LA GIUSTIZIA, LA PACE

E LA RICONCILIAZIONE “UN MIRAGGIO LONTANO”

 

GERUSALEMME. = “Il grido delle moltitudini affamate di gioia, di pace e di amore” citate da Benedetto XVI nel suo messaggio quaresimale è quello di coloro che vivono in Terra Santa dove con le “paure, l’ansietà e l’insicurezza, la ricerca di giustizia, di pace e di riconciliazione resta un miraggio lontano”. È quanto scrive nel suo Messaggio per la Quaresima – riportato dall’agenzia SIR - il patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah. “Le elezioni palestinesi hanno fatto emergere nuove forze che prendono in mano i nostri destini – afferma mons. Sabbah - e attendiamo quelle israeliane per capire quale sorte ci attende”. Dinanzi a tutto questo “la Quaresima ci ricorda che camminando verso Dio, camminiamo con tutti gli uomini, nei volti dei quali vediamo riflessa l’immagine di Dio e con i quali condividiamo gioie e sofferenze per costruire la nostra società. Per questo il cristiano non deve avere paura. La nostra vita è una lotta continua per perseverare nel cammino verso Dio, una lotta per trasformare tutta la nostra vita in momenti di grazia”. Il patriarca Sabbah si sofferma poi sul tema della carità: “Tra di noi ci sono molti poveri. Siamo una Chiesa povera che riceve ma dobbiamo ricordarci che abbiamo anche la capacità di amare e di donare. La nostra Caritas Gerusalemme dovrebbe diventare quella di una Chiesa che sa organizzare la carità dei suoi fedeli, ricchi e poveri, per renderli capaci di donare”. Una rieducazione che secondo mons. Sabbah, “insegna al cristiano a vivere, anche nel bisogno e nella povertà, la comunione della prima chiesa di Gerusalemme”. Ma per far ciò - avverte il patriarca - “occorre sconfiggere l’individualismo, andare oltre le visioni personali, per abbracciare tutta la comunità parrocchiale. Nessuno deve restare nell’indigenza e nella solitudine”. “L’amore – conclude – garantirà che la nostra fede e la nostra vita di comunione non diventino forme di confessionalismo o di fanatismo aggressivo”. (R.G.)

 

 

AVIARIA: CHIUDONO LE FRONTIERE DI DIVERSI PAESI TERZI IMPORTATORI DALL’EUROPA DI POLLAME E PRODOTTI DERIVATI.

RIUNITI OGGI I CAPI VETERINARI DELL’UNIONE

EUROPEA PER LA MESSA A PUNTO DI NUOVE MISURE DI PREVENZIONE.

IN GERMANIA IL PRIMO CASO IN EUROPA DI UN GATTO CONTAGIATO

 

BRUXELLES. = A causa dell'influenza aviaria prime frontiere chiuse di Paesi terzi che da anni acquistano prodotti avicoli dall'Europa. A farne le spese tutti gli Stati comunitari - tra cui  l'Italia - colpiti dal virus anche se presente solo negli uccelli selvatici; eccetto la Francia, dove sono stati infettati dei tacchini, e la Germania, dove per la prima volta in Europa ma non nel mondo, è stato contagiato dall'H5N1 un gatto. I felini sono molto sensibili al virus dell'influenza aviaria ma non si è mai constatato il passaggio del virus da questi animali all'uomo. Hanno chiuso le frontiere alle esportazioni italiane di carne avicole e prodotti derivati, il Kenya, la Romania, la Thailandia e l'Unione degli Emirati Arabi, secondo quanto notificato alla Commissione europea o all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto). Il Kenya per le stesse ragioni ha chiuso le frontiere anche a Cipro, la Romania all'Austria, la Thailandia anche a Francia, Germania, Austria, Bulgaria, Cipro, Grecia, Slovenia e Ungheria. Quanto agli Emirati Arabi Uniti, hanno messo al bando le esportazioni di pollame e prodotti avicoli da tutti i Paesi del mondo. Decisioni analoghe sono state notificate per altri partner europei dal Giappone e dalla Corea del sud. Al di là dell'eventuale perdita economica, anche se di fatto l'Europa aveva in primis messo al bando le importazioni di pollame e prodotti derivati dai Paesi colpiti dal virus H5N1, la chiusura delle frontiere rappresenta un segnale negativo per l'intero comparto e per i consumatori a livello mondiale. Intanto oggi i capi veterinari dei 25 Stati membri dell'Ue metteranno a punto ulteriori misure di prevenzione in caso di scoperta di un focolaio. (R.G.)

 

 

A VENT’ANNI DALLA CATASTROFE NUCLEARE DI CHERNOBYL, SI TERRA’

DA DOMANI AL 4 MARZO A SLAVUTYCH, IN UCRAINA, UNA CONFERENZA INTERNAZIONALE - PROMOSSA DAL CONSIGLIO D’EUROPA - SUI TEMI DELLA SICUREZZA E SUL RUOLO DEI POTERI LOCALI E REGIONALI

NELLA GESTIONE DEI RISCHI

 

SLAVUTYCH. = “Chernobyl, 20 anni dopo: i poteri locali e regionali di fronte alle catastrofi”: su iniziativa del Consiglio d’Europa, si terrà dal 2 al 4 marzo a Slavutych, in Ucraina, una Conferenza internazionale in occasione del ventesimo anniversario della più grave catastrofe nucleare di tutti i tempi, avvenuta il 26 aprile 1986, che provocò 32 morti ufficiali, decine di migliaia di feriti e contaminati ed oltre 100mila sfollati. L’incontro, cui ne seguiranno altri in prossimità della ricorrenza, “vedrà riuniti – informa una nota del Consiglio d’Europa - rappresentanti locali e regionali, membri dei Parlamenti nazionali, rappresentanti governativi e membri di organizzazioni non governative, così come studiosi e specialisti in materia”. I partecipanti “discuteranno dei problemi della sicurezza nucleare oggi, della gestione dei rischi e del ruolo, ormai ampiamente riconosciuto, dei poteri locali e regionali in questo ambito”. Durante la Conferenza sarà inaugurato il Forum europeo per la gestione delle catastrofi. L’Assise sarà aperta giovedì 2 marzo, da Yavuz Mildon, presidente della Camera delle Regioni (CdE). Ai lavori interverrà tra gli esponenti politici Viktor Baloga, ministro per la Protezione della popolazione dell’Ucraina.

 

 

IL CIMITERO AFRICANO DI MANHATTAN A NEW YORK E’ STATO DICHIARATO

MONUMENTO NAZIONALE: CIO’ AIUTERA’ – HA DETTO IL PRESIDENTE BUSH –

AD ONORARE LA CULTURA E IL CONTRIBUTO OFFERTO

AGLI STATI UNITI DALLE POPOLAZIONI AFRICANE

 

NEW YORK. = Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha dichiarato monumento nazionale una porzione del Cimitero africano di Manhattan, dove furono sepolti nel Settecento circa ventimila schiavi e neri liberati. Il cimitero, che si trova nella punta sud di Manhattan ed è stato riscoperto nel 1991, “aiuterà a meglio comprendere e onorare la cultura e il contributo vitale di generazioni di africani e americani di origini africane”, ha dichiarato Bush nella proclamazione firmata ieri. (R.G.) 

 

 

DALL’ASSEMBLEA ANNUALE DEI CATECHISTI INDIANI, SVOLTASI

 NELLA CITTA’ DI VARANASI, IL MANDATO DI PROCLAMARE IL VANGELO

 NON SOLO A PAROLE MA SOPRATTUTTO CON LA TESTIMONIANZA DI VITA

 

VARANASI. = Proclamare il Vangelo non solo con le parole, ma anche con la testimonianza concreta di vita. Con questa indicazione si è conclusa a Varanasi, la città santa dell’Induismo, l’assemblea annuale dell’Associazione nazionale dei catechisti indiani. Una sessantina di membri dell’Associazione hanno parlato di come aggiornare i contenuti e i metodi catechistici anche alla luce delle esperienze realizzate da alcuni movimenti laicali emersi in questi anni in India, il cui approccio innovativo si è rivelato particolarmente efficace. Dal confronto di queste varie esperienze è emersa la comune convinzione sulla necessità di superare i metodi catechistici tradizionali, più scolastici, per mirare piuttosto ad una formazione che si realizzi attraverso cammini formativi integrali, fondati su una vera esperienza di fede. Come si legge, infatti, nella dichiarazione conclusiva, l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri le testimonianze che gli “insegnanti” e troppi fedeli sono stati sì “sacramentalizzati, ma non ancora evangelizzati”. Di qui l’invito ai catechisti ad essere “non solo annunciatori della Parola, ma più ancora realizzatori della Parola" e ad un maggiore spirito di iniziativa per approfondire la fede dei fedeli. (L.Z.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

1 marzo 2006

 

- A cura di Fausta Speranza ed Amedeo Lomonaco -

 

Non si arresta in Iraq l’ondata di violenze innescata la scorsa settimana dall’attacco contro la moschea sciita di Samarra: almeno 26 persone sono rimaste uccise stamani a Baghdad in due attentati kamikaze avvenuti in rapida successione nei pressi di un posto di polizia e di una stazione si autobus. Sempre nella capitale irachena, è ripreso il processo contro Saddam Hussein, rinviato al prossimo 12 marzo. Ieri la pubblica accusa ha presentato un documento che proverebbe la responsabilità dell’ex rais nella strage di 143 sciiti avvenuta nel villaggio di Dujail nel 1982. In questo clima, dominato da violenze e tensioni, hanno intanto ricevuto vasta eco la ferma condanna degli scontri e la vicinanza al popolo iracheno espresse domenica scorsa dal Papa dopo l’Angelus. Ascoltiamo, al microfono di Salvatore Sabatino, l’arcivescovo latino di Baghdad, Benjamin Sleiman:

 

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R. – A me veramente dà speranza e coraggio. E’ una voce molto profetica di questi tempi. Faccio mio l’appello del Papa e prego affinché tutti coloro che ci ascoltano in questo tempo di Quaresima, si ricordino di chiedere a tutti di avere speranza, anche in questi tempi bui.

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Forti tensioni anche in Medio Oriente, dove un raid aereo israeliano condotto questa mattina a Gaza, ha causato la morte del comandante delle Brigate Al-Quds, l’ala militare della Jihad Islamica. Dopo questo attacco, gli estremisti hanno annunciato nuovi attentati contro Israele.

 

Prima visita in Afghanistan per il presidente statunitense, George Bush. Al termine dell’incontro con il capo di Stato afgano, Hamid Karzai, Bush ha dichiarato che il leader di Al Qaeda, Osama Bin Laden, sarà arrestato e portato in tribunale. Il nostro servizio:

 

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La missione del presidente americano George Bush in Asia, che prevede visite in India e in Pakistan, è cominciata con una tappa non programmata: il capo della Casa Bianca è arrivato stamani in Afghanistan ed ha incontrato il presidente Hamid Karzai. Bush ha detto che il leader di Al Qaeda, Osama Bin Laden sarà catturato e assicurato alla giustizia. Non mi chiedo – ha precisato Bush – se sarà arrestato Bin Laden ma quando verrà catturato. Affrontando un altro argomento delicato, il presidente americano ha anche aggiunto che “l’Iran non dovrà possedere la bomba atomica”. I due capi di Stato hanno parlato, poi, delle operazioni militari in corso contro ribelli talebani e dei progetti tesi alla ricostruzione dell’Afghanistan, dove gli Stati Uniti hanno dislocato oltre 19 mila soldati. Questo contingente sarà ridotto di almeno 3000 militari entro la prossima estate, quando sarà completato il trasferimento delle forze della NATO anche nel sud del Paese. In questa regione sono attualmente impiegati i soldati americani inviati nel 2001 nell’ambito dell’offensiva lanciata contro i talebani ed Al Qaeda. Proprio contro presunti militanti islamici è stata sferrata, intanto, un’azione militare condotta dalle forze di Islamabad nel Waziristan, zona tribale del Pakistan al confine con l’Afghanistan. Nell’attacco, sono rimasti uccisi almeno 40 guerriglieri. Secondo molti osservatori, potrebbero aver trovato rifugio nel Waziristan molti capi di al Qaeda ed estremisti, compresi Osama Bin Laden e il mullah Omar, dopo la caduta del regime talebano in Afghanistan.

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“Bush e il popolo americano hanno trovato nel mio governo un alleato solido”. E’ quanto ha affermato il capo dell’esecutivo italiano, Silvio Berlusconi, al termine dell’incontro di ieri a Washington con il presidente statunitense. Dopo il colloquio, incentrato sulla guerra contro il terrorismo, sul ruolo della NATO in Afghanistan e sulla questione nucleare iraniana, Bush ha dichiarato inoltre che il presidente del Consiglio italiano “ha portato stabilità nella vita politica dell’Italia e nelle relazioni con gli Stati Uniti”. Proprio sulle relazioni bilaterali tra Washington e Roma è incentrato il discorso che Berlusconi pronuncerà tra poco davanti al Congresso americano, riunito in seduta plenaria.

 

A Mosca hanno avuto inizio poco fa i negoziati tra la delegazione iraniana e quella russa sul controverso programma nucleare della Repubblica islamica. La delegazione iraniana è guidata dal segretario del Consiglio supremo di sicurezza iraniano, Alì Larijani. Intanto il ministro degli Esteri iraniano, Mottaki, ha dichiarato che il suo Paese sta dando prova di “elasticità” per tentare di risolvere la crisi scatenata dalle sue attività nucleari, per il quale ha detto che l’Iran non ha “nulla da nascondere”.  Durante la sua visita in Giappone, dove è stato ambasciatore dal 1995 al 1999, il capo della diplomazia di Teheran ha difeso il “diritto” dell'Iran a possedere “una tecnologia nucleare a fini pacifici”. L’Iran ha annunciato domenica di aver raggiunto un accordo di principio con la Russia per la creazione di una società congiunta per arricchire in territorio russo l’uranio per le centrali nucleari iraniane, a garanzia degli scopi pacifici del programma nucleare di Teheran.

 

Nelle Filippine, dopo il tentato golpe di venerdì scorso, continua lo stato di emergenza proclamato dalla presidente Arroyo. La situazione, tuttavia, potrebbe rientrare presto, non appena apparirà chiaro che non vi è più alcun pericolo di sabotaggio per il governo di Manila.

 

L’ex presidente francese Valery Giscard d’Estaing ha invitato britannici e francesi a rilanciare il processo di ratifica della Costituzione europea. “Il cammino del Trattato costituzionale dell’Unione europea è stato rimesso in discussione da due eventi: ilno’ degli elettori francesi e olandesi, e il ritorno dell'incertezza britannica (sull’UE)”, ha detto Giscard in un discorso pronunciato ieri sera a Londra alla London School of Economics. E Giscard, che è stato presidente della Convenzione sul futuro dell'Europa che ha elaborato tra il 2002 e il 2003 il progetto di Costituzione UE, ha affermato che “l’errore” di rigettare il Trattato potrà essere superato quando la Francia avrà completato il suo grande dibattito elettorale, con le elezioni presidenziali e legislative nel 2007. Per poi ammettere che ''il ritorno delle incertezze britanniche è più complesso”. L’ex presidente francese ha ricordato che lo stesso primo ministro britannico, Tony Blair, ha dichiarato di recente che l’UE a 25 non può funzionare correttamente con le regole di governo attuali. Dunque, Giscard ha invitato a riformare “quello che deve essere riformato nel Trattato costituzionale, al fine di poter ottenere risultati migliori” e ha suggerito un'estensione del sistema delle deroghe (Opt-out) alle attribuzioni di poteri all’UE in alcuni settori.

 

Nuovi spiragli di pace in Costa d’Avorio, dove ieri hanno avuto inizio i colloqui per trovare una soluzione alla crisi politica del Paese africano, controllato nel sud dalle forze governative e nel nord dai ribelli. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Si è aperto ieri a Yamoussoukro il vertice straordinario sulla crisi ivoriana, per mettere fine al lungo periodo di violenze e tensioni che rischiano di gettare nuovamente il Paese nella guerra civile. Si tratta di un’occasione da non perdere: è il primo vertice tra tutti i leader ivoriani dall’inizio della guerra nel settembre del 2002. Si tratta anche del primo incontro tra il capo dello Stato e il leader dell’opposizione dal 2004. L’agenda prevede un confronto serrato sulle questioni politico-istituzionali, ma pare, stando ad indiscrezioni raccolte a Yamoussoukro, che si parlerà anche della disastrosa condizione dell’economia nazionale. I colloqui per rilanciare il processo di pace si svolgeranno a porte chiuse, ma l’interesse della comunità internazionale è altissimo. Si teme infatti che gli effetti dell’instabilità della Costa d’Avorio possano coinvolgere l’intera regione dell’Africa occidentale.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Oltre 460 persone sono state arrestate in Nigeria in relazione agli scontri tra cristiani e musulmani e durante i quali sono morte circa 100 persone. Le violenze hanno avuto inizio il 18 febbraio a Maiduguri, nel nord del paese, quando una manifestazione di protesta contro le vignette su Maometto e' degenerata in veri e propri attacchi contro i cristiani.

 

 

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