RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 151  - Testo della trasmissione di mercoledì 31 maggio 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’umanità non dimentichi mai l’orrore di Auschwitz: è la vibrante esortazione di Benedetto XVI, che all’udienza generale ha ripercorso i momenti forti del viaggio apostolico in Polonia. Appello del Papa per la pace a Timor Est, dopo le violenze dei giorni scorsi

 

Messaggio di Benedetto XVI ai movimenti e le comunità ecclesiali: evangelizzate la società, portando la verità e la bellezza del Vangelo al mondo frastornato dalle ideologie

 

A chiusura del mese di maggio tradizionale processione questa sera nei Giardini Vaticani. Alla fine il Papa impartirà la sua benedizione: intervista con mons. Angelo Comastri

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In Olanda è nato oggi un partito pedofilo: il commento di don Fortunato Di Noto

 

Le anticipazioni del rapporto Caritas-Migrantes sull’immigrazione in Italia: ai nostri microfoni mons. Vittorio Nozza e mons. Guerino Di Tora

 

CHIESA E SOCIETA’:

Oggi, Giornata mondiale contro il fumo: sul banco degli imputati le multinazionali del tabacco

 

Reso noto il comunicato finale dell’assemblea della Conferenza episcopale italiana

 

Profondo dolore nella comunità cattolica cinese per la scomparsa di mons. Antonio Li Duan, arcivescovo metropolita di Xian, nella Cina continentale

 

Polemiche in Italia dopo l’annuncio del ministro Fabio Mussi circa il ritiro della firma italiana dalla “Dichiarazione etica” che sanciva la contrarietà dell’Italia all’uso delle staminali embrionali nei programmi di ricerca europei

 

24 ORE NEL MONDO:

Violenza senza fine in Iraq e Afghanistan: scontri e attentati con decine di morti

 

Il terremoto in Indonesia: ora incombe il pericolo delle epidemie

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

31 maggio 2006

 

L’UMANITA’ NON DIMENTICHI MAI L’ORRORE DI AUSCHWITZ: E’ LA VIBRANTE ESORTAZIONE DI BENEDETTO XVI, CHE ALL’UDIENZA GENERALE HA RIPERCORSO

I MOMENTI FORTI DEL VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA. APPELLO DEL PAPA

 PER LA PACE A TIMOR EST, DOPO LE VIOLENZE DEI GIORNI SCORSI

 

L’umanità non dimentichi l’orrore di Auschwitz-Birkenau e delle altre fabbriche della morte naziste: è il vibrante richiamo di Benedetto XVI all’udienza generale di stamani, in Piazza San Pietro. Un’udienza, a cui hanno preso parte 35 mila pellegrini, e dedicata dal Papa interamente al suo viaggio apostolico in Polonia. Il Pontefice ha ripercorso i momenti forti della visita nella terra del suo amato predecessore, ringraziando quanti hanno permesso la riuscita di questo evento. Quindi, al termine dell’udienza generale, ha rivolto un appello per la pace a Timor Est. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Rimanete saldi nella fede! Benedetto XVI ha messo l’accento sul significato della consegna lasciata “ai figli dell’amata Polonia”. Un incoraggiamento “a perseverare nella fedeltà a Cristo e alla Chiesa, perché non manchi all’Europa e al mondo l’apporto della loro testimonianza evangelica”. Parole corredate da una vibrante esortazione:

 

“Tutti i cristiani devono sentirsi impegnati a rendere questa testimonianza, per evitare che l’umanità del terzo millennio possa conoscere ancora orrori simili a quelli tragicamente evocati dal campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau”.

 

“Proprio in quel luogo tristemente noto in tutto il mondo – ha rammentato il Papa – ho voluto sostare prima di far ritorno a Roma”. Nel campo di Auschwitz-Birkenau, come in altri simili campi, ha proseguito, “Hitler fece sterminare oltre sei milioni di ebrei”. Ad Auschwitz-Birkenau, ha detto ancora il Santo Padre, “morirono anche circa 150.000 polacchi e decine di migliaia di uomini e donne di altre nazionalità”. Un orrore che l’umanità non deve dimenticare:

 

“Di fronte all’orrore di Auschwitz non c’è altra risposta che la Croce di Cristo: l’Amore sceso fino in fondo all’abisso del male, per salvare l’uomo alla radice, dove la sua libertà può ribellarsi a Dio. Non dimentichi l’odierna umanità Auschwitz e le altre ‘fabbriche di morte’ nelle quali il regime nazista ha tentato di eliminare Dio per prendere il suo posto! Non ceda alla tentazione dell’odio razziale, che è all’origine delle peggiori forme di antisemitismo!”

 

E parlando ai fedeli tedeschi ha aggiunto: “Non devono mai più esistere luoghi dell’orrore come il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau”. “Tornino gli uomini – è stato il suo richiamo – a riconoscere che Dio è Padre di tutti e tutti ci chiama in Cristo a costruire insieme un mondo di giustizia, di verità e di pace!”. Nel ripercorrere il viaggio in Polonia, il Papa ha confidato ai pellegrini, in Piazza San Pietro, l’intensa emozione provata nel visitare la terra natale di Giovanni Paolo II, “infaticabile servitore del Vangelo”. Si è voluto soffermare in particolare sulla visita a Wadowice, dove Karol Wojtyla è nato ed è stato battezzato:

 

“Le radici della sua fede robusta della sua umanità così sensibile e aperta, del suo amore per la bellezza e la verità, della sua devozione alla Madonna, del suo amore per la Chiesa e soprattutto della sua vocazione alla santità sono in questa cittadina dove egli ha ricevuto la prima educazione e formazione”. 

 

Ma il Pontefice ha ricordato tutte le tappe del suo viaggio apostolico in terra polacca. Nella Cattedrale di Varsavia, ha affermato, “ho ribadito il fermo proposito di considerare l’impegno per la ricostruzione della piena e visibile unità tra i cristiani una priorità del mio ministero”. Nel programma, ha spiegato, “non poteva mancare la visita ai Santuari che hanno segnato la vita del sacerdote e vescovo Karol Wojtyla”: Częstochowa, Kalwaria Zebrzidowska e della Divina Misericordia.

 

Nella visita al Santuario mariano di Jasna Góra, “cuore della Nazione polacca”, ha spiegato il Papa, “ho voluto riproporre la fede come atteggiamento fondamentale dello spirito, che coinvolge l’intera persona: pensieri, affetti, intenzioni, relazioni, corporeità, attività, lavoro quotidiano”. Visitando poi il Santuario di Kalwaria, ha detto, “ho chiesto di sostenere la fede della Comunità ecclesiale nei momenti di difficoltà e di prova”. La successiva tappa nel Santuario della Divina Misericordia, a Łagiewniki, ha rammentato, “mi ha dato modo di sottolineare che solo la Divina Misericordia illumina il mistero dell’uomo”. Nel convento vicino a questo Santuario, ha proseguito, “contemplando le piaghe luminose di Cristo risorto, Suor Faustina Kowalska ricevette un messaggio di fiducia per l’umanità, di cui Giovanni Paolo II si è fatto eco ed interprete”.

 

Un’altra bella esperienza, ha constatato il Pontefice, è stato l’incontro con i giovani nel parco di Błonie a Cracovia. Ragazzi che il Papa ha voluto esortare ad essere “araldi dell’amore divino”:

 

“Ho colto l’occasione per rinnovare in mezzo al popolo polacco l’annuncio stupendo della verità cristiana sull’uomo, creato e redento in Cristo; quella verità che tante volte Giovanni Paolo II ha proclamato con vigore per spronare tutti ad essere forti nella fede, nella speranza e nell’amore”.

 

Al termine dell’udienza, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero alla “cara nazione” di Timor Est, in questi giorni in preda a tensioni e violenze, che hanno provocato vittime e distruzioni:

 

“Mentre incoraggio la Chiesa locale e le organizzazioni cattoliche a continuare, insieme alle altre organizzazioni internazionali, nell’impegno di assistenza agli sfollati, vi invito a pregare la Vergine Santa affinchè sostenga con la Sua materna protezione gli sforzi di quanti stanno contribuendo alla pacificazione degli animi e al ritorno alla normalità”.

 

All’odierna udienza – la 21.ma dell’anno in corso – erano presenti diversi gruppi internazionali tra cui le religiose partecipanti al Capitolo dell’Istituto Nostra Signora delle Mercede; le Suore Missionarie dell’Apostolato Cattolico-Pallottine; le Suore di Maria Consolatrice, le Apostole del Sacro Cuore di Gesù. Tra i gruppi italiani all’udienza: i consiglieri ecclesiastici della Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti e i partecipanti al Pellegrinaggio della diocesi di Trivento, con il vescovo Domenico Angelo Scotti.

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BENEDETTO XVI NEL MESSAGGIO AI MOVIMENTI E LE COMUNITA’ ECCLESIALI:

EVANGELIZZATE LA SOCIETA’, PORTANDO LA VERITA’ E LA BELLEZZA DEL VANGELO

AL MONDO FRASTORNATO DALLE IDEOLOGIE

 

I Movimenti “siano sempre scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verità e nell’amore”. E’ uno dei passaggi principali del Messaggio che Benedetto XVI ha indirizzato ai circa 300 delegati dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità, riuniti da questa mattina a Rocca di Papa nei pressi di Roma, per il loro secondo Congresso mondiale, in vista del grande raduno con il Papa in Piazza San Pietro, in programma sabato prossimo. Sui contenuti del Messaggio, il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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C’è una mente frastornata dalla ridda di voci e ideologie contemporanee e c’è un mistero che la sottrae al suo “torpore”: quel mistero, come scrisse San Bonaventura nei suoi sermoni, è “la bellezza di ogni bellezza”, cioè Cristo. A testimoniare oggi al mondo “la bellezza della verità” e la “bellezza dell’amore” cristiano sono in prima linea, tra gli altri, i Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità, con la loro capacità di rendere il Vangelo un’esperienza vissuta in ogni ambito sociale. Benedetto XVI riconosce queste qualità spirituali alle innumerevoli realtà – oltre 100 saranno quelle rappresentate in Piazza San Pietro, la vigilia di Pentecoste – fiorite specialmente dopo il Vaticano II. Nel ricordare lo storico, primo incontro di otto anni fa - che vide Giovanni Paolo II benedire i Movimenti come “segni di speranza per la Chiesa” e l’allora cardinale Ratzinger definirne la “collocazione teologica” nel corso di un magistrale intervento – Benedetto XVI si dice “consapevole del cammino percorso da allora sul sentiero tracciato dalla sollecitudine pastorale” di Papa Wojtyla. Consapevole al punto da voler ripetere quell’esperienza dei giorni di Pentecoste per ribadire i due concetti che hanno dato il via al suo ministero petrino: “La bellezza di essere cristiano e la gioia di comunicarlo”.

 

Per il Papa è questa, in sostanza, la vocazione dei Movimenti ecclesiali: quella di essere “scuole di comunione, compagnie in cammino in cui si impara a vivere nella verità e nell’amore di Cristo”. “Portate la luce di Cristo in tutti gli ambienti sociali e culturali in cui vivete”, esorta il Papa. “Illuminate l’oscurità di un mondo frastornato dai messaggi contraddittori delle ideologie. Non c’è bellezza che valga se non c’è una verità da riconoscere e da seguire, se l’amore scade a sentimento passeggero, se la felicità diventa miraggio inafferrabile, se la libertà degenera in istintività”. “Dove la carità si manifesta come passione per la vita e per il destino degli altri, irradiandosi negli affetti e nel lavoro e diventando forza di costruzione di un ordine sociale più giusto, lì – asserisce il Pontefice - si costruisce la civiltà capace di fronteggiare l’avanzata della barbarie”.

 

E l’apprezzamento di Benedetto XVI diventa più profondo. “I Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità – scrive ancora - sono oggi segno luminoso della bellezza di Cristo e della Chiesa, sua Sposa. Voi appartenete alla struttura viva della Chiesa”. Ed essa, conferma, “vi ringrazia per il vostro impegno missionario, per l’azione formativa che sviluppate in modo crescente sulle famiglie cristiane, per la promozione delle vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita consacrata che sviluppate al vostro interno”. Il Papa conclude invitando ognuna di queste realtà ecclesiali a vivere in obbedienza e unità ai vescovi. “Al di là dell’affermazione del diritto alla propria esistenza – è l’invito di Benedetto XVI - deve sempre prevalere con indiscutibile priorità, l’edificazione del Corpo di Cristo in mezzo agli uomini. Ogni problema deve essere affrontato dai Movimenti con sentimenti di profonda comunione, in spirito di adesione ai legittimi pastori. Vi sostenga – conclude - la partecipazione alla preghiera della Chiesa, la cui liturgia è la più alta espressione della bellezza della gloria di Dio, e costituisce in qualche modo un affacciarsi del cielo sulla terra”.

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Il Messaggio del Papa, come detto, è stato reso noto ai congressisti riuniti in queste ore a Rocca di Papa. Numerosi sono stati gli interventi della mattinata, sui quali ci riferisce il nostro inviato, Giancarlo La Vella.

 

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Ha introdotto i lavori odierni l’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, il dicastero che ha promosso l’incontro. Il presule ha salutato i presenti, ricordando che, nella stupenda manifestazione della multiforme varietà dei doni dello Spirito Santo alla Chiesa di oggi, in queste giornate verrà fatta l’esperienza della profonda unità nella comunione ecclesiale, di quella misteriosa dinamica di cui San Paolo scrive: “Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”. E’ questa la bellezza dell’essere cristiani – fa capire mons. Rylko.

 

A questo tema si è collegato il cardinale Cristoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, nel suo intervento dal titolo “Cristo, il più bello tra i figli di Adamo”. La bellezza dell’essere cristiano deve necessariamente partire da Gesù – ha detto il porporato – incarnazione del Verbo e della bellezza stessa di Dio. E il Creatore parla attraverso la sua creatura: l’uomo creato a Sua immagine. Proprio per questo – ha continuato il cardinale Schönborn – l’arta sacra, nella raffigurazione dei motivi della Fede, è uno degli aspetti con cui meglio si esteriorizza la bellezza di Cristo. La proibizione di immagini della divinità nell’Antica Alleanza, e ancora presente in alcune religioni come l’Islam, aveva un significato educativo, allo scopo di evitare i rischi dell’idolatria. Nei secoli scorsi, invece, l’arte sacra ha raggiunto livelli di evocazione elevatissimi.

 

Quale significato – sottolinea il cardinale Schönborn – dare allora all’eccessivo pauperismo delle opere moderne e della liturgia di oggi. Aspetto che il cardinale condanna, ponendosi ulteriori domande. Perché l’arte moderna è di così scarso valore? Si tratta di una crisi di creatività, di una crisi della cultura dei nostri tempi o di una perdita del senso del sacro? E ancora, perché vi è tanto cattivo gusto in ciò che circonda la bellezza delle Fede? Sono tutte questioni – ha concluso il card. Schönborn – che il cristiano oggi non può eludere. Ma la bellezza di Cristo – ha detto ancora – non si manifesta solo nell’armonia delle forme e delle rappresentazioni, ma anche nella santità, nella misericordia e nella giustizia, canoni imprescindibili della nostra Fede. A chiudere i lavori della mattina la tavola rotonda, in cui i rappresenti dei movimenti presenti – Focolari, Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Rinnovamento Carismatico, la Comunità Chemin Neuf e la Comunità L’Arca – partendo dalle rispettive esperienze ecclesiali hanno trattato il tema “L’incontro con la bellezza di Cristo: itinerari educativi”.

 

Dal Centro Mondo Migliore, Giancarlo La Vella, Radio Vaticana.

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A CHIUSURA DEL MESE DI MAGGIO TRADIZIONALE PROCESSIONE QUESTA SERA

NEI GIARDINI VATICANI. ALLA FINE IL PAPA IMPARTIRA’ LA SUA BENEDIZIONE

- Intervista con mons. Angelo Comastri -

 

Questa sera alle 20.00, a chiusura del mese di maggio, si svolgerà nei Giardini Vaticani la tradizionale processione dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla Grotta di Nostra Signora di Lourdes, con la recita del Santo Rosario guidata dall’Arcivescovo Angelo Comastri, Vicario Generale del Papa per la Città del Vaticano.  Verso le 21.00, il Santo Padre si unirà ai fedeli per concludere la celebrazione e impartire la Benedizione Apostolica. La Radio Vaticana seguirà il rito a partire dalle 20.00 con il commento del nostro direttore generale padre Federico Lombardi sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza  di 105 MHz. Sul significato di questo appuntamento Giovanni Peduto ha sentito lo stesso mons. Comastri:

 

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R. – La Chiesa è come un grande Cenacolo dove gli Apostoli, insieme a Maria, continuamente invocano la discesa dello Spirito Santo, perché la chiesa non vive delle sue forze umane, la Chiesa vive di Spirito Santo e con la f orza dello Spirito Santo può annunciare Gesù, può lievitare il mondo con la forza del Vangelo. Ebbene, l’ultimo giorno del mese di maggio, il colle Vaticano diventa come un piccolo Cenacolo. Ci mettiamo tutti in preghiera intorno a Maria e il Papa stesso si mette in preghiera e tutti insieme invochiamo lo Spirito Santo perché in questo momento, in questo tempo, in questa epoca dia agli apostoli di oggi e al Papa, che è il capo degli Apostoli,m la forza che provarono gli Apostoli nella prima Pentecoste, quando uscirono dal Cenacolo e gridarono con la voce di Pietro: “Gesù di Nazaret”. A pensare che fino a pochi giorni prima, Pietro aveva temuto nel pronunciare il nome di Gesù, aveva addirittura detto “io non lo conosco, non appartengo al suo gruppo”. E invece il giorno di Pentecoste, con la forza dello Spirito Santo, andò in frantumi la paura. Pietro recuperò la gioia e l’entusiasmo della fede e gridò il nome che è salvezza, Gesù – Dio salva. Oggi noi viviamo in un contesto di ostilità, viviamo in un mondo dove ci tante e tante zone d’ombra, anzi talvolta possiamo dire zone di tenebra. Talvolta potremmo anche noi aver paura di un mondo siffatto. La paura si supera entrando nel cenacolo dell’umiltà, nel cenacolo dell’invocazione, nel cenacolo in cui il cuore si apre a Dio e invoca: donaci lo Spirito, donaci lo Spirito di fortezza. E in questa invocazione la preghiera acquista forza quando c’è Maria con noi, quando siamo insieme a Maria, quando la voce di Maria prevale sulla nostra  voce, quando il Cuore Immacolato di Maria prevale sul nostro fragile cuore e uniti a Maria invochiamo il compimento della Pentecoste perché oggi noi possiamo annunciare il Vangelo a tutti.

 

D. – A conclusione del mese di maggio la Chiesa ha posto la festa della Visitazione di Maria. Una sua riflessione …

 

R. – Credo che il mese di maggio non potesse avere una chiusura migliore di questa. Perché dopo aver guardato Maria, dopo aver rivisitato il mistero dell’Annunciazione, dopo aver guardato il suo volto, dopo aver riconosciuto in lei la creatura tutta bella, noi dobbiamo con Maria uscire e portare agli altri Gesù. E’ chiaro che ricordando nell’ultimo giorno di maggio Maria, nel gesto in cui esce dalla casa di Nazareth per andare da Elisabetta, questo ricordo diventa per noi un impegno. Anche noi dobbiamo uscire dalla casa del nostro raccoglimento, dalla casa della nostra preghiera, dalla casa dell’ascolto della Parola, per andare a condividerla con gli altri. E per condividerla con gli altri dobbiamo metterci sempre sulla strada della carità, sulla strada dell’umiltà, sulla strada del servizio, perché soltanto quando siamo umili, caritatevoli, servizievoli, la parola che annunciamo sarà una parola credibile. Perché la carità è l’unica strada per rendere credibile la verità.

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RINUNCE E NOMINE

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Idiofa, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Louis Mbwôl-Mpasi, Oblato di Maria Immacolata.

 

In Brasile, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Vitória il sacerdote religioso Cappuccino, Mário Marquez, finora parroco della Cattedrale “Rainha da Paz” dell’Ordinariato Militare del Brasile, a Brasília. Il nuovo ausiliare, 53 anni, è entrato nel suo Istituto religioso nel 1975, dove ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel novembre del 1980. È stato più volte parroco e cappellano militare.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano – “Rimanete saldi nella fede! E’ questa la consegna che ho lasciato ai figli dell’amata Polonia”: all’udienza generale Benedetto XVI ripercorre con i fedeli presenti in Piazza San Pietro le tappe del viaggio apostolico compiuto nei giorni scorsi.

 

Servizio estero - In evidenza l’Iraq, dove persistono le sanguinose violenze.

 

Servizio culturale - Per la rubrica “Incontri”, il direttore d’orchestra Gianluigi Gelmetti intervistato da Antonio Braga.

 

Servizio italiano - In rilievo l'economia. “Manovra da 28 miliardi di euro e innalzamento dell’età pensionabile”: le priorità nella relazione del Governatore della Banca d’Italia.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

31 maggio 2006

 

E’ STATO REGISTRATO ALL’AJA TRA LE FORMAZIONI POLITICHE

IL NEO-PARTITO POLITICO OLANDESE CHE INTENDE PROMUOVERE LA LEGITTIMITA’

DI RAPPORTI SESSUALI TRA BAMBINI E ADULTI. LA PREOCCUPATA REAZIONE

DEL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE ANTIPEDOFILIA “METER”

- Intervista con don Fortunato Di Noto -

 

I pedofili olandesi scendono in politica con un proprio partito politico. E’ stato registrato infatti oggi all’Aja tra le formazioni politiche il partito “Naastenliefde, Vrijheid en Diversiteit”, “Carità, libertà e diversità”. Tra i punti del suo programma prevede la legittimità dei rapporti sessuali tra i bambini e gli adulti e l’abolizione del reato di detenzione e produzione di materiale pedopornografico. Un precedente pericoloso in Europa – secondo don Fortunato di Noto, fondatore dell’associazione antipedofilia Meter. Stefano Leszczynski lo ha intervistato:

 

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R. – Questo annuncio ci dimostra quanto sono pericolose queste lobby pedofile, e ora – diciamolo pure – anche con elementi politici, che vogliono veramente normalizzare uno dei fenomeni più abbietti che i bambini possano subire in questi ultimi tempi. Io mi appello a tutte le coscienze civili, culturali. Questo non deve accadere e noi faremo di tutto affinché non accada neanche un minimo aggancio ad alcuni elementi pedofili italiani che, da tempo presenti nel nostro territorio, hanno le stesse identiche rivendicazioni.

 

D. – Tutto sommato l’idea che queste rivendicazioni possano essere condotte in maniera legittima sembra sempre più accettata…

 

R. – E’ accettata proprio perchè c’è questa naturale normalizzazione della ideologia pedofila. Il concetto è uno: la pedofilia o è un crimine contro l’infanzia o è semplicemente una tendenza naturale o un diritto dell’uomo, acquisito da non so quali punti di vista. Io credo che sia necessaria veramente una strategia culturale, politica, sociale di intervento, affinché dalla radice si possano sradicare certe ideologie che, ahimè, accomunano a volte anche qualcuno dell’“intellighenzia” italiana.

 

D. – Si può fare una stima di quelle che sono le associazioni pedofile in Europa?

 

R. – E’ un fenomeno in espansione. E’ un fenomeno sempre in costante aumento. E’ un fenomeno che sta investendo la società. Perchè non c’è soltanto l’aspetto politico-culturale, c’è tutta una strategia che sta mettendo a dura prova il buon senso e la capacità di poter intervenire. Ovviamente qui devono intervenire le istituzioni. Le istituzioni devono darci un segnale, perché non è possibile far passare questa idea. Non far passare questa idea significa la ramificazione totale della lotta alla pedofilia e dei diritti fondamentali dei bambini.

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SONO 3 MILIONI GLI IMMIGRATI REGOLARI PRESENTI IN ITALIA ALL’INIZIO DEL 2006: PRESENTATA, PRESSO LA NOSTRA EMITTENTE,

UNA ANTICIPAZIONE DEL RAPPORTO ANNUALE

- Con noi, don Guerino Di Tora e mons. Vittorio Nozza -

 

Gli immigrati regolari presenti in Italia all'inizio del 2006 sono oltre 3 milioni. Lo stima la Caritas-Migrantes nell'anticipazione del rapporto annuale sull'immigrazione, relativo al 2005, presentata presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. I rappresentanti della Caritas hanno criticato l’attuale sistema dell’immigrazione in Italia, considerato inadeguato alle esigenze del mercato del lavoro. Il servizio è di Stefano Leszczynski:

 

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Gli stranieri regolarmente presenti in Italia ad oggi hanno superato quota 3 milioni e rappresentano attualmente il 5,2% dei residenti. I ricercatori del dossier statistico sull’immigrazione stimano che il ritmo di crescita annuale degli stranieri in Italia sia di circa 325mila persone e arrivano ad ipotizzare un raddoppio della popolazione immigrata nel corso dei prossimi 10 anni. Una situazione che – come fa notare mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana – non si pone in contrasto con le previsioni demografiche di EUROSTAT per i prossimi 45 anni: l’Italia vedrà infatti una riduzione totale della popolazione di circa 5 milioni, mentre diminuiranno di 10 milioni le persone in età lavorativa, a fronte di un aumento di 7 milioni di anziani oltre i 65 anni. Gli italiani più giovani e produttivi saranno pertanto gli stranieri. Nel 2006 si stima che nel Belpaese saranno 55mila i nuovi nati da entrambi i genitori stranieri. Un dato – spiega don Guerino Di Tora della Caritas diocesana - che porta a riflettere sulla necessità di rivedere la legge sulla cittadinanza:

 

“E’ da tempo che stiamo anche noi sollecitando, perché i minori hanno una valenza particolare. Ritengo che proprio dai minori si possa più facilmente costruire quello che è il senso di una società nuova, di una integrazione. Si può partire da questi che frequentano le scuole normalmente con gli altri e che vengono quindi a trovarsi in un contesto facilitato nel cooperare, e quindi creare qualcosa di nuovo”.

 

Lo scorso anno sono stati rilasciati 224.080 visti per inserimento, soprattutto per ricongiungimento familiare (40,1%), per lavoro dipendente (35,2%) e per studio (14,2%). Tuttavia, fanno notare i ricercatori, gli studenti stranieri rappresentano soltanto il 2% della popolazione studentesca. Il 44,5% dei visti sono stati richiesti da cittadini europei: in testa la Romania, seguita dall'Albania, gli Usa, il Marocco. Rispetto all'aumento medio annuale dei visti mostra un maggiore ritmo l’America Latina, l’Europa dell'Est e l’Asia orientale. Non mancano poi le critiche all’attuale sistema legislativo sull’immigrazione che non contempla la possibilità di ingresso legale in Italia per la ricerca di lavoro, ostacolando così l’incontro tra domanda e offerta d’impiego, come spiega mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana:

 

“C’è stata una emersione di una popolazione che stava – diremmo così – dentro i nostri contesti, non in modo visibile. Quest’azione buona, dell’aver fatto emergere tutta una serie, un numero di circa 500 mila immigrati presenti, deve essere adesso considerata, e considerata nella maniera più opportuna”.

 

Una posizione sposata anche dall’Ufficio immigrazione e diritto d’asilo dell’Associazione dei Comuni Italiani che sottolinea l’urgenza di ridurre le situazioni di irregolarità anche attraverso una semplificazione ed una sburocratizzazione  dei meccanismi di rilascio e di rinnovo dei permessi di soggiorno.

 

Stefano Leszczynski, Radio Vaticana.

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CHIESA E SOCIETA’

31 maggio 2006

 

 

OGGI, GIORNATA MONDIALE CONTRO IL FUMO:

SUL BANCO DEGLI IMPUTATI LE MULTINAZIONALI DEL TABACCO

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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GINEVRA. = “Mortale sotto ogni forma o camuffamento”: lo slogan di questa Giornata per dire ‘no’ al tabagismo. “Un’epidemia globale” estesa a “intere regioni e Paesi”, che provoca “perdita di produttività, malattie, disabilità e morte”. Ma le industrie del tabacco - denuncia l’Organizzazione mondiale della sanità - continuano “ad anteporre il profitto alla vita, la propria espansione alla salute delle generazioni future, il guadagno economico al benessere e allo sviluppo sostenibile”. Duro l’attacco dell’OMS verso chi per indebolire le “campagne contro il fumo” ha sfoderato nuove ‘armi’, “solo in apparenza” “meno pericolose”: “sigarette, pipe, bidies, kreteks, clove cigarettes, snus, snuff, smokeless, sigari”… “Sono tutti mortali”, sottolinea l’OMS; sigarette con la scritta “light”, “mild”, “a basso contenuto di catrame” “al sapore di frutta, di cioccolato”, “naturali, senza additivi”, “sigarette organiche”, preps “sono tutte mortali”, ripete l’OMS. Pubblicità molto efficaci nell’attrarre vecchi e nuovi consumatori, imbrogliati da “prodotti camuffati con nomi più sani”, o “confezioni attraenti”. Senza negare la ricerca delle multinazionali per prodotti meno nocivi resta scarsa – secondo l’OMS - l’informazione su ingredienti, emissioni ed effetti del fumo sulla salute, anche di questi derivati del tabacco che creano dipendenza e sono mortali.

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IL FUTURO DELL’ITALIA, IL CONTESTO INTERNAZIONALE

E LE PROSPETTIVE DELL’EUROPA, I GIOVANI:

TEMI EVIDENZIATI NELLA NOTA FINALE DELL’ASSEMBLEA DELLA CEI,

CHE ANTICIPA PURE INFORMAZIONI

SUL PROSSIMO CONVEGNO ECCLESIALE DI VERONA

E SULLA SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI

 

ROMA. = Lo sviluppo e il futuro del Paese, la situazione internazionale, le prospettive dell’Europa, il ministero del sacerdote, una rinnovata attenzione ai giovani: sono i temi evidenziati nel comunicato finale – diffuso oggi - della 56ma Assemblea generale dei vescovi italiani, svoltasi in Vaticano dal 15 al 19 maggio. Nella nota sono inserite anche informazioni sul prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Verona e sulla Settimana sociale dei cattolici italiani. Nell'esaminare la situazione del Paese, i vescovi auspicano “che i reali problemi dell'Italia, come la qualità della vita civile e la compattezza del tessuto sociale, siano posti al centro di una dialettica costruttiva e reciprocamente rispettosa”. Resta valido l’invito ai politici per “un gesto di attenzione solidale verso coloro che espiano una pena detentiva senza venir meno all'attenzione alla sicurezza della società”. I presuli ripropongono, inoltre, le urgenze del Sud d'Italia, “rilevando che un futuro migliore per il Paese si potrà avere solo con un'attenzione efficace al Meridione”. Circa “le varie e urgenti questioni socio-economiche” l’episcopato italiano sottolinea la centralità della persona umana e invoca un “comune impegno” nel fronteggiare la denatalità per favorire “l'educazione e la formazione della persona”. In sintonia con Benedetto XVI i vescovi ribadiscono “l'impegno della Chiesa a favore della vita, dal primo istante del suo concepimento fino al termine naturale, e della famiglia legittima fondata sul matrimonio": principi "non negoziabili" che “vanno difesi senza temere contestazioni all'insegnamento sociale e morale della Chiesa”. Con riferimento alle tensioni internazionali e in particolare alla situazione in Iraq e in Afghanistan, i presuli esprimono preoccupazione per “i programmi nucleari dell'Iran, il terrorismo internazionale di matrice soprattutto islamica, la persecuzione per motivi religiosi in varie parti del mondo”. Oltre al Continente africano i vescovi richiamano “la delicata situazione in Israele”. Sul piano europeo i vescovi auspicano “una più efficace presenza dell'Europa, chiamata a superare la posizione di stallo circa il Trattato costituzionale e a riprendere l'iniziativa per individuare una comune politica estera e di difesa” ed esprimono rammarico “per il mancato riferimento esplicito alle radici cristiane del Continente e per l'insistenza nella richiesta di rivedere le legislazioni nazionali circa il riconoscimento di diritti alle coppie omosessuali equiparabili con quelli delle famiglie fondate sul matrimonio”. In tali prese di posizione delle istituzioni europee, sottolinea l’episcopato italiano, "è possibile ravvisare l'onda lunga dei processi di secolarizzazione ma anche la mancata percezione di un clima diverso che si sta facendo strada nelle popolazioni europee, con la riscoperta della propria identità religiosa, morale e culturale e dei suoi valori e contenuti essenziali" (R.G.)

 

 

PROFONDO DOLORE NELLA COMUNITA’ CATTOLICA CINESE

PER LA SCOMPARSA DI MONS. ANTONIO LI DUAN,

ARCIVESCOVO METROPOLITA DI XIAN,

TRA I PRESULI CINESI PIU’ NOTI E STIMATI ANCHE ALL’ESTERO.

PERSEGUITATO A CAUSA DELLA SUA FEDE,

DA SACERDOTE AVEVA SUBITO 20 ANNI DI CARCERE

 

PECHINO. = Lutto nell’episcopato cinese: si è spento il 25 maggio scorso mons. Antonio Li Duan, arcivescovo metropolita di Xian, nella Provincia di Shaanxi nella Cina Continentale. Aveva 78 anni, personalità di grande spicco, tra i presuli cinesi più noti e stimati nel suo Paese e all’estero. Vescovo dal 1987, portava con sé una dolorosa eredità: da sacerdote aveva patito ben 20 anni di carcere e di lavori forzati, proprio a causa della fede. Sotto la sua sapiente guida pastorale l’arcidiocesi di Xian ha avuto un grande sviluppo. Particolare impegno mons. Li Duan aveva speso per preparare i nuovi sacerdoti e le religiose, avviando nuove strutture formative. Nel 1985 aveva aperto nei locali della Cattedrale il Seminario regionale Filosofico-Teologico per le province della Cina Nord-Occidentale e 10 anni dopo la sede del Seminario era stata trasferita al sud della città, in un ambiente più ampio e idoneo. Centinaia ormai i sacerdoti usciti da questo Seminario e cosi anche le giovani uscite dal Centro di Formazione per religiose. Come Metropolita, aveva seguito con dedizione le otto diocesi dello Shaanxi, nel segno dell’ascolto, della comprensione e del dialogo, prodigandosi senza riserve, senza mai arrendersi alla malattia. L’arcidiocesi di Xian conta oggi più di 20 mila cattolici, affidati alle cure di una trentina di sacerdoti, quasi tutti giovani; 44 le chiese, inclusi i luoghi di attività cultuale. 156 i chierici, di 35 diocesi, nel Seminario Maggiore ed altri 65 gli alunni nel Seminario Minore. 310 le religiose francescane missionarie del Sacro Cuore, e 64 quelle in formazione a Xian, appartenenti a 21 Congregazioni. Fra le opere sociali dell’arcidiocesi un Centro servizi sociali ed un Ufficio per il collegamento diocesano. La salma dell’arcivescovo metropolita è rimasta esposta nella Cattedrale di Xian fino al 28 maggio, giorno dei solenni funerali, che sono stati celebrati nella chiesa di Gongyi in Litong, dove mons. Li Duan era stato parroco. Li ha presieduti il suo successore, mons. Antonio Dang Mingyan, e vi hanno partecipato vari vescovi, un centinaio di sacerdoti e circa 5 mila fedeli (R.G.)

 

 

CONTINUANO LE POLEMICHE IN ITALIA

 DOPO L’ANNUNCIO DEL MINISTRO DELL'UNIVERSITA' E  RICERCA FABIO MUSSI

CIRCA IL RITIRO DELLA FIRMA ITALIANA DALLA “DICHIARAZIONE ETICA”

CHE SANCIVA LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA (INSIEME AD ALTRI GOVERNI EUROPEI) ALL’USO DELLE STAMINALI EMBRIONALI

NEL QUADRO DEL PROGRAMMA DI RICERCA EUROPEO

 

ROMA. = Polemiche in Italia dopo l’annuncio, dato ieri a Bruxelles, dal Ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi circa il ritiro della firma italiana dalla “Dichiarazione etica” che sanciva la contrarietà dell’Italia (insieme ad altri governi europei) all’uso delle staminali embrionali nel quadro del programma di ricerca europeo FP7. L’Associazione Scienza & vita ribadisce il suo ‘no’ all’utilizzo delle cellule staminali da embrioni, in qualsiasi modo prodotti, anche se soprannumerari rispetto a pratiche di fecondazione assistita e in stato di abbandono. E’ quanto affermano in una nota Bruno Dallapiccola e Maria Luisa Di Pietro, presidenti dell’associazione. “La nostra posizione – argomentano – è dovuta al fatto che il prelievo delle staminali distrugge l’embrione. Inoltre – aggiungono - non si vede per quale ragione si debba continuare il filone di ricerca sulle staminali embrionali, quando  gli unici risultati  finora attendibili sono venuti dall’utilizzo di quelle  adulte o da sangue di cordone ombelicale. Si tratta di risultati terapeutici sperimentati ogni anno su decine di migliaia di casi”. “La riduzione delle tutele etiche non è indubbiamente un fattore di civiltà e progresso. E’ possibile - si chiedono i presidenti di “Scienza & vita” – che dopo una legge costata anni di lavoro parlamentare, un referendum fallito e autorevoli pareri del comitato di bioetica, si debba sempre tornare su questa questione e non si trovino problemi più urgenti da risolvere per il Paese?”. Sulla vicenda è intervenuto anche il prof. Adriano Pessina, direttore del Centro di Bioetica dell'Università Cattolica, secondo il quale “questa decisione manifesta di fatto   una totale disattenzione per il dibattito culturale che nel  nostro Paese e in Europa si é sviluppato circa la legittimità morale della ricerca sulle cellule staminali embrionali''. Inoltre – afferma il prof. Pessina -''rinunciare a tutelare la vita degli esseri umani nelle fasi embrionali da ogni forma di sfruttamento e di manipolazione significa rinunciare a fare dell'Europa un luogo di rigorosa promozione e difesa dei diritti dell'uomo''.  

 

 

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24 ORE NEL MONDO

31 maggio 2006

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

 

Nuovi incidenti sono scoppiati oggi a Dili, la capitale di Timor Est: decine di giovani hanno incendiato case, magazzini ed un mercato. Gli atti di violenza si aggiungono ai numerosi disordini che si stanno verificando ultimamente nel paese. Un uomo a bordo di una moto ha incitato una trentina di giovani, la maggior parte dei quali col viso coperto da una bandana, ad attaccare un mercato nei pressi dell'aeroporto. I giovani inoltre sono stati visti incendiare otto bancarelle, due edifici, un magazzino ed una casa. Come nei giorni precedenti, i disordini sono terminati con l'arrivo delle forze di sicurezza internazionali, che hanno perquisito e disarmato i giovani.

 

Sono almeno 5.846 le persone morte a causa del terremoto che sabato scorso ha sconvolto l'isola indonesiana di Giava. E’ il triste ultimo aggiornamento fornito dal ministero degli Affari sociali a Jakarta. Intanto l’ONU fa sapere che, secondo il governo, il terremoto non è da considerarsi una “calamità catastrofica” per cui  le Nazioni Unite assumeranno un ruolo di supporto piuttosto che guidare gli aiuti internazionali. Lo ha detto oggi il capo di una squadra di soccorso dell'ONU, Charlie Higgins. Ha aggiunto che solo un terzo dei ripari d'emergenza richiesti, sotto forma di tende e simili, sono stati forniti. E che una priorità è ancora l'acqua potabile. Intanto alcuni feriti sono stati portati in ospedali più lontani per alleggerire il lavoro del personale sanitario nella zona colpita. Ma qual è l’impegno della Chiesa locale per i terremotati? Risponde, al microfono di Giada Aquilino, il padre missionario Silvano Laurenzi, raggiunto telefonicamente a Jakarta:

 

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R. – Ci arrivano continuamente notizie dalla curia, soprattutto delle iniziative per raccogliere aiuti di emergenza, subito. E domenica prossima è una giornata tutta dedicata agli aiuti e anche al coordinamento di questi aiuti. Noi abbiamo fatto la scelta di inviare tutti gli aiuti raccolti dalla parrocchia della zona: cibo, bevande e vestiti, coperte, anche tende. Dalla mia parrocchia parte un gruppo organizzato dalle suore canossiane che sono qui, e vanno alcuni giovani. Addirittura c’è anche del personale militare che accompagna le persone della parrocchia, perché lungo la strada c’è anche gente che ruba, nel senso che hanno fame!

 

D. – Che notizie ci sono? Cresce l’emergenza epidemie?

 

R. – Lo hanno annunciato oggi: c’è paura delle epidemie, per cui stanno mandando medicinali, dottori che partono … mi pare che si stiano organizzando. Addirittura il presidente non è più a Jakarta in questi giorni, è a Joyakarta, per coordinare tutto questo lavoro!

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Violenza senza sosta in Iraq: ieri si sono contate ancora più di 50 vittime in diversi attentati tra Baghdad e Hilla. Ucciso anche in un agguato il conduttore di un programma sportivo. Il nostro servizio:

 

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L'emittente TV irachena al Iraqiya, per la quale lavorava il giornalista di 23 anni, da alcune ore ha posto una striscia nera in alto a sinistra del teleschermo in segno di lutto. Dall'inizio della guerra, nel 2003, sono almeno 71 i giornalisti uccisi in Iraq, secondo il Committee to Protect Journalists, a cui si devono aggiungere oltre una  ventina di membri dello staff e dipendenti locali degli organi  d'informazione internazionali. E nelle ultime ore quarantadue cadaveri sono stati trovati in varie zone della capitale. La polizia precisa: molti presentavano ferite da colpi d'arma da fuoco, erano legati e mostravano segni di tortura. La maggior parte dei corpi sono stati trovati nella parte orientale di Baghdad, altri nel distretto di  Baladiyat e nelle vicinanze di Sadr City. L’angosciante rinvenimento di cadaveri gettati per strada è sempre più frequente in Iraq soprattutto dall'attentato alla moschea di  Samarra, nel febbraio scorso, che ha scatenato l'ondata di  violenze tra sciiti e sunniti. Resta da dire che in questo contesto si è recato oggi a Bassora il premier iracheno sciita Nuri Al Maliki, che ha avuto colloqui con il governatore e altre autorità locali. Ieri il primo ministro aveva manifestato la volontà di sgominare le gang terroristiche che a Bassora boicottano le esportazioni di petrolio.

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Nel sud dell’Afghanistan, per tutta la notte, i ribelli fondamentalisti, dopo una furiosa battaglia, hanno preso il controllo del quartier generale della polizia e dell'edificio che ospita il governo regionale nel distretto di Chora nella provincia dell'Oruzgan. Sono andati via in mattinata. Una dozzina di poliziotti sono stati uccisi e una quarantina rapiti in due azioni dei Taleban, sempre nel sud. Il distretto di Chora si è trasformato in una sorta di 'terra di nessuno'', secondo fonti della polizia che hanno aggiunto che le truppe di sicurezza afghane sono in attesa di rinforzi per poter  ritornare  nella zona. Gli attacchi delle bande di taleban si sono moltiplicati negli ultimi mesi nel sud del Paese e la provincia di Oruzgan e' una delle piu' ingovernabili. E guardando alla capitale Kabul, si registrano nelle ultime ore dimostrazioni anti americane. Intanto il portavoce della coalizione fa sapere che i soldati della coalizione in Afghanistan hanno aperto il fuoco ''per legittima difesa'' dopo l'incidente stradale di lunedi' che ha scatenato violente  dimostrazioni a Kabul. A partire dalla fine del prossimo luglio, circa 1300 soldati olandesi dovrebbero essere dislocati nella regione per rafforzare il potere del governo centrale di Kabul.

 

E’ iniziata all’insegna della violenza la giornata di oggi in Medio Oriente. Questa mattina tre razzi sono stati lanciati verso i territori israeliani, uno dei quali è caduto vicino alle abitazioni del ministro della Difesa israeliano Amir Peretz. Sette invece le vittime palestinesi della violenza di ieri, per un’incursione dell’esercito ebraico nella Striscia di Gaza. Sul piano politico, il premier di Hamas ha annunciato il versamento dei salari a 160.000 dipendenti pubblici.

 

Seconda notte di violenza nelle periferie parigine di Montfermeil e Clichy-sur Bois. Quattro poliziotti sono stati feriti, una decina le auto date alle fiamme da un centinaio di giovani armati. Nella notte di lunedì, il confronto tra forze dell’ordine e manifestanti era durato circa quattro ore.

 

Il capo del governo spagnolo, Zapatero, ha difeso ieri in parlamento, la strategia di controllo dell’immigrazione approvata ed usata fino ad oggi dal suo esecutivo. Un intervento reso necessario dalle critiche del centro destra per lo sbarco clandestino sul territorio spagnolo di oltre 700 immigrati nei soli ultimi due giorni.

 

Giornata di trattative oggi a Vienna per i ministri agli Affari Esteri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Sul tavolo dei lavori la serie di incentivi che gli europei intendono proporre all’Iran affinché il suo governo abbandoni i fini militari del suo programma nucleare. L’Iran, da una parte, si è detto favorevole a riprendere immediatamente i negoziati con i Paesi europei. Dall’altra con le dichiarazioni di stamattina del vice capo dell'Organizzazione per l'energia nucleare, Mohammad Saidi, ha dichiarato che i Paesi europei e l'intera comunità internazionale devono accettare che le attività nucleari dell'Iran sono ''irreversibili'' e ''devono tenere conto di questo nel prendere le loro decisioni''.

 

L’Europa deve andare avanti anche senza Costituzione. Queste le parole del Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Durao Barroso, in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica”. Il presidente dell’euro-esecutivo rinnova il suo invito agli Stati membri a concentrarsi su quella che lui stesso ha definito “l’Europa dei risultati”. Dopo l’accordo a 25, avvenuto ieri, sulla direttiva servizi, Barroso si aspetta dal prossimo Consiglio europeo dei progressi sostanziali e dei passi avanti sulla base dei trattati già esistenti. “Chi ama davvero l’Europa – continua il presidente – deve cercare di rilanciarla attraverso risultati concreti”.

 

L'opposizione sudcoreana guidata dal Gran partito nazionale si è imposta oggi con ampio margine in elezioni amministrative che hanno interessato i vertici di 16 grandi municipi e province. Secondo exit poll della Radiotelevisione coreana il partito Uri del presidente Roh Moo Hyun ha conquistato solo uno dei maggiori obiettivi in palio. La consultazione popolare rappresentava un importante banco di prova per il presidente dopo una serie di scandali di corruzione che gli avevano fatto perdere diversi punti di popolarità. L'entità di questo calo potrebbe fornire indicazioni di rilievo sulla conclusione del mandato quinquennale di Roh, che scade alla fine del prossimo anno. Tali indicazioni potranno essere però valutate solo dopo la pubblicazione del responso ufficiale delle urne.

 

 

 

 

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