RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 150 - Testo della trasmissione di martedì 30 maggio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Dopo
l’esplosione che ha ucciso ieri un cameraman e un tecnico della CBS a Baghdad,
la giornalista ferita è ora in una base americana in Germania – 4 dipendenti di ONG
uccisi in Afghanistan
30 maggio 2006
I
MOVIMENTI E LE COMUNITA’ ECCLESIALI, DONI DELLO SPIRITO DA VALORIZZARE
NELLA
CRESCITA DELLA CHIESA NEL MONDO: PRESENTATI IN SALA STAMPA IL GRANDE RADUNO
DELLA VEGLIA DI PENTECOSTE E IL CONGRESSO INTERNAZIONALE
DELLE
NUOVE REALTA’ ECCLESIALI A ROCCA DI PAPA
-
Intervista con l’arcivescovo Stanislaw Rylko e don Julian Carrón -
Con nel cuore ancora vivide le immagini
del viaggio apostolico in Polonia, Benedetto XVI e la Chiesa si apprestano ad
un altro importante appuntamento: il lungo incontro dei Movimenti ecclesiali
con il Papa, in programma sabato 3 giugno, vigilia di Pentecoste. L’evento sarà
preceduto da un Congresso mondiale, dal 31 maggio al 2 giugno, intitolato “La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo”.
Un appuntamento presentato stamattina nella Sala stampa della Santa Sede. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
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Oggi come otto anni fa, c’è un mondo che reclamizza
modelli di vita senza Dio. Oggi come otto anni fa, c’è estremo bisogno di
“personalità cristiane mature” e “comunità vive” che testimonino
una “fede senza se e senza ma”, senza “scappatoie”. A più voci si sono
intrecciate e riecheggiate oggi in Sala stampa vaticana le parole-cardine di
due magisteri – di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI – in merito alla
presenza e alla crescita dei movimenti e delle nuove comunità all’interno del
tessuto della Chiesa mondiale. Il presidente del Pontificio Consiglio per i
Laici, l’arcivescovo Stanislaw Rilko,
ha subito messo in risalto come l’incontro di sabato prossimo si ponga nel
solco del precedente. Quella di voler incontrare quest’anno i movimenti alla
vigilia di Pentecoste - ha spiegato all’inizio della Conferenza stampa lo
stesso mons. Rylko - è stata una significativa
“scelta operativa” dell’attuale Pontefice, già espressa un anno fa dallo stesso
Benedetto XVI, nella prima udienza concessa al massimo responsabile del
Pontificio Consiglio per i Laici:
“L’appuntamento che Papa Ratzinger ha dato a movimenti e comunità per il 3 giugno
prossimo è un importante segnale di continuità con il magistero di Giovanni
Paolo II, che in queste nuove realtà aggregative
vedeva doni preziosi dello Spirito alla Chiesa di oggi e un grande segno di
speranza per l’umanità del nostro tempo (…) Otto anni dopo, il nuovo Successore
di Pietro ha voluto ripartire proprio da lì per
riprendere il discorso con i movimenti, convocandoli nello stesso luogo e nella
stessa ricorrenza”.
Mons. Rylko
ha riassunto la particolare attenzione suscitata da sempre, dall’indomani del
Vaticano II, nell’allora prof. Ratzinger dalle nuove
realtà ecclesiali che andavano fiorendo sulla scorta dell’assise
conciliare. Mons. Rylko
ha ricordato ciò che scriveva il futuro Papa negli Anni sessanta: “Ecco
all’improvviso qualcosa che nessuno aveva progettato. Ecco, che lo Spirito
Santo, per così dire, aveva chiesto di nuovo la parola”:
“Eletto Papa, Benedetto XVI non ha cessato di manifestare
attenzione nei confronti dei movimenti ecclesiali a proposito dei quali ancora
nell’agosto dello scorso anno a Colonia, diceva ai vescovi tedeschi: “La Chiesa
deve valorizzare queste realtà e al tempo stesso deve guidarle con saggezza
pastorale affinché contribuiscano, nel modo migliore, con i loro diversi doni,
all’edificazione della comunità. Poi continuava: “Le chiese locali ed i movimenti,
non sono in contrasto tra loro, ma costituiscono la struttura viva della
Chiesa”.
E questa “struttura” - ha illustrato il segretario del Pontificio
Consiglio per i Laici, mons. Josef Clemens – sarà ben visibile nei prossimi giorni
all’opinione pubblica mondiale, quando oltre un centinaio di movimenti saranno
rappresentanti al Congresso mondiale di Rocca di Papa, dal 31 maggio al 2
giugno, e all’evento del 3 giugno in Piazza San Pietro. Secondo gli ultimi
dati, saranno tra i 250 e i 300 mila i partecipanti all’incontro con Benedetto
XVI: 30 mila italiani, 4 mila tedeschi, 5 mila dall’America Latina, oltre 700
tra Africa e Asia 100 dalla Chiesa dell’Oceania. Imponente si prefigura anche
la macchina mediatica, che seguirà in tele e
radiocronaca diretta le circa cinque ore dell’avvenimento. La nostra emittente,
in particolare, garantirà il commento della veglia in cinque lingue.
Un segno dell’importanza attribuita a questo secondo
appuntamento tra la Chiesa dei nuovi carismi e quella istituzionale
rappresentata dal Papa e dai vescovi è dato anche dalla presenza di una
delegazione ecumenica, composta da otto rappresentanti
inviati dalla Federazione luterana mondiale, dal Consiglio ecumenico delle
Chiese, dal Patriarcato ortodosso di Mosca, dalla Chiesa armena e da quella
anglicana. Presenze di alto profilo il cui desiderio di partecipare a questo
incontro, secondo il sottosegretario del dicastero vaticano, Guzman Carriquiry si spiega così:
“Abbiamo avuto un’ottima risposta, siamo contenti di
questa partecipazione. Anche perché molti di questi movimenti, comunità, hanno
una grandissima esperienza di lavoro ecumenico: ecumenismo della preghiera,
ecumenismo della carità, dialogo a tutto campo. E questa esperienza certamente
si esprimerà anche nel nostro Congresso”.
Al termine della conferenza stampa, i giornalisti
presenti hanno posto ai relatori, tra le altre, due questioni di notevole
rilievo nel panorama ecclesiale mondiale. Al quesito che rilevava la “scarsa
simpatia” di cui talvolta sono accreditati i movimenti in alcune diocesi, mons.
Rylko ha risposto:
“Io non sarei così pessimista. Noi, come dicastero,
riscontriamo una notevole crescita da parte dei vescovi, che vengono da noi in
occasione della visita ad Limina, e
sono vescovi da tutti i continenti: la crescita della consapevolezza che queste
nuove realtà sono un dono da cogliere con gratitudine, soprattutto, e con
responsabilità per non sprecare tale dono”.
Altro elemento di interesse è risultato il numero più che
raddoppiato dei movimenti che saranno in Piazza San Pietro per la veglia di
Pentecoste. Ecco il commento di Guzman Carriquiry:
“La realtà dei movimenti a livello mondiale, è molto
variopinta. Ci sono varie realtà di cui - dobbiamo riconoscerlo umilmente - il
nostro dicastero non è neanche a conoscenza perché hanno carattere diocesano,
regionale, ma ugualmente importante. Il fatto che si siano presentati in più
questa volta è il frutto della semina di questi otto anni. Sono delle realtà
molto belle, anche se a volte relativamente piccole dal punto di vista
statistico. Ma sappiamo che la statistica non ha l’ultima parola nella vita
della Chiesa”.
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Sui problemi che a volte sorgono
nell’armonizzare l’operato dei movimenti con la pastorale parrocchiale e
diocesana, ascoltiamo al microfono di Giovanni Peduto ancora mons. Stanislaw Rylko, presidente del
Pontificio Consiglio per i laici:
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R. - Dove c'è la vita sorgono anche le tensioni, le
difficoltà... Generalmente bisogna dire che nella
Chiesa è cresciuta molto, tra i pastori e tra i laici. la
consapevolezza che i movimenti e le nuove comunità sono soprattutto un dono da
accogliere con gratitudine e non solo un "problema". Papa Benedetto XVI parlando durante
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E tra le realtà ecclesiali che saranno presenti
all’incontro con Benedetto XVI c’è anche Comunione e Liberazione,
movimento ecclesiale fondato a Milano da don Luigi Giussani.
Nella nostra rassegna di movimenti oggi ci preoccupiamo di CL, che è presente
in 70 Paesi di tutti i continenti, e la cui nascita risale al 1954. Il carisma
del movimento consiste nel richiamo a vivere nel presente l’esperienza
cristiana propria della Tradizione. Il movimento ha, dunque, lo scopo di
proporre la presenza di Cristo come unica vera risposta alle esigenze profonde
della vita umana di ogni tempo. Ma come si sta preparando Comunione e Liberazione
a questo incontro con il Papa? Alessandro Gisotti lo ha chiesto a don Julian Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione:
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R. – Ci prepariamo con la preghiera, noi andiamo a Roma
con questo desiderio: metterci davanti al Papa Benedetto XVI con tutto il
desiderio di ascoltare la parola, una parola che sia luce nel nostro cammino
nella Chiesa e nella vita!
D. – Quali frutti vi aspettate da questo incontro con il
Papa ma anche con gli altri movimenti ecclesiali?
R. – Noi ci aspettiamo un aiuto per continuare il nostro
cammino di fede, per scoprire di più la vera natura del cristianesimo e la sua
bellezza. Un aspetto sul quale il Papa insiste in continuazione nel presentare
il cristianesimo. Allo stesso tempo, ci aspettiamo un aiuto nel metodo per
poter vivere questo avvenimento cristiano e, allo stesso tempo, poterlo
comunicare come bellezza agli altri.
D. – Questo incontro avviene senza don Giussani,
ma in realtà don Giussani è molto, presente, anche a
questo raduno…
R. – Senz’altro, tutto quello che noi viviamo è proprio
grazie a quello che lui ci ha donato, ci ha testimoniato e continua a donarci.
Tutto quello che abbiamo vissuto dalla sua morte in poi, è la testimonianza di
quella sua compagnia che dal cielo ci protegge e ci conduce.
D. “La bellezza di essere cristiani
e la gioia di comunicarlo” è il tema forte di questo incontro con i movimenti.
Come mettere in pratica questa che è anche un’esortazione? Come la mette in
pratica, nell’esperienza quotidiana, “Comunione e Liberazione”?
R. – Semplicemente cercando di testimoniare questa
bellezza. E’ quello che facciamo nel rapporto con i compagni di lavoro, nelle
famiglie o tra gli amici: fare risplendere questa bellezza in tutto quello che
tocchiamo perché la bellezza non ha bisogno di molte parole, si esprime da sé.
Questo è ciò che mi affascina di più di ciò che il Papa ci sta dicendo adesso
perché un cristianesimo ridotto soltanto ad etica può essere sconfitto da una
certa mentalità come quella che dilaga sempre più. Ma un cristianesimo come
bellezza non sarà mai sconfitto come non sarà mai sconfitta la bellezza delle
montagne! Fin quando ci saranno le montagne, l’uomo potrà ripartire stupito di
questa bellezza, potrà ripartire il cristianesimo qualsiasi sia la situazione
sociale in cui siamo chiamati a vivere.
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BENEDETTO
XVI APRIRA’ I LAVORI DEL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA DIOCESI DI ROMA, IL PROSSIMO 5 GIUGNO, IN SAN GIOVANNI IN LATERANO.
TEMA
“LA GIOIA DELLA FEDE E L’EDUCAZIONE DELLE NUOVE GENERAZIONI”
- Con
noi, mons. Mauro Parmeggiani -
Benedetto
XVI aprirà lunedì prossimo i lavori del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma,
evento che si terrà dal 5 all’8 giugno nella Basilica di San Giovanni in Laterano, sul tema “La gioia della fede e l'educazione
delle nuove generazioni”. Al convegno parteciperanno parroci, sacerdoti,
religiose, ma sono invitati anche i fedeli laici e i giovani delle parrocchie,
associazioni e movimenti della Chiesa di Roma. Il discorso del Papa aprirà l'evento
lunedì 5 giugno alle 19.30, dando l’avvio a una tre giorni
di riflessione in vista dell'elaborazione del programma pastorale del prossimo
anno. “Al centro dell'attenzione – informa una nota del Vicariato di Roma -
saranno le nuove generazioni, alle quali la Chiesa di Roma dedicherà una
speciale attenzione in continuità con il tema della famiglia affrontato negli
anni scorsi”. Il Convegno sarà chiuso giovedì 8 nella Basilica Lateranense alle 19:30 con le
relazioni di sintesi e l'intervento del cardinale vicario Camillo Ruini, che traccerà le linee programmatiche per l'anno
pastorale 2006-2007. Sulla presenza del Papa al convegno e sul tema
dell’incontro, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Mauro Parmeggiani, segretario generale del Vicariato:
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R. – Con grande gioia accogliamo il Papa. Direi che ormai
è diventata una tradizione questa sua presenza al Convegno ecclesiale
diocesano, perché anche l’anno scorso Papa Benedetto XVI, eletto Papa da pochi
mesi, volle venire a presiedere il Convegno e ad aprirlo. Logicamente il tema
di quest’anno parla innanzitutto della gioia della fede. Questo è un tema molto
caro al Papa: la gioia che proviene dall’aderire a Cristo, a Colui che dà stabilità
all’uomo, a Colui che dà gioia all’uomo. Dentro quest’azione pastorale, che
deve rimanere missionaria e ispirata culturalmente per essere presente nella
cultura degli uomini di oggi, vogliamo “mettere la lente d’ingrandimento” sulla
realtà delle nuove generazioni, che hanno bisogno in questa società
dell’educazione alla gioia della fede. Una realtà che è molto in movimento, in
cambiamento e che va riconsiderata, va riguardata anche con ottimismo, non solo
notando i problemi, ma con la fiducia che con la grazia di Dio è possibile
credere anche oggi, ed è
possibile anche ai giovani credere oggi.
D. - Benedetto XVI, d’altronde, ha iniziato il suo
ministero petrino sottolineando nell’omelia: “La Chiesa è giovane”…
R. – Certo, direi che è giovane al di là dell’età dei
singoli appartenenti alla Chiesa. Anche in Polonia, incontrando i giovani, il
Papa ha detto: “Avete dalla vostra parte Giovanni Paolo II. Ci sono io qui con
voi a Cracovia, ma sappiate che anche il mio successore, qualunque successore
di Pietro, come la Chiesa del resto, sta sempre dalla vostra parte. E’ sempre
dalla parte dei giovani”. Questo ce l’ha insegnato
Papa Giovanni Paolo II e ce lo insegna in maniera fortissima Benedetto XVI, che
con i giovani ha già iniziato un dialogo, prima a Colonia con tutti i giovani
del mondo e poi a Roma, nell’ultimo incontro che ha avuto con i giovani in
Piazza San Pietro il 6 aprile scorso. Lì non si è tirato indietro e ha risposto
con grande semplicità e franchezza alle domande che i giovani stessi gli hanno
posto. C’è già quindi un clima di dialogo e di simpatia con i giovani, che già
lo apprezzano per le sue forti parole e i suoi alti stimoli. I giovani, anche
quelli apparentemente più lontani o superficiali, in realtà amano capire e
amano trovare persone che li aiutino a capire la
realtà nella quale vivono e nella quale cercano un senso.
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LE
GRANDI OPPORTUNITA’ DELLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA COMUNICAZIONE CHIEDONO
MAGGIORE RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE ED
UNA FORMAZIONE CONSAPEVOLE FIN DAI BANCHI DI
SCUOLA: SPUNTI E RIFLESSIONI SUL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI PER
-
Intervista con Bruno Pellegrini -
I nuovi scenari tecnologici stanno cambiando profondamente
i modi di informare e comunicare e stanno perfino trasformando le nostre
quotidiane abitudini di vita. Tutto ciò pone “grandi sfide”, come evidenziato
da Benedetto XVI nel suo messaggio per
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D. - Prof. Pellegrini, tra le
nuove tecnologie sicuramente Internet è tra le più rivoluzionarie. Ma che uso
ne stiamo facendo? Ci sono letture positive e altre negative della comunicazione
in rete. Allora che cosa sviluppare e che cosa evitare per rendere questa autostrada
più sicura possibile per chi la percorre? E direi anche per capire la direzione
ultima di questo enorme flusso di informazioni, che alcuni temono possa farci
naufragare…
R. – Credo che Internet dia a tutti quanti la facoltà e
l’opportunità di diventare media: questa è la vera rivoluzione. Per questo
tutti quanti noi possiamo essere portatori di messaggi di valore o di amore,
così come ci ricorda Benedetto XVI. Il che, a questo punto, ci carica di
maggiori responsabilità in quanto individui. Quindi, la vera direzione la
possiamo dare solamente se innanzitutto ci rendiamo consapevoli di questa nuova
potenzialità dell’essere umano e ci mettiamo nella condizione non di esercitare
violentemente o comunque con forza una direzione, ma di formare: E’ quanto
sollecita Benedetto XVI, che ricorda anche le parole di Giovanni Paolo II. La
formazione a questo punto diventa strategica. Diventa importante che tutti
questi nuovi media, questi ‘nuovi comunicatori’ individuali
possano crescere all’interno di un ambiente che li formi, che faccia veramente
capire loro il ruolo dei media nell’influenza delle
persone, nel dialogo, nella creazione del consenso. Queste sono cose che vanno
insegnate fin dalle scuole medie, oserei dire. Bisogna forse aggiornare i
programmi scolastici ed insegnare a tutti i ‘nuovi comunicatori’
che adesso stanno in classe, per esempio, che con il loro telefonino cellulare,
possono mandare video, mandare messaggi che possono essere letti da milioni di
persone. Bisogna insegnare loro quelle che sono poi le basi del pensiero di
sociologia dei media, quindi le basi del pensiero
critico rispetto ai media, che poi sono state sintetizzate in maniera esemplare
da questa lettera di Benedetto XVI.
D. – Benedetto XVI afferma pure che “la comunicazione esige
coraggio e risolutezza”, perché “illuminare le coscienze degli individui e
aiutarli a sviluppare il proprio pensiero non è mai – scrive – un impegno
neutrale”. Lei è d’accordo?
R. – Assolutamente d’accordo. Non è mai neutrale qualsiasi
forma di comunicazione. Questa responsabilità è enorme: la responsabilità che
hanno gli intermediari della comunicazione, che hanno i media
classici, che hanno le persone che occupano delle posizioni che possono
permettere loro di decidere cosa comunicare e come comunicarlo. Quindi, la
responsabilità di chi fa comunicazione è enorme, perchè veramente la
comunicazione in questa nostra società è critica ed è centrale. Detto questo,
però, torno a dire che non dobbiamo sottovalutare il cambiamento che è in atto.
Mentre prima la comunicazione era praticamente diretta da un centro o
dall’alto, e quindi veramente c’erano i media che potevano
influenzare l’opinione pubblica, in questo momento c’è una distribuzione di questa
capacità di influire. Questo cambiamento credo che debba essere studiato,
recepito a tutti i livelli, per cercare di non farci trovare impreparati e di
far sì che non prevalga il caos di questa moltitudine di formati, di video e di
comunicatori che si affacciano al mondo della comunicazione, ma che si abbiano dei
punti di riferimento, dei valore etici.
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RINUNCIA E NOMINA
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’Arcidiocesi di Warmia (Polonia)
presentata da monsignor Edmund Piszcz,
in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto
Canonico. Al suo posto ha nominato monsignor Wojciech
Ziemba, finora arcivescovo di Białystok.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina è dedicata al viaggio del Papa in
Polonia appena conclusosi.
Servizio vaticano - La conferenza stampa di
presentazione della Veglia di Pentecoste.
Servizio estero - Per la rubrica dell'
"Atlante geopolitico" un articolo di
Giuseppe M. Petrone dal titolo "Kazakhstan: il petrolio corre verso Oriente".
Servizio culturale - Un articolo di Massimiliano
Porzia dal titolo "Jutland, la più grande e inutile battaglia
navale": un volume ricorda lo scontro avvenuto il 31
maggio 1916 tra le flotte inglese e tedesca al largo delle coste
svedesi.
Per l' "Osservatore
libri" un articolo di Marco Testi dal titolo "La letteratura
deve riscoprire anche i valori dello spirito": un raccolta -
"Pagine americane" - di introduzioni editoriali di Fernanda Pivano.
Servizio italiano - In primo piano l'esito delle
elezioni amministrative.
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30 maggio 2006
RIUNIONE IERI A GINEVRA DI COORDINAMENTO TRA AGENZIE ONU
E CROCE ROSSA INTERNAZIONALE
- Intervista con Aron Cristellotti -
È salito a oltre
5.400 morti il bilancio del grave terremoto che sabato scorso ha sconvolto
l'isola indonesiana di Giava. A fornirlo, nelle
ultime ore, il ministero degli Affari sociali di Jakarta.
Mentre stamattina la terra ha tremato nuovamente nella Papuasia
occidentale, a Ginevra ieri si è svolta una riunione delle agenzie Onu e della Croce rossa internazionale, al termine della
quale è stata stabilita l’apertura a Yogyakarta di un
centro di coordinamento per gli aiuti alle vittime del sisma. Ma
sulle operazioni di soccorso continuano a pesare il maltempo e l’aumentato
pericolo di eruzione del vulcano Merapi. Giada
Aquilino ha raggiunto telefonicamente a Yogyakarta Aron Cristellotti, di Terre des Hommes – Italia, che sta portando soccorsi alle popolazioni
colpite dalla catastrofe. Ascoltiamo:
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R. – Le aree calde sono a 20 km da Yogyakarta. Ci sono zone più a sud e zone più a nord che sono state
fortemente colpite e che quindi necessitano di molto aiuto, anche perché alcuni
villaggi non sono ancora stati raggiunti dai team di soccorso. Praticamente i
gruppi raggiunti dagli aiuti sono quelli accampati lungo le strade e quindi più
accessibili.
D. – Cosa serve in queste ore?
R. – Per gli ospedali, che sono molto in difficoltà
perché, nonostante fossero preparati per l’emergenza
del vulcano, stanno finendo le scorte, c’è necessità soprattutto di dottori,
infermieri, volontari, medicine di tutti i tipi e anche di sangue.
D. – C’è il pericolo di epidemie?
R- C’è molta gente che comincia ad avere sintomi di febbre
alta e diarree; quindi c’è anche questo pericolo.
D. – Lo stato di emergenza - è stato annunciato - durerà
tre mesi. Come ci si sta organizzando con gli aiuti internazionali?
R. – Gli aiuti internazionali stanno arrivando. Le
distribuzioni si cominciano a fare. C’è un coordinamento abbastanza efficiente,
in quanto la popolazione comune era comunque già abituata a queste emergenze e
la comunità internazionale ha imparato molto dallo tsunami.
D. – Come sta operando Terre des
Hommes?
R. – La famiglia Terres des Hommes è arrivata qui due giorni fa. Abbiamo individuato almeno tre villaggi
dove operare e stiamo facendo perlustrazioni anche su molti altri. Poi stiamo
organizzando una distribuzione su larga scala, cioè materiale
tipo coperte, set da cucina, tende e tutto ciò che può alleviare le
emergenze che le popolazioni stanno affrontando in questo momento.
D. – C’è poi il pericolo di eruzione del vulcano Merapi…
R. – Gli esperti del posto riferiscono che se il pericolo
era ad un certo livello prima del terremoto, dopo il
sisma si è triplicato.
D. – Un anno e mezzo fa lo tsunami, ora il terremoto e anche il pericolo di eruzione
del vulcano. La popolazione come vive questi momenti?
R. – Gli indonesiani sono una popolazione molto
interessante da questo punto di vista. Le cose vanno avanti, in modo
organizzato per quanto possibile, però naturalmente si vede nelle loro facce
molta preoccupazione per il futuro.
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RAPITI SEI CASCHI BLU DELL’ONU IN CONGO, PROPRIO MENTRE
L’UNIONE EUROPEA DECIDE DI INVIARE 1500 UOMINI IN VISTA DELLE
PRIME ELEZIONI MULTIPARTITICHE DA OLTRE 40 ANNI, PREVISTE A LUGLIO
- Intervista con Lisa Clark -
Sei caschi blu nepalesi dell'Onu sono stati catturati ieri nella parte nord-orientale
della Repubblica democratica del Congo da
guerriglieri, che chiedono un riscatto. Si tratta della turbolenta regione
dell'Ituri, che è molto ricca di oro, uranio, coltan, diamanti, petrolio. E proprio in questi giorni
l’’Unione europea ha deciso di inviare in Congo un contingente di 1500 uomini
che andrà ad aggiungersi ai 16 mila caschi blu presenti. La decisione è presa
in vista delle prime elezioni multipartitiche da oltre 40 anni che si
svolgeranno il 30 luglio nel Paese. Dopo la firma nel 2003 degli accordi di
pace per mettere fine a quella che qualcuno chiama la guerra mondiale africana,
continua in alcune zone la violenza. Come guardano, dunque, alle elezioni i
quasi 26 milioni di cittadini chiamati alle urne per il primo turno delle
presidenziali e per l’elezione dell’Assemblea legislativa? Risponde
nell’intervista di Andrea Cocco Lisa Clark, dei Beati
Costruttori di pace, organizzazione che sarà presente in Congo, durante il
processo elettorale:
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R. – Gran parte della popolazione, in
particolare quelli che sono nell’est del Congo, che
hanno subito di più le violenze di questa guerra, hanno un’attesa messianica.
Perché si pensa che le elezioni segnino il primo passo, davvero, verso la costruzione
di istituzioni democratiche che possano portare alla pace.
D. – L’Ituri, Kivu, Katanga: sono ancora
diverse le zone del Congo attraversate da violenze e
da conflitti tra milizie e esercito. Al di là degli auspici, quanto queste
elezioni possono veramente rendere più vivibile il Congo?
R. - Una della cose peggiori
non sono tanto i conflitti tra l’esercito e le varie guerriglie, che un pochino
ci sono ancora, quanto le vessazioni che milizie e sbandati dell’esercito
stesso compiono nei confronti della
popolazione.
D. – Il 30 luglio non è che il primo
appuntamento di una tornata elettorale che continuerà con il voto
amministrativo. Cosa bisogna aspettarsi?
R. – Credo che la prima tornata elettorale,
che è quella su cui si puntano molte speranze, deve aprire la strada poi alle
altre tornate elettorali, che sono, secondo molti osservatori, le fondamenta
per la vera pacificazione. Si eleggeranno i governi locali per la prima volta
nella storia del Congo, i consigli provinciali, i
Consigli comunali, addirittura i consigli dei villaggi. Ci sarà ancora molto da
sorvegliare, perché c’è ancora in alcuni la paura che, fatta la prima tornata,
cioè con un parlamento, con un presidente eletto e quindi legittimo, questi si
arroghino poi il potere di annullare le successive tornate elettorali.
D. – In Sud Africa e in Angola si sono
impegnati a formare le migliaia di poliziotti congolesi
che saranno dispiegati durante le elezioni. L’Unione Europea ha inviato un proprio
contingente oltre agli osservatori elettorali mentre
l’ONU ha reso pubblico un rapporto secondo cui l’esercito congolese
è il principale responsabile della violazione dei diritti umani in Congo. Cosa
bisogna temere durante il processo elettorale?
R. – Non è un segreto per nessuno che per
tanti potenti del governo di transizione, che sono poi in fondo coloro che
avevano condotto la guerra e che adesso siedono in posizioni importanti in
queste istituzioni di transizione, le elezioni non erano esattamente una
priorità. E questo perché sanno benissimo che forse non saranno rieletti.
Adesso, quindi, è anche possibile che alcuni di questi personaggi inscenino
delle intimidazioni nei confronti della popolazione.
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30 maggio 2006
VENERDI’
PROSSIMO SARA’ ACCESA UNA FIACCOLA SULLLA TOMBA DI
GIOVANNI PAOLO II E PORTATA AL MONASTERO BENEDETTINO SILVESTRINO DI BASSANO
ROMANO, SEDE DELLA NEO FONDAZIONE DEDICATA AL PONTEFICE SCOMPARSO
- A
cura di Giovanni Peduto -
CITTA’ DEL VATICANO. = Venerdì prossimo, 2 giugno 2006,
alle ore 12.30 nelle Grotte vaticane, sulla tomba di Giovanni Paolo II verrà accesa per la prima volta una fiaccola per rendere
sempre vivo il ricordo e il messaggio del Servo di Dio Giovanni Paolo II. La
cerimonia sarà ufficiata dal vicario del Papa per
GRAVE
ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI IN CINA: LE ACQUE DEL FIUME YANGTZE (FIUME AZZURRO)
SONO DIVENUTE CANCEROGENE A CAUSA DELL’INQUINAMENTO PORTATO DA SCARICHI
INDUSTRIALI, PRODOTTI CHIMICI USATI IN AGRICOLTURA E RIFIUTI ORGANICI
PECHINO. = Lo Yangtze, o Fiume
Azzurro, è inquinato al punto da essere diventato ''cancerogeno''. Lo afferma
oggi l'agenzia Nuova Cina, secondo la quale l'inquinamento minaccia i
rifornimenti di acqua alle 186 città che sorgono sulle sponde del fiume. Secondo gruppi ambientalisti - citati dall'agenzia -
responsabili dell'inquinamento sono nell'ordine: i rifiuti industriali, i
prodotti chimici usati nell'agricoltura e i rifiuti organici. Lungo
I VESCOVI DELL’INDIA ESPRIMONO
SODDISFAZIONE PER IL PROVVEDIMENTO
GOVERNATIVO DI RISERVARE IL 50 PER CENTO
DELLE ISCRIZIONI NELLE UNIVERSITA' PUBBLICHE AGLI STUDENTI DELLE CASTE BASSE O
FUORI CASTA
NEW
DELHI. =
E’
PRONTA
CHE
VERRA’ APPROVATA DEI VESCOVI CATTOLICI DEGLI
STATI UNITI,
RIUNITI
IN ASSEMBLEA PLENARIA DAL 15 AL 17 GIUGNO A LOS ANGELES
- A
cura di Lisa Zengarini -
WASHINGTON.
= Continua il lungo e complesso processo di revisione delle traduzioni in
inglese dei libri liturgici in uso negli Stati Uniti. Alla prossima plenaria
della Conferenza episcopale statunitense (USCCB), prevista a Los Angeles dal 15
al 17 giugno, i vescovi saranno chiamati ad approvare la nuova traduzione dell’Ordo Missae preparata
dalla speciale Commissione della USCCB incaricata della revisione insieme alla
Commissione internazionale per l'uso dell'inglese nella liturgia (ICEL). La sua
approvazione è solo la prima tappa del processo di esame e approvazione da
parte della USCCB delle nuove traduzioni di tutto il Sacramentario,
e del Messale Romano. Iniziato nel 1986, questo lavoro di revisione ha per scopo
quello di adeguare meglio la prima traduzione ufficiale in inglese dei testi
liturgici negli Stati Uniti allo spirito del Concilio Vaticano II. I nuovi
testi sono in genere più lunghi e completi di quelli
attualmente in uso negli Stati Uniti per essere più fedeli al testo latino,
come richiesto nel 2001 dalla Congregazione per il Culto Divino e
A 600
ANNI DALLA NASCITA DI ENEA SILVIO PICCOLOMINI, DIVENUTO PAPA
CON IL
NOME DI PIO II, LE CITTA’ TOSCANE DI PIENZA E SIENA RENDONO OMAGGIO
CON
DUE MOSTRE AL GRANDE UMANISTA, SUCCESSORE DI PIETRO
PIENZA. = Si è inaugurata a Pienza,
nelle sedi di Palazzo Piccolomini e del Duomo, una
mostra dal titolo ''Pio II. La città, le arti''. A
600 anni dalla nascita dell'umanista Enea Silvio Piccolomini,
salito al soglio pontificio con il nome di Pio II, la città di Pienza rende onore alla sua memoria con questa rassegna
intitolata ''La rifondazione umanistica dell'architettura e del paesaggio''. La mostra, articolata in sei sezioni, vuole infatti illustrare come il pensiero rinascimentale di Pio
II seppe trasformare il borgo di Corsignano in Pienza quale modello di ''città ideale”. All'interno del
Palazzo i visitatori
possono accedere ai saloni del secondo piano - alcuni dei quali per la prima
volta aperti al pubblico - alle logge e al giardino e visitare il Museo Piccolomini. Nel
Duomo si trovano invece le sezioni relative alla storia della chiesa pientina con riferimenti alle simbologie presenti nelle decorazioni
interne ed esterne, ai rapporti astronomici che legano l'edificio sacro alla
piazza, al paesaggio e a tutto il complesso urbano. Nella Cattedrale trova
inoltre spazio l'illustrazione dei numerosi interventi
di restauro eseguiti sul monumento dal
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30 maggio 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
L’inviata statunitense dell’emittente americana “CBS”
rimasta gravemente ferita, ieri a Baghdad, per l’esplosione della bomba
piazzata sul ciglio della strada, è stata trasferita stamani in una base
dell’aeronautica militare americana, in Germania. Nell’attacco, avevano perso
la vita un cameraman e un tecnico del suono, entrambi britannici. In Iraq, intanto,
il ministro della Difesa italiano, Arturo Parisi ha
incontrato a Nassiriya i militari del contingente
italiano. La conclusione della presenza militare italiana in Iraq, secondo Parisi, non rappresenta in alcun modo un disimpegno. “Il
nostro compito - ha aggiunto - proseguirà attraverso una rafforzata
collaborazione politica, civile e di sostegno alle istituzioni e alla ricostruzione”.
In Afghanistan,
quattro dipendenti afghani della ONG internazionale “Action Aid”,
sono stati uccisi da uomini armati nel nord del Paese. Secondo gli inquirenti,
l’azione è stata compiuta da ribelli talebani. A
Kabul, intanto, carri
armati e blindati pattugliano diverse strade, dopo la rivolta antiamericana di
ieri costata la vita ad almeno otto civili.
Le delegazioni
dei sei Paesi in prima linea per tentare di risolvere l’intricata crisi legata
al programma nucleare iraniano - Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna,
Cina e Germania - si riuniranno giovedì a Vienna. Lo ha detto il portavoce del
ministero degli Esteri cinese, precisando che la riunione sarà a livello dei ministri
degli Esteri.
In Medio Oriente, almeno 9 palestinesi sono rimasti uccisi
in seguito a raid aerei e incursioni di soldati e agenti israeliani nella
Striscia di Gaza e in Cisgiordania. A Gaza, il lancio
di un missile da un elicottero israeliano ha provocato la morte, nella notte,
di tre miliziani. Quattro militanti palestinesi sono deceduti, inoltre, durante
la prima incursione di terra di soldati israeliani nella Striscia di Gaza dopo
il ritiro della scorsa estate. Violenze anche in Cisgiordania,
dove agenti dello Stato ebraico hanno ucciso due fondamentalisti.
In Thailandia,
sono state dichiarate nulle le elezioni anticipate del 2 aprile dopo che il boicottaggio
dei partiti dell’opposizione ha impedito la formazione di una maggioranza
valida in Parlamento. Il premier Shinawatra aveva
indetto le elezioni anticipate per contrastare le dilaganti proteste
dell’opposizione, che accusavano il primo ministro di corruzione e conflitto di
interessi. E’ invece confermato l’appuntamento con il voto per le elezioni legislative,
il prossimo 15 ottobre.
Nuove violenze nella notte a Timor Est. Bande rivali hanno
messo a ferro e fuoco la zona intorno al palazzo presidenziale dove ieri il
presidente, Xanana Gusmao,
ha rivolto un appello per riportare la calma nel Paese dopo i disordini degli
ultimi giorni, costati la vita ad almeno 20 persone.
E’ salito a 75 il numero dei detenuti nella prigione
americana di Guantanamo, a Cuba, che stanno facendo
lo sciopero della fame. Secondo fonti ufficiali,
sarebbe un tentativo di attirare l’attenzione dei mezzi di informazione in
vista delle udienze militari fissate nel mese di giugno.
Dopo qualche mese di tregua, torna a
riaccendersi la tensione nelle periferie francesi: nuovi tumulti sono avvenuti
nella notte, a Parigi. Negli scontri, innescati da forti proteste seguite
all’arresto di un ragazzo, sono rimasti feriti sette poliziotti. La polizia ha arrestato almeno sei giovani. Nello scorso mese di novembre, molte periferie di città
francesi erano state teatro di duri scontri tra bande giovanili e agenti. Il
governo francese aveva anche proclamato lo stato di emergenza.
La Corte europea di Giustizia ha annullato l’accordo tra
Unione Europea e amministrazione americana per il trasferimento dei dati dei
passeggeri dei voli da e per gli Stati Uniti. La sentenza, che accoglie in
parte il ricorso dell’Europarlamento, decreta, infatti, che è inadeguata la base giuridica dell’intesa e insufficienti le garanzie di
protezione dei dati da parte delle autorità americane. L’accordo resta comunque
in vigore fino al 30 settembre.
“E’ andata bene. Sono molto contento”. Così il presidente
del Consiglio, Romano Prodi, ha commentato i risultati delle elezioni
amministrative tenutesi domenica e ieri in Italia. L’ex premier, Silvio
Berlusconi, ha detto invece che la Casa delle Libertà ora deve “puntare tutto”
sul referendum costituzionale sulla devolution, in programma tra un mese. Sulle amministrative
in Italia, che hanno fatto registrare una bassa affluenza e la vittoria
dell’Unione a Roma, Napoli e Torino e il successo del Polo in Sicilia e a
Milano, ascoltiamo il servizio di Giampiero Guadagni:
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Dunque, nessun cambiamento alla guida delle quattro grandi
città interessate da questa tornata elettorale. Roma, Torino, e Napoli restano
con un sindaco di centro-sinistra, rispettivamente Veltroni,
Chiamparino Iervolino.
Milano resta al centro-destra con Letizia Moratti che
subentra ad Albertini. Nessuna novità neppure alla
regione Sicilia, mantenuta dalla Casa delle Libertà con la vittoria di Cuffaro su Rita Borsellino. Soddisfazione nel centro-sinistra
che giudica consolidato il voto delle politiche di aprile. Per il centro-destra
i risultati sono in linea con le previsioni. Per le comunali ha votato il 71,2
per cento contro l’80,6 per cento delle precedenti consultazioni; per le
provinciali ha votato il 59,6 per cento contro il 75,8 per cento di cinque anni
fa. Ora l’attenzione delle forze politiche si sposta sul referendum confermativo
della riforma costituzionale in programma tra un mese.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni
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Nessuna corsia preferenziale per l’adesione del Montenegro
all’Unione Europea. E’ quanto ha voluto sottolineare la Commissione europea
dopo l’incontro a Bruxelles con il premier montenegrino, Milo Djukanovic. Nonostante la separazione dalla Serbia, sancita
dal referendum, la strada sembra ancora in salita. La commissione intende, comunque,
chiudere entro l’anno un accordo di associazione e stabilizzazione con il
governo di Podgorica.
Non si ferma l’ondata di
immigrati clandestini sulle coste delle Canarie: solo ieri, sono arrivati
almeno 730 subsahariani. Il governo di Madrid ha
annunciato, intanto, di aver ottenuto l’aiuto di nove Paesi europei, fra cui
l’Italia, per pattugliare le coste africane. Le cause principali di questi flussi migratori
verso le coste spagnole sono principalmente due: la ricerca di condizioni di
vita migliori e la chiusura dei valichi terrestri di Ceuta e Melilla, enclave spagnole in Marocco.
Si
cerca una tregua in Somalia dopo i pesanti scontri dei giorni scorsi che hanno
provocato una sessantina di morti. I combattimenti hanno visto contrapposti i
miliziani legati alle Corti islamiche, che invocano l’adozione della legge coranica,
e le formazioni guidate dai signori della guerra. I guerriglieri islamici sono
sospettati di avere legami con Al
Qaeda.
Le milizie dei signori della guerra sono finanziate invece, secondo il
presidente ad interim somalo, dall’amministrazione americana.
Sono iniziati ieri in Tanzania, dopo 13 anni di guerra
civile, i primi storici negoziati tra il governo del Burundi e l’ultimo gruppo
ribelle delle Forze di Liberazione nazionale. Si tenta di trovare un accordo
per inserire i guerriglieri nell'esercito e nella polizia nazionale.
ULTIM’ORA
Il segretario al Tesoro americano, John Snow, ha annunciato le sue
dimissioni dall’incarico. Al suo posto verrà nominato
il capo di “Goldman Sachs”,
Henry Paulson.
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