RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 147  - Testo della trasmissione di sabato  27  maggio 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI a Wadowice, nella città natale di Papa Wojtyla, per rendere omaggio al suo amato predecessore. Nel santuario di Kalwaria esprime la speranza che Giovanni Paolo II possa essere presto canonizzato: interviste con mons. Giuseppe Bart e Oded Ben Hur

 

I Cursillos di cristianità: tra i movimenti che saranno presenti a Pentecoste in Piazza San Pietro. Ce ne parla Giuseppe Sabbatini

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il cordoglio di Benedetto XVI per la nuova tragedia del sudest asiatico: un sisma ha colpito l’isola di Giava provocando quasi 3 mila morti. Molto difficile il lavoro dei soccorritori: con noi padre Ferdinando Severi

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si conclude oggi a Lisbona il Congresso mondiale dell’Uniapac, Unione internazionale cristiana dirigenti d’impresa

 

Suggestivo intreccio di costumi, canti ed intenzioni di preghiera, ieri, nel pellegrinaggio di migliaia di donne asiatiche al Santuario di Harissa, in Libano

 

Oggi, in Cile, la Giornata nazionale del catechista

 

I cattolici giapponesi donano statue di San Francesco Saverio da collocare in India e in Malaysia per commemorare il primo incontro fra il santo ed un giapponese

 

L’approvazione urgente di una legge per i richiedenti asilo: questa la richiesta della Caritas italiana, al termine dei lavori del coordinamento nazionale asilo a Trieste

 

A Cannes, grande attesa per i premi finali del 59.mo Festival, che saranno assegnati domani

 

24 ORE NEL MONDO:

    Almeno 12 persone morte stamani in vari attentati In Iraq, tra questi, anche un colonnello della polizia

 

Medio Oriente:Hamas ha respinto l’ultimatum lanciato dal presidente palestinese, Abu Mazen, per l’accettazione del piano che prefigurerebbe il riconoscimento di Israele

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 maggio 2006

 

 

BENEDETTO XVI A WADOWICE, NELLA CITTA’ NATALE DI PAPA WOJTYLA, PER RENDERE OMAGGIO AL SUO AMATO PREDECESSORE. NEL SANTUARIO DI KALWARIA ESPRIME

LA SPERANZA CHE GIOVANNI PAOLO II POSSA ESSERE PRESTO CANONIZZATO

- Interviste con mons. Giuseppe Bart e Oded Ben Hur -

 

Terza giornata oggi del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Polonia. Il Papa, che ieri è giunto a Cracovia accolto dal grande entusiasmo dei giovani, che ha voluto salutare in serata dalla finestra del Palazzo arcivescovile, ha fatto tappa stamane a Wadowice, città natale di Giovanni Paolo II. Poi ha visitato i Santuari di Kalwaria e della Divina Misericordia. Questa sera la veglia con i giovani a Cracovia.  Ma diamo subito la linea al nostro inviato Sergio Centofanti.

 

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(Saluto del Papa in polacco e applausi della folla)

 

Grande accoglienza e grande affetto anche qui a Wadowice per Benedetto XVI applauditissimo per le sue parole in polacco. Il Papa ha espresso la sua  “grande commozione”  per essere venuto nel luogo di nascita di Giovanni Paolo II, “nella città della sua infanzia e della sua giovinezza”. “Wadowice –ha detto - non poteva mancare” nel percorso del pellegrinaggio  in terra polacca sulle  orme del suo predecessore. E’ entrato nella casa di Karol: un modesto appartamento al primo piano, proprio accanto alla Basilica della Presentazione di Maria. Ha sostato di fronte alla culla, alla foto della madre, morta quando il piccolo Wojtyla aveva 9 anni: poi nella Basilica si è fermato dinanzi al fonte  battesimale così caro a Giovanni Paolo II.

        

Cita il poeta tedesco Goethe: “Chi vuole comprendere un poeta, dovrebbe recarsi nel suo paese”. Così per comprendere la vita e il ministero di Giovanni Paolo II, “era necessario venire nella sua città natale”. Lo stesso Papa Wojtyla confessò che qui, a Wadowice, “è cominciato tutto: è cominciata la vita, è cominciata la scuola, gli studi, è cominciato il teatro… e il sacerdozio”:

 

“Giovanni Paolo II, tornando a quegli inizi, si riferiva spesso ad un segno: quello del fonte battesimale, che egli circondava di particolare venerazione nella chiesa di Wadowice”.

 

 ‘A questo fonte battesimale – diceva Giovanni Paolo II -  mi fu concessa la grazia di divenire figlio di Dio, e di ricevere la fede nel mio Redentore e fui accolto nella comunità della sua Chiesa’ ”. In queste parole – ha detto il Papa - è “racchiusa la chiave per comprendere la coerenza della sua fede”, il “radicalismo” della vita cristiana e il “desiderio della santità” di Karol Wojtyla. “C’è qui – ha aggiunto - la profonda consapevolezza della divina grazia, del gratuito amore di Dio per l’uomo, che mediante il lavacro con l’acqua e l’effusione dello Spirito Santo” ci  introduce “nella moltitudine dei suoi figli redenti dal Sangue di Cristo. Ma c’è anche la consapevolezza che il battesimo che giustifica è … una chiamata ad aver cura della giustizia scaturita dalla fede. Il programma più comune di una vita autenticamente cristiana si riassume nella fedeltà alle promesse del santo Battesimo. La parola d’ordine del presente pellegrinaggio:Rimanete saldi nella fede’ – ha sottolineato - trova qui la sua concreta dimensione che si potrebbe esprimere con l’esortazione: “Rimanete saldi nell’osservanza delle promesse battesimali”. Quindi Benedetto XVI ha sottolineato il rapporto di Giovanni Paolo II con la parrocchia:

 

“Il mio grande predecessore indicava la Basilica di Wadowice e la parrocchia nativa come un luogo di particolare importanza per lo sviluppo della sua vita spirituale e della vocazione sacerdotale che stava rivelandosi in lui”.

 

 “Quanto bene, quante grazie – diceva Papa Wojtyla - ricevetti in questo tempio e in questa comunità parrocchiale”.  Per questo – ha ricordato Benedetto XVI – Giovanni Paolo II “circondava di così grande premura le comunità parrocchiali. Nello spirito della stessa sollecitudine - ha aggiunto – chiedo “ai Vescovi polacchi di fare il possibile affinché la parrocchia polacca sia realmente una ‘comunità ecclesiale’ e una ‘famiglia della Chiesa’ ”. Infine Benedetto XVI ricorda una specifica “caratteristica della fede e della spiritualità di Giovanni Paolo II”:

 

“Lui stesso ricordò più volte il profondo attaccamento degli abitanti di Wadowice all’effigie locale della Madonna del Perpetuo Soccorso e l’usanza della preghiera quotidiana dinanzi ad essa degli studenti del ginnasio di allora”.

 

“Qui – ha detto il Papa – arriviamo “ui – ha detto il Papa – Q”alle sorgenti della convinzione che nutriva Giovanni Paolo II – la convinzione circa l’eccezionale posto occupato da Maria nella storia della salvezza e in quella della Chiesa. Da essa scaturiva anche la convinzione circa il posto eccezionale che la Madre di Dio aveva nella sua vita, una convinzione che si esprimeva nel “Totus tuus” colmo di dedizione. Sino agli ultimi istanti del suo pellegrinaggio terreno – ha affermato Benedetto XVI - egli rimase fedele a questo affidamento”.

 

E davanti alla Effigie della Madonna del Perpetuo Soccorso, Benedetto XVI ringrazia ancora una volta  Dio per il pontificato di Giovanni Paolo II e chiede a tutti i polacchi di accompagnarlo “con la stessa preghiera” con cui hanno circondato il loro “grande Connazionale”.

 

Dopo Wadowice il Papa si è recato nel Santuario mariano di Kalwaria Zebrzydowska, dedicato alla Passione di Gesù e alla Madonna Addolorata, celebre per la sua suggestiva Via Crucis tra i boschi, lunga 15 km, e meta di pellegrinaggi del giovane Wojtyla. E’ uno dei cuori pulsanti della spiritualità dei polacchi. Benedetto XVI si è fermato a pregare nella cappella della Madonna. Decine di migliaia di persone le persone sono accorse al Santuario per salutarlo con canti e tanti applausi. La folla lo ha voluto salutare anche in tedesco col grido di “Wir lieben dich”, “noi i amiamo”. A questo punto un fuori programma: il cardinale Dziwisz esortava il Papa ad affrettarsi per non fare ritardo all’appuntamento successivo. Ma Benedetto XVI ha fatto cenno di voler dire qualcosa a braccio in italiano, per poi farlo tradurre in polacco. Ecco quello che ha detto:

                             

“Vorrei dire che anch’io come il caro arcivescovo cardinale Stanislao spero che la Provvidenza ci conceda presto la beatificazione e la canonizzazione del nostro caro Papa Govanni Paolo II”.

 

Subito dopo si è recato a Lagiewniki, nel Santuario della Divina Misericordia, fondato dopo che Santa Faustina Kowalska ha ricevuto la rivelazione di Gesù misericordioso. Qui il Papa ha avuto un incontro toccante con alcune centinaia di malati. Quindi ha detto:

 

“In questa circostanza stiamo davanti a due misteri: il mistero della sofferenza umana e il mistero della Divina Misericordia. Ad un primo sguardo questi due misteri sembrano contrapporsi. Ma quando cerchiamo di approfondirli alla luce della fede, vediamo che essi si pongono in reciproca armonia. Ciò grazie al mistero della croce di Cristo”.

 

Come ha detto qui Giovanni Paolo II,‘la croce ‘è il più profondo chinarsi della Divinità sull’uomo... La croce è come un tocco dell’eterno amore sulle ferite più dolorose dell’esistenza terrena dell’uomo’ . “Voi, cari malati, segnati dalla sofferenza del corpo o dell’animo - ha detto Benedetto XVI - siete i più uniti alla Croce di Cristo, ma nello stesso tempo i più eloquenti testimoni della misericordia di Dio. Per vostro tramite e mediante la vostra sofferenza Egli si china sull’umanità con amore. Siete voi che, dicendo nel silenzio del cuore:Gesù, in te confido’, ci insegnate che non c’è una fede più profonda, una speranza più viva e un amore più ardente della fede, della speranza e dell’amore di chi nello sconforto si mette nelle mani sicure di Dio. E le mani di coloro che vi aiutano nel nome della misericordia siano un prolungamento di queste grandi mani di Dio”.  Il pontefice ha abbracciato alcuni piccoli malati. Ha pregato davanti al quadro di Gesù misericordioso, dal cui cuore escono due raggi, uno rosso, l’altro pallido, segno dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo.

 

E del primato dell’amore misericordioso il Papa ha parlato anche nel Santuario mariano di Czestochowa, dove si è recato nel pomeriggio di ieri per incontrare i religiosi e i rappresentanti dei movimenti ecclesiali. “Dio è amore” – ha detto – “questa verità su Dio è la più importante, la più centrale”. Il Papa dopo aver pregato dinanzi alla celebre Immagine della Madonna Nera, ha invitato a farsi guidare da Maria che insegna a entrare in contatto col mistero di Dio, mistero – ha detto – che non dobbiamo “pretendere” di comprendere perchè “significherebbe volerlo circoscrivere nei nostri concetti” e così “perderlo”:

                    

“Lei ci insegna a pregare. E’ Lei ad indicarci come aprire le nostre menti e i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene a noi per essere da noi portato al mondo intero”.

 

Abbiamo bisogno di silenzio e di raccoglimento – ha proseguito - “per sottometterci alla sua scuola, affinché Lei ci insegni come vivere di fede, come crescere in essa, come rimanere in contatto con il mistero di Dio negli eventi ordinari, quotidiani della nostra vita”:

 

“La fede, infatti, è un contatto col mistero di Dio, perché credere vuol dire, «abbandonarsi» alla verità stessa della parola del Dio vivo, sapendo e riconoscendo umilmente quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi”.

 

Poi Benedetto XVI si è rivolto ai rappresentanti dei movimenti ecclesiali:

                 

“La vitalità delle vostre comunità è un segno della presenza attiva dello Spirito Santo! E’ dalla fede della Chiesa e dalla ricchezza dei frutti dello Spirito Santo che è nata la vostra missione. Il mio augurio è che possiate essere sempre più numerosi per servire la causa del Regno di Dio nel mondo di oggi”.

 

Portate la sapienza del Vangelo nel mondo – ha detto - ma ciò – ha precisato - sia fatto “in modo maturo … e non  aggressivo”. Verificate l’autenticità della vostra missione specchiandovi nel cuore di Maria.

 

Benedetto XVI, come amava fare Giovanni Paolo II, si è affacciato ieri sera dalla finestra del Palazzo arcivescovile di Cracovia per salutare i tanti giovani che con affetto ed entusiasmo dalla strada acclamavano il suo nome. “La giovinezza è in Dio” - ha detto il Papa – per questo oggi, “malgrado la morte”, Karol Wojtyla è “giovane in Dio” ed “è tra noi” per invitarci a “rinvigorire la grazia della fede”.

 

(Acclamazioni dei giovani)

 

Da Cracovia, Sergio Centofanti, Radio Vaticana.

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Dell’importanza del culto della Divina Misericordia ci parla mons. Giuseppe Bart, rettore del Santuario della Divina Misericordia in Roma

 

Tra le numerose e significative tappe che Papa Benedetto XVI compirà nel suo viaggio in Polonia, vi è quella effettuata oggi alle 13.00 al Santuario della Divina Misericordia a Lagniewiki. Nel 2002, fu lo stesso Giovanni Paolo II, nel suo ultimo ritorno in patria, ad inaugurare il Santuario in cui riposano le spoglie della Santa della Divina Misericordia, Faustina Kowalska, canonizzata dallo stesso Papa Wojtyla. Lo scorso 16 ottobre, Benedetto XVI aveva definito la Misericordia la chiave del Pontificato del suo predecessore. Giovanni Peduto ne ha parlato con mons. Giuseppe Bart, rettore della chiesa di Santo Spirito in Sassia, elevata da Giovanni Paolo II a Santuario della Divina Misericordia in Roma:

 

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La visita di Papa Benedetto XVI al Santuario della Divina Misericordia a Cracovia ci dice che anche il successore di Giovanni Paolo II conduce i credenti verso il mistero della misericordia di Dio, misericordia della quale tutti gli uomini hanno un urgente bisogno. Il pellegrinaggio di Benedetto XVI nella capitale del culto della Divina Misericordia è un’ulteriore conferma dell’autenticità del messaggio trasmesso da Santa Faustina e indica la grande importanza di questo culto per la Chiesa e per il mondo intero.

 

D. – Il culto della Divina Misericordia è partito dalle rivelazioni di Gesù a Suor Faustina Kowalska, un’umile suora polacca giardiniera, portinaia e cuoca, nel suo Istituto: vogliamo ricordarlo …

 

R. – Sì. A questa religiosa polacca, semplice e senza istruzione, ma forte, umile e caratterizzata da una illimitata fiducia in Dio, il Signore ha consegnato un grande messaggio destinato al mondo intero. Gesù ha rivolto a Suor Faustina queste parole: “Nell’Antico Testamento mandai al mio popolo i profeti con i fulmini; oggi mando te, a tutta l’umanità, con la mia misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, desidero guarirla e stringerla al mio cuore misericordioso”. La missione di Suor Faustina consiste in tre compiti: avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sull’amore misericordioso di Dio per ogni uomo; implorare la misericordia divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, tra l’altro attraverso la pratica delle nuove forme di culto della Divina  Misericordia indicate da Gesù: l’immagine di Cristo con la scritta “Gesù, confido in te”, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina della Divina Misericordia e la preghiera nell’ora della Divina Misericordia. A queste forme di culto e anche alla diffusione dell’adorazione della Misericordia, il Signore allegava grandi promesse a condizione dell’affidamento a Dio e della pratica dell’amore attivo per il prossimo. Ispirare – e questo è il terzo compito della missione di Suor Faustina – ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia, con il compito di proclamare, implorare la misericordia divina per il mondo, e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da questa grande mistica. Attraverso questa grande Santa, il Signore quindi dona al mondo e alla Chiesa una nuova luce, ed è proprio il messaggio della Divina Misericordia.

 

D. – Benedetto XVI ha ribadito che il culto della Divina Misericordia non è una devozione secondaria ma dimensione integrante della fede e della preghiera del cristiano …

 

R. – Sì: Benedetto XVI, con queste parole così chiare, illuminate, pronunciate durante il Regina Coeli della domenica della Divina Misericordia di quest’anno, ha dato un ulteriore sigillo e impulso alla celebrazione del culto della Divina Misericordia nella Chiesa. Ricordo che Giovanni Paolo II disse: “Di nulla l’uomo ha bisogno quanto della Divina Misericordia”. Il suo successore, Benedetto XVI, conferma in modo solenne questa verità, e cioè che il culto della Divina Misericordia non è una devozione secondaria ma dimensione integrante della fede. Infatti, il culto della Divina Misericordia trasmesso da Santa Faustina, non è soltanto una  funzione religiosa in più o un altro libretto o un altro quadro tra i tanti; il culto della Divina Misericordia decide della sorte del mondo e della sorte dell’umanità. Ecco perché Giovanni Paolo II ha voluto compiere l’atto di affidamento dell’umanità alla Divina Misericordia, indicando nella misericordia di Dio l’ultima tavola di salvezza.

 

D. – Benedetto XVI ha pure detto che la misericordia di Cristo non è una grazia a buon mercato; non suppone la banalizzazione del male … Cristo porta nel suo corpo e sulla sua anima tutta la forza distruttiva del male che trasforma nel fuoco del suo amore sofferente …

 

R. – Infatti, la Croce di Cristo è una rivelazione radicale della misericordia, che va contro ciò che costituisce la radice stessa del male nella storia dell’uomo, contro il peccato e la morte. Celebrando la Via Crucis di quest’anno, Benedetto XVI ha ribadito che la Via Crucis è la via della misericordia che pone il limite al male. La misericordia di Dio richiede un cambiamento interiore, esige da parte dell’uomo la volontà forte di ripetere un atto di pentimento dopo ogni caduta. La misericordia di Dio è certamente senza misura, la malvagità dell’uomo non riesce mai ad esaurire la disponibilità di Dio ad accoglierlo in un abbraccio dopo un pentimento ispirato dalla fiducia in Dio. Il messaggio della Divina Misericordia diventa quindi segno di speranza per tutta l’umanità, ferita da tanti mali. La misericordia di Dio è quindi una possibilità particolare di rinascita per tutta l’umanità. Gesù disse a Suor Faustina: “L’umanità non troverà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla mia misericordia”.

 

D. – In che misura il culto della Divina Misericordia sta penetrando nella Chiesa, nella devozione dei fedeli?

 

R. – Desidero dire che c’è un grande desiderio da parte dei sacerdoti e delle loro comunità cristiane di conoscere la vita e la missione di Santa Faustina. Basti pensare che siamo arrivati alla decima edizione della stampa del diario di Suor Faustina, “La Divina Misericordia nella mia anima”, in lingua italiana. E abbiamo distribuito qualche milione di immaginette con la coroncina alla Divina Misericordia. E’ davvero sorprendente quanto il messaggio della Divina Misericordia conquisti i credenti e la penetrazione profonda di questo culto nella Chiesa è stata particolarmente forte da quando Giovanni Paolo II ha istituito la festa della Divina Misericordia che si celebra oggi in tutta la Chiesa, perché è il giorno nel quale moltissime anime si avvicinano alla pratica dei sacramenti. Il messaggio di Santa Faustina è davvero un dono di Dio, soprattutto per questi tempi segnati da multiformi miserie, spirituali e materiali, come scrisse Benedetto XVI nella prima enciclica “Dio è carità”: “L’uomo vede nella misericordia una nuova luce che illumina la sua strada”. Ebbene, Giovanni Paolo II, oggi servo di Dio, ci ha lasciato una grande missione, chiedendoci di portare questo fuoco della misericordia a tutti gli uomini della terra. “Il Signore ci aiuti”: prega così Benedetto XVI alla fine della Via Crucis di quest’anno, ad essere contagiati dalla Sua misericordia.

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La nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta l’incontro del Papa con i giovani oggi pomeriggio a Cracovia; la Messa e il Regina Coeli domani mattina; la visita ai campi di concentramento domani pomeriggio. Di Auschwitz e di Birkenau ci parla l’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Oded Ben Hur

 

Il programma del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Polonia prevede questa sera, a Cracovia, l’incontro con i giovani e domani mattina prima la Santa Messa, e quindi la recita del Regina Caeli. La nostra emittente seguirà oggi in diretta, a partire dalle 18.45, l’incontro del Santo Padre con i giovani nel parco di Błonie con commenti in italiano, in onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz, e in tedesco in onda corta. Sempre dal parco di Błonie, a Cracovia, trasmetteremo domani mattina, dalle 9.30 alle 12 circa, la Santa Messa e il Regina Caeli con commenti in italiano, tedesco, francese, spagnolo e portoghese in onda media, in onda corta e in modulazione di frequenza.

 

Domani, dalle 17.00 alle 18.30 circa, la nostra emittente seguirà, inoltre, la visita del Papa ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz e Birkenau, con commenti in italiano, in onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz, e in tedesco in onda corta. Proprio sul significato dell’attesa visita ai campi di concentramento, ascoltiamo, al microfono di Sergio Centofanti, l’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Oded Ben Hur:

 

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R. – Direi che proprio a causa di questa sua origine tedesca, saranno più efficaci, più autorevoli le sue parole, i suoi atti, i suoi gesti … io direi che la visita ad Auschwitz, come quella alla Sinagoga di Colonia, provano che Papa Ratzinger sente un dovere di passare in questi bivi importantissimi della storia. Diciamo che il significato di questo gesto è un chiaro messaggio a tutto il mondo: non si può dimenticare quello che è successo qui. E se vogliamo, questa visita è un gesto che è una prova schiacciante per tutti coloro che negano l’Olocausto, che, 60 anni dopo Auschwitz, cercano di cancellare la memoria di Auschwitz.

 

D. – Come vivrà, a suo avviso, il mondo ebraico questa visita del Papa tedesco ad Auschwitz?

 

R. – Io non ho dubbi che il mondo ebraico vedrà questa visita con grande rispetto e grande onore. Saprà apprezzare in particolare il fatto che venga dalla più alta autorità cristiana al mondo. Non ho dubbi che il mondo ebraico e Israele vedano in questa visita un passo importantissimo nel cammino verso la comprensione maggiore tra di noi. Vorrei dire questo: è sicuro che questa pagina è già scritta nella storia!

 

D. – Quali sono le sue attese?

 

R. – Direi che la visita del Papa conterrà in se stessa tutti gli elementi necessari che costruiscono la lezione storica che dev’essere imparata dall’Olocausto. E chi più di Papa Ratzinger saprà esprimerli in modo autentico ed opportuno? Non si tratta solo di parole, ma anche di atti, di silenzi: seguire il cammino terribile dei binari dei treni fino ai forni crematori. E se mi permette, un altro augurio: che, il Papa, seguendo questa strada, questo cammino storico del popolo ebraico, sostando nel punto dove il popolo ebraico è stato massacrato, ma è sopravvissuto ed è tornato in Israele, mi auguro e noi tutti aspettiamo, vogliamo vedere, vogliamo accogliere questo Papa forse l’anno prossimo anche in Israele.

 

D. – Benedetto XVI nel suo primo anno di Pontificato, ha incontrato numerosi rappresentanti del mondo ebraico. Un’amicizia, quindi, che sta crescendo?

 

R. – Io non ho dubbi. Sono stato presente ad alcuni di questi incontri e ho assistito, ho visto ed ho sentito questa convinzione, queste prove, queste espressioni di amicizia che poi ha ripetuto parecchie volte: la sua determinazione ad approfondire, a spianare la strada, ad andare avanti su questo cammino che, prima di lui, ha spianato Giovanni Paolo II.

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NOMINE

 

         Il Santo Padre ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di San Fernando (Filippine) il reverendo Pablo Virgilio Siongco David, del clero della medesima arcidiocesi, finora Professore di Sacra Scrittura nel seminario arcidiocesano, assegnandogli la sede titolare vescovile di Guardialfiera.

 

Sempre oggi il Papa ha nominato ausiliare della Diocesi di Vác (Ungheria) monsignor Lajos Varga, del clero della medesima Diocesi, attualmente Parroco di Pásztó, assegnandogli la sede titolare vescovile di Sicca Veneria.

 

 

I CURSILLOS DI CRISTIANITA’: TRA I MOVIMENTI CHE SARANNO PRESENTI

A PENTECOSTE IN PIAZZA SAN PIETRO

- Intervista con Giuseppe Sabbatini -

 

          Nella presentazione che in questi giorni stiamo facendo di alcuni dei movimenti o comunità ecclesiali che saranno in Piazza San Pietro con il Papa la prossima settimana, dedichiamo spazio oggi ai Cursillos di cristianità. Un movimento che si prefigge di aiutare la singola persona a scoprire e a rispondere alla propria vocazione personale e che promuove la creazione di gruppi di cristiani che “fermentino di Vangelo gli ambienti”. Ma per capire come è nato il movimento, Giovanni Peduto ha intervistato il signor Giuseppe Sabbatini, coordinatore dei Cursillos per la diocesi di Roma:

 

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R. – I Cursillos di cristianità sono nati in Spagna, con esattezza a Palma di Mallorca, il 20 agosto del 1944 a d opera di alcuni giovani dell’Azione cattolica. Tra i fondatori emerge Edoardo Bonin, tuttora in vita, il quale ama dire che i cursillos sono nati non per formare uomini di Chiesa ma una Chiesa di uomini.

 

D. – Quale carisma vi contraddistingue rispetto agli altri movimenti ecclesiali laicali?

 

R. – I cursillos vivono nella Chiesa, con la Chiesa e per la Chiesa, in stretta comunione con il vescovo e con la Chiesa, in particolare diocesana e parrocchiale. E’ chiaro che i cursillos hanno un suo specifico carisma che è quello della pastorale profetico cherigmatica e dell’evangelizzazione degli ambienti. Sono queste le dimensioni della pastorale che maggiormente interessano i cursillos e nelle quali, perciò, il nostro movimento si sente più impegnato. Il cursillo vuole aiutare le nostre parrocchie a conoscere più da vicino gli ambienti e le culture che gravitano nei loro territori ma soprattutto vuole aiutare a portare la luce del Vangelo alle persone che vivono in essi. L’esperienza italiana mostra che non esistono attività ecclesiali a qualsiasi livello – parrocchiale, vicariale, diocesano, nazionale – né iniziative di promozione umana nei luoghi di partecipazione civile nei quali non siano presenti i cursillos.

 

D. – Qual è la presenza dei cursillos nel mondo?

 

R.- Il movimento dei cursillos è presente in America latina, in Nord America, in Europa, nei Carabi ed in Asia. Si calcola che oltre 2 milioni di persone abbiano partecipato ai corsi ed anche alcuni capi di Stato. In Italia il primo cursillo si è tenuto a Fermo nel 1963. Da allora il movimento si è propagato in tutto il Paese ed oggi è presente in 86 diocesi. Si calcola che oltre 200 mila persone hanno fatto l’esperienza del cursillo di cristianità.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Il dettagliato resoconto del viaggio di Benedetto XVI in Polonia. I servizi dell'inviato Giampaolo Mattei. La rassegna della stampa internazionale.

 

Servizio estero - In evidenza l'Indonesia, con il devastante terremoto nell'isola di Giava.

Per la rubrica dell' "Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo "Presidenziali in Colombia: le sfide del futuro".

 

Servizio culturale - Un elzeviro di Mario Gabriele Giordano dal titolo "Tradizione letteraria e lingua italiana oggi".

 

Servizio italiano - In primo piano le elezioni amministrative.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 maggio 2006

 

 

IL CORDOGLIO DI BENEDETTO XVI PER LA NUOVA TRAGEDIA DEL SUDEST ASIATICO:

UN SISMA HA COLPITO L’ISOLA DI GIAVA PROVOCANDO QUASI 3 MILA MORTI.

MOLTO DIFFICILE IL LAVORO DEI SOCCORRITORI

- Intervista con padre Ferdinando Severi -

 

Esattamente diciotto mesi dopo lo tsunami che devastò gran parte del Sudest asiatico, un nuovo disastro ha colpito stamani l’Indonesia. L’isola di Giava è stata teatro di un gravissimo terremoto (6,2 gradi della scala Richter) che ha fatto finora – secondo i bilanci aggiornati in tempo reale dalle autorità di Giakarta – almeno 2.700 morti e circa 3000 feriti. Benedetto XVI ha inviato alle autorità ecclesiali e civili indonesiane un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. Il Papa, si legge nel testo, prega per le vittime e incoraggia i loro familiari, e manifesta riconoscenza e incoraggiamento “per quanti sono in queste ore impegnati nelle operazioni di soccorso medico e di ricerca dei dispersi”, auspicando un proseguimento dei loro sforzi. E mentre arrivano a Giakarta i messaggi di solidarietà della comunità internazionale, l’Unione Europea ha mobilitato i propri soccorritori annunciando uno stanziamento di 3 milioni di euro.

 

L’Indonesia si estende lungo il cosiddetto “anello di fuoco”, uno stretto corridoio attraverso gli oceani Atlantico, Pacifico e Indiano, caratterizzato da intense attività vulcaniche e telluriche. Padre Ferdinando Severi - Minore conventuale, da oltre 25 anni missionario a Banda Aceh, nell’Isola di Sumatra – raggiunto telefonicamente da Alessandro De Carolis, racconta le ultime notizie giunte dal fronte del sisma:

 

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R. – Il terremoto è iniziato alle 5.53 locali. L’epicentro del terremoto è stato individuato a 37 km dal mare da Yogyakarta. L’aeroporto di Yogyakarta è stato chiuso perché parte dell’edificio dello scalo è distrutto, per cui tutti i voli da e per Yogyakarta sono stati sospesi. Alle 10.00 di stamattina, poi, c’è stata un’altra scossa di terremoto più leggera, di assestamento. Da notare che anche i famosi monumenti indù di Borobudur, costruiti 800 anni dopo Cristo e situati a 20 km da Yogyakarta, sono stati in parte distrutti. Inoltre, anche fuori città, in una cittadina di 50 mila abitanti, ci sono stati 500 morti. Adesso c’è grande necessità di tende e cibo: purtroppo ancora non è arrivato niente, ma non dovrebbe mancare molto. E poi c’è notevole disagio perché stamattina, alle 5 e mezza, l’elettricità è stata interrotta dappertutto, in città e nei distretti. Quindi, i soccorritori hanno lavorato al buio tra grandi difficoltà. Gli aiuti non mancano perché ci sono decine e decine di organizzazioni mondiali, in Indonesia, che stanno ricostruendo dopo il famoso tsunami che ha ucciso 220 mila persone.

 

D. – Ecco, qual è la situazione adesso, dopo un anno e mezzo di ricostruzione?

 

R. – Premetto che a Yogyakarta la gente stamattina gridava e scappava per le strade, perché aveva paura che arrivasse lo tsunami. Il governo, allora, ha annunciato con macchine e altoparlanti che non c’era pericolo di tsunami, perché il sisma deve superare i 9 gradi della scala Richter per provocare il maremoto. Detto questo, qui a Banda Aceh, dopo un anno e mezzo dallo tsunami, ci sono ancora 50 mila case da ricostruire e molta gente vive ancora sotto le tende. Però devo dire che le cose vanno piuttosto bene, perchè tutto il mondo è presente qui. Tutte le Caritas del mondo sono da noi, come quella americana, che sta ricostruendo migliaia di abitazioni. Ed è un bellissimo spettacolo di solidarietà internazionale.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani 28 maggio, si celebra la Liturgia dell’Ascensione. Il Vangelo di Marco ci racconta di Gesù che apparve agli Apostoli e disse loro:

 

“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Gesù risorto manda i discepoli in tutto il mondo a predicare il Vangelo ad ogni creatura. Lui, dopo aver affidato loro questa missione, ascende al Padre. Con il battesimo noi veniamo innestati in Cristo; la nostra umanità viene in Lui resa filiale. In Cristo, noi veniamo presentati al Padre e prendiamo atto di essere veramente figli. Constatiamo che le nostre radici sono lassù, in Gesù Cristo, affondando in questa incrollabile e misteriosa comunione dell’amore con il Padre. Noi però continuiamo a vivere nella storia e anche se prendiamo in mano i serpenti, questi non ci mordono e anche i veleni non ci recano danno. La comunione con Cristo, che ha passato la morte e vive con il Padre, ci rende immuni dal male del mondo. Noi possiamo essere immersi nel mondo, possiamo essere in contatto con il male, ma Cristo ci dà la grazia di non lasciarsi coinvolgere, di rimanere in una distanza di indifferenza verso il male, perché siamo di Cristo.

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CHIESA E SOCIETA’

27 maggio 2006

 

 

SFIDE E SCELTE DEI DIRIGENTI CRISTIANI D’IMPRESA NEL MONDO GLOBALIZZATO

DEGLI AFFARI, SOTTOLINEATE DAL CARDINALE RENATO MARTINO INTERVENUTO

AL CONGRESSO MONDIALE DELL’UNIAPAC CHE SI CONCLUDE OGGI A LISBONA

- A cura di Paolo Scappucci -

 

LISBONA. = “L’etica non è un vincolo per l’impresa, ma un’opportunità che ne qualifica l’efficienza e gli obiettivi. I valori morali, quali la responsabilità, la giustizia, il rispetto dei diritti umani, non sono nemici dell’attività economica, ma i suoi amici più fidati, anche se molto esigenti”. Lo ha affermato il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato Martino, intervenendo al XXII Congresso mondiale degli imprenditori cristiani (UNIAPAC,  Unione internazionale cristiana dirigenti d’impresa), che si conclude oggi a Lisbona. Tema: “Potenziare le imprese a servizio dell’umanità del mondo moderno”. Rivolgendosi ai rappresentanti dell’imprenditoria mondiale di ispirazione cristiana, il porporato ha sottolineato che “investire in etica è uno dei modi migliori per affermare la razionalità economica e imprenditoriale”. Egli ha anche espresso la convinzione che ormai sia giunto a termine il “lungo periodo di incomprensioni ed equivoci tra Chiesa e mondo imprenditoriale”, con una considerazione positiva del mercato e del profitto, ma anche con l’unanime condanna della “idolatria del mercato e del profitto” come antireligiosa, disumana e socialmente insostenibile. Ribadendo che la soluzione del problema dello sviluppo non consiste nel protezionismo e nelle chiusure, ma invece nel favorire l’accesso dei Paesi più poveri al mercato mondiale, il cardinale Martino ha definito un errore concepire gli aiuti economici alle imprese di tali Paesi solo sotto forma di prestiti o trasferimento di tecnologie obsolete e non anche come partecipazione al rischio e quindi come esportazione di know-how imprenditoriale nel sud del mondo. Le virtù civiche, la tenuta dei vincoli familiari, i legami di reciprocità e i vincoli religiosi, secondo il presidente di Giustizia e Pace, producono effetti anche economici di notevole entità dentro e fuori l’impresa. La dimensione sociale, infatti, quella etica e persino la dimensione religiosa sono strettamente collegate con l’economia, con l’azienda e con il profitto. Infine, il porporato ha ricordato che i costi economici sono sempre anche costi umani e i costi umani hanno sempre una ricaduta economica. Più l’economia è virtuosa, più il contesto si fa umano. Più il contesto promuove la persona, più l’economia trova il vento per le proprie vele.

 

 

 

 

SUGGESTIVO INTRECCIO DI COSTUMI, CANTI ED INTENZIONI DI PREGHIERA,

IERI, NEL PELLEGRINAGGIO DI MIGLIAIA DI DONNE ASIATICHE

AL SANTUARIO DI HARISSA, IN LIBANO

 

BEIRUT. = Oltre 5 mila donne asiatiche hanno preso parte, ieri, ad un pellegrinaggio al santuario di Harissa, in Libano. Le partecipanti provenienti da diversi Paesi, tra cui Filippine, Sri Lanka, Thaliandia e Malaysia, hanno anche espresso la loro gratitudine verso i libanesi, per la generosità mostrata in occasione dello tsunami che, lo scorso anno, ha colpito il sud est asiatico. Il pellegrinaggio, cominciato con una visita alla sede del patriarcato maronita a Bkerke e conclusosi con una suggestiva fiaccolata, è stato caratterizzato da una ricca combinazione di intenzioni di preghiera in diverse lingue e da una amena mescolanza di costumi e canti. La cornice di questa forte esperienza di fede è straordinaria: il Santuario di Harissa si trova, infatti, su quella che i libanesi definiscono una delle colline più belle del mondo, che è meta ogni anno di oltre un milione di pellegrini. Il rettore del santuario, il missionario libanese maronita Hannoun Andrawos, ha spiegato all’Agenzia Asia News che dall’inizio dell’anno sono stati accolti più di 700 mila pellegrini di tutte le confessioni religiose. (A.L.)

 

 

RINGRAZIARE IL SIGNORE PER LA VOCAZIONE DI EDUCATORI NELLA FEDE

E RIAFFERMARE L’IMPEGNO DI CONTINUARE A CRESCERE IN QUESTO SERVIZIO:

CON QUESTO INTENTO SI SVOLGE OGGI, IN CILE,

LA GIORNATA NAZIONALE DEL CATECHISTA

 

SANTIAGO. = “Catechisti: annunciamo Cristo vivo”: con questo slogan si celebra oggi, in tutto il Cile, la Giornata nazionale del catechista. Scopo dell’iniziativa, organizzata dalla Commissione nazionale di catechesi della Conferenza episcopale cilena, è ringraziare il Signore per la vocazione di educatori nella fede e riaffermare l’impegno di continuare a crescere in questo servizio. “Di fronte alle nuove sfide – ha spiegato il direttore della Commissione, padre José Carraro, nella lettera d’invito indirizzata a tutti i catechisti del Paese – i vescovi ci stimolano a potenziare l’Annuncio di Cristo Vivo, come l’unico e vero Salvatore, Colui che può rispondere anche oggi alle necessità più profonde della mente e del cuore dell’uomo”. Il sacerdote ha sottolineato inoltre che “è urgente annunciare Cristo vivo con la forza e il coraggio dei primi discepoli del Signore, affinché i destinatari lo accolgano con fede e siano discepoli fedeli e missionari entusiasti”. (R.M.)

 

I CATTOLICI GIAPPONESI DONANO STATUE DI SAN FRANCESCO SAVERIO

DA COLLOCARE IN INDIA EIN MALAYSIA PER COMMEMORARE IL PRIMO INCONTRO

FRA IL SANTO ED UN GIAPPONESE

 

KAGOSHIMA. = In Giappone, i membri dell’Associazione in memoria di San Francesco Saverio hanno donato un gruppo marmoreo di statue alla Malaysia e all’India per commemorare il primo incontro fra il Santo ed un giapponese di nome Yajiro, nativo di Kagoshima. Yajiro aveva incontrato San Francesco Saverio a Malacca, nell’attuale Malaysia, nel 1548: affascinato dalla sua fede, aveva deciso di seguirlo nei suoi viaggi in varie zone del Giappone. Nella tradizione, questo episodio segna l’incontro della Chiesa con il popolo giapponese. I membri dell’Associazione di Kagoshima, prefettura giapponese che si trova nella parte meridionale dell’isola di Kyûshû, hanno già visitato Malacca nel corso del 2005. Lo scorso anno hanno deciso, inoltre, di commissionare il gruppo di statue da inviare anche a Goa, in India, dove si trovano i resti mortali del Santo. Il presidente della Commissione incaricata del progetto – riferisce inoltre l’Agenzia Asia news – ha detto che “vi saranno sette giorni di feste a Goa e a Malacca per commemorare il 500.mo anniversario della nascita di San Francesco Saverio”. “Speriamo – ha concluso - di poter inviare le statue in tempo per scoprirle insieme in questa gioiosa occasione”. (A.L.)

 

 

 

 

 

 

 

L’APPROVAZIONE URGENTE DI UNA LEGGE PER I RICHIEDENTI ASILO:

QUESTA LA RICHIESTA DELLA CARITAS ITALIANA, AL TERMINE DEI LAVORI

DEL COORDINAMENTO NAZIONALE ASILO IN PROGRAMMA OGGI A TRIESTE

 

TRIESTE. = Ad oltre sei mesi dal recepimento della Direttiva europea sugli standard minimi di accoglienza e a più di un anno dall’entrata in vigore del regolamento di attuazione, la Caritas Italiana chiede l’approvazione urgente di una legge organica sui richiedenti asilo. La richiesta è stata avanzata oggi, al termine dei lavori del coordinamento nazionale Asilo delle 45 Caritas delle diocesi italiane. “La questione – ha detto il sottosegretario all’Interno, Ettore Rosato, intervenuto all’incontro – sarà considerata una priorità del governo. Lavoreremo insieme alla Caritas sui contenuti per rispondere al meglio”. L’organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) gestisce circa 800 posti di accoglienza, un terzo della rete nazionale del sistema di protezione dei richiedenti asilo e rifugiati. (I.P.)

 


A CANNES, GRANDE ATTESA PER I PREMI FINALI DEL 59.MO FESTIVAL,

CHE SARANNO ASSEGNATI DOMANI.

OGGI POMERIGGIO I PREMI DELLA GIURIA ECUMENICA

- A cura di Luciano Barisone -

 

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CANNES. = Battute finali al Festival di Cannes 2006. Questa sera si conosceranno i primi verdetti con l’assegnazione dei Premi della Giuria Ecumenica e della
Federazione internazionale della stampa cinematografica (FIPRESCI). Domani, sarà invece la volta del Palmarès della Giuria Ufficiale. Nel frattempo, scorrono gli ultimi titoli del Concorso, opere che si situano fra la lettura storico-politica del recente passato e l’analisi di un presente incerto e contraddittorio. Indigenes di Rachid Bouchareb  rivaluta il ruolo delle truppe nordafricane nella seconda guerra mondiale, al fianco degli alleati. Cronica de una fuga di Israel Adrián Caetano  racconta una rocambolesca evasione da una prigione durante la dittatura militare argentina. United 93 di Paul Greengrass ripercorre il tragico volo dell’unico aereo che non raggiunse l’obiettivo terrorista l’11 settembre 2001. El laberinto del fauno di Guillermo Del Toro ci trasporta nella Spagna della Guerra Civile fra orrori del mondo adulto e fantasie infantili. Fra tutti si segnalano tre film; L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino, Juventude em marcha di Pedro Costa e
Quand j'étais chanteur di Xavier Giannoli. Protagonista del film italiano, ambientato nella provincia di Latina, è un repellente usuraio che si perde per amore. Giocato abilmente su un tono che oscilla fra il grottesco e il patetico, il film è una vera sorpresa per lo spessore delle interpretazioni degli attori, per l’eleganza sorniona dei dialoghi, per l’originalità e l’eleganza visiva della messa in scena di Sorrentino, ma è soprattutto qualcosa che cattura il cuore dello spettatore, intrigato dal mistero dell’attrazione fra bellezza e laidezza. Una tale equazione funziona magnificamente anche nel film francese, dove un vecchio e sformato cantante di balera si innamora di una ragazza madre. Lavorando con commozione sulle superfici di corpi e paesaggi, Giannoli dà a Gerard Depardieu l’occasione di una performance di altissimo livello, ma soprattutto ci ricorda come la bellezza sia una dote dell’anima. Rigorosissimo, estremamente difficile nella ricezione da parte di un pubblico che non voglia rinunciare agli spunti spettacolari del cinema, Juventude em marcha ci immerge nel mondo degli umili e dei diseredati. La pellicola racconta, con stile documentario e con una precisione assoluta di inquadrature e di tempi cinematografici, la difficile esistenza di un gruppo di emigrati provenienti da Capo Verde, vagabondi fra un passato di sogni e miserie e un presente anonimo e senza speranza.

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24 ORE NEL MONDO

27 maggio 2006

 

 

- A cura di Roberta Moretti -

 

Ennesima giornata di sangue in Iraq. Almeno 12 persone sono morte stamani in vari attentati nel Paese. Tra questi, anche un colonnello della polizia, assassinato da due ribelli insieme alla sua guardia del corpo, mentre era a bordo di un’autovettura nei pressi di Baqouba, 60 chilometri a nord di Baghdad. Intanto, sul fronte politico, il ministro degli Esteri iraniano, Mottaki, da ieri in visita in Iraq, ha sottolineato le strette relazioni esistenti tra Teheran e i nuovi leader iracheni, recandosi stamani nelle città sante sciite di Kerbala e Najaf, dove ha incontrato il Grande Ayatolla, Ali al Sistani. E mentre ieri sera, in un discorso pronunciato alla Georgetown University di Washington, il premier britannico, Tony Blair, ha chiesto l’appoggio internazionale al governo di Baghdad, il nuovo governo italiano mette al primo posto della sua agenda il ritiro delle truppe dall’Iraq.

 

Medio Oriente. Hamas ha respinto l’ultimatum lanciato dal presidente palestinese, Abu Mazen, per l’accettazione del piano che sembra prefigurare implicitamente il riconoscimento di Israele. All’indomani del ritiro della sua forza speciale di polizia dalla Striscia di Gaza per facilitare la tenuta del dialogo interpalestinese, Hamas ha nuovamente dispiegato le truppe nella zona e ha rinviato a data e luogo da destinarsi i colloqui di Dialogo nazionale con Al Fatha, previsti per oggi e tesi a formare un governo di unità nazionale, come auspicato da Abu Mazen. Se l’accordo non verrà raggiunto entro 10 giorni, saranno i cittadini a sciogliere la questione con un referendum ad agosto. Un’iniziativa, questa, giudicata “incoraggiante”, dal presidente americano, Bush, e dal premier britannico, Blair.

   

Il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha accusato stamani i cosiddetti “nemici” di essere all’origine degli incidenti avvenuti nei giorni scorsi nelle province a maggioranza etnica azera del Paese, quando migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro una vignetta pubblicata dal quotidiano “Iran” giudicata offensiva dagli Azeri. Normalmente, nella retorica ufficiale del regime, ad essere chiamati “nemici” sono gli Stati Uniti, oltre che Israele. Ahmadinejad ha denunciato anche la presenza, nella Repubblica islamica, di “mercenari” che agirebbero a loro sostegno. Intanto, oggi ad Ardebil, una delle principali città azere iraniane, nuova manifestazione di protesta organizzata dalle autorità del Paese.

 

Svolta decisiva nel processo di pace in Nepal. Durante i negoziati avviati ieri a Kathmandu, il governo e i ribelli maoisti hanno convenuto di cessare tutti gli attacchi e di metter fine al reclutamento. Le due delegazioni si sono trovate d’accordo anche nel far indire al più presto elezioni per formare una speciale assemblea con l’incarico di stilare una nuova Costituzione e mettere a punto il sistema politico futuro. Le parti si sono impegnate, tra l’altro, a metter fine alle provocazioni e all’uso delle armi per intimidire la gente. L’incontro è stato preceduto il mese scorso dalla creazione del nuovo governo, dalla decisione di liberare centinaia di ribelli incarcerati e di avviare indagini sulla sorte di molte altre persone considerate scomparse.

 

Il primo ministro di Timor Est, Mari Alkatiri, ha accusato stamani il capo di Stato, Xanana Gusmao, di voler tentare un golpe nel Paese, scosso in questi giorni da violenti scontri tra militari regolari e disertori. Alkatiri si è detto però fiducioso che il presidente della Repubblica “non smetterà di rispettare la Costituzione”. Intanto, per far fronte alla crisi, l’Australia ha inviato 450 soldati, mentre, da parte sua, l’ONU ha annunciato l’evacuazione del personale non essenziale dall’ex colonia portoghese, annessa unilateralmente dall’Indonesia nel ‘76 e divenuta indipendente nel ‘99 dopo una sanguinosa guerra civile.

 

A dispetto delle pressioni della comunità internazionale, la giunta militare del Myanmar, ex Birmania, ha prorogato di un anno gli arresti domiciliari ad Aung San Suu Kyi, la leader del movimento democratico. Il premio Nobel per la Pace ha trascorso oltre dieci degli ultimi sedici anni agli arresti domiciliari o in carcere.

 

E’ di almeno 20 morti il bilancio dei sanguinosi scontri di oggi a Mogadiscio, in Somalia, tra le Milizie della Corte Islamica e i cosiddetti “signori della guerra”, riuniti nell’“Alleanza contro il terrorismo”. La battaglia, che da mercoledì ha causato la morte di circa 70 persone, si è estesa stamani anche nei distretti di Daynile e di Keysaney, provocando la fuga disperata della popolazione.

 

Elezioni presidenziali domani in Colombia. Favorito il capo di Stato in carica, Àlvaro Uribe, considerato il baluardo contro l’avanzata della sinistra, già avvenuta in vari Paesi latino-americani. Da Bogotà, Maurizio Salvi:

 

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I sondaggi hanno indicato che Uribe gode di un potenziale consenso del 55-60 per cento dell’elettorato, mentre il suo principale sfidante, l’ex giudice della Corte Costituzionale, Carlos Gaviria, non va oltre il 25. Gli analisti sottolineano che il successo del polo democratico alternativo non ha precedenti nella storia elettorale della sinistra. La crescita di Gaviria è, fra l’altro, avvenuta ai danni del leader del partito liberale Orazio Serpa, che si trova così in una fase evidente di crisi. A meno di due giorni dal voto, Uribe ha ricevuto il sottosegretario di Stato americano per l’emisfero occidentale, Thomas Shannon, per ribadire la forza delle relazioni esistenti fra Colombia e Stati Uniti. Un rapporto che fa di Uribe il principale alleato di Washington nella regione con chiara funzione di antitesi nei confronti di regimi radicali di sinistra come Cuba, Venezuela o Bolivia. Tre settimane fa, infine, la Conferenza Episcopale Colombiana ha diramato un comunicato in cui ricorda ai candidati l’importanza della protezione della vita e della promozione della famiglia e agli elettori la necessità di unire le volontà per seminare amore, giustizia, perdono, riconciliazione e pace.

 

Da Bogotà, Maurizio Salvi, ANSA per la Radio Vaticana.

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Il presidente francese, Jacques Chirac, e la sua collega cilena, Michelle Bachelet, hanno firmato ieri a Santiago del Cile quattro convenzioni di collaborazione e due dichiarazioni d’intenti nell’ambito dell’innovazione tecnologica, dell’educazione, della formazione dei docenti, della conservazione del patrimonio audiovisivo, della medicina e della sismologia. Durante l’incontro, Chirac ha elogiato la “gestione economica di buon successo del Paese”. Era da oltre quarant’anni che un capo di Stato francese non si recava in Cile: l’ultima visita ufficiale fu quella di Charles De Gaulle nel 1964.  

 

Importante tornata elettorale domani e dopodomani in Italia. Circa 20 milioni i cittadini chiamati alle urne per la scelta di presidenti e consigli della Sicilia e di 8 province; dei sindaci e dei consigli di 1270 comuni, tra i quali 26 capoluoghi. Particolare attenzione all’esito del voto a Roma, Torino, Milano e Napoli. Eventuali ballottaggi l’11 e 12 giugno. Ieri sera la chiusura della campagna elettorale. Giampiero Guadagni:

 

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Sono intervenuti i principali leader nazionali. Da Palermo, il premier Romano Prodi afferma: “Le amministrative sono molto importanti per la Sicilia, ma non sono un test per il governo”. La pensa in modo opposto Silvio Berlusconi: “Il voto - sostiene il leader della CDL – ha anche una valenza nazionale e potrebbe rappresentare una sorta di avviso di sfratto per l’esecutivo”. Per il segretario DS, Fassino, questa tornata elettorale non è una coda delle politiche di aprile, né una rivincita, ma potrà rafforzare e rendere più solida la maggioranza di Governo, mentre per il leader di AN, Fini, preoccupa l’atteggiamento di alcuni ministri “di questa sinistra, ancora prigionieri delle ideologie del passato”.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Folle aggressione da parte di un sedicenne ieri sera a Berlino, in Germania. Prima della mezzanotte, il giovane, ubriaco e armato di coltello, ha ferito almeno 28 persone, sei delle quali in modo grave, che avevano assistito alla cerimonia di inaugurazione della nuova stazione ferroviaria centrale della capitale tedesca. Dopo aver colpito alcuni spettatori, il ragazzo si è dato alla fuga, accoltellando a caso i passanti che stavano cominciando a lasciare la zona dove si era svolto l’evento. La fuga è proseguita per circa un chilometro, quindi il ragazzo è stato arrestato. Il giovane avrebbe precedenti penali per atti di violenza.

 

Domate stamani dai vigili del fuoco le fiamme divampate in due gasdotti nella città pakistana di Sui, nella provincia sud-occidentale del Baluchistan, dove ignoti, probabilmente militanti estremisti, avevano fatto esplodere le tubature in due punti.  La compagnia nazionale “Pakistan Petroleum Ldt. aveva dovuto interrompere temporaneamente i rifornimenti dopo l’incidente.

  

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