RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 139 - Testo della trasmissione di venerdì 19 maggio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Domani,
V centenario della morte di Cristoforo Colombo: con noi, il prof. Franco Salvatori
CHIESA E SOCIETA’:
In Thailandia
l’incontro della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche
In Afghanistan, altri 8 morti dopo le 100 vittime di ieri nel
sud
Gli
Stati Uniti chiudano il carcere di Guantanamo e i
penitenziari segreti all’estero. Lo chiede, in un rapporto,
19 maggio 2006
LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI
ISTITUZIONI AUTOREVOLI E CREDIBILI
PER PROMUOVERE IL BENE COMUNE: COSI’ BENEDETTO XVI NELL’UDIENZA
DI STAMANI AI MEMBRI DELLA FONDAZIONE CENTESIMUS ANNUS
Le istituzioni democratiche non devono mai essere
finalizzate alla gestione del potere, ma piuttosto alla promozione della
giustizia sociale. E’ il richiamo di Benedetto XVI sul valore della democrazia,
tema forte del discorso ai membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice. Guidati dal presidente il Conte Lorenzo
Rossi di Montelera e dal cardinale Attilio Nicora, sono stati ricevuti stamani in Sala Clementina. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
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Nonostante le lentezze con cui talora si fa strada, la
democrazia “resta lo strumento storico più valido, se ben usato, per disporre
responsabilmente del proprio futuro in modo degno dell’uomo”. Benedetto XVI ha
scelto l’udienza alla Fondazione Centesimus Annus per sottolineare il valore straordinario della
democrazia, quale ordinamento per l’umana convivenza. Tuttavia, non ha mancato
di indicare quali siano i punti critici di ogni
sistema democratico:
“Occorrono in primo luogo
istituzioni appropriate, credibili, autorevoli, non finalizzate a una mera
gestione del potere pubblico, ma capaci di promuovere
livelli articolati di partecipazione popolare, nel rispetto delle tradizioni di
ciascuna nazione, e nella costante preoccupazione di custodirne l'identità.
Altrettanto urgente è uno sforzo tenace, durevole e condiviso per la promozione
della giustizia sociale”.
“La democrazia
– ha proseguito il Pontefice - raggiungerà la sua piena attuazione solo quando
ogni persona ed ogni popolo sarà in grado di accedere ai beni primari” e ciò “attraverso
un ordinamento delle relazioni interne e internazionali che assicuri a ciascuno
la possibilità di parteciparvi”. Parole corredate da un’esortazione ai
cristiani affinché promuovano un’autentica solidarietà:
“Non si potrà dare, peraltro, vera giustizia sociale se
non in un'ottica di genuina solidarietà, che impegni a vivere e ad operare
sempre gli uni per gli altri, e mai gli uni contro o a danno degli altri. In
che modo rendere concreto tutto questo nel contesto mondiale di oggi è la
grande sfida dei cristiani laici”.
Il Papa non ha mancato di soffermarsi sul nome
della Fondazione, Centesimus Annus, che, ha detto, “richiama l’ultima grande Enciclica sociale di Giovanni
Paolo II”, con la quale Papa Wojtyla riassunse cento
anni di Magistero della Chiesa in ambito
sociale. Ha infine esortato i membri della Fondazione ad impegnarsi affinché
“nelle diverse aree culturali del mondo contemporaneo la dottrina sociale della
Chiesa svolga in modo limpido il suo compito per la diffusione del Vangelo”.
**********
Eretta nel 1993 da Giovanni Paolo II, la Fondazione Centesimus
Annus Pro Pontifice, con fini di religione e beneficenza, ha
visto il suo statuto rinnovato nel 2004. Si propone di collaborare allo studio
e alla diffusione della dottrina sociale cristiana, come esposta in particolare
nell’Enciclica Centesimus Annus. La Fondazione promuove, tra l’altro, la raccolta
di fondi per il sostegno dell’attività della Sede Apostolica e favorisce iniziative
per sviluppare la presenza e l’opera della Chiesa cattolica nei vari ambiti
della società.
ALTRE
UDIENZE
Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in
successive udienze, la Regina Margherita II di Danimarca con seguito, e un
gruppo di quattro presuli della Conferenza episcopale del Canada Atlantico, in visita
ad Limina.
DOPO
UN ATTENTO ESAME DELLE ACCUSE AL FONDATORE DEI LEGIONARI DI CRISTO,
PADRE MARCIAL MACIEL, LA CONGREGAZIONE PER LA
DOTTRINA DELLA FEDE
HA INVITATO L’ANZIANO RELIGIOSO AD UNA VITA
RITIRATA
DI PREGHIERA E PENITENZA.
LA DECISIONE E’ STATA APPROVATA DA BENEDETTO XVI
Una
“vita riservata di preghiera e di penitenza” e la rinuncia “ad ogni ministero
pubblico”: è l’invito che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha rivolto
al fondatore dei Legionari di Cristo, padre Marcial Maciel Degollado, al termine di una indagine relativa ad accuse rivolte al religioso, circa
otto anni fa, da alcuni ex Legionari di Cristo. La Sala stampa vaticana ha
riepilogato le fasi della vicenda in un comunicato, che cita un Motu Proprio di Giovanni Paolo II riguardante, tra l’altro,
gli abusi di sacerdoti su minori. Il servizio Alessandro De Carolis:
**********
“A
partire dal 1998,
“Tutti questi elementi – prosegue il
comunicato - sono stati oggetto di maturo esame da parte della Congregazione
per la Dottrina della fede” ed è stato l’allora prefetto, il cardinale Joseph Ratzinger, ad autorizzare
il dicastero ad una “investigazione delle accuse” a norma del Motu Proprio Sacramentorum
sanctitatis tutela, promulgato
il 30 aprile 2001 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II. Il documento sanziona i
comportamenti che sono considerati delitti più gravi dal punto di vista morale,
tra cui l’abuso di un ministro sacro su un minore di 18 anni. Dopo la morte di
Giovanni Paolo II e l’elezione del cardinale Ratzinger
a nuovo Pontefice, sottoposte “le risultanze dell’investigazione ad attento studio”,
la Congregazione per
In seguito al comunicato della Santa Sede, i Legionari di
Cristo e i membri del Movimento Regnum Christi hanno precisato in una nota che di fronte alle
accuse rivoltegli dagli ex Legionari, P. Maciel “ha affermato
la sua innocenza”, ed hanno ribadito inoltre: “Accoglieremo sempre tutte le
disposizioni della Santa Sede con profondo spirito di obbedienza e fede, e
rinnoviamo il nostro impegno di lavorare con grande intensità per realizzare il
nostro carisma della carità e estendere il Regno di Cristo servendo la Chiesa”.
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INCONTRO TRA BENEDETTO XVI E IL METROPOLITA KIRILL IERI
POMERIGGIO A ROMA. STAMATTINA, IL PRESIDENTE DEL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI ESTERI
DEL PATRIARCATO DI MOSCA HA BENEDETTO LA PRIMA CHIESA
ORTODOSSA RUSSA.
PER CELEBRARE L’EVENTO, IERI SERA UN CONCERTO
Benedetto XVI ha incontrato ieri pomeriggio il metropolita
Kirill di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento per gli affari
esteri del Patriarcato ortodosso di Mosca, in questi giorni a Roma per la
benedizione della prima chiesa ortodossa russa nella capitale. La cerimonia si
è svolta questa mattina. Dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, la chiesa si
trova nei pressi dell’ambasciata russa. E ieri sera, per celebrare l’evento,
all’Auditorium Conciliazione si è svolto un concerto. Il servizio è di Tiziana Campisi.
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(musica)
Musica
sacra per celebrare la benedizione della prima chiesa ortodossa russa a Roma.
Ad eseguirla, il coro maschile del monastero Sretenskiy
di Mosca. Ventinove i coristi diretti dal maestro Nicon
Gila che ha incluso nel programma del concerto canti
nazionali e popolari russi.
(musica)
A
porgere i saluti alla platea a nome del Papa, il
cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
“Fratelli
e sorelle! Dire un grazie a nome del Santo Padre, lo
faccio molto volentieri. Sentire così, canti di musica sacra, di musica
popolare, significa pregare, alzare la nostra anima verso Dio. Pregare per
tutta la Russia che da secoli ha meritato di essere chiamata la ‘santa Russia’!”.
Poi il
porporato si è rivolto personalmente al metropolita Kirill
di Smolensk e Kaliningrad,
presidente del Dipartimento per gli affari esteri del Patriarcato ortodosso di
Mosca:
“Cara
eminenza Kirill, metropolita di Smolensk
e di Kaliningrad! Condividiamo fraternamente la
vostra, la sua gioia, e quella del Patriarca Alessio, e insieme ringraziamo il
Signore di darci la grazia per entrare più facilmente nell’aspro ma tanto bello
mistero dell’unità invisibile della Chiesa di Cristo!”.
E al
cardinale Etchegaray, il metropolita Kirill ha risposto con queste parole:
(Parole in russo)
“Quando noi vediamo come un altro popolo prega e come un
altro popolo canta, allora noi saremo veramente capaci di comprendere e di
amare quel popolo. Il nostro rapporto nella preghiera, il nostro rapporto nelle
espressioni dell’arte, sono quel dialogo del cuore senza il quale non è
possibile alcun dialogo tra i popoli e tra i Paesi. Io sono convinto che al Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa, condividendo
lo stesso sistema di valori morali e spirituali e comunicandoli, possono
testimoniarli al nostro mondo e alla nostra Europa. Lavoriamo e preghiamo
perché tutto questo si realizzi. Grazie”.
(applausi)
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PRESENTATO
A ROMA, DURANTE IL PIU’ GRANDE PELLEGRINAGGIO DI CATTOLICI
RUSSI NELLA CAPITALE, LA BIOGRAFIA DI FRIEDRICH JOSPEH HAASS,
UN
MEDICO TEDESCO CHE
NEL 19.MO SECOLO STRAPPO’ DALLA MISERIA
MIGLIAIA
DI POVERI A MOSCA:
FIGURA
MOLTO CARA A CATTOLICI E ORTODOSSI
-
Intervista con l’arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz -
Tra i più poveri di Mosca, tra i malati senza denaro e,
ancora, tra gli esiliati in Siberia: ovunque per portare la sua competenza
professionale e, soprattutto, la sua inesauribile carica di solidarietà
cristiana. E’ la figura di un medico tedesco a scaldare ancora oggi, al
ricordo, il cuore di moltissimi cattolici, ortodossi, protestanti e non solo. Friedrich Jospeh Hass, originario di Colonia dove nacque nel 1780, si
trasferì presto a Mosca, dove si spense nel 1853 dopo aver dato vita ad opere
di assistenza medica e aver speso tutto il proprio patrimonio pur di risollevare
dall’abbandono le categorie più sfortunate della città, al di là della loro appartenenza
confessionale. Le sue gesta sono state ricordate nei giorni scorsi
dall’arcivescovo della Madre di Dio a Mosca, Tadeusz Kondrusiewicz, che ha partecipato a Roma – nell’ambito del
grande pellegrinaggio di 150 cattolici russi nella capitale - alla
presentazione del libro “Il santo medico di Mosca”. E’ la biografia del dott. Haass curata dal padre gesuita, Germano Marani.
Alessandro De Carolis ne ha parlato con lo stesso mons. Kondrusiewicz:
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R. – Davvero è un uomo ancora oggi piuttosto conosciuto.
E’ molto apprezzato in Russia, specialmente a Mosca, non solo dai cattolici ma
anche dagli ortodossi. Abbiamo invitato tanti vescovi e tanti cardinali alla
celebrazione della Messa nel cimitero dove lui è stato sepolto 150 anni fa e
tra i presenti vi erano
non solo cattolici, ma anche ortodossi, protestanti. Una volta abbiamo
celebrato la Messa nella cappella dei protestanti: tutti lo apprezzano molto,
perché è stato un uomo santo, santo per tutti.
D. – Per “Il santo medico di Mosca”, come viene definito il dottor Haass, si
parla di beatificazione…
R. – Sì, è vero: abbiamo avviato il processo e abbiamo
raccolto testimonianze e documenti, che sono presso la diocesi di Colonia, in
Germania. Il postulatore è il cardinale Meisner, il
quale una volta è venuto a Mosca per soli due giorni proprio per pregare sulla
tomba di questo santo uomo.
D. – Tra le testimonianze che avete raccolto ci sono dunque
anche quelle di persone di fede ortodossa?
R. – Sì.
D. – Ciò che dimostra la vita del dottor Haass è che al di là della differenza di credo, l’amore e
il servizio ai poveri è una lingua universale …
R. – E’ vero. L’amore, come la musica, è senza frontiere.
Papa Benedetto XVI ha fatto un grandissimo dono alla Chiesa con la sua prima
enciclica Deus caritas
est, nella quale parla dell’amore non solo in termini teologici, ma anche
in termini pratici. Questo santo uomo, il dottor Friedrich
Haass, ha fatto esattamente queste grandi cose, opere
caritative, compiendole per tutti: cattolici, credenti, non credenti,
ortodossi, protestanti … perché se un uomo è in necessità, dobbiamo aiutarlo. Questo è il nostro
credo.
D. – Dicevamo all’inizio: il dottor Haass
è una figura-ponte che unisce due comunità, quella cattolica e quella ortodossa
specialmente. Oggi, tra queste due comunità, qual è il clima, quali sono i
rapporti?
R. – I rapporti non sono perfetti, ma devo dire che c’è un
certo dinamismo, un certo progresso. Non si può ricostruire tutto quello che è
stato sbagliato nel corso di mille anni, ma io oggi sono ottimista. Abbiamo
incontri, c’è una commissione mista che lavora per chiarire tante cose… C’è un
certo progresso, e mi pare che oggi si veda una luce in fondo al tunnel.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’Iraq: scontri a Ramadi e a Falluja tra insorti e marines statunitensi.
Servizio vaticano – L’udienza di Benedetto XVI ai
partecipanti all’incontro promosso dalla Fondazione Centesimus
Annus Pro Pontifice.
Servizio estero - Per la rubrica
dell’“Atlante geopolitica” un articolo di Gabriele Nicolò dal titolo “Africa:
si acuisce l’emergenza siccità”.
Servizio culturale - Un articolo di Armando Rigobello dal titolo “La ‘poetica dell’agape’, l’economia
del dono’”: un anno dalla morte di Paul Ricoeur.
Servizio italiano - Politica: il nuovo Governo alla
prova del Senato. A Palazzo Madama il voto di fiducia.
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19 maggio 2006
TANTI
E IMPORTANTI I TEMI AFFRONTATI DAL CARDINALE RUINI ALLA CONFERENZA STAMPA A
CONCLUSIONE DELLA 56.MA ASSEMBLEA GENERALE DELLA CEI
Si è svolta in Vaticano la Conferenza conclusiva della 56.ma Assemblea generale della CEI, guidata dal cardinale
vicario Camillo Ruini, una conferenza molto affollata
e con problematiche molto intense. Si è parlato della condizione dei sacerdoti;
è stata approvata la traduzione italiana del Martirologio Romano, così come la
proclamazione di San Gianni Leonardi a patrono dei
farmacisti. E’ stata anche indicata la situazione economica della Chiesa
italiana in base all’8 per mille e sono stati sottolineati gli appuntamenti
principali per la pastorale giovanile. Il servizio di Stefano Leszczynski:
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A conclusione della 56.ma
Assemblea generale della CEI, il cardinale Ruini ha
illustrato i principali punti che sono stati discussi sottolineando gli
importanti appuntamenti per la pastorale giovanile come quello di Sydney nel
2008, oppure l’incontro di Loreto dei giovani italiani nel settembre 2007.
Molti i riferimenti anche alla situazione italiana dalla
scandalo del calcio alla nuova situazione politica italiana. E’ stato un
presidente della CEI a tutto campo quello che oggi ha risposto ai giornalisti
riuniti per la conferenza conclusiva dell’Assemblea generale. Apprezzamento è
stato espresso dal cardinale per la creazione di un ministero per la famiglia,
tema cui la Chiesa italiana dedica grande attenzione. Sempre in
riferimento alla situazione italiana e al referendum sulle riforme
costituzionali, il Porporato ha sottolineato come la CEI non dia indicazioni di
voto, come del resto avvenuto già in passato, facendo riferimento alla situazione
delle recenti elezioni legislative. Notizie incoraggianti solo sul fronte
dell’andamento vocazionale che risulta in crescita soprattutto nel sud Italia
anche se la tendenza generale del numero dei sacerdoti in Italia è in calo. Il
cardinale Ruini alla luce dei recenti scandali
sessuali che hanno coinvolto alcuni esponenti del clero ha ribadito la
necessità di un rigoroso impegno al discernimento vocazionale ancor prima
dell’ingresso in seminario. Il porporato ha ribadito la contrarietà della
Chiesa italiana alle unioni omosessuali in particolare attraverso i PACS, in
cui il riconoscimento giuridico di coppia dischiuderebbe pericolose
similitudini con la situazione del matrimonio. Da sottolineare poi il rinnovato
appello della CEI a valutare misure di clemenza nei confronti dei carcerati in
Italia, sulla scia di quanto dichiarato in passato da Giovanni Paolo II.
Tuttavia – ha sottolineato il cardinale Ruini –
bisogna tenere assolutamente presente una mediazione
anche con le esigenze di sicurezza dei cittadini. Un riferimento è stato poi
fatto dal presidente della conferenza episcopale italiana allo scandalo che ha
sconvolto il mondo del calcio italiano. Egli ritiene non sia una situazione da
drammatizzare ma che sicuramente richiede un forte esame da un punto di vista
etico.
Dall’Aula Paolo VI in Vaticano, Stefano Leszczynski.
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DOMANI,
V CENTENARIO DELLA MORTE DI CRISTOFORO COLOMBO.
MOLTE,
LE INIZIATIVE PER RICORDARE IL NAVIGATORE GENOVESE
CHE
NEL 1492 SBARCO’ SULLE COSTE DEL CONTINENTE AMERICANO
- Con
noi, il prof. Franco Salvatori -
Simbolo dell’umanità che va oltre l’orizzonte, Cristoforo
Colombo morì il 20 maggio di 500 anni fa a Valladolid,
in Spagna, quasi dimenticato e in difficile condizioni finanziarie. Nel 1492,
il grande navigatore genovese, cercando di raggiungere le Indie attraversando
l’Atlantico, approdò su un nuovo continente, cui più tardi verrà
dato il nome di America. Solo dopo la sua scomparsa verrà
riconosciuto tra i grandi della storia. In questi giorni, cinque secoli dopo,
il mondo lo ricorda con numerose iniziative. Tra le celebrazioni, stasera nella Cattedrale di San
Lorenzo a Genova, l’arcivescovo Tarcisio Bertone
presiederà una Messa solenne per la cittadinanza. Ascoltiamo, al microfono di Roberta Moretti, uno dei responsabili del
Comitato nazionale italiano per le celebrazioni colombiane, prof. Franco
Salvatori:
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R. – Colombo è stato certamente un visionario e su questo
suo sogno ha saputo mobilitare attenzioni, energie, mezzi …
Colombo è stato però anche uomo molto pratico: andare ad Oriente
passando per Occidente significava trovare la scorciatoia per gli interessi
della Corona spagnola per arrivare alle
spezie, ai mercati orientali che,
invece, attraverso la circumnavigazione dell’Africa, erano stati raggiunti dai
portoghesi. Quindi, c’era un problema di scambi e anche di predominanza politico-militare.
D. – Colombo approdò sulle coste americane
ma non seppe mai di avere raggiunto un continente nuovo …
R. – Su questo, i ‘colombisti’
continuano a discutere. Qualcuno è convinto che Colombo, in una certa fase
della vita, avesse avuto anche lui consapevolezza di
essere approdato in un continente diverso dall’Asia. Per esempio, quando lui
sbarca in Venezuela riesce a capire dalla portata dei fiumi che non è nel “Chipango”, in Giappone, ma in un luogo straordinariamente
più vasto. Si esprime parlando di “otro mundo”, come se fosse arrivato in Paradiso. Certo, era
anche testardo, nel senso che lui era convinto di avere raggiunto il Levante e
quindi di non avere, di fatto, fallito l’impresa. Un fallimento, peraltro,
felice, perché attraverso quel fallimento è partita la modernità!
D. – Quali sono le altre questioni storiografiche ancora
aperte, attorno alla figura di Cristoforo Colombo?
R. – La questione delle genovesità
di Cristoforo Colombo: su questo l’Università di Roma di Tor
Vergata sta facendo un’indagine a partire dal DNA dei resti del figlio di
Colombo, di cui abbiamo certezza, e sta misurando se c’è corrispondenza con i Colombo che esistono in Liguria e in altre regioni
contermine, cioè confinanti. Non sarebbe la prova definitiva, ma comunque si
aggiungerebbe alle pur ormai consolidate prove storiografiche della genovesità di Colombo. Ci sono poi altre questioni. Per
esempio, quella se vi fosse un sostegno non palese della Chiesa all’impresa di
Colombo, considerato che Colombo fece sicuramente un viaggio a Roma, prima di
partire per le Americhe …
D. – Secondo lei, quali furono le ragioni profonde che
spinsero Colombo a intraprendere la sua impresa?
R. – Colombo aveva anche un forte senso religioso. Nei
suoi scritti c’è traccia di una spinta interiore determinata dall’intenzione di
poter far arrivare il Vangelo in Oriente. Questo lo si
ritrova nei suoi scritti, nelle sue postille a margine dei libri che ha avuto
per le mani e che ci sono stati tramandati. Del resto, dobbiamo ricordare il
suo nome: Cristoforo, portatore di Cristo.
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DA OGGI NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE IL CONTROVERSO
FILM “CODICE DA VINCI”, ACCOLTO CON FREDDEZZA DALLA CRITICA AL FESTIVAL DI CANNES.
LA
STORICA DELL’ARTE ELIZABETH LEV SPIEGA, AI NOSTRI MICROFONI,
LE
MISTIFICAZIONI DI DAN BROWN SULLA FIGURA E L’OPERA DI LEONARDO DA VINCI
Esce oggi nelle sale di tutto il mondo, accompagnato da un
colossale battage pubblicitario, il film “Codice da Vinci”, ispirato fedelmente
al controverso romanzo di Dan Brown.
La pellicola, costata ben 125 milioni di dollari, è stata accolta con freddezza
e ironia al Festival di Cannes. Tra le mistificazioni più evidenti contenute
nel romanzo e nel film, spicca la lettura che viene
offerta della figura e dell’opera di Leonardo da Vinci. Alessandro Gisotti ha
chiesto al proposito il commento della storica di arte cristiana, Elizabeth Lev della Duquesne University:
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R. – Ci sono due cose che mi colpiscono: primo, una
chiara, ovvia mancanza di ricerca. Tutte queste interpretazioni, spiegazioni
sono date da qualcuno che a malapena ha letto una semplice biografia di
Leonardo. Però questi errori fondamentali deviano il significato di questi
quadri, un significato che era religioso e profondamente importante non solo
per Leonardo, ma anche per le persone che hanno pagato l’opera. Secondo certe
interpretazioni diventa soltanto uno strumento, una piccola storia, un po’
squallida. Mi dispiace profondamente di vedere un artista come Leonardo ridotto
ad una macchina pubblicitaria per un libro di terzo, quarto livello.
D. – Un altro degli aspetti presenti in questo romanzo è
la presunta ostilità verso la
Chiesa di Leonardo da Vinci…
R. – L’autore gioca molto sui problemi dei nostri anni. Il
ritenere Leonardo omosessuale e quindi come tale contro la Chiesa è un
atteggiamento del 2006, non è affatto un atteggiamento del 1500. L’autore gioca
moltissimo su una posizione che vorrebbe che la Chiesa si adeguasse a noi,
quando in effetti mai sarebbe sfiorata nella mente di
Leonardo l’idea che la Chiesa dovesse adeguarsi a lui!
D. – Quindi in questo si può dire che c’è anche un
elemento anticattolico?
R. – In questo c’è manipolazione, cioè sapendo che
toccando questo tasto tutti, da quel punto in poi, avrebbero creduto ogni cosa
che si fosse detta su Leonardo.
D. – Tanti cattolici hanno letto questo libro forse
credendo, in modo superficiale a quelle che sono le tesi di Dan
Brown…
R. – Questo si vede moltissimo oggi in America, dove il
libro è nato e dove ha maggiore successo. Molti cattolici oggi hanno un’idea
molto moderna della Chiesa per cui essa dovrebbe “venirci
incontro”, cioè non dovrebbe più considerare peccato cose che secondo al Chiesa
sono peccato. In questo Brown riesce ad avere un
grandissimo successo e a spingere molti cattolici a dire: “Anche Leonardo la
pensava così, anche Leonardo era come me!”. Ma Leonardo non era così, neanche
nella sua vita personale! Lui era concentrato sulla sua arte. Voleva portare su
quel muro una visione di qualcosa costruito in modo nuovo, ma non nel senso di
cambiare la storia.
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19 maggio 2006
UN VOTO RESPONSABILE E COSCIENTE, CHE
CONSOLIDI LA DEMOCRAZIA E FACCIA
AVANZARE LE RIFORME STRUTTURALI: È QUANTO
CHIEDONO I VESCOVI DEL MESSICO
IN VISTA DELLE ELEZIONI DEL PROSSIMO LUGLIO
NEL PAESE
CITTÀ
DEL MESSICO. = “Comunicare e decidere il bene comune nella giustizia e nella pace”:
è il titolo del documento pubblicato dai vescovi del Messico, in vista delle elezioni
del prossimo luglio nel Paese. I presuli constatano l’importanza di una retta
concezione della persona umana affinché ci sia autentica democrazia. “Il
relativismo morale – affermano – è uno dei maggiori rischi per le democrazie
attuali perché induce a considerare inesistente un criterio obiettivo e
universale per stabilire il fondamento e la corretta gerarchia dei valori”. Il
Messico si trova oggi nelle condizioni di “consolidare la democrazia,
fortificare le sue istituzioni e fare un passo avanti nelle riforme strutturali
richieste per l'autentico sviluppo di tutti i messicani”. I vescovi rivolgono
allora un appello ai candidati affinché promuovano il progresso del Paese sotto
diversi aspetti: il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie e
l’educazione per i figli; la promozione integrale del lavoro per mettere fine
all’emigrazione; la promozione della donna; l’integrazione degli indigeni,
degli operai e dei contadini nello sviluppo umano e sociale del Paese;
l’impulso di un’economia che sia al servizio della società e dello sviluppo umano.
Sollecitando i credenti “a manifestare la loro presenza nella vita pubblica”, i
presuli li esortano ad un voto cosciente, tenendo conto di alcuni criteri di
scelta dei candidati come la coerenza, la capacità di dialogo, la conoscenza
sociale ed economica, l’esperienza politica, l’amore e la difesa della vita
umana, il riconoscimento e la collaborazione con le Chiese. I vescovi terminano
invitando tutti i fedeli a pregare “per il Messico e i suoi governanti,
affinché la fede e la fiducia nella Provvidenza divina conducano alla serenità,
alla riflessione ed al voto ragionato e critico”. (R.M.)
“SIA CRISTO E NON LA CARRIERA L’IDEALE DI
SACERDOTI E SEMINARISTI”: QUESTA, L’ESORTAZIONE DELL’ARCIVESCOVO DI COTABATO,
NELLE FILIPPINE, MONS. QUEVEDO, CHE HA APRERTO NEI
GIORNI SCORSI IN THAILANDIA L’INCONTRO
DELLA
FEDERAZIONE DELLE CONFERENZE EPISCOPALI ASIATICHE (FABC)
HUA HIN. = Il ruolo dei sacerdoti
nel continente asiatico; l’importanza della formazione dei seminaristi; la
moralità e l’esempio che il clero deve sempre esprimere nei confronti dei
fedeli: sono i temi principali dell’incontro della Federazione delle Conferenze
episcopali asiatiche (FABC), in corso fino a oggi nella Casa salesiana di Hua Hin, in Thailandia.
Nel suo intervento introduttivo, il segretario generale della FABC,
l’arcivescovo di Cotabato, nelle Filippine, mons.
Orlando B. Quevedo, ha sottolineato come vi siano “molte luci” nel mondo sacerdotale, ma che, allo
stesso tempo, vi sono anche “alcune ombre, che oscurano e sfigurano la figura
dei preti”. “Dobbiamo avere coscienza – ha spiegato – di quale grande oltraggio
e scandalo provano i fedeli nello scoprire casi in cui alcuni sacerdoti hanno
violato il celibato”. “Alcuni fra noi – ha aggiunto – si sono piegati alla tentazione
dei benefici e della sicurezza correlati al sacerdozio e hanno abbandonato il
loro idealismo e spirito di sacrificio. Il sacerdozio non deve essere visto
come una carriera o uno stile di vita, ma come identificazione ed imitazione di
Cristo”. Secondo l’arcivescovo, “i fedeli fanno commenti sprezzanti sulla
‘Chiesa dei poveri’ quando vedono un sacerdote con l’ultimo gadget elettronico
o la nuova autovettura” . “Il numero di questi fallimenti – ha comunque sottolineato
mons. Quevedo – è insignificante a confronto delle
migliaia di sacerdoti che lavorano in Asia, ma la notorietà che attira questo
basso numero è tristemente sproporzionata”. Una volta esposte le sfide della
Chiesa asiatica, il presule ha invitato i direttori spirituali a “preparare al
meglio i seminaristi”, con maggiore attenzione e continuità. “Se è vero che in
questa formazione il principale agente è lo stesso candidato – ha spiegato – è
molto importante che il formatore sia viva testimonianza del Buon Pastore, alla
cui immagine il seminarista si deve sempre ispirare.
Oltre all’insegnamento – ha concluso – il vostro ruolo è quello di essere un
modello per tutti i giovani”. (R.M.)
ALMENO 16 MORTI E 4 DISPERSI: È IL TRAGICO
BILANCIO DEL TIFONE CHANCHU,
CHE SI È ABBATTUTO IN
QUESTI GIORNI NEL SUD E NELL’EST DELLA CINA,
COSTRINGENDO 1 MILIONE
DI PERSONE AD ABBANDONARE LE LORO CASE
PECHINO. = In Cina, almeno 16 persone sono
rimaste uccise e 4 sono tuttora disperse a causa del tifone Chanchu,
che si è abbattuto in questi giorni nel Sud e nell’Est del Paese. Il tifone,
che in Cina ha portato piogge torrenziali, smottamenti e venti che hanno raggiunto
i 170 chilometri orari e causato l’evacuazione forzata di un milione di persone
e la cancellazione di voli aerei e corse di traghetti, ha ucciso almeno 37
persone la scorsa settimana, quando ha attraversato le Filippine. In Vietnam
risultano dispersi 27 pescatori, mentre 67 sono stati tratti in salvo dopo
essere stati ritrovati su un atollo dove si erano messi al riparo dalla
tempesta. In Cina, ieri 500 militari hanno soccorso 6.400 persone, dopo che le
loro abitazioni erano state travolte da valanghe alte più di un metro e mezzo.
(R.M.)
IN
BRASILE, IL 40 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE VIVE IN CONDIZIONI
DI
INSICUREZZA ALIMENTARE: LO RIFERISCE L’ULTIMO RAPPORTO CONGIUNTO
DELL’INSTITUTO BRASILEIRO DE GEOGRAFIA E
ESTATÍSTICA (IBGE)
E DEL
MINISTERO DELLO SVILUPPO SOCIALE
BRASILIA. = Il 40 per cento dei brasiliani, pari a circa
72 milioni di persone su un totale di 182 milioni, sopravvive in condizioni di
insicurezza alimentare “moderata o grave”, ovvero “senza garanzie di accesso
regolare a generi di prima necessità, per quantità e qualità”: è quanto emerge
dall’ultimo rapporto congiunto dell’Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística
(IBGE) e del ministero dello Sviluppo Sociale, secondo cui la fame resta uno
dei principali problemi del Paese soprattutto per i settori più fragili della
popolazione, bambini, donne e afro-brasiliani. Come
riporta l’agenzia MISNA, il fenomeno è visibile soprattutto nelle aree rurali
delle regioni settentrionali, dove solo il 50 per cento dei residenti si alimenta adeguatamente;
squilibri sono evidenti anche nel Sud della nazione, dove il 76,5 per cento
delle famiglie non ha problemi di approvvigionamento. “L’inchiesta – ha
spiegato Katiuscia Dier
Francisco, consulente della ‘Pastorale dell’infanzia’, organo della Conferenza episcopale
brasiliana (CNBB) – rivela una grave situazione di disuguaglianze sociali e di iniqua
distribuzione del reddito e una storia di sfruttamento sistematico nel lavoro,
che non consente a moltissime famiglie di avere entrate sufficienti per
comprare cibo, nonostante gli alti indici di produttività su scala nazionale”.
Secondo la consulente, il ‘Programma Fame Zero’, voluto dal governo e integrato da 31 iniziative sociali
per assistere, entro la fine dell’anno, fino a 11,2 milioni di famiglie povere,
“ha ottenuto risultati soprattutto tra gli abitanti delle zone semi-aride del
nordest, dove le percentuali di minori denutriti sono calate”. “Ma – ha concluso
– resta ancora molto da fare”. (R.M. )
IN AFRICA ORIENTALE, 9 BAMBINE
SU 10 SUBISCONO ABUSI FISICI,
SESSUALI O PSICOLOGICI: È QUANTO EMERGE DA UNA RICERCA
DELL’AFRICAN CHILD POLICY
FORUM (ACPF)
ADDIS ABEBA. = In Africa Orientale, 9 bambine su 10
sarebbero oggetto di abusi fisici, sessuali o psicologici che maturano
prevalentemente nella sfera di conoscenze più prossime, in primo luogo la
famiglia: è quanto rilevato dall’African Child Policy Forum (ACPF) in
merito all’incidenza di abusi sulle bambine nel territorio. Come riporta
l’agenzia MISNA, la ricerca ha coinvolto 1500 donne fra i 18 e i 24 anni in Kenya,
Uganda e Etiopia e ha riguardato le esperienze vissute durante infanzia e
adolescenza. Gli abusi iniziano dentro casa: a parlare di violenze subite da
parte delle proprie madri è stato il 99 per cento delle donne kenyote, il 94 delle ugandesi e
l’84 delle etiopi. La metà delle donne ugandesi hanno
dichiarato di aver subito violenza sessuale, mentre in Etiopia la percentuale
scende al 29,7 e in Kenya al 26,3. Solo l’1,5 per cento delle vittime ha sporto
denuncia in Etiopia e il 4 per cento in Uganda. In Etiopia la metà delle donne
è costretta a sposarsi prima dei 18 anni e migliaia di ragazze sono sequestrate
in Uganda per essere trasformate in soldati o schiave. (R.M.)
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19 maggio 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Il
Pakistan non addestra i ribelli afghani e non li invia in Afghanistan: è quanto
sostiene il governo pachistano respingendo le accuse lanciate ieri dal
presidente afghano, Hamid Karzai, secondo cui il
Pakistan appoggia i guerriglieri talebani. Lo scambio di dichiarazioni tra i
governi di Kabul e di Islamabad segue la drammatica
serie di scontri tra ribelli e soldati della coalizione, costati la vita, ieri,
ad oltre 100 persone. Nelle ultime ore, nuovi scontri hanno causato inoltre,
nel sud est dell’Afghanistan, la morte di otto guerriglieri taleban
e di due agenti.
Osama Bin Laden non
è più il capo di al Qaeda. Lo sostiene il quotidiano
saudita ‘al Wutan’, secondo il quale Bin Laden avrebbe
passato il comando al Mullah Omar, leader dei talebani. Il giornale cita
fonti di sicurezza pachistane che affermano anche come ormai il ruolo di Bin Laden, all'interno di al Qaeda, sia solo simbolico.
In Medio Oriente, una fonte governativa israeliana ha rivelato che
l’esecutivo dello Stato ebraico è pronto a sbloccare i fondi dovuti
all’Autorità nazionale palestinese per scongiurare il collasso del sistema
sanitario nei Territori. La
stampa israeliana ha reso noto, inoltre, che sono stati avviati contatti per
fissare un incontro tra il primo ministro israeliano, Ehud
Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen. Lo scopo è quello di
evitare l’isolamento di Hamas nei colloqui per il
processo di pace mediorientale. Sul terreno, intanto, almeno 4 persone sono
rimaste ferite in scontri a fuoco scoppiati stamani a Gaza tra la polizia
palestinese e la nuova forza di sicurezza istituita da Hamas.
E’ stata spostata a mercoledì
prossimo la riunione sul nucleare iraniano prevista per oggi a Londra tra i mediatori europei e i cinque membri permanenti del
Consiglio di sicurezza dell’ONU. L’Iran ha respinto nei giorni scorsi un
pacchetto di incentivi proposto da Francia, Germania, e Gran Bretagna in cambio
della sospensione dei processi di arricchimento dell’uranio.
Gli Stati Uniti devono chiudere tutte le prigioni
segrete all’estero e il campo di internamento di Guantanamo
a Cuba perché violano la legge internazionale. E’ quanto sostiene
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Oltre alla chiusura dei penitenziari all’estero,
gli esperti indipendenti del Comitato delle Nazioni Unite chiedono
all’amministrazione americana di rinunciare a “qualsiasi tecnica di
interrogatorio” che costituisca una forma di tortura o di trattamento crudele.
Gli Stati Uniti – si legge inoltre nel rapporto – devono assicurare che nessuno
sia detenuto in alcun centro di detenzione segreto.
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Il governo giapponese ha smentito stamani la notizia, data da
alcuni media nipponici, del prossimo lancio di un missile balistico a lungo
raggio in grado di raggiungere alcune aree degli Stati Uniti. Ieri, intanto,
l’amministrazione americana si era dichiarata disponibile ad avviare colloqui
di pace con
Dopo
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R. – Questa è certamente una delle
opere più imponenti che i cinesi abbiano realizzato.
E’ un’opera che supera tutte le obiezioni provenienti dall’interno
della Cina stessa e da mezzo mondo, per gli effetti, per ora ignoti, che
potrà avere sui cambiamenti climatici della regione e non soltanto della
regione. Ricordiamoci che la diga di Assuan, meno grande di questa, ha cambiato
molto il clima dell’Egitto e di parte del Mediterraneo. Ma i cinesi sono voluti
andare avanti per un fatto di orgoglio nazionale. Hanno dovuto fare a meno di
finanziamenti internazionali, perché
D. – La costruzione di questa diga, così come la costruzione di
impianti per le Olimpiadi di Pechino 2008, è costata la vita a moltissimi
operai…
R. – Direi che le misure di
prevenzione nella sicurezza sul lavoro in Cina non sono certamente rigorose.
Triste dirlo, ma in Cina la vita umana storicamente è sempre valsa poco, specialmente
dal ‘45 in poi. Sono opere queste, e particolarmente la diga, che possono
essere realizzate così celermente soltanto da regimi autoritari che non tengono
conto delle obiezioni interne. Le obiezioni vengono
soffocate. In un Paese che non fosse autoritario un’opera gigantesca come
questa avrebbe suscitato chissà quante polemiche. Basta fare il paragone con
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In Nepal, con una decisione
storica per il futuro del Regno himalaiano, il
Parlamento di Katmandhu ha
approvato un vasto pacchetto di riforme, che riduce drasticamente i poteri di
re Gyanendra, al quale viene anche sottratto il
controllo sulle Forze armate. Il provvedimento è arrivato dopo quasi un mese
dalle rivolte popolari che hanno indotto il sovrano a ripristinare il
Parlamento, sciolto quattro anni fa, e a restituire i poteri a un esecutivo
multipartitico.
Sono “serie” le condizioni dell’ex
dittatore indonesiano Mohamed Suharto,
da giorni ricoverato in ospedale dove ha subito un intervento all’inizio del
mese. Lo ha dichiarato il capo di Stato indonesiano, Susilo
Bambang Yudhoyono. Suharto,
costretto a ritirarsi dopo 32 anni di potere in seguito a proteste studentesche
e rivolte nazionali nel 1998, è stato sottopoto i primi di maggio a un lungo
intervento chirurgico per bloccare un’emorragia intestinale.
L’ex presidente peruviano, Alberto Fujimori,
è uscito dal carcere cileno dove si trovava recluso da novembre.
L’Unione
Europea ha congelato i conti del presidente bielorusso,
Alexander Lukashenko, e di
altri 35 funzionari amministrativi aperti nelle banche europee. La decisione è
stata presa in seguito alle violazioni elettorali, riscontrate nelle
presidenziali dello scorso 19 marzo, e alla successiva repressione nei
confronti dell’opposizione. L’Unione Europea aveva già deciso, inoltre, di
negare il visto d’ingresso nei Paesi europei a Lukashenko
e ad altri 30 leader bielorussi.
L’Unione
Europea ha deciso di inserire nella lista delle organizzazioni terroristiche
internazionali le Tigri di Liberazione del Tamil-Eelam, i guerriglieri separatisti che combattono per
la creazione di un loro Stato indipendente nelle aree settentrionali e
nord-orientali dell'isola di Ceylon. Lo hanno
riferito fonti diplomatiche comunitarie a Bruxelles, secondo cui una formale
decisione in tal senso "potrebbe essere adottata in tempi estremamente
rapidi".
Continuano a rimanere ampie le divergenze tra la Commissione
europea e la Turchia sulla questione di Cipro, mentre si stringono i tempi per
l'apertura del primo capitolo di negoziati per l'eventuale adesione di Ankara
all'UE. Il servizio di Fausta Speranza:
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Apertura dei negoziati e
attuazione degli accordi con l'UE sono in stretto collegamento: lo ribadisce il
commissario UE per l'allargamento, Olli Rehn e il riferimento è chiaro: si parla dell'applicazione
del protocollo di Ankara che obbliga la Turchia ad aprire i suoi porti e
aeroporti alle merci provenienti da Cipro. Da parte sua, il ministro turco Ali Babacan, presente all’incontro con la stampa a Bruxelles,
sostiene che “c'è una differenza di interpretazione su come applicare il
protocollo” tra Turchia e Commissione europea. E spiega che secondo
Ankara è necessario che Cipro
rompa l'isolamento economico nei confronti della comunità turco-cipriota
dell'isola, prima di potere usufruire dei vantaggi di un'unione doganale con la
Turchia. E sottolinea che Cipro avrebbe potuto
superare ‘l’isolamento’ già due anni fa se la
maggioranza greco-cipriota non avesse bocciato il referendum sulla riunificazione
dell'isola promosso dall'ONU. Di fronte a quello che si presenta come uno
stallo diplomatico, Rehn ribadisce che la Turchia
deve agire ''con urgenza'', per riuscire ad aprire a
giugno i primi negoziati. A questo proposito si deve precisare che da ottobre,
quando il processo e' stato avviato, si e' proceduto esclusivamente a
verificare il grado di preparazione della Turchia in “circa metà” dei 35 capitoli
di cui si compone l'ampio pacchetto negoziale. E in tutto il processo non c’è
solo la questione di Cipro: Rehn ricorda
“l''urgenza'' per la Turchia di portare avanti le riforme legislative per
garantire effettivamente la libertà di espressione, i diritti fondamentali, la
libertà religiosa. E poi c’è l’impegno ad un ampio piano di azione per lo
sviluppo economico del Sud Est del Paese'', dove si
concentra la minoranza curda.
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In Italia, il governo di Romano
Prodi ha ottenuto la fiducia del Senato con 165 voti favorevoli e 155 contrari.
Lo ha annunciato poco fa il presidente del Senato, Franco Marini. Intanto, il presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano,
ha parlato di Italia e di Costituzione nel suo primo incontro pubblico da capo
dello Stato. Rivolgendosi agli studenti delle scuole medie della capitale,
Napolitano ha detto: “Spero che
E in Italia, proseguono le inchieste sullo scandalo
“calciopoli”: dopo le perquisizioni di ieri della
Guardia di Finanza nella sede e nelle case di alcuni giocatori della Juventus, si sospettano “operazioni di cosmesi di bilancio”
e “movimenti finanziari privati”. Intanto, è stato ascoltato a Roma
l’allenatore della Nazionale, Marcello Lippi, nell’ambito dell’indagine sulla GEA, società di
procuratori calcistici presieduta da Alessandro Moggi, figlio dell’ex direttore
generale della Juventus.
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