RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 131  - Testo della trasmissione di giovedì 11 maggio 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Gli auguri di Benedetto XVI a Giorgio Napolitano, eletto ieri presidente della Repubblica italiana

 

Solo il matrimonio tra un uomo e una donna si presenta come un autentico bene per l'umanità. Evitare la confusione con altri tipi di unioni. Così il Papa al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, fondato 25 anni fa proprio da Papa Wojtyla

 

Benedetto XVI ha ricevuto il presidente del Venezuela Hugo Chávez esprimendo le preoccupazioni della Chiesa per alcuni progetti di cambiamento in atto nel Paese: ai nostri microfoni  l’ambasciatore Iván Guillermo Rincón Urdaneta

 

Il sacerdozio è indispensabile per la vita della Chiesa: così Benedetto XVI nel discorso ai vescovi del Quebec, in visita ad Limina

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Al via a Vienna il vertice tra Unione Europea, America Latina e Caraibi: con noi Roberto Da Rin

 

Il genio travisato: il romanzo di Dan Brown e ora il film che ad esso si ispira mistificano l’opera di Leonardo da Vinci. Ce ne parla il prof. Alessandro Vezzosi

 

CHIESA E SOCIETA’:

In corso in Perù il primo incontro nazionale della rete di informatica della Chiesa latinoamericana

 

Seviziato e ucciso un sacerdote in Brasile

 

Si è tenuta nel pomeriggio di ieri presso l’Università LUMSA di Roma, la presentazione dell’Enciclica “Deus caritas est”

 

Il Programma Alimentare Mondiale riprenderà a fornire aiuti alla Corea del Nord, ma il nuovo programma sarà di dimensioni ridotte rispetto al precedente

 

Quattro milioni di giocatori per Food Force: il primo videogioco umanitario che spiega ai più giovani come combattere la fame nel mondo

 

24 ORE NEL MONDO:

L’Iran è pronto al dialogo ma anche a difendere i propri interessi. Lo ha detto il presidente iraniano Ahmadinejad che ha anche lanciato nuove minacce contro Israele

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 maggio 2006

 

 

GLI AUGURI DI BENEDETTO XVI AL PRESIDENTE ELETTO GIORGIO NAPOLITANO:

IL PAPA AUSPICA CHE POSSA ESERCITARE UN’AZIONE EFFICACE NEL SOLCO DEI VALORI UMANI E CRISTIANI CHE COSTITUISCONO IL PATRIMONIO DELL’ITALIA

 

Benedetto XVI ha inviato un telegramma di auguri a Giorgio Napolitano, eletto ieri 11.mo presidente della Repubblica italiana, auspicando che “possa esercitare con ogni buon esito il suo alto compito”. Il Papa invoca “sulla sua persona la costante assistenza divina per una illuminata ed efficace azione di promozione del bene comune nel solco degli autentici valori umani e cristiani che costituiscono il mirabile patrimonio del popolo italiano”.

 

Il Pontefice conclude il suo messaggio inviando la benedizione apostolica al presidente eletto e “all’intera diletta nazione italiana”.

 

 

SOLO IL MATRIMONIO TRA UN UOMO E UNA DONNA SI PRESENTA COME UN AUTENTICO BENE PER L'UMANITÀ. EVITARE LA CONFUSIONE CON ALTRI TIPI DI UNIONI.

 COSI’ IL PAPA AL PONTIFICIO ISTITUTO GIOVANNI PAOLO II PER STUDI SU MATRIMONIO E FAMIGLIA, FONDATO 25 ANNI FA PROPRIO DA PAPA WOJTYLA

 

Solo il matrimonio tra un uomo e una donna, “esclusivo e definitivo”, corrisponde al modo di amare di Dio e si configura “come un autentico bene per l’umanità”. E’ quanto ha detto Benedetto XVI ricevendo stamane, in Vaticano, i partecipanti al convegno promosso, in questi giorni a Roma, dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, fondato 25 anni fa proprio da Papa Wojtyla. Benedetto XVI ha sottolineato che si presenta “con una speciale urgenza”, oggi, “evitare la confusione con altri tipi di unioni basate su un amore debole”. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Fra due giorni ricorre il 25.mo anniversario dell’attentato in Piazza San Pietro contro Giovanni Paolo II. Era il 13 maggio del 1981, memoria della Beata Vergine di Fatima. Quel giorno, Papa Wojtyla avrebbe dovuto dare due impor-tanti annunci durante l’udienza generale per porre al centro dell’attenzione le sempre più emergenti questioni familiari: la nascita del Pontificio Consiglio per la Famiglia e del Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia. L’attentato glielo impedì. Benedetto XVI ricorda con commozione quell’evento cui è legata la creazione, 25 anni fa, di questi due organismi pontifici. E rivolgendosi ai parteci-panti al convegno promosso dall’Istituto ha messo in luce i due principali elementi che caratterizzano gli insegnamenti di Giovanni Paolo II sulla famiglia, che prendono spunto dalla “profetica e sempre attuale Enciclica” di Paolo VI, la Humanae vitae.

 

“Il primo elemento - ha detto - è che il matrimonio e la famiglia sono radicati nel nucleo più intimo della verità sull’uomo e sul suo destino. La Sacra Scrittura rivela che la vocazione all’amore fa parte di quell’autentica immagine di Dio che il Creatore ha voluto imprimere nella sua creatura, chiamandola a diventargli simile proprio nella misura in cui è aperta all’amore”:

 

“La differenza sessuale che connota il corpo dell’uomo e della donna non è dunque un semplice dato biologico, ma riveste un significato ben più profondo: esprime quella forma dell’amore con cui l’uomo e la donna, diventando una sola carne, possono realizzare un’autentica comunione di persone aperta alla trasmissione della vita e cooperano così con Dio alla generazione di nuovi esseri umani”.

 

Il secondo elemento che caratterizza la novità dell’insegnamento di Giovanni Paolo II sull’amore umano – ha aggiunto il Papa - è “il suo modo originale di leggere il piano di Dio proprio nella confluenza della rivelazione con l’esperienza umana. In Cristo infatti, pienezza della rivelazione d’amore del Padre, si manifesta anche la verità piena della vocazione all’amore dell’uomo, che può ritrovarsi compiutamente soltanto nel dono sincero di sé”. E Benedetto XVI ricorda che nella sua Enciclica, “Deus caritas est”, ha inteso sottolineare come proprio mediante l’amore si illumini “l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino”:

 

“In altre parole Dio si è servito della via dell’amore per rivelare il mistero della sua vita trinitaria. Inoltre, il rapporto stretto che esiste tra l’immagine di Dio Amore e l’amore umano ci permette di capire che all’immagine del Dio monoteistico corrisponde il matrimonio monogamico. Il matrimonio basato su un amore esclusivo e definitivo diventa l’icona del rapporto di Dio con il suo popolo e viceversa: il modo di amare di Dio diventa la misura dell’amore umano”.

 

L’amore umano è dunque “una via privilegiata che Dio ha scelto per rivelarsi all’uomo ed è in questo amore che lo chiama a una comunione nella vita trinitaria”. Si tratta di una impostazione – ha affermato Benedetto XVI - che “ci permette anche di superare una concezione privatistica dell’amore, oggi tanto diffusa”:

 

“L’autentico amore si trasforma in una luce che guida tutta la vita verso la sua pienezza, generando una società abitabile per l’uomo. La comunione di vita e di amore che è il matrimonio si configura così come un autentico bene per la società. Evitare la confusione con altri tipi di unioni basate su un amore debole si presenta oggi con una speciale urgenza. Solo la roccia dell’amore totale e irrevocabile tra uomo e donna è capace di fondare la costruzione di una società che diventi una casa per tutti gli uomini”.

 

Benedetto XVI invita l’Istituto, che ha differenti sedi nei cinque continenti, a mostrare “la ricchezza dell’unica verità” sulla famiglia e il matrimonio “nella pluralità delle culture”. Esorta infine “a guardare a Maria Santissima, la Madre del Bell’Amore”:

 

“L’amore redentore del Verbo incarnato deve convertirsi per ciascun matrimonio e in ciascuna famiglia in una sorgente di acqua viva in mezzo a un mondo assetato”.

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IL PAPA RICEVE IL PRESIDENTE DEL VENEZUELA, HUGO CHÁVEZ FRÍAS

- Intervista con l’ambasciatore Iván Guillermo Rincón Urdaneta -

 

Le preoccupazioni del Papa in merito ad alcune questioni centrali nei rapporti tra Stato e Chiesa, espresse stamane da Benedetto XVI nell’udienza al presidente della Repubblica del Venezuela, Hugo Chávez Frías, giunto ieri a Roma nell’ambito di un tour diplomatico che lo porterà dopo l’Italia in Austria, poi in Gran Bretagna e infine in Algeria. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

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Primo incontro di Hugo Chávez con Benedetto XVI, dopo due precedenti visite in Vaticano, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Lotta alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, lotta all’esclusione sociale: i temi cari al presidente venezuelano, giunto in Vaticano con l’intento sotteso di superare le difficoltà nei rapporti tra Stato e Chiesa per il bene del Venezuela. Durante il colloquio durato 35 minuti, – come riferito dal direttore della Sala Stampa della Santa Sede Joaquín Navarro-Valls - il presidente venezuelano ha illustrato al Papa i progetti di cambiamento sociale in atto nel Paese. Benedetto XVI ha, quindi, proposto all'attenzione di Chávez “alcuni temi a lui particolarmente cari”. Innanzitutto ha ribadito “la libertà della Santa Sede nella nomina dei vescovi ed ha auspicato che l’Università cattolica ‘Santa Rosa da Lima’ possa sempre mantenere la sua identità cattolica”. Il Santo Padre ha anche espresso “la sua preoccupazione per un progetto di riforma dell’istruzione in cui non troverebbe posto l'insegnamento della religione”. Ha chiesto, inoltre, che “i programmi di salute pubblica mantengano come punto basilare la protezione della vita fin dal suo inizio”. Infine, ha sottolineato l’esigenza dell’indipendenza dei media cattolici. In risposta, il presidente Chávez ha assicurato “il suo interesse circa le richieste di Benedetto XVI ed il suo impegno per superare ogni tensione nel rispetto dei legittimi diritti di tutti”. Il Papa ha poi consegnato al presidente Chávez una lettera personale che riassume le sue sollecitudini pastorali per il bene del Venezuela, oltre una copia autografa dell’Enciclica “Deus caritas est” e le medaglie del pontificato. Il capo di Stato venezuelano ha fatto invece dono al Papa di quadro raffigurante Simon Bolivar.

 

Riguardo alle tensioni createsi durante la presidenza Chávez, al potere dal 1998, è utile ricordare che Benedetto XVI ricevendo nell’agosto scorso il neo-ambasciatore venezuelano presso la Santa Sede, Iván Guillermo Rincón Urdaneta, aveva ribadito che la “Chiesa, che non può cessare di proclamare e difendere la dignità della persona umana nella sua integrità e apertura alla trascendenza divina, chiede di poter disporre, stabilmente, dello spazio indispensabile e dei mezzi necessari per compiere la sua missione ed il suo servizio umanitario”: da qui l’opportunità di “stabilire forme di collaborazione feconda tra Stato e Chiesa” “a beneficio di tutti”.

     

Ma ascoltiamo lo stesso ambasciatore Iván Guillermo Rincón Urdaneta, intervistato da Luís Badilla, sulle attese dopo questa udienza in Vaticano:

 

R. – CREO QUE LOS PEQUEÑOS …

Sono certo che alcune difficoltà passate, in contrasto con alcune misure del governo, possano e debbano essere superate. Il fatto poi che il Papa possa rivolgere il suo sguardo e dare la sua benedizione ad un popolo come quello venezuelano, per noi è molto importante sul piano spirituale, anche perché in Venezuela i cattolici sono l’85% della popolazione. Il governo ha molto interesse a lavorare accanto alla Chiesa in molti settori che da anni impegnano la pastorale cattolica come la difesa degli indigeni o della maternità, soprattutto negli ambienti più poveri della popolazione nel campo della salute, della scuola e dell’educazione. Il presidente Chavez aspira quindi a consolidare un rapporto buono e costruttivo, come è stato in passato con la Chiesa cattolica.

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Dopo la tappa a Roma e i colloqui con le autorità italiane per rafforzare le relazioni tra i due Paesi - ieri sera l’incontro con il presidente della Camera, Fausto Bertinotti e stamane la telefonata al leader dell’Unione, Romano Prodi - il presidente Chavez è diretto a Vienna per partecipare domani e sabato al IV Vertice tra Unione Europea, America Latina e Caraibi; poi sarà a Londra per parlare alla Camera dei Lord, dopo le frizioni con il premier Tony Blair, e infine giungerà ad Algeri per discutere di questioni petrolifere.

 

 

IL SACERDOZIO E’ INDISPENSABILE PER LA VITA DELLA CHIESA:

COSI’ BENEDETTO XVI NEL DISCORSO AI VESCOVI DEL QUEBEC, IN VISITA AD LIMINA.

IL PAPA HA ESORTATO I PRESULI A FAR RISCOPRIRE AI FEDELI IL SIGNIFICATO

E LA PRATICA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

 

Riscoprire il ruolo essenziale dell’Eucaristia nella vita della Chiesa: è la viva esortazione che il Papa ha rivolto stamani ad un gruppo di vescovi canadesi del Québec ricevuti in Vaticano, al termine della visita ad Limina. Benedetto XVI ha inoltre sottolineato che l’attaccamento alla verità della Chiesa, nella teologia e nella morale, è fondamentale per un cristiano di fronte alle ideologie del mondo di oggi. Quindi, ha ribadito la funzione insostituibile dei sacerdoti nella vita della Chiesa. A guidare i presuli, mons. Gilles Cazabon, vescovo di Saint Jérôme e presidente dell’assemblea dei vescovi cattolici del Québec Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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L’EUCHARISTIE, DON DE DIEU POUR LA VIE

 

L’Eucaristia è il dono di Dio per la vita del mondo: è quanto ribadito con forza da Benedetto XVI, che nel suo discorso ai vescovi del Quebec ha ricordato come proprio in questa regione canadese si svolgerà, nel 2008, il Congresso eucaristico internazionale. Il Papa ha esortato i presuli a cogliere questa occasione per rinnovare il significato e la pratica dell’Eucaristia, riscoprendo “il posto essenziale che deve sempre avere nella vita della Chiesa”. Ancora, ha sottolineato che “ogni comunità cristiana non può che affondare le sue radici nella celebrazione eucaristica”. I fedeli devono perciò essere “convinti del carattere vitale della partecipazione regolare alla Messa domenicale”. E questa, ha rilevato, è una sfida urgente per l’episcopato canadese ancor più perché la società del Paese nordamericano è “segnata da pluralismo, soggettivismo e secolarismo crescente”. Quindi ha rivolto il pensiero ai giovani canadesi:

 

“LES JOURNEES MONDIALES DE LA JEUNESSE …”

 

Le Giornate Mondiali della Gioventù di Toronto, ha detto il Pontefice, “hanno avuto un impatto positivo su numerosi giovani” del Canada. D’altra parte,  “la celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia ha permesso un risveglio spirituale, in particolare” con una riscoperta dell’adorazione eucaristica. Da questa esperienza, ha detto ancora, “possiamo ricevere forza, consolazione e sostegno”. Benedetto XVI ha inoltre invitato la comunità cattolica del Quebec a mostrare un rinnovato “attaccamento alla verità dell’insegnamento della Chiesa in ciò che riguarda la teologia e la morale, due aspetti inseparabili dell’essere cristiani nel mondo”. I fedeli, ha avvertito, “non possono, senza perdere la propria identità, aderire alle ideologie presenti nella società di oggi”. Il Papa si è poi soffermato sul ruolo insostituibile del sacerdote nella Chiesa:

 

LE SACERDOCE MINISTERIEL EST INDISPENSABLE …

 

“Il sacerdozio ministeriale – ha detto – è indispensabile per l’esistenza della comunità ecclesiale”. Il ruolo dei laici, ha proseguito, “non può mai nascondere il ministero assolutamente insostituibile dei sacerdoti per la vita della Chiesa”. E ciò, ha riconosciuto, nonostante la diminuzione del numero dei sacerdoti renda a volte impossibile celebrare la Messa domenicale in alcuni luoghi. Infine, ha messo l’accento sull’importanza degli istituti di vita consacrata del Canada. “La vita consacrata – è stata la sua riflessione – è un dono di Dio a beneficio di tutta la Chiesa”. Per questo motivo, è necessario “che si sviluppi in una solida comunione ecclesiale.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Papa riceverà questo pomeriggio un altro gruppo di presuli della Conferenza Episcopale del Canada-Québec, in visita "ad Limina".

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Gweru, nello Zimbabwe, il rev. Martin Munyanyi, del clero di Masvingo, già rettore del Seminario Maggiore Filosofico di Bulawayo. Il rev. Martin Munyanyi, è nato a Bikita, nel Distretto di Masvingo, il 3 gennaio 1956. È stato ordinato sacerdote il 3 settembre 1983. A Roma ha conseguito il Dottorato in Filosofia presso l'Università Urbaniana.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina – “La roccia dell’amore totale e irrevocabile”: Benedetto XVI incontra i partecipanti al Congresso promosso dal Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per studi su matrimonio e famiglia, in occasione del 25.mo di fondazione che coincide con l’anniversario del “grave attentato” in Piazza San Pietro.

 

Servizio vaticano – L’udienza del Papa a presuli della Conferenza episcopale del Canada-Québec.

Gli auguri del Santo Padre al nuovo presidente della Repubblica italiana.

 

Servizio estero – L’intervento della Santa Sede alla Conferenza regionale della FAO per l’America Latina e i Carabi: garantire la sicurezza alimentare, avendo come priorità le popolazioni più vulnerabili.

Firmato l’Accordo di base tra Santa Sede e Bosnia ed Erzegovina.

 

Pagina culturale – Un articolo di Clotilde Paternostro sulle opere di Corrado Cagli in una mostra nella Mole Vanvitelliana di Ancona.

 

Servizio italiano – In rilievo il tema dell’economia.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

11 maggio 2006

 

 

AL VIA A VIENNA IL QUARTO VERTICE FRA UNIONE EUROPEA,

AMERICA LATINA E CARAIBI

- Intervista con Roberto Da Rin -

 

Decine di capi di Stato e di governo sono in arrivo oggi a Vienna per il quarto vertice fra Unione Europea, America Latina e Caraibi. Atteso anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che terrà un discorso domattina. Presenti, tra gli altri, il capo di Stato brasiliano Lula da Silva, l'argentino Nestor Kirchner, la cilena Michelle Bachelet, il boliviano Evo Morales, il venezuelano Hugo Chavez, il peruviano Alejandro Toledo, il messicano Vincente Fox. Per l’Europa partecipano il presidente francese Jacques Chirac, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il premier britannico Tony Blair. Commercio, rapporti strategici ma soprattutto energia sono i temi del summit. Ma quanto è importante la questione energetica tra l’Europa e l’America Latina, in questo momento di crisi nucleare con l’Iran? Giada Aquilino lo ha chiesto a Roberto Da Rin, esperto di economia dei Paesi sudamericani del Sole 24 Ore:

 

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R. – La questione è molto importante per due motivi. Innanzitutto perché diverse compagnie petrolifere europee sono impegnate in America Latina, in particolare in Venezuela, che è il Paese con le maggiori riserve petrolifere al mondo. E questo è senz’altro un momento in cui gli interessi europei in America Latina sono rilevanti, soprattutto perché il prezzo del petrolio è superiore ai 70 dollari. Al tempo stesso, però, troppe volte questi vertici non hanno portato a conclusioni interessanti.

 

D. – Assente Fidel Castro, in prima fila invece c’è il presidente venezuelano Chavez. Qual è la strategia nei confronti dell’Unione Europea proprio di Chavez, che per esempio ha annunciato il ritiro del Venezuela dalla Comunità economica andina, perché Colombia e Perù avevano siglato un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti?

 

R. – Chavez ha una strategia mirata e la sua idea è quella di rafforzare il mercato comune sudamericano, il Mercosur, che in questo momento può contare sull’appoggio di una vasta schiera di presidenti di orientamento di sinistra, alcuni più moderati – come Lula in Brasile e la Bachelet in Cile – e altri più populisti, come lo stesso Chavez, Evo Morales ed evidentemente Castro. Quindi, il tentativo del presidente venezuelano - per ragioni energetiche ed anche di leadership che ha assunto in questo momento - è quello di assegnare alcune commesse per degli importanti gasdotti che sono in via di progettazione tra il Venezuela e la Patagonia, a condizione poi di strappare delle corsie preferenziali per l’esportazione di altri prodotti, per esempio cerealicoli, che molti Paesi latinoamericani producono ma faticano ad esportare in Europa.

 

D. – La nazionalizzazione degli idrocarburi in Bolivia ha creato dissensi in ambito regionale, soprattutto con Brasile ed Argentina, ma anche in Europa, per esempio in Spagna. Quali ripercussioni ci possono essere nei due Continenti?

 

R. – Le condizioni precedentemente erano: l’82 per cento dei proventi alle compagnie internazionali ed il 18 per cento allo Stato boliviano. Evo Morales ha invertito questo rapporto. Soprattutto perché il paradosso della Bolivia è che - in un Paese molto ricco di risorse naturali, di gas in particolare - la maggior parte dei boliviani non accede a questo tipo di risorse, quindi non ha energia elettrica in casa né gas. Certamente questa nazionalizzazione non è piaciuta alle compagnie internazionali. In verità, però, nessuno se ne andrà dalla Bolivia. Non si deve dimenticare che in Messico l’accesso alle compagnie straniere non è consentito, in Arabia Saudita e in Iran neppure e la situazione politica in Medio Oriente è - come sappiamo - molto difficile. Quindi, Venezuela e Bolivia alla fin fine sono ancora Paesi che consentono alle compagnie straniere di lavorare.

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IL GENIO TRAVISATO: IL ROMANZO DI DAN BROWN E ORA IL FILM CHE

AD ESSO SI ISPIRA MISTIFICANO L’OPERA DI LEONARDO DA VINCI.

CE NE PARLA IL PROF. ALESSANDRO VEZZOSI

 

         Il suo successo è legato a doppio filo al nome di Leonardo da Vinci, ma il fantasioso romanzo di Dan Brown travisa la figura del genio italiano e ne mistifica l’opera. Nel suo romanzo, a cui si ispira una mega produzione cinematografica, Brown sostiene che nell’Ultima Cena di Leonardo la persona seduta accanto a Gesù non sarebbe San Giovanni, il più giovane dei discepoli, ma Maria Maddalena. Una tesi bislacca, come sottolinea il prof. Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo da Vinci, intervistato da Alessandro Gisotti:

 

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R. – Su questo tema specifico, di Giovanni Apostolo accanto a Gesù, non ci sono molti dubbi in quanto sappiamo che Leonardo ha dipinto la scena con Gesù ed i Dodici Apostoli. Non c’è un quattordicesimo personaggio, come fra l’altro – al limite – si può trovare in altri episodi della storia dell’arte. E’ quindi una provocazione a effetto che sicuramente colpisce sul piano più che della letteratura, del marketing letterario. Si può naturalmente smontare questa ipotesi da tanti punti di vista, compreso quello tecnico legato alla dolcezza che San Giovanni assume praticamente sempre nella pittura del Rinascimento. Dalle introduzioni storiche del Codice da Vinci è stata tolta una frase che, inizialmente, creava veramente confusione, quando diceva cioè che tutte le opere d’arte, le fonti storiche, i documenti anche delle sette segrete erano assoluta verità storica. Rimosso quello, in un romanzo c’è più libertà di provocare, di inventare…

 

D. – Peraltro, Dan Brown dice che la Monna Lisa è un autoritratto androgino… Ci sono riscontri a questa tesi, oppure anche qui si tratta di invenzione?

 

R. – Il Codice da Vinci è costruito con molta attenzione all’effetto più che alla profondità letteraria, alla qualità letteraria. In questo senso, la Gioconda di Leonardo è un bersaglio facile che può incuriosire, che richiama l’attenzione. La provocazione potrebbe funzionare se non fosse facilmente confutabile. Devo dire, comunque, che c’è una strana tradizione, in questo, che accomuna studiosi e che per me, visivamente, non ha alcun riscontro possibile. Basta confrontare l’autoritratto di Torino e il volto della Gioconda per vedere che nelle labbra, nel naso, gli occhi in particolare, quelle ciglia, non corrispondono minimamente. Non vi trovo nessuna possibilità o appiglio, da un punto di vista visivo, fermo restando che Leonardo stesso discuteva sul fatto che spesso gli artisti dipingono se stessi. In realtà, dipingono la loro idea della pittura! La Gioconda è – visivamente – quanto di più lontano possiamo immaginare da un ritratto di Leonardo e il tema dell’androgino è ovviamente fra le provocazioni del romanzo; però, è vero che lì troviamo l’idea della pittura di Leonardo, con tutta la sua complessità straordinaria, come valori estetici e concettuali, quindi ben lontana dalle banalità che – francamente – ci propone in questo caso Dan Brown.

 

D. – Leggendo il Codice da Vinci ne esce fuori un Leonardo esoterico, tutto intento ad inserire codici nelle sue opere, insomma, una sorta di Mago Merlino... Lei, che ha dedicato la sua vita di studioso al grande genio leonardesco, che impressione le fanno queste tesi?

 

R. – Il Codice da Vinci banalizza la grandezza di Leonardo. Devo dire che questo è un momento delicato in quanto mai come ora Leonardo è famoso in tutto il mondo e mai, come ora, è travisato. La “famosa” pagina 62 della prima edizione italiana del “Codice” ci propone, appunto, tutta una serie di fraintesi e di equivoci. Allora, Leonardo diventa un mago alchimista, invece lui si scagliava contro i negromanti e gli alchimisti, ricercando una verità scientifica evidenziata da un grande rigore di metodo! Poi, c’è tutta l’interpretazione del Leonardo che inventava strumenti di tortura, che riesumava cadaveri e aveva un’aura demoniaca … C’è tutta una seria di allusioni completamente fuorvianti. E poi c’è questa ipotesi sull’ipocrisia spirituale di Leonardo nei confronti della Chiesa, dipingendo centinaia di dipinti che, francamente, non ha assolutamente mai fatto! Dipinti a soggetto religioso ne ha realizzati veramente pochissimi!

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CHIESA E SOCIETA’

11 maggio 2006

 

L’informatica è uno strumento adeguato per diventare messaggeri dell’amore di dio. Così l’arcivescovo foley, in occasione del primo incontro nazionale della rete di informatica della chiesa in America Latina che si svolge in Perù (RIIAL- Perù)

 

LIMA. = Formare gli operatori delle diocesi latinoamericane all’uso dell’informati-ca per potenziare il proprio lavoro pastorale. E’ l’obiettivo principale del primo incontro nazionale della rete di informatica della Chiesa in America Latina che si svolge in Perù (RIIAL- Perù) che si concluderà il prossimo 13 maggio. Nei giorni scorsi, nella cerimonia di apertura, di fronte ad un centinaio di partecipanti, il segretario generale della conferenza episcopale peruviana, mons. Larrañeta, ha sottolineato la grande importanza dell’incontro. L’appuntamento rappresenta infatti l’occasione per discutere, fra l’altro, della partecipazione alla V Conferenza generale dell'Episcopato latinoamericano, in programma l’anno prossimo in Brasile. All’apertura dei lavori, come riporta l’agenzia Fides, il presidente della commissione episcopale per le comunicazioni sociali, mons. Ricardo García Gracía, ha letto il messaggio inviato dal presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, mons. Foley. Lodando l’entusiasmo dei vescovi peruviani, che hanno accettato la sfida di rafforzare la rete informatica, mons. Foley sottolinea che la grande possibilità offerta dalle moderne tecnologie è quella di veicolare messaggi, informazioni e servizi soprattutto verso le diocesi più lontane. In questo quadro, prosegue ancora il messaggio, è decisivo insistere sulla formazione degli operatori non solo per questioni tecniche ma soprattutto per l’uso adeguato della tecnologia. Mons. Foley a questo proposito ricorda che il Santo Padre spinge tutti ad essere messaggeri dell’Amore di Dio così – afferma - l’informatica costituisce un mezzo molto appropriato per questo obiettivo, dunque occorre sfruttarlo efficacemente. Il presule ha definito infine particolarmente opportuno questo incontro per l’appoggio che la rete di informatica della chiesa in America Latina potrà offrire alla V Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano. (E. B.)

 

 

seviziato e ucciso un sacerdote in brasile.

gli inquirenti temono che sia vittima di uno psicopatico serial killer

 

BRASILIA. = Un sacerdote brasiliano è stato barbaramente ucciso ieri nella casa parrocchiale di Delta, nello Stato del Minas Gerais. Lo riferisce la stampa locale, precisando che per l’efferatezza con cui è stato commesso l’omicidio la polizia sospetta sia l’opera di uno psicopatico. Padre Josè Carlos Cearense, 44 anni, come riporta l’agenzia MISNA, è stato ritrovato nella casa dove viveva accanto alla chiesa di Santa Maria dos Anjos con le braccia legate dietro la schiena e i segni di almeno otto profonde coltellate. L’assassino ha poi infierito sul corpo senza vita del religioso con azioni inquietanti e dal significato oscuro. Sono stati rubati il portafoglio, il telefono cellulare e il lettore DVD del sacerdote. Negli ultimi dieci giorni, sempre nella piccola cittadina brasiliana sono stati ritrovati i cadaveri di un mendicante e di un bracciante uccisi con modalità analoghe. Per questo motivo gli inquirenti, che finora non hanno rilevato nessuna traccia dell’omicida, stanno valutando l’ipotesi di un assassino seriale. (E. B.)

 

 

Si è tenuta nel pomeriggio di ieri presso l’Università LUMSA di Roma,

la presentazione dell’enciclica “Deus caritas est”. A commentare il testo, mons. Angelo Comastri, il Prof. Giuseppe Dalla Torre e l’attrice Claudia Koll. L’incontro è stato moderato da Marco Cardinali,

responsabile di Orizzonti Cristiani della nostra emittente

- A cura di Francesco Vitale -

 

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ROMA. = Gesù nostra speranza. È il titolo che riassume le riflessioni che sono state fatte durante la presentazione dell’Enciclica di Papa Benedetto XVI, Deus Caritas est.  Dio è Amore. Da questa frase sono partiti tutti gli interventi dei singoli relatori. In apertura, il Rettore della Lumsa, Giuseppe Dalla Torre, ha sottolineato come il documento del Santo Padre si presti a più letture spesso complesse, partendo dal rapporto che c’è tra «eros» e «agape» che non sono due entità in contrapposizione, ma due polarità che finiscono per fondersi armonicamente. Subito dopo Marco Cardinali, ha voluto centrare il tema dell’amore in un contesto giovanile, proprio quello di un ambiente universitario. L’amore si capisce subito da uno sguardo, ha riflettuto il Responsabile di Orizzonti Cristiani della Radio Vaticana e uno sguardo ci può essere solo se c’è l’incontro, tra due persone che si guardano negli occhi: non sono necessarie tante parole. Ma chi è Gesù Cristo? È questa la domanda posta da mons. Angelo Comastri. Gesù è l’unica novità apparsa nella realtà umana, unica possibilità per gli uomini di uscire dal pantano dell’odio e dell’egoismo. Gesù non è semplicemente un uomo, ma è Dio entrato nella nostra storia per sanarla dal di dentro con una potenza che non immaginavamo, la potenza dell’amore. Da quella stessa potenza è stata colpita Claudia Koll che emozionata ha raccontato la sua storia, di essersi perduta, ma di aver ritrovato la strada grazie a un forte desiderio di Dio, ha compreso e continua a comprendere ogni giorno che Dio è Amore e che è un Padre Giusto e Misericordioso. Al termine dell’incontro, rimangono nella mente le ultime parole di mons. Comastri che testimoniano l’amore che Dio ha per noi: “Anche se Cristo morisse 10, 100 mila volte sul Calvario, a nulla gioverebbe se non nascesse almeno una volta nel nostro cuore”.

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Il Programma alimentare mondiale (Pam) riprenderà a fornire aiuti

alla Corea del nord ma il nuovo programma sarà di dimensioni ridotte

rispetto al precedente. Secondo la caritas il 70% della popolazione

lotta quotidianamente per la sopravvivenza

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

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Pyongyang. = La Corea del Nord e il Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite hanno raggiunto un accordo per riprendere il programma di aiuti al Paese asiatico. Lo ha reso noto il direttore del PAM per l’Asia, Anthony Banbury, che però in una conferenza stampa a Pechino si è detto dispiaciuto perché il programma sarà di dimensioni minori rispetto quello che è stato sospeso a dicembre scorso. L’accordo prevede infatti di fornire aiuti alimentari a circa 2 milioni di nordcoreani fra i “più bisognosi” contro i 6,5 milioni raggiunti dal vecchio programma. “Avremmo voluto un’operazione più consistente” – ha dichiarato il funzionario – che ha lamentato anche il ridimensionamento del proprio gruppo di lavoro. Gli aiuti alimentari saranno forniti solo in aree dove la distribuzione potrà essere controllata, per assicurare ai donatori stranieri che gli aiuti sono consegnati a chi ne ha bisogno. Come ricorda l’agenzia Asia News, la Corea del Nord per più di 10 anni ha fatto affidamento sulle donazioni straniere per fornire alimenti alla popolazione. Il regime di Pyongyang ha però ristretto i margini di manovra delle organizzazioni straniere. Un anno fa, dopo la decisione dell’Unione Europea di appoggiare una risoluzione delle Nazioni Unite che critica lo stato dei diritti umani nel Paese, la Corea del Nord ha espulso tutte le organizzazioni private che fornivano aiuti alla popolazione. In questo quadro la richiesta di Pyongyang al PAM di non fornire alimenti ma di sostenere la crescita economica del Paese. Certo per il governo nordcoreano si tratta di una parziale marcia indietro, ma il Paese resta in gravi difficoltà. Un rapporto della Caritas di Hong Kong, diffuso nei giorni scorsi, affermava infatti che il 70% della popolazione (circa 22 milioni di persone) lotta quotidianamente per la sopravvivenza.

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QUATTRO MILIONI DI GIOCATORI PER FOOD FORCE: IL PRIMO VIDEOGIOCO UMANITARIO PROMOSSO DAL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE CHE SPIEGA AI PIÙ GIOVANI COME COMBATTERE LA FAME NEL MONDO

 

ROMA. = Grande successo perFood Force’, il primo videogioco umanitario promosso dal Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (PAM), ideato per far conoscere ai più giovani una delle più gravi emergenze del pianeta: la fame nel mondo. Combatterla e capire come vengono utilizzati gli aiuti umanitari sono gli obiettivi del gioco che, soltanto una volta raggiunti, porteranno gli aspiranti operatori umanitari alla vittoria. Benchè ideato per i bambini dagli 8 ai 14  anni, il gioco ha totalizzato quasi quattro milioni di giocatori in tutto il mondo ed è considerato un gioco istruttivo e ben fatto dal settore giochi di 200 Paesi. Scaricabile gratuitamente in versione inglese dal sito www.food-force.com e da www.food-force.rai.it per la versione italiana, il suo riscontro sul pubblico ha attirato l’attenzione e il sostegno delle più note industrie del settore, continuando ad essere – spiega Justine Roche, capo progetto per il PAM di Food Force – un punto di riferimento del settore dei giochi seri all’interno dell’industria dei videogames. Dopo la versione giapponese, inglese e italiana – ricorda l’agenzia Fides – Food Force è stato realizzato anche in versione polacca e presto, grazie alle donazioni economiche da parte di industrie leader nel settore giochi, seguiranno le versioni ungherese, cinese, francese, greca, hindi e araba. Dedicato alla memoria dell’ideatrice Paola Biocca, operatrice umanitaria del PAM che morì in un incidente aereo mentre andava in missione in Kosovo, alla versione italiana hanno prestato gratuitamente le loro voci diversi personaggi famosi tra cui: l’attrice Maria Grazia Cucinotta, il calciatore KaKà, il presentatore Fabrizio Frizzi, i giornalisti Livia Azzariti e Franco di Mare ed infine Antonello Dose. (V.C)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

11 maggio 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In primo piano, la controversa questione nucleare iraniana: l’Iran si dichiara pronto al dialogo e la comunità internazionale intensifica i propri sforzi in vista del vertice tra le delegazioni dei Paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU più la Germania, previsto a Londra il prossimo 19 maggio. Il capo di Stato iraniano in un’intervista rilasciata ad una emittente televisiva dell’Indonesia, dove si trova in visita, lancia inoltre nuove minacce contro Israele. Il nostro servizio:

 

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Alternando toni distensivi con proclami ostili, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad rilancia la strada dei negoziati. “L’Iran – afferma il presidente della Repubblica islamica – è pronto a negoziare con chiunque”. Ma oltre a proporre passi concilianti con l’Occidente, Ahmadinejad - che nelle scorse settimane ha più volte negato l’Olocausto - lancia anche nuove minacce contro Israele: “Un giorno – afferma - lo Stato ebraico scomparirà”. Riferendosi alle accuse rivolte al governo di Teheran di voler sviluppare un programma nucleare con scopi militari, Ahmadinejad ribadisce poi che le ambizioni atomiche iraniane hanno solo finalità civili e pacifiche. Dopo aver accusato i Paesi occidentali in possesso di armi nucleari di usare “doppi standard”, il presidente iraniano avverte che l’Iran “ha le capacità tecniche per difendere i propri interessi”. Alle dichiarazioni del capo di Stato iraniano, si aggiungono gli sforzi della comunità internazionale, impegnata in questi giorni nel definire le richieste da imporre a Teheran, dopo l’opposizione di Russia e Cina alla bozza di risoluzione presentata da Francia e Gran Bretagna. Il prossimo 19 maggio, delegazioni dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU più la Germania, si incontreranno a Londra per trovare una soluzione alla questione nucleare iraniana. Se non ci sarà un’intesa, si discuteranno eventuali sanzioni. La Russia si è inoltre detta contraria all’eventuale uso della forza contro l’Iran: l’opzione militare, secondo Mosca, “potrebbe far esplodere la situazione nella regione”. Il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), El Baradei, ha auspicato poi l’avanzamento del dialogo e del negoziato. Ma le fratture sembrano ancora profonde e insanabili: invocando una soluzione unitaria per far fronte alla crisi nucleare iraniana, il presidente americano, George Bush, ha dichiarato che nella lettera inviata nei giorni scorsi da Ahmadinejad alla Casa Bianca non è stata data una risposta adeguata alle preoccupazioni internazionali.

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In Iraq, tre militari americani e due soldati iracheni sono rimasti uccisi in distinti  attacchi sferrati da ribelli a Baghdad. Intanto, durante un incontro tenutosi ieri nella capitale tra esponenti religiosi e leader tribali è stato lanciato un nuovo accorato appello per la pace. “L’Iraq - ha detto l’Ayatollah al Sadr - sta passando la fase più critica”. “La sicurezza del Paese – ha aggiunto - dovrebbe essere al di sopra di tutti gli altri obiettivi”. Il leader religioso sciita si è anche detto deluso per l’assenza, durante l’incontro, dei rappresentanti delle Nazioni Unite e della Lega Araba.

 

In Pakistan, almeno sei poliziotti sono morti per una serie di deflagrazioni avvenute in una scuola di addestramento della polizia a Quetta, nel Sud del Paese. Durante un regolare addestramento delle forze antiterrorismo, sono esplose diverse mine. La polizia ritiene che dietro l’azione terroristica, ancora non rivendicata, ci possano essere tribù locali che si battono per una più ampia autonomia e per maggiori benefici derivanti da esportazioni di gas naturale e di petrolio.

 

Israele deve trovare i modi per rafforzare la posizione del presidente palestinese, Abu Mazen. Lo ha dichiarato il nuovo ministro della Difesa israeliano, Amir Peretz, aggiungendo che “bisogna aiutare Abu Mazen aggirando Hamas”. Secondo la stampa israeliana, il ministro della Difesa ha intenzione di compiere una serie di passi a favore della popolazione palestinese. Un portavoce del ministero degli Esteri israeliano ha anticipato, intanto, che lo Stato ebraico è disposto a scongelare almeno parte delle tasse dovute ai palestinesi.

 

“L’Europa deve dimostrare come, in un mondo globalizzato, riesca a plasmare la politica secondo i suoi valori”. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Angela Merkel, illustrando davanti al Parlamento tedesco alcune linee guida per “rifondare il progetto Europa”. Il cancelliere ha anche sottolineato l’importanza del passaggio dell’Unione “da visione a realtà”. Ma l’UE - ha poi precisato la signora Merkel - sarà operativa solo con un Trattato costituzionale. La Germania sarà presidente di turno dell’Unione nel primo semestre del 2007, dopo l’Austria.

 

La mancanza di risorse adeguate ha impedito ai servizi segreti britannici di intercettare i kamikaze degli attentati del luglio scorso che hanno provocato la morte di 52 persone. E’ quanto sostiene il rapporto dell’inchiesta parlamentare sugli attacchi terroristici compiuti a Londra. Il testo precisa, comunque, che le stragi non si sarebbero potute evitare. Il documento rileva anche come sia ancora da verificare il presunto coinvolgimento di Al Qaeda.

 

In Italia, il giorno dopo l’elezione del presidente della Repubblica, proseguono le divergenze tra maggioranza e opposizione: alla grande soddisfazione del centrosinistra, si contrappongono le riserve del centrodestra, non sulla figura di Giorgio Napolitano ma sul metodo utilizzato per l’elezione. E adesso, chiusa la partita del Quirinale, si apre il processo di formazione del governo Prodi. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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L’auspicio di tutti era che, dopo l’aspra campagna elettorale, Unione e Casa delle Libertà riconoscessero un terreno comune di confronto almeno sull’elezione del presidente della Repubblica, come avvenne sette anni fa quando fu eletto Ciampi. Le cose, come sappiamo, non sono andate così. Centrodestra e centrosinistra non hanno  trovato l’accordo. E la scelta di Giorgio Napolitano è stata votata solo dalla nuova maggioranza. Le prime parole di Napolitano – “sarò un presidente super partes, favorirò il dialogo sereno tra i due poli” – hanno voluto rappresentare un messaggio di rassicurazione nei confronti della CDL e soprattutto di Berlusconi. Il premier uscente ha accusato la sinistra di avere occupato tutte le più alte cariche dello Stato, ignorando la metà di italiani che hanno scelto il centrodestra.  Ma nessuno nella CDL, neppure Berlusconi, mette in discussione la figura e il prestigio di Napolitano, primo dirigente del Partito comunista a diventare ministro dell’Interno, dopo essere stato anche Presidente della Camera. Due ruoli ricoperti con doti di equilibrio e saggezza unanimemente riconosciuti, e che sono valsi a Napolitano la nomina a senatore a vita lo scorso anno. Lunedì il nuovo capo dello Stato presterà giuramento ed entro mercoledì affiderà a Romano Prodi l’incarico di formare il governo. Si apre così una fase nuova, ma certamente non meno difficile, che prevede come prima mossa la formazione della squadra governativa che dovrà tenere conto di delicati equilibri interni. Va ricordato, poi, che la campagna elettorale non è affatto finita: a fine maggio si voterà, infatti, per le amministrative che riguarderanno tra l’altro città come Roma e Milano. Per il centrodestra, è l’occasione per una prima rivincita. Ma nella CDL ci sono segnali di forte tensione per come è stata gestita  la partita del Quirinale. E si guarda con preoccupazione al referendum confermativo sulla riforma costituzionale che in caso di vittoria dei “no” potrebbe creare una frattura insanabile tra la Lega e gli alleati. Con conseguenze, al momento imprevedibili, sul quadro politico complessivo.

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Lo statuto di autonomia per la Catalogna, votato ieri dal senato spagnolo, ha scatenato una crisi nel governo regionale tanto da spingere il presidente catalano Maragall a indire elezioni anticipate. Gli esponenti della sinistra repubblicana sono stati esclusi dall’esecutivo dopo aver annunciato il voto contrario allo statuto nel referendum del 18 giugno. Contro lo statuto, appoggiato dal premier Zapatero, anche i popolari che hanno presentato le firme per un referendum abrogativo a livello nazionale. Il testo riforma il sistema di finanziamento locale e cita il termine “nazione”.

 

Ancora scontri in Somalia tra estremisti islamici legati ad Al Qaeda e i signori della guerra locali che hanno creato un’alleanza per la pace e contro il terrorismo: nella notte, colpi di mortaio hanno scosso la capitale provocando la morte di almeno 20 persone. Fonti locali hanno precisato, inoltre, che il bilancio complessivo, a partire da domenica scorsa, è di almeno 96 morti. L’ONU ha chiesto ai leader delle due opposte formazioni di “considerare i danni inflitti alla popolazione” e di fare un passo indietro.

 

 

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