RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 130 - Testo della trasmissione di mercoledì 10 maggio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Giorgio Napolitano
è il nuovo presidente della Repubblica italiana: lunedì il giuramento
CHIESA E SOCIETA’:
Scandalo abusi sessuali nei
campi profughi della Liberia
L’allarme del presidente russo Putin:
la corsa agli armamenti non è finita
10 maggio 2006
LA SUCCESSIONE EPISCOPALE GARANTISCE LUNGO LA
STORIA L’INTEGRITA’
DELLA
FEDE TRASMESSA DAGLI APOSTOLI: LO HA AFFERMATO BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE
IN PIAZZA SAN PIETRO
La Chiesa, che ha avuto inizio per volontà di Gesù,
continua il suo cammino nella storia grazie alla successione apostolica. Attorno questo argomento è ruotata la catechesi odierna di
Benedetto XVI all’udienza generale, che ha visto la partecipazione di oltre 50
mila persone, tra cui un centinaio di sacerdoti provenienti dal Vietnam accompagnati dall'arcivescovo di Thàn-Phô
Hô Chí Min, il cardinale Jean-Baptiste Pham Minh Mân. La cronaca dell’udienza
nel servizio di Alessandro De Carolis.
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I cristiani di oggi hanno la prova storica e la garanzia
spirituale che ciò che fu trasmesso da Gesù agli Apostoli è ciò che è giunto
integro ai giorni nostri. Prova e garanzia vengono da quella “concatenazione”
di Papi e vescovi che da oltre duemila anni hanno perseverato nell’annuncio
della Parola e nella tradizione: una catena “non anonima o mitologica” che va
sotto il nome di “successione apostolica”. Benedetto XVI ha schiuso oggi alla
comprensione dei fedeli in Piazza San Pietro un altro capitolo del suo ciclo di
catechesi dedicate al rapporto tra Cristo e la Chiesa. Ma prima di addentrarsi
nella spiegazione ha voluto subito chiarire un cardine del suo ragionamento, il
significato della parola “vescovo”:
“‘Vescovo’ è la
forma italiana della parola greca epìscopos, e questa parola significa una persona che ha una visione dall’alto,
una persona che guarda e guarda con il cuore. San Pietro stesso, nella sua
prima lettera, chiama il Signore Gesù: ‘Pastore e
Vescovo, Guardiano delle vostre anime’”.
E’ con la seconda generazione di Apostoli, che il loro
ministero stabilmente assume il nome di “episcopato”. E la figura del vescovo
comincia a stagliarsi, ha spiegato il Papa, sulla molteplicità “di esperienze e
di forme carismatiche” presenti nella prima comunità cristiana:
“Così, la
successione nella funzione episcopale si presenta come garanzia della perseveranza
nella tradizione apostolica. Il legame fra il Collegio dei Vescovi e la
comunità originaria degli Apostoli è inteso innanzitutto nella linea della
continuità storica: in questa continuità della successione sta la garanzia del
perseverare, nella comunità ecclesiale presente, del Collegio apostolico
raccolto intorno a sé da Cristo. Ma la continuità è intesa anche in senso
spirituale, perché la successione apostolica nel ministero viene
considerata come luogo privilegiato dell'azione e della trasmissione dello
Spirito Santo”.
In questa trasmissione di Parola e tradizione, spicca la
Chiesa di Roma. Essa, ha affermato Benedetto XVI, “diviene il segno, il
criterio e la garanzia della trasmissione ininterrotta della fede apostolica”.
Un ordine e una “successione” - ha proseguito il Pontefice, citando il vescovo
del II sec., Ireneo di Lione – che valgono come la
“prova più completa che una e medesima è la fede vivificante degli Apostoli,
che è stata conservata e trasmessa nella verità”:
“Mediante la successione apostolica è allora Cristo che ci raggiunge:
nella parola degli Apostoli e dei loro successori è Lui a parlarci; mediante le
loro mani è Lui che agisce nei sacramenti; nel loro sguardo è il suo sguardo
che ci avvolge e ci fa sentire amati, accolti nel cuore di Dio. E anche oggi Cristo stesso è il vero Pastore e Guardiano delle nostre
anime, e lo seguiamo con grande fiducia, gratitudine e gioia”.
Gratitudine e gioia come quella della folla in piazza che
ha salutato con applausi e acclamazioni Benedetto XVI, durante la sintesi delle
catechesi nelle varie lingue. L’augurio particolare ad esprimere un “generoso
impegno di testimonianza cristiana” in “ogni ambito della società” il Papa lo
ha rivolto al termine dell’udienza alle religiose infermiere di diverse
Congregazioni, agli alunni del Pontificio Seminario Campano Internazionale, ai
rappresentanti del Centro Studi
Meridionali e a quelli del Credito
Cooperativo di Montepulciano. Poi, rivolgendosi come di consueto ai
giovani agli anziani e agli sposi novelli, Benedetto XVI ha voluto rivolgere il
loro sguardo a Maria, in questo mese a lei dedicato:
“Vi aiuti a portare
un raggio di serenità dove c’è preoccupazione e solitudine”.
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ALTRE
UDIENZE
Al termine dell’udienza generale il Papa ha ricevuto
l’arcivescovo Thomas E. Gullickson,
nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Antigua e Barbuda,
Bahamas, Barbados, Dominica, Giamaica, Grenada,
nella Repubblica Cooperativistica della Guyana, Saint Kitts
e Nevis, Santa Lucia, San Vincenzo e Grenadine, Suriname e delegato apostolico nelle Antille; e
inoltre l’arcivescovo Giambattista Diquattro, nunzio
apostolico in Panamà.
NOMINE
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidiocesi di Londrina, in Brasile,
presentata da mons. Albano Bortoletto Cavallin, per raggiunti limiti di età.
Il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Londrina mons. Orlando Brandes,
finora vescovo di Joinville. Mons.
Brandes è nato in Urubici,
nella diocesi di Lages, nello Stato di Santa
Catarina, il 13 aprile
INIZIA
DOMANI IN VATICANO L’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO
CONSIGLIO
PER
-
Intervista con il vescovo Karl Romer
-
Inizia domani nell’Aula Nuova del Sinodo, in Vaticano, la
17.ma Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per
la Famiglia. A 25 anni dall’istituzione del dicastero, l’incontro traccerà un
bilancio del cammino percorso, individuando gli obiettivi raggiunti, le sfide attuali
e i progetti per il prossimo periodo. Introduce i lavori il cardinale
presidente Alfonso López Trujillo.
La situazione attuale della famiglia verrà analizzata
sotto l’aspetto sociologico, demografico, politico, giuridico ed etico, da
parte di studiosi delle diverse discipline; tra i contributi, quello del
cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra
proporrà un approfondimento sul tema “Istituzione matrimoniale e laicità dello
Stato”. L’odierna realtà familiare sarà quindi esaminata da cardinali e vescovi
di diversi Continenti. L’arcivescovo di Valencia Agustín
García-Gasco Vicente
informerà infine i partecipanti sullo stato di preparazione del V Incontro
mondiale delle famiglie, in programma nella sua diocesi dal
1° al 9 luglio prossimi con la partecipazione di Benedetto XVI negli ultimi
due giorni. Ma che bilancio fare di
questi 25 anni del Pontificio Consiglio per
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R. – La sua fondazione risale al 13 maggio del 1981, come
risultato della consapevolezza del Santo Padre Giovanni Paolo II riguardo
all’importanza della famiglia per la società umana e per
D. – Quali sono le sfide più impegnative oggi per il
Dicastero?
R. – Penso anzitutto la difesa dei grandi valori della
famiglia e della sacralità della vita. Questo non soltanto per i cattolici o
per i cristiani, ma per tutta l’umanità. Vogliamo far capire che cosa sia la fedeltà. La fedeltà è la più grande autorealizzazione dell’uomo perché chi è fedele si
sottomette ad un valore assoluto, mentre chi non è fedele non ha niente che orienti la sua vita, non ha un valore più grande di lui.
Dunque è povero. La incomparabile unicità del
matrimonio è una grande sfida. E’ il matrimonio duraturo tra un uomo e una
donna, il matrimonio aperto alla vita nuova. Oggi ci sono gruppi vogliono
creare un’opinione pubblica falsa, ingannata e ingannatrice, come se fosse
possibile mettere il matrimonio sullo stesso livello di qualsiasi altra unione
libera, per prova, solo consensuale, senza impegno duraturo. Questo lavoro,
fatto anche da non pochi Parlamenti, significa preparare il crollo non della
Chiesa, ma della società umana.
D. – Come far capire agli uomini e alle donne di oggi,
soprattutto ai giovani, la bellezza, la gioia di formare una famiglia fondata
sul matrimonio?
R. – Non è facile rispondere a questa domanda perché è un
problema di formazione. E la formazione non si fa in un momento, con una
predica, con un’omelia, ma è un lungo processo. La felicità delle persone si
costruisce con un lungo lavoro, con grande responsabilità, mentre distruggere è
facile, si fa in un momento, rapidamente.
D. – Quale futuro lei vede personalmente per la famiglia
oggi?
R. – Tanti lavorano contro la famiglia, contro i valori
umani. Ma nonostante si cerchi di ridurre la famiglia a interessi personali,
individualistici, la famiglia è stata, è e sarà sempre la culla della vita, del
futuro della società umana. Se la famiglia sarà sana, la società di domani sarà
forte. Se la famiglia sarà debole, la società soffrirà.
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INAUGURATO,
ALLA PRESENZA DELL’ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI,
IL NUOVO UFFICIO DI COLLEGAMENTO
TRA GLI ORGANI VATICANI ED ITALIANI PER
E’ stato
inaugurato, ieri mattina, il nuovo Ufficio di Collegamento tra gli organi di
Polizia che attuano i Servizi di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano e le
autorità della Santa Sede. La cerimonia si è aperta con la benedizione di mons.
Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato.
Erano presenti, tra gli altri, il prefetto Giovanni Di Gennaro, capo
della Polizia di Stato e direttore generale della Pubblica Sicurezza, il
prefetto Giuseppe Pecoraro, capo della Segreteria del
Dipartimento, il prefetto Salvatore Festa, direttore dell’Ufficio e il dott.
Vincenzo Caso, dirigente dell’Ispettorato Generale presso il Vaticano.
Nel suo intervento, mons. Sandri
ha ringraziato vivamente per il generoso e qualificato servizio svolto ed ha evidenziato
la stretta collaborazione esistente tra
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’udienza generale.
Servizio vaticano - una monografica sulla “Lectio Magistralis” del cardinale
Poletto nel Salone del Libro di Torino sul tema “L’avventura cristiana”.
Servizio estero – in rilievo l’Iraq dove non si fermano
violenze e stragi. Si è insediato il nuovo ambasciatore iraniano a Baghdad.
Pagina culturale – un articolo di Anna Maria Tripodi dal
titolo “Rosmini e New-mann ‘cooperatores Veritatis’”:
in margine al recente convegno di Genova.
Servizio italiano – Quirinale:
Giorgio Napolitano eletto presidente della Repubblica.
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10 maggio 2006
GIORGIO NAPOLITANO E’ IL NUOVO PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA ITALIANA:
IL
PARLAMENTO LO HA ELETTO CON 543 VOTI,
Giorgio
Napolitano è il nuovo presidente della Repubblica
italiana. Il Parlamento lo ha eletto oggi alla quarta votazione. I voti a
favore sono stati 543, ovvero
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(conteggio dei voti, poi applausi)
Giorgio
Napolitano, 81 anni, è dunque l’undicesimo presidente
della Repubblica italiana. Un’elezione arrivata come prevedibile con i soli
voti della maggioranza di centrosinistra. L’Unione aveva insistito nel chiedere
alla Casa delle Libertà di condividere la scelta. Ma dal centrodestra è
arrivato il secco ‘no’ di Berlusconi. Il premier
uscente, al di là della stima personale per Napolitano,
ha ribadito la sua ferma contrarietà al fatto che un uomo della sinistra
salisse sul Colle, dopo che all’Unione sono andate entrambe le presidenze delle
Camere. Il 50% di italiani che hanno scelto il centrodestra, questo il
ragionamento ripetuto da Berlusconi, non doveva
rimanere senza rappresentanza istituzionale. La CDL non ha contrapposto a Napolitano un proprio candidato, ma ha votato scheda bianca
anche a questa quarta votazione. Una decisione alla quale si è allineata l’UDC,
che fino all’ultimo ha tentato di convincere gli alleati a convergere su Napolitano, giudicando il no un errore politico. E per
questa posizione, nella Casa delle Libertà si sono registrate in queste ore
forti tensioni. Nessuno, comunque, mette in dubbio l’apprezzamento nei confronti
della persona di Giorgio Napolitano, giudicata
dall’Unione di alto profilo politico-istituzionale. Napolitano,
nominato senatore a vita da Carlo Azeglio Ciampi nel
settembre dello scorso anno, è stato presidente della Camera dal 1992 al 1994.
Nel 1996 è divenuto ministro dell’Interno con il governo Prodi. Esponente DS, è
stato dirigente di spicco del Partito Comunista Italiano, del quale ha sempre
rappresentato l’ala riformista. Prima del voto di questa mattina Napolitano ha voluto sottolineare: sarò un presidente super partes,
altrimenti non avrei accettato la candidatura. La cerimonia del giuramento è
stata fissata per lunedì 15 maggio alle 17.00.
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E ora vi riproponiamo l’intervista a Giorgio Napolitano che abbiamo trasmesso 5 giorni fa. Fausta
Speranza gli aveva chiesto quale fosse il suo auspicio
nell’attuale fase politica:
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R. – Io raccomando la massima apertura verso le ragioni
dell’opposizione, il massimo impegno a contribuire appunto ad una dialettica
che non sia di contrapposizione totale, per non dire
di guerra totale, su tutte le questioni, in tutti i momenti.
D. – Obiettivamente, però, non sarà facile …
R. – Non è facile, perché dipende da tutte e due le parti.
E’ uno sforzo, però, che bisogna compiere perchè non ci sono alternative.
D. – Parliamo del Quirinale: per
questo ruolo lei che cosa si augura?
R. – Io mi auguro una persona che sia
riconosciuta per i requisiti che anche i costituenti, quando scrissero
D. – In base alla sua esperienza politica, che cosa la
preoccupa in questo momento?
R. – Mi preoccupa che non si riesca in questo sforzo, che
rimanga ferma una contrapposizione
totale e una incomunicabilità tra i due schieramenti.
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TRA LUCI ED OMBRE VARATO IL
NUOVO CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI DELL’ONU.
GLI
AUSPICI DELL’ARCIVESCOVO SILVANO MARIA TOMASI, OSSERVATORE
PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO L’UFFICIO
ONU DI GINEVRA
-
Intervista con mons. Silvano Maria Tomasi -
Luci ed ombre
accompagnano l’avvio del nuovo Consiglio dei diritti umani dell’ONU, varato
ieri dall’Assemblea Generale al Palazzo di Vetro a New York. A far parte del
nuovo organismo entrano infatti anche Stati come Cina,
Cuba e Arabia Saudita, più volte criticati dalle organizzazioni di difesa dei
diritti umani. Gli Stati Uniti e Israele, invece, si tengono fuori. In tutto
erano in palio 47 seggi. Ne sono stati attribuiti 44, con i restanti tre da assegnare
ancora, oggi pomeriggio, al gruppo dell'Europa dell'Est. Il servizio di
Alessandro Gisotti:
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Il segretario
generale dell’ONU, Kofi Annan,
esprime soddisfazione per l’elezione dei Paesi membri del Consiglio dei Diritti
Umani, che sostituisce la Commissione sui diritti umani, ormai screditata. Annan è convinto che questo organismo lavorerà “in modo più
efficace” e sarà maggiormente credibile rispetto a quello precedente. Ma non
tutti sono d’accordo. L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch
riconosce che si è fatto qualche passo avanti, ma fa notare che nel Consiglio
sono presenti proprio quei Paesi come Cina, Cuba e Arabia
Saudita più volte denunciati per violazione di diritti umani. Dal canto
suo, il governo di Washington, che si era opposta alla creazione
dell’organismo, ha preferito non avanzare la propria candidatura. Sulla
nascita del nuovo organismo Philippa Hit-chen ha intervistato l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso
l’ufficio ONU di Ginevra:
R. – Mi sembra che anzitutto un grandissimo cambiamento
della vecchia Commissione dei Diritti Umani non sia visibile, perchè abbiamo
più o meno la stessa serie di Stati che partecipa, inclusi alcuni che sotto
tanti aspetti certamente non sono modelli da presentare come difensori dei
diritti - dalla Cina all’Arabia Saudita - che pure
sono stati eletti con un numero consistente di voti. E’ interessante vedere
come l’Assemblea generale delle Nazioni Unite abbia dato il più alto numero di
voti agli Stati dell’Africa e a quelli dell’Asia che sono divenuti membri,
appunto, di questo Consiglio e il numero più basso di voti, in proporzione, ai
Paesi europei. Forse questo è un indice che il mondo si sta spostando a Sud.
Un’altra osservazione che si può fare a caldo è che si nota l’assenza degli
Stati Uniti, che non erano candidati ad essere eletti in questo primo round.
Questa assenza potrebbe avere delle conseguenze politiche per il funzionamento
del Consiglio, che comincerà formalmente i lavori il
19 giugno. Un fatto nuovo è che la maggioranza permanente dei membri del
Consiglio è costituita da Paesi dell’Asia e dell’Africa e questo potrebbe
aprire la porta a degli sviluppi nuovi e interessanti.
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LA SOMALIA RISCHIA DI TORNARE NEL CAOS DOPO GLI SCONTRI DEI GIORNI
SCORSI. NON REGGE LA TREGUA
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Intervista con Nino Sergi -
In
Somalia non regge il cessate-il-fuoco
raggiunto ieri sera a Mogadiscio, dopo tre giorni di violenti combattimenti tra
milizie rivali, che hanno causato almeno 50 morti ed oltre 100 feriti. Dopo una
notte tranquilla, vengono segnalati stamani nuovi
scontri nell'area a Nord della capitale, una zona molto povera e densamente
popolata. Mogadiscio appare oggi una città fantasma: un clima che ricorda
quello del sanguinoso conflitto civile degli anni ’90, scatenato dalle fazioni
dei cosiddetti “signori della guerra” che si contendevano il potere. Il Paese
ora sta uscendo faticosamente dal lungo periodo di caos istituzionale, ma si
tratta di fragili progressi e la situazione potrebbe precipitare da un momento
all’altro. Qual è il contesto in cui sono esplose le nuove violenze? Giancarlo
La Vella lo ha chiesto a Nino Sergi,
segretario generale di Intersos, una delle ONG
italiane presenti da anni in Somalia:
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R. – Mogadiscio è divisa in due: Mogadiscio nord, dove
ormai la vita sta riprendendo, e Mogadiscio sud, che ho trovato,
invece, vuota, e questo vuol dire che gli stessi somali sono terrorizzati,
hanno paura; vuol dire che la situazione è ancora molto, molto instabile. In
questi ultimi giorni ci sono stati scontri molto violenti che, però, sono la
continuazione di conflitti che durano già da circa un mese. Tutto questo porta
a considerare che l’emergenza non è mai finita. Ci
sono influenze esterne in Somalia che continuano a provocare gravi violenze,
influenze da una parte e dall’altra e chi ci rimette è poi la popolazione.
D. – In questa situazione quanto è importante il lavoro di
Intersos e di tutte le ONG che operano sul terreno?
R. – Importantissimo. Le ONG, in particolare quelle
italiane, hanno garantito una presenza costante in tutti questi anni, dal ’90
in poi, senza mai dimenticare questo Paese, nonostante le tantissime
difficoltà.
D. – C’è, invece, il rischio che la comunità
internazionale dimentichi la Somalia?
R. – Assolutamente no. Tutto
questo processo di pacificazione e di ricostruzione dello Stato è stato il
frutto proprio degli sforzi della comunità internazionale. C’è stato un nuovo
Parlamento nel 2004; il nuovo Parlamento ha eletto il presidente della Repubblica,
che ha poi nominato il primo ministro. E’ stato, quindi, formato il governo,
sempre con grandissime difficoltà e con divisioni ancora profonde, ma è un
processo che, tuttavia, sta andando avanti. Aiuti internazionali, perciò, ce ne
sono stati, non a sufficienza, ovviamente, perchè le necessità del Paese sono
enormi, però ci sono stati.
D. – E quale analisi politica si sta facendo di questi
ultimi scontri?
R. – Ripeto che sono il frutto di influenze esterne e non
giudico tali influenze positive in questo momento. Sarebbe stato possibile
dialogare e, forse, costruire un processo diverso. Non ritengo che in Somalia
le armi possano produrre degli effetti positivi e duraturi. Oggi in Somalia è
iniziato un processo politico che va sostenuto. E’ l’unica strada che può dare
risultati seri e di lunga durata.
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LA
SPIRITUALITA’ DI LORENZO MONACO, PITTORE E FRATE CAMALDOLESE
PROTAGONISTA DEL TARDOGOTICO, IN MOSTRA A FIRENZE
- Con noi, il curatore Angelo Tartuferi
-
La Galleria
dell'Accademia di Firenze ospita da ieri la prima grande mostra monografica
dedicata a Lorenzo Monaco, frate e pittore, protagonista di primo piano
dell'arte tardogotica in Italia. L’esposizione,
visitabile fino al 24 settembre, offre l’occasione per apprezzare lo stile di
questo frate di Camaldoli, vissuto tra il 1370 e il
1422 circa, autore di superbe raffigurazioni religiose. Sulla figura e l’opera
di Lorenzo Monaco, Alessandro Gisotti ha intervistato il curatore della mostra
fiorentina, Angelo Tartuferi:
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(musica)
R. – Si tratta di un artista che presenta delle qualità,
delle peculiarità artistiche davvero eccezionali. Personalità di primissimo
piano dell’arte italiana europea, a cavallo fra la fine del XIV e l’inizio del
XV secolo. E’ il primo grande monaco pittore della pittura fiorentina, la cui
fama è stata oscurata in maniera particolare dall’altro grandissimo artista
religioso che è il Beato Angelico, che per moltissimi aspetti prende le mosse
proprio dall’arte di questo camaldolese.
D. – Frate camaldolese e pittore, Lorenzo Monaco sembra
essere un esempio di quelle radici cristiane dell’Europa, a
cui la Chiesa tiene tanto…
R. – E’ chiaro che si tratta appunto di un artista
eminentemente religioso e questa sua fortissima valenza spirituale informa
tutta la sua opera. C’è appunto l’intreccio assoluto e fruttuoso tra la
spiritualità, in particolare camaldolese, e l’attività artistica di Lorenzo Monaco,
che noi oggi percepiamo soprattutto come grandissimo artista, ma che in realtà
era per i suoi confratelli un membro dell’Ordine come tutti gli altri.
D. – C’è un’opera che più la colpisce e perché?
R. – A me ha fatto una grande impressione, quando è
arrivato ad allestire la mostra, il dipinto che oggi si conserva alla Galleria
Nazionale di Praga, che è la parte centrale di un tabernacolo a sportelli. Gli
sportelli si conservano al Louvre di Parigi, mentre
in questo elemento centrale di Praga è raffigurato il Compianto sul Cristo
morto, appena deposto dalla Croce ed è una raffigurazione affascinante con un
cromatismo eccezionale e una struttura compositiva
originalissima, tutta giocata in verticale, dove domina questa grande croce che
è la protagonista assoluta della scena, con un’indimenticabile veduta di Gerusalemme
sullo sfondo. Dipinto di rara suggestione e di tensione spirituale davvero notevolissima.
(musica)
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10 maggio 2006
SCANDALO
ABUSI SESSUALI NEI CAMPI PROFUGHI DELLA LIBERIA:
SOSPESO
UN DIPENDENTE DELL’ONU ED INTERROTTI I RAPPORTI
ANCHE
CON UN ENTE PARTNER
-
Servizio di Roberta Gisotti -
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BRUXELLES. = Un dipendente sospeso e la rottura dei
rapporti con un ente partner: questi i provvedimenti adottati dall’ONU a
seguito della denuncia lunedì scorso dell’organizzazione Save the children – raccolta anche dalla
nostra emittente – circa abusi sessuali di ragazzine e bambine nei campi
profughi della Liberia, attuati perfino da operatori umanitari. In una lunga
nota pubblicata ieri pomeriggio, l’ONU chiarisce che ''dall'inizio
del
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IN UN CLIMA DI COMUNIONE ECCLESIALE, MIGLIAIA DI
FEDELI HANNO FESTAGGIATO
A SHENYANG IN CINA, L’ORDINAZIONE DEL NUOVO VESCOVO
DON PAOLO PEI JUMIN,
NELLA CATTEDRALE DEL SACRO CUORE
SHENYANG. = In
Cina, almeno 5 mila fedeli hanno festeggiato, domenica scorsa, a Shenyang l’ordinazione episcopale di don Paolo Pei Junmin, avvenuta in un positivo clima di comunione
ecclesiale, a differenza delle due precedenti svoltesi nei giorni scorsi. Mons. Pei è stato ordinato vescovo coadiutore di Shenyang dall’attuale ordinario locale, mons. Pius Jin Peixian.
ALESSIO
II, ESPRIME
RESTI
NELLA STORIA COME QUELLO DELLA SVOLTA ECUMENICA.
IN UNA
INTERVISTA ALL’ANSA, IL PATRIARCA ECUMENICO DI TUTTE LE RUSSIE
CHIAMA
CATTOLICI E ORTODOSSI NEL NOME DEL CRISTIANESIMO
AD
AFFRONTARE INSIEME LE SFIDE COMUNI DELLA MODERNITA’
CITTA' DEL VATICANO. = Benedetto XVI sarà il Papa della
svolta ecumenica: è la speranza espressa - in un'intervista all'Ansa - da
Alessio II, Patriarca ecumenico di tutte le Russie,
convinto che i rapporti
ALLARME SANITARIO NELLA SIERRA
LEONE: TETANO, POLMONITE, MALARIA,
MALNUTRIZIONE ACUTA, ANEMIA E
MENINGITE SONO LE CAUSE PIÙ FREQUENTI
DI MORTE INFANTILE E MATERNA. L’UNICO CENTRO
CHIRURGICO GRATUITO
PRESENTE NEL PAESE AFRICANO È QUELLO DI EMERGENCY
FREETOWN.
= È allarme sanitario nella Sierra Leone, dove malaria, tetano, polmonite,
malnutrizione acuta, anemia e meningite sono tra le cause più comuni di morte
infantile. Secondo recenti statistiche infatti, il
Paese africano è tra quelli con più alto livello di mortalità infantile e
materna, dovuta soprattutto all’impossibilità economica, da parte della
popolazione, di pagare cure mediche e interventi chirurgici. Lo stipendio medio
di un contadino – ricorda l’agenzia Fides – oscilla tra i 20 e i 30 mila leoni,
moneta locale, ed un intervento semplice, come ad esempio l’ernia o
l’appendice, oscilla tra i 200 mila leoni (la valuta locale) in un ospedale
governativo fino a superare i 300 mila in una clinica privata. Cifre
esorbitanti per gli abitanti di Serra Leone, che dovrebbero lavorare un anno
intero per raggiungere tali cifre. Alternativa di cura per chi non ha soldi,
sono i cosiddetti guaritori, ovvero capi spirituali di villaggi che fondono
elementi della medicina con la magia e le pratiche animiste.
Sempre colmo di pazienti è l’ospedale di Freetwon
dove i letti non bastano mai e mancano i dottori locali. Il centro di Emergency è l’unico centro chirurgico gratuito del Paese ed
è per questo motivo che è frequentato anche da pazienti di altre province. Un
altro problema a cui deve far fronte il Paese è quello
della prevenzione della malnutrizione. In proposito, l’ospedale sta attuando un
microprogetto che vede coinvolte 10-15 donne, chiamate una volta la settimana a
far pesare il loro bambino e ricevendo un impasto di zucchero, farina e riso
molto energetico per i loro figli. Inoltre, ad ogni bambino dimesso, l’ospedale
regala una zanzariera trattata sotto la quale dormire. Un altro problema,
sempre più frequente tra i piccoli pazienti, è quello dell’ingestione di soda
caustica, acquistata dalle famiglie povere per preparare il sapone.
L’ingestione di soda provoca nei piccoli ustioni della
bocca e dell’esofago. (V.C.)
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10 maggio 2006
- A cura di Eugenio
Bonanata -
In Russia, davanti ai due rami del parlamento, il
presidente Putin ha tenuto il tradizionale discorso
annuale sullo stato della Federazione. Il nostro servizio:
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La corsa internazionale agli armamenti non è finita. E’
l’ammo-nimento del presidente russo Putin che ha
osservato come il progresso tecnologico renda più veloce l’espansione degli
armamenti. Per Putin è poi essenziale una riforma
dell’ONU, in modo che l’organizzazione internazionale possa rispondere meglio
alle sfide attuali. Contrariamente alle aspettative della vigilia, il leader
del Cremlino ha dedicato alla politica estera russa soltanto pochi minuti.
Dunque nessun accenno alla presidenza russa del G8 o alle frequenti critiche di
Washington sugli allarmanti segnali di involuzione democratica nel Paese. Pochi
minuti, in coda ad un intervento di un’ora, sono stati però sufficienti ad
esempio per ribadire che la Russia aderirà all’Organizzazione Mondiale del Commercio
(WTO) “soltanto se saranno rispettati i propri interessi economici”. Per quanto
riguarda invece il capitolo energia “la Russia – ha affermato il presidente -
vuole essere promotrice e parte integrante di una strategia energetica comune
per l’Europa”. In questo quadro Putin, chiedendo
apertura dei mercati, ha citato Gazprom come modello
di impresa russa in grado di competere sui mercati internazionali. Al suo
settimo discorso sullo stato della federazione, Putin
ha anche detto di voler creare in Russia una borsa per la compravendita di gas
e petrolio, con il rublo come moneta corrente. Sul fronte più interno il
presidente ha invece promesso una lotta senza quartiere contro la corruzione e
un piano di aiuti alle famiglie per contrastare il calo demografico. Infine si
è dilungato molto sulla necessità di aumentare le spese belliche. “La Russia –
ha affermato - deve avere un forte potenziale militare per la sicurezza interna
e contro pressioni politiche esterne”.
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In Iraq, si è conclusa
nel caos fra i deputati l’odierna riunione dell’Assemblea Nazionale, che
avrebbe dovuto annunciare la formazione del nuovo governo. Sul terreno si fa sempre
più pesante il bilancio della violenza. Nello scorso mese di aprile, secondo il
presidente Talabani, sono stati più di 1000 gli iracheni
vittime dalla violenza interconfessionale nella sola Baghdad. Stamani
undici operai della società elettrica irachena sono rimasti uccisi in
un’imboscata nei pressi della città di Baquba. A Baghdad
un giudice è stato assassinato mentre si stava recando
al lavoro. Infine è salito ad almeno 24 morti il bilancio dell’attentato
kamikaze avvenuto ieri a Tal Afar, nel nord del
Paese.
Intanto a Verona, oggi,
è stata aperta al pubblico la camera ardente del tenente degli alpini, Manuel
Fiorito, ucciso nell’attentato di Kabul. Sempre a Verona, ieri pomeriggio, si
sono svolti i funerali di Enrico Frassanito, il
maresciallo dei carabinieri deceduto in Italia per le ferite riportate
nell’attacco di Nassirya, in Iraq. Al microfono di Stefano
Leszczynski sentiamo le parole del vescovo di Verona, mons. Flavio Carraro, che ha introdotto la cerimonia funebre:
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La prima cosa è il
dolore, naturalmente, nel quale tutti siamo coinvolti, anche perché c’era una
speranza che sopravvivesse all’attentato. Così quando si spengono queste speranze
è come lo spegnersi di qualcosa dentro di noi che rende più buia la vita. Abbiamo,
però, ancora il coraggio di ricordarci il dono del Signore, che ha detto: “Io
sono la pace”. Specialmente nell’incontro con i genitori dell’alpino Manuel,
che è deceduto in Afghanistan, la mamma mi diceva: “Il Signore ci aiuterà. Il
Signore è una speranza”. Quindi, anche noi vogliamo sperare ancora che il
sacrificio di queste persone diventi veramente fruttuoso. Sono come dei
richiami da parte del Signore che ci supplica, vorrei dire, di usufruire della
nostra libertà, del nostro senso di responsabilità, per metterci su una linea
di pace, che tante volte viene tralasciata proprio nel
momento in cui si dovrebbe costruire una pace che viene da Gesù Cristo. Altri
fondamenti per noi non ci possono essere, perché altrimenti non sarebbe sicura.
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I ministri degli Esteri del
Quartetto per il Medio Oriente – formato da USA, Unione Europea, Russia e ONU -
hanno raggiunto a New York un accordo per fornire assistenza di emergenza ai
palestinesi. Il pacchetto di aiuti, della durata di tre mesi, scavalcherà, però,
il governo di Hamas. La proposta, formulata dall'Unione
Europea, è stata accolta anche dagli USA, che hanno stanziato 10 milioni di
dollari. Il commissario europeo per le Relazioni estere ha aggiunto che presto
ci sarà una riunione di esperti a Bruxelles per mettere a punto i dettagli per
rendere operativo a breve il pacchetto di aiuti. Intanto sembra tornata la calma nei Territori palestinesi
all’indomani dei sanguinosi scontri tra i militanti di Al
Fatah, fedeli al presidente Abu
Mazen, e quelli di Hamas. I
rappresentanti dei due movimenti hanno infatti
raggiunto nella notte un accordo che considera “fuorilegge” chiunque porti armi
da fuoco.
Prosegue il braccio di ferro sulle ambizioni nucleari
dell’Iran. Mentre è ormai prossima la decisione della comunità internazionale,
il presidente iraniano, Ahmadinejad, ha definito “una grande menzogna” la
preoccupazione dei Paesi occidentali che sono “impegnati ogni giorno a
sperimentare armi di distruzione di massa”. Dall’Indonesia, dove si trova in visita
ufficiale, Ahmadinejad ha poi ribadito che il piano nucleare iraniano è
assolutamente pacifico. Dal canto suo, il presidente indonesiano, Yudhoyono, si
è offerto di fare da mediatore per risolvere la crisi.
In Thailandia una bomba è esplosa in un affollato mercato
in un paesino della provincia di Pattani, uccidendo
due donne, un poliziotto e ferendo 13 venditori. L’ordigno, nascosto in una
motocicletta, è scoppiato al passaggio di un convoglio di militari di servizio
nei pressi nel mercato. La zona in passato è già stata teatro di violenze di
ribelli islamici contro il governo centrale.
Il governo boliviano nazionalizzerà tutte le risorse
naturali. Lo ha affermato il ministro degli Esteri boliviano specificando che
le autorità di La Paz, che
hanno già nazionalizzato il settore degli idrocarburi, vogliono porre fine al “saccheggio
sistematico delle risorse naturali che durava da 500 anni”.
“Un fatto che ha scioccato la nostra comunità”. Così don
John Mc Mannus, portavoce
per la Chiesa Cattolica della diocesi di Down e Condor, ha commentato la
scomparsa di Michael Mc Ilveen, il giovane ragazzo cattolico ucciso barbaramente in
Irlanda da un gruppo di coetanei protestanti. Ricordando le difficoltà del processo
di pace nel Paese, il portavoce ha poi esortato tutti ad abbandonare la violenza
politica del passato per concentrarsi sulla dignità della vita umana.
In Italia, il giudice di sorveglianza Laura Longo ha disposto la concessione degli arresti domiciliari
per l’ex senatore italiano, Cesare Previti, e per
l’avvocato Attilio Pacifico, condannati in via definitiva a 6 e 4 anni
nell’ambito del processo IMI-SIR. Il magistrato ha accolto la richiesta
avanzata dai legali di Previti e Pacifico in base
alla legge cosiddetta ex-Cirielli, che prevede la
custodia domiciliare oltre i 70 anni di età. La decisione, provvisoria, dovrà
essere ora ratificata dal Tribunale in sede collegiale, ma intanto il giudice Longo ha fissato alcune prescrizioni: in particolare, Previti e Pacifico avranno il divieto di allontanarsi dal
loro domicilio romano ma potranno lasciare il
domicilio per due ore al giorno, dalle 10 alle 12.
Atene e molte altre città della Grecia sono quasi del tutto paralizzate per un massiccio sciopero dei
lavoratori dei trasporti pubblici. L’agitazione è stata indetta per chiedere aumenti
dei minimi salariali al primo impiego. La mobilitazione ha bloccato nei
depositi autobus, filobus, tram, treni e metrò. Anche la Olympic Airways ha cancellato
circa 50 voli nazionali e internazionali assicurando un solo volo per ogni
destinazione interna. Chiusi anche gli uffici pubblici e le scuole.
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