RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 123 - Testo della trasmissione di mercoledì 3 maggio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Si celebra oggi la Giornata mondiale della libertà di
stampa: ce ne parla Domenico Affinito
Elezioni presidenziali contestate dalle opposizioni,
oggi in Ciad. Intervista con Irene Panozzo
CHIESA E SOCIETA’:
Inaugurata a Timor Est una nuova emittente cattolica
Riprende
oggi in sede ONU a New York il dibattito sul nucleare iraniano
3 maggio 2006
IL PAPA PROSEGUE ALL’UDIENZA GENERALE LA SUA
CATECHESI SULLA TRADIZIONE
APOSTOLICA
E INVITA A PREGARE PER IL SUO IMMINENTE VIAGGIO IN POLONIA
Il significato della Tradizione
apostolica nelle sue origini: il tema sviluppato da Benedetto XVI all’udienza
generale, in Piazza San Pietro, affollatissima di pellegrini, oltre 60 mila, come
è ormai consuetudine dall’inizio del pontificato. Particolarmente numerosi oggi
i fedeli polacchi, ai quali il Santo Padre ha chiesto di pregare in vista del
suo viaggio in Polonia. Il servizio di Roberta Gisotti:
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E’ tornato il Papa su “un tema di
grande rilievo – ha sottolineato - per la vita della Chiesa”, quello della
“Tradizione apostolica, già affrontato mercoledì scorso, proprio per capire
“che cosa sia la Chiesa”:
“In queste catechesi, vogliamo un po’ capire che cosa sia la Chiesa. L’ultima volta abbiamo meditato sul tema
della Tradizione. Abbiamo visto che la Tradizione non è una collezione di cose,
di parole, come una scatola di cose morte; la Tradizione è il fiume vivo della
vita che viene dalle origini, da Cristo, fino a noi e ci
coinvolge nella storia di Dio con l’umanità”.
Tradizione apostolica “anzitutto
nelle sue origini”. “Cristo Signore – ha spiegato il Papa – “ordinò” infatti
“agli Apostoli (dal termine greco ‘apostellein’,
inviare) di predicare a tutti, comunicando loro i doni
divini, il Vangelo come fonte di ogni verità salutare e di ogni regola morale”.
Per questo - commenta il Concilio Vaticano II – “ciò che fu trasmesso dagli
Apostoli comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa e
all’incremento della fede del Popolo di Dio”:
“Così
“La Tradizione è dunque il Vangelo
vivo, annunciato dagli Apostoli nella sua integrità, in base alla pienezza
della loro esperienza unica e irripetibile: per opera loro la fede viene comunicata agli altri, fino a noi, fino alla fine del
mondo”:
“La distanza dei secoli è superata e il Risorto si offre vivo e
operante per noi, nell’oggi della Chiesa e del mondo e questa è la nostra grande gioia: che nel fiume vivo della
tradizione, Cristo non è distante duemila anni ma è
realmente sempre con noi e ci dona la verità, ci dona la luce che ci fa vivere
e che fa trovare la strada verso il futuro”.
Dopo la catechesi, il momento
sempre molto atteso dai fedeli dei saluti di Benedetto XVI, nelle varie lingue;
oggi numerossimi i polacchi oltre 6 mila convenuti in
Piazza San Pietro, in un giorno di festa per
Poi il pensiero finale ai giovani,
ai malati e agli sposi novelli, ispirato alla Vergine Maria, all’inizio del
mese maggio a lei dedicato, perché sappiano fare tesoro dei suoi insegnamenti
nella vita di ogni giorno, per compiere la volontà di Dio, saper cogliere il
valore salvifico di ogni croce, e poter creare nelle loro famiglie il clima di
preghiera e amore della casa di Nazareth”.
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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER
DOVE E’ PRECIPITATO UN AEREO ARMENO CON 113 PERSONE
A BORDO.
NON CI SONO SUPERSTITI
Il Papa, in un telegramma inviato a suo nome dal
cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, ha espresso il suo profondo
dolore per la sciagura aerea avvenuta nella notte sul Mar Nero. Un Airbus 320 della
compagnia armena Armavia, partito da Erevan con
113 persone a bordo, è precipitato a
circa
ORTODOSSI E CATTOLICI COLLABORINO
CORAGGIOSAMENTE
PER
L’EVANGELIZZAZIONE DELL’EUROPA: COSI’ IL PAPA, IN UN MESSAGGIO
PER IL
PRIMO INCONTRO PROMOSSO CONGIUNTAMENTE DA UN ORGANISMO
DELLA
SANTA SEDE E DAL PATRIARCATO DI MOSCA.
IL
SIMPOSIO SI SVOLGE A VIENNA SUL TEMA:
“DARE
UN’ANIMA ALL’EUROPA.
Si è aperto stamane
a Vienna il primo incontro di cultura in Europa organizzato congiuntamente da
un organismo della Santa Sede, il Pontificio Consiglio della Cultura, e dal
Patriarcato di Mosca. Il Simposio, di rilevante significato ecumenico, si
svolge sul tema “Dare un’anima all’Europa. La missione e la responsabilità
delle Chiese” e vedrà per tre giorni la partecipazione di esperti, laici e
religiosi, di tutto il continente. Il Papa, in un messaggio, incoraggia
cattolici e ortodossi a collaborare coraggiosamente per l’evangelizzazione
dell’Europa. Ce ne parla Sergio Centofanti:
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Benedetto XVI invita cattolici e
ortodossi a “condurre insieme una coraggiosa e rinnovata azione
evangelizzatrice nell’Europa del terzo millennio”, e auspica che le Nazioni
europee “riscoprano in Cristo la loro
comune vocazione al servizio della pace e dell’autentico progresso mondiale”.
E’ quanto si legge nel messaggio
inviato per l’occasione dal cardinale Angelo Sodano. Il segretario di Stato
sottolinea che il Papa “non ha mancato di rilevare come le popolazioni del
Continente europeo si trovino, in questa nostra epoca, interpellate da
emergenti domande sul senso della vita, sul valore della libertà e sul futuro
stesso dell’Europa”. E in questo contesto “le ha costantemente invitate a
costruire il loro presente e il loro avvenire alla luce dei valori etici e
morali che nel corso dei secoli hanno illuminato la loro storia, facendo al
tempo stesso tesoro pure delle esperienze negative del passato”. “
L’incontro, definito dal porporato
“significativo” e “frutto di un’incorag-giante cooperazione” tra Santa Sede e
Patriarcato di Mosca, è stato aperto dalle relazioni introduttive del cardinale
Paul Poupard, presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura e del metropolita di Smolensk
e Kaliningrad, Kirill,
presidente del Dipartimento per i Rapporti Esteri del Patriarcato di Mosca.
Il cardinale Poupard,
nel suo intervento, ha ricordato le numerose sfide che devono essere affrontate
insieme da cattolici e ortodossi per “dare un’anima all’Europa”: “il relativismo morale e lo scetticismo diffuso”, una società
europea che si presenta sempre più
“senza Dio e senza anima … fredda, imprigionata in una gabbia di leggi e
orientata alla ricerca costante del profitto”. E poi ancora la “pseudo
liberazione sessuale”, l’aggressività delle sette, gli sviluppi “a volte inquietanti della scienza”, le
politiche che insidiano “il matrimonio e
la famiglia”. Ha quindi parlato del
cosiddetto “inverno demografico europeo” che “progredisce di anno in anno”: “gli europei – ha detto - si stanno suicidando per
denatalità”. Di fronte ad un continente
minacciato “dall’amnesia” e da un “vuoto spirituale vertiginoso” il cardinale Poupard
ha ricordato che “l’Europa non è una semplice entità geografica,
né una pura unione economica”: ortodossi e cattolici “possono collaborare
strettamente” per “darle uno spirito, un ideale, un’anima”, a partire – ha
concluso il porporato citando Madre Teresa di Calcutta – dalla testimonianza
concreta del Vangelo dell’amore e della gioia che non riduca “la fede in Cristo
in un moralismo rigido”.
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NOMINE
Il Santo
Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Kananga, nella Repubblica Democratica del
Congo, presentata da mons. Godefroy Mukeng’a Kalond, della
Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, per raggiunti limiti di età.
In Italia,
il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi
metropolitana di Benevento
presentata da mons. Serafino Sprovieri,
per raggiunti limiti di età. Gli succede come arcivescovo metropolita di
Benevento mons. Andrea Mugione, finora arcivescovo
metropolita di Crotone-Santa Severina. Mons. Andrea Mugione è nato a Caivano, diocesi di Aversa e
provincia di Napoli, il 9 novembre 1940. E’ stato ordinato sacerdote il 6
giugno 1964. Nel
In Brasile,
il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prelatura
di Borba presentata da mons. José Afonso
Ribeiro, del Terz’Ordine
Regolare di San Francesco, per raggiunti limiti di età. Gli succede come
vescovo prelato di Borba padre Elói
Róggia, della Società dell’Apostolato Cattolico,
parroco della Parrocchia São Vicente Pallotti, diocesi di
Toledo. Padre Elói Róggia è nato il 16
settembre
CON IL
CONCERTO DELLA SWISS ARMY BAND NELL’AULA PAOLO VI,
COMINCIANO
QUESTA SERA I FESTEGGIAMENTI PER I 500 ANNI
DELLA
GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA. LE CELEBRAZIONI CULMINERANNO SABATO
CON LA
MESSA SOLENNE PRESIEDUTA DA BENEDETTO XVI IN SAN PIETRO
E CON
IL GIURAMENTO DELLE RECLUTE
La Guardia Svizzera Pontificia
festeggia cinque secoli di storia. A partire da oggi diverse
le manifestazioni che celebrano questo giubileo. Questa sera, alle 19,
nell’aula Paolo VI, il concerto dell’orchestra di rappresentanza dell’Esercito
Svizzero, la Swiss Army
Band. E sui festeggiamenti della Guardia Svizzera ascoltiamo il servizio di
Tiziana Campisi.
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Cinquecento anni al servizio del
Papa, pronti anche a sacrificare la loro vita per difendere la sua persona. E
sabato giureranno ancora fedeltà al Pontefice, nello stesso giorno in cui, nel
1527, per proteggere Clemente VII da lanzichenecchi e mercenari spagnoli, in
147 morirono sui gradini dell’altare maggiore di San Pietro. Sono i militari
della Guardia Svizzera Pontificia che in questi giorni celebrano il loro
giubileo. 110 i cittadini svizzeri, di religione cattolica, che oggi indossano
l’uniforme dai colori giallo, rosso e blu, con la ferma
convinzione di voler servire la Chiesa di Gesù Cristo e il Successore di
Pietro.
Domani pomeriggio, in ricordo dell’ingresso in
Vaticano, 80 ex-guardie svizzere, partite il 7 aprile da Bellinzona, dopo aver percorso 720 chilometri, sulle orme
dei primi soldati chiamati da Papa Giulio II, marceranno in corteo da piazza
del Popolo a San Pietro. Concerti, esposizioni, ed eventi commemorativi
caratterizzeranno queste giornate.
Venerdì pomeriggio, all’Auditorium Conciliazione si raduneranno le
ex-guardie svizzere, poi, la sera, nell’aula Paolo VI la cerimonia ufficiale
delle celebrazioni: l’inno del Te Deum, l’oratorio
“Carmen saeculare”, una meditazione musicale dell’amore divino e umano, così
come emerge dalla Bibbia, e l’intrattenimento con diverse personalità tra cui
il Presidente della Confederazione elvetica Moritz Leuenberger.
Sabato, alle 9.30, la solenne Messa pontificale nella Basilica di
San Pietro presieduta da Benedetto XVI, poi, alle 11 l’inaugurazione di una
lapide a ricordo del V centenario della Guardia Svizzera. E spazio ancora ai
festeggiamenti sabato sera, a Castel Sant’Angelo, con un galà
e i giochi pirotecnici a Piazza San Pietro. Poi domenica, dopo il Regina Coeli, un concerto della Swiss Army Band, mentre al Braccio di Carlo
Magno del Colonnato di San Pietro sarà possibile visitare la mostra sulla
Guardia Svizzera fino al 30 luglio.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
In prima pagina
l’udienza generale.
Servizio vaticano - Un articolo
dal titolo “Auspici di solidarietà verso i bambini ed i ragazzi”: dalla
Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
Servizio estero -
Russia: “Airbus” armeno si inabissa nel Mar Nero.
Tutte morte le 113 persone a bordo. Il telegramma di cordoglio del Santo
Padre.
Servizio culturale –
“Europa e Medio Oriente devono parlare della propria storia”: dalle “Lettere
dalla Turchia” di don Andrea Santoro, il missionario assassinato a Trabzon il 5 febbraio scorso.
Servizio italiano -
Politica. Elezione del Presidente: si comincia l’8 maggio. Le Camere si
riuniranno in seduta comune.
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3 maggio 2006
INCENTRATA SULLA RELAZIONE TRA LIBERI
SISTEMI MEDIATICI E RIDUZIONE DELLA
POVERTÀ,
L’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTÀ DI STAMPA
-
Intervista con Domenico Affinito -
“Media, sviluppo e sradicamento
della povertà”. E’ il tema della Giornata mondiale della libertà di stampa per
il 2006, che si celebra oggi sotto l’egida dell’UNESCO. In vista della Giornata è stato
anche diffuso, lo scorso 29 aprile, l’annuale rapporto di “Freedom House” che riconosce una maggiore libertà di stampa in Finlandia,
Islanda e Danimarca. In questa speciale classifica, gli Stati Uniti figurano al
22.mo posto e l’Italia al 79.mo
posto, insieme con il Botswana e seguita dalla
Repubblica Dominicana. La ricerca conferma anche la stretta relazione tra
libertà di stampa e lotta contro la miseria. Ma perché la libertà di stampa
favorisce la riduzione della povertà? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al
vicepresidente della sezione italiana di “Reporter Senza Frontiere”, Domenico Affinito:
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R. – La libertà di stampa
influisce tantissimo sulla qualità della vita e quindi anche sulla povertà. Più
circolano informazioni, più le persone hanno possibilità di migliorare anche le
loro condizioni di vita. Facciamo qualche esempio: il fatto di sapere
esattamente, in modo trasparente, come funziona il proprio Stato e quali
possibilità offre, dà la possibilità di sapere a chi chiedere, come chiedere,
cosa ottenere. La libertà di stampa, in questo senso, è fondamentale.
D. – Quando, dove e perché le
parole “libertà” e “stampa” sono in contraddizione?
R. – Sono in contraddizione lì
dove la stampa non è libera, in quei Paesi dove c’è la dittatura. Quest’anno
abbiamo aggiunto per dare senso di quanto stia
peggiorando la libertà di stampa nel mondo, alcuni nomi alla nostra lista dei
predatori della libertà di stampa, che è composta da 37 personaggi che
detengono, nei loro Stati, il potere quasi assoluto. Le persone che abbiamo
aggiunto quest’anno sono: Meles Zenawi,
primo ministro etiope, Mahmoud Ahmadinejad,
presidente della Repubblica Iraniana, i leader delle Tigri Tamil
dello Sri Lanka e Diego
Fernando Mario Bagnara, capo del
paramilitari colombiani.
D. – Quali tendenze segue la mappa
della libertà di stampa nel mondo?
R. – Possiamo dire che la libertà
di stampa è più garantita nei Paesi occidentali, o comunque negli Stati più
avanzati dal punto di vista economico. Ci sono alcune eccezioni ovviamente. In
Occidente è più garantita perchè tutte le carte dei
Paesi democratici prevedono la libertà di stampa e di espressione. Le zone più
difficili sono quelle del Sud-Est asiatico, dell’Africa, alcuni Paesi
dell’America del Sud, e ovviamente il Medio Oriente. Diciamo anche che nei
luoghi teatro di conflitti notiamo sempre una minore libertà di stampa.
D. – A proposito di conflitti, di
aree di guerra, nel 2005 sono stati uccisi 63 giornalisti. Come spiegare questo
triste bilancio, il più pesante degli ultimi 10 anni?
R. – E’ il più pesante degli
ultimi 10 anni perché da tre anni il Medio Oriente è sconvolto da una guerra.
Anche in Iraq da tre anni c’è una guerra. Questo dato è legato ai conflitti in
atto nel mondo. Però anche gli altri dati nel 2005 sono stati tutti fortemente negativi. L’anno scorso abbiamo avuto 807
giornalisti fermati dalla polizia, 1308 aggrediti o minacciati e 1006 media censurati.
D. – In questi ultimi anni ci sono
state anche buone notizie da segnalare?
R. – Le buone notizie sono che
alcuni giornalisti che erano stati rapiti lì, sono stati liberati, come la
giornalista francese Aubenas e l’italiana Giuliana Sgrena nel 2005, ma anche Jill Carrol nel 2006. Ci sono alcuni giornali che sono stati
chiusi e poi riaperti: questa è un’altra buona notizia. Un’altra ottima notizia
è che in Mauritania, le leggi sulla stampa, proprio grazie all’intervento di
“Reporter Senza Frontiere” sono state riformate e migliorate.
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ELEZIONI PRESIDENZIALI FORTEMENTE CONTESTATE
DALLE OPPOSIZIONI, OGGI IN CIAD.
FAVORITO ALLE URNE, IL CAPO DI STATO USCENTE IDRISS DEBY
- Intervista con Irene Panozzo -
Elezioni presidenziali fortemente contestate dalle opposizioni,
oggi in Ciad. Favorito alle urne, il capo di Stato uscente Idriss
Deby Itno, al potere dal
1990. Quasi 6 milioni gli aventi diritto al voto.
Nelle scorse settimane il Paese africano è stato teatro di violenti scontri tra
ribelli - che hanno tentato un assalto alla capitale N’Djamena - e forze governative, ma Deby ha mantenuto invariata la data delle consultazioni. Ce
ne parla Irene Panozzo, esperta di Africa
dell’associazione giornalistica “Lettera 22”, intervistata da Giada Aquilino:
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R. – Deby
sta cercando in ogni modo di rimanere al potere contro tutte le opinioni, sia
delle opposizioni sia della comunità internazionale. Ma non è detto che questo
suo tentativo possa avere buon esito, non tanto per quel che riguarda le
elezioni - perché Deby è l’unico vero candidato e
quindi potrà vincere facilmente - quanto per la situazione di instabilità del
Paese: una sua riconferma potrebbe non significare nulla e portare poi ad un
confronto molto serio, anche armato, nelle prossime settimane.
D. – Proprio questo voto, di fatto,
ha mostrato la spaccatura del Paese. In che condizioni vive il Ciad?
R. – E’ uno tra i Paesi più poveri al mondo, pur essendo un produttore
di petrolio. A peggiorare la situazione in questi anni è stato il grande
afflusso di rifugiati dal Darfur, da oltre il confine
con il Sudan. Dal punto di vista politico il Ciad è un Paese sicuramente
frammentato. Le opposizioni civili, cioè quelle non armate, si sono opposte con
ogni mezzo a queste elezioni, decidendo poi per il
boicottaggio vista la risposta negativa di Deby.
Ci sono inoltre gruppi militari armati che stanno lottando contro il regime di N'Djamena.
D. – A
proposito dei gruppi ribelli: ci sono continue accuse reciproche con il Sudan…
R. – E’ nella storia dei due Paesi
sostenere a vicenda gli avversari dell’uno e dell’altro governo. Lo stesso Deby è arrivato al potere nel ‘90, partendo dalle basi che
il governo sudanese gli aveva accordato in Darfur,
entrando nel Paese dal confine orientale e marciando su N’Djamena.
A peggiorare la situazione, ora, c’è la guerra in Darfur
e la presenza in Ciad di circa 200 mila profughi sudanesi: in questa
situazione, sicuramente c’è un continuo passaggio di milizie da una parte e
dall’altra. Quindi un accordo vero di pace per il Darfur,
rispettato anche sul terreno, potrebbe stabilizzare in parte pure il Ciad.
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IN
GERMANIA, VARATA LA LEGGE CHE STABILISCE UNA NUOVA TASSA, CON UN
INCREMENTO
DEL TRE PER CENTO, PER LE PERSONE CON I REDDITI PIU’ ALTI.
APPROVATO
ANCHE UN ASSEGNO STRAORDINARIO PER LA NASCITA DI UN FIGLIO
-
Intervista con Vincenzo Savignano -
In Germania, è stato dato il via libera,
ieri, alla legge che stabilisce una nuova tassa, con un incremento del tre per
cento, per i redditi più alti. E’ stato approvato anche un assegno
straordinario per la nascita di un figlio. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Prosegue senza soste, in Germania, il piano di riforme
promosso dal governo di grande coalizione: dal primo gennaio del 2007
entreranno in vigore due nuovi importanti provvedimenti che riguardano i
redditi più alti e le famiglie. E’ stata varata, infatti, una tassa su redditi
di oltre 250 mila euro per i single e
di oltre i 500 mila euro per le coppie. L’aliquota, che passerà in questi casi
dal 42 al 45 per cento, non si applicherà temporaneamente ai redditi
provenienti da attività produttive. L’esenzione dei redditi di impresa è stata
decisa in attesa che il governo approvi la riforma
complessiva della tassazione di tutti i redditi. Al momento, non è stato ancora
stimato il numero dei contribuenti che verseranno, il prossimo anno, la nuova
imposta. Si calcola, comunque, che le entrate supplementari saranno di circa
300 milioni di euro all’anno. Un’imposta applicata
anche alle entrate commerciali eleverebbe invece il surplus di entrate a circa
1,3 miliardi di euro annui. Un’altra importante intesa riguarda l’assegno
straordinario deciso per ogni madre o padre, in caso di congedo dal lavoro per
la nascita di un figlio. La legge prevede un finanziamento di 4 miliardi di
euro l’anno. Sarà corrisposto un assegno pari al 67 per cento dell’ultimo
salario, con un tetto massimo di 1800 euro mensili. La misura punta ad
aumentare il tasso di natalità in Germania, uno dei più bassi dell’Europa. Non
è stato ancora trovato, invece, un accordo sulla riforma del sistema sanitario:
sembra comunque certo che l’assistenza sanitaria comporterà un aggravio
finanziario per tutti i cittadini.
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Ma cosa comporta per la Germania,
l’adozione di un nuovo sistema tariffario e di una nuova politica per la
famiglia? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a Vincenzo Savignano,
collaboratore per Avvenire da Berlino.
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R. – Entrambi i provvedimenti
fanno parte di una serie di riforme previste da questo governo. Per quanto
riguarda il nuovo sistema tariffario, sarà imposta una tassa ulteriore del 3
per cento. Una misura tariffaria che, insieme con il previsto aumento di tre
punti dell’IVA dal 16 al 19 per cento nel 2007, dovrebbe portare nuova linfa
nelle casse dello Stato tedesco. La Germania sta
ripartendo. Alcuni dicono, addirittura, che presto la
Germania tornerà ad essere la locomotiva dell’Europa.
D. –Oltre all’attenzione verso le
famiglie, sono anche state sottolineate dal ministro federale Ursula von der Leyen,
le priorità per il sistema educativo tedesco…
R. – Diciamo che ha conquistato
l’attenzione dei quotidiani, dell’opinione pubblica tedesca una nuova
importante proposta, fatta nei giorni scorsi: la cosiddetta “Lega per
l’educazione”. Il ministro federale per la famiglia si è incontrata con il
cardinale di Berlino, Georg Maximilian
Sterzinski, e il vescovo donna della Chiesa
evangelica, Margot Kessmann,
per stabilire i nuovi fondamenti del sistema educativo federale che - ha detto
Ursula von der Leyen - si ispirano ai valori basilari della fede
cristiana. Il ministro ha aggiunto, tra l’altro, che la cultura tedesca è una
cultura principalmente di ispirazione cristiana. La conferma – ha detto sempre
la signora Leyen – viene dalla Costituzione tedesca,
fondata su ideali cristiani. Alcuni articoli - ha precisato - richiamano
chiaramente i Dieci Comandamenti. Sia La Layen che il
cardinale Sterzinski hanno anche chiarito le loro
intenzioni riguardo questa Lega per l’educazione. La Lega intende affermare il
fondamento dell’educazione tedesca per i bambini, per i giovani sui principi
della fede cristiana. Ma questo non vuol dire un’esclusione per le altre
religioni.
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3 maggio 2006
“IO SONO IL PANE DI VITA (GV 6,35). VIVERE DELL’EUCARISTIA”:
È IL
TITOLO DEL NUOVO PIANO PASTORALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA PER IL
QUINQUENNIO 2006-2010
MADRID. = La
debole trasmissione della fede alle giovani generazioni; il disorientamento che
colpisce un buon numero di sacerdoti, religiosi e laici; la diminuzione di
vocazioni al sacerdozio e agli istituti di vita consacrata; la povertà nella
vita liturgica e sacramentale di non poche comunità cristiane; la comparsa di
nuove forme di dissenso teologico ed ecclesiale; la scarsa presenza pubblica
dei cattolici: queste, tra le principali questioni al centro dal nuovo Piano
Pastorale della Conferenza episcopale spagnola (CEE) per il quinquennio
2006-2010. Il documento, sul tema “Io sono il pane di Vita (Gv 6,35). Vivere dell’Eucaristia”, è
diviso in tre parti, corrispondenti a tre dimensioni basilari della vita
cristiana: la confessione e la trasmissione della fede; la celebrazione
sacramentale di Gesù Cristo; il servizio della carità. I vescovi spagnoli,
che propongono come impegno per i prossimi anni quello di vivere l’Eucaristia
“con una maggiore interiorità”, si dicono convinti che “dall’Eucaristia
germogli la forza capace di trasformare il mondo e la cultura, perché Essa è
epifania di comunione, luogo di incontro del Popolo di Dio con Gesù Cristo,
morto e risuscitato, fonte di vita e di speranza”. Due grandi avvenimenti
segneranno l’inizio e la fine del quinquennio: il V Incontro Mondiale delle
Famiglie, a Valencia nel luglio prossimo, e un Congresso Eucaristico nel 2010,
a conclusione del primo decennio del millennio, che “rifletterà e potenzierà
verso il futuro le iniziative di questo periodo”. (R.M.)
PROTEZIONE DELLA VITA, RICONOSCIMENTO DELLA
FAMIGLIA
FONDATA
SUL MATRIMONIO, DIRITTO DEI GENITORI AD EDUCARE I FIGLI:
QUESTI,
I PRINCIPI FONDAMENTALI PER IL PROGRESSO UMANO RIAFFERMATI
DAI
VESCOVI DEL CILE AL
TERMINE DELLA LORO 91.MA ASSEMBLEA PLENARIA
SANTIAGO DEL CILE. = L’impegno per un autentico umanesimo integrale in Cile; la
situazione del mondo agricolo; la sfida delle popolazioni autoctone; la
costruzione di un Paese nella pace e nella giustizia: sono queste le tematiche
affrontate dalla Conferenza episcopale cilena nel messaggio pubblicato al
termine della sua 91.ma Assemblea plenaria. “Con Benedetto XVI – esordiscono i vescovi – riaffermiamo tre
principi che non si possono trascurare per un autentico progresso umano e
sociale: la protezione della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento
fino alla morte naturale; il riconoscimento e la promozione della struttura
naturale della famiglia fondata nell’unione matrimoniale tra un uomo ed una
donna; la protezione del diritto dei genitori ad educare i propri figli”.
“Questi principi – spiegano i presuli – sono iscritti nella natura umana e,
pertanto, sono comuni a tutta l’umanità”. Rispetto alla
situazione del mondo agricolo, l’episcopato cileno ritiene che, nonostante ci
siano stati cambiamenti che hanno portato grandi benefici, continuano tuttavia
ad esistere alcune situazioni che colpiscono gravemente il mondo rurale, come
“la realtà dei giovani che emigrano verso la città cercando migliori
prospettive; l’abbandono dei campi; la crescente disgregazione della famiglia,
che perde anche la sua capacità di educare e trasmettere la fede;
l’indebolimento dei piccoli produttori; l’indebitamento; l’eccessiva
concentrazione della proprietà della terra”. Secondo i vescovi, è
necessario “cercare uno sviluppo rurale sostenibile che permetta di crescere
con giustizia senza perdere le radici culturali e cristiane, che sono elementi
basilari dell’identità nazionale”. Dopo aver ribadito l’importanza delle
popolazioni indigene e la necessaria tutela che si deve accordare ai loro
diritti, i vescovi lanciano un appello affinché le iniziative di sicurezza
pubblica siano ampiamente dibattute. “Per quanto siano molto complesse le sfide
della storia – concludono i presuli – non supereranno mai il bene che siamo
chiamati a realizzare e meno che mai ad oscurare la bellezza della vita”.
(R.M.)
NEL
MONDO, OLTRE UN QUARTO DEI BAMBINI AL DI SOTTO DEI 5 ANNI È SOTTOPESO:
È
QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO SULLA NUTRIZIONE PUBBLICATO IERI DALL’UNICEF
- A cura di Roberta Moretti -
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GINEVRA. = Nel mondo, oltre un
quarto dei bambini di età inferiore ai cinque anni è sottopeso, per un totale
di 146 milioni di piccoli malnutriti o denutriti: è il drammatico dato che
emerge dal Rapporto sulla Nutrizione pubblicato ieri dall’UNICEF, in cui si
calcola che ogni anno circa 5,6 milioni di bambini muoiano a causa, diretta o
indiretta, della fame o della malnutrizione. Da notare, inoltre, che dal 1990
ad oggi, nei Paesi in via di sviluppo il numero di bambini sottopeso è
diminuito di meno del cinque per cento. Sono il Bangladesh
e il Nepal ad aggiudicarsi il triste primato della
malnutrizione infantile, con circa la metà dei bambini sottopeso. Seguono
l’India e l’Etiopia con il 47 per cento, lo Yemen con
il 46 e il Burundi e la Cambogia con il 45 per cento. In Asia meridionale, più
che all’insufficiente disponibilità di cibo, il fenomeno si deve alla scarsa
qualità degli alimenti, al basso rango sociale delle donne, ai
matrimoni precoci e alle cattive condizioni igienico-sanitarie.
La situazione africana è legata invece all’aumento della popolazione, al calo
della produzione agricola e all’Aids. Tuttavia, c’è da dire che diversi Paesi
dell’Africa centrale e occidentale hanno registrato un lieve miglioramento, dal
32 al 28 per cento, dovuto all’aumento dei tassi d’allattamento al seno. Stessa
tendenza positiva anche per America Latina e Carabi, con un tasso di bambini
sottopeso di appena il 7 per cento e una riduzione annuale, tra il 1990 e il
2004, del 3,8 per cento. Ma la vera rivelazione è la Cina:
con il boom economico ha visto diminuire la malnutrizione infantile di oltre la
metà, dal 19 all’8 per cento, abbattendo i tassi di mortalità da 49 morti ogni
mille nati a 31.
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APPELLO DI DIVERSE AGENZIE UMANITARIE
INTERNAZIONALI A PORTARE ASSISTENZA
A
MIGLIAIA DI PROFUGHI DELLO SRI LANKA, COSTRETTI A FUGGIRE
A CAUSA
DEI RECENTI SCONTRI NEL NORD DEL PAESE
TRA
L’ESERCITO E I RIBELLI TAMIL
TRINCOMALEE.
= Le recenti azioni militari dell’esercito dello Sri Lanka nel Nord e nell’Est dell’isola, contro le postazioni
dei ribelli Tamil, hanno creato migliaia di profughi
che necessitano di urgente assistenza, soprattutto nel distretto di Trincomalee: è l’appello lanciato da agenzie
internazionali, come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
(UNHCR) e il Jesuit Refugees Service (JRS), che
hanno espresso preoccupazione per le condizioni di tre mila famiglie. Si
calcola che, durante gli ultimi bombardamenti, circa 8 mila persone abbiano
abbandonato diversi villaggi del Nord del Paese. Precedentemente, oltre 11 mila
abitanti erano stati costretti alla fuga durante due diversi attacchi. Secondo
gli osservatori, gli ultimi episodi sembrano aver innescato un’escalation di violenza interetnica, con
diverse esplosioni di mine e abitazioni saccheggiate e date alle fiamme. Gli
sfollati hanno trovato alloggio temporaneo all’interno di scuole, chiese e
altri edifici pubblici. Alcune agenzie umanitarie, già impegnate nel territorio
in seguito allo tsunami
del 26 dicembre 2004, sono state costrette ad abbandonare temporaneamente la
zona a causa alle tensioni causate dalla multietnicità
nel distretto srilankese. Un team di valutazione
delle Nazioni Unite si trova attualmente nella regione. Intanto, cresce la
preoccupazione per le intimidazioni da parte delle
popolazione nei confronti dei profughi che hanno cercato rifugio nei
centri di accoglienza governativi. Paul Newman, direttore regionale del JRS per l’Asia del Sud, ha
chiesto al governo “una maggiore attenzione agli sfollati, soprattutto cercando
di riaprire le strade chiuse e garantendo l’operatività delle organizzazioni
non governative”. Newman ha anche ricordato le
speranze di pace cui il Paese dovrebbe aspirare: “Se la situazione continua ad
essere questa – ha sottolineato – anche le ultime speranze di pace svaniranno.
Non bisogna rassegnarsi alla guerra”. (V.C.)
ENTUSIASMO TRA I FEDELI E I GIOVANI DI TIMOR EST, PER L’INAUGURAZIONE
DELLA
NUOVA EMITTENTE CATTOLICA, “RADIO FINI LOROSAE”
BAUCAU. = La nuova emittente
radiofonica “Radio Fini Lorosae” diffonde il Vangelo
nella diocesi di Baucau, a Timor Est. La stazione
radio ha iniziato le trasmissioni da circa un mese e il bilancio dell’attività
è già lusinghiero: “Siamo grati al Signore per questo dono”, hanno detto i
fedeli del Paese, mostrando grande entusiasmo per la nuova struttura. La radio
si prefigge di essere un punto di unione della comunità cattolica locale e uno
strumento di riconciliazione e armonia sociale. “I mass media oggi sono
determinati per diffondere il messaggio di Gesù Cristo”, ha notato il vescovo
di Baucau, mons. Basílio do
Nascimento, intervenendo all’inaugurazione, alla presenza di numerosi
sacerdoti, religiosi e fedeli. La radio, realizzata in occasione del nono
anniversario della creazione della diocesi, si sosterrà con offerte e
contributi di donatori. Il focus delle trasmissioni è rivolto alla diffusione della
Parola di Dio, alla catechesi, ma anche all’informazione, all’istruzione, alla
salute e a tematiche relative alle donne. Nell’attività radiofonica si cercherà
soprattutto di coinvolgere i giovani: per questo la radio si avvia a diventare
un prezioso strumento di pastorale giovanile. (R.M.)
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3 maggio 2006
- A cura di
Eugenio Bonanata -
Sciagura aerea nel sud della
Russia, dove un aereo della compagnia di bandiera armena, diretto nella località
balneare di Soci, è precipitato nel Mar Nero. Nessuno dei 113 passeggeri a
bordo è sopravvissuto all’incidente, avvenuto stanotte a pochi chilometri
dall’aeroporto. Tra le vittime ci sarebbero almeno sei bambini e otto membri
dell’equipaggio. Secondo fonti governative, sia armene
che russe, sarebbe stato il maltempo a causare la sciagura. Si esclude, dunque,
la pista terroristica avanzata in un primo momento. Le autorità hanno aperto
un’inchiesta, mentre in mare proseguono le operazioni di recupero dei cadaveri.
Dopo quest’ultimo incidente emerge un dato preoccupante: i cieli
dell’area ex sovietica si confermano tra i meno sicuri al mondo, anche se le
cose stanno lentamente cambiando. Lo conferma, al microfono di Salvatore
Sabatino, il corrispondente ANSA da Mosca, Pierantonio Lacqua:
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R. – L’ex URSS è un grande spazio
in transizione con dei grossi problemi soprattutto per quanto riguarda la
sicurezza. Sui voli aerei abbiamo anche un miglioramento rispetto al passato.
All’inizio degli anni Novanta molti stranieri nemmeno osavano prendere aerei
russi soprattutto perché di produzione abbastanza scadente e quindi c’erano dei
grossi problemi di tenuta.
D. – Lo stato generale di
insicurezza è determinato anche dalla mancanza di una politica di aiuti da
parte dei vari Stati ex-sovietici?
R. – L’aereo caduto proveniva
dall’Armenia. L’Armenia è un Paese estremamente povero. Dopo la caduta
dell’URSS si poteva pensare che gli armeni avrebbero
conosciuto anche giorni migliori, come nel caso dei Paesi baltici. Invece sono
in una situazione di povertà quasi assoluta, riescono a sopravvivere grazie
alle rimesse dall’estero degli emigranti armeni, e questa situazione può anche
spiegare come mai il Paese lasci molto a desiderare in fatto di manutenzione.
D. – Qualche mese fa l’Unione
Europea ha stilato la lista dei vettori che non possono volare nei cieli del
vecchio continente per motivi di sicurezza. Cosa stanno facendo le compagnie di
volo russe o comunque ex sovietiche per mettersi in sicurezza, in qualche modo?
R. – Appena una settimana fa il
governo russo ha annunciato di voler creare una grande compagnia aerea attorno
all’Aeroflot. Il fatto che il governo russo voglia
creare una nuova compagnia forte e solida dovrebbe anche essere una premessa
per una sicurezza migliore.
D. – Il futuro non è poi così
incerto?
R. – Non è così incerto perché la
Russia, grazie ai prezzi stellari di gas e petrolio, sta conoscendo un boom che
ne sta migliorando anche tutte le infrastrutture.
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Riprenderà
oggi in sede ONU a New York il dibattito sul nucleare iraniano. Ieri a Parigi i
cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU più la Germania non hanno
trovato accordo su una risoluzione vincolante nei confronti dell’Iran. L’unica
dichiarazione comune è relativa all’atteggiamento di Teheran,
giudicato “non compatibile con le richieste della comunità internazionale”,
ma resta il ‘no’ di Russia e Cina su possibili sanzioni. Dal canto suo,
l’Iran minaccia di colpire Israele, in risposta ad un
eventuale attacco militare americano.
La
situazione iraniana ma anche la scelta del presidente boliviano Morales di nazionalizzare gli idrocarburi hanno scosso i
mercati finanziari. Ieri l’ennesimo record del petrolio. A Londra il brent ha toccato quota 74,97 dollari al barile mentre a New York il light crude ha chiuso
a 74,70 dollari.
In Iraq, nel giorno della prima
riunione operativa del Parlamento, è sempre grave il bilancio delle violenze.
Almeno 18 persone sono morte, stamani, per un attentato suicida contro un
centro di reclutamento a Falluja. Nelle ultime ore,
in diverse zone di Baghdad, la polizia ha recuperato, inoltre, i corpi di 34
civili torturati e uccisi. Sempre nella capitale 4 studenti sono stati fatti
scendere da un pulmino e assassinati a sangue freddo da ignoti che avevano
improvvisato un posto di blocco. In questo triste quadro, una buona notizia:
sono arrivati a casa a Berlino i due ingegneri tedeschi che, sequestrati
lo scorso mese di gennaio a nord di Baghdad, sono stati liberati ieri.
In Italia sono state convocate
lunedì 8 maggio Camera e Senato in seduta comune, con la partecipazione dei
delegati regionali, per eleggere il presidente della Repubblica. Ieri intanto Berlusconi, dopo essere salito al Quirinale
per formalizzare le dimissioni, ha riunito il vertice della Casa delle libertà,
dal quale è emersa la proposta di rieleggere Carlo Azeglio Ciampi.
L'Unione dice sì, ma rimette la decisione al diretto interessato. Che però
ancora non si pronuncia. Il servizio di Giampiero Guadagni:
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La prima mossa nella delicata
partita per il Quirinale l’ha dunque fatta la Casa
delle Libertà, che propone la rielezione di Carlo Azeglio Ciampi.
Un riconoscimento, quello del centrodestra, in linea con il rapporto intercorso
nella scorsa legislatura tra Palazzo Chigi e il
Colle. Berlusconi ha sempre apprezzato l'equilibrio
di Ciampi, anche nei momenti potenzialmente di
maggiore tensione. Certo è che in questo frangente, la Casa delle Libertà cerca
anche di trovare la migliore via d'uscita per evitare che al Colle salga un
esponente della sinistra. In queste ore circola con insistenza il nome del
presidente Ds D’Alema. Berlusconi continua però a ripetere: il 50% di italiani che
hanno scelto la Cdl non può rimanere senza
rappresentanza istituzionale. Ma cosa ne pensa il centrosinistra di un Ciampi bis? Naturalmente tutti i leader - Prodi in testa -
sottolineano come Ciampi sia un'ottima soluzione. Ma
spiegano anche che quello che conta è la volontà del diretto interessato, che
peraltro ha sempre mostrato riluttanza verso un secondo mandato. E oggi,
rispondendo ai suoi concittadini livornesi che gli chiedevano di rimanere, Ciampi si è limitato a rispondere: vedremo. Non sarà
comunque Ciampi a dare a Prodi l’incarico per formare
il nuovo governo, vista la convocazione anticipata all’8 maggio del Parlamento
in seduta comune per l’elezione del Capo dello Stato. Il professore prepara
intanto la squadra di Governo. Ci sono però alcuni ostacoli politici:
l’intenzione dei leader DS e Margherita, Fassino e Rutelli di non entrare nella compagine, come Prodi avrebbe
voluto per rafforzare l’Esecutivo. C’è inoltre la contesa tra la radicale Emma Bonino e il segretario UDEUR Mastella per il ministero della Difesa. Spunta infine la
prima possibile battaglia anche all’interno dell’Unione, dopo che il diessino Grillini ha annunciato
che ripresenterà subito in Parlamento il suo disegno di legge per il
riconoscimento dei Pacs.
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Sempre
in Italia, c’è attesa ad Ischia per i funerali delle quattro vittime della
frana avvenuta domenica scorsa sull’isola. Le esequie di Luigi Buono e delle
tre figlie Anna, Maria e Giulia, si terranno alle 16.30 nel palazzetto
dello sport di Ischia. Anche il Papa, dal santuario del Divino Amore,
all’indomani della sciagura aveva espresso profonda partecipazione alla
famiglia rimasta colpita. Ma qual è stata la reazione degli isolani
all’accaduto? Fabio Colagrande lo ha chiesto a mons.
Filippo Strofaldi, vescovo di Ischia, che oggi
officerà il rito funebre:
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R. – Quello che ho potuto vedere proprio con i miei occhi in queste ore
di tragedia è che Ischia ha veramente rivelato la sua dignità, la sua maturità
ed anche la sua compostezza, certamente nel chiedere garanzie forti per la
sicurezza, ma soprattutto questo darsi da fare da parte di tutti, sporcarsi
veramente le mani perché si affondava nel fango, e poi questa gratitudine per
tutti quelli che ci sono stati vicini. Questa è stata una cosa veramente
commovente: dal Santo Padre, che si è ricordato di noi, al presidente Ciampi, a tutti i fratelli vescovi. C’è stata una gara
proprio di prossimità, veramente ci siamo sentiti incoraggiati e nello stesso tempo spinti ad andare avanti con tutte le
nostre forze.
D. – Con quale stato d’anima si
prepara a celebrare le esequie di questo pomeriggio?
R. – Prima di tutto con un grande
atto di fede, un’apertura di speranza non solo personale ma da dare anche a
tutta la comunità in questo momento in cui la tragedia fa ripiegare su se
stessi. Anche Gesù Cristo nel Getsemani disse: la mia
anima è triste, la mia anima è turbata. Noi siamo turbati, però dobbiamo essere
testimoni di speranza. Crederci prima noi e poi aiutare anche i fratelli.
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Riprende lo sbarco di clandestini
nel sud dell’Italia. All’alba almeno 500 migranti, a
bordo di un peschereccio, sono approdati nel porto dell’isola di Lampedusa. Il
loro numero esatto potrà essere precisato solo dopo un accurato censimento,
tuttora in corso. Molti stranieri sono riusciti infatti
a dileguarsi prima dell’arrivo delle
forze dell’ordine che stanno perlustrando la zona. Intanto, dopo l’arrivo di
ieri di 171 migranti, è emergenza al centro di accoglienza dell’isola che non
riesce a contenere tutti.
Slitta ancora a giovedì notte, ad Abuja, in Nigeria, la scadenza per i colloqui di pace nella
regione sudanese del Darfur. Il governo di Khartoum
ha infatti precisato che i mediatori dell’Unione
Africana stanno preparando una nuova bozza di accordo, dopo che i gruppi
ribelli sudanesi hanno bocciato il precedente documento
L’Unione europea ha sospeso i
negoziati con la Serbia per non aver consegnato l’ex capo dell’esercito serbo
bosniaco, Ratko Mladic, al
Tribunale penale per l’ex Jugoslavia. La decisione è stata comunicata dal
commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn, dopo la scadenza del termine ultimo del 30 aprile
concesso a Belgrado per catturare Mladic.
Mohammad al-Ahdal,
accusato di essere il numero 2 di al Qaeda nello Yemen, è stato condannato a 37 mesi di prigione per aver
finanziato militanti nel Paese. L’uomo è stato accusato inoltre di aver formato
una banda armata e di essere coinvolto nella morte di 18 soldati yemeniti.
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