RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 122  - Testo della trasmissione di martedì 2 maggio 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI ieri pomeriggio al santuario romano del Divino Amore ha pregato per le sofferenze degli uomini affidandole a Maria. Il Santo Padre ha recitato il Rosario insieme a centinaia di fedeli poi, nel suo discorso al termine della preghiera, ha ricordato i caduti di Nassiriya e la sciagura di Ischia

 

Nel telegramma inviato per la morte del cardinale  Raul  Francisco Primatesta, il Papa ricorda l’abnegazione nell’azione pastorale dell’arcivescovo emerito di Cordoba, scomparso ieri

 

La debolezza della famiglia è il maggiore fattore di rischio per le giovani generazioni: studiosi di tutto il mondo, convocati in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, convergono su questa analisi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“Il loro sacrificio non sarà vano”: così, mons. Bagnasco, Ordinario militare d’Italia, alle esequie solenni dei tre caduti nell’attentato di Nassiriya, nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli

 

Il presidente boliviano nazionalizza le risorse energetiche del Paese e affida all’esercito il controllo di giacimenti: Intervista con  Roberto Da Rin

 

La poesia, veicolo di cultura e occasione privilegiata di riflessione: l’impegno dell’UNESCO per scoprire la ricchezza della riflessione e del silenzio: intervista con Mario Secchione

 

CHIESA E SOCIETA’:

Alla Pontificia Università Gregoriana, tavola rotonda sul tema: “Società dell’informazione, sviluppo e fraternità”

 

Oltre 5 mila persone ieri a Loppiano, in provincia di Firenze, per il 36.mo Meeting internazionale dei giovani, promosso dal movimento dei Focolari

 

Il sostegno della libertà di stampa e la riduzione della povertà. Su questa relazione è incentrata la Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra domani sotto l’egida dell’Unesco

 

Cresce il numero di bambini che dal Myanmar arrivano in Thailandia per ricevere un’istruzione nei campi profughi. Nel nord ovest della Thailandia, i rifugiati birmani sono più di 40 mila.

 

A Paola, in provincia di Cosenza, cerimonia dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba di San Francesco di Paola

 

24 ORE NEL MONDO:

Al via a Parigi la riunione dei 5 membri del Consiglio di Sicurezza Onu per discutere del  programma nucleare iraniano 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 maggio 2006

 

BENEDETTO XVI, IERI POMERIGGIO AL SANTUARIO ROMANO DEL DIVINO AMORE,

HA PREGATO PER LE SOFFERENZE DEGLI UOMINI AFFIDANDOLE A MARIA:

LA RECITA  DEL  ROSARIO CON CENTINAIA DI FEDELI E UN PENSIERO

AI CADUTI DI NASSIRIYA E ALLE VITTIME DELLA SCIAGURA DI ISCHIA

 

In visita al santuario romano del Divino Amore, ieri pomeriggio, Benedetto XVI  ha pregato Maria, Regina della Pace, perché il mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo. Nel primo giorno del mese dedicato alla Madonna, il Papa ha presieduto la recita del Rosario affidando poi alla materna intercessione della Vergine i militari che la settimana scorsa hanno perso la vita a Nassiriya e la famiglia di Ischia colpita dalla frana di domenica. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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A Maria Benedetto XVI ha affidato le necessità degli uomini, le speranze, le vicende liete e quelle dolorose. Per questo, nel suo discorso al termine della recita del Rosario, ha ricordato anche la sciagura della famiglia di Ischia e i militari rimasti uccisi in Iraq giovedì scorso. Il Pontefice ha voluto rinnovare l’esperienza di Giovanni Paolo II, che proprio 27 anni fa, visitò per la prima volta da Papa l’antico Santuario del Divino Amore la cui storia è legata ad un miracolo accaduto, nel 1740, ad un viandante diretto a San Pietro. Dopo la meditazione dei misteri gaudiosi, attraverso i quali - ha detto il Papa - è possibile contemplare la fede docile di Maria, che si fida senza riserve di Dio mettendosi totalmente nelle sue mani, Benedetto XVI ha spiegato cosa significa venerare la Vergine come Madonna del Divino Amore. Un titolo che consente di comprendere meglio il legame di Maria con lo Spirito Santo. L’Amore eterno del Padre e del Figlio l’ha anzitutto preservata dal peccato, l’ha accompagnata durante la sua vita. Maria è frutto e segno dell’amore che Dio ha per noi, ha detto Benedetto XVI, della sua tenerezza e misericordia:

 

“Per questo, insieme ai nostri fratelli nella fede di ogni tempo e di ogni luogo, ci rivolgiamo a Lei nelle nostre necessità e speranze, nelle vicende liete e dolorose della vita. Il mio pensiero va in questo momento, con profonda partecipazione, alla famiglia dell’isola di Ischia, colpita dalla sciagura avvenuta ieri”.

 

Ha chiesto preghiere ai fedeli il Papa; per i sofferenti, i bambini, per la Chiesa e per l’Italia, ma sottolineando la necessità della conversione. Come i romani promisero alla Madonna del Divino Amore di correggere la propria condotta morale, quando nel 1944 la pregarono di preservare l’Urbe dagli orrori della guerra, così Benedetto XVI ha esortato a conformarsi di più a Cristo:

 

“Anche oggi c’è bisogno di conversione a Dio, a Dio Amore, perché il mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo. Ce lo ricordano purtroppo le vittime, come i militari caduti giovedì scorso a Nassiriya, in Iraq, che affidiamo alla materna intercessione di Maria, Regina della pace”.

 

Infine l’invito già formulato nell’enciclica Deus caritas est:

 

“… viviamo l’amore e così facciamo entrare la luce di Dio nel mondo”.

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NEL  TELEGRAMMA INVIATO PER LA MORTE

 DEL CARDINALE  RAUL  FRANCISCO PRIMATESTA, IL PAPA RICORDA L’ABNEGAZIONE NELL’AZIONE PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO EMERITO DI CORDOBA,

SCOMPARSO OGGI

- A cura di Fausta Speranza -

 

Le preghiere del Papa nell’apprendere la notizia della scomparsa del cardinale  Raul  Francisco Primatesta sono espresse nel telegramma che Benedetto XVI ha inviato all’attuale arcivescovo di Cordoba. Il Papa ricorda l’arcivescovo emerito, morto oggi a Córdoba, in Argentina, all’età di 87 anni per problemi cardiovascolari, sottolineando la sua “abnegazione nell’azione pastorale”. Abnegazione che ha caratterizzato il suo lavoro episcopale nella sua nazione. Domani, nella cattedrale di Córdoba, si svolgeranno le esequie.

 

Il porporato era nato in Capilla del Senôr, arcidiocesi di La Plata, il 14 aprile 1919. Fu ordinato sacerdote il 25 ottobre 1942 nella chiesa del Gesù di Roma. Rientrato in Argentina, divenne  rettore del seminario minore di La Plata  e presidente della società argentina dei professori di sacra scrittura.

 

Fu nominato da Pio XII ausiliare dell'arcivescovo di La Plata e, quattro anni più tardi,  Giovanni XXIII lo designò primo vescovo della nuova diocesi di San Rafael. Giovanni XXIII lo chiamò a far parte della commissione preparatoria del Concilio Vaticano II, ai cui lavori partecipò attivamente.

 

Promosso il 16 febbraio 1965 arcivescovo di Córdoba - la più antica città dell’Argentina e la seconda per importanza - si è impegnato nell’applicazione delle direttive conciliari, favorendo il rinnovamento pastorale e l’unità della Chiesa al di sopra delle tendenze disgregatrici. Nella difficile situazione socio-politica argentina ha promosso un’efficace presenza della Chiesa in campo culturale e negli ambienti operai. È stato presidente della Conferenza episcopale argentina. Da Paolo VI è stato creato cardinale nel Concistoro del 5 marzo 1973, del titolo della Beata Maria Vergine Addolorata a Piazza Buenos Aires.

 

 

LA DEBOLEZZA DELLA FAMIGLIA E’ IL MAGGIORE FATTORE DI RISCHIO

PER LE GIOVANI GENERAZIONI: STUDIOSI DI TUTTO IL MONDO CONVOCATI

DALLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI

CONVERGONO SU QUESTA ANALISI

- Con noi Pierpaolo Donati -

 

“Gioventù che scompare?” Intorno a questo provocatorio quesito si sono interrogati per 5 giorni esperti di tutto il mondo e giovani osservatori, riuniti in Vaticano per l’Assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sociali.  Stamane, nella Sala stampa della Santa Sede, si è svolta la conferenza stampa in chiusura dei lavori. Il servizio di Roberta Gisotti:

        

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E’ stata Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia della Scienze sociali, docente di Diritto presso l’Università di Harvard, negli Stati Uniti, a tirare le conclusioni della Plenaria. Si apre – ha detto – “una nuova possibilità per il Magistero sociale della Chiesa”, di soffermarsi per la prima volta “in maniera così esplicita sulla situazione dei giovani”. L’idea di fondo di questa Assemblea, come indicato nel titolo della Plenaria, è stata di offrire “solidarietà” ai bambini e ragazzi di tutto il mondo “in un’epoca turbolenta”, dove la gioventù è stretta nella morsa di rivolgimenti sociali, di crisi economiche, di perdite di identità, e soprattutto – come sottolineato da Benedetto XVI nel suo messaggio all’Accademia – “da un’eclisse di amore e di speranza”.  

        

Dalle 30 relazioni presentate – ha osservato la Glendon – sono emerse approfondite considerazioni e dobbiamo ricordare che l’Accademia annovera tra i suoi membri anche personalità non cattoliche. Anzitutto sulle “ombre scure” dell’oppressione e dello sfruttamento che colpiscono i bambini, poi sull’inverno demografico, il cosiddetto fenomeno delle culle vuote, ancora sugli adulti incapaci di fare i genitori, sull’adolescenza  prolungata e sul “vuoto spirituale” che attanaglia i ragazzi. Tutti problemi – ha sottolineato la Glendon – “che non ammettono soluzione facili”, ma ha aggiunto che i giovani sono intrinsecamente pieni di speranze, tanto da portare con sé non solo problemi ma soluzioni, restando sempre la più grande risorsa posseduta da qualsiasi società.

 

Alla conferenza stampa hanno presenziato tra gli altri il prof. Keneth Arrow, premio Nobel per l’economia e il prof. Pierpaolo Donati, sociologo dell’Uni-versità di Bologna che ha organizzato la Plenaria, che non produrrà nell’imme-diato un documento finale, ma piuttosto offrirà materiale prezioso per un possibile pronunciamento della Santa Sede, che con ogni probabilità sarà frutto di più dicasteri pontifici. Ma quali convergenze sono emerse su un tema tanto allargato? Ascoltiamo il prof. Donati:

 

“In particolare, considerata la debolezza della famiglia come uno dei fattori, se non il principale fattore, di crisi dei rapporti tra le generazioni, mi sembra si sia d’accordo sul rafforzare il ruolo  dei genitori, ossia la necessità di precisare e rafforzare i diritti-doveri dei genitori nei confronti dei figli, essendo invece negli ultimi decenni la tendenza esattamente al contrario: cioè, quella di aumentare indefinitamente i diritti dei bambini verso le altre generazioni senza specificare meglio i diritti doveri dei genitori in particolare verso i figli. Questo significa cose molto concrete per esempio sulle carte internazionali dei diritti dei bambini, in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989. Quella Convenzione, che pure è stata un grande passo in avanti ed è stata anche sottoscritta dalla Santa Sede, può essere perfezionata, perché su alcuni punti o c’è silenzio o c’è incertezza, in particolare sui diritti-doveri dei genitori, sul diritto alla vita, in particolare la vita nascente, e sulla definizione del maggior interesse del bambino. Su questi punti ci sarà un accordo generale dell’Accademia per raccomandare delle proposte concrete in queste direzioni”.

 

Dalla Sala Giovanni Paolo II, Roberta Gisotti.

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RINUNCIA E NOMINA

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Abidjan (Costa D’Avorio), presentata dal cardinale Bernard Agré, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto il Papa ha nominato mons. Jean-Pierre Kutwa, finora arcivescovo di Gagnoa.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina – “Il mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo”: Benedetto XVI, pellegrino al santuario romano del Divino Amore per l’inizio del mese dedicato alla Vergine Maria, ricorda che anche oggi c’è bisogno di convertire i cuori a Dio.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alla biografia del compianto cardinale Raul Francisco Primatesta.

 

Servizio estero - Iraq: intesa preliminare tra sciiti e sunniti per l’attribuzione dei principali ministeri. Il presidente Talabani indica la possibilità di un accordo con sette gruppi di insorti per coinvolgerli nel processo politico.

 

Servizio culturale - Per la rubrica “Incontri”, il professor Franco Lanza intervistato da Marco Testi.

Per l’“Osservatore libri” un articolo di Mario Casella dal titolo “L’Azione Cattolica vorrebbe aiutare gli italiani ad amare Dio e ad amare gli uomini”: gli “Scritti ecclesiali” di Vittorio Bachelet. 

 

Servizio italiano - In primo piano l’articolo dal titolo “Il cuore dell’Italia piange oggi per le vittime dell’agguato di Nassiriya”: i funerali solenni a Roma, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.  

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 maggio 2006

 

“IL LORO SACRIFICIO NON SARA’ VANO”:

COSI’ MONS. BAGNASCO, ORDINARIO MILITARE D’ITALIA,

ALLE ESEQUIE SOLENNI DEI TRE CADUTI NELL’ATTENTATO DI NASSIRIYA,

STAMANI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI,

ALLA PRESENZA DELLE MASSIME CARICHE ISTITUZIONALI

 

Profonda commozione, stamani, nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli, dove centinaia di cittadini hanno partecipato ai funerali di Stato del maggiore dell’Esercito, Nicola Ciardelli e dei marescialli dei Carabinieri, Franco Lattanzio e Carlo Di Trizio, morti in un attentato, giovedì scorso a Nassiriya, assieme al caporale rumeno, Anku Bogdam. Nell’omelia, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, Ordinario militare italiano, ha sottolineato il contributo alla costruzione della pace offerto dai soldati italiani in missione di pace in Iraq. Prima della celebrazione è stato letto il telegramma che il Papa aveva indirizzato a mons. Bagnasco lo scorso 27 aprile. Assieme ai famigliari delle vittime, hanno preso parte alle esequie le massime autorità dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica, Ciampi. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(canti)

 

L’Italia, unita e commossa, ha reso l’ultimo omaggio ai suoi tre caduti a Nassiriya. Uomini morti nel “generoso adempimento della loro missione di pace” in Iraq, come ha sottolineato l’arcivescovo Bagnasco ricordando le parole di Benedetto XVI, contenute nel telegramma di cordoglio ai famigliari delle vittime.  “Il cuore dell’Italia è qui”, ha detto il presule all’inizio dell’omelia. Ha così messo l’accento sullo spirito che animava i tre militari, dediti “alla causa della sicurezza, dell’ordine, della giustizia e della pace”, fino all’estremo sacrificio della vita. Mons. Bagnasco si è soffermato sull’eroismo di questi giovani che “volevano semplicemente fare del bene”:

        

“I nostri caduti sono espressione di quel patrimonio di nobile generosità e di straordinario umanesimo che brilla in modo particolare nei nostri militari all’estero: che nutre un sacro rispetto per la vita umana; che bandisce la contrapposizione e la conflittualità esasperata; che ispira costanti e saggi atteggiamenti di dialogo, di intelligente comprensione della complessità; che suggerisce realistiche e pazienti soluzioni”.

        

Il loro sacrificio “non sarà vano”, ha detto ancora l’arcivescovo Bagnasco. Quindi, con il pensiero ai famigliari, agli amici e ai colleghi delle vittime ha sottolineato che “essi sono profondamente colpiti, ma non abbattuti”. Sentimenti ribaditi durante la preghiera dei fedeli:

 

“Per i nostri commilitoni caduti nell’esercizio della missione di pace in Iraq, perché in quest’ora di sofferenza e di dolore la luce del Risorto possa ridare a tutti la speranza nella vita eterna”.

 

Al termine della celebrazione, il momento toccante de Il Silenzio, intonato da due trombe:

 

         (musica)

 

Poi, l’abbraccio della gente che ha gremito piazza della Repubblica dinnanzi alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il passaggio dei tre feretri è stato salutato dallo sventolio di tricolori ed accolto da un lungo commosso applauso.

 

(musica e applausi)

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Il presidente boliviano nazionalizza le risorse energetiche del paese

E affida all’esercito il controllo dei giacimenti

 

In Bolivia, il presidente Evo Morales ha firmato ieri un decreto con il quale ha nazionalizzato in via definitiva il settore degli idrocarburi nell’intero Paese. La decisione è stata suggellata da una cerimonia avvenuta nelle installazioni del giacimento petrolifero di san Alberto, alla presenza di diversi ministri ed invitati. Ce ne parla Eugenio Bonanata:

 

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Il decreto stabilisce che tutte le società che operano nel settore     energetico sono “obbligate” ad affidare l’intera produzione alla compagnia petrolifera statale boliviana che provvederà alla commercializzazione e all’eventuale esportazione dell’oro nero. Il capo dello stato ha inoltre disposto che sarà l’esercito ad assumere il controllo di tutti i giacimenti petroliferi del Paese ed ha quindi invitato gli addetti ai lavori ad impedire che avvengano “eventuali sabotaggi”. Per il presidente è un diritto di tutti i popoli quello “di controllare le proprie risorse naturali”. In questo quadro non è escluso il ricorso alla forza per quanti si opporranno al progetto che investirà tutte le risorse energetiche del Paese. Il decreto stabilisce inoltre che le compagnie private hanno 180 giorni di tempo per sottoscrivere nuovi contratti, che restituiscano al Paese il controllo di maggioranza dell’intero processo produttivo. La decisione ha suscitato da subito l’apprensione spagnola, cui si è aggiunta a fine mattinata anche la preoccupazione della Commissione Europea. In una nota Bruxelles ha fatto sapere che avrebbe auspicato un processo di consultazioni prima di adottare simili misure che pur non compromettendo i rifornimenti per l’Europa, avranno certamente ripercussioni sui prezzi.

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Sulla decisione del presidente Morales di nazionalizzare gli idrocarburi del Paese, Roberto Piermarini ha raccolto il commento di Roberto Da Rin, esperto di questioni economiche dell’America Latina del quotidiano “Il Sole 24 ore”:

 

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R. – La scelta di Evo Morales è molto chiara. La Bolivia è un Paese ricco di gas e di altre risorse energetiche. L’idea è stata quella di invertire il rapporto fra esportazioni e utilizzo del gas per i boliviani. Fino ad ora gran parte delle risorse venivano destinate fuori ed anche il potenziamento di queste risorse veniva interpretato in quella direzione. Quindi, più sfruttamento delle risorse naturali da importare e minor utilizzo per gli abitanti e quindi per l’utilizzo da parte dei boliviani del gas stesso. La Bolivia è il Paese più povero dell’America Latina e gran parte dei cittadini non hanno accesso all’energia elettrica. Il programma di Evo Morales, quindi, prevedeva l’utilizzo delle risorse energetiche in Bolivia e poi quello che rimaneva, eventualmente, avrebbe potuto essere usato per fini commerciali. Quindi, questo è il primo passo di quel programma che era già stato annunciato: più risorse da utilizzare all’interno e meno all’export.

 

D. – Questa decisione giunge a due giorni dalla visita di Morales all’Avana, in cui ha incontrato Castro e Chavez

 

R. – Esattamente, e questo, quindi, fa riferimento ad una scelta di politica economica ed energetica interna, che però si inserisce in un contesto internazionale, che prevede un’alleanza più forte con Hugo Chavez, presidente del Venezuela, e Fidel Castro, leader maximo a Cuba. Una nuova alleanza commerciale che Chavez ha definito ALBA, Alternativa Bolivariana delle Americhe, in contrapposizione all’ALCA, Area di libero scambio delle Americhe, che prevedeva un rafforzamento dell’asse Nord-Sud, Stati Uniti-Sud America. E in quest’ultima i Paesi sudamericani, secondo Chavez, soprattutto, avevano avuto solo da perdere e poco da guadagnare. ALBA sarebbe nientemeno che un accordo di tipo commerciale che rafforza alcuni Paesi latino-americani ed esclude invece quell’area di libero scambio, dall’Alaska alla Terra del Fuoco, in cui si ripropone un rapporto viziato tra Nord America e Sud America, di sfruttamento delle risorse da parte del Nord America a scapito del Sud America. Questo è il disegno di questo nuovo progetto commerciale che si chiama ALBA.

 

D. – Quale potrà essere ora la reazione degli Stati Uniti?

 

R. – Gli Stati Uniti non sono d’accordo con questa scelta di politica energetica, ma al tempo stesso non potranno dire molto, perché le risorse appartengono alla Bolivia. Quindi, si tratta di una scelta interna. Certo, non sarà una scelta che fa piacere agli Stati Uniti, anche perché la Bolivia, fino a poco tempo fa, era un Paese dove qualsiasi scelta veniva effettuata solo con il consenso degli Stati Uniti. Ora, nel programma di Evo Morales, compariva già nelle prime righe l’idea di affrancarsi da una dipendenza eccessiva, di sviluppare in senso più autonomo le risorse energetiche, con un problema da risolvere, cioè quello della tecnologia e degli impianti, che solo società straniere potranno far pervenire alla Bolivia, perché nessun altro fino a questo momento ha le capacità e le risorse tecnologiche per sfruttare questi enormi giacimenti di gas che la Bolivia possiede.

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LA POESIA, VEICOLO DI CULTURA E OCCASIONE PRIVILEGIATA DI RIFLESSIONE:  L’IMPEGNO DELL’UNESCO PER SCOPRIRE LA RICCHEZZA

DELLA RIFLESSIONE E DEL SILENZIO

- Intervista con Mario Secchione -

 

“Primavera” fa rima con “poesia”: è l’UNESCO a suggerirlo, celebrando proprio alla fine della stagione invernale la Giornata Mondiale della Poesia. La ricorrenza è in vigore dal 1999 in tutti gli Stati membri e ha lo scopo di stimolare la promozione e la divulgazione di tale espressione artistica. Il servizio di Andrea Rustichelli:

 

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La principale declinazione italiana di questo appuntamento internazionale, ha preso spunto dagli spazi sterminati e dalla sabbia. “Voci del deserto è il titolo, scelto dalla Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, per una serata svoltasi alla Casa internazionale delle donne di Roma, una chermesse di letture che hanno toccato vari Paesi come Senegal, Mali, Algeria ed Afghanistan. Il tutto accompagnato da proiezione di immagini e da musiche ispirate al deserto in un’ampia panoramica multiculturale che ha aperto finestre sulla poesia africana, araba, berbera, asiatica e anche su  quella italiana. Ma tante altre iniziative si sono svolte lungo la penisola a testimoniare l’attenzione che l’arte della parola assoluta cattura presso pubblico ed organizzatori. Colpisce con il suo invito alla pacatezza della riflessione e del silenzio, lontano dai chiassosi spettacoli che irretiscono sempre più spesso i mezzi di comunicazione. Il Direttore generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura, nel suo messaggio inaugurale afferma: “La poesia è il modo migliore per attribuire un nome al mondo con le sue caratteristiche permanenti e le sue trasformazioni tale da incarnare lo spirito umano”. La rifflesione di Mario Secchione, responsabile poesia della Commissione italiana dell’UNESCO:

 

R. – L’intento è quello di dare voce alla maggior parte delle popolazioni provenienti dai Paesi desertici perché ricorre l’Anno internazionale per la lotta alla desertificazione. Quindi è stato uno spunto creativo: il deserto si offre come il luogo fisico suggestivo dal punto di vista poetico e al contempo il concetto di desertificazione offre anche in questo un senso di approfondimento delle problematiche, anche culturali, che poi è fondamentalmente negli ideali dell’UNESCO. Significa la promozione, la valorizzazione della diversità delle culture e al contempo un approfondimento tramite la poesia dell’identità culturale propria e altrui. E il deserto dal punto di vista africano è proprio quello di un ritorno alla terra di origine, un sentimento di mancanza e di solitudine ma un tema che in verità si ritrova anche nella poesia di altri Paesi, compreso la poesia italiana. Il deserto offre questa idea di lontananza, di abbandono alle vastità di una terra, apre al concetto di solitudine ma offre anche lo spunto per testi d’amore e di dialogo.

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CHIESA E SOCIETA’

2 maggio 2006

 

 

ALLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA, TAVOLA ROTONDA SUL TEMA:

“SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE, SVILUPPO E FRATERNITÀ”

 

ROMA. = Analizzare le tematiche emerse dal Vertice mondiale sulla società dell’informazione tenutosi a Tunisi nel novembre del 2005. E’ questa la finalità dell’Internet & information society forum, promosso dalla Pontificia Università gregoriana e dal Centro interdisciplinare per le comunicazioni sociali (CICS). L’incontro, che si tiene oggi alla Gregoriana, intende mettere in rilievo, in particolare, le principali indicazioni scaturite dal confronto tra governi, organismi internazionali, aziende del settore privato e della società civile su limiti e potenzialità dell’informazione. Durante il Forum, organizzazioni non governative del movimento dei focolari distribuiranno inoltre i documenti ufficiali, tradotti in italiano, del Vertice mondiale sulla Società dell’Informazione di Tunisi. In questi documenti si sottolinea, soprattutto, come la rivoluzione digitale incida profondamente sul funzionamento della società globalizzata. Per questo – si legge nel testo - il successo della società della conoscenza e dell’informazione poggia sulla promulgazione di adeguate politiche nazionali e internazionali in grado rendere accessibili e fruibili le nuove tecnologie. (A.L.)

 

 

OLTRE 5 MILA PERSONE IERI A LOPPIANO, IN PROVINCIA DI FIRENZE, PER IL 36.MO MEETING INTERNAZIONALE DEI GIOVANI, PROMOSSO DAL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

 

LOPPIANO. = “Il mondo è nelle vostre mani e sarà così come voi oggi lo costruite”. Lo ha detto Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, in un messaggio inviato ieri ad oltre 5.000 giovani arrivati a Loppiano, in provincia di Firenze, per il 36.mo meeting internazionale dei giovani. L’incontro, intitolato “Una città non basta”, ha visto la partecipazione di giovani provenienti da tutta Italia, da vari Paesi europei e anche da Colombia, Iraq, Burundi e Bielorussia. E’ stata analizzata, in particolare, la città come luogo di fraternità per sperimentare, oltre ogni divisione, nuovi spazi e stili di vita. Le “aree d’interesse” proposte per una rinnovata azione dei giovani nel segno del Vangelo, spaziano dall’economia di comunione al dialogo interreligioso e culturale, all’ecologia, allo sport, alla musica, all’architettura e alla comunicazione. (A.L.)

 

 

IL SOSTEGNO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA E LA RIDUZIONE DELLA POVERTÀ:

SU QUESTA RELAZIONE È INCENTRATA LA GIORNATA MONDIALE

DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, CHE SI CELEBRA DOMANI SOTTO L’EGIDA DELL’UNESCO

 

PARIGI. = “Media, sviluppo e sradicamento della povertà”. E’ il tema della Giornata mondiale della libertà di stampa per il 2006, che si celebra domani sotto l’egida dell’UNESCO. La Giornata intende mettere in rilievo, in particolare, la stretta correlazione tra la libertà di stampa e la lotta contro la miseria. Da studi condotti, negli ultimi anni, da organizzazioni non governative e da agenzie umanitarie, emerge infatti che liberi sistemi mediatici favoriscono uno sviluppo sostenibile. Le ricerche sottolineano, inoltre, che libertà e un adeguato accesso all’informazione assolvono un importante ruolo per la tutela dei diritti fondamentali della persona. In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, verrà conferito anche il Premio UNESCO intitolato alla memoria di Guillermo Cano, giornalista colombiano assassinato nel 1987 per aver denunciato le attività dei narcotrafficanti nel suo Paese. Il riconoscimento è stato assegnato, per il 2006, alla giornalista televisiva libanese May Chidiac, che l’anno scorso in seguito ad un attentato, ha subito l’amputazione di una mano e di una gamba. In vista della Giornata è stato anche diffuso, lo scorso 29 aprile, l’annuale rapporto “Freedom of the Press 2006”, che sottolinea una preoccupante situazione, per la libertà di stampa, in Asia e in Africa. Ponendo come indicatori l’ambiente in cui operano i media, con l’influenza politica e l’accesso all’informazione, il rapporto attribuisce i primi posti a Finlandia, Islanda, Danimarca, Norvegia e Svezia. In questa speciale classifica, gli Stati Uniti figurano al 22.mo posto e l’Italia all’80.mo posto, preceduta da Botswana e seguita dalla Repubblica Dominicana. Un altro dato, sempre legato alla libertà di stampa, riguarda i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione nel 2005: secondo il rapporto annuale di “Reporter senza frontiere” sono stati uccisi, l’anno scorso, 63 giornalisti. Si tratta del bilancio più pesante dal 1995, quando furono assassinati 64 reporter. (A.L.)

 

 

CRESCE IL NUMERO DI BAMBINI CHE DAL MYANMAR ARRIVANO IN THAILANDIA

PER RICEVERE UN’ISTRUZIONE NEI CAMPI PROFUGHI.

NEL NORD OVEST DELLA THAILANDIA, I RIFUGIATI BIRMANI SONO PIU’ DI 40 MILA

 

BANGKOK. = Almeno 40 mila persone hanno attraversato il confine del Myanmar per raggiungere un campo profughi situato nel nord ovest della Thailandia. Tra i profughi - rivela l’Agenzia “Asianews” - ci sono molti bambini che arrivano in Thailandia per ricevere un’istruzione: in Myanmar, infatti, hanno pochissime opportunità di studio. Le attività formative sono a cura di Organizzazioni non governative che propongono percorsi di studio gratuiti. L’offerta scolastica nel campo profughi, dove sono sorte più di 40 scuole, è migliore di quella del Myanmar, ma comunque ancora lontana da un livello ideale. Secondo Aki Nakahara, responsabile locale della ONG Shanti Volunteer Association con sede a Tokyo, le “strutture e i materiali sono inadeguati, e i bambini hanno un numero insufficiente di libri di testo”. Ma la mancanza di istruzione non è l’unica grave carenza che accompagna i bambini nel loro difficile viaggio verso la Thailandia. Nel superare il confine, i profughi violano la legge: il governo birmano vieta infatti l’uscita dal Paese e quello thailandese proibisce l’ingresso. (A.L.)

 

 

A PAOLA, IN PROVINCIA DI COSENZA, CERIMONIA DELL’OFFERTA DELL’OLIO

PER LA LAMPADA VOTIVA SULLA TOMBA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

 

PAOLA. = Nel corso di una solenne liturgia eucaristica presieduta da padre Giuseppe Morosini, superiore generale dell’Ordine dei minimi, è prevista oggi a Paola, in provincia di Cosenza, la cerimonia dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba di San Francesco di Paola. A donare l’olio è, quest’anno, il Comune di San Vincenzo La Costa, in rappresentanza dei comuni cosentini, alla presenza delle massime autorità politiche e religiose della regione. L’Ordine dei minimi, presente in otto Paesi, si appresta a festeggiare l’anno prossimo il quinto centenario della morte del fondatore, San Francesco di Paola (1416-1507), con una serie di iniziative spirituali e culturali volte a diffondere la figura e l’opera del “Santo della carità”, patrono della Calabria. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 maggio 2006

    

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Al via oggi a Parigi un nuovo incontro sulla crisi nucleare iraniana. I rappresentanti dei cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la Germania, si riuniranno infatti per definire la prossima mossa da adottare. In una telefonata al presidente russo Putin, il capo della Casa Bianca, Bush, ha già fatto intanto il punto sulla strategia per fermare la corsa all’atomica della Repubblica islamica. Da Teheran però ieri è partita una lettera di protesta al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, contro ''le minacce'' di attacco da parte degli Stati Uniti. In questo quadro l’Iran confida sulla posizione di Russia e Cina, contrarie ad interventi ‘forti’, affinché in sede ONU non si giunga ad un’intesa comune.

 

Il presidente uruguaiano Vazquez ha deciso di avviare un processo di abbandono del MERCOSUR, il mercato comune dei Paesi sud americani, di cui l’Uruguay è membro fondatore. Lo ha reso noto ieri sera il notiziario dell’emittente Canal 10 di Montevideo. Vazquez spiegherà la sua decisione nel corso di una conferenza stampa giovedì nella capitale uruguaiana. Tuttavia, l’emittente ha assicurato che il presidente ha intenzione di stringere rapporti più forti con gli Stati Uniti, gli organismi internazionali ed i Paesi europei, asiatici ed arabi.

 

In Israele, il premier incaricato, Olmert, presenterà il nuovo governo al parlamento giovedì. Intanto la stampa comunica alcuni nomi dei ministri che faranno parte del nuovo esecutivo israeliano. Tra questi spicca la designazione di Tzipi Livni come vice-premier e ministro degli Esteri, prima volta di una donna nella storia israeliana. Sul terreno due palestinesi sono rimasti uccisi in una forte esplosione nei pressi della città di Gaza.

 

In Iraq un soldato americano è stato ucciso lunedì sera da una bomba esplosa al passaggio della sua vettura. Lo ha reso noto oggi l’esercito statunitense specificando che l’attentato è avvenuto a nord di Baghdad. Con questo decesso sale a 2.406 il numero dei militari americani morti nel Paese arabo da marzo del 2003.

 

Un civile afghano è rimasto ucciso in un attentato suicida contro le truppe straniere alle porte di Kabul.

 

Ore nevralgiche ad Abuja, in Nigeria, dove si tenta in extremis di salvare i negoziati di pace per il Darfur, la martoriata regione sudanese in preda ad un sanguinoso conflitto civile. Domenica infatti sono state prorogate di 48 ore le trattative:

 

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Un appello ad accettare senza dilazioni l’intesa con Karthoum è stato lanciato ieri dal segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, alle due fazioni dei ribelli, che il 23 aprile scorso non hanno ratificato l’intesa proposta dai mediatori dell’Unione Africana. Annan, che segue la crisi sudanese con grande apprensione, ha raccomandato al Movimento di liberazione del Sudan e a quello per la giustizia e l’uguaglianza di raddoppiare gli sforzi per giungere ad un’intesa senza dilazioni, affinché si possa mettere fine alle sofferenze e alle distruzioni nel Darfur. Le parti, secondo Annan, devono cogliere questa occasione storica per pervenire alla pace e avviare la ricostruzione. Le due fazioni di ribelli contestano in particolare al piano dell’Unione, stabilito dopo due anni di negoziati ad Abuja, di non accordare loro una vice presidenza e lamentano la ridotta portata dell’autonomia del governo regionale. Va ricordato che lo stesso piano dell’Unione è stato invece  accettato dal governo sudanese, anche se – è bene rammentarlo – è tradizionalmente inaffidabile, a detta degli osservatori. 

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Il GSPC, il gruppo algerino salafita per la predicazione e il combattimento, ha lanciato un appello al capo di al Qaeda in Iraq, Al-Zarqawi, affinché inciti il popolo algerino per il “rovesciamento del regime apostata” di Algeri. La lettera è stata diffusa ieri da un sito web vicino ad al-Qaeda e rilanciata oggi dal quotidiano arabo internazionale ‘a-Sharq al-Awsat’. Il GSPC è oggetto di indagini in Italia in relazione a presunti contatti con affiliati residenti sul territorio nazionale.

 

Arrestato in Siria un leader comunista d’opposizione al suo rientro in patria dopo un viaggio all'estero. Lo ha riferito oggi un portavoce dell’Organizza-zione nazionale per i diritti umani nel Paese. L’arresto è stato definito “illegale” ma, secondo il portavoce, verrà motivato con la partecipazione del leader comunista a riunioni all'estero con attivisti dell’opposizione al governo di Damasco.

 

In Italia il premier uscente Berlusconi si è recato al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Ciampi. Sarà proprio il presidente Ciampi a decidere se affidare l’incarico per la formazione del nuovo governo al leader dell’Unione Prodi, oppure se attendere l’elezione del proprio successore. Dal canto suo, Prodi ha fatto sapere di essere pronto per entrambe le possibilità.

 

Sempre in Italia, un barcone con a bordo 171 clandestini, tra cui sette donne, è giunto stamane a Lampedusa. Il natante, avvistato a mezzo miglio di distanza dall’isola, è stato rimorchiato dalle motovedette della Guardia costiera. Gli immigrati, tutti in buone condizioni fisiche, sono stati condotti nel centro di accoglienza dell’isola.

 

Il nuovo primo Ministro del Nepal, Koirala, ha formato un governo composto da sette ministri, riservandosi di ampliarlo in un secondo momento. Rompendo la tradizione, i nuovi membri dell’esecutivo presteranno giuramento questa sera nell'ufficio del Primo Ministro, a Singha Durbar, e non a Palazzo Reale.  Nessuna data è stata ancora annunciata per l’elezione dell'assemblea costituente.

 

A Timor est sembra tornata la calma nelle strade della capitale Dili, dopo giorni di violenze da parte dei soldati radiati dall’esercito. Gli ex militari hanno dato alle fiamme decine di case, di auto e di autobus. I disordini sono scoppiati dopo l’espulsione, un mese fa, dall’esercito di quasi 600 soldati.

 

Centinaia di migliaia di ispanici sono scesi ieri in piazza in tutti gli Stati Uniti per protestare contro le nuove leggi sull’immigrazione, allo studio del Congresso, che vorrebbero criminalizzare gli ingressi illegali nel Paese. Per loro, dunque, 1° maggio senza lavoro e senza spese. Da New York, Paolo Mastrolilli:

 

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La giornata senza immigranti è proclamata per dimostrare che gli USA non possono fare a meno del loro contributo. Il primo maggio in America non è un giorno di festa e quindi il boicottaggio programmato dalle comunità ispaniche aveva lo scopo di bloccare le attività lavorative. Decine di manifestazioni sono avvenute in tutti gli Stati Uniti: da New York alla Florida, dal Connecticut al South Dakota. A Chicago, secondo la polizia, circa 400 mila persone sono scese in piazza. A Los Angeles, invece, si sono svolti due cortei di protesta cui hanno partecipato oltre 250 mila persone. Le aziende del settore agro-alimentare sono state quelle più colpite dal boicottaggio e molte di esse, come la Tayson Food, sono state costrette a chiudere alcuni stabilimenti. Il portavoce della Casa Bianca ha commentato: “Il presidente Bush non è un fan degli sciopero, ma continua a premere sul Congresso affinché approvi una riforma complessiva dell’immigra-zione”. Bush chiede ai suoi colleghi del partito repubblicano di ammorbidire le leggi proposte, creando un processo per integrare gli illegali che lavorano. Si calcola che negli Stati Uniti vivano circa 12 milioni di persone entrate senza permesso, metà delle quali dal Messico. La maggior parte ha impieghi umili che gli americani non vogliono più, ma che sono essenziali per muovere l’economia.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Il tribunale di Oslo ha emesso oggi tre condanne a pene detentive dai 4 agli 8 anni per il furto de "L'Urlo". Altre tre persone sono state assolte. Fra gli imputati, che si erano dichiarati innocenti, cinque erano accusati di aver preso parte alla rapina mentre il sesto di ricettazione. Due dei tre imputati sono stati inoltre condannati a pagare una somma pari a 97 milioni di euro a titolo di risarcimento. Il celebre dipinto del grande maestro espressionista norvegese non è stato  più ritrovato dopo il furto, avvenuto nell'agosto del 2004.

 

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