RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 122 - Testo della trasmissione di martedì 2 maggio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Al
via a Parigi la riunione dei 5 membri del Consiglio di Sicurezza Onu per discutere del programma nucleare iraniano
2 maggio 2006
BENEDETTO
XVI, IERI POMERIGGIO AL SANTUARIO ROMANO DEL DIVINO AMORE,
HA
PREGATO PER LE SOFFERENZE DEGLI UOMINI AFFIDANDOLE A MARIA:
LA
RECITA DEL ROSARIO CON CENTINAIA DI FEDELI E UN PENSIERO
AI
CADUTI DI NASSIRIYA E ALLE VITTIME DELLA SCIAGURA DI ISCHIA
In visita al santuario romano del
Divino Amore, ieri pomeriggio, Benedetto XVI ha pregato Maria, Regina della Pace,
perché il mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo. Nel primo giorno
del mese dedicato alla Madonna, il Papa ha presieduto la recita del Rosario
affidando poi alla materna intercessione della Vergine i militari che la
settimana scorsa hanno perso la vita a Nassiriya e la famiglia di Ischia
colpita dalla frana di domenica. Il servizio di Tiziana Campisi:
**********
A Maria Benedetto XVI ha affidato
le necessità degli uomini, le speranze, le vicende liete e quelle dolorose. Per
questo, nel suo discorso al termine della recita del Rosario, ha ricordato
anche la sciagura della famiglia di Ischia e i militari rimasti uccisi in Iraq
giovedì scorso. Il Pontefice ha voluto rinnovare l’esperienza di Giovanni Paolo
II, che proprio 27 anni fa, visitò per la prima volta da Papa l’antico
Santuario del Divino Amore la cui storia è legata ad un miracolo accaduto, nel
1740, ad un viandante diretto a San Pietro. Dopo la meditazione dei misteri
gaudiosi, attraverso i quali - ha detto il Papa - è possibile contemplare la
fede docile di Maria, che si fida senza riserve di Dio mettendosi totalmente
nelle sue mani, Benedetto XVI ha spiegato cosa significa venerare la Vergine
come Madonna del Divino Amore. Un titolo che consente di comprendere meglio il
legame di Maria con lo Spirito Santo. L’Amore eterno del Padre e del Figlio
l’ha anzitutto preservata dal peccato, l’ha accompagnata durante la sua vita.
Maria è frutto e segno dell’amore che Dio ha per noi, ha detto Benedetto XVI,
della sua tenerezza e misericordia:
“Per questo, insieme ai nostri fratelli nella fede di ogni tempo e di
ogni luogo, ci rivolgiamo a Lei nelle nostre necessità e speranze, nelle
vicende liete e dolorose della vita. Il mio pensiero va in questo momento, con
profonda partecipazione, alla famiglia dell’isola di Ischia, colpita dalla
sciagura avvenuta ieri”.
Ha chiesto preghiere ai fedeli il Papa; per i
sofferenti, i bambini, per la Chiesa e per l’Italia, ma sottolineando la
necessità della conversione. Come i romani promisero alla Madonna del Divino
Amore di correggere la propria condotta morale, quando nel 1944 la pregarono di
preservare l’Urbe dagli orrori della guerra, così Benedetto XVI ha esortato a
conformarsi di più a Cristo:
“Anche oggi c’è bisogno di conversione a Dio, a Dio Amore, perché il
mondo sia liberato dalle guerre e dal terrorismo. Ce lo
ricordano purtroppo le vittime, come i militari caduti giovedì scorso a
Nassiriya, in Iraq, che affidiamo alla materna intercessione di Maria, Regina
della pace”.
Infine l’invito già formulato nell’enciclica
Deus caritas est:
“… viviamo l’amore e così facciamo entrare la luce di Dio nel mondo”.
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NEL TELEGRAMMA INVIATO
PER LA MORTE
DEL CARDINALE RAUL
FRANCISCO PRIMATESTA, IL PAPA RICORDA L’ABNEGAZIONE NELL’AZIONE
PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO EMERITO DI CORDOBA,
SCOMPARSO
OGGI
- A
cura di Fausta Speranza -
Le preghiere del Papa
nell’apprendere la notizia della scomparsa del cardinale Raul
Francisco Primatesta sono espresse nel
telegramma che Benedetto XVI ha inviato all’attuale arcivescovo di Cordoba. Il
Papa ricorda l’arcivescovo
emerito, morto oggi a Córdoba, in Argentina,
all’età di 87 anni per problemi cardiovascolari, sottolineando la sua
“abnegazione nell’azione pastorale”. Abnegazione che ha caratterizzato il suo
lavoro episcopale nella sua nazione. Domani, nella cattedrale di Córdoba, si svolgeranno le esequie.
Il porporato era nato in Capilla del Senôr, arcidiocesi di La Plata, il 14 aprile 1919. Fu
ordinato sacerdote il 25 ottobre 1942 nella chiesa del Gesù di Roma. Rientrato
in Argentina, divenne rettore
del seminario minore di
Fu nominato da Pio XII ausiliare
dell'arcivescovo di La Plata
e, quattro anni più tardi, Giovanni
XXIII lo designò primo vescovo della nuova diocesi di San Rafael. Giovanni
XXIII lo chiamò a far parte della commissione preparatoria del Concilio
Vaticano II, ai cui lavori partecipò attivamente.
Promosso il 16 febbraio 1965
arcivescovo di Córdoba - la più antica città
dell’Argentina e la seconda per importanza - si è impegnato nell’applicazione delle
direttive conciliari, favorendo il rinnovamento pastorale e l’unità della
Chiesa al di sopra delle tendenze disgregatrici. Nella difficile situazione
socio-politica argentina ha promosso un’efficace presenza della Chiesa in campo
culturale e negli ambienti operai. È stato presidente della Conferenza
episcopale argentina. Da Paolo VI è
stato creato cardinale nel Concistoro del 5 marzo 1973, del titolo della Beata
Maria Vergine Addolorata a Piazza Buenos Aires.
LA DEBOLEZZA DELLA FAMIGLIA E’
IL MAGGIORE FATTORE DI RISCHIO
PER LE
GIOVANI GENERAZIONI: STUDIOSI DI TUTTO IL MONDO CONVOCATI
DALLA
PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI
CONVERGONO
SU QUESTA ANALISI
- Con
noi Pierpaolo Donati -
“Gioventù
che scompare?” Intorno a questo provocatorio quesito si sono interrogati per 5
giorni esperti di tutto il mondo e giovani osservatori, riuniti in Vaticano per
l’Assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Stamane, nella Sala
stampa della Santa Sede, si è svolta la conferenza stampa in chiusura dei
lavori. Il servizio di Roberta Gisotti:
*********
E’
stata Mary Ann Glendon,
presidente della Pontificia Accademia della Scienze sociali, docente di Diritto
presso l’Università di Harvard, negli Stati Uniti, a
tirare le conclusioni della Plenaria. Si apre – ha detto – “una nuova
possibilità per il Magistero sociale della Chiesa”, di soffermarsi per la prima
volta “in maniera così esplicita sulla situazione dei giovani”. L’idea di fondo
di questa Assemblea, come indicato nel titolo della Plenaria, è stata di
offrire “solidarietà” ai bambini e ragazzi di tutto il mondo “in un’epoca
turbolenta”, dove la gioventù è stretta nella morsa di rivolgimenti sociali, di
crisi economiche, di perdite di identità, e soprattutto – come sottolineato da
Benedetto XVI nel suo messaggio all’Accademia – “da un’eclisse di amore e di
speranza”.
Dalle
30 relazioni presentate – ha osservato
Alla
conferenza stampa hanno presenziato tra gli altri il prof. Keneth
Arrow, premio Nobel per l’economia e il prof.
Pierpaolo Donati, sociologo dell’Uni-versità di Bologna che ha organizzato
“In particolare, considerata la
debolezza della famiglia come uno dei fattori, se non il principale fattore, di
crisi dei rapporti tra le generazioni, mi sembra si sia d’accordo sul
rafforzare il ruolo dei
genitori, ossia la necessità di precisare e rafforzare i diritti-doveri dei
genitori nei confronti dei figli, essendo invece negli ultimi decenni la
tendenza esattamente al contrario: cioè, quella di aumentare indefinitamente i
diritti dei bambini verso le altre generazioni senza specificare meglio i
diritti doveri dei genitori in particolare verso i figli. Questo significa cose
molto concrete per esempio sulle carte internazionali dei diritti dei bambini,
in particolare la Convenzione delle Nazioni Unite del 1989. Quella Convenzione,
che pure è stata un grande passo in avanti ed è stata anche sottoscritta dalla
Santa Sede, può essere perfezionata, perché su alcuni punti o c’è silenzio o
c’è incertezza, in particolare sui diritti-doveri dei genitori, sul diritto
alla vita, in particolare la vita nascente, e sulla definizione del maggior
interesse del bambino. Su questi punti ci sarà un accordo generale
dell’Accademia per raccomandare delle proposte concrete in queste direzioni”.
Dalla
Sala Giovanni Paolo II, Roberta Gisotti.
**********
RINUNCIA
E NOMINA
Il Santo Padre ha accettato la
rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Abidjan (Costa D’Avorio),
presentata dal cardinale Bernard Agré,
in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto
Canonico. Al suo posto il Papa ha nominato mons. Jean-Pierre
Kutwa, finora arcivescovo di Gagnoa.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina – “Il mondo
sia liberato dalle guerre e dal terrorismo”: Benedetto XVI, pellegrino al
santuario romano del Divino Amore per l’inizio del mese dedicato alla Vergine
Maria, ricorda che anche oggi c’è bisogno di convertire i cuori a Dio.
Servizio vaticano -
Una pagina dedicata alla biografia del compianto cardinale Raul Francisco Primatesta.
Servizio estero - Iraq:
intesa preliminare tra sciiti e sunniti per l’attribuzione dei principali
ministeri. Il presidente Talabani indica la possibilità di un accordo con sette
gruppi di insorti per coinvolgerli nel processo politico.
Servizio culturale - Per
la rubrica “Incontri”, il professor Franco Lanza
intervistato da Marco Testi.
Per l’“Osservatore
libri” un articolo di Mario Casella dal titolo “L’Azione Cattolica vorrebbe
aiutare gli italiani ad amare Dio e ad amare gli uomini”: gli
“Scritti ecclesiali” di Vittorio Bachelet.
Servizio italiano - In
primo piano l’articolo dal titolo “Il cuore dell’Italia piange oggi per le
vittime dell’agguato di Nassiriya”: i funerali solenni a Roma, nella Basilica di
Santa Maria degli Angeli.
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2 maggio 2006
“IL
LORO SACRIFICIO NON SARA’ VANO”:
COSI’ MONS. BAGNASCO, ORDINARIO MILITARE D’ITALIA,
ALLE
ESEQUIE SOLENNI DEI TRE CADUTI NELL’ATTENTATO DI NASSIRIYA,
STAMANI
NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI,
ALLA
PRESENZA DELLE MASSIME CARICHE ISTITUZIONALI
Profonda
commozione, stamani, nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli, dove
centinaia di cittadini hanno partecipato ai funerali di Stato del maggiore
dell’Esercito, Nicola Ciardelli e dei marescialli dei
Carabinieri, Franco Lattanzio e Carlo Di Trizio, morti in un attentato, giovedì
scorso a Nassiriya, assieme al caporale rumeno, Anku Bogdam. Nell’omelia, l’arcivescovo Angelo Bagnasco, Ordinario militare italiano, ha sottolineato il
contributo alla costruzione della pace offerto dai soldati italiani in missione
di pace in Iraq. Prima della celebrazione è stato letto il telegramma che il
Papa aveva indirizzato a mons. Bagnasco lo scorso 27
aprile. Assieme ai famigliari delle vittime, hanno preso parte alle esequie le
massime autorità dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica,
Ciampi. Il servizio di Alessandro Gisotti:
**********
(canti)
L’Italia,
unita e commossa, ha reso l’ultimo omaggio ai suoi tre caduti a Nassiriya.
Uomini morti nel “generoso adempimento della loro missione di pace” in Iraq,
come ha sottolineato l’arcivescovo Bagnasco
ricordando le parole di Benedetto XVI, contenute nel telegramma di cordoglio ai
famigliari delle vittime. “Il cuore
dell’Italia è qui”, ha detto il presule all’inizio dell’omelia. Ha così messo
l’accento sullo spirito che animava i tre militari, dediti “alla causa della
sicurezza, dell’ordine, della giustizia e della pace”, fino all’estremo sacrificio
della vita. Mons. Bagnasco
si è soffermato sull’eroismo di questi giovani che “volevano semplicemente fare
del bene”:
“I nostri caduti sono espressione di quel patrimonio di
nobile generosità e di straordinario umanesimo che brilla in modo particolare
nei nostri militari all’estero: che nutre un sacro rispetto per la vita umana;
che bandisce la contrapposizione e la conflittualità esasperata; che ispira
costanti e saggi atteggiamenti di dialogo, di intelligente comprensione della
complessità; che suggerisce realistiche e pazienti soluzioni”.
Il loro
sacrificio “non sarà vano”, ha detto ancora l’arcivescovo Bagnasco.
Quindi, con il pensiero ai famigliari, agli amici e ai colleghi delle vittime
ha sottolineato che “essi sono profondamente colpiti, ma non abbattuti”.
Sentimenti ribaditi durante la preghiera dei fedeli:
“Per i
nostri commilitoni caduti nell’esercizio della missione di pace in Iraq, perché
in quest’ora di sofferenza e di dolore la luce del Risorto possa ridare a tutti la speranza nella vita eterna”.
Al
termine della celebrazione, il momento toccante de Il Silenzio, intonato
da due trombe:
(musica)
Poi,
l’abbraccio della gente che ha gremito piazza della Repubblica dinnanzi alla
Basilica di Santa Maria degli Angeli. Il passaggio dei tre feretri è stato
salutato dallo sventolio di tricolori ed accolto da un lungo commosso applauso.
(musica e applausi)
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Il presidente boliviano nazionalizza le risorse
energetiche del paese
E affida all’esercito il controllo dei giacimenti
In Bolivia, il presidente Evo Morales ha firmato ieri un decreto con il quale ha
nazionalizzato in via definitiva il settore degli idrocarburi nell’intero
Paese. La decisione è stata suggellata da una cerimonia avvenuta nelle
installazioni del giacimento petrolifero di san Alberto, alla presenza di
diversi ministri ed invitati. Ce ne parla Eugenio Bonanata:
**********
Il decreto stabilisce che tutte le
società che operano nel settore energetico sono “obbligate” ad
affidare l’intera produzione alla compagnia petrolifera statale boliviana che
provvederà alla commercializzazione e all’eventuale esportazione dell’oro nero.
Il capo dello stato ha inoltre disposto che sarà
l’esercito ad assumere il controllo di tutti i giacimenti petroliferi del Paese
ed ha quindi invitato gli addetti ai lavori ad impedire che avvengano
“eventuali sabotaggi”. Per il presidente è un diritto di tutti i popoli quello
“di controllare le proprie risorse naturali”. In questo quadro non è escluso il
ricorso alla forza per quanti si opporranno al progetto che investirà tutte le
risorse energetiche del Paese. Il decreto stabilisce inoltre che le compagnie
private hanno 180 giorni di tempo per sottoscrivere nuovi contratti, che
restituiscano al Paese il controllo di maggioranza dell’intero processo
produttivo. La decisione ha suscitato da subito l’apprensione spagnola, cui si
è aggiunta a fine mattinata anche la preoccupazione
della Commissione Europea. In una nota Bruxelles ha fatto sapere che avrebbe
auspicato un processo di consultazioni prima di adottare simili misure che pur
non compromettendo i rifornimenti per l’Europa, avranno certamente
ripercussioni sui prezzi.
**********
Sulla decisione del presidente Morales di nazionalizzare gli idrocarburi del Paese,
Roberto Piermarini ha raccolto il commento di Roberto
Da Rin, esperto di questioni economiche dell’America
Latina del quotidiano “Il Sole 24 ore”:
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R. – La
scelta di Evo Morales è molto chiara. La Bolivia è un
Paese ricco di gas e di altre risorse energetiche. L’idea è stata quella di
invertire il rapporto fra esportazioni e utilizzo del gas per i boliviani. Fino
ad ora gran parte delle risorse venivano destinate
fuori ed anche il potenziamento di queste risorse veniva interpretato in quella
direzione. Quindi, più sfruttamento delle risorse naturali da importare e minor
utilizzo per gli abitanti e quindi per l’utilizzo da parte dei boliviani del
gas stesso. La Bolivia è il Paese più povero dell’America Latina e gran parte
dei cittadini non hanno accesso all’energia elettrica. Il programma di Evo Morales, quindi, prevedeva l’utilizzo delle risorse
energetiche in Bolivia e poi quello che rimaneva, eventualmente, avrebbe potuto essere usato per fini commerciali. Quindi,
questo è il primo passo di quel programma che era già stato
annunciato: più risorse da utilizzare all’interno e meno all’export.
D. – Questa decisione giunge a due
giorni dalla visita di Morales all’Avana, in cui ha
incontrato Castro e Chavez…
R. –
Esattamente, e questo, quindi, fa riferimento ad una scelta di politica
economica ed energetica interna, che però si inserisce in un contesto
internazionale, che prevede un’alleanza più forte con Hugo
Chavez, presidente del Venezuela, e Fidel Castro, leader maximo a Cuba. Una nuova alleanza
commerciale che Chavez ha definito ALBA, Alternativa Bolivariana delle Americhe, in contrapposizione all’ALCA,
Area di libero scambio delle Americhe, che prevedeva un rafforzamento dell’asse
Nord-Sud, Stati Uniti-Sud America. E in quest’ultima i Paesi sudamericani,
secondo Chavez, soprattutto, avevano avuto solo da
perdere e poco da guadagnare. ALBA sarebbe nientemeno che un accordo di tipo
commerciale che rafforza alcuni Paesi latino-americani ed esclude invece quell’area di libero scambio, dall’Alaska alla Terra del
Fuoco, in cui si ripropone un rapporto viziato tra Nord America e Sud America,
di sfruttamento delle risorse da parte del Nord America a scapito del Sud
America. Questo è il disegno di questo nuovo progetto commerciale che si chiama
ALBA.
D. – Quale potrà essere ora la
reazione degli Stati Uniti?
R. – Gli Stati Uniti non sono
d’accordo con questa scelta di politica energetica, ma al tempo stesso non
potranno dire molto, perché le risorse appartengono alla Bolivia. Quindi, si
tratta di una scelta interna. Certo, non sarà una scelta che fa piacere agli
Stati Uniti, anche perché la Bolivia, fino a poco tempo fa, era un Paese dove
qualsiasi scelta veniva effettuata solo con il
consenso degli Stati Uniti. Ora, nel programma di Evo Morales,
compariva già nelle prime righe l’idea di affrancarsi da una dipendenza
eccessiva, di sviluppare in senso più autonomo le risorse energetiche, con un
problema da risolvere, cioè quello della tecnologia e degli impianti, che solo
società straniere potranno far pervenire alla Bolivia,
perché nessun altro fino a questo momento ha le capacità e le risorse
tecnologiche per sfruttare questi enormi giacimenti di gas che la Bolivia
possiede.
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LA
POESIA, VEICOLO DI CULTURA E OCCASIONE PRIVILEGIATA DI RIFLESSIONE: L’IMPEGNO DELL’UNESCO
PER SCOPRIRE LA RICCHEZZA
DELLA
RIFLESSIONE E DEL SILENZIO
-
Intervista con Mario Secchione -
“Primavera”
fa rima con “poesia”: è l’UNESCO a suggerirlo, celebrando proprio alla fine
della stagione invernale la Giornata Mondiale della Poesia. La ricorrenza è in
vigore dal 1999 in tutti gli Stati membri e ha lo scopo di stimolare la
promozione e la divulgazione di tale espressione artistica. Il servizio di
Andrea Rustichelli:
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La principale declinazione
italiana di questo appuntamento internazionale, ha preso spunto dagli spazi
sterminati e dalla sabbia. “Voci del deserto è il titolo, scelto dalla
Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, per una serata svoltasi alla Casa
internazionale delle donne di Roma, una chermesse di
letture che hanno toccato vari Paesi come Senegal, Mali, Algeria ed
Afghanistan. Il tutto accompagnato da proiezione di immagini e da musiche
ispirate al deserto in un’ampia panoramica multiculturale
che ha aperto finestre sulla poesia africana, araba, berbera, asiatica e anche
su quella
italiana. Ma tante altre iniziative si sono svolte lungo la penisola a
testimoniare l’attenzione che l’arte della parola assoluta cattura presso
pubblico ed organizzatori. Colpisce con il suo invito alla pacatezza della
riflessione e del silenzio, lontano dai chiassosi spettacoli che irretiscono
sempre più spesso i mezzi di comunicazione. Il Direttore generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura, nel suo
messaggio inaugurale afferma: “La poesia è il modo migliore per attribuire un
nome al mondo con le sue caratteristiche permanenti e le sue trasformazioni
tale da incarnare lo spirito umano”. La rifflesione
di Mario Secchione, responsabile poesia della Commissione italiana dell’UNESCO:
R. – L’intento è quello di dare
voce alla maggior parte delle popolazioni provenienti dai Paesi desertici
perché ricorre l’Anno internazionale per la lotta alla desertificazione. Quindi
è stato uno spunto creativo: il deserto si offre come il luogo fisico
suggestivo dal punto di vista poetico e al contempo il concetto di
desertificazione offre anche in questo un senso di approfondimento delle
problematiche, anche culturali, che poi è fondamentalmente negli ideali
dell’UNESCO. Significa la promozione, la valorizzazione della diversità delle
culture e al contempo un approfondimento tramite la poesia dell’identità
culturale propria e altrui. E il deserto dal punto di vista africano è proprio
quello di un ritorno alla terra di origine, un sentimento di mancanza e di
solitudine ma un tema che in verità si ritrova anche nella poesia di altri
Paesi, compreso la poesia italiana. Il deserto offre questa idea di lontananza,
di abbandono alle vastità di una terra, apre al concetto di solitudine
ma offre anche lo spunto per testi d’amore e di dialogo.
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2 maggio 2006
ALLA
PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA, TAVOLA ROTONDA SUL TEMA:
“SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE, SVILUPPO E FRATERNITÀ”
ROMA.
= Analizzare le tematiche emerse dal Vertice mondiale sulla società
dell’informazione tenutosi a Tunisi nel novembre del 2005. E’ questa la
finalità dell’Internet & information society forum, promosso dalla Pontificia
Università gregoriana e dal Centro interdisciplinare per le comunicazioni
sociali (CICS). L’incontro, che si tiene oggi alla Gregoriana, intende mettere
in rilievo, in particolare, le principali indicazioni scaturite dal confronto
tra governi, organismi internazionali, aziende del settore privato e della
società civile su limiti e potenzialità dell’informazione. Durante il Forum,
organizzazioni non governative del movimento dei focolari distribuiranno
inoltre i documenti ufficiali, tradotti in italiano, del Vertice mondiale sulla
Società dell’Informazione di Tunisi. In questi documenti si sottolinea,
soprattutto, come la rivoluzione digitale incida profondamente sul
funzionamento della società globalizzata. Per questo
– si legge nel testo - il successo della società della conoscenza e
dell’informazione poggia sulla promulgazione di adeguate politiche nazionali e
internazionali in grado rendere accessibili e fruibili le nuove tecnologie. (A.L.)
OLTRE
5 MILA PERSONE IERI A LOPPIANO, IN PROVINCIA DI FIRENZE, PER IL 36.MO MEETING INTERNAZIONALE DEI GIOVANI, PROMOSSO DAL
MOVIMENTO DEI FOCOLARI
LOPPIANO. = “Il mondo è nelle
vostre mani e sarà così come voi oggi lo costruite”.
Lo ha detto Chiara Lubich, fondatrice del movimento
dei Focolari, in un messaggio inviato ieri ad oltre 5.000 giovani arrivati a Loppiano, in provincia di Firenze, per il 36.mo meeting internazionale dei giovani. L’incontro,
intitolato “Una città non basta”, ha visto la partecipazione di giovani
provenienti da tutta Italia, da vari Paesi europei e anche da Colombia, Iraq, Burundi e Bielorussia. E’ stata analizzata, in particolare,
la città come luogo di fraternità per sperimentare,
oltre ogni divisione, nuovi spazi e stili di vita. Le “aree d’interesse”
proposte per una rinnovata azione dei giovani nel segno del Vangelo, spaziano
dall’economia di comunione al dialogo interreligioso e culturale, all’ecologia,
allo sport, alla musica, all’architettura e alla comunicazione. (A.L.)
IL SOSTEGNO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA E LA RIDUZIONE DELLA POVERTÀ:
SU
QUESTA RELAZIONE È INCENTRATA LA GIORNATA MONDIALE
DELLA
LIBERTÀ DI STAMPA, CHE SI CELEBRA DOMANI SOTTO L’EGIDA DELL’UNESCO
PARIGI. = “Media, sviluppo e
sradicamento della povertà”. E’ il tema della Giornata mondiale della libertà
di stampa per il 2006, che si celebra domani sotto l’egida dell’UNESCO. La
Giornata intende mettere in rilievo, in particolare, la stretta correlazione
tra la libertà di stampa e la lotta contro la miseria. Da studi condotti, negli
ultimi anni, da organizzazioni non governative e da agenzie umanitarie, emerge infatti che liberi sistemi mediatici favoriscono uno
sviluppo sostenibile. Le ricerche sottolineano, inoltre, che libertà e un
adeguato accesso all’informazione assolvono un importante ruolo per la tutela
dei diritti fondamentali della persona. In occasione della Giornata mondiale
della libertà di stampa, verrà conferito anche il
Premio UNESCO intitolato alla memoria di Guillermo Cano, giornalista colombiano assassinato nel 1987 per aver
denunciato le attività dei narcotrafficanti nel suo
Paese. Il riconoscimento è stato assegnato, per il 2006, alla giornalista
televisiva libanese May Chidiac,
che l’anno scorso in seguito ad un attentato, ha subito l’amputazione di una
mano e di una gamba. In vista della Giornata è stato anche diffuso, lo scorso
29 aprile, l’annuale rapporto “Freedom of the Press
2006”, che sottolinea una preoccupante situazione, per la libertà di
stampa, in Asia e in Africa. Ponendo come indicatori l’ambiente in cui operano i media, con l’influenza politica e l’accesso
all’informazione, il rapporto attribuisce i primi posti a Finlandia, Islanda,
Danimarca, Norvegia e Svezia. In questa speciale classifica, gli Stati Uniti
figurano al 22.mo posto e l’Italia all’80.mo posto, preceduta da Botswana
e seguita dalla Repubblica Dominicana. Un altro dato, sempre legato alla
libertà di stampa, riguarda i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro
professione nel 2005: secondo il rapporto annuale di “Reporter senza frontiere”
sono stati uccisi, l’anno scorso, 63 giornalisti. Si tratta del bilancio più
pesante dal 1995, quando furono assassinati 64 reporter. (A.L.)
CRESCE
IL NUMERO DI BAMBINI CHE DAL MYANMAR ARRIVANO IN THAILANDIA
PER
RICEVERE UN’ISTRUZIONE NEI CAMPI PROFUGHI.
NEL
NORD OVEST DELLA THAILANDIA, I RIFUGIATI BIRMANI SONO PIU’
DI 40 MILA
BANGKOK. = Almeno 40 mila persone
hanno attraversato il confine del Myanmar per
raggiungere un campo profughi situato nel nord ovest della Thailandia.
Tra i profughi - rivela l’Agenzia “Asianews” - ci
sono molti bambini che arrivano in Thailandia per
ricevere un’istruzione: in Myanmar, infatti, hanno pochissime
opportunità di studio. Le attività formative sono a cura di Organizzazioni non
governative che propongono percorsi di studio gratuiti. L’offerta scolastica nel campo profughi, dove sono sorte più di 40
scuole, è migliore di quella del Myanmar, ma comunque
ancora lontana da un livello ideale. Secondo Aki Nakahara, responsabile locale della ONG Shanti
Volunteer Association
con sede a Tokyo, le “strutture e i materiali sono inadeguati, e i bambini
hanno un numero insufficiente di libri di testo”. Ma la mancanza di istruzione
non è l’unica grave carenza che accompagna i bambini nel loro difficile viaggio
verso
A PAOLA, IN PROVINCIA DI COSENZA, CERIMONIA
DELL’OFFERTA DELL’OLIO
PER LA LAMPADA VOTIVA SULLA TOMBA DI SAN FRANCESCO
DI PAOLA
PAOLA. =
Nel corso di una solenne liturgia eucaristica presieduta da padre Giuseppe Morosini,
superiore generale dell’Ordine dei minimi, è prevista oggi a Paola, in provincia di Cosenza, la cerimonia
dell’offerta dell’olio per la lampada votiva sulla tomba di San Francesco di
Paola. A donare l’olio è, quest’anno, il Comune di San Vincenzo
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2 maggio 2006
- A cura di Eugenio Bonanata -
Al via oggi a Parigi un nuovo
incontro sulla crisi nucleare iraniana. I rappresentanti dei cinque Paesi
membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la Germania,
si riuniranno infatti per definire la prossima mossa da adottare. In una
telefonata al presidente russo Putin, il capo della
Casa Bianca, Bush, ha già fatto intanto il punto
sulla strategia per fermare la corsa all’atomica della Repubblica islamica. Da Teheran però ieri è partita una lettera di protesta al
segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, contro ''le minacce'' di
attacco da parte degli Stati Uniti. In questo quadro l’Iran confida sulla
posizione di Russia e Cina, contrarie ad interventi
‘forti’, affinché in sede ONU non si giunga ad un’intesa comune.
Il presidente uruguaiano Vazquez ha deciso di avviare un processo di abbandono del
MERCOSUR, il mercato comune dei Paesi sud americani, di cui l’Uruguay è membro
fondatore. Lo ha reso noto ieri sera il notiziario
dell’emittente Canal 10 di Montevideo. Vazquez spiegherà la sua decisione nel corso di una
conferenza stampa giovedì nella capitale uruguaiana. Tuttavia, l’emittente ha
assicurato che il presidente ha intenzione di stringere rapporti più forti con
gli Stati Uniti, gli organismi internazionali ed i Paesi europei, asiatici ed
arabi.
In Israele, il premier incaricato,
Olmert, presenterà il nuovo governo al parlamento
giovedì. Intanto la stampa comunica alcuni nomi dei ministri che faranno parte
del nuovo esecutivo israeliano. Tra questi spicca la designazione di Tzipi Livni come vice-premier e
ministro degli Esteri, prima volta di una donna nella storia israeliana. Sul
terreno due palestinesi sono rimasti uccisi in una forte esplosione nei pressi
della città di Gaza.
In Iraq un soldato americano è
stato ucciso lunedì sera da una bomba esplosa al passaggio della sua vettura.
Lo ha reso noto oggi l’esercito statunitense specificando che l’attentato è
avvenuto a nord di Baghdad. Con questo decesso sale a 2.406 il numero dei
militari americani morti nel Paese arabo da marzo del 2003.
Un civile afghano
è rimasto ucciso in un attentato suicida contro le truppe straniere alle porte
di Kabul.
Ore nevralgiche ad Abuja, in Nigeria, dove si tenta in extremis di salvare i
negoziati di pace per il Darfur, la martoriata
regione sudanese in preda ad un sanguinoso conflitto civile. Domenica infatti sono state prorogate di 48 ore le trattative:
**********
Un appello ad accettare senza
dilazioni l’intesa con Karthoum è stato lanciato ieri
dal segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, alle due fazioni dei ribelli, che il 23 aprile
scorso non hanno ratificato l’intesa proposta dai mediatori dell’Unione
Africana. Annan, che segue la crisi sudanese con
grande apprensione, ha raccomandato al Movimento di liberazione del Sudan e a
quello per la giustizia e l’uguaglianza di raddoppiare gli sforzi per giungere
ad un’intesa senza dilazioni, affinché si possa
mettere fine alle sofferenze e alle distruzioni nel Darfur.
Le parti, secondo Annan, devono cogliere questa occasione
storica per pervenire alla pace e avviare la ricostruzione. Le due fazioni di
ribelli contestano in particolare al piano dell’Unione, stabilito dopo due anni
di negoziati ad Abuja, di non accordare loro una vice
presidenza e lamentano la ridotta portata dell’autonomia del governo regionale.
Va ricordato che lo stesso piano dell’Unione è stato invece accettato dal governo sudanese, anche
se – è bene rammentarlo – è tradizionalmente inaffidabile, a detta degli
osservatori.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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Il GSPC, il gruppo algerino salafita per la predicazione e il combattimento, ha
lanciato un appello al capo di al Qaeda
in Iraq, Al-Zarqawi, affinché inciti il popolo
algerino per il “rovesciamento del regime apostata” di Algeri. La lettera è
stata diffusa ieri da un sito web vicino ad al-Qaeda
e rilanciata oggi dal quotidiano arabo internazionale ‘a-Sharq
al-Awsat’. Il GSPC è oggetto di indagini in Italia in
relazione a presunti contatti con affiliati residenti sul territorio nazionale.
Arrestato in Siria un leader
comunista d’opposizione al suo rientro in patria dopo un viaggio all'estero. Lo
ha riferito oggi un portavoce dell’Organizza-zione nazionale per i diritti
umani nel Paese. L’arresto è stato definito “illegale” ma,
secondo il portavoce, verrà motivato con la partecipazione del leader comunista
a riunioni all'estero con attivisti dell’opposizione al governo di Damasco.
In Italia il premier uscente
Berlusconi si è recato al Quirinale per rassegnare le
dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica Ciampi. Sarà proprio il
presidente Ciampi a decidere se affidare l’incarico per la formazione del nuovo
governo al leader dell’Unione Prodi, oppure se
attendere l’elezione del proprio successore. Dal canto suo, Prodi ha fatto
sapere di essere pronto per entrambe le possibilità.
Sempre in Italia, un barcone con a bordo 171 clandestini, tra cui sette donne, è giunto stamane a Lampedusa. Il natante, avvistato a mezzo miglio
di distanza dall’isola, è stato rimorchiato dalle motovedette della Guardia
costiera. Gli immigrati, tutti in buone condizioni fisiche, sono stati condotti
nel centro di accoglienza dell’isola.
Il nuovo primo Ministro del Nepal,
Koirala, ha formato un governo composto da sette ministri, riservandosi di ampliarlo in un secondo
momento. Rompendo la tradizione, i nuovi membri dell’esecutivo presteranno
giuramento questa sera nell'ufficio del Primo Ministro, a Singha
Durbar, e non a Palazzo Reale. Nessuna data è stata ancora annunciata per
l’elezione dell'assemblea costituente.
A Timor est sembra tornata la calma
nelle strade della capitale Dili, dopo giorni di
violenze da parte dei soldati radiati dall’esercito. Gli ex militari hanno dato
alle fiamme decine di case, di auto e di autobus. I disordini sono scoppiati
dopo l’espulsione, un mese fa, dall’esercito di quasi 600 soldati.
Centinaia di migliaia di ispanici
sono scesi ieri in piazza in tutti gli Stati Uniti per protestare contro le
nuove leggi sull’immigrazione, allo studio del Congresso, che vorrebbero
criminalizzare gli ingressi illegali nel Paese. Per loro, dunque, 1° maggio
senza lavoro e senza spese. Da New York, Paolo Mastrolilli:
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La giornata senza immigranti è
proclamata per dimostrare che gli USA non possono fare a meno del loro
contributo. Il primo maggio in America non è un giorno di festa e quindi il
boicottaggio programmato dalle comunità ispaniche aveva lo scopo di bloccare le
attività lavorative. Decine di manifestazioni sono avvenute in tutti gli Stati
Uniti: da New York alla Florida, dal Connecticut al South
Dakota. A Chicago, secondo la polizia, circa 400 mila persone sono scese in
piazza. A Los Angeles, invece, si sono svolti due cortei di protesta cui hanno
partecipato oltre 250 mila persone. Le aziende del settore agro-alimentare sono
state quelle più colpite dal boicottaggio e molte di esse, come la Tayson Food, sono state costrette a chiudere alcuni
stabilimenti. Il portavoce della Casa Bianca ha commentato: “Il presidente Bush non è un fan degli sciopero,
ma continua a premere sul Congresso affinché approvi una riforma complessiva
dell’immigra-zione”. Bush chiede ai suoi colleghi del
partito repubblicano di ammorbidire le leggi proposte, creando un processo per
integrare gli illegali che lavorano. Si calcola che negli Stati Uniti vivano
circa 12 milioni di persone entrate senza permesso, metà delle quali dal
Messico. La maggior parte ha impieghi umili che gli americani non vogliono più,
ma che sono essenziali per muovere l’economia.
Da New York, per la Radio
Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Il tribunale di Oslo ha emesso
oggi tre condanne a pene detentive dai 4 agli 8 anni per il furto de
"L'Urlo". Altre tre persone sono state assolte. Fra gli imputati, che
si erano dichiarati innocenti, cinque erano accusati di aver preso parte alla
rapina mentre il sesto di ricettazione. Due dei tre imputati sono stati inoltre
condannati a pagare una somma pari a 97 milioni di euro a titolo di
risarcimento. Il celebre dipinto del grande maestro espressionista norvegese
non è stato più
ritrovato dopo il furto, avvenuto nell'agosto del 2004.
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