RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 187 - Testo
della trasmissione di giovedì 6 luglio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN
PRIMO PIANO:
CHIESA E
SOCIETA’:
Da
domani al 12 luglio si terrà a Loreto il IX Meeting
sulle migrazioni
La Corea
del Nord annuncia nuovi test missilistici e minaccia misure forti contro chi volesse contrastarla
L’ONU invierà una missione nei territori
palestinesi dove l’esercito israeliano prosegue i suoi raid
Ancora violenza in Iraq: 13 morti a Najaf per una bomba ad un tempio sciita
In macedonia l’opposizione di centro destra ha
vinto le elezioni legislative con una larga maggioranza: sconfitto il partito
social democratico al governo
6 luglio 2006
LA
COSTRUZIONE DELL’EUROPA SI BASI SULLA VERITA’ DELL’UOMO:
COSI’ BENEDETTO XVI AI VESCOVI DELLA CROAZIA,
RICEVUTI IN VISITA AD LIMINA.
IL
PAPA APPOGGIA L’INGRESSO DELLA CROAZIA NELL’UNIONE EUROPEA
E
CHIEDE AI PRESULI CROATI DI ESSERE SEMPRE OPERATORI DI PACE
La costruzione della casa comune europea sia basata sulla
“verità dell’uomo”: è l’esortazione di Benedetto XVI contenuta nel discorso ai
vescovi della Croazia ricevuti, stamani, al termine della visita ad limina. Il Papa ha espresso sostegno
all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea. Quindi, ha anche
incoraggiato i presuli croati, guidati dal cardinale Josip
Bozanić, ad essere operatori
di pace in una terra dove ancora si sentono gli effetti negativi del recente
conflitto. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Siate sempre
“operatori di pace tra i cittadini della vostra patria, incoraggiandoli sulla
strada della riconciliazione cristiana”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai
vescovi della Croazia. Paese, ha riconosciuto il Pontefice, che “purtroppo,
risente ancora delle conseguenze del recente conflitto”. Il perdono, ha
sottolineato, “libera innanzitutto colui che ha il coraggio di concederlo”. E
ciò è particolarmente importante in Croazia dove gli effetti negativi della
guerra, ha aggiunto, “si riscontrano non soltanto nell’economia, ma anche negli
animi degli abitanti, i quali a volte avvertono il peso di questa eredità”. Quindi,
ha guardato al futuro del popolo croato. La Croazia, ha detto il Papa, vive da
sempre nell’ambito della civiltà europea, “e a ragione perciò desidera vedersi
riconosciuta quale parte dell’Unione Europea”.
La nazione
croata, è stato l’auspicio di Benedetto XVI, entri nell’Unione Europea, “con
sentimenti di rispetto e di dialogo, con gli altri popoli europei recando il contributo
della propria cultura e delle proprie tradizioni, nella ricerca condivisa della
piena verità dell’uomo”. È, infatti, “essenziale”, è stata la sua riflessione,
“che l’edificazione della casa comune europea sia sempre basata sulla verità
dell’uomo”. Il Pontefice ha, così, indicato le fondamenta di questa verità: “l’affermazione del diritto di ciascuno alla vita dal concepimento
fino alla morte naturale”; il “riconoscimento della componente spirituale
dell’essere umano, nella quale si radica l’inalienabile sua dignità”; ancora,
il “rispetto delle scelte religiose di ciascuno, nelle quali si testimonia
l’insopprimibile apertura al trascendente”. Su questi valori, ha affermato, “è
possibile trovare il consenso anche di chi, pur non aderendo alla Chiesa
cattolica, accetta la voce della ragione, sensibile ai dettami della legge
naturale”.
In questa
prospettiva, ha riconosciuto, “vi state impegnando insieme con i vostri sacerdoti
ed i fedeli”. Il Papa ha anche assicurato “l’appoggio della Santa Sede, che sempre
ha guardato alla Croazia con apprezzamento ed affetto”. I legami tra la Sede
Apostolica e la vostra Nazione, “già saldi nel passato”, ha detto, “hanno
continuato a rafforzarsi, come dimostra anche la recente approvazione di
Accordi bilaterali”. Per questo, la Santa Sede, “anche in futuro, starà accanto
a voi e con premura seguirà e appoggerà gli sforzi del vostro popolo sulla
strada dell’autentico progresso”.
D’altro canto -
è stato il richiamo del Papa - occorre considerare che “gli itinerari anche
verso mete buone e desiderabili non sono esenti dalle insidie delle odierne
correnti culturali quali la secolarizzazione e il relativismo”. È pertanto
“necessario un annunzio instancabile dei valori evangelici, affinché i fedeli
possano evitare tali pericoli”. Per questo, seguendo “l’esempio e gli
insegnamenti di grandi figure delle vostre Chiese particolari”, come il beato Alojzije Stepinac, il Papa ha
invitato i presuli croati a non avere paura di “indicare loro ciò che il Vangelo
insegna, mettendoli in guardia da ciò che è contrario ad esso”.
Le vostre comunità, ha detto ancora, “siano stimolo per l’intera società nel
perseguimento del bene comune e nell’attenzione verso i più bisognosi”. Infine,
il Papa ha messo l’accento sull'importanza della presenza dei cattolici nella
vita pubblica e nei mezzi di comunicazione. “Dipende anche da loro – ha
avvertito – far sì che si possa sempre sentire una voce di verità sui problemi
del momento”.
Nel suo
indirizzo d’omaggio, il cardinale Josip Bozanić, presidente dell’episcopato croato, ha
ricordato come la Chiesa abbia accompagnato il popolo della Croazia “nel processo
di pace e nella ricerca di vie di riconciliazione e di perdono” sostenendolo
“nel rinnovamento spirituale”. Ha poi sottolineato che nel contesto attuale
dove è sempre più accentuata la secolarizzazione, i presuli sono impegnati “a
preparare un laicato capace di dare un contributo rilevante nella vita sociale
e politica”.
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UDIENZE
E NOMINE
Benedetto XVI
ha ricevuto questa mattina in udienza il cardinale Sergio Sebastiani,
presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.
Nello Sri Lanka, il Papa ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ratnapura,
presentata da mons. Ivan Tilak Jayasundera,
in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
In Svizzera, il Papa ha nominato vescovo di Sankt Gallen padre Markus Büchel, del clero della
medesima diocesi, finora decano del Capitolo Cattedrale di Sankt
Gallen.
In Australia, il Papa ha nominato ausiliare
dell’arcidiocesi di Adelaide padre gesuita Gregory O’Kelly, attualmente “Headmaster”
al St. Ignatius College di Athelstone, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ath Truim.
GLI
ASPETTI TEOLOGICI DELLA TRASMISSIONE DELLA FEDE
AL
CENTRO DELL’INTERVENTO, STAMANE, DEL PRESIDENTE DELLA
CONFERENZA
EPISCOPALE SPAGNOLA, MONS. RICARDO BLASQUEZ PEREZ
AL V
INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A VALENCIA
- Con
noi Alfredo e Patrizia Carrato -
Prosegue a Valencia, in Spagna, il Congresso teologico nell’ambito del
V Incontro Mondiale delle Famiglie e in attesa dell’arrivo del Papa sabato. Gli
aspetti teologici della trasmissione della fede sono stati al centro
dell’intervento, stamane, del presidente della
Conferenza episcopale spagnola, mons. Ricardo Blasquez
Perez. Ci riferisce da Valencia l’inviato
dell’Osservatore Romano, Gianluca Biccini:
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Nel corso della sezione, presieduta dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo, il vescovo di Bilbao
ha affermato che “come esistono un patrimonio ecologico e un patrimonio culturale
per
Da Valencia, per Radio Vaticana, Gianluca Biccini.
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E tra le famiglie dei movimenti ecclesiali che offrono
testimonianza di vita vissuta ci sono Alfredo e Patrizia Carrato,
di Salerno. Al microfono di Adriana Masotti raccontano la loro esperienza di
testimonianza di fede ai loro due figli:
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R. – Noi siamo del Rinnovamento nello Spirito e i nostri
figli vivono contestualmente a noi tutta quella che è l’esperienza del
Rinnovamento nello Spirito, l’esperienza dei nostri incontri dove trovano anche
momenti che sono adatti alla loro età. In famiglia, tutto viene
naturalmente svolto con la trasmissione di quei valori che sono i valori della
fede, con la partecipazione di tutta la famiglia al momento dell’Eucaristia
domenicale, chiaramente, anche il nostro pregare insieme, il nostro essere
dedicati anche agli altri, alle necessità …
D. – I vostri figli sono ancora piccoli
ma già forse – almeno quello di 12 anni – può avere un confronto con i
suoi amici e le famiglie dei suoi amici. Ecco, c’è stata un’occasione in cui
avete dovuto dare ragione della vostra fede di fronte a qualche contestazione o
a qualche domanda?
R. – Sì, a me personalmente, sì. Con il più grande,
ovviamente, dopo una mezza marachella, io l’ho sgridato e lui m’ha detto: “Ti
aspettavo, volevo sapere appunto come ti saresti comportato tu”. Questo per
dire che la trasmissione della fede ai figli è una trasmissione a 360 gradi che
riguarda, sì, la preghiera, il vivere l’Eucaristia domenicale
ma è soprattutto correlata al vivere il quotidiano, ad essere cristiani
tutti i giorni, nelle piccole cose, che per noi sono correlate al lavoro, per
loro alla vita di scuola e ai problemi che cominciano a sorgere in quanto
pre-adolescenti. Quindi, vivere certe problematiche, vivere con un occhio e con
un modus diverso dal resto dei compagni.
Anche se questo, tante volte, li mette un po’ in difficoltà.
D. – Quindi, non si tratta soltanto di insegnare e di
parlare, ma di vivere, di dare testimonianza …
R. – Certo. Fondamentale è vivere i sacramenti,
fondamentale è vivere l’Eucari-stia, ma fondamentale è
dare segno di quello che si vive, mettere in pratica l’insegnamento di Cristo,
l’amore verso gli altri, l’onestà verso gli altri …
D. – Ecco: l’incontro di Valencia vuole anche riscoprire,
proclamare la bellezza della vocazione matrimoniale. Voi come vivete questa
particolare chiamata?
R. – Il nostro vissuto di coppia è un vissuto che nasce in
un cammino di fede e prosegue quotidianamente. E cerchiamo di portare i nostri
figli su questa strada perché in fondo è poi la strada che ci ha donato la
felicità e la gioia dell’essere insieme. A volte anche i nostri figli,
soprattutto il grande, dice: “Mamma, io sono felice”, e questo per noi è un appagamento,
qualcosa veramente di grande!
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - L'udienza di Benedetto XVI ai
vescovi della Croazia. Nell'occasione il Papa ha sottolineato che è essenziale
che l'edificazione della casa comune europea sia sempre basata sulla verità
dell'uomo.
Servizio esteri - Per la rubrica
dell’“Atlante geopolitica” un articolo di Giuseppe M. Petrone
dal titolo “Terrorismo: un anno fa gli attacchi a Londra”.
Servizio culturale - Per la rubrica “Incontri” lo
scrittore Ferruccio Monterosso intervistato da Mario
Gabriele Giordano.
Servizio italiano - In evidenza l'articolo dal
titolo “Ancora un tributo di sangue sul lavoro”: una donna e una ragazza sono
morte nel rogo di una piccola fabbrica di materassi nel Salernitano.
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6 luglio 2006
ANCORA VIOLENZE IN AFGHANISTAN
DOVE, NELLE ULTIME ORE,
SONO MORTI UN SOLDATO DELLA COALIZIONE E DECINE DI RIBELLI.
AI NOSTRI MICROFONI, IL FONDATORE DI
EMERGENCY, GINO STRADA,
ILLUSTRA I NUOVI, DRAMMATICI PROBLEMI DEL PAESE
Si fa sempre più difficile la situazione in Afghanistan,
dove ogni giorno si contano nuove vittime: un soldato della coalizione è morto,
questa mattina, in seguito ad un’imboscata tesa dai taleban
al confine con il Pakistan. Ieri, 35 ribelli taleban
sono rimasti uccisi, inoltre, durante un raid contro una
roccaforte di ribelli nella provincia meridionale di Helmand. La tensione è alta anche a Kabul, dove Amedeo
Lomonaco ha raggiunto telefonicamente Gino Strada, fondatore di “Emergency”:
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R. – La città, in questo momento, è militarizzata, c’è
pochissimo traffico, e la situazione è molto tesa. E’ una guerra che è in una
fase di recrudescenza.
D. – Quali sono, secondo te, le cause di queste violenze?
R. – La mia impressione è che non sia soltanto un problema
di frange e di persone armate. Penso che ci sia una insofferenza
generale della popolazione verso questa occupazione militare che ormai va
avanti da cinque anni senza, tra l’altro, migliorare le condizioni di vita
della popolazione stessa.
D. – Come si vive, oggi, in Afghanistan?
R. – Il modo in cui la popolazione vive sta ad indicare
che ci sono problemi nuovi e drammatici in Afghanistan. La situazione, cioè, è
andata peggiorando. Kabul è diventata una città invivibile: ogni giorno,
muoiono tre bambini per incidenti stradali. La capitale afghana è una città
inquinata come poche e i prezzi sono aumentati dieci volte. In Afghanistan è
anche aumentata drammaticamente, in cinque anni, la criminalità comune e droghe
pesanti oggi circolano liberamente a Kabul. Sono anche comparse la
prostituzione e l’AIDS. Tutto questo è un disastro, per un Paese!
D. – Quali sono le urgenze per l’Afghanistan?
R. – Io credo che la prima urgenza sia quella di avere un
Paese libero, senza militari stranieri. Poi, credo che gli afghani debbano
trovare un accordo tra di loro e capire quali sono i
problemi più drammatici. Uno di questi è la sanità: ancora oggi, per 25 milioni
di persone ci sono sei letti di rianimazione, i sei letti dell’ospedale di Emergency a Kabul! E poi, ovviamente, c’è da considerare
tutto il resto: c’è la scuola, ci sono i servizi sociali, c’è un Paese da costruire
…
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UNA TAVOLA ROTONDA DEDICATA ALLA REALTA’ DELLE LOBBY:
E’ L’INIZIATIVA PROMOSSA DOMANI
ALL’UNIVERSITA’ TOR VERGATA DI ROMA,
PER FARE IL PUNTO SUL RUOLO DELLE LOBBY IN EUROPA,
IN RELAZIONE AI PROCESSI POLITICI E
ALL’ECONOMIA
- Intervista con Paolo Raffone e Luigi Bonanate -
Nel mondo globalizzato, come
nelle realtà locali, si parla spesso della presenza di “lobby”, un termine a
volte usato con accezioni diverse. Per capire cosa sono le “lobby” e in che
modo sono inserite nelle istituzioni democratiche, l’Università degli Studi di
Roma Tor Vergata ha organizzato per domani la tavola
rotonda intitolata “Lobbying è strumento democratico
e di crescita europea”. Tra i relatori, docenti di economia, funzionari di istituzioni
europee ma anche esperti americani del settore. Per saperne di più delle
diverse “lobby” in Europa, della relazione con i processi politici e dei
risvolti sull’economia, Fausta Speranza ha intervistato il dottor Paolo Raffone che ha pubblicato uno studio sulle lobby a Bruxelles:
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R. – Ci sono alcuni Paesi europei e anche extra-europei
molto preparati a gestire la nuova relazione con un’Europa multilivello,
in cui le lobby sono uno strumento
essenziale per interagire, e altri che sono in ritardo. Particolarmente i Paesi
anglosassoni conoscono molto bene il sistema delle lobby, perché anche nel loro sistema democratico nazionale lo
utilizzano, quindi in Europa fanno altrettanto bene. Altri Paesi stanno
recuperando velocemente, come
D. – Ma vogliamo spiegare che cosa intendiamo per lobby, anche ponendoci il problema che
qualche volta viene data un’accezione negativa a
questo termine …
R. – Lobby è un
concetto che esprime la capacità di riuscire ad influire su dei processi decisionali,
influire vuol dire ricevere l’attenzione giusta da parte delle persone o del
gruppo di persone che deve prendere decisioni. E’ un modo che, se corretto, è
trasparente, non implica assolutamente consorterie né favoritismi, anzi. E’ fortemente competitivo, è basato sulla capacità di saper far
passare messaggi al tempo giusto, al modo giusto, alla persona giusta. E’ un
modello nel quale non ci sono referenti ai quali attribuire poteri particolari:
in realtà, nessuno può decidere per gli altri, nel sistema europeo. Quindi, la
grande capacità è di federare attorno a sé e attorno al proprio interesse, di
cui si è portatori, l’interesse degli altri e con questo creare – potremmo dire
– delle maggioranze estese e dai confini variabili, che fanno sì che nel
processo decisionale prevalga una direzione piuttosto che un’altra. E’ qualcosa
di reale in tutte le società democratiche. Le democrazie moderne funzionano non
più attraverso la delega di carattere illuministico della rappresentanza, ma
funzionano attraverso la partecipazione dal basso verso l’alto e a più livelli.
La lobby non sostituisce un sistema
democratico, al contrario: vi partecipa, se il sistema democratico è
organizzato per farla partecipare. Laddove le lobby hanno un’accezione molto negativa, anche da studi di altri
eminenti centri di ricerca, si vede che c’è una correlazione con un ritardo
democratico, in pratica una democrazia un po’ stantia, in cui si usano canali
che non sono quelli della trasparenza partecipativa ma quelli della conoscenza
del potente all’interno di un sistema.
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Sui
possibili rischi del sistema lobby, Fausta Speranza ha
intervistato Luigi Bonanate,
docente di relazioni internazionali:
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R. – L’idea stessa di democrazia parlamentare,
rappresentativa, così come la conosciamo noi nella nostra storia, è fatta di
una serie di strati, per così dire. Tra il singolo cittadino e il governo, le
grandi istituzioni, naturalmente ci sono una serie di mediazioni continue. La
democrazia, tra le sue caratteristiche, ha proprio quella di essere la grande
macchina delle mediazioni, naturalmente mediazioni pubbliche, palesi, quindi,
giudicabili. E’ evidente che, invece, tutte le volte che questo meccanismo,
corretto, oggettivamente democratico, lascia sfuggire qualche particella di
riservatezza, di segretezza, di discussione non divulgabile, ecco che la lobby, - che per esempio
negli Stati Uniti è un meccanismo istituzionalizzato del funzionamento del
Congresso - come è stata importata in Europa e, in particolare, nel nostro
Paese, diventa invece uno strumento relativamente occulto, relativamente
parallelo rispetto ai canali ufficiali e
in quel momento si cominciano a correre dei rischi.
D. – In che modo il cittadino potrebbe essere tutelato da
questi rischi?
R. – Il principio è lo stesso di tutta la struttura della
logica democratica: la pubblicità. Pubblicità nel senso di atti pubblici, atti
pubblicizzabili, cioè nulla di segreto. La democrazia è pubblicità, dibattito,
discussione, trasparenza. Dove non c’è trasparenza vuol dire che incomincia ad
esserci qualcosa che non funziona.
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INAUGURATO IL NUOVO PADIGLIONE DI MEDICINA PEDIATRICA
DEL BAMBIN GESU’ DI
ROMA:
NUMEROSE STANZE, UN NUOVO CENTRO DI
RICERCA E UNA STRUTTURA
CHE PERMETTE ALLE MAMME DI RESTARE
SEMPRE ACCANTO AL PICCOLO MALATO
- Con noi Livia Turco e Francesco
Silvano -
“Un euro per un bambino”: grazie ai contributi raccolti
dall’iniziativa così intitolata e promossa quattro anni fa dall’Ospedale
Pediatrico Bambin Gesù di Roma in collaborazione con Lottomatica e Monopoli di Stato, oggi nella capitale, è
stato inaugurato il nuovo padiglione di Medicina Pediatrica dell’ospedale. La
struttura, intitolata a Giovanni Paolo II, lavorerà in rete con diversi Paesi
stranieri per cercare di offrire sempre maggiori opportunità e speranze di
guarigione a tanti piccoli malati. All’inaugurazione era presente anche il
ministro della Salute italiano, Livia Turco. Le sue parole nel servizio di
Marina Tomarro:
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“Sono qui per ringraziare dell’importante attività di
questo centro di eccellenza che fa del bene a tutta Italia ed anche fuori dall’Italia, oltre ad esprimere la gratitudine al
lavoro che qui tante persone svolgono. Ne traggo spunto per un impegno che
vuole caratterizzare il mio ministero: quello della tutela della salute della
donna, dei diritti del bambino e una grande attenzione alla pediatria, perchè
investire sui diritti dei bambini significa sostenere questo aspetto importante
della nostra medicina, della nostra sanità”.
Così il ministro Livia Turco ha espresso la propria
soddisfazione per l’inaugurazione del nuovo padiglione di medicina pediatrica
dell’Ospedale. La struttura pensata e costruita a misura di bambino è composta da 88 stanze con una disponibilità di 132 posti letto ed
ospita al suo interno anche un grande e
moderno centro di ricerca. Ascoltiamo Francesco Silvano, presidente
dell’Ospedale Bambin Gesù:
“Il livello di accoglienza che il nuovo padiglione
garantisce è quanto i genitori si attendono sempre, soprattutto chi deve
rimanere per molto tempo qui in ospedale e ha bisogno di condizioni di
vivibilità. Le camere che abbiamo realizzato nel nuovo padiglione prevedono la
possibilità per la madre di dormire accanto al bambino in poltrone letto
confortevoli. Si tratta di un elemento significativo di questa nostra volontà
di miglioramento dell’ospedale”.
Nessun dubbio sull’importanza della presenza costante dei
genitori per i piccoli malati:
“E’ fondamentale che il bambino possa contare su una
presenza affettiva forte: è un elemento di integrazione delle terapie”.
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6 luglio 2006
“IL FONDAMENTALISMO
INDU’ VUOLE FAR CRESCERE NELLA POPOLAZIONE LA PAURA
NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI E PER QUESTO LI ACCUSA DI PROSELITISMO”. COSI’ L’ARCIVESCOVO
METROPOLITA DI HYDERABAD, MONS. MARAMPUDI JOJI, DOPO
IL
SEQUESTRO
DI 4 SUORE, POI LIBERATE, NELLO STATO
INDIANO DELL’ANDRA PRADESH
HYDERABAD. = “Le opere compiute
sono opere che costruiscono la pace”. Con queste parole della beata madre
Teresa di Calcutta, suor Priscilla, Missionaria della Carità, ha commentato
all’Agenzia AsiaNews l’attacco subito, lo scorso 25
giugno, da quattro consorelle a Tirupati, nello Stato
indiano dell’Andra Pradesh. Le quattro religiose sono
state sequestrate da estremisti indù all’interno di un ospedale governativo
dopo essere state accusate di proselitismo. Le suore sono anche state arrestate
dalla polizia e successivamente rilasciate grazie all’inter-vento
dell’arcivescovo metropolita di Hyderabad, mons. Marampudi Joji. “Le suore – ha
spiegato il presule – non hanno denunciato nessuno per l’accaduto”. “Il fondamentalismo
indù – ha aggiunto l’arcivescovo - vuole far crescere nella popolazione la
paura nei confronti dei cristiani e per questo li accusa di proselitismo e di
operare nell’ombra per snaturare il Paese”. In realtà – ha concluso mons. Marampudi Joji - le elezioni non
sono lontane ed “i nazionalisti vogliono fare di tutto per screditare l’attuale
governo, guidato dai democratici”. (A.L.)
PRESENTATO
A GINEVRA IL RAPPORTO DELL’ONU SUGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO
PER
DIMEZZARE IL NUMERO DEGLI AFFAMATI ENTRO IL 2015. LONTANA LA META
SE ANCORA
OGGI 3 MILIARDI DI PERSONE VIVONO CON MENO DI 2 DOLLARI
AL GIORNO
ED OLTRE 1 MILIARDO NON HA ACQUA POTABILE.
IN
CALO TUTTAVIA
GINEVRA. = Circa 3 miliardi di persone sopravvivono con
meno di 2 dollari al giorno ed oltre 1 miliardo non
accede all'acqua potabile, eppure su scala mondiale la povertà sta progredendo.
Infatti ''nel 1990, oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone - pari al 28 per
cento della popolazione nei Paesi in via di sviluppo - viveva nella povertà estrema.
Adesso, la percentuale è scesa al 19 per cento”. E’ quanto ha annunciato a
Ginevra il vice segretario generale dell'ONU, Mark Malloch Brown, presentando il
Rapporto annuale sugli obiettivi del Millennio, otto traguardi, approvati nel
2000 da un Vertice delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2015. Benché
significativi i progressi nella lotta alla povertà non sono uniformi e sono principalmente dovuti ai successi registrati in Asia.
All'opposto, in America Latina i passi avanti sono lenti e nell’Africa subsahariana il tasso di povertà estrema è fermo al 44 per
cento. Si stima invece che altri obiettivi del Millennio quali la scolarizzazione
universale (il tasso mondiale ha raggiunto l'86 per cento) e l'accesso all'acqua
potabile sono a “portata di mano”. Resta però gravissimo il problema della fame
con ben 824 milioni di persone che non mangiano il minimo necessario. Le regioni
maggiormente colpite - Africa subsahariana e Asia del
sud - hanno registrato progressi, ma non abbastanza da far diminuire il numero
degli affamati. Il Rapporto sul Millennio è stato presentato in apertura dei
lavori annuali dell'Ecosoc, il Consiglio economico e sociale
dell'ONU, riunito a Ginevra fino al 28 luglio. L'Ecosoc,
composto da 54 Stati membri, è l'organo che coordina
le attività delle 14 Istituzioni specializzate
dell'ONU. (R.G.)
LO
SFRUTTAMENTO DEI MINERALI IN KATANGA, NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA
DEL
CONGO, ARRICCHISCE I POLITICI MA NON IL PAESE.
LO
SOSTIENE UN RAPPORTO DELL’ORGANIZZAZIONE BRITANNICA “GLOBAL WITNESS”
KINSHASA. = “In vista delle elezioni, politici e società
commerciali hanno lottato in tutti i modi per accaparrarsi i crescenti guadagni
del lucroso settore minerario, con poco o nessun rispetto del benessere della
popolazione congolese”. E’ quanto emerge da un rapporto
dell’organizzazione britannica ‘Global Witness’, presentato a poche settimane dalle attese
elezioni presidenziali e legislative nel Paese africano. Nel documento – riferisce
l’Agenzia missionaria MISNA - si denuncia che “la massiccia influenza di
compagnie straniere, arrivate in Katanga dal 2004, ha
offerto ai dirigenti politici un’ulteriore opportunità di arricchirsi”. Il
rapporto indica, poi, che il Katanga è colpito da
“corruzione, estorsioni ed esportazioni illecite nel settore minerario
informale”. Nella regione, il passaggio illegale del confine con lo Zambia
avviene sotto gli occhi di dirigenti governativi o responsabili della
sicurezza. Nel rapporto, intitolato “Scavando nella corruzione, frodi, abusi e
sfruttamento delle miniere di rame e cobalto in Katanga”,
si sostiene infine che “grandi quantità di minerali escono dal Paese senza
documenti, provocando una massiccia perdita per l’economia nazionale, ma un
cospicuo guadagno per un piccolo gruppo di soggetti potenti”. (A.L.)
PRESSO L’OSPEDALE SAN PIETRO A ROMA, QUESTA SERA
ALLE ORE 20,
SERATA
DI BENEFICENZA IN OCCASIONE DEL RIENTRO DELL’ULTIMA MISSIONE
“RIDARE
E
ALTRE MALATTIE DEGLI OCCHI.
DALL’ASSOCIAZIONE
FATEBENEFRATELLI PER I MALATI LONTANI (AFMAL)
ROMA. = Serata di beneficenza,
questa sera a Roma con inizio alle ore 20, presso l’Ospedale San Pietro, per
festeggiare il rientro dall’Africa dell’ultima missione dell’AFMAL, l’Associazione
con i Fatebenefratelli per i malati lontani. “Ridare
la luce”: questo il motto della spedizione che ha visto due equipe mediche –
composte da oculisti, infermieri e tecnici di vari
ospedali Fatebenefratelli e di Villa Tiberia insieme
ad Ufficiali medici del Corpo sanitario dell’Aeronautica militare – operare per 12 giorni, in Togo e in Ghana,
per combattere la cecità provocata da malattie degli occhi non curate e altre
patologie. Durante la missione, sono stati realizzati negli ospedali Fatebenefratelli situati nei due Paesi africani, 240 interventi
chirurgici; effettuate oltre 1600 visite oculistiche e distribuiti circa 100
paia di occhiali da vista. Per la prima volta dall’avvio del progetto “Ridare
la luce” - che ha organizzato altre sei missioni tra il 2003 ed il 2005 - agli
oculisti si sono affiancati altri medici quali cardiologi, dermatologi,
pediatri, psichiatri e anestesisti normalmente non disponibili in questa zone dell’Africa, che hanno svolto oltre 1800
interventi tra visite ed esami, estesi anche al Benin.
(R.G.)
DA
DOMANI AL 12 LUGLIO A LORETO IL 9° MEETING SULLE MIGRAZIONI
- A
cura di Giovanni Peduto -
LORETO. = Si svolgerà a Loreto dal 7 al 12 luglio di
questo mese il 9° Meeting sulle Migrazioni, dedicato quest’anno alla politica
delle migrazioni. Le precedenti otto edizioni si sono sempre inserite nel vivo
della tematica scottante dell’immigrazione in Italia e in Europa, non solo a
livello di cronaca. La riflessione parte dalla constatazione che ci troviamo di
fronte ad un fenomeno continuamente in espansione e dai connotati diversi e complessi,
mentre la presenza crescente di immigrati rende le nostre società di fatto
sempre più pluriculturali e plurireligiose.
La gestione (governance) del fenomeno migratorio rimane
estremamente difficile, anche perché non si riesce a superare le contraddizioni
legate alla diversa valenza economica e politica degli immigrati o alle scelte
di sviluppo solidale dei loro stessi Paesi di provenienza. C’è bisogno di una riflessione
in profondità sulle situazioni migratorie, senza ideologie precostituite, e nello
stesso tempo di “fantasia” e coraggio nel trovare soluzioni politiche possibili,
nella gestione delle conflittualità reali imposte dalla società pluriculturale. Questo è quanto si cercherà di affrontare
nella 9° edizione del Meeting, in campo sia locale che italiano ed europeo. Si
propone un laboratorio politico che tenti perlomeno di enucleare alcune
riflessioni aggiornate sulla situazione migratoria in Italia ed in Europa e cerchi
di individuare e proporre al dibattito comune alcune linee politiche per
l’immediato futuro.
CRESCE
L’ATTESA IN FRANCIA PER L’INIZIO, DOMANI, DEL FESTIVAL DI AVIGNONE, UNA DELLE PIU’ IMPORTANTI MANIFESTAZIONI
DELLE
ARTI DELLO SPETTACOLO NEL PAESE
AVIGNONE. = Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con
il festival di Avignone, giunto alla sessantesima edizione e considerato una
delle più importanti manifestazioni delle arti dello spettacolo in Francia. Da
oggi, fino al 27 luglio, la storica cittadina francese ridiventa il luogo dove
per un solo istante ''non esiste nulla di più importante del teatro”, scrive il
quotidiano Le Monde. La manifestazione, fondata nel 1947 da Jean
Vilar, presenta una selezione di creazioni e commemorazioni,
in cui il teatro torna a fare da anfitrione. Dopo la parentesi della discussa
edizione del 2005, quando alcune proposte radicali avevano dato vita ad accese
polemiche, questa edizione propone opere che tendono ad alimentare un rapporto
nei confronti del teatro meno polemico, meno controverso. Anche per questa rassegna, come per le tre
precedenti, i due direttori artistici, Hortense Archambault e Vincent Baudriller, hanno deciso di lavorare con un artista associato.
Quest’anno, si tratta del coreografo franco-serbo Josef
Nadj, che aprirà la serie di spettacoli alla corte
d’onore del palazzo dei Papi con sue opere. Il festival propone anche diverse
mostre fotografiche e concerti jazz, mescolando musica ed arti visive. (F.S.)
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6 luglio 2006
- A cura di
Eugenio Bonanata -
Peggiora la crisi
innescata dai test missilistici della Corea del Nord.
Dopo la riunione a New York del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Pyongyang ha ufficialmente dato soltanto oggi l'annuncio
della sua ultima serie di esperimenti missilistici. Ce ne parla Giada Aquilino:
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La Corea del Nord è
pronta a misurarsi sul filo del rasoio con l'intera comunità internazionale.
Questo in sintesi il messaggio delle autorità di Pyongyang,
in una nota dell'agenzia nordcoreana ‘Kcna’. I lanci, nel comunicato ufficiale, vengono presentati come “parte di una normale esercitazione
militare” mirante a “rafforzare le capacità di autodifesa” del Paese. Ma la
linea di azione dei nordcoreani nei confronti della
comunità internazionale diventa palese quando si
annunciano “più forti misure” contro chi volesse contrastare Pyongyang nell'effettuare altri lanci missilistici e in
generale in caso di pressioni esterne. I test di martedì sera – lo ricordiamo –
hanno riguardato almeno 7 missili, di cui uno a gittata intercontinentale e a
capacità nucleare, che si sono poi inabissati a largo del Giappone. Secondo fonti sudcoreane, Pyongyang sarebbe ora pronta a nuovi lanci di missili, capaci
di raggiungere le coste americane e l'Alaska. Al contempo però – e stavolta
sono informazioni di Pechino a sostenerlo – il leader nordcoreano
Kim Jong Il avrebbe
comunque l’intenzione di “giungere a una denuclearizzazione
attraverso il dialogo”, non chiudendo la porta quindi ai negoziati a sei,
bloccati ormai da novembre. Della questione, infine, si parlerà al vertice del G-8, in
programma dal 15 al 17 luglio nella città russa di San Pietroburgo.
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Il Consiglio dell’ONU per i Diritti umani ha deciso oggi
di inviare una missione nei Territori palestinesi per verificare presunte
violazioni dei diritti umani attribuiti all'esercito israeliano nell’offensiva
in corso. La risoluzione chiede inoltre ad Israele di porre fine alle operazioni
militari nella striscia di Gaza ed il rilascio dei membri dell'esecutivo e
legislativo palestinese. Sul terreno, invece, proseguono i raid israeliani.
Aspri combattimenti contro gruppi armati palestinesi sono in corso a Bet Lahiya, nel nord della
Striscia di Gaza, mentre a sud si registra la presenza di carri armati ed
elicotteri israeliani diretti verso la città palestinese di Abbassan.
I vertici di Israele hanno specificato che non intendono restare nella
Striscia: l’obiettivo primario è di impedire nuovi attacchi verso le città
dello Stato ebraico. Il primo ministro palestinese, Haniyeh,
di Hamas, definendo la manovra israeliana una “punizione collettiva”, ha
chiesto nuovamente l’intervento della Comunità internazionale.
Sempre consistente il bilancio della violenza in Iraq.
Nell’episodio più grave della mattinata un’autobomba è esplosa vicino ad un
tempio sciita, nei pressi della città santa di Najaf,
a sud di Baghdad, uccidendo 13 persone. Mentre sono almeno 37 i fedeli rimasti
feriti nell’esplosione, avvenuta a Kufa, un centro
religioso alla periferia di Najaf. Nella capitale,
infine, un gruppo di uomini armati ha ucciso un giudice. In questo quadro il
governo iracheno ha vietato qualsiasi tipo di attività a carattere politico
nelle Università del Paese. L’obiettivo – ha precisato il premier al-Maliki – è di “garantire la sicurezza di studenti e
professori” negli atenei, dove si registra una “elevata tensione” a sfondo
politico-confessionale.
L'Iran non risponderà prima della fine di agosto al
pacchetto di incentivi offerto dalla Comunità internazionale in cambio della
rinuncia all’arricchimento dell’uranio. Lo ha ribadito una fonte ufficiale iraniana
a Bruxelles dove oggi vi sarà un incontro informale tra l'Alto commissario UE
per la Politica estera, Javier Solana,
e il capo negoziatore iraniano per il nucleare, Ali’
Lariani.
Ancora un capovolgimento nei risultati in Messico, dove
procede il secondo spoglio dei voti delle elezioni presidenziali di domenica
scorsa. Il leader conservatore, Felipe Calderon, è passato in leggero vantaggio sul candidato del
Partito della rivoluzione democratica, Andres Lopez Obrador. Dopo lo scrutinio
del 97,70% delle schede, Calderon conquista infatti il 35,60 % delle preferenze contro il 35,59 di Obrador. Solo in mattinata
quest’ultimo aveva un vantaggio del 2,2% sul suo rivale.
In Macedonia la maggioranza guidata dal Partito
socialdemocratico è uscita sconfitta nelle elezioni politiche di ieri che,
nonostante i disordini verificatisi nei giorni scorsi, si sono svolte
tranquillamente. Mancano ancora i risultati definitivi, ma il premier Vlado Buckovski ha già ammesso la
sconfitta. Secondo i primi risultati parziali pubblicati oggi, l’opposizione di
centro-destra, guidata da Gruevski, ha ottenuto una
grossa maggioranza di seggi. Ma questo risultato ha destato sorpresa nel Paese?
Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Risto Carajkov, corrispondente da Skopje
per il sito ‘Osservatorio Sui Balcani’:
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R. – Ma … io direi di no. Si
poteva prevedere che l’opposizione sarebbe stata in vantaggio; io penso che
questa vittoria dell’opposizione stia seguendo un trend abbastanza chiaro in
tutti i Paesi di transizione, dove praticamente nessuno resta
al governo per più di quattro anni. Questo significa che quando gli elettori
votano, di solito votano contro.
D. – Ecco: adesso questa formazione, l’opposizione, dovrà
cercare degli alleati. E’ possibile fare previsioni?
R. – Da quello che hanno dichiarato ieri, hanno vinto con
un margine abbastanza grande; sono vicini ad una maggioranza assoluta in
Parlamento: la maggioranza assoluta sarebbe di 61 seggi, 61 mandati, di cui
loro hanno detto di averne vinti circa 55. Penso che il partito di Arber Xhaferri sarà il partner
albanese nel governo: questo partito sarà sufficiente per comporre il governo.
D. – Quali sono le urgenze che il nuovo governo dovrà
affrontare nel Paese?
R. – Sicuramente, il problema economico è il maggiore del
Paese, insieme all’alto tasso di disoccupazione che è vicino al 36 per cento: è
un tasso elevatissimo! La nostra crescita economica è pari a zero, o per lo
meno comunque molto più bassa che nel resto della regione. Gli altri Paesi
intorno – la Serbia, l’Albania, la Bosnia – tutti hanno un
tasso del 4 - 5 per cento, almeno. Invece, la Macedonia negli ultimi
anni non ha proprio avuto crescita economica. Inoltre, non abbiamo investimenti
stranieri, e questo è un fattore importante per la crescita economica e per
l’occupazione. Poi, c’è il problema della corruzione, che negli ultimi anni è
diventata sistemica …
D. – Comunque, bisognerà portare il Paese in Europa …
R. – Sì, esatto. Comunque, non cambia niente, perché
l’integrazione nell’Unione Europea è l’obiettivo politico universale del Paese,
di tutti i partiti e di tutti i cittadini. C’è un grande sostegno per il
progetto europeo; noi speriamo che a parte gli incidenti all’inizio della
campagna elettorale, l’Unione Europea nel futuro prossimo ci dia una data per
iniziare i negoziati.
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Otto persone sono morte per l’esplosione di una bomba a
bordo di un taxi a Tiraspol, in Transnistria,
il territorio della Moldavia che si è dichiarato unilateralmente indipendente
il 2 settembre del 1990.
In Italia è polemica dopo gli arresti nell’ambito
dell’inchiesta sul rapimento dell’imam Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 febbraio del 2003. In
manette sono finiti due dirigenti del Sismi, mentre un
nuovo ordine di custodia è stato emesso per tre agenti della CIA e per un
militare, che all’epoca dei fatti, prestava servizio all’aeroporto di Aviano. Intanto il Parlamento europeo ha approvato un
emendamento che invita il governo italiano “a chiedere l'estradizione dei 22 agenti
della CIA” coinvolti nel rapimento, “al fine di agevolare il procedimento
giudiziario in corso”. Strasburgo ha inoltre esteso per sei mesi il lavoro della
commissione temporanea sui voli CIA: nella relazione si ritiene “inverosimile
che taluni governi europei non fossero a conoscenza delle attività legate alle
consegne speciali svolte nel proprio territorio”.
Nel quadro del processo di pace nella regione basca, al
via in Spagna i primi incontri del Partito Socialista basco (PSE) con il Batasuna, il braccio politico dell’organizzazione separatista
basca, ETA. Il segretario del partito, Lopewz, e il
capo del Batasuna, Otegi si
sono incontrati oggi in un Hotel di San Sebastien,
nel nord del Paese, per la prima riunione dopo la messa al bando del partito
basco nel 2003.
In Olanda sarà il premier uscente, Jan
Peter Balkenende, a guidare
il nuovo governo di transizione fino alle prossime elezioni politiche
anticipate al 22 novembre prossimo, rispetto al calendario che la prevedeva a maggio 2007. Balkenende
ha ottenuto ieri l'incarico dalla regina Beatrice, nella sua veste di capo
dello Stato, dopo l’uscita dal governo del piccolo partito centrista, D66, che
faceva parte della coalizione di maggioranza con cristiano-democratici
e liberali.
Cina ed India hanno ristabilito i collegamenti via terra
con la riapertura del passo di Nathu La, sulle montagne del Tibet. Importante punto di passaggio
sulla Via della Seta, il passo è situato a 4.545 metri di altezza e separa la
regione del Tibet dal Sikkim, il principato annesso
all'India nel 1975. Il passo di Nathu La era chiuso
dal 1962, quando Cina ed India si affrontarono in una sanguinosa guerra di
confine.
Mondiali Germania 2006. Battendo il Portogallo, la Francia ha conquistato il suo posto in finale: domenica
prossima a Berlino affronterà l’Italia. Sia il presidente francese Chirac che quello italiano Napolitano saranno
presenti in tribuna per assistere all’incontro.
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