RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 187 - Testo della trasmissione di giovedì 6 luglio 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’Europa si basi sulla verità dell’uomo: così Benedetto XVI ai vescovi della Croazia. Il Papa appoggia l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea e chiede ai presuli di essere operatori di pace

 

Aspetti teologici della trasmissione della fede: al centro dell’intervento del presidente della Conferenza episcopale spagnola al V incontro mondiale delle famiglie, a Valencia: la testimonianza di Alfredo e Patrizia Carrato

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ancora violenze in Afghanistan: nelle ultime ore morti un soldato della coalizione e decine di ribelli. Ai nostri microfoni il fondatore di Emergency, Gino Strada

 

Una tavola rotonda dedicata alla realtà delle “lobby”: è l’iniziativa promossa domani dall’Università Tor Vergata di Roma, per fare il punto sulle diverse “Lobby” in Europa, in relazione con i processi politici e i risvolti sull’economia: intervista con Paolo Raffone e Luigi Bonanate

 

Inaugurato il nuovo padiglione di Medicina Pediatrica del Bambin Gesù di Roma: numerose stanze, un nuovo centro di ricerca e una struttura che permette alle mamme di restare sempre accanto al piccolo malato: con noi Livia Turco e Francesco Silvano

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Il fondamentalismo indù vuole far crescere nella popolazione la paura nei confronti dei cristiani e per questo li accusa di proselitismo”. Così l’arcivescovo metropolita di Hyderabad, mons. Marampudi Joji, dopo il sequestro di 4 suore, poi liberate, nello Stato indiano dell’Andra Pradesh

 

Presentato a Ginevra il rapporto dell’ONU sugli obiettivi del millennio per dimezzare il numero degli affamati entro il 2015

 

Lo sfruttamento dei minerali in Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo, arricchisce i politici ma non il Paese.  Lo sostiene un Rapporto dell’organizzazione britannica “Global witness

 

Serata di beneficenza - questa sera alle 20 – all’Ospedale San Pietro di Roma in occasione del rientro dall’Africa dell’ultima missione “Ridare la luce”

 

Da domani al 12 luglio si terrà a Loreto il IX Meeting sulle migrazioni

 

Cresce l’attesa in Francia per l’inizio, domani, del Festival di Avignone, una delle più importanti manifestazioni delle arti dello spettacolo nel Paese

 

24 ORE NEL MONDO:

La Corea del Nord annuncia nuovi test missilistici e minaccia misure forti contro chi volesse contrastarla

 

L’ONU invierà una missione nei territori palestinesi dove l’esercito israeliano prosegue i suoi raid

 

Ancora violenza in Iraq: 13 morti a Najaf per una bomba ad un tempio sciita

 

In macedonia l’opposizione di centro destra ha vinto le elezioni legislative con una larga maggioranza: sconfitto il partito social democratico al governo

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 luglio 2006

 

 

LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA SI BASI SULLA VERITA’ DELL’UOMO:

 COSI’ BENEDETTO XVI AI VESCOVI DELLA CROAZIA, RICEVUTI IN VISITA AD LIMINA.

IL PAPA APPOGGIA L’INGRESSO DELLA CROAZIA NELL’UNIONE EUROPEA

E CHIEDE AI PRESULI CROATI DI ESSERE SEMPRE OPERATORI DI PACE

 

La costruzione della casa comune europea sia basata sulla “verità dell’uomo”: è l’esortazione di Benedetto XVI contenuta nel discorso ai vescovi della Croazia ricevuti, stamani, al termine della visita ad limina. Il Papa ha espresso sostegno all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea. Quindi, ha anche incoraggiato i presuli croati, guidati dal cardinale Josip Bozanić, ad essere operatori di pace in una terra dove ancora si sentono gli effetti negativi del recente conflitto. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Siate sempre “operatori di pace tra i cittadini della vostra patria, incoraggiandoli sulla strada della riconciliazione cristiana”: è l’esortazione di Benedetto XVI ai vescovi della Croazia. Paese, ha riconosciuto il Pontefice, che “purtroppo, risente ancora delle conseguenze del recente conflitto”. Il perdono, ha sottolineato, “libera innanzitutto colui che ha il coraggio di concederlo”. E ciò è particolarmente importante in Croazia dove gli effetti negativi della guerra, ha aggiunto, “si riscontrano non soltanto nell’economia, ma anche negli animi degli abitanti, i quali a volte avvertono il peso di questa eredità”. Quindi, ha guardato al futuro del popolo croato. La Croazia, ha detto il Papa, vive da sempre nell’ambito della civiltà europea, “e a ragione perciò desidera vedersi riconosciuta quale parte dell’Unione Europea”.

 

La nazione croata, è stato l’auspicio di Benedetto XVI, entri nell’Unione Europea, “con sentimenti di rispetto e di dialogo, con gli altri popoli europei recando il contributo della propria cultura e delle proprie tradizioni, nella ricerca condivisa della piena verità dell’uomo”. È, infatti, “essenziale”, è stata la sua riflessione, “che l’edificazione della casa comune europea sia sempre basata sulla verità dell’uomo”. Il Pontefice ha, così, indicato le fondamenta di questa verità: “l’affermazione del diritto di ciascuno alla vita dal concepimento fino alla morte naturale”; il “riconoscimento della componente spirituale dell’essere umano, nella quale si radica l’inalienabile sua dignità”; ancora, il “rispetto delle scelte religiose di ciascuno, nelle quali si testimonia l’insopprimibile apertura al trascendente”. Su questi valori, ha affermato, “è possibile trovare il consenso anche di chi, pur non aderendo alla Chiesa cattolica, accetta la voce della ragione, sensibile ai dettami della legge naturale”.

 

In questa prospettiva, ha riconosciuto, “vi state impegnando insieme con i vostri sacerdoti ed i fedeli”. Il Papa ha anche assicurato “l’appoggio della Santa Sede, che sempre ha guardato alla Croazia con apprezzamento ed affetto”. I legami tra la Sede Apostolica e la vostra Nazione, “già saldi nel passato”, ha detto, “hanno continuato a rafforzarsi, come dimostra anche la recente approvazione di Accordi bilaterali”. Per questo, la Santa Sede, “anche in futuro, starà accanto a voi e con premura seguirà e appoggerà gli sforzi del vostro popolo sulla strada dell’autentico progresso”.

 

D’altro canto - è stato il richiamo del Papa - occorre considerare che “gli itinerari anche verso mete buone e desiderabili non sono esenti dalle insidie delle odierne correnti culturali quali la secolarizzazione e il relativismo”. È pertanto “necessario un annunzio instancabile dei valori evangelici, affinché i fedeli possano evitare tali pericoli”. Per questo, seguendo “l’esempio e gli insegnamenti di grandi figure delle vostre Chiese particolari”, come il beato Alojzije Stepinac, il Papa ha invitato i presuli croati a non avere paura di “indicare loro ciò che il Vangelo insegna, mettendoli in guardia da ciò che è contrario ad esso”. Le vostre comunità, ha detto ancora, “siano stimolo per l’intera società nel perseguimento del bene comune e nell’attenzione verso i più bisognosi”. Infine, il Papa ha messo l’accento sull'importanza della presenza dei cattolici nella vita pubblica e nei mezzi di comunicazione. “Dipende anche da loro – ha avvertito – far sì che si possa sempre sentire una voce di verità sui problemi del momento”.

 

Nel suo indirizzo d’omaggio, il cardinale Josip Bozanić, presidente dell’episcopato croato, ha ricordato come la Chiesa abbia accompagnato il popolo della Croazia “nel processo di pace e nella ricerca di vie di riconciliazione e di perdono” sostenendolo “nel rinnovamento spirituale”. Ha poi sottolineato che nel contesto attuale dove è sempre più accentuata la secolarizzazione, i presuli sono impegnati “a preparare un laicato capace di dare un contributo rilevante nella vita sociale e politica”.

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UDIENZE E NOMINE

 

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede.

 

Nello Sri Lanka, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ratnapura, presentata da mons. Ivan Tilak Jayasundera, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

In Svizzera, il Papa ha nominato vescovo di Sankt Gallen padre Markus Büchel, del clero della medesima diocesi, finora decano del Capitolo Cattedrale di Sankt Gallen.

 

In Australia, il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Adelaide padre gesuita Gregory O’Kelly, attualmente “Headmaster” al St. Ignatius College di Athelstone, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ath Truim.

 

 

GLI ASPETTI TEOLOGICI DELLA TRASMISSIONE DELLA FEDE

AL CENTRO DELL’INTERVENTO, STAMANE, DEL PRESIDENTE DELLA

CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA, MONS. RICARDO BLASQUEZ PEREZ

AL V INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A VALENCIA

- Con noi Alfredo e Patrizia Carrato -

 

Prosegue a Valencia, in Spagna,  il Congresso teologico nell’ambito del V Incontro Mondiale delle Famiglie e in attesa dell’arrivo del Papa sabato. Gli aspetti teologici della trasmissione della fede sono stati al centro dell’intervento, stamane, del presidente della Conferenza episcopale spagnola, mons. Ricardo Blasquez Perez. Ci riferisce da Valencia l’inviato dell’Osservatore Romano, Gianluca Biccini:

 

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Nel corso della sezione, presieduta dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo, il vescovo di Bilbao ha affermato che “come esistono un patrimonio ecologico e un patrimonio culturale per la Chiesa anche il matrimonio sacramentale è un patrimonio dell’umanità”. Nella seconda parte della mattina, sotto la presidenza del cardinale cubano, Ortega, una nuova serie di testimonianze di fondatori e dirigenti dei più importanti movimenti ecclesiali: da Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio, a Graziella De Luca del Movimento dei Focolari; da Salvatore Martinez del Rinnovamento nello Spirito Santo, a Kiko Argüello del Cammino neocatecumenale; per finire con Alberto Marxuach di Crescendo. Come ogni giorno i lavori sono stati preceduti dalla celebrazione della Parola. Stamani, la meditazione era del cardinale Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.

 

Da Valencia, per Radio Vaticana, Gianluca Biccini.

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E tra le famiglie dei movimenti ecclesiali che offrono testimonianza di vita vissuta ci sono Alfredo e Patrizia Carrato, di Salerno. Al microfono di Adriana Masotti raccontano la loro esperienza di testimonianza di fede ai loro due figli:

 

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R. – Noi siamo del Rinnovamento nello Spirito e i nostri figli vivono contestualmente a noi tutta quella che è l’esperienza del Rinnovamento nello Spirito, l’esperienza dei nostri incontri dove trovano anche momenti che sono adatti alla loro età. In famiglia, tutto viene naturalmente svolto con la trasmissione di quei valori che sono i valori della fede, con la partecipazione di tutta la famiglia al momento dell’Eucaristia domenicale, chiaramente, anche il nostro pregare insieme, il nostro essere dedicati anche agli altri, alle necessità …

 

D. – I vostri figli sono ancora piccoli ma già forse – almeno quello di 12 anni – può avere un confronto con i suoi amici e le famiglie dei suoi amici. Ecco, c’è stata un’occasione in cui avete dovuto dare ragione della vostra fede di fronte a qualche contestazione o a qualche domanda?

 

R. – Sì, a me personalmente, sì. Con il più grande, ovviamente, dopo una mezza marachella, io l’ho sgridato e lui m’ha detto: “Ti aspettavo, volevo sapere appunto come ti saresti comportato tu”. Questo per dire che la trasmissione della fede ai figli è una trasmissione a 360 gradi che riguarda, sì, la preghiera, il vivere l’Eucaristia domenicale ma è soprattutto correlata al vivere il quotidiano, ad essere cristiani tutti i giorni, nelle piccole cose, che per noi sono correlate al lavoro, per loro alla vita di scuola e ai problemi che cominciano a sorgere in quanto pre-adolescenti. Quindi, vivere certe problematiche, vivere con un occhio e con un modus diverso dal resto dei compagni. Anche se questo, tante volte, li mette un po’ in difficoltà.

 

D. – Quindi, non si tratta soltanto di insegnare e di parlare, ma di vivere, di dare testimonianza …

 

R. – Certo. Fondamentale è vivere i sacramenti, fondamentale è vivere l’Eucari-stia, ma fondamentale è dare segno di quello che si vive, mettere in pratica l’insegnamento di Cristo, l’amore verso gli altri, l’onestà verso gli altri …

 

D. – Ecco: l’incontro di Valencia vuole anche riscoprire, proclamare la bellezza della vocazione matrimoniale. Voi come vivete questa particolare chiamata?

 

R. – Il nostro vissuto di coppia è un vissuto che nasce in un cammino di fede e prosegue quotidianamente. E cerchiamo di portare i nostri figli su questa strada perché in fondo è poi la strada che ci ha donato la felicità e la gioia dell’essere insieme. A volte anche i nostri figli, soprattutto il grande, dice: “Mamma, io sono felice”, e questo per noi è un appagamento, qualcosa veramente di grande!

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - L'udienza di Benedetto XVI ai vescovi della Croazia. Nell'occasione il Papa ha sottolineato che è essenziale che l'edificazione della casa comune europea sia sempre basata sulla verità dell'uomo.

 

Servizio esteri - Per la rubrica dell’“Atlante geopolitica” un articolo di Giuseppe M. Petrone dal titolo “Terrorismo: un anno fa gli attacchi a Londra”.

 

Servizio culturale - Per la rubrica “Incontri” lo scrittore Ferruccio Monterosso intervistato da Mario Gabriele Giordano.

 

Servizio italiano - In evidenza l'articolo dal titolo “Ancora un tributo di sangue sul lavoro”: una donna e una ragazza sono morte nel rogo di una piccola fabbrica di materassi nel Salernitano.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

6 luglio 2006

 

 

ANCORA VIOLENZE IN AFGHANISTAN DOVE, NELLE ULTIME ORE,

SONO MORTI UN SOLDATO DELLA COALIZIONE E DECINE DI RIBELLI.

 AI NOSTRI MICROFONI, IL FONDATORE DI EMERGENCY, GINO STRADA,

 ILLUSTRA I NUOVI, DRAMMATICI PROBLEMI DEL PAESE

 

Si fa sempre più difficile la situazione in Afghanistan, dove ogni giorno si contano nuove vittime: un soldato della coalizione è morto, questa mattina, in seguito ad un’imboscata tesa dai taleban al confine con il Pakistan. Ieri, 35 ribelli taleban sono rimasti uccisi, inoltre, durante un raid contro una roccaforte di ribelli nella provincia meridionale di Helmand.  La tensione è alta anche a Kabul, dove Amedeo Lomonaco ha raggiunto telefonicamente Gino Strada, fondatore di “Emergency”:

 

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R. – La città, in questo momento, è militarizzata, c’è pochissimo traffico, e la situazione è molto tesa. E’ una guerra che è in una fase di recrudescenza.

 

D. – Quali sono, secondo te, le cause di queste violenze?

 

R. – La mia impressione è che non sia soltanto un problema di frange e di persone armate. Penso che ci sia una insofferenza generale della popolazione verso questa occupazione militare che ormai va avanti da cinque anni senza, tra l’altro, migliorare le condizioni di vita della popolazione stessa.

 

D. – Come si vive, oggi, in Afghanistan?

 

R. – Il modo in cui la popolazione vive sta ad indicare che ci sono problemi nuovi e drammatici in Afghanistan. La situazione, cioè, è andata peggiorando. Kabul è diventata una città invivibile: ogni giorno, muoiono tre bambini per incidenti stradali. La capitale afghana è una città inquinata come poche e i prezzi sono aumentati dieci volte. In Afghanistan è anche aumentata drammaticamente, in cinque anni, la criminalità comune e droghe pesanti oggi circolano liberamente a Kabul. Sono anche comparse la prostituzione e l’AIDS. Tutto questo è un disastro, per un Paese!

 

D. – Quali sono le urgenze per l’Afghanistan?

 

R. – Io credo che la prima urgenza sia quella di avere un Paese libero, senza militari stranieri. Poi, credo che gli afghani debbano trovare un accordo tra di loro e capire quali sono i problemi più drammatici. Uno di questi è la sanità: ancora oggi, per 25 milioni di persone ci sono sei letti di rianimazione, i sei letti dell’ospedale di Emergency a Kabul! E poi, ovviamente, c’è da considerare tutto il resto: c’è la scuola, ci sono i servizi sociali, c’è un Paese da costruire …

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UNA TAVOLA ROTONDA DEDICATA ALLA REALTA’ DELLE LOBBY:

E’ L’INIZIATIVA PROMOSSA DOMANI ALL’UNIVERSITA’ TOR VERGATA DI ROMA,

PER FARE IL PUNTO SUL RUOLO DELLE LOBBY IN EUROPA,

IN RELAZIONE AI PROCESSI POLITICI E ALL’ECONOMIA

- Intervista con Paolo Raffone e Luigi Bonanate -

 

Nel mondo globalizzato, come nelle realtà locali, si parla spesso della presenza di “lobby”, un termine a volte usato con accezioni diverse. Per capire cosa sono le “lobby” e in che modo sono inserite nelle istituzioni democratiche, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha organizzato per domani la tavola rotonda intitolata “Lobbying è strumento democratico e di crescita europea”. Tra i relatori, docenti di economia, funzionari di istituzioni europee ma anche esperti americani del settore. Per saperne di più delle diverse “lobby” in Europa, della relazione con i processi politici e dei risvolti sull’economia, Fausta Speranza ha intervistato il dottor Paolo Raffone che ha pubblicato uno studio sulle lobby a Bruxelles:

 

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R. – Ci sono alcuni Paesi europei e anche extra-europei molto preparati a gestire la nuova relazione con un’Europa multilivello, in cui le lobby sono uno strumento essenziale per interagire, e altri che sono in ritardo. Particolarmente i Paesi anglosassoni conoscono molto bene il sistema delle lobby, perché anche nel loro sistema democratico nazionale lo utilizzano, quindi in Europa fanno altrettanto bene. Altri Paesi stanno recuperando velocemente, come la Francia che era parecchio indietro e sta recuperando, la Spagna che va abbastanza bene. La Germania usa dei metodi tipici tedeschi, efficaci, soprattutto all’interno delle strutture istituzionali europee, e poi ci sono dei Paesi in forte ritardo come l’Italia e il Portogallo, per esempio.

 

D. – Ma vogliamo spiegare che cosa intendiamo per lobby, anche ponendoci il problema che qualche volta viene data un’accezione negativa a questo termine …

 

R. – Lobby è un concetto che esprime la capacità di riuscire ad influire su dei processi decisionali, influire vuol dire ricevere l’attenzione giusta da parte delle persone o del gruppo di persone che deve prendere decisioni. E’ un modo che, se corretto, è trasparente, non implica assolutamente consorterie né favoritismi, anzi. E’ fortemente competitivo, è basato sulla capacità di saper far passare messaggi al tempo giusto, al modo giusto, alla persona giusta. E’ un modello nel quale non ci sono referenti ai quali attribuire poteri particolari: in realtà, nessuno può decidere per gli altri, nel sistema europeo. Quindi, la grande capacità è di federare attorno a sé e attorno al proprio interesse, di cui si è portatori, l’interesse degli altri e con questo creare – potremmo dire – delle maggioranze estese e dai confini variabili, che fanno sì che nel processo decisionale prevalga una direzione piuttosto che un’altra. E’ qualcosa di reale in tutte le società democratiche. Le democrazie moderne funzionano non più attraverso la delega di carattere illuministico della rappresentanza, ma funzionano attraverso la partecipazione dal basso verso l’alto e a più livelli. La lobby non sostituisce un sistema democratico, al contrario: vi partecipa, se il sistema democratico è organizzato per farla partecipare. Laddove le lobby hanno un’accezione molto negativa, anche da studi di altri eminenti centri di ricerca, si vede che c’è una correlazione con un ritardo democratico, in pratica una democrazia un po’ stantia, in cui si usano canali che non sono quelli della trasparenza partecipativa ma quelli della conoscenza del potente all’interno di un sistema.

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Sui possibili rischi del sistema lobby,  Fausta Speranza ha intervistato  Luigi Bonanate, docente di relazioni internazionali:

 

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R. – L’idea stessa di democrazia parlamentare, rappresentativa, così come la conosciamo noi nella nostra storia, è fatta di una serie di strati, per così dire. Tra il singolo cittadino e il governo, le grandi istituzioni, naturalmente ci sono una serie di mediazioni continue. La democrazia, tra le sue caratteristiche, ha proprio quella di essere la grande macchina delle mediazioni, naturalmente mediazioni pubbliche, palesi, quindi, giudicabili. E’ evidente che, invece, tutte le volte che questo meccanismo, corretto, oggettivamente democratico, lascia sfuggire qualche particella di riservatezza, di segretezza, di discussione non divulgabile, ecco che la lobby,  - che per esempio negli Stati Uniti è un meccanismo istituzionalizzato del funzionamento del Congresso - come è stata importata in Europa e, in particolare, nel nostro Paese, diventa invece uno strumento relativamente occulto, relativamente parallelo rispetto ai canali ufficiali e  in quel momento si cominciano a correre dei rischi.

 

D. – In che modo il cittadino potrebbe essere tutelato da questi rischi?

 

R. – Il principio è lo stesso di tutta la struttura della logica democratica: la pubblicità. Pubblicità nel senso di atti pubblici, atti pubblicizzabili, cioè nulla di segreto. La democrazia è pubblicità, dibattito, discussione, trasparenza. Dove non c’è trasparenza vuol dire che incomincia ad esserci qualcosa che non funziona.

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INAUGURATO IL NUOVO PADIGLIONE DI MEDICINA PEDIATRICA

 DEL BAMBIN GESU’ DI ROMA:

NUMEROSE STANZE, UN NUOVO CENTRO DI RICERCA E UNA STRUTTURA

CHE PERMETTE ALLE MAMME DI RESTARE SEMPRE ACCANTO AL PICCOLO MALATO

- Con noi Livia Turco e Francesco Silvano -

 

“Un euro per un bambino”: grazie ai contributi raccolti dall’iniziativa così intitolata e promossa quattro anni fa dall’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma in collaborazione con Lottomatica e Monopoli di Stato, oggi nella capitale, è stato inaugurato il nuovo padiglione di Medicina Pediatrica dell’ospedale. La struttura, intitolata a Giovanni Paolo II, lavorerà in rete con diversi Paesi stranieri per cercare di offrire sempre maggiori opportunità e speranze di guarigione a tanti piccoli malati. All’inaugurazione era presente anche il ministro della Salute italiano, Livia Turco. Le sue parole nel servizio di Marina Tomarro:

 

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“Sono qui per ringraziare dell’importante attività di questo centro di eccellenza che fa del bene a tutta Italia ed anche fuori dall’Italia, oltre ad esprimere la gratitudine al lavoro che qui tante persone svolgono. Ne traggo spunto per un impegno che vuole caratterizzare il mio ministero: quello della tutela della salute della donna, dei diritti del bambino e una grande attenzione alla pediatria, perchè investire sui diritti dei bambini significa sostenere questo aspetto importante della nostra medicina, della nostra sanità”. 

 

Così il ministro Livia Turco ha espresso la propria soddisfazione per l’inaugurazione del nuovo padiglione di medicina pediatrica dell’Ospedale. La struttura pensata e costruita a misura di bambino è composta da 88 stanze con una disponibilità di 132 posti letto ed ospita  al suo interno anche un grande e moderno centro di ricerca. Ascoltiamo Francesco Silvano, presidente dell’Ospedale Bambin Gesù:

 

“Il livello di accoglienza che il nuovo padiglione garantisce è quanto i genitori si attendono sempre, soprattutto chi deve rimanere per molto tempo qui in ospedale e ha bisogno di condizioni di vivibilità. Le camere che abbiamo realizzato nel nuovo padiglione prevedono la possibilità per la madre di dormire accanto al bambino in poltrone letto confortevoli. Si tratta di un elemento significativo di questa nostra volontà di miglioramento dell’ospedale”.

 

Nessun dubbio sull’importanza della presenza costante dei genitori per i piccoli malati:

 

“E’ fondamentale che il bambino possa contare su una presenza affettiva forte: è un elemento di integrazione delle terapie”.

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CHIESA E SOCIETA’

6 luglio 2006

 

 

“IL FONDAMENTALISMO INDU’ VUOLE FAR CRESCERE NELLA POPOLAZIONE LA PAURA NEI CONFRONTI DEI CRISTIANI E PER QUESTO LI ACCUSA DI PROSELITISMO”. COSI’ L’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI HYDERABAD, MONS. MARAMPUDI JOJI, DOPO IL

SEQUESTRO DI 4 SUORE, POI LIBERATE, NELLO STATO INDIANO DELL’ANDRA PRADESH

 

HYDERABAD. = “Le opere compiute sono opere che costruiscono la pace”. Con queste parole della beata madre Teresa di Calcutta, suor Priscilla, Missionaria della Carità, ha commentato all’Agenzia AsiaNews l’attacco subito, lo scorso 25 giugno, da quattro consorelle a Tirupati, nello Stato indiano dell’Andra Pradesh. Le quattro religiose sono state sequestrate da estremisti indù all’interno di un ospedale governativo dopo essere state accusate di proselitismo. Le suore sono anche state arrestate dalla polizia e successivamente rilasciate grazie all’inter-vento dell’arcivescovo metropolita di Hyderabad, mons. Marampudi Joji. “Le suore – ha spiegato il presule – non hanno denunciato nessuno per l’accaduto”. “Il fondamentalismo indù – ha aggiunto l’arcivescovo - vuole far crescere nella popolazione la paura nei confronti dei cristiani e per questo li accusa di proselitismo e di operare nell’ombra per snaturare il Paese”. In realtà – ha concluso mons. Marampudi Joji - le elezioni non sono lontane ed “i nazionalisti vogliono fare di tutto per screditare l’attuale governo, guidato dai democratici”. (A.L.)

 

PRESENTATO A GINEVRA IL RAPPORTO DELL’ONU SUGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

PER DIMEZZARE IL NUMERO DEGLI AFFAMATI ENTRO IL 2015.  LONTANA LA META

SE ANCORA OGGI 3 MILIARDI DI PERSONE VIVONO CON MENO DI 2 DOLLARI

AL GIORNO ED OLTRE 1 MILIARDO NON HA ACQUA POTABILE.

IN CALO TUTTAVIA LA POVERTA’ ESTREMA

 

GINEVRA. = Circa 3 miliardi di persone sopravvivono con meno di 2 dollari al giorno ed oltre 1 miliardo non accede all'acqua potabile, eppure su scala mondiale la povertà sta progredendo. Infatti ''nel 1990, oltre 1 miliardo e 200 milioni di persone - pari al 28 per cento della popolazione nei Paesi in via di sviluppo - viveva nella povertà estrema. Adesso, la percentuale è scesa al 19 per cento”. E’ quanto ha annunciato a Ginevra il vice segretario generale dell'ONU, Mark Malloch Brown, presentando il Rapporto annuale sugli obiettivi del Millennio, otto traguardi, approvati nel 2000 da un Vertice delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2015. Benché significativi i progressi nella lotta alla povertà non sono uniformi e sono principalmente dovuti ai successi registrati in Asia. All'opposto, in America Latina i passi avanti sono lenti e nell’Africa subsahariana il tasso di povertà estrema è fermo al 44 per cento. Si stima invece che altri obiettivi del Millennio quali la scolarizzazione universale (il tasso mondiale ha raggiunto l'86 per cento) e l'accesso all'acqua potabile sono a “portata di mano”. Resta però gravissimo il problema della fame con ben 824 milioni di persone che non mangiano il minimo necessario. Le regioni maggiormente colpite - Africa subsahariana e Asia del sud - hanno registrato progressi, ma non abbastanza da far diminuire il numero degli affamati. Il Rapporto sul Millennio è stato presentato in apertura dei lavori annuali dell'Ecosoc, il Consiglio economico e sociale dell'ONU, riunito a Ginevra fino al 28 luglio. L'Ecosoc, composto da 54 Stati membri, è l'organo che coordina le attività delle 14 Istituzioni  specializzate dell'ONU. (R.G.)

 

 

LO SFRUTTAMENTO DEI MINERALI IN KATANGA, NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA

DEL CONGO, ARRICCHISCE I POLITICI MA NON IL PAESE.

LO SOSTIENE UN RAPPORTO DELL’ORGANIZZAZIONE BRITANNICA “GLOBAL WITNESS”

 

KINSHASA. = “In vista delle elezioni, politici e società commerciali hanno lottato in tutti i modi per accaparrarsi i crescenti guadagni del lucroso settore minerario, con poco o nessun rispetto del benessere della popolazione congolese”. E’ quanto emerge da un rapporto dell’organizzazione britannica Global Witness’, presentato a poche settimane dalle attese elezioni presidenziali e legislative nel Paese   africano. Nel documento – riferisce l’Agenzia missionaria MISNA - si denuncia che “la massiccia influenza di compagnie straniere, arrivate in Katanga dal 2004, ha offerto ai dirigenti politici un’ulteriore opportunità di arricchirsi”. Il rapporto indica, poi, che il Katanga è colpito da “corruzione, estorsioni ed esportazioni illecite nel settore minerario informale”. Nella regione, il passaggio illegale del confine con lo Zambia avviene sotto gli occhi di dirigenti governativi o responsabili della sicurezza. Nel rapporto, intitolato “Scavando nella corruzione, frodi, abusi e sfruttamento delle miniere di rame e cobalto in Katanga”, si sostiene infine che “grandi quantità di minerali escono dal Paese senza documenti, provocando una massiccia perdita per l’economia nazionale, ma un cospicuo guadagno per un piccolo gruppo di soggetti potenti”.  (A.L.)

 

 

PRESSO L’OSPEDALE SAN PIETRO A ROMA, QUESTA SERA ALLE ORE 20,

SERATA DI BENEFICENZA IN OCCASIONE DEL RIENTRO DELL’ULTIMA MISSIONE

“RIDARE LA LUCE” IN AFRICA, PER COMBATTERE CECITA’

E ALTRE MALATTIE DEGLI OCCHI. LA SPEDIZIONE E’ STATA ORGANIZZATA

DALL’ASSOCIAZIONE FATEBENEFRATELLI PER I MALATI LONTANI (AFMAL)

 

ROMA. = Serata di beneficenza, questa sera a Roma con inizio alle ore 20, presso l’Ospedale San Pietro, per festeggiare il rientro dall’Africa dell’ultima missione dell’AFMAL, l’Associazione con i Fatebenefratelli per i malati lontani. “Ridare la luce”: questo il motto della spedizione che ha visto due equipe mediche – composte da oculisti, infermieri e tecnici di vari ospedali Fatebenefratelli e di Villa Tiberia insieme ad Ufficiali medici del Corpo sanitario dell’Aeronautica militare –  operare per 12 giorni, in Togo e in Ghana, per combattere la cecità provocata da malattie degli occhi non curate e altre patologie. Durante la missione, sono stati realizzati negli ospedali Fatebenefratelli situati nei due Paesi africani, 240 interventi chirurgici; effettuate oltre 1600 visite oculistiche e distribuiti circa 100 paia di occhiali da vista. Per la prima volta dall’avvio del progetto “Ridare la luce” - che ha organizzato altre sei missioni tra il 2003 ed il 2005 - agli oculisti si sono affiancati altri medici quali cardiologi, dermatologi, pediatri, psichiatri e anestesisti normalmente non disponibili in questa zone dell’Africa, che hanno svolto oltre 1800 interventi tra visite ed esami, estesi anche al Benin. (R.G.)

 

 

DA DOMANI AL 12 LUGLIO A LORETO IL 9° MEETING SULLE MIGRAZIONI

- A cura di Giovanni Peduto -

 

LORETO. = Si svolgerà a Loreto dal 7 al 12 luglio di questo mese il 9° Meeting sulle Migrazioni, dedicato quest’anno alla politica delle migrazioni. Le precedenti otto edizioni si sono sempre inserite nel vivo della tematica scottante dell’immigrazione in Italia e in Europa, non solo a livello di cronaca. La riflessione parte dalla constatazione che ci troviamo di fronte ad un fenomeno continuamente in espansione e dai connotati diversi e complessi, mentre la presenza crescente di immigrati rende le nostre società di fatto sempre più pluriculturali e plurireligiose. La gestione (governance) del fenomeno migratorio rimane estremamente difficile, anche perché non si riesce a superare le contraddizioni legate alla diversa valenza economica e politica degli immigrati o alle scelte di sviluppo solidale dei loro stessi Paesi di provenienza. C’è bisogno di una riflessione in profondità sulle situazioni migratorie, senza ideologie precostituite, e nello stesso tempo di “fantasia” e coraggio nel trovare soluzioni politiche possibili, nella gestione delle conflittualità reali imposte dalla società pluriculturale. Questo è quanto si cercherà di affrontare nella 9° edizione del Meeting, in campo sia locale che italiano ed europeo. Si propone un laboratorio politico che tenti perlomeno di enucleare alcune riflessioni aggiornate sulla situazione migratoria in Italia ed in Europa e cerchi di individuare e proporre al dibattito comune alcune linee politiche per l’immediato futuro.

 

 

CRESCE L’ATTESA IN FRANCIA PER L’INIZIO, DOMANI, DEL FESTIVAL DI AVIGNONE, UNA DELLE PIU’ IMPORTANTI MANIFESTAZIONI

DELLE ARTI DELLO SPETTACOLO NEL PAESE

 

AVIGNONE. = Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con il festival di Avignone, giunto alla sessantesima edizione e considerato una delle più importanti manifestazioni delle arti dello spettacolo in Francia. Da oggi, fino al 27 luglio, la storica cittadina francese ridiventa il luogo dove per un solo istante ''non esiste nulla di più importante del teatro”, scrive il quotidiano Le Monde. La manifestazione, fondata nel 1947 da Jean Vilar, presenta una selezione di creazioni e commemorazioni, in cui il teatro torna a fare da anfitrione. Dopo la parentesi della discussa edizione del 2005, quando alcune proposte radicali avevano dato vita ad accese polemiche, questa edizione propone opere che tendono ad alimentare un rapporto nei confronti del teatro meno polemico, meno controverso.  Anche per questa rassegna, come per le tre precedenti, i due direttori artistici, Hortense Archambault e Vincent Baudriller, hanno deciso di lavorare con un artista associato. Quest’anno, si tratta del coreografo franco-serbo Josef Nadj, che aprirà la serie di spettacoli alla corte d’onore del palazzo dei Papi con sue opere. Il festival propone anche diverse mostre fotografiche e concerti jazz, mescolando musica ed arti visive. (F.S.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

6 luglio 2006

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

        

Peggiora la crisi innescata dai test missilistici della Corea del Nord. Dopo la riunione a New York del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Pyongyang ha ufficialmente dato soltanto oggi l'annuncio della sua ultima serie di esperimenti missilistici. Ce ne parla Giada Aquilino:

 

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La Corea del Nord è pronta a misurarsi sul filo del rasoio con l'intera comunità internazionale. Questo in sintesi il messaggio delle autorità di Pyongyang, in una nota dell'agenzia nordcoreanaKcna’. I lanci, nel comunicato ufficiale, vengono presentati come “parte di una normale esercitazione militare” mirante a “rafforzare le capacità di autodifesa” del Paese. Ma la linea di azione dei nordcoreani nei confronti della comunità internazionale diventa palese quando si annunciano “più forti misure” contro chi volesse contrastare Pyongyang nell'effettuare altri lanci missilistici e in generale in caso di pressioni esterne. I test di martedì sera – lo ricordiamo – hanno riguardato almeno 7 missili, di cui uno a gittata intercontinentale e a capacità nucleare, che si sono poi inabissati a largo del Giappone. Secondo fonti sudcoreane, Pyongyang sarebbe ora pronta a nuovi lanci di missili, capaci di raggiungere le coste americane e l'Alaska. Al contempo però – e stavolta sono informazioni di Pechino a sostenerlo – il leader nordcoreano Kim Jong Il avrebbe comunque l’intenzione di “giungere a una denuclearizzazione attraverso il dialogo”, non chiudendo la porta quindi ai negoziati a sei, bloccati ormai da novembre. Della questione, infine, si parlerà al vertice del G-8, in programma dal 15 al 17 luglio nella città russa di San Pietroburgo.

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Il Consiglio dell’ONU per i Diritti umani ha deciso oggi di inviare una missione nei Territori palestinesi per verificare presunte violazioni dei diritti umani attribuiti all'esercito israeliano nell’offensiva in corso. La risoluzione chiede inoltre ad Israele di porre fine alle operazioni militari nella striscia di Gaza ed il rilascio dei membri dell'esecutivo e legislativo palestinese. Sul terreno, invece, proseguono i raid israeliani. Aspri combattimenti contro gruppi armati palestinesi sono in corso a Bet Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, mentre a sud si registra la presenza di carri armati ed elicotteri israeliani diretti verso la città palestinese di Abbassan. I vertici di Israele hanno specificato che non intendono restare nella Striscia: l’obiettivo primario è di impedire nuovi attacchi verso le città dello Stato ebraico. Il primo ministro palestinese, Haniyeh, di Hamas, definendo la manovra israeliana una “punizione collettiva”, ha chiesto nuovamente l’intervento della Comunità internazionale.

 

Sempre consistente il bilancio della violenza in Iraq. Nell’episodio più grave della mattinata un’autobomba è esplosa vicino ad un tempio sciita, nei pressi della città santa di Najaf, a sud di Baghdad, uccidendo 13 persone. Mentre sono almeno 37 i fedeli rimasti feriti nell’esplosione, avvenuta a Kufa, un centro religioso alla periferia di Najaf. Nella capitale, infine, un gruppo di uomini armati ha ucciso un giudice. In questo quadro il governo iracheno ha vietato qualsiasi tipo di attività a carattere politico nelle Università del Paese. L’obiettivo – ha precisato il premier al-Maliki – è di “garantire la sicurezza di studenti e professori” negli atenei, dove si registra una “elevata tensione” a sfondo politico-confessionale.

 

L'Iran non risponderà prima della fine di agosto al pacchetto di incentivi offerto dalla Comunità internazionale in cambio della rinuncia all’arricchimento dell’uranio. Lo ha ribadito una fonte ufficiale iraniana a Bruxelles dove oggi vi sarà un incontro informale tra l'Alto commissario UE per la Politica estera, Javier Solana, e il capo negoziatore iraniano per il nucleare, Ali’ Lariani.

 

Ancora un capovolgimento nei risultati in Messico, dove procede il secondo spoglio dei voti delle elezioni presidenziali di domenica scorsa. Il leader conservatore, Felipe Calderon, è passato in leggero vantaggio sul candidato del Partito della rivoluzione democratica, Andres Lopez Obrador. Dopo lo scrutinio del 97,70% delle schede, Calderon conquista infatti il 35,60 % delle preferenze contro il 35,59 di Obrador. Solo in mattinata quest’ultimo aveva un vantaggio del 2,2% sul suo rivale. 

 

In Macedonia la maggioranza guidata dal Partito socialdemocratico è uscita sconfitta nelle elezioni politiche di ieri che, nonostante i disordini verificatisi nei giorni scorsi, si sono svolte tranquillamente. Mancano ancora i risultati definitivi, ma il premier Vlado Buckovski ha già ammesso la sconfitta. Secondo i primi risultati parziali pubblicati oggi, l’opposizione di centro-destra, guidata da Gruevski, ha ottenuto una grossa maggioranza di seggi. Ma questo risultato ha destato sorpresa nel Paese? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Risto Carajkov, corrispondente da Skopje per il sito ‘Osservatorio Sui Balcani’:

 

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R. – Ma … io direi di no. Si poteva prevedere che l’opposizione sarebbe stata in vantaggio; io penso che questa vittoria dell’opposizione stia seguendo un trend abbastanza chiaro in tutti i Paesi di transizione, dove praticamente nessuno resta al governo per più di quattro anni. Questo significa che quando gli elettori votano, di solito votano contro.

 

D. – Ecco: adesso questa formazione, l’opposizione, dovrà cercare degli alleati. E’ possibile fare previsioni?

 

R. – Da quello che hanno dichiarato ieri, hanno vinto con un margine abbastanza grande; sono vicini ad una maggioranza assoluta in Parlamento: la maggioranza assoluta sarebbe di 61 seggi, 61 mandati, di cui loro hanno detto di averne vinti circa 55. Penso che il partito di Arber Xhaferri sarà il partner albanese nel governo: questo partito sarà sufficiente per comporre il governo.

 

D. – Quali sono le urgenze che il nuovo governo dovrà affrontare nel Paese?

 

R. – Sicuramente, il problema economico è il maggiore del Paese, insieme all’alto tasso di disoccupazione che è vicino al 36 per cento: è un tasso elevatissimo! La nostra crescita economica è pari a zero, o per lo meno comunque molto più bassa che nel resto della regione. Gli altri Paesi intorno – la Serbia, l’Albania, la Bosnia – tutti hanno un tasso del 4 - 5 per cento, almeno. Invece, la Macedonia negli ultimi anni non ha proprio avuto crescita economica. Inoltre, non abbiamo investimenti stranieri, e questo è un fattore importante per la crescita economica e per l’occupazione. Poi, c’è il problema della corruzione, che negli ultimi anni è diventata sistemica …

 

D. – Comunque, bisognerà portare il Paese in Europa …

 

R. – Sì, esatto. Comunque, non cambia niente, perché l’integrazione nell’Unione Europea è l’obiettivo politico universale del Paese, di tutti i partiti e di tutti i cittadini. C’è un grande sostegno per il progetto europeo; noi speriamo che a parte gli incidenti all’inizio della campagna elettorale, l’Unione Europea nel futuro prossimo ci dia una data per iniziare i negoziati.

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Otto persone sono morte per l’esplosione di una bomba a bordo di un taxi a Tiraspol, in Transnistria, il territorio della Moldavia che si è dichiarato unilateralmente indipendente il 2 settembre del 1990. 

 

In Italia è polemica dopo gli arresti nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento dell’imam Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 febbraio del 2003. In manette sono finiti due dirigenti del Sismi, mentre un nuovo ordine di custodia è stato emesso per tre agenti della CIA e per un militare, che all’epoca dei fatti, prestava servizio all’aeroporto di Aviano. Intanto il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che invita il governo italiano “a chiedere l'estradizione dei 22 agenti della CIA” coinvolti nel rapimento, “al fine di agevolare il procedimento giudiziario in corso”. Strasburgo ha inoltre esteso per sei mesi il lavoro della commissione temporanea sui voli CIA: nella relazione si ritiene “inverosimile che taluni governi europei non fossero a conoscenza delle attività legate alle consegne speciali svolte nel proprio territorio”.

 

Nel quadro del processo di pace nella regione basca, al via in Spagna i primi incontri del Partito Socialista basco (PSE) con il Batasuna, il braccio politico dell’organizzazione separatista basca, ETA. Il segretario del partito, Lopewz, e il capo del Batasuna, Otegi si sono incontrati oggi in un Hotel di San Sebastien, nel nord del Paese, per la prima riunione dopo la messa al bando del partito basco nel 2003.

 

In Olanda sarà il premier uscente, Jan Peter Balkenende, a guidare il nuovo governo di transizione fino alle prossime elezioni politiche anticipate al 22 novembre prossimo, rispetto al calendario che la prevedeva a maggio 2007. Balkenende ha ottenuto ieri l'incarico dalla regina Beatrice, nella sua veste di capo dello Stato, dopo l’uscita dal governo del piccolo partito centrista, D66, che faceva parte della coalizione di maggioranza con cristiano-democratici e liberali.

 

Cina ed India hanno ristabilito i collegamenti via terra con la riapertura del passo di Nathu La, sulle montagne del Tibet. Importante punto di passaggio sulla Via della Seta, il passo è situato a 4.545 metri di altezza e separa la regione del Tibet dal Sikkim, il principato annesso all'India nel 1975. Il passo di Nathu La era chiuso dal 1962, quando Cina ed India si affrontarono in una sanguinosa guerra di confine.

 

Mondiali Germania 2006. Battendo il Portogallo, la Francia ha conquistato il suo posto in finale: domenica prossima a Berlino affronterà l’Italia. Sia il presidente francese Chirac che quello italiano Napolitano saranno presenti in tribuna per assistere all’incontro.

 

 

 

 

 

 

 

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