RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 182 - Testo della trasmissione di sabato 1 luglio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Al via oggi a Valencia
l’Incontro mondiale delle famiglie: ne parliamo con Salvatore Martinez
Il Vangelo di domani: il
commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
L’Osservatore Romano compie oggi 145 anni
Convegno
a Roma sui 20 anni del Centro di bioetica dell’Università Cattolica
Inaugurata
oggi la ferrovia più alta del mondo che collega la Cina col Tibet
In Iraq, 60 morti per un’autobomba esplosa vicino
ad un mercato di Baghdad
‘No’ di Israele al rilascio di mille detenuti
palestinesi in cambio della liberazione del soldato israeliano rapito domenica
scorsa
1 luglio 2006
STAMANI,
ALLA PRESENZA DEL PAPA, IL CONCISTORO
PER LA
CANONIZZAZIONE DI QUATTRO NUOVI SANTI.
I
QUATTRO BEATI, CHE VERRANNO CANONIZZATI IL PROSSIMO 15 OTTOBRE,
SONO
UN VESCOVO MESSICANO, UN SACERDOTE ITALIANO
E DUE
RELIGIOSE FONDATRICI DI CONGREGAZIONI
Si è svolto stamani, alla presenza del Papa - durante la
celebrazione dell’Ora Sesta – il Concistoro per il voto di Canonizzazione di
quattro Beati. La cerimonia di Canonizzazione, è stato stabilito nel
Concistoro, avrà luogo domenica 15 ottobre 2006. Per un profilo della vita e
delle opere dei Beati, illustrate oggi al Pontefice dal cardinale José Saraiva
Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il servizio di Alessandro
Gisotti:
********
(musica)
La Chiesa avrà quattro nuovi Santi, quattro luminosi
testimoni del Vangelo che hanno dedicato la propria vita al servizio dei più
deboli. Si tratta di Rafael Guízar Valencia, vescovo di Veracruz, grande
evangelizzatore del Messico, nel secolo scorso. Un apostolato, il suo, svolto
in anni difficili, durante il periodo della persecuzione religiosa. Il suo
ministero episcopale fu caratterizzato dall’impegno in favore di feconde
missioni popolari.
Vicina agli ultimi, in particolare agli ammalati, fu la
vita di don Filippo Smaldone, sacerdote napoletano, fondatore dell’Istituto
delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori e noto anche come “apostolo dei
sordomuti”. Operò durante gli anni in cui nasceva la nazione italiana, non
mancava mai di portare una parola di conforto agli ammalati negli ospedali.
Il 15 ottobre saranno canonizzate anche due religiose.
Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie diede impulso
all’educazione degli indigenti. A lei si deve, nel 1685, l’apertura della prima
scuola gratuita per bambine a Viterbo. Papa Clemente XI fu un grande estimatore
delle sue opere caritative. Oggi le Maestre Pie, fondate dalla futura santa,
sono diffuse in tutto il mondo.
Straordinaria anche la figura di Teodora Guérin,
fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Santa Maria “ad
Nemus”. Già da bambina amava pregare e a soli 10 anni confidò al parroco la
propria vocazione a consacrare la propria vita a Dio. Con la Congregazione da
lei fondata si fece promotrice di iniziative di assistenza ai poveri. La sua
missione fu particolarmente fruttuosa negli Stati Uniti.
(musica)
**********
UDIENZE
Il Santo
Padre ha ricevuto oggi l’arcivescovo
Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Concistoro ordinario pubblico.
Servizio estero - In evidenza l'Iraq: strage nel grande quartiere sciita
di Sadr City, a Baghdad.
Servizio culturale - Un articolo di Giuseppe Degli Agosti dal titolo
"Martino e l'arte europea": da oltre 1.600 anni il santo di Tours ha
ispirato opere di pittori e di scultori.
Servizio italiano - Competitività: il Governo vara a sorpresa misure per
la liberalizzazione del mercato. Nelle previsioni le famiglie risparmieranno
500 euro l'anno.
=======ooo=======
1 luglio 2006
AL VIA
OGGI A VALENCIA, IN SPAGNA, IL V INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE
-
Intervista con Salvatore Martinez -
Sono attese oltre un milione di persone al V
Incontro mondiale delle famiglie che si apre oggi a Valencia, in Spagna e
terminerà domenica 9 luglio con la Messa presieduta da Benedetto XVI. L’evento,
promosso dal Pontificio Consiglio per
**********
R. – La famiglia rappresenta per la Chiesa e nel mondo
l’espressione della Pentecoste d’amore, della Pentecoste permanente che lo
Spirito ci regala se siamo capaci di contemplare la bellezza dell’amore
sponsale e di come questo amore genera non soltanto vita, ma anche fede. Quindi
il tema “La trasmissione della fede” ci sta particolarmente a cuore. Questo evento
è caratterizzato da tante speranze e credo che i Movimenti, e tra questi il
Rinnovamento nello Spirito, vedano in questa opportunità una grazia speciale,
quella cioè di testimoniare il Vangelo della famiglia. Per noi una famiglia
rinnovata dallo Spirito, come piccola Chiesa domestica, ha tre grandi
opportunità: anzitutto rianimare la comunità cristiana; poi proteggere la Chiesa
dalle tante derive morali che il modernismo etico ed imperante continuamente
infligge; e, infine, salvare le nostre società che sembrano sempre più
insoddisfatte ed alimentano forme di individualismo che penalizzano, poi, la
vita stessa della famiglia. Quindi grandi attese, ma anzitutto la gioia e la
gratitudine al Signore per questa opportunità che ci è concessa.
D. – La famiglia è al centro degli interessi e
dell’impegno del Rinnovamento nello Spirito. Come avviene nel concreto tutto
questo?
R. – Riteniamo che la famiglia abbia una soggettività
ancora tutta da esplicitare. Ne abbiamo coscienza e ringraziamo Dio per i
frutti di conversione e di santificazione che possiamo constatare in due
progetti che vorrei segnalare. Il primo riguarda la Casa famiglia di Nazareth,
in Loreto: si tratta di un villino pontificio del ‘700 che dopo il Giubileo, in
collaborazione con la CEI, ci vede impegnati a promuovere attivamente corsi di
spiritualità familiare. Il secondo progetto che vorrei segnalare è in Sicilia,
dove una Fondazione del Rinnovamento nello Spirito sta recuperando un villino
rurale storico dei Fratelli Sturzo. La Sicilia è una terra connotata spesso per
i suoi ritardi, ma vogliamo segnare invece, forse, un primato: perché lì sta
nascendo una “città” ricostruita dai carcerati, nella quale le famiglie dei
carcerati si ricongiungeranno con i loro cari negli ultimi tre anni di
detenzione. Insieme diventeranno addirittura animatori della società civile.
Che a farlo siano famiglie così dimenticate, come appunto le famiglie dei
carcerati, ci sembra un grande segno di speranza.
D. – Ritornando al tema centrale dell’Incontro delle
famiglie a Valencia – “La trasmissione della fede” – c’è una via particolare
seguita nel Rinnovamento a questo riguardo?
R. – Intanto direi la preghiera prima di ogni cosa. Noi
crediamo che bisogna alimentare la presenza dello Spirito nella preghiera.
Direi poi lo studio della Parola di Dio e l’amore per la Parola di Dio sin
dalla più tenera età dei nostri figli. Bisogna dedicarsi all’educazione dei
figli sapendo che l’avvenire, non soltanto della famiglia cristiana, ma della
Chiesa, passa da questo gesto di responsabilità.
**********
MESSICO:
DOMANI ELEZIONI PRESIDENZIALI, PARLAMENTARI E LOCALI.
IL
PAESE DEVE SCEGLIERE TRA
I messicani si recheranno domani alle urne per una
cruciale tornata elettorale: i cittadini dovranno eleggere il nuovo presidente,
che succederà al conservatore Vicente Fox, rinnovare il Parlamento, e scegliere
governatori, sindaci e amministratori locali di alcuni Stati della Repubblica
federale, tra questi, il primo cittadino di Città del Messico. A contendersi la
massima carica dello Stato, secondo i sondaggi, sono Lopez Obrador, che appare
in leggero vantaggio e garantirebbe la svolta a sinistra del Paese, e il
candidato governativo Felipe Calderon. Il servizio di padre Ignacio Arregui.
**********
Nell’anno delle grandi elezioni in America latina, arriva
adesso il turno del Messico, il secondo Paese più grande del continente
latinoamericano, dopo il Brasile, per numero di abitanti. Non sono mancate
alcune importanti sorprese nelle elezioni presidenziali che si sono tenute
finora in Cile, Bolivia, Haiti, Costa Rica, Peru, Colombia. Nei prossimi mesi
si terranno, oltre che in Messico, in Brasile, Ecuador, Nicaragua e Venezuela.
Secondo i risultati delle elezioni celebrate negli ultimi anni si è confermata
una chiara tendenza politica verso sinistra tra presidenti latinoamericani.
Ma quale sinistra? Sono troppo evidenti le differenze per
pensare ad un unico modello politico. Sembra indiscutibile una certa simpatia
politica tra Fidel Castro, Chavez e Morales anche se, probabilmente, con una
chiara diversità di motivi e obiettivi. Ma che potrebbe succedere nel caso
venga eletto il candidato di centro-sinistra nel Messico? Secondo i sondaggi,
Lopez Obrador, di centro sinistra e Calderon di centro destra, sarebbero i
candidati più forti. Ma non pare che un Lopez Obrador, benché di sinistra,
secondo il suo passato politico e il suo programma elettorale possa formare un
quartetto con Chavez, Castro e Morales.
Il Messico, tuttavia, ha una sua realtà così grande che la
sua alleanza con altri Paesi sarà sempre una questione secondaria. Con il suo
immenso territorio di quasi due milioni di chilometri quadrati, equivale alla
superficie di cinque nazioni della UE: Francia, Spagna, Germania, Italia e
Regno Unito. I sui abitanti sono quasi 105 milioni, distribuiti in 31 Stati,
più un Distretto federale costituito fondamentalmente dalla capitale.
Il Messico è al 10° posto tra le più grandi economie mondiali
e al 5° tra i maggiori produttori di petrolio. Notevoli le sue risorse
naturali. La sua economia dipende in gran parte dai suoi scambi con gli Stati
Uniti e poi con il Canada, situazione consolidata a partire dalla firma del
NAFTA nel 1994. Sarebbero più di 25 milioni gli abitanti statunitensi di
origine messicana. L’alto indice di povertà, l’emigrazione verso gli Stati
Uniti con numerose vittime lungo i
**********
DALL’UNIVERSITA’
DI TERAMO UN MANIFESTO
PER STILARE LE REGOLE DELLO SPORT DI DOMANI
-
Intervista con il prof. Giuseppe Sorgi -
In pieno clima
di Mondiali di calcio, ma anche alla luce della vicenda “calciopoli” in Italia
e degli scandali doping che si continuano a registrare, si fa sempre più
pressante, da parte di chi pratica e di chi assiste agli eventi sportivi,
l’esigenza di un agonismo leale e pulito. A questo scopo la facoltà di Scienze
Manageriali e Giuridiche dello Sport dell’Università di Teramo promuove il
Manifesto di Atri, dal nome della cittadina abruzzese che ospita l’ateneo: una
sorta di tentativo di aprire un dibattito globale in Italia per far partire un
progetto di “Costituente” dello sport. Di questo progetto Giancarlo La Vella ha
parlato con Giuseppe Sorgi, preside della facoltà:
**********
R. – Il Manifesto di Atri mette a disposizione del mondo
sportivo le proprie competenze e, quindi, in questo momento di crisi fa questo
richiamo alla necessità di un ritorno e di una creazione di regole per
affrontare insieme – ai tecnici, agli esperti e agli operatori dello sport – il
problema e cercare di risolverlo.
D. – Lo sport ha bisogno, secondo lei, di nuove regole o
di far funzionare quelle che già ci sono?
R. – Lo sport senza regole non è sport e quindi le regole
fanno parte del gioco. Credo, però, che ci sia bisogno proprio di una nuova
visione da un punto di vista etico dell’uomo, della persona che si impegna nei
rapporti tra culture diverse. C’è tutto un insieme di concetti che vanno
affrontati.
D. – Il Manifesto di Atri si articola in vari punti: lo
sport come cultura, economia e istituzione. Quale, secondo lei, va maggiormente
promosso e quale ridimensionato?
R. – Secondo me, lo sport è cultura: la cosa principale è
questa. C’è anche la questione dello sport e dell’economia, nel senso dello
sport che viene considerato come un’impresa, come un’azienda: ma lo sport non può
essere visto solo da questa angolazione, proprio perché lo sport è un fenomeno
complesso. L’altro elemento è quello dello sport come istituzione, lo sport va
cioè governato in maniera seria.
D. – Prof. Sorgi, sembra quasi che lo sport nel corso dei
decenni, quasi per migliorarsi, abbia accettato dei compromessi, che sono poi
diventati vere e proprie piaghe, tra queste quella del doping. E’ dunque
importante tornare ad uno sport pulito, ad uno sport leale…
R. – Lo sport è un gioco sì, ma con delle regole, che
vanno rispettate. Il mezzo tecnico, diciamo anche la medicina, in qualche modo
falsa la naturalità, la bellezza stessa dello sport. In questo senso è, quindi,
necessario un ritorno alla realtà. Per noi cattolici il problema dell’etica è
un problema fondamentale e non soltanto riguardo al problema del fair play, ma
soprattutto riguardo al rispetto dell’altro, dell’avversario, delle regole. Si
tratta di un insieme di comportamenti che vanno maggiormente chiariti.
D. – Assistiamo in questi giorni ad una grande
manifestazione come quella del Mondiale di calcio, in concomitanza con il Tour
de France per il ciclismo. Queste grandi manifestazioni possono entrare in
quelle che sono i valori esposti dal Manifesto di Atri?
R. – In fondo sì, perché rientra sempre il discorso dello
sport e cultura. Un altro problema fondamentale è quello della
interculturalità: con le Olimpiadi o con i Mondiali di calcio, c’è sempre la
possibilità di far incontrare diverse culture ed è importante riconoscere
nell’avversario il fratello, l’altro, la persona con la quale –
indipendentemente dal colore o dalla cultura – si compie il gesto sportivo.
**********
=======ooo=======
Domani 2 luglio, 13a Domenica del Tempo Ordinario,
“Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico, alzati!”.
E, tra lo stupore di tutti, subito la fanciulla si alzò,
mettendosi a camminare. Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del
teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
**********
(musica)
Un padre con la figlia morente è un’immagine tipica della
situazione dell’umanità dopo il peccato. L’uomo sperimenta continuamente
l’insufficienza della vita. Vorrebbe dare la vita, ma sperimenta sempre che non
può darla perché non è lui la fonte. L’uomo sente ogni giorno avvicinarsi la
morte perciò in qualche modo proietta nella propria discendenza la speranza di
vincerla e di affermare la propria vita. Ma la stessa discendenza, cioè la
figlia di Giairo, sta per morire ancora prima del padre. Il capo della sinagoga
si rivolge a Cristo, magari non in piena consapevolezza, ma lui fa il passo cui
la sinagoga conduce: mantenere viva la fede nella promessa di Dio di mandare il
Messia. Ancora una volta, vediamo che lo scenario ideale per incontrare Cristo
è la necessità della salvezza: non camuffare la propria fragilità, non
nascondere la propria incapacità, non imbiancare i sepolcri, ma partire dalla
nostra situazione, innalzare il grido e la preghiera al Signore che viene.
(musica)
**********
=======ooo=======
1 luglio 2006
Le più gravi domande cui l’Europa e i cristiani sono
chiamati a dare risposte sono state al centro del 34.mo incontro dei Segretari
generali
delle Conferenze Episcopali d’Europa, a Lubiana dal
24 al 27 giugno.
pubblicato oggi il documento finale
- A
cura di Fausta Speranza -
**********
LUBIANA. = Con lo spessore dell’esperienza delle
Conferenze episcopali di 35 Paesi, i Segretari generali si sono confrontati su
migrazioni, islam, rapporto tra Stato-Chiesa, laicità, famiglia, ecumenismo.
Per tutti questi temi sono importanti i passi che l’Unione Europea potrà
compiere per superare la fase di crisi e scetticismo degli ultimi anni. E
l’invito emerso è di dare, “con una determinazione rinnovata”, “un quadro
stabile e un’identità” che superi una certa paura del futuro. Certamente le
decisioni che
**********
in india Aggredite e arrestate quattro suore
missionarie
della carità
mentre visitavano i malati in ospedale.
L’accusa è di voler convertire i moribondi
TIRUPATI. = Una folla di fanatici indù ha aggredito,
giovedì scorso, in un ospedale indiano quattro suore Missionarie della Carità e
facendole arrestare dalla polizia locale con l’accusa di voler convertire i
moribondi. L’aggressione – afferma l’agenzia Asia News - è avvenuta durante la
visita settimanale delle religiose nell’ospedale della città-santuario indù di
Tirupati, nello Stato meridionale dell’Andra Pradesh. Le quattro religiose,
tutte intorno ai 35 anni, erano infatti all’interno dell’ospedale governativo
di Ruia, dove sono solite passare del tempo con i malati terminali di Aids. Un
gruppo composto da circa 50 fanatici dell’Hindu Dharma Parirakshana Samithi,
Gruppo per la difesa della religione indù, è entrato con la forza
nell’ospedale, dove ha bloccato le quattro religiose. La folla è cresciuta
rapidamente costringendo le suore a rimanere chiuse dentro fino alle otto e
mezza di sera. A quel punto sono arrivati gli agenti di pubblica sicurezza, che
le hanno portate nella stazione di polizia locale. “L’attacco – commenta
l’arcivescovo Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana -
è un fatto tragico, che sconvolge la comunità indiana e deve essere condannato
con forza. Il tutto è ancora più grave se si pensa che queste religiose sono
conosciute in tutto il mondo per il loro altruismo e per la dedizione con cui
servono i poveri”. Inoltre - spiega ad AsiaNews mons. Marampudi Joji,
arcivescovo metropolita di Hyderabad – “le religiose hanno il permesso del governo
per queste visite, che hanno compiuto ogni domenica negli ultimi 20 anni. Le
suore, comunque, sono state liberate in serata. Il giorno successivo sono state
accompagnate dalla loro superiora al commissariato esibendo i documenti che
autorizzano le visite. (E.B.)
L’Osservatore Romano
compie oggi 145 anni
CITTA DEL VATICANO. = Un articolo apparso sull’edizione
odierna, firmato da Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio,
ripercorre le tappe più significative di questo importante traguardo. Non si
tratta solo di ricercare l’ufficialità del singolo articolo – scrive Riccardi -
ma ciò che importa sottolinare è la capacità del mezzo, nonostante i cambiamenti
storico-sociali, “di restare uno strumento al servizio del Magistero e
dell’Unità della Chiesa”. In tempi di difficili comunicazioni, quando non c’era
ancora la televisione, il giornale – sottolinea Riccardi – “ha portato la
parola del Papa a tutti e in tutto il mondo”. L’Osservatore – prosegue
l’articolo - ha voluto essere fin dall’inizio anche un giornale romano e
italiano, e molto attento alle vicende del mondo contemporaneo europeo ed
extraeuropeo. Il pubblico italiano – afferma – ha infatti trovato sulle pagine
del giornale “un’informazione internazionale che non aveva a disposizione su
molta stampa nazionale”. Riccardi osserva inoltre come il vecchio quotidiano
sia entrato nell’era della globalizzazione per i viaggi di Giovanni Paolo II e
per il grande Giubileo del 2000: nuovi eventi che hanno richiesto un nuovo modo
di comunicazione. L’articolo, che richiama le nuove sfide che attendono il
giornale nel terzo millennio, conclude riportando il profilo tracciato da
Giovanni Paolo II, per i 140 anni della testata: l’Osservatore “deve dare una
visione cosmica della vita della Chiesa fortemente legata alla cattedra di
Pietro” ma non trascurando “l’immagine di una Chiesa aperta alle attese del
mondo”, chiamata ad essere sacramento di unione con Dio e unità del genere
umano. (E. B.)
A 20
ANNI DALLA NASCITA DEL CENTRO DI BIOETICA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA, IERI A
ROMA, IN UN CONVEGNO, E’ STATO TRACCIATO UN BILANCIO DELLE SUE ATTIVITÀ
ROMA. =
“Un punto di riferimento autorevole e documentato, un interlocutore credibile e
indispensabile anche alla cultura laica”: il rettore dell’Università Cattolica
Lorenzo Ornaghi il Centro di bioetica dell’ateneo giunto a due lustri di
attività. Ieri, in un convegno, il bilancio di questi venti anni di ricerche e
studi. A fondare il Centro di bioetica nel 1985 è stato mons. Elio Sgreccia,
autore anche di un manuale che è stato il testo fondamentale della cattedra di
Bioetica della Cattolica. La materia propria di quest’ultima “deve far dialogare
discipline diverse e unire la parte descrittiva-sperimentale con quella
antropologica- filosofica e successivamente con la prospettiva etico -
applicativa”: ha spiegato mons. Sgreccia, precisando che lo scopo è giungere a
ciò che è il bene comune e capire quanto
l’etica deve rifiutare e quanto deve essere sanzionato o difeso dalla legge. E
non poteva non essere affrontato ieri il tema della ricerca libera e finanziata
sugli embrioni, che mons. Sgreccia ha definito un “delitto contro la vita … tra
l’altro inutile” perché per la ricerca “sono efficaci anche le cellule
somatiche, cioè adulte”. Si è espresso diversamente Eugenio Lecaldano,
professore di filosofia morale dell’università
AL via nei prossimi giorni IL PRIMO MASTER
UNIVERSITARIO
PER STUDENTI provenienti da PAESI IN VIA DI SVILUPPO
organizzato
tra gli altri dalla caritas di roma
ROMA. = Nasce a Roma il Master
in “Global development and social justice” (Sviluppo umano e giustizia sociale)
rivolto a studenti di Paesi in via di sviluppo organizzato dalla Caritas diocesana
della capitale in collaborazione con
Un miracolo nella storia ferroviaria della Cina. Così
il presidente cinese, Hu Jintao, ha definito
- A
cura di Eugenio Bonanata -
**********
PECHINO. = E’ un’opera mastodontica quella inaugurata dal
presidente cinese, Hu Jintao, oggi alla stazione di Golmund. La linea
ferroviaria, che collega per la prima volta il Tibet al resto della Cina, è la
più alta del mondo: transita a poco più di 5 mila metri di altezza superando
così la linea peruviana delle Ande che arriva ‘solo’ – si fa per dire – a 4.800
metri. Nell’ultimo tratto che raggiunge la città di Lhasa, in Tibet, - poco più
di mille chilometri – si viaggia mediamente sopra quota 4 mila metri. Per
questo sono state impiegate tecniche di costruzione all’avanguardia come
carrozze pressurizzate e bombolette di ossigeno in ausilio dei passeggeri che
soffrono l’altitudine. Tra le altre misure messe a punto dagli ingegneri
cinesi, c’è anche, un sistema di termometri interrati sui binari che segnalerà
per tempo eventuali aumenti della temperatura per prevenire smottamenti e incidenti.
Il primo convoglio verso il Tibet trasporta 600 passeggeri, mentre sono 700
quelli che, nello stesso tempo, compiono il percorso inverso, verso Pechino. Il
presidente cinese ha sottolineato che la struttura – che copre i 4.064 chilometri
della tratta Pechino-Lhasa in poco meno di 48 ore - servirà ad “accelerare lo
sviluppo economico” e a “rafforzare i legami tra le diverse etnie”. Tuttavia
sono state molte le critiche. Secondo diversi gruppi tibetani – che hanno
organizzato molte manifestazioni di protesta in India - la nuova linea serve,
invece, solo ad accrescere il controllo di Pechino sulla regione: si teme
soprattutto un’ondata di immigrazione da parte di etnie cinesi che – affermano
– metteranno i tibetani ai margini della società. Contro la costruzione hanno
protestato anche gruppi ecologisti, che sottolineano come la ferrovia possa
alterare il delicato ecosistema della regione, che è un paradiso naturale
finora inaccessibile. (E. B.)
**********
=======ooo=======
1 luglio 2006
- A cura di
Amedeo Lomonaco -
Ancora decine di morti in Iraq, in seguito ad un
attentato della guerriglia compiuto in un mercato del principale quartiere
sciita di Baghdad. Sempre nella capitale, sono state rapite una parlamentare
irachena e sette sue guardie del corpo. Il nostro servizio:
**********
Non c’è tregua in Iraq: dopo l’uccisione del capo
di Al Qaeda, Al Zarqawi, e l’avvio del piano di riconciliazione proposto dal
premier Al Maliki, il Paese arabo continua ad essere scosso dalla violenza:
un’autobomba è esplosa nel principale quartiere sciita di Baghdad, Sadr City,
provocando almeno 60 morti. L’attacco arriva il giorno dopo
l’ultimo messaggio di Osama Bin Laden nel quale lo sceicco definisce Al Zarqawi
“un martire” e chiede ai militanti sunniti di vendicare la sua uccisione. Non
si può stabilire, con certezza, se l’odierno attentato condotto a Sadr City sia stato una vendetta, ma sulle
dinamiche non sembrano esserci dubbi: l’obiettivo era una pattuglia di agenti e tra le vittime ci sono, oltre a
diversi poliziotti, anche molti civili che si recavano a un mercato poco
distante. E proprio la popolazione civile è la più colpita dagli attacchi dei
ribelli: il ministero dell’Interno ha reso noto che, nel mese di giugno, almeno
887 civili sono rimasti uccisi in seguito ad azioni terroristiche della
guerriglia. I ribelli continuano, poi, a prendere di mira anche esponenti del
mondo politico: una deputata sunnita del Parlamento iracheno e sette sue
guardie del corpo sono state sequestrate a Baghdad da un gruppo di uomini armati.
Da segnalare, inoltre, che il comando americano a Baghdad ha aperto
un’inchiesta su cinque militari statunitensi accusati di aver assassinato 4
civili, tra i quali una donna che sarebbe stata violentata prima di essere
uccisa. L’Amministrazione americana ha offerto, infine,
una ricompensa di 5 milioni di dollari a chi è in grado di fornire informazioni
utili per la cattura di Al Masri, nuovo capo di al Qaeda in Iraq.
**********
In Afghanistan, due razzi hanno colpito la più importante
base militare internazionale del Paese, a Kandahar. Sette soldati, tra cui due
canadesi, e tre impiegati non afghani sono rimasti feriti.
In Medio Oriente, il governo israeliano ha respinto la
richiesta dei militanti palestinesi che tengono in ostaggio il soldato
israeliano rapito domenica scorsa, di liberare mille detenuti e porre fine alle
operazioni militari a Gaza. Un vice ministro palestinese ha reso noto, inoltre,
che il militare dello Stato ebraico sequestrato è ferito. E’ stato smentito,
poi, il rapimento di un altro soldato israeliano, annunciato dalle Brigate Al
Aqsa. Nei Territori, intanto, la situazione umanitaria è sempre più grave.
Ascoltiamo, al microfono di Adriana Masotti, il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista
Pizzaballa:
**********
R. - La gente di Gaza è molto preoccupata e vive molto
male perché Gaza, di fatto, è chiusa già da diversi giorni; ci sono stati degli
attacchi e la gente, ovviamente, ha paura.
D.- Lamentano soprattutto carenze anche nell’erogazione di
corrente elettrica, di acqua, di combustibile…
R. - Si, quando i Territori sono chiusi in maniera così
ermetica per motivi di sicurezza, e ci sono questi attacchi, ci sono sempre
delle ripercussioni. Io prevedo che questa situazione, caratterizzata da una
così grave tensione, non possa durare tanto a lungo. Però, in questo momento, è
sicuramente molto critica.
D. - Da parte di Hamas si dice che non ci sarà nessuna
concessione e, d’altra parte, si profila forse una mediazione egiziana. Lei sa
qualche cosa a questo riguardo?
R. - Si, noi siamo certi che l’Egitto è molto coinvolto;
la mediazione egiziana è un dato di fatto reale ed è l’unica mediazione
concreta nella regione. Io non avrei proprio paura delle dichiarazioni degli
uni e degli altri perché sono a scopo mediatico. Bisogna poi vedere cosa realmente
accade nei tavoli di negoziazioni dietro le quinte. Sicuramente, Israele è
molto arrabbiato e deve dimostrare anche ai suoi cittadini il polso duro;
dall’altro lato, Hamas non vuole perdere la faccia. Sembra una situazione senza
sbocchi.
D. - Secondo il premier palestinese Haniyeh, non c’è
soltanto la questione del soldato, ma c’è un’alleanza più vasta contro il
popolo palestinese per distruggere il governo. Può essere vero?
R. - Che ci siano pressioni riguardo al governo di Hamas,
questo è molto vero. Questo sia da parte della comunità internazionale che
anche interna. Nel passato, anche recente, ci sono state forti tensioni interne
e questo è un dato di fatto.
**********
L’Ucraina potrebbe di nuovo
interrompere le forniture di gas ai Paesi occidentali il prossimo inverno.
L’allarme viene dal vice presidente della compagnia ‘Gazprom’, Alexander
Ryazanov, secondo cui “la rete di trasporto del gas nel Paese non è ben
controllata”. L’unico modo di rendere più affidabili gli approvvigionamenti per
l’Europa, sostiene il vice presidente di ‘Gazprom’, è quello di “creare un
consorzio paritario tra Russia e Ucraina per il trasporto del gas naturale”. Il Turkmenistan, intanto, ha
annunciato che taglierà le forniture di gas naturale alla Russia, a partire dal
prossimo settembre, dopo due falliti tentativi di raggiungere un nuovo accordo
per la seconda parte di quest’anno e del 2007. Secondo diversi osservatori,
l’Europa si troverà a fronteggiare, probabilmente nel prossimo inverno, una
nuova crisi del gas analoga a quella scoppiata lo scorso mese di gennaio.
La Finlandia è da
oggi, e per sei mesi, presidente di turno dell’Unione Europea. Ieri il premier
Vanhanen ha tracciato la sua analisi sulle istituzioni europee e la crisi che
domina i cittadini del vecchio Continente. Da Helsinki, il servizio di Giovanni
Del Re:
**********
L’Europa ha perso
legittimazione e occorre far capire ai cittadini che l’Unione è necessaria e
porta benefici. E’ in sostanza il principio da cui parte la presidenza
finlandese che prende l’avvio proprio oggi. A spiegarlo è stato lo stesso
premier Matti Vanhanen, il quale ha affermato che la
Finlandia punta alla trasparenza e all’efficienza delle Istituzioni per convincere
i cittadini. Quando si dice l’efficienza si pensa anzitutto alla crisi
istituzionale creata dal blocco della Costituzione europea. Ma c’è chi vuole
anche una politica estera dell’UE più coerente. Il mondo esterno, ha avvertito
il premier, non aspetta. L’occhio è rivolto anzitutto ai rapporti con la
Russia: occorre rafforzarli, ha dichiarato Vanhanen. Non a caso il presidente
Vladimir Putin è stato invitato al Consiglio europeo informale che avrà luogo
nei pressi della capitale finlandese il 20 ottobre. Al centro la questione
energetica, altro tema molto alto nell’agenda dei finlandesi. Infine un occhio
anche all’allargamento, Helsinki non fa mistero della preoccupazione per un
possibile stop ai negoziati con la Turchia. Un arresto non è da escludere, ha
dichiarato infatti il premier.
Da Helsinki, per Radio
Vaticana, Giovanni Del Re
**********
In Bolivia, oltre 3,7 milioni di boliviani sono chiamati,
domani, alle urne per eleggere 255 membri dell’Assemblea costituente. Si vota
anche per il referendum sull’autonomia
amministrativa ed economica dei nove dipartimenti del Paese. Il servizio
di Luis Badilla:
**********
In queste due consultazioni, il progetto politico del
presidente boliviano, Evo Morales, si gioca buona parte del suo successo
futuro. Appare scontato che il partito di Morales riuscirà ad ottenere la
maggioranza dei deputati e, dunque, con ogni probabilità sarà in grado di far
redigere una carta costituzionale capace di “rifondare la Bolivia e liberarla
dal neoliberismo”, come ha detto pochi giorni fa il neo capo di Stato. Non
sembra però così scontato che il presidente Morales possa ottenere una vittoria
anche nel referendum federale: per questo appuntamento ha chiesto di votare
“no” poiché - ha detto - é promosso da “gruppi oligarchici di Santa Cruz”.
Secondo i sondaggi, il “no” dovrebbe vincere nei dipartimenti in cui Morales è
più forte: La Paz, Cochabamba, Oruro, Potosì e Chuquisaca. I “si”' prevarrebbero,
invece, a Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija, dove si trovano quasi il 90 per
cento delle riserve di gas boliviano. Secondo gli osservatori, i costituenti
non potranno evitare di tener conto del risultato del referendum. Lo scorso 3
maggio, la Conferenza episcopale della Bolivia ha definito l’Assemblea
costituente “una grande speranza, poiché dovrebbe portare ad una nuova
Costituzione che, legittimata con il consenso dei cittadini, “renderà possibile
una società più fraterna e pacifica”. In concreto, nel loro documento, i
presuli boliviani si pronunciano sul futuro dei rapporti tra Chiesa, società e
Stato e si soffermano ampiamente sull’articolo numero 3 dell’attuale Carta
costituzionale. I vescovi, in particolare, si riferiscono alla libertà
religiosa, alla realtà religiosa del popolo boliviano, all’autonomia –
nell’indipendenza e nella collaborazione – tra Stato e Chiesa, e infine, allo
stato giuridico.
**********
Al via oggi a Banjul, capitale del Gambia, il
settimo vertice ordinario dell’Unione africana (UA). Sono attesi più di 50 capi
di Stato e di governo. All’ordine del giorno, la situazione del Darfur e della
Somalia. Partecipano al summit, tra gli altri, anche il segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan; il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad; quello
venezuelano, Hugo Chavez.
=======ooo========