RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 181 - Testo della trasmissione di venerdì 30 giugno 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Difendere quei valori irrinunciabili come famiglia e vita umana che sono l’anima dei popoli: così Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore dell’Uruguay presso la Santa Sede

 

Incontro festoso oggi nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, tra il Papa e gli arcivescovi metropoliti che ieri hanno ricevuto il Pallio, accompagnati da familiari, amici e rappresentanti delle loro diocesi

 

Il Papa decide l’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano, a partire da settembre, per i documenti relativi al Pontificato di Pio XI

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il commercio illecito delle armi leggere è una minaccia alla pace e allo sviluppo dei popoli: così, mons. Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU: ai nostri microfoni Riccardo Troisi

 

Inizia domani a Valencia, in Spagna, il quinto Incontro mondiale delle famiglie, che si chiuderà con la visita del Papa l’8 e 9 luglio: ce ne parla Jaume Castro

 

Il commento di un monaco camaldolese all’appello del Papa ai giovani ad approfittare dell’estate per utili esperienze sociali e religiose: intervista  con Umberto Cortoni

 

I film dei nuovi registi argentini alla 42.ma Mostra internazionale del nuovo cinema, in corso a Pesaro fino al 2 luglio: con noi Giovanni Spagnoletti

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Una grave trasgressione etica”. Così i vescovi francesi definiscono la recente approvazione da parte del Parlamento europeo della ricerca sulle cellule staminali embrionali

 

I vescovi ungheresi e slovacchi hanno firmato una lettera di perdono e riconciliazione reciproca per guarire “le ferite del passato”

 

E’ morto in Cina mons. Guo Wenzhi, vescovo emerito della diocesi di Qiqihar. Era molto amato e rispettato da fedeli e sacerdoti

 

Al via in Calabria le celebrazioni per il V centenario della morte di San Francesco da Paola, fondatore dei Minimi e Patrono della regione e dei marittimi

 

In Costa d’Avorio i vescovi annunciano il lancio di una radio nazionale e di un quotidiano al servizio della comunità cattolica

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuovi raid israeliani nella Striscia di Gaza: centrati gli uffici del ministero dell’Interno

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

30 giugno 2006

 

 

DIFENDERE QUEI VALORI IRRINUNCIABILI COME FAMIGLIA E VITA UMANA

 CHE SONO L’ANIMA DEI POPOLI: COSI’ BENEDETTO XVI NEL DISCORSO

 AL NUOVO AMBASCIATORE DELL’URUGUAY PRESSO LA SANTA SEDE

 

La valorizzazione della famiglia, la difesa della vita umana, il sostegno della Chiesa ai poveri in particolare dei migranti: questi i tre temi forti al centro del discorso del Papa al nuovo ambasciatore dell’Uruguay presso la Santa Sede, Mario Juan Bosco Cayota Zappettini, ricevuto stamani in udienza per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“I valori più alti, radicati nel cuore delle persone” sono “come l’anima dei popoli”: così, Benedetto XVI ha messo l’accento sull’importanza di quei valori non negoziabili come vita e famiglia, fondamento del pieno sviluppo della dignità dell’uomo. Il Papa ha espresso, dunque, preoccupazione per “alcune tendenze che tentano di limitare il valore inviolabile della stessa vita umana dal concepimento alla morte naturale”. Si è poi soffermato sulle minacce che insidiano il matrimonio tra uomo e donna e la famiglia. La Chiesa, ha ribadito, “promuove la cultura della vita” e “non solo per motivi strettamente confessionali”. Sono preoccupazioni quelle della Chiesa, ha aggiunto, condivise da molti anche “per ragioni etiche e razionali”.

 

Il Pontefice ha così rilevato che esistono alcuni “mezzi di comunicazione che denigrano o ridicolizzano l’alto valore del matrimonio e della famiglia”. E così facendo favoriscono “l’egoismo e il disorientamento, invece della generosità e del sacrificio necessari per mantenere questa autentica cellula primaria della comunità umana”. Quindi, ha ribadito che la famiglia va aiutata “ad assolvere i propri compiti indispensabili”. D’altro canto, ha avvertito che vanno “rispettati i diritti propri” della famiglia “che non possono essere dissipati in presenza di altre forme di unione che pretendono di usurparla”.

 

Benedetto XVI ha così rivolto il pensiero al problema della povertà. Il processo della globalizzazione, ha constatato, ha creato “nuove possibilità, ma anche nuovi rischi, che vanno affrontati di concerto dalle nazioni”. In particolare, i governi devono rispettare i diritti umani, “specie di quegli emigranti forzati a lasciare la propria terra in cerca di una migliore condizione di vita”. In tale contesto, ha concluso, la Chiesa considera “l’esercizio della carità come una dimensione essenziale della sua missione”. Per questo, la Chiesa collabora con le diverse istituzioni pubbliche, “affinché a coloro che cercano un aiuto, non sia mai negata una mano amica per superare le difficoltà”.

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Il nuovo ambasciatore dell’Uruguay presso la Santa Sede, Mario Juan Bosco Cayota Zappettini, è nato nel 1936 a Montevideo. Sposato, cinque figli, è laureato in filosofia. E’ attualmente vicepresidente del Partito Democratico Cristiano e direttore del “Centro Francescano di Documentazione Storica” per l’America Latina. Ha ricoperto l’incarico di Ministro dell’Ordine Francescano Secolare in Uruguay.

 

 

INCONTRO FESTOSO OGGI NELL’AULA PAOLO VI, IN VATICANO, TRA IL PAPA

 E GLI ARCIVESCOVI METROPOLITI CHE IERI HANNO RICEVUTO IL PALLIO,

ACCOMPAGNATI DA FAMILIARI, AMICI E RAPPRESENTANTI DELLE LORO DIOCESI

 

Festoso incontro oggi nell’Aula Paolo VI in Vaticano tra il Papa e gli arcivescovi metropoliti cui ieri ha imposto il Pallio durante la Messa nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo. I presuli erano accompagnati dai familiari, gli amici e una folta rappresentanza delle loro comunità diocesane. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Gioia e affetto sono i due sentimenti che hanno caratterizzato l’incontro nell’Aula Paolo VI. Tra gli arcivescovi che ieri hanno ricevuto il Pallio figurano anche due porporati: il cardinale Crescenzio Sepe, nuovo arcivescovo di Napoli, e il cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas. Dei 27 metropoliti 11 provengono dalle Americhe, 8 dall’Europa, 5 dall’Africa, 3 dall’Asia:

 

“La diversa loro provenienza manifesta l’indole cattolica della Chiesa: da ogni parte della terra i fedeli delle diverse Chiese particolari si sentono uniti alla Sede di Pietro con un singolare vincolo di comunione, che è ben espresso anche dall’insegna liturgica del Pallio rivestito dai loro Metropoliti”.

 

Il Papa approfondisce il significato del Pallio: una stola fatta con la lana di agnello, “simbolo di Gesù, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo e Buon Pastore” che vigila sul suo amato gregge. Il Signore  - ha detto il Papa - continua “a prendersi cura del suo popolo, non lasciando mancare ad esso pastori e guide sicure”:

 

“Non possiamo non prendere consapevolezza che ciascuno di noi, secondo la propria vocazione, è chiamato a lavorare solertemente nella sua vigna, per essere tutti membra vive del suo Corpo mistico che è la Chiesa. Siamo infatti ‘impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale - ricorda l’apostolo Pietro -per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo’ ”.

 

Il Papa, infine, invoca l’intercessione di Maria, Madre della Chiesa, perché aiuti i pastori “ad essere sempre fedeli” alla loro missione.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Papa stamani ha ricevuto in successive udienze anche il sig. Woon Walter, ambasciatore di Singapore, in visita di congedo, il sig. Grygorii Fokovych Khoruzhyi, ambasciatore di Ucraina, in visita di congedo, e l’arcivescovo Leopoldo Girelli, nunzio apostolico in Indonesia, con i familiari. Nel pomeriggio il Papa riceverà il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Ootacamund (India) il rev. Arulappan Amalraj, già Rettore del "Good Shepherd Seminary" di Coimbatore.  Il rev. Arulappan Amalraj, è nato il 4 dicembre 1953, nel Distretto di Nilgiris, nello Stato di Tamil Nadu, diocesi di Ootacamund. È stato ordinato sacerdote il 26 dicembre 1980. Ha compiuto gli studi a Roma per la Licenza e il Dottorato in Teologia Dogmatica, presso la Pontificia Università di San Tommaso.

 

 

IL PAPA DECIDE L’APERTURA DELL’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO, A PARTIRE

DA SETTEMBRE, PER I DOCUMENTI RELATIVI AL PONTIFICATO DI PIO XI

 

Benedetto XVI ha deciso che dal prossimo 18 settembre, con la ripresa dell’attività dell’Archivio Segreto Vaticano e degli altri Archivi della Santa Sede dopo le ferie estive, sia resa accessibile ai ricercatori tutta la documentazione relativa al Pontificato di Pio XI, cioè dal 6 febbraio 1922 al 10 febbraio 1939. “Tale apertura” – rileva un comunicato dell’Archivio - era stata “già auspicata da Giovanni Paolo II” e “rende disponibili alla ricerca storica, entro i limiti dei regolamenti, tutte le fonti documentarie fino a febbraio 1939 conservate nelle diverse serie degli Archivi della Santa Sede e principalmente nell’Archivio Segreto Vaticano e nell’Archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato (già Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari). La consultazione dei Fondi dell’Archivio della Seconda Sezione della Segreteria di Stato – conclude il comunicato - avverrà presso l’Archivio Segreto Vaticano”.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - "Il martirio dei Santi Pietro e Paolo atto di nascita della Chiesa di Roma": Benedetto XVI presiede, nella Basilica Vaticana, la solenne Concelebrazione Eucaristica per la benedizione e l'imposizione dei palli.

 

Servizio vaticano - Il discorso del Papa al nuovo ambasciatore dell'Uruguay.

 

Servizio estero - Stati Uniti: la Corte Suprema stabilisce l'illegittimità dei tribunali militari speciali istituiti per i detenuti di Guantanamo.  

 

Servizio culturale - Un articolo di Andrea Riccardi sui 145 anni de "L'Osservatore Romano".  

 

Servizio italiano - In primo piano un articolo dal titolo "Un altro tragico rifiuto della vita nascente": una donna ha partorito una bambina a Scorzè, nel Veneziano, e poi l'ha gettata in un cassonetto.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

30 giugno 2006

 

 

IL COMMERCIO ILLECITO DELLE ARMI LEGGERE E’ UNA MINACCIA ALLA PACE

E ALLO SVILUPPO DEI POPOLI: COSI’, MONS. CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE

 PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO L’ONU, INTERVENUTO

 AL PALAZZO DI VETRO SUL PROGRAMMA D’AZIONE PER SRADICARE

IL TRAFFICO ILLEGALE DI ARMI LEGGERE

- Intervista con Riccardo Troisi -

 

“Il commercio illecito delle armi leggere è una minaccia alla pace, allo sviluppo e alla sicurezza”. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU intervenuto, in questi giorni, a New York alla 60.ma assemblea generale delle Nazioni Unite sull’esame dei progressi circa l’attuazione del programma di azione per sradicare il commercio illegale di armi leggere. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La Santa Sede richiede uno sforzo comune “non solo per combattere il traffico illecito di armi, ma anche quelle attività ad esso collegate come il terrorismo e il crimine organizzato”. Lo ha affermato l’arcivescovo Celestino Migliore al Palazzo di Vetro, aggiungendo che le armi “non possono essere trattate come beni commerciali qualsiasi”. E questo, ha avvertito, in ragione del fatto che esiste una stretta connessione “tra armi e violenza”, “armi e distruzione”. Il presule ha espresso sostegno al Programma di azione per sradicare tale piaga e alla Dichiarazione di Ginevra sulla violenza armata e lo sviluppo, adottata il 7 giugno scorso con l’impegno di 42 Paesi a promuovere maggiori controlli sul commercio degli armamenti.

 

Mons. Migliore ha poi aggiunto che la comunità internazionale deve cogliere l’opportunità per “riconoscere le connessioni tra disarmo, sviluppo e questioni umanitarie”. Di qui, l’invito ai governi ad impegnarsi in programmi e strategie che “riducano la domanda di armi”. Questo commercio, infatti, “ha un impatto scandaloso sulle società più deboli e soprattutto sui bambini”. Mons. Migliore si è soffermato proprio sull’infanzia, prima vittima dei conflitti. “La Santa Sede – ha dichiarato – ha a cuore la condizione dei bambini afflitti dalle guerre” e ritiene fondamentale la reintegrazione nella società dei bambini soldato e la loro riunificazione con le famiglie.

 

 “Sarebbe utile – ha proseguito – prendere in considerazione” il varo “di uno strumento legale vincolante sul traffico delle armi leggere”, un trattato “basato sui principi rilevanti della legge internazionale, quali i diritti umani e il diritto umanitario”. In tale contesto, ha concluso, la Santa Sede appoggia la proposta del governo britannico sui trasferimenti delle armi convenzionali.

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In questi giorni, a Roma, la Campagna Control Arms ha presentato due dossier sul commercio delle armi leggere. Sono state illustrate a livello internazionale e italiano le cifre relative alla quantità, alla tipologia e al giro d’affari che ruota intorno al mercato delle armi cosiddette ”civili” destinate a sport o difesa personale ma poi di fatto impiegate nei conflitti. Quale dunque la situazione attuale? Risponde al microfono di Gabriella Ceraso uno dei curatori dei dossier Riccardo Troisi della Rete Lilliput:

 

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R. – Oggi il traffico di armi ha un valore, solo riguardo alle armi leggere, di 4 miliardi di dollari all’anno. Purtroppo le armi leggere sono le vere armi di distruzione di massa, perché sono quelle che producono più vittime in giro per il mondo. Ci sono almeno mille vittime ogni giorno: si tratta, quindi, di una epidemia! A sottolineare che oggi 640 milioni di armi non controllate, spesso presenti in Paesi che non hanno alcun tipo di legislazione, favoriscono questa carneficina. Per questo chiediamo che si arrivi ad un Trattato che stabilisca alcuni principi fondanti: uno di questi è che non si possano spostare armi in Paesi che violano i diritti umani, che sono in conflitto o che sono talmente poveri che non sono, quindi, in grado di sostenere spese per armi, che alimentano poi un circolo vizioso della povertà stessa. Il Rapporto ci dice, ad esempio, che sui 32 Paesi più poveri, 22 sono in perenne conflitto da dieci anni. Questo è un segnale di un legame inscindibile tra le armi e la povertà. Purtroppo gli Stati Uniti, la Cina ed altri grandi della terra non sono convinti di regolare il commercio delle armi, perché su questo costruiscono la loro strategia.

 

D. – E’ anche l’Italia che arma il mondo?

 

R. – L’Italia è il secondo esportatore al mondo di armi leggere e il quarto produttore. Di conseguenza l’Italia ha una responsabilità fondamentale proprio sul tema delle armi leggere e la nostra normativa è molto lacunosa e permette oggi di far arrivare armi, ad esempio, in Colombia e in Congo o in altre zone sicuramente inaccettabili dal punto di vista del rischio di conflitti e di violazione dei diritti umani. Ma purtroppo le nostre armi vengono anche triangolate a causa dei intermediazioni, che non sono regolate nel nostro sistema giuridico e, dunque, ci ritroviamo armi del nostro Paese anche in conflitti come quello iracheno o quello afghano.

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AL VIA DOMANI A VALENCIA ALLE GIORNATE DEL V INCONTRO MONDIALE

 DELLE FAMIGLIE. IN UN CLIMA FESTOSO IN CENTINAIA SI STANNO PREPARANDO ALL’INCONTRO CON IL PAPA CHE ARRIVERÀ IN SPAGNA L’8 LUGLIO

 

Domani a Valencia si apre il V Incontro Mondiale delle Famiglie. Benedetto XVI arriverà in Spagna l’8 luglio e sarà presente alla veglia che vedrà protagoniste le famiglie con le loro testimonianze. Il giorno dopo presiederà la celebrazione della Messa a conclusione dell’evento. Ma quale clima si respira in queste ore a Valencia? Tiziana Campisi lo ha chiesto a Jaume Castro, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Spagna:

 

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R. – Qui a Valencia si respira un clima di gioia e di attesa. Sono già arrivate tante famiglie, si vedono anche tanti gruppi e si cominciano ad organizzare gli incontri. In questo senso anche la Comunità di Sant’Egidio, qui presente, si prepara per accogliere chi vuole unirsi alla nostra preghiera della sera, alle 20.30, nella Chiesa de Los Santos Juanes.

 

D. – Che cosa ci si aspetta da questo V Incontro Mondiale delle Famiglie?

 

R. – Certamente sarà un momento per mettere al centro della vita le famiglie, che rappresentano il cuore della trasmissione della fede. Sarà dunque un momento di grande importanza per tutti, un motivo, anche, per ritrovarsi con tante famiglie provenienti dalla Spagna e da tutto il mondo.

 

D. – Come si sta preparando la Spagna a questo incontro?

 

R. – La Spagna si sta preparando con grande entusiasmo, sono tanti i preparativi, anche perché si aspetta un numero notevole di presenze da tutte le diocesi. Si attendono più di un milione di persone.

 

D. – Lei ha conosciuto delle famiglie che prenderanno parte all’Incontro Mondiale?

 

R. – Certamente. In loro è percepibile la voglia di compiere un grande pellegrinaggio, di incontrare il Papa per trovarsi accanto ad altre famiglie, provenienti da altre parti del mondo, con la stessa fede e accanto a colui che è il padre di noi tutti, il Santo Padre.

 

D. – Secondo lei, quali sono le risposte che le famiglie attendono da questo incontro?

 

R. – Ce ne saranno tante. La famiglia è il cuore della trasmissione della fede. Penso che questo sia uno dei messaggi che emergeranno da questo incontro, per la Spagna e per tutto il mondo. E penso che questo sia un messaggio che sta a cuore a tanti, e in particolare a molti di quelli che si ritroveranno insieme a Benedetto XVI. Altre risposte giungeranno anche dalle diverse iniziative che stanno precedendo l’incontro. La Comunità di Sant’Egidio, ad esempio, insieme a molti vescovi africani, sta preparando un incontro dal titolo “Rifondare la famiglia africana”, ma anche un altro spazio in cui si parlerà di famiglia e anziani. Sono argomenti che offriranno parecchi spunti di riflessione.

 

D. – In particolare quale messaggio può emergere da questo incontro e che cosa può comunicare?

 

R. – Comunicherà a tutti una grande gioia. E’ un momento importante anche per far conoscere al mondo l’identità della famiglia cristiana; una famiglia viva, che vuole comunicare l’amore annunciato dal Vangelo. Di questo amore il mondo ha tanto bisogno.

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IL COMMENTO DI UN MONACO CAMALDOLESE ALL’APPELLO DEL PAPA AI GIOVANI

AD APPROFITTARE DELL’ESTATE PER UTILI ESPERIENZE SOCIALI E RELIGIOSE

- Intervista con Umberto Cortoni -

 

Mercoledì scorso all’udienza generale il Papa ha rivolto ai giovani l’appello ad approfittare del periodo estivo per utili esperienze sociali e religiose. E anche quest’anno in tutta Italia non mancano le proposte da parte di ordini religiosi o associazioni. I monaci dell’eremo di Camaldoli organizzano ad esempio settimane di spiritualità su tematiche bibliche e antropologiche, convinti che le vacanze siano un tempo prezioso per fermarsi e riflettere. Paolo Ondarza ne ha parlato con il monaco camaldolese Ubaldo Cortoni:

 

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R. - L’estate mette in mano ai giovani la loro responsabilità e la loro libertà. In questo senso il Santo Padre ha richiamato ognuno alla propria responsabilità di costruire il proprio futuro. Credo che l’estate liberi da quello che è l’impegno istituzionale durante l’inverno e sia il momento opportuno per incontrarsi con quelle tematiche, quelle domande che normalmente noi evadiamo e a cui ci sottraiamo durante gli impegni.

 

D. – Chi sono i giovani che vengono da voi e che cosa cercano?

 

R. – I giovani che vengono da noi sono di diverse età e cercano non soltanto una risposta ai problemi della vita ma anche come leggere esattamente la vita e i problemi che ci sono, cercano cioè di affrontare la vita senza sottrarsi alle problematiche e senza dare facili risposte alle problematiche, senza un falso fideismo, anche chiedendo direttamente ciò che possono dare.

 

D. – Nella vostra esperienza, qual è il contributo che le vostre iniziative danno ai giovani che partecipano?

 

R. – Io credo soprattutto la serenità di porsi rispetto alla vita con una certezza che è quella di camminare accanto agli altri in un progetto unico che è quello che li conduce verso il mistero di Cristo, in un certo modo di conformarsi a Cristo.

 

D. – Fermarsi, pensare, riflettere e pregare, sono concetti che sono un po’ fuori moda a volte. Quale appello si può rivolgere ad un giovane che ancora deve organizzare la propria estate?

 

R. – Credo che agire non basti nella vita per sentirsi pienamente all’interno di quello che chiamiamo l’ingranaggio della società. Io credo che la società può essere costruita da persone che riflettano prima di agire, che ogni loro movimento, ogni loro parola venga spesa perché a monte c’è stata una riflessione guidata, una riflessione accompagnata; riflettere, fermarsi di fronte alla parola di Dio o su tematiche collaterali alla parola di Dio possono aiutare la persona ad agire poi con piena coscienza rispetto alla società.

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I FILM DEI NUOVI REGISTI ARGENTINI ALLA 42.MA MOSTRA INTERNAZIONALE

DEL NUOVO CINEMA, IN CORSO A PESARO FINO AL 2 LUGLIO

- Intervista con Giovanni Spagnoletti -

 

Si sta per concludere la 42.ma Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro che quest’anno ha dedicato grande attenzione alla filmografia argentina, con una ricca carrellata di pellicole di giovani registi. A fianco di questa sezione - che comprende anche numerosi documentari dedicati alla recente crisi socio-economica dell’Argentina – figura il 20.mo Evento speciale sul Cinema italiano del Terzo Millennio. Il servizio di Luca Pellegrini.

 

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E’ dedicato ad un cinema giovane, pieno di energie, esuberante e capace di scandagliare criticamente il recente passato, dalle tinte tragiche, per costruire un presente di riconciliazione e di comprensione: il Festival di Pesaro propone con intelligenza una bella retrospettiva sull’Argentina, che sta vivendo proprio in questi anni una vera rinascita culturale e cinematografica: trenta pellicole dell’ultimo, vivace quinquennio - autori come Trapero, Burman, Martel, Alonso ed altri meno conosciuti in Europa. Un panorama quasi unico per avvicinarci alla cinematografia di un Paese col quale sia il Festival sia l’Italia hanno una storica amicizia. Con motivi anche contingenti che hanno portato a questa scelta, come ci spiega Giovanni Spagnoletti, Direttore della manifestazione pesarese:

 

R. - Quest’anno ci sono tutta una serie di coincidenze. A parte quella calcistica fondamentale - tra l’altro noi presenteremo due film dedicati a questa figura mitica del calcio che è quella di Armando Maradona, che è anche un personaggio, che rappresenta in sé tutte le contraddizioni di questo Paese - c’è un’altra coincidenza politica fondamentale: sono trascorsi 30 anni dalla dittatura militare, iniziata nel 1976. Quindi, l’Argentina si sta imponendo anche sugli schermi più commerciali: non è più solamente un discorso di nicchia, ma più generale.

 

D. - Che cosa trova di interessante oggi nel cinema argentino?

 

R. – La cinematografia argentina è cominciata a rinascere dal 1995, la data in cui è iniziata una nuova legge sul cinema, che ha coinciso con l’esplodere dei talenti di questa nazione. C’è, quindi, una fortunata coincidenza di tipo produttivo e di tipo autoriale. L’Argentina è un Paese che si è affermato in tutti i grandi festival internazionali da quattro, cinque anni a questa parte. Noi abbiamo cercato di fare un discorso che approfondisse a andasse nella direzione che vede tutto un contesto generale culturale straordinario affermarsi a Buenos Aires e in tutta l’Argentina.

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CHIESA E SOCIETA’

30 giugno 2006

 

 

“Una grave trasgressione etica”. Così i vescovi francesi definiscono

 la recente approvazione da parte del Parlamento europeo

della ricerca sulle cellule staminali embrionali

 

PARIGI. = La Conferenza episcopale francese, in un comunicato diffuso ieri, definisce “una grave trasgressione etica” la recente approvazione del Parlamento europeo della ricerca sulle cellule staminali embrionali. “L’embrione – affermano i presuli, secondo quanto riporta l’agenzia SIR – non può essere considerato materiale da laboratorio. Esso è già un essere umano e non un oggetto a disposizione dell’uomo”. La decisione dell’Europarlamento – si legge nella nota -, “allarma anche perché questo tipo di ricerca è vietato in diversi Paesi membri dell’Unione Europea”. E dal momento che “l’utilizzazione e la distruzione degli embrioni umani è un tema che tocca l’inviolabilità della vita e della dignità umana e che riguarda le convinzioni più profonde di numerosi cittadini europei, l’Unione Europea – sottolineano  ancora i vescovi – ha il dovere morale di astenersi dal promuovere, tramite finanziamenti, questo genere di ricerca”. Per la Conferenza episcopale francese, la Chiesa, con il suo rifiuto, “non vuole essere un ostacolo alla ricerca”. La scienza può progredire rispettando pienamente la dignità umana, conclude la nota, sottolineando la necessità di incoraggiare altri modelli di ricerca che non presentino particolari implicazioni etiche. (E. B.)

 

 

I VESCOVI ungheresi e slovacchi hanno firmato

una LETTERA DI PERDONO E RICONCILIAZIONE RECIPROCA

 PER GUARIRE “LE FERITE DEL PASSATO”

 

ESZTERGOM. = Nell’ambito dell’anno nazionale di preghiera per la riconciliazione, indetto dalla Conferenza episcopale ungherese (CEU), ieri i vescovi della Conferenza episcopale slovacca e di quella ungherese hanno concelebrato una liturgia di riconciliazione nella basilica di Esztergom, in Ungheria. Durante la celebrazione – afferma l’agenzia SIR - sono state lette le lettere sulla riconciliazione tra le due conferenze episcopali, firmate dai rispettivi presidenti. Per la storica occasione, Benedetto XVI ha inviato la sua benedizione apostolica, esprimendo “apprezzamento per l’importante incontro”, e auspicando “che esso susciti rinnovato impegno nella promozione dei valori cristiani per il bene delle rispettive comunità”.  Nella sua lettera il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest, ricorda “la storia di più di mille anni” che collega i due popoli, ricca di risultati positivi, ma spesso fatta anche di sofferenze comuni, non priva di “controversie ed ingiurie, che hanno lasciato ferite nelle anime”. I vescovi ungheresi hanno chiesto “misericordia e perdono di Dio per tutte le azioni compiute in questa regione contro qualsiasi persona a causa della sua appartenenza etnica, nazionale o culturale”. Allo stesso tempo, hanno sottolineato l’importanza dell’amore indulgente che anche il popolo ungherese deve sentire per le ingiurie subite in alcuni periodi del passato. Dal canto loro, i vescovi slovacchi hanno risposto: “Perdoniamo e chiediamo perdono”. Durante l’omelia mons. František Tondra, presidente della Conferenza episcopale slovacca, ha affermato: “Vogliamo dimenticare ciò che è stato negativo nella nostra convivenza del passato. Di tutto quello invece che era positivo, vogliamo usufruire nel campo della vita spirituale e della cultura, per l’arricchimento vicendevole degli uni e degli altri”. Perciò - ha concluso – “aiutiamoci gli uni gli altri”. (E. B.)

 

 

E’ morto in cina mons. Guo Wenzhi, vescovo emerito della diocesi di Qiqihar. Era molto amato e rispettato da fedeli e sacerdoti

 

Qiqihar. =  Dopo una lunga malattia si è spento ieri in Cina, mons. Guo Wenzhi, vescovo emerito della diocesi di Qiqihar. Era una figura molto amata dai fedeli e molto rispettata all’interno della Chiesa del Paese asiatico. Non si conosce per il momento la data dei funerali, tuttavia, afferma l’agenzia Asia News, la Chiesa di Qiqihar, guidata da mons. Wei Jingyi, ha chiesto a tutti i sacerdoti di celebrare Messe in suffragio dell’anima del defunto. Il presule aveva 88 anni ma secondo il conteggio cinese è morto all’età di 89 anni: questo perché nella cultura cinese l’età di una persona inizia dal momento del concepimento. Nato da una famiglia cattolica nella città di Qiqihar, capitale della provincia orientale dell’Heilongjiang, mons. Guo Wenzhi è stato ordinato sacerdote nel 1948 e consacrato vescovo nel 1989. Il suo zelante lavoro di evangelizzazione ha rivitalizzato la Chiesa di Qiqihar: grazie ai suoi sforzi nella diocesi sono nate infatti diverse organizzazioni ed istituzioni cattoliche. Mons. Guo Wenzhi ha ordinato il suo successore, mons. Wei Jinyi, è ha inoltre educato e guidato verso l’ordinazione diversi sacerdoti del luogo. (E. B.)

 

 

al via, in calabria, le celebrazioni per il v centenario

 della morte di san francesco da paola,

fondatore dei minimi e patrono della regione e dei marittimi

 

COSENZA. = Si aprono oggi a Paola le commemorazioni del V Centenario della morte di San Francesco da Paola (2 aprile 1507-2007) . Fitto il calendario delle iniziative, per le quali il ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali ha istituito un Comitato nazionale: l’idea guida è quella del viaggio e prevede itinerari storici, religiosi e culturali. Come riporta il quotidiano Avvenire, il primo appuntamento prevede la preghiera dei Vespri guidata dall’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Salvatore Nunnari. Seguirà la presentazione di un testo sulla vita, la personalità e le opere del santo curato dal superiore generale dell’Ordine dei Minimi, padre Giuseppe Fiorini Morosini. A conclusione della giornata è in programma una veglia in ricordo dell’approvazione della Regola risalente a cinque secoli fa. Le celebrazioni culmineranno domani, con la processione perpetua di alcuni giovani dell’Ordine e con l’incontro sulla figura di San Francesco da Paola, a cui, fra gli altri, parteciperà anche mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina. A seguire, nel piazzale antistante la Basilica, si terrà il musical “E sulle onde del viaggio”, di Michele Paulicelli per la regia di Miriam Pesturino, che ha come obiettivo quello di rivisitare in chiave popolare gli episodi riguardanti la vita del Santo. Domenica, nella nuova Basilica di Paola, il nunzio apostolico in Italia, Paolo Romeo, presiederà l’Eucaristia assieme ad altri vescovi calabresi e alla comunità dei Minimi. Alla celebrazione prenderà parte anche una delegazione guidata da don Giacomo Martino, direttore dell’Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima ed aerea della fondazione Migrantes. Per l’occasione, l’ammiraglio Raimondo Martino, del Comando generale delle capitanerie di porto, ha annunciato la sosta nelle acque paolane di unità navali per onorare il Santo calabrese, patrono della gente di mare. In questo senso il messaggio contenuto nel logo scelto per le celebrazioni si ispira proprio all’ ‘anima marina’ del Santo, richiamando il celebre episodio del suo passaggio dello Stretto di Messina sul mantello. Francesco Martolilla nasce nella cittadina calabrese il 27 marzo 1416 da una famiglia di contadini. Aspira alla vita eremitica, tuttavia, con lo spirito del religioso, entra nel vivo dei problemi politici dell’epoca. La sua fama di grande taumaturgo giunge presto fino alle corti di Napoli e di Francia, Paese dove il santo si recò per dare consigli ai sovrani nel momento in cui si stava definendo una nuova Europa. Si spense a Tours, in Francia, il 2 aprile 1507. Fu proclamato Santo nel 1519. (E. B.)

 

 

in costa d’avorio i vescovi annunciano il lancio di una radio nazionale

 e di un quotidiano al servizio della comunità cattolica

 

ABIDJAN. = La Costa d’Avorio avrà presto un nuovo quotidiano cattolico ed una radio nazionale. Lo ha annunciato, in questi giorni, la Conferenza episcopale del Paese africano specificando che il nuovo quotidiano si chiamerà “La Nouvelle” e la radio “La voix de l’Evangile”. Al termine della loro plenaria i presuli hanno anche annunciato ai vescovi dei seminari maggiori a Gagnola e ad Anyama la richiesta di pagamento delle rette dei loro seminaristi. Si tratta di 43 mila euro da pagare entro il prossimo 15 settembre, pena il mancato rientro di diversi seminaristi nei due seminari maggiori. (E. B.–A. M.)

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

30 giugno 2006

- A cura di Amedeo Lomonaco -

        

Proseguono i raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza per liberare il militare rapito domenica scorsa: nella notte, è rimasto ucciso un presunto militante palestinese della Jiahd. Il premier israeliano Olmert ha precisato, intanto, che lo Stato ebraico non pagherà alcun riscatto per ottenere il rilascio del soldato. Il nostro servizio:

 

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L’operazione militare israeliana, denominata “Pioggia d’estate”, continua a colpire i Territori palestinesi: un presunto miliziano della Jihad islamica è morto in seguito ad un raid aereo israeliano, condotto nella notte, nel sud della Striscia di Gaza. Sempre nella notte, diversi missili hanno centrato, senza fortunatamente provocare vittime, gli uffici del ministero dell’Interno. L’azione è stata compiuta poche ore dopo l’incursione che ha portato, ieri, all’arresto di 64 esponenti di Hamas, tra ministri, deputati e funzionari. Commentando questi arresti, il primo ministro palestinese, Ismail Haniyeh, ha detto, stamani, che il suo governo non cadrà e non cambierà posizione. Il premier ha anche aggiunto che non ci sarà alcun referendum sullo Stato palestinese. In questo difficile contesto, si aprono comunque spiragli per la liberazione del caporale dello Stato ebraico rapito domenica scorsa: il presidente egiziano Hosni Mubarak, ha dichiarato, infatti, che Hamas ha dato la sua “approvazione condizionata” alla liberazione del soldato. Il capo di Stato egiziano non ha però chiarito quali siano le condizioni poste dal gruppo radicale palestinese. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha poi affermato che lo Stato ebraico non intende pagare alcun riscatto. Intanto, a Gaza, la vita è ogni giorno più difficile: spesso mancano l’acqua e la corrente elettrica. La mancanza d’acqua minaccia, in particolare, la salute della popolazione palestinese, soprattutto dei bambini e degli anziani. Il Commissario europeo agli Aiuti umanitari e allo Sviluppo ha lanciato, infine, un accorato appello esortando organizzazioni non governative, agenzie dell’ONU e la Croce Rossa ad evitare che Gaza sia colpita da una crisi umanitaria.

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Entro il 5 luglio l’Iran deve dare una risposta “chiara e concreta” alla proposta dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e della Germania che prevede un pacchetto di incentivi in cambio della rinuncia al programma di arricchimento dell’'uranio. E’ quanto hanno ribadito a Mosca i ministri degli Esteri del G8, nella riunione preparatoria del vertice in programma dal 14 al 16 luglio a San Pietroburgo. I ministri hanno anche chiesto all’Autorità nazionale palestinese e al governo israeliano di evitare “misure unilaterali che potrebbero pregiudicare lo status finale dei Territori”.

 

Il capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden, è tornato a farsi sentire: in un nuovo messaggio diffuso ieri su un sito islamico, il capo dell’organizzazione terroristica definisce “un martire” il terrorista Al Zarqawi, ucciso lo scorso 7 giugno, ed esorta a combattere ovunque, dall’Iraq alla Somalia, le forze americane e i loro alleati. Fonti dell’intelligence americana hanno riferito che si sta verificando l’autenticità del nastro. In Iraq, intanto, il governo iracheno ha imposto 5 giorni di coprifuoco a Baghdad. Ma nel Paese continuano le violenze: a nord della capitale, sono stati rapiti almeno 60 dipendenti della più grande raffineria petrolifera dello Stato arabo. Sempre a nord est di Baghdad sono state attaccate e incendiate una moschea sciita e una caserma della polizia.

 

“Non metterò in pericolo la vita degli americani mettendo in strada degli assassini”. E' il commento del presidente americano Bush al verdetto della Corte Suprema sulla incostituzionalità dei tribunali militari di Guantanamo. Bush ha aggiunto di voler trovare una soluzione alla bocciatura della Corte e ottenere il nulla osta del Congresso per non smantellare Guantanamo. Ma quali conseguenze può avere la decisione della Corte Suprema? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Arduino Paniccia, docente di Studi Strategici all’Università di Trieste:

 

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R. – Credo che fosse naturale che in un Paese come gli Stati Uniti dove la democrazia prevale, accadesse questo. Era ora; fin troppo tardi arriva questa decisione. Finalmente, però, ristabilisce il principio che non può esistere nessuna zona al mondo dove il diritto viene eliminato.

 

D. – Nei rapporti fra Stati Uniti e comunità internazionale, a questo punto, come cambia la situazione?

 

R. – Vi erano già state delle prese di distanza di alcuni Paesi europei e anche di altri Stati della comunità internazionale. Il problema, adesso, è riuscire a chiudere Guantanamo il più rapidamente possibile e ricucire così il rapporto internazionale che si era veramente logorato, soprattutto tra Europa e Stati Uniti, su questo punto.

 

D. – Lei pensa che, nonostante la chiusura di Guantanamo, rimarrà comunque in territorio cubano una base americana o ci sarà un ritiro totale?

 

R. – No, credo che la base rimarrà come vi è stata per decenni, ma questo fa parte di una strategia militare che ha una sua logica. Non aveva invece assolutamente logica e giustificazione la terribile situazione del carcere per i presunti terroristi.

 

D. – La decisione della Corte Suprema a questo punto innesca, proprio a livello internazionale, un dibattito importante sulla difesa dei diritti umani, delle prerogative fondamentali della persona. Come potrà evolversi questo dibattito?

 

R. – E’ dai tempi della Convenzione di Ginevra che giustamente si cerca di difendere i diritti di coloro che vengono coinvolti nei conflitti e che non sono militari in armi. Questa è l’occasione per ribadire tutti i concetti che già da tempo sono stati indicati, ma che spesso venivano trascurati, dimenticati o addirittura cancellati. E’ una buona occasione per riportare tutto questo all’attenzione del mondo e, se possibile, per rafforzarlo.

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I soldati americani morti in Iraq e in Afghanistan sono più di 2.833 e superano, quindi, il numero delle vittime degli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 contro New York e Washington, senza contare i 19 kamikaze. Il dato è stato reso noto dal Pentagono. Il ministero della Difesa statunitense ha anche precisato che i militari morti in Iraq sono stati almeno 2527. In Afghanistan e sugli altri fronti della guerra al terrorismo, le vittime sono state almeno 308.

 

In Kuwait l’alleanza dei partiti dell’opposizione, che comprende islamici sunniti, liberali e nazionalisti, ha vinto le elezioni legislative di ieri, conquistando 33 seggi su 50. Per la prima volta nella storia dell’Emirato, le donne erano ammesse sia come elettrici sia come candidate. Ha partecipato al voto circa il 35 per cento delle oltre 223 mila donne aventi diritto. Nessuna donna è stata eletta.

 

Il test di lancio del missile balistico a lunga gittata che il regime della Corea del Nord starebbe preparando è “inaccettabile”. Lo ha ribadito il presidente americano George Bush nella conferenza stampa congiunta, alla Casa Bianca, con il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi. Intanto, tornano a riemergere gli attriti tra Tokio e Seul per un’annosa contesa territoriale.

 

Il premier spagnolo, Josè Luis Rodriguez Zapatero, ha annunciato ieri l’avvio del dialogo con l’ETA, l’organizzazione terroristica che chiede l’indipendenza dei Paesi Baschi. “Tali contatti – ha precisato il primo ministro - avverranno rispettando il principio che le questioni politiche si trattano solo con i rappresentanti eletti democraticamente”. L’iniziativa di Zapatero è stata accolta positivamente sia dal partito basco Batasuna, che ha parlato di “presa di posizione di grande importanza”, sia dall’esecutivo regionale basco, convinto che adesso si possa “trovare una pace durevole, universale e irreversibile”. Il Partito Popolare si è detto invece contrario a qualunque trattativa con l’ETA. L’organizzazione terroristica basca ha dichiarato, lo scorso 24 marzo, il “cessate il fuoco permanente”.

 

Il premier olandese, il democristiano Jan Peter Balkenende, ha presentato formalmente le sue dimissioni alla regina Beatrice. Il governo ieri ha perso la maggioranza parlamentare dopo che un partito della coalizione si era ritirato dall’esecutivo per le mancate dimissioni di Rita Verdonk, ministro dell’Immigrazione. A scatenare la crisi era stato il caso dell’ex deputata di origine somala, Ayaan Hirsi Ali, alla quale la signora Verdonk aveva ritirato la cittadinanza.

 

In Belgio, la procura di Liegi ha chiesto l’incriminazione per il 38.enne d’origine marocchina, Abdellah Ait Oud, pregiudicato per atti di pedofilia e principale sospettato per l’uccisione, lo scorso 10 giugno, delle due sorelline belghe Stacy Lemmens (7 anni) e Nathalie Mahy (10 anni), i cui corpi senza vita sono stati rinvenuti mercoledì scorso a Liegi.

 

Nell’ Irlanda del Nord, i partiti della maggioranza di governo avranno tempo solo fino al 24 novembre per ripristinare le attività parlamentari. A ribadirlo ieri, a Belfast, il premier britannico Tony Blair e quello irlandese Bertie Ahern.

 

 

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