RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 176 - Testo
della trasmissione di domenica 25 giugno
2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Consegnato ieri, in provincia di Arezzo,
il premio “Goccia d’oro” dedicato al dialogo interreligioso
In Italia, caldo record fino a martedì: previste
temperature fino a 40 gradi
Torna alta la tensione in
Medio Oriente: palestinesi attaccano postazione israeliana, almeno 5 i morti
In
Italia, 47 milioni di cittadini alle urne per il referendum sulle modifiche costituzionali
25 giugno 2006
IL SACRO
CUORE DI GESÙ, RADICE DELLA SANTITA’ DEI SACERDOTI E DELLE FAMIGLIE:
ALL’ANGELUS, BENEDETTO XVI RICORDA LE FESTIVITA’ LITURGICHE, LEVANDO UN APPELLO
ALLA PRUDENZA IN STRADA PER CHI PARTE IN VACANZA E UNA PREGHIERA DI CORDOGLIO
PER LA TRAGEDIA SUL LAVORO LUNGO LA CATANIA-SIRACUSA
Una domenica “circondata da
solennità liturgiche significative”. Con queste parole, Benedetto XVI ha
introdotto il suo pensiero prima della recita
dell’Angelus di questa mattina. Il Papa ha parlato della festa del Sacro Cuore
e della giornata di preghiera per la Santificazione dei sacerdoti, ricordando
inoltre la prossima solennità dei Santi Pietro e
Paolo. E ricco di appelli e pensieri particolari è stato anche il dopo-Angelus,
con Benedetto XVI che ha pregato per le vittime della tragedia sul cantiere
autostradale della Catania-Siracusa, invitando nel
contempo chi si appresta a partire per le vacanze alla prudenza in auto, come
segno di rispetto per la vita umana. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:
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Un Angelus ricco di spunti, non
solo spirituali, perché l’essere cristiani impegna nel rispetto di una festa
religiosa così come nel muoversi lungo la strada, secondo le regole che
tutelano la sicurezza propria e altrui. Davanti ai circa 30 mila fedeli radunati
in Piazza San Pietro, nonostante il gran caldo, Benedetto XVI ha avuto parole a
360 gradi tanto per il particolare periodo liturgico, denso di momenti
celebrativi, quanto per le circostanze sociali – dagli studenti alla prova
degli esami alle prime partenze per le ferie – che chiedono incoraggiamento e
attenzione. Prima di intonare l’Angelus, il Pontefice si è anzitutto soffermato
sulla festa del Sacro Cuore di Gesù di venerdì scorso, una devozione popolare –
ha detto - che si “unisce felicemente alla profondità
teologica”. Una festa cara alle famiglie, che usavano e talora in alcuni Paesi
usano ancora consacrarsi al Sacro Cuore, ma soprattutto una festa che mette in
risalto la vita del clero:
“La solennità del Sacro Cuore di Gesù è anche la Giornata Mondiale di
Preghiera per la Santificazione dei Sacerdoti: colgo l’occasione per invitare
tutti voi, cari fratelli e sorelle, a pregare sempre per i sacerdoti, affinché
possano essere validi testimoni dell’amore di Cristo”.
Il Papa ha poi ricordato le altre
feste liturgiche che fanno corona alla domenica
odierna: la Natività di Giovanni il Battista, ricordata ieri, e la grande
solennità dei Santi Pietro e Paolo di giovedì prossimo. Il motto del Battista
riferito a Gesù – “Egli deve crescere e io invece diminuire” è un’espressione -
ha affermato il Pontefice - “programmatica per ogni cristiano”. In modo
altissimo, lo è stata nella vita di Simon Pietro e di Paolo di Tarso:
“Lasciare che l’‘io’ di Cristo prenda il
posto del nostro ‘io’ è stato in modo esemplare l’anelito degli Apostoli Pietro
e Paolo, che la Chiesa venera con solennità il prossimo 29 giugno. San Paolo ha
scritto di sé: ‘Non sono più io che vivo, ma Cristo
vive in me’. Prima di loro e prima di ogni altro
Santo, a vivere questa realtà è stata Maria Santissima, che ha conservato le
parole del suo Figlio Gesù nel suo cuore”.
L’applauso al termine della
preghiera mariana si è subito sciolto nelle parole di Benedetto XVI, che ha
avuto un pensiero di cordoglio per il drammatico incidente sul lavoro di ieri,
lungo l’autostrada Catania-Siracusa, dove il crollo
di un ponteggio ha provocato la morte di un operaio e il ferimento di altri 13:
“Profondamente addolorato per il grave
incidente avvenuto nel cantiere dell’autostrada Catania-Siracusa,
porgo le mie condoglianze ai familiari della vittima, per la quale elevo al
Signore una speciale preghiera di suffragio e, mentre esprimo la mia spirituale
vicinanza ai feriti ed ai loro parenti, auspico che una sempre maggiore
attenzione alle condizioni di sicurezza nel lavoro possa evitare il ripetersi
di simili drammatici eventi”.
Ma domenica di oggi offre anche un
altro spunto ecclesiale importante, con la celebrazione della Giornata della
Carità del Papa. Un’antichissima tradizione in questo periodo dell’anno, che
vede le offerte dei fedeli raccolte e devolute per il
cosiddetto Obolo di San Pietro e destinate dal Pontefice ad opere di assistenza
umanitaria e di promozione sociale in tutto il mondo:
“Ringrazio di cuore
la Comunità ecclesiale italiana per le preghiere e il sostegno che offre al mio
ministero di Successore di Pietro, chiamato a servire l’intero popolo di Dio”.
Dal sostegno dei fedeli alla
missione del Papa, al pensiero dello stesso Benedetto XVI verso quei tanti
giovani giunti al traguardo finale degli studi. Ma anche un appello spontaneo,
in tempi di esodi vacanzieri, alla mai troppo invocata prudenza in strada:
“Un saluto affettuoso rivolgo agli studenti che in questi giorni
completano gli esami ed assicuro loro un ricordo nella preghiera. Saluto anche coloro che all’inizio
dell’estate si mettono in viaggio per un periodo di vacanza. Al tempo stesso
desidero rinnovare l’appello al senso di responsabilità nella circolazione
stradale, ricordando che tenere un corretto comportamento nella guida è un modo
concreto di rispettare la vita propria e quella degli altri”.
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LA
MUSICA SACRA UN’EREDITÀ DA TENERE VIVA E FAR CONOSCERE, VEICOLO DI
EVANGELIZZAZIONE A BENEFICIO DELLA COMUNITÀ ECCLESIALE. COSÌ BENEDETTO XVI IERI
POMERIGGIO AL TERMINE DEL CONCERTO IN SUO ONORE NELLA CAPPELLA SISTINA
La polifonia sacra costituisce
un’eredità da conservare, tenere viva e far conoscere come patrimonio
spirituale, artistico e culturale. Lo ha detto Benedetto XVI ieri pomeriggio al
termine del concerto offerto in suo onore dalla Fondazione Domenico Bartolucci nella Cappella Sistina. Ad eseguire le opere in
programma il coro della Fondazione diretto dallo stesso maestro Bartolucci. Il servizio di Tiziana Campisi.
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(musica)
Di fronte all’intensità spirituale
delle composizioni sacre “l’animo avverte spontaneo il bisogno di lodare,
benedire e ringraziare”, un sentimento che “si rivolge innanzitutto al Signore,
somma bellezza e armonia, che ha dato all’uomo la capacità di esprimersi con il
linguaggio della musica e del canto”. Con queste parole Benedetto XVI ha
manifestato il suo apprezzamento per l’esecuzione del coro della Fondazione Bartolucci. Al pubblico sono stati proposti mottetti di
Giovanni Pierluigi da Palestrina e del maestro Domenico
Bartolucci, ultimo Direttore Perpetuo della Cappella
Musicale Pontificia Sistina. Un programma particolarmente apprezzato dal Papa
che ha sottolineato l’importanza della musica sacra per la comunità ecclesiale:
“Tutti i brani ascoltati … concorrono a confermare la convinzione che la
polifonia sacra, … costituisce un’eredità da conservare con cura, da tenere
viva e da far conoscere, a beneficio non solo degli studiosi e dei cultori, ma
della Comunità ecclesiale nel suo insieme, per la quale costituisce un
inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale”.
Quindi il Santo Padre ha
ringraziato il maestro Bartolucci per l’esecuzione
dell’Oremus pro Pontefice nostro Benedicto, mottetto
scritto in suo onore dopo l’elezione alla sede di Pietro, e per il contributo
offerto alla Chiesa insieme alla Cappella musicale pontificia:
“Lei, venerato Maestro, ha cercato sempre di valorizzare il canto sacro,
anche come veicolo di evangelizzazione. Mediante gli innumerevoli concerti
eseguiti in Italia e all’estero, con il linguaggio universale dell’arte,
Infine, prima di impartire la
benedizione apostolica, Benedetto XVI ha rivolto una preghiera a Maria:
“…alla sua materna protezione affidiamo in modo particolare tutti i
cultori del canto sacro, affinché, sempre animati da genuina fede e da sincero
amore per
(musica)
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25 giugno 2006
CITTADINANZA
UNIVERSALE E RISPETTO DEI DIRITTI DEI MIGRANTI
AL
CENTRO DEL SECONDO FORUM MONDIALE DELL’IMMIGRAZIONE, A RIVAS,
IN SPAGNA
-
Intervista con il vescovo Demetrio Valentini -
Si è concluso ieri pomeriggio il
secondo Forum sociale mondiale dell’immigrazione nella città di Rivas, presso Madrid, in Spagna. Presenti oltre 3.800 delegati
di 90 Paesi dei cinque continenti, in rappresentanza di 850 associazioni e
movimenti. Durante i tre giorni di lavoro, si è discusso in parecchi seminari e
tavole rotonde sul tema “Cittadinanza universale e diritti umani”. Ce ne parla
il collega della redazione brasiliana, Silvonej Protz.
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Il Forum di Rivas
è stato uno spazio di dibattito democratico, di riflessione, di formulazione di
proposte e di scambi di esperienze tra i partecipanti. Il secondo Forum sociale
mondiale dell’immigrazione conclude i suoi lavori, chiedendo la cittadinanza
universale, il diritto di ogni persona di scegliere dove vivere. Il Forum ha
messo in evidenza la corresponsabilità dei Paesi ricchi nel fenomeno migratorio
e chiede anche che questi Paesi si compromettano nell’adozione di misure
urgenti per mettere fine ai problemi che vedono coinvolti più di 180 milioni di
migranti in tutto il mondo. Nella città di Rivas, si
è potuto sentire lo spirito di Porto Alegre, la città
brasiliana che diventò famosa nel mondo per aver organizzato il primo Forum
sociale mondiale. Anche qui, a Rivas, è stato
scandito lo slogan già popolare “Un altro mondo è possibile”. Tanti i temi
discussi, che fanno parte della dichiarazione finale di questo incontro: temi
che vanno dai diritti degli immigrati e rifugiati, alle politiche di
regolazione e regolamentazione delle migrazioni. Tutti sono concordi sul fatto
che la migrazione sia un fenomeno di grande attualità e che non si possa
sottovalutare. Riguardo all’impatto della globalizzazione
sui movimenti migratori, abbiamo sentito mons. Demetrio Valentini,
vescovo brasiliano della diocesi di Jales San Paolo,
presidente della Caritas brasiliana e responsabile
della pastorale dei migranti della Conferenza dei vescovi del Brasile, uno dei
principali relatori di questo Forum sociale a Rivas:
R. – E’ una testimonianza di
quanto sia importante il fenomeno migratorio che oggi
ha dimensioni mondiali, basti vedere le statistiche - circa 200 milioni di
migranti. E se queste statistiche parlano di 200 milioni, molta più gente è
coinvolta nel fenomeno migratorio. Possiamo dire, allora, che le emigrazioni
sono la testimonianza più viva del fatto che il mondo non va bene e ciò non può
essere. Non si può portare avanti una globalizzazione
che ha due caratteristiche fondamentali, la cumulazione del capitale, del
denaro, e lo sfruttamento del lavoro. Però, bisogna fare un’inversione: quello
che dice con molta chiarezza la dottrina sociale della Chiesa, ossia che la
destinazione universale dei beni, si potrebbe dire, la destinazione universale
del processo economico e lo sviluppo, mai come ora avviene per beneficio di un
20 per cento dell’umanità che approfitta del processo attuale dello sviluppo
umano. Bisogna tenere presente che l’economia ha bisogno di essere messa a
servizio non per accumulare, perché alcuni diventino ricchi o sempre più
ricchi, ma al servizio della vita umana. Dunque, bisogna recuperare i diritti
dei lavoratori e così non soltanto recuperare quelli che hanno lavoro ma
pensare ad un’economia a servizio di tutta l’umanità. Sono sfide molto grandi.
Bisogna mettersi d’accordo e cominciare a recuperare valori anche cristiani,
recuperare quello che il Vangelo dice con molta chiarezza. La globalizzazione che Gesù ha voluto è differente da quella
che avviene oggi. Bisogna quindi recuperare anche le motivazioni religiose,
pensare ad un mondo fraterno, pensare ad una globalizzazione
della solidarietà, come dice il Papa.
D. – Qual è il ruolo della Chiesa
nell’aiutare i migranti, quelli che partono e quelli che rimangono…
R. – C’è tra Chiesa e migranti una
connaturalità perché anche la Chiesa si manifesta
sempre come Chiesa pellegrina. Anche la Bibbia è una storia di migrazione.
Dunque, la migrazione ha un messaggio molto chiaro: il mondo bisogna sempre
ripensarlo e andare avanti, non accontentarsi della strada che abbiamo già
fatto, anche se sembrerebbe che stiamo già bene, ma il mondo non sta bene.
Allora la Chiesa è chiamata ad essere presente, a stimolare un atteggiamento di
apertura, di accoglienza, di corresponsabilità: una presenza che stimoli le
nazioni a fare fronte ai problemi che la globalizzazione
presenta.
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VALORI
E SOLIDARIETA’, VIA MAESTRA PER UNA IMPRENDITORIALITA’
CHE
GUARDA ALL’UOMO PRIMA CHE AL PRODOTTO. SE NE E’ DISCUSSO
AL
QUARTO SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSATARI DI ROMA
- Ai
nostri microfoni mons. Giampaolo Crepaldi, mons.
Sergio Lanza e Attilio Celant
-
L’impresa è un luogo di relazioni
interpersonali e va costruita tenendo conto non solo dell’economia di mercato,
ma anche delle relazioni umane. È quanto è emerso dal IV Simposio europeo dei
docenti universitari, conclusosi ieri a Roma e intitolato “L’impresa e la
costruzione di un nuovo umanesimo”. C’era per noi Isabella Piro.
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La connessione tra scienza umana e
Dottrina sociale della Chiesa è una questione fondamentale nel mondo di oggi.
Sono le parole di mons. Giampaolo Crepaldi,
segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervenuto alla sessione
conclusiva del simposio. Proprio su questo tema, ha annunciato il presule, il
12 e il 13 novembre prossimi si terrà un congresso mondiale. Mettere a
confronto le università europee con
“Nel mondo oggi vivono un miliardo
e 200 milioni di persone in estrema povertà, ciò vuol dire che hanno
un’aspettativa di vita sotto i 39 anni, non usufruiscono di nessun servizio e
non hanno alcuna istruzione. Siamo di fronte ad una tragedia. Il tema dello
sviluppo, quindi, è un tema decisivo, non solo per l’agenda internazionale, ma
anche per la dottrina e la storia della Chiesa”.
Questo simposio segna la forte ripresa della Centesimus annus di Giovanni Paolo II, ha aggiunto
mons. Sergio Lanza docente della Pontificia
Università Lateranense. L’enciclica di Papa Wojtyla, ha detto il presule, ribadisce che l’impresa è la
strada lungo cui si esprime la vocazione dell’uomo di rispondere al disegno di
Dio. Per essere tale, però, l’attività imprenditoriale deve essere
responsabile:
“Cioè, che una persona non può
operare guardando solo a se stessa, ma anzi operando in questo modo autocentrico finisce inesorabilmente per creare conflitto e
non invece progresso. Quindi, è un’impresa che non guarda solo al prodotto, ma
guarda alla propria presenza e si considera uno degli attori sociali rilevanti
sul territorio”.
Sullo stesso piano, si è posto
anche Attilio Celant, preside della Facoltà di
Economia presso
“I problemi del bilancio sociale,
i problemi dedicati alla qualità formativa sono già da tempo oggetto delle
riflessioni in campo accademico. Per esempio, abbiamo appurato in questi giorni
che quello che sembrava una volta quasi un costo assoluto, e si chiamavano
spese di natura previdenziale, per la collettività rappresentano invece un
investimento. Quindi, è una nuova forma di riflessione che dobbiamo introdurre
all’interno dei nostri ragionamenti”.
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DOMANI SI CELEBRA LA GIORNATA ONU CONTRO LA
TOSSICODIPENDENZA.
OBIETTIVO:
TUTELARE I BAMBINI DALL’USO DELLE DROGHE
SOSTENENDO
LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’
-
Intervista con don Antonio Mazzi -
“La droga non è un giocattolo” è
il tema della giornata internazionale contro la tossicodipendenza indetta dalle
Nazioni Unite che si celebra domani. Obiettivo della giornata è rafforzare la
consapevolezza del potere distruttivo della droga e della necessità di
proteggere il benessere dei bambini. Le stime più recenti indicano che 200
milioni di persone, ovvero il 5% della popolazione mondiale compresa fra i 15
ed i 64 anni, hanno fatto uso di droghe illecite almeno una volta negli ultimi
12 mesi. Ma che cosa si può dire dei minori? Eugenio Bonanata
ha girato la domanda a don Antonio Mazzi, presidente della
Fondazione Exodus Onlus, da anni in prima fila in attività
di recupero:
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R. – Purtroppo il bambino risente
delle brutte abitudini e di quello che vede dai grandi. Soprattutto in certe
famiglie, i bambini sono figli di tossicodipendenti e quindi hanno visto papà e
mamma, oppure uno dei due, fare certe cose. Alcune volte addirittura, i
genitori usano i figli come strumenti per nascondere o andare in cerca della
“roba”. Questa è la cosa che più mi spaventa. E’ la cosa di cui si parla meno.
Fino a che punto i genitori, anziché essere genitori,
rovinano i bambini? Dobbiamo riflettere, perché dobbiamo fare un grande
discorso a livello nazionale per un verso e a livello mondiale per un altro.
D. – Cosa dovrebbero fare
concretamente le famiglie?
R. – Intanto, cerchiamo che le
famiglie, laddove non ci sono problemi, educhino i loro figli, anche perché,
tra le altre cose in questa società soprattutto occidentale, abbiamo
accontentato troppo i nostri figli e li abbiamo educati poco. Per educare,
però, bisogna essere educatori, quindi bisogna essere dei testimoni, bisogna
essere credibili, nelle famiglie normali. Nelle famiglie dove ci sono dei
problemi bisogna assolutamente che ce ne facciamo carico. E’ inutile che ci
prendiamo carico dei singoli, del ragazzo o della ragazza, del marito o della
moglie. E’ meglio che sia tutto il contesto ad essere aiutato. Anni fa, queste
cose le facevamo. Adesso purtroppo non le facciamo più. Tra l’altro non si
capisce perché il bambino si debba distaccare dalla madre tossicodipendente. Io
sono del parere che per quanto sia problematica una
mamma, è comunque la mamma e bisogna educarla. Tagliare il cordone ombelicale è
terribile. Mi pare che questo tema, però, non sia un tema all’ordine del
giorno, non sia un tema dibattuto, neanche dalle stesse comunità, neanche da
noi.
D. – Secondo lei, è corretto
affermare che in Europa l’uso di eroina e di sostanze sintetiche sia diminuito,
mentre aumenta l’uso di cannabis e cocaina?
R. – No, non è diminuito, è che
oggi fanno uso di tutto. Anche degli stessi adulti che di solito si dice essere
cocainomani, quelli “puri” sono adulti di alto lignaggio che rimangono ancora
sconosciuti o protetti. Mentre, ormai, anche la media borghesia ed anche i
ragazzi si fanno un po’ di tutto. Quindi, c’è cocaina, eroina, droghe
sintetiche, spinelli e alcool - non dimentichiamo infatti
la presenza dell’alcool tra le dipendenze. Una persona per perdere il controllo
di sé oggi ha la possibilità di usare un’infinità di cose. Dobbiamo parlare,
dunque, di dipendenze e non più di una dipendenza. Dobbiamo parlare di droghe e
non più di droga e dobbiamo anche inserire in modo costante il tema
dell’alcool.
D. – Si può uscire dalla
dipendenza, secondo lei?
R. – Sì, noi dobbiamo dire che si
può uscire. Guai che noi mollassimo. Io, per esempio, in questo momento ho
circa un migliaio di ragazzi in comunità e due terzi purtroppo li perderò.
Sette su dieci li perdo e tre su dieci li salvo. Questo, però, non ci deve
spaventare. Tutto è possibile. Nessuno è irrecuperabile. Questo lo diceva don
Bosco, lo dico io, ma soprattutto lo dice il Padre Eterno.
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25 giugno 2006
IN MALAYSIA, CAMPAGNA DI PREGHIERA DELLE CHIESE CRISTIANE A FAVORE DI
LINA JOY, UNA CRISTIANA CONVERTITASI DALL’ISLAM. DOMANI, LA CORTE FEDERALE
DECIDERÀ
SE LA SUA CONVERSIONE PUÒ ESSERE RICONOSCIUTA DALLA LEGGE
KUALA LAMPUR. = Tutte le Chiese cristiane della Malaysia sono
impegnate in una campagna di preghiera perché vengano
riconosciuti i diritti di Lina Joy, una donna che si
è convertita dalla religione islamica al cristianesimo. Domani, la Corte
federale deciderà se la legge può o non può riconoscere la sua conversione.
Lina Joy, riferisce Asianews,
si è convertita al cristianesimo nel 1998. Ha chiesto, sia all’anagrafe che
alla Corte d’Appello, che venisse tolta la parola
“Islam” dalla sua carta di identità, ma entrambe le istanze sono state rifiutate.
Il motivo è che la donna, essendo di etnia malay, è
considerata d’ufficio musulmana e dovendo sottostare
alla legge islamica, non può cambiare religione. Proprio per questo, mons. Paul Tan Chee
Ing, vescovo cattolico di Melaka-Johor
e presidente della Federazione dei cristiani della Malaysia, ha lanciato un
appello ai cristiani perché sostengano con la preghiera il dramma di Lina Joy. In particolare, si domanda a Dio di sostenere la
donna, qualunque decisione prendano i giudici, e si
chiede “sapienza” per i legislatori chiamati ad emettere il verdetto. Infine,
un ultimo appello è per il primo ministro malaysiano, Abdullah
Badawi, affinché faccia valere i diritti sanciti
dalla Costituzione. (I.P.)
DURA CONDANNA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE
CONTRO IL TRAFFICO
DI ESSERI UMANI, DEFINITO “IMMORALE E CRIMINALE”. IN UNA
DICHIARAZIONE,
SI CHIEDE AL GOVERNO DI INTRODURRE LEGGI APPROPRIATE PER
CONTRASTARE
UN FENOMENO CHE COLPISCE 2 MILIONI E MEZZO DI PERSONE
DUBLINO. = “Il reclutamento, il trasferimento e la vendita di persone
vulnerabili, donne, bambini e uomini, è una grande violazione dei diritti
umani". Così, in una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi, la
Conferenza episcopale irlandese ha espresso una dura condanna contro il
traffico di esseri umani, definendolo "immorale e criminale". Secondo
i vescovi, "è dovere dei cristiani prendersi cura delle vittime di questo
traffico” che, attraverso varie forme di coercizione, “vengono
segregate dai loro sequestratori e tenute in condizioni agghiaccianti. Senza
possibilità di fuga. La vita umana è così ridotta a merce". I presuli
ricordano, inoltre, che sono circa 2 milioni e 400 mila le persone costrette a
subire "questo comportamento criminale". Per fronteggiare il
fenomeno, fanno sapere i vescovi, in Irlanda "è già stato attivato un
gruppo di lavoro, formato da religiosi e società missionarie, con lo scopo di
sensibilizzare il governo all'introduzione di leggi appropriate e per dare
assistenza a queste vittime”. “Non vorremmo vedere il nostro Paese - conclude
la dichiarazione - venire meno ai doveri morali e alle responsabilità politiche
in questo ambito". Di qui, l'invito al governo a ratificare quanto prima
“i protocolli, le convenzioni e le direttive che in campo europeo offrono
strumenti di contrasto del traffico di esseri umani". (I.P.)
ISTRUZIONE DI BASE PER TUTTI: IL PROGRAMMA
ALIMENTARE MONDIALE DELL’ONU
COSTRUISCE 25 NUOVE SCUOLE NEL SUD DEL SUDAN, DOVE SOLO IL
20%
DEI BAMBINI FREQUENTA LE AULE DI STUDIO
JUBA. = Un progetto del valore di 3,5 milioni di
dollari: questo l’impegno del PAM, il Programma alimentare mondiale delle
Nazioni Unite, per costruire 25 nuove scuole nel Sudan meridionale, dove i
tassi di frequenza scolastica elementare sono tra i più bassi del mondo. Come
riportato dall’Agenzia Fides, infatti, si calcola che solo il 20% dei bambini
va a scuola e, tra questi, solo il 35% sono bambine. Inoltre, su una
popolazione di 7,5 milioni di persone, solo 500 ragazze all’anno
concludono il ciclo di istruzione elementare. Ogni istituto scolastico
costruito dal PAM costerà circa 140 mila dollari e potrà accogliere 405
studenti. In totale, le 25 nuove scuole forniranno 225 aule alla regione. Da
notare, inoltre, che attraverso i programmi di alimentazione scolastica, il PAM
quest’anno ha raggiunto 124 scuole e che, attualmente, fornisce pasti a 130
mila studenti in 220 istituti scolastici del Sudan meridionale. (I.P.)
CONSEGNATO IERI, IN PROVINCIA D’AREZZO, IL PREMIO
“GOCCIA D’ORO” DEDICATO
AL DIALOGO INTERRELIGIOSO. TRA I VINCITORI, DON ANDREA
SANTORO,
IL SACERDOTE ROMANO UCCISO LO SCORSO FEBBRAIO IN TURCHIA,
E PADRE
PIERBATTISTIA PIZZABALLA, SUPERIORE
DELLA CUSTODIA FRANCESCANA IN TERRA SANTA
- A
cura di don Vito Magno -
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RAPOLANO
TERME. = Al dialogo interreligioso è stato dedicato il Premio Goccia d’Oro che
ieri sera il comune di Rapolano
Terme, alla presenza del vescovo di Arezzo, mons. Gualtiero Basetti,
ha conferito a numerose personalità. In particolare, questa cittadina toscana,
in cui il 70 per cento degli abitanti pratica il volontariato, ha voluto
ricordare il contributo al dialogo con l’islam dato da don Andrea Santoro, il
sacerdote romano ucciso il 5 febbraio di quest’anno in Turchia e la cui
testimonianza è stata evidenziata dalla sorella. Gocce d’oro sono state
assegnate ad alcuni protagonisti del dialogo interreligioso in Terra Santa: a
padre Pierbattista Pizzaballa,
superiore della Custodia francescana, e al personale dell’ospedale Sacra
Famiglia di Nazareth, dove ogni anno nascono 1500 bambini ebrei, musulmani e
cristiani. Per l’Italia, il premio è andato significativamente all’Associazione
Rondine, la Cittadella della pace alle porte di Arezzo, dove un gruppo di
giovani studenti provenienti da Paesi tra loro in guerra hanno ridato vita,
otto anni fa, ad un antico borgo medievale, divenuto crocevia di dialogo
interreligioso. Sono stati anche premiati Mario Scialoja,
presidente della sezione italiana della Lega musulmana mondiale, e gli autori
della rubrica “A Sua Immagine” di Raiuno, per avere
dato voce al dialogo tra le religioni. La serata si è chiusa con una simpatica
parentesi concertistica animata dal noto coro romano “Le Matite Colorate”,
composto da bambini di diverse sedi e nazionalità.
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IN ITALIA, CALDO RECORD FINO A
MARTEDÍ: PREVISTE TEMPERATURE FINO A 40 GRADI. IL MINISTERO DELLA SALUTE STILA
UN DECALOLOGO PER EVITARE I COLPI DI CALORE. A RISCHIO SOPRATTUTTO LE PERSONE
ANZIANE
ROMA. = Il grande
caldo avanza e non dà tregua in Italia. Lo annuncia la Protezione civile, stimando un aumento delle
temperature: già da oggi, il termometro arriverà a sfiorare i 40 gradi.
Tuttavia, da mercoledì il tempo cambierà: secondo il
meteorologi, l’anticiclone africano presente sulla penisola italiana si
sposterà verso l’Africa, facendo scendere gradualmente le temperature. Nel
frattempo, il Ministero della salute ha stilato un decalogo per evitare i colpi
di calore: tra i punti più importanti, evitare di uscire nella fascia oraria
che va dalle 12 alle 17; ripararsi la testa con un cappello; bere almeno due
litri di acqua al giorno, anche se non se ne sente il
bisogno, per reintegrare la perdita quotidiana di sali minerali. È
consigliabile, inoltre, fare pasti leggeri, ricchi di frutta e verdura, e
indossare abiti in tessuto naturale, come cotone e lino. Un richiamo
particolare è indirizzato ai malati di diabete e a chi soffre di ipertensione:
i primi devono esporsi al sole con molta cautela, per evitare ustioni serie a
causa della minore sensibilità al dolore; chi soffre di pressione alta, invece,
non deve interrompere l’assunzione di farmaci contro l’ipertensione senza
consultare il medico. Infine, una maggiore attenzione va riservata agli anziani
ricoverati nelle case di riposo o negli ospedali: almeno quelli ad alto
rischio, ricorda il Ministero della salute, vanno ospitati in ambienti
ventilati e le loro cure devono essere rivalutate in relazione al clima. (I.P.)
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25 giugno 2006
- A cura
di Eugenio Bonanata -
Torna alta
la tensione in Medio Oriente fra palestinesi e israeliani. Forze armate
ebraiche sono entrate stamani nella striscia di Gaza, poche ore dopo un attacco
palestinese contro le loro postazioni che ha provocato diverse vittime. Ce ne
parla Eugenio Bonanata:
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Mattinata
convulsa nella Striscia di Gaza. Cinque carri armati, appoggiati da due
elicotteri israeliani, sono entrati nell’area per la prima volta dal ritiro
dell’anno scorso per perlustrare la zona. La manovra è avvenuta in risposta all’attacco palestinese sferrato all’alba contro
postazioni israeliane nella zona compresa fra i valichi di Sufa
e di Kerem Shalom, a sud della Striscia di Gaza.
Un’operazione complessa quella del commando palestinese, che è penetrato in
territorio israeliano scavando un tunnel sotto il filo spinato, attaccando poi
con granate e armi automatiche l’obiettivo. Per il momento il bilancio parla di
3 miliziani e di due soldati israeliani uccisi, mentre un terzo militare
risulta disperso. Il braccio armato di Hamas, i
Comitati di resistenza popolare e un gruppo sconosciuto, che si chiama
“Esercito dell'Islam”, hanno rivendicato l’attacco come rappresaglia
all’uccisione nei giorni scorsi di un loro leader. Si teme ora per la risposta
di Israele. “E’ stato un grave attacco”, ha affermato il premier israeliano Olmert, che addossa la responsabilità delle violenze al
governo di Hamas e al presidente palestinese, Abu Mazen, nonostante
quest’ultimo abbia fortemente condannato l’accaduto. Intanto, per tutta la
mattinata il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano è stato impegnato
in un “vertice di emergenza”. Secondo i media locali,
l’esercito ritiene necessaria una vasta offensiva contro i gruppi armati
palestinesi. Il tutto rischia di destabilizzare la situazione sul fronte
interno Palestinese, proprio mentre il presidente Abu
Mazen e il primo ministro Haniyeh
di Hamas – che si sono incontrati in
nottata - sembravano vicini ad un importante accordo per risolvere la crisi
politica che travaglia da tempo l’Autorità nazionale palestinese.
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Dall’Afghanistan
è giunta notizia della morte di due soldati della coalizione multinazionale, a
causa delle ferite riportate ieri durante combattimenti nel sud del Paese. Non
è stata resa nota per il momento la nazionalità dei militari. Fonti delle forze
multinazionali hanno inoltre comunicato che negli stessi scontri sono stati
uccisi almeno 48 ribelli talebani. Intanto, nella
provincia di Nuristan, nel nordest del Paese, i
ribelli hanno sequestrato un funzionario locale della Sanità e due operatori
umanitari, uno dei quali faceva parte di un gruppo svedese.
Il
primo ministro iracheno Al Maliki ha presentato al
Parlamento il più volte annunciato piano di riconciliazione nazionale teso a
porre fine alle violenze nel Paese. Il piano prevede, tra l’altro, un’amnistia
per i ribelli non coinvolti in gravi crimini e atti di terrorismo. Sul terreno,
una serie di bombe ha fatto una decina di morti e almeno cinquanta feriti a
Baghdad. Inoltre 16 lavoratori di un centro ricerca tecnologiche di Taji, a nord della capitale, sono stati rapiti da uomini
armati. Intanto, proseguono le accuse contro soldati americani per gli abusi
commessi nel Paese: due militari sono stati incriminati per l’uccisione di un
civile iracheno disarmato. Lo ha reso noto l’esercito USA che ha anche
annunciato la morte di quattro soldati nella regione della capitale irachena.
Infine, il contingente giapponese ha cominciato questa mattina le operazioni di
ritiro dal Paese iracheno.
Le
autorità statunitensi hanno trasferito in patria 13 sauditi e una persona originaria del Turkistan
detenuti nel carcere di Guantanamo, a Cuba. Lo
hanno confermato le autorità saudite. Questa misura porta a circa 450 il numero
dei prigionieri stranieri detenuti nella base statunitense. Il Dipartimento di
Stato americano ha tuttavia fatto sapere di non voler prolungare la detenzione
di questi prigionieri “più del tempo necessario”.
Il ministro degli Esteri e della Difesa di Timor Est, Josè Ramos-Horta, e quello dei
Trasporti, Ovideo Amaral,
hanno rassegnato le loro dimissioni in segno di protesta per il rifiuto del
premier, Mari Alkatiri, di rimettere il mandato. La
decisione dei due politici è giunta dopo che il Fretilin,
l’ex movimento di liberazione del Paese ed ora forza politica di maggioranza,
ha deciso di continuare ad appoggiare Alkatiri,
nonostante il capo di Stato, Alexandre Xanana Gusmao, auspicasse le sue
dimissioni.
L’Iran non
accetterà di sospendere l’arricchimento dell'uranio, nemmeno per un periodo di
tempo limitato. E’ quanto ribadito dal Ministero degli esteri
iraniano secondo il quale, nell’ambito del braccio di ferro con la
comunità internazionale sul nucleare iraniano, le precondizioni
alle trattative “pongono solo ostacoli alla possibilità di arrivare a un’intesa”.
In
Somalia, le Corti islamiche uscite vittoriose dal confronto con i signori della
guerra hanno nominato alla guida del loro Parlamento lo sceicco Hassan Dahir Aweys,
un religioso che figura nella lista degli Stati Uniti dei terroristi più
pericolosi. Lo sceicco Sharif Ahmed,
il volto moderato delle Corti, è stato invece nominato a capo del comitato
esecutivo, cui spetta dare seguito alle decisioni del legislativo.
Il governo
del Sudan ha ordinato un immediata sospensione delle
operazioni delle agenzie dell’ONU per il Darfur.
Secondo il Ministero degli esteri sudanese, le agenzie
delle Nazioni Unite avrebbero permesso ad un capo ribelle di viaggiare a bordo
di un loro elicottero. La sospensione delle operazioni non si applicherebbe,
per il momento, all’UNICEF e al Programma Alimentare Mondiale (PAM). Le
autorità sudanesi hanno fatto sapere che attendono spiegazioni sull’accaduto da
parte del rappresentante del segretario generale dell'ONU nella zona, Jan Pronk.
In Italia,
l’ANAS, l’Ente nazionale per le strade, ha nominato una commissione di
inchiesta per accertare cause del grave incidente sul lavoro che ieri ha
provocato 1 morto e 14 feriti, in un cantiere dell’autostrada siciliana Catania-Ragusa. Anche il Papa all’Angelus ha espresso
vicinanza alle persone e alle famiglie coinvolte nell’incidente. L’operaio che
ha perso la vita era un giovane messinese di 25 anni,
che lavorava nel cantiere da tre giorni. Restano stabili le condizioni dei due
feriti gravi ricoverati presso l’ospedale di Catania.
Urne
aperte da stamani per 47 milioni di Italiani per il referendum che confermerà o
respingerà la modifica alla seconda parte della Costituzione. La consultazione
referendaria stabilirà definitivamente, tra le altre cose, se la modifica
introdotta dalla legge sulla devolution e il premierato forte potrà o no
entrare in vigore. Bassa l’affluenza alle urne che alle ore 12,30
era del 10%. I seggi resteranno aperti fino alle 22 di questa sera e
riapriranno dalle 7 alle 15 di domani. Subito dopo, inizieranno le operazioni
di scrutinio che proseguiranno senza interruzioni.
Referendum
costituzionale anche in Mauritania, Paese che si prepara ad una svolta
democratica. La popolazione è chiamata a votare una nuova costituzione che
cancellerà i 21 anni di dittatura militare del leader Maaouya
Ould Taya. La nuova Carta
costituzionale ridurrà i poteri del presidente, introducendo il limite di due
mandati, e introdurrà quote per garantire la partecipazione delle donne alla prossime elezioni legislative e locali, in programma a
novembre. Per marzo, invece, è prevista l’elezione del nuovo presidente.
Macabra
celebrazione ieri sul web, per l’ottavo anno consecutivo, del boyloveday, in
altri termini la “giornata internazionale dell’orgoglio pedofilo”. Tante le
manifestazioni di protesta organizzate in tutto il mondo. In Italia, le
associazioni di volontariato hanno inviato una petizione popolare al presidente
della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al governo chiedendo “un impegno in
ambito internazionale a fronteggiare il dilagare della pedofilia su Internet”. In serata, fiaccolate si sono svolte a Palermo e Rovigo. Ma
che cos’è esattamente il boylove day? Paolo Ondarza lo ha chiesto ad Aurelia Passaseo, presidente del
Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori:
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R. –
Praticamente è la celebrazione di tutti i pedofili, che vogliono rivendicare
che sia legittimato il loro diritto di poter “amare” i bambini liberamente,
alla luce del sole.
D. –
Manipolando il linguaggio, parlando di diritto del bambino al rapporto sessuale
con adulti…
R. –
Esatto. Praticamente per loro il bambino ha diritto, sempre se vuole, a poter
essere amato liberamente, cercando di forzare quella che poi è la crescita naturale
e lo sviluppo del bambino.
D. –
Proprio nei giorni scorsi il Nucleo investigativo telematico
ha consentito l’oscuramento di due siti a favore di quello che viene definito il diritto del bambino al rapporto sessuale
con adulti. E’ stato anche identificato l’ideologo del Fronte di liberazione
dei bambini?
R. – Il
quale, oltretutto, è uno che, guarda caso, lavorava
vicino ai bambini. Sembra che l’abbiano identificato. Poi sa, c’è sempre il
discorso della presunzione di innocenza.
D. –
Sottovalutare l’apologia della pedofilia ha portato in Olanda, secondo
l’Osservatorio sui diritti dei minori, alla nascita del partito pedofilo…
R. –
Sottovalutare le denunce che venivano fatte dalle
associazioni, che sono sempre state fatte, è stata la causa che ha portato alla
nascita di questo partito.
D. – Si
tratta di un fenomeno in espansione, secondo lei?
R. – Non
credo tanto in espansione, perchè non ci sono dati certi su quanti siano i pedofili. Sembra che siano dai 500 mila a 5 milioni
in tutto il mondo. Secondo me, comunque, è un fenomeno sottovalutato. Anche nel
nostro ordinamento manca il reato vero e proprio di pedofilia. Bisogna
considerare la pedofilia e l’abuso sessuale un reato contro l’umanità. Sicuramente,
se non cambierà qualcosa, noi nella Giornata dei bambini e dell’infanzia
conteremo di fare qualcosa. Una prima cosa che mi può venire in mente è quella
di non festeggiare la Giornata dei diritti dell’infanzia, ma la Giornata del
silenzio dei diritti dell’infanzia. Scendendo in piazza ci imbavaglieremo per
quella giornata.
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