RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 176 - Testo della trasmissione di domenica 25 giugno 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Sacro Cuore di Gesù, radice della santità dei sacerdoti e delle famiglie: all’Angelus, Benedetto XVI ricorda le festività liturgiche del periodo, levando un appello alla prudenza in strada per chi parte in vacanza e una preghiera di cordoglio per la tragedia sul lavoro lungo la Catania-Siracusa

 

La musica sacra un’eredità da tenere viva e far conoscere, veicolo di evangelizzazione a beneficio della comunità ecclesiale. Così ieri pomeriggio il Papa, al termine del concerto in suo onore nella Cappella Sistina

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Cittadinanza universale e rispetto dei diritti dei migranti al centro del secondo Forum mondiale dell’immigrazione, concluso a Rivas, in Spagna: intervista con il vescovo Demetrio Valentini

 

Valori e solidarietà, via maestra per una imprenditorialità che guarda all’uomo prima che al prodotto. Se ne è discusso al quarto Simposio europeo dei docenti universitari di Roma: con noi mons. Giampaolo Crepaldi, mons. Sergio Lanza e Attilio Celant

 

Domani si celebra la giornata ONU contro la tossicodipendenza. Obiettivo: tutelare i bambini dall’uso delle droghe sostenendo le famiglie in difficoltà: ai nostri microfoni, don Antonio Mazzi

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Malaysia, campagna di preghiera delle Chiese cristiane a favore di Lina Joy, una cristiana convertitasi dall’islam

 

Dura condanna della conferenza episcopale irlandese contro il traffico di esseri umani, definito “immorale e criminale”

 

Istruzione di base per tutti: il programma alimentare mondiale dell’ONU costruisce 25 nuove scuole nel Sud del Sudan, dove solo il 20% dei bambini frequenta le aule

 

Consegnato ieri, in provincia di Arezzo, il premio “Goccia d’oro” dedicato al dialogo interreligioso

 

In Italia, caldo record fino a martedì: previste temperature fino a 40 gradi

 

24 ORE NEL MONDO:

Torna alta la tensione in Medio Oriente: palestinesi attaccano postazione israeliana, almeno 5 i morti

 

In Italia, 47 milioni di cittadini alle urne per il referendum sulle modifiche costituzionali

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 giugno 2006

 

 

IL SACRO CUORE DI GESÙ, RADICE DELLA SANTITA’ DEI SACERDOTI E DELLE FAMIGLIE: ALL’ANGELUS, BENEDETTO XVI RICORDA LE FESTIVITA’ LITURGICHE, LEVANDO UN APPELLO ALLA PRUDENZA IN STRADA PER CHI PARTE IN VACANZA E UNA PREGHIERA DI CORDOGLIO PER LA TRAGEDIA SUL LAVORO LUNGO LA CATANIA-SIRACUSA

 

Una domenica “circondata da solennità liturgiche significative”. Con queste parole, Benedetto XVI ha introdotto il suo pensiero prima della recita dell’Angelus di questa mattina. Il Papa ha parlato della festa del Sacro Cuore e della giornata di preghiera per la Santificazione dei sacerdoti, ricordando inoltre la prossima solennità dei Santi Pietro e Paolo. E ricco di appelli e pensieri particolari è stato anche il dopo-Angelus, con Benedetto XVI che ha pregato per le vittime della tragedia sul cantiere autostradale della Catania-Siracusa, invitando nel contempo chi si appresta a partire per le vacanze alla prudenza in auto, come segno di rispetto per la vita umana. La cronaca nel servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Un Angelus ricco di spunti, non solo spirituali, perché l’essere cristiani impegna nel rispetto di una festa religiosa così come nel muoversi lungo la strada, secondo le regole che tutelano la sicurezza propria e altrui. Davanti ai circa 30 mila fedeli radunati in Piazza San Pietro, nonostante il gran caldo, Benedetto XVI ha avuto parole a 360 gradi tanto per il particolare periodo liturgico, denso di momenti celebrativi, quanto per le circostanze sociali – dagli studenti alla prova degli esami alle prime partenze per le ferie – che chiedono incoraggiamento e attenzione. Prima di intonare l’Angelus, il Pontefice si è anzitutto soffermato sulla festa del Sacro Cuore di Gesù di venerdì scorso, una devozione popolare – ha detto - che si “unisce felicemente alla profondità teologica”. Una festa cara alle famiglie, che usavano e talora in alcuni Paesi usano ancora consacrarsi al Sacro Cuore, ma soprattutto una festa che mette in risalto la vita del clero:

 

“La solennità del Sacro Cuore di Gesù è anche la Giornata Mondiale di Preghiera per la Santificazione dei Sacerdoti: colgo l’occasione per invitare tutti voi, cari fratelli e sorelle, a pregare sempre per i sacerdoti, affinché possano essere validi testimoni dell’amore di Cristo”.

 

Il Papa ha poi ricordato le altre feste liturgiche che fanno corona alla domenica odierna: la Natività di Giovanni il Battista, ricordata ieri, e la grande solennità dei Santi Pietro e Paolo di giovedì prossimo. Il motto del Battista riferito a Gesù – “Egli deve crescere e io invece diminuire” è un’espressione - ha affermato il Pontefice - “programmatica per ogni cristiano”. In modo altissimo, lo è stata nella vita di Simon Pietro e di Paolo di Tarso:

 

“Lasciare che l’‘io’ di Cristo prenda il posto del nostro ‘io’ è stato in modo esemplare l’anelito degli Apostoli Pietro e Paolo, che la Chiesa venera con solennità il prossimo 29 giugno. San Paolo ha scritto di sé:Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me’. Prima di loro e prima di ogni altro Santo, a vivere questa realtà è stata Maria Santissima, che ha conservato le parole del suo Figlio Gesù nel suo cuore”.

 

L’applauso al termine della preghiera mariana si è subito sciolto nelle parole di Benedetto XVI, che ha avuto un pensiero di cordoglio per il drammatico incidente sul lavoro di ieri, lungo l’autostrada Catania-Siracusa, dove il crollo di un ponteggio ha provocato la morte di un operaio e il ferimento di altri 13:

 

“Profondamente addolorato per il grave incidente avvenuto nel cantiere dell’autostrada Catania-Siracusa, porgo le mie condoglianze ai familiari della vittima, per la quale elevo al Signore una speciale preghiera di suffragio e, mentre esprimo la mia spirituale vicinanza ai feriti ed ai loro parenti, auspico che una sempre maggiore attenzione alle condizioni di sicurezza nel lavoro possa evitare il ripetersi di simili drammatici eventi”.

 

Ma domenica di oggi offre anche un altro spunto ecclesiale importante, con la celebrazione della Giornata della Carità del Papa. Un’antichissima tradizione in questo periodo dell’anno, che vede le offerte dei fedeli raccolte e devolute per il cosiddetto Obolo di San Pietro e destinate dal Pontefice ad opere di assistenza umanitaria e di promozione sociale in tutto il mondo:

 

“Ringrazio di cuore la Comunità ecclesiale italiana per le preghiere e il sostegno che offre al mio ministero di Successore di Pietro, chiamato a servire l’intero popolo di Dio”.

 

Dal sostegno dei fedeli alla missione del Papa, al pensiero dello stesso Benedetto XVI verso quei tanti giovani giunti al traguardo finale degli studi. Ma anche un appello spontaneo, in tempi di esodi vacanzieri, alla mai troppo invocata prudenza in strada:

 

“Un saluto affettuoso rivolgo agli studenti che in questi giorni completano gli esami ed assicuro loro un ricordo nella preghiera. Saluto anche coloro che all’inizio dell’estate si mettono in viaggio per un periodo di vacanza. Al tempo stesso desidero rinnovare l’appello al senso di responsabilità nella circolazione stradale, ricordando che tenere un corretto comportamento nella guida è un modo concreto di rispettare la vita propria e quella degli altri”.

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LA MUSICA SACRA UN’EREDITÀ DA TENERE VIVA E FAR CONOSCERE, VEICOLO DI EVANGELIZZAZIONE A BENEFICIO DELLA COMUNITÀ ECCLESIALE. COSÌ BENEDETTO XVI IERI POMERIGGIO AL TERMINE DEL CONCERTO IN SUO ONORE NELLA CAPPELLA SISTINA

 

La polifonia sacra costituisce un’eredità da conservare, tenere viva e far conoscere come patrimonio spirituale, artistico e culturale. Lo ha detto Benedetto XVI ieri pomeriggio al termine del concerto offerto in suo onore dalla Fondazione Domenico Bartolucci nella Cappella Sistina. Ad eseguire le opere in programma il coro della Fondazione diretto dallo stesso maestro Bartolucci. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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(musica)

 

Di fronte all’intensità spirituale delle composizioni sacre “l’animo avverte spontaneo il bisogno di lodare, benedire e ringraziare”, un sentimento che “si rivolge innanzitutto al Signore, somma bellezza e armonia, che ha dato all’uomo la capacità di esprimersi con il linguaggio della musica e del canto”. Con queste parole Benedetto XVI ha manifestato il suo apprezzamento per l’esecuzione del coro della Fondazione Bartolucci. Al pubblico sono stati proposti mottetti di Giovanni Pierluigi da Palestrina e del maestro Domenico Bartolucci, ultimo Direttore Perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina. Un programma particolarmente apprezzato dal Papa che ha sottolineato l’importanza della musica sacra per la comunità ecclesiale:

 

Tutti i brani ascoltati … concorrono a confermare la convinzione che la polifonia sacra, … costituisce un’eredità da conservare con cura, da tenere viva e da far conoscere, a beneficio non solo degli studiosi e dei cultori, ma della Comunità ecclesiale nel suo insieme, per la quale costituisce un inestimabile patrimonio spirituale, artistico e culturale.

 

Quindi il Santo Padre ha ringraziato il maestro Bartolucci per l’esecuzione dell’Oremus pro Pontefice nostro Benedicto, mottetto scritto in suo onore dopo l’elezione alla sede di Pietro, e per il contributo offerto alla Chiesa insieme alla Cappella musicale pontificia:

 

Lei, venerato Maestro, ha cercato sempre di valorizzare il canto sacro, anche come veicolo di evangelizzazione. Mediante gli innumerevoli concerti eseguiti in Italia e all’estero, con il linguaggio universale dell’arte, la Cappella musicale pontificia da Lei guidata ha così cooperato alla stessa missione dei Pontefici, che è quella di diffondere nel mondo il messaggio cristiano”.

 

Infine, prima di impartire la benedizione apostolica, Benedetto XVI ha rivolto una preghiera a Maria:

 

“…alla sua materna protezione affidiamo in modo particolare tutti i cultori del canto sacro, affinché, sempre animati da genuina fede e da sincero amore per la Chiesa, offrano il loro prezioso contributo alla preghiera liturgica e concorrano efficacemente all’annuncio del Vangelo”.

 

(musica)

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 giugno 2006

 

 

CITTADINANZA UNIVERSALE E RISPETTO DEI DIRITTI DEI MIGRANTI

AL CENTRO DEL SECONDO FORUM MONDIALE DELL’IMMIGRAZIONE, A RIVAS,

 IN SPAGNA

- Intervista con il vescovo Demetrio Valentini -

 

Si è concluso ieri pomeriggio il secondo Forum sociale mondiale dell’immigrazione nella città di Rivas, presso Madrid, in Spagna. Presenti oltre 3.800 delegati di 90 Paesi dei cinque continenti, in rappresentanza di 850 associazioni e movimenti. Durante i tre giorni di lavoro, si è discusso in parecchi seminari e tavole rotonde sul tema “Cittadinanza universale e diritti umani”. Ce ne parla il collega della redazione brasiliana, Silvonej Protz.

 

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Il Forum di Rivas è stato uno spazio di dibattito democratico, di riflessione, di formulazione di proposte e di scambi di esperienze tra i partecipanti. Il secondo Forum sociale mondiale dell’immigrazione conclude i suoi lavori, chiedendo la cittadinanza universale, il diritto di ogni persona di scegliere dove vivere. Il Forum ha messo in evidenza la corresponsabilità dei Paesi ricchi nel fenomeno migratorio e chiede anche che questi Paesi si compromettano nell’adozione di misure urgenti per mettere fine ai problemi che vedono coinvolti più di 180 milioni di migranti in tutto il mondo. Nella città di Rivas, si è potuto sentire lo spirito di Porto Alegre, la città brasiliana che diventò famosa nel mondo per aver organizzato il primo Forum sociale mondiale. Anche qui, a Rivas, è stato scandito lo slogan già popolare “Un altro mondo è possibile”. Tanti i temi discussi, che fanno parte della dichiarazione finale di questo incontro: temi che vanno dai diritti degli immigrati e rifugiati, alle politiche di regolazione e regolamentazione delle migrazioni. Tutti sono concordi sul fatto che la migrazione sia un fenomeno di grande attualità e che non si possa sottovalutare. Riguardo all’impatto della globalizzazione sui movimenti migratori, abbiamo sentito mons. Demetrio Valentini, vescovo brasiliano della diocesi di Jales San Paolo, presidente della Caritas brasiliana e responsabile della pastorale dei migranti della Conferenza dei vescovi del Brasile, uno dei principali relatori di questo Forum sociale a Rivas:

 

R. – E’ una testimonianza di quanto sia importante il fenomeno migratorio che oggi ha dimensioni mondiali, basti vedere le statistiche - circa 200 milioni di migranti. E se queste statistiche parlano di 200 milioni, molta più gente è coinvolta nel fenomeno migratorio. Possiamo dire, allora, che le emigrazioni sono la testimonianza più viva del fatto che il mondo non va bene e ciò non può essere. Non si può portare avanti una globalizzazione che ha due caratteristiche fondamentali, la cumulazione del capitale, del denaro, e lo sfruttamento del lavoro. Però, bisogna fare un’inversione: quello che dice con molta chiarezza la dottrina sociale della Chiesa, ossia che la destinazione universale dei beni, si potrebbe dire, la destinazione universale del processo economico e lo sviluppo, mai come ora avviene per beneficio di un 20 per cento dell’umanità che approfitta del processo attuale dello sviluppo umano. Bisogna tenere presente che l’economia ha bisogno di essere messa a servizio non per accumulare, perché alcuni diventino ricchi o sempre più ricchi, ma al servizio della vita umana. Dunque, bisogna recuperare i diritti dei lavoratori e così non soltanto recuperare quelli che hanno lavoro ma pensare ad un’economia a servizio di tutta l’umanità. Sono sfide molto grandi. Bisogna mettersi d’accordo e cominciare a recuperare valori anche cristiani, recuperare quello che il Vangelo dice con molta chiarezza. La globalizzazione che Gesù ha voluto è differente da quella che avviene oggi. Bisogna quindi recuperare anche le motivazioni religiose, pensare ad un mondo fraterno, pensare ad una globalizzazione della solidarietà, come dice il Papa.

 

D. – Qual è il ruolo della Chiesa nell’aiutare i migranti, quelli che partono e quelli che rimangono…

 

R. – C’è tra Chiesa e migranti una connaturalità perché anche la Chiesa si manifesta sempre come Chiesa pellegrina. Anche la Bibbia è una storia di migrazione. Dunque, la migrazione ha un messaggio molto chiaro: il mondo bisogna sempre ripensarlo e andare avanti, non accontentarsi della strada che abbiamo già fatto, anche se sembrerebbe che stiamo già bene, ma il mondo non sta bene. Allora la Chiesa è chiamata ad essere presente, a stimolare un atteggiamento di apertura, di accoglienza, di corresponsabilità: una presenza che stimoli le nazioni a fare fronte ai problemi che la globalizzazione presenta.

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VALORI E SOLIDARIETA’, VIA MAESTRA PER UNA IMPRENDITORIALITA’

CHE GUARDA ALL’UOMO PRIMA CHE AL PRODOTTO. SE NE E’ DISCUSSO

AL QUARTO SIMPOSIO EUROPEO DEI DOCENTI UNIVERSATARI DI ROMA

- Ai nostri microfoni mons. Giampaolo Crepaldi, mons. Sergio Lanza e Attilio Celant -

 

L’impresa è un luogo di relazioni interpersonali e va costruita tenendo conto non solo dell’economia di mercato, ma anche delle relazioni umane. È quanto è emerso dal IV Simposio europeo dei docenti universitari, conclusosi ieri a Roma e intitolato “L’impresa e la costruzione di un nuovo umanesimo”. C’era per noi Isabella Piro.

 

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La connessione tra scienza umana e Dottrina sociale della Chiesa è una questione fondamentale nel mondo di oggi. Sono le parole di mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervenuto alla sessione conclusiva del simposio. Proprio su questo tema, ha annunciato il presule, il 12 e il 13 novembre prossimi si terrà un congresso mondiale. Mettere a confronto le università europee con la Dottrina sociale della Chiesa – ha aggiunto – significa mettere in pratica una nuova evangelizzazione in un contesto sempre più globalizzato dove, purtroppo, aumentano le disuguaglianze. Una delle sfide maggiori dell’impresa di oggi, quindi, è lo sviluppo:

 

“Nel mondo oggi vivono un miliardo e 200 milioni di persone in estrema povertà, ciò vuol dire che hanno un’aspettativa di vita sotto i 39 anni, non usufruiscono di nessun servizio e non hanno alcuna istruzione. Siamo di fronte ad una tragedia. Il tema dello sviluppo, quindi, è un tema decisivo, non solo per l’agenda internazionale, ma anche per la dottrina e la storia della Chiesa”.

 

Questo simposio segna la forte ripresa della Centesimus annus di Giovanni Paolo II, ha aggiunto mons. Sergio Lanza docente della Pontificia Università Lateranense. L’enciclica di Papa Wojtyla, ha detto il presule, ribadisce che l’impresa è la strada lungo cui si esprime la vocazione dell’uomo di rispondere al disegno di Dio. Per essere tale, però, l’attività imprenditoriale deve essere responsabile:

 

“Cioè, che una persona non può operare guardando solo a se stessa, ma anzi operando in questo modo autocentrico finisce inesorabilmente per creare conflitto e non invece progresso. Quindi, è un’impresa che non guarda solo al prodotto, ma guarda alla propria presenza e si considera uno degli attori sociali rilevanti sul territorio”.

 

Sullo stesso piano, si è posto anche Attilio Celant, preside della Facoltà di Economia presso la Sapienza di Roma: l’etica non è diversa dall’economia, ha detto, e la responsabilità sociale non implica la perdita dei profitti. E nella diffusione e messa in pratica di questo concetto, un ruolo strategico spetta proprio alle università:

 

“I problemi del bilancio sociale, i problemi dedicati alla qualità formativa sono già da tempo oggetto delle riflessioni in campo accademico. Per esempio, abbiamo appurato in questi giorni che quello che sembrava una volta quasi un costo assoluto, e si chiamavano spese di natura previdenziale, per la collettività rappresentano invece un investimento. Quindi, è una nuova forma di riflessione che dobbiamo introdurre all’interno dei nostri ragionamenti”.

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DOMANI SI CELEBRA LA GIORNATA ONU CONTRO LA TOSSICODIPENDENZA.

OBIETTIVO: TUTELARE I BAMBINI DALL’USO DELLE DROGHE

SOSTENENDO LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA’

- Intervista con don Antonio Mazzi -

 

“La droga non è un giocattolo” è il tema della giornata internazionale contro la tossicodipendenza indetta dalle Nazioni Unite che si celebra domani. Obiettivo della giornata è rafforzare la consapevolezza del potere distruttivo della droga e della necessità di proteggere il benessere dei bambini. Le stime più recenti indicano che 200 milioni di persone, ovvero il 5% della popolazione mondiale compresa fra i 15 ed i 64 anni, hanno fatto uso di droghe illecite almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Ma che cosa si può dire dei minori? Eugenio Bonanata ha girato la domanda a don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus Onlus, da anni in prima fila in attività di recupero:

 

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R. – Purtroppo il bambino risente delle brutte abitudini e di quello che vede dai grandi. Soprattutto in certe famiglie, i bambini sono figli di tossicodipendenti e quindi hanno visto papà e mamma, oppure uno dei due, fare certe cose. Alcune volte addirittura, i genitori usano i figli come strumenti per nascondere o andare in cerca della “roba”. Questa è la cosa che più mi spaventa. E’ la cosa di cui si parla meno. Fino a che punto i genitori, anziché essere genitori, rovinano i bambini? Dobbiamo riflettere, perché dobbiamo fare un grande discorso a livello nazionale per un verso e a livello mondiale per un altro.

 

D. – Cosa dovrebbero fare concretamente le famiglie?

 

R. – Intanto, cerchiamo che le famiglie, laddove non ci sono problemi, educhino i loro figli, anche perché, tra le altre cose in questa società soprattutto occidentale, abbiamo accontentato troppo i nostri figli e li abbiamo educati poco. Per educare, però, bisogna essere educatori, quindi bisogna essere dei testimoni, bisogna essere credibili, nelle famiglie normali. Nelle famiglie dove ci sono dei problemi bisogna assolutamente che ce ne facciamo carico. E’ inutile che ci prendiamo carico dei singoli, del ragazzo o della ragazza, del marito o della moglie. E’ meglio che sia tutto il contesto ad essere aiutato. Anni fa, queste cose le facevamo. Adesso purtroppo non le facciamo più. Tra l’altro non si capisce perché il bambino si debba distaccare dalla madre tossicodipendente. Io sono del parere che per quanto sia problematica una mamma, è comunque la mamma e bisogna educarla. Tagliare il cordone ombelicale è terribile. Mi pare che questo tema, però, non sia un tema all’ordine del giorno, non sia un tema dibattuto, neanche dalle stesse comunità, neanche da noi.

 

D. – Secondo lei, è corretto affermare che in Europa l’uso di eroina e di sostanze sintetiche sia diminuito, mentre aumenta l’uso di cannabis e cocaina?

 

R. – No, non è diminuito, è che oggi fanno uso di tutto. Anche degli stessi adulti che di solito si dice essere cocainomani, quelli “puri” sono adulti di alto lignaggio che rimangono ancora sconosciuti o protetti. Mentre, ormai, anche la media borghesia ed anche i ragazzi si fanno un po’ di tutto. Quindi, c’è cocaina, eroina, droghe sintetiche, spinelli e alcool - non dimentichiamo infatti la presenza dell’alcool tra le dipendenze. Una persona per perdere il controllo di sé oggi ha la possibilità di usare un’infinità di cose. Dobbiamo parlare, dunque, di dipendenze e non più di una dipendenza. Dobbiamo parlare di droghe e non più di droga e dobbiamo anche inserire in modo costante il tema dell’alcool.

 

D. – Si può uscire dalla dipendenza, secondo lei?

 

R. – Sì, noi dobbiamo dire che si può uscire. Guai che noi mollassimo. Io, per esempio, in questo momento ho circa un migliaio di ragazzi in comunità e due terzi purtroppo li perderò. Sette su dieci li perdo e tre su dieci li salvo. Questo, però, non ci deve spaventare. Tutto è possibile. Nessuno è irrecuperabile. Questo lo diceva don Bosco, lo dico io, ma soprattutto lo dice il Padre Eterno.

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CHIESA E SOCIETA’

25 giugno 2006

 

 

IN MALAYSIA, CAMPAGNA DI PREGHIERA DELLE CHIESE CRISTIANE A FAVORE DI LINA JOY, UNA CRISTIANA CONVERTITASI DALL’ISLAM. DOMANI, LA CORTE FEDERALE

DECIDERÀ SE LA SUA CONVERSIONE PUÒ ESSERE RICONOSCIUTA DALLA LEGGE

 

KUALA LAMPUR. = Tutte le Chiese cristiane della Malaysia sono impegnate in una campagna di preghiera perché vengano riconosciuti i diritti di Lina Joy, una donna che si è convertita dalla religione islamica al cristianesimo. Domani, la Corte federale deciderà se la legge può o non può riconoscere la sua conversione. Lina Joy, riferisce Asianews, si è convertita al cristianesimo nel 1998. Ha chiesto, sia all’anagrafe che alla Corte d’Appello, che venisse tolta la parola “Islam” dalla sua carta di identità, ma entrambe le istanze sono state rifiutate. Il motivo è che la donna, essendo di etnia malay, è considerata d’ufficio musulmana e dovendo sottostare alla legge islamica, non può cambiare religione. Proprio per questo, mons. Paul Tan Chee Ing, vescovo cattolico di Melaka-Johor e presidente della Federazione dei cristiani della Malaysia, ha lanciato un appello ai cristiani perché sostengano con la preghiera il dramma di Lina Joy. In particolare, si domanda a Dio di sostenere la donna, qualunque decisione prendano i giudici, e si chiede “sapienza” per i legislatori chiamati ad emettere il verdetto. Infine, un ultimo appello è per il primo ministro malaysiano, Abdullah Badawi, affinché faccia valere i diritti sanciti dalla Costituzione. (I.P.)

 

 

DURA CONDANNA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE IRLANDESE CONTRO IL TRAFFICO

DI ESSERI UMANI, DEFINITO “IMMORALE E CRIMINALE”. IN UNA DICHIARAZIONE,

SI CHIEDE AL GOVERNO DI INTRODURRE LEGGI APPROPRIATE PER CONTRASTARE

UN FENOMENO CHE COLPISCE 2 MILIONI E MEZZO DI PERSONE

 

DUBLINO. = “Il reclutamento, il trasferimento e la vendita di persone vulnerabili, donne, bambini e uomini, è una grande violazione dei diritti umani". Così, in una dichiarazione diffusa nei giorni scorsi, la Conferenza episcopale irlandese ha espresso una dura condanna contro il traffico di esseri umani, definendolo "immorale e criminale". Secondo i vescovi, "è dovere dei cristiani prendersi cura delle vittime di questo traffico” che, attraverso varie forme di coercizione, “vengono segregate dai loro sequestratori e tenute in condizioni agghiaccianti. Senza possibilità di fuga. La vita umana è così ridotta a merce". I presuli ricordano, inoltre, che sono circa 2 milioni e 400 mila le persone costrette a subire "questo comportamento criminale". Per fronteggiare il fenomeno, fanno sapere i vescovi, in Irlanda "è già stato attivato un gruppo di lavoro, formato da religiosi e società missionarie, con lo scopo di sensibilizzare il governo all'introduzione di leggi appropriate e per dare assistenza a queste vittime”. “Non vorremmo vedere il nostro Paese - conclude la dichiarazione - venire meno ai doveri morali e alle responsabilità politiche in questo ambito". Di qui, l'invito al governo a ratificare quanto prima “i protocolli, le convenzioni e le direttive che in campo europeo offrono strumenti di contrasto del traffico di esseri umani". (I.P.)

 

 

ISTRUZIONE DI BASE PER TUTTI: IL PROGRAMMA ALIMENTARE MONDIALE DELL’ONU

COSTRUISCE 25 NUOVE SCUOLE NEL SUD DEL SUDAN, DOVE SOLO IL 20%

DEI BAMBINI FREQUENTA LE AULE DI STUDIO

 

JUBA. = Un progetto del valore di 3,5 milioni di dollari: questo l’impegno del PAM, il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, per costruire 25 nuove scuole nel Sudan meridionale, dove i tassi di frequenza scolastica elementare sono tra i più bassi del mondo. Come riportato dall’Agenzia Fides, infatti, si calcola che solo il 20% dei bambini va a scuola e, tra questi, solo il 35% sono bambine. Inoltre, su una popolazione di 7,5 milioni di persone, solo 500 ragazze all’anno concludono il ciclo di istruzione elementare. Ogni istituto scolastico costruito dal PAM costerà circa 140 mila dollari e potrà accogliere 405 studenti. In totale, le 25 nuove scuole forniranno 225 aule alla regione. Da notare, inoltre, che attraverso i programmi di alimentazione scolastica, il PAM quest’anno ha raggiunto 124 scuole e che, attualmente, fornisce pasti a 130 mila studenti in 220 istituti scolastici del Sudan meridionale. (I.P.)

 

 

CONSEGNATO IERI, IN PROVINCIA D’AREZZO, IL PREMIO “GOCCIA D’ORO” DEDICATO

AL DIALOGO INTERRELIGIOSO. TRA I VINCITORI, DON ANDREA SANTORO,

IL SACERDOTE ROMANO UCCISO LO SCORSO FEBBRAIO IN TURCHIA,

 E PADRE PIERBATTISTIA PIZZABALLA, SUPERIORE

DELLA CUSTODIA FRANCESCANA IN TERRA SANTA

- A cura di don Vito Magno -

 

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RAPOLANO TERME. = Al dialogo interreligioso è stato dedicato il Premio Goccia d’Oro che ieri sera il comune di Rapolano Terme, alla presenza del vescovo di Arezzo, mons. Gualtiero Basetti, ha conferito a numerose personalità. In particolare, questa cittadina toscana, in cui il 70 per cento degli abitanti pratica il volontariato, ha voluto ricordare il contributo al dialogo con l’islam dato da don Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso il 5 febbraio di quest’anno in Turchia e la cui testimonianza è stata evidenziata dalla sorella. Gocce d’oro sono state assegnate ad alcuni protagonisti del dialogo interreligioso in Terra Santa: a padre Pierbattista Pizzaballa, superiore della Custodia francescana, e al personale dell’ospedale Sacra Famiglia di Nazareth, dove ogni anno nascono 1500 bambini ebrei, musulmani e cristiani. Per l’Italia, il premio è andato significativamente all’Associazione Rondine, la Cittadella della pace alle porte di Arezzo, dove un gruppo di giovani studenti provenienti da Paesi tra loro in guerra hanno ridato vita, otto anni fa, ad un antico borgo medievale, divenuto crocevia di dialogo interreligioso. Sono stati anche premiati Mario Scialoja, presidente della sezione italiana della Lega musulmana mondiale, e gli autori della rubrica “A Sua Immagine” di Raiuno, per avere dato voce al dialogo tra le religioni. La serata si è chiusa con una simpatica parentesi concertistica animata dal noto coro romano “Le Matite Colorate”, composto da bambini di diverse sedi e nazionalità.

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IN ITALIA, CALDO RECORD FINO A MARTEDÍ: PREVISTE TEMPERATURE FINO A 40 GRADI. IL MINISTERO DELLA SALUTE STILA UN DECALOLOGO PER EVITARE I COLPI DI CALORE. A RISCHIO SOPRATTUTTO LE PERSONE ANZIANE

 

ROMA. = Il grande caldo avanza e non dà tregua in Italia. Lo annuncia la Protezione civile, stimando un aumento delle temperature: già da oggi, il termometro arriverà a sfiorare i 40 gradi. Tuttavia, da mercoledì il tempo cambierà: secondo il meteorologi, l’anticiclone africano presente sulla penisola italiana si sposterà verso l’Africa, facendo scendere gradualmente le temperature. Nel frattempo, il Ministero della salute ha stilato un decalogo per evitare i colpi di calore: tra i punti più importanti, evitare di uscire nella fascia oraria che va dalle 12 alle 17; ripararsi la testa con un cappello; bere almeno due litri di acqua al giorno, anche se non se ne sente il bisogno, per reintegrare la perdita quotidiana di sali minerali. È consigliabile, inoltre, fare pasti leggeri, ricchi di frutta e verdura, e indossare abiti in tessuto naturale, come cotone e lino. Un richiamo particolare è indirizzato ai malati di diabete e a chi soffre di ipertensione: i primi devono esporsi al sole con molta cautela, per evitare ustioni serie a causa della minore sensibilità al dolore; chi soffre di pressione alta, invece, non deve interrompere l’assunzione di farmaci contro l’ipertensione senza consultare il medico. Infine, una maggiore attenzione va riservata agli anziani ricoverati nelle case di riposo o negli ospedali: almeno quelli ad alto rischio, ricorda il Ministero della salute, vanno ospitati in ambienti ventilati e le loro cure devono essere rivalutate in relazione al clima. (I.P.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

25 giugno 2006

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

        

Torna alta la tensione in Medio Oriente fra palestinesi e israeliani. Forze armate ebraiche sono entrate stamani nella striscia di Gaza, poche ore dopo un attacco palestinese contro le loro postazioni che ha provocato diverse vittime. Ce ne parla Eugenio Bonanata:

 

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Mattinata convulsa nella Striscia di Gaza. Cinque carri armati, appoggiati da due elicotteri israeliani, sono entrati nell’area per la prima volta dal ritiro dell’anno scorso per perlustrare la zona. La manovra è avvenuta in risposta all’attacco palestinese sferrato all’alba contro postazioni israeliane nella zona compresa fra i valichi di Sufa e di Kerem Shalom, a sud della Striscia di Gaza. Un’operazione complessa quella del commando palestinese, che è penetrato in territorio israeliano scavando un tunnel sotto il filo spinato, attaccando poi con granate e armi automatiche l’obiettivo. Per il momento il bilancio parla di 3 miliziani e di due soldati israeliani uccisi, mentre un terzo militare risulta disperso. Il braccio armato di Hamas, i Comitati di resistenza popolare e un gruppo sconosciuto, che si chiama “Esercito dell'Islam”, hanno rivendicato l’attacco come rappresaglia all’uccisione nei giorni scorsi di un loro leader. Si teme ora per la risposta di Israele. “E’ stato un grave attacco”, ha affermato il premier israeliano Olmert, che addossa la responsabilità delle violenze al governo di Hamas e al presidente palestinese, Abu Mazen, nonostante quest’ultimo abbia fortemente condannato l’accaduto. Intanto, per tutta la mattinata il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano è stato impegnato in un “vertice di emergenza”. Secondo i media locali, l’esercito ritiene necessaria una vasta offensiva contro i gruppi armati palestinesi. Il tutto rischia di destabilizzare la situazione sul fronte interno Palestinese, proprio mentre il presidente Abu Mazen e il primo ministro Haniyeh di Hamas – che si sono incontrati in nottata - sembravano vicini ad un importante accordo per risolvere la crisi politica che travaglia da tempo l’Autorità nazionale palestinese.

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Dall’Afghanistan è giunta notizia della morte di due soldati della coalizione multinazionale, a causa delle ferite riportate ieri durante combattimenti nel sud del Paese. Non è stata resa nota per il momento la nazionalità dei militari. Fonti delle forze multinazionali hanno inoltre comunicato che negli stessi scontri sono stati uccisi almeno 48 ribelli talebani. Intanto, nella provincia di Nuristan, nel nordest del Paese, i ribelli hanno sequestrato un funzionario locale della Sanità e due operatori umanitari, uno dei quali faceva parte di un gruppo svedese.

 

Il primo ministro iracheno Al Maliki ha presentato al Parlamento il più volte annunciato piano di riconciliazione nazionale teso a porre fine alle violenze nel Paese. Il piano prevede, tra l’altro, un’amnistia per i ribelli non coinvolti in gravi crimini e atti di terrorismo. Sul terreno, una serie di bombe ha fatto una decina di morti e almeno cinquanta feriti a Baghdad. Inoltre 16 lavoratori di un centro ricerca tecnologiche di Taji, a nord della capitale, sono stati rapiti da uomini armati. Intanto, proseguono le accuse contro soldati americani per gli abusi commessi nel Paese: due militari sono stati incriminati per l’uccisione di un civile iracheno disarmato. Lo ha reso noto l’esercito USA che ha anche annunciato la morte di quattro soldati nella regione della capitale irachena. Infine, il contingente giapponese ha cominciato questa mattina le operazioni di ritiro dal Paese iracheno.

 

Le autorità statunitensi hanno trasferito in patria 13 sauditi e una persona originaria del Turkistan detenuti nel carcere di Guantanamo, a Cuba. Lo hanno confermato le autorità saudite. Questa misura porta a circa 450 il numero dei prigionieri stranieri detenuti nella base statunitense. Il Dipartimento di Stato americano ha tuttavia fatto sapere di non voler prolungare la detenzione di questi prigionieri “più del tempo necessario”.

 

Il ministro degli Esteri e della Difesa di Timor Est, Josè Ramos-Horta, e quello dei Trasporti, Ovideo Amaral, hanno rassegnato le loro dimissioni in segno di protesta per il rifiuto del premier, Mari Alkatiri, di rimettere il mandato. La decisione dei due politici è giunta dopo che il Fretilin, l’ex movimento di liberazione del Paese ed ora forza politica di maggioranza, ha deciso di continuare ad appoggiare Alkatiri, nonostante il capo di Stato, Alexandre Xanana Gusmao, auspicasse le sue dimissioni.

 

L’Iran non accetterà di sospendere l’arricchimento dell'uranio, nemmeno per un periodo di tempo limitato. E’ quanto ribadito dal Ministero degli esteri iraniano secondo il quale, nell’ambito del braccio di ferro con la comunità internazionale sul nucleare iraniano, le precondizioni alle trattative “pongono solo ostacoli alla possibilità di arrivare a un’intesa”.

 

In Somalia, le Corti islamiche uscite vittoriose dal confronto con i signori della guerra hanno nominato alla guida del loro Parlamento lo sceicco Hassan Dahir Aweys, un religioso che figura nella lista degli Stati Uniti dei terroristi più pericolosi. Lo sceicco Sharif Ahmed, il volto moderato delle Corti, è stato invece nominato a capo del comitato esecutivo, cui spetta dare seguito alle decisioni del legislativo.

 

Il governo del Sudan ha ordinato un immediata sospensione delle operazioni delle agenzie dell’ONU per il Darfur. Secondo il Ministero degli esteri sudanese, le agenzie delle Nazioni Unite avrebbero permesso ad un capo ribelle di viaggiare a bordo di un loro elicottero. La sospensione delle operazioni non si applicherebbe, per il momento, all’UNICEF e al Programma Alimentare Mondiale (PAM). Le autorità sudanesi hanno fatto sapere che attendono spiegazioni sull’accaduto da parte del rappresentante del segretario generale dell'ONU nella zona, Jan Pronk.

 

In Italia, l’ANAS, l’Ente nazionale per le strade, ha nominato una commissione di inchiesta per accertare cause del grave incidente sul lavoro che ieri ha provocato 1 morto e 14 feriti, in un cantiere dell’autostrada siciliana Catania-Ragusa. Anche il Papa all’Angelus ha espresso vicinanza alle persone e alle famiglie coinvolte nell’incidente. L’operaio che ha perso la vita era un giovane messinese di 25 anni, che lavorava nel cantiere da tre giorni. Restano stabili le condizioni dei due feriti gravi ricoverati presso l’ospedale di Catania.

 

Urne aperte da stamani per 47 milioni di Italiani per il referendum che confermerà o respingerà la modifica alla seconda parte della Costituzione. La consultazione referendaria stabilirà definitivamente, tra le altre cose, se la modifica introdotta dalla legge sulla devolution e il premierato forte potrà o no entrare in vigore. Bassa l’affluenza alle urne che alle ore 12,30 era del 10%. I seggi resteranno aperti fino alle 22 di questa sera e riapriranno dalle 7 alle 15 di domani. Subito dopo, inizieranno le operazioni di scrutinio che proseguiranno senza interruzioni.

 

Referendum costituzionale anche in Mauritania, Paese che si prepara ad una svolta democratica. La popolazione è chiamata a votare una nuova costituzione che cancellerà i 21 anni di dittatura militare del leader Maaouya Ould Taya. La nuova Carta costituzionale ridurrà i poteri del presidente, introducendo il limite di due mandati, e introdurrà quote per garantire la partecipazione delle donne alla prossime elezioni legislative e locali, in programma a novembre. Per marzo, invece, è prevista l’elezione del nuovo presidente.

 

Macabra celebrazione ieri sul web, per l’ottavo anno consecutivo, del boyloveday, in altri termini la “giornata internazionale dell’orgoglio pedofilo”. Tante le manifestazioni di protesta organizzate in tutto il mondo. In Italia, le associazioni di volontariato hanno inviato una petizione popolare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al governo chiedendo “un impegno in ambito internazionale a fronteggiare il dilagare della pedofilia su Internet”. In serata, fiaccolate si sono svolte a Palermo e Rovigo. Ma che cos’è esattamente il boylove day? Paolo Ondarza lo ha chiesto ad Aurelia Passaseo, presidente del Coordinamento internazionale associazioni per la tutela dei diritti dei minori:

 

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R. – Praticamente è la celebrazione di tutti i pedofili, che vogliono rivendicare che sia legittimato il loro diritto di poter “amare” i bambini liberamente, alla luce del sole.

 

D. – Manipolando il linguaggio, parlando di diritto del bambino al rapporto sessuale con adulti…

 

R. – Esatto. Praticamente per loro il bambino ha diritto, sempre se vuole, a poter essere amato liberamente, cercando di forzare quella che poi è la crescita naturale e lo sviluppo del bambino.

 

D. – Proprio nei giorni scorsi il Nucleo investigativo telematico ha consentito l’oscuramento di due siti a favore di quello che viene definito il diritto del bambino al rapporto sessuale con adulti. E’ stato anche identificato l’ideologo del Fronte di liberazione dei bambini?

 

R. – Il quale, oltretutto, è uno che, guarda caso, lavorava vicino ai bambini. Sembra che l’abbiano identificato. Poi sa, c’è sempre il discorso della presunzione di innocenza.

 

D. – Sottovalutare l’apologia della pedofilia ha portato in Olanda, secondo l’Osservatorio sui diritti dei minori, alla nascita del partito pedofilo…

 

R. – Sottovalutare le denunce che venivano fatte dalle associazioni, che sono sempre state fatte, è stata la causa che ha portato alla nascita di questo partito.

 

D. – Si tratta di un fenomeno in espansione, secondo lei?

 

R. – Non credo tanto in espansione, perchè non ci sono dati certi su quanti siano i pedofili. Sembra che siano dai 500 mila a 5 milioni in tutto il mondo. Secondo me, comunque, è un fenomeno sottovalutato. Anche nel nostro ordinamento manca il reato vero e proprio di pedofilia. Bisogna considerare la pedofilia e l’abuso sessuale un reato contro l’umanità. Sicuramente, se non cambierà qualcosa, noi nella Giornata dei bambini e dell’infanzia conteremo di fare qualcosa. Una prima cosa che mi può venire in mente è quella di non festeggiare la Giornata dei diritti dell’infanzia, ma la Giornata del silenzio dei diritti dell’infanzia. Scendendo in piazza ci imbavaglieremo per quella giornata.

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