RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 175 - Testo della trasmissione di sabato 24 giugno 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dal 9 al 14 settembre, Benedetto XVI sarà in Germania per visitare Monaco e altre due località della Baviera a lui care. Oggi la conferma della Sala Stampa vaticana

 

Sotto le volte della Cappella Sistina, oggi pomeriggio, grande musica per il Papa in un concerto offerto dalla Fondazione Domenico Bartolucci: ai nostri microfoni lo stesso maestro

 

Si svolge domani in Italia la Giornata della carità del Papa: verranno raccolte le offerte dei fedeli, il cosiddetto Obolo di San Pietro, per le opere di carità volute dal Pontefice a sostegno dei poveri nel mondo: intervista con il prof. Alberto Bochicchio

 

La Chiesa celebra oggi la Natività di Giovanni il Battista e il Cuore Immacolato di Maria

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Domani e lunedì, italiani alle urne per il referendum sulle riforme costituzionali approvate dal governo Berlusconi: i cittadini devono dire sì o no a devolution, premierato forte e Senato federale. Con noi Giuseppe Dalla Torre

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, ha firmato una legge che abolisce la pena di morte

 

India: domani la consacrazione episcopale del nuovo nunzio in Iraq e Giordania mons. Francis Chullikat

 

Haiti: la Chiesa è preoccupata per la ripresa di violenze e rapimenti

 

La legge americana sull’immigrazione è stata al centro dell’incontro dei vescovi di Stati Uniti, El Salvador e Messico che si è concluso nei giorni scorsi nella città messicana di Tabasco

 

Rendere le città più vivibili. Questo l’obiettivo del Forum sull’urbanizzazione, organizzato dall’ONU e conclusosi ieri a Vancouver, in Canada

 

24 ORE NEL MONDO:

Cambiano i vertici politici in Vietnam: il Paese sulla via delle riforme per entrare nel WTO

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 giugno 2006

 

 

DAL 9 AL 14 SETTEMBRE, BENEDETTO XVI SARA’ IN GERMANIA PER VISITARE MONACO

E ALTRE DUE LOCALITA’ DELLA BAVIERA A LUI CARE. TRA I PROSSIMI IMPEGNI

DEL PAPA, IL VIAGGIO A VALENCIA, L’8 E 9 LUGLIO, E LA MESSA PER L’ASSUNTA

DEL 15 AGOSTO A CASTEL GANDOLFO

 

Cinque giorni in patria, tra Monaco e località circostanti: è l’agenda di Benedetto XVI, che tra il 9 e il 14 settembre sarà in Germania. La Sala Stampa vaticana ha confermato oggi le date di quello che sarà il quarto viaggio apostolico del Papa, atteso intanto tra quindici giorni per la sua terza visita all’estero in Spagna, l’8 e 9 luglio a Valencia, per l’Incontro mondiale delle famiglie. I particolari sui prossimi impegni del Pontefice in questo servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Monaco, Altötting e Ratisbona, in tedesco Regensburg: tre tappe bavaresi per una nuova sosta in Germania, dopo la GMG di Colonia, ma soprattutto per un ritorno a casa. Il viaggio apostolico in patria di Benedetto XVI, fissato per la prima metà di settembre ha già avuto nelle scorse settimane degli “anticipi”, con le delegazioni di Altötting e Regensburg – le due città in cui sosterà Benedetto XVI oltre a Monaco – giunte in Vaticano per conferire al Pontefice e connazionale la cittadinanza onoraria. Due occasioni di incontro svoltesi in un clima di affetto e di gioia. I primi a compiere il gesto - lo scorso 7 giugno, al termine dell’udienza generale - sono state le autorità di Altötting, località che è un po’ il “cuore” mariano della Baviera, con il suo Santuario visitato ogni anno da circa un milione di pellegrini. Le autorità di Ratisbona, invece – nella cerimonia al termine dell’udienza generale di mercoledì scorso – hanno soprattutto ricordato l’uomo, il sacerdote e il brillante teologo Jospeh Ratzinger, docente ordinario di Dogmatica e di Storia dei Dogmi nell’Università della storica località, a partire dal 1969.

 

Come noto, il viaggio apostolico in Germania di Benedetto XVI sarà preceduto dalla due giorni a Valencia, con l’incontro ravvicinato tra il Papa e le Famiglie radunate nella città spagnola per il loro quinto Incontro mondiale. Tra i due appuntamenti internazionali, il calendario delle celebrazioni – reso noto dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo Piero Marini – prevede la Messa per la solennità dell’Assunta, martedì 15 agosto, che Benedetto XVI presiederà alle 8 del mattino nella chiesa parrocchiale di San Tommaso, a Castel Gandolfo.

 

 

Il calendario ufficiale annota anche, per settembre, due cerimonie di Beatificazione, nella stessa data ma in luoghi diversi: la mattina del 17, nella Basilica di Santo Stefano a Budapest, sarà elevata agli onori degli altari la religiosa ungherese Sára Salkaházi. Nel pomeriggio, ma nella cattedrale di Brescia, sarà beatificato il Servo di Dio, mons. Mosé Tovini. Drammatica la vicenda personale di suor Sara, una dei molti cristiani martiri passati alla storia per aver salvato degli ebrei dallo sterminio nazista. Fu scoperta dai tedeschi e assassinata il 27 dicembre 1944: aveva 45 anni. Fu breve, ma spiritualmente densa, anche la vita di mons. Mosé Tovini, nato nel brescianese nel 1877. Affascinato dalla figura di San Luigi Gonzaga, Tovini maturò la vocazione al sacerdozio e quindi entrò nella Congregazione degli Oblati, divenendo presto un formatore e un catechista illuminato. Morì in fama di santità nel 1930, a 52 anni, stroncato da una polmonite. La sua intercessione ha ottenuto la guarigione straordinaria di un sacerdote, Giovanni Flocchini, ex parroco di Comero.

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ALTRE UDIENZE

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in successive udienze: il sig. Luis Miguel Leitão Ritto, capo della Delegazione della Commissione della Comunità Europea presso la Santa Sede; Sua Beatitudine il cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali; il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi;  il cardinale Péter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest; mons. Michele Castoro, vescovo di Oria (Italia) con i familiari. 

 

 

NOMINE

 

In Italia, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Teramo-Atri mons. Michele Seccia, finora vescovo di San Severo. Nato a Barletta (Bari) nel 1951, mons. Seccia ha ottenuto il Baccalaureato in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, la Licenza in Teologia morale presso l’Alfonsianum e la laurea in Filosofia presso l’Università Statale “La Sapienza” di Roma. Dopo l’ordinazione sacerdotale, è stato, tra l’altro, parroco, docente di Teologia morale, insegnante di religione al liceo e di Filosofia e Pedagogia al Magistrale. Dopo l’ordinazione episcopale, ha ricoperto, finora, l’incarico di segretario della Conferenza episcopale pugliese ed è membro della Commissione episcopale della CEI per l’Educazione cattolica, la scuola e l’università.

 

In Spagna, il Papa ha nominato vescovo di Palencia il sacerdote José Ignacio Munilla Aguirre, finora parroco di “El Salvador”, nella diocesi di San Sebastián. Il neo presule, 44 anni, ha compiuto gli studi ecclesiastici nel Seminario maggiore di Toledo, ottenendo la licenza in Teologia, specializzazione in Spiritualità, presso la Facoltà di Teologia del Nord della Spagna, sede di Burgos. È stato ordinato sacerdote nel 1986. Dallo stesso anno e fino al 1990, è stato coadiutore nella parrocchia della “Asunción” e quindi parroco a “El Salvador”.

 

 

SOTTO LE VOLTE DELLA CAPPELLA SISTINA, OGGI POMERIGGIO, GRANDE MUSICA

PER IL PAPA IN UN CONCERTO OFFERTO DALLA FONDAZIONE DOMENICO BARTOLUCCI

- Ai nostri microfoni lo stesso maestro Bartolucci -

        

Benedetto XVI sarà il sesto Pontefice ad assistere ad una esecuzione dell’89.enne maestro Domenico Bartolucci, che oggi pomeriggio dirigerà il coro della fondazione a lui intitolata, in un concerto offerto al Santo Padre nella ineguagliabile cornice della Cappella Sistina. La nostra emittente seguirà l’avvenimento, a partire dalle 17.20 fino alle 18.30 circa, in radiocronaca diretta con commento in lingua italiana sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz. Su questo evento, il servizio di Luca Pellegrini.

 

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Parole e note: una mistica della musica cristiana. La bellezza assoluta del canto polifonico che attrae irresistibilmente sia l’ammirazione di intere generazioni sia l’imperituro rispetto della Chiesa. Con uno scopo che inserisce, o meglio inseriva, la pratica della polifonia al cuore stesso della liturgia cristiana: quello di far rinascere l’anima, di elevarla, in tale purezza, alla contemplazione del mistero di Dio. Fedele a questa prospettiva e convinto dell’eccellenza di tale repertorio è mons. Domenico Bartolucci, già maestro direttore della Cappella Sistina, che offre al Santo Padre un concerto con musiche di Palestrina, simbolo dell’età aurea della musica religiosa, ed alcuni suoi mottetti scritti recentemente nel più rigoroso stile “a cappella”. Concerto che si avvale della cornice, insostituibile, della Cappella Sistina.

 

D. - Come vive, Maestro, questo momento?

 

R. – E’ un sogno tornare alla Cappella Sistina, in quel luogo santo, in tutti sensi anche per l’arte musicale. E’ un momento molto bello, molto significativo. Poi è un omaggio al Papa. Il Papa è sempre stato amante della musica. E’ venuto diverse volte ai miei concerti. Io, adesso, non avendo più questi impegni, lavoro lo stesso, faccio concerti lo stesso. Non è che sono così invecchiato da non poter fare più niente. Questo è quasi un punto d’arrivo. Finalmente rivedo il mio ambiente. Poi eseguiremo tutta musica liturgica.

 

D. - Maestro, quali sono i sentimenti che secondo lei dovrebbero accompagnare l’ascolto del concerto?

 

R. – Penso che rivivremo i momenti della grande musica della Chiesa, che oggi, purtroppo, è messa da parte completamente.  Nonostante gli elogi del Concilio, che ha esaltato la musica sacra come un grande patrimonio, praticamente è messa completamente da parte. Oggi, una Messa di Palestrina intera, praticamente non si può cantare più. Anche il canto gregoriano è ridotto a piccolissime cose. La musica si può dire che sia nata in Chiesa, è vissuta nelle cantorie che non vanno dimenticate.

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SI SVOLGE DOMANI IN ITALIA LA GIORNATA DELLA CARITA’ DEL PAPA: VERRANNO

RACCOLTE LE OFFERTE DEI FEDELI, IL COSIDDETTO OBOLO DI SAN PIETRO,

PER LE OPERE DI CARITA’ VOLUTE DAL PONTEFICE A SOSTEGNO DEI POVERI NEL MONDO

- Intervista con il prof. Alberto Bochicchio -

 

Domani si svolge in Italia la tradizionale Giornata della Carità del Papa: una ricorrenza nella quale vengono raccolte le offerte di tutti i fedeli, il cosiddetto Obolo di San Pietro,  per quelle opere di carità e solidarietà volute dal Pontefice. La Giornata ha tradizionalmente luogo il 29 giugno o nella domenica più vicina alla solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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I cattolici aiutano il Vicario di Cristo ad aiutare i più poveri della Terra. E’ questo il senso di una tradizione antichissima. Anche Gesù era assistito da alcuni discepoli con le loro sostanze che poi distribuiva ai più bisognosi. Così il Papa spiega l’Obolo di San Pietro:

“L’obolo di San Pietro è l’espressione più tipica della partecipazione di tutti i fedeli alle iniziative di bene del Vescovo di Roma nei confronti della Chiesa universale. E’ un gesto cha ha valore non soltanto pratico, ma anche fortemente simbolico, come segno di comunione col Papa e di attenzione alle necessità dei fratelli” (Discorso al Circolo San Pietro, 25 febbraio 2006)

Molteplici le destinazioni dell’Obolo: dalle opere ecclesiali alle iniziative umanitarie e di promozione umana. Ospedali, orfanotrofi, scuole, seminari; aiuti nei casi di emergenza – come terremoti e alluvioni – forniti tramite il Pontificio Consiglio Cor Unum; e poi il sostegno alle attività delle fondazioni Popolorum Progressio, per i contadini e gli indigeni dell’America Latina, e Giovanni Paolo II per il Sahel, impegnata nella lotta alla desertificazione nell’Africa subsahariana. L’Obolo di San Pietro, che nel 2004 aveva raccolto oltre 50 milioni di dollari, non rientra nel Bilancio della Santa Sede perchè viene destinato direttamente alle opere di carità volute dal Papa.

 

Ma cosa deve spingere i fedeli alle azioni caritative? Lo ricorda Benedetto XVI nella sua Enciclica Deus Caritas est:

 “Ho ricordato che la motivazione principale dell’agire dev’essere sempre l’amore di Cristo; che la carità è più che semplice attività, e implica il dono di sé; che questo dono dev’essere umile, scevro da ogni superiorità, e che la sua forza proviene dalla preghiera, come dimostra l’esempio dei Santi”.  (Discorso al Circolo San Pietro, 25 febbraio 2006)

Innumerevoli sono i modi per aderire all’iniziativa: dalla raccolta operata nelle Parrocchie al versamento on line. Per ogni informazione si può consultare la sezione apposita nel Sito vaticano www.vatican.va.

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A Roma è la Commissione per la carità del Papa in seno al Circolo San Pietro a occuparsi della raccolta delle offerte. Con noi abbiamo il presidente di questa Commissione, il professore Alberto Bochicchio, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – La Giornata della carità del Papa consiste soprattutto nella dimostrazione di affetto e di amore da parte degli abitanti della nostra città di Roma e quindi della diocesi, che vanno incontro con la loro offerta alle esigenze di carità del Santo Padre. Il senso di questa tradizione è molto antico e risale agli albori della Chiesa Cattolica ma è Pio IX  nel 1871 a stabilire che questa raccolta vada in favore delle opere di carità del Santo Padre.

 

D. – Qual è la sua esperienza personale come responsabile della raccolta delle offerte per il Papa a Roma?

 

R. – Nell’udienza che tradizionalmente ci viene riservata per consegnare l’obolo, il Papa definisce questa nostra attività un’azione di sostegno alle opere di carità che egli compie. E’ sempre magnifico nel rivolgerci quasi un ringraziamento e sentirci ringraziare dal Papa è una cosa che ci mette in imbarazzo. Tuttavia, noi facciamo tutto questo con spirito di sacrificio perché facciamo uno sforzo durante tutto l’anno in quanto non si riesce in una sola giornata a raccogliere tutto, quindi anche durante l’anno arrivano delle offerte. La cosa bella è sapere che poi il Santo Padre, che è definito il padre della carità, possa, anche con il nostro contributo, essere generoso e venire incontro alle esigenze delle popolazioni, dei popoli che sono in difficoltà.

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LA CHIESA CELEBRA OGGI LA NATIVITÀ DI GIOVANNI IL BATTISTA E, NEL GIORNO

SUCCESSIVO ALLA SOLENNITÀ DEL SACRO CUORE DI GESÙ, IL CUORE IMMACOLATO

 DI MARIA. UNA MEMORIA, QUEST’ULTIMA CHE INVITA A MEDITARE E

AD APPROFONDIRE LA PAROLA DI DIO

 

Oggi, solennità della natività di San Giovanni Battista, la Chiesa ricorda anche il Cuore Immacolato di Maria, memoria legata alla festività del Sacratissimo Cuore di Gesù e celebrata sempre il giorno successivo. Ultimo dei profeti dell’Antico Testamento, Giovanni Battista, unico santo del quale si ricorda la nascita, è il precursore di Gesù. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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In segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova vita nelle acque del Giordano dava un Battesimo di pentimento, per questo venne chiamato il Battista. Il messaggio di Giovanni è quello di un Dio che offre gratuitamente il suo perdono e che scredita l’immagine del Dio che elargisce i suoi doni dietro le offerte dei fedeli. Molti vedevano in lui il Messia tanto atteso, ma egli ripeteva sempre che il Cristo, colui che doveva venire, avrebbe battezzato in Spirito Santo. E a Gesù il Battista, dopo l’incontro nel Giordano, mandò i suoi discepoli perché potessero seguirlo.

 

E oggi, giorno successivo alla solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa invita anche a meditare sul Cuore Immacolato di Maria. La liturgia sottolinea il lavorio spirituale del cuore della prima discepola di Cristo e presenta Maria come protesa, nell’intimo del suo cuore, all’ascolto e all’approfondimento della parola e della volontà di Dio. Maria ci invita a riflettere sugli avvenimenti della nostra vita quotidiana e a scoprire in essi Dio che si rivela, inserendosi nella nostra storia. Per questo Benedetto XVI invita a guardare verso Maria:

 

Guardando alla Madonna, come non lasciar ridestare in noi, suoi figli, l’aspirazione alla bellezza, alla bontà, alla purezza del cuore? Il suo celeste candore ci attira verso Dio, aiutandoci a superare la tentazione di una vita mediocre, fatta di compromessi con il male, per orientarci decisamente verso l’autentico bene, che è sorgente di gioia.

 

Sono parole pronunciate all’Angelus dell’8 dicembre dello scorso anno e che nella memoria odierna, istituita da Pio XII, suggeriscono cosa imparare dalla Madre Celeste. E ancora il Papa, nello stesso giorno, durante la celebrazione per il 40° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, riferendosi a Maria ha voluto sottolineare quanto il suo cuore offra a noi benefici:

 

Il suo cuore, mediante l'essere e il sentire insieme con Dio, si è allargato. In lei la bontà di Dio si è avvicinata e si avvicina molto a noi. Così Maria sta davanti a noi come segno di consolazione, di incoraggiamento, di speranza. Ella si rivolge a noi dicendo: Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci!... Abbi il coraggio di rischiare con la fede!... Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!.

 

La devozione al Cuore di Maria si è diffusa particolarmente dopo le apparizioni di Fatima, durante le quali la Madonna ha chiesto ai tre pastorelli di offrire riparazione per le offese ricevute dai peccatori, per mezzo del suo cuore Immacolato, promettendo, tramite il Sacratissimo Cuore di Gesù, la salvezza eterna dell’anima.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq, dove è stata scoperta un'altra fossa comune.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle ordinazioni sacerdotali.

 

Servizio estero - Medio Oriente: Abu Mazen chiede pressioni degli Usa per fermare i raid israeliani sui Territori.

 

Servizio culturale - Un articolo di Maurizio Sannibale dal titolo "Nella tana dei 'Leoni Ruggenti'": la recente scoperta a Veio è la più antica tomba etrusca dipinta a noi conosciuta.

 

Servizio italiano - In rilievo l'articolo dal titolo " Vittorio Emanuele di Savoia ammette parzialmente le sue gravi responsabilità": concessi gli arresti domiciliari in una casa romana.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 giugno 2006

 

 

DOMANI E LUNEDI’, ITALIANI ALLE URNE PER IL REFERENDUM SULLE RIFORME

COSTITUZIONALI APPROVATE DAL GOVERNO BERLUSCONI:

I CITTADINI DEVONO DIRE SI’

O NO A DEVOLUTION, PREMIERATO FORTE E SENATO FEDERALE

- Intervista con Giuseppe Dalla Torre -

 

In Italia, si è conclusa ieri la campagna referendaria in vista del voto di domani e lunedì. 47 milioni di cittadini sono chiamati alle urne per dire un sì o un no alla riforma della seconda parte della Costituzione approvata dal Parlamento nella scorsa legislatura. Per la validità del referendum confermativo non è previsto il raggiungimento del quorum. Le posizioni in campo e i contenuti della riforma nel servizio di Giampiero Guadagni.

 

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Devolution, premierato forte, Senato federale. Sono questi i cardini della riforma costituzionale approvata dal Governo Berlusconi e che gli italiani sono chiamati a confermare o respingere. Il capitolo più discusso e controverso è quello che riguarda la devolution, cioè il trasferimento di poteri legislativi alle Regioni in materia di scuola, sanità e polizia locale. A far discutere è anche il rafforzamento dei poteri del premier, che potrà nominare e revocare i ministri e anche sciogliere le Camere: potere, quest'ultimo, finora di competenza del Capo dello Stato.

 

Finisce poi il bicameralismo perfetto, con l’entrata in vigore del Senato federale, che si occuperà di leggi regionali, mentre la Camera esaminerà leggi su materie riservate allo Stato. Diminuisce infine il numero di parlamentari: i deputati scendono da 630 a 518, i senatori da 315 a 252 e saranno eletti in ogni Regione.

 

Se vincerà il sì, entra subito in vigore la devolution. Con le elezioni politiche del 2011 sarà eletto il nuovo premier e verrà attuato il resto della riforma, ma solo nel 2016 saranno realtà il Senato federale e la riduzione del numero dei parlamentari.

 

Per la riforma della Costituzione è dunque giunto il momento della verità. La Casa delle Libertà invita a votare sì per modernizzare le istituzioni italiane, per garantire la governabilità e per ridurre gli sprechi.

 

L’Unione chiede un no contro una riforma che anche secondo la maggior parte dei costituzionalisti rischia di dividere il Paese, aumentando le disuguaglianze soprattutto per il sistema scolastico e per quello sanitario. Viene inoltre sottolineata l’assenza di contrappesi istituzionali di fronte alla concentrazione di poteri nelle mani del premier.

Per ora insomma lo scontro resta aspro. Anche perché Berlusconi vede nel voto la possibilità di dare una spallata a questo Governo, mentre per il premier Prodi non ci saranno in ogni caso effetti politici. Le possibilità di dialogo per soluzioni condivise sono rinviate a dopo la consultazione, uno scenario che ha sostenitori in entrambi i fronti, anche se ciascuno pone come condizione preliminare la vittoria del proprio schieramento.

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Un voto dunque importante quello di domani e lunedì che riguarda la Carta costituzionale del Paese. Lo stesso presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha lanciato in questi giorni un forte appello a tutti gli elettori, di ogni orientamento, a recarsi alle urne. Ascoltiamo in proposito il commento di Giuseppe Dalla Torre, rettore della LUMSA e presidente onorario dei giuristi cattolici italiani. L’intervista è di Fabio Colagrande:

 

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R. - L’appello è quanto mai utile ed opportuno anche tenendo conto del fatto che nel referendum confermativo, a differenza del referendum abrogativo, non c’è quorum, quindi se si reca a votare un’infima minoranza, il risultato comunque è un risultato utile, in un senso o nell’altro. Perché poi andare a votare? Diciamo che la Costituzione è il testo fondamentale in cui sono raccolti i valori e le regole fondamentali sulle quali tutti hanno convenuto nel fondare la vita sociale, la vita comune. La Costituzione è la casa di tutti, allora, andare a votare, esprimere il proprio parere su questo progetto, significa in sostanza esercitare a pieno la propria cittadinanza, il senso di appartenenza, in qualche modo anche quei doveri di solidarietà che nascono dal vivere insieme, dai benefici che vengono dal vivere insieme che comportano anche però il preoccuparsi del bene comune.

 

D. – Il legame tra cattolici e Costituzione è molto saldo fin dai tempi della Costituente. Lei trova che questo legame si sia un po’ indebolito?

 

R. – La Costituente ha avuto come protagonisti uomini politici cattolici e la Costituzione certo è in molta parte frutto del loro impegno. Che si sia indebolita questa sensibilità nel mondo cattolico, io direi di no: semmai nel mondo cattolico è molto forte l’esigenza, che ovviamente condivido, che le riforme costituzionali, pur necessarie in alcuni settori, non vengano però a travolgere l’impianto fondamentale della Costituzione stessa e soprattutto la prima parte della Costituzione che è quella che riguarda i grandi valori, i principi, i diritti fondamentali, il principio di eguaglianza, la dignità della persona umana, i diritti di libertà.

 

D. – Il presidente Napolitano ha detto che la Costituzione del ’48 fu scritta per durare ma non come una carta immutabile. Dunque smettiamo - ha detto – di considerarla intangibile. Dunque, ora, l’attenzione si sposta sui modi con i quali è opportuno modificare la Costituzione. Da questo punto di vista, e senza entrare nel merito della riforma costituzionale che verrà sottoposta al giudizio dei cittadini, qual è la sua opinione?

 

R. – Che la Costituzione sia destinata a durare ma che non sia intangibile lo dice la Costituzione stessa la quale nell’art. 138 prevede un procedimento per la sua revisione. Qual è il problema vero? Che dietro tutte le polemiche, non solo di questi giorni ma di questi ultimi anni, per modificare la Costituzione, cioè per modificare la “casa comune”, per modificare quei valori e quelle regole condivise che permettono ad una società pluralista di vivere insieme - ognuno ha le proprie idee, ognuno di noi ha le proprie posizioni culturali - ma dobbiamo riconoscerci in alcune regole fondamentali e in alcuni valori comuni altrimenti c’è la disgregazione: dunque, le modifiche della “casa comune” non possono essere fatte a colpi di piccola maggioranza. Questo è il discorso. Le modifiche che sono state fatte dal centro-sinistra all’inizio degli anni 2000 e dal centro-destra ad ora, sono modifiche fatte da piccole maggioranze parlamentari e non con un larghissimo consenso del Paese. Questo pone di nuovo il problema dell’importanza di una grande partecipazione domenica e lunedì prossimo alle urne.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 25 giugno, 12.ma Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo che racconta della tempesta che si scatena sul Lago di Tiberiade mentre i discepoli con Gesù stanno passando da una riva all’altra. Le onde si rovesciano sulla barca che sembra affondare: il Signore intanto dorme. I discepoli, pieni di spavento, lo svegliano dicendo:  «Maestro, non t'importa che moriamo?». Gesù allora, destatosi, sgrida il vento facendolo cessare. Poi dice ai discepoli:

 

«Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Colui a cui obbediscono il vento e il mare è la Parola per mezzo della quale tutto fu creato, anche il vento e il mare. I discepoli ancora non hanno compreso che sono in compagnia del Creatore, ma soprattutto non hanno ancora capito che la cosa più importante è proprio essere con Lui e con Lui rimanere. Qualsiasi cosa succeda importante è l’amicizia con Cristo. La sua Parola creatrice è anche la Parola che salva. Niente può strapparci da Lui, neanche il male che, come il mare agitato, si fa sentire in noi con paure, incertezze e passioni. Niente può resistere alla Parola del nostro Signore e Salvatore, amico degli uomini.

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CHIESA E SOCIETA’

24 giugno 2006

 

 

Il presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, ha firmato una legge

che abolisce la pena di morte. La legge, già votata all’unanimità all’inizio

di giugno dal Senato, annulla automaticamente le sentenze a morte

di circa 1.200 detenuti

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

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MANILA. = La nuova legge abolisce il decreto del 1994 che introduceva nel Paese asiatico la pena capitale per i cosiddetti “reati atroci”. Nello stesso tempo, trasforma automaticamente in ergastoli le 1.200 sentenze in attesa di esecuzione. Guardando al passato, sette persone sono state giustiziate nelle Filippine fra il 1999 e il 2000 prima dell’entrata in vigore di una moratoria decisa per le pressioni della comunità internazionale e delle organizzazioni per i diritti umani. Con questo provvedimento, sono 125 gli Stati o i Territori che hanno abolito la pena di morte, ma – secondo i dati dell’organizzazione “Nessuno tocchi Caino” - il numero sale a 140 se si contano quelli che in un modo o nell'altro non applicano più l’esecuzione capitale. Sull’altro fronte, scendono a 54 i Paesi che mantengono questa pratica. Tra questi, Cina, Iran, Arabia Saudita Cuba, Indonesia e Vietnam ma anche Paesi come Stati Uniti, India e Giappone. Dal canto suo, l’organizzazione Amnesty International, segnalando un diminuzione delle esecuzioni rispetto al 2004 (5.523), afferma che nel 2005 circa 2.200 persone sono state giustiziate in 22 Paesi. Il primato assoluto spetta alla Cina, dove si è avuto il 94% dei casi, seguita da Iran, Arabia Saudita e Stati Uniti. Appresa la notizia, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha disposto per questa sera l’illuminazione straordinaria del Colosseo. Un segno – ha specificato il sindaco – che vuole testimoniare l’attaccamento della città al rispetto dei diritti umani.

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INDIA: DOMANI LA CONSACRAZIONE EPISCOPALE DEL NUOVO NUNZIO IN IRAQ

 E GIORDANIA, MONS. FRANCIS CHULLIKAT. IL SUO MOTTO SARÀ “FIDE E VIRTUTE”,

“GRAZIE AL POTERE DELLA FEDE”

 

ERNAKULAM. = Sarà consacrato vescovo domani mons. Francis Chullikat, nunzio apostolico in Iraq e in Giordania. La celebrazione della Santa Messa avrà luogo al St. Albert College di Ernakulam, nel Kerala, e sarà presieduta da mons. Giovanni Lajolo, attuale segretario per i Rapporti con gli Stati. Concelebreranno il nunzio in India, mons. Pedro Lopes Quintana, e l’arcivescovo di Verapoly, mons. Daniel Acharuparambil. “Il compito che sto intraprendendo non è facile – ha detto mons. Chullikat in un’intervista all’agenzia Asianews – ma è quello che mi è stato affidato e lo accetto con umiltà. Il Vaticano sta facendo ogni cosa che è in suo potere per promuovere la pace in Iraq”. Sull’India e l’Iraq, mons. Chullikat ha commentato: “Sono entrambi Paesi asiatici di antica cultura e civiltà. Entrambi sono famosi per le loro tradizioni e per il loro ricco patrimonio culturale. Questi fattori ci uniscono e li terrò in gran conto durante il mio incarico”. Il nunzio ha detto che il suo motto sarà “Fide e Virtute”, che significa “grazie al potere della fede”. “La fede più ferma è quella che ripongo in Dio – ha affermato – la ‘stella’ che mi guida fin da quando sono diventato sacerdote e che sarà la mia unica guida per sempre”.  Mons. Francis Chullikat appartiene alla parrocchia di Bolghaty, vicino Kochi, nell’arcidiocesi di Verapoly, nel Kerala. Nato il 20 marzo del 1953, è il più giovane di quattro figli. Ha studiato a Roma, dove ha conseguito il dottorato in diritto canonico. Ordinato sacerdote nel 1978, è stato osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York e conosce di persona Shashi Tharoor, il candidato indiano per il posto di vice segretario generale ONU, anch’egli originario del Kerala. (T.C. - A. M.)

 

 

HAITI: LA CHIESA È PREOCCUPATA PER LA RIPRESA DI VIOLENZE E RAPIMENTI.

IL VESCOVO AUSILIARE DI PORT-AU-PRINCE, PIERRE-ANDRÉ DUMAS: “CHIEDIAMO

AI DETENTORI LEGITTIMI DEL POTERE, ALLE FORZE DELL’ONU E ALLA SOCIETÀ CIVILE

DI AGIRE INSIEME PER LOTTARE CONTRO L’INSICUREZZA E LA VIOLENZA

 

PORT-AU-PRINCE. = Anche se con il nuovo governo haitiano del presidente René Préval si è notato “un certo miglioramento dell’organizzazione della polizia (...) la Chiesa condanna energicamente i sequestri di persona, che offendono la dignità dell’essere umano. Vogliamo che cessino e chiediamo ai detentori legittimi del potere, alle forze dell’ONU e alla società civile d’agire insieme per lottare contro l’insicurezza e la violenza”. Lo ha detto mons. Pierre-André Dumas, uno dei tre vescovi ausiliari di Port-au-Prince, commentando la ripresa della violenza urbana dopo le elezioni di maggio. E’ recente la notizia, scrive l’agenzia MISNA, di quattro poliziotti uccisi e altri feriti. Nell’ultima settimana, inoltre, sono stati denunciati nuovi casi di rapimento a scopo d’estorsione. Tra di essi, quello di un cittadino canadese, Ed Hughes, che la stampa presenta come “missionario” pur non essendo un religioso, fondatore e direttore di un orfanotrofio a Cabaret, località ad alcuni chilometri fuori Port-au-Prince. “La polizia ha segnalato 47 casi di rapimento dal mese di aprile, ma potrebbero essere anche più numerosi – ha affermato mons. Dumas. Ci segnalano anche casi di violenza contro bambine. Speriamo che la gestione della sicurezza venga fatta in concertazione con le altre forze presenti e in accordo con le autorità giudiziarie. Troppo spesso – ha concluso il presule – i criminali arrestati vengono rilasciati per vizi di procedura o per aver pagato tangenti a ufficiali corrotti. La società deve riprendere coscienza. Deve tornare ad affermarsi”. (T.C. - L.S.)

 

 

La nuova legge americana sull’immigrazione è stata al centro dell’incontro dei vescovi di Stati Uniti, El Salvador e Messico che si è concluso nei giorni scorsi nella città messicana di Tabasco

- A cura di Luis Badilla -

 

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WASHINGTON. = I vescovi hanno ribadito ancora una volta la loro preoccupazione “per l’aumento dell’immigrazione illegale” e, al tempo stesso, hanno sottolineato che la cosiddetta “barriera di contenimento” che dovrebbe bloccare gli ingressi clandestini “non risolverà nulla”. Alla fine della riunione, i vescovi si sono recati nella zona sud del Messico per verificare di persona cosa succede a migliaia di centroamericani che, con 2 o 3 mila dollari, riescono a raggiungere gli Stati Uniti grazie all’aiuto di trafficanti di esseri umani. Mons. Renato Ascencio León, vescovo di Ciudad Juárez e presidente della Commissione episcopale per la Mobilità umana, si è detto preoccupato per il fatto che migliaia di messicani lascino il loro Paese, mettendo a repentaglio la loro vita pur di entrare negli Stati Uniti. Il vescovo di San Bernardino (California), Gerald Barnes, chiedendo un trattamento migliore per gli emigranti, ha aggiunto: “Non vogliamo più morti fra queste persone così disperate”. Mons. Barnes ha inoltre ribadito l’opposizione dei vescovi statunitensi alla costruzione di una barriera di contenimento e all’invio di membri della Guardia nazionale per proteggere il confine col Messico. Dal canto suo, il vescovo di El Paso (Texas), Armando Ochoa, ha confermato che i presuli dei Paesi più direttamente coinvolti nella questione hanno preso contatto con le autorità di diverse nazioni “con lo scopo di favorire un modo di agire collettivo”. Il Senato degli Stati Uniti ha recentemente approvato una riforma sull’emigrazione che legalizza circa 9 dei 12 milioni di clandestini presenti negli Stati Uniti, che abbiano certificato di aver lavorato nel Paese per un periodo di quattro anni. Perché questo progetto si trasformi in legge, deve essere ancora approvato dalla Camera dei rappresentanti. Tuttavia, visto l’annuncio di nuove audizioni che si svolgeranno nei prossimi mesi, è molto probabile che il voto slitti dopo le elezioni di medio termine di novembre. L’opposizione democratica si è dichiarata contraria in quanto alla fine sarà rinviata anche la creazione di una commissione congiunta (Camera e Senato), incaricata di comporre in un pacchetto omogeneo le differenti versioni della riforma. Molti repubblicani temono invece di perdere consensi in vista della prossima tornata elettorale.

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Rendere le città più vivibili. questo l’obiettivo del Forum sull’urbanizzazione, organizzato dall’ONU e conclusosi ieri

a Vancouver, in Canada

- A cura di Elena Molinari -

 

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VANCOUVER. = Seimila i partecipanti di 150 Paesi. Dalla Cina inquinata, in rapida e disordinata urbanizzazione, arriva il progetto più all’avanguardia di pianificazione metropolitana, presentato al Forum. La città ecologica di Dontang, un esempio di insediamento umano che ospiterà fino a mezzo miline di persone in modo sostenibile, sarà edificata solo al 40 per cento e solo con palazzine dalle dimensioni umane. Il resto saranno parchi, canali e terreni coltivabili. E’ un esempio di quello che gli esperti, riuniti al Forum canadese, considerano il modo migliore di prevenire il sovraffollamento, lo squallore e i danni all’ambiente che derivano dall’emigrazione dalle campagne alle città, un processo in corso in buona parte del mondo, ma soprattutto in Asia. Secondo le Nazioni Unite, infatti, già metà della popolazione mondiale vive in città, ma il numero salirà al 60 per cento nel 2030. La pianificazione, però, ha un nemico: i tempi rapidissimi con cui la migrazione umana sta avvenendo, che porta molte città ad esplodere in malsane baraccopoli. E una risposta a questo non è stata ancora trovata.

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24 ORE NEL MONDO

24 giugno 2006

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

        

Continua a provocare vittime nel sud dell’Afghanistan l’operazione militare, denominata “Offensiva di montagna”, lanciata dalle forze della coalizione contro presunti ribelli talebani: fonti militari hanno reso noto che nella provincia di Kandahar sono rimasti uccisi 25 miliziani. In una successiva azione, compiuta nella provincia di Uruzgan, sono morti altri 40 guerriglieri. Il presidente afghano, Hamid Karzai, ha espresso intanto, durante l’incontro a Kabul con il sottosegretario agli Esteri Gianni Vernetti, la propria gratitudine all’Italia per quanto fatto in Afghanistan.

 

Nuovo video del numero due di al Qaeda, Al Zawahiri: nel filmato, il medico egiziano definisce “principe dei martiri” il terrorista Al Zarqawi, rimasto ucciso lo scorso 7 giugno in un raid americano a nord di Baghdad. Al Zawahiri si rivolge anche al presidente americano George Bush: “Nessuno di noi – dice - è mai stato ucciso senza che la sua morte sia stata vendicata”. In Iraq, intanto, tre soldati iracheni e un civile sono morti per un attacco kamikaze compiuto a Baghdad. Violenze anche a Kirkuk, nel nord del Paese, dove l’esplosione di un ordigno ha causato la morte del capo dell’intelligence locale.

 

Il senato americano ha approvato, all’unanimità, una legge che impedisce al governo di Washington di fornire sostegno finanziario al governo palestinese guidato da Hamas. La norma autorizza, comunque, l’invio di aiuti umanitari alla popolazione palestinese. La legge del Senato prevede un fondo di 20 milioni di dollari “per la pace”, teso a promuovere la democrazia nei Territori e la riconciliazione tra israeliani e palestinesi. L’aiuto umanitario viene limitato alle organizzazioni non governative, ma prevede larghe eccezioni per quanto riguarda, soprattutto, la sanità e l’istruzione. Nei Territori palestinesi intanto, militari israeliani hanno condotto un rastrellamento nella Striscia di Gaza, il primo dal ritiro un anno fa, e arrestato due presunti militanti di Hamas.

 

Contrariamente a quanto annunciato in un primo momento, il presidente yemenita, Ali Abdallah Saleh, ha deciso di ripresentarsi per un nuovo mandato di 7 anni. “Rispondo all’appello delle masse popolari”, ha detto il capo di Stato di fronte a migliaia di persone riunite a Sanaa. Le elezioni presidenziali sono in programma a settembre.

 

In Vietnam, cambiano i vertici del Paese: il Parlamento ha accettato le dimissioni presentate dal capo di Stato, dal primo ministro e dal presidente dell’Assemblea nazionale. Fonti locali hanno riferito che i nomi dei successori dei tre dimissionari saranno resi noti la prossima settimana su proposta del Partito comunista vietnamita. Ma quali sono le radici di questo mutamento politico in Vietnam? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a padre Bernardo Cervellera, direttore dell’Agenzia Asia News:

 

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R. - Il Vietnam aveva iniziato fin dagli anni ’80 i cambiamenti, promuovendo la riforma all’interno della società. Ma questa riforma si è scontrata sempre con una parte del governo che era effettivamente stalinista nella sua mentalità. Un’altra corrente, invece, era più propensa alle riforme. A questo punto, la leadership vietnamita deve decidere di accettare fino in fondo le riforme e accantonare del tutto la matrice stalinista. Per questo, il capo di Stato, il premier e il presidente del Parlamento, sono emarginati da tutta la società e dal partito. Lo scopo è di cercare di aprire il Paese alla modernità e, soprattutto, di far entrare il Vietnam nell’OMC, l’organizzazione mondiale del commercio.

 

D. – Dopo queste dimissioni si può prefigurare, dunque, un nuovo indirizzo politico nel Paese?

 

R. – Questo nuovo indirizzo politico si può già ravvisare adesso perché c’è questa ‘vittoria’ del fronte riformista. Il partito avrebbe, in realtà, ancora bisogno di riforme dal punto di vista delle libertà, soprattutto in ambito economico. Non è ancora totalmente aperta la situazione, però ci sono buonissime prospettive.

 

D. – Il partito comunista continua comunque a mantenere il potere…

 

R. – Sì, continua a mantenere il potere e lascia pochissimo spazio ad altre voci; controlla la società anche se per riuscire ad entrare nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, si mostra più liberale nei confronti delle religioni e verso gli investitori stranieri. Non toglie però la sua presa su tutta la società.

 

D. – A proposito di società vietnamita, quali ostacoli e prospettive incontra il cristianesimo in Vietnam?

 

R. – Il cristianesimo, come anche le altre religioni, da una parte è valorizzato. Soprattutto il cristianesimo e il cattolicesimo sono visti come una presenza che aiuta a risolvere i tanti problemi della società vietnamita quali l’immoralità, la mancanza di scolarità, di sanità, etc. La Chiesa è anche vista, poi, nella sua funzione di supplenza per tutto questo; nello stesso tempo, però, la Chiesa soffre del problema di una non totale libertà. Il cammino è ancora lungo, però ci sono alcuni importanti passi nuovi.

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Sparatoria nel sud est della Turchia: le forze di sicurezza hanno ucciso 8 membri del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). L’episodio è avvenuto nella provincia di Hakkari, vicino al confine con l’Iraq. In questa area, secondo il governo di Ankara, ci sono basi di guerriglieri del PKK. Negli ultimi mesi, decine di militanti del partito curdo e membri delle forze di sicurezza sono rimasti uccisi in scontri in questa zona, abitata in prevalenza da curdi.

 

Il presidente di Timor Est, Xanana Gusmao, ha dichiarato che deciderà, nelle prossime ore, se rassegnare o meno le dimissioni. Il capo di Stato è in attesa di un eventuale provvedimento del partito di governo, che deve decidere se estromettere il primo ministro, Mari Alkatiri, come richiesto dallo stesso Gusmao. Il premier è considerato da molti osservatori il vero responsabile degli scontri divampati a Timor Est tra soldati ribelli e forze regolari: in aprile, infatti, il primo ministro ha autorizzato il licenziamento di circa seicento militari, che avevano denunciato discriminazioni a danno dei commilitoni originari della parte occidentale del Paese. Da allora, nel Paese sono scoppiate violente proteste, costate la vita a circa 20 persone. Per riportare la situazione sotto controllo, è stato necessario l’intervento di 2500 uomini della forza di pace internazionale, sotto comando australiano.

 

In Somalia, un giornalista svedese è stato ucciso ieri a Mogadiscio. Il filmato con la drammatica sequenza dell’uccisione è stato inviato all’Agenzia missionaria “MISNA”. Poco prima, era stato raggiunto un importante accordo tra il governo e il movimento delle Corti islamiche. L’intesa – ha detto il segretario generale della Lega Araba – sancisce “il riconoscimento della legittimità dell’esecutivo di transizione e la presenza dell’alleanza dei tribunali islamici”.

 

Nuova emergenza sbarchi in Italia: sono più di 300 gli immigrati sbarcati o in arrivo a Lampedusa. Sono attesi sull’isola almeno 144 persone, a bordo di un’imbarcazione avvistata da un elicottero delle Fiamme Gialle. Nella notte, erano già sbarcati 169 clandestini. Dopo questi nuovi arrivi, il Centro di accoglienza di Lampedusa è nuovamente al collasso. Nella struttura, che ha una capienza massima di 190 posti, si trovano adesso circa 500 immigrati.

Primo fine settimana estivo all’insegna del caldo afoso in gran parte delle città italiane. L’elevata temperatura ha fatto già scattare diverse emergenze per prevenire siccità, incendi e rischi per la salute di oltre mezzo milione di anziani. Gli esperti consigliano, in particolare, di bere molto, consumare pasti leggeri, evitare gli sbalzi di temperatura e non uscire di casa nelle ore più calde.

 

In Italia, Salvatore Sottile, portavoce del leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, resta agli arresti domiciliari per l’ipotesi di concussione sessuale. Il gip di Potenza gli ha revocato la misura cautelare per l’accusa di corruzione. Intanto, il principe Vittorio Emanuele ha lasciato il carcere di Potenza ed è da ieri sera a Roma in un appartamento del quartiere Parioli. La concessione dei domiciliari, fatta dal gip Iannuzzi, è stata motivata dopo dichiarazioni “parzialmente confessorie” rilasciate dal principe durante l’interrogatorio.

 

 

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