RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 174 - Testo
della trasmissione di venerdì 23 giugno 2006
IL
PAPA E
Si celebra oggi la Giornata per
la santificazione sacerdotale
OGGI IN PRIMO PIANO:
In corso a Roma il IV Simposio europeo dei docenti universitari per
costruire “un nuovo umanesimo”
La lezione di Krzysztof Zanussi al FilmFest di Taormina: intervista con il regista polacco
CHIESA E SOCIETA’:
I vescovi del Messico rinnovano la consacrazione del
Paese al Sacro Cuore di Gesù
Si è conclusa ieri a
Madrid la plenaria straordinaria della Conferenza episcopale spagnola
Aperta oggi a Roma la fase diocesana del processo di beatificazione
del Cardinale Pironio
In corso a
Rivas, in Spagna il II Forum
sociale mondiale delle migrazioni
In
Iraq, decretato il coprifuoco a Baghdad ma le violenze continuano: almeno 12
morti nella capitale, altre 10 vittime nel sud, a Bassora
23 giugno 2006
LA
LEGGE EVANGELICA DELL’AMORE CONTRO LE DERIVE SOCIALI
INDOTTE
DAL SECOLARISMO: L’ESORTAZIONE
DEL PAPA
AI
VESCOVI LITUANI, ESTONI E LETTONI IN VISITA AD
LIMINA,
PER LA
DIFESA DELLA FAMIGLIA E DEI GIOVANI
Una modernità di vita distaccata dagli “autentici valori
umani” è destinata a gettare l’uomo nello smarrimento. La risposta sta invece
nel Vangelo, che realizza la società nella legge dell’amore. Sono questi gli
elementi sui quali Benedetto XVI ha costruito la sua analisi della situazione
attuale in Estonia, Lituania e Lettonia. Il Papa ha
parlato ai vescovi delle tre Repubbliche baltiche, ricevendoli oggi in udienza
al termine della loro visita ad Limina. I
particolari nel servizio di Alessandro De Carolis.
**********
Obiettivo, la famiglia e i giovani: da radicare entrambi
nella fede, per evitare alle vecchie “ferite” del comunismo alle nuove
seduzioni del secolarismo di far aleggiare “miraggi” in coloro che formano
l’oggi e il domani delle società baltiche. Con chiarezza, Benedetto XVI ha
parlato ai presuli delle tre nazioni nordeuropee, che nell’arco del 1991 posero
tutte fine alla dominazione sovietica e che due anni fa sono entrate a far
parte dell’Unione Europea. “Pacifiche terre” le ha definite il Papa all’inizio
del suo discorso, impegnate in una transizione tra vecchio e nuovo non esente
da pericoli. “Fragilità dei legami coniugali”, “piaga dell’aborto”, “crisi
demografica”, ma anche “precarietà del lavoro” e una
mobilità sociale che “affievolisce” i rapporti tra le generazioni: tra i punti
di questo scenario, Benedetto XVI ha inserito la presenza della Chiesa locale
chiamata, ha affermato, ad “un’azione missionaria sempre più convinta,
coraggiosa e instancabile” per opporsi alle derive che minacciano oggi
anzitutto la famiglia:
“Una modernità che
non è radicata in autentici valori umani è destinata ad esser dominata dalla
tirannia dell'instabilità e dello smarrimento. Per questo
ogni comunità ecclesiale, ricca della propria fede e sorretta dalla
grazia di Dio, è chiamata ad essere punto di riferimento e a dialogare con la società
in cui è inserita”.
Viceversa, ha obiettato il Pontefice:
“La Chiesa, maestra
di vita, attinge dalla legge naturale e dalla Parola di Dio quei principi che
indicano le basi irrinunciabili per edificare la famiglia secondo il disegno
del Creatore. Cari e venerati Fratelli, non stancatevi di essere sempre coraggiosi
difensori della vita e della famiglia”.
I vescovi lituani, inoltre, ha proseguito Benedetto XVI,
non esitino a “proporre esplicitamente” alla gioventù l’ideale evangelico, la
bellezza della sequela Christi “senza
compromessi”. Così come valorizzino l’operato dei sacerdoti con “stima” e
“affetto paterno” e curino le vocazioni con una pastorale “attenta”, più alta
della nuova mentalità secolarizzata e dei vecchi atteggiamenti, figli, ha
osservato”, “del triste inverno della persecuzione”:
“Mentre non sono del tutto rimarginate le ferite che il comunismo ha prodotto
nelle vostre popolazioni, va crescendo l’influenza di un secolarismo che esalta
i miraggi del consumismo e che fa dell’uomo la misura di se stesso. Tutto ciò
rende ancor più difficile la vostra azione pastorale, ma senza perdere la
fiducia, proseguite instancabili nell’annunciare il Vangelo di Cristo, parola
di salvezza per gli uomini di ogni tempo e di ogni cultura. Il Vangelo non
mortifica la libertà dell’uomo e l’autentico progresso sociale; al contrario
aiuta l’essere umano a realizzarsi pienamente e rinnova la società attraverso
la dolce ed esigente legge dell’amore”.
**********
ALTRE UDIENZE
Il Santo Padre ha
ricevuto questa mattina anche Sua Altezza Fra’ Andrew Bertie, Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine
di Malta, e il cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, arcivescovo di Caracas.
LETTERA
DI BENEDETTO XVI AI FEDELI DELL’ARCIDIOCESI DI GENOVA
IN
OCCASIONE DELLA PROSSIMA NOMINA A SEGRETARIO DI STATO
DEL
CARDINALE TARCISIO BERTONE,
DA TRE
ANNI A CAPO DELLA CHIESA DEL CAPOLUOGO LIGURE
- A
cura di Alessandro De Carolis -
Un pastore “fedele”, “particolarmente capace di coniugare
attenzione pastorale e preparazione dottrinale”, che ora metterà a servizio
della Chiesa universale, le qualità espresse negli ultimi anni tra i fedeli
dell’arcidiocesi di Genova, dopo averne dato prova durante il lavoro svolto
nella Congregazione per la Dottrina della fede con l’allora prefetto, cardinale
Ratzinger.
Con una lettera dai toni paterni, Benedetto XVI si è
voluto rivolgere agli uomini, alle donne e ai giovani della Chiesa del
capoluogo ligure, retta dal cardinale Tarcisio Bertone, ieri ufficialmente
nominato dal Papa a succedere il 15 settembre prossimo al cardinale Angelo
Sodano nella carica di segretario di Stato. “So di aver chiesto al cardinale
Bertone un sacrificio grande – scrive Benedetto XVI - so che quello dei fedeli
affidati alle sue cure a Genova non è da meno. Ma sono certo che il suo affetto
e la sua preghiera per
“Vi chiedo – conclude il Papa -di associarVi a me nella preghiera allo Spirito perché
ci aiuti in questo discernimento e fin d’ora assicuro il mio ricordo e la mia
apostolica benedizione nella preghiera per tutte le realtà della Chiesa che è
in Genova: per i pastori, i consacrati, le famiglie, i giovani, gli ammalati”.
LA
CHIESA AVRÀ PRESTO QUATTRO NUOVI SANTI.
IL PRIMO LUGLIO SI SVOLGERÀ IL CONCISTORO PER
SI TRATTA DI UN VESCOVO LATINOAMERICANO,
DI UN SACERDOTE NAPOLETANO
E DI
DUE RELIGIOSE CHE SI SONO DEDICATI PARTICOLARMENTE AGLI ULTIMI
La Chiesa avrà 4 nuovi Santi. E’ stata pubblicata oggi la
notificazione del Concistoro Ordinario Pubblico convocato per il primo luglio
alle 11 nel Palazzo Apostolico, durante la celebrazione dell’Ora Sesta, per la
canonizzazione dei Beati Rafael Guízar
Valencia, vescovo, Filippo Smaldone, presbitero
fondatore dell’Istituto delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, Teodora Guérin,
fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Santa Maria “ad
Nemus”. Ma ascoltiamo alcune note biografiche di
questi beati nel servizio di Tiziana Campisi:
**********
Vescovo di Veracruz
e grande evangelizzatore del Messico, durante il periodo della persecuzione
religiosa del secolo scorso, Rafael Guízar Valencia è
stato un grande predicatore; molto devoto al Sacro Cuore di Gesù ne diffuse il
culto. A causa della
campagna contro
Filippo Smaldone, sacerdote, è
noto invece come apostolo dei sordomuti per il particolare aiuto da lui offerto
alle persone colpite nella voce e nell’udito. Napoletano ha vissuto le
difficoltà dell’apostolato nel periodo in cui nasceva la nazione italiana.
Visitava gli ammalati in ospedale, e, durante un’epidemia, ammalatosi anche
lui, guarì per intercessione della Madonna di Pompei. A Lecce volle
**********
IL
PAPA INVITA AD AMARE COME CRISTO “FINO ALLA FINE”
La Chiesa celebra oggi
**********
La
Festa del Sacro Cuore ha 150 anni: è stato Pio IX ad estenderla a tutta
“Nel cuore del Redentore noi adoriamo l’amore
di Dio per l’umanità, la sua volontà di salvezza universale, la sua infinita
misericordia. Rendere culto al Sacro Cuore di Cristo significa, pertanto,
adorare quel Cuore che, dopo averci amato sino alla fine, fu trafitto da una
lancia e dall’alto della Croce effuse sangue e acqua, sorgente inesauribile di
vita nuova”. (Angelus del 4 giugno 2005)
“Nel linguaggio biblico – nota il Papa - il cuore indica il centro della
persona, la sede dei suoi sentimenti e delle sue intenzioni”. Questa devozione
rende perciò chiaro che la fede cristiana è una relazione personale con Dio che
si è reso visibile nel Figlio: adorare il Cuore di Gesù significa quindi,
secondo Benedetto XVI,
entrare in totale comunione con il Signore, fare propri la
volontà, il pensiero, le parole, i sentimenti di Cristo. Essere un tutt’uno con
il suo “cuore che vede” dove c’è bisogno di amore, per aprirsi agli altri, soprattutto
i sofferenti, lontano da qualsiasi ripiegamento su se stessi. Di qui l’appello
di Benedetto XVI ai fedeli perché si aprano alla missione proprio a partire dal
culto del Cuore di Gesù:
“Solo da questa
fonte inesauribile di amore potrete attingere l’energia necessaria per la
vostra missione. Dal Cuore del Redentore, dal suo costato trafitto è nata
“Il cuore che più d’ogni altro rassomiglia a quello di
Cristo – afferma il Papa nella sua Enciclica “Deus caritas est” – è senza
dubbio il cuore di Maria”, un “amore puro che non cerca se stesso, ma semplicemente
vuole il bene … grazie alla più intima unione con Dio”.
************
SI
CELEBRA OGGI GIORNATA DELLA SANTIFICAZIONE DEL CLERO
-
Intervista con l’arvcivescovo Csaba
Ternyak -
Oggi, nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, si celebra
************
R. - La santificazione è un’esigenza avvertita in modo
speciale non solo dallo stesso Presbitero, ma anche da parte dei fedeli che
cercano in lui l'amico e l’uomo di Dio. Pertanto insieme con la comunità si
ritrova a pregare per la santificazione di colui che come alter Christus è chiamato ad essere
modello e maestro di santità. È una giornata che offre anche l’occasione alle
comunità di pregare per le vocazioni, chiedendo «al Padrone della messe perché
mandi operai nella sua messe». A tale scopo
D. - Che cosa significa l’amicizia nella vita del
sacerdote?
R. - L’amicizia è presente in tre livelli nella nostra
vita sacerdotale: con Dio, con i confratelli e con i fedeli. Innanzitutto è
fondamentale l’amicizia con Dio, come già nella vita di Abramo che era chiamato
l’amico di Dio. Gesù poi chiama i suoi, non più servi
ma amici. A loro non nasconde nulla, ma rivela tutte le cose del Padre, perché
fra i veri amici non esistono segreti. E per questo il motto della giornata:
“Vi ho chiamato amici”. La sua amicizia è un’amore
di benevolenza. Importante è poi l’amicizia fra gli stessi sacerdoti che è
vissuta particolarmente nel presbiterio. Condividere le stesse gioie,
preoccupazioni nel campo dell’apostolato e nel rapporto umano. Le vere amicizie
sacerdotali costituiscono un mezzo spirituale per vivere serenamente anche il celibato.
Amicizie poi che nascono nel campo dell’apostolato con i fedeli, che significa
apertura e accoglienza verso tutti, sull’esempio di Gesù, sempre disponibile,
premuroso ed accogliente per introdurci nella vita di Dio.
************
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina - "Coraggiosi difensori della
vita e della famiglia non esitate a proporre alla gioventù la bellezza della
'sequela Christi'": Benedetto XVI ai Vescovi dei
Paesi Baltici in visita "ad Limina".
Servizio vaticano - Lettera del Santo Padre ai
fedeli dell'Arcidiocesi di Genova.
Servizio estero - Medio Oriente: un incontro
informale tra Olmert e Abu Mazen riapre le prospettive di ripresa del negoziato.
Servizio culturale - Un articolo di Giuseppe Costa
dal titolo "In una galleria di ritratti la ricerca del silenzio
interiore": le fotografie di Henri Cartier-Bresson nella mostra romana a Palazzo Braschi.
Servizio italiano - In rilievo il tema dei conti
pubblici.
=======ooo=======
23 giugno 2006
MONDIALI
DI CALCIO: E’ FESTA IN TUTTA L’AFRICA PER LA QUALIFICAZIONE
AGLI OTTAVI DEL GHANA, VITTORIOSO IERI SUGLI
STATI UNITI.
AI NOSTRI MICROFONI
MONS. PALMER-BUCKLE
CHE RISCHIA UN PRONOSTICO A SORPRESA
PER LA PROSSIMA SFIDA CON IL BRASILE
Grande festa in tutta l’Africa
per la qualificazione del Ghana ieri agli ottavi di finale dei Mondiali di
Calcio in Germania. La squadra africana
ha battuto per
**********
R. - Ci sentiamo già campioni
del mondo. Dopo la partita con gli Stati Uniti c’è un’euforia incredibile nelle
strade. Anch’io, ad esempio, ho intorno al mio collo i colori della nostra
bandiera e allora c’è questo senso di patriottismo molto forte. Per una volta
tanto ci sentiamo una nazione, ci sentiamo veramente un popolo, ci sentiamo veramente
uniti dietro questa nostra squadra e credo che noi,
sia
D. – Eccellenza, è arrivato il
momento che il Ghana, ma l’Africa intera, tenga per sé
i suoi campioni del calcio e di altri sport anziché esportarli in occidente?
R. – Ormai il mondo è tutto un
villaggio, è tutto un Paese. Allora io direi: che vadano pure a giocare fuori ma non dimentichino mai il proprio Paese perché
l’Africa ha bisogno veramente di tutte le qualità e tutte le esperienze
positive per portare avanti questo continente così dotato di ricchezze e
risorse enormi: risorse umane, risorse naturali, risorse intellettuali, risorse
anche culturali. Dobbiamo fare di tutto per sviluppare queste risorse e credo
che il calcio ci porta in questo senso. Si comincia a vedere che non è vero che
in Africa non va bene niente: bastano le condizioni favorevoli e i nostri sono
capaci di prendere il destino in mano. Credo che i prossimi Mondiali vedranno
insomma i Paesi africani metterci tutto l’impegno.
D. – Tornando invece a quanto
sta succedendo in Germania, ora c’è l’impegno gravoso con il Brasile che è la
nazione calcisticamente più forte del mondo ma a cui
il Ghana potrà opporre la sua velocità, il suo agonismo…
R. – Giochiamo con il Brasile
non solo per vincere ma per mostrare al mondo l’arte del calcio perché il
calcio può essere un fatto tecnico, può essere un fatto agonistico
ma credo che dovrebbe essere di più e cioè un’arte,
un divertimento. Allora sarà una cosa artistica credo, che sarà poi
quello a cui il mondo assisterà nella partita tra
Ghana e Brasile. Ci reputiamo il Brasile dell’Africa!
D. – Come state aspettando
questa partita?
R. – Credo che i nostri
giocatori sono pronti a mettercela tutta … credo ci
sarà una bella sorpresa per il mondo!
**********
IN
CORSO A ROMA IL IV SIMPOSIO EUROPEO DEI
DOCENTI UNIVERSITARI
PER COSTRUIRE “UN NUOVO UMANESIMO”
Seconda
giornata di lavori, oggi, per il IV Simposio europeo
dei docenti universitari. Promosso dal Vicariato di Roma e in programma presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il convegno ha come tema
“L’impresa e la costruzione di un nuovo umanesimo” e si pone l’obiettivo di
ribadire l’importanza della centralità dell’uomo all’interno delle strutture
sociali, economiche e politiche. Il servizio di Isabella Piro.
**********
Umanesimo? Certo sì: lo ribadisce con forza il cardinale
Tarcisio Bertone, arcivescovo di Genova e dal 15 settembre nuovo Segretario di
Stato Vaticano. Assente ai lavori, la sua relazione è stata letta da don Enrico
Dal Covolo, postulatore delle Cause dei Santi per i
Salesiani. La Chiesa, si legge nel testo, nella sua missione di salvezza, non
cessa di seminare nei solchi di un nuovo umanesimo, perché la fede insegna che
la felicità è qualcosa che si riceve, non che si conquista. Essa ci mostra –
scrive il cardinale Bertone – che non si può essere felici da soli, ma che
bisogna donarsi agli altri in maniera disinteressata, così come Dio si è donato
all’uomo. Per costruire una città dell’uomo, che gli permetta di realizzare la
sua felicità, la Chiesa e i pontefici propongono un progetto di vita politica
umanista-democratico di ispirazione cristiana, che deve basarsi su alcuni
principi: il principale è quello della dignità umana in tutte le sue
dimensioni, compresa quella trascendente. Nella vita sociale, ribadisce il
cardinal Bertone, ogni essere umano deve essere considerato e trattato come
persona e mai come oggetto. Segue poi il principio della socialità, che ci dice
che l’uomo, come parte limitata dell’umanità, ha il bisogno di essere
completato dal confronto con gli altri, soprattutto sulla conoscenza e
sull’amore. Infine, il principio dell’animazione cristiana serve a comprendere
che il divino non distrugge, ma perfeziona l’umano: per il credente, una nuova
civiltà nasce dalla sintesi organica fra valori trascendenti e strutture
economiche. Per questo gli Stati sono chiamati a riconoscere l’autorità morale
delle comunità religiose e la loro valenza pubblica. Infine, il cardinal
Bertone ha ricordato come Giovanni Paolo II fosse un alleato appassionato
dell’uomo, della sua sorte, della sua storia. Questo prende in contropiede
–scrive il porporato – quanti si immaginano che la Chiesa, predicando il
Vangelo, invada i sentieri terrestri. Costoro non si accorgono che il Cielo e
la Terra, per l’uomo che cerca la verità, sono tutt’uno. L’ultima citazione del
cardinale Bertone è per l’attuale Papa, Benedetto XVI, un uomo che spera, in
senso teologico, nell’umanesimo: si tratta di una vocazione umana
irrinunciabile, perché il bene dell’uomo si radica in Dio. E di principi basilari
dell’umanesimo cristiano ha parlato anche il cardinale Camillo Ruini, presidente della CEI, inaugurando ieri il convegno
in Campidoglio. Per il porporato, per dirsi cristiano, l’umanesimo deve avere
tre tratti caratteristici:
“Il primo è quello di esaltare la dignità dell’uomo, di
ogni singolo uomo, a livello più alto possibile. Il secondo è quello di
riconoscere la radicale debolezza e la sua necessità di essere salvato ossia
l’impossibilità di autosalvarsi. Il terzo nucleo è
relativo alla sfida: mettere in pratica il vincolo di fraternità universale,
che riguarda cioè tutti gli uomini, ma al tempo stesso concreto, che unisce
l’intera famiglia umana in Cristo”.
Dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Isabella Piro per la Radio Vaticana.
**********
LA
LEZIONE DEL REGISTA POLACCO ZANUSSI AL FILMFEST DI TAORMINA
-
Intervista con Krzysztof Zanussi
-
Ha tenuto ieri una lezione di cinema al FilmFest di Taormina Krzysztof Zanussi, nel corso della quale ha parlato ai giovani
descrivendo il difficile mestiere del regista di cinema e raccontando temi e
luoghi del suo ultimo film, Il sole nero, con Valeria Golino,
ambientato tra Siracusa e Catania e in uscita nel prossimo autunno. Il servizio
di Luca Pellegrini:
**********
Dall’anno del Sole
quieto – era il 1984 e vinse il Leone d’Oro a Venezia – all’anno
de Il sole nero: sono trascorsi
ventidue anni, e Krzysztof Zanussi
non rinuncia a raccontare, anche se in forme diverse, l’eterna lotta tra il
bene e il male. Che avviene, appunto, sotto un unico sole. Perché, maestro,
questi due soli, nel suo cinema?
R. – L’anno del sole quieto parlava della grande delusione
del dopoguerra, quando i vincitori si sono ritrovati come perdenti. Sole nero è
un paradosso, è una contraddizione perché il sole dovrebbe significare il bene,
mentre il sole nero è il sole oscurato, il sole nascosto. Questo film è
ambientato in Sicilia. Fa un riferimento, credo, un po’ all’antichità, alla
tragedia greca, a questa contrapposizione tra bene e il male, molto elementare,
ma molto forte che oggi, forse, sembra per certi versi
anacronistica: invece, è una cosa eterna, che non cambia mai. Tutta la
drammaticità della vita umana è basata sul contrasto tra bene e male. Solo Dio
conosce la vera distinzione. Noi siamo spesso confusi, abbiamo una coscienza
per fare le scelte o buone o cattive. Questo, per me, non può essere relativizzato.
Non credo in questa cultura che cerca di relativizzare, di banalizzare il male. Il male ha un suo
richiamo terrificante e spero di raccontare questo nel film Il sole nero.
Ne Il sole nero si affrontano i drammi della vita che si oppone ad una
cultura della morte, temi già affrontati
in La vita come malattia mortale
sessualmente trasmessa e nel suo seguito Supplemento. Questa volta il contesto non è polacco,
ma classico, di una tragica classicità, all’ombra di un sole siciliano.
Agata, la protagonista, vuole vendetta cercando di uccidere il balordo che le
ha assassinato il marito, Manfredi. Un piano che ha in sé elementi di forte
carica simbolica, come lo saranno anche il suicidio di Agata e la morte,
inaspettata, dell’assassino.
Da Taormina, Luca Pellegrini per Radio Vaticana
**********
=======ooo=======
23 giugno 2006
I VESCOVI
DEL MESSICO RINNOVANO
AL SACRO CUORE DI GESÙ. OGGI UNA
SOLENNE CELEBRAZIONE A CITTÀ DEL MESSICO
CITTÀ
DEL MESSICO. = Nell’odierna solennità del Sacro Cuore di Gesù, e in concomitanza
con il pellegrinaggio delle reliquie di Santa Margherita Maria Alacoque,
Si è conclusa ieri a Madrid l’84.esima
ASSEMBLEA Plenaria Straordinaria
della Conferenza
episcopale spagnola (CEE). I presuli, come evidenzia
la nota finale, hanno discusso della situazione
religiosa,
culturale, sociale e politica del Paese
Madrid. = I vescovi spagnoli riniti in
Assemblea plenaria straordinaria, a Madrid, mercoledì e giovedì scorsi, hanno
trattato temi relativi alla situazione religiosa, culturale, sociale e politica
del Paese. Nella nota finale, i presuli riconoscono una serie di priorità nel
quadro dell’attuale Piano Pastorale. Si tratta dell’iniziazione cristiana dei
giovani e degli adulti, della pastorale della domenica, del matrimonio, della
famiglia e della promozione della presenza dei laici nella vita pubblica. Il
documento segnala inoltre che i vescovi spagnoli, in sintonia con il magistero
della Chiesa universale, elaboreranno un’Istruzione pastorale sulla “missione
della Chiesa nell’attuale situazione culturale, sulle ripercussioni pastorali
che ne derivano e sul discernimento morale delle grandi questioni che suscitano
particolare preoccupazione in questo tempo”. I vescovi concludono il loro
comunicato invitando le comunità cattoliche a pregare affinché le istituzioni
democratiche spagnole possano stimolare la verità, la libertà, la giustizia, la
pace e la concordia “nel pieno riconoscimento dei diritti fondamentali di
tutti”. (E. B.)
IL
CARDINALE VICARIO CAMILLO RUINI HA APERTO OGGI A ROMA
LA
FASE DIOCESANA DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DEL CARDINALE
ARGENTINO
EDUARDO FRANCISCO PIRONIO, SCOMPARSO NEL 1998
- A
cura di Alessandro De Carolis -
ROMA. = “Dio Padre,
SONO 15 MILA I POVERI A MILANO. A RENDERLO NOTO
CHE NEI SUOI 62 CENTRI
D’ASCOLTO, NEL CAPOLUOGO MILANESE, HA REGISTRATO
DAL 2000 UN INCREMENTO DEL 23
PER CENTO DELLE PERSONE BISOGNOSE
- A cura di Fabio Brenna -
**********
MILANO. = Aumenta il numero dei nuovi poveri a
Milano: i 62 centri d'ascolto della Caritas diocesana dal 2000 hanno registrato
un incremento del 23 per cento delle persone che chiedono aiuto, che sono così
diventate oltre 15 mila. E sono soprattutto donne, il più delle volte
straniere, con figli, in età lavorativa, sposate ma
con un reddito insufficiente per arrivare alla fine del mese, che con maggior
frequenza si rivolgono ai servizi Caritas. Gli stranieri sono ancora in
maggioranza, con il 75 per cento delle oltre 40 mila richieste giunte nel 2005,
ma cresce il numero degli italiani, prevalentemente fra i 30 e i 50 anni d'età,
messi in crisi da licenziamenti, malattie e separazioni. È dunque un equilibrio
sempre più precario quello di chi vive sul filo della povertà, e cui sono
venuti a mancare una serie di ammortizzatori sociali. Un numero che sottostima
una realtà già di per sé stessa grave, come ha commentato il sociologo Walter
Nanni, curatore del Rapporto, definito “una punta dell’iceberg” che intercetta
chi va a ritirare il pacco viveri, ma sottostima il disagio diffuso soprattutto
fra gli anziani che preferiscono non chiedere ed arrangiarsi.
**********
SI
DISCUTE DI MOVIMENTI MIGRATORI, EMARGINAZIONE
SOCIALE E SVILUPPO,
A
RIVAS, IN SPAGNA, AL II FORO SOCIALE MONDIALE DELLE MIGRAZIONI.
ALL’INCONTRO,
TRA GLI ALTRI, SCIENZIATI, ECOLOGISTI ED ARTISTI
- A cura di Silvoney
Protz -
**********
RIVAS. = La città di Rivas, nei
pressi di Madrid, in Spagna, accoglie da ieri fino a domani il
II Foro sociale mondiale delle migrazioni, cui partecipano circa 3 mila persone
provenienti da 90 Paesi diversi dei 5 continenti. Al centro delle discussioni,
come avanzare nella costruzione di un mondo migliore, più giusto ed egualitario.
E’ la seconda edizione di un incontro che riunisce membri di associazioni
diverse, di leader indigeni, ecologisti, scienziati, accademici, artisti, dopo quello celebrato nel gennaio del 2005 a Porto Alegre, in Brasile. Il tema di questo evento di Rivas si concentra sull’impatto della globalizzazione sui
movimenti migratori, i diritti dei migranti, dei rifugiati, i movimenti regolatori,
le politiche di regolamentazioni, asili, rifugio, modelli di convivenze,
politiche pubbliche sulle migrazione, problemi di
emarginazione sociale, di sviluppo e di comunicazione. Secondo gli
organizzatori, ci si attende che le conclusioni di queste tre giornate di lavori
possano arrivare sui tavoli dei politici. Presenti ieri, in apertura dei
lavori, tra gli altri, il sindaco di Rivas, il
sociologo svizzero e relatore dell’ONU per l’alimentazione, che ha approfittato
dell’occasione per ricordare al mondo che ogni giorno muoiono di fame 100 mila
persone, ed ogni 7 secondi muore un bambino per mancanza di cibo.
**********
“TANTI CUORI ATTORNO AL PAPA, EVANGELIZZATORE DELLA VITA”: È IL TITOLO
DELLA FESTA DEDICATA A BENEDETTO
XVI CHE SI SVOLGERÀ IL 28 GIUGNO A ROMA ALL’AUDITORIUM CONCILIAZIONE. L’EVENTO,
ORGANIZZATO DAGLI ORIONINI,
È STATO PRESENTATO OGGI PRESSO LA
RADIO VATICANA
- A cura di Andrea Rustichelli -
**********
ROMA. =
“La festa di San Pietro è la festa del Papa”: così diceva San Luigi Orione nel
promuovere la “Festa del Papa”, che per molti decenni è stato un evento interno
alla ramificata famiglia degli orionini. Ma da
qualche anno, la ricorrenza è uscita dalle fila della Congregazione di Don
Orione per diventare un appuntamento più esteso, condiviso da tutto il mondo
della Chiesa. Si terrà dunque il 28 giugno, all’Auditorium di via della Conciliazione,
la terza edizione della rinnovata “Festa del Papa”, un incontro di spettacolo,
musica e testimonianza che quest’anno ha come titolo “Tanti cuori attorno al
Papa, evangelizzatore della vita”. La presentazione della Festa si è tenuta
stamani nella sala Marconi della Radio Vaticana, alla
presenza, fra gli altri, di Don Flavio Peloso, direttore generale dell’Opera
Don Orione. “Questa festa raccoglie le idealità del nostro Ordine”, ha detto il
religioso, sottolineando come l’appuntamento, assumendo come centro la figura
dal Papa, esalti il senso della Chiesa come famiglia, perché non c’è festa
senza relazione.
**********
=======ooo=======
23giugno 2006
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, straordinarie misure di sicurezza e un nuovo
coprifuoco a Baghdad non fermano gli attentati: una moschea sunnita
della capitale e una stazione di servizio a Bassora sono state devastate da due
nuovi attacchi. Il nostro servizio:
**********
In Iraq, è stato decretato il coprifuoco a Baghdad a
partire da oggi pomeriggio fino all’alba di domani ma
la violenza continua a squarciare, in modo drammatico, la quotidianità degli
iracheni: dodici persone sono rimaste uccise in un attentato compiuto in una
moschea sunnita, a nord della capitale. L’esplosione
è avvenuta mentre i fedeli
uscivano dopo la preghiera del venerdì. A Bassora,
altre dieci persone sono morte per un ennesimo attacco kamikaze.
L’attentato è stato compiuto nei pressi di una stazione di rifornimento, dove decine di automobilisti erano in coda per fare
benzina. Agli episodi di violenza resi noti dalle agenzie di stampa, si
aggiunge poi una nuova, inquietante rivendicazione della guerriglia: un gruppo
legato ad Al Qaeda ha annunciato l’esecuzione di 81
operai sequestrati nei giorni scorsi a nord di Baghdad. La notizia, non ancora
confermata, è stata pubblicata su un sito estremista islamico. Gli ostaggi,
secondo il gruppo terroristico, collaboravano alla costruzione di una nuova
base americana. Accanto alla consueta ondata di azioni terroristiche, si
registrano comunque anche importanti operazioni militari: l’esercito
statunitense ha reso noto di aver catturato un alto esponente di Al Qaeda, nella stessa zona a sud est di Baquba, dove due settimane fa è stato ucciso Al Zarqawi. Nella capitale, infine, l’ex presidente iracheno, Saddan Hussein ha interrotto lo sciopero della
fame iniziato ieri pomeriggio in segno di protesta dopo l’assassinio,
mercoledì scorso, di un suo avvocato difensore.
**********
In uno scontro a fuoco nella capitale saudita, Riyad, tra presunti membri di Al
Qaeda e polizia, sette persone sono rimaste uccise. Fra queste, sei presunti
terroristi e un poliziotto. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno saudita.
Secondo la polizia, i fondamentalisti stavano per compiere attacchi armati
contro obiettivi non specificati.
A Timor Est, migliaia di manifestanti si sono radunati,
stamani, davanti al Palazzo del governo per chiedere le dimissioni del primo
ministro, Mari Alkatiri, e per esprimere il loro
sostegno nei confronti del presidente, Xanana Gusmao.
Il premier ha dichiarato, ieri, di non essere disposto a rassegnare le
dimissioni, come richiesto dal capo di Stato. Si temono adesso nuove violenze
dopo quelle che, nelle ultime settimane, hanno
provocato la morte di almeno 21 persone. Gli scontri sono scoppiati dopo la
radiazione, ordinata dal primo ministro Alkatiri, ai
circa seicento militari che avevano denunciato discriminazioni contro
commilitoni originari della parte occidentale del Paese. Diversi osservatori
sostengono che, in realtà, questo conflitto ha radici più profonde. E’ quanto
sostiene, al microfono di Fabio Colagrande, anche
padre Ignacio Arregui responsabile dei nostri Servizi informativi centrali:
***********
R. - Le radici sono profonde: riguardano il processo di
indipendenza. Un periodo segnato dalla difficile transizione dalla dipendenza
prima dal Portogallo e poi dall’Indonesia, all’attuale indipendenza. C’è anche
da sottolineare che la comunità orientale ha lottato di più per l’indipendenza.
Gli occidentali, invece, erano più critici nei confronti degli indipendentisti.
In questi 4 anni di indipendenza, gli orientali - lo dicono soprattutto gli
occidentali – hanno ottenuto maggiori vantaggi economici e i posti chiave
nell’esercito. Poi, oltre alla questione dei militari, ci sono divergenze di
tipo politico, le differenti situazioni di Timor Est e Timor Ovest. E’ stato
diverso, inoltre, il comportamento negli anni passati sull’indipendenza del
Paese. Ma si deve anche sottolineare un altro motivo: la grave povertà del
Paese.
D. – Questo è il contesto nel quale, negli ultimi giorni,
è scoppiato a Timor Est un vero e proprio conflitto ai vertici del governo, tra
il presidente e il premier…
R. – Sì, mentre Gusmao è stato
il “padre della patria”, colui che si è battuto per l’indipendenza, Alkatiri è rimasto un po’ fuori da
questa lotta per l’indipendenza. Non solo, in un Paese dove i cattolici sono la
stragrande maggioranza, Alkatiri è di religione musulmana
e di ispirazione marxista. Gusmao è pronto, perfino,
a dimettersi se il primo ministro non rinuncerà spontaneamente al proprio
incarico. Anche la Chiesa e altre personalità hanno pregato il presidente Gusmao di non dimettersi. Resta, dunque, in
attesa di sviluppi la posizione di Alkatiri. Ci si
chiede: come si comporterà il premier? In questo contesto, la situazione è
tesa: c’è una frattura tra il presidente e il primo ministro. Anche la
popolazione, poi, si sta dividendo, schierandosi in favore dell’uno o
dell’altro.
*********
Nelle Filippine, un’esplosione ha provocato la morte di
almeno cinque persone. La deflagrazione è avvenuta in un mercato di Sharif Aguak, sull’isola di Mindanao, mentre passava il convoglio del governatore
provinciale, rimasto illeso. L’attentato non è stato rivendicato.
In Indonesia il virus H5N1, responsabile dell’influenza
aviaria ha subito una mutazione. Lo ha reso noto l’Organizzazione Mondiale
della Sanità. Tale mutazione, - ha però assicurato un
funzionario dell’OMS - non ha prodotto “una forma più facilmente
trasmissibile”.
In Ucraina, all’indomani della
firma dell’accordo di alleanza, i tre partiti
filo-occidentali protagonisti della cosiddetta Rivoluzione arancione hanno
nominato Yulia Tymoshenko
come nuovo primo ministro del futuro governo del Paese. Come si è arrivati a
questo risultato? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Pierantonio Lacqua, responsabile dell’Agenzia Ansa di Mosca:
**********
R. - Ci sono voluti tre mesi di trattative proprio perché
il presidente Yuschenko non voleva la Tymoshenko nuovamente al timone del governo. Nel settembre
scorso, proprio Yuschenko, ha licenziato la Tymoshenko tra reciproche accuse anche di inefficienza e
corruzione.
D. – Ricordiamo che la Tymoshenko
era stata accusata proprio da Yuschenko
di ambizioni particolari; ma oggi, come è cambiata la sua posizione rispetto allo
scorso settembre?
R. – La situazione è cambiata radicalmente con le elezioni
di marzo perché il partito Nostra Ucraina, che fa appunto riferimento a Yuschenko, è uscito estremamente indebolito. Ha ottenuto un
risultato inferiore alle aspettative: si è attestato al terzo posto dietro il
Partito delle Regioni filorusso dell’ex premier Yanukovych e dietro la formazione della Tymoshenko
che, malgrado il licenziamento di settembre, rimane la
donna politica più popolare in Ucraina. Una donna in grado anche, alle prossime
presidenziali, di superare lo stesso Yuschenko.
D. – E dall’opposizione filorussa
che cosa ci dobbiamo aspettare?
R. – Chiaramente, sarà un’opposizione molto dura e questo
è anche un bene perché vorrei sottolineare che nello spazio post-sovietico,
l’Ucraina brilla proprio in questo momento per la normalità della sua vita
politica. Per l’Ucraina, adesso, il problema più drammatico è quello
dell’energia perché è un Paese che comunque ha pochi mezzi, poche risorse.
L’Ucraina si trova quindi di fronte ad una bolletta energetica che può mettere
in crisi la sua industria dopo che la Russia ha aumentato e raddoppiato il
prezzo del metano. La Tymoshenko ha sempre detto che
vuole denunciare questo accordo controverso siglato in gennaio. Potrebbero
anche esserci, quindi, nuove tensioni all’interno del governo su come procedere
nel rinegoziare o nell’accettare questo accordo sul gas con il governo di
Mosca.
**********
=======ooo========