RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 172 - Testo della trasmissione di mercoledì 21 giugno 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Concerti gratis in molte città europee in occasione
dell’odierna Festa europea della musica
Lotta al terrorismo, ma nel rispetto dei diritti
umani. E’ la priorità che sta emergendo dall’odierno Vertice tra Stati Uniti e Unione
Europea, in corso a Vienna
In Ucraina, raggiunto un accordo tra i partiti
filo-occidentali per la formazione della
nuova coalizione di governo
Continua in Italia il dibattito sul referendum
sulla riforma della Costituzione
21 giugno 2006
ALL’UDIENZA
GENERALE BENEDETTO XVI PARLA DI GIACOMO
IL MAGGIORE:
DA
QUESTO APOSTOLO – HA DETTO – POSSIAMO IMPARARE
Conoscere il cammino degli Apostoli per imparare che la
fede è un percorso di maturazione. La catechesi di Benedetto XVI all’udienza
generale vuol far capire questo ai fedeli. E oggi in Piazza San Pietro il Santo
Padre ha tracciato il profilo della figura di San Giacomo, figlio di Zebedeo,
detto il Maggiore, il cui cammino simboleggia tutto il pellegrinaggio della
vita cristiana. Il servizio di Tiziana Campisi.
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Seguire Cristo significa abbandonare i propri schemi e le
proprie sicurezze. Benedetto XVI traccia l’esempio di Giacomo il Maggiore, il
figlio di Zebedeo. I Vangeli ci dicono che era fratello di Giovanni e che
godette di grande autorità nella Chiesa primitiva di Gerusalemme, tanto che ne
ebbe la responsabilità pastorale insieme a Pietro. Il testo della catechesi del
Papa fa riferimento anche alla personalità di Giacomo, semplice pescatore che
rispose alla chiamata di Gesù con prontezza, lasciando la barca e il padre con
i garzoni. Un uomo anche dallo zelo impetuoso, tanto che lui e il fratello
ebbero da Gesù il soprannome di “Boanerghés”, figli del tuono. Forse anche
perché ha visto protagonisti i figli di Zebedeo l’episodio del rifiuto di un
villaggio di Samaritani di accogliere Gesù. “Signore, vuoi che diciamo che
scenda un fuoco dal cielo e li divori?” chiedono i due discepoli: la risposta è
un rimprovero. Se la reazione di Giacomo e Giovanni è dettata dall’amore verso
il Messia, Gesù insegna la non violenza; Giacomo la imparerà col tempo, così
come, dopo aver chiesto un particolare trattamento alla fine dei tempi, capirà
che seguire Cristo significa bere insieme a Lui un calice molto amaro. Ma il
Papa ha sottolineato solo alcuni aspetti della vita dell’Apostolo:
“Fa molto caldo e
vorrei abbreviare e menzionare solo due di queste occasioni (applausi)”.
Sono la trasfigurazione sul monte Tabor e l’agonia
nell’orto degli Ulivi. Occasioni che in particolare mostrano come il discepolo
conobbe il vero volto del Messia. Ma è la seconda esperienza per Giacomo
occasione di una maturazione:
“Certamente questa
seconda esperienza costituì per lui l’occasione di una maturazione ….. egli
dovette intravedere che il Messia atteso come un trionfatore, in realtà non era
soltanto circonfuso di onore e di gloria, ma anche di patimenti e di debolezza,
che la gloria di Cristo si realizza proprio nella Croce, nella partecipazione
alle nostre sofferenze”.
Il Papa ha poi ricordato le tradizioni legate alla figura
dell’Apostolo: quella che racconta la sua evangelizzazione in Spagna e l’altra
che vuole il suo corpo traslato a Santiago di Compostella. Poi Benedetto XVI ha
sintetizzato così quanto bisogna apprendere dall’esperienza di Giacomo:
“La prontezza ad
accogliere la chiamata del Signore anche quando ci chiede di lasciare la barca
delle nostre sicurezze umane, l’entusiasmo nel seguirlo sulle strade che Egli
ci indica al di là di ogni nostra illusoria presunzione, la disponibilità a
testimoniarlo con coraggio, se necessario fino al sacrificio supremo della vita”.
E a braccio il Papa ha concluso la sua catechesi con
queste parole:
“Il cammino non solo
esteriore, ma soprattutto interiore dal Monte della Trasfigurazione al Monte
dell’Agonia simboleggia tutto il pellegrinaggio della vita cristiana tra le
persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, come dice il Concilio Vaticano
II. Seguendo Gesù come San Giacomo sappiamo, anche nelle difficoltà, che
andiamo bene, andiamo sulla strada giusta”.
E nel rivolgere i suoi saluti ai pellegrini il Santo Padre
ha ricordato la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù che sarà festeggiata
venerdì. “E’ la festa in cui, in modo particolare, glorifichiamo l’amore di Dio
– ha affermato il Papa – preghiamo, affinché tutti gli uomini possano
sperimentarlo nella pace e nelle gioia”.
Infine, Benedetto XVI ha esortato giovani, ammalati e
sposi a chiedere l’intercessione di San Luigi Gonzaga, di cui
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ARRIVEDERCI
A RATISBONA! COSI’ IL PAPA OGGI AD UNA DELEGAZIONE
DELLA CITTA’ BAVARESE CHE GLI HA CONFERITO
E DOVE SI RECHERA’ NEL MESE DI SETTEMBRE
DURANTE
IL SUO VIAGGIO IN GERMANIA
Dopo l’udienza generale il Papa ha ricevuto nello Studio
dell’Aula Paolo VI, in Vaticano, una delegazione di Ratisbona, in tedesco
Regensburg, guidata dal vescovo della diocesi Gerhard Ludwig Müller.
L’occasione è venuta dal conferimento al Santo Padre della cittadinanza
onoraria della città bavarese.
Ce ne parla Sergio Centofanti.
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Il Papa ringrazia per il conferimento della cittadinanza
onoraria. E’ molto legato, lo riconosce, a questa città della Baviera, nella
cui Università, ricorda, ha lavorato a partire dal 1969, come professore
ordinario di Dogmatica e di Storia dei Dogmi. Università in cui è stato
poi nominato anche vice-presidente. “Ratisbona – ha detto – è una delle città più
antiche della Germania, ma è anche una
città giovane, piena di vitalità”. Le
radici antiche si armonizzano infatti con la modernità e una visione del
futuro. “Guardando il Duomo e le Mura antiche” – ha aggiunto – comprendiamo che
“non si deve dimenticare la storia” che continua ad offrirci i suoi
insegnamenti. E Ratisbona – ha sottolineato il Papa – è anche “un esempio di
resistenza nei tempi bui della storia”. Ha quindi ricordato il celebre Coro dei
Piccoli Cantori di Ratisbona (Regensburger Domspatzen) che nell’ottobre
dell’anno scorso è stato in Vaticano per un concerto in suo onore nella
Cappella Sistina. Riferendosi infine al suo viaggio apostolico in Germania, nel
mese di settembre, Benedetto XVI ha detto di non vedere l’ora di arrivare in
questa città della Baviera, concludendo con questo saluto: “Arrivederci a
Ratisbona, arrivederci nella città sul Danubio”.
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TUTTI
GLI STATI CHE ADERISCONO AL NUOVO CONSIGLIO ONU
PER I
DIRITTI DELL’UOMO SI IMPEGNINO A TUTELARE LE LIBERTA’ DI COSCIENZA,
DI
CREDO E IL DIRITTO ALLA VITA TUTTORA VIOLATI IN MOLTE NAZIONI:
COSI’ L’ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO
ALLA
PRIMA SEDUTA DEL NEONATO ORGANISMO DELLE NEZIONI UNITE
Un impegno a ristabilire, con pienezza giuridica, il
rispetto dei diritti umani, qualora non lo fossero secondo lo spirito della
Carta delle Nazioni Unite. E’ l’appello che la Santa Sede ha lanciato ieri
pomeriggio a tutti i Paesi della comunità internazionale, per bocca del segretario
per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Giovanni Lajolo. Occasione: la
prima seduta del nuovo Consiglio ONU per i Diritti dell’uomo, fondato in
sostituzione dell’omonima Commissione. I particolari dell’intervento di mons.
Lajolo nel servizio di Alessandro De Carolis.
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Diritto uguale dignità. Rispettare il primo per
riconoscere e preservare la seconda, inalienabile per qualsiasi essere umano.
E’ questo lo scopo del neonato Consiglio dei Diritti dell’Uomo, baluardo voluto
da 170 Stati per contrastare gli abusi e le violenze che contro uomini, donne e
bambini tuttora si perpetrano in molto parti del mondo. Il nuovo organismo, ha
esordito mons. Lajolo, “costituisce una tappa di un’importante lotta”, quella
di porre “l’uomo al centro di tutta l’attività politica, nazionale e
internazionale”. Un compito meno scontato di quel che si pensi, tuttavia. Con
estrema franchezza, il segretario per i Rapporti con gli Stati non ha esitato a
stigmatizzare la scarsa, e talvolta inesistente tutela di tali diritti nella
vita di alcune nazioni. Anche di quelle, ha osservato, che fanno parte
dell’assise appena costituita:
“UNE VISION PANORAMIQUE DU MONDE NOUS MONTRE…
Una visione panoramica del mondo mostra che la
situazione dei diritti umani è preoccupante. Se si considerano l’insieme dei
diritti enunciati nella Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo e nei
Trattati internazionali riguardanti i diritti economici, sociali e culturali, e
i diritti civili e politici non esiste un solo diritto che non sia violato nei
Paesi, sfortunatamente anche in quelli che compongono il nuovo Consiglio”.
Esistono dei governi, ha osservato mons.
Lajolo, che continuano a pensare che “sia il potere a determinare, in ultima
analisi, il contenuto dei diritti umani” autorizzando, di conseguenza, a
ricorrere anche a pratiche “aberranti”. E quali siano queste violazioni, il presule
lo ha ricordato un istante dopo: “Imporre il controllo delle nascite, negare in
certe circostanze il diritto alla vita, pretendere di controllare la coscienza
dei cittadini e l’accesso all'informazione, negare l'accesso a un processo
giudiziario pubblico e al diritto di avere una difesa, reprimere i dissidenti
politici, limitare indistintamente l’immigrazione, permettere ai lavoratori di
lavorare in condizioni degradanti, accettare la discriminazione femminile,restringere
il diritto d'associazione. E questi – ha soggiunto - sono solo alcuni esempi
dei diritti più conculcati”.
Nel ribadire che i diritti individuali vanno
difesi a partire dai quelli basilari – diritto alla vita, libertà di coscienza
e di credo religioso – il segretario per i Rapporti con gli Stati ha asserito
che il Consiglio per i Diritti dell’uomo è chiamato “a colmare il fossato” che
divide l’insieme dei pronunciamenti e la “realtà della loro applicazione”,
evitando l’approccio utilitaristico che vede l’uomo in funzione della sola crescita
economica:
“LA SAINT-SIÈGE LANCE UN APPEL A TOUS LES
PAYS…
La Santa Sede lancia un appello a tutti i
Paesi chiamati a far parte per la prima volta del Consiglio dei Diritti
dell’uomo. In primo luogo, attende da loro un atteggiamento esemplare, chi si
concretizza con un esame sincero e profondo dei limiti ingiustamente imposti ai
diritti umani - a partire dal proprio territorio – e quindi un impegno a
ristabilire tali diritti nella loro integrità, secondo gli orientamenti
imparziali della comunità internazionale”.
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NOMINA DI MEMBRI ORDINARI
DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE
SCIENZE
Il Santo
Padre ha nominato Membri Ordinari della Pontificia Accademia delle
Scienze:Theodor Wolfgang Hänsch, professore di Fisica all’Università
Ludwig-Maximilians a Monaco di Baviera, e direttore del Max-Planck-Institut-für
Quantenoptik a Garching, in Germania, e
Edward Witten, professore di Fisica all’Institute for Advanced Study a
Princeton, negli Stati Uniti.
Theodor W. Hänsch, nato ad Heidelberg,
in Germania, il 30 ottobre 1941, è autore o co-autore di numerose pubblicazioni
scientifiche nel campo delle interazioni nonlineari tra la luce e la materia,
noto per i lavori pionieristici svolti nel campo della spettroscopia laser. Tra
i risultati da lui conseguiti si ricordano lo sviluppo del primo laser a
coloranti organici a banda stretta ed accordabile in frequenza, l'invenzione di
metodi sperimentali di spettroscopia laser senza effetto Doppler, nonché la
prima proposta di raffreddamento di gas atomici mediante luce laser. Nel 2005,
il prof. Hänsch è stato insignito del premio Nobel per
Edward Witten, nato il 26 agosto
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'udienza generale.
Servizio vaticano - Una pagina dedicata al cammino
della Chiesa in Italia.
Servizio estero - L'intervento dell'Arcivescovo
Giovanni Lajolo alla sessione inaugurale del Consiglio per il diritti umani:
"La dignità dell'uomo è il seme da dove nascono tutti i diritti e
costituisce il fondamento ultimo di ogni sistema giuridico, compreso il sistema
giuridico internazionale".
Servizio culturale - Un articolo di Franco Patruno
dal titolo "Il Medioevo delle cattedrali": il rapporto fra edificio
sacro, uomo, città e memoria al centro di una mostra nella Scuderia in Pilotta
a Parma.
Servizio italiano - In rilievo l'attesa per il
referendum.
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21 giugno 2006
PRESENTATO
IERI A ROMA IL TRADIZIONALE MEETING DI RIMINI PROMOSSO
DA COMUNIONE E LIBERAZIONE NEL MESE
DI AGOSTO
- Ai nostri microfoni Emilia
Guarnieri -
“La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e
nel presentimento che questo infinito si manifesti”: è il titolo del Meeting
che si svolgerà a Rimini dal 20 al 26 agosto. Organizzato da Comunione e Liberazione, è stato
presentato ieri a Roma. Tra gli ospiti d’eccezione invitati quest’anno anche il
cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Shönborn e la regina di Giordania
Rania al-Abdullah. Ad intervenire ai diversi incontri tanti esponenti del mondo
politico ed istituzionale italiano, tra cui il presidente del Senato, Franco
Marini. Il servizio di Debora Donnini.
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Una piattaforma di incontro e
dialogo fra persone diverse: il Meeting con le sue 700 mila presenze medie
all’anno vuole essere un luogo dove la fede cristiana grida a tutto il mondo la
passione per l’umano che le è propria. Storia, politica, attualità e cultura
alla kermesse riminese che quest’anno, come evidenziato dal titolo, sottolinea
il rapporto fra la ragione e l’infinito. Ce ne parla la presidente del Meeting,
Emilia Guarnieri:
“Il Meeting di quest’anno
vuole, da una parte, colpire questo assioma laicista secondo cui la ragione e
l’infinito, la ragione e il mistero sarebbero contrapposti, dicendo appunto che
viceversa il culmine della ragione è la sua esigenza e la sua apertura
all’infinito. Ma, dall’altra parte, vuole anche affermare che questa attenzione
che l’uomo ha per l’infinito non è destinata alla disperazione, anzi questa
attenzione è destinata proprio ad una possibilità che questo infinito si
manifesti. Se l’attesa che nell’uomo c’è, è destinata al nulla, allora vuol
dire che la vita dell’uomo è per la disperazione: questo è irragionevole.
L’ipotesi cristiana è veramente il massimo della ragionevolezza, perché dà a
questa attesa dell’uomo l’incontro con la Rivelazione”.
Crocevia di testimonianze
nazionali ed internazionali, quest’anno alla Fiera si parlerà della sfida della
libertà religiosa per l’Islam e della pillola abortiva RU486. Su identità e
modernità interverrà anche l’arcivescovo di Granada, mons. Francisco Javier
Martínez Fernández; mentre sulla Terra Santa parlerà mons. Fouad Twal,
coadiutore del patriarca di Gerusalemme dei Latini.
Spazio all’economia con
incontri sul lavoro atipico, sulle infrastrutture, sull’innovazione
imprenditoriale. Sulle riforme costituzionali interverranno, tra gli altri,
anche Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento, e Umberto
Bossi, segretario della Lega Nord. Ma ancora Tremonti, vicepresidente della
Camera dei Deputati, si confronterà con il segretario della CGIL Epifani. A
Rimini sarà presente anche il segretario della CISL Bonanni.
Numerosi i nuovi libri
presentati e le mostre che, come ogni anno, i visitatori potranno seguire nei
diversi padiglioni della Fiera: da quella sulle foto di Lessing sulla rivoluzione
ungherese del 1956 a quella sulla Via Lattea e ai suoi echi letterari.
Lo spettacolo che aprirà il
Meeting sarà “Datemi tre caravelle” con Alessandro Preziosi dedicato a
Cristoforo Colombo, per descrivere l’avventura di ogni tentativo umano di conoscere
qualcosa di più grande di sé.
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PROCLAMATI
OGGI A ROMA PRESSO LA SEDE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO
DELLA CULTURA I VINCITORI DELLA V
EDIZIONE DEL PREMIO
INTERNAZIONALE SANT’ANTONIO CHE SARANNO ASSEGNATI VENERDÌ 23 GIUGNO
NELLA PIAZZA ANTISTANTE LA BASILICA
DEL SANTO A PADOVA
NEL CORSO DI UNA SPECIALE CERIMONIA.
- Servizio di Luca Pellegrini -
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Fondato
nel 1998 dai frati della Basilica del Santo a Padova, il premio biennale, al
quale lavorano quattro speciali giurie, è particolarmente legato alla storia,
alla missione ed alla figura di Sant’Antonio. A Padre Mario Conte,
organizzatore del Premio, abbiamo chiesto quali sono le ragioni della sua
nascita e quale sensibilità cristiana lo anima:
“In occasione del centenario di Sant’Antonio nel 1995, è
stato coniato uno slogan che in un certo
senso potesse catturare l’operato di Sant’Antonio: Vangelo e carità.
Quindi Sant’Antonio è famoso per propagandare il Vangelo e anche per la sua
enorme carità nei confronti di tutte le persone che erano povere e sofferenti,
gli ultimi insomma. Quindi il premio vuole proprio enucleare questi due aspetti
fondamentali: da una parte la solidarietà nei confronti degli altri, la
testimonianza dei valori evangelici, e dall’altra abbiamo scelto due modi di
portare il Vangelo, la comunicazione dei valori cristiani attraverso due grandi
forme di media, che sono il cinema e la televisione”.
Ecco allora che i vincitori di quest’anno nelle quattro
categorie indicate risultano rappresentativi di una speciale dimensione della
carità e della cultura. Per la categoria Testimonianza il Premio viene
assegnato a padre Bernardo Cervellera, direttore della Agenzia di informazione Asia
News, nata nel 1986 e specializzata sulle problematiche religiose, sociali
e politiche di questo grande continente; per quella dedicata alla Solidarietà
riceve il Premio il gruppo Canadian Food for Children, fondato nel 1981
dal medico canadese Andrew Alexander Simone insieme con la moglie Joan,
finalizzata all’aiuto ed al ricovero dei bambini più poveri del pianeta.
Infine, cinema e televisione: per il primo è stato scelto dalla giuria il film
del regista tedesco Marc Rothemund La Rosa Bianca – Sophie Scholl, che
racconta, restituendone il significato anche religioso e non solo politico, gli
ultimi giorni di vita della studentessa universitaria tedesca che, assieme al
fratello, fondò il famoso movimento pacifista antinazista, mentre un Premio
Speciale della Giuria è andato al film, Antonio, guerriero di Dio, opera prima del regista padovano Antonello
Belluco; per la categoria riservata
alla Televisione vince il film, con la regia di Giacomo Battiato, Karol: un uomo diventato Papa, un Papa
rimasto uomo, la cui motivazione
ufficiale attinge alle parole di Benedetto XVI: “Lo scorrere
delle immagini ci ha mostrato un Papa immerso nel contatto con Dio e proprio
per questo sempre sensibile alle attese degli uomini”. Padre Mario Conte, sono
passati dieci anni dalla prima edizione del Premio dedicato al Santo di Padova.
Come è cresciuto, a suo avviso, l’interesse intorno a questa manifestazione?
“Dobbiamo dire che c’è stata sempre più sensibilità
soprattutto da parte dei padovani ma anche all’interno di tutta la nazione e
anche all’estero perché non dobbiamo dimenticare che il Messaggero di
Sant’Antonio più o meno stampa un milione di copie al mese, perché è un
mensile, che vanno in tutto il mondo, in più di 150 Paesi in ben otto lingue
diverse. Quindi l’eco non può essere che assolutamente internazionale”.
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21 giugno 2006
Dopo anni
di divieti il governo vietnamita potrebbe permettere il ritorno delle suore di
madre teresa nel paese asiatico. le autorità locali hanno chiesto alle missionarie
della carità di preparare un progetto
sulle
attivita’ da svolgere
HO CI
MINH CITY. = Le suore di Madre Teresa potrebbero tornare a svolgere attività sociali
e di pastorale in Vietnam dopo anni di divieti. La possibilità è emersa dopo la
recente visita di suor Nirmala, superiora delle Missionarie della Carità, nella
diocesi di Hanoi. Nell’occasione, infatti, alcuni funzionari governativi, responsabili
della politica religiosa nel Paese, hanno proposto alla religiosa di preparare
un progetto esplicativo delle attività che la Congregazione vorrebbe svolgere
nel Paese da sottoporre poi al Comitato per gli Affari religiosi e al
Dipartimento per i Lavoratori, gli invalidi e gli affari sociali. Suor Maria François
Ha Thanh Tinh - della Congregazione Carità di Gesù che è attiva in Vietnam – ha
riferito ad AsiaNews che nell’incontro un funzionario del Comitato affari
religiosi ad Hanoi ha manifestato “l’intenzione del governo di sostenere le
attività delle Missionarie della Carità nel Paese”. Le suore di Madre Teresa
non hanno mai avuto una casa in Vietnam, e la loro presenza è sempre stata “ad
intermittenza”. Nel 1974, l’allora vescovo di Saigon, mons. Paul Nguyen Van
Binh, aveva invitato Madre Teresa a svolgere attività pastorali e sociali nella
sua arcidiocesi. Alcuni Fratelli missionari della Carità iniziarono così a lavorare
con lebbrosi, poveri, senza tetto, emarginati e bambini abbandonati. Ma nel
1975, con la vittoria dei comunisti, i religiosi vennero espulsi, insieme a
tutti i sacerdoti e le suore. Nel suo recente viaggio, suor Nirmala ha voluto
toccare con mano alcune delle realtà più drammatiche del Vietnam, ma anche i
progetti di aiuto già avviati dalla Congregazione Carità di Gesù. Nella zona di
Song Than, racconta suor Maria François, vi sono molte donne venute dalle
diocesi del nord e del centro per guadagnarsi da vivere. A causa delle loro
misere condizioni, finiscono per essere vittime di sfruttamento sessuale. Hanno
bisogno di aiuto psicologico e spirituale. Per questo – afferma - “se il
governo è veramente interessato alla questione sociale, potrebbe aiutare molto
di più la popolazione permettendo ai religiosi di svolgere attività sociali”.
Le suore di Madre Teresa hanno case di missione in oltre 120 Paesi del mondo,
compresi quasi tutti i Paesi comunisti, dall’ex Unione Sovietica ad Albania e
Cuba. (E. B.)
la polizia messicana ha compiuto gravi violazioni
contro i cittadini
che lo
scorso mese di maggio manifestavano contro il governo.
lo
denuncia la COMMISSIONE CIVILE PER I DIRITTI UMANI,
in un
rapporto presentato oggi a roma
ROMA. =
“Risolvere in maniera giusta e adeguata le rivendicazioni della popolazione
nell’assistenza all’istruzione o alla salute, la viabilità, le opere pubbliche
o la gestione degli spazi pubblici”. E’ una delle raccomandazioni della
Commissione civile internazionale di osservazione per i diritti umani contenuta
in una relazione sulle violazioni compiute dalla polizia messicana sulla folla
che lo scorso mese di maggio protestava contro il governo nelle località di San
Salvador Atenco e Texcoco, ad una sessantina di chilometri da Città del
Messico. Oggi, a Roma, la commissione ha reso nota una relazione sulle
violazioni commesse. La manifestazione – come ricorda l’agenzia SIR - si è
conclusa con un pesante bilancio: 2 morti, decine di feriti e oltre 200 persone
fermate e picchiate dai circa 3 mila agenti. Secondo la Commissione, un
organismo indipendente nato nel 1998 e formato da esperti ed attivisti sociali,
“tutti i fermati hanno subito vessazioni e violazioni al limite della tortura”.
Il documento, che ha raccolto oltre 170 interviste tra gli attori chiave del
conflitto, precisa inoltre che gli scontri siano dovuti a “motivazioni
politiche (l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali messicane del 2 luglio
prossimo), economiche (l’opposizione dei cittadini del municipio di San Salvador
Ateneo al megaprogetto di costruzione del nuovo aeroporto di Città del Messico)
e sociali (la mancata risposta da parte del governo alle legittime richieste
dei contadini)”. (E. B.)
I
LEMURI IN MADAGASCAR, I GORILLA IN RWANDA, I PRIMATI IN GUINEA EQUATORIALE: LA
BIODIVERSITA’ AFRICANA AL CENTRO DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE, PROMOSSO DALL’ONG
“CONSERVATION INTERNATIONAL”, CHE SI APRE OGGI IN MADAGASCAR
Anatananarivo = Si apre oggi ad Anatananarivo, capitale del Madagascar,
il convegno internazionale sul tema “Una strategia per un futuro sostenibile”.
Al centro del congresso, promosso dall’Ong Conservation International, la
questione della biodiversità africana. “Questo simposio porta l’attenzione
sulle relazioni tra conservazione delle risorse biologiche, riduzione della
povertà e sviluppo economico”, si legge in un messaggio del segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan, alla sessione d’apertura. L’Africa – continua Annan - è
benedetta da una ricchezza biologica senza eguali, “ma è soggetta a costanti
minacce: conflitti, povertà e usura delle risorse naturali. Il continuo degrado
degli ecosistemi può diventare una barriera significativa al raggiungimento
degli obiettivi di sviluppo del millennio in Africa e in altre regioni”. Come
precisa l’agenzia MISNA, oltre 450 delegati internazionali di governi, aziende
private, Ong e comunità locali africane, discutono fino a sabato sui differenti
aspetti dello “sviluppo economico verde” e su come la preservazione della
diversità biologica può contribuire a ridurre fame e povertà. Al simposio,
partecipano diverse personalità tra cui Fortunato Ofa Mbo, ministro
dell’Ambiente del Madagascar, le cui foreste ospitano varietà di specie rare
tra cui gorilla e rane giganti; Juan Carlos Bonilla, capo del programma di
Conservation international in Africa centrale; Jean-Christophe Vie di Wolrd
conversation union e la presidente liberiana, Ellen Johnson Sirleaf. Proprio la
Johnson ha comunicato che il suo Paese stanzierà quasi 24 milioni di euro per
proteggere le foreste pluviali che coprono il 50% del territorio, nonostante
durante la lunga guerra civile siano state vendute, in cambio di armi, ingenti
quantità di legname pregiato. (V.C)
Mostre e concerti gratis in molte citta’ europee,
in
occasione della festa europea della musica che si celebra oggi
ROMA. = Da Berlino a Parigi, fino ad Istanbul, passando
per Budapest e Praga. Sono solo alcune delle città d’Europa che in occasione
dell’odierna Festa della musica offriranno decine di concerti, mostre e
conferenze tutti rigorosamente gratis. L’evento, che si svolge dal 1982 grazie
all’iniziativa del Ministero della Cultura francese, intende promuovere la
musica come linguaggio universale in grado di superare ogni barriera
linguistica e culturale, pur restando sempre al servizio delle culture locali,
regionali ed europee. La musica – questo è il messaggio chiave della
manifestazione – può svolgere un ruolo fondamentale nella costituzione di un
Europa culturale. Roma, Lisbona, Liverpool e Bruxelles sono città impegnate da
tempo in un percorso di coinvolgimento economico e sociale e che oggi esprimono
la capacità e il bisogno di rappresentarsi anche attraverso la performance musicale. Pertanto, la festa
diventa anche l’occasione di comunicare questa volontà. Secondo lo spirito
dell’evento, ogni anno nel giorno del solstizio d’estate la musica invade
piazze, strade e giardini delle città, suggerendo che ognuno può esprimersi
liberamente fra i vari generi. Previsto un fittissimo calendario di
appuntamenti che vedono musicisti di fama internazionale confrontarsi con un
vasto repertorio che va dalla musica classica fino al jazz e al pop. Data la
coincidenza con i festeggiamenti per i 250 anni della nascita di Wolfang
Amadeus Mozart, saranno numerosi i concerti e le mostre dedicate al compositore
austriaco. Non mancheranno infine momenti di aggregazione spontanea con
esibizioni improvvisate. La Festa europea della musica – precisano gli
organizzatori – appartiene prima di tutto a coloro che la fanno. (E. B.)
In Sri
Lanka, Un monaco buddista nega che i Tamil abbiano attaccato nei giorni scorsi
lo storico tempio di Somawathi come SOSTENUTO
DAL
governo, che ha accusato i ribelli di voler riaccendere
l’odio interetnico nel paese
Colombo. =
“Non si può dire con certezza chi sia il colpevole”. Così Mahamune Sri Sumangala,
monaco buddista, ha negato che i ribelli delle Tigri Tamil abbiano attaccato recentemente
il suo tempio, come denunciato invece dal governo dello Sri Lanka. Ieri – afferma
l’agenzia AsiaNews - il religioso ha confermato che, nell’escalation di
violenza del Paese, il 19 giugno colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto un posto
di guardia nei pressi del tempio Somawathi, storico edificio a nord-est di
Colombo, senza colpirlo. Secondo il monaco, è tuttavia difficile stabilire chi
abbia sparato e il motivo dell’attacco, che non ha provocato né morti, né
feriti. “Durante il conflitto – continua il religioso – non abbiamo mai avuto
problemi con le Tigri: dal 2002 la zona vive in relativa pace, ma girano molti
gruppi compresi cacciatori”. Colombo sostiene invece che i ribelli abbiano
agito contro il tempio “per accendere l’odio etnico tra singalesi buddisti e
Tamil”. Dal canto loro, i ribelli hanno
negato ogni responsabilità nell’accaduto. (E. B.)
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21 giugno 2006
- A cura di
Amedeo Lomonaco -
Entra nel vivo la missione europea
del presidente americano, George Bush, arrivato ieri a Vienna per partecipare
all’odierno vertice tra Stati Uniti e Unione Europea. Il summit, apertosi tra
straordinarie misure di sicurezza, affronta diversi nodi focali, tra i quali il
programma nucleare iraniano, la difficile situazione irachena e la riduzione
dei sussidi agricoli. Il nostro servizio:
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Il vertice conferma una nuova
sinergia euro-americana. Nel suo 15.mo viaggio nel Vecchio Continente, Bush non
trova più, infatti, l’Europa divisa tra chi appoggiava od osteggiava la
missione irachena. Adesso, contano di più i legami transatlantici e la
cooperazione per sbloccare il processo di pace tra israeliani e palestinesi,
liberare il Libano dall’interferenza siriana e vincere le durissime battaglie
contro la povertà, l’AIDS e la fame. Le sfide riguardano, poi, anche la minaccia
terroristica globale, la ricostruzione e la democratizzazione di Iraq e
Afghanistan ma, soprattutto, la Corea del Nord. Il Paese asiatico, infatti,
sarebbe pronto ad effettuare un test per il lancio di un missile intercontinentale,
in grado di raggiungere, secondo indiscrezioni, anche l’Alaska. Dal vertice emergono,
poi, temi economici: tra questi, la richiesta americana di una riduzione dei
sussidi agricoli per consentire lo sblocco dei negoziati commerciali del Doha
Round, nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Ma oltre a
questa unità di intenti e ad un incrocio di propositi, rimangono sul tavolo due
spinose questioni: quelle relative ai voli segreti della CIA in Europa per
trasferire sospetti terroristi e al carcere americano di Guantanamo a Cuba.
Bush ha già espresso nei giorni scorsi il desiderio di chiudere il penitenziario,
dove sono detenuti 460 presunti terroristi in attesa di giudizio, ma ha anche
detto che una chiusura immediata è impossibile. Le linee da seguire, comunque,
sono già state tracciate: la bozza del comunicato congiunto del vertice di
Vienna sottolinea, infatti, l’importanza di “rispettare gli obblighi derivanti
dalla tutela dei diritti dell’uomo, anche nella lotta contro il terrorismo”.
Dopo il summit, che si chiude nel pomeriggio, Bush si recherà a Budapest per
celebrare, quattro mesi prima della data effettiva, il 50.mo anniversario
dell’insurrezione ungherese contro il giogo sovietico.
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In Medio Oriente, prosegue
l’alternanza di attacchi sferrati da estremisti palestinesi e di operazioni
militari israeliane: un miliziano palestinese è rimasto ucciso nel corso di uno
scontro a fuoco avvenuto nella notte a Nablus, in Cisgiordania. Ieri, un razzo
sparato da un aereo israeliano ha colpito inoltre, nel nord della Striscia di Gaza, un’automobile
con a bordo militanti palestinesi. Testimoni oculari hanno riferito che i
presunti estremisti sono scampati alla morte, gettandosi fuori dal veicolo
prima che fosse colpito dal missile. Nell’attacco, sono rimasti uccisi,
invece, due bambini e un ragazzo che si trovavano nelle vicinanze.
Per il timore di nuove violenze, è rimasto
chiuso il valico di Rafah, fra Gaza e l’Egitto, e in Israele è stato proclamato lo
stato di emergenza. Sul versante politico, il presidente palestinese Abu Mazen
ha chiesto a tutte le fazioni palestinesi di cessare i lanci di razzi Qassam
verso il territorio israeliano. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha detto
inoltre che “Israele colpirà i responsabili di azioni terroristiche e i loro
mandanti ovunque essi si trovino, senza concedere alcuna immunità”.
In Iraq, uomini armati hanno
ucciso uno degli avvocati del collegio di difesa dell’ex presidente iracheno,
Saddam Hussein. Si tratta del terzo legale della difesa dell’ex rais ad essere
assassinato da quando è iniziato il processo, lo scorso 19 ottobre. Nell’ultima
udienza, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a morte per Saddam
Hussein. La sentenza è attesa all’inizio di agosto. Sul versante dei sequestri,
intanto, il gruppo di rapitori di 4 diplomatici russi, sequestrati a Baghdad lo
scorso 3 giugno, ha minacciato di uccidere gli ostaggi se la Russia non
ritirerà le proprie truppe dalla Cecenia.
Ennesima operazione militare delle
forze della coalizione internazionale in Afghanistan: almeno 20 presunti
talebani sono rimasti uccisi durante scontri scoppiati nella turbolenta
provincia meridionale di Helmand. Un portavoce del comando militare americano
ha reso noto che i soldati della coalizione hanno ucciso “per errore” tre
poliziotti afghani nella provincia orientale di Kunar.
La Corea del Sud potrebbe sospendere gli aiuti alla Corea
del Nord in caso di lancio di prova di un missile intercontinentale da parte
del governo di Pyongyang. Lo ha annunciato, stamani, il ministro per la
Riunificazione sudcoreano, Yang Chang-Seok. L’ambasciatore americano in
Giappone ha dichiarato, inoltre, che se la Corea del nord dovesse effettuare il lancio del suo primo missile balistico
intercontinentale, tutte le opzioni contro il regime di Pyongyang diverrebbero
possibili.
In Italia, ultimi giorni di campagna elettorale in vista
del referendum confermativo per la riforma della seconda parte della
Costituzione, varata dal governo Berlusconi nella precedente legislatura.
L’attuale maggioranza di centrosinistra è compatta nel votare “no”, il
centrodestra voterà naturalmente “sì”, con alcune singole eccezioni, come ad
esempio l’ex segretario dell’UDC Follini. Le posizioni in campo e i temi del
confronto nel servizio di Giampiero Guadagni:
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E’ stato uno dei temi di maggiore contrapposizione
politica degli ultimi anni, e diventa il primo grande momento della verità
della nuova legislatura guidata dal centrosinistra di Romano Prodi. La riforma
istituzionale voluta dalla Casa delle libertà arriva alla prova referendaria in
un clima di scontro. Scontro sui contenuti, anzitutto. Dall’introduzione del
premierato forte, i ridotti poteri del capo dello Stato, la devolution, con il trasferimento di
poteri alle regioni in materia di scuola, sanità e polizia locale. Tutti
cardini della riforma, assieme alla nascita del Senato federale con la fine del
bicameralismo perfetto. Il centrodestra chiede un “sì” per modernizzare il
Paese, il centrosinistra dice “no” per evitare l’accentuarsi delle
diseguaglianze. Nel mondo cattolico le posizioni sono articolate: in sostanza
mentre molti movimenti e associazioni temono soprattutto il venir meno dei principi
di solidarietà in settori vitali come scuola e sanità, altri rimarcano come
fattori positivi l’esplicitazione del principio di sussidiarietà e
l’inserimento della clausola di interesse nazionale. Entrambi gli schieramenti
politici, con qualche eccezione, assicurano comunque che dopo il voto si potrà
aprire un dialogo, ma sia l’Unione sia la Cdl vogliono arrivarci da una
posizione di forza, cioè dopo aver vinto. E c’è inevitabilmente anche un forte elemento
politico nel voto di domenica e lunedì. Berlusconi infatti non nasconde il
desiderio di dare una prima spallata al governo Prodi. Ed è naturale pensare
che l’esito del referendum avrà effetti sugli equilibri interni ai due poli. La
Lega in particolare in caso di sconfitta è pronta a rivedere la sua alleanza
con la Cdl. Si moltiplicano intanto gli appelli a recarsi alle urne. Ieri,
quello autorevole del Capo dello Stato, Napolitano. Che cerca di sdrammatizzare
la contesa e torna a sollecitare un confronto positivo con la reciproca legittimazione
dei due schieramenti.
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In Ucraina, i tre partiti filo-occidentali, protagonisti
nel 2004 della cosiddetta “rivoluzione arancione”, hanno raggiunto un accordo
per la formazione della nuova coalizione di governo. L’intesa prevede il
ritorno di Yulia Timoschenko alla carica di premier. Il servizio di Giuseppe
d’Amato:
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Quando
ormai le elezioni anticipate sembravano inevitabili i partiti “arancioni”
ucraini sono riusciti a trovare un accordo. L’impasse durava ormai dalla fine di marzo e i termini legali per la
presentazione di una coalizione erano agli sgoccioli. L’Ucraina avrà un esecutivo
capitanato da Julija Timoshenko, già premier per 9 mesi nel 2005. L’attuale
primo ministro ed uomo di fiducia del presidente, Jurij Ekhanurov, sarà lo
speaker della Rada, il Parlamento nazionale, mentre un socialista avrà
l’incarico di vicepremier. Questo in sintesi l’annuncio dell’avvenuta intesa
tra i tre partiti “arancioni”: il Bjut, Nuova Ucraina e il Partito socialista.
L’assegnazione dei portafogli ministeriali sarebbe già stata concordata. Il
testo dell’accordo verrà firmato entro due giorni, poi il governo dovrà
ottenere la fiducia della Rada. “Hanno prevalso le buone intenzioni”, ha
commentato il presidente Jushenko. “Questa – ha detto Julija Timoshenko - è una
decisione storica che sceglierà il corso del Paese per i prossimi anni”. Gli
“arancioni” spingono per una sempre maggiore integrazione europea e per
l’adesione nella NATO. “E’ un accordo sulla carta, ma non hanno i voti”,
sostengono gli oppositori del partito filo-moscovita delle Regioni. Le province
orientali e meridionali del Paese hanno dichiarato il russo come lingua
ufficiale. In Crimea si sono tenute manifestazioni contro la presenza di
militari dell’Alleanza atlantica. Lo scontro politico, dopo la rivoluzione
dell’autunno 2004, ha provocato il rallentamento dell’economia e la successiva
crisi del gas con la Russia. Nuove nubi nei rapporti con Mosca si addensano ora
all’orizzonte.
Per la Radio Vaticana,
Giuseppe D’Amato
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“Con il presidente russo abbiamo condiviso la
preoccupazione per la situazione in Medio Oriente, dove siamo ancora lontani
dal quadro di pace verso cui vogliamo lavorare”. Lo ha detto il presidente del
Consiglio italiano, Romano Prodi, incontrando ieri a Mosca il presidente russo
Vladimir Putin. Italia e Russia, ha continuato Prodi, avranno “uno scambio
regolare, costante e diretto” di informazioni sull'Iran e su tutte le altre
crisi internazionali. Durante l’incontro, è stata sottolineata la crescita
degli scambi commerciali e l’importanza delle relazioni bilaterali. E’ stato
anche raggiunto un accordo in campo energetico: le compagnie
russe possano entrare nel mercato energetico italiano in cambio della
possibilità delle compagnie italiane di estrarre gas e petrolio russi.
Il presidente di
Timor Est, Xanana Gusmao, ha chiesto al premier, Mari Alkatiri, di dimettersi.
Intanto, il Consiglio di sicurezza ha esteso il mandato della missione dell’ONU
a Timor est, Unotil, fino al prossimo 20 agosto. Alkatiri è da molti considerato il vero responsabile
degli scontri divampati a Timor Est tra soldati ribelli e forze regolari. In
aprile, per decisione del capo dell’esecutivo, furono infatti radiati circa
seicento militari che avevano denunciato discriminazioni a danno dei
commilitoni originari della parte occidentale del Paese. Scoppiarono così
tumulti e combattimenti costati la vita ad almeno 21 persone.
E’ stato trasferito ieri all’Aja, sede della Corte penale
internazionale, l’ex presidente liberiano, Charles Taylor, arrestato nel marzo
scorso e accusato di crimini contro l’umanità per il suo ruolo nella guerra
civile in Sierra Leone. Per motivi di sicurezza, ora Taylor si trova nel
carcere di Scheveningen, in attesa di essere ascoltato dal Tribunale speciale istituito
per la Sierra Leone.
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