RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 172 - Testo della trasmissione di mercoledì 21 giugno 2006

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’udienza generale Benedetto XVI  parla di Giacomo il Maggiore:  da questo Apostolo – ha detto – possiamo imparare la prontezza nel seguire Gesù anche quando ci chiede di lasciare le nostre sicurezze

 

Arrivederci a Ratisbona! Così il Papa oggi ad una delegazione della città bavarese che gli ha conferito la cittadinanza onoraria e dove si recherà nel mese di settembre durante il suo viaggio in Germania

 

Tutti gli Stati che aderiscono al nuovo Consiglio ONU per i diritti dell’uomo si impegnino a tutelare le libertà di coscienza, di credo e il diritto alla vita tuttora violati in molte nazioni: così l’arcivescovo Giovanni Lajolo alla prima seduta del neonato organismo delle Nazioni Unite

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”:  è il titolo del prossimo  Meeting di Rimini  presentato ieri  a Roma da Comunione e Liberazione: intervista con Emilia Guarnieri

 

Proclamati oggi a Roma i vincitori della V edizione del Premio internazionale Sant’Antonio: ai nostri microfoni padre Mario Conte

 

CHIESA E SOCIETA’:

Dopo anni di divieti il governo vietnamita potrebbe permettere il ritorno delle suore di Madre Teresa nel Paese asiatico

 

La polizia messicana ha compiuto gravi violazioni contro i cittadini che lo scorso mese di maggio manifestavano contro il governo. Lo denuncia la Commissione civile per i diritti umani in un Rapporto presentato oggi a Roma

 

La biodiversità africana al centro del convegno internazionale promosso dalla ONG ‘Conservation International’, che si apre oggi in Madagascar

 

Concerti gratis in molte città europee in occasione dell’odierna Festa europea della musica

 

In Sri Lanka un monaco buddista nega che i ribelli tamil abbiano attaccato nei giorni scorsi lo storico tempio di Somawathi come invece sostiene il governo

 

24 ORE NEL MONDO:

Lotta al terrorismo, ma nel rispetto dei diritti umani. E’ la priorità che sta emergendo dall’odierno Vertice tra Stati Uniti e Unione Europea, in corso a Vienna

 

In Ucraina, raggiunto un accordo tra i partiti filo-occidentali  per la formazione della nuova coalizione di governo

 

Continua in Italia il dibattito sul referendum sulla riforma della Costituzione

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

21 giugno 2006

 

ALL’UDIENZA GENERALE BENEDETTO XVI  PARLA DI GIACOMO IL MAGGIORE: 

DA QUESTO APOSTOLO – HA DETTO – POSSIAMO IMPARARE LA PRONTEZZA A SEGUIRE GESU’ ANCHE QUANDO CI CHIEDE DI LASCIARE LE NOSTRE SICUREZZE

 

Conoscere il cammino degli Apostoli per imparare che la fede è un percorso di maturazione. La catechesi di Benedetto XVI all’udienza generale vuol far capire questo ai fedeli. E oggi in Piazza San Pietro il Santo Padre ha tracciato il profilo della figura di San Giacomo, figlio di Zebedeo, detto il Maggiore, il cui cammino simboleggia tutto il pellegrinaggio della vita cristiana. Il servizio di Tiziana Campisi. 

 

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Seguire Cristo significa abbandonare i propri schemi e le proprie sicurezze. Benedetto XVI traccia l’esempio di Giacomo il Maggiore, il figlio di Zebedeo. I Vangeli ci dicono che era fratello di Giovanni e che godette di grande autorità nella Chiesa primitiva di Gerusalemme, tanto che ne ebbe la responsabilità pastorale insieme a Pietro. Il testo della catechesi del Papa fa riferimento anche alla personalità di Giacomo, semplice pescatore che rispose alla chiamata di Gesù con prontezza, lasciando la barca e il padre con i garzoni. Un uomo anche dallo zelo impetuoso, tanto che lui e il fratello ebbero da Gesù il soprannome di “Boanerghés”, figli del tuono. Forse anche perché ha visto protagonisti i figli di Zebedeo l’episodio del rifiuto di un villaggio di Samaritani di accogliere Gesù. “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li divori?” chiedono i due discepoli: la risposta è un rimprovero. Se la reazione di Giacomo e Giovanni è dettata dall’amore verso il Messia, Gesù insegna la non violenza; Giacomo la imparerà col tempo, così come, dopo aver chiesto un particolare trattamento alla fine dei tempi, capirà che seguire Cristo significa bere insieme a Lui un calice molto amaro. Ma il Papa ha sottolineato solo alcuni aspetti della vita dell’Apostolo:

 

“Fa molto caldo e vorrei abbreviare e menzionare solo due di queste occasioni (applausi)”.

 

Sono la trasfigurazione sul monte Tabor e l’agonia nell’orto degli Ulivi. Occasioni che in particolare mostrano come il discepolo conobbe il vero volto del Messia. Ma è la seconda esperienza per Giacomo occasione di una maturazione:

 

“Certamente questa seconda esperienza costituì per lui l’occasione di una maturazione ….. egli dovette intravedere che il Messia atteso come un trionfatore, in realtà non era soltanto circonfuso di onore e di gloria, ma anche di patimenti e di debolezza, che la gloria di Cristo si realizza proprio nella Croce, nella partecipazione alle nostre sofferenze”.

 

Il Papa ha poi ricordato le tradizioni legate alla figura dell’Apostolo: quella che racconta la sua evangelizzazione in Spagna e l’altra che vuole il suo corpo traslato a Santiago di Compostella. Poi Benedetto XVI ha sintetizzato così quanto bisogna apprendere dall’esperienza di Giacomo:

 

“La prontezza ad accogliere la chiamata del Signore anche quando ci chiede di lasciare la barca delle nostre sicurezze umane, l’entusiasmo nel seguirlo sulle strade che Egli ci indica al di là di ogni nostra illusoria presunzione, la disponibilità a testimoniarlo con coraggio, se necessario fino al sacrificio supremo della vita”.

 

E a braccio il Papa ha concluso la sua catechesi con queste parole:

 

“Il cammino non solo esteriore, ma soprattutto interiore dal Monte della Trasfigurazione al Monte dell’Agonia simboleggia tutto il pellegrinaggio della vita cristiana tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, come dice il Concilio Vaticano II. Seguendo Gesù come San Giacomo sappiamo, anche nelle difficoltà, che andiamo bene, andiamo sulla strada giusta”.

 

E nel rivolgere i suoi saluti ai pellegrini il Santo Padre ha ricordato la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù che sarà festeggiata venerdì. “E’ la festa in cui, in modo particolare, glorifichiamo l’amore di Dio – ha affermato il Papa – preghiamo, affinché tutti gli uomini possano sperimentarlo nella pace e nelle gioia”.

 

Infine, Benedetto XVI ha esortato giovani, ammalati e sposi a chiedere l’intercessione di San Luigi Gonzaga, di cui la Chiesa oggi fa memoria. Il suo esempio, ha detto il Pontefice, aiuti a valorizzare la virtù della purezza evangelica, ad affrontare la sofferenza trovando conforto in Cristo crocifisso e conduca ad un amore sempre più profondo verso Dio.

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ARRIVEDERCI A RATISBONA! COSI’ IL PAPA OGGI AD UNA DELEGAZIONE

 DELLA CITTA’ BAVARESE CHE GLI HA CONFERITO LA CITTADINANZA ONORARIA,

 E DOVE SI RECHERA’ NEL MESE DI SETTEMBRE

DURANTE IL SUO VIAGGIO IN GERMANIA

 

Dopo l’udienza generale il Papa ha ricevuto nello Studio dell’Aula Paolo VI, in Vaticano, una delegazione di Ratisbona, in tedesco Regensburg, guidata dal vescovo della diocesi Gerhard Ludwig Müller. L’occasione è venuta dal conferimento al Santo Padre della cittadinanza onoraria della città bavarese.

Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Il Papa ringrazia per il conferimento della cittadinanza onoraria. E’ molto legato, lo riconosce, a questa città della Baviera, nella cui Università, ricorda, ha lavorato a partire dal 1969, come professore ordinario di Dogmatica e di Storia dei Dogmi. Università in cui è stato poi  nominato anche vice-presidente.  “Ratisbona – ha detto – è una delle città più antiche della Germania, ma è  anche una città giovane, piena  di vitalità”. Le radici antiche si armonizzano infatti con la modernità e una visione del futuro. “Guardando il Duomo e le Mura antiche” – ha aggiunto – comprendiamo che “non si deve dimenticare la storia” che continua ad offrirci i suoi insegnamenti. E Ratisbona – ha sottolineato il Papa – è anche “un esempio di resistenza nei tempi bui della storia”. Ha quindi ricordato il celebre Coro dei Piccoli Cantori di Ratisbona (Regensburger Domspatzen) che nell’ottobre dell’anno scorso è stato in Vaticano per un concerto in suo onore nella Cappella Sistina. Riferendosi infine al suo viaggio apostolico in Germania, nel mese di settembre, Benedetto XVI ha detto di non vedere l’ora di arrivare in questa città della Baviera, concludendo con questo saluto: “Arrivederci a Ratisbona, arrivederci nella città sul Danubio”.

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TUTTI GLI STATI CHE ADERISCONO AL NUOVO CONSIGLIO ONU

PER I DIRITTI DELL’UOMO SI IMPEGNINO A TUTELARE LE LIBERTA’ DI COSCIENZA,

DI CREDO E IL DIRITTO ALLA VITA TUTTORA VIOLATI IN MOLTE NAZIONI:

 COSI’ L’ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO

ALLA PRIMA SEDUTA DEL NEONATO ORGANISMO DELLE NEZIONI UNITE

 

Un impegno a ristabilire, con pienezza giuridica, il rispetto dei diritti umani, qualora non lo fossero secondo lo spirito della Carta delle Nazioni Unite. E’ l’appello che la Santa Sede ha lanciato ieri pomeriggio a tutti i Paesi della comunità internazionale, per bocca del segretario per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Giovanni Lajolo. Occasione: la prima seduta del nuovo Consiglio ONU per i Diritti dell’uomo, fondato in sostituzione dell’omonima Commissione. I particolari dell’intervento di mons. Lajolo nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Diritto uguale dignità. Rispettare il primo per riconoscere e preservare la seconda, inalienabile per qualsiasi essere umano. E’ questo lo scopo del neonato Consiglio dei Diritti dell’Uomo, baluardo voluto da 170 Stati per contrastare gli abusi e le violenze che contro uomini, donne e bambini tuttora si perpetrano in molto parti del mondo. Il nuovo organismo, ha esordito mons. Lajolo, “costituisce una tappa di un’importante lotta”, quella di porre “l’uomo al centro di tutta l’attività politica, nazionale e internazionale”. Un compito meno scontato di quel che si pensi, tuttavia. Con estrema franchezza, il segretario per i Rapporti con gli Stati non ha esitato a stigmatizzare la scarsa, e talvolta inesistente tutela di tali diritti nella vita di alcune nazioni. Anche di quelle, ha osservato, che fanno parte dell’assise appena costituita:

 

“UNE VISION PANORAMIQUE DU MONDE NOUS MONTRE…

Una visione panoramica del mondo mostra che la situazione dei diritti umani è preoccupante. Se si considerano l’insieme dei diritti enunciati nella Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo e nei Trattati internazionali riguardanti i diritti economici, sociali e culturali, e i diritti civili e politici non esiste un solo diritto che non sia violato nei Paesi, sfortunatamente anche in quelli che compongono il nuovo Consiglio”.

 

Esistono dei governi, ha osservato mons. Lajolo, che continuano a pensare che “sia il potere a determinare, in ultima analisi, il contenuto dei diritti umani” autorizzando, di conseguenza, a ricorrere anche a pratiche “aberranti”. E quali siano queste violazioni, il presule lo ha ricordato un istante dopo: “Imporre il controllo delle nascite, negare in certe circostanze il diritto alla vita, pretendere di controllare la coscienza dei cittadini e l’accesso all'informazione, negare l'accesso a un processo giudiziario pubblico e al diritto di avere una difesa, reprimere i dissidenti politici, limitare indistintamente l’immigrazione, permettere ai lavoratori di lavorare in condizioni degradanti, accettare la discriminazione femminile,restringere il diritto d'associazione. E questi – ha soggiunto - sono solo alcuni esempi dei diritti più conculcati”.

 

Nel ribadire che i diritti individuali vanno difesi a partire dai quelli basilari – diritto alla vita, libertà di coscienza e di credo religioso – il segretario per i Rapporti con gli Stati ha asserito che il Consiglio per i Diritti dell’uomo è chiamato “a colmare il fossato” che divide l’insieme dei pronunciamenti e la “realtà della loro applicazione”, evitando l’approccio utilitaristico che vede l’uomo in funzione della sola crescita economica:

 

“LA SAINT-SIÈGE LANCE UN APPEL A TOUS LES PAYS…

La Santa Sede lancia un appello a tutti i Paesi chiamati a far parte per la prima volta del Consiglio dei Diritti dell’uomo. In primo luogo, attende da loro un atteggiamento esemplare, chi si concretizza con un esame sincero e profondo dei limiti ingiustamente imposti ai diritti umani - a partire dal proprio territorio – e quindi un impegno a ristabilire tali diritti nella loro integrità, secondo gli orientamenti imparziali della comunità internazionale”.

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NOMINA DI MEMBRI ORDINARI

DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE

 

         Il Santo Padre ha nominato Membri Ordinari della Pontificia Accademia delle Scienze:Theodor Wolfgang Hänsch, professore di Fisica all’Università Ludwig-Maximilians a Monaco di Baviera, e direttore del Max-Planck-Institut-für Quantenoptik a Garching, in Germania, e  Edward Witten, professore di Fisica all’Institute for Advanced Study a Princeton, negli Stati Uniti.

         Theodor W. Hänsch, nato ad Heidelberg, in Germania, il 30 ottobre 1941, è autore o co-autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel campo delle interazioni nonlineari tra la luce e la materia, noto per i lavori pionieristici svolti nel campo della spettroscopia laser. Tra i risultati da lui conseguiti si ricordano lo sviluppo del primo laser a coloranti organici a banda stretta ed accordabile in frequenza, l'invenzione di metodi sperimentali di spettroscopia laser senza effetto Doppler, nonché la prima proposta di raffreddamento di gas atomici mediante luce laser. Nel 2005, il prof. Hänsch è stato insignito del premio Nobel per la Fisica, insieme a Roy Glauber e John L. Hall.

         Edward Witten, nato il 26 agosto 1951 a Baltimore, negli USA, è un fisico teorico i cui risultati e le cui teorie hanno influito sulla matematica contemporanea. Il suo merito principale è stato quello di riprovare con maggiore semplicità la congettura della massa positiva, utilizzando l'idea di supersimmetria. Le teorie contenute nella relazione "Supersimmetria e Teoria di Morse", pubblicata nel 1984 nel Journal of Differential Geometry, hanno assunto un'importanza fondamentale nello studio della geometria differenziale. Più recentemente, il prof. Witten ha concentrato la sua attenzione sulle teorie topologiche dei campi. Grazie soprattutto alle ricerche del prof. Witten, negli ultimi vent'anni la fisica è nuovamente diventata una fonte di ispirazione e di idee per la matematica. Tra le onorificenze e i premi ricevuti ricordiamo la Medaglia Einstein da parte della Einstein Society di Berna (1985), la Alan T. Waterman Award dalla National Science Foundation (1986) e la Medaglia Fields da parte dell'International Union of Mathematicians (1990).

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina l'udienza generale.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Italia.

 

Servizio estero - L'intervento dell'Arcivescovo Giovanni Lajolo alla sessione inaugurale del Consiglio per il diritti umani: "La dignità dell'uomo è il seme da dove nascono tutti i diritti e costituisce il fondamento ultimo di ogni sistema giuridico, compreso il sistema giuridico internazionale".

 

Servizio culturale - Un articolo di Franco Patruno dal titolo "Il Medioevo delle cattedrali": il rapporto fra edificio sacro, uomo, città e memoria al centro di una mostra nella Scuderia in Pilotta a Parma.

Servizio italiano - In rilievo l'attesa per il referendum.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

21 giugno 2006

 

PRESENTATO IERI A ROMA IL TRADIZIONALE MEETING DI RIMINI PROMOSSO

DA COMUNIONE E LIBERAZIONE NEL MESE DI AGOSTO

- Ai nostri microfoni Emilia Guarnieri -

 

“La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti”: è il titolo del Meeting che si svolgerà a Rimini dal 20 al 26 agosto. Organizzato da          Comunione e Liberazione, è stato presentato ieri a Roma. Tra gli ospiti d’eccezione invitati quest’anno anche il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Shönborn e la regina di Giordania Rania al-Abdullah. Ad intervenire ai diversi incontri tanti esponenti del mondo politico ed istituzionale italiano, tra cui il presidente del Senato, Franco Marini. Il servizio di Debora Donnini.

 

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Una piattaforma di incontro e dialogo fra persone diverse: il Meeting con le sue 700 mila presenze medie all’anno vuole essere un luogo dove la fede cristiana grida a tutto il mondo la passione per l’umano che le è propria. Storia, politica, attualità e cultura alla kermesse riminese che quest’anno, come evidenziato dal titolo, sottolinea il rapporto fra la ragione e l’infinito. Ce ne parla la presidente del Meeting, Emilia Guarnieri:

 

“Il Meeting di quest’anno vuole, da una parte, colpire questo assioma laicista secondo cui la ragione e l’infinito, la ragione e il mistero sarebbero contrapposti, dicendo appunto che viceversa il culmine della ragione è la sua esigenza e la sua apertura all’infinito. Ma, dall’altra parte, vuole anche affermare che questa attenzione che l’uomo ha per l’infinito non è destinata alla disperazione, anzi questa attenzione è destinata proprio ad una possibilità che questo infinito si manifesti. Se l’attesa che nell’uomo c’è, è destinata al nulla, allora vuol dire che la vita dell’uomo è per la disperazione: questo è irragionevole. L’ipotesi cristiana è veramente il massimo della ragionevolezza, perché dà a questa attesa dell’uomo l’incontro con la Rivelazione”.

 

Crocevia di testimonianze nazionali ed internazionali, quest’anno alla Fiera si parlerà della sfida della libertà religiosa per l’Islam e della pillola abortiva RU486. Su identità e modernità interverrà anche l’arcivescovo di Granada, mons. Francisco Javier Martínez Fernández; mentre sulla Terra Santa parlerà mons. Fouad Twal, coadiutore del patriarca di Gerusalemme dei Latini.

 

Spazio all’economia con incontri sul lavoro atipico, sulle infrastrutture, sull’innovazione imprenditoriale. Sulle riforme costituzionali interverranno, tra gli altri, anche Vannino Chiti, ministro per i Rapporti con il Parlamento, e Umberto Bossi, segretario della Lega Nord. Ma ancora Tremonti, vicepresidente della Camera dei Deputati, si confronterà con il segretario della CGIL Epifani. A Rimini sarà presente anche il segretario della CISL Bonanni.

 

Numerosi i nuovi libri presentati e le mostre che, come ogni anno, i visitatori potranno seguire nei diversi padiglioni della Fiera: da quella sulle foto di Lessing sulla rivoluzione ungherese del 1956 a quella sulla Via Lattea e ai suoi echi letterari.

 

Lo spettacolo che aprirà il Meeting sarà “Datemi tre caravelle” con Alessandro Preziosi dedicato a Cristoforo Colombo, per descrivere l’avventura di ogni tentativo umano di conoscere qualcosa di più grande di sé.

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PROCLAMATI OGGI A ROMA PRESSO LA SEDE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

DELLA CULTURA I VINCITORI DELLA V EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE SANT’ANTONIO CHE SARANNO ASSEGNATI VENERDÌ 23 GIUGNO

NELLA PIAZZA ANTISTANTE LA BASILICA DEL SANTO A PADOVA

NEL CORSO DI UNA SPECIALE CERIMONIA.

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

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Fondato nel 1998 dai frati della Basilica del Santo a Padova, il premio biennale, al quale lavorano quattro speciali giurie, è particolarmente legato alla storia, alla missione ed alla figura di Sant’Antonio. A Padre Mario Conte, organizzatore del Premio, abbiamo chiesto quali sono le ragioni della sua nascita e quale sensibilità cristiana lo anima:

 

“In occasione del centenario di Sant’Antonio nel 1995, è stato coniato uno slogan che in un certo  senso potesse catturare l’operato di Sant’Antonio: Vangelo e carità. Quindi Sant’Antonio è famoso per propagandare il Vangelo e anche per la sua enorme carità nei confronti di tutte le persone che erano povere e sofferenti, gli ultimi insomma. Quindi il premio vuole proprio enucleare questi due aspetti fondamentali: da una parte la solidarietà nei confronti degli altri, la testimonianza dei valori evangelici, e dall’altra abbiamo scelto due modi di portare il Vangelo, la comunicazione dei valori cristiani attraverso due grandi forme di media, che sono il cinema e la televisione”.

 

Ecco allora che i vincitori di quest’anno nelle quattro categorie indicate risultano rappresentativi di una speciale dimensione della carità e della cultura. Per la categoria Testimonianza il Premio viene assegnato a padre Bernardo Cervellera, direttore della Agenzia di informazione Asia News, nata nel 1986 e specializzata sulle problematiche religiose, sociali e politiche di questo grande continente; per quella dedicata alla Solidarietà riceve il Premio il gruppo Canadian Food for Children, fondato nel 1981 dal medico canadese Andrew Alexander Simone insieme con la moglie Joan, finalizzata all’aiuto ed al ricovero dei bambini più poveri del pianeta. Infine, cinema e televisione: per il primo è stato scelto dalla giuria il film del regista tedesco Marc Rothemund La Rosa Bianca – Sophie Scholl, che racconta, restituendone il significato anche religioso e non solo politico, gli ultimi giorni di vita della studentessa universitaria tedesca che, assieme al fratello, fondò il famoso movimento pacifista antinazista, mentre un Premio Speciale della Giuria è andato al film, Antonio, guerriero di Dio,  opera prima del regista padovano Antonello Belluco; per la categoria riservata alla Televisione vince il film, con la regia di Giacomo Battiato, Karol: un uomo diventato Papa, un Papa rimasto uomo, la cui motivazione ufficiale attinge alle parole di Benedetto XVI: “Lo scorrere delle immagini ci ha mostrato un Papa immerso nel contatto con Dio e proprio per questo sempre sensibile alle attese degli uomini”. Padre Mario Conte, sono passati dieci anni dalla prima edizione del Premio dedicato al Santo di Padova. Come è cresciuto, a suo avviso, l’interesse intorno a questa manifestazione?

 

“Dobbiamo dire che c’è stata sempre più sensibilità soprattutto da parte dei padovani ma anche all’interno di tutta la nazione e anche all’estero perché non dobbiamo dimenticare che il Messaggero di Sant’Antonio più o meno stampa un milione di copie al mese, perché è un mensile, che vanno in tutto il mondo, in più di 150 Paesi in ben otto lingue diverse. Quindi l’eco non può essere che assolutamente internazionale”.

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CHIESA E SOCIETA’

21 giugno 2006

 

 

Dopo anni di divieti il governo vietnamita potrebbe permettere il ritorno delle suore di madre teresa nel paese asiatico. le autorità locali hanno chiesto alle missionarie della carità di preparare un progetto

sulle attivita’ da svolgere

 

HO CI MINH CITY. = Le suore di Madre Teresa potrebbero tornare a svolgere attività sociali e di pastorale in Vietnam dopo anni di divieti. La possibilità è emersa dopo la recente visita di suor Nirmala, superiora delle Missionarie della Carità, nella diocesi di Hanoi. Nell’occasione, infatti, alcuni funzionari governativi, responsabili della politica religiosa nel Paese, hanno proposto alla religiosa di preparare un progetto esplicativo delle attività che la Congregazione vorrebbe svolgere nel Paese da sottoporre poi al Comitato per gli Affari religiosi e al Dipartimento per i Lavoratori, gli invalidi e gli affari sociali. Suor Maria François Ha Thanh Tinh - della Congregazione Carità di Gesù che è attiva in Vietnam – ha riferito ad AsiaNews che nell’incontro un funzionario del Comitato affari religiosi ad Hanoi ha manifestato “l’intenzione del governo di sostenere le attività delle Missionarie della Carità nel Paese”. Le suore di Madre Teresa non hanno mai avuto una casa in Vietnam, e la loro presenza è sempre stata “ad intermittenza”. Nel 1974, l’allora vescovo di Saigon, mons. Paul Nguyen Van Binh, aveva invitato Madre Teresa a svolgere attività pastorali e sociali nella sua arcidiocesi. Alcuni Fratelli missionari della Carità iniziarono così a lavorare con lebbrosi, poveri, senza tetto, emarginati e bambini abbandonati. Ma nel 1975, con la vittoria dei comunisti, i religiosi vennero espulsi, insieme a tutti i sacerdoti e le suore. Nel suo recente viaggio, suor Nirmala ha voluto toccare con mano alcune delle realtà più drammatiche del Vietnam, ma anche i progetti di aiuto già avviati dalla Congregazione Carità di Gesù. Nella zona di Song Than, racconta suor Maria François, vi sono molte donne venute dalle diocesi del nord e del centro per guadagnarsi da vivere. A causa delle loro misere condizioni, finiscono per essere vittime di sfruttamento sessuale. Hanno bisogno di aiuto psicologico e spirituale. Per questo – afferma - “se il governo è veramente interessato alla questione sociale, potrebbe aiutare molto di più la popolazione permettendo ai religiosi di svolgere attività sociali”. Le suore di Madre Teresa hanno case di missione in oltre 120 Paesi del mondo, compresi quasi tutti i Paesi comunisti, dall’ex Unione Sovietica ad Albania e Cuba. (E. B.)

 

 

la polizia messicana ha compiuto gravi violazioni contro i cittadini

che lo scorso mese di maggio manifestavano contro il governo.

lo denuncia la COMMISSIONE CIVILE PER I DIRITTI UMANI,

in un rapporto presentato oggi a roma

 

ROMA. = “Risolvere in maniera giusta e adeguata le rivendicazioni della popolazione nell’assistenza all’istruzione o alla salute, la viabilità, le opere pubbliche o la gestione degli spazi pubblici”. E’ una delle raccomandazioni della Commissione civile internazionale di osservazione per i diritti umani contenuta in una relazione sulle violazioni compiute dalla polizia messicana sulla folla che lo scorso mese di maggio protestava contro il governo nelle località di San Salvador Atenco e Texcoco, ad una sessantina di chilometri da Città del Messico. Oggi, a Roma, la commissione ha reso nota una relazione sulle violazioni commesse. La manifestazione – come ricorda l’agenzia SIR - si è conclusa con un pesante bilancio: 2 morti, decine di feriti e oltre 200 persone fermate e picchiate dai circa 3 mila agenti. Secondo la Commissione, un organismo indipendente nato nel 1998 e formato da esperti ed attivisti sociali, “tutti i fermati hanno subito vessazioni e violazioni al limite della tortura”. Il documento, che ha raccolto oltre 170 interviste tra gli attori chiave del conflitto, precisa inoltre che gli scontri siano dovuti a “motivazioni politiche (l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali messicane del 2 luglio prossimo), economiche (l’opposizione dei cittadini del municipio di San Salvador Ateneo al megaprogetto di costruzione del nuovo aeroporto di Città del Messico) e sociali (la mancata risposta da parte del governo alle legittime richieste dei contadini)”. (E. B.)

 

 

I LEMURI IN MADAGASCAR, I GORILLA IN RWANDA, I PRIMATI IN GUINEA EQUATORIALE: LA BIODIVERSITA’ AFRICANA AL CENTRO DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE, PROMOSSO DALL’ONG “CONSERVATION INTERNATIONAL”, CHE SI APRE OGGI IN MADAGASCAR

 

Anatananarivo = Si apre oggi ad Anatananarivo, capitale del Madagascar, il convegno internazionale sul tema “Una strategia per un futuro sostenibile”. Al centro del congresso, promosso dall’Ong Conservation International, la questione della biodiversità africana. “Questo simposio porta l’attenzione sulle relazioni tra conservazione delle risorse biologiche, riduzione della povertà e sviluppo economico”, si legge in un messaggio del segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, alla sessione d’apertura. L’Africa – continua Annan - è benedetta da una ricchezza biologica senza eguali, “ma è soggetta a costanti minacce: conflitti, povertà e usura delle risorse naturali. Il continuo degrado degli ecosistemi può diventare una barriera significativa al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio in Africa e in altre regioni”. Come precisa l’agenzia MISNA, oltre 450 delegati internazionali di governi, aziende private, Ong e comunità locali africane, discutono fino a sabato sui differenti aspetti dello “sviluppo economico verde” e su come la preservazione della diversità biologica può contribuire a ridurre fame e povertà. Al simposio, partecipano diverse personalità tra cui Fortunato Ofa Mbo, ministro dell’Ambiente del Madagascar, le cui foreste ospitano varietà di specie rare tra cui gorilla e rane giganti; Juan Carlos Bonilla, capo del programma di Conservation international in Africa centrale; Jean-Christophe Vie di Wolrd conversation union e la presidente liberiana, Ellen Johnson Sirleaf. Proprio la Johnson ha comunicato che il suo Paese stanzierà quasi 24 milioni di euro per proteggere le foreste pluviali che coprono il 50% del territorio, nonostante durante la lunga guerra civile siano state vendute, in cambio di armi, ingenti quantità di legname pregiato. (V.C)

 

 

Mostre e concerti gratis in molte citta’ europee,

in occasione della festa europea della musica che si celebra oggi

 

ROMA. = Da Berlino a Parigi, fino ad Istanbul, passando per Budapest e Praga. Sono solo alcune delle città d’Europa che in occasione dell’odierna Festa della musica offriranno decine di concerti, mostre e conferenze tutti rigorosamente gratis. L’evento, che si svolge dal 1982 grazie all’iniziativa del Ministero della Cultura francese, intende promuovere la musica come linguaggio universale in grado di superare ogni barriera linguistica e culturale, pur restando sempre al servizio delle culture locali, regionali ed europee. La musica – questo è il messaggio chiave della manifestazione – può svolgere un ruolo fondamentale nella costituzione di un Europa culturale. Roma, Lisbona, Liverpool e Bruxelles sono città impegnate da tempo in un percorso di coinvolgimento economico e sociale e che oggi esprimono la capacità e il bisogno di rappresentarsi anche attraverso la performance musicale. Pertanto, la festa diventa anche l’occasione di comunicare questa volontà. Secondo lo spirito dell’evento, ogni anno nel giorno del solstizio d’estate la musica invade piazze, strade e giardini delle città, suggerendo che ognuno può esprimersi liberamente fra i vari generi. Previsto un fittissimo calendario di appuntamenti che vedono musicisti di fama internazionale confrontarsi con un vasto repertorio che va dalla musica classica fino al jazz e al pop. Data la coincidenza con i festeggiamenti per i 250 anni della nascita di Wolfang Amadeus Mozart, saranno numerosi i concerti e le mostre dedicate al compositore austriaco. Non mancheranno infine momenti di aggregazione spontanea con esibizioni improvvisate. La Festa europea della musica – precisano gli organizzatori – appartiene prima di tutto a coloro che la fanno. (E. B.)

 

 

In Sri Lanka, Un monaco buddista nega che i Tamil abbiano attaccato nei giorni scorsi lo storico tempio di Somawathi come SOSTENUTO

DAL governo, che ha accusato i ribelli di voler riaccendere

 l’odio interetnico nel paese

 

Colombo. =  “Non si può dire con certezza chi sia il colpevole”. Così Mahamune Sri Sumangala, monaco buddista, ha negato che i ribelli delle Tigri Tamil abbiano attaccato recentemente il suo tempio, come denunciato invece dal governo dello Sri Lanka. Ieri – afferma l’agenzia AsiaNews - il religioso ha confermato che, nell’escalation di violenza del Paese, il 19 giugno colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto un posto di guardia nei pressi del tempio Somawathi, storico edificio a nord-est di Colombo, senza colpirlo. Secondo il monaco, è tuttavia difficile stabilire chi abbia sparato e il motivo dell’attacco, che non ha provocato né morti, né feriti. “Durante il conflitto – continua il religioso – non abbiamo mai avuto problemi con le Tigri: dal 2002 la zona vive in relativa pace, ma girano molti gruppi compresi cacciatori”. Colombo sostiene invece che i ribelli abbiano agito contro il tempio “per accendere l’odio etnico tra singalesi buddisti e Tamil”. Dal canto loro,  i ribelli hanno negato ogni responsabilità nell’accaduto. (E. B.)

 

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24 ORE NEL MONDO

21 giugno 2006

   

- A cura di Amedeo Lomonaco -

        

Entra nel vivo la missione europea del presidente americano, George Bush, arrivato ieri a Vienna per partecipare all’odierno vertice tra Stati Uniti e Unione Europea. Il summit, apertosi tra straordinarie misure di sicurezza, affronta diversi nodi focali, tra i quali il programma nucleare iraniano, la difficile situazione irachena e la riduzione dei sussidi agricoli. Il nostro servizio:

 

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Il vertice conferma una nuova sinergia euro-americana. Nel suo 15.mo viaggio nel Vecchio Continente, Bush non trova più, infatti, l’Europa divisa tra chi appoggiava od osteggiava la missione irachena. Adesso, contano di più i legami transatlantici e la cooperazione per sbloccare il processo di pace tra israeliani e palestinesi, liberare il Libano dall’interferenza siriana e vincere le durissime battaglie contro la povertà, l’AIDS e la fame. Le sfide riguardano, poi, anche la minaccia terroristica globale, la ricostruzione e la democratizzazione di Iraq e Afghanistan ma, soprattutto, la Corea del Nord. Il Paese asiatico, infatti, sarebbe pronto ad effettuare un test per il lancio di un missile intercontinentale, in grado di raggiungere, secondo indiscrezioni, anche l’Alaska. Dal vertice emergono, poi, temi economici: tra questi, la richiesta americana di una riduzione dei sussidi agricoli per consentire lo sblocco dei negoziati commerciali del Doha Round, nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Ma oltre a questa unità di intenti e ad un incrocio di propositi, rimangono sul tavolo due spinose questioni: quelle relative ai voli segreti della CIA in Europa per trasferire sospetti terroristi e al carcere americano di Guantanamo a Cuba. Bush ha già espresso nei giorni scorsi il desiderio di chiudere il penitenziario, dove sono detenuti 460 presunti terroristi in attesa di giudizio, ma ha anche detto che una chiusura immediata è impossibile. Le linee da seguire, comunque, sono già state tracciate: la bozza del comunicato congiunto del vertice di Vienna sottolinea, infatti, l’importanza di “rispettare gli obblighi derivanti dalla tutela dei diritti dell’uomo, anche nella lotta contro il terrorismo”. Dopo il summit, che si chiude nel pomeriggio, Bush si recherà a Budapest per celebrare, quattro mesi prima della data effettiva, il 50.mo anniversario dell’insurrezione ungherese contro il giogo sovietico.

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In Medio Oriente, prosegue l’alternanza di attacchi sferrati da estremisti palestinesi e di operazioni militari israeliane: un miliziano palestinese è rimasto ucciso nel corso di uno scontro a fuoco avvenuto nella notte a Nablus, in Cisgiordania. Ieri, un razzo sparato da un aereo israeliano ha colpito inoltre, nel nord della Striscia di Gaza, un’automobile con a bordo militanti palestinesi. Testimoni oculari hanno riferito che i presunti estremisti sono scampati alla morte, gettandosi fuori dal veicolo prima che fosse colpito dal missile. Nell’attacco, sono rimasti uccisi, invece, due bambini e un ragazzo che si trovavano nelle vicinanze. Per il timore di nuove violenze, è rimasto chiuso il valico di Rafah, fra Gaza e l’Egitto, e in Israele è stato proclamato lo stato di emergenza. Sul versante politico, il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto a tutte le fazioni palestinesi di cessare i lanci di razzi Qassam verso il territorio israeliano. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha detto inoltre che “Israele colpirà i responsabili di azioni terroristiche e i loro mandanti ovunque essi si trovino, senza concedere alcuna immunità”.

 

In Iraq, uomini armati hanno ucciso uno degli avvocati del collegio di difesa dell’ex presidente iracheno, Saddam Hussein. Si tratta del terzo legale della difesa dell’ex rais ad essere assassinato da quando è iniziato il processo, lo scorso 19 ottobre. Nell’ultima udienza, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a morte per Saddam Hussein. La sentenza è attesa all’inizio di agosto. Sul versante dei sequestri, intanto, il gruppo di rapitori di 4 diplomatici russi, sequestrati a Baghdad lo scorso 3 giugno, ha minacciato di uccidere gli ostaggi se la Russia non ritirerà le proprie truppe dalla Cecenia.

 

Ennesima operazione militare delle forze della coalizione internazionale in Afghanistan: almeno 20 presunti talebani sono rimasti uccisi durante scontri scoppiati nella turbolenta provincia meridionale di Helmand. Un portavoce del comando militare americano ha reso noto che i soldati della coalizione hanno ucciso “per errore” tre poliziotti afghani nella provincia orientale di Kunar.

 

La Corea del Sud potrebbe sospendere gli aiuti alla Corea del Nord in caso di lancio di prova di un missile intercontinentale da parte del governo di Pyongyang. Lo ha annunciato, stamani, il ministro per la Riunificazione sudcoreano, Yang Chang-Seok. L’ambasciatore americano in Giappone ha dichiarato, inoltre, che se la Corea del nord dovesse effettuare il lancio del suo primo missile balistico intercontinentale, tutte le opzioni contro il regime di Pyongyang diverrebbero possibili.

 

In Italia, ultimi giorni di campagna elettorale in vista del referendum confermativo per la riforma della seconda parte della Costituzione, varata dal governo Berlusconi nella precedente legislatura. L’attuale maggioranza di centrosinistra è compatta nel votare “no”, il centrodestra voterà naturalmente “sì”, con alcune singole eccezioni, come ad esempio l’ex segretario dell’UDC Follini. Le posizioni in campo e i temi del confronto nel servizio di Giampiero Guadagni:

 

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E’ stato uno dei temi di maggiore contrapposizione politica degli ultimi anni, e diventa il primo grande momento della verità della nuova legislatura guidata dal centrosinistra di Romano Prodi. La riforma istituzionale voluta dalla Casa delle libertà arriva alla prova referendaria in un clima di scontro. Scontro sui contenuti, anzitutto. Dall’introduzione del premierato forte, i ridotti poteri del capo dello Stato, la devolution, con il trasferimento di poteri alle regioni in materia di scuola, sanità e polizia locale. Tutti cardini della riforma, assieme alla nascita del Senato federale con la fine del bicameralismo perfetto. Il centrodestra chiede un “sì” per modernizzare il Paese, il centrosinistra dice “no” per evitare l’accentuarsi delle diseguaglianze. Nel mondo cattolico le posizioni sono articolate: in sostanza mentre molti movimenti e associazioni temono soprattutto il venir meno dei principi di solidarietà in settori vitali come scuola e sanità, altri rimarcano come fattori positivi l’esplicitazione del principio di sussidiarietà e l’inserimento della clausola di interesse nazionale. Entrambi gli schieramenti politici, con qualche eccezione, assicurano comunque che dopo il voto si potrà aprire un dialogo, ma sia l’Unione sia la Cdl vogliono arrivarci da una posizione di forza, cioè dopo aver vinto. E c’è inevitabilmente anche un forte elemento politico nel voto di domenica e lunedì. Berlusconi infatti non nasconde il desiderio di dare una prima spallata al governo Prodi. Ed è naturale pensare che l’esito del referendum avrà effetti sugli equilibri interni ai due poli. La Lega in particolare in caso di sconfitta è pronta a rivedere la sua alleanza con la Cdl. Si moltiplicano intanto gli appelli a recarsi alle urne. Ieri, quello autorevole del Capo dello Stato, Napolitano. Che cerca di sdrammatizzare la contesa e torna a sollecitare un confronto positivo con la reciproca legittimazione dei due schieramenti.

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In Ucraina, i tre partiti filo-occidentali, protagonisti nel 2004 della cosiddetta “rivoluzione arancione”, hanno raggiunto un accordo per la formazione della nuova coalizione di governo. L’intesa prevede il ritorno di Yulia Timoschenko alla carica di premier. Il servizio di Giuseppe d’Amato:

 

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Quando ormai le elezioni anticipate sembravano inevitabili i partiti “arancioni” ucraini sono riusciti a trovare un accordo. L’impasse durava ormai dalla fine di marzo e i termini legali per la presentazione di una coalizione erano agli sgoccioli. L’Ucraina avrà un esecutivo capitanato da Julija Timoshenko, già premier per 9 mesi nel 2005. L’attuale primo ministro ed uomo di fiducia del presidente, Jurij Ekhanurov, sarà lo speaker della Rada, il Parlamento nazionale, mentre un socialista avrà l’incarico di vicepremier. Questo in sintesi l’annuncio dell’avvenuta intesa tra i tre partiti “arancioni”: il Bjut, Nuova Ucraina e il Partito socialista. L’assegnazione dei portafogli ministeriali sarebbe già stata concordata. Il testo dell’accordo verrà firmato entro due giorni, poi il governo dovrà ottenere la fiducia della Rada. “Hanno prevalso le buone intenzioni”, ha commentato il presidente Jushenko. “Questa – ha detto Julija Timoshenko - è una decisione storica che sceglierà il corso del Paese per i prossimi anni”. Gli “arancioni” spingono per una sempre maggiore integrazione europea e per l’adesione nella NATO. “E’ un accordo sulla carta, ma non hanno i voti”, sostengono gli oppositori del partito filo-moscovita delle Regioni. Le province orientali e meridionali del Paese hanno dichiarato il russo come lingua ufficiale. In Crimea si sono tenute manifestazioni contro la presenza di militari dell’Alleanza atlantica. Lo scontro politico, dopo la rivoluzione dell’autunno 2004, ha provocato il rallentamento dell’economia e la successiva crisi del gas con la Russia. Nuove nubi nei rapporti con Mosca si addensano ora all’orizzonte.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato

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“Con il presidente russo abbiamo condiviso la preoccupazione per la situazione in Medio Oriente, dove siamo ancora lontani dal quadro di pace verso cui vogliamo lavorare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, incontrando ieri a Mosca il presidente russo Vladimir Putin. Italia e Russia, ha continuato Prodi, avranno “uno scambio regolare, costante e diretto” di informazioni sull'Iran e su tutte le altre crisi internazionali. Durante l’incontro, è stata sottolineata la crescita degli scambi commerciali e l’importanza delle relazioni bilaterali. E’ stato anche raggiunto un accordo in campo energetico: le compagnie russe possano entrare nel mercato energetico italiano in cambio della possibilità delle compagnie italiane di estrarre gas e petrolio russi.

 

Il presidente di Timor Est, Xanana Gusmao, ha chiesto al premier, Mari Alkatiri, di dimettersi. Intanto, il Consiglio di sicurezza ha esteso il mandato della missione dell’ONU a Timor est, Unotil, fino al prossimo 20 agosto. Alkatiri è da molti considerato il vero responsabile degli scontri divampati a Timor Est tra soldati ribelli e forze regolari. In aprile, per decisione del capo dell’esecutivo, furono infatti radiati circa seicento militari che avevano denunciato discriminazioni a danno dei commilitoni originari della parte occidentale del Paese. Scoppiarono così tumulti e combattimenti costati la vita ad almeno 21 persone.

 

E’ stato trasferito ieri all’Aja, sede della Corte penale internazionale, l’ex presidente liberiano, Charles Taylor, arrestato nel marzo scorso e accusato di crimini contro l’umanità per il suo ruolo nella guerra civile in Sierra Leone. Per motivi di sicurezza, ora Taylor si trova nel carcere di Scheveningen, in attesa di essere ascoltato dal Tribunale speciale istituito per la Sierra Leone.

 

 

 

 

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