RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 163  - Testo della trasmissione di  lunedì 12 giugno 2006

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Reso noto oggi il programma del viaggio apostolico di Benedetto XVI a Valencia, in Spagna, l’8 e 9 luglio prossimi, in occasione del V Incontro mondiale delle famiglie

 

Il Papa invita i fedeli alla celebrazione del Corpus Domini giovedì prossimo in San Giovanni in Laterano con la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore

 

L’antica e attuale devozione al Sacro Cuore di Gesù: intervista con padre Massimo Taggi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dopo la rottura della tregua unilaterale da parte di Hamas, ancora raid israeliani nei Territori palestinesi: il commento di padre Pierbattista Pizzaballa

 

Il missionario comboniano Alex Zanotelli denuncia, ai nostri microfoni, lo sfruttamento delle multinazionali della floricultura a danno dei lavoratori del Kenya

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale contro il lavoro minorile: ce ne parla Claudio Lenoci

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il saluto di mons. Stanisław Ryłko, ieri, a conclusione del pellegrinaggio Macerata-Loreto

 

E’ in arrivo, negli Stati Uniti, Alberto, la prima tempesta tropicale dell’anno

 

Pakistan: i talebani, nel Waziristan, proibiscono pratiche considerate non islamiche

 

Migranti irregolari: tre associazioni spagnole denunciano le politiche repressive adottate dai governi di Madrid e Rabat

 

Pubblicato il quarto rapporto sui diritti globali 2006. Donne e bambini risultano i più discriminati mentre resta alto l’analfabetismo in tutto il pianeta

 

Incontro promosso domani a Roma da “Scienza & vita” ad un anno dal referendum in Italia sulla procreazione assistita

 

24 ORE NEL MONDO:

Iraq: oltre 20 morti in attentati e scontri

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 giugno 2006

 

 

RESO NOTO OGGI IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO APOSTOLICO DI BENEDETTO XVI

A VALENCIA, IN SPAGNA, L’8 E 9 LUGLIO PROSSIMI,

IN OCCASIONE DEL V INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE

 

La Sala Stampa vaticana ha reso noto oggi il programma del prossimo viaggio apostolico del Papa che si svolgerà nella città spagnola di Valencia l’8 e 9 luglio, in occasione del V Incontro mondiale delle famiglie. Si tratta del terzo viaggio apostolico di Benedetto XVI dopo quello di Colonia nell’agosto 2005 per la Giornata Mondiale della Gioventù, e quello in Polonia del maggio scorso. Il Papa partirà da Fiumicino alle 9.30 di sabato 8 luglio. La cerimonia di Benvenuto si svolgerà alle 11.30 nell’aeroporto di Valencia-Manises. Benedetto XVI si recherà quindi nella Basilica della “Virgen de los Desamparadosper rivolgere il suo messaggio ai vescovi spagnoli. Alle 13.30 la recita dell’Angelus nella Plaza de la Virgen. Nel pomeriggio la visita di cortesia ai Reali di Spagna nel Palazzo della Generalitat e subito dopo l’incontro nel Palazzo arcivescovile con il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero. Alle 21.00 sarà nella Città delle Arti e delle Scienze per la conclusione del V Incontro mondiale delle famiglie. Il giorno dopo, domenica 9 luglio, alle 9.30 presiederà la Santa Messa, sempre nella Città delle Arti e delle Scienze. Benedetto XVI partirà da Valencia alle 13.30 per arrivare all’aeroporto di Roma-Ciampino due ore dopo circa.

 

 

UDIENZE

Il Santo Padre ha ricevuto stamane in successive udienze il dott. Jürgen Rüttgers, ministro presidente della Regione Renania settentrionale e Vestfalia, con il seguito; il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, nunzio apostolico in Brasile;  l’ambasciatore di Slovenia, Ludvik Toplak, con la consorte, in visita di congedo.

 

IL PAPA INVITA I FEDELI ALLA CELEBRAZIONE DEL CORPUS DOMINI GIOVEDI’ PROSSIMO IN SAN GIOVANNI IN LATERANO CON LA TRADIZIONALE PROCESSIONE FINO A SANTA MARIA MAGGIORE: L’EUCARISTIA – AFFERMA BENEDETTO XVI –

CI INDICA CHE LA VITA SI TROVA SOLO DONANDOLA

 

“Dio è amore” e solo entrando “in questo amore l’essere umano trova la sua verità e la sua felicità”. E’ quanto ha detto ieri il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro in occasione della Festa della Santissima Trinità. Un tema strettamente legato all’Eucaristia che la Chiesa celebrerà in modo particolare giovedì prossimo nella Solennità del Corpus Domini: il Papa ha invitato i fedeli alla Messa che presiederà alle 19.00 in San Giovanni in Laterano e alla tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Solo nell’amore – afferma il Papa - l’uomo trova la propria realizzazione, la pienezza della gioia e della vita, la vera libertà. L’Eucaristia ci dice che “la vita si trova soltanto donandola: non la si trova volendo impossessarsene”. Eppure l’essere umano cerca spesso questa vita come il figliol prodigo: vuole essere cioè “totalmente libero”:

 

“Essere libero significa, in questa visione, poter fare tutto quello che si vuole; non dover accettare alcun criterio al di fuori e al di sopra di me stesso. Seguire soltanto il mio desiderio e la mia volontà. Chi vive così, ben presto si scontrerà con l'altro che vuole vivere nella stessa maniera. La conseguenza necessaria di questo concetto egoistico di libertà è la violenza, la distruzione vicendevole della libertà e della vita”.

 

“Amare – sottolinea il Papa – vuol dire anche essere pronti a soffrire”. L’amore vero è esigente. Per questo c’è chi rifiuta il cristianesimo: perché non accetta il mistero della croce. La croce, in fondo, è l’amore che non conosce limiti, che non si ferma di fronte allo scandalo della sofferenza, al sacrificio di sé.  Nell’Eucaristia – dice il Pontefice - incontriamo “il Signore che per noi si spoglia della sua gloria divina, si lascia umiliare fino alla morte in croce e così si dona a ognuno di noi”:

 

 “L'Eucaristia deve diventare per noi una scuola di vita, nella quale impariamo a donare la nostra vita. La vita non la si dona solo nel momento della morte e non soltanto nel modo del martirio. Noi dobbiamo donarla giorno per giorno. Occorre imparare giorno per giorno che io non possiedo la mia vita per me stesso. Giorno per giorno devo imparare ad abbandonare me stesso; a tenermi a disposizione per quella cosa per la quale Egli, il Signore, sul momento ha bisogno di me, anche se altre cose mi sembrano più belle e più importanti”.

 

Amare – spiega Benedetto XVI è “donare la vita, non prenderla”:

 

“È proprio così che facciamo l'esperienza della libertà. La libertà da noi stessi, la vastità dell'essere. Proprio così, nell'essere utile, nell'essere una persona di cui c'è bisogno nel mondo, la nostra vita diventa importante e bella. Solo chi dona la propria vita, la trova”.

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L’ANTICA E ATTUALE DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU’,

PERCORSO SPIRITUALE CHE COINVOLGE DA SECOLI FEDELI MISTICI E PAPI

- Intervista con padre Massimo Taggi -

 

Un secolo e mezzo fa, dopo un non facile percorso, la festa del Sacro Cuore di Gesù veniva estesa a tutta la Chiesa per volontà di Pio IX. Nel centenario di quell’evento, il 15 maggio 1956, Pio XII pubblicò un’Enciclica - la Haurietis Aquas - per sottolineare l’importanza di un percorso spirituale iniziato in Brasile, con i primi gesti pubblici di devozione al Sacro Cuore. A questo doppio anniversario, l’Apostolato della preghiera dedica un convegno, dal 26 al 28 giugno prossimi, incentrato sull’attualità di questa devozione, che oggi rischia di non essere più compresa a fondo da certa sensibilità religiosa, poco incline al rispetto delle tradizioni. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il padre gesuita, Massimo Taggi, direttore nazionale per l’Italia dell’Apostolato della preghiera:

 

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R. – La devozione al Sacro Cuore di Gesù è attuale perché non è proprio una devozione, è molto di più, è una spiritualità, è un culto. E’ vero che è stata presentata e vissuta nel passato con determinate forme devozionali e allora quelle forme probabilmente sono meno comprensibili e meno adatte alla gente di oggi. Ma se si torna al nucleo centrale della devozione al Cuore di Gesù, essa è attualissima. Nella prima Enciclica, Benedetto XVI, senza parlare esplicitamente della devozione, nella sostanza fa riferimento al cuore di Cristo e lo indica proprio come mezzo per cogliere l’amore di Dio, Dio amore, e rispondergli.

 

D. – La festa liturgica del Sacro Cuore ha 150 anni e la si deve a Pio IX, ma più antica ancora è la sua origine che ha visto Pontefici, mistici e la stessa Compagnia di Gesù tra i protagonisti della sua diffusione...

 

R. – E’ vero. C’è stata una lunga “incubazione” di questa festa. Questi 150 anni di cui lei parlava si possono anche dividere in due, perché a 100 anni dall’estensione a tutta la Chiesa universale della festa del Cuore di Cristo, Papa Pio XII colse l’occasione per fare un’Enciclica importante, intitolata Haurietis Aquas e quest’anno si celebra il 50.mo di questa Enciclica. Ora, in occasione di questo 50.mo, Benedetto XVI ha inviato il mese scorso una lettera al Padre Kolvenbach, preposito generale della Compagnia di Gesù. Perché proprio al Padre Kolvenbach? Perché, come lei diceva, mistici della Compagnia di Gesù hanno contribuito molto alla diffusione del Sacro Cuore. Fra questi mistici, vorrei citare Claudio de La Colombière, che è vissuto nel 1670-1690 ed è stato il direttore spirituale di Santa Maria Margherita Alacoque. L’altro più vicino a noi è il padre Teilhard de Chardin, famoso scienziato, paleontologo, che ha speso la vita in Cina per studiare la paleontologia ma anche per cercare di fare da ponte fra la scienza e la fede. Ebbene, Teilhard de Chardin ha degli scritti bellissimi sul Cuore di Gesù.

 

D. – L’Apostolato della Preghiera ha in programma un congresso che affronterà questa tematica. Da quale angolazione?

 

R.- Il grande punto di attualità sul quale noi vogliamo concentrarci col nostro congresso è che il mondo di oggi ha delle cose bellissime, è un mondo pieno di fermenti, di interessi, però ha anche dei lati in cui ha bisogno di essere illuminato ed aiutato. Uno è questo materialismo o confusione di idee, quello di cui il Papa parla continuamente, ed ha molto bisogno di ritrovare il senso dell’amore e dell’affettività, il senso del perdono. Dunque, un congresso proprio sulla linea del magistero di Benedetto XVI.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - "La famiglia, analogia dell'ineffabile mistero di Dio Uno e Trino": all'Angelus della solennità della Santissima Trinità, Benedetto XVI invita i credenti a guardare alla comunità familiare per fare esperienza dell'intimità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

Servizio vaticano - Due pagine dedicate al cammino della Chiesa in Italia.

 

Servizio estero - Medio Oriente: nuovi lanci di razzi palestinesi su Sderot; rappresaglie israeliane nella Striscia di Gaza. Salta la tregua informale varata nel febbraio del 2005.

 

Servizio culturale - Un articolo di Paolo Siniscalco dal titolo "Uno strumento per comprendere chi siamo": tradotto in italiano il "Dizionario di Letteratura Cristiana antica".

 

Servizio italiano - In rilievo il tema della concertazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 giugno 2006

 

 

DOPO LA ROTTURA DELLA TREGUA UNILATERALE DA PARTE DI HAMAS, ANCORA RAID

ISRAELIANI NEI TERRITORI PALESTINESI: UCCISO UN MILITANTE DI HAMAS

NELLA STRISCIA DI GAZA

- Intervista con padre Pierbattista Pizzaballa -

 

In Medio Oriente, il braccio armato di Hamas dopo aver infranto la tregua unilaterale, continua ad attaccare il sud di Israele: diversi razzi sono stati lanciati, stamani e nella notte, dalla Striscia di Gaza contro lo Stato ebraico. Forze di sicurezza israeliane hanno ucciso, inoltre, un militante di Hamas a sud di Gaza. Sul versante politico, continuano intanto le divergenze tra presidenza e governo palestinese, soprattutto dopo l’annuncio da parte del presidente Abu Mazen di un referendum, previsto per il prossimo 26 luglio, sul futuro dei Territori. Ma come spiegare questa frattura? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto a padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa:

 

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R. – E’ una frattura che va indietro nel tempo. I due movimenti di Fatah e di Hamas sono sempre stati non ostili, ma comunque rivali tra loro. Si sperava che, con le nuove elezioni, si trovasse un compromesso. Invece, sembra si vada verso una tensione sempre maggiore tra i due movimenti. Speriamo che queste tensioni non degenerino.

 

D. – Lo Stato di Israele, la Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, e la Cisgiordania dove è ancora netto il potere di Al Fatah. C’è il rischio di due popoli e tre Stati?

 

R. – Alcuni già cominciano a parlare di questa prospettiva. Io credo, comunque, che l’ipotesi di due popoli e tre Stati sarebbe oggettivamente molto difficile. C’è il rischio, però, di una separazione totale – questo sì – tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania.

 

D. – Cosa può significare, per la popolazione dei Territori palestinesi, un referendum sul futuro Stato di Palestina?

 

R. – Lo scopo del referendum è quello di imporre una linea, quella del presidente Abu Mazen, su tutti, quindi anche su Hamas. Una linea che punti a non far dire al gruppo radicale: “Noi rappresentiamo la popolazione, quindi non si fanno trattative”. Il rischio, in realtà, è che questa situazione acuisca, ancora di più, la tensione con Hamas e che scoppi anche una forte rivalità. Non credo che si possa arrivare fino ad una guerra civile, ma il pericolo di violenze interpalestinesi è alto.

 

D. – Quali, dunque, le speranze e i rischi in questa fase segnata dalla ripresa dei raid israeliani, ma anche da nuovi attacchi palestinesi contro lo Stato ebraico…

 

R. – E’ veramente un momento molto difficile. Io credo che, da parte soprattutto della comunità internazionale, ci voglia molto buon senso e molta pressione, su entrambe le parti, perché siano moderate le posizioni. Israele non deve proseguire con questi attacchi; i palestinesi devono interrompere i lanci di razzi Qassam contro lo Stato ebraico. Bisogna anche dire che l’Autorità Nazionale Palestinese, adesso, ha bisogno di risorse. Uno dei problemi principali, uno dei grandi fattori di tensione, è proprio la mancanza di risorse economiche per la vita di tutti i giorni.

 

D. – Come vive la comunità cristiana questo fragile equilibrio della politica palestinese? 

 

R. – Con grande apprensione. I cristiani, come tutti gli altri cittadini, soffrono molto, perché è molto difficile trovare attualmente, almeno a breve termine, una soluzione pacifica. L’unica risorsa che abbiamo è la preghiera. La speranza è di continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto nel nostro piccolo, senza la pretesa di cambiare nulla, ma dando almeno una piccola testimonianza, la più positiva possibile.

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IL MISSIONARIO COMBONIANO, ALEX ZANOTELLI, DENUNCIA, AI NOSTRI

 MICROFONI, LO SFRUTTAMENTO DELLE MULTINAZIONALI DELLA

FLORICULTURA A DANNO DEI LAVORATORI DEL KENYA

 

Il Kenya, terra dei fiori. Può sembrare strano, ma nel Paese africano la floricoltura è la seconda industria per fatturato dopo il turismo. Fiori recisi al mattino sulle sponde del lago Naivasha che arrivano sui mercati europei. Un business da 500 milioni di euro l’anno e che impiega direttamente 100 mila persone e indirettamente altre 700 mila. Non poco, se si pensa che in Kenya il tasso di disoccupazione è del 40% e che il resto dell’economia è in stagnazione. Ma tutto questo ha un rovescio della medaglia, come sottolinea padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, per molti anni nelle baraccopoli di Nairobi, intervistato da Antonella Villani:

 

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R. – Il rovescio della medaglia è che questa industria molto bella, che dà lavoro, che porta soldi anche al Kenya, è pagata in modo pesantissimo dalla gente. Gli operai sono costretti molto spesso a vivere in situazioni davvero disumane, che ho visto personalmente, con i miei occhi, per i pesticidi usati ed altro: paga l’ambiente ma pagano anche le persone!

 

D. – La “Kenyan Human Rights Commission” denuncia ogni anno centinaia di casi di cecità, sterilità e malattie della pelle, dovuti proprio all’esposizione ai pesticidi …

 

R. – C’è tutta una serie di profonde violazioni che avvengono. Questo coinvolge proprio i poveri del Sud del mondo, che vengono usati come manodopera a basso prezzo. Loro sono ben felici di lavorare, ma chiaramente noi non possiamo tollerare che ci siano grandi profitti che vengono fatti poi, in Olanda o altrove, sui fiori, mentre i poveri ci rimettono la salute, ci rimettono il loro benessere.

 

D. – Un po’ – come dire – ad Amsterdam i petali, in Kenya le spine?

 

R. – Esatto! Tra l’altro, noi avevamo iniziato una grossa campagna sui fiori; per esempio, per San Valentino avevamo pensato ad una cartolina, che la ragazzina può mandare al suo fidanzato dicendo:Guarda, invece di mandarti una rosa ti mando questa cartolina sulla quale c’è una rosa’, dalla quale spuntava il sangue, perché queste rose sono pagate dalla gente, dai poveri, con il sangue.

 

D. – Ma chi ci guadagna da tutto questo commercio?

 

R. – Certamente, gli intermediari, ma soprattutto ci guadagnano le grandi multinazionali dei fiori e qui in particolare bisogna parlare di Londra, dove buona parte di questi fiori passano, e Amsterdam.

 

D. – Sono spesso i fiori venduti – tra l’altro – agli angoli delle strade?

 

R. – Sono proprio i fiori che troviamo da portare sulle tombe dei nostri cari o da regalare alla mamma o alla moglie o alla fidanzata; sono gesti belli, ma basterebbe pensare a quello che c’è sotto, per capire che quel simbolo oggi non è più un simbolo di amore, ma un simbolo di sangue.

 

D. – Nel 2008 cesseranno le agevolazioni commerciali che hanno consentito tutto questo. Le multinazionali stanno già traslocando le loro serre soprattutto in Etiopia dove, tra l’altro, la manodopera costa meno. Cosa pensa lei di tutto questo?

 

R. – Interessa fare profitti; quindi, quando non ci sono più agevolazioni, quando non si possono più portare avanti determinate cose in quel luogo, si chiude e si va in un altro, dove trovi manodopera in quantità, perché di manodopera tra i poveri ce n’è tantissima. Tra l’altro, la Banca Mondiale ha dichiarato che a questo mondo ci sono due miliardi di esuberi, quindi immaginiamoci quanta manodopera c’è. Basta sfruttarla. Ed è quello che davvero io contesto radicalmente. Noi non possiamo più andare avanti così, perché l’unica logica che abbiamo, ormai, è quella del profitto. Io penso che l’etica, ma soprattutto la politica, deve tornare a “comandare” perché l’economia e la finanza obbediscano ai rappresentanti che noi eleggiamo, e non che i nostri rappresentanti obbediscano all’economia e alla finanza.

 

D. – E senza fiori, per l’economia kenyota, che cosa accadrà?

 

R. – Sarà un danno incredibile!

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LE NAZIONI UNITE CELEBRANO OGGI LA GIORNATA MONDIALE

 CONTRO IL LAVORO MINORILE, CON ALCUNI RISULTATI POSITIVI

- Ai nostri microfoni, Claudio Lenoci -

 

         Si celebra oggi, con manifestazioni in tutto il mondo, l’annuale “Giornata mondiale contro il lavoro minorile”, indetta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Simbolo della ricorrenza è Iqbal Masih, il dodicenne pachistano ucciso nel 1995 per essersi ribellato alla sua condizione di schiavitù, come tessitore di tappeti. Il servizio di Andrea Rustichelli:

 

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Sembra aprire uno spiraglio di speranza il titolo di questa edizione della Giornata mondiale che recita “La fine del lavoro dei bambini, un obiettivo alla nostra portata”. Sono in effetti documentati nel recente rapporto globale, i risultati positivi raggiunti dalla comunità internazionale su questo fronte. E tuttavia sono ben 218 milioni i ragazzi che nel mondo sono ancora sottoposti a sfruttamento, molto spesso ridotti a una vera e propria condizione di schiavitù. Tra le varie manifestazioni c’è anche quella di Ginevra, dove il campione di football camerunese, Roger Milla, presenzierà con altri ospiti ad un’iniziativa sportiva sostenuta dalla FIFA, il cui eloquente nome è “Cartellino rosso per il lavoro minorile”. In Italia, la ricorrenza è stata quest’anno celebrata in anticipo con la presentazione avvenuta, qualche settimana fa, del menzionato rapporto globale le cui novità sono illustrate dal direttore per l’Italia dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, Claudio Lenoci:

 

R. - Il rapporto globale per il 2006 indica una prospettiva positiva rispetto ai precedenti anni. A livello mondiale si rivela come il numero dei minori lavoratori nella fascia di età fra i 5 e i 17 anni, sia sceso dai 246 milioni del 2000 ai 218 milioni nel 2004, quindi una riduzione dell’11 per cento.

 

D. – Quali sono le linee di azione possibili in questo senso e le aree di maggiore criticità?

 

R. – Nei Paesi più poveri dell’Africa Sub-Sahariana, e non soltanto lì ma anche in parti dell’Asia, dell’America centrale, esistono delle situazioni di una drammaticità considerevole e naturalmente occorre concentrarsi di più in queste aree di criticità. Questo vuol dire uno sforzo maggiore da parte dei governi donatori, per esempio l’Italia fra questi, su programmi di cooperazione, di assistenza tecnica, di indirizzo sulle famiglie, di sostegno alle famiglie perché poi il minore che va al lavoro è la vittima consequenziale di uno stato di disagio, di povertà assoluta della famiglia. Però anche nei Paesi industrializzati, c’è sicuramente un minor rischio di rilevare fenomeni di lavoro minorile; occorre tuttavia stare in guardia, non demordere, e fare periodicamente il punto della situazione.

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CHIESA E SOCIETA’

12 giugno 2006

 

 

“IL PELLEGRINAGGIO È UN’ESPERIENZA PROFONDA E AFFASCINANTE DELLA CHIESA COME POPOLO IN CAMMINO”: COSÌ, IL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI MONS. STANISŁAW RYŁKO, CHE IERI HA PRESIEDUTO LA CELEBRAZIONE CONCLUSIVA DEL VENTOTTESIMO PELLEGRINAGGIO MACERATA-LORETO

- A cura di Roberta Moretti -

 

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LORETO. = “Siete un grande popolo in cammino, una bellissima icona della Chiesa pellegrina nel mondo!”: questo il saluto rivolto ieri dal presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, l’arcivescovo Stanisław Ryłko, ai 60 mila pellegrini che hanno partecipato, nella notte tra sabato e domenica, al ventottesimo Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto, sul tema: “Vagliate ogni cosa e trattenete il valore” (cfr 1 Ts 5,21). Presiedendo la celebrazione eucaristica nel piazzale antistante la Basilica lauretana della Santa Casa, il presule ha evidenziato come il mondo d’oggi abbia “fatto del laicismo e della secolarizzazione la sua ‘religione civile’”. D’altra parte, ha precisato l’arcivescovo, “l’uomo si porta nel cuore grandi bisogni, desideri che niente in questo mondo può appagare: il desiderio di felicità, di vita in pienezza, di libertà, di amore”. Secondo il presule, “la fede non è un fatto acquisito una volta per sempre”, ma “una continua ricerca”. Il pellegrinaggio è dunque cammino di intensa ricerca e di scoperte importanti per la vita. “Ed è cammino in compagnia – ha precisato l’arcivescovo Rylko – perché la fede non si vive da soli, ma in comunione con gli altri. Il pellegrinaggio è un’esperienza profonda e affascinante della Chiesa come popolo in cammino! “Ed è proprio questo il mio augurio per tutti voi – ha concluso – possa questo cammino notturno far crescere e rinsaldare in ciascuno e in ciascuna di voi il senso profondo dell’appartenenza a Dio e al suo popolo che è la Chiesa. E questo “essere suoi” divenga nella vostra vita fonte inesauribile di gioia, di felicità e di forza”. L’auspicio che, attraverso questa esperienza, i partecipanti possano “incontrare Cristo, speranza del mondo”, è giunto  ieri – lo ricordiamo – anche da Benedetto XVI, che in un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, ha augurato ai pellegrini di sperimentare “la materna intercessione di Maria, modello dei credenti nella fedele sequela del Signore”.

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è In arrivo, negli stati uniti, alberto, la prima tempesta tropicale dell’anno che ha causato già 2 morti a cuba e costretto all’evacuazione 3.500 persone

 

WASHINGTON. = È in allerta la costa ovest della Florida a causa della prima tempesta tropicale della stagione 2006. Alberto, denominata così dal Centro Nazionale degli uragani di Miami, si trova ora a circa 500 chilometri ad ovest di Key West, all’estremità sud della Florida. Il fenomeno, con venti che soffiano a circa 70 chilometri orari, ha già provocato 2 vittime a Cuba e costretto all’evacuazione circa 3.500 persone. L’uragano Alberto rappresenta l’inizio della stagione americana degli uragani. Ogni anno, infatti, la costa dell’Atlantico deve fare i conti con tempeste e fortunali dalle conseguenze spesso devastanti. La stagione 2005 è stata la più intensa di tutti i tempi, con 28 tempeste tropicali, di cui 15 divenute uragani. Si ricorda l’uragano Katrina, il più grave disastro naturale della storia degli USA, ha provocato la morte di circa 2000 persone devastando New Orleans. (V.C)

 

 

PAKISTAN: AFFISSO DAI TALEBANI, NEL WAZIRISTAN, UN MANIFESTO

CHE PROIBISCE VINO, DROGA, SCOMMESSE E CASSETTE AUDIO E VIDEO CONTENENTI MATERIALE NON ISLAMICO.

 

MIRANSHAH. = Sono previste nel Waziristan, in Pakistan, serie conseguenze per quanti indulgano in pratiche non islamiche, come guardare film ed ascoltare musica. Queste alcune delle restrizioni, scrive l’agenzia Asianews, tra cui limitazioni relative all’uso di hashish, eroina, vino, e proibizioni sul gioco d’azzardo, che si leggono nel manifesto pubblicato ieri dai talebani e da alcuni leader religiosi del Paese. L’annuncio, che è stato affisso un giorno dopo il bombardamento che ha colpito una postazione di militanti islamici e ucciso 20 guerriglieri, proibisce anche le scommesse. Quanto ai luoghi in cui queste si svolgono, si precisa che dovranno essere utilizzati soltanto per giusti scopi, come i prestiti ad interesse. Secondo alcune fonti anonime locali, l’iniziativa sarebbe stata accolta con gratitudine dalla popolazione maschile, dominante, la quale ritiene che queste regole possano contribuire alla pace e alla prosperità all’interno della regione. (V.C.)

 

 

MIGRANTI IRREGOLARI: TRE ASSOCIAZIONI SPAGNOLE DENUNCIANO LE POLITICHE

 REPRESSIVE ADOTTATE DAI GOVERNI DI MADRID E RABAT. PRESENTATI

IN UN RAPPORTO I DATI SUL FENOMENO DEL RAZZISMO NELLA PENISOLA IBERICA

 

MADRID. = Critiche ai governi di Madrid e Rabat per le repressioni adottate l’anno scorso contro i migranti da tre organizzazioni non governative spagnole, “Sos Racismo”, “Pro Derecho de la Infanzia” (Prodein) e la “Asociación Intercultura”. Durante la presentazione del rapporto annuale di “Sos Racismo” sul fenomeno del razzismo in Spagna, riferisce l’agenzia MISNA, è stato denunciato un diffuso clima di violenza che si registrerebbe soprattutto a Ceuta e Melilla, dove migranti irregolari continuerebbero ad essere portati negli ospedali delle città vicine dopo essere stati feriti da colpi d’arma da fuoco. Le tre organizzazioni hanno segnalato inoltre la presunta espulsione di alcuni minori, incluse bambine, da Melilla, cosa che sarebbe attestata da denunce. Il quarto dei dieci capitoli del rapporto è dedicato agli scontri dello scorso autunno fuori dalle recinzioni di Melilla e alla morte di almeno 14 migranti clandestini cui avrebbero sparato militari dell’esercito marocchino. (T.C.)

 

 

 

PUBBLICATO IL QUARTO RAPPORTO SUI DIRITTI GLOBALI 2006.

DONNE E BAMBINI RISULTANO I PIÙ DISCRIMINATI,

MENTRE RESTA ALTO L’ANALFABETISMO IN TUTTO IL PIANETA.

NEI PAESI PIÙ POVERI, GUERRE E FAME MIETONO ANCORA MILIONI DI VITTIME

 

ROMA. = È stato presentato oggi a Roma il quarto Rapporto sui diritti globali 2006, che analizza le trasformazioni e i problemi del mondo di oggi. Nei 14 capitoli del dossier, ideato e curato da Sergio Segio e pubblicato da Ediesse, emerge un grido di dolore planetario. L’urlo più straziante arriva dai Paesi poveri dilaniati da fame, malattie, guerre e sfruttati da multinazionali. A patire le sofferenze maggiori sono donne e bambini. La prime, in particolare, risultano spesso mutilate, nelle ambizioni e nel corpo, da tradizioni culturali che le penalizzano. Tre milioni di donne sono state uccise perché femmine e, negli ultimi 20 anni 200 milioni di donne, ragazze e bambine sono state vittime di omicidi, fame e discriminazioni. Il 40-70 per cento degli omicidi femminili sono da imputare a mariti e fidanzati. I bambini vengono invece privati della loro infanzia perchè forzati a diventare piccoli soldati o comprati come merci per il mercato del sesso o degli organi, o ancora perché costretti a lavorare senza alcun riconoscimento di diritti. Ogni anno, muoiono 11 milioni di minori in condizioni disumane, la maggior parte dei quali con meno di 5 anni. Almeno 800 milioni di persone soffrono quotidianamente la fame, 300 milioni sono bambini e il 90 per cento di essi soffre di malnutrizione cronica. Nei soli primi 9 mesi del 2005, sono stati calcolati oltre 6.200.000 morti per fame. Sono invece 246 milioni i bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni che lavorano in tutto il mondo: di questi 180 milioni sono impiegati in attività pericolose e illecite e sfruttati a scopo sessuale. Per quanto riguarda i conflitti, all’inizio del 2006 se ne registravano in corso in 22 Paesi. Nel complesso si stima che queste guerre abbiano finora prodotto oltre 5,5 milioni di vittime, mentre quelle civili nei tre anni di guerra in Iraq sono circa 38 mila. Negli ultimi 12 anni, poi, sono stati registrati 6.336 migranti morti nel tentativo di entrare o di non essere allontanati dall’UE. A questa cifra vanno tuttavia aggiunte centinaia di morti “invisibili” o non denunciati. In tema di istruzione nel nostro pianeta, si contano 700 milioni di analfabeti. Nel settore sanità, nel 2005 i casi di Hiv/Aids sono aumentati a 5 milioni. In tutto il mondo le persone affette dal virus sono 40,3 milioni. A mantenere ancora in vigore la pena capitale sono invece 73 Stati. Amnesty International ha accertato nel 2005 almeno 2.148 esecuzioni in 22 Paesi. (T.C.)

 

 

UN ANNO FA IN ITALIA IL REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA.

DOMANI, A ROMA, L’ASSOCIAZIONE “SCIENZA & VITA” ANALIZZERÀ IN UN INCONTRO

LE SFIDE DI OGGI

 

ROMA. = Ad un anno dal referendum sulla legge 40/2004 in materia di procreazione medicalmente assistita, l’associazione “Scienza & vita” ha organizzato a Roma un incontro che si svolgerà domani alle 11 nella Sala Capranichetta. “Le nuove sfide per il futuro dell’uomo. A un anno dal referendum”, questo il tema della tavola rotonda, scrive l’agenzia SIR, che vedrà la partecipazione dei due presidenti dell’associazione, Bruno Dallapiccola e Maria Luisa Di Pietro. Il primo traccerà un bilancio dell’anno trascorso, mentre la seconda illustrerà il nuovo “Manifesto” di “Scienza & vita” e presenterà le linee programmatiche che guideranno l’attività futura del sodalizio. Edoardo Patriarca parlerà invece delle articolazioni dell’associazione sul territorio e degli aspetti organizzativi. Nel corso della mattinata, infine, sarà presentato il libro “Essere umani”, un racconto della campagna della scorsa primavera. A discuterne saranno la storica, Lucetta Scaraffia, autrice della prefazione, e Beatrice Rosati, coordinatrice per l’organizzazione e la comunicazione di “Scienza & vita”, che ha ideato e curato il volume. (T.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

12 giugno 2006

  

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Roberta Moretti -

        

In Iraq, alla minaccia di nuovi scioccanti attacchi su larga scala, lanciata ieri su internet da Al Qaeda, si aggiunge il dramma di nuovi attentati. Almeno 25 i morti in varie zone del Paese, mentre è stata rinviata ai primi di agosto la conferenza di riconciliazione nazionale irachena, prevista la settimana prossima a Baghdad. Ce ne parla, nel servizio, Roberta Moretti:

 

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Un ex ufficiale dell’esercito di Saddam Hussein è stato ucciso stamani da uomini armati in un quartiere di Mosul, circa 400 chilometri a nord di Baghdad, mentre sette terroristi legati ad al Qaeda sono morti in un raid aereo vicino a Baquba, nella stessa zona dove mercoledì scorso è stato ucciso il capo di al Qaeda in Iraq, al-Zarqawi. Sempre a Baquba, sono morte oggi altre 7 persone in due diversi attentati, mentre a Baghdad 10 persone hanno perso la vita, tra cui sei dipendenti del Ministero del petrolio, rimasti uccisi in un attacco dei ribelli contro il pullman sul quale viaggiavano. Da segnalare, poi - oltre alla ripresa del processo a Saddam Hussein, con la deposizione di alcuni testimoni della difesa - il rinvio ad agosto, da parte della Lega Araba, della Conferenza di riconciliazione nazionale irachena, inizialmente in programma dal 20 al 22 giugno. La decisione è stata presa per dare più tempo al premier, Al-Maliki, di applicare le misure necessarie per contenere la violenza. E in questo senso, il governo iracheno sta valutando l’ipotesi di invitare ai colloqui anche alcuni gruppi ribelli. Infine, cresce il timore, sullo scacchiere internazionale, di nuovi, imminenti attentati terroristici, dopo le ultime minacce di al Qaeda, che ieri sul web ha ribadito la sua lealtà” a Bin Laden, annunciando la pianificazione di “grandi attacchi che scuoteranno il nemico come un terremoto, risvegliandolo dal sonno”.

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In Afghanistan, un soldato britannico è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco con ribelli talebani, nella turbolenta la provincia meridionale di Helmand.  Nella zona, sarà rinforzata la presenza militare della Gran Bretagna, che dovrebbe aumentare fino a 3.300 soldati, entro luglio.

 

Il Comitato internazionale della Croce Rossa invierà una squadra nella base militare americana di Guantanamo, a Cuba, per valutare la situazione dopo il suicidio di tre detenuti sospettati di terrorismo, i cui nomi sono stati rivelati ieri sera dalle autorità militari statunitensi. Intanto, il governo americano ha assicurato che indagherà sulla morte dei tre uomini.

 

Violenze anche in Pakistan, dove almeno cinque persone sono rimaste uccise nell’esplosione di una bomba. Lo riferiscono fonti locali precisando che l’attentato è avvenuto nella provincia del Baluchistan, nel sud ovest del Paese.

 

L’Iran non aprirà trattative sulla produzione di combustibile nucleare. Lo ha dichiarato il portavoce del governo di Teheran, Elham. Tali affermazioni arrivano all'indomani della visita al Cairo del capo negoziatore iraniano Ali Larijani, che aveva definito “accettabili” alcune voci del pacchetto di incentivi messo a punto dai Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania. Oggi, a Vienna, intanto si è aperta la riunione dei governatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. A questo punto ci sono ancora possibilità di intesa tra Iran e comunità internazionale? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Maurizio Simoncelli, esperto di nucleare dell’organizzazione Archivio Disarmo:

 

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R. – Certamente il governo di Ahmadinejad sembra promettere un futuro preoccupante, perché quello che sta facendo in campo nucleare, quello che sta facendo a livello di politica interna, anche nei confronti dell’opposizione, non può che essere altamente preoccupante. Bisogna cercare assolutamente di trovare una soluzione, perché, ricordiamo, quella è un’area cruciale e non so effettivamente quali speranze ci siano di trovare un accordo. Ad oggi, comunque, sembrano sempre più ridotti gli spazi di un’intesa.

 

D. – A meno che non ci sia un cambiamento di rotta da parte dell’Iran, a questo punto la via delle sanzioni, dell’embargo, sembra inevitabile…

 

R. – Sì, sembra che ci possa essere un percorso di questo genere. Teniamo presente che, d’altro canto, l’Iran, pur essendo un grande produttore di petrolio, è anche un grande importatore di benzina raffinata, perché non ha raffinerie sufficienti per la materia prima che produce in abbondanza.

 

D. – Se il Consiglio di Sicurezza identificasse l’atteggiamento iraniano come pericoloso per la pace internazionale, potrebbe addirittura scattare l’autorizzazione per un intervento militare, secondo lei?

 

R. – Bisognerebbe che tutti i membri del Consiglio di Sicurezza, in particolare i cinque che hanno il potere di veto, fossero tutti d’accordo. Non so se la Cina, che è un grande acquirente di petrolio dall’Iran, e anche la Russia siano sulla stessa linea degli Stati Uniti. 

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Si sono interrotti i negoziati in corso da alcuni giorni tra le autorità islamiche che controllano Mogadiscio e i rappresentanti del governo unitario di transizione nazionale. Il punto di rottura, come precisano fonti ufficiali delle Corti islamiche, è il secco rifiuto all’ipotesi di dare il via libera al dispiego in Somalia di una forza di pace regionale. Intanto, i miliziani musulmani puntano a conquistare anche il nord, dove sono situate le basi dei cosiddetti “signori della guerra”. Intensi movimenti di truppe sono in corso nei pressi di Balad, una trentina di chilometri a nord di Mogadiscio, dove da almeno 24 ore continuano a convergere ingenti rinforzi. Infine, è di due morti il bilancio della rivolta, scatenata dagli abitanti della capitale, contro il divieto di seguire i mondiali di calcio imposto dalle Corti Islamiche.

        

“Nessun progresso è stato fatto verso le nostre posizioni, vediamo se ci sarà una nuova bozza che contenga elementi che ci soddisfino”. Lo ha affermato, il ministro degli Esteri cipriota, George Iacovou, arrivando al Consiglio dei ministri dell’Unione Europea a Lussemburgo. Il premier turco, Tayyip Erdogan, ha dichiarato, inoltre, che “se i ministri dell’Unione europea accetteranno la volontà politica ed il veto della Repubblica di Cipro, la Turchia non parteciperà alla riunione intergovernativa di Lussemburgo”, prevista per oggi. L’incontro dovrebbe dare il via libera, nel tardo pomeriggio, al primo dei 35 round negoziali tra Turchia e Unione Europea. I ministri degli Esteri europei hanno già raggiunto, intanto, un accordo sul primo capitolo del negoziato riguardante la ricerca e la scienza.

 

Un incontro, convocato per il mese prossimo, dei negoziatori per il Kosovo. E’ il risultato della missione di Martti Ahtisaari, inviato delle Nazioni Unite, giunto a Pristina venerdì scorso.  Intanto, il governatore ONU del Kosovo, Soren Jessen-Petersen, ha annunciato che lascerà il suo incarico alla fine del mese per motivi familiari. Il Kosovo è una provincia autonoma serba con il 90 per cento degli abitanti di etnia albanese. La decisione finale sul suo status è attesa per la fine di quest’anno. Secondo fonti diplomatiche, i Paesi occidentali optano per l’indipendenza. Il governo di Belgrado, invece, si oppone a questa ipotesi.

 

In Italia, ieri ed oggi, fino alle 15, turno di ballottaggio delle elezioni amministrative per 55 comuni. Si sceglie il sindaco a Catanzaro, Belluno, Rovigo, Caserta, Salerno e in 47 comuni superiori ai 15 mila abitanti, oltre a 3 comuni inferiori ai 15 mila. Primo turno, invece, a Cagliari e a Carbonia, in Sardegna, dove non si è votato lo scorso 28-29 maggio per la presentazione di ricorsi di liste escluse.

 

Diciotto milioni di dollari per aiuti urgenti a Timor Est: un appello per finanziare lo sforzo è stato lanciato dalle Nazioni Unite, che così intendono coprire tre mesi di operazioni umanitarie nel piccolo Paese asiatico, sconvolto da mesi di lotte interne all’esercito. Il ministro degli Esteri del Timor orientale, Ramos-Horta, ha reso noto che le migliaia di sfollati ammassati nei campi profughi sono ancora in piena emergenza.

        

In India, una persona è morta in seguito alla deflagrazione di una granata lanciata da sospetti militanti islamici, in una stazione di autobus nel Kashmir indiano, regione contesa dai governo di New Delhi e Islamabad. Nella zona teatro dell’attentato, sostano solitamente centinaia di pellegrini prima di affrontare un lungo viaggio verso Amarnath, un santuario indù sull’Himalaya.

 

Ha provocato una decina di feriti la scossa di terremoto che ha colpito all’alba la metropoli di Hiroshima, nel Giappone meridionale. Il sisma, di magnitudo 6,3 sulla scala Richter, ha avuto per epicentro la provincia di Oita, a una profondità di 140 chilometri.  A scopo cautelativo, è stata bloccata la circolazione ferroviaria su tutta l’isola di Kyushu. Un’altra scossa, di 4,8 gradi, è avvenuta nella notte nel nord del Paese, senza provocare alcun danno a persone o cose. Il Giappone è situato alla congiunzione di quattro placche tettoniche e subisce circa il 20 per cento delle scosse più violente al mondo. Per questo, la maggioranza degli edifici è costruita con rigorosi criteri antisismici.

 

E un altro sisma, di magnitudo 5,9, ha colpito nella notte la provincia di Lampung, nell’isola indonesiana di Sumatra. La scossa sottomarina si è verificata è stata  localizzata ad ovest della capitale provinciale, Tanjungkarang.  Secondo l’agenzia meteorologica e geofisica di Jiakarta, non si è avuto, nell’immediato, notizia di vittime o danni.

 

Si svolgeranno oggi e domani in Thailandia i festeggiamenti per il 60.mo anniversario dell’insediamento al trono del re Bhumibol Adulyadej, 78 anni. Attesi nella capitale Bangkok, regine e principi di 25 nazioni in omaggio al più vecchio monarca in carica del mondo.

 

In Israele una persona è morta e almeno 40 sono rimaste ferite in seguito ad un incidente ferroviario, avvenuto stamani nella parte centrale del Paese. Lo riferisce l’emittente araba ‘Al Jazeera’ precisando che un convoglio è deragliato dopo una collisione con un camion.

 

 

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