RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 155 - Testo della trasmissione di domenica 4 giugno 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Tradotta in lingua coreana
l’enciclica di Benedetto XVI, “Deus caritas est”
Domenica di sangue in Iraq. Una quarantina i morti
in diversi episodi di violenza
L’Iran minaccia di bloccare il flusso del greggio
se gli USA sbaglieranno mosse sul negoziato per il nucleare
Vittoria della destra alle parlamentari nella
Repubblica Ceca. Elezioni anche in Perù per la scelta del nuovo capo dello Stato
4 giugno 2006
LA PENTECOSTE SEGNO DI “COMUNIONE” E DI AMORE”
PIU’ FORTE
DELLA “CONFUSIONE” E
DELLE DIVISIONI PROVOCATE DALL’UOMO.
LO HA
AFFERMATO BENEDETTO XVI
DURANTE
LA MESSA SOLENNE IN PIAZZA SAN PIETRO. NUOVO SALUTO DEL PAPA
AI
MEMBRI DEI MOVIMENTI ECCLESIALI INCONTRATI IERI
E’ lo Spirito Santo il “vero protagonista della Chiesa”.
E’ lui che le permette di attraversare la storia e arricchirla “di bontà, di
giustizia, di pace”, e non solo accurate e intelligenti strategie pastorali.
Benedetto XVI ha celebrato con questi pensieri la solennità della Pentecoste,
durante la Messa presieduta questa mattina in Piazza San Pietro davanti a circa
100 mila fedeli. E i presenti hanno riservato al Papa un abbraccio caloroso
simile a quello salito ieri dalle centinaia di migliaia di partecipanti alla
veglia di Pentecoste, animata dai Movimenti ecclesiali che il Papa ha di nuovo
salutato con affetto al momento del Regina
Coeli. La cronaca della mattinata nel servizio di
Alessandro De Carolis.
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La storia della Salvezza ha due “snodi”, dove il primo fa
stagliare meglio l’importanza del secondo: la torre di Babele e la Pentecoste.
Orgoglio e divisioni con la prima, lingue e umanità
gettati nella “confusione”. Luce e carità con la discesa dello Spirito Santo,
che al contrario genera la “comunione”. L’insegnamento di Benedetto XVI sulla
solennità liturgica odierna, che conclude il ciclo Pasquale, arriva ad una
folla che unisce idealmente in un unico momento la celebrazione della
Pentecoste con la lunga vigilia di ieri, segnata dall’incontro del Papa con i
Movimenti ecclesiali.
(canto)
Anche stamattina in
almeno 100 mila sono affluiti verso Piazza San Pietro. Bandiere,
striscioni e cappellini hanno colorato oggi come ieri l’emiciclo del colonnato
del Bernini: una festa d’insieme che ha dato un volto
visibile a quel “restare insieme” messo in risalto dal Pontefice all’omelia,
introdotta dalla scena del Cenacolo e più ancora dal ricordo delle parole di
Gesù agli Apostoli, il giorno dell’Ascensione: la raccomandazione di “non
allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del
Padre. “Restare
insieme – ha affermato Benedetto XVI - fu la condizione posta da Gesù per
accogliere il dono dello Spirito Santo; presupposto della loro concordia fu una
prolungata preghiera”:
“Troviamo in tal modo delineata una
formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Si pensa talora che
l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e
dalla successiva intelligente messa in opera mediante un impegno concreto.
Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra
risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista
della Chiesa. Le radici del nostro essere e del nostro agire stanno nel silenzio
sapiente e provvido di Dio”.
Le lingue di fuoco che scendono su
Maria e gli Apostoli, ha proseguito il Papa, sanciscono l’estensione
dell’antico Patto di Dio con Israele a tutti i popoli della terra, senza più,
ha sottolineato, “alcuna frontiera né di razza, né di cultura, né di spazio né
di tempo”. “A differenza di quanto era avvenuto con la torre di Babele – ha
osservato il Pontefice - quando gli uomini,
intenzionati a costruire con le loro mani una via verso il cielo, avevano
finito per distruggere la loro stessa capacità di comprendersi reciprocamente,
nella Pentecoste”, ha ribadito:
“Lo Spirito, con il dono delle lingue, mostra che la sua presenza
unisce e trasforma la confusione
in comunione. L’orgoglio e
l’egoismo dell’uomo creano sempre divisioni, innalzano muri d’indifferenza, di
odio e di violenza. Lo Spirito Santo, al contrario, rende i cuori capaci di
comprendere le lingue di tutti, perché ristabilisce il ponte dell’autentica
comunicazione fra la Terra e il Cielo. Lo Spirito Santo è l’Amore”.
Inizia così l’avventura della Chiesa, “che è
cattolica e missionaria fin dal suo nascere”. E per confortare i discepoli
provati dal distacco, Gesù, ha concluso il Papa, assicura che tornerà e, “nel
frattempo” non riabbandonerà, non li lascerà orfani”:
“Questo è il mistero della Pentecoste: lo Spirito Santo illumina lo
spirito umano e, rivelando Cristo crocifisso e risorto, indica la via per
diventare più simili a Lui, essere cioè ‘espressione e strumento dell’amore che
da Lui promana’”.
Al Regina Coeli, recitato immediatamente dopo la conclusione
della Messa, Benedetto XVI si è soffermato sui “doni gerarchici e carismatici”,
con i quali, da duemila anni, lo Spirito Santo “dirige e abbellisce” la Chiesa.
Un riconoscimento esplicito riferito alla varietà delle esperienze
rappresentate dai Movimenti e dalle nuove Comunità incontrate durante la veglia
di ieri:
“Tra le realtà
suscitate dallo Spirito nella Chiesa vi sono i Movimenti e le Comunità ecclesiali,
che ieri ho avuto la gioia di incontrare in questa Piazza, in un grande raduno
mondiale. Tutta la Chiesa, come amava dire il Papa Giovanni Paolo II, è un
unico grande movimento animato dallo Spirito Santo, un fiume che attraversa la
storia per irrigarla con la grazia di Dio e renderla feconda di vita, di bontà,
di bellezza, di giustizia, di pace”.
(canto)
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PROTEGGERE LA VITA E IL CREATO DAGLI ABUSI
ATTINGENDO
ALLA FONTE DELLA VITA VERA:
COSI’
BENEDETTO XVI ALLE 400 MILA PERSONE GIUNTE IN VATICANO
PER IL
SECONDO RADUNO MONDIALE DEI MOVIMENTI ECCLESIALI,
NELLA
VEGLIA DI PENTECOSTE
“I Movimenti nascono dalla sete della vita vera”. Così
dunque il Papa ha parlato ieri durante l’affollata veglia di Pentecoste
celebrata in Piazza San Pietro alla presenza di oltre 400 mila persone,
appartenenti ai Movimenti e alle nuove comunità ecclesiali. “Dove non scorre
più la vera fonte della vita, dove soltanto ci si appropria della
vita invece di donarla – ha affermato Benedetto XVI – là si è disposti a
escludere la vita inerme non ancora nata”, “là facilmente
si finisce per rifugiarsi nella droga, nella grande illusione”. La cronaca
del lungo pomeriggio di festa e preghiera in Piazza San Pietro, nel servizio di
Paolo Ondarza:
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(canto)
Multiformita’ ed unità sono inseparabili tra
loro. Così Benedetto XVI in un passaggio della sua omelia per la veglia di
Pentecoste celebrata in Piazza San Pietro di fronte al popolo dei Movimenti e
delle nuove comunità. Il Papa ha voluto salutare tutti percorrendo in auto
l’intero tratto di via della Conciliazione. “Lo Spirito nei suoi doni è
multiforme – ha detto il Pontefice – soffia dove vuole”:
“Egli vuole la vostra multiformità, e vi
vuole per l'unico corpo. Non ci toglie la fatica di imparare il modo di
rapportarci vicendevolmente. Prendete parte all'edificazione dell'unico
corpo!”.
Ma cos’è lo Spirito Santo? Come riconoscerlo? L’intera
creazione – ha detto il Papa – proviene da esso.
“Dobbiamo considerarla come un dono affidatoci, non per la distruzione”. “Di
fronte alle molteplici forme di abuso della terra” – ha detto il Santo Padre –
la creazione e la storia attendono uomini e donne che siano
realmente figli di Dio. “Lo Spirito Santo che viene da Dio ci porta vita e
libertà”, ha aggiunto:
“I Movimenti sono
nati proprio dalla sete della vita vera; dove soltanto ci si appropria della vita invece di donarla, là è poi in pericolo anche la
vita degli altri; là si è disposti a escludere la vita inerme non ancora nata,
perché sembra togliere spazio alla propria vita. Se vogliamo proteggere la
vita, allora dobbiamo soprattutto ritrovare la fonte della vita”.
“La vera libertà” non è fare tutto quello che si vuole –
ha spiegato Benedetto XVI – ma si dimostra nella
responsabilità:
“I Movimenti
ecclesiali vogliono e devono essere scuole di questa libertà vera. In questo
mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l'ambiente e l'uomo,
vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera;
dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi e quanto è bello essere
veramente liberi nella vera libertà dei figli di Dio”.
Le parole del Papa sono state più volte interrotte da
applausi e cori. Un’esuberanza di gioia che ha fatto da leitmotiv al lungo pomeriggio iniziato tre ore prima dell’arrivo di
Benedetto XVI con canti
e testimonianze. Particolarmente toccanti e ancora vive le parole di Giovanni
Paolo II, che una registrazione dello storico incontro con
i Movimenti del 30 maggio 1998 ha fatto risuonare ancora una volta nel
“cenacolo a cielo aperto” radunato in Piazza San Pietro:
“A tutti voi voglio gridare: ‘Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con
gratitudine ed obbedienza i carismi!’”.
Una Chiesa, tanti i carismi per una Chiesa. Di apostolato,
in un mondo dimentico di Dio ha parlato Maria Luigia Corona, della Comunità
Missionaria di Villaregia:
“Non c’è niente di più orribile che usare il nome di Dio,
che è amore, per commettere violenza. Siamo pronti a portare la luce di Cristo
in tutti gli ambienti!”.
La gioia è stata al centro delle parole del coordinatore
nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez:
“Non si dica che la nostra gioia è allegria esteriore! La
gioia cristiana è olio di letizia sulle ferite del mondo!”.
Impegno all’unità nella diversità, quello dei Focolari,
nel messaggio di Chiara Lubich, letto da Graziella De
Luca:
“A lei, Santità, vogliamo assicurare che la collaborazione
e la comunione tra i Movimenti continuerà affinché, nella piena comunione ed
obbedienza con lei, si lavori per l’attuazione degli stessi scopi voluti da
Gesù: prima di tutto, l’unità”.
Nell’esperienza della comunità di Sant’Egidio,
raccontata da Andrea Riccardi, l’aiuto della
preghiera per la debolezza dell’uomo e l’attenzione di Dio alle situazioni
umane più disperate:
“Le vite umane non scorrono dimenticate! Penso in questo
momento all’Africa, ma ho anche in mente i poveri, la cui casa è spesso un
mondezzaio. Dio non è indifferente! Lo abbiamo visto!”.
Kiko Argüello,
fondatore del Movimento neocatecumenale, ha esortato
a perseverare nel combattimento spirituale della fede:
“Nell’Apocalisse si dice che l’Agnello sgozzato vince la
bestia. Perché i cristiani diventino questo Agnello, hanno bisogno dei
carismi”.
Quando lo Spirito soffia, trasforma la vita e l’umanità
non resta indifferente. Don Julian Carrón, presidente della fraternità di Comunione e
Liberazione:
“Soltanto una cosa potrà destare in coloro che
incontreremo nella vita il desiderio di venire con noi: il vedere realizzarsi
in noi la promessa di Cristo!”.
Ha dato voce alle 400 mila persone in piazza mons. Stanislaw Rilko, presidente del
Pontificio Consiglio per i Laici che, rivolto al Papa, ha detto: “La Chiesa può
contare sui Movimenti, pronti per la missione”.
(canto)
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Molte, dunque, le esperienze di fede e le sensibilità
spirituali delle centinaia di migliaia di giovani e adulti presenti al grande
raduno di ieri. Isabella Piro ha raccolto alcune testimonianze
dal vivo:
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D. – Perché hai deciso di partecipare a questa giornata?
R. – Perché è sempre un momento di festa quello di
incontrarsi con altri Movimenti. E’ il momento in cui sentiamo la famiglia
della Chiesa che si unisce: rinnoviamo quel momento della discesa dello Spirito
Santo tra i primi che hanno seguito Gesù. Ogni volta, anche per noi, vuol dire
rinnovare questa realtà dello Spirito Santo.
R. – Perché qui c’è il massimo della gioia.
R. – Perché in questo mondo, dove forse si vede poco anche
l’amore, essere qui tutti insieme ci dà coraggio, ci
dà forza e ci fa sentire che Gesù è vivo, è una persona viva e che la fede è
qualcosa che è viva e che ci può cambiare la vita.
R. – Per testimoniare anche noi anziani che riconosciamo
il nostro Gesù Cristo, come tutti gli altri, come i giovani. Vogliamo seguire i
giovani e i giovani devono seguire noi.
R. – Significa essere Chiesa attorno al Papa.
D. - Come seguire, nella vita di tutti i giorni, gli
insegnamenti dello Spirito Santo?
R. – Cercando di ascoltare quello che Dio vuole da te in
quel momento.
R. – Vivere quella parola del Vangelo che dice che tutti
siano uno attraverso l’amore reciproco e scambievole e fare in modo che l’amore
non rimanga fine a se stesso, ma che sia talmente forte e coinvolgente da avere
una risposta dall’altro nella reciprocità.
R. – Restare fedeli a questo dono che abbiamo ricevuto: Gesù.
D. - Cosa significa, per te, appartenere ad un Movimento
ecclesiale?
R. – Direi che, anche dal punto di vista umano, è la
realizzazione completa di una persona, perché tu scopri attraverso una
spiritualità che puoi vivere il Vangelo nella vita di tutti i giorni, ovunque
ti trovi.
R. – Mi ha insegnato che abbiamo una vita sola, che
dobbiamo spenderla bene, rendendo grazie all’eterno Padre per tutti questi doni
che ci ha dato.
R. – Penso che lì ho incontrato
Dio, che ha dato senso alla mia vita.
R. – Sentire che si cammina insieme come popolo verso
Gesù.
R. – Essere parte di uno di questi fiori del giardino
della Chiesa e insieme agli altri fare più bella la
Chiesa.
R. – Aver scoperto che Dio è amore e che mi ama
immensamente.
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4 giugno 2006
SEI GIORNI AL VIA DEI MONDIALI DI CALCIO DI GERMANIA 2006.
ANCHE
LA CHIESA LOCALE COINVOLTA NELLA GRANDE KERMESSE SPORTIVA
-
Intervista con mons. Aldo Giordano -
Meno di una settimana separa
l’attesa di milioni di sportivi dall’apertura dei Campionati mondiali di calcio
di Germania 2006, un evento che coinvolge l’intero panorama internazionale non
solo sportivo. Si parte da Monaco, dove il 9 giugno, alle ore 18.00, si incontreranno
la Germania e il Costa Rica. Atto conclusivo, la finale
di Berlino, alle ore 21.00 di domenica 9 luglio. Tutto è pronto, dunque, per
far partire quello che è considerato uno dei massimi eventi agonistici del
mondo, che ha messo a dura prova il Paese organizzatore e che, per un mese,
coinvolgerà tutte le realtà locali, anche quelle ecclesiali. Su questo aspetto
Luca Collodi ha intervistato mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio
delle Conferenze Episcopali Europee:
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R. – Sarà una grande occasione di
esperienza delle due tradizioni ecclesiali presenti in Germania: quella
cattolica e quella evangelica. Di fatti già il 9 giugno, all’apertura dei giochi,
ci sarà nel Duomo di Monaco, una solenne celebrazione ecumenica presieduta dal
cardinale Lehmann, e dal vescovo Huber,
per le Chiese evangeliche della Germania. Credo che
per tutto il mondo sarà anche l’occasione per sperimentare, in un Paese, la
riuscita della collaborazione ecumenica e anche le difficoltà che ancora
esistono.
D. – Ci sembra molto importante,
mons. Giordano, accompagnare l’apertura dei Campionati del mondo di calcio in
Germania proprio con questo incontro ecumenico a Monaco. Può essere una chiave di lettura di questi
mondiali di calcio?
R. – Sì, perché questo evento che
nasce dalla comunione di Chiese diverse vuole essere anche un richiamo al vero
senso di un campionato di calcio. Le Chiese sono interessate a dire che questo
evento deve essere un incontro tra culture, tra popoli, deve essere
un’esperienza di pace e deve essere un’esperienza di festa, di vero spirito
sportivo, di gioco autentico. Allora, il fatto che le Chiese vogliono essere
presenti insieme richiama proprio questo senso, che è anche espresso dal motto
dei campionati che dice: “il mondo, ospite presso
amici”. Questo campionato può essere l’occasione per far crescere l’amicizia
tra i popoli. Nello stesso tempo però le Chiese vogliono anche richiamare un
altro aspetto e cioè il fatto che nel mondo esistono i poveri, esistono le
ingiustizie, esiste l’odio, esistono le grandi sofferenze. Quindi un fatto così
sportivo da una parte deve essere una grande festa; dall’altra, però, deve
essere un luogo di sensibilizzazione per le ferite dell’umanità.
D. – C’è, però, anche un fronte
sociale. C’è un impegno della Chiesa tedesca per limitare alcune decisioni che,
a quanto pare, sembrano prese e che riguardano
l’attività della prostituzione. Anche su questo punto la Chiesa fa una riflessione
molto precisa…
R. – E’ stata trasmessa la notizia
che addirittura 40 mila giovani donne sarebbero state impegnate per una forma
di prostituzione forzata durante i mondiali. Queste giovani ragazze
naturalmente vengono soprattutto dell’Est. Questo è uno scandalo che le Chiese
vogliono affrontare con tutte le loro forze, perché è un vero segno di
decadenza della nostra Europa e non è sopportabile. Quindi, le Chiese
cercheranno in tutti i modi – se questa notizia si conferma – di ottenere una
reazione da parte dei politici, da parte degli organizzatori, soprattutto da
parte dell’opinione pubblica. Sarebbe interessante che veramente, da parte di
tutte le donne e di tutti gli abitanti dell’Europa, ci fosse una forte reazione.
Sarebbe un segnale che l’Europa vuole fare un salto di qualità e non accetta
più certe forme che veramente indicano una decadenza, indicano che nostro
continente perde la sua vocazione che ha nei confronti del mondo.
D. – Iniziative che andrebbero ad
intaccare in modo devastante lo spirito sportivo su cui si basa un Campionato
del mondo di calcio…
R. – Veramente, perché qui è lo
sfruttamento più basso delle persone e quindi sarebbe proprio contrario sia a
qualunque spirito di festa, sia a qualunque spirito di rispetto della dignità
della persona.
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CONTINUA L’ONDATA DI IMMIGRATI AFRICANI SULLE
COSTE DELLE CANARIE:
NOVE
PAESI EUROPEI HANNO PROMESSO AIUTO A MADRID
-
Intervista con Juan Antonio Corujo
-
Non si ferma l’ondata di immigrati
clandestini sulle coste delle Canarie. Lunedì scorso altri 730 subsahariani sono sbarcati nell’arcipelago al largo
dell’Africa occidentale, stabilendo un nuovo record di arrivi. Dall’inizio
dell’anno, oltre 7 mila persone sono approdate con imbarcazioni clandestine su
queste isole della Spagna. E sono centinaia le vittime di tale esodo. Madrid ha
annunciato di aver ottenuto l'aiuto di nove Paesi europei, fra cui l'Italia,
per pattugliare le coste africane. Il boom degli sbarchi è cominciato dopo che
Spagna e Marocco hanno messo sotto stretto controllo la rotta diretta verso le
enclave spagnole di Ceuta e Melilla.
A scegliere il pericoloso viaggio nell’Oceano Atlantico sono soprattutto cittadini
del Senegal, del Mali e di altri Paesi africani. Ma in quali condizioni
arrivano alle Canarie? Andrea Cocco lo ha chiesto a Juan
Antonio Corujo, responsabile della Croce Rossa
locale:
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R. – LO QUE HA SUCEDIDO…
E’ accaduto che la gente abbia iniziato a partire da molto più a sud. Dalle coste
meridionali della Mauritania o dal Senegal. Questo ha comportato un drastico
allungamento dei tempi di navigazione e il conseguente deterioramento delle
condizioni fisiche per chi intraprende il viaggio a causa della lunga
permanenza in mezzo all’Atlantico e delle condizioni penose del viaggio. Quando
le persone vengono soccorse sono in condizioni pessime,
denutrite, affaticate e doloranti a causa della posizione che devono mantenere
nelle imbarcazioni. Si tratta di barche molto fragili che possono naufragare in
qualsiasi momento.
D. – Quali sono le maggiori
difficoltà una volta che queste persone arrivano alle Canarie?
R. – EL MOMENTO EN QUE LLEGAN…
Quando arrivano sulla spiaggia o
al porto, provvediamo a fornire cure sanitarie di base, coperte e primi generi
alimentari. Ma si tratta di ingressi irregolari e la polizia
spagnola una volta forniti i primi soccorsi conduce queste persone nei
commissariati per l’identificazione. Poi c’è il trasferimento nei centri di
internamento e da lì l’espulsione verso i Paesi d’origine o l’ammissione in
Spagna. L’arrivo in massa di queste piccole imbarcazioni ha portato al sovraffollamento
dei centri. Il governo ha dovuto aprire due centri temporanei per gestire le
persone che sono arrivate in questi ultimi due mesi.
D. – Parlamento delle Canarie ha
chiesto un intervento della Marina per blindare le frontiere, mentre il governo
centrale di Madrid sta lavorando ad un piano speciale per l’Africa con il
proposito di fermare sul nascere queste partenze. Qual è la sua opinione su
queste proposte?
R. – LA GRAN CRISI…
La grande crisi umanitaria che
colpisce il mondo e, in particolare, le difficoltà che vive il continente
africano non conoscono frontiere né ostacoli. Che un Paese blindi le sue frontiere non solo non costituisce una soluzione ma
complica e mette probabilmente ancora più a rischio la vita delle persone che intraprendono
la via dell’oceano. Pensiamo che il principio del controllo delle frontiere e
della sicurezza del territorio di ogni Stato è valido fino a
quando non si violi la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,
che sancisce un trattamento dignitoso e il diritto delle persone a muoversi. Se
si parla di un Piano speciale per l’Africa, bisogna che segua questa linea:
lavorare per favorire lo sviluppo a lungo termine di questi Paesi. A cominciare
dalla revisione del debito estero che tali Paesi hanno. Qualsiasi strategia
diversa porterà pane, per oggi, e fame, per domani.
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OPERE
IMMORTALI DELLA LIRICA IN SCENA ALL’ARENA DI VERONA
PER
L’84.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL SCALIGERO, DAL 24
GIUGNO AL 27 AGOSTO
E’ stata presentata nei giorni scorsi, a Roma, l’84.ma edizione del Festival lirico
dell’Arena di Verona che si svolgerà nella città scaligera dal 24 giugno al 27
agosto. Nel teatro più grande e antico del mondo si susseguiranno nel corso
dell’estate titoli famosi e famosi cantanti alla ricerca di nuovo pubblico e di
rinnovati consensi. Il servizio è di Luca Pellegrini.
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(musica)
Risonanze antiche per uno spettacolo inaugurale all’Arena
di Verona che sarà scenograficamente spoglio, ma registicamente
accuratissimo: è la “Cavalleria Rusticana”, nella tradizionale accoppiata con i
“Pagliacci”, ad inaugurare quest’anno la stagione lirica dell’Anfiteatro
veronese, per mettere così in risalto tutta la sua bimillenaria storia e tutta la forza espressiva del dittico
verista. Grandi numeri, grandi nomi e grandi titoli, come sempre. Il nome è
quello di Franco Zeffirelli, che ritorna con le sue
“Aida”, “Carmen” e “Madama Butterfly”; il canto è
affidato a tante voci sulle quali emerge quella di Fiorenza Cedolins,
la “voce” dell’Arena del Terzo Millennio, che sarà impegnata in una nuova, spettacolare
“Tosca” affidata alle cure di Hugo de Ana. Sul podio, Daniel Oren e il
nuovo direttore musicale della Fondazione, il cinese Lü
Jia. Attese e speranze per un cartellone di classe
che cerca di coniugare qualità e risparmio guardando
al futuro, come spiega il sovrintendente Claudio Orazi:
R. – Guardiamo in avanti, questo è lo spirito. Guardiamo
in avanti con fiducia ad una stagione che si apre il 24 giugno, dalla quale mi
aspetto, intanto il ritorno di un grande pubblico, perchè ci sono segnali molto
importanti per quanto riguarda le prenotazioni. Quindi, un grande pubblico che
ritorna in Arena, dopo alcuni anni. Siamo fiduciosi e presentiamo, credo, un
cartellone di grande rilievo, importante dal punto di vista musicale, importante
per gli spettacoli. E’ un teatro che può essere senz’altro un teatro d’arte e
di cultura, seppure nella sua dimensione e natura popolare, come è popolare
l’Arena di Verona. Io credo molto nel fatto che possano essere rappresentati
spettacoli particolarmente preziosi e curati da questo punto di vista. I teatri
si salvano soprattutto dall’interno, si salvano soprattutto con un rinnovato
spirito di squadra, uno spirito di corpo che consenta effettivamente di avere a
cuore questo mestiere che noi facciamo, che è un mestiere sicuramente
privilegiato perchè ci occupiamo di arte e di cultura, e che merita di essere
preservato a partire dall’interno dei teatri.
(musica)
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4 giugno 2006
TRADOTTA IN
LINGUA COREANA L’ENCICLICA DI BENEDETTO XVI, DEUS CARITAS EST
SEUL. = Sarà
accessibile a tutti i cittadini di lingua coreana il messaggio dell’amore di
Dio, contenuto e spiegato nell’enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est.
NEL SUO MESSAGGIO PER L’INCONTRO PROMOSSO IN QUESTI GIORNI IN INDIA
DALL’ASSOCIAZIONE “RESPECT FOR LIFE INDIA MOVEMENT”
BANGALORE. = “La professione medica non è più dedicata a
tutelare la vita e la cultura della morte lascia intendere che uccidere vite
umane sia una soluzione accettabile per i problemi dell’uomo”: è quanto
ha denunciato il presidente della Commissione sanitaria della Conferenza
episcopale indiana, l’arcivescovo Bernard Blasius
Moras, nel suo messaggio in occasione dell’incontro
promosso in questi giorni a Bangalore
dall’Associazione “Respect for
Life India Movement” (RFLI). “Ci sono nuove sfide che
minacciano la vita umana oggi – ha spiegato il presule – crimini come l’aborto
e l’eutanasia sono protetti dalla legge e difesi come nuovi diritti”.
L’arcivescovo ha evidenziato poi che “la sacralità della vita implica la sua
inviolabilità”, citando il quinto comandamento, “Non uccidere”. “E’ necessario
ristabilire il rapporto tra vita e libertà, libertà e verità”, ha concluso
mons. Moras, sottolineando come l’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II costituisca
“
NEL 17.MO
ANNIVERSARIO DEL MASSACRO DI PIAZZA TIANANMEN, A PECHINO,
ISOLATE DIMOSTRAZIONI DI PROTESTA NEL LUOGO DOVE CENTINAIA DI GIOVANI CINESI
VENNERO UCCIS, MENTRE MANIFESTAVANO PER
PECHINO. = Solo
qualche isolata dimostrazione di protesta, immediatamente sedata dalla polizia,
stamani a Pechino, nel 17.mo anniversario della
violenta repressione delle manifestazioni di piazza Tiananmen, che causò la morte di centinaia di giovani. Nel
luogo che nel 1989, per due mesi e mezzo, divenne il punto di incontro degli
studenti cinesi che chiedevano la democrazia nel Paese, una donna è stata
portata via dalla polizia mentre esponeva un poster
con delle scritte, apparentemente di carattere politico. E sempre nella
mattinata, le forze dell’ordine hanno trattenuto un contadino che tentava di
organizzare una protesta, apparentemente non collegata agli avvenimenti del
1989. Intanto, le autorità di Pechino non hanno ancora dato
risposta alla lettera aperta con cui, nei giorni scorsi, le “Madri di Tiananmen” hanno rinnovato le loro richieste: la revisione
del giudizio di condanna del movimento studentesco conclusosi col massacro del
3-4 giugno 1989; un’inchiesta ufficiale e la punizione dei colpevoli; il
risarcimento e l’assistenza per le famiglie delle vittime. Le madri,
oltre cento, cercano soprattutto di rintracciare e assistere le famiglie delle
persone che furono uccise nella piazza e nei dintorni. Il gruppo ha identificato
186 persone che sono state uccise e 70 ferite. Si tratta ancora, sottolineano
le madri, di una “piccola percentuale” di coloro che persero la vita. Nella
lettera, si chiedeva anche alle autorità di permettere alle famiglie di
commemorare i loro cari. Ancora oggi, infatti, ai parenti delle vittime viene chiesto di comunicare in anticipo quando intendano
recarsi al cimitero e agenti sono sempre presenti nei pressi delle sepolture
per impedire che i congiunti vengano intervistati dai giornalisti. Nel suo
giudizio ufficiale, il Partito comunista cinese ha definito il movimento
studentesco del 1989 un “moto controrivoluzionario”. (R.M.)
GRANDE CELEBRAZIONE, IERI IN UGANDA, IN RICORDO DEI
MARTIRI DI NAMUGONGO, PROTETTORI DALL’AFRICA MODERNA, MASSACRATI
ALLA FINE DELL’ ‘800
PER
ORDINE DEL RE MWANGA
KAMPALA. = Una grande celebrazione ha avuto luogo ieri,
nei pressi della capitale ugandese, Kampala, per
ricordare i martiri di Namugongo, i
Santi Carlo Lwanga e i 21 compagni, che
insieme a qualche decina di giovani anglicani furono trucidati tra il 1885 e il
1886 per ordine del re Mwanga. Come riporta l’agenzia
Misna, decine di migliaia di fedeli hanno assistito
alla Messa, concelebrata dai vescovi ugandesi su un isolotto che fronteggia la spianata del
Santuario dei martiri, una sorta di arena naturale nella località di Namugongo. Canonizzati nel 1964 da Paolo VI, che li ricordò
durante il suo pellegrinaggio in Africa del 1969 con una celebrazione sulle
loro tombe, i martiri di Namugongo vengono
comunemente considerati i protettori dell’Africa moderna, che malgrado
squilibri, guerre e malattie, è capace di generare, attraverso la sua società
civile, straordinari testimoni di speranza. “Questi martiri africani – disse
Paolo VI – aprono una nuova epoca di rigenerazione cristiana e civile. L’Africa
– aggiunse – bagnata dal sangue di questi martiri, primi dell’era nuova (…),
risorge libera e redenta”. “La tragedia che li ha divorati – concluse il
Pontefice – è talmente inaudita ed espressiva, da offrire elementi
rappresentativi sufficienti per la fondazione morale di un popolo nuovo, per la
fondazione di una nuova tradizione spirituale”. (R.M.)
AVVIATO A VILNIUS, IN LITUANIA,
IL RESTAURO
SANTA
VEGGENTE E APOSTOLA DELLA DIVINA MISERICORDIA
- A cura
del Programma Lituano -
VILNIUS. = Diffondere il culto della Divina Misericordia:
è questa, la principale finalità del progetto di restauro edilizio a Vilnius, in Lituania, della casa
dove visse
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4 giugno 2006
- A cura di Eugenio
Bonanata -
Domenica
di sangue in Iraq, dove almeno una quarantina di persone sono morte in seguito
a diversi attentati. Solo ieri sera l’esplosione di un
autobomba in un mercato di Bassora aveva provocato 28 morti. Intanto il
parlamento iracheno ha rinviato l’attesa riunione, che avrebbe dovuto nominare
i ministri mancanti. Il nostro servizio:
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Il
bollettino della violenza a fine mattinata è davvero
elevato. I primi attacchi si sono registrati quando
era ancora notte. A Bassora, la capitale petrolifera del Paese, la polizia ha
ingaggiato uno scontro a fuoco con i ribelli in una moschea sciita. Le
dinamiche non sono chiare, ma almeno 12 persone hanno perso la vita. Lo scontro
è avvenuto a poche ore e poca distanza dall’affollato mercato in cui ieri
l’esplosione di un’autobomba ha fatto altre 28 vittime. Il
tutto tre giorni dopo che il premier al
Maliki aveva imposto in città lo stato di
emergenza. In mattinata, ad un centinaio di chilometri
da Bagdad i ribelli hanno organizzato un finto posto
di blocco fermando gli automobilisti e dando luogo ad una vera esecuzione di massa.
Secondo le frammentarie informazioni sarebbero più di una ventina i civili uccisi.
Resta invece incerta la sorte dei quattro diplomatici dell’ambasciata russa rapiti
ieri a Bagdad. Le autorità irachene hanno infatti smentito la notizia del loro rilascio diffusa ieri.
Intanto sul piano politico il parlamento ha rinviato a data da destinarsi la prevista
riunione che avrebbe dovuto approvare i nomi del ministro degli Interni e della
Difesa. Secondo il vicepresidente del parlamento il rinvio è necessario per dare
al premier al Maliki il tempo di trovare due nomi di
ampio consenso.
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Se gli
Stati Uniti compiranno una “mossa sbagliata” nei confronti dell’Iran a proposito
del suo programma nucleare, saranno messe a repentaglio le forniture petrolifere
provenienti dalla regione. Il duro monito arriva dall’ayatollah Khamenei, suprema guida spirituale iraniana, che ha parlato
in occasione del 17esimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini. Ieri intervenendo sulla crisi nucleare iraniana,
la Santa Sede aveva invocato tutti i soggetti in campo ad impiegare le strade
della diplomazia e del dialogo per superare le difficoltà. Intanto, dopo la
proposta di mediazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il presidente
iraniano Ahmadinejad ha ribadito ancora una volta che
l’Iran non abbandonerà le proprie ricerche nucleari.
Il
primo ministro israeliano Olmert è partito alla volta
di Sharm el Sheikh dove incontrerà e il presidente egiziano Mubarak. Secondo le previsioni al centro del vertice ci sarà
il rilancio dei colloqui con i Palestinesi. Tuttavia sull’incontro pesa
l’incidente di avvenuto due giorni fa al confine fra i due Paesi, quando, in
condizioni poco chiare, l’esercito israeliano ha ucciso due agenti egiziani.
Secondo la radio militare israeliana in queste condizioni è a rischio la
conferenza stampa congiunta.
Sul
versante palestinese a Rafah, nella Striscia di Gaza,
si registrano nuovi scontri fra miliziani di al-Fatah,
fedeli al presidente Abu Mazen,
e quelli di Hamas. Intanto il dispiegamento nella città di Java, in Cisgiordania, di una nuova forza di pronto intervento legata
ad al-Fatha, rischia di accrescere la tensione fra le
due fazioni.
Ancora
violenze in Afghanistan, dove una quarantina di miliziani dei Taleban sono rimasti uccisi nel sud del Paese ultimi
scontri con l'esercito regolare. Stamani nella città di Kandahar
lo scoppio di un’autobomba ha provocato la morte di 3 civili, oltre quella del
kamikaze. Lo ha reso noto il portavoce della polizia locale, precisando che
l’esplosione è avvenuta poco dopo il passaggio di un convoglio canadese.
Intanto il presidente Hamid Karzai
ha destituito i vertici della polizia afghana dopo
che nei giorni scorsi a Kabul un incidente stradale si è trasformato in una rivolta
anti-americana costata la vita a una decina di persone.
Nella
Repubblica Ceca il partito di destra dei Democratici Civici (ODS) ha vinto le
elezioni legislative di ieri aggiudicandosi, con il 35,38 per cento dei voti,
81 dei 200 seggi della Camera dei deputati. Questo risultato rende però
difficile realizzare una solida coalizione di governo con i cristiano
democratici – che hanno conquistato 13 seggi - e con i verdi – che ne hanno
avuti 6 -. Ai Socialdemocratici (CSSD) del premier uscente Paorubek
con il 32 per cento dei voti sono andati 74 seggi, mentre ai comunisti 26. Il
capo dello Stato Vaclav Klaus
domani incontrerà il Partito dei Democrati Civici del
leader Topolanek per cominciare a discutere della
formazione del nuovo governo.
Urne aperte oggi in Perù per il ballottaggio presidenziale
tra il socialdemocratico Alan Garcia
ed il nazionalista Ollanta Humala.
Per evitare disordini almeno 90 mila poliziotti e 60 mila soldati sono stati
dislocati in tutto il Paese. I 16 milioni di elettori avranno tempo fino a
questa sera, ora italiana, per esprimere la propria preferenza. Per i primi risultati
ufficiali bisognerà attendere in nottata.
In una
sessione straordinaria il Parlamento del Montenegro ha proclamato ieri sera l’indipendenza
del Paese dalla Serbia. La decisione ratifica la scelta dei cittadini, che nei
giorni scorsi hanno approvato la secessione con il referendum. In questo modo nasce
un nuovo Stato dei Balcani. In un comunicato reso
noto oggi, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap
De Hoop Scheffer, ha invitato
“Belgrado e Podgorica ad aprire negoziati diretti”
sui rapporti futuri tra la stessa NATO ed i due Paesi.
Ad una
settimana dal sisma che ha sconvolto l’Isola di Giava,
restano drammatiche le condizioni degli sfollati e soprattutto dei bambini.
Gruppi di soccorritori sono impegnati nella consegna di migliaia di kit
igienici per le famiglie e nella distribuzione di generatori di corrente e di
cisterne per l’acqua presso le strutture sanitarie. Per i medici le cattive
condizioni igieniche e il fatto che molti sfollati si siano rifugiati nei
pollai rischiano di favorire la diffusione dell’influenza aviaria e di altri
virus. Intanto, il monte Derapi, uno dei vulcano più attivi
del Mondo, ha ripreso con vigore la sua attività.
A Timor
Est si registrano ancora sporadici episodi di violenza. Stamani il contingente
straniero - composto da forze australiane,
neozelandesi, portoghesi e malesi - è intervenuto nella capitale Dili per sedare uno scontro fra bande rivali. Ieri il
ministro degli esteri australiano aveva chiesto
l’intervento di una forza di polizia delle Nazioni Unite per ripristinare
l’ordine nell’Isola.
Rilasciati
in Nigeria tutti gli otto dipendenti occidentali di
compagnie petrolifere straniere, rapiti venerdì scorso. La liberazione è
avvenuta in due riprese: prima sono stati liberati due ostaggi e dopo qualche
ora i rimanenti sei. Secondo le autorità britanniche tutti sono in buone
condizioni di salute.
Le
forze di sicurezza egiziana hanno arrestato altri due sospetti per gli attentati
di aprile che hanno fatto 20 morti a Dahab, sul Mar
Rosso. Lo riferiscono fonti di sicurezza egiziane. Nei giorni scorsi il ministero
dell’Interno aveva annunciato l’uccisione di altri tre uomini ricercati per lo
stesso attentato. In tutto sono dieci sospetti uccisi dalla polizia in relazione
all’attacco di Dahab.
In Cile
prosegue la mobilitazione degli studenti contro la legge sull’istruzione voluta
da Augusto Pinochet, che aveva decretato
una forte disuguaglianza tra scuole pubbliche e private. Rifiutate le proposte
della presidente Bachelet, gli studenti hanno proclamato
un nuovo sciopero per domani; tra le altre richieste, anche i biglietti dei bus
gratis.
In Cina un aereo militare che
trasportava una quarantina di persone si è schiantato nella parte orientale del
Paese. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina, senza fornire ulteriori particolari
sulle modalità dell’incidente e sul numero delle vittime. I soccorritori - riferisce l'agenzia
- sono giunti sul luogo della sciagura mentre le autorità,
che hanno transennato l’area, hanno aperto un’inchiesta. Secondo alcuni testimoni sentiti dalla BBC, la coda dell’aereo avrebbe
toccato le cime di piante di bambù prima di precipitare
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