RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 155  - Testo della trasmissione di domenica 4  giugno 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Pentecoste segno di “comunione” e di amore” più forte della “confusione” e delle divisioni provocate dall’uomo. Lo ha affermato Benedetto XVI durante la Messa solenne in Piazza San Pietro. Nuovo saluto del Papa ai membri dei Movimenti ecclesiali incontrati ieri

 

Proteggere la vita e il creato dagli abusi attingendo alla fonte della vita vera: così Benedetto XVI alle 400 mila persone giunte in Vaticano per il secondo raduno mondiale dei Movimenti ecclesiali, nella veglia di Pentecoste

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Sei giorni ai mondiali di calcio di Germania 2006. Anche la Chiesa locale coinvolta nella grande kermesse sportiva: ce ne parla mons. Aldo Giordano

 

Continua l’ondata di immigrati africani sulle coste delle Canarie: nove Paesi europei hanno promesso aiuto a Madrid. Intervista con Juan Antonio Corujo

 

Opere immortali della lirica in scena all’Arena di Verona per l’84.ma edizione del Festival della città scaligera, dal 24 giugno al 27 agosto. Con noi, Claudio Orazi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Tradotta in lingua coreana l’enciclica di Benedetto XVI, “Deus caritas est”

 

Messaggio dell’arcivescovo di Bangalore, in India, mons. Bernard Blasius Moras, per l’incontro promosso in questi giorni dall’associazione “Respect for Life India Movement

 

Nell’odierno 17.mo anniversario del massacro di Piazza Tiananmen, a Pechino, isolate dimostrazioni di protesta nel luogo dove centinaia di giovani cinesi vennero uccisi, mentre manifestavano per la democrazia nel Paese

 

Grande celebrazione, ieri in Uganda, in ricordo dei martiri di Namugongo, protettori dall’Africa moderna

 

Avviato a Vilnius, in Lituania, il restauro la casa di suor Faustina Kowalska, santa veggente e apostola della Divina Misericordia

 

24 ORE NEL MONDO:

Domenica di sangue in Iraq. Una quarantina i morti in diversi episodi di violenza

 

L’Iran minaccia di bloccare il flusso del greggio se gli USA sbaglieranno mosse sul negoziato per il nucleare

 

Vittoria della destra alle parlamentari nella Repubblica Ceca. Elezioni anche in Perù per la scelta del nuovo capo dello Stato

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 giugno 2006

 

LA PENTECOSTE SEGNO DI “COMUNIONE” E DI AMORE”

PIU’ FORTE DELLA “CONFUSIONE” E DELLE DIVISIONI PROVOCATE DALL’UOMO.

LO HA AFFERMATO BENEDETTO XVI

DURANTE LA MESSA SOLENNE IN PIAZZA SAN PIETRO. NUOVO SALUTO DEL PAPA

AI MEMBRI DEI MOVIMENTI ECCLESIALI INCONTRATI IERI

 

E’ lo Spirito Santo il “vero protagonista della Chiesa”. E’ lui che le permette di attraversare la storia e arricchirla “di bontà, di giustizia, di pace”, e non solo accurate e intelligenti strategie pastorali. Benedetto XVI ha celebrato con questi pensieri la solennità della Pentecoste, durante la Messa presieduta questa mattina in Piazza San Pietro davanti a circa 100 mila fedeli. E i presenti hanno riservato al Papa un abbraccio caloroso simile a quello salito ieri dalle centinaia di migliaia di partecipanti alla veglia di Pentecoste, animata dai Movimenti ecclesiali che il Papa ha di nuovo salutato con affetto al momento del Regina Coeli. La cronaca della mattinata nel servizio di Alessandro De Carolis.

                  

**********

La storia della Salvezza ha due “snodi”, dove il primo fa stagliare meglio l’importanza del secondo: la torre di Babele e la Pentecoste. Orgoglio e divisioni con la prima, lingue e umanità gettati nella “confusione”. Luce e carità con la discesa dello Spirito Santo, che al contrario genera la “comunione”. L’insegnamento di Benedetto XVI sulla solennità liturgica odierna, che conclude il ciclo Pasquale, arriva ad una folla che unisce idealmente in un unico momento la celebrazione della Pentecoste con la lunga vigilia di ieri, segnata dall’incontro del Papa con i Movimenti ecclesiali.

 

(canto)

 

Anche stamattina in almeno 100 mila sono affluiti verso Piazza San Pietro. Bandiere, striscioni e cappellini hanno colorato oggi come ieri l’emiciclo del colonnato del Bernini: una festa d’insieme che ha dato un volto visibile a quel “restare insieme” messo in risalto dal Pontefice all’omelia, introdotta dalla scena del Cenacolo e più ancora dal ricordo delle parole di Gesù agli Apostoli, il giorno dell’Ascensione: la raccomandazione di “non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre. “Restare insieme – ha affermato Benedetto XVI - fu la condizione posta da Gesù per accogliere il dono dello Spirito Santo; presupposto della loro concordia fu una prolungata preghiera”:

 

“Troviamo in tal modo delineata una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Si pensa talora che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla successiva intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa. Le radici del nostro essere e del nostro agire stanno nel silenzio sapiente e provvido di Dio”.

 

Le lingue di fuoco che scendono su Maria e gli Apostoli, ha proseguito il Papa, sanciscono l’estensione dell’antico Patto di Dio con Israele a tutti i popoli della terra, senza più, ha sottolineato, “alcuna frontiera né di razza, né di cultura, né di spazio né di tempo”. “A differenza di quanto era avvenuto con la torre di Babele – ha osservato il Pontefice - quando gli uomini, intenzionati a costruire con le loro mani una via verso il cielo, avevano finito per distruggere la loro stessa capacità di comprendersi reciprocamente, nella Pentecoste”, ha ribadito:

 

“Lo Spirito, con il dono delle lingue, mostra che la sua presenza unisce e trasforma la confusione in comunione. L’orgoglio e l’egoismo dell’uomo creano sempre divisioni, innalzano muri d’indifferenza, di odio e di violenza. Lo Spirito Santo, al contrario, rende i cuori capaci di comprendere le lingue di tutti, perché ristabilisce il ponte dell’autentica comunicazione fra la Terra e il Cielo. Lo Spirito Santo è l’Amore”.

 

 Inizia così l’avventura della Chiesa, “che è cattolica e missionaria fin dal suo nascere”. E per confortare i discepoli provati dal distacco, Gesù, ha concluso il Papa, assicura che tornerà e, “nel frattempo” non riabbandonerà, non li lascerà orfani”:

 

“Questo è il mistero della Pentecoste: lo Spirito Santo illumina lo spirito umano e, rivelando Cristo crocifisso e risorto, indica la via per diventare più simili a Lui, essere cioè ‘espressione e strumento dell’amore che da Lui promana’”. 

 

Al Regina Coeli, recitato immediatamente dopo la conclusione della Messa, Benedetto XVI si è soffermato sui “doni gerarchici e carismatici”, con i quali, da duemila anni, lo Spirito Santo “dirige e abbellisce” la Chiesa. Un riconoscimento esplicito riferito alla varietà delle esperienze rappresentate dai Movimenti e dalle nuove Comunità incontrate durante la veglia di ieri:

 

“Tra le realtà suscitate dallo Spirito nella Chiesa vi sono i Movimenti e le Comunità ecclesiali, che ieri ho avuto la gioia di incontrare in questa Piazza, in un grande raduno mondiale. Tutta la Chiesa, come amava dire il Papa Giovanni Paolo II, è un unico grande movimento animato dallo Spirito Santo, un fiume che attraversa la storia per irrigarla con la grazia di Dio e renderla feconda di vita, di bontà, di bellezza, di giustizia, di pace”.

 

(canto)

**********

 

 

PROTEGGERE LA VITA E IL CREATO DAGLI ABUSI

ATTINGENDO ALLA FONTE DELLA VITA VERA:

COSI’ BENEDETTO XVI ALLE 400 MILA PERSONE GIUNTE IN VATICANO

PER IL SECONDO RADUNO MONDIALE DEI MOVIMENTI ECCLESIALI,

NELLA VEGLIA DI PENTECOSTE

 

“I Movimenti nascono dalla sete della vita vera”. Così dunque il Papa ha parlato ieri durante l’affollata veglia di Pentecoste celebrata in Piazza San Pietro alla presenza di oltre 400 mila persone, appartenenti ai Movimenti e alle nuove comunità ecclesiali. “Dove non scorre più la vera fonte della vita, dove soltanto ci si appropria della vita invece di donarla – ha affermato Benedetto XVI – là si è disposti a escludere la vita inerme non ancora nata”, “là facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga, nella grande illusione”. La cronaca del lungo pomeriggio di festa e preghiera in Piazza San Pietro, nel servizio di Paolo Ondarza:

 

**********

(canto)

 

Multiformita’ ed unità sono inseparabili tra loro. Così Benedetto XVI in un passaggio della sua omelia per la veglia di Pentecoste celebrata in Piazza San Pietro di fronte al popolo dei Movimenti e delle nuove comunità. Il Papa ha voluto salutare tutti percorrendo in auto l’intero tratto di via della Conciliazione. “Lo Spirito nei suoi doni è multiforme – ha detto il Pontefice – soffia dove vuole”:

 

“Egli vuole la vostra multiformità, e vi vuole per l'unico corpo. Non ci toglie la fatica di imparare il modo di rapportarci vicendevolmente. Prendete parte all'edificazione dell'unico corpo!”.

 

Ma cos’è lo Spirito Santo? Come riconoscerlo? L’intera creazione – ha detto il Papa – proviene da esso. “Dobbiamo considerarla come un dono affidatoci, non per la distruzione”. “Di fronte alle molteplici forme di abuso della terra” – ha detto il Santo Padre – la creazione e la storia attendono uomini e donne che siano realmente figli di Dio. “Lo Spirito Santo che viene da Dio ci porta vita e libertà”, ha aggiunto:

 

“I Movimenti sono nati proprio dalla sete della vita vera; dove soltanto ci si appropria della vita invece di donarla, là è poi in pericolo anche la vita degli altri; là si è disposti a escludere la vita inerme non ancora nata, perché sembra togliere spazio alla propria vita. Se vogliamo proteggere la vita, allora dobbiamo soprattutto ritrovare la fonte della vita”.

 

“La vera libertà” non è fare tutto quello che si vuole – ha spiegato Benedetto XVI – ma si dimostra nella responsabilità:

 

I Movimenti ecclesiali vogliono e devono essere scuole di questa libertà vera. In questo mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l'ambiente e l'uomo, vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera; dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi e quanto è bello essere veramente liberi nella vera libertà dei figli di Dio”.

 

Le parole del Papa sono state più volte interrotte da applausi e cori. Un’esuberanza di gioia che ha fatto da leitmotiv al lungo pomeriggio iniziato tre ore prima dell’arrivo di Benedetto XVI con  canti e testimonianze. Particolarmente toccanti e ancora vive le parole di Giovanni Paolo II, che una registrazione dello storico incontro con i Movimenti del 30 maggio 1998 ha fatto risuonare ancora una volta nel “cenacolo a cielo aperto” radunato in Piazza San Pietro:

 

“A tutti voi voglio gridare:Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine ed obbedienza i carismi!’”.

 

Una Chiesa, tanti i carismi per una Chiesa. Di apostolato, in un mondo dimentico di Dio ha parlato Maria Luigia Corona, della Comunità Missionaria di Villaregia:

 

“Non c’è niente di più orribile che usare il nome di Dio, che è amore, per commettere violenza. Siamo pronti a portare la luce di Cristo in tutti gli ambienti!”.

 

La gioia è stata al centro delle parole del coordinatore nazionale del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez:

 

“Non si dica che la nostra gioia è allegria esteriore! La gioia cristiana è olio di letizia sulle ferite del mondo!”.

 

Impegno all’unità nella diversità, quello dei Focolari, nel messaggio di Chiara Lubich, letto da Graziella De Luca:

 

“A lei, Santità, vogliamo assicurare che la collaborazione e la comunione tra i Movimenti continuerà affinché, nella piena comunione ed obbedienza con lei, si lavori per l’attuazione degli stessi scopi voluti da Gesù: prima di tutto, l’unità”.

 

Nell’esperienza della comunità di Sant’Egidio, raccontata da Andrea Riccardi, l’aiuto della preghiera per la debolezza dell’uomo e l’attenzione di Dio alle situazioni umane più disperate:

 

“Le vite umane non scorrono dimenticate! Penso in questo momento all’Africa, ma ho anche in mente i poveri, la cui casa è spesso un mondezzaio. Dio non è indifferente! Lo abbiamo visto!”.

 

Kiko Argüello, fondatore del Movimento neocatecumenale, ha esortato a perseverare nel combattimento spirituale della fede:

 

“Nell’Apocalisse si dice che l’Agnello sgozzato vince la bestia. Perché i cristiani diventino questo Agnello, hanno bisogno dei carismi”.

 

Quando lo Spirito soffia, trasforma la vita e l’umanità non resta indifferente. Don Julian Carrón, presidente della fraternità di Comunione e Liberazione:

 

“Soltanto una cosa potrà destare in coloro che incontreremo nella vita il desiderio di venire con noi: il vedere realizzarsi in noi la promessa di Cristo!”.

 

Ha dato voce alle 400 mila persone in piazza mons. Stanislaw Rilko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici che, rivolto al Papa, ha detto: “La Chiesa può contare sui Movimenti, pronti per la missione”.

 

(canto)

**********

 

Molte, dunque, le esperienze di fede e le sensibilità spirituali delle centinaia di migliaia di giovani e adulti presenti al grande raduno di ieri. Isabella Piro ha raccolto alcune testimonianze dal vivo:

 

**********

D. – Perché hai deciso di partecipare a questa giornata?

 

R. – Perché è sempre un momento di festa quello di incontrarsi con altri Movimenti. E’ il momento in cui sentiamo la famiglia della Chiesa che si unisce: rinnoviamo quel momento della discesa dello Spirito Santo tra i primi che hanno seguito Gesù. Ogni volta, anche per noi, vuol dire rinnovare questa realtà dello Spirito Santo.

 

R. – Perché qui c’è il massimo della gioia.

 

R. – Perché in questo mondo, dove forse si vede poco anche l’amore, essere qui tutti insieme ci dà coraggio, ci dà forza e ci fa sentire che Gesù è vivo, è una persona viva e che la fede è qualcosa che è viva e che ci può cambiare la vita.

 

R. – Per testimoniare anche noi anziani che riconosciamo il nostro Gesù Cristo, come tutti gli altri, come i giovani. Vogliamo seguire i giovani e i giovani devono seguire noi.

 

R. – Significa essere Chiesa attorno al Papa.

 

D. - Come seguire, nella vita di tutti i giorni, gli insegnamenti dello Spirito Santo?

 

R. – Cercando di ascoltare quello che Dio vuole da te in quel momento.

 

R. – Vivere quella parola del Vangelo che dice che tutti siano uno attraverso l’amore reciproco e scambievole e fare in modo che l’amore non rimanga fine a se stesso, ma che sia talmente forte e coinvolgente da avere una risposta dall’altro nella reciprocità.

 

R. – Restare fedeli a questo dono che abbiamo ricevuto: Gesù.

 

D. - Cosa significa, per te, appartenere ad un Movimento ecclesiale?

 

R. – Direi che, anche dal punto di vista umano, è la realizzazione completa di una persona, perché tu scopri attraverso una spiritualità che puoi vivere il Vangelo nella vita di tutti i giorni, ovunque ti trovi.

 

R. – Mi ha insegnato che abbiamo una vita sola, che dobbiamo spenderla bene, rendendo grazie all’eterno Padre per tutti questi doni che ci ha dato.

 

R. – Penso che lì ho incontrato Dio, che ha dato senso alla mia vita.

 

R. – Sentire che si cammina insieme come popolo verso Gesù.

 

R. – Essere parte di uno di questi fiori del giardino della Chiesa e insieme agli altri fare più bella la Chiesa.

 

R. – Aver scoperto che Dio è amore e che mi ama immensamente.

**********

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

4 giugno 2006

 

SEI GIORNI AL VIA DEI MONDIALI DI CALCIO DI GERMANIA 2006.

ANCHE LA CHIESA LOCALE COINVOLTA NELLA GRANDE KERMESSE SPORTIVA

- Intervista con mons. Aldo Giordano -

 

Meno di una settimana separa l’attesa di milioni di sportivi dall’apertura dei Campionati mondiali di calcio di Germania 2006, un evento che coinvolge l’intero panorama internazionale non solo sportivo. Si parte da Monaco, dove il 9 giugno, alle ore 18.00, si incontreranno la Germania e il Costa Rica. Atto conclusivo, la finale di Berlino, alle ore 21.00 di domenica 9 luglio. Tutto è pronto, dunque, per far partire quello che è considerato uno dei massimi eventi agonistici del mondo, che ha messo a dura prova il Paese organizzatore e che, per un mese, coinvolgerà tutte le realtà locali, anche quelle ecclesiali. Su questo aspetto Luca Collodi ha intervistato mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee:

 

**********

R. – Sarà una grande occasione di esperienza delle due tradizioni ecclesiali presenti in Germania: quella cattolica e quella evangelica. Di fatti già il 9 giugno, all’apertura dei giochi, ci sarà nel Duomo di Monaco, una solenne celebrazione ecumenica presieduta dal cardinale Lehmann, e dal vescovo Huber, per le Chiese evangeliche della Germania. Credo che per tutto il mondo sarà anche l’occasione per sperimentare, in un Paese, la riuscita della collaborazione ecumenica e anche le difficoltà che ancora esistono.

 

D. – Ci sembra molto importante, mons. Giordano, accompagnare l’apertura dei Campionati del mondo di calcio in Germania proprio con questo incontro ecumenico a Monaco.  Può essere una chiave di lettura di questi mondiali di calcio?

 

R. – Sì, perché questo evento che nasce dalla comunione di Chiese diverse vuole essere anche un richiamo al vero senso di un campionato di calcio. Le Chiese sono interessate a dire che questo evento deve essere un incontro tra culture, tra popoli, deve essere un’esperienza di pace e deve essere un’esperienza di festa, di vero spirito sportivo, di gioco autentico. Allora, il fatto che le Chiese vogliono essere presenti insieme richiama proprio questo senso, che è anche espresso dal motto dei campionati che dice: “il mondo, ospite presso amici”. Questo campionato può essere l’occasione per far crescere l’amicizia tra i popoli. Nello stesso tempo però le Chiese vogliono anche richiamare un altro aspetto e cioè il fatto che nel mondo esistono i poveri, esistono le ingiustizie, esiste l’odio, esistono le grandi sofferenze. Quindi un fatto così sportivo da una parte deve essere una grande festa; dall’altra, però, deve essere un luogo di sensibilizzazione per le ferite dell’umanità.

 

D. – C’è, però, anche un fronte sociale. C’è un impegno della Chiesa tedesca per limitare alcune decisioni che, a quanto pare, sembrano prese e che riguardano l’attività della prostituzione. Anche su questo punto la Chiesa fa una riflessione molto precisa…

 

R. – E’ stata trasmessa la notizia che addirittura 40 mila giovani donne sarebbero state impegnate per una forma di prostituzione forzata durante i mondiali. Queste giovani ragazze naturalmente vengono soprattutto dell’Est. Questo è uno scandalo che le Chiese vogliono affrontare con tutte le loro forze, perché è un vero segno di decadenza della nostra Europa e non è sopportabile. Quindi, le Chiese cercheranno in tutti i modi – se questa notizia si conferma – di ottenere una reazione da parte dei politici, da parte degli organizzatori, soprattutto da parte dell’opinione pubblica. Sarebbe interessante che veramente, da parte di tutte le donne e di tutti gli abitanti dell’Europa, ci fosse una forte reazione. Sarebbe un segnale che l’Europa vuole fare un salto di qualità e non accetta più certe forme che veramente indicano una decadenza, indicano che nostro continente perde la sua vocazione che ha nei confronti del mondo.

 

D. – Iniziative che andrebbero ad intaccare in modo devastante lo spirito sportivo su cui si basa un Campionato del mondo di calcio…

 

R. – Veramente, perché qui è lo sfruttamento più basso delle persone e quindi sarebbe proprio contrario sia a qualunque spirito di festa, sia a qualunque spirito di rispetto della dignità della persona.

**********

 

 

CONTINUA L’ONDATA DI IMMIGRATI AFRICANI SULLE COSTE DELLE CANARIE:

NOVE PAESI EUROPEI HANNO PROMESSO AIUTO A MADRID

- Intervista con Juan Antonio Corujo -

 

Non si ferma l’ondata di immigrati clandestini sulle coste delle Canarie. Lunedì scorso altri 730 subsahariani sono sbarcati nell’arcipelago al largo dell’Africa occidentale, stabilendo un nuovo record di arrivi. Dall’inizio dell’anno, oltre 7 mila persone sono approdate con imbarcazioni clandestine su queste isole della Spagna. E sono centinaia le vittime di tale esodo. Madrid ha annunciato di aver ottenuto l'aiuto di nove Paesi europei, fra cui l'Italia, per pattugliare le coste africane. Il boom degli sbarchi è cominciato dopo che Spagna e Marocco hanno messo sotto stretto controllo la rotta diretta verso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla. A scegliere il pericoloso viaggio nell’Oceano Atlantico sono soprattutto cittadini del Senegal, del Mali e di altri Paesi africani. Ma in quali condizioni arrivano alle Canarie? Andrea Cocco lo ha chiesto a Juan Antonio Corujo, responsabile della Croce Rossa locale:

 

**********

R. – LO QUE HA SUCEDIDO…

E’ accaduto che la gente abbia iniziato a partire da molto più a sud. Dalle coste meridionali della Mauritania o dal Senegal. Questo ha comportato un drastico allungamento dei tempi di navigazione e il conseguente deterioramento delle condizioni fisiche per chi intraprende il viaggio a causa della lunga permanenza in mezzo all’Atlantico e delle condizioni penose del viaggio. Quando le persone vengono soccorse sono in condizioni pessime, denutrite, affaticate e doloranti a causa della posizione che devono mantenere nelle imbarcazioni. Si tratta di barche molto fragili che possono naufragare in qualsiasi momento.

 

D. – Quali sono le maggiori difficoltà una volta che queste persone arrivano alle Canarie?

 

R. – EL MOMENTO EN QUE LLEGAN…

Quando arrivano sulla spiaggia o al porto, provvediamo a fornire cure sanitarie di base, coperte e primi generi alimentari. Ma si tratta di ingressi irregolari e la polizia spagnola una volta forniti i primi soccorsi conduce queste persone nei commissariati per l’identificazione. Poi c’è il trasferimento nei centri di internamento e da lì l’espulsione verso i Paesi d’origine o l’ammissione in Spagna. L’arrivo in massa di queste piccole imbarcazioni ha portato al sovraffollamento dei centri. Il governo ha dovuto aprire due centri temporanei per gestire le persone che sono arrivate in questi ultimi due mesi.

 

D. – Parlamento delle Canarie ha chiesto un intervento della Marina per blindare le frontiere, mentre il governo centrale di Madrid sta lavorando ad un piano speciale per l’Africa con il proposito di fermare sul nascere queste partenze. Qual è la sua opinione su queste proposte?

 

R. – LA GRAN CRISI…

La grande crisi umanitaria che colpisce il mondo e, in particolare, le difficoltà che vive il continente africano non conoscono frontiere né ostacoli. Che un Paese blindi le sue frontiere non solo non costituisce una soluzione ma complica e mette probabilmente ancora più a rischio la vita delle persone che intraprendono la via dell’oceano. Pensiamo che il principio del controllo delle frontiere e della sicurezza del territorio di ogni Stato è valido fino a quando non si violi la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, che sancisce un trattamento dignitoso e il diritto delle persone a muoversi. Se si parla di un Piano speciale per l’Africa, bisogna che segua questa linea: lavorare per favorire lo sviluppo a lungo termine di questi Paesi. A cominciare dalla revisione del debito estero che tali Paesi hanno. Qualsiasi strategia diversa porterà pane, per oggi, e fame, per domani.

**********

 

 

OPERE IMMORTALI DELLA LIRICA IN SCENA ALL’ARENA DI VERONA

PER L’84.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL SCALIGERO, DAL 24 GIUGNO AL 27 AGOSTO

 

E’ stata presentata nei giorni scorsi, a Roma, l’84.ma edizione del Festival lirico dell’Arena di Verona che si svolgerà nella città scaligera dal 24 giugno al 27 agosto. Nel teatro più grande e antico del mondo si susseguiranno nel corso dell’estate titoli famosi e famosi cantanti alla ricerca di nuovo pubblico e di rinnovati consensi. Il servizio è di Luca Pellegrini.

 

**********

(musica)

 

Risonanze antiche per uno spettacolo inaugurale all’Arena di Verona che sarà scenograficamente spoglio, ma registicamente accuratissimo: è la “Cavalleria Rusticana”, nella tradizionale accoppiata con i “Pagliacci”, ad inaugurare quest’anno la stagione lirica dell’Anfiteatro veronese, per mettere così in risalto tutta la sua bimillenaria storia e tutta la forza espressiva del dittico verista. Grandi numeri, grandi nomi e grandi titoli, come sempre. Il nome è quello di Franco Zeffirelli, che ritorna con le sue “Aida”, “Carmen” e “Madama Butterfly”; il canto è affidato a tante voci sulle quali emerge quella di Fiorenza Cedolins, la “voce” dell’Arena del Terzo Millennio, che sarà impegnata in una nuova, spettacolare “Tosca” affidata alle cure di Hugo de Ana. Sul podio, Daniel Oren e il nuovo direttore musicale della Fondazione, il cinese Jia. Attese e speranze per un cartellone di classe che cerca di coniugare qualità e risparmio guardando al futuro, come spiega il sovrintendente Claudio Orazi:

 

R. – Guardiamo in avanti, questo è lo spirito. Guardiamo in avanti con fiducia ad una stagione che si apre il 24 giugno, dalla quale mi aspetto, intanto il ritorno di un grande pubblico, perchè ci sono segnali molto importanti per quanto riguarda le prenotazioni. Quindi, un grande pubblico che ritorna in Arena, dopo alcuni anni. Siamo fiduciosi e presentiamo, credo, un cartellone di grande rilievo, importante dal punto di vista musicale, importante per gli spettacoli. E’ un teatro che può essere senz’altro un teatro d’arte e di cultura, seppure nella sua dimensione e natura popolare, come è popolare l’Arena di Verona. Io credo molto nel fatto che possano essere rappresentati spettacoli particolarmente preziosi e curati da questo punto di vista. I teatri si salvano soprattutto dall’interno, si salvano soprattutto con un rinnovato spirito di squadra, uno spirito di corpo che consenta effettivamente di avere a cuore questo mestiere che noi facciamo, che è un mestiere sicuramente privilegiato perchè ci occupiamo di arte e di cultura, e che merita di essere preservato a partire dall’interno dei teatri.  

 

(musica)

**********

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

4 giugno 2006

 

TRADOTTA IN LINGUA COREANA L’ENCICLICA DI BENEDETTO XVI, DEUS CARITAS EST

 

SEUL. = Sarà accessibile a tutti i cittadini di lingua coreana il messaggio dell’amore di Dio, contenuto e spiegato nell’enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est. La Conferenza episcopale della Corea ha reso noto che il testo del magistero pontificio è stato tradotto e pubblicato in coreano. Come riporta l’agenzia Fides, i presuli sono sicuri che l’enciclica sarà un testo apprezzato nel Paese, che riscuoterà l’interesse di credenti e non credenti e che potrà essere un messaggio importante per i fedeli, oltre che un utile strumento di evangelizzazione. La nota dei vescovi coreani è stata inviata a parrocchie, associazioni, scuole e librerie della nazione, che hanno già prenotato numerose copie dell’enciclica. (R.M.)

 

 

LA PROFESSIONE MEDICA SIA DEDICATA A TUTELARE LA VITA: È L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI BANGALORE, MONS. BERNARD BLASIUS MORAS,

NEL SUO MESSAGGIO PER L’INCONTRO PROMOSSO IN QUESTI GIORNI IN INDIA DALL’ASSOCIAZIONE “RESPECT FOR LIFE INDIA MOVEMENT”

 

BANGALORE. = “La professione medica non è più dedicata a tutelare la vita e la cultura della morte lascia intendere che uccidere vite umane sia una soluzione accettabile per i problemi dell’uomo”: è quanto ha denunciato il presidente della Commissione sanitaria della Conferenza episcopale indiana, l’arcivescovo Bernard  Blasius Moras, nel suo messaggio in occasione dell’incontro promosso in questi giorni a Bangalore dall’Associazione “Respect for Life India Movement” (RFLI). “Ci sono nuove sfide che minacciano la vita umana oggi – ha spiegato il presule – crimini come l’aborto e l’eutanasia sono protetti dalla legge e difesi come nuovi diritti”. L’arcivescovo ha evidenziato poi che “la sacralità della vita implica la sua inviolabilità”, citando il quinto comandamento, “Non uccidere”. “E’ necessario ristabilire il rapporto tra vita e libertà, libertà e verità”, ha concluso mons. Moras, sottolineando come l’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II costituisca “la Magna Charta del movimento a favore della vita” e contenga “i temi principali sostenuti dalla Chiesa cattolica riguardo ad essa”. (R.M.)

 

 

NEL 17.MO ANNIVERSARIO DEL MASSACRO DI PIAZZA TIANANMEN, A PECHINO,

ISOLATE DIMOSTRAZIONI DI PROTESTA NEL LUOGO DOVE CENTINAIA DI GIOVANI CINESI VENNERO UCCIS, MENTRE MANIFESTAVANO PER LA DEMOCRAZIA NEL PAESE

 

PECHINO. = Solo qualche isolata dimostrazione di protesta, immediatamente sedata dalla polizia, stamani a Pechino, nel 17.mo anniversario della violenta repressione delle manifestazioni di piazza Tiananmen, che causò la morte di centinaia di giovani. Nel luogo che nel 1989, per due mesi e mezzo, divenne il punto di incontro degli studenti cinesi che chiedevano la democrazia nel Paese, una donna è stata portata via dalla polizia mentre esponeva un poster con delle scritte, apparentemente di carattere politico. E sempre nella mattinata, le forze dell’ordine hanno trattenuto un contadino che tentava di organizzare una protesta, apparentemente non collegata agli avvenimenti del 1989. Intanto, le autorità di Pechino non hanno ancora dato risposta alla lettera aperta con cui, nei giorni scorsi, le “Madri di Tiananmen” hanno rinnovato le loro richieste: la revisione del giudizio di condanna del movimento studentesco conclusosi col massacro del 3-4 giugno 1989; un’inchiesta ufficiale e la punizione dei colpevoli; il risarcimento e l’assistenza per le famiglie delle vittime. Le madri, oltre cento, cercano soprattutto di rintracciare e assistere le famiglie delle persone che furono uccise nella piazza e nei dintorni. Il gruppo ha identificato 186 persone che sono state uccise e 70 ferite. Si tratta ancora, sottolineano le madri, di una “piccola percentuale” di coloro che persero la vita. Nella lettera, si chiedeva anche alle autorità di permettere alle famiglie di commemorare i loro cari. Ancora oggi, infatti, ai parenti delle vittime viene chiesto di comunicare in anticipo quando intendano recarsi al cimitero e agenti sono sempre presenti nei pressi delle sepolture per impedire che i congiunti vengano intervistati dai giornalisti. Nel suo giudizio ufficiale, il Partito comunista cinese ha definito il movimento studentesco del 1989 un “moto controrivoluzionario”. (R.M.)

 

 

GRANDE CELEBRAZIONE, IERI IN UGANDA, IN RICORDO DEI MARTIRI DI NAMUGONGO, PROTETTORI DALL’AFRICA MODERNA, MASSACRATI ALLA FINE DELL’ ‘800

PER ORDINE DEL RE MWANGA

 

KAMPALA. = Una grande celebrazione ha avuto luogo ieri, nei pressi della capitale ugandese, Kampala, per ricordare i martiri di Namugongo, i Santi Carlo Lwanga e i 21 compagni, che insieme a qualche decina di giovani anglicani furono trucidati tra il 1885 e il 1886 per ordine del re Mwanga. Come riporta l’agenzia Misna, decine di migliaia di fedeli hanno assistito alla Messa, concelebrata dai vescovi ugandesi su un isolotto che fronteggia la spianata del Santuario dei martiri, una sorta di arena naturale nella località di Namugongo. Canonizzati nel 1964 da Paolo VI, che li ricordò durante il suo pellegrinaggio in Africa del 1969 con una celebrazione sulle loro tombe, i martiri di Namugongo vengono comunemente considerati i protettori dell’Africa moderna, che malgrado squilibri, guerre e malattie, è capace di generare, attraverso la sua società civile, straordinari testimoni di speranza. “Questi martiri africani – disse Paolo VI – aprono una nuova epoca di rigenerazione cristiana e civile. L’Africa – aggiunse – bagnata dal sangue di questi martiri, primi dell’era nuova (…), risorge libera e redenta”. “La tragedia che li ha divorati – concluse il Pontefice – è talmente inaudita ed espressiva, da offrire elementi rappresentativi sufficienti per la fondazione morale di un popolo nuovo, per la fondazione di una nuova tradizione spirituale”. (R.M.)

 

 

AVVIATO A VILNIUS, IN LITUANIA,

IL RESTAURO LA CASA DI SUOR FAUSTINA KOWALSKA,

SANTA VEGGENTE E APOSTOLA DELLA DIVINA MISERICORDIA

- A cura del Programma Lituano -

 

VILNIUS. = Diffondere il culto della Divina Misericordia: è questa, la principale finalità del progetto di restauro edilizio a Vilnius, in Lituania, della casa dove visse la Santa veggente e apostola della Divina Misericordia, suor Faustina Kowalska. Gli sviluppi del progetto e lo stato dei lavori sono stati oggetto, recentemente, di un incontro tra la  Fondazione e la Comunità della Divina Misericordia con sedi ed enti dell’arcidiocesi di Vilnius, quali la Commissione per l’arte sacra, l’Economato e il Museo diocesano dei beni culturali della Chiesa. Lo stabile in cui si trova la “Casa di Faustina”, in via V. Grybo, 29-a, attualmente è un fatiscente rudere di legno appartenente allo Stato e ceduto in comodato dalla Regione Vilnius alla Fondazione della Divina Misericordia. Nonostante il suo stato, l’abitazione continua ad essere polo di attrazione per numerosissimi fedeli e turisti. I promotori della ristrutturazione della casa hanno convenuto sulle modalità dei futuri lavori, prendendo in considerazione due elementi: le aspettative spirituali dei visitatori e, soprattutto, la volontà di suor Faustina di diffondere il culto della Divina Misericordia. E’ stato dunque stabilito di restaurare la casa, prima appartenuta alla Congregazione delle Suore della Madre della Misericordia, rendendola sì più agevole ai visitatori, ma rispettando fedelmente l’originale struttura architettonica. È stato poi deciso di ricostruire la cella in cui visse suor Faustina. Gli altri vani della casa saranno adattati per incontri di preghiera, conferenze, ritiri spirituali e per il riposo dei pellegrini. Si sta anche valutando la realizzazione di un ingresso più agevole all’abitazione, visto che al momento, per accedervi, i visitatori sono costretti ad attraversare la proprietà confinante di un orfanotrofio.

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

4 giugno 2006

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Domenica di sangue in Iraq, dove almeno una quarantina di persone sono morte in seguito a diversi attentati. Solo ieri sera l’esplosione di un autobomba in un mercato di Bassora aveva provocato 28 morti. Intanto il parlamento iracheno ha rinviato l’attesa riunione, che avrebbe dovuto nominare i ministri mancanti. Il nostro servizio:

 

**********

Il bollettino della violenza a fine mattinata è davvero elevato. I primi attacchi si sono registrati quando era ancora notte. A Bassora, la capitale petrolifera del Paese, la polizia ha ingaggiato uno scontro a fuoco con i ribelli in una moschea sciita. Le dinamiche non sono chiare, ma almeno 12 persone hanno perso la vita. Lo scontro è avvenuto a poche ore e poca distanza dall’affollato mercato in cui ieri l’esplosione di un’autobomba ha fatto altre 28 vittime. Il tutto tre giorni dopo che il premier al  Maliki aveva imposto in città lo stato di emergenza. In mattinata, ad un centinaio di chilometri da Bagdad i ribelli hanno organizzato un finto posto di blocco fermando gli automobilisti e dando luogo ad una vera esecuzione di massa. Secondo le frammentarie informazioni sarebbero più di una ventina i civili uccisi. Resta invece incerta la sorte dei quattro diplomatici dell’ambasciata russa rapiti ieri a Bagdad. Le autorità irachene hanno infatti smentito la notizia del loro rilascio diffusa ieri. Intanto sul piano politico il parlamento ha rinviato a data da destinarsi la prevista riunione che avrebbe dovuto approvare i nomi del ministro degli Interni e della Difesa. Secondo il vicepresidente del parlamento il rinvio è necessario per dare al premier al Maliki il tempo di trovare due nomi di ampio consenso. 

**********

 

Se gli Stati Uniti compiranno una “mossa sbagliata” nei confronti dell’Iran a proposito del suo programma nucleare, saranno messe a repentaglio le forniture petrolifere provenienti dalla regione. Il duro monito arriva dall’ayatollah Khamenei, suprema guida spirituale iraniana, che ha parlato in occasione del 17esimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini. Ieri intervenendo sulla crisi nucleare iraniana, la Santa Sede aveva invocato tutti i soggetti in campo ad impiegare le strade della diplomazia e del dialogo per superare le difficoltà. Intanto, dopo la proposta di mediazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, il presidente iraniano Ahmadinejad ha ribadito ancora una volta che l’Iran non abbandonerà le proprie ricerche nucleari.

 

Il primo ministro israeliano Olmert è partito alla volta di Sharm el Sheikh dove incontrerà e il presidente egiziano Mubarak. Secondo le previsioni al centro del vertice ci sarà il rilancio dei colloqui con i Palestinesi. Tuttavia sull’incontro pesa l’incidente di avvenuto due giorni fa al confine fra i due Paesi, quando, in condizioni poco chiare, l’esercito israeliano ha ucciso due agenti egiziani. Secondo la radio militare israeliana in queste condizioni è a rischio la conferenza stampa congiunta.

 

Sul versante palestinese a Rafah, nella Striscia di Gaza, si registrano nuovi scontri fra miliziani di al-Fatah, fedeli al presidente Abu Mazen, e quelli di Hamas. Intanto il dispiegamento nella città di Java, in Cisgiordania, di una nuova forza di pronto intervento legata ad al-Fatha, rischia di accrescere la tensione fra le due fazioni.

 

Ancora violenze in Afghanistan, dove una quarantina di miliziani dei Taleban sono rimasti uccisi nel sud del Paese ultimi scontri con l'esercito regolare. Stamani nella città di Kandahar lo scoppio di un’autobomba ha provocato la morte di 3 civili, oltre quella del kamikaze. Lo ha reso noto il portavoce della polizia locale, precisando che l’esplosione è avvenuta poco dopo il passaggio di un convoglio canadese. Intanto il presidente Hamid Karzai ha destituito i vertici della polizia afghana dopo che nei giorni scorsi a Kabul un incidente stradale si è trasformato in una rivolta anti-americana costata la vita a una decina di persone.

 

Nella Repubblica Ceca il partito di destra dei Democratici Civici (ODS) ha vinto le elezioni legislative di ieri aggiudicandosi, con il 35,38 per cento dei voti, 81 dei 200 seggi della Camera dei deputati. Questo risultato rende però difficile realizzare una solida coalizione di governo con i cristiano democratici – che hanno conquistato 13 seggi - e con i verdi – che ne hanno avuti 6 -. Ai Socialdemocratici (CSSD) del premier uscente Paorubek con il 32 per cento dei voti sono andati 74 seggi, mentre ai comunisti 26. Il capo dello Stato Vaclav Klaus domani incontrerà il Partito dei Democrati Civici del leader Topolanek per cominciare a discutere della formazione del nuovo governo.

 

Urne aperte oggi in Perù per il ballottaggio presidenziale tra il socialdemocratico Alan Garcia ed il nazionalista Ollanta Humala. Per evitare disordini almeno 90 mila poliziotti e 60 mila soldati sono stati dislocati in tutto il Paese. I 16 milioni di elettori avranno tempo fino a questa sera, ora italiana, per esprimere la propria preferenza. Per i primi risultati ufficiali bisognerà attendere in nottata.

 

In una sessione straordinaria il Parlamento del Montenegro ha proclamato ieri sera l’indipendenza del Paese dalla Serbia. La decisione ratifica la scelta dei cittadini, che nei giorni scorsi hanno approvato la secessione con il referendum. In questo modo nasce un nuovo Stato dei Balcani. In un comunicato reso noto oggi, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap De Hoop Scheffer, ha invitato “Belgrado e Podgorica ad aprire negoziati diretti” sui rapporti futuri tra la stessa NATO ed i due Paesi.

 

Ad una settimana dal sisma che ha sconvolto l’Isola di Giava, restano drammatiche le condizioni degli sfollati e soprattutto dei bambini. Gruppi di soccorritori sono impegnati nella consegna di migliaia di kit igienici per le famiglie e nella distribuzione di generatori di corrente e di cisterne per l’acqua presso le strutture sanitarie. Per i medici le cattive condizioni igieniche e il fatto che molti sfollati si siano rifugiati nei pollai rischiano di favorire la diffusione dell’influenza aviaria e di altri virus. Intanto, il monte Derapi, uno dei vulcano più attivi del Mondo, ha ripreso con vigore la sua attività.

 

A Timor Est si registrano ancora sporadici episodi di violenza. Stamani il contingente straniero - composto da forze australiane, neozelandesi, portoghesi e malesi - è intervenuto nella capitale Dili per sedare uno scontro fra bande rivali. Ieri il ministro degli esteri australiano aveva chiesto l’intervento di una forza di polizia delle Nazioni Unite per ripristinare l’ordine nell’Isola.

 

Rilasciati in Nigeria tutti gli otto dipendenti occidentali di compagnie petrolifere straniere, rapiti venerdì scorso. La liberazione è avvenuta in due riprese: prima sono stati liberati due ostaggi e dopo qualche ora i rimanenti sei. Secondo le autorità britanniche tutti sono in buone condizioni di salute.

 

Le forze di sicurezza egiziana hanno arrestato altri due sospetti per gli attentati di aprile che hanno fatto 20 morti a Dahab, sul Mar Rosso. Lo riferiscono fonti di sicurezza egiziane. Nei giorni scorsi il ministero dell’Interno aveva annunciato l’uccisione di altri tre uomini ricercati per lo stesso attentato. In tutto sono dieci sospetti uccisi dalla polizia in relazione all’attacco di Dahab.

 

In Cile prosegue la mobilitazione degli studenti contro la legge sull’istruzione voluta da Augusto Pinochet, che aveva decretato una forte disuguaglianza tra scuole pubbliche e private. Rifiutate le proposte della presidente Bachelet, gli studenti hanno proclamato un nuovo sciopero per domani; tra le altre richieste, anche i biglietti dei bus gratis.

 

In Cina un aereo militare che trasportava una quarantina di persone si è schiantato nella parte orientale del Paese. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina, senza fornire ulteriori particolari sulle modalità dell’incidente e sul numero delle vittime. I soccorritori - riferisce l'agenzia - sono giunti sul luogo della sciagura mentre le autorità, che hanno transennato l’area, hanno aperto un’inchiesta. Secondo alcuni testimoni sentiti dalla BBC, la coda dell’aereo avrebbe toccato le cime di piante di bambù prima di precipitare

 

 

 

=======ooo========