RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 154  - Testo della trasmissione di sabato 3 giugno 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI ha ricevuto stamane il premier britannico Tony Blair: al centro del colloquio il ruolo delle religioni per la pace ed il dialogo con l’islam moderato

 

Il comm. Camillo Cibin lascia, dopo 58 anni di servizio, la carica di capo della sicurezza e della Gendarmeria Vaticana. Benedetto XVI ne promuove il vice, Domenico Giani

 

I movimenti ecclesiali in Piazza San Pietro per la Veglia di Pentecoste con il Papa: decine di migliaia di persone in festa per esprimere la gioia dell’unità nella diversità

 

Questione nucleare iraniana: la Santa Sede auspica una soluzione diplomatica attraverso un dialogo aperto. Dichiarazione del portavoce della Sala Stampa vaticana

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Conclusa in Vaticano la Conferenza internazionale sulla lotta alla corruzione: ai nostri microfoni Antonio Maria Costa

 

Domani ballottaggio presidenziale in Perú: la sfida è tra l’ex colonnello Ollanta Humala e l’ex presidente Alan Garcia. Intervista con l’arcivescovo Ricardo Barreto

 

Il Vangelo di domani, Solennità di Pentecoste: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

In India, 16 cristiani accusati di omicidio in seguito a scontri avvenuti nel 2004 sono stati scagionati per mancanza di prove: riscontrate manipolazioni nelle testimonianze dell’accusa

 

In Kenya, il governo annuncia che i farmaci antiretrovirali, indispensabili nelle terapie contro l’AIDS, saranno distribuiti gratuitamente

 

Il direttore del Jesuit Refugee Service nello Sri Lanka sottolinea la generosa ospitalità dei cingalesi verso i profughi, in fuga dalle loro case dopo nuovi scontri tra esercito e ribelli

 

Rafforzare, soprattutto in Italia, la lotta contro lo sfruttamento dei bambini. E’ quanto chiede il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia

 

Convegno a Bari sul tema dell’acustica nelle chiese, promosso dalla CEI

 

24 ORE NEL MONDO:

Ucciso un diplomatico russo a Baghdad: rapiti altri quattro. Accuse agli Stati Uniti per la strage di civili di Haditha

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 giugno 2006

 

 

IL DIALOGO CON L’ISLAM PER LA PACE E IL SOSTEGNO DEL MONDO ALL’AFRICA

NELL’UDIENZA DI BENEDETTO XVI AL PREMIER BRITANNICO, TONY BLAIR

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Il contributo delle religioni al dialogo, specie con l’Islam moderato, e la difficile situazione dell’Africa, che chiede sostegno dalla comunità internazionale. Sono stati due dei passaggi centrali dell’incontro in privato avvenuto questa mattina tra Benedetto XVI e Tony Blair. Il Papa ha ricevuto in udienza il premier britannico, accompagnato dalla moglie Cherie e dai figli. Si è trattato di un colloquio “cordiale”, informa in una nota il direttore della Sala Stampa vaticana,Joaquín Navarro-Valls, il cui “argomento principale è stato il ruolo della religione nella politica e nelle società”.

 

“E' stato evidenziato – prosegue il comunicato - il contributo che i valori comuni fra le religioni possono dare al dialogo, in particolare con l'Islam moderato, soprattutto nei temi della solidarietà e della pace”. Inoltre, conclude la nota del direttore della Sala Stampa, Benedetto XVI e il premier britannico hanno parlato dell'Africa, “evidenziando l'esigenza che la comunità mondiale favorisca e sostenga con ogni mezzo la pacifica convivenza e lo sviluppo” del continente.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale Telesphore Placidus Toppo, arcivescovo di Ranchi in India, l’ammini-stratore apostolico del Kyrgyzstan, il vescovo Nikolaus Messmer, e l’ausiliare di Karaganda in Kazakhstan, mons. Athanasius Schneider.

 

In Sudafrica, il Papa ha nominato vescovo di Mariannhill, Pius Mlungisi Dlungwane, finora ausiliare della medesima diocesi.

 

In Italia, il Pontefice ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Cagliari il sacerdote Mosè Marcia, finora economo della medesima arcidiocesi e padre spirituale al Seminario regionale sardo. Il neo presule, 62 anni, ha studiato nella sua regione quindi, dopo l’ordinazione sacerdotale (1973) ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di rettore del Seminario arcivescovile e di parroco. Dal 1991 è cappellano di Sua Santità.

 

 

IL COMM. CAMILLO CIBIN LASCIA, DOPO 58 ANNI DI SERVIZIO,

LA CARICA DI CAPO DELLA SICUREZZA E DELLA GENDARMERIA VATICANA.

BENEDETTO XVI NE PROMUOVE IL VICE, DOMENICO GIANI

 

Cambio della guardia al vertice della sicurezza e della Gendarmeria vaticani. Benedetto XVI ha nominato come nuovo direttore dei Servizi di sicurezza e Protezione civile dello Stato della Città del Vaticano, nonché ispettore generale del Corpo della Gendarmeria il dott. Domenico Giani. Prende il posto di una “storica” figura: quella del comm. Camillo Cibin. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Ci sono stati certamente un giorno, un’ora e un minuto, nel suo servizio di lunghissimo corso, ben 58 anni, che il comm. Camillo Cibin non avrebbe mai voluto vivere: quel 13 maggio 1981, ore 17.17. In quell’istante di 25 anni fa, Giovanni Paolo II cadeva ferito e insanguinato nella sua camionetta, vittima dell’attentato di Alì Agca. Un giorno di emozione e di dolore, che Cibin visse da testimone, come pure testimone fu, sempre un passo a fianco di Giovanni Paolo II, in tutti i suoi 104 viaggi apostolici all’estero, in quelli italiani e nei soggiorni estivi di Lorenzago di Cadore e di Introd. Una carriera di straordinarie responsabilità - che lo aveva presto visto dirigente dei servizi di sicurezza durante il Concilio Vaticano II - e approdata al suo termine ultimo con la riconferma ricevuta per un anno, nel 2005, da Benedetto XVI. La supervisione degli apparati di sicurezza vaticani passa ora dal veneto Cibin – sposato e con tre figli – al 44.enne aretino Domenico Giani, anch’egli coniugato e con due figli, ex ufficiale della Guardia di Finanza, dal 1999 braccio destro dello stesso Cibin in veste di vice ispettore vicario della Gendarmeria. Laureato in Pedagogia, prima della nomina vaticana Giani ha prestato servizio negli Organismi di informazione e sicurezza della Presidenza italiana del Consiglio dei ministri. E’, inoltre, tra i fondatori della Comunità Giovanile del Sacro Cuore e dell’Associazione “Rondine, Cittadella della Pace” di Arezzo. Ed è stato anche responsabile dei Volontari nella Misericordia della sua città d’origine. Giani comanderà ora la Gendarmeria vaticana, un Corpo che conta 130 effettivi e 190 anni di storia: fu fondato nel 1816 da Pio VII e riconsegnato alla sua struttura militare nel 1971 da Paolo VI, che pure aveva sciolto altre compagini armate pontificie. Per disposizione di Papa Wojtyla, dal 2002 il Corpo della Gendarmeria e quello dei Vigili del fuoco fanno capo alla Direzione dei Servizi di sicurezza e Protezione civile della Città del Vaticano.

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I  MOVIMENTI ECCLESIALI IN PIAZZA SAN PIETRO PER LA VEGLIA DI PENTECOSTE

 CON IL PAPA: DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE IN FESTA  PER ESPRIMERE

LA  GIOIA DELL’UNITA’ NELLA DIVERSITA’

- Con noi il cardinale Angelo Scola e l’arcivescovo Stanislaw Rylko -

 

Da diverse ore, i dintorni del Vaticano risuonano delle voci, dei cori improvvisati, dei battimani di decine di migliaia di persone – molte di loro giovani - ovvero dell’avanguardia dei circa 300 mila partecipanti che tra circa un’ora e mezzo daranno il via alla veglia dei Movimenti ecclesiali e delle nuove Comunità, in vista della Pentecoste. L’incontro – il secondo dopo il raduno del 1998 convocato da Giovanni Paolo II – culminerà con l’arrivo in Piazza San Pietro di Benedetto XVI, previsto per le 18. Interventi, esperienze, canti e, a suggello, la parola del Papa, che ha più volte sottolineato l’importanza di questo avvenimento ed ha annunciato la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria per i partecipanti. Alessandro Gisotti è sceso tra loro in strada per raccontarne l’attesa:

 

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(musica)

 

E’ bello essere cristiani e comunicare questa gioia agli altri. Animati da tale spirito, decine di migliaia di fedeli, fin dalle prime ore del mattino, si stanno radunando in Piazza San Pietro e via della Conciliazione per la Veglia di Pentecoste con Benedetto XVI. Diverse le loro provenienze geografiche e i carismi dei movimenti ecclesiali a cui appartengono, ma una ed unica la gioia di essere con Papa Benedetto, otto anni dopo il grande raduno voluto da Giovanni Paolo II. Un provvidenziale vento fresco soffia su Roma, a sottolineare che i movimenti, nuova primavera nella vita della Chiesa, sono un dono dello Spirito Santo. Ecco le emozioni di alcuni fedeli raccolte poco fa in Piazza San Pietro:

 

R. – Appartengo al movimento di Como di Comunione e Liberazione (CL). Arriviamo da Como.

 

D. – Quale il significato profondo di questo evento?

 

R. – E’ emozionante e difficile da spiegare. Comunque, la grande fede.

 

D. – Chiaramente l’importanza è essere qui alla vigilia di Pentecoste…

 

R. – Sì, questo è importantissimo. E’ importantissimo oggi trovarsi tutti qui con Papa Ratzinger con la convinzione che la fede va trasmessa…

 

D. – Questo poi, in fondo, è stato un insegnamento forte di don Giussani?

 

R. – Sì, don Giussani è stato grande. Ha fatto conoscere Cristo!

 

R. – Mi chiamo Stefano, appartengo al Cammino Neocatecumenale e sono un seminarista. Sono al terzo anno del Seminario Redemptoris Mater di Macerata.

 

D. – Come si vive il carisma del Cammino Neocatecumenale sulla scorta di quelli che sono gli inviti e le esortazioni ieri di Giovanni Paolo II e oggi di Benedetto XVI?

 

R. – Siamo tutti molto fiduciosi. Attendiamo questo incontro con il Santo Padre che ha mostrato già amore a tutti i movimenti, frutto proprio dello Spirito Santo. Io personalmente il Cammino lo vivo da tanti anni e dico che Dio attraverso il Cammino è entrato nella mia vita.

 

D. – Questo è un incontro dei movimenti con il Papa, ma anche dei movimenti fra loro…

 

R. – E’ chiaro, certo. Siamo tutti parte della stessa Chiesa, non facciamo distinzioni.

 

R. – Io vengo dal Perù, appartengo al Movimento di Vita Cristiana. Siamo un gruppo di 1500 persone, venute dal Perù, dal Cile, dal Brasile e anche dal Costa Rica.

 

D. – Il significato di questa giornata?

 

R. – Il significato è che noi vogliamo stare sempre con il Papa. Vogliamo essere nella Chiesa e condividere la fede con altri gruppi della Chiesa. Pensiamo che lo Spirito Santo sia qui e vogliamo che tutte queste persone siano fortificate dallo Spirito Santo.

 

D. – Praticamente oggi Piazza San Pietro diventa un grande “cenacolo”?

 

R. – Sì, siamo insieme al Papa e possiamo ricevere lo Spirito Santo e rafforzare anche il nostro apostolato dopo questo incontro.

 

R. – Appartengo alla Comunità di Sant’Egidio e vengo da Roma. E’ molto bello vedere gente appartenente a tutti i continenti che formano parte di questa grande famiglia dei discepoli del Signore. Si vede questa pluralità: anche tanti fratelli africani della Comunità di Sant’Egidio.

 

D. – In definitiva, quali frutti vi aspettate da questa giornata?

 

R. – Speriamo che da questa giornata i doni dello Spirito siano tanti per tutti i movimenti, perchè ognuno di noi possa portare più amore a questo mondo così segnato. Penso che sia una responsabilità per ognuno di noi, per ogni movimento.

 

R. – Appartengo al Movimento dei Focolari e vengo da Trento.

 

D. – Quale significato ha essere qui con tanti giovani e con tanti fedeli di diversi movimenti, di tutto il mondo?

 

R. – Penso che innanzitutto sia un’occasione per dar gloria a Dio e mostrare anche la bellezza della Chiesa nel suo essere famiglia, casa, per tutta l’umanità.

 

D. – Ecco, poi la bellezza di essere cristiano è proprio il tema scelto per questo incontro. Come comunicare questa gioia?

 

R. – Essendo amore concreto per tutti, mettendo in pratica con la vita prima di tutto, la vita stessa di Gesù.

 

Fin da quando era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Benedetto XVI ha sempre mostrato grande attenzione per i movimenti e le nuove comunità ecclesiali. A sottolinearlo è l’arcivescovo Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, intervistato da Giovanni Peduto:

 

R. – Papa Ratzinger segue i movimenti da teologo e pastore e lo fa ormai da molti anni. Vede in essi "modi forti di vivere la fede” e - come dice lui stesso - come "qualcosa che indica il futuro"... Per questo Papa i movimenti sono una costante nella storia della Chiesa, le "sempre nuove irruzioni dello Spirito" in risposta alle sfide che il mondo lancia alla Chiesa e alla sua missione in varie epoche storiche - quindi anche nella nostra. L'incontro di Papa Benedetto con i movimenti sarà una sorta di epifania visibile dei doni carismatici con cui lo Spirito Santo arricchisce e abbellisce la Chiesa: varietà e diversità e al tempo stesso l'unità e comunione profonda. Papa Benedetto XVI guarda i movimenti con grande speranza e vede in essi un dono provvidenziale per la Chiesa dei nostri tempi. grazie ai loro rispettivi carismi, i movimenti hanno sviluppato itinerari educativi di straordinaria efficacia, che formano i cristiani maturi nella fede; persone con una forte identità cristiana, consapevoli della loro vocazione e della loro missione nella Chiesa e nel mondo.

 

E nei giorni scorsi i rappresentanti di oltre 100 movimenti si sono trovati a Rocca di Papa per un Congresso mondiale incentrato sul tema “La bellezza di essere cristiano e la gioia di comunicarlo”. Tra i relatori anche il patriarca di Venezia, il cardinale Angelo Scola, che al microfono di Marco Cardinali si sofferma sulle sfide più urgenti per i movimenti ecclesiali:

 

R. – Ora, i movimenti ecclesiali che sono stati sostanzialmente accolti nel grande corpo della Chiesa, hanno davanti una nuova, grande responsabilità: la loro potente energia missionaria deve condurli in questa fase di passaggio, perché per i più grandi movimenti è una fase di passaggio dal fondatore alla continuità; devono approfondire la verità del loro carisma, inserendosi nella grande missione della Chiesa, senza perdere la potenza di novità, in un certo senso la “diversità” che li ha contraddistinti. Quindi, devono – come tutte le realtà ecclesiali – restare docili allo Spirito, rispondere alla grande domanda di felicità e di libertà dell’uomo di oggi in comunione solidale con tutte le forme di realizzazione della Chiesa, soprattutto con le diocesi, le parrocchie, tutte le grandi, tradizionali aggregazioni di fedeli. Siamo realmente in una nuova stagione, anch’essa molto promettente. Guai se perdessimo la forza di questi nuovi carismi! Nello stesso tempo guai se l’urgenza missionaria che oggi soprattutto in Occidente, in Europa la Chiesa ha, non ci vedesse in comunione, come il Libro degli Atti ci dice della bellissima comunità primitiva, in cui quelli che ascoltavano l’insegnamento degli Apostoli, erano in comunione con loro, vivevano insieme l’Eucaristia, la preghiera e tendevano a mettere in comune anche molti aspetti materiali della loro vita.

 

(musica)

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QUESTIONE NUCLEARE IRANIANA:

LA SANTA SEDE AUSPICA UN DIALOGO APERTO

 

         Sulla questione nucleare iraniana è intervenuto oggi il direttore della Sala Stampa vaticana,Joaquín Navarro-Valls: in un comunicato afferma che “la Santa Sede appoggia, come sempre, ogni iniziativa rivolta ad un dialogo aperto e costruttivo”. La Sede Apostolica “è fermamente persuasa che anche le presenti difficoltà possano e debbano essere superate per via diplomatica, impiegando tutti i mezzi di cui la stessa diplomazia dispone. Appare in particolare necessario – prosegue la nota – che, attraverso contatti confidenziali si rimuovano quegli elementi che oggettivamente impediscono la fiducia reciproca, senza mai scartare alcun segno di buona volontà dato da una parte o dall’altra, ed avendo riguardo all’onore ed alla sensibilità di ogni Paese”.  In questo modo – conclude la nota – “si potranno compiere passi di reciproco avvicinamento”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il nucleare: l'Iran valuterà le proposte di incentivi preparate a Vienna dai cinque membri permanenti dell'ONU e dalla Germania.

 

Servizio vaticano - L'omelia del cardinale Angelo Sodano nella concelebrazione eucaristica per l'ordinazione episcopale di mons. Nikolaus Messmer.

 

Servizio estero - Iraq: prosciolti i soldati USA accusati di strage a Nord di Baghdad.

 

Servizio culturale - Un articolo di Carmine Di Biase dal titolo "Gli affanni dell'Uomo, l'Amore di Dio": una lettura de "La Pentecoste" di Alessandro Manzoni

 

Servizio italiano - Amnistia: l'Esecutivo propone una misura di clemenza.

 

 

 

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TRASMISSIONE STRAORDINARIA

Sabato 3 giugno 2006

 

In occasione dell’Incontro dei movimenti ecclesiali con il Santo Padre e dei Vespri della Vigilia di Pentecoste, oggi pomeriggio, in Piazza San Pietro, la nostra emittente trasmetterà l’avvenimento in radiocronaca diretta a partire dalle ore 15.45 fino alle 20.00 circa, nelle seguenti lingue:

Italiano

kHz

585

OM

MHz

96,3

FM

Tedesco

kHz

7.235

OC

 

kHz

1.260

OM

 

Francese

 

MHz

103.8

FM

Inglese

 

MHz

93.3

FM

 

Spagnolo

 

MHz

105,0

MHz

 

TRASMISSIONE STRAORDINARIA

Domenica 4 giugno 2006

 

In occasione della Santa Messa di Pentecoste presieduta domani da Benedetto XVI in Piazza San Pietro, la nostra emittente trasmetterà l’avvenimento in radiocronaca diretta a partire dalle ore 9.50, nelle seguenti lingue:

Italiano

  Italia

kHz

5.885

OC

  Zona di Roma

kHz

585

OM

MHz

96,3

FM

Inglese

 

kHz

9.625

OC

kHz

11.740

OC

  Zona di Roma

MHz

93,3

FM

 

Tedesco

 

  Europa centro-occid.

kHz

kHz

7.250

9.645

OC

OC

  Zona di Roma

kHz

1.260

OM

 

Francese

 

  Africa

kHz

13.765

OC

kHz

15.570

OC

  Zona di Roma

MHz

103,8

FM

Spagnolo

 

  Zona di Roma

kHz

105,0

MHz

Portoghese

 

  Africa

kHz

17.590

OC

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 giugno 2006

 

 

CONCLUSA IN VATICANO LA CONFERENZA INTERNAZIONALE

SULLA LOTTA ALLA CORRUZIONE

- Intervista con Antonio Maria Costa -

 

Si è conclusa oggi la Conferenza internazionale promossa in Vaticano dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sulla lotta alla corruzione. Stamane è intervenuto il segretario del dicastero, il vescovo Giampaolo Crepaldi, il quale ha rilevato che la corruzione costituisce ormai un fenomeno internazionale coinvolgente l'intera scena mondiale, con una relazione fortemente negativa tra corruzione e crescita economica, tra corruzione e funzionalità delle istituzioni democratiche e lotta alle ingiustizie sociali. Riaffermando  la stretta connessione tra etica ed economia, mons. Crepaldi ha sottolineato che i mercati aperti sono meno intaccabili dalla corruzione rispetto a quelli chiusi: infatti chiusure, monopoli, oligopoli, rendite di posizione favoriscono la corruzione, mentre aperture, concorrenza, democrazia economica, dinamicità del mercato la rendono più difficile. "Ma ad un patto - ha concluso il presule - :che tutto questo sia regolato e che cresca, assieme alle regole e ai controlli, anche la valenza etica degli operatori”. Nel salutare i circa 80 studiosi ed esperti di alto livello internazionale che hanno partecipato alla Conferenza, il presidente di Giustizia e Pace, cardinale Renato Raffaele Martino ha affermato che il “dicastero si impegnerà a fare tesoro di quanto emerso, preparando a questo scopo un testo ‘ragionato’ in cui verranno messi in risalto i risultati più significativi e più consolidati circa il fenomeno della corruzione e le linee più mature e illuminanti per combatterlo con efficacia e governarlo con decisione”.

 

In apertura dei lavori, ieri, il cardinale Martino aveva dato lettura del telegramma che il cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano ha inviato, a nome del Santo Padre, a tutti i partecipanti alla Conferenza. Il Pontefice esprime l’auspicio “che questo significativo incontro contribuisca a suscitare rinnovato impegno per la promozione della cultura della legalità”. Tra i relatori anche Antonio Maria Costa, Direttore Esecutivo dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, che è intervenuto sul tema ''Impegno mondiale nella lotta alla corruzione”. Salvatore Sabatino gli ha chiesto quali sono le iniziative messe in campo per debellare questa piaga:

 

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R. – C’è una varietà molto ampia di iniziative, come risposta a preoccupazioni che vengono ormai avanzate da tutti, cioè sia l’opinione pubblica, i mezzi di informazione, sia gli operatori finanziari e, in generale, i governi stessi. Noi come Nazioni Unite stiamo promuovendo l’entrata in vigore dei grandi accordi internazionali stipulati nel 2003 e da allora ratificati da parecchi Paesi, concernenti appunto politiche di contrasto molto forti a livello nazionale e internazionale.

 

D. – Dott. Costa, in molti Paesi la corruzione è talmente forte che si assiste ad una paralisi delle istituzioni. Ci sono segnali di stanchezza da parte dei cittadini?

 

R. – Sì, abbiamo elettori che hanno cacciato governi corrotti nei Paesi dell’Est-Europa, in alcuni Paesi africani, in alcuni Paesi andini, ecc. C’è un avvicendamento che risponde al grido di molti elettori: “Basta con la corruzione. Basta con la commistione tra settore pubblico e settore privato. Basta con gli sprechi”.

 

D. – Si parla sempre più spesso di cultura della corruzione. E’ così difficile sostituirla con la cultura della legalità?

 

R. – Lo è indubbiamente, perché è sempre più facile guadagnare un extra euro, un extra dollaro, facendo poco o chiudendo un occhio o timbrando un documento che non dovrebbe essere timbrato. E’ anche possibile, però, lottare contro la corruzione attraverso gli accordi internazionali. Io insisto su questo, perchè le risorse rubate, molto spesso, nella grande percentuale dei casi vengono esportate, nascoste, nei centri finanziari, in località esotiche e così via. Quindi, noi, come controllori della cosa pubblica, abbiamo bisogno di questi accordi internazionali, in quanto i corrotti superano facilmente i vincoli nazionali per nascondere le loro risorse.

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DOMANI BALLOTTAGGIO PRESIDENZIALE IN PERU’: LA SFIDA E  TRA

L’EX COLONELLO OLLANTA HUMALA E L’EX PRESIDENTE ALAN GARCIA

- Intervista con l’arcivescovo Ricardo Barreto -

 

Domani oltre 16 milioni di peruviani sono chiamati ad eleggere, nel ballottaggio, il nuovo Presidente della Repubblica. Gli elettori  dovranno scegliere tra l’ex colonnello Ollanta Humala, che aveva ricevuto il 30,7% dei voti al primo turno, svoltosi il 9 aprile scorso,  e l’ex presidente  Alan Garcia, che aveva ottenuto il 24,4%.  Il servizio di Luís Badilla.

 

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Tutti i sondaggi nonché le dichiarazioni di gran parte dei candidati sconfitti nel primo turno, consentono di dare per scontata la vittoria dell’ex Presidente Alan Garcia (che già governò tra il 1985 e il 1990), leader dell’APRA (Alleanza popolare rivoluzionaria latinoamericana). Ma questa previsione rientra nella pura matematica elettorale e potrebbe, nei fatti, non avverarsi. Humala, negli ultimi giorni avrebbe accorciato fortemente il distacco e oggi si troverebbe 8 - 9 punti sotto e non più 20 -25 come un mese fa. Molti istituti di sondaggio riconoscono che nelle riposte degli interpellati, nel caso dei sostenitori dell’ex militare Humala, esiste il cosiddetto “voto occulto”, vale a dire la dichiarazione non sincera della propria intenzione elettorale. Quindi, in realtà il risultato resta molto incerto e aperto. Per i peruviani la scelta appare molto difficile: pochi vorrebbero il ritorno di Alan Garcia poiché ricordano il sostanziale fallimento del suo precedente governo, in particolare, in materie economico-sociali. Basterebbe citare un esempio: l’inflazione raggiunse oltre il 7 mila per cento. Al tempo stesso però temono Ollanta Humala, ex colonnello con un passato golpista, discusso e criticato da più parti, autoritario e non particolarmente preparato per governare la complessa e fragile macchina statale peruviana. Garcia propone un avvicinamento agli Stati Uniti e alle istituzione finanziarie internazionali. Humala, anti-americano per definizione, propone un programma nazionalista, aggressivamente antiliberista, nel solco del presidente boliviano Evo Morales e del venezuelano Hugo Chavez. In queste ore, la stampa locale, riassume questa terribile difficoltà del popolo peruviano dicendo: “Siamo in una trappola”.

 

Intanto la situazione del Paese è gravissima e la crisi sembra non finire mai. L’arcivescovo di Huancayo, mons. Ricardo Barreto, parlando delle principali sfide del futuro governo, ci ha detto:

 

R. – EN REALIDAD ES QUE LA POBREZA …

In verità, la povertà nel Perù è purtroppo una realtà lacerante. Il nostro è però, almeno teoricamente, un Paese molto ricco. Secondo alcuni dati macroeconomici, per esempio, nel 2005, abbiamo avuto una inflazione dell’ 1,5%; vale a dire il Perù – si afferma - è una nazione che sta percorrendo una buona strada in questo ambito. Ma questa cosiddetta considerazione macroeconomica non corrisponde poi alla realtà quotidiana poiché da noi le persone e le famiglie povere, anzi poverissime, sono molte. Il 53 % della popolazione vive in condizioni di povertà e il 25% patisce la povertà estrema. Ciò rivela subito che esiste una ingiusta distribuzione della ricchezza. Ecco perché abbiamo sottolineato come prioritario il compito della lotta contro la povertà così come quello di una più giusta distribuzione delle risorse disponibili. Un altro aspetto riguarda la salute. Lo Stato utilizza il 7% del suo prodotto interno per far fronte ai bisogni della salute dei cittadini ma, al tempo stesso - tanto per capire meglio le contraddizioni - utilizza il 23% per pagare solo gli interessi del debito estero. Dunque il deterioramento della salute di molti peruviani e la mancanza di risorse per far fronte a questa realtà è un’altra conseguenza nefasta della povertà stessa. Un altro aspetto non meno drammatico riguarda il lavoro, o meglio, la mancanza di lavoro. Tenga presente che il grosso dell’economia nazionale si sviluppa all’interno della sotto-occupazione, della cosiddetta “economia informale”, in altre parole, il lavoro nero. Queste tre sfide, più quella ugualmente determinante della istruzione, sono delle esigenze che si alzano dal cuore di ogni credente e di ogni peruviano. Perciò abbiamo chiamato i candidati, gli elettori, e il futuro governo, a dare delle risposte a queste sfide urgentissime.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 4 giugno, la Chiesta festeggia la Solennità di Pentecoste. La Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù parla ai suoi discepoli dell’invio del Consolatore: è lo Spirito di verità che procede dal Padre e gli renderà testimonianza;  “anche voi – dice il Signore – mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio”. Quindi aggiunge:

 

“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future”. 

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Sul nostro orizzonte culturale, la verità ormai non è più organicamente legata alla vita. Siamo abituati ad isolare la verità nel mondo astratto dei concetti. Abbiamo incominciato a pensare che, per conoscere, si deve far da soli e si rifiuta ogni aiuto nella conoscenza. Se non sono io che da solo giungo ad una certa conoscenza, non ammetto ciò che si conosce. Si instaura dunque un rapporto possessivo verso la conoscenza ed il conosciuto, facendo diventare la verità un’arma, principio di potere e di autoaffermazione. La Pentecoste, invece, rivela l’esatto opposto. Ci viene dato lo Spirito Santo che ci fa partecipi della comunione delle Santissime Persone, che è quella vita che rimane per sempre e perciò è vera. Alla verità, dunque, si giunge per mezzo dello Spirito Santo che fa sì che il conoscere diventi stile di vita. Lo Spirito procede nella comunione e la verità si conosce nella comunione, anzi, la verità viene testimoniata dalla carità.

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CHIESA E SOCIETA’

3 giugno 2006

 

IN INDIA SCAGIONATI, PER MANCANZA DI PROVE, 16 CRISTIANI ACCUSATI DI OMICIDIO IN SEGUITO A SCONTRI AVVENUTI, NEL 2004, E COSTATI LA VITA

AD UN ESTREMISTA INDU’. LA CORTE HA ANCHE RISCONTRATO MANIPOLAZIONI

NELLE TESTIMONIANZE DELL’ACCUSA

 

BHOPAL. = In India, 16 cristiani sono stati giudicati innocenti da un tribunale del Madhya Pradesh, dopo due anni trascorsi in carcere. Erano accusati di omicidio e di tentato omicidio, in seguito a scontri scoppiati nel distretto di Jhabalpur nel mese di gennaio del 2004 tra cristiani ed estremisti indù e costati la vita ad un fondamentalista indù. In quell’occasione, la polizia arrestò i cristiani senza nessuna prova e solo sulla base di sospetti. Dopo due anni di detenzione, i giudici hanno scagionato adesso gli imputati da tutte le accuse per mancanza di prove. La Corte ha dichiarato, inoltre, che le testimonianze presentate dall’accusa sono state inventate o manipolate. “Due anni di prigione senza colpe – ha detto il portavoce della Conferenza episcopale indiana all’Agenzia Asia News – suscitano una seria preoccupazione in tutti quelli che credono in valori come la libertà, la giustizia e l’onestà”. La situazione dei cristiani nel distretto di Jhabalpur resta difficile: la Conferenza episcopale del Mahya Pradesh ha più volte denunciato campagne di intimidazione che comprendono “conversioni forzate all’induismo e attacchi in luoghi di culto da parte di gruppi fondamentalisti, nell’intento di creare la stessa atmosfera di intolleranza in Gujarat”. (A.L.)

 

 

IN KENYA, IL GOVERNO ANNUNCIA CHE I FARMACI ANTIRETROVIRALI, INDISPENSABILI NELLE TERAPIE CONTRO L’AIDS, SARANNO DISTRIBUITI GRATUITAMENTE

 

NAIROBI. = Tutti gli ospedali del servizio sanitario keniano forniranno gratuitamente farmaci antiretrovirali, usati nelle terapie contro l’AIDS. Lo ha annunciato il presidente del Kenya, Mwai Kibaki, precisando che viene anche abolita, “con effetto immediato” la tassa mensile di circa un euro. Secondo il Consiglio nazionale per il controllo dell’AIDS, il governo di Nairobi ha progressivamente esteso la distribuzione di medicine e abbassato i costi, passando così da 3000 sieropositivi in cura nel 2002 ad oltre 54 mila quest’anno. Le organizzazioni non governative locali e internazionali – riferisce poi l’Agenzia missionaria MISNA - hanno espresso la loro soddisfazione per l’iniziativa intrapresa dall’esecutivo del Paese africano ed hanno anche auspicato che questo sia un primo passo verso un più ampio piano per il contenimento dei costi a carico dei malati. Oltre agli antiretrovirali, la terapia prevede infatti numerose analisi cliniche e diversi farmaci per le infezioni batteriche. Responsabili sanitari dell’African Medical and Research Foundation (AMREF) sottolineano, inoltre, l’importanza di efficaci programmi per la distribuzione di cibo, nelle strategie contro l’AIDS. La malnutrizione – ricorda infatti l’AMREF – provoca l’indebolimento del sistema immunitario. Per questo – affermano responsabili dell’organizzazione – bisogna anche contrastare in modo più adeguato gli effetti della recente carestia che ha colpito le regioni settentrionali e centrali del Kenya. Secondo dati forniti dall’ONU, la diffusione del virus HIV si è drasticamente ridotta passando, nello Stato africano, dal 14 per cento nel 1997 al 4 per cento nel 2006. (A.L.)

 

 

IL DIRETTORE DEL JESUIT REFUGEE SERVICE NELLO SRI LANKA SOTTOLINEA

LA GENEROSA OSPITALITÀ DEGLI SRILANKESI VERSO I PROFUGHI,

IN FUGA DALLE LORO CASE DOPO NUOVI SCONTRI TRA ESERCITO E RIBELLI

 

COLOMBO. = Nello Sri Lanka, molte famiglie povere hanno aperto le porte delle loro case ai rifugiati. E’ quanto ha dichiarato all’Agenzia Asia News padre Vinny Joseph, direttore del Jesuit Refugee Service (JRS) nel Paese asiatico. Il sacerdote è andato a visitate i martoriati distretti orientali di Trincomalee e Batticaloa per rendersi conto, in prima persona, dei bisogni di questa gente “disperata”, in fuga dopo la recrudescenza degli scontri tra ribelli delle Tigri Tamil e forze governative. Si stima che almeno 40 mila persone abbiano abbandonato le loro case alla fine di aprile, quando il governo di Colombo ha condotto attacchi navali ed aerei contro sospette basi dei ribelli nell’est, in risposta ad un attentato suicida avvenuto, nella capitale, contro il quartier generale dell’esercito. Negli attacchi, sono rimaste uccise almeno 15 persone. Al timore di nuovi combattimenti, alla fuga dalle violenze si deve comunque contrapporre la generosa ospitalità di molti srilankesi ai rifugiati in cerca di luoghi più sicuri. “Alcune famiglie povere hanno accolto in casa diversi rifugiati”, ha detto padre Vinny Joseph precisando che “in alcune abitazioni non c’è posto”. “Il cuore di questa gente – ha aggiunto - è grande abbastanza da ospitare i bisognosi”. “Voler dividere il poco che possiedono con gli altri - ha sottolineato infine il gesuita - è segno della presenza di Dio”. Il JRS svolge nello Sri Lanka attività psico-sociali, organizza corsi serali per bambini e distribuisce razioni di cibo per circa 2000 famiglie. (A.L.)

 

 

RAFFORZARE, SOPRATTUTTO IN ITALIA, LA LOTTA CONTRO LO SFRUTTAMENTO

DEI BAMBINI. E’ QUANTO CHIEDE IL COMITATO DELLE NAZIONI UNITE

SUI DIRITTI DELL’INFANZIA

 

GINEVRA. = “Profonda preoccupazione” per l’elevato tasso, in Italia, di bambini vittime di traffici di esseri umani. E’ quanto ha espresso ieri il Comitato dell’ONU sui Diritti dell’infanzia precisando che i minori, provenienti in maggioranza dall’est europeo, sono particolarmente esposti, in Italia, al rischio di diventare mendicanti e di essere sfruttati sessualmente. Rendendo note le conclusioni sull’applica-zione, da parte dell’Italia, del “Protocollo opzionale alla Convenzione dei diritti del fanciullo”, gli esperti dell’ONU hanno anche chiesto al governo italiano di “prestare particolare attenzione alla situazione dei gruppi vulnerabili”. Tra questi figurano, soprattutto, i figli di immigrati e minori appartenenti a famiglie povere. Il Comitato raccomanda, inoltre, una chiara definizione della “pornografia infantile” nella legislazione nazionale e la messa a punto di linee guida che garantiscano uno standard minimo comune nelle operazioni di contrasto delle varie regioni. L’organismo delle Nazioni Unite chiede, poi, l’adozione di maggiori e più efficaci strumenti per arginare il turpe fenomeno del “turismo sessuale”. Il Comitato dell’ONU sui diritti dell’infanzia è incaricato di verificare il rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. (A.L.)

 

 

A BARI, IN CORSO IL CONVEGNO INCENTRATO SUL TEMA DELL’ACUSTICA

NELLE CHIESE E PROMOSSO DALLA CEI. L’INCONTRO RIENTRA

IN UNA SERIE DI APPUNTAMENTI SULL’EDILIZIA SACRA

 

BARI. = “Progettazione di Chiese: il problema dell’acustica”. E’ questo il titolo del Convegno promosso dalla CEI che si chiude oggi a Bari. L’incontro segna l’inizio di un percorso di approfondimento nel vasto campo dell’edilizia sacra, strutturato intorno a tematiche relative alla progettazione delle nuove chiese. Con l’ausilio di esperti del settore, ma con una taglio facilmente accessibile a tutti - sottolinea don Giuseppe Russo, direttore del Servizio nazionale per l’edilizia di culto della CEI - si è cercato di offrire l’opportunità di individuare, affrontare e risolvere, in modo efficace ed in tempi relativamente brevi, le molteplici questioni implicate nella progettazione di una chiesa. Il convegno ha preso spunto da un’accurata ricerca sull’acustica architettonica degli edifici di culto condotta dal dipartimento di Fisica tecnica del Politecnico di Bari. Lo studio ha consentito di rilevare, in Italia, le caratteristiche acustiche di oltre 40 chiese, rappresentative di epoche e stili differenti, dal romanico fino all’architettura sacra contemporanea. Il convegno si è aperto giovedì scorso con la relazione di mons. Felice Di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, presidente della Commissione episcopale per la liturgia. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 giugno 2006

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Sottoporre alle autorità iraniane le proposte messe a punto dai cinque membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU più la Germania per convincere l’Iran ad abbandonare il proprio programma nucleare. E’ questo l’obiettivo di Javier Solana, responsabile della politica estera comune dell'Unione Europea, che arriverà a Teheran entro le prossime 48 ore. Ad annunciare la visita è stato il ministro degli Esteri iraniano, Mottaki, il quale ha specificato che - prima di dare una risposta ufficiale - il suo governo esaminerà le proposte senza però sospendere le proprie attività nucleari. Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, in una conversazione telefonica con il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha affermato che il governo di Teheran non accetterà “precondizioni e minacce”. Intanto, secondo gli accordi, Russia e Cina non bloccheranno le sanzioni minacciate dall’ONU se l’Iran deciderà di non collaborare.

 

Ancora violenza in Iraq, dove sette poliziotti sono stati uccisi durante un attacco ad un posto di controllo a sud di Baghdad. Intanto, mentre si moltiplicano le denunce di abusi ad opera di soldati statunitensi, il ‘New York Times’ afferma che alti ufficiali del comando dei marine seppero, nel giro di due giorni, come avvenne la strage di Haditha, dove il 19 novembre scorso morirono 24 civili iracheni. Il nostro servizio:

 

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Alti ufficiali dei marine avrebbero coperto la strage di Haditha. Questa la rivelazione delNew York Times’ in cui si specifica che i civili iracheni furono trucidati a sangue freddo da alcuni soldati americani e non uccisi da una bomba come invece affermava la prima versione ufficiale dei fatti. Tuttavia, i responsabili del corpo militare non videro alcuna ragione per indagare ulteriormente sulla vicenda. Intanto, un agghiacciante video diffuso dalla BBC accusa l’esercito statunitense del massacro di 11 civili compiuto a Ishaqui, a nord di Baghdad, nel marzo scorso. Il Pentagono ha scagionato le truppe che, secondo le indagini, hanno seguito le procedure standard e non hanno commesso abusi nell’episodio. Il governo iracheno non ha fiducia in questo verdetto e ha annunciato l’apertura di una propria inchiesta autonoma. Per il ministro della Difesa statunitense, Donald Rumsfeld - che difende la correttezza delle forze americane - “sono cose che capitano in guerra”. Ma il presidente Bush ha chiesto ai marine di rispettare la popolazione irachena. Sul terreno, infine, un diplomatico russo è rimasto ucciso nel corso di un tentativo di sequestro avvenuto a Baghdad. Lo hanno riferito fonti del ministero dell'Interno iracheno, precisando che altri 4 dipendenti dell’ambasciata di Mosca sono stati invece rapiti dagli assalitori. Infine c’è da segnalare il ritrovamento di 10 cadaveri sempre nella capitale, mentre a Baquba sono state ritrovate 8 teste mozzate senza i corpi.

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Tensione tra Israele e Egitto alla vigilia dell’incontro tra Olmert e Mubarak a Sharm el-Sheikh. Ieri due militari egiziani sono rimasti uccisi alle pendici del monte Saguy al confine tra i due Paesi. Diverse le ricostruzioni dell’accaduto. Intanto, nei territori palestinesi slitta ancora il pagamento degli stipendi dei funzionari statali. E’ il quarto rinvio in una settimana, mentre si moltiplicano le proteste dei funzionari, senza paga da tre mesi.

 

Situazione sempre tesa in Afghanistan dove le forze di sicurezza afghane hanno reso noto di aver ucciso dodici taleban nel corso di scontri avvenuti ieri nel sud del Paese. Intanto, le forze regolari hanno riconquistato un distretto della provincia di Oruzgan finito nei giorni scorsi sotto controllo dei ribelli.

 

Nuova manifestazione di protesta ieri in Nepal, dove almeno 200 mila maoisti hanno invaso il centro di Kathmandu chiedendo al re Gyanendra di abbandonare la sua carica e di convocare un’assemblea con il compito di riscrivere la costituzione. Dopo i forti scontri dello scorso mese di aprile – che hanno costretto il sovrano ad allentare il proprio potere assoluto – i maoisti hanno accusato il nuovo governo di non aver fissato una data per le elezioni. I ribelli – che si sono detti favorevoli a proseguire i colloqui di pace – hanno poi invocato la formazione di un nuovo esecutivo con la loro partecipazione.

 

Nella Repubblica Ceca, i primi exit poll delle elezioni politiche che si sono svolte ieri e oggi, danno in vantaggio il partito conservatore (all’opposizione) dei Civici Democratici, con il 38 per cento delle preferenze. Sempre secondo gli exit poll, il partito socialdemocratico (al governo), guidato dal premier, Jiri Paroubenk, ha superato di poco, invece, il 30 per cento dei voti. I primi risultati reali saranno resi noti soltanto in serata. L’affluenza alle urne nella giornata di ieri è stata mediamente del 40% con punte del 50% in alcune zone di Praga.

 

In Somalia continuano gli scontri tra i signori della guerra ed i miliziani delle corti islamiche. 11 i morti nelle battaglie avvenute a nord di Mogadiscio dove ieri si è svolta anche una imponente manifestazione anti-americana a cui hanno partecipato 5 mila persone. Dalla fine di febbraio sono più di 300 le vittime della violenza nel Paese e più di mille i feriti.

 

La conferenza dell’ONU sull’AIDS, si è conclusa ieri al Palazzo di Vetro con l’accordo su un documento di compromesso che indica le linee da seguire nei prossimi cinque anni allo scopo di combattere l’epidemia. Ai lavori è intervenuto anche l’osservatore permanente della Santa Sede, mons. Celestino Migliore. Da New York, Paolo Mastrolilli:

 

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Il testo sottolinea la necessità di aumentare i finanziamenti per le cure dagli otto miliardi di dollari attuali a circa 23 miliardi, senza però prendere un impegno preciso a stanziarli. Quindi stabilisce le pratiche da adottare per garantire l’accesso universale alla prevenzione e ai trattamenti sanitari. Il segretario generale, Kofi Annan, commentando il dibattito, ha detto che a questo punto ogni capo di Stato e di governo deve impegnarsi personalmente affinché l’epidemia si fermi. La first lady americana, Laura Bush, intervenendo a nome degli Stati Uniti all’assemblea, ha sottolineato i progressi compiuti negli ultimi anni, però ha aggiunto che resta molto lavoro da fare. Secondo la moglie del presidente americano, è necessario aumentare l’istruzione delle persone affinché tutti sappiano come si trasmette l’AIDS e come si previene. Quindi, bisogna potenziare il personale medico e moltiplicare gli esami perché se i pazienti non sanno di essere malati tutti gli sforzi fatti per offrire le cure vengono vanificati. La Santa Sede, attraverso il nunzio mons. Celestino Migliore, ha illustrato il lavoro che compie in 62 Paesi oltre a quello di altre strutture come la Caritas, che combatte l’epidemia in 102 nazioni. Mons. Migliore ha parlato anche degli sforzi della fondazione “Buon Samaritano”, impegnata soprattutto a garantire prezzi accessibili per i farmaci. A questo scopo, la Santa Sede ha avuto diversi incontri bilaterali con le delegazioni di Stati bisognosi di aiuto, per offrire assistenza.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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In Canada almeno una decina di persone sono state arrestate ieri sera nell'ambito di una spettacolare operazione antiterrorismo condotta da oltre 400 agenti nella periferia di Toronto.

 

 

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