RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 8  - Testo della trasmissione di domenica 8 gennaio 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Primi Battesimi conferiti stamane da Benedetto XVI a 10 bambini nella Cappella Sistina. Nell’odierna festa del Battesimo del Signore, il Papa, ha invitato a dire sì a Cristo e alla vita e no al male e alla cultura di morte ampiamente dominante nel nostro tempo. Il valore ecumenico del sacramento dell’iniziazione cristiana, sottolineato all’Angelus

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La tragica situazione del Libano dove esiste libertà di stampa ma si rischia la vita per difendere l’indipendenza e la democrazia del Paese: con noi il presidente di “Information Safety and Freeedom” Stefano Marcelli

 

  Il 2006, Anno internazionale dei deserti e della desertificazione. Ce ne parla il professore     Giampiero Maracchi

 

Il contributo del pensiero cristiano e il dialogo tra filosofia e teologia nell’era medievale. Intervista con mons. Bruno Forte

 

Un libro di Paolo Gulisano e Andrea Monda approfondisce gli aspetti spirituali del romanzo di Clive Staples Lewis, da cui è tratto il film “Le cronache di Narnia”. Ai nostri microfoni Andrea Monda

 

CHIESA E SOCIETA’:

Cominciato oggi il tradizionale pellegrinaggio alla Mecca, che ogni musulmano è tenuto ad osservare almeno una volta nella vita

 

In Tagikistan morti 13 bambini in un incendio divampato in un asilo per disabili mentali

 

Assegnate da Carlo Azeglio Ciampi le onorificenze dell’Ordine della Stella: tra i premiati nove missionari

 

Continuano le polemiche tra Stati Uniti e Messico per la proposta di costruire un muro alla frontiera tra i due Paesi per frenare l’immigrazione clandestina verso gli USA

 

In Guatemala nasce il primo ufficio contro il razzismo, per garantire i diritti dei popoli indigeni

 

24 ORE NEL MONDO:

In Israele restano stabili le condizioni del premier Sharon, che domani sarà risvegliato dal coma farmacologico 

 

In Iraq liberato l’ingegnere francese rapito un mese fa, mentre non si hanno notizie sulla sorte della giornalista americana sequestrata ieri

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 gennaio 2006

 

 

PRIMI BATTESIMI CONFERITI STAMANE DA BENEDETTO XVI A 10 BAMBINI NELLA

CAPPELLA SISTINA. NELL’ODIERNA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE, IL PAPA, HA

INVITATO A DIRE SÌ A CRISTO E ALLA VITA E NO AL MALE E ALLA CULTURA DI MORTE AMPIAMENTE DOMINANTE NEL NOSTRO TEMPO.

IL VALORE ECUMENICO DEL SACRAMENTO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

SOTTOLINEATO ALL’ANGELUS

 

 

Nel giorno della Festa del Battesimo di Gesù, che conclude il tempo di Natale, Benedetto XVI ha conferito stamane nella splendida cornice della Cappella Sistina il sacramento dell’iniziazione cristiana a 10 bambini, rinnovando una tradizione cara a Giovanni Paolo II, che soleva in questa solennità amministrare personalmente il Battesimo ad alcuni neonati in questo luogo sacro. Una fredda ma assolata giornata ha poi accolto le migliaia di fedeli radunati in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus. Il Papa li esortati “a comprendere sempre più il valore” del Battesimo anche in senso ecumenico e “di testimoniarlo con una degna condotta di vita”. Il servizio di Roberta Gisotti

 

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Sono risuonati ancora sotto le volte michelangiolesche della Cappella Sistina i vagiti di dieci neonati battezzati da Benedetto XVI. L’ultima volta era stato nel 2003, rito poi sospeso negli ultimi due anni a causa della malattia di Papa Wojtyla. Si è rivolto il Santo Padre con parole che sono andate dritte al cuore dei genitori, madrine e padrini dei bimbi, svolgendo interamente a braccio la sua omelia, e tralasciando il testo scritto già preparato. “Il Battesimo è un dono - ha spiegato – il dono della vita eterna”, ma ''noi non siamo in grado di dare questo dono per tutto l'arco del futuro sconosciuto - e perciò ci affidiamo al Signore per ottenere questo dono da lui.

 

Con il battesimo questo bambino va inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte e questa compagnia di amici è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell’eternità.

        

Una compagnia che lo accompagnerà sempre anche nel giorni della sofferenza, nella valle oscura della morte e che gli dà consolazione, conforto e luce, gli indica la strada giusta gli da' amicizia, gli dà vita. Questa compagnia assolutamente affidabile non scompare mai.

 

“Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro Pianeta, nella nostra Europa nei prossimi 50, 60, 70 anni, ma su un punto siamo sicuri: che la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non è mai solo, ha sempre l’amicizia sicura di Colui che è la vita”.

        

E per questo anche ai nostri giorni – ha ammonito Benedetto XVI - si impone di dire sì a Cristo, alla vita e ‘no’ al male, alla morte

 

“Possiamo dire che anche nel nostro tempo è necessario un ‘no’ ad una cultura ampiamente dominante della morte, una anticultura che si mostra per esempio nella fuga, nella droga. Fuga dal reale nell’illusorio, in una felicità falsa che si mostra nella menzogna, nella truffa, nella ingiustizia, nel disprezzo dell’altro, della solidarietà, della responsabilità per i poveri e per  i sofferenti; che si mostra in una sessualità che diventa puro divertimento senza responsabilità, che diventa una ‘cosificazione’ – per così dire – dell’uomo che non è più considerato come persona in un amore personale con fedeltà, ma diventa merce, una cosa pura. A questa apparente promessa di fedeltà, a questa pompa di una vita apparente che in realtà è solo strumento della morte, a questa ‘anticultura’ diciamo no, per coltivare una cultura della vita”.

        

Una cultura della vita che si esprime nel sì al dieci comandamenti, “che non sono delle proibizioni ma  sono una visione di vita”

        

“Sono un sì ad un Dio che da' senso, nei primi comandamenti;  sì alla famiglia, quarto comandamento; sì alla vita, quinto comandamento; sì all'amore responsabile, sesto comandamento; sì alla solidarietà' e alla responsabilità sociale e alla giustizia, settimo comandamento; sì alla verità. Questa è la filosofia della vita e la cultura della vita che diviene concreta e praticabile e bella nella comunione con Cristo''.

 

“Il Battesimo - ha concluso Benedetto XVI - è dono della vita e sfida di vivere la vita”, dicendo no “all’attacco della morte che si presenta con la maschera della vita”.

 

Il tema del Battesimo è stato poi anche al centro dell’Angelus. Il Papa ha ricordato che la fonte battesimale “rappresenta ilgrembo’ della Chiesa, dalle cui acque benedette vengono generati i figli di Dio”

 

“Il dono ricevuto dai neonati chiede di essere accolto da loro, una volta fattisi adulti, in modo libero e responsabile: questo processo di maturazione li porterà poi a ricevere il sacramento della Cresima o Confermazione, che, appunto, confermerà il Battesimo e conferirà a ciascuno il “sigillo” dello Spirito Santo”.

 

Battesimo che unisce tutti i seguaci di Cristo

 

 “Il Battesimo, inoltre, unisce i cristiani di ogni confessione. In quanto battezzati, siamo tutti figli di Dio in Cristo Gesù, nostro Maestro e Signore”.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

8 gennaio 2006

 

 

LA TRAGICA SITUAZIONE DEL LIBANO DOVE ESISTE LIBERTA’ DI STAMPA

MA SI RISCHIA LA VITA PER DIFENDERE L’INDIPENDENZA E LA DEMOCRAZIA DEL

PAESE: LA DENUNCIA DEL PRESIDENTE DI “INFORMATION SAFETY AND FREEEDOM”

- Intervista con Stefano Marcelli -

 

Prosegue il lavoro della Commissione di inchiesta dell’ONU sull’omicidio dell’ex premier libanese Hariri, dopo la denuncia dell’ex vice presidente siriano Khaddam di un coinvolgimento di Damasco nella vicenda. Anche dopo il ritiro delle truppe siriane dal Libano, il cammino del Paese verso una reale autonomia politica resta complesso. In questi giorni, anche l’esortazione di un leader druso libanese agli Stati Uniti perché proteggano il Paese dalle influenze siriane. D’altro canto sono diverse le richieste israeliane affinché Beirut rafforzi la sorveglianza alla frontiera con la Siria e lo Stato ebraico, dove i guerriglieri Hezbollah libanesi rappresentano la forza dominante. Roberta Gisotti ha intervistato Stefano Marcelli, presidente di “Information Safety and Freeedom”, associazione di difesa della libertà di stampa e di espressione nel mondo, al rientro da un viaggio in questo Paese strategico nello scacchiere mediorientale.

        

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R. – La situazione del Libano è veramente tragica, fa arrabbiare. Tutti ricordano a Beirut lo storico viaggio di Papa Wojtyla in quella terra, quando indicò proprio il Libano come il Paese dove c’era la grande occasione di uno sviluppo democratico all’interno di un Paese arabo. La democrazia in parte esiste in Libano, ma c’è qualcuno, e molti dicono la Siria - le Nazioni Unite con la loro Commissione d’inchiesta sull’omicidio dell’ex premier Hariri, cercheranno di far luce su questo fatto – che vuole bloccare, impedire a questo Paese di realizzare una piena indipendenza e democrazia. I giornalisti sono in prima linea su questo fronte. Il Libano è l’unico Paese del mondo arabo, dove esiste la libertà di stampa, ma si viene uccisi: Samir Kassir, giornalista libanese francese, ucciso a giugno sulla sua auto che è esplosa; May Shidiec, giornalista della rete televisiva LBC si è salvata sull’altra auto che è saltata in aria a settembre, ma ha perso un braccio ed una gamba; Gebran Tueni, direttore ed editore di An-Nahar, il più importante giornale libanese – quello su cui scriveva Samir Kassir – è stato ucciso con un’autobomba il 12 dicembre.

 

D. – Di questi misfatti, Marcelli, si parla poco sulla stampa occidentale…

 

R. – Non si parla quasi per niente. E questo io lo trovo criminale, perché è comunque sbagliato non guardare al mondo, non relativizzare i nostri problemi, rispetto a quelli di Paesi senza democrazia e senza libertà. Ma nel caso del Libano, come dicevo - e prima di me lo diceva molto più autorevolmente quel grande uomo che è stato Papa Wojtyla, che guardava a livello planetario - il Libano può essere veramente la chiave di svolta che può innescare la democrazia all’interno della cultura araba, e non perché esportata dall’Occidente, più o meno con la forza, ma perché uomini liberi rischiano la propria vita, mettono il loro entusiasmo per costruirla in proprio. Restare ciechi e sordi rispetto a questo dramma - che è un dramma vorrei dire però positivo, perché nasce da una ricerca della libertà - credo sia veramente un crimine che grava sulle nostre coscienze.

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IL 2006, ANNO INTERNAZIONALE DEI DESERTI E DELLA DESERTIFICAZIONE

- Con noi, il prof. Giampiero Maracchi -

 

“La desertificazione rappresenta uno dei processi più allarmanti di degrado ambientale, che minaccia la salute e le condizioni di vita di oltre un miliardo di persone”: con queste parole, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, comunicava nel maggio scorso la decisione dell’Assemblea ONU di decretare il 2006 Anno internazionale dei deserti e della desertificazione. Definito come processo di “degrado dei terreni coltivabili”, il fenomeno oggi colpisce il 41 per cento della superficie terrestre, provocando ogni anno la perdita di produzione agricola per un valore di 42 miliardi di dollari. Ce ne parla, al microfono di Roberta Moretti, il prof. Giampiero Maracchi, direttore dell’Istituto di Biometerologia del CNR di Firenze:

 

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R. – Quando si parla di desertificazione, automaticamente il nostro pensiero va ai deserti. Ora, esistono deserti per ragioni di carattere climatico, ma esistono forme, invece, di degrado del territorio in cui il territorio non ha più capacità produttiva sia in termini di produzione agraria, sia in termini di produzione forestale: anche questa è una forma di deserto, e oggi forse è la forma più comune, perché è il risultato di due fattori. Il fattore antropico, cioè il cattivo uso che l’uomo ha fatto del territorio o addirittura l’abbandono del territorio, e i mutamenti climatici che spesso aggravano questo cattivo uso.

 

D. – Quali sono le conseguenze economiche e sociali innescate dalla desertificazione?

 

R. – Nel caso di Paesi industrializzati, e quindi mi riferisco alle zone alte del globo, si ha una perdita nel valore dei terreni, abbassamento nella capacità produttiva, un impoverimento che naturalmente può essere anche definito in termini economici; spesso si accompagnano a questi fenomeni altri fenomeni importanti come l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, quindi fenomeni di esondazione, di erosione, che sono a loro volta un costo per la comunità nazionale. Nei Paesi, invece, della fascia tropicale, si ha spesso una conseguenza in termini anche sociali, non soltanto in termini economici: è la fame.

 

D. – Secondo lei, cosa si può fare concretamente per combattere la desertificazione?

 

R. – Dovremmo modificare radicalmente l’approccio all’ambiente, considerando l’ambiente come la nostra casa. “Ecologia” deriva appunto dal greco: “eukos”, quindi casa; quindi, l’approccio deve essere non solo econometrico, ma dev’essere legato all’interazione che l’uomo deve avere con tutto il territorio e con gli altri organismi. In fondo, importare l’uva dal Cile, quando poi l’uva sarebbe invece molto più vicina a noi, significa un degrado ambientale, significa aumentare molto le emissioni, aumentare l’inquinamento, quindi aumentare l’impatto dei cambiamenti climatici e quindi contribuire al degrado e alla desertificazione. Quindi, una visione un po’ meno antropocentrica di quella che è stata invece la visione degli ultimi quattro secoli!

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ALLA SCOPERTA DELLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

 

FILOSOFIA E TELOGIA NEL MEDIOEVO CRISTIANO

CON NOI, L’ARCIVESCOVO DI CHIETI-VASTO, BRUNO FORTE

        

Con il Medio Evo, i diritti della persona umana acquistano una forza sconosciuta nel passato. Fondamentale è il contributo del pensiero cristiano, così come straordinariamente fruttuoso fu il dialogo tra filosofia e teologia. Questo aspetto dell’era medievale è al centro del quinto appuntamento del nostro speciale sulle radici cristiane dell’Europa. Alessandro Gisotti ha intervistato il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto:

 

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D. - Papa Woytila, nel lontano 1981, affermò: “Il senso cristiano dell’uomo, immagine di Dio, secondo la teologia greca, approfondita da Sant’Agostino, è la radice dei popoli dell’Europa”. Dunque, è impossibile comprendere l’Europa senza il vescovo di Ippona, un africano…

 

R. – Con Agostino si celebra la nascita dell’io, cioè la presa di coscienza nuova del protagonismo della soggettività umana come persona, come soggetto libero, consapevole e responsabile delle proprie azioni. Sappiamo che il grande contributo che il Cristianesimo, e in generale la tradizione ebraico cristiana lascia alla cultura dell’Occidente e all’intera cultura umana, è la persona al centro di tutto. Questo è ciò che, come Europei, siamo chiamati a costruire.

 

D. – Il Medio Evo ci offre alcune figure straordinarie di Santi filosofi, basta pensare a Sant’Anselmo, San Tommaso d’Aquino, e tanti altri potrebbero essere citati. Dunque, fede e ragione nel Medio Evo si alimentano a vicenda?

 

R. – Potremmo dire che tra fede e ragione, nella grande tradizione cristiana, si stabiliscano 3 tipi di rapporti: un primo rapporto è quello della “tensionalità” dell’uno all’altro legata ad Agostino, dell’intelligo ut credam, credo ut intelligam. E’ come dire che la ragione è protesa al suo superamento verso il mistero ma anche l’intelligenza del mistero, la fede è protesa alla sua auto comprensione con lo strumento della ragione. Un secondo tipo di rapporto, è quello del “et et” che viene in qualche modo sancito con la rivoluzione culturale del XII secolo e con le grandi opere della scolastica medioevale. Tommaso d’Aquino ne è il portavoce geniale. Fede e ragione hanno entrambi dei propri spazi, dei propri ambiti di competenza ma devono correlarsi l’uno all’altro in una sorta di alleanza per la quale la ragione diventa lo stimolo della fede ad interrogarsi e la fede lo stimolo della ragione a trascendersi. Un terzo tipo di modello è quello che invece, in qualche modo segna, tra fede e ragione, una sorta di “aut aut”. E’ un modello che ha percorso in vari modi l’anima cristiana in tutto il suo sviluppo plurisecolare. In questo modello, connesso con una sorta di disprezzo della ragione, da una parte negli spiritualisti entusiasti ed esasperati, dall’altra invece, connesso in una sorta di negazione della fede da parte dei tradizionalisti assoluti. E’ un modello che in vario modo influenza ancora il nostro presente. E’ proprio questo modello quello che ha agito anche nelle contrapposizioni dell’ideologia moderna alla fede cristiana. Ma è un modello risultato alla fine perdente perché quando la ragione viene “assolutizzata” e non riconosce il suo limite, produce innumerevoli cumuli di violenza e quando la fede non si serve della ragione, rischia facilmente il fondamentalismo, con la rinuncia alla sua dignità di esperienza umana integrale.

 

D. – Uno degli aspetti forse meno noti del Medio Evo, descritto come epoca oscura e chiusa all’incontro con l’altro, è il dialogo tra filosofi cristiani e arabi. C’è qualche lezione che possiamo trarre per l’oggi, da questa esperienza?

 

R. – La lezione è fecondissima ed è quella di una capacità, da parte del grande pensiero cristiano medievale, di straordinaria apertura di orizzonti, di cogliere il positivo dovunque esso si offra. Nello stesso tempo, di entrare in un dialogo fecondo con l’altro anche quando, a prima vista, esso appare così diverso da noi. Pensiamo all’uso che Tommaso d’Aquino fa della mediazione araba, del grande pensiero aristotelico che gli giunge, appunto, attraverso la traduzione latina dei testi arabi che avevano riportato Aristotele. Un incontro singolare ma che ci dice, quando le intelligenze libere e pensanti si aprono al mistero e si lasciano interrogare da esso, che è sempre possibile un incontro al servizio della verità.

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un libro di Paolo Gulisano e Andrea Monda approfondisce

 gli aspetti spirituali del romanzo di Clive Staples Lewis

da cui e’ tratto il film di successo “Le cronache di Narnia”

- Intervista con Andrea Monda -

 

Grande successo di pubblico anche in Italia per il film “Le cronache di Narnia” che negli Stati Uniti ha già sbancato i botteghini. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore inglese Clive Staples Lewis. E in occasione dell’uscita del film è stato pubblicato il libro di Paolo Gulisano e Andrea Monda intitolato “Il mondo di Narnia” che sottolinea e approfondisce gli aspetti spirituali del romanzo riproposti nella pellicola. Debora Donnini ha intervistato Andrea Monda:

 

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R. – Siccome in Italia mancava una riflessione sullo scrittore e su quest’opera, abbiamo voluto prepararla mettendo in luce gli aspetti simbolici di quest’ opera, aspetti che sono riconducibili alla dimensione religiosa e cristiana in particolare.

 

D.– Il leone Aslan è chiaramente figura di Cristo. Questo emerge specialmente quando, pur essendo innocente, offre la sua vita per uno dei bambini che in realtà è “colpevole”, nel senso che ha tradito i suoi fratelli…

 

R. – Aslan, che in turco vuol dire leone, è una chiara figura cristologica. Il sacrificio di Aslan non è volto ad un’umanità vaga, indistinta, ma prima di tutto a un bambino in particolare, a Edmund, “colpevole” di tradimento, di capriccio, di egoismo ma che a causa di questo suo peccato porterà all’azione redentrice di Aslan che si sacrifica in una dinamica tipicamente cristologica.

 

D. - Riguardo la scena dell’altare che si rompe dopo il sacrificio viene da pensare in qualche modo a quello che ha scritto René Girard a proposito del sacrificio di Cristo…

 

R. – Difficile pensare ad un influsso di Lewis nell’opera di René Girard, ma senza dubbio in tutta la sua opera, in particolare nei saggi “La violenza e il sacro” e “Il capro espiatorio”, Girard affronta lo stesso tema. Cioè la novità del cristianesimo è l’unicità della vittima, che è Cristo, che è Dio stesso il quale, sostituendosi all’uomo, chiude la catena di sangue, di espiazione e di sacrificio che tutte le altre religioni avevano. Con la vittima sacrificale che è Cristo si rovescia il rapporto uomo-Dio, non è più Dio che chiede il sangue dell’uomo, sacrifici - sacrifici umani addirittura -, ma è Dio che si fa vittima. Sull’altare, spezzando la pietra, nasce una nuova legge che non è quella scritta sulla pietra, ma nel cuore.

 

D. – I protagonisti delle cronache di Narnia sono bambini. La scelta di mettere al centro dei piccoli ha a che fare, secondo lei, con il Vangelo?

 

R. - Senza dubbio c’è una analogia tra i piccoli, gli umili, gli ultimi del Vangelo e gli hobbit di Tolkien da una parte e i bambini delle cronache di Narnia. La fantasia, che per Lewis vuol dire entrare nell’armadio e quindi accedere al mondo di Narnia, non è un’evasione dalla realtà, ma è una visione più profonda della realtà, però per vedere più profondamente la realtà bisogna avere gli occhi trasparenti di un bambino.

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CHIESA E SOCIETA’

8 gennaio 2006

 

ISLAM: E’ COMINCIATO  L'HAJJ, IL TRADIZIONALE PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA CHE OGNI MUSULMANO È TENUTO AD OSSERVARE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA.

2 MILIONI E MEZZO I FEDELI IN MARCIA. IMPONENTI LE MISURE SICUREZZA

 DOPO IL CROLLO DI UN OSTELLO PER PELLEGRINI.

AGENTI E PERSONALE MEDICO PRONTI AD INTERVENIRE IN CASO DI NECESSITÀ

- A cura di Tiziana Campisi -

 

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MINA. = Circa 2 milioni e mezzo di musulmani hanno cominciato oggi, nell’Arabia Saudita, il loro annuale pellegrinaggio verso la Mecca, nella valle di Mina. Imponenti le misure di sicurezza, dopo il crollo, tre giorni fa, nella città santa dell’Islam, di un ostello per pellegrini che ha provocato la morte di 76 persone. Meta del pellegrinaggio è la grande moschea, all’interno della quale si trova la Ka'bah, la struttura cubica dove è conservata la ‘Pietra nera’, un blocco di minerale di origine sconosciuta che la tradizione vuole sia stata portata sulla terra dal Paradiso terrestre dall’arcangelo Gabriele. Essa è oggetto di venerazione ma non di adorazione. L’Hajj, il pellegrinaggio, è uno dei cinque precetti dell’Islam ed ogni musulmano è tenuto ad osservarlo almeno una volta nella vita. Per i fedeli il viaggio è un mezzo di purificazione, durante il cammino infatti ogni musulmano chiede perdono per i propri peccati. Quest’anno, per consentire l’inizio della processione, lungo i cinque chilometri percorsi dal profeta Maometto oltre 1.400 anni fa, è stato necessario rimuovere le macerie dell’edificio crollato giovedì scorso. Uomini e donne di tutte le età, etnie e nazionalità, vestiti di bianco e con ai piedi sandali, hanno cominciato ad avanzare in modo compatto a piedi o in autobus verso Mina, trasformata in una distesa di tende. I fedeli trascorreranno la giornata - detta Yawm-al-Tarwiya - in preghiera e raccoglimento prima di recarsi domani all’alba verso il monte Arafat, dove trovano il loro compimento i riti del pellegrinaggio. Sono circa 60 mila gli agenti di sicurezza che vigilano sullo svolgimento della giornata, spesso, in passato, funestata da gravi incidenti. Nel 1990, in una calca, sono morte 1.426 persone, nel 1997, in un incendio, hanno perso la vita 343 pellegrini, nel 2004 in 251 invece sono stati schiacciati dalla pressione della folla. Resta poi il timore di atti di terrorismo e quest’anno c’è pure l’ombra dell’influenza aviaria, dopo la scoperta dei casi verificatisi in Turchia. Per avere il visto i fedeli che vogliono affrontare il pellegrinaggio devono essere comunque vaccinati contro le più comuni malattie infettive. Quest’anno sono state predisposte 9.600 persone, tra medici e paramedici, oltre a centinaia di ambulanze ed elicotteri.

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TAGIKISTAN: 13 BAMBINI SONO MORTI IN UN INCENDIO DIVAMPATO IN UN ASILO

PER  DISABILI MENTALI. 60 QUELLI ATTUALMENTE RICOVERATI PER USTIONI,

ALMENO 5 I DISPERSI

 

DUSHANBE. = Almeno tredici bambini sono morti in nottata, in un incendio divampato nell’istituto per disabili mentali “Chorbog”, nella capitale del Tagikistan Dushanbe, nell’Asia centrale. Altri quattro o cinque minori sono dati per dispersi. Nel pensionato, un edificio di legno costruito nel 1934, e dove dormivano centinaia di bambini, le fiamme sono divampate poco dopo la mezzanotte. I vigili del fuoco sono riusciti a trarre in salvo 79 bambini, 60 dei quali sono stati ricoverati in ospedale con ustioni di varia gravità. Molti degli ospiti dell’asilo hanno problemi di deambulazione, e non sono stati in grado di abbandonare l’edificio in fiamme senza aiuto. I pochi riusciti a salvarsi da soli si sono trovati per strada nel gelo della notte con gli indumenti che indossavano a letto. (T.C.)

 

 

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CARLO AZEGLIO CIAMPI HA ASSEGNATO

IERI LE ONORIFICENZE DELL’ORDINE DELLA “STELLA DELLA SOLIDARIETÀ ITALIANA”.

TRA GLI INSIGNITI NOVE MISSIONARI

 

ROMA. = Il presidente della repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi ha assegnato ieri le onorificenze dell’Ordine della ‘Stella della solidarietà italiana’ a nove missionari. Il capo dello Stato, riferisce l’agenzia MISNA, ha nominato ‘Grande ufficiale’ suor Rosita Milesi, della Suore Missionarie di San Carlo Borromeo (conosciute come Scalabriniane), impegnata in Brasile a favore dei migranti. Tra i nuovi ‘cavalieri’: padre Silvio Bassi, francescano, attivo a Nigata, in Giappone, suor Maria Bellini, che vive a Luanda, in Angola; suor Francesca Wanda Zanotti, missionaria a Seto-shi, in Giappone, padre Valerio Farronato, direttore del mensile ‘Insieme’ a Berna, in Svizzera; tre religiose attive in diversi progetti in Zambia: suor Gioconda Bazzan, impegnata a Ndola, suora Esterina De Luca, nella capitale Lusaka e suora Antonietta Redolfi a Chirindu. Infine è stato nominato cavaliere anche il salesiano don Luigi Bellici, 90 anni, arrivato in India nel 1932, dove tra l’altro era stato internato, dagli inglesi, durante la seconda guerra mondiale, nel campo di concentramento di Deoli e Dehradun. (T.C.)

 

POLEMICHE TRA STATI UNITI E MESSICO PER LA PROPOSTA DELLA COSTRUZIONE DI UN MURO, SU AMPI TRATTI DELLA FRONTIERA, ALLO SCOPO DI PORRE UN FRENO ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA. DOMANI, IN MESSICO, INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI DEI PAESI INTERESSATI PER DISCUTERE NUOVE POSSIBILI SOLUZIONI

 

ROMA. = Cresce la polemica per il controverso progetto di costruire un muro su ampi tratti della frontiera tra Stati Uniti e Messico per impedire l’immigrazione clandestina. Il 16 dicembre scorso, la Camera dei rappresentati Usa ha approvato la misura proposta dal deputato repubblicano James Sensenbrenner, nell’ambito della nuova legge sull’immigrazione. Ora il provvedimento deve passare al Senato, ma intanto la proposta del muro ha suscitato polemiche negli Stati Uniti e preoccupazione in Messico e in altri Paesi latino-americani. Domani, riferisce l’agenzia EFE, in Messico si incontreranno i ministri degli Esteri di Messico, Centramerica e Colombia, nel tentativo di trovare una posizione comune. Se negli Stati Uniti il muro sembra dividere il fronte conservatore da quello progressista - l'uno schierato a favore di un freno all’immigrazione clandestina, l’altro che valorizza il contributo positivo degli immigrati, anche quelli clandestini - nei Paesi dell’America Latina si sottolinea soprattutto il dramma umano che sta dietro ai flussi migratori e la necessità di trovare soluzioni alternative ad un fenomeno che provoca centinaia di morti - 441, secondo cifre ufficiali Usa, inferiori a quelle fornite dai Paesi di partenza - tra le centinaia di migliaia che affrontano il pericoloso viaggio nella speranza di trovare una vita migliore. Dal Messico partono ogni anno circa mezzo milione di persone per raggiungere gli Stati Uniti, dove già vivono circa 10 milioni di messicani, la metà dei quali clandestini. Nel 2005, le autorità statunitensi hanno deportato oltre 18 mila immigrati clandestini honduregni, 505 sono deceduti nel tragitto che attraversa la frontiera tra Messico e Usa. I guatemaltechi rimpatriati dal Messico e dagli Stati Uniti nel 2005 sono stati oltre 92 mila: il governo stima che siano circa 300 al giorno quelli che tentano di entrare negli Usa clandestinamente. Il governo del Salvador, invece, ha registrato lo scorso l'anno la morte di 17 suoi cittadini nel tentativo di entrare negli Usa, 35.882 sono stati deportati dal Messico, 7.154 dagli Stati Uniti. (T.C.)

 

 

GUATEMALA: PER GARANTIRE I DIRITTI DEI POPOLI INDIGENI, NASCE IL PRIMO UFFICIO CONTRO IL RAZZISMO. LA SEDE NELLA CITTÀ DI QUETZALTENANGO

 

CITTÁ DEL GUATEMALA. = Il presidente della Repubblica del Guatemala, Oscar Berger, ha personalmente annunciato nella capitale Città del Guatemala la creazione del primo Ufficio della Commissione presidenziale contro il razzismo e la discriminazione. La struttura, scrive l’agenzia MISNA, è stata aperta nella città di Quetzaltenango, a circa 200 chilometri circa dalla capitale. Il suo fine raccogliere le denunce di eventuali casi di discriminazione per razzismo degli abitanti Indios residenti nei dipartimenti di Quetzaltenango, San Marcos, Totonicapán e Sololá. In quest’ultima regione si concentra la maggior parte dei nativi del Paese centroamericano che, divisi in 23 etnie, rappresentano il 60% dei circa 12 milioni di guatemaltechi. Secondo il capo dello Stato, la discriminazione razziale contro gli indigeni è uno dei problemi più gravi che colpisce la società del Guatemala e l’iniziativa vuole contribuire a garantire meglio i diritti degli indios. Il capo della Commissione, l’intellettuale indio Ricardo Cajas, ha sottolineato che nei prossimi mesi saranno aperti altri uffici anche in altre regioni del Paese. La ‘Comisión Presidencial contra el Racismo y la Discriminación’ è stata creata alla fine del 2004, a compimento di quanto stabilito negli accordi di pace sottoscritti dal governo e dall’antica guerriglia, che tra il 1960 e il 1996 ha dato vita a una sanguinosa guerra civile costata la vita a circa 250.000 guatemaltechi. (T.C)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

8 gennaio 2006

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

        

Sono sempre gravi ma stabili le condizioni di Sharon che verrà mantenuto nello stato di coma farmacologico ancora per un giorno. Lo hanno deciso i suoi medici, dopo la  nuova tac eseguita stamane che ha mostrato “lievi miglioramenti” del paziente. Intanto il vice primo ministro, Olmert ha presieduto la seduta del consiglio dei Ministri israeliano. Il nostro servizio:

 

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I medici potranno effettuare solo domani una prima valutazione delle funzioni cerebrali di Sharon. Secondo il direttore dell’Ospedale bisogna attendere il graduale risveglio dal coma, nel quale Sharon si trova da mercoledì sera. Una fase estremamente delicata, questa, definita anche dalla stampa israeliana come la prova della verità per l’anziano leader. La tac di oggi ha rilevato “lievi miglioramenti”: tutti i valori sono nella norma. Nella notte non ci sono stati cambiamenti nella situazione clinica del paziente, che dunque resta “critica ma stazionaria”. Gia ieri c’era un certo ottimismo fra i professori che lo assistono. Le sue possibilità di sopravvivenza rimangono buone – avevano detto - ma il problema principale è di capire quali capacità intellettive e di controllo fisico gli rimarranno. Per uno dei chirurghi “Sharon non sarà in grado di essere primo ministro ma forse sarà in grado di capire e di parlare". Intanto il premier ad interim Olmert, ha presieduto l’odierna seduta del Consiglio dei ministri affermando la volontà di realizzare “le intenzioni di Sharon”. E se oggi la poltrona di Sharon è rimasta vuota, ieri Olmert ha ricevuto diverse telefonate da parte di dirigenti stranieri. Dal segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, al presidente egiziano Mubarak, fino al re Abdallah di Giordania, tutti sono interessati a conoscere la linea di condotta del governo israeliano in assenza di Sharon. Un interesse che si lega con le prossime Elezioni del 28 marzo e, soprattuto, con le sorti del nuovo partito di centro, Kadima, creato da Sharon.

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 Pochi minuti fa si è appreso che un elicottero americano con otto passeggeri e quattro membri di equipaggio si è schiantato nel nord dell’Iraq. Tutte le persone a bordo sono morte. Lo rivelano fonti militari americane senza fornire ulteriori dettagli. Intanto, una buona notizia. Ieri sera a 30 chilometri da Bagdad è stato rilasciato l’ingegnere francese, catturato il 5 dicembre scorso. Sembra che i rapitori lo abbiano gettato fuori dall’auto sulla quale stavano cercando di trasferirlo, quando si sono imbattuti in un posto di blocco. Dal canto suo, il presidente francese, Chirac, ha ringraziato le forze della Coalizione per il felice esito della vicenda. Non ci sono novità, invece sulle sorti della giornalista americana sequestrata ieri a Bagdad. Dopo le frammentarie notizie dei primi momenti, è stata però precisata l’identità della donna. Si tratta di Jill Carroll, una freelance che collabora per il quotidiano di Boston 'Christian Science  Monitor'.

 

 La situazione si fa sempre più caotica ad Haiti dopo la misteriosa morte ieri a Port-au-Prince, del generale brasiliano, Urano Teixeira da Matta Bacellar, a capo della Missione internazionale delle Nazioni Unite (Minustah) presente nel Paese. Secondo le prime ricostruzioni, si tratterebbe di suicidio, tuttavia, per far luce sulla vicenda il presidente brasiliano Lula, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta. Intanto, dopo numerosi rinvii, è stato fissato al 7 febbraio prossimo il primo turno delle Elezioni presidenziali e legislative del Paese. Secondo un nuovo calendario elettorale, reso noto con decreto presidenziale, e dietro le forti pressioni dell’ONU, il secondo turno è previsto per il 15 febbraio e il presidente eletto dovrebbe entrare in carica il 29 marzo. Per l’appuntamento elettorale sono in lizza 34 candidati, tra cui una donna, mentre a contendersi i 130 seggi del Parlamento i candidati sono 1.300. Saranno le prime Elezioni dopo la caduta nel febbraio 2004 dell’ex presidente Aristide, attualmente in esilio in Sudafrica.

 

 In Turchia altri tre pazienti, due bambini e un adulto, ricoverati nell'ospedale di Ankara sono risultati positivi al virus dell'influenza aviaria. E' quanto ha affermato il governatore di Ankara, Kemal Onal, non specificando però se i tre abbiano contratto l'H5N1, il ceppo dell'influenza aviaria letale per gli esseri umani. Questi nuovi casi confermano che il virus sta avanzando verso l’Europa.

 

 L’Iran potrebbe riprendere già da questa sera le ricerche sul nucleare, annunciate nei giorni scorsi nonostante l'opposizione dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. Lo afferma l'agenzia Irna, citando “una fonte ben informata”. Solo ieri si era appreso che gli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l’energia atomica (AIEA) avrebbero rimosso i sigilli dagli impianti interessati non prima di lunedì. Dalle indiscrezioni sembra dunque che l’Iran abbia già fornito all'AIEA tutte le informazioni necessarie e che l’avvio della attività avvenga in anticipo.

 

 In Italia nuovi sbarchi di clandestini. Un barcone con circa 180 immigrati, tra cui 9 donne e un bambino, si è arenato stamane su una spiaggia davanti al porto di Lampedusa. Un'altra carretta del mare, in difficoltà per le avverse condizioni meteo, è stata invece soccorsa a 5 miglia a Sud dalla costa. A bordo si trovavano circa 100 persone. Solo ieri altri 170 immigrati erano giunti, sempre a Lampedusa, intercettati dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia costiera. Tutti i clandestini si trovano ora nel centro di prima accoglienza dell’isola.

 

 Una forte scossa sismica ha fatto tremare oggi per circa sette secondi il centro di Atene. Il sisma è stato avvertito in altre parti della Grecia, sulle coste dell'Egitto e su quelle italiane dello Ionio. Al momento non ci sono notizie di vittime o danni. L’Istituto geofisico di Atene ha registrato una serie di scosse tra i 6.4 e i 6.9 della scala Richter.  L'epicentro del sisma è stato individuato a 75 chilometri di profondità nel tratto di mare tra l'isola di Creta e la costa sud del Peloponneso (Khitira), circa 250 chilometri a Sud della capitale Atene.

 

 Passiamo agli Stati Uniti. Coinvolto in uno scandalo di corruzione e per uso illegale di fondi elettorali, Tom Delay ha annunciato ieri che rinuncerà alla carica di capogruppo dei repubblicani alla Camera. Il deputato texano, molto vicino al presidente Bush, ha sempre sostenuto di essere innocente.

 

 Terremoto politico in Gran Bretagna. Charles Kennedy, il leader del partito Liberaldemocratico britannico si è dimesso. La decisione è nata per lo scarso appoggio del suo gruppo politico dopo l’ammissione di essere alcolista. Kennedy aveva portato la 'terza forza' della politica britannica ad un grosso successo nelle ultime politiche.

 

 

 

 

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