RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 58 - Testo della trasmissione di lunedì 27 febbraio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Sarà
inaugurato mercoledì prossimo il nuovo portale cattolico in Brasile
L’Unione Europea stanzia
120 milioni di euro per l’Autorità nazionale palestinese, dopo il congelamento
dei finanziamenti dovuti da parte di Israele
Taiwan decide di
sciogliere il Consiglio nazionale per l’unificazione: irritazione della Cina e allarme da parte degli Stati Uniti
27
febbraio 2006
LA VITA UMANA E’ SACRA E VA RISPETTATA FIN DAL
CONCEPIMENTO
PERCHE’ DIO
STESSO, CHE NE E’ IL CREATORE, LA AMA SENZA DISTINZIONI
IN
QUALUNQUE ISTANTE DEL SUO SVILUPPO. COSI’ IL PAPA AI PARTECIPANTI
AL
CONGRESSO INTERNAZIONALE SULL’EMBRIONE, IN CORSO IN VATICANO
Dio non fa differenza tra la vita
venuta alla luce e quella non nata, perché entrambe portano in sé il segno
della sua paternità, da sempre difesa dalla Chiesa. E’ la riflessione che
Benedetto XVI ha compiuto intrattenendosi questa mattina con i circa 350
partecipanti al Congresso internazionale iniziato stamani nell’Aula nuova del
sinodo, in Vaticano. Il Congresso, promosso dalla Pontificia Accademia per la
Vita e in programma fino a domani, si intitola “L’embrione umano nella fase del
preimpianto” e concentra la propria attenzione, tra
etica e diritto, sui primissimi stadi di sviluppo delle cellule embrionali. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
**********
La vita umana e le leggi che la
governano sono un mistero che l’intelligenza umana può penetrare fino a un
certo punto. Oltre questa soglia, inizia “l’avventura della trascendenza” che
trova risposte nella fede in Dio e nella Sacra Scrittura, tra le cui pagine è
scritto tutto l’amore di Dio “verso ciascun essere umano ancor prima del suo
prendere forma nel seno della madre”. Con i ricercatori e gli studiosi di
genetica impegnati a congresso in Vaticano sull’embrione umano colto nei suoi
primissimi giorni dal concepimento, Benedetto XVI ha voluto sottolineare il
rapporto tra ricerca scientifica e riflessione etica. Si tratta – ha riconosciuto
– di “un argomento affascinante” e al tempo stesso “difficile e impegnativo”,
del quale “né la Sacra Scrittura né la Tradizione cristiana più antica possono
contenere trattazioni esplicite”. Tuttavia, ha osservato poco dopo il Papa:
“Anche in mancanza di espliciti insegnamenti sui primissimi giorni di
vita del nascituro, è possibile trovare nella Sacra Scrittura preziose
indicazioni che motivano sentimenti d'ammirazione e di riguardo nei confronti
dell'uomo appena concepito, specialmente in chi, come voi, si propone di
studiare il mistero della generazione umana”.
I libri sacri – ha proseguito
Benedetto XVI – “intendono mostrare l'amore di Dio verso ciascun essere umano
ancor prima del suo prender forma nel seno della madre”. Un amore che “non fa
differenza fra il neoconcepito ancora nel grembo di sua madre, e il bambino, o
il giovane, o l'uomo maturo o l'anziano. Non fa differenza perché in ognuno di essi vede l'impronta della propria immagine e somiglianza”:
“Per questo il Magistero della Chiesa ha costantemente proclamato il
carattere sacro e inviolabile di ogni vita umana, dal suo concepimento sino
alla sua fine naturale. Questo giudizio morale vale già agli inizi della vita
di un embrione, prima ancora che si sia impiantato nel seno materno, che lo
custodirà e nutrirà per nove mesi fino al momento della nascita: “La vita umana
è sacra e inviolabile in ogni momento della sua esistenza, anche in quello
iniziale che precede la nascita”.
Il Pontefice ha apprezzato il
lavoro svolto dalla Pontificia Accademia della Vita a servizio di queste
convinzioni. Un lavoro, ha detto, svolto che cerca di stabilire le connessioni
tra scienza, etica e diritto. “So bene, cari studiosi – ha affermato – con
quali sentimenti di meraviglia e di profondo rispetto per l’uomo voi portate
avanti il vostro impegnativo e fruttuoso lavoro di ricerca sull’origine stessa
della vita umana”. Un mistero “il cui significato la scienza sarà in grado di
illuminare sempre di più, anche se difficilmente riuscirà a decifrarlo del tutto”, giacché, ha soggiunto, “l'uomo rimarrà sempre un
enigma profondo e impenetrabile”:
“Abbiamo enormemente
migliorato le nostre conoscenze e identificato meglio i limiti della nostra
ignoranza; ma per l'intelligenza umana sembra sia diventato troppo arduo rendersi
conto che, guardando il creato, ci si incontra con l'impronta del Creatore. In
realtà, chi ama la verità, come voi cari studiosi,
dovrebbe percepire che la ricerca su temi così profondi ci pone nella
condizione di vedere e anche quasi di toccare la mano di Dio. Al di là dei
limiti del metodo sperimentale, al confine del regno che alcuni chiamano
meta-analisi, là dove non basta più o non è possibile la sola percezione
sensoriale né la verifica scientifica, inizia l'avventura della trascendenza,
l’impegno del “procedere oltre”.
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COSI’ BENEDETTO XVI, A STUDENTI E DOCENTI DEL
COLLEGIO TEOLOGICO DELL’APOSTOLIKI
DIACONIA DELLA CHIESA ORTODOSSA DI GRECIA.
NEL
SALUTO ALL’ ARCIVESCOVO CRISTODOULOS, IL PAPA
PREFIGURA UN INCONTRO
NEI
MODI E TEMPI CHE IL SIGNORE VORRA’
-
Servizio di Roberta Gisotti -
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“Fede, speranza e carità nella
vita cristiana vanno insieme”: lo ha ribadito Benedetto XVI rivolto agli
archimandriti, ai sacerdoti, ai seminaristi e a tutti i partecipanti alla
visita di studio a Roma del Collegio greco ortodosso, accompagnati dal vescovo
di Fanarion, Agathanghelos.
Il Papa ha auspicato che si possa “trovare concretamente una via per superare”
le divisioni “attraverso una conversione personale e comunitaria” e così anche
“l’esercizio dell’ascolto dell’altro e la preghiera” per l’unità.
Se all’inizio del secondo
millennio, hanno prevalso le ‘forze del male’ tra i
cristiani d’Oriente e d’Occidente, il Papa ha evidenziato i “molti segni
consolatori” registrati negli ultimi 40 anni nei rapporti tra Chiesa cattolica
e Chiesa ortodossa di Grecia, coronati dall’incontro tra Giovanni Paolo II e l’arcivescovo
di Atene e di tutta la Grecia, Christodoulos, nel maggio
2001, cui hanno fatto seguito – ha ricordato il Santo Padre – “vari atti di
collaborazione” e “iniziative
utili” per conoscersi più da vicino e favorire la formazione dei
giovani, come scambi di visite, borse di studio e cooperazioni editoriali. E, tra queste, Benedetto XVI ha citato i
progetti di formazione che il Collegio Apsotoliki Diakonia sta sviluppando con il Comitato cattolico per
la collaborazione culturale con le Chiese ortodosse, nell’ambito del Pontificio
Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. “Sono certo – ha
dichiarato Benedetto XVI – che la carità reciproca saprà alimentare la nostra
inventiva e ci farà percorrere strade nuove”. Infine un saluto particolare all’arcivescovo
Christodoulos: “Il Signore – ha osservato Benedetto
XVI – ci indicherà i modi e i tempi per rinnovare il nostro incontro
nell’atmosfera gioiosa di un ritrovarsi tra fratelli”.
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BENEDETTO
XVI HA RICEVUTO IN UDIENZA IL GOVERNATORE
GENERALE DEL CANADA, MICHAËLLE JEAN
Benedetto XVI ha ricevuto stamani
in udienza la signora Michaëlle Jean,
governatore generale del Canada, con il consorte e il seguito. Il colloquio,
svoltosi in un clima particolarmente cordiale, è durato circa 25 minuti. Il
governatore del Canada ha preso parte ieri alla cerimonia di chiusura dei
Giochi olimpici di Torino. Ricordiamo che le prossime Olimpiadi invernali si
terranno proprio in terra canadese, nel 2010 a Vancouver.
CON LA
FEDE IN CRISTO, RISCHIARATE L’OSCURITA’ IN CUI L’UMANITA’
STA
BRANCOLANDO: COSI’, BENEDETTO XVI NEL MESSAGGIO PER LA XXI GMG.
IL
PAPA INVITA I GIOVANI AD AMARE LA CHIESA, A LEGGERE E MEDITARE LA BIBBIA,
BUSSOLA CHE INDICA LA STRADA DA SEGUIRE
“La presenza amorevole di Dio, attraverso la
sua parola, è lampada che dissipa le tenebre della paura e rischiara il cammino
anche nei momenti più difficili”: è quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio
per la XXI Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a livello
diocesano il prossimo 9 aprile, Domenica delle Palme. Il raduno dei giovani,
incentrato quest’anno sul tema “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce
sul mio cammino”, rappresenta una tappa di avvicinamento alla GMG di Sydney,
nel luglio del 2008. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“Costruire
la vita su Cristo, accogliendone con gioia la parola e mettendone in pratica
gli insegnamenti”: è questo il “programma” per i giovani del Terzo Millennio
indicato da Benedetto XVI nel messaggio per la XXI Giornata Mondiale della
Gioventù. “E’ urgente – scrive il Papa – che sorga una nuova generazione di
apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfide del
nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo”. Questo, prosegue il
Pontefice, “vi chiede il Signore, a questo vi invita la Chiesa, questo il
mondo, anche senza saperlo, attende da voi!” E se Gesù vi chiama – esorta il
Papa – “non abbiate paura di rispondergli con generosità, specialmente quando
vi propone di seguirlo nella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Non abbiate
paura, fidatevi di Lui e non resterete delusi”.
Benedetto XVI,
che ricorda le “arricchenti esperienze” fatte nella GMG di Colonia l’agosto
scorso, invita quindi i giovani ad amare “la parola di Dio” e la Chiesa.
Proprio la Chiesa, sottolinea, “vi permette di accedere a un tesoro di così
alto valore introducendovi ad apprezzarne la ricchezza. Amate e seguite la
Chiesa che ha ricevuto dal suo Fondatore
la missione di indicare agli uomini il cammino della vera felicità”. Quindi, si
sofferma sulle difficoltà che i giovani di oggi riscontrano nel trovare la vera
felicità. “Non è facile – si legge nel messaggio – riconoscere ed incontrare
l’autentica felicità nel mondo in cui viviamo in cui l’uomo è spesso ostaggio
di correnti di pensiero, che lo conducono, pur credendosi “libero”, a perdersi
negli errori o nelle illusioni di ideologie aberranti”. Per questo – avverte il Papa – “è urgente liberare la
libertà, rischiarare l’oscurità in cui l’umanità sta brancolando”. Il Verbo
incarnato, Parola di Verità, afferma il Pontefice, ci rende “liberi e dirige la
nostra libertà verso il bene”. Esorta così i giovani a meditare “spesso la
parola di Dio”, lasciando che lo Spirito Santo sia “il vostro maestro”.
Il Papa
dedica ampia parte del messaggio alla centralità della parola di Dio come “arma
indispensabile nella lotta spirituale”. Essa, spiega, “agisce efficacemente e
porta frutto se impariamo ad ascoltarla, per poi obbedire ad
essa”. “Il segreto per avere “un cuore docile” – ribadisce – è di
formarsi un cuore capace di ascoltare. Ciò si ottiene meditando senza
sosta la parola di Dio e restandovi radicati, mediante l’impegno di conoscerla
sempre meglio”. Esorta così i giovani “ad acquistare dimestichezza con la
Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia” come “una bussola che indica
la strada da seguire”. D’altro canto, scrive ancora, “una via ben collaudata
per approfondire e gustare la parola di Dio è la lectio
divina, che costituisce un vero e proprio itinerario spirituale a
tappe”. Ma conclude, “la lettura, lo studio e la meditazione della Parola
devono poi sfociare in una vita di coerente adesione a Cristo ed ai suoi
insegnamenti”.
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MICROCREDITO, EFFICACE
STRUMENTO DI LOTTA ALLA POVERTA’ SENZA ILLUSIONI
MIRACOLISTICHE: SE NE DISCUTE DA STAMANI PER DUE GIORNI
NELLA
CONFERENZA INTERNAZIONALE PROMOSSA IN VATICANO
DAL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
- Con
noi mons. Giampaolo Crepaldi -
Un centinaio di esperti, politici,
imprenditori, operatori finanziari di oltre 30 Paesi dei vari continenti
partecipano da stamani alla Conferenza internazionale di due giorni promossa in
Vaticano dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace sul tema:
“Microcredito e lotta alla povertà”. Aprendo i lavori del convegno, il
Presidente del dicastero vaticano, cardinale Renato Raffaele Martino, ha detto
che scopo dell’iniziativa è di “valutare tutte le possibilità offerte dallo
strumento del microcredito per far fronte alla situazione di povertà, spesso drammatica
e disumana, che vivono tanti fratelli e sorelle in attesa di risposte concrete
e fattibili per intraprendere la strada dello sviluppo”. “Nel mondo – ha
ricordato il porporato – sono più di un miliardo gli esseri umani che vivono al
di sotto della soglia di povertà, cioè con meno di un dollaro al giorno”.
Giunti ormai quasi alla fine del “Primo Decennio delle Nazioni Unite per lo
sradicamento della povertà (1997-1006) sembra prevalere il pessimismo anche in
merito al dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015, pur non essendo
insufficienti le risorse globalmente considerate.
Oltre alla strada dell’Aiuto
Pubblico allo Sviluppo, con un più deciso sforzo per l’azzeramento del debito
internazionale dei Paesi poveri, secondo il cardinale Martino occorre
percorrere anche la via di nuove forme di finanziamento, nel cui ambito il
microcredito - come strumento finanziario per lo sviluppo delle microimprese –
può essere considerato una risposta interessante e innovativa. Erogando piccoli
prestiti a persone non bancabili, singoli, gruppi o famiglie che non possono
fornire garanzie tangibili vengono messi in grado di avviare una propria
attività economica, che diventa motore di crescita e di sviluppo sociale,
civile ed economico, per loro stessi e per tutto il tessuto sociale del
territorio.
Secondo il presidente di Giustizia
e Pace, la Conferenza internazionale indetta dal dicastero servirà a valutare
le condizioni generali affinché il microcredito sia un effettivo strumento di
sviluppo; a considerare i soggetti più adeguati quali beneficiari e clienti del
microcredito (in particolare, le donne); e a valutare con considerazione anche
critica le esperienze in atto, “senza coltivare - ha detto il cardinale Martino
- l’illusione miracolistica che il microcredito sia in grado di risolvere tutti
i problemi, come sembra far credere qualche enfatica fonte, forse interessata a
fare affari sulle spalle dei poveri”.
Oggi si susseguono le relazioni di
responsabili di agenzie delle Nazioni Unite, economisti, operatori del settore.
Alla ripresa dei lavori domani, una seconda tavola rotonda focalizzerà diverse
esperienze della Chiesa cattolica nel settore del microcredito.
Giovanni Peduto ha intervistato il segretario del Dicastero
Giustizia e Pace, il vescovo Giampaolo Crepaldi:
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R. – Lo scopo di questa Conferenza
è mettere al centro dell’attenzione questo strumento di lotta alla povertà che
è il Microcredito. Noi sappiamo che almeno da una decina di anni questo
strumento viene proposto, incoraggiato, sostenuto e anche praticato nei Paesi
in via di sviluppo. Lo scopo di questa Conferenza, quindi, da una parte è
quello di fare una valutazione, una specie di piccolo bilancio delle esperienze
che ci sono state, e nello stesso tempo una valutazione delle opportunità e dei
limiti di questo strumento nella lotta alla povertà.
D. – Cosa
può fare il Microcredito contro la povertà?
R. – Io sono veneto e mi ricordo
che per la promozione delle classi rurali, a cavallo tra ‘800 e ‘900, i parroci
del mio Veneto inventarono le casse rurali, perché il credito è certamente uno
dei grandi strumenti che possono promuovere uno sviluppo economico. Quindi,
prendendo l’esperienza di quel tempo vogliamo riproporla oggigiorno nel
contesto dei Paesi in via di sviluppo, per fare del Microcredito uno strumento
di sviluppo di queste popolazioni povere, di uno sviluppo evidentemente di
carattere economico.
D. – Lei
ha già fatto un esempio pratico di Microcredito, può ancora allargare
l’orizzonte?
R. – E’ appena terminato l’anno
internazionale del Microcredito, proposto dalle Nazioni Unite. Ci sarà poi alla
fine dell’anno un’altra Conferenza internazionale sul Microcredito. Sono
convinto che il Microcredito oggi sia all’attenzione della comunità internazionale
e sia considerato come uno degli strumenti importanti, necessari - non l’unico
evidentemente - per realizzare questo sviluppo. Oltre a dare una mano sul piano
finanziario alle attività imprenditoriali di questi piccoli imprenditori, cerca
anche di educarli al senso della imprenditorialità, utilizzando anche gli
strumenti finanziari. Evidentemente ci sono anche nei Paesi ricchi delle
esperienze di Microcredito. La nostra Conferenza, però, si limiterà soprattutto
a considerare le esperienze nell’ambito dei Paesi in via di sviluppo.
D. – E i
Governi cosa fanno a questo proposito?
R. – E’
più la società civile che si muove in questa direzione. Io conosco molte
esperienze, alcune anche di grande rilievo, di grande qualità, non solo tecnica
ma anche etico-culturale, promosse da grandi banche
europee ed anche italiane, le quali promuovono delle esperienze di Microcredito
in Paesi in via di sviluppo. Mi pare sia più la ‘società civile’
che si stia muovendo su questo fronte.
D. – E la
Chiesa?
D. – Guardando
il programma della nostra Conferenza, vengono presentate in una sessione di
lavoro esperienze che non sono propriamente ecclesiali, che provengono
prevalentemente, come dicevo prima, da grandi banche del mondo occidentale, ma
anche da banche che sono nate proprio con questa intenzionalità del
Microcredito nell’ambito dei Paesi in via di sviluppo. E poi c’è una sessione
di lavoro dedicata a quello che i cristiani fanno su questo fronte. Devo dire
che sono esperienze significative, belle, anche se non ancora molto forti e
diffuse.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina – “Dio
chiederà conto a chi sparge in suo nome il sangue del fratello”: il severo
monito di Benedetto XVI all’Angelus dinanzi al susseguirsi in questi giorni di
tragiche violenze in Iraq e in Nigeria.
Servizio vaticano - Il
discorso del Santo Padre ai partecipanti al Congresso internazionale promosso
dalla Pontificia Accademia per la Vita; nell’occasione il Papa ha ricordato che
la vita umana è sacra e inviolabile. Questo giudizio morale vale già agli inizi
della vita di un embrione ancor prima che sia impiantato nel seno materno.
Il discorso di Benedetto XVI alla comunità del Pontificio Seminario
Romano Maggiore.
La visita del cardinale Crescenzio Sepe in
Sudan.
Servizio estero - Nucleare: intesa di “massima” tra Mosca e Teheran per trasferire in Russia l’arricchimento
dell’uranio.
Servizio culturale - Un articolo di Paola Baioni
dal titolo “Una vita a inseguire la ‘segreta deità’”:
ad un anno dalla morte di Mario Luzi.
Servizio italiano - In primo piano il tema dell’economia. Fallita la
scalata ENEL in Francia: polemiche. Prodi: siamo il ventre molle dell’Europa.
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27 febbraio 2006
CON UNA SPETTACOLARE
CERIMONIA,
SI SONO CHIUSI IERI SERA A TORINO I XX Giochi
Olimpici invernali.
PROSSIMO APPUNTAMENTO A VANCOUVER NEL 2010
I XX Giochi
Olimpici invernali di Torino 2006 si sono chiusi ieri sera con una spettacolare
cerimonia. Entusiasmo e commozione dei 2500 atleti presenti e dei milioni di
persone che hanno seguito l’evento attraverso le televisioni di tutto il mondo.
Prossimo appuntamento a Vancouver, nel 2010. Dal capoluogo piemontese, Fabrizio
Accatino:
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E’ stato il soffio di Isolde Kostner, la campionessa assente e futura mamma, a spegnere
il braciere e a far calare il sipario sulla XX edizione dei Giochi Olimpici
Invernali. La cerimonia di chiusura ha bissato in termini di spettacolarità e
di entusiasmo quella di apertura, tra coreografie ispirate alla storia
dell’arte, al circo, al teatro da strada, alla pantomima. 124 i rappresentanti
ufficiali presenti allo stadio olimpico. Il momento più intenso è stato la
premiazione di Giorgio Di Centa, vincitore
dell’ultima gara a
“Ce l’abbiamo fatta! Tutti
insieme, con un bel gioco di squadra, con tanto impegno e tanta passione.
Grazie, grazie di cuore a tutti”.
Si chiude un’edizione
entusiasmante delle Olimpiadi: 80 Paesi partecipanti in rappresentanza di 4
continenti; 24 nazioni sul podio, 18 vincenti. L’Italia torna a casa con un
buon palmares: 11 medaglie di cui 5 d’oro e 6 di bronzo. La bandiera olimpica è
stata consegnata dal sindaco di Torino Sergio Chiamparino
al suo collega di Vancouver Sam Sallivan.
Sarà infatti il Canada ad ospitare i prossimi ‘giochi bianchi’.
Di questa edizione resteranno le straordinarie gesta di Enrico Fabris e la delusione per l’errore di Giorgio Rocca, le
imprese dei fondisti e la caduta dei pattinatori Margaglio
- Fusar Poli. E resterà l’immagine di una città che
ha dato il meglio di sé agli atleti e ai tifosi che l’hanno invasa contro ogni
pregiudizio che la vorrebbe fredda ed inospitale. Il CIO l’ha promossa a pieni
voti. Il presidente della commissione di coordinamento, ha dichiarato: “Le
infrastrutture sono state di primissima qualità e l’Italia ha dato il meglio di
sé. Gli atleti e gli operatori dell’informazione sono entusiasti. Gli impianti
sono stati i più straordinari mai realizzati nella storia dei Giochi Olimpici
Invernali”. Sono belle parole che aiutano a vincere la malinconia.
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una retrospettiva dell’opera di Amedeo Modigliani al
Vittoriano di Roma.
pittore livornese emigrato a Parigi esattamente un
secolo fa
-
Intervista con Rudy Chiappini
-
Dopo 47
anni di assenza, torna a Roma Amedeo Modigliani, il pittore livornese emigrato a
Parigi esattamente un secolo fa per vivere pienamente il fermento del mondo
artistico e letterario che la capitale francese offriva. Il Vittoriano di Roma
offre una retrospettiva che propone l’intero percorso creativo di Modì. E’ aperta al pubblico fino al 20 giugno. Ce ne parla
Francesca Sabatinelli:
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Perfetto
Bohemien, raffinato eccentrico, indomito ribelle: tutto ciò creò il mito di Modì, l’artista “maledetto” il cui rifugio, molto spesso,
si chiamava hashish o assenzio. Una vita fatta di eccessi, di numerose donne,
in molti casi divenute sue muse e modelle dei suoi ritratti. Nelle sue opere,
inimitabili per gli ovali su colli allungati, Modigliani ripropone il panorama
di un’epoca: le donne amate, gli amici letterati, poeti, pittori; il suo vivere
prima a Montmartre poi a Montparnasse,
nella Parigi che in quel periodo accoglieva Picasso e
Matisse, e dunque i cubisti, i Fauves,
i dadaisti-surrealisti. Tutto questo per lui, sempre fuori dalle correnti,
segnò in parte l’anonimato. Una produzione limitata quella di Modiglioni, che
visse solo 35 anni: in tutto non si arriva a 300 opere, 100 delle quali sono al Vittoriano.
Bellissimi ritratti, i famosi nudi, rivelatori della bellezza ideale di Modì. Rudy Chiappini,
direttore del museo di arte moderna di Lugano, è il curatore della mostra:
“La
bellezza ideale che Modigliani ricercava e quella che lui ha tentato di trovare
da prima nella scultura erano legate all’idealizzazione della donna. Non
potendo più portare avanti questo discorso nella scultura, ha cercato di farlo
nella pittura cercando di dipingere in un modo ancora classico ma andando al di
là dell’immagine reale del personaggio per scoprire - alcuni dicono - l’anima.
Se voi guardate alcune opere degli ultimi anni di Modigliani, manca la pupilla:
gli occhi sono due macchie celesti. Quindi c’è la tendenza ad una bellezza
quasi angelica. Intorno a Modigliani è nata la leggenda dell’artista “Modì”, dell’artista che faceva le sedute di Ashish, dell’artista spesso in preda ai fumi dell’alcool e
a volte la critica ha anche ritenuto che fosse questa la condizione ideale di
Modigliani per poter dipingere. E invece leggendo delle sue testimonianze, si
vede come quando Modigliani dipingeva era assolutamente lucido, era un artista
che sapeva distinguere e separare la vita dal lavoro e dalle opere”.
Dunque una retrospettiva evento
con oli, acquerelli, disegni, e una scultura, provenienti da musei pubblici e
collezioni private di tutto il mondo.
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27 febbraio 2006
BRASILE:
MERCOLEDÌ SARÀ INAUGURATO IL NUOVO PORTALE CATTOLICO.
L’EVANGELIZZAZIONE
ON LINE SI PROPONE DI OFFRIRE UNA VISIONE SERIA,
ETICA
E CRISTIANA DEGLI AVVENIMENTI NAZIONALI E MONDIALI
BRASILIA. = Il primo marzo, in
Brasile, sarà inaugurato il nuovo portale cattolico, www.portalcatolico.org.br. Lo scopo è quello di fare formazione e
informazione di qualità, per offrire al pubblico sempre più esigente una
visione seria, etica e cristiana degli avvenimenti nazionali e mondiali. Il
portale di evangelizzazione on line sarà gestito da padre Oswaldo Gerolin Filho, il quale avrà come
priorità la formazione delle persone, l’integrazione sociale, l’abilitazione
professionale e la preparazione culturale, sottolineando sempre la presenza
della Chiesa Cattolica e il suo costante impegno nella formazione dei giovani.
Nel sito web si produrrà anche una rivista settimanale, in cui i temi saranno
sì affrontati dal punto di vista della Chiesa, ma con possibilità di dibattito.
Come sottolinea l’agenzia Fides, navigando poi nel sito, gli internauti
potranno anche partecipare a sondaggi, seguire corsi sulle Sacre Scritture,
Catechesi, Matrimonio, Vocazioni, consultare articoli con testimonianze, storie
di santi e molto altro ancora. (A.E.)
DAL 3 AL 5 MARZO, A VIBO VALENTIA, IN CALABRIA I
LAVORI
DELLA
SETTIMANA SOCIALE ORGANIZZATA DALLA CONFERENZA EPISCOPALE
DELLA
REGIONE PER INDIVIDUARE STRADE DI SPERANZA CRISTIANA
E DI
LIBERAZIONE DA POTERI ILLEGALI
VIBO VALENTIA. = “Cristo nostra
speranza in Calabria: testimoni di corresponsabilità, per servire questa terra
su strade di liberazione”. È questo il tema della Settimana Sociale Calabrese
che si svolgerà a Vibo Valentia dal 3 al 5 marzo e
vedrà la partecipazione di trecento delegati di tutte le diocesi della regione.
“Incontrandosi i cristiani calabresi possono trovare le risorse necessarie per
tenere alta la testa e per non piegarla davanti ai capricci ed egoismi dei
tanti prepotenti”: ha sottolineato don Piero Furci,
segretario della Commissione per i problemi sociali e del lavoro della
Conferenza episcopale calabra, presentando l'iniziativa all’agenzia SIR. “La
risorsa fondamentale da individuare - ha aggiunto - sarà un cammino formativo
sullo stile dell'esodo biblico, integrativo di quelli già in atto, che ha come
obbiettivo la liberazione dalla dipendenza e dal compromesso. Così i cittadini
di questa terra cammineranno a fronte alta e si chineranno per venerare l’unico
Dio e non per paura. Capaci poi di scegliere l’impegno serio e qualificato nel
lavoro, nella professione, testimoni di luce e di coraggio”. (R.G.)
PORTORICO: IERI, MANIFESTAZIONE IN PIAZZA
NELLA CAPITALE SAN JOSÉ PER PROTESTARE CONTRO LA PRESENZA
DELL’FBI
SULL’ISOLA CARAIBICA E DENUNCIARNE L’OPERATO
SAN
JOSÉ. = Ieri, oltre un migliaio di portoricani hanno manifestato per le strade
della capitale San José, per protestare contro la
presenza del “Federal Bureau of Investigation”
(FBI), sul territorio dell’isola caraibica. La marcia
è stata organizzata dal Movimento indipendentista nazionale hostosiano
(MINH) per denunciare l’operato dei federali. Nelle ultime settimane, infatti,
gli agenti con il pretesto di voler scongiurare presunti attacchi terroristici,
hanno intensificato le perquisizioni nelle abitazioni dei dirigenti
indipendentisti, minacciandoli anche di arresto. Come riferisce l’agenzia
MISNA, alla vigilia della manifestazione di protesta, l’arcive-scovo di San Juan, mons. Roberto Gonzalez
Nieves, ha sostenuto, riferendosi alla condotta dell’FBI, che tali operazioni
provocano instabilità nella democrazia portoricana, e creano - conclude – molta
preoccupazione tra la gente. “Al di là di qualsiasi considerazione politica, i
portoricani sono chiamati ad esprimere la loro indignazione contro l’FBI.
Nessun indipendentista portoricano può essere considerato un terrorista”: è
quanto sostenuto invece, da Sonia Cepeda, co-presidente del MINH. Nella sua affermazione, c’è un
riferimento ben preciso all’uccisione, lo scorso settembre, del capo del
movimento nazionalista dei “Macheteros”, Filiberto Ojeda Rios, avvenuta per mano
degli agenti federali, in circostanze ancora da chiarire. (A.E.)
QUASI
TUTTA L’EUROPA PARLA ALMENO UNA LINGUA STRANIERA.
A
RIVELARLO È LO STUDIO EUROPEANS AND THEIR LANGUAGES COMMISSIONATO DALL’UNIONE
EUROPEA. 5 INVECE, I PAESI DALLA SCARSA PASSIONE PER LE LINGUE, PRIMO TRA
TUTTI: LA GRAN BRETAGNA
BRUXELLES. = Quasi tutta l’Europa
è poliglotta, a sostenerlo è lo studio Europeans
and their Languages
commissionato dall’Unione Europea. Nel valutare però, la conoscenza linguistica
degli Stati membri, l’indagine ha rivelato che il Regno Unito è la nazione con
il peggior rapporto con le lingue straniere. Infatti, sembrerebbe che solo un
britannico su tre conosca un idioma diverso da quello nazionale. Del resto
l’inglese è la lingua più parlata, ragion per cui, almeno apparentemente, i
britannici non avrebbero motivo di impararne una diversa. Questa scarsa
propensione per le lingue è comune anche ad altri cinque Paesi europei, tra
questi: l’Irlanda, l’Ungheria, il Portogallo, la Spagna e l’Italia, dove il 59
per cento della popolazione parla solo l’idioma nazionale. I migliori
poliglotti si trovano in Lussemburgo, dove il 92 per cento della popolazione
conosce almeno due lingue, seguono poi, i Paesi Bassi e la Slovenia. Il
risultato dello studio è comunque positivo, se si pensa che in media il 56 per
cento degli europei parla almeno una lingua straniera, il 28 per cento almeno due
e l’11 per cento addirittura tre. Nonostante l’inglese rimanga l’idioma più
diffuso, l’importanza del multilinguismo è
indiscussa. Conoscere più lingue, significa avere una maggiore comprensione
e apertura nei confronti di una cultura
diversa dalla propria. (A.E.)
LA CARITAS
DELLA DIOCESI DI AMALFI PROMUOVE, PER LA QUARESIMA,
UN’INIZIATIVA A SOSTEGNO DI 60 GIOVANI
LAVORATORI DI BUGANKA IN CONGO
AMALFI.=
Cogliere l’occasione della Quaresima “per ribadire con forza tutta la dignità e
il valore di chi cerca lavoro o soffre per lavoro impegnandoci con la preghiera
e con iniziative concrete a far sentire loro di appartenere ad un’unica
famiglia”. E’ l’impegno che propone la Caritas
diocesana di Amalfi-Cava de’
Tirreni per la Quaresima 2006. Richiamando i dati tratti dal centro di ascolto
diocesano, alla Caritas – riferisce l’agenzia SIR –
fanno notare che sul totale di 214 presenze registrate nel 2005 (il 61% delle
quali italiane) il 41% è costituita da richieste di lavoro o da interventi su
problemi legati a cattivo lavoro e al precariato; il 20% delle richieste viene
da padri di famiglia, l’80% da mogli con famiglie monoreddito o senza reddito.
Di qui, le proposte della Caritas diocesana per la
Quaresima 2006: la prima, a livello locale, intende promuovere informazione e
sensibilizzazione sul mondo del lavoro attraverso incontri di orientamento con
i giovani e i gruppi parrocchiali con i referenti diocesani del Progetto Policoro. La seconda, aperta ai bisogni dei Paesi
sottosviluppati, vuole realizzare il progetto “Promuovi lo sviluppo… tutela la
dignità”, che prevede l’acquisto di strumenti di lavoro in favore dei giovani
del Centro di integrazione professionale di muratura-carpenteria di Buganka in Congo. Beneficiari diretti saranno 60 giovani,
che, con il frutto dei lavori fatti e venduti, potranno finanziare la loro
formazione e ottenere anche durante questo periodo un piccolo utile. (A.G.)
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27 febbraio 2006
- A cura di
Amedeo Lomonaco-
L’Unione
Europea ha annunciato che saranno destinati 120 milioni di euro all’Autorità
nazionale palestinese. Lo ha reso noto il commissario europeo alle Relazioni
Esterne, Benita Ferrero-Waldner, aggiungendo che se
Israele proseguirà nel congelamento dei finanziamenti dovuti
all’amministrazione palestinese, “continueranno ad esserci gravi lacune nelle
finanze pubbliche palestinesi”. Con questo pacchetto di aiuti, presentato ai
ministri degli Esteri dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles per il Consiglio affari
generali, saranno pagati le spese energetiche e parte dei salari per dipendenti
pubblici e forze di sicurezza. L’inviato americano in Medio Oriente ha
precisato, intanto, che gli Stati Uniti non interromperanno l’invio di aiuti
umanitari alla popolazione palestinese, nonostante la formazione di un governo
guidato da Hamas.
In
Israele, una violenta esplosione ha devastato un centro di ricerche militare ad
Haifa, nel nord del Paese. Nel centro vengono
sviluppati i prodotti più avanzati dell’industria bellica israeliana. Al
momento, la pista più accreditata sembra quella dell’incidente. Gli inquirenti
ritengono poco probabile, invece, l’ipotesi di un attacco condotto da
estremisti palestinesi. Nello Stato ebraico continuano, intanto, ad essere
gravi ma stabili le condizioni di Ariel Sharon, che
oggi compie 78 anni. Sharon
è stato colpito da un ictus lo scorso 4 gennaio ed è stato sottoposto ad una
lunga serie di interventi chirurgici.
Scontri tra estremisti e forze di
sicurezza in Arabia Saudita: sono almeno 5 i sospetti terroristi di Al Qaeda uccisi da agenti sauditi alla periferia di Riad. Le vittime, secondo quanto riferito dalla polizia,
sono i presunti organizzatori dell’attacco condotto la scorsa settimana contro
una raffineria di greggio nell’est del Paese. L’attentato, costato la vita a
due poliziotti e a due fondamentalisti, è stato
rivendicato dal ramo saudita della rete terroristica di Al Qaeda
con un comunicato diffuso su internet.
Il governo di Mosca ha espresso
cauto ottimismo per una soluzione della crisi legata al programma nucleare di Teheran dopo l’accordo “di massima” raggiunto ieri tra Iran
e Russia per l’arricchimento congiunto dell’uranio nella città iraniana di Bushehr. In questa città è in
costruzione la prima centrale nucleare della Repubblica islamica grazie al
supporto di tecnici russi.
“Abbiamo raggiunto un’intesa preliminare per la formazione di
una joint-venture per
l’arricchimento”, ha spiegato il responsabile dell’Agenzia iraniana per
l’energia nucleare. Nei prossimi giorni, si terranno nuovi colloqui per
definire la trattativa. L’accordo tra Russia e Iran – ha precisato il governo
di Teheran – cadrà in caso di deferimento della
Repubblica islamica all’ONU. Provvedimenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro l’Iran
potrebbero scattare infatti il prossimo 6 marzo, al termine della riunione dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica
(AIEA) sul dossier iraniano. A Mosca, intanto, è previsto
l’arrivo del cancelliere tedesco Angela Merkel.
In Iraq, il ministero della Difesa
iracheno ha fatto schierare carri armati a Baghdad, in concomitanza con lo
scadere del coprifuoco di tre giorni. Il pacchetto di misure, approvato ieri
dal governo, prevede anche l’arresto di chiunque sia trovato in possesso, non
autorizzato, di armi. La capitale irachena continua, intanto, ad essere
sconvolta dagli attacchi: almeno 4 persone sono rimaste uccise in un attentato
sferrato a nord della capitale. Il coprifuoco è stato imposto dopo la
drammatica serie di scontri tra sciiti e sunniti innescata dall’attacco contro
la moschea sciita di Samarra e costata la vita ad
oltre 200 persone. Nel Paese arabo, intanto, l’ex presidente iracheno, Saddam Hussein, ha interrotto,
dopo 11 giorni, lo sciopero della fame iniziato per protestare contro le procedure
del processo, ritenute illegittime. L’ex rais, messo
sotto processo per la strage di 148 sciiti a Dujail
nel 1982, è accusato di crimini contro l’umanità.
Il presidente taiwanese,
Chen Shui-bian, ha abolito
il Consiglio Nazionale per l’Unificazione, organismo incaricato di tracciare le
linee guida per un’eventuale unificazione di Taiwan con la Cina. La decisione,
che ha irritato Pechino e allarmato Washington, sembra destinata ad acuire la
tensione. Taiwan, di fatto indipendente dal 1949, è considerata dalla Cina una
provincia ribelle. Pechino ha minacciato più volte un attacco militare in caso
di nuovi passi verso l’indipendenza dell’isola. L’amministrazione americana si
è dichiarata inoltre contraria ad ogni tipo di iniziativa, da qualsiasi parte,
che modifichi lo “status quo”.
In Thailandia,
l’opposizione parlamentare ha annunciato che boicotterà le elezioni anticipate
indette per il prossimo 2 aprile dal premier Thaksin Shinawatra, che venerdì scorso ha sciolto a sorpresa la
camera bassa del parlamento. Thaksin, imprenditore
miliardario passato alla politica ed eletto per la prima volta nel 2001, ha
ricevuto molte critiche dall’opposizione dopo la vendita, da parte della sua
famiglia, di tutte le sue partecipazioni nel gruppo industriale “Shin Corp”.
L’Unione
Europea “al momento” non intende dare un ultimatum alla Serbia per la consegna
del generale Ratko Mladic
al Tribunale penale internazionale dell’Aja. Lo ha
detto il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, al suo arrivo a Bruxelles, alla riunione dei
ministri degli Esteri europei. Secondo diversi ministri, bisogna continuare ad
insistere affinchè Belgrado collabori con il
tribunale dell’Aja. Da questa collaborazione – hanno
precisato – può dipendere lo sviluppo del negoziato di Associazione e stabilità
con l’UE.
Nuovo focolaio di influenza
aviaria in Africa: dopo i casi riscontrati in Nigeria, tracce del virus H5N1
sono state trovate anche in Niger. Lo ha reso noto il portavoce del governo del
Niger affermando che il virus ha colpito alcuni volatili.
Il Parlamento transitorio somalo
si è riunito ieri, in Somalia, per la prima volta dopo il rientro, l’anno
scorso, dall’esilio in Kenya. Alla sessione ha partecipato anche una folta
delegazione internazionale. Il servizio di Giulio Albanese:
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Una giornata storica, quella di
ieri in Somalia, tappa importante nel cammino per una fattiva riconciliazione
nazionale. Il Parlamento transitorio, infatti, si è riunito ufficialmente a Baidoa, a circa 250 km a nordovest di Mogadiscio. Si è
trattato della prima sessione formale tenuta sul territorio nazionale
dall’assemblea provvisoria somala, dall’anno scorso, quando rientrò in patria
dall’esilio in Kenya. Erano presenti, seduti su semplici sedie, 211 deputati.
Foltissimo il parterre di ospiti:
oltre al rappresentante speciale del governo italiano e all’ambasciatore
italiano, erano anche presenti delegazioni di alto livello delle Nazioni Unite,
dell’Unione Africana e della Lega Araba. Va ricordato che la Somalia non è
ancora riuscita a risollevarsi da quando, all’inizio degli anni Novanta,
precipitò in uno stato di anarchia a seguito della caduta del regime del
presidente Siad Barre.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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In Uganda, il presidente Museveni, vincitore delle presidenziali tenutesi in Uganda
lo scorso 23 febbraio, ha lanciato un appello ai partiti dell’opposizione
affinché siano riconosciuti i risultati elettorali. Secondo la principale
formazione dell’opposizione, le elezioni sarebbero state macchiate da brogli e
intimidazioni.
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