RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 45 - Testo della
trasmissione di martedì 14 febbraio 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
I Musei Vaticani
compiono 500 anni: presentate le iniziative per celebrare l’anniversario
Il
cardinale Martino presenta domani a Cuba il “Compendio della dottrina sociale
della Chiesa”
OGGI IN PRIMO PIANO:
La Chiesa celebra oggi la
memoria dei Santi Patroni d’Europa, Cirillo e Metodio
CHIESA E
SOCIETA’:
La FAO chiede risposte a
livello internazionale per fermare l’influenza aviaria
L’arcidiocesi
di New Orleans presenta un piano per il dopo-Katrina
In Nepal, la Caritas
locale denuncia le drammatiche condizioni di vita di migliaia di sfollati
Richiamo alla trasparenza e alla legalità
del vescovo di Arezzo, mons. Gualtiero Bassetti
Violente manifestazioni in Pakistan per le
vignette su Maometto: assediata l’ambasciata americana
14
febbraio 2006
IL
PAPA CONFERMA IL CARDINALE RUINI
COME
PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA,
“DONEC
ALITER PROVIDEATUR”
Il Santo Padre ha confermato presidente della Conferenza
episcopale italiana, donec aliter provideatur, cioè fino a che non si provveda
altrimenti, il cardinale Camillo Ruini, suo Vicario
generale per la diocesi di Roma. Il cardinale Ruini è
nato a Sassuolo, in provincia di Modena: il 19 febbraio prossimo compirà 75
anni.
Ordinato sacerdote l’8 dicembre del 1954 e consacrato
vescovo nel 1983, Giovanni
Paolo II nel 1991 lo aveva nominato
prima suo Vicario generale per la
diocesi di Roma e poi presidente della Conferenza episcopale italiana,
incarico riconfermato nel 1996 per il secondo
quinquennio e nel 2001 per il terzo quinquennio. Sempre nel 1991 Giovanni Paolo
II lo aveva creato
cardinale.
NOMINE
Il
Santo Padre ha nominato Difensore del Vincolo presso il Tribunale della Rota
Romana don
Alessandro Perego, del clero della diocesi di Roma.
LA DEUS
CARITAS EST BATTE OGNI
RECORD DI VENDITA: OLTRE UN MILIONE
DI
COPIE VENDUTE, SOLO IN ITALIA, PER LA PRIMA ENCICLICA DI BENEDETTO XVI
NEL
GIORNO DI SAN VALENTINO, LA RIFLESSIONE SULL’AMORE CRISTIANO
DEL VESCOVO DI TERNI, VINCENZO PAGLIA
E DEL
PREFETTO DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA, GIANFRANCO RAVASI
Un milione e centoquindicimila copie vendute, in Italia: è
questo l’ultimo dato offerto dalla Libreria Editrice Vaticana sulla diffusione della Deus caritas est.
Un record assoluto per un’Enciclica pontificia. Colpisce, inoltre, come il
documento di Benedetto XVI sull’amore cristiano sia tra i libri più venduti
anche nelle librerie Feltrinelli, uno dei “templi”
della cultura laica italiana. Sulle ragioni di questo successo, Alessandro
Gisotti ha intervistato il prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons.
Gianfranco Ravasi:
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R. – Ecco, io penso che sia soprattutto una certa componente
quasi di chiarezza, una dimensione nitida del suo pensiero che può essere,
evidentemente, anche non condiviso. Vedono, da un lato, una certa fermezza ma
al tempo stesso una certa dolcezza. Nei nostri giorni, invece, o si ha lo
scontro frontale – pensiamo a cosa avviene anche all’interno della politica,
per esempio – o dall’altra parte si ha una sorta di mucillagine, cioè un confuso
confronto nel quale un po’ tutto si stempera nella banalità, nell’ovvietà, e
pensiamo qui al linguaggio televisivo. Ecco: la figura e la comunicazione di
Papa Benedetto XVI è contrassegnata proprio da un nitore, quindi da perimetri
che sono ben circoscritti ma al tempo stesso anche da una forma, da un modo di
comunicare che è attento all’altro, che cerca di porgere un discorso, pur nel
suo rigore.
D. – Il termine ‘amore’, scrive il Papa nell’Enciclica, è
oggi diventata “una delle parole più usate e anche abusate, alla quale
annettiamo accezioni del tutto differenti”. Un richiamo che oggi, festa di San
Valentino, forse assume un significato particolare?
R. – E’ vero, questo, perché pensiamo che cosa è la
componente ‘amore’, all’interno poniamo delle canzoni popolari; una componente
quasi assolutamente necessaria, che alla fine, però, si stempera, si stinge nei
suoi valori. Invece, la proposta di questa Enciclica è proprio – e penso che
sia suggestivo riproporla in questa giornata, nella giornata tradizionalmente
legata agli innamorati, anche con una certa retorica, una certa enfasi, una
certa melassa anche pubblicitaria – riproporla perché, soprattutto, annoda
alcuni elementi che di solito vengono scissi dalla
cultura contemporanea. Infatti, da un lato si riconosce che anche la sessualità
nella sua capacità di comunicazione primordiale, fisica, ha un suo significato,
l’uomo però va ben oltre ed è capace anche di dare
altro. Due anziani che stanno camminando nel parco e si tengono ancora per
mano, rappresentano sicuramente tutta la bellezza di un amore che non ha più la
dimensione sessuale e neppure forse la dimensione della bellezza esteriore; ma
ancora, quella profonda della donazione di sé.
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E l’amore è stato il tema centrale dell’omelia
dell’arcivescovo di Terni-Narni-Amelia,
mons. Vincenzo Paglia in occasione delle celebrazioni odierne in onore di San Valentino,
patrono della città di Terni, di cui è stato il primo vescovo, e protettore
degli innamorati. Al microfono di Alessandro Gisotti, il presule si sofferma
sul significato dell’amore alla luce dell’esempio di San Valentino:
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R. – San Valentino è stato vescovo di Terni nel III secolo
ed era noto per il suo amore per i poveri; aiutava gli handicappati: pensi che
in Germania ci sono ospedali dedicati a San Valentino, anche per questo! E
aiutava i giovani fidanzati a sposarsi. Vorrei dire che l’amore di San
Valentino è un amore a tutto tondo, è l’amore del Vangelo, è l’amore di Gesù. E
in questo l’Enciclica del Papa ha come dato il fondamento teologico anche a questa
festa che noi celebriamo. San Valentino è un martire cristiano, il suo amore è
cristiano ed accoglie tutti senza frontiere. Ecco perché il martirio di
Valentino oggi mi sembrava bello legarlo alla testimonianza di don Andrea
Santoro, che ha amato in una terra difficile, fino all’effusione del sangue.
D. – Benedetto XVI ha tenuto a sottolineare in una lettera
a “Famiglia Cristiana”, che anche se ad una prima lettura la “Deus caritas est”
può sembrare molto teorica, ha invece una finalità concreta. In questo senso,
quali indicazioni può dare ai giovani, e ai giovani innamorati in particolare?
R. – Guardi, proprio ieri sera, con un folto gruppo di
fidanzati, stavamo parlando appunto dell’Enciclica la quale, con un ardimento
quasi inconsueto, ha – come dire – ridato tutto il suo senso anche alla
dimensione dell’eros: è proprio l’amore di Dio che ridona all’eros quella
dimensione di apertura, l’amore è ricerca, l’amore è fatica, l’amore è anche
creatività … L’amore non è scontato, e non è che si trova per strada. L’amore
va costruito. Questa Enciclica ripone al centro dell’attenzione di tutti la forza dell’amore!
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I MUSEI VATICANI COMPIONO 500 ANNI:
PRESENTATE
OGGI LE INIZIATIVE PER CELEBRARE L’ANNIVERSARIO
Presentato questa mattina in Sala Stampa vaticana il
calendario delle celebrazioni per il V centenario dei Musei Vaticani. Tra i
relatori il cardinale Edmund Casimir
Szoka, presidente del Governatorato dello Stato della
Città del Vaticano, Francesco Buranelli, direttore
dei Musei Vaticani e il vice direttore della Sala Stampa vaticana
padre Ciro Benedettini. A seguire la conferenza stampa per noi c’era
Paolo Ondarza.
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Scrigno di un incommensurabile patrimonio artistico,
Giovanni Paolo II li definì “una delle più significative porte della Santa Sede
aperte sul mondo”, i Musei Vaticani compiono 500 anni. Mezzo millennio a testimonianza
che l’arte è strumento
efficacie di evangelizzazione e riflesso di Dio Creatore che è Bellezza. Era il
14 gennaio 1506 sul Colle Oppio a Roma venne scoperto
il gruppo statuario del Laocoonte. L’opera subito
acquistata da papa Giulio II venne collocata un mese
dopo nel palazzetto del Belvedere in Vaticano: nacque
così il primo nucleo dei Musei.
Le celebrazioni del V centenario interesseranno tutto il 2006 per
offrire ai circa tre milioni e mezzo di visitatori nuove occasioni di
approfondimento. Si parte a marzo con l’inaugurazione del Museo Cristiano
fondato nel 1756 da Benedetto XIV. Quest’estate saranno aperte le sezioni Cina,
Giappone, Corea, Tibet e Mongolia del Museo missionario etnologico fondato nel
1926 da Pio XI. Con la presentazione del restauro dei dipinti murali del Pinturicchio nell’Appartamento Borgia
verrà sottolineata la costante attenzione dei Musei
Vaticani alla conservazione del patrimonio storico artistico.
In autunno gli appassionati di archeologia potranno
visitare il nuovo settore della necropoli Romana risalente al I-III secolo d.C., situata lungo la Via Triumphalis riportato alla luce tre anni or sono nella
Città del Vaticano. Momento più
significativo dell’anno la Mostra dedicata al Laocoonte
e all’origine dei Musei Vaticani prevista per il mese di Novembre. Concluderà
le celebrazioni un Convegno a dicembre con i massimi studiosi dell’arte per
riflettere sulla realtà delle istituzioni museali nel mondo, partendo dalla
storia pluricentenaria dei Musei Vaticani. Il cardinale
Edmund Casimir Szoka, presidente del Governatorato dello Stato della Città
del Vaticano:
“Si parla sempre più, in questi tempi
travagliati e contrastati, del Museo come luogo di incontro e di contatti, di
confronto e di dialogo, di maturazione e di riflessione fra religioni, culture,
esperienze e concezioni del mondo diverse e, a volte, opposte. Per modalità di
formazione e per significato spirituale, per spessore storico e per naturale
vocazione, i Musei Vaticani interpretano, oggi più che mai, in modo esemplare
questo ruolo e, per questo verso, rappresentano un unicum
insuperato fra tutte le analoghe grandi istituzioni museali”.
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IL
CARDINALE MARTINO PRESENTA DOMANI A CUBA
IL
“COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”
E
AUSPICA UN INCONTRO CON FIDEL CASTRO.
A
SANTO DOMINGO E PUERTO RICO LE ALTRE TAPPE DEL PORPORATO,
CHE DA
UN ANNO GIRA IL MONDO PER PRESENTARE IL DOCUMENTO
“La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la
battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile. Non può e
non deve mettersi al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare
ai margini nella lotta per la giustizia”. Queste incisive espressioni dell’enciclica Deus caritas est
di Benedetto XVI saranno il leit motiv
e l’idea conduttrice della presentazione del “Compendio della Dottrina sociale
della Chiesa” che il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, il
cardinale Renato Martino, si accinge a compiere in tre Paesi caraibici del Centro America - Cuba, Repubblica Dominicana
e Puerto Rico - da domani al 24 febbraio prossimo. Ce
ne parla Paolo Scappucci:
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Il porporato, che da più di un anno sta visitando numerose
nazioni dei cinque continenti, dal Messico alla Russia, dal Brasile alla
Tanzania, dalla Germania all’Angola, alla Thailandia,
solo per citarne alcune, si recherà giovedì, venerdì e sabato a L’Avana per illustrare
le linee fondamentali dell’insegnamento sociale cattolico nell’ambito delle celebrazioni
che nella capitale cubana si tengono per il XX anniversario dell’Incontro
nazionale ecclesiale del Paese centroamericano. Negli auspici e nelle richieste
del cardinale Martino è una visita al presidente cubano, Fidel
Castro, di cui attende conferma. Domenica 19 febbraio, il porporato parlerà
della dottrina sociale ai laici della Repubblica Dominicana in Santo Domingo,
mentre lunedì 20 sarà a Ponce, nell’Università Cattolica di Puerto
Rico, per presentare il Compendio ai sacerdoti, religiosi, religiose,
seminaristi e laici impegnati. Il giorno successivo, nello stesso
ambiente, terrà una lectio magistralis
sull’argomento per i professori e gli studenti dell’Ateneo e successivamente ai
politici, imprenditori e professionisti latinoamericani. Mercoledì 22 e giovedì
23 febbraio, il cardinale Martino sosterà a San Juan
per conferenze sulla Dottrina sociale della Chiesa agli avvocati di Puerto Rico e quindi ai direttori, amministratori e docenti
delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi, oltre mille educatori di istituti
scolastici di ogni ordine e grado.
Tra le idee-guida che il presidente di Giustizia e Pace
sottolineerà nella presentazione del Compendio
in questo suo itinerario pastorale in America Latina nell’imminenza della Quaresima,
vi sarà anche il concetto posto in rilievo da Benedetto XVI nel suo primo messaggio
quaresimale. “In nessun modo è possibile separare la risposta ai bisogni materiali
e sociali degli uomini dal soddisfacimento delle profonde necessità del loro
cuore”, per giungere sicuramente a quell’“umanesimo
plenario” che, secondo l’insegnamento del grande Pontefice Paolo VI, consiste
nello “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”. Il primo contributo che
la Chiesa può offrire al riguardo “non si sostanzia primieramente in mezzi
materiali o in soluzioni tecniche – sono ancora parole di Benedetto XVI - ma nell’annuncio della verità di Cristo che educa le
coscienze e insegna l’autentica dignità della persona e del lavoro, promuovendo
la formazione di una cultura che risponda veramente a tutte le domande
dell’uomo”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’Iraq: minacciati di morte i
due ostaggi tedeschi in un nuovo video diffuso dai sequestratori.
Servizio vaticano - Una pagina dedicata alla
celebrazione della Giornata del malato nelle diocesi italiane.
Servizio estero - Una pagina speciale - a cura di
Giuseppe Fiorentino e di Marcello Filotei - ad un
anno dall’assassinio dell'ex premier libanese Hariri.
Servizio culturale - Un articolo di Emanuele M. Ciampini dal titolo “L’identità nascosta di cinque
dignitari degni di essere sepolti vicino a Tutankhamon”: la recente scoperta nella Valle dei Re di
sarcofagi antropomorfi in una tomba intatta.
Per l’“Osservatore libri”, un articolo di Danilo Veneruso in merito ad un documentato studio di Mario
Casella “Stato e Chiesa in Italia dalla Conciliazione alla riconciliazione
(1929-1931)”.
Servizio italiano - In primo piano la politica. Si
moltiplicano i temi di dissenso nell’Unione: TAV, politica estera e programma.
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14 febbraio 2006
MIGLIAIA DI PERSONE IN PIAZZA A BEIRUT
PER RICORDARE L’EX PRIMO MINISTRO RAFIK HARIRI,
UCCISO UN ANNO FA IN UN ATTENTATO
Esattamente
un anno fa moriva in un attentato a Beirut l’ex primo
ministro libanese Rafik Hariri.
Quell’episodio ha aperto una lunga stagione di sangue
nel Paese dei cedri. Tra le vittime più eccellenti, Gibran
Tueni, il giornalista antisiriano, ucciso in un
attentato lo scorso 12 dicembre. Ed oggi, a distanza di 365 giorni, Beirut
ricorda Hariri con una grande manifestazione di
piazza, che ha portato in strada migliaia di persone. Salvatore Sabatino ha
chiesto di tracciare un bilancio di quest’anno al giornalista libanese Camille Eid, esperto di questioni
mediorientali del quotidiano Avvenire:
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R. – E’ stato, in effetti, l’anno
della transizione verso la libertà, ma anche delle dure prove, perché dopo aver
recuperato la sua sovranità il Libano ha subito un’ondata di altri assassinii
politici. I siriani hanno voluto vendicarsi per l’umiliante ritirata delle loro
truppe dal Paese, quindi hanno colpito molti leader della rivolta
indipendentista. Il primo a soccombere è stato Samir Kassir, un giornalista ucciso il 1° ottobre
dell’anno scorso, seguito da Georges Hawi e Gibran
Tueni. Per non parlare, poi, di quelli che sono scampati per miracolo
a questa ondata terroristica. Comunque, ci sono state importanti conseguenze della
ritrovata libertà del Libano, come il ritorno sulla scena politica di due
grandi leader cristiani: il generale Michel Aoun, tornato dopo 14 anni di esilio
in Francia, e poi la scarcerazione di Samir Geagea, leader delle forze libanesi.
D. – Sul campo la popolazione come
ha vissuto questo periodo?
R. – C’è stata una fortissima
partecipazione. Basti ricordare le manifestazioni che ci sono state a partire
dal 14 febbraio. Esattamente un mese dopo l’assassinio di Hariri
si sono riuniti nel centro di Beirut oltre un milione di libanesi, un quarto
della popolazione. Tutti avevano avanzato tre richieste: il ritiro delle truppe
siriane presenti in Libano da 29 anni, la verità sull’assassinio di Hariri e la rimozione dei capi dei servizi di sicurezza
libanesi, sospettati di connivenza con quelli siriani. Possiamo dire che
abbiamo raggiunto il primo, con il ritiro alla fine del mese di aprile delle
truppe siriane, secondo il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha messo in piedi
una commissione d’inchiesta che sta tuttora lavorando, terzo i capi della
sicurezza sono stati tutti messi in carcere in relazione proprio all’assassinio
di Hariri.
D. – A proposito della commissione
d’inchiesta,istituita dall’ONU. Fino a questo momento
è stato stabilito il coinvolgimento di funzionari di massimo grado siriani e
anche libanesi, ma
R. – Secondo me sì. Il procuratore
tedesco Melis ha lasciato l’incarico al giudice belga
Serge Brammertz, che inizierà il suo lavoro nei prossimi giorni.
E’ stata addirittura avanzata la richiesta di interrogare il vertice del regime
siriano, Bashar Assad e suo genero. Ovviamente,
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INIZIA
A PORTO ALEGRE, IN BRASILE,
L’ASSEMBLEA
DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE.
IL
CARDINALE KASPER PORTERA’ IL SALUTO DEL PAPA
-
Intervista con Rui Bernhard
-
Sul tema “Trasforma il mondo, Signore, nella tua grazia”,
ha inizio oggi a Porto Alegre, in Brasile, la 9a
Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese. L’evento si svolge presso la
Pontificia Università Cattolica del Rio Grande do Sul. Partecipano
dall’incontro 4 mila persone, tra cui 1.200 delegati delle 347 Chiese del
Consiglio, alle quali appartengono 550 milioni di fedeli protestanti, anglicani
e ortodossi.
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R. - IT IS
A PLEASURE FOR US TO HAVE
THE NINTH ASSEMBLY …
E’ una grande gioia per noi poter ospitare la nona
assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese qui a Porto Alegre
in Brasile; è la prima volta che una tale riunione si tiene in America Latina.
Tutte le Chiese che operano a Porto Alegre e in
Brasile, sono felici di poter far tesoro di questa opportunità per imparare di
più sull’ecumenismo e migliorare ogni sforzo compiuto in tal senso nel nostro
Paese. Intendiamo davvero
raggiungere una vera comunione tra le Chiese.
D. – Come vede la situazione del dialogo religioso nel
mondo?
R. – THE
DIALOGUE AMONG THE CHURCHES IS SOMETIMES DIFFICULT, …
A volte, il dialogo tra le Chiese è difficile, soprattutto
se consideriamo le confessioni non cristiane: a volte, il cammino è impervio.
In seno all’assemblea, esiste anche un ramo per il dialogo interreligioso. A
Porto Alegre, esistono diversi gruppi di lavoro che
si occupano appunto di questo, del dialogo interreligioso. A volte, infatti,
c’è una grande discriminazione tra le religioni. Ecco perché vogliamo cogliere
l’occasione di questa assemblea generale per migliorare il dialogo
interreligioso e dimostrare in tal modo a tutte le religioni che non si devono
costituire discriminazioni tra di esse. Ogni persona
di buona volontà può unirsi ai nostri sforzi per migliorare il dialogo e per rafforzare
il cammino ecumenico qui, in Brasile.
**********
DISABILI
INVISIBILI NEI MASS MEDIA ITALIANI:
PRESENTATA
IERI A ROMAN UNA RICERCA DELLA FONDAZIONE MATTEOTTI
-
Intervista con il prof. Giampiero Gamaleri e con
Giovanni Anversa -
La rappresentazione dei disabili nei media italiani nel
terzo trimestre del 2005: è il tema del rapporto presentato ieri a Roma dalla
fondazione Matteotti. Un’occasione per confrontarsi con l’informazione
straniera in materia. Ce ne parla Rosa Praticò:
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Sono il 5 per cento della popolazione italiana. Due
milioni e 800mila persone disabili. Vanno a scuola. Hanno un lavoro. Ma per i media quasi non esistono. Lo sottolinea Giampiero Gamaleri, professore di sociologia dei processi culturali e
comunicativi dell’Università La Sapienza di Roma:
R. – Il disabile è invisibile ai media
nella misura in cui i media sono semplicemente degli spettacolarizzatori
della realtà. Il disabile non fa spettacolo, tende forse più ad allontanare che
avvicinare. Bisogna invertire questa tendenza e capire appunto che il disabile
non è un peso ma una risorsa e fare in modo che i media
possano rappresentarlo nella sua insostituibilità, nella sua originalità, nel
suo modo di essere che è quello di un unicum come ciascuno di noi è un unicum
sulla faccia della terra.
D. – Il diversamente abile, dunque, fa notizia solo se
eroe o vittima. Secondo l’indagine della fondazione Matteotti, infatti, non ne
parlano in modo sensazionalistico solo 38 articoli su
170 e solo 99 lanci di agenzia su 495. Ma allargando il
discorso anche ai media elettronici ci sono differenze tra la situazione
italiana e quella straniera? Ancora il prof. Gamaleri:
R. – La differenza tra la televisione italiana e la
televisione straniera, come la BBC, è data da due elementi: da noi ci sono
sottotitolati soltanto alcuni programmi che vengono segnalati
nella famosa pagina 777 del televideo, mentre presso la BBC vi è una struttura
dedicata proprio ai programmi, ai servizi per i disabili costituita in gran
parte da presone appunto diversamente abili che vivono quindi dal di dentro i
problemi che riguardano questa categoria di persone. Inoltre presso la BBC,
tutti i programmi sono sottotitolati compresi i telegiornali per i quali vi è una sottotitolazione in diretta attraverso specialisti che
operano alle macchine che si chiamano dimafoni che
producono praticamente la scrittura sotto l’immagine.
Come dovrebbe comportarsi allora chi fa comunicazione in
Italia? Risponde il giornalista Rai Giovanni Anversa:
R. – Il compito fondamentale è quello di non settorializzare la comunicazione o per lo meno di non
esasperare questa settorializzazione. Ci possono
essere degli aspetti che vanno trattati perché sono specifici di una certa
categoria, di alcune delle disabilità che hanno bisogno di essere raccontate e
specificate secondo dei modelli propri. Ma lo spirito deve essere quello di
aprire il più possibile i temi, di includere, attraverso una grande apertura
alla pluralità di condizioni di vita dei cittadini.
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LA
CHIESA CELEBRA OGGI LA MEMORIA DEI SANTI PATRONI D’EUROPA,
CIRILLO
E METODIO. NELL’EUROPA ORIENTALE DEL NONO SECOLO
EVANGELIZZARONO
I POPOLI SLAVI TRADUCENDO LE SACRE SCRITTURE
IN UN
ALFABETO DI LORO CREAZIONE
L’appellativo con cui tutti li conoscono è quello di
Patroni d’Europa e di Apostoli dei popoli slavi. I Santi
Cirillo e Metodio, ricordati oggi nella liturgia, vissero nell’anno
Ottocento dopo Cristo, in epoca bizantina, e portarono il Vangelo tra le
popolazioni dell’Europa orientale e a loro si deve l’invenzione dell’alfabeto
cirillico e la traduzione e la diffusione della Bibbia in quella nuova lingua.
Per uno sguardo alla loro storia, ecco il servizio di Alessandro De Carolis:
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(musica)
Una vita costantemente in viaggio, molto faticosa, tra le
avventure e i pericoli di due uomini uniti dal vincolo del sangue, dalla fede
cristiana dal destino di dover tracciare un sentiero nuovo laddove la
tradizione aveva già asfaltato una strada larga e affollata. C’è questo e molto
di più dietro l’aureola e la posa ieratica con le quali
vengono ritratti forse i più celebri fratelli Santi della cattolicità, Cirillo
e Metodio. L’anagrafe li separa di soli due anni. Il maggiore è Metodio (che in
realtà si chiamava Michele) e nasce nell’825 a Tessalonica,
dove nell’827 viene alla luce Cirillo (al secolo Costantino). La storia li vede
inizialmente divisi. Il primo si distingue presto come un abile amministratore
e guadagna la carica di arconte di una provincia dell’Impero bizantino. Il
secondo riceve un’istruzione raffinata a Costantinopoli – grammatica, retorica,
astronomia e musica – che dovrebbe fare di lui un alto dignitario imperiale. Ma
quando ciò avviene, Cirillo è di un’idea diversa e rifiuta.
(musica)
La solitudine del monastero sul Bosforo nel quale si era rifugiato, dopo aver preso il diaconato, viene
interrotta sei mesi più tardi. Rintracciato, Cirillo viene
nominato insegnante di scienze sacre, insignito del titolo di filosofo, e
inviato presso i Saraceni per discutere sulla Trinità. I locali non gradiscono
e cercano di ucciderlo col veleno, ma restano di stucco
quando Cirillo lo beve senza alcun problema, guadagnandosi così onori e
doni. Intorno ai 35 anni, l’imperatore Michele III pensa a Cirillo
quando i Chazari del Mar d’Azov
chiedono l’invio di un letterato che sappia discutere con Giudei e saraceni. E’
qui che i due fratelli si riuniscono, iniziando la prima di numerose missioni
insieme. Due anni dopo, nell’863, è la volta della Grande Moldavia. Lo scopo
della missione è quello di contrastare l’influenza germanica con due missionari
che sapessero lo slavo. Ma Cirillo e Metodio vanno
oltre. Probabilmente resisi conto della difficoltà di comunicare le Scritture
nelle lingue ufficiali, il latino e il greco, i due fratelli (si tramanda dopo digiuni e preghiere) inventano un nuovo alfabeto, il “glagolitico”, poi sostituito dal “cirillico”.
(musica)
La loro opera è così straordinaria, che il Papa, chiamatili a Roma, riceve Cirillo e Metodio andando loro
incontro in processione. Le grandi fatiche cui si sottopongono, minano la
salute del più giovane. Il 14 febbraio 869 Cirillo, divenuto monaco, muore dopo
una malattia. Metodio viene consacrato vescovo e
continua la missione di sempre, superando ostilità e incomprensioni, e
istruendo discepoli nella traduzione dei testi sacri. Si spegne nell’885 e
viene sepolto nella cattedrale di Velehrad (oggi
Repubblica Ceca), dietro l’altare dedicato alla Madre di Dio. Il 31 dicembre
1980, con la lettera apostolica Egregiae virtutis, Giovanni Paolo II li proclamò Patroni
d’Europa.
(musica)
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14 febbraio 2006
UNA
PERSONA MORTA PER INFLUENZA AVIARIA IN INDONESIA. IN ITALIA, SEQUESTRATI 80
MILA POLLI DOPO I CASI RISCONTRATI IERI IN CIGNI TROVATI MORTI IN PUGLIA,
CALABRIA E SICILIA. PER FRONTEGGIARE L’EMERGENZA AVIARIA,
LA FAO CHIEDE RISPOSTE A LIVELLO INTERNAZIONALE
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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ROMA. = L’aviaria è
“un problema globale, che richiede risposte a livello internazionale”. Lo hanno
detto stamani a Roma gli esperti intervenuti nella conferenza stampa
sull’influenza aviaria organizzata dalla FAO. E’ stato reso
noto, inoltre, che finora sono stati messi a disposizione
solo 26 dei 130 milioni di dollari chiesti dalla FAO per le misure di
prevenzione e controllo. Sempre questa mattina, prima della riunione
dell’ECOFIN a Bruxelles, il ministro delle Finanze austriaco, Karl-Heinz Grasser, ha avvertito
che il rischio “aviaria” è realistico. Una pandemia è ritenuta inevitabile se
il virus sarà in grado di diffondersi da uomo a uomo. Al momento, questa
condizione resta, fortunatamente, nel campo delle ipotesi ma
la situazione resta comunque allarmante. Lo scenario più critico si registra
nel sud est asiatico. In Indonesia, è stato confermato che un ragazzo morto la
scorsa settimana in un ospedale di Giakarta, aveva
contratto il virus dell’H5N1, il ceppo più letale per l’uomo. Secondo i dati forniti
dall’OMS, la cosiddetta “febbre dei polli” ha provocato 88 morti a partire dal
2003. Il maggior numero di vittime si registra in Thailandia, Indonesia, Cina e Cambogia. Ma l’emergenza cresce anche in Europa. In Italia sono sei, complessivamente, i casi certi di influenza aviaria
riscontrati su cigni trovati morti nel sud del Paese. Dopo questi primi riscontri,
i carabinieri hanno sequestrato, stamani, 80 mila polli in Calabria e in Sicilia.
In Croazia, sono previsti, inoltre, test su alcuni animali. In Grecia, dove sabato scorso è stata riscontrata la presenza del virus in
alcuni volatili, è stato poi sottoposto a test un uomo che mostra
apparentemente i sintomi dell’influenza aviaria. Di fronte a questi nuovi casi,
continua infine la campagna di informazione. Il ministro della Salute italiano, Francesco Storace,
chiede serenità per non alimentare ansie inutili. Si
deve evitare il rischio di una “pandemia mediatica”, ha aggiunto il ministro. Il virus – ricordano
le autorità sanitarie che raccomandano di cuocere uova e polli e di non toccare
animali morti - si
contrae per via aerea e arriva ai polmoni dalle vie respiratorie.
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L'ARCIDIOCESI
DI NEW ORLEANS PRESENTA UN PIANO PER IL DOPO-KATRINA
CHE PREVEDE LA CHIUSURA
DI ALCUNE PARROCCHIE E IL RINVIO DELLA RIAPERTURA
DI ALTRE CHIESE FIN
QUANDO NON SARA’ COMPLETATO IL RIPOPOLAMENTO
DELLA CITTÀ AMERICANA
NEW
ORLEANS. = L’arcidiocesi di New Orleans, duramente colpita l’anno scorso
dall’uragano Katrina, ha deciso la chiusura di 7 parrocchie e il rinvio della
riapertura di altre 23 fin quando non ci saranno abbastanza fedeli per la
ripresa delle normali attività pastorali. Lo ha annunciato l’arcivescovo, mons.
Alfred Hughes, in una lettera
pastorale diffusa nei giorni scorsi. Il piano, la cui attuazione inizierà il
prossimo 31 marzo, prevede la creazione di 14 parrocchie nelle aree più colpite
dal cataclisma. Le parrocchie offriranno assistenza pastorale ai fedeli di
quelle in attesa di riapertura. Nella lettera, si
parla anche di un piano di riorganizzazione delle scuole diocesane, delle quali
alcune sono ancora inagibili. E’ prevista anche l’attivazione di una serie di
servizi sociali diocesani di assistenza per la popolazione. “Dovremo fare
sacrifici, ma sarà un’occasione per vivere più intensamente il messaggio
evangelico”, ha detto mons. Hughes. Prima
dell’uragano Katrina, l’arcidiocesi di New Orleans contava quasi mezzo milione
di cattolici distribuiti in 142 parrocchie. Secondo le previsioni, il 60-65 per
cento di questi, quasi 300 mila fedeli, dovrebbe rientrare nell’arco dei
prossimi due anni. (L.Z.)
IN NEPAL, LA CARITAS LOCALE DENUNCIA LE
DRAMMATICHE CONDIZIONI DI VITA
DI MIGLIAIA
DI SFOLLATI INTERNI, CHE ORMAI DA DIECI ANNI
VENGONO PERSEGUITATI
DALLA GUERRIGLIA MAOISTA
KATHMANDU.= In Nepal, dopo dieci anni di scontri e
attacchi tra guerriglia e forze governative costati la vita ad oltre 13 mila
persone, uno studio condotto da Caritas Nepal
rivela che sarebbero tra 210 e 270 mila i profughi interni. Il Paese è sotto il
giogo della guerriglia guidata dal Partito comunista maoista, che si è
presentata sulla scena con la pretesa di voler sradicare la divisione in caste
e l’oppressione dei contadini e delle minoranze. I profughi – si legge inoltre
nella ricerca di Caritas Nepal – sono organizzati
alla meglio in baraccopoli e accampamenti di fortuna ai margini dei centri
urbani, oppure ospitati dai parenti in case sovraffollate, dove le condizioni
igieniche sono pessime. Tra gli sfollati, non figurano solo contadini e normali
cittadini. Molti – aggiunge il rapporto - sono esponenti del “ceto medio” che
sono stati messi in fuga dalle persecuzioni dei maoisti. Il direttore di Caritas Nepal, padre Filas
Bogati, ha riferito inoltre all’Agenzia missionaria
MISNA che con gli aiuti di organizzazioni non governative locali, e grazie ai
finanziamenti di Caritas Germania e Austria, si può
prestare assistenza ai profughi fornendo loro cibo e cure mediche. Il sacerdote
ha sottolineato, poi, lo stato di profonda frustrazione psicologica e di
indigenza di queste persone. Dover scappare perdendo tutto quello che si ha –
precisa – è un’esperienza dolorosa e triste. Tra gli sfollati, donne e bambini
– dice padre Filas Bogati –
non hanno accesso ai servizi medici né a quelli scolastici. E’ in aumento,
inoltre, il numero dei bambini costretti a lavorare e sfruttati nel turpe
mercato della prostituzione. Malgrado questa drammatica situazione – ha concluso padre Bogati – il
governo nepalese non riconosce l’esistenza dei profughi e li considera semplici
migranti per ragioni economiche o personali. (A.E.)
RICHIAMO ALLA
TRASPARENZA E ALLA LEGALITA’ DEL VESCOVO DI AREZZO,
MONS. GUALTIERO BASSETTI, ALLA VIGILIA DELLA MADONNA DEL CONFORTO
AREZZO. = “In questa città è tempo di giustizia,
serve un supplemento d’anima per la politica”. E’ il monito lanciato dal
vescovo di Arezzo, Cortona e San Sepolcro, mons.
Gualtiero Bassetti, alla vigilia della Madonna del Conforto, che si celebra
domani. La Festa della Madonna del Conforto è un’intensa dimostrazione di
devozione mariana che vede sfilare migliaia di persone nella cattedrale di
Arezzo, di fronte all’immagine della Vergine che nel 1796 si illuminò e fece
cessare il terremoto. Il 15 febbraio di quell’anno, infatti,
la terracotta annerita della Madonna divenne bianca e lucente di fronte ad
alcuni artigiani che l’avevano invocata perché liberasse la città dal terremoto
e dalla paura. La loro supplica venne ascoltata e le
scosse, cominciate pochi giorni prima, cessarono. Nel consueto messaggio legato
alla celebrazione della Madonna del Conforto, il vescovo della città toscana fa
riferimento proprio a questo sisma scrivendo che “nel 2006 un altro terremoto
scuote Arezzo”. “E’ quello legato al clima in cui l’autorità giudiziaria è
intervenuta per richiamare al rispetto della legge diversi cittadini, alcuni dei quali con ruoli istituzionale”, spiega il presule. Negli
ultimi anni, la città di Arezzo è stata teatro, infatti, di scandali
finanziari, arresti e casi di tangenti. “Per questo – aggiunge mons. Bassetti –
va ribadito con forza che è necessario praticare la giustizia, soprattutto in
un frangente in cui l’illegalità sembra essere sempre più diffusa e si fa
strada l’idea che ormai il rispetto della legge sia superfluo”. L’illegalità –
conclude il vescovo della diocesi toscana – è contraria alla giustizia e le
azioni che non hanno come criteri la rettitudine e l’onestà, impediscono di
dare a Dio e all’uomo ciò che è dovuto loro. (A.L.)
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14 febbraio 2006
- A cura di
Fausta Speranza -
La delegazione iraniana che doveva
recarsi a Mosca giovedì prossimo per discutere di un piano russo per
l’arricchimento dell’uranio iraniano, si recherà nella capitale russa lunedì 20
febbraio. Le ultime dichiarazioni di Teheran e gli
spiragli di mediazione nel nostro servizio:
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Teheran aveva annunciato ieri il rinvio
della visita, prevista per il 16 febbraio, menzionando l’esistenza di “nuovi
elementi”, tra cui, in particolare, il fatto che il governo iraniano insiste
seriamente sull’arricchimento dell’uranio a fini pacifici all’interno del
Paese”. C’è da dire che la Russia fa sapere, attraverso il ministro degli
Esteri, che sta esaminando se è “accettabile” dal suo punto di vista far slittare
la data. La proposta di compromesso avanzata da Mosca per risolvere la grave
crisi nucleare iraniana prevede che l'uranio iraniano venga
arricchito in Russia, in modo da escludere un suo possibile utilizzo a fini militari.
Intanto, al momento resta confermata la linea già ribadita ieri: l’Iran
respinge gli appelli internazionali a fermare le ricerche sull’arricchimento
dell’uranio e intende ripartire con le operazioni di arricchimento. Di nuovo,
oggi, c’è la disponibilità espressa da parte del Giappone: si impegna a tentare
di disinnescare la crisi in occasione della visita a fine
mese del ministro degli Esteri iraniano
Mottaki.
Mottaki è atteso a Tokyo dal 27 febbraio all’1
marzo. Ricordiamo le tradizionali buone relazioni che il Giappone ha con la
Repubblica islamica, dovute sostanzialmente alla sua dipendenza energetica.
Potrebbe essere, dunque, un ulteriore livello di mediazione fra Teheran e la comunità internazionale.
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Il direttore della formazione della polizia a Baghdad è
stato assassinato davanti alla sua abitazione nella zona sud della capitale,
nel quartiere di Dura, uno dei più pericolosi di Baghdad. Nella stessa zona
stamattina due bombe sono esplose contro una pattuglia dei commando di polizia,
ferendo due agenti. Altri cinque poliziotti di una pattuglia sono rimasti
feriti dall'esplosione di una bomba a Baghdad ovest. Intanto, l'ex presidente iracheno Saddam
Hussein ha detto oggi in tribunale che ha iniziato da tre giorni uno sciopero
della fame assieme agli altri sette coimputati.
Intanto,
il consiglio provinciale di Bassora ha deciso di sospendere i rapporti con le
forze britanniche a seguito della pubblicazione del video che mostra soldati
inglesi picchiare dei giovani civili iracheni. L'iniziativa, decisa nel corso
di una riunione ieri sera, è un colpo agli sforzi dei britannici di avere buoni
rapporti con le autorità locali.
Un razzo palestinese sparato dalla Striscia di Gaza è
esploso all’interno del valico di Erez senza
provocare vittime né danni. Da Gaza un portavoce della
Jihad islamica ha precisato che nella nottata la sua
organizzazione ha sparato cinque razzi contro Israele. L’artiglieria israeliana
ha replicato cannoneggiando una zona nel Nord della Striscia di Gaza. Ieri, nei
pressi dell’ex valico di Kissufim (nel settore
centrale della Striscia) una donna palestinese di 25 anni è stata uccisa da
spari esplosi da soldati israeliani.
In Israele, il tribunale distrettuale di Tel Aviv ha
condannato Omri Sharon, figlio del premier israeliano
Ariel Sharon, a nove mesi di reclusione, più altri nove mesi con la condizionale
e al pagamento di una multa di 300 mila shekel (53
mila euro). Omri era stato riconosciuto colpevole di
aver celato finanziamenti illegali alla campagna elettorale del padre nel 1999
tramite società ombra estere, di aver giurato il falso, di aver falsificato libri
contabili e di aver violato la legge sul finanziamento dei partiti.
Secondo quanto scrive il New York Times, gli Stati Uniti e Israele
discutono di come isolare e destabilizzare il movimento islamico palestinese Hamas per far fallire i suoi neoeletti e andare a nuove
elezioni. Il quotidiano cita responsabili israeliani e diplomatici occidentali
anonimi e spiega che USA e Israele vogliono privare l’Autorità palestinese di
mezzi finanziari e isolarla sul piano internazionale in modo che, entro qualche
mese, il presidente Mahmoud Abbas
(Abu Mazen) sia costretto a
indire nuove elezioni. I palestinesi, insomma, dovrebbero essere talmente
delusi da Hamas da far tornare al potere un Fatah riformato e migliorato. Le fonti hanno detto al New York Times che
tale strategia è oggetto di discussione al più alto livello nel Dipartimento di
Stato USA e nel governo israeliano. Hamas –
sostengono – dovrà scegliere: o riconosce Israele, rinuncia alla violenza e accetta
i precedenti accordi sottoscritti dai palestinesi con Israele, o dovrà
affrontare l’isolamento sul piano internazionale e il crollo.
Due persone sono state uccise da colpi di arma da fuoco a Lahore, in Pakistan orientale, nel corso di una
manifestazione contro la pubblicazione sulla stampa europea delle vignette di
Maometto. Disordini anche a Islamabad, dove, la
polizia pachistana è intervenuta con cariche e lanci di lacrimogeni per disperdere
una folla di circa 500 studenti che era penetrata nella zona recintata delle
ambasciate, durante una manifestazione sempre in relazione alle vignette. Gli
studenti hanno anche bruciato ritratti del presidente pachistano Musharraf e del primo ministro del Bangladesh
signora Khaleda Zia, in visita a Islamabad,
al grido di “traditori, traditori”. Da circa due settimane manifestazioni
simili sono pressoché quotidiane in Pakistan. Ieri, 4.000 persone avevano
manifestato a Peshawar, nel nord ovest.
Il premier greco Caramanlis ha
annunciato un ampio rimpasto del suo governo con in particolare la nomina a
ministro degli Esteri di Dora Bakoyannis, sindaco di
Atene. E' la prima volta che una donna viene nominata
per tale carica in Grecia. Alla guida del ministero della Difesa, Evangelos Meimarakis, segretario
generale del partito al governo Nuova Democrazia. Il ministro dell’Economia e
delle Finanze, Alogoskufi, conserva la carica.
La Conferenza ministeriale
promossa dall’ONU e dall’Unione Europea a Bruxelles per far fronte alla crisi
umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo, ha
stanziato un piano di azione di 681 milioni di euro per 330 progetti. Secondo
il segretario generale aggiunto delle Nazioni Unite Jan
Egeland il piano intende far fronte alla gravissima
crisi in atto nel Paese che dal 1998 ad oggi ha causato oltre 4 milioni di
morti. Da Bruxelles Giovanni Del Re:
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Il piano dovrà servire a far sì che il 2006 sia davvero
quello che Eglan ha definito “l’anno della speranza”
con le prime elezioni libere dall’indipendenza dell’ex Zaire,
nel 1960. Il piano, ha spiegato il Segretario Generale aggiunto, dovrà
accompagnare la transizione democratica e ridurre in modo drastico il numero di
vite perdute. I programmi riguardano inoltre la stabilizzazione delle zone
colpite dalle peggiori violenze, anzitutto nell’est del Paese e poi la sanità
pubblica: accesso all’acqua potabile, l’agricoltura, l’istruzione, lotta contro
l’AIDS e tutela di donne e bambini. Intanto si chiede anche la creazione di una
forza di intervento europea speciale per accompagnare
il processo elettorale.
Da
Bruxelles, per Radio Vaticana, Giovanni Del Re.
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Tra i Paesi che hanno adottato l’euro, “l’idea generale,
condivisa anche dalla BCE, è che la ripresa economica prosegua e si stia
rafforzando, ma non in tutti i Paesi nello stesso grado e non in tutti i
settori allo stesso modo”. E’ quanto ha sottolineato questa mattina Jean-Claude Juncker, presidente
dell’Eurogruppo, nella conferenza stampa conclusiva
della riunione, tenutasi ieri sera, dei ministri delle Finanze di Eurolandia. Passando ai rischi che gravano sull’attuale
scenario macroeconomico, Juncker ha ribadito che essi
derivano in particolare dal caro-petrolio e dalla “situazione geopolitica” in
alcune parti del mondo, che “potrebbe avere degli effetti negativi sull’economia”.
In Italia scatta l’allarme rosso sul fronte del gas: già
da oggi - o al massimo domani – l’Italia sarà costretta a mettere mano alle
proprie riserve strategiche di gas. Si deve far fronte al taglio delle
forniture dalla Russia che prosegue ormai da settimane ed all’impennata dei
consumi di questa stagione invernale caratterizzata da continue ondate di
freddo. Mentre dalla Russia anche ieri non sono arrivati 12 milioni (il 16,2%)
dei 74 milioni di metri cubi di gas previsto, sta così per scattare il piano
straordinario messo a punto contro le emergenze. Dei 5,1 miliardi di metri cubi
di gas stoccati per l’emergenza è previsto che se ne utilizzeranno almeno 2
miliardi. Un uso “previsto e preventivato” per uscire dalla stagione fredda,
cruciale sul fronte del gas, ribadiscono i tecnici rassicurando sulla sicurezza
degli approvvigionamenti per famiglie e imprese.
La Commissione per i diritti umani dell’ONU ha accusato il
governo colombiano di chiudere gli occhi di fronte alle violenze e alle sopraffazioni
compiute dalle milizie paramilitari, ed ha lanciato un allarme sulle prossime
elezioni, a rischio per le pressioni di gruppi armati. Il rapporto, diffuso
ieri a Bogotá, denuncia inoltre i tentativi delle autorità colombiane di
depistare su omicidi di civili compiuti dall’esercito, camuffando i cadaveri
con abiti e distintivi di militanti marxisti.
Il direttore ONU dell’ufficio di Bogotá, Michael Fruhling,
ha puntato il dito sulle “omissioni da parte delle autorità, a dispetto
dell’esistenza di informazioni allarmanti, sulle esecuzioni, le minacce e i
massacri perpetrati da gruppi
paramilitari.
Rischia l’impeachment,
cioè l’incriminazione, per conflitto di interessi il primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra, accusato di detenere illegalmente azioni
dell’impero di telecomunicazioni da lui fondato. La corte costituzionale ha infatti deciso di
accettare di discutere giovedì prossimo una petizione presentata da un gruppo di senatori per dimissionare
il premier. All’inizio di febbraio, 28 senatori avevano chiesto alla corte di
decidere se Thaksin fosse
ancora coinvolto nella Shin Corp, la società di
telecomunicazioni, da cui la sua famiglia e i suoi parenti hanno ricavato
guadagni esentasse di 1,9 milioni di
dollari solo nello scorso gennaio. I senatori sostengono che, sebbene Thaksin abbia ceduto le sue azioni prima di insediarsi come premier, come
richiesto dalla Costituzione, di fatto
sarebbe rimasto proprietario della Shin Corp, di cui avrebbe continuato a fare gli interessi come capo del governo.
Una scossa di terremoto, di magnitudo
5,7 sulla scala Richter, ha colpito lo Stato
indiano del Sikkim alle 6.25 di questa mattina.
Alcuni edifici hanno danni. Al momento non ci sono notizie di morti o feriti.
La popolazione, al momento del terremoto, ha abbandonato di corsa le proprie
abitazioni e si è riversata in strada. L’epicentro del sisma è stato a circa
120 chilometri a nord di Calcutta. Il Sikkim ha una
popolazione di più di 550.000 persone. E’ uno degli Stati indiani più piccoli,
conosciuto per i suoi bellissimi panorami sulle montagne dell’Himalaya. Il terremoto di stamattina è stato avvertito
anche nella zona settentrionale del Bengala Occidentale.
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