RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 43 - Testo della trasmissione di domenica 12  febbraio 2006

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il pensiero e la preghiera per quanti soffrono ancora al centro delle parole del Papa che all’Angelus ha ricordato la Giornata mondiale del malato celebrata ieri; l’apertura dei Giochi olimpici e i 75 anni della Radio Vaticana

 

Ieri, nella festa di Santa Maria di Lourdes nella Basilica vaticana Benedetto XVI ha rivolto il suo particolare pensiero alla difficile situazione dei malati di mente e delle loro famiglie.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

12 febbraio 1931: Pio XI inaugura la Radio Vaticana, testimone della storia e annunciatrice del Vangelo, a cavallo tra due millenni: ripercorriamo la sua storia attraverso i sonori più significativi

 

          Ricerca e informazione al centro della Settimana mondiale contro la distrofia muscolare:   intervista con il dottor Filippo Buccella

 

CHIESA E SOCIETA’:

Rispettare le sedi diplomatiche: appello del ministero degli esteri iraniano, per evitare ulteriori violenze contro le ambasciate straniere, attaccate dagli islamici dopo la pubblicazione di vignette satiriche sul profeta Maometto

 

Una tv araba per diffondere il pensiero moderato e la cultura della tolleranza tra i giovani arabi: è la proposta avanzata da una delegazione algerina alla sede della Lega Araba al Cairo, riunita per discutere la lotta al terrorismo

 

“Vorrei incontrare la madre di don Andrea”: in un’intervista al Corriere della Sera, il padre del ragazzo turco accusato di aver ucciso il sacerdote, rivela di voler venire in Italia per incontrare “quella donna buona e coraggiosa”

 

Assisi è un laboratorio di fraternità: con queste parole si è presentato ieri ai fedeli monsignor Domenico Sorrentino, nuovo vescovo della città umbra

 

Fedeltà a Dio, all’uomo e al Papa: sotto l’antico motto del “credo” maronita, Libano, Siria e Cipro hanno celebrato la festa di San Marone

 

Charles Darwin, lo scienziato padre della teoria dell’evoluzione, compie 197 anni. Oltre 400 chiese cristiane celebrano la sua nascita

 

24 ORE NEL MONDO:

Aviaria: scattate le misure di  controllo in sud Italia. Al ministero, riunione dell'unità di  crisi - Sharon rimane in condizioni critiche, ma  stabili, dopo l'operazione di ieri - Il partito sciita nomina  Jaafari  candidato premier per il nuovo governo. Intanto, video-choc su casi di maltrattamenti su civili di soldati britannici

 

 

 

 

RADIO VATICANA

Radiogiornale

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 febbraio 2006

 

 

 

IL PENSIERO E LA PREGHIERA PER QUANTI SOFFRONO ANCORA AL CENTRO

DELLE PAROLE DEL PAPA che all’Angelus ha ricordato la Giornata Mondiale del Malato celebrata ieri, l’apertura dei Giochi Olimpici e

i 75 anni della Radio Vaticana

 

Un pensiero e ancora una intensa preghiera per quanti soffrono: al centro delle parole del Papa che all’Angelus ha ricordato la Giornata Mondiale del Malato celebrata ieri, l’apertura dei Giochi Olimpici e i 75 anni della Radio Vaticana.

Il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

“Cristo è il vero medico dell’umanità”: così Benedetto XVI ricorda che la malattia è un tratto tipico della condizione umana, tanto da diventare una realistica metafora e da ispirare la preghiera di Sant’Agostino che dice: “Abbi pietà di me, Signore! Vedi: non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; tu sei misericordioso, io misero” (Conf., X,39). Ma mentre il Papa sottolinea che questa è la condizione di tutti, vuole ricordare la concreta sofferenza di quanti sperimentano il male fisico rivolgendo il suo pensiero a “tutti i malati, specialmente quelli che, in ogni parte del mondo, oltre alla mancanza della salute, soffrono anche la solitudine, la miseria e l’emarginazione”. E parla di “adeguata assistenza sanitaria”: lo fa invocando l’aiuto della Vergine  proprio perchè chi soffre trovi supporto medico e anche – aggiunge - la “carità fraterna che sa farsi attenzione concreta e solidale”. E un pensiero va a quanti in ospedali o altri centri di cura accudiscono i malati e si adoperano per la loro guarigione. 

 

         E il Papa, in tema di malattia e sofferenza, ricorda che “proprio in queste domeniche, il Vangelo di Marco ci presenta Gesù che, all’inizio del suo ministero pubblico, si dedica completamente alla predicazione e alla guarigione dei malati nei villaggi della Galilea”. Gli innumerevoli segni prodigiosi che egli compie sugli infermi confermano la “buona notizia” del Regno di Dio, afferma Benedetto XVI, soffermandosi poi sul brano evangelico che racconta la guarigione di un lebbroso. Si tratta – spiega il Papa - di un brano che “esprime con grande efficacia l’intensità del rapporto tra Dio e l’uomo, riassunta in uno stupendo dialogo:

 

“ ‘Se vuoi, puoi guarirmi!’, dice il lebbroso. ‘Lo voglio, guarisci!’, gli risponde Gesù, toccandolo con la mano e liberandolo dalla lebbra (Mc 1,40-42). Vediamo qui come concentrata tutta la storia della salvezza”.

 

Quel gesto di Gesù, che stende la mano e tocca il corpo piagato della persona che lo invoca, - sottolinea il Papa - manifesta perfettamente la volontà di Dio di risanare la sua creatura decaduta, restituendole la vita “in abbondanza” (Gv 10,10), la vita eterna, piena, felice.

 

“Cristo è ‘la mano’ di Dio tesa all’umanità, perché possa uscire dalle sabbie mobili della malattia e della morte, rialzarsi in piedi sulla salda roccia dell’amore divino”.

 

Dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ricorda che “da due giorni si è aperta a Torino la XX edizione dei Giochi Olimpici Invernali”. E rivolge il suo “cordiale saluto agli organizzatori, ai responsabili del Comitato Olimpico Internazionale e a tutti gli atleti, venuti da ogni parte del mondo”.

 

“Auguro che questa bella competizione sportiva si svolga all’insegna dei valori olimpici della lealtà, della gioia e della fraternità, recando così un contributo alla pace tra i popoli”.

 

E poi il Papa parla della particolare ricorrenza vissuta oggi dalla Radio Vaticana: 

 

“Proprio oggi, 12 febbraio, ricorre il 75° anniversario dell’inaugurazione della Radio Vaticana e del primo Radiomessaggio al mondo del Papa Pio XI, che aveva dato incarico allo scienziato Guglielmo Marconi di costruire la stazione radiofonica del Vaticano. Con lo strumento della radio, e poi della televisione, il messaggio del Vangelo e le parole dei Papi hanno potuto raggiungere più rapidamente e facilmente tutte le genti.”

 

         Nei saluti in francese, in inglese, in spagnolo, in tedesco e in polacco, il Papa torna con il pensiero alla Giornata Mondiale del Malato, che quest’anno ha visto svolgersi ad Adelaide, in Australia, le manifestazioni più importanti, comprendenti anche un Convegno internazionale sul tema sempre urgente della salute mentale.

 

Infine, un saluto improvvisato a tutti gli italiani presenti e l’augurio a tutti di una buona domenica e di una buona settimana.

**********

 

 

IERI, NELLA FESTA di Santa Maria di Lourdes, ricorrenza della

14ma Giornata Mondiale del Malato, NELLA BASILICA VATICANA 

Benedetto XVI ha rivolto il suo particolare pensiero alla difficile situazione dei malati di mente e delle loro famiglie

 

L’amore premuroso di Dio per i sofferenti si fa sentire in modo particolarmente vivo in occasione della festa di Santa Maria di Lourdes, ricorrenza della 14ma Giornata Mondiale del Malato. Nella suggestiva cornice della Basilica di San Pietro, illuminata soltanto dalla luce di migliaia di candele, Benedetto XVI ha rivolto il suo particolare pensiero alla difficile situazione dei malati di mente e delle loro famiglie. Al termine della Santa Messa, presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini, il Papa ha simbolicamente consegnato ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari l’Enciclica Deus Caritas Est. Il servizio è di Stefano Leszczynski:

 

*********

In una Basilica gremita di ammalati, di volontari dell’UNITALSI, di operatori sanitari e membri dell’Opera Romana Pellegrinaggi il cardinale vicario Camillo Ruini nell’omelia ha ricordato, facendo riferimento al Vangelo di Marco, la forza e la potenza di salvezza che emana da Gesù per la guarigione del cuore, dello spirito e della coscienza di ogni uomo. Di qui il significato profondo – ha detto il cardinale Ruini – dell’opera della Chiesa in favore degli ammalati:

 

“In realtà, se guardiamo nel profondo, siamo tutti ammalati e Gesù ci ha detto: sono venuto non per i sani ma per gli ammalati, ammalati nel corpo o più profondamente ammalati nello spirito. Tutti abbiamo bisogno di guarigione e di salvezza”.

 

Rivolgendosi agli ammalati, il porporato ha ricordato l’esempio di Giovanni Paolo II che con la sua sofferenza e la sua morte ha dato testimonianza della potenza salvifica della fede. Al termine della Santa Messa, il Papa Benedetto XVI è giunto nella Basilica vaticana per salutare gli ammalati, cui in occasione della giornata mondiale è stata concessa l’indulgenza plenaria. Il Santo Padre sottolineando la ricorrenza della memoria liturgica della Madonna di Lourdes, ha ricordato come proprio presso la grotta di Massabielle, la Vergine abbia manifestato la tenerezza di Dio per i sofferenti, ribadendo così il primato della Grazia divina, più forte del peccato e della morte.

 

 “Questo amore premuroso si fa sentire in modo particolarmente vivo nel mondo proprio nel giorno della festa di santa Maria di Lourdes, riattualizzando nella liturgia, e specialmente nell’Eucaristia, il mistero di Cristo Redentore dell’uomo, di cui la Vergine Immacolata è la primizia”

 

Sono le persone affette da malattie mentali al centro dell’attenzione di questa 14.ma Giornata mondiale. Tuttavia - ha spiegato Benedetto XVI - la malattia si manifesta tanto nel corpo, quanto nella mente e nello spirito. La persona umana è tutt’uno - ha detto il Papa - e in quanto tale la Chiesa e le istituzioni cattoliche sanitarie tutelano la sua dignità. Di qui la consegna simbolica ai medici, agli infermieri e agli operatori sanitari dell’Enciclica Deus Caritas Est. Poi il pensiero del Papa va ai familiari dei malati di mente:

 

“In questo momento, penso in modo particolare alle famiglie che hanno al proprio interno una persona malata di mente e vivono la fatica e i diversi problemi che ciò comporta. Ci sentiamo vicini a tutte queste situazioni, con la preghiera e con le innumerevoli iniziative che la Comunità ecclesiale pone in atto in ogni parte del mondo, specialmente là dove la legislazione è carente, dove le strutture pubbliche sono insufficienti, e dove calamità naturali o, purtroppo, guerre e conflitti armati producono gravi traumi psichici nelle persone.”

 

In una cornice di particolare suggestione, infine, le luci nella Basilica si sono spente per lasciare spazio alla luce di migliaia di fiaccole al pellegrinaggio spirituale dei fedeli dinnanzi alla grotta di Massabialle, ai piedi della Vergine Immacolata.

 

*********                            =======ooo=======   

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

12 febbraio 2006

 

12 FEBBRAIO 1931: PIO XI INAUGURA LA RADIO VATICANA,

COSTRUITA DA GUGLIELMO MARCONI.

DA SETTANTACINQUE ANNI, L’EMITTENTE E’ TESTIMONE

DELLA STORIA E ANNUNCIATRICE DEL VANGELO, A CAVALLO TRA DUE MILLENNI

 

In un freddo pomeriggio di 75 anni fa, una piccola struttura all’interno dei Giardini Vaticani faceva da cornice alla nascita della Radio Vaticana. Tra apparecchiature assolutamente all’avanguardia per l’epoca, create dalle officine londinesi di Guglielmo Marconi, Pio XI saluta la nascita dell’emittente pontificia, destinata a diventare un mezzo di diffusione innovativo e irrinunciabile a servizio dei Papi e del loro ministero. Per ripercorrerne la storia, fatta di voci e di messaggi indimenticati, ascoltiamo il servizio di Alessandro De Carolis:

 

**********

(musica)      

 

Fuori, una giornata rigida. Dentro, un ambiente scarno, una poltrona rossa e attorno il vociare che si spegne risucchiato dall’emozione. L’ansare meccanico delle macchine batte il tempo come un metronomo che separa l’attesa dall’impresa. Rispetto all’etichetta dell’epoca, è una scenografia minimalista a fare da sfondo a un atto che sta per cambiare il volto alla Chiesa, al Papato, al “secolo breve”. Casina Pio IV, Giardini Vaticani, poco dopo le 16.30 del 12 febbraio 1931. Un uomo che a 56 anni è una celebrità nella “high technology” dell’epoca         sta per cedere la parola al capo della cattolicità. Poco prima, cuffie in testa e tensione sotto controllo, ha verificato la ricezione con New York, Melbourne, Quebec, Londra, Parigi, Sydney.

 

(effetti strumentazione)

 

“Ho l’altissimo onore di annunziare che tra pochi istanti Sua Santità, il Papa Pio undecimo inaugurerà la stazione radio dello Stato della Città del Vaticano. Le onde elettriche trasporteranno in tutto il mondo attraverso gli spazi la Sua parola di pace e di benedizione. Per circa venti secoli il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del Suo Divino Magistero nel mondo; ma questa é la prima volta che la Sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra...”.

 

         La voce di Guglielmo Marconi precede di pochi attimi quella di Pio XI. La storia della Radio Vaticana nasce qui, all’incrocio tra genio umano e lungimiranza apostolica. Alle 16.49, seduto sulla poltrona rossa, la bocca davanti a un grande microfono ottagonale sorretto da quattro molle e un telaio circolare, Pio XI parla. E’ un istante che segna un punto di non ritorno nell’annuncio del Vangelo. Ed è un “miracolo” che Pio XI celebra con un radiomessaggio che è quasi un Urbi et orbi di portata “cosmica”:

 

“PAROLE LATINO…

A tutto il Creato. Essendo, per arcano disegno di Dio, Successori del Principe degli Apostoli (…) potendo per primi valerci da questo luogo della mirabile invenzione marconiana, ci rivolgiamo primieramente a tutte le cose e a tutti gli uomini (…) con le parole stesse della Sacra Scrittura: ‘Udite, o cieli, quello che sto per dire, ascolti la terra le parole della mia bocca”.

 

L’antichissima strofa è del Deuteronomio, che racconta di Mosè, ma pare scritta apposta per il primo radiomessaggio di un Papa. La notizia fa scalpore. I più grandi quotidiani dell’epoca commentano l’evento del primo Papa che può raggiungere in uno stesso tempo e in spazi diversi un uditorio coma mai nessuno prima. Quel “fino ai confini della terra” si riempie di nuovi significati. Ma una storia di questa portata ha sempre molti personaggi. Un passo a lato rispetto a Pio XI e Guglielmo Marconi, c’è un religioso gesuita che porta la tonaca ma potrebbe indossare tranquillamente il camice bianco dello scienziato. P. Giuseppe Gianfranceschi è un fisico e un matematico di nome. Ha 55 anni quando il Papa, nel 1930, lo nomina direttore di una stazione radio che è solo sulla carta. C’è però la volontà di costruirla, c’è la disponibilità di Marconi e ci sono soprattutto i Patti Lateranensi del ’29 che al terzo comma dell’articolo… recitano: “L’Italia provvederà… altresì al collegamento, direttamente anche con altri Stati, dei servizi telefonici, radiotelefonici e postali della Città del Vaticano”. Il costo della stazione l’avrebbe sostenuto la Santa Sede. Quello del collegamento l’Italia, che a tale scopo destinò 500 mila lire. P. Gianfranceschi diventa il motore di questa avventura e ciò che accade il 12 febbraio è un successo che premia la sua dedizione.

 

(musica)

 

Radiotelegrafo, radiotelefono, ma non ancora radio vera e propria. La Statio vaticana diventa realmente “radiofonica”, sia pure sperimentalmente, con la trasmissione del “Giornale parlato delle Scienze”: divulgazione dei lavori della Pontificia Accademia dei Lincei. E’ quello il primo esempio di “Radio Vaticano”, come suonava il primo annuncio. Il cuore elettromagnetico della stazione pulsa grazie al primo impianto costruito dalle Officine Marconi di Londra: un trasmettitore a onde corte con una potenza media di irradiazione di 12 kW e un personale di 10 persone. Già in questa fase pionieristica si avverte l’esigenza di migliorare la programmazione. Vengono prodotti i primi programmi storico-apologetici e di informazione. E’ un campo vastissimo quello che si apre davanti alla giovane emittente. E la tecnologia, che non smette di raffinarsi, aiuta a pensare in grande. Nel 1936, viene installato un nuovo e più potente trasmettitore Telefunken, con antenne rivolte verso i vari continenti. I tecnici tedeschi che lavorano a questa antenna alta e sottile, che svetta sui Giardini Vaticani, la battezzano “Papstfinger”, il “dito del Papa”.

 

(musica)

 

La Germania che fabbrica prodotti tecnici all’avanguardia è la stessa che in quel periodo lancia segnali minacciosi all’Europa:

 

(Hitler arringa la folla)

 

Mentre sull’Asse Roma-Berlino, nazismo e fascismo perfezionano alleanze e piani di conquista, la Radio Vaticana insegue una professionalità tecnica e informativa sempre maggiore. Così è un dolore, e insieme un esame, quello che le porta l’alba del 9 febbraio 1939. Alle 6.30, i suoi microfoni annunciano per la prima volta la morte di un Papa. E’ allora che la Radio Vaticana comincia ad essere chiamata così. In occasione dell’elezione di Pio XII (2 marzo 1939), l’Osservatore Romano scrive sotto il titolo: “Da Roma ai confini del mondo attraverso le onde della Radio Vaticana!”. Piazza S. Pietro, insonorizzata per la prima volta, amplifica la gioia dei fedeli, che giunge in tutto il mondo più forte dell’eco di adunate che riempiono altre piazze di Roma. Papa Pacelli sfrutta immediatamente il medium della radio per lanciare ponti di dialogo. Castel Gandolfo, 24 agosto 1939:

 

“Un'ora grave suona nuovamente per la grande famiglia umana, ora di tremende deliberazioni (...). Imminente è il pericolo, ma è ancora tempo. Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra”.

 

Quando la parola passa alle armi, la Radio Vaticana viene proiettata in una dimensione “militante”. La voce del Papa diventa un punto di riferimento dei perseguitati o un simbolo della Resistenza cattolica, come accade per i francesi. Nasce così il servizio che renderà celebre la Radio in quel periodo: la ricerca dei civili e dei militari dispersi per ristabilire un contatto con le loro famiglie. Per loro la speranza prende a viaggiare attraverso i microfoni. Dal ’40 al ’46, i messaggi trasmessi sono oltre un milione e 240 mila per 12 mila ore di trasmissione. Dal Sudafrica all’Inghilterra, dalla Cina al Venezuela, la Radio del Papa arriva addirittura nei campi di concentramento. I riscontri positivi sono migliaia, testimoniati dalle lettere giunte in Vaticano. A scrivere sono vedove con un figlio in armi, bambini che contattano il papà prigioniero. Così la moglie di un tenente prigioniero di guerra:

 

“Nella tremenda incertezza di giorni angosciosi, voi avete portato un raggio di sole, mi avete ridonato la fiducia di attendere tempi migliori, quando questa guerra sarà finita e il mio Pinuccio nuovamente a casa”.

 

(musica)

 

         Tra la fine della guerra e l’inizio degli Anni sessanta, la Radio Vaticana si afferma, uscendo definitivamente dal pionierismo tecnico e informativo. Si moltiplicano le lingue usate in trasmissione. Nel ’54 partono i programmi in lingua scandinava. Nel ’58, tocca a Brasile, India, Pakistan e Ceylon; l’anno dopo il Giappone. La sua voce fatta di onde trapassa le cortine politiche della Guerra fredda e offre una risorsa ai fermenti cristiani che vivono sotto il bavaglio della Chiesa del silenzio. In questa fase, il 1957 rappresenta uno degli anni di svolta. Esce il primo numero del Bollettino, che sostituisce l’antico I.R.VA.T., quindi, il 27 ottobre 1957, Pio XII inaugura il Centro di S. Maria di Galeria, una struttura più idonea ad ospitare le apparecchiature e i sistemi di controllo della moderna radiofonia. “Da questa selva di antenne” - afferma Papa Pacelli alludendo alle 24 torri del Centro, alte fino a 54 metri, che sostengono un sistema di 21 antenne a onde corte - si espande “una pacifica arma di verità”. Ma Pio XII assiste solo all’inizio di questa nuova era mediatica. Muore l’anno dopo, il 9 ottobre. La Radio Vaticana segue i solenni funerali e il Conclave. Poi, alle 17.08 del 28 ottobre 1958, dai suoi microfoni e dagli altoparlanti i fedeli in San Pietro e il mondo collegato in diretta radio assistono all’aprirsi di un’altra pagina di storia:

 

(annuncio elezione di Giovanni XXIII)

 

Il Papa Buono provvede ad allargare verso sud l’orizzonte Radio. Un suo radiomessaggio del ’61 inaugura le trasmissioni quotidiane verso l’Africa. Ma ben altro custodisce il cuore di Papa Roncalli. In un’era di grandi cambiamenti sociali, in cui si affaccia il pericolo nucleare tra i fantasmi del pianeta, anche la Chiesa deve compiere un salto di qualità. L’11 ottobre 1962, la Radio Vaticana trasmette dalla Basilica di San Pietro l’apertura del più grande avvenimento ecclesiale del Novecento: il Concilio Vaticano II.

 

(musica)

 

Per tre anni, i cronisti dell’emittente pontificia, insieme ai colleghi stranieri, seguono i momenti centrali dell’assise, mentre i tecnici registrano tutti gli interventi. Al termine, 1000 padri conciliari avranno parlato ai microfoni della Radio e i nastri impressi saranno pari a 300 Km. Il 26 maggio 1963 è domenica. Una folla si raduna al solito nel colonnato del Bernini. C’è l’Angelus a mezzogiorno, ma l’attesa è vana. Tre giorni dopo, così scrive il Radiogiornale: “Il Papa è malato. Il male di cui soffre è grave e dura da molto tempo…”. A quell’epoca, i principali edifici apostolici e vaticani sono stati sonorizzati. E questo permette alla Radio Vaticana di essere “sulla notizia”, con la tempestività che sta diventando un’esigenza irrinunciabile per una comunicazione che, grazie anche alla tv, sta diventando consumo di massa. Alle 19.45 del 31 maggio, Giovanni XXIII muore e la Radio torna ad essere il perno dell’informazione mondiale sull’evento. Il suo lavoro è così puntuale e apprezzato che il “Premio Onda” per il migliore programma religioso dell’anno, conferito da Radio Barcellona, viene conferito alla Radio del Papa.

 

(musica)

 

     Il 21 giugno, il cardinale Montini diventa Paolo VI. Nove giorni dopo c’è la cerimonia della Coronazione in Piazza San Pietro. Questa volta è davvero un “evento” mediatico. Per i 50 cronisti da tutto il mondo, i tecnici della Radio allestiscono 27 postazioni-microfono, con 2 tecnici ciascuna e un telefonista, piccoli studi di montaggio all’aperto nel Braccio di Carlo Magno, 20 microfoni ambientali sospesi sulla folla, decine di chilometri di cavo. La trasmissione-record di quel giorno, la più complessa e impegnativa dal punto di vista tecnico mai realizzata fino ad allora dalla RV, supera di molto quanto fatto l’anno prima per le Olimpiadi di Roma per stessa ammissione di un dirigente della Fono Azienda dello Stato Italiano.

 

Ormai quasi tutti i Paesi del mondo sono raggiunti dalla Radio Vaticana. Già alla fine degli anni Sessanta le lingue di trasmissione sono 32, 430 i programmi settimanali e la riforma liturgica del Vaticano II moltiplica le Messe, che vengono trasmesse in 12 lingue. Per la Radio, a fronte di un incessante miglioramento tecnico che vede succedersi generazioni di trasmettitori sempre più sofisticati, si affianca la ristrutturazione dirigenziale e redazionale. Nel 1970, inizia il trasferimento a Palazzo Pio. Costruito alla fine degli Anni cinquanta, per 20 anni il Palazzo, dedicato a Pio XII, ospita enti ed organismi cattolici, quindi diventa gradualmente la “casa” delle varie direzioni della Radio Vaticana, delle redazioni dei notiziari e dei Programmi, del Centro tecnico di trasmissioni, delle regie e gli studi. Nel 1973, l’attuale cardinale Roberto Tucci assume la direzione generale dell’emittente succedendo a p. Giacomo Martegani. Il 1° dicembre ’74 nasce “Radiodomenica”, diretto dall’allora capo della redazione centrale, p. Pasquale Borgomeo.

 

(musica)

 

Con l’Anno Santo ’75, la Radio si mobilita con 8.322 ore di trasmissione. L’anno dopo, per dare continuità all’apprezzata trasmissione che nei mesi del Giubileo aveva fornito informazioni agli ascoltatori italiani e stranieri, nasce “Quattrovoci”, ed il 18 aprile viene inaugurata anche la prima trasmissione in Esperanto. Anche Il potenziamento tecnologico prosegue inarrestabile. Nel ’78, a S. M. di Galeria viene installato il nuovo trasmettitore a onde corte da 500 kW, dotato di un’eccezionale, anche per le misure, antenna rotante. Ma la storia ecclesiale, e la Radio Vaticana con essa, sta per affrontare un nuovo, straordinario impegno. Arriva il 1978, l’Anno dei tre Papi.

 

(musica)

 

Il 6 agosto di quell’anno, alle 21.40, muore Paolo VI e venti giorni dopo il mondo assiste all’elezione di Giovanni Paolo I. Nessuno può prevedere che la bonomia di quel suo sorriso, passato troppo in fretta dalla realtà al ricordo, sarà il segno distintivo del Pontificato di un solo mese. Papa Luciani muore il 29 settembre. Dopo 33 giorni, la Radio Vaticana è costretta a tornare ai microfoni tra commozione e dolore:

 

“Dopo 33 giorni di Pontificato, Papa Giovanni Paolo I è morto. Questa mattina, verso le 5.30, il segretario particolare…”

 

Di nuovo il Conclave e di nuovo, alle 18.45, quella bava di fumo bianco che si leva dalla Sistina. La sorpresa che sta per chiudere l’Anno dei tre Papi è eccezionale, come registrano i microfoni della Radio. Ma nulla in confronto a ciò che quell’atletico Pontefice, che si affaccia dalla Loggia centrale della Basilica, sta per regalare alla Chiesa e al mondo. Giovanni Paolo II è sin dall’inizio ciò che sarà per i successivi, intensi 26 anni di Pontificato, anche costretto all’infermità, all’afonia: un annunciatore instancabile del Vangelo su scala mondiale, che macina instancabilmente migliaia di chilometri. Questo si traduce per la Radio Vaticana in un impegno gravoso ed esaltante insieme. Solo dal gennaio al novembre del ’79, cronisti e tecnici dell’emittente lo seguono da Santo Domingo alla Polonia, dal Messico alla Turchia. 

 

(musica)

 

         L’anno appena trascorso ha segnato la conclusione sofferta e grandiosa dell’avventura di Papa Wojtyla. Narrare le vicende del “Pontificato dei record” è un’impresa che i fatti dello scorso aprile hanno già portato più volte all’attenzione del mondo. Il resto è storia recente. Nel 1985, p. Borgomeo assume la responsabilità della direzione generale della Radio, che si conclude nel 2005 con la nomina di p. Federico Lombardi. In questo arco di tempo, la comunicazione prodotta dall’emittente, sul doppio versante informativo e tecnico, imbocca un’altra strada senza ritorno, il digitale, che trasformerà radicalmente tra la fine degli Anni novanta e il Duemila il modo di pensare l’informazione e di trasmetterla. In precedenza, nel 1991, la creazione dei S.I.C., i Servizi informativi centrali, era stata la risposta della Radio alla necessità di ottimizzare la messa in onda dei notiziari quotidiani nelle principali lingue internazionali. Come nel ’75, anche il Giubileo del 2000 - seguito da una trasmissione plurilingue speciale, Jubilaeum - arricchisce l’emittente pontificia di un nuovo corpo redazionale: ONE-O-FIVE-LIVE. L’ultima frontiera è Internet dove, al termine di una fase sperimentale, la Radio Vaticana entra stabilmente nel 2005 con aggiornamenti in tempo reale in 17 lingue.

 

(musica)

 

Quando, nel 2001, la Radio Vaticana compie 70 anni, Giovanni Paolo II raduna attorno a sé una folta rappresentanza dei circa 400 dipendenti che oggi formano la squadra dell’emittente. E davanti a loro, ancora una volta, disegna l’orizzonte entro il quale è chiamato a muoversi chi, attraverso la missione della radio, serve la missione del Papa:

 

“Sì, la vostra missione primaria è diffondere il magistero, la parola e la voce stessa del Successore di Pietro; far conoscere attraverso le vostre antenne la vitalità della Chiesa, le sue iniziative di carità, le sue gioie, le sue sofferenze e le sue speranze. A questa singolare missione ecclesiale continuate a dedicarvi con ogni migliore energia per il bene dell'intero popolo cristiano”.

 

(annuncio morte di Giovanni Paolo II – annuncio elezione di Benedetto XVI)

 

La nostra storia termina qui. Nel 1931, il primo responsabile della “Statio radiofonica vaticana”, p. Gianfranceschi, aveva detto: “La stazione che or ora avete inaugurato sia strumento di questa conquista, e serva sempre alla gloria di Dio, al bene delle anime ed all’ampliamento del Regno pacifico di Cristo”. Settantacinque anni e moltissimo impegno dopo, lo spirito di quell’esortazione non è mutato. Oggi passa attraverso il satellite, l’audio digitale, l’on demand, Internet, per essere più rapido, capillare, adatto ai tempi e alla comprensione degli uomini e delle donne del 21.mo secolo. Cercando di essere sempre, forte e chiaro, nella Babele contemporanea dei segnali, la Radio del Papa.

 

(Canto Christus vincit)

**********

 

 

RICERCA E INFORMAZIONE AL CENTRO DELLA SETTIMANA MONDIALE CONTRO

LA DISTROFIA MUSCOLARE DI DUCHENNE E BEKER, IN CORSO FINO AL 14 FEBBRAIO

- Con noi, il dott. Filippo Buccella -

 

Raccogliere fondi per la ricerca, informando e sostenendo le famiglie dei malati: con questo scopo, è in corso, fino martedì prossimo, la Settimana mondiale contro la Distrofia Muscolare di Duchenne e Beker, malattia genetica degenerativa determinata dalla mancanza di una proteina chiamata “distrofina”, che colpisce nel mondo un maschio su 3.500. A promuovere l’iniziativa è la Parent Project ONLUS (DDP), associazione che riunisce i genitori dei bambini affetti da questa grave forma di distrofia. A tal proposito, in Italia, per tutto il mese di febbraio, è possibile aderire alla Campagna di San Valentino “Anche il cuore è un muscolo” e donare un euro all’associazione, inviando un SMS al numero 48589. Ma quali sono i sintomi di questa malattia e le fasi della sua evoluzione? Roberta Moretti lo ha chiesto al presidente di Parent Project ONLUS Italia, Filippo Buccella:

 

**********

R. – Dal momento che la distrofina funziona da cemento all’interno della fibra muscolare, quando la distrofina manca, la fibra muscolare non riesce a rimanere integra, per cui perde la sua funzionalità. Questo provoca una debolezza che inizia con i muscoli che sono utilizzati di più, quelli della postura. Quindi, ad esempio, i bambini quando sono molto piccoli, attorno ai due anni, non riescono a camminare, a correre molto velocemente o a saltare. Poi, pian piano, si estende a tutti i muscoli utilizzati e i ragazzi, di solito attorno ai 10, 12 anni, vanno in carrozzina. Poi, ovviamente, crescendo, i muscoli più a rischio sono quelli che provvedono alla respirazione e ovviamente al cuore, che è il muscolo più importante. 

 

D. – Quali sono le cause di questa malattia? Come si trasmette? C’è una ereditarietà?

 

R. – Le cause dipendono da un fattore genetico. E’ una malattia legata al cromosoma X. Quindi, si trasmette dalla madre al figlio maschio. Può essere trasmessa anche nelle femmine, ma nelle femmine non si manifesta, perché i due cromosomi X hanno la funzione di compensare uno dei due cromosomi che produce un gene malato. In realtà, poiché è un gene molto grande, esistono - uno su tre circa - dei nuovi casi che non dipendono da una storia familiare.

 

D. – Quali sono gli esami che permettono di fare una diagnosi?

 

R. – Il primo è un esame neurologico, una valutazione di funzionalità, come per esempio salire le scale e correre. Un altro sintomo abbastanza evidente che può apparire ai genitori è l’ingrossamento dei muscoli del polpaccio. Questa malattia, infatti, provoca una sostituzione delle fibre muscolari con tessuto ipertrofico. Oppure un modo di rialzarsi che è una strana ed elaborata manovra con cui i bambini di due o tre anni si rialzano quando sono seduti a terra.

 

D. – Esiste una terapia per sconfiggere questa forma di distrofia? E qual è l’aspettativa di vita dei malati?

 

R. – Attualmente non esiste una terapia tale che possa guarire la distrofia. Ma la nostra associazione si è fatta promotrice in questi ultimi dieci anni di un approccio multidisciplinare. Abbiamo cercato, cioè, di trasferire tutte le novità che erano venute dalla ricerca alle famiglie, per fare in modo che si ottenessero già risultati significativi. Questo ha fatto sì che in questi dieci anni siamo riusciti a spostare l’aspettativa di vita da circa 15 anni ad oltre la ventina e a volte anche di più.

**********

 

 

CHIESA E SOCIETA’

12 febbraio 2006

 

 

RISPETTARE LE SEDI DIPLOMATICHE: APPELLO DEL MINISTERO DEGLI ESTERI IRANIANO, PER EVITARE ULTERIORI VIOLENZE CONTRO LE AMBASCIATE STRANIERE,

ATTACCATE DAGLI ISLAMICI DOPO LA PUBBLICAZIONE DI VIGNETTE SATIRICHE

SUL PROFETA MAOMETTO

 

TEHERAN.= “Le sedi diplomatiche devono essere rispettate e tutti devono osservare questa regola”: questo l’appello lanciato dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Hamid Reza Asefi, dopo le violente manifestazioni dei musulmani contro le ambasciate di Danimarca, Gran Bretagna, Austria e Francia, aesi che hanno pubblicato vignette satiriche su Maometto. Asefi ha però accusato i leader occidentali di aver “esacerbato la vicenda”, con le loro dichiarazioni e il loro rifiuto a scusarsi, e di voler “strumentalizzare la questione”. Ipotizzando che dietro la vicenda ci sia “un complotto dei sionisti”, Asefi ha accusato gli ebrei di “ricattare l’Unione europea con l’Olocausto” e di uccidere, allo stesso tempo, i Palestinesi indifesi. “Le dimensioni dei crimini commessi dai Sionisti sono molto maggiori dell’Olocausto – ha proseguito il portavoce iraniano – e molto più dolorosi”. Infine, in risposta alle caricature comparse sulla stampa europea, il più diffuso quotidiano iraniano, “Hamshahri”, di proprietà del Comune di Teheran, ha indetto un concorso internazionale per pubblicare una serie di disegni satirici sulla Shoah. Le manifestazioni di protesta, intanto, non si fermano: ieri pomeriggio, circa 3.000 persone hanno sfilato pacificamente nel centro di Parigi, su iniziativa delle associazioni musulmane locali. Il corteo era aperto da un grande striscione con la scritta: “Rispetto per le religioni, libertà d’espressione, non c’è contraddizione”. Sempre ieri, altre centinaia di islamici si sono radunate a Filadelfia, davanti alla sede del “Philadelphia Inquirer”, brandendo cartelli con la scritta “Giornalismo irresponsabile”. Intanto, la Danimarca ha fatto appello alla Malaysia, presidente dell’Organizzazione della Conferenza islamica, affinché cerchi di calmare la collera dei musulmani. Lo ha detto il ministro degli Esteri malaysiano, Ayed Hamid Alba, specificando di aver ricevuto una richiesta d’aiuto dal suo omologo danese Per Stig Moeller. Un appello al rispetto e alla tolleranza è stato lanciato anche dal presidente di Signis, l'Associazione Cattolica Mondiale della Comunicazione, Augustine Loorthusamy: "La provocazione costituita da queste caricature - ha detto - non giustifica in alcun modo la violenza e il fanatismo di una parte dei manifestanti". Signis - ha ribadito il suo presidente - continuerà nel proprio impegno in difesa del principio della libertà d'espressione ed invita tutti gli associati ad  "alimentare un dibattito democratico basato sul rispetto reciproco e la tolleranza". Nel frattempo, però, le proteste si estendono anche in Algeria, dove sono finiti in carcere i direttori di due settimanali in lingua araba, colpevoli di aver ripubblicato le caricature di Maometto comparse in Danimarca. I due giornalisti sono stati arrestati in seguito a due denunce presentate dal ministero della Comunicazione contro “chiunque offenda il Profeta o denigri il dogma o i precetti dell’Islam”. Ora i due cronisti rischiano dai 3 ai 5 anni di prigione. (I.P.)

 

 

UNA TV ARABA PER DIFFONDERE IL PENSIERO MODERATO E LA CULTURA

DELLA TOLLERANZA TRA I GIOVANI ARABI: QUESTA LA PROPOSTA AVANZATA DA

UNA DELEGAZIONE ALGERINA ALLA SEDE DELLA LEGA ARABA AL CAIRO,

RIUNITA PER DISCUTERE LA LOTTA AL TERRORISMO

 

ALGERI.= Un canale televisivo arabo guidato dalla Lega araba, per diffondere il pensiero moderato e la cultura della tolleranza tra i giovani arabi. È quanto ha proposto la delegazione algerina ad un gruppo di esperti di lotta al terrorismo, riuniti nella sede della Lega araba al Cairo. Secondo quanto riportato dal quotidiano governativo algerino “El Moudjahid”, la proposta vuole essere “un appello alla tolleranza e alla fine dell’estremismo nella regione araba” e sarà sottoposta al Consiglio dei ministri dell’Informazione dell’Organizzazione panafricana. Nelle raccomandazioni finali della riunione, è stato sottolineato “il ruolo dell’informazione nella lotta contro l’ideologia estremista e il terrorismo”, invitando il Consiglio dei ministri dell’Informazione a “coordinare le politiche medianiche arabe in materia di tolleranza e di propagazione della pace”. Gli esperti, riporta ancora il quotidiano algerino, hanno anche sollecitato un maggiore coordinamento arabo-islamico presso le Nazioni Unite per arrivare ad una definizione consensuale del terrorismo. Discussa, infine, anche la vicenda delle caricature di Maometto, a proposito della quale è stata richiesta l’adozione di convenzioni internazionali che impongano sanzioni in caso di offesa alle religioni. (I.P.)

 

 

“VORREI INCONTRARE LA MADRE DI DON ANDREA”: IN UN’INTERVISTA AL

CORRIERE DELLA SERA, IL PADRE DEL RAGAZZO TURCO ACCUSATO DI AVER UCCISO IL SACERDOTE, RIVELA DI VOLER VENIRE IN ITALIA PER INCONTRARE

“QUELLA DONNA BUONA E CORAGGIOSA”

 

TREBISONDA.= “Vorrei raccogliere abbastanza soldi per venire in Italia e baciare le mani di quella donna buona e coraggiosa”. Così, in un’intervista al “Corriere della Sera”, parla Hikmet Akdin, padre di Ouzhan, il ragazzo turco arrestato per l’omicidio di Don Andrea Santoro. “Ho saputo – dice l’uomo – che la madre del sacerdote lo ha perdonato. Vorrei incontrarla e baciare le sue mani in segno di gratitudine. Fatele sapere che apprezzo molto la sua bontà, che mi ha commosso. È una donna coraggiosa e sarà certo una madre eccellente”. Quanto all’insensato atto commesso dal figlio, Hikmet Akdin dice: “Ha solo 16 anni. È in cura psichiatrica da un paio d’anni e prende farmaci perché la sua testa non sempre lo aiuta. Non è vero che è in contatto con islamici radicali e non è vero che ha preso ordini da qualcuno per uccidere Don Andrea”. E conclude: “Ho educato i miei figli alla tolleranza e al rispetto. A casa mia, un cristiano e un musulmano sono due uomini uguali che pregano per un Dio diverso”. (I.P.)

 

 

ASSISI È UN LABORATORIO DI FRATERNITÀ: CON QUESTE PAROLE SI È PRESENTATO IERI AI FEDELI MONSIGNOR DOMENICO SORRENTINO, NUOVO VESCOVO DELLA CITTÀ UMBRA

 

ASSISI.= Con le parole di San Francesco, “Il Signore vi dia pace”, e definendo Assisi “un laboratorio di fraternità”, il nuovo vescovo della città, monsignor Domenico Sorrentino, si è presentato ieri ai suoi nuovi fedeli. Il presule si è detto “onorato” di ricoprire questo incarico, frutto di “un atto di benevolenza di Papa Benedetto XVI”. “La mia sarà una missione religiosa – ha detto monsignor Sorrentino – ma questo non significa chiudersi alla società, perché occorre gettare ponti di amicizia non solo verso i credenti, ma anche contro chi è lontano da noi”. Con lui, entra in vigore un nuovo rapporto con i frati di Assisi, poiché il 9 novembre 2005 il Pontefice, con una lettera “motu proprio”, ha disposto che tra i francescani del Sacro convento, delle Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli ed il vescovo si instauri un maggior collegamento sulle iniziative da intraprendere. (I.P.)

 

 

FEDELTA’ A DIO, ALL’UOMO E AL PAPA: SOTTO L’ANTICO MOTTO DEL “CREDO” MARONITA, LIBANO, SIRIA E CIPRO HANNO CELEBRATO LA FESTA DI SAN MARONE. RIBADITO IL CONCETTO DI UNA SPIRITUALITÁ FONDATA SULLA RICONCILIAZIONE E LA TOLLERANZA

BEIRUT.= “Fedeltà a Dio, all'Uomo e al Papa”. Questo l’antico motto del “Credo” maronita che giovedì scorso ha accompagnato le celebrazioni per la festa di San Marone, il monaco vissuto in Siria nel IV secolo. L’arcivescovo maronita di Beirut, mons. Paul Matar, ha celebrato la Santa Messa nella chiesa di San Marone, che proprio la settimana scorsa è stata danneggiata e bruciata dai fondamentalisti islamici.  Durante l’omelia, il presule ha criticato le persone che hanno infranto la convivenza tra islamici e cristiani, uno dei valori fondamentali del Libano. L’arcivescovo ha poi osservato che “ il Buon Dio ha voluto risparmiare nuovi dolori e sofferenze ai libanesi, che hanno superato il danno diretto, perché i cristiani credono e continueranno a credere nella necessità di salvaguardare la fisionomia del loro Paese”. Anche il Patriarca maronita, il cardinale Nassrallah Sfeir, nell’omelia pronunciata a Bkerke, ha lanciato un forte appello “a tutti i maroniti perché riprendano un cammino nuovo di vera spiritualità fondata sulla riconciliazione, sulla tolleranza e sul perdono reciproco”. Il patriarca ha inoltre chiesto alle autorità maggiore vigilanza e protezione per i luoghi di culto, compresi i conventi maroniti di Beirut. I festeggiamenti per San Marone hanno coinvolto anche Siria e Cipro: l’arcivescovo maronita d'Aleppo, mons Anis-Youssef Abi Aad, ha richiamato i maroniti del mondo arabo sulla necessità di riflettere il loro vero volto di popolo degno della sua vocazione storica, come Chiesa-ponte che lega il cristianesimo all'Islam”. A Cipro, infine, l’arcivescovo mons. Boutros Gemayel, nella Basilica di Nicosia, ha ricordato la “tragedia” dei maroniti che vivono nella parte turca, chiedendo al mondo libero di lanciare una campagna in loro favore. (I.P.)


CHARLES DARWIN, LO SCIENZIATO PADRE DELLA TEORIA DELL’EVOLUZIONE, COMPIE 197 ANNI. OLTRE 400 CHIESE CRISTIANE CELEBRANO LA SUA NASCITA

 

NEW YORK.= In oltre 400 chiese cristiane si celebra oggi il 197esimo compleanno di Charles Darwin, il padre della teoria dell'evoluzione. In programma sermoni e numerose iniziative per sottolineare che l'evoluzionismo non fa a pugni con la fede e che i cristiani non devono scegliere tra religione e scienza. “Si può avere la fede e credere nell'evoluzione”, ha detto Michael Zimmerman, professore della University of Wisconsin. (I.P.)

 

=======ooo=======

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

12 febbraio 2006

                                                                                                            

 

- A cura di Eugenio Bonanata –

 

 

Come previsto, l’allarme influenza aviaria è scattato anche nelle regioni italiane Sicilia, Calabria e Puglia. Oggi il ritrovamento di  un altro volatile morto anche in Abruzzo. Intanto, dopo le prime misure di sicurezza adottate ieri, stamani si è riunita l’unità di crisi per discutere della situazione. Ce ne parla Eugenio Bonanata:

 

**********

La riunione è iniziata intorno alle 11:00, presieduta dal ministro della Salute, Francesco Storace. Fra gli altri vi partecipano anche i rappresentanti delle tre regioni a rischio, Sicilia, Calabria e Puglia, dove, sui 21 cigni trovati morti, in 5 casi è stata accertata la presenza del virus H5N1, la variante più pericolosa. Il ministro Storace, già ieri aveva invitato a non fare allarmismi, specificando che non ci sono rischi per la salute umana. Intanto sono state adottate le prime misure di sicurezza. Un’ordinanza ministeriale ha vietato fra l’altro la movimentazione di uccelli vivi nelle zone interessate, dove è stato definito un perimetro ad alto rischio di tre chilometri, e una ulteriore zona di sorveglianza in un raggio di sette chilometri. All’interno di queste aree saranno effettuati test a campione sugli animali domestici e soprattutto gli allevamenti sono sotto controllo capillare. Il commissario dell'Istituto zooprofilattico del meridione, Antonio Limone, uno dei numerosi esperti che partecipa alla riunione, ha assicurato che la situazione è “sotto controllo sia nelle aree agricole che nei mercati”. E rassicurazioni sono giunte anche per il personale che si occupa degli animali trovati morti.

 

Ma per sapere come fronteggiare concretamente l’emergenza aviaria in Italia, Paolo Ondarza ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla salute Cesare Cursi:

 

R. - Occorre mettere in atto procedure che servano ad isolare il fenomeno, isolando le zone per evitare che il fenomeno possa estendersi. Quindi un controllo forte da parte della ASL, da parte dei nostri servizi di veterinaria per fare in modo che quel fenomeno possa essere sempre più isolato. Il pollo si può tranquillamente mangiare. Evitiamo di dare un’ulteriore bastonata ai produttori avicoli che già stanno pagando costi che sicuramente non sono a loro imputabili. Si tratta soprattutto di animali selvatici, quindi non da allevamento.

 

D. – E per quanto riguarda il rischio di contagio umano?

 

R. - Non c’è assolutamente contagio umano. Si parla sempre di contagio da animale ad animale.

 

D. – Negli ultimi tempi il ministro Storace ha sempre invitato alla calma. Ma si aspettava questo caso?

 

R.- Non ci si aspettava questo caso perché probabilmente il freddo che c’è stato in quei Paesi ha costretto questi cigni ad emigrare in zone più calde. Io però sono convinto che l’ordinanza che addirittura estende i controlli fino a 10 chilometri servirà ad isolare in maniera seria, in quelle province, questo tipo di fenomeno.

**********

 

Il primo ministro israeliano, Sharon, rimane in condizioni critiche ma stabili dopo l'operazione urgente cui è stato sottoposto ieri. Il premier, in coma dallo scorso mese dopo un emorragia celebrale, è ancora nel reparto di terapia intensiva. Nonostante il buon esito dell’intervento, in cui è stato rimosso parte dell’intestino, per i medici il problema principale resta lo stato di coma continuato in cui versa il 77enne premier.

 

Una cinquantina di palestinesi, alcuni dei quali armati, hanno tentato di fare irruzione in un edificio del governo nella città di Gaza, chiedendo assunzioni nelle istituzioni pubbliche. Le forze di sicurezza hanno sparato dei colpi in aria per disperdere la folla di manifestanti, che si è comunque limitata a lanciare sassi e a rispondere con qualche sparo.

 

L'alleanza irachena unita, il partito sciita che ha vinto le elezioni in Iraq, ha candidato il primo ministro uscente, al Jaafari, quale premier anche per il nuovo governo, con 64 voti a favore e  63 contrari. Il rivale sconfitto è il vice presidente Adel Abdel Mahdi. Intanto, il ministero della Difesa britannico indaga su un video che mostrerebbe soldati britannici mentre picchiano selvaggiamente ragazzini iracheni. Secondo la stampa inglese i fatti, avvenuti nel sud dell'Iraq, risalirebbero a due anni fa. Il filmato mostrerebbe anche un soldato che prende a calci in faccia un iracheno morto. E mentre la violenza ha fatto una vittima e decine di feriti, si torna a parlare dell’ex rais, Saddam Hussein, che secondo le affermazioni di un suo legale boicotterà l’udienza prevista per domani.

 

● Ad Haiti si complica il cammino verso la presidenza per Renè Preval. Il candidato della Piattaforma Speranza sarebbe infatti sceso sotto il 50% dei voti dopo lo scrutinio del 72,18% delle schede. Secondo il Consiglio elettorale provvisorio (CEP), Preval con il 49,61%, si colloca davanti all'ex presidente Leslie Manigat (11,58%), l'imprenditore Charles Henri Baker (8,10%) e il pastore Chavanne Jeune (5%). Se questo dati dovessero stabilizzarsi, sarebbe necessario organizzare un ballottaggio, che fino a due giorni fa sembrava praticamente escluso.

 

L’Iran rispetterà il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), ma potrebbe rivedere la sua posizione dopo il meeting dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) del 7 marzo prossimo. E’ quanto ribadito dai vertici di Teheran, mentre la stampa britannica rivela di un piano militare statunitense che prevede attacchi devastanti contro siti nucleari iraniani. Questa sarebbe l’ultima mossa per fermare l'intento di Teheran di sviluppare una bomba atomica.

 

Venti militari sudanesi sono morti per un incidente aereo che si è verificato ieri nel sud del Paese. Secondo un portavoce dell’esercito il velivolo si è schiantato al suolo in fase di atterraggio per lo scoppio della ruota anteriore. 

 

Il presidente siriano, Assad, ha firmato ieri il decreto per il rimpasto del governo. Lo ha reso noto l’agenzia ufficiale siriana. Faruq al-Shara, ministro degli Esteri, è stato nominato vicepresidente della Repubblica in sostituzione di Abdul Halim Khaddam, che Damasco oggi considera un “traditore”. La commissione delle Nazioni Unite che indaga sull’omicidio dell’ex premier libanese Hariri ha accusato proprio al Sharaa di aver mentito in una dichiarazione scritta. Il presidente Assad ha già negato la richiesta della commissione che vuole interrogare i vertici di Damasco. Il rimpasto prevede inoltre la nomina di Bassam Abdel Majid a capo del ministero degli Interni, quella di Mohsen Bilal al ministero dell'Informazione e quella di Sofian Allau al ministero del Petrolio. Il premier rimane Mohammad Naji al Otri, così come rimangono al loro posto i ministri più importanti tra, cui quelli della Difesa, delle Finanze e dell’Agricoltura. 

 

Il Leader della maggioranza parlamentare libanese, Saad Hariri, è rientrato questa notte a Beirut, dopo oltre sei mesi di esilio volontario all'estero per motivi di sicurezza. Lo hanno riferito fonti a lui vicine. Il ritorno avviene a due giorni dal primo anniversario dell'assassinio di suo padre, l'ex primo ministro Rafik Hariri, ucciso in un attentato nella capitale libanese, allora sotto controllo siriano. Saad Hariri, chiede giustizia per l’omicidio e, pur essendo un deciso oppositore della Siria, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento di Damasco.

 

La maggioranza dei giapponesi si oppone all'approvazione di una legge che permetta alle donne di accedere al trono. In un sondaggio condotto da un giornale, il 55 % degli intervistati si è detto contrario all’approvazione di una norma del genere nell'attuale legislatura. E’ favorevole, invece, circa il 39%. Anche il premier Koizumi in questi giorni aveva deciso di congelare il progetto di riforma, suggerito da un gruppo di esperti di fronte al pericolo di un’eventuale crisi nella linea di successione imperiale. Nel popolo giapponese, infatti, la maternità della principessa Kiko ha acceso la speranza di un erede maschio, un evento eccezionale per la Casa reale più antica al mondo, che, dal 1965, ha conosciuto solo fiocchi rosa. Se la trentanovenne principessa, che ha già due figlie femmine, darà alla luce un maschio, il piccolo occuperà il terzo posto nella linea di successione al trono, dopo il principe ereditario, Naruhito, e suo fratello minore, Akishino.

 

 

 

=======ooo=======