RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 35  - Testo della trasmissione di sabato 4 febbraio 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il cordoglio del Papa per le sciagure nel Mar Rosso e nelle Filippine: centinaia le vittime per  l’affondamento di un traghetto egiziano con 1400 persone a bordo.  Oltre 70 i morti nella calca nello stadio di Pasig, nei pressi di Manila

Benedetto XVI domani si recherà in visita nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano

 

10 giorni fa la pubblicazione dell’enciclica di Benedetto XVI “Deus Caritas est”: una delle pagine più  belle è dedicata a Maria

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La convivenza umana esige un clima di mutuo rispetto: è quanto afferma una dichiarazione della Sala Stampa della Santa Sede in riferimento alla vicenda delle vignette satiriche sull’Islam. Ai nostri microfoni padre Ciro Benedettini e il vescovo Vincenzo Paglia

 

Domani in Italia si celebra la Giornata per la vita

 

Il Vangelo di domani. Il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Oggi e domani, riuniti a Dresda in Germania sette capi di Stato europei con l’intenzione di rilanciare - dopo i no referendari di Francia e Olanda – il Trattato costituzionale

 

Consegnati ieri dal Comune di Roma i “Premi Campidoglio”

 

Si aprirà lunedì prossimo 6 febbraio a Londra il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra

 

La sconcertante proposta di un’azienda neozelandese, di inviare “polvere altamente nutriente” usata nei biscotti per cani, per sfamare i bambini keniani, è stata rifiutata dal governo di Nairobi

 

Su proposta dell’ambasciatore americano John Bolton, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU terrà briefing quotidiani sulla situazione del mondo

 

Dura condanna dell’arcivescovo di Bombay, mons. Ivan Dias, per l’aggressione subìta dal vescovo Dabre e da altri sacerdoti all’inaugurazione di un convitto  in un villaggio indiano

 

24 ORE NEL MONDO:

In giornata l’incontro tra Abu Mazen e Hamas sulla formazione di un nuovo governo palestinese 

 

I governatori dell’AIEA chiedono che si faccia rapporto al  Consiglio di Sicurezza  sul caso Iran

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 febbraio 2006

 

 

IL DOLORE DEL PAPA PER LA SCIAGURA NEL MAR ROSSO DOVE E’ AFFONDATO UN TRAGHETTO EGIZIANO CON 1400 PERSONE A BORDO. CIRCA 400 I SUPERSTITI.

BENEDETTO XVI INVITA ALLA SOLIDARIETA’ FRATERNA E SPIRITUALE

 

Benedetto XVI ha espresso il proprio dolore per “il tragico incidente” avvenuto nel Mar Rosso, dove  nella notte tra giovedì e venerdì è affondato il traghetto egiziano “Al Salam 98” con 1400 persone a bordo. Per il momento si contano circa 400 superstiti. In un telegramma inviato al cardinale Stéphanos Ghattas II, patriarca di Alessandria dei Copti, a firma del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, il Papa assicura la sua “vicinanza spirituale” alle famiglie delle vittime per le quali chiede a Dio “la felicità eterna” e, rendendo omaggio ai soccorritori, invita tutti “ad una grande solidarietà fraterna e spirituale” verso quanti sono nella prova.

 

 

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL PAPA PER LE VITTIME DELL’INCIDENTE

NELLO STADIO DI PASIG, NEI PRESSI DI MANILA, NELLE FILIPPINE

 

“Profondamente addolorato” si dichiara il Papa per “la tragica perdita di vite” nell’incidente occorso ieri nello stadio “Ultrà” di Pasig, nelle Filippine, dove sono morte almeno 73 persone. In un telegramma di cordoglio, a firma del cardinale Sodano, segretario di Stato, inviato a mons. Francisco C. San Diego, vescovo della diocesi filippina colpita dal grave lutto, Benedetto XVI offre le sue preghiere per tutti quanti sono stati coinvolti nella disgrazia, chiedendo al Signore di offrire conforto a chi è rimasto ferito e a chi ha subito la perdita dei propri cari.

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Stamane il Papa ha ricevuto alcuni presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo, in visita “ad Limina”.

 

Nel pomeriggio, il Santo Padre riceverà mons. William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

        

In India, il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore della diocesi di Rourkela padre John Barwa, superiore provinciale della Società del Verbo Divino e presidente della Conferenza dei Religiosi in India. Padre John Barwa  è nato il 1 giugno 1955 a Gaibira, nella diocesi di Rourkela. E’ entrato nel noviziato dei Verbiti a Khurda, Indore, ed ha emesso i voti perpetui il 14 ottobre 1984. E’ stato ordinato sacerdote il 14 aprile 1985 a Sambalpur. Ha conseguito la licenza in Liturgia presso il Pontificio Istituto Sant’Anselmo a Roma.

 

 

BENEDETTO XVI DOMANI SI RECHERÀ NELLA CHIESA DI SANT’ANNA IN VATICANO.

 IN VISITA NELLA PICCOLA PARROCCHIA DELLO STATO CITTÀ DEL VATICANO

IL PAPA CELEBRERÀ LA SANTA MESSA ALLE 10

 

Domani Benedetto XVI visiterà la parrocchia di Sant’Anna in Vaticano. Il Papa presiederà la Santa Messa alle 10. La nostra emittente trasmetterà in diretta l’evento a partire dalle 9.50, con commento in lingua italiana, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Ma sulla storia della chiesa di Sant’Anna ascoltiamo il servizio di Tiziana Campisi.

 

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Era il luogo di culto in cui si radunava la confraternita dei palafrenieri pontifici, gentiluomini di corte con mansioni di fiducia che Clemente VII, nel XVI secolo, elevò al rango di nobili che potevano “crear dottori in teologia e legge, baccellieri, licenziati”. È la chiesa di Sant’Anna in Vaticano, costruita nel 1565 e progettata dall’architetto Giacomo Barozzi, detto Vignola, e primo esempio a Roma di chiesa a pianta ellittica. Al suo interno quattro affreschi raffigurano episodi della vita di Sant’Anna. Ad istituirla come parrocchia è stato Pio XI, il 30 maggio del 1929, affidandone la cura ai religiosi agostiniani. Il territorio della parrocchia di Sant’Anna comprende gli oltre 4 ettari dello Stato Città del Vaticano, i parrocchiani sono circa 500, per lo più non residenti. Agli agostiniani è affidata la cura pastorale di quanti vivono entro le mura vaticane e dei dipendenti dei vari uffici e dicasteri. Nella giurisdizione della parrocchia di Sant’Anna anche il Palazzo Apostolico, ad eccezione dell’appartamento pontificio. Ma ascoltiamo al microfono di Leonardo Macchini, il parroco, il padre agostiniano Gioele Schiavella:

 

R. – Questa è una parrocchia atipica, perché è nel territorio vaticano però è  frequentata soprattutto da persone che vivono fuori dal Vaticano: sia impiegati, che pensionati, sia gente che viene qui per vari motivi. Di fatto le associazioni, al 90%, vengono frequentate e dirette da persone che vivono fuori dalla parrocchia. Abbiamo anche una quarantina di bambini e ragazzi che si preparano alla Prima Comunione, alla Cresima e anche al post-cresima.

 

D. – Cosa significa, per questa Chiesa, l’evento di domani mattina?

 

R. – E’ una cosa grandiosa, piena di commozione, anche perché il Papa prosegue la tradizione dei suoi predecessori. Qui Paolo VI venne per la Messa d’oro del Giubileo, quando compì i 50 anni della Prima Messa. Nel 1970, venne la mattina e celebrò la Messa in privato. Poi, a pochi mesi dall’elezione, Giovanni Paolo II, nel dicembre del 1978, prima di fare la visita alle altre parrocchie romane, iniziò da questa che è la sua parrocchia in fondo, perché questa è la parrocchia della Città del Vaticano. Per noi, quindi, è un’immensa gioia e un rinnovato impegno a cercare di far bene quello che dobbiamo fare. La chiesa di Sant’Anna è una specie di santuario, nel senso che le gestanti vengono qui per implorare da Sant’Anna l’assistenza per il parto e per il loro piccolino. Vengono da ogni parte di Roma, perché questa è una tradizione antichissima, che dura da secoli. Abbiamo più di un centinaio di fratelli, i “barboni”, che vengono, e c’è un’attività molto bella della Caritas, per cui di solito nessuno va via senza niente, qualcosa diamo. In fondo, è la “caritas” di cui parla il Papa nella sua Enciclica, dove dice: “I tre compiti della Chiesa sono: la celebrazione dei sacramenti – la liturgia –, l’ascolto della Parola di Dio e la ‘caritas’”. Cioè, un amore che si attinge da Cristo e che si esprime nell’aiuto per i fratelli, sia spirituale che materiale.

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10 GIORNI FA LA PUBBLICAZIONE DELL’ENCICLICA DI BENEDETTO XVI

“DEUS CARITAS EST”: UNA DELLE PAGINE PIU’  BELLE E’ DEDICATA A MARIA

 

10 giorni  fa  veniva pubblicata l’Enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”. Una delle pagine più belle e intense dell’Enciclica sull’amore è dedicata a Maria. Ed è proprio quella che conclude il testo del Papa. Ripercorriamo questa pagina finale dedicata alla Vergine in questo servizio di Sergio Centofanti.

 

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I Santi – scrive il Papa – sono i testimoni dell’amore di Dio. E “tra i Santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità”. La sua anima magnifica il Signore, cioè lo rende grande. Questo è “il programma della sua vita – afferma il Pontefice: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo – solo allora il mondo diventa buono. Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio”. Così, prosegue Benedetto XVI, “parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa parola sua … i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di Dio” e  “il suo volere è un volere insieme con Dio”. “Maria è una donna che ama”:

 

“Noi lo intuiamo nei gesti silenziosi, di cui ci riferiscono i racconti evangelici dell'infanzia. Lo vediamo nella delicatezza, con la quale a Cana percepisce la necessità in cui versano gli sposi e la presenta a Gesù. Lo vediamo nell'umiltà con cui accetta di essere trascurata nel periodo della vita pubblica di Gesù, sapendo che il Figlio deve fondare una nuova famiglia e che l'ora della Madre arriverà soltanto nel momento della croce, che sarà la vera ora di Gesù . Allora, quando i discepoli saranno fuggiti, lei resterà sotto la croce”.

 

E’ il momento estremo della passione di Maria: il “silenzio” di Dio di fronte alla croce del Figlio. Il Papa cita Sant’Agostino: “Se tu lo comprendi, allora non è Dio”. Maria “si fida di Lui anche nell’oscurità”. Continua a credere “malgrado tutte le incomprensioni” nella bontà di Dio, “nella certezza che Dio è Padre e ci ama”.  Per questo Maria – ricorda il Papa – è “la Madre di tutti i credenti. Alla sua bontà materna … si rivolgono gli uomini di tutti i tempi e di tutte le parti del mondo nelle loro necessità e speranze, nelle loro gioie e sofferenze, nelle loro solitudini come anche nella condivisione comunitaria. E sempre sperimentano il dono della sua bontà, sperimentano l'amore inesauribile che ella riversa dal profondo del suo cuore”:

 

“Le testimonianze di gratitudine, a lei tributate in tutti i continenti e in tutte le culture, sono il riconoscimento di quell'amore puro che non cerca se stesso, ma semplicemente vuole il bene. La devozione dei fedeli mostra, al contempo, l'intuizione infallibile di come un tale amore sia possibile: lo diventa grazie alla più intima unione con Dio, in virtù della quale si è totalmente pervasi da Lui – una condizione che permette a chi ha bevuto alla fonte dell'amore di Dio di diventare egli stesso una sorgente  da cui sgorgano fiumi di acqua viva”.

 

“A lei – conclude il Papa -  affidiamo la Chiesa, la sua missione a servizio dell'amore” perché ci insegni  a conoscere e  amare Gesù, “perché possiamo anche noi diventare capaci di vero amore ed essere sorgenti di acqua viva in mezzo a un mondo assetato”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’approfondimento in merito al tragico naufragio nel Mar Rosso. Il telegramma di cordoglio di Benedetto XVI.

Sempre in prima, Dichiarazione della Santa Sede dal titolo “Libertà di offendere?”. La Dichiarazione è stata redatta per rispondere a varie richieste di precisazioni sulla posizione della Santa Sede di fronte a recenti rappresentazioni offensive dei sentimenti religiosi di singole persone o di intere comunità. 

 

Servizio vaticano - La Lettera del Papa al cardinale Javier Lozano Barragan per la nomina a Inviato speciale alle celebrazioni della XIV Giornata mondiale del malato che avranno luogo ad Adelaide, in Australia, l’11 febbraio.

I vescovi ugandesi: “No alla legalizzazione dell’aborto attraverso la ratifica delProtocollo di Maputo’”.

 

Servizio estero - Per la rubrica dell’“Atlante geopolitica” una pagina speciale - a cura di Pierluigi Natalia e di Gabriele Nicolò - dal titolo “La tutela delle popolazioni nel tempo della globalizzazione”. 

 

Servizio culturale - Un elzeviro di Mario Gabriele Giordano dal titolo “Quando gli scrittori diventano professionisti”.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema dell’economia. Scettico il Fondo monetario internazionale sulla situazione italiana.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

4 febbraio 2006

  

LA CONVIVENZA UMANA ESIGE UN CLIMA DI MUTUO RISPETTO: E’ QUANTO AFFERMA

UNA DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE IN RIFERIMENTO

ALLA VICENDA DELLE VIGNETTE SATIRICHE SU MAOMETTO. FERMAMENTE DEPLORATE

LE AZIONI VIOLENTE DI PROTESTA. AI NOSTRI MICROFONI IL VICEDIRETTORE

DELLA SALA STAMPA VATICANA, PADRE CIRO BENEDETTINI,

E IL VESCOVO VINCENZO PAGLIA

 

Il diritto alla libertà di espressione non può essere invocato per offendere il sentimento religioso dei credenti: è quanto viene sottolineato in una dichiarazione della Sala Stampa vaticana, diffusa stamani. La nota risponde a varie richieste di precisazioni sulla posizione della Santa Sede di fronte alla vicenda delle caricature satiriche su Maometto pubblicate da giornali europei che hanno innescato veementi proteste da parte del mondo islamico. Ascoltiamo il vicedirettore della Sala Stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, al microfono di Alessandro Gisotti:

 

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R. – “Il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, sancito dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, non può implicare il diritto di offendere il sentimento religioso dei credenti. Tale principio vale ovviamente in riferimento a qualsiasi religione. La convivenza umana esige poi un clima di mutuo rispetto, per favorire la pace fra gli uomini e le Nazioni. Inoltre, talune forme di critica esasperata o di derisione degli altri denotano una mancanza di sensibilità umana e possono costituire in alcuni casi un'inammissibile provocazione. La lettura della storia insegna che non è con tale via che si sanano le ferite esistenti nella vita dei popoli”.

 

D. – C’è anche una precisazione della Sala Stampa sulle proteste di questi giorni?

 

R. – Certamente. Va subito detto che le offese arrecate da una singola persona o da un organo di stampa non possono essere imputate alle istituzioni pubbliche del relativo Paese, le cui Autorità potranno e dovranno, eventualmente, intervenire secondo i principi della legislazione nazionale. Azioni violente di protesta sono, pertanto, parimenti deplorabili. Per reagire ad un'offesa, non si può infatti venir meno al vero spirito di ogni religione. L'intolleranza reale o verbale, da qualsiasi parte venga, come azione o come reazione, costituisce poi sempre una seria minaccia alla pace.

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Anche oggi, come nei giorni scorsi, non sono mancate manifestazioni di protesta contro le vignette. Alcune dozzine di giovani palestinesi hanno cercato stamani di irrompere nella sede dell’Unione Europea a Gaza City, gridando slogan contro la Danimarca e promettendo di versare il loro sangue per il Profeta Maometto. A Londra, invece, circa 400 persone hanno inscenato una nuova manifestazione davanti all'ambasciata danese, dopo che ieri un'analoga protesta aveva assediato la missione diplomatica. Dal canto suo, il dipartimento di Stato americano ha espresso ferma condanna per la pubblicazione delle vignette satiriche. Sulla vicenda e il suo significato per i rapporti tra Occidente ed Islam, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia:

 

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R. – Da nessuna parte deve essere messo in berlina il contenuto della fede, le cose più profonde del proprio cuore e della propria vita. Io credo che scambiare la libertà con un randello sia uno dei grandi pericoli dell’Occidente, che poi fa da rovescio della medaglia di un fondamentalismo che non conosce nessuna mediazione, nessuna tolleranza.

 

D. – Molti, anche fra i cristiani, pur solidarizzando con il mondo islamico, criticano una reazione considerata sproporzionata. In questi giorni non si bruciano solo bandiere danesi ma si moltiplicano anche le minacce di morte a giornalisti europei.  Che effetto le fanno queste proteste?

 

R. – Mi fa un effetto di sconcerto. Perché non c’è dubbio che sia una reazione sconsiderata; come spesso accade, alcuni atteggiamenti diventano il pretesto per una battaglia politica ben più ampia, che nulla magari ha a che vedere con ciò con cui è iniziato. Bisogna evitare di strumentalizzare la religione per fini che non hanno nulla a che vedere con essa.

 

D. – Come stemperare queste tensioni?

 

R. – Anche qui ritorna il nodo di sempre: i rapporti umani, i rapporti all’incontro e anche le chiarificazioni sono la via maestra per stemperare le tensioni. Questo richiede soprattutto un lavoro continuo, che è quello che la Chiesa fa da sempre, particolarmente dal Concilio in poi. Questo incontro, questa caparbietà, nel tessere rapporti umani tra uomini e tra donne di fedi e di culture diverse. In questo momento, credo che anche da parte nostra, bisogna dire con chiarezza che la fede non va mai messa in berlina. Io credo che Occidente e mondo Islamico, seppure con scadenze temporali un po’ sfalsate, credo che tutti dovremmo comprendere che con la fede non si deve scherzare.

 

D. – In Occidente siamo soliti vedere l’immagine di Gesù ridicolizzata o perfino svilita in vignette, film, libri. Perché il cristiano non si indigna più?

 

R. – Esatto ... Non si indigna più perché c’è come una sorta di assuefazione, e talora di paura, o anche peggio di complesso di inferiorità, pensando che magari tutto questo è cultura, o che ognuno è libero di dire quel che vuole. In verità non è saggio tutto questo. Penso sia urgente da parte di tutti, credenti e non credenti, comprendere che non tutto ciò che possiamo fare può essere fatto. L’Apostolo Paolo, ricordiamolo bene, non era certo soggetto alla disposizione ebraica sul mangiare le carni, ma diceva: “Se debbo scandalizzare qualcuno, questo mi astengo dal farlo”, perché quel che conta è il rapporto umano, e anche religioso che vale molto di più rispetto a quell’egocentrismo o a quella libertà personale che si vuol mettere sopra tutto e sopra tutti.

 

D. – Mons. Paglia, si può dire che in realtà questo scontro di civiltà che viene spesso paventato, non è uno scontro di religioni, come forse questa vicenda indica, ma uno scontro tra chi le strumentalizza?

 

R. – Si, io direi questo: c’è uno scontro di inciviltà, perché è incivile certamente la risposta che hanno dato, ma è altrettanto incivile ridicolizzare in quel modo credi profondi. Per questo sono convinto che sia necessaria una sapienza maggiore da parte di tutti. Non che non esistano tensioni, ma proprio per questo dobbiamo stare tutti molto più attenti per evitare che le tensioni scoppino.

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DOMANI IN ITALIA SI CELEBRA LA GIORNATA PER LA VITA

- Intervista con mons. Sergio Nicolli -

 

Accogliere la vita come un dono da custodire. E’ la sfida lanciata dal messaggio per la 28esima Giornata per la vita che si celebrerà domani. Promossa dai Vescovi italiani, l’iniziativa quest’anno ha per tema ”Rispettare la vita”. Il documento del Consiglio Episcopale Permanente, rimarca un impegno costante a fianco di giovani e famiglie, sottolineando con forza il no all’aborto e il sostegno alle donne nell’accoglienza della maternità. Il servizio è di Massimiliano Menichetti:

 

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Richiamandosi all’inizio del prologo di San Giovanni nel documento per la Giornata per la Vita, i vescovi rimarcano che la vita precede il Creato e l’Uomo, reso partecipe dell’esistenza per un gesto di amore libero e gratuito di Dio. Da qui, l’indisponibilità di questo bene ricevuto, da custodire, non manipolandolo come fosse una proprietà esclusiva. Sull’aborto spiegano che tutti sono chiamati a fare ogni sforzo per aiutare le donne ad accogliere la maternità; rinnovato l’impegno a sostegno delle famiglie, anche in relazione al problema demografico. Mons. Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Conferenza episcopale italiana:

 

“Questa denatalità, oggi, è dovuta soprattutto ad una cultura che nega la vita, una cultura che pone il benessere privato, personale, al di sopra di ogni altro interesse, e quindi è importante fare un lavoro culturale che faccia cogliere gli aspetti di ricchezza e di bellezza della vita, anche quando la vita è attraversata da problemi, da momenti di fatica …”.

 

Se con forza viene sottolineato che il profitto e il progresso scientifico non devono mai essere messi davanti alla persona, guardando ai giovani e alla loro ricerca di felicità e libertà i vescovi ribadiscono la loro preoccupazione per chi sembra ricercare questi aspetti in maniera esasperata o estrema, attraverso l’uso delle droghe, l’assunzione di stimolanti nella pratica sportiva, l’alcool o le sfide in auto o in moto, scelte che sottolineano indifferenza per la vita e i suoi valori – precisano – e scarso amore per se stessi e per gli altri. L’invito è alla società tutta che non deve accettare una simile deriva, cercando cause e rimedi. Ancora mons. Nicolli:

 

“Questo fenomeno è indice di un disagio nel mondo giovanile. Non dobbiamo stancarci di educare le persone, di aiutare a cogliere lo stupore di fronte alla vita rispetto a qualunque scelta di felicità che è una scorciatoia che si rivela poi fasulla”.

 

Ma, quindi, qual è la sfida della Giornata di domani?

 

“Soprattutto, mettere la vita al primo posto perché quando la si considera al primo posto nel proprio modo di pensare, allora il rispetto nasce come conseguenza”.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

Domani, 5 febbraio, quinta Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui  Gesù, uscito dalla Sinagoga, si reca nella casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.  La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.

 

Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Cristo lascia la Sinagoga e va in una casa privata. La parte ufficiale e pubblica dell’ebraismo gli è ostile, ma c’è una parte del popolo che invece gli viene incontro e sono esattamente i bisognosi. I malati e i moribondi hanno una immediata percezione del bisogno della salvezza. Entrando nella casa di Simone, lo hanno solo informato della situazione di sua suocera. Non gli hanno neanche chiesto di guarirla e già Lui si muove per sanarla. Non è lei che lo chiede, non fa chiedere, ma è Cristo che si muove verso di lei, che si inchina su di lei e che la fa rialzare. Ed è sabato. E proprio per aver fatto del bene in giorno di sabato, Cristo è già stato rimproverato e rifiutato, ma questo volta Lui non bada a questa questione e rivela che la misericordia del Padre, che Lo ha mandato, non conosce limiti, né prescrizioni, ma è una premura d’amore che l’uomo non conosce. Oggi, che l’uomo non è più abituato a chiedere e tanto meno a supplicare Dio, Cristo ci dice di aver fiducia nella sua misericordia aprendo a Lui la nostra realtà.

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CHIESA E SOCIETA’

4 febbraio 2006

 

 

OGGI E DOMANI, RIUNITI A DRESDA IN GERMANIA SETTE CAPI DI STATO EUROPEI

CON L’INTENZIONE DI RILANCIARE - DOPO I NO REFERENDARI DI FRANCIA E OLANDA –

IL TRATTATO COSTITUZIONALE, FIRMATO A ROMA IL 29 OTTOBRE 2004

 

DRESDA. = Dopo dieci mesi di stasi, si deve rimettere in marcia il progetto di un’Europa politica previsto dal nuovo Trattato Costituzionale. Dopo i ‘no’ francese e olandese ai Referendum di ratifica, riscoprire entusiasmo per superare paure ed egoismi nazionali. Oggi e domani sette capi di Stato europei saranno riuniti a Dresda, in Sassonia, per tentare di rimettere sui binari il Trattato. Insieme al presidente della Germania a Dresda saranno i capi di Stato di Italia, Ungheria, Austria, Lettonia, Portogallo e Finlandia, firmatari lo scorso luglio di un appello a ritrovare lo slancio e lo spirito costruttivo dei padri fondatori dell’Europa comunitaria. Con quel documento i Sette chiesero nuove iniziative per ricostruire la fiducia dei cittadini nell’Europa politica disegnata dal Trattato Costituzionale elaborato dalla Convenzione Europea e firmato a Roma il 29 ottobre del 2004. Come si può costruire un clima di consenso all’avanzamento del progetto comunitario? Innanzitutto rendendo comprensibili i benefici dell’integrazione europea, chiarendo agli elettori dei vari Paesi come funziona veramente l’Unione Europea, spiegando cosa ha realizzato, dove la conduce il nuovo Trattato e per quali ragioni i Paesi europei hanno intrapreso questo cammino e lo seguono da oltre cinquant’anni. E' così, e non con la retorica europeista hanno scritto i Sette che si possono convincere i cittadini della validità del progetto di un’Europa più coesa, più efficiente, dotata di una identità più definita e del ruolo effettivo di soggetto politico unitario. Il 29 maggio 2005, al referendum francese i ‘no’ furono il  54,87%. Il 1 giugno, in Olanda, i ‘no’ furono il 61,5%. Una  brutta battuta d'arresto che secondo i Sette esprime soprattutto un senso di esclusione e di insoddisfazione di molti cittadini  che “si sentono tagliati fuori da decisioni cruciali per il loro futuro”, ma non rifiutano i grandi obiettivi del progetto europeo: la costruzione di istituzioni forti autorevoli ed efficienti e di procedure trasparenti per sostenere gli interessi e il punto di vista europeo in seno alla comunità internazionale, nell’Alleanza Atlantica, nella competizione con i nuovi mercati emergenti (soprattutto Cina e India). E’ importante che l’Europa parli con una sola voce nel mondo affermano i Sette riproponendo uno dei punti cardine del Trattato, che prevede la figura di un ministro degli Esteri dell’Unione Europea. (R.G.)

 

 

CONSEGNATI IERI DAL COMUNE DI ROMA “PREMI CAMPIDOGLIO”: TRA LE PERSONALITA’ INSIGNITE, L’ARCIVESCOVO DI CRACOVIA, STANISLAO DZIWISZ

- A cura di Giancarlo La Vella -

 

ROMA. = La Sala Giulio Cesare ha fatto ieri da splendida cornice alla cerimonia di consegna del “Premio Campidoglio”, giunto quest'anno alla IV edizione. A consegnare i riconoscimenti, il sindaco di Roma, Walter Veltroni, insieme alla giuria composta, tra gli altri, dal direttore della Caritas romana, don Guerino Di Tora, dal regista Ettore Scola. Il Premio viene attribuito ogni anno il 3 febbraio, nell’anniversario della legge del 1871 che proclamava Roma Capitale d'Italia a personalità che conferiscono lustro alla capitale in vari settori sociali e culturali. “Questo Premio – ha detto il sindaco Veltroni nell’aprire la cerimonia – è un atto di gratitudine per coloro che hanno fatto bene in questa città”. Un premio speciale è stato assegnato all’arcivescovo di Cracovia, mons. Stanislao Dziwisz, che fu segretario di Papa Giovanni Paolo II. A rappresentare il presule è stato il portavoce della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, che ha letto un messaggio di ringraziamento in cui mons. Dziwisz confessa la sua “nostalgia per l’amato Papa, per i suoi incontri con i romani, e per la città stessa, così ricca di cultura e di fede”. Tra le varie sezioni, il premio per la Solidarietà è stato consegnato a mons. Bruno Nicolini, dal 1990 incaricato per l’assistenza spirituale agli zingari della Chiesa di Roma, ma già da prima impegnato a tempo pieno nella pastorale delle comunità gitane Rom e Sinti della capitale.

   

 

SI APRIRA’ LUNEDI PROSSIMO 6 FEBBRAIO A LONDRA IL SINODO GENERALE

DELLA CHIESA D’INGHILTERRA: NELL’AGENDA DEI LAVORI IL DIBATTITO SULLA

CONTROVERSA QUESTIONE DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE DELLE DONNE

 

LONDRA. = Inizierà lunedì prossimo 6 febbraio, nella Church House, a Westminster, il Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra. Nell’agenda dei lavori figura anche il dibattito sul processo che dovrebbe portare nel 2012 la Chiesa di Inghilterra a rimuovere gli ostacoli che impediscono attualmente alle donne di accedere alla ordinazione episcopale. La proposta sta suscitando all’interno dell’intera Comunione anglicana un vivace dibattito che - dopo l'ordinazione di un vescovo dichiaratamente gay negli Stati Uniti e la benedizione di coppie omosessuali in Canada - rischia di dividere ulteriormente questa Confessione. La discussione sinodale sulla questione comincerà lunedì pomeriggio, con la presentazione delle risposte “ecumeniche” al Rapporto “Rochester”. Nel gruppo di lavoro che ha stilato il Rapporto hanno fatto parte anche due "rappresentanti ecumenici": uno per la Chiesa cattolica, il rev. Anthony Barratt; uno per la Chiesa metodista, il rev. Richard Clutterbuck. Nella prefazione, il Rapporto invitava i partner ecumenici a inviare le loro riflessioni. Il Dipartimento per il dialogo e l'unità della Conferenza episcopale inglese non ha mancato di rispondere all'invito e lo scorso ottobre ha presentato le sue osservazioni. Martedì mattina, il Sinodo vaglierà il Rapporto stilato del gruppo di lavoro guidato dal vescovo di Guildford, il rev. Christopher Hill, in cui è contenuta una proposta concreta. Si tratta dell’ipotesi del “Trasferred Episcopal Arrangements”, secondo la quale le parrocchie possono chiamarsi fuori dalla giurisdizione di una donna vescovo e mettersi sotto quella di un vescovo “regionale” uomo. (A.M.)

 

 

“POLVERE ALTAMENTE NUTRIENTE” USATA NEI BISCOTTI PER CANI,

OFFERTA PER SFAMARE I BAMBINI KENYANI. LA SCONCERTANTE PROPOSTA DI UN’AZIENDA NEOZELANDESE È STATA RIFIUTATA DAL GOVERNO DI NAIROBI

 

NAIROBI.= Una nota azienda neozelandese ha annunciato martedì scorso di voler inviare in Kenya 42 tonnellate di “polvere altamente nutriente” utilizzata nella produzione di biscotti per cani. L’iniziativa viene dalla fondatrice dell’impresa, Christine Drummond, che ha manifestato la volontà di aiutare i bambini vittime della fame. La risposta del governo kenyano è giunta tramite il suo portavoce, Alfred Mutua. Dopo aver rifiutato l’offerta sostenendo: “No, grazie, non siamo così disperati”, ha fatto comunque sapere di apprezzare le iniziative di aiuti che giungono in Kenya contro la carestia. Ma al tempo stesso è necessario che i piani di assistenza siano conformi agli standard dell’Ufficio per l’alimentazione del Paese. La fabbrica neozelandese continua a sostenere la bontà della sua iniziativa, ma il direttore dei servizi medici, James Myikail, in un’intervista al quotidiano keniano ‘The Nation’, ribadisce che “in nessun modo il ministero autorizzerà che una polvere per cani venga utilizzata per consumo umano”. Al di là di questa vicenda, la situazione in Kenya è sempre più drammatica e in attesa dell’intervento della comunità internazionale, si mobilità la solidarietà interna. Arrivano aiuti dalla Croce Rossa kenyana, dalle Chiese protestanti e dai cattolici della Basilica della Sacra Famiglia di Nairobi. “La siccità si combatte anche con la musica”: è l’idea di un gruppo di musicisti kenyani, che vorrebbe emulare ilLive Aid’ del 1984 per le vittime della carestia in Etiopia. Il concerto si terrà domani presso lo stadio nazionale “Nyayo” della capitale e il biglietto costerà un dollaro oppure un pacco di farina di mais. Mentre circa 4 milioni di persone sono a rischio per la tremenda siccità, il governo è travolto da una serie di scandali relativi a sperperi e corruzione. (A.E.)

 

 

SU PROPOSTA DELL’AMBASCIATORE AMERICANO JOHN BOLTON,

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU TERRA’ BRIEFING QUOTIDIANI

SULLA SITUAZIONE DEL MONDO

 

NEW YORK. = Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito a New York, ha dato il via libera, in via sperimentale, alla tenuta di briefing quotidiani sulla situazione del mondo. La proposta era stata avanzata dal presidente di turno, l’ambasciatore americano John Bolton, ma non aveva ottenuto, almeno all’inizio, il favore dei   quattordici colleghi del Consiglio. Giovedì mattina, infatti, al suo esordio presidenziale, Bolton aveva trovato la sala della riunione vuota e la sessione era iniziata con circa 15 minuti di ritardo, ma ieri sono stati tutti puntuali all’appunta-mento del briefing. (R.G.) 

 

 

DURA LA CONDANNA DA PARTE DELL’ARCIVESCOVO DI BOMBAY, IVAN DIAS, VERSO LA VIOLENZA SUBITA DOMENICA SCORSA DAL VESCOVO DABRE E DA ALTRI SACERDOTI

 

BOMBAY.= L’arcivescovo di Bombay, il cardinale Ivan Dias ha “deplorato con forza” l’incidente che si è verificato domenica pomeriggio, durante l’inaugurazione di un convitto per giovani tribali nel villaggio Gosali di Mukada Taluna, nel distretto di Thane, esprimendo “la sua solidarietà fraterna” al vescovo e a tutti gli aggrediti. Il vescovo Thomas Dabre, di Vasai, e alcuni sacerdoti che erano in sua compagnia hanno subito un’aggressione, probabilmente da parte di elementi aderenti al fondamentalismo induista. Ad armare la mano dei fondamentalisti è stata la convinzione che il presule volesse operare delle conversioni forzate. Come ricorda l’agenzia ZENIT, il metropolita di Bombay, si è detto profondamente colpito dalla violenza barbara e ingiustificata che ha leso i principi di rispetto e tolleranza tipici della cultura indiana. Il porporato ha poi aggiunto di avere fiducia nelle autorità competenti affinché adottino misure adeguate ed immediate verso chi ha perpetrato l’atto criminale. Severa condanna arriva anche dal padre Gesuita Cedric Prakash, direttore del Centro “Prashant”, per la difesa dei diritti umani, che ha ribadito: “gli attacchi fanno parte di una campagna ben orchestrata per creare intimidazione e paura fra i cristiani, in vista del Kumbh Mela, festività indù, che si terrà in India dall’11 al 13 febbraio”. (A.E.)

 

 

NEI PAESI BASSI SI CELEBRANO I 50 ANNI DELLA DIOCESI DI ROTTERDAM

CON UNA SOLENNE LITURGIA EUCARISTICA PRESIDEDUTA DAL VESCOVO DELLA CITTA’ OLANDESE, MONS. ADRIANUS HERMAN VAN LUYN,

ALLA PRESENZA DI PRINCIPI EREDITARI, AUTORITA’ GOVERNATIVE E PALRLAMENTARI

 

ROTTERDAM. = La Chiesa dei Paesi Bassi celebra i 50 anni della diocesi di Rotterdam, istituita da Pio XII il 2 febbraio 1956, con un fitto calendario di avvenimenti che si alterneranno durante tutto il 2006. L’appuntamento centrale di questo programma è l’odierna solenne liturgia eucaristica, presieduta nella cattedrale di Rotterdam dal vescovo della città olandese, mons. Adrianus Herman Van Luyn. Alla cerimonia prendono parte anche i principi ereditari, Willem Alexander e Máxima, autorità governative e parlamentari. Tra le varie iniziative sono previsti, inoltre, un pellegrinaggio a Taizé a fine luglio, un fine settimana con i monaci della comunità borgognona ospiti della diocesi di Rotterdam e un musical sulla figura di Santa Teresa Benedetta della Croce. Commentando il 50.mo anniversario della diocesi di Rotterdam, l’arcivescovo di Utrecht, cardinale Adrianus Johannes Simonis, ha sottolineato come il secolarismo, legato al fenomeno della globalizzazione, diffonda un modello culturale post-cristiano provocando una rottura della trasmissione della fede. In tale contesto – ha aggiunto il presidente della Conferenza episcopale dei Paesi Bassi – celebrazioni come queste costituiscono importanti occasioni per promuovere una vera appartenenza alla Chiesa e una piena adesione ai valori cristiani. “Noi – ha precisato il porporato - dobbiamo cogliere ogni occasione per celebrare la Messa, nella speranza che la gente torni a prendere coscienza della storia”. “Il Signore - ha detto il cardinale - è l’unica vera luce del mondo, e dobbiamo credere in Lui, perché altrimenti le ci soffocheranno tenebre”. “Cristo – ha concluso - è la grande luce del mondo, e noi dobbiamo essere, nella forza del Suo Spirito, luce per gli altri”. (A.L.)

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

4 febbraio 2006

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Ha assunto proporzioni drammatiche il bilancio delle vittime causate dal naufragio della nave egiziana Al Salam 98. 185 i corpi senza vita sinora ripescati e circa 900 ancora i dispersi. Solo 398 i sopravvissuti tra i 1400 passeggeri, quasi tutti pellegrini musulmani di ritorno dalla Mecca. Intanto, le autorità del Cairo sono al lavoro per accertare le responsabilità del disastro. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

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Da orgoglio della compagnia italiana Tirrenia a “carretta del mare”. Il traghetto Al Salam, naufragato nel Mar Rosso durante la navigazione tra il porto saudita di Dubah e quello egiziano di Safaga, era stato varato nel 1969 per essere utilizzato, con il nome di Boccaccio, tra Civitavecchia, Genova e la Sardegna. Poi, dopo quasi trent’anni di servizio giornaliero, la vendita alla egiziana El Salam Maritime Transport, insieme con tutte le altre quattro navi della classe “Poeti” della Tirrenia. Prima di inziare a navigare sul Mar Rosso, alla Boccaccio erano stati aggiunti tre ponti ed era stata aumentata la stazza per garantire una galleggiabilità ottimale. A smentire le accuse di inefficienza vi sarebbe l’attestazione di sicurezza emessa nell’ottobre del 2005 sul natante dalla Rina, una delle società di controllo navale internazionale più affidabili. Comunque, fonti della presidenza egiziana hanno annunciato che sarà presto avviata un’inchiesta per accertare le cause della tragedia. I primi sopravvissuti hanno parlato di un incendio scoppiato, durante la navigazione, nella sala macchine e delle continue rassicurazioni da parte dell’equipaggio sul fatto che le fiamme sarebbero state presto domate. Poi, senza alcun allarme, il caos per cercare di mettersi in salvo, mentre la nave, ormai inclinata su un fianco, colava a picco in meno di dieci minuti. La tesi dell’incendio è stata confermata stamani dal ministro dei Trasporti egiziano. Da tutto il mondo continuano a giungere al Cairo sentimenti di cordoglio per quanto avvenuto.

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Il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) si incontrerà in giornata a Gaza City con esponenti del movimento islamico Hamas, che ha ottenuto la maggioranza assoluta nelle recenti elezioni palestinesi, per discutere della formazione di un nuovo governo. Intanto, un palestinese con cittadinanza polacca, di nome Walid Kan'an, e la moglie polacca sono stati rapiti da uomini armati e mascherati nel centro della striscia di Gaza. Il palestinese lavorava negli uffici della presidenza dell'Autorità palestinese, la moglie per una ONG. Si ignorano le ragioni del rapimento.

Il Board dell'AIEA ha approvato  la risoluzione nella quale si sollecita di fare rapporto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul caso Iran. Sul contenuto del testo, il nostro servizio:

 

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Il testo prevede sia il “rapporto” sul dossier al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sia la proposta per una zona denuclearizzata in Medio Oriente. Dei 35 membri del Board dei governatori dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica, 27 hanno votato a favore, tre contro (Cuba, Siria e Venezuela) e cinque si sono astenuti: Algeria, Bielorussia, Indonesia, Libia e Sud Africa. Ci si aspetta “una piena sospensione di tutte le attività di arricchimento e trattamento dell'uranio inclusi lo sviluppo e la ricerca”. Altrimenti l'Iran “sarà deferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. In ogni caso, il Consiglio di Sicurezza esaminerà il caso e dirà il da farsi dopo la prossima riunione  regolare del Board AIEA del 6 marzo. Da parte di Teheran, dopo l’adozione della risoluzione, il rappresentante iraniano all'AIEA, Jahad Vaidi, ha annunciato la ripresa immediata di arricchimento di uranio. Secondo il delegato di Teheran la risoluzione è politicamente motivata “ma non ha una base giuridica ed è stata avviata solo da alcuni Stati''. Pertanto, dopo il rapporto all'Onu, l'Iran riprenderà  immediatamente “le sue attività nucleari su scala industriale” e sospenderà il rispetto volontario del protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare. E il delegato iraniano sottolinea che si è trattato di un rispetto durato tre anni e a titolo volontario.

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Decine di persone sono  morte e centinaia sono rimaste ferite in una calca allo stadio Ultra di Pasig, alla periferia di Manila, dove una gran folla si era radunata per partecipare a un gioco televisivo a premi. La maggior parte delle vittime sono donne anziane, schiacciate contro una cancellata o calpestate. I morti, a  seconda delle fonti, oscillano tra i 73 e gli 88. Secondo sopravvissuti e inquirenti la catastrofe sarebbe avvenuta mentre la folla cercava di superare uno stretto passaggio che porta allo stadio. La gente, si parla anche di 25.000 persone, si era ammassata davanti allo stadio nella speranza di partecipare alla trasmissione e magari di vincere uno dei premi. In palio c’era anche un milione di pesos (quasi ventimila dollari). La presidente Gloria Arroyo ha visitato i feriti in ospedale e ha promesso un'inchiesta sulle cause dell'incidente da rendere pubblica entro 72 ore.

 

Nel primo giorno della presidenza di turno dell'americano John Bolton, ieri,  il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha fatto un primo passo verso l'invio di caschi blu ONU nella provincia sudanese del Darfur adottando all'unanimità una dichiarazione presidenziale che chiede al Segretario generale, Kofi Annan, di predisporre una gamma di opzioni per l'operazione. I quindici Paesi del Consiglio hanno auspicato un passaggio delle consegne della missione in Darfur dall'Unione Africana che ha attualmente dislocati nella provincia del Sudan settemila soldati, ai caschi blu. L'UA per motivi finanziari avalla “in linea di principio” il passaggio delle consegne ma non prenderà una decisione finale fino a marzo, il che significa che un voto del Consiglio che autorizza la missione non sarà possibile per almeno un mese. Neanche il governo del Sudan ha dato finora il suo consenso. Ciò nonostante l'ambasciatore americano Bolton ha detto che la dichiarazione approvata oggi consentirà al Consiglio di cominciare a chiedersi “quali governi potrebbero considerare di partecipare all'operazione nel Darfur”. 

 

I costi finanziari della guerra all'Iraq s'avvicinano alla soglia del mezzo trilione di dollari, se s'incrociano i conti del Congresso su quanto finora stanziato e impegnato e le previsioni di Pentagono e Casa Bianca per il 2007. I dati sono emersi ieri e c’è chi sulla stampa ha pubblicato dei paralleli sulle cifre: mezzo trilione di dollari, che significa 500 miliardi di dollari, rappresenta la ricchezza di un anno di un miliardo d'indiani. Al mese significa una spesa che si aggira tra i 4,5  e i 6 miliardi di dollari, che equivale al prodotto interno lordo annuale iracheno. Dei 150 milioni di dollari che risultano spesi al giorno, è stato detto che basterebbero per salvare dalla morte di fame milioni di bambini ogni anno.

  

In Costa Rica potrebbe bastare soltanto il primo turno nelle presidenziali di domani al Premio Nobel per la Pace, Oscar Arias, per tornare ad essere capo di Stato nel Paese centroamericano. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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I sondaggi assegnano al leader del partito socialdemocratico Liberazione Nazionale più del 40 per cento, che è il minimo necessario per una vittoria senza prova d’appello. Ma negli ultimi giorni della campagna elettorale sono cresciute le possibilità del principale sfidante di Arias, Ottón Solís, candidato del partito di Azione Cittadina Pac, di centro, che punta le sue carte su un ballottaggio che riaprirebbe tutti i giochi. Sullo sfondo di una forte apatia il tema più dibattuto è stato il Trattato di libero commercio fra il Centroamerica e gli Stati Uniti, che ha avuto grandi resistenze da parte di organizzazioni sociali e sindacali. Alla vigilia della scadenza elettorale, la Chiesa cattolica, attraverso il vescovo emerito di San Isidro de El General, mons. Ignazio Trejos, ha chiesto di andare a votare perché – ha assicurato – la democrazia si trova in gravissimo pericolo. Quando questo succede – ha insistito in una lettera aperta – la patria agonizza e non bisogna dimenticare che la corruzione si infiltra nei modi più incredibili.

        

Dall’America Latina, Maurizio Salvi, Ansa, per la Radio Vaticana.

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Tensione nei rapporti diplomatici tra USA e Venezuela. Di ieri l’espulsione dell’ambasciatore venezuelano a Washington. Un passo compiuto dopo la decisione di Caracas di espellere, con l’accusa di spionaggio, l’addetto navale americano presso l’ambasciata USA in Venezuela.

 

La Georgia ha annunciato il proprio ritiro dal Consiglio dei ministri della Difesa della Comunità degli Stati Indipendenti, fondata nel ’91 dopo il disfacimento dell’Unione Sovietica. In programma l’adesione di Tblisi alla NATO per il 2008.

 

Il primo ministro thailandese, Taksin Shinawatra, contestato dall'opposizione che lo accusa di conflitto di interessi, ha difeso oggi il suo operato e ha messo in chiaro che non si dimetterà, a meno che non sia il re a chiederglielo. Intanto a Bangkok la folla si è radunata per una manifestazione antigovernativa, che  si prevede sarà la più grande degli ultimi 14 anni. Il primo ministro è un ricchissimo uomo d'affari datosi alla politica. Primo ministro nel 2001, è stato attaccato da più parti per la questione del conflitto di interessi, cosa che non gli ha impedito un anno fa di essere rieletto trionfalmente. Lo scorso 23 gennaio ha annunciato che la sua famiglia ha venduto per 1,9 miliardi di dollari tutte le quote azionarie che possedeva del gigante delle telecomunicazioni, Shin Corp, da lui  fondato. La vendita, presentata come l'atto risolutivo del conflitto di interessi del premier, è tuttora  oggetto di un'inchiesta della commissione incaricata di vigilare  sulla regolarità delle operazioni di Borsa. Il re Bhumibol Adulyadey, 78 anni, salito al trono 60 anni fa, non ha il potere costituzionale di destituire il primo ministro però è venerato come un dio dalla grande maggioranza  dei thailandesi.

 

Ventitrè detenuti accusati di terrorismo, diversi dei quali indicati come membri di al Qaeda, sono evasi ieri da una prigione della capitale yemenita Sanaa. E’ quanto ha annunciato un sito ufficiale del Paese. Secondo il sito web del giornale “26 settembre”, organo del ministero della Difesa, 23 detenuti sono evasi a metà giornata da un carcere che è sotto il controllo delle forze della sicurezza politica del Paese. La nazionalità degli evasi non è stata resa nota.

 

Un test di laboratorio che può fornire una diagnosi preliminare di influenza aviaria negli essere umani, è stato approvato dalla Food and Drug Administration, l'agenzia federale americana che vigila su farmaci e salute. Il test permette di dare risultati nel giro di quattro ore su eventuali casi di influenza del tipo H5, contro i due-tre giorni delle procedure tradizionali. Se il test risulta positivo al ceppo H5, sono poi necessari ulteriori analisi per stabilire il sottotipo specifico, compreso lo H5N1 che è stato responsabile dal 2003 ad oggi di circa 160 morti nel mondo. Il test è stato predisposto dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), il braccio operativo dell'apparato americano per la lotta ai virus.

 

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