RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 347 - Testo
della trasmissione di mercoledì 13 dicembre
2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il Papa ha ricevuto oggi il
premier israeliano Ehud Olmert
OGGI IN PRIMO PIANO:
Si aggrava la tensione nel
Corno d’Africa: intervista con Enrico
Casale
CHIESA E SOCIETA’:
Oltre 20 morti in Iraq, per una serie di attentati
a Baghdad e nel nord del Paese
13 dicembre 2006
AVVENTO,
UN TEMPO DI OPERE BUONE PER I CRISTIANI.
LO HA DETTO BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE
IN AULA PAOLO VI.
LA
GRATITUDINE DEL PAPA ALLA REGIONE CALABRIA
PER IL
DONO DELL’ALBERO DI NATALE
CHE
ABBELLIRA’ PIAZZA SAN PIETRO DURANTE LE FESTE
In questo tempo di Avvento, i cristiani “si sforzino di essere primi nelle opere buone”. Con questa esortazione,
citando le parole di una lettera di San Paolo, Benedetto XVI ha concluso questa
mattina, in Aula Paolo VI, la catechesi dell’udienza generale, dedicata a due
fraterni collaboratori dell’Apostolo delle Genti: Timoteo e Tito. Poco prima,
il Papa aveva esortato i fedeli della Calabria a lavorare per la rinascita
morale e sociale della loro regione, ringraziata dal Pontefice anche per il
dono dell’albero di Natale, che il 20 dicembre verrà
inaugurato in Piazza San Pietro. Benedetta dal Papa anche la fiaccola delle Universiadi
2007 che inizieranno il mese prossimo a Torino. La cronaca della mattinata, nel
servizio di Alessandro De Carolis.
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Due collaboratori fidati, quasi una promanazione
fisica e spirituale del più grande Apostolo dei pagani, S. Paolo. La storia di
Timoteo e Tito, che accompagnarono Paolo nei suoi viaggi missionari tra l’Asia
Minore e la Macedonia, portando la forza della loro fresca conversione tra i
primi cristiani di Efeso e Corinto, è stata raccontata con dovizia di particolari
da Benedetto XVI, durante l’udienza in Aula Paolo VI. Timoteo, ha detto il
Papa, “godeva di grande considerazione” presso Paolo, al punto che questi lo
considerava, e lo affermò pubblicamente, un suo “alter ego”. Scrisse in una
delle lettere alle prime comunità cristiane: “Non ho nessuno di animo tanto
uguale” che possa occuparsi di voi come avrei fatto io stesso. Anche Tito, ha
proseguito Benedetto XVI, fu definito da Paolo “mio vero figlio nella fede
comune” e divenne un simbolo della pace che la nuova fede recava con sé,
riportandola all’interno della turbolenta comunità di Corinto. Passando in rassegna
le loro vicende, Benedetto XVI ha osservato:
“Se consideriamo
unitariamente le due figure di Timoteo e di Tito, ci rendiamo conto di alcuni
dati molto significativi: il più importante è che Paolo si avvalse di
collaboratori nello svolgimento delle sue missioni. Egli resta certamente
l’apostolo per antonomasia fondatore e pastore di molte chiese. Appare tuttavia
chiaro che egli non faceva tutto da solo, ma si appoggiava a persone fidate che
condividevano le sue fatiche e le sue responsabilità”.
La seconda considerazione, ha aggiunto subito dopo il
Papa, riguarda un’altra dote di questi collaboratori, la loro disponibilità:
“Le fonti
concernenti Timoteo e Tito, mettono bene in luce la loro prontezza
nell’assumere incombenze varie, consistenti spesso nel rappresentare Paolo
anche in occasioni non facili. In una parola, essi ci insegnano a servire il
Vangelo con generosità, sapendo che ciò comporta anche un servizio alla Chiesa
stessa”.
Benedetto XVI ha terminato la catechesi leggendo alcune
righe della lettera di Paolo a Tito: “Coloro che credono in Dio si sforzino di essere primi nelle opere buone”. Un insegnamento
particolarmente adatto ai giorni che portano al Natale:
“Mediante il nostro
impegno concreto dobbiamo e possiamo scoprire la verità di queste parole, e
proprio in questo tempo di Avvento essere anche noi ricchi di opere buone e così
aprire le porte del mondo a Cristo il nostro Salvatore”.
(applausi)
Prima dell’udienza, verso le 10.30, il Papa era sceso in
Basilica per salutare i molti pellegrini di lingua italiana, in particolare
quelli calabresi, i cui vescovi sono impegnati in questi
giorni nella visita ad Limina. Un
saluto che ha riguardato anche il monumentale albero di Natale – 33 metri di
altezza per 9 tonnellate di peso e un addobbo di 20 mila luci - che la regione
italiana ha offerto quest’anno per l’abbellimento di Piazza San Pietro durante
le feste:
“Non stancatevi di
attingere con coraggio dal Vangelo la luce e la forza per promuovere
un’autentica rinascita morale, sociale ed economica della vostra Regione. Siate
testimoni gioiosi di Cristo e infaticabili costruttori del suo Regno di
giustizia e di amore. Esprimo, infine, già da ora, viva gratitudine alla
Calabria per il dono dell’albero natalizio, che proprio oggi è stato collocato
in Piazza S. Pietro. (applausi) Un albero grande e
bello: l’ho visto dalla mia finestra!”
Prima di congedarsi dalla folla in Aula Paolo VI,
Benedetto XVI ha salutato, tra gli altri, i rappresentanti della Libreria
Editrice Vaticana, insieme con un gruppo di editori, in occasione dell’80.mo anniversario della sua fondazione. Infine, il Papa ha
benedetto la fiaccola delle Universiadi di Torino 2007, in programma dal 17 al 27 gennaio prossimi, ne ha ricevuto in dono la
bandiera e si è intrattenuto brevemente con i membri della delegazione del
Comitato organizzatore.
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MAGGIORE
ATTENZIONE: E’ QUANTO SCRIVE IL PAPA NEL MESSAGGIO
PER
La Chiesa è al fianco dei malati incurabili e terminali e
chiede “politiche sociali giuste che
aiutino ad eliminare le cause di molte malattie … sollecitando una sempre
maggiore attenzione per il morente e per coloro per i quali non ci sono cure
disponibili”. E’ quanto
afferma Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 15ma Giornata mondiale del
malato che si celebrerà l’11 febbraio del
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Nel Messaggio, diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana, il
Papa afferma che “è necessario promuovere politiche che creino le condizioni per cui le persone possano
sopportare in una maniera degna anche le malattie incurabili e la
morte”. “Nonostante i progressi della scienza medica – scrive Benedetto XVI - non tutte le
malattie dispongono di una cura, e così negli ospedali … di tutto il mondo
incontriamo le sofferenze” di molti
malati incurabili e terminali. A questi si aggiungono “molti milioni di persone” che non
possono accedere neanche alle cure mediche più essenziali e per questo motivo
“il numero di quanti sono considerati incurabili è fortemente aumentato”. Il
Papa sottolinea di nuovo “la necessità di maggiori centri per le cure
palliative che forniscano un’assistenza integrale,
offrendo ai malati l’assistenza umana e l’accompagnamento spirituale di cui
hanno bisogno. Questo è un diritto – afferma - che appartiene ad ogni essere
umano, e che ci
deve vedere tutti impegnati a
difenderlo”.
Il Pontefice ricorda che “la vita umana, comunque, ha
intrinseci limiti e prima o poi termina
con la morte. Questa è
una esperienza alla quale ogni essere umano è chiamato, e per la quale ognuno
deve essere preparato”.
Benedetto XVI incoraggia quindi “gli sforzi di coloro che
ogni giorno lavorano per assicurare che i malati incurabili e terminali e le
loro famiglie ricevano adeguate e amorevoli cure”. Infine esorta questi “ cari
fratelli e sorelle” a “contemplare le
sofferenze di Cristo crocifisso, e, in
unione con Lui, a volgersi al Padre nella totale fiducia che tutta la vita … è
nelle sue mani”.
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BENEDETTO
XVI RICEVE IN VATICANO
IL PREMIER ISRAELIANO EHUD
OLMERT
Il Papa ha ricevuto oggi il premier israeliano Ehud Olmert, che poi ha
incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone accompagnato da
mons. Dominique Mamberti,
segretario per i Rapporti con gli Stati, e dal sottosegretario mons. Pietro Parolin.
“Nel corso dei colloqui - sottolinea una nota della Sala Stampa vaticana – sono
stati toccati i temi della pace in Medio Oriente e le questioni riguardanti la
situazione della comunità cattolica in Israele, anche in relazione alle
prossime celebrazioni natalizie”.
Intanto oggi a Gerusalemme sono ripresi i lavori della
Commissione bilaterale Israele-Santa Sede, dopo un
lungo periodo di stallo. Le due delegazioni si riuniscono nella sede del
Ministero degli Esteri israeliano per continuare i negoziati miranti a
concludere l’Accordo detto “economico”, richiesto dall’Accordo Fondamentale del
1993, per tutelare lo statuto fiscale della Chiesa in Israele e salvaguardare i
luoghi santi ed altre proprietà ecclesiastiche.
GRANDE
ATTESA PER
DELL’ARCIVESCOVO
CHRISTODOULOS,
PRIMATE
DELLA CHIESA ORTODOSSA DI GRECIA,
IN ARRIVO QUESTO POMERIGGIO A ROMA. DOMANI
L’INCONTRO CON BENEDETTO XVI
E
-
Servizio di Roberta Gisotti -
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Per la prima volta in visita ufficiale al Papa e alla
Chiesa di Roma, dai tempi dello Scisma d’Oriente: lo storico incontro avverrà
domani mattina. Benedetto XVI accoglierà in Vaticano l’arcivescovo
Christodoulos – preannuncia
Torna nella città eterna, l’arcivescovo Christodoulos,
dopo avere partecipato l’8 aprile 2005 ai funerali di Giovanni Paolo II, con il
quale si era incontrato in patria il 4 maggio del 2001, nell’ambito del
pellegrinaggio giubilare che Papa Wojtyla aveva compiuto
sulle orme di San Paolo, recandosi nell’Aeropago di
Atene, dove era stata firmata una “Dichiarazione comune” tra il Santo Padre,
vescovo di Roma e sua Beatitudine arcivescovo di Atene e di tutta
Poi, tre anni dopo, il viaggio rinviato - per decisione
del Sinodo ortodosso - che l’arcivescovo Christodoulos avrebbe dovuto compiere
a Roma nel 2004, ricambiando la visita del Pontefice. Ma da allora non sono mai
mancati - sottolinea
Questo il programma della visita dell’arcivescovo
Christodoulos, che giungerà questo pomeriggio all’aeroporto di Roma, accolto
dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio
Consiglio per l’unità dei cristiani, insieme a mons. Brian Farrel
del medesimo dicastero. Parteciperà, quindi, ad una cena ufficiale di benvenuto
in Vaticano. Domani mattina l’atteso incontro con il Papa
e la firma di una Dichiarazione comune. Nel pomeriggio, poi, l’arcivescovo
Christodoulos parteciperà ad una solenne celebrazione nella Basilica di San
Paolo fuori le Mura per la consegna alla Chiesa di Grecia di due anelli della
preziosa Catena della prigionia di San Paolo, lì conservata. Dono che era stato
preparato per volontà di Giovanni Paolo II, per la visita poi mancata del
Primate della Chiesa ortodossa di Grecia a Roma.
Il soggiorno dell’arcivescovo Christodoulos a Roma si
protrarrà fino a sabato prossimo, 16 dicembre, con diversi incontri in Vaticano
e altre tappe in luoghi religiosi della città, tra cui la chiesa di San Teodoro
Megalomartire attribuita ad uso liturgico della
comunità greca ortodossa di Roma, e
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NOMINE
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Zamora, in Messico,
presentata da mons. Carlos Suárez
Cázares, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di
Diritto Canonico.
A Cuba, il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Guantánamo-Baracoa presentata da mons. Carlos Jesús Patricio Baladrón Valdés, in conformità al
can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il rev. Wilfredo Pino Estévez, del clero di Camagüey,
finora vicario episcopale e parroco nella medesima arcidiocesi. Il rev. Pino Estévez è nato a Camagüey il 12
ottobre 1950. E’ stato ordinato sacerdote il 1º agosto 1975.
Sempre a Cuba, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al
governo pastorale della diocesi di Pinar del Río presentata da mons. José Siro González
Bacallao, per raggiunti limiti di età. Gli succede mons. Jorge Enrique Serpa Pérez, finora rettore del Seminario Maggiore di San Cristóbal de
In Brasile, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al
governo pastorale dell'Eparchia di São João Batista in Curitiba degli Ucraini, presentata da mons. Efraim Basílio Krevey, dell'Ordine Basiliano di S.Giosafat (O.S.B.M.), in
conformità al can. 210 § 1 del Codice dei Canoni delle
Chiese Orientali. Gli subentra nel governo pastorale dell'Eparchia
mons. Valdomiro Koubetch, O.S.B.M., finora coadiutore della stessa circoscrizione
ecclesiastica. Mons. Valdomiro Koubetch
è nato il 27 marzo 1953 nella città di Mandaguaçu,
nello Stato del Paranà. E’ stato ordinato sacerdote
il 6 dicembre 1981 ed è stato consacrato vescovo il 21 marzo 2004.
Negli Stati Uniti, il Santo Padre ha accettato la rinuncia
all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di New Orleans presentata da mons. Dominic Carmon per raggiunti
limiti di età. Il Papa ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di New
Orleans il rev.
Shelton Joseph Fabre, del clero della diocesi di Baton
Rouge, finora parroco della Sacred
Heart Parish a Baton Rouge, assegnandogli la
sede titolare vescovile di Pudenziana. Il rev. Shelton J. Fabre è nato a New
Road, Louisiana, nella diocesi di Baton Rouge, il 25 ottobre 1963.È stato ordinato sacerdote il 5
agosto 1989.
SI
APRE OGGI IL CONVEGNO INTERNAZIONALE PROMOSSO DAI MUSEI
VATICANI
A
CHIUSURA DELLE MANIFESTAZIONI PER I 500 ANNI DI FONDAZIONE
-
Intervista con Francesco Buranelli -
Si apre oggi pomeriggio, in Vaticano, un Convegno
internazionale di tre giorni promosso dai Musei Vaticani a chiusura delle
manifestazioni per il loro quinto centenario sul tema ‘L’idea del Museo:
identità, ruoli e prospettive’. L’incontro di studio
riunisce i direttori delle principali strutture museali del mondo, per una
condivisione di esperienze e di idee, sul ruolo dei musei nella società
contemporanea. Il Convegno si apre alle 17, nel Salone Sistino, con il saluto
del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e dell’arcivescovo
Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello
Stato della Città del Vaticano. Farà seguito la relazione dal titolo: ‘I Musei Vaticani, una porta della Santa Sede aperta sul mondo’, a cura del direttore, Francesco Buranelli.
Giovanni Peduto lo ha intervistato:
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R. –Il museo è una realtà che, per vivere, deve aprirsi al
mondo e deve dialogare con la società dei nostri giorni. E questo è, appunto,
l’intento che noi stiamo perseguendo e che quest’anno penso abbiamo
pienamente centrato: però dobbiamo trovare dei partner autorevoli che ci
affianchino in questo impegnativo obiettivo.
D. – Quale messaggio danno i Musei Vaticani, soprattutto a
chi viene da molto lontano, e tanti sono non cattolici?
R. – Noi vorremmo essere un libro aperto, e uso un
linguaggio che piacque molto a Pio XI e lo utilizzò quando
inaugurò il Museo missionario etnologico: un libro scritto in una lingua che è
l’arte, per cui comprensibile a tutti, e ognuno può leggerla nel rispetto
reciproco delle differenti culture e delle differenti religioni. Per cui, ecco,
questo concetto del libro si adatta molto bene alla nostra realtà. Siamo un
libro che vuole essere letto da tutti i visitatori e da tutte le persone che
entrano nei Musei Vaticani.
D. - I Musei vaticani contengono capolavori d’arte noti in
tutto il mondo: Cappella Sistina, Stanze di Raffaello, Museo Egizio. Lei
consiglierebbe qualcosa di meno noto al visitatore?
R. - C’è l’imbarazzo della scelta: il nostro è uno dei
musei più diversificati, con le realtà più varie. Proprio perché abbiamo
celebrato il V centenario, sottolineerei quelle che sono state le
manifestazioni di quest’anno. C’è un Museo cristiano di Benedetto
XIV che è una meraviglia di contenuti e di opere d’arte; c’è il restauro
dell’Appartamento Borgia; c’è il Museo missionario etnologico: vale a dire
abbiamo cercato di valorizzare quei settori meno visitati dal pubblico e nello
stesso tempo abbiamo aperto
D. - I Musei Vaticani in
prospettiva: quali progetti per il futuro?
R. – Abbiamo in progetto un ammodernamento della struttura
già esistente. Abbiamo bisogno di spazio, abbiamo desiderio di sistemare quel
contrasto forte di esposizione dell’arte contemporanea all’interno
di un settore storico come il palazzo e in particolar modo l’Appartamento
Borgia. Per cui abbiamo progetti molto importanti, che mi auguro troveranno
appoggio all’interno dello Stato della Città del Vaticano e che potranno essere
realizzati con i tempi e i modi giusti, né troppo di corsa ma nemmeno
attendendo troppo tempo per portarli a termine.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio
vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.
Servizio
estero - In evidenza l'Iraq, dove perdurano le sanguinose violenze.
Servizio
culturale - Un articolo di Carlo Pedretti dal titolo “Quando il genio di Vinci si aggirava nel cantiere
della Rocca Malatestiana”: l'attività di
Leonardo, architetto e ingegnere militare in Romagna nel 1502.
Servizio
italiano - Tra i temi in rilievo, gli infortuni
sul lavoro.
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13 dicembre 2006
SI
AGGRAVA LA TENSIONE NEL CORNO D’AFRICA
- Intervista
con Enrico Casale -
Si sta facendo
esplosiva la situazione della Somalia, con il rischio
di un allargamento del conflitto a tutta la regione del Corno d’Africa. Il primo
ministro somalo Ali Mohamed Gedi
ha accusato oggi le milizie delle Corti Islamiche, sostenute da 4mila armati
stranieri, di prepararsi ad assaltare la città di Baidoa,
sede del governo di transizione. La crisi interna della
Somalia ha conosciuto una grave escalation dopo l’intervento al fianco
del governo di transizione di truppe regolari dell’esercito etiopico. L'Unione
delle Corti Islamiche, il movimento islamista che dall'inizio
di giugno amministra e controlla gran parte della Somalia,
ha dato una settimana di tempo all'Etiopia per ritirare le proprie truppe dal
Paese, altrimenti sarà guerra. Su questa intricata situazione politica Stefano
Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, esperto per le questioni africane
del mensile dei gesuiti “Popoli”.
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R. - Nello specifico, in questo momento, l’Etiopia ha
paura che ai suoi confini si venga a creare uno Stato fondamentalista
musulmano che potrebbe influire molto sui delicati equilibri dell’Etiopia.
Teniamo presente che l’Etiopia è un Paese nel quale c’è una forte presenza
musulmana già critica nei confronti del regime.
D. - Quindi a rischio sono gli equilibri un po’ di tutta
la regione?
R. - Sì, anche perché oltre agli etiopi che sostengono il
governo di transizione nazionale che ha sede a Baidoa,
ci sono gli eritrei. L’ONU ha denunciato la presenza di una missione eritrea, a
sostegno delle Corti Islamiche e chiaramente in funzione antietiope.
D. - Come mai il governo di Baidoa
non è mai riuscito ad affermarsi nella Somalia?
R. - A differenza delle Corti Islamiche, che sono quasi monoclaniche, nel governo di transizione nazionale, non
esiste un’unità clanica e c’è una presenza di
esponenti di diversi clan di diverse zone che spesso non sono in accordo tra di loro.
D. - Si ha un po’ l’impressione che, seppure le Nazioni
Unite hanno finanziato ampiamente il processo di pacificazione, questo governo
transitorio non abbia riscosso particolari successi all’estero, nell’ambito
della comunità internazionale. Insomma,
nessuno sembra dargli credito più di tanto...
R. - Ci troviamo di fronte a una situazione in cui c’è un
governo di transizione nazionale che ha il riconoscimento internazionale, ma
poco controllo del territorio, e un governo delle Corti Islamiche che non ha il
riconoscimento internazionale, ma ha un forte controllo sul territorio. Ecco,
questa è la situazione attuale sul terreno.
D. - Nuovi negoziati sono stati avviati qualche mese fa,
in Sudan. Questi negoziati sembrano essere naufragati del tutto ormai...
R. - In assoluto, non mi sento di essere negativo verso un
futuro accordo tra il governo e le Corti Islamiche, perché le Corti Islamiche
non sono un monolite. Le componenti moderate sono, in generale, più favorevoli
ad un accordo; viceversa, se dovesse avere il sopravvento l’area più fondamentalista, allora molto probabilmente lo scontro sarà
inevitabile.
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LA
BIBBIA MULTIMEDIALE ENTRA NELLE SCUOLE ITALIANE
-
Intervista con il cardinale Paul Poupard,
il rabbino capo Riccardo Di Segni
e Osama al-Saghir -
Si chiama “Bibbia educational”
ed è un progetto che vuol far conoscere i testi sacri delle tre religioni
monoteistiche nelle scuole. Presentato ieri a Roma, al Ministero della Pubblica
Istruzione, che lo ha patrocinato, il progetto sarà adottato in via
sperimentale da 60 istituzioni scolastiche della Regione Lazio. Il servizio di
Tiziana Campisi.
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La Bibbia e il Corano spiegati agli studenti attraverso 13
cd-rom e 13 film, che pongono percorsi didattici multimediali. Ad idearli il
prof. Pasquale Troia che ha pensato ad uno strumento per favorire il dialogo
interreligioso ed interculturale. Per il cardinale Paul
Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della
Cultura e per il Dialogo Interreligioso, “Bibbia
educational” offre nuove opportunità di conoscenza fra le religioni:
“E’ un segnale molto bello e che a me pare dia anche
grande speranza, perché mostra che ora la scuola ha uno strumento che consente
una conoscenza dall’interno, una conoscenza che è stata condivisa dagli esperti
delle diverse religioni. Vogliamo tutti vivere insieme, dunque dobbiamo
conoscerci, perché spesso è l’ignoranza che genera la paura e la paura genera
la violenza”.
Il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, che ha preso
parte alla presentazione del progetto, tiene a precisare che per avvicinarsi
alla Scrittura ebraica è necessario rispettare la sacralità dei testi. E’
questo il suo commento:
R. - Questo è un progetto molto interessante ed
importante, perché porta elementi di conoscenza biblica in un ambito nel quale
questa conoscenza non c’è. Praticamente una persona che esce dalla scuola
italiana sa chi era don Abbondio, sa chi era Ulisse, sa chi era Aristotele, ma
non sa chi era Mosè, Abramo ed Isaia, che sono personaggi fondamentali nella
formazione della nostra cultura, ma anche della cultura occidentale. Quindi la
conoscenza di questi argomenti è molto importante, anche se pone grandi
difficoltà su come trasmettere questi elementi. Nell’esperienza religiosa
ebraica lo studio della Bibbia è una parte fondamentale della vita religiosa.
C’è, quindi, un rischio costante di dissacrazione e di banalizzazione.
D. – A proposito di conoscenza, si ripropongono degli
interrogativi sull’Olocausto…
R. – Quello che sta succedendo in questo momento è un
qualcosa di terrificante. Era l’angoscia che ha attanagliato i sopravvissuti,
era il terrore che tutto quanto venisse banalizzato o
annullato. E questo proprio perché si temeva che, essendo una cosa così enorme,
diventasse non credibile. Questo rischio lo stiamo correndo adesso, in virtù di
un gioco politico mostruoso. E’ bene che tutte le coscienze civili siano allertate e che, soprattutto, si ribellino a questo
meccanismo. Se si cancella questa pagina della storia, l’umanità rischia di
tornare indietro, rischia di perdere le basi fondamentali su cui si fonda la
nostra stessa civiltà. E’ un rischio che corrono tutti e contro il quale
bisogna vigilare in maniera più attenta possibile.
Ma come coinvolgere oggi i giovani in iniziative che
consentano la conoscenza fra culture e religioni diverse. Risponde Osama al-Saghir, presidente dei giovani musulmani
in Italia:
R. – Cercando di favorire un dialogo tra gli stessi
giovani, cercando di creare e dare spazio di confronto, educandoli a
confrontarsi civilmente, ma in luoghi controllati, perché sulla strada,
soprattutto in un contesto come quello nel quale stiamo vivendo oggi, mediatico e completamente negativo, questo crea dei grandi
problemi.
D. – Quali spazi scegliere per creare occasioni di
incontro?
R. – Sono due gli spazi: uno è quello della scuola
pubblica italiana e l’altro è quello dell’associazionismo giovanile, anche se
sicuramente non posso dire che oggi sia completamente favorito. Non so fino a
che punto i giovani abbiano tutti questi spazi.
Ultimamente credo che ci siano stati alcuni spazi, questa anche è stata
un’occasione e tante ancora ce ne sono.
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13 dicembre 2006
MIGLIAIA DI PERSONE, IERI A PALERMO, AI FUNERALI
DEL CARDINALE
SALVATORE
PAPPALARDO, ARCIVESCOVO EMERITO DELLA CITTA’,
DECEDUTO DOMENICA PER UN MALE INCURABILE
- A cura di Alessandra Zaffiro -
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PALERMO. = La Chiesa, la città,
la Sicilia intera, porgono l’ultimo saluto al cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Palermo, morto domenica
per un male incurabile nella casa diocesana di Baida.
Migliaia di palermitani che nei gironi scorsi hanno affollato la camera
ardente, allestita al Palazzo arcivescovile, sono tornati in cattedrale per
seguire commossi i funerali del porporato, che dal ‘70 al ‘96 ha guidato la
Chiesa di Palermo. Una cattedrale gremita di fedeli, talmente numerosi da porre
all’esterno due maxi schermi per consentire a tutti di partecipare alle
esequie. A presiedere la celebrazione, il cardinale Angelo Sodano, decano del
Collegio cardinalizio, inviato da Papa Benedetto XVI come suo rappresentante.
“Un pastore generoso e fedele - ha detto il cardinale Sodano – Possa la sua
preziosa eredità rimanere quale patrimonio imperituro non solo per i sacerdoti
e i fedeli, ma anche per tutti i cittadini e gli organismi che compongono la
società civile di Palermo”. Al rito hanno partecipato tutti i vescovi
siciliani, mentre l’omelia è stata tenuta dall’arcivescovo di Palermo, il
cardinale Salvatore De Giorgi. “Pastore secondo il cuore di Dio”, lo ha
chiamato il porporato, ricordando la sua missione pastorale, il suo
rinnovamento della catechesi, ma anche la denuncia costante, vigorosa e
indomita dei mali di Palermo, a cominciare da quello anti-evangelico,
anti-cristiano e anti-umano della mafia.
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INAUGURATA IERI A ROMA, ALLA PRESENZA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO,
IL CARDINALE TARCISIO BERTONE, LA MOSTRA SU “LA
CHIESA E LA RINASCITA
SPIRITUALE DELLA RUSSIA”. AI PRESENTI, IL
MESSAGGIO DEL PATRIARCA DI MOSCA
E DI TUTTE
LE RUSSIE, ALESSIO II
ROMA. = Questa mostra è il segno
di un auspicio comune della rinascita dell’Europa: così, il segretario di Stato
vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, intervenendo ieri sera a Roma
all’inaugurazione della mostra su “La Chiesa e la rinascita spirituale della
Russia”. L’esposizione, aperta al Museo del Corso fino al 20 dicembre, è
promossa dal Consiglio per l’editoria della Chiesa ortodossa russa,
dall’associazione “Santa Catarina d’Alessandria” e dall’associazione
internazionale “Sofia: idea russa, idea d’Europa”. Una rassegna, secondo
l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Nikolaj Sadchikov, che vuole illustrare l’attuale, rinnovata
identificazione spirituale con i valori tradizionali cristiano-ortodossi,
attraverso una ricca esposizione di oggetto sacri,
calici, paramenti, ma soprattutto icone. Nel suo intervento, il cardinale
Bertone ha espresso grande gioia per l’evento e ha voluto inviare il saluto e
gli auguri personali di Benedetto XVI a Sua Santità Alessio II, Patriarca di
Mosca e di tutte le Russie. Stringendo tra le mani la
sua croce pettorale, il porporato ha spiegato che essa gli era stata regalata
dal cardinale Agostino Casaroli. Un dono – ha
aggiunto – che egli aveva ricevuto, a sua volta, dal Patriarca di Mosca e che
dimostra il legame profondo che da sempre unisce Roma alla Chiesa ortodossa
russa. Da parte sua, Alessio II, in un messaggio letto dall’arciprete
ortodosso, Vladimir Sylovev, ha sottolineato
l’importanza dell’evento, che approda a Roma dopo aver fatto tappa a Parigi. Il
Patriarca ha citato, tra gli altri, gli anni critici passati dalla Chiesa
ortodossa russa nel periodo dell’URSS prima della perestroika,
affermando però che i problemi di spiritualità restano sempre attuali in
Russia. Ha invitato inoltre cattolici e ortodossi a seguire le vie del Vangelo,
non trascurando che talvolta ipocrisia e violenza possono deturpare tutte le
confessioni religiose.
Per offrire una resoconto, ancora inedito in Italia,
sul Patriarcato di Alessio II e sull’impegno spirituale, sociale, culturale,
formativo e interreligioso svolto dalla Chiesa ortodossa dai primi anni ’90 ad
oggi, vengono esposte in mostra anche citazioni dei discorsi più significativi
di Alessio II e foto tratte dagli archivi Itar-Tass,
Ria Novosti, Reuters; dei
quotidiani Tud e Kommersant;
e una collezione di arte sacra contemporanea. (R.M.)
TRADOTTO IN RUSSO IL LIBRO DI BENEDETTO XVI
“INTRODUZIONE
AL CRISTIANESIMO”, PUBBLICATO PER LA PRIMA VOLTA
DAL PROF. JOSEPH
RATZINGER NEL 1968
ROMA.=
E’ stato tradotto in lingua russa il libro di Benedetto XVI “Introduzione al
Cristianesimo”. Il testo del prof. Joseph Ratzinger, pubblicato per la prima volta nel 1968, è ora
disponibile anche al vasto pubblico dell’Europa orientale. Il volume, che si
apre con una prefazione del Metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad,
presidente del Dipartimento per gli Affari Esteri della Chiesa ortodossa russa,
è stato cofinanziato dall’organizzazione
internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS). “E’ di estrema importanza
che questo lavoro di uno dei più importanti teologi del mondo sia accessibile
ai lettori russi, soprattutto nelle accademie e nei seminari”, ha affermato Peter Humeniuk, guida della
sezione di ACS per i rapporti con la Chiesa ortodossa russa. “E un passo verso
una migliore comprensione delle radici comuni delle nostre Chiese – ha aggiunto
– e ciò è chiaro anche nella lettera che il Papa ha inviato al Metropolita Kirill per ringraziarlo della sua prefazione al testo”.(A.D.F.)
E’ LA CORRUZIONE POLITICA E NON LA CRESCITA DEMOGRAFICA
LA
VERA CAUSA DELLA POVERTA’ NELLE FILIPPINE: COSÌ, I VESCOVI DEL PAESE,
DOPO
CHE L’EX PRESIDENTE, RAMOS, HA ACCUSATO IL GOVERNO DI NON OPERARE
UN CONTROLLO DELLE NASCITE PER “UN
INGIUSTIFICATO SERVILISMO
ALLA CHIESA CATTOLICA”
MANILA.= E’ la corruzione
politica e non la sovrappopolazione a causare la povertà nelle Filippine: è
quanto affermano i vescovi del Paese asiatico, rispondendo indirettamente
all’ex presidente filippino, Fidel V. Ramos, che nei giorni scorsi ha accusato il governo attuale
di non operare un controllo demografico per “un ingiustificato servilismo alla
Chiesa cattolica”. Come riferisce l’agenzia Fides, a un incontro dell’Asian Institute Management, Ramos aveva osservato che la Chiesa consente solo i metodi
naturali e che l’attuale popolazione di 87 milioni di persone (di cui l’85% è
cattolica), con l’attuale crescita del 2,36% annuo, giungerà a 115,7 milioni
nel 2025. Cosa che impedirebbe un effettivo miglioramento dell’economia e delle
condizioni di vita. Da parte sua, mons. Oscar V. Cruz,
arcivescovo di Lingayen-Dagupan, ha parlato di “certi
politici che di nuovo proclamano con alta voce e con forza la loro tesi
preferita: la stessa popolazione è responsabile per la povertà del popolo e la
miseria della nazione”. Senza nominare Ramos, mons. Cruz ha ricordato che per questi politici “ci sono troppe
bocche da sfamare e troppo poco cibo, troppa gente senza lavoro, senza
istruzione, senza assistenza medica. Troppi crimini nelle strade, troppi
rifiuti, troppo inquinamento nell’aria. La popolazione è sinonimo di disastro.
Traduzione: la popolazione è la nemica dello Stato, la causa principale di
tutti i problemi sociali”. Una tesi, questa, giudicata “erronea” dal presule,
come dimostrano il Giappone, la Cina e Hong Kong, che
hanno floride economie pur con una numerosa popolazione; al contrario, l’Africa
è meno popolata, ma non è benestante, a conferma che il problema non è l’entità
della popolazione. “Il problema – ha concluso mons. Cruz
- è, ed è sempre stato, il tipo di governo. Quando i
leader politici mentono, imbrogliano e rubano (…), quando
i fondi pubblici (…) finiscono in tasche private, tutto questo impoverisce la
Nazione e offende il popolo”. (A.D.F.)
I VESCOVI DI HAITI LANCIANO
L’ALLARME PER LE VIOLENZE E I SEQUESTRI
CHE CONTINUANO A MINACCIARE
LA SICUREZZA DELLA POPOLAZIONE NEL PAESE
PORT-AU-PRINCE. = I vescovi
haitiani tornano a lanciare l’allarme sulla
drammatica situazione dell’ordine pubblico ad Haiti
dove, a più di tre anni anni dall’uscita di scena
dell’ex presidente, Bertrand Aristide, violenze e
rapimenti sono ancora all’ordine del giorno. Nella loro lettera
pastorale per l’Avvento, i presuli si rivolgono in primo luogo alla coscienza
degli autori di questi reati, ma non risparmiano critiche al governo di René Laval, succeduto ad Aristide
nel febbraio 2004. Dal cambio di governo - affermano – la situazione non è
migliorata. Stando ai dati di un’organizzazione locale per i diritti umani,
solo quest’anno nell’isola si sono registrati 150 sequestri e più di 700 omicidi.
Quello che colpisce di queste violenze, evidenziano i vescovi, è la
banalizzazione della vita umana: “Uomini donne e persino bambini sono ridotti a
merce. I rapimenti – avvertono – stanno creando un clima di angoscia e terrore.
La sfiducia impera e la speranza di un intero popolo è messa a dura prova”. Nel
messaggio, viene chiamata in causa anche la decisione
dei governi statunitense e canadese di rimpatriare i cittadini haitiani che
hanno commesso reati in Canada e negli Stati Uniti. Un appello alle forze
politiche haitiane a promuovere il dialogo, lo sviluppo e il bene comune del
Paese è giunto anche dalla Commissione Giustizia e Pace, che nei giorni scorsi
ha diffuso un rapporto sulle violenze scoppiate durante le elezioni
amministrative dello scorso 3 dicembre. Nel rapporto, si parla di un peggioramento
della situazione economica nel Paese, evidenziando che il clima di insicurezza
generalizzata sta avendo effetti traumatici sulla popolazione. (L.Z.)
SALVA OGNI ANNO 6 MILIONI DI PICCOLE VITE L’INIZIATIVA
DELL’UNICEF
“OSPEDALE
AMICO DEI BAMBINI”, CHE PROMUOVE L’ALLATTAMENTO AL SENO MATERNO INVECE DEL
LATTE ARTIFICIALE. IERI, L’ADESIONE DELL’OSPEDALE
“SS. BENVENUTO E ROCCO”
DI OSIMO, IN PROVINCIA DI ANCONA
OSIMO. = Da ieri, anche
l’ospedale “SS. Benvenuto e Rocco” di Osimo, in
provincia di Ancona, è un “Ospedale Amico dei Bambini”. L’iniziativa, promossa
dal 1992 dall’UNICEF e dall’OMS, cerca di fronteggiare il massiccio utilizzo di
latte artificiale che si fa negli ospedali del mondo, dannosissimo soprattutto
nei Paesi in via di sviluppo, promuovendo l’allattamento al seno materno. Sono
circa 6 milioni le piccole vite salvate ogni anno, applicando le linee guida
dell’UNICEF, che prevedono, fra l’altro, una corretta informazione delle madri
e del personale ospedaliero e il rifiuto di accettare campioni gratuiti o a
buon mercato di surrogati del latte materno. L’ospedale “SS. Benvenuto e Rocco”
di Osimo, che da anni s’impegna per raggiungere
questo obiettivo, va ad aggiungersi ad altri 10 ospedali italiani e ai circa 20
mila nel mondo che hanno aderito all’iniziativa. (R.M.)
ISCRIVERE ALL’ANAGRAFE E A SCUOLA I
BAMBINI AFRICANI PER DARE LORO UN FUTURO:
CON QUESTO INTENTO, TORNA IL 16 E IL 17 DICEMBRE NELLE PIAZZE “RIGIOCATTOLO”,
LA VENDITA DI GIOCATTOLI E LIBRI USATI PROMOSSA
DALLA COMUNITÀ DI S. EGIDIO
ROMA.
= Sarà dedicata ai bambini africani che non sono ancora iscritti all’anagrafe e
a scuola il “Rigiocattolo” 2006, l’iniziativa
promossa da diversi anni dalla Comunità di S. Egidio per evitare sprechi e
proteggere la natura. Come riferisce l’agenzia SIR, il 16 e 17 dicembre, nelle
piazze di Milano, Roma, Napoli, Novara, ma anche di Barcellona, Madrid, Liegi, Gladback, sarà possibile acquistare giocattoli e libri
usati, raccolti e risistemati durante l’anno, per sostenere un programma di
iscrizione scolastica e anagrafica per bambini nelle maggiori città
dell’Africa. “La mancata iscrizione all’anagrafe – spiega la Comunità di S.Egidio – è una prassi purtroppo molto diffusa in tanti
Paesi africani e ciò espone i bambini a gravi problemi di ordine sociale ed educativo. Un bambino non iscritto non esiste e quasi
certamente non andrà a scuola, non avrà assistenza sanitaria e rischia di
diventare un bambino soldato o di entrare nel circuito della vendita degli
organi”. (R.M.)
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13 dicembre 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq, almeno 11
persone sono rimaste uccise per la deflagrazione di un ordigno in un mercato di
Baghdad. Sempre nella capitale, 5 civili sono morti in seguito alla contemporanea
esplosione di due bombe. Nel nord del Paese, due kamikaze si sono poi lanciati con due camion-bomba
contro una base militare, uccidendo 9 soldati iracheni. Il portavoce della Casa Bianca, Tony Snow, ha riferito intanto che l’amministrazione americana
non comunicherà nessun eventuale cambio di strategia in Iraq prima del prossimo
anno. Il portavoce ha anche aggiunto che il presidente statunitense, George Bush, impegnato in questi giorni in consultazioni con
esperti politici e militari, ha bisogno di più tempo per prendere una
decisione.
Nei
Territori Palestinesi, si inaspriscono le tensioni fra il movimento islamico Hamas, al governo, e Fatah,
partito del presidente palestinese, Abu Mazen. L’ultimo episodio risale a questa mattina, quando
uomini armati non identificati hanno assassinato nella Striscia di Gaza
un comandante militare di Hamas. Il gruppo radicale
ha affermato, in un comunicato, che l’uomo è stato ucciso da uomini di Fatah. Il partito del presidente Abu
Mazen ha respinto ogni accusa e sollecitato
l’apertura di un’inchiesta.
Il Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso il proprio “appoggio senza riserve”
al governo libanese del premier Fuad Siniora. Il
Consiglio ha chiesto che le istituzioni democratiche del Libano vengano pienamente rispettate e ha condannato “tutte le
azioni miranti a destabilizzare il Paese”. La Tanzania ha reso noto, intanto,
che invierà propri soldati in Libano per rinforzare l’UNIFIL, la forza di
interposizione dell’ONU nel Paese dei cedri che da febbraio passerà sotto il comando
italiano.
Il governo dell’Iran
ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di “adottare misure rapide e
adeguate contro la minaccia” rappresentata, a suo parere, da Israele. La
richiesta arriva dopo un’intervista rilasciata, nei giorni scorsi, dal premier
israeliano, Ehud Olmert,
nella quale il primo ministro dichiara, secondo fonti
iraniane, che lo Stato ebraico possiede armi nucleari. Il premier ha
subito respinto questa versione e ha aggiunto che Israele “non sarà il primo
Paese ad introdurre armi nucleari in Medio Oriente”. Lo Stato ebraico accusa
inoltre l’Iran di volere costruire ordigni atomici. La questione del programma
nucleare iraniano è attualmente all’esame del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
In Cile, migliaia di
persone hanno partecipato ieri, a Santiago, ai funerali dell’ex presidente Augusto Pinochet. Sempre ieri, altre mille persone hanno reso
omaggio nella capitale cilena all’ex capo di Stato socialista, Salvador Allende, rovesciato dal golpe militare del 1973. Il
servizio di Maurizio Salvi:
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Una giornata agitata, che ha ravvivato le tensioni che il
Cile si porta dietro da oltre trent’anni, ha segnato
i funerali organizzati a Santiago per rendere omaggio all’ex generale, Augusto Pinochet. Senza autorizzazione governativa, per dare
all’evento un rango di Stato, a Pinochet sono stati
resi gli onori previsti per i comandanti dell’esercito, anche se a più riprese,
durante la cerimonia funebre, le sue responsabilità alla guida del Paese sono
state rivendicate da parenti e da amici. Un nipote che porta il suo nome e
cognome, in servizio con il grado di capitano, è giunto perfino a giustificare
l’uso della violenza armata contro l’allora presidente, Salvatore Allende. Nelle 24 ore in cui la sua salma è stata esposta
nella camera ardente, fra 50 e 60 mila persone gli hanno reso l’estremo saluto,
fra canti nazionalisti e slogan ostili al marxismo. Il clima è rimasto teso
anche per la presenza al rito del ministro della Difesa, Vivianne
Blanlot, nonostante la famiglia si fosse detta
contraria alla presenza di membri del governo nel patio della scuola militare. In serata, con la partenza dei resti di Pinochet
per il cimitero di Concon, dov’era prevista la sua
cremazione, gli animi si sono calmati anche se il giudizio sull’uomo è
destinato a dividere ancora i cileni.
Dall’America latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana
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Le autorità dello Zimbabwe
hanno fatto sapere di non avere intenzione di concedere l’estradizione per Mengistu Haile Mariam, ex-leader etiope condannato ieri per genocidio da
una corte di Addis Abeba. Il governo di Harare, che
ha concesso a Mengistu lo status di rifugiato, ha
fatto sapere che non modificherà la propria posizione dopo la sentenza di ieri.
Mengistu, capo della giunta comunista del Derg dal 1977 al 1991, è ritenuto responsabile della
tortura e della morte di migliaia di civili. Fuggito dal Paese nel 1991,
l’ex-leader si trova ad Harare,
dove è protetto da un'unità speciale della polizia dello Zimbabwe.
Il procuratore generale della
Corte penale internazionale dell’Aja, Luis Moreno Ocampo, ha reso noto
che, dopo due anni di investigazioni, il suo team sta per emettere alcuni
mandati di arresto nei confronti di responsabili dei crimini commessi in Darfur. Nella regione occidentale del Sudan sono state
uccise, negli ultimi tre anni, almeno 300 mila persone.
Il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, ha
ufficialmente chiesto, in occasione della visita ad Algeri del premier spagnolo
Jose Luis Zapatero, il sostegno della Spagna per risolvere
l’annosa questione del Sahara occidentale. Questa regione attende uno status definitivo
dal 1991, anno del cessate-il-fuoco tra l’esercito
marocchino e i ribelli del Fronte Polisario.
L’Algeria è favorevole ad un referendum sull’autodeterminazione nel Sahara occidentale.
Il governo marocchino è invece contrario ad un referendum ma
è disposto a concedere un’ampia autonomia.
Stanno bene i quattro
ostaggi, tre italiani e un libanese, rapiti giovedì scorso
nel sud della Nigeria da ribelli del sedicente “Movimento per l’Emanci-pazione
del Delta del Niger”. I
sequestratori hanno chiesto, all’indomani del rapimento, il rilascio di diverse
persone detenute in Nigeria ed il pagamento di risarcimenti da parte delle
compagnie petrolifere operanti nella regione.
L’esecutivo dello Sri Lanka ha chiesto al Comitato
internazionale della Croce Rossa di assicurare un corridoio umanitario per
almeno 35 mila civili rimasti intrappolati nella parte nord orientale del
Paese, teatro di continui scontri tra ribelli Tamil e
soldati governativi. Il governo dello Sri Lanka ha nuovamente chiuso, dopo una recente temporanea
apertura, l’autostrada tra l’area nord orientale ed il resto del Paese per
evitare il trasferimento di combattenti ed il rifornimento di armi ai
guerriglieri Tamil. I ribelli accusano, inoltre,
l’esecutivo srilankese di ostacolare la fuga dei
civili dalla regione. Il conflitto tra insorti ed esercito ha provocato, a
partire dal 1972, almeno 60 mila morti.
Nei prossimi 25 anni, il 70
per cento della popolazione asiatica vivrà in città e questo provocherà un
aumento della povertà ed un maggiore degrado delle zone urbane. E’ quanto
emerge da un libro intitolato “Urbanizzazione e viabilità in Asia” della Banca
asiatica di sviluppo. Ogni anno – si legge nel libro - 44 milioni di asiatici
si trasferiscono in città. La mancanza di strutture urbane idonee e uno
sviluppo non adeguato delle città – avverte la Banca asiatica di sviluppo –
possono alimentare nuovi flagelli quali la povertà e l’insicurezza.
In Cina 150 milioni di
studenti residenti nelle province rurali saranno esentati dal pagamento di
tasse scolastiche. Il Ministero dell’educazione ha annunciato che il piano, in
vigore dal prossimo anno, riguarderà i nove anni della scuola dell’obbligo e
permetterà risparmi consistenti alle famiglie più povere.
In Italia, è
sempre più acceso il dibattito sul caso di Piero Welby, il
malato di distrofia muscolare che ha chiesto di staccare la spina delle
macchine che gli permettono di vivere. I
medici hanno riferito che “le condizioni di salute sono peggiorate rispetto all’ultimo controllo”.
Sul versante legale, il giudice del Tribunale civile
di Roma si è riservata ieri di decidere sul ricorso con il quale l’uomo ha
chiesto che sia interrotta la terapia medica alla quale è sottoposto. Entro una
settimana verrà resa nota la decisione. Uno dei due
medici che lo segue si è opposto al ricorso presentato dallo stesso paziente,
chiedendone il rigetto.
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