RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 347 - Testo della trasmissione di mercoledì 13 dicembre 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Avvento, un tempo di opere buone per i cristiani. Lo ha detto Benedetto XVI all’udienza generale dedicata ai Santi Timoteo e Tito. La gratitudine del Papa alla regione Calabria per il dono dell’albero di Natale che abbellirà Piazza San Pietro durante le feste

 

La Chiesa è al fianco dei malati incurabili e terminali e chiede per loro maggiore attenzione. Così Benedetto XVI nel suo messaggio per la prossima Giornata mondiale del malato

 

Il Papa ha ricevuto oggi il premier israeliano Ehud Olmert

 

Oggi a Roma l’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Christodoulos: domani mattina l’incontro col Papa

 

Il cardinale Bertone inaugura nel pomeriggio il Convegno internazionale che chiude le celebrazioni per i 500 anni dei Musei Vaticani: ce ne parla Francesco Buranelli

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si aggrava la tensione nel Corno d’Africa: intervista con Enrico Casale

 

La Bibbia multimediale entra nelle scuole italiane: con noi il cardinale Paul Poupard, il rabbino Riccardo Di Segni e Osama al-Saghir

 

CHIESA E SOCIETA’:

Migliaia di persone, ieri a Palermo, ai funerali del cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito della città, deceduto domenica per un male incurabile

 

Inaugurata ieri a Roma, alla presenza del  cardinale Tarcisio Bertone, la mostra su “La Chiesa e la rinascita spirituale della Russia”

 

Tradotto in russo il libro di Benedetto XVI “Introduzione al cristianesimo”, pubblicato per la prima volta nel 1968

 

E’ la corruzione politica e non la crescita demografica la vera causa della povertà nelle Filippine: così, i vescovi del Paese

 

I vescovi di Haiti lanciano l’allarme per le violenze e i sequestri che continuano a minacciare la sicurezza della popolazione nel Paese

 

Salva ogni anno 6 milioni di piccole vite l’iniziativa dell’UNICEF “Ospedale amico dei bambini”, che promuove l’allattamento al seno materno invece del latte artificiale

 

Iscrivere all’anagrafe e a scuola i bambini africani per dare loro un futuro: con questo intento, torna il 16 e il 17 dicembre “Rigiocattolo

 

24 ORE NEL MONDO:

Oltre 20 morti in Iraq, per una serie di attentati a Baghdad e nel nord del Paese

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 dicembre 2006

 

AVVENTO, UN TEMPO DI OPERE BUONE PER I CRISTIANI.

 LO HA DETTO BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE IN AULA PAOLO VI.

LA GRATITUDINE DEL PAPA ALLA REGIONE CALABRIA

PER IL DONO DELL’ALBERO DI NATALE

CHE ABBELLIRA’ PIAZZA SAN PIETRO DURANTE LE FESTE

 

In questo tempo di Avvento, i cristiani “si sforzino di essere primi nelle opere buone”. Con questa esortazione, citando le parole di una lettera di San Paolo, Benedetto XVI ha concluso questa mattina, in Aula Paolo VI, la catechesi dell’udienza generale, dedicata a due fraterni collaboratori dell’Apostolo delle Genti: Timoteo e Tito. Poco prima, il Papa aveva esortato i fedeli della Calabria a lavorare per la rinascita morale e sociale della loro regione, ringraziata dal Pontefice anche per il dono dell’albero di Natale, che il 20 dicembre verrà inaugurato in Piazza San Pietro. Benedetta dal Papa anche la fiaccola delle Universiadi 2007 che inizieranno il mese prossimo a Torino. La cronaca della mattinata, nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Due collaboratori fidati, quasi una promanazione fisica e spirituale del più grande Apostolo dei pagani, S. Paolo. La storia di Timoteo e Tito, che accompagnarono Paolo nei suoi viaggi missionari tra l’Asia Minore e la Macedonia, portando la forza della loro fresca conversione tra i primi cristiani di Efeso e Corinto, è stata raccontata con dovizia di particolari da Benedetto XVI, durante l’udienza in Aula Paolo VI. Timoteo, ha detto il Papa, “godeva di grande considerazione” presso Paolo, al punto che questi lo considerava, e lo affermò pubblicamente, un suo “alter ego”. Scrisse in una delle lettere alle prime comunità cristiane: “Non ho nessuno di animo tanto uguale” che possa occuparsi di voi come avrei fatto io stesso. Anche Tito, ha proseguito Benedetto XVI, fu definito da Paolo “mio vero figlio nella fede comune” e divenne un simbolo della pace che la nuova fede recava con sé, riportandola all’interno della turbolenta comunità di Corinto. Passando in rassegna le loro vicende, Benedetto XVI ha osservato:

 

“Se consideriamo unitariamente le due figure di Timoteo e di Tito, ci rendiamo conto di alcuni dati molto significativi: il più importante è che Paolo si avvalse di collaboratori nello svolgimento delle sue missioni. Egli resta certamente l’apostolo per antonomasia fondatore e pastore di molte chiese. Appare tuttavia chiaro che egli non faceva tutto da solo, ma si appoggiava a persone fidate che condividevano le sue fatiche e le sue responsabilità”.

 

La seconda considerazione, ha aggiunto subito dopo il Papa, riguarda un’altra dote di questi collaboratori, la loro disponibilità:

“Le fonti concernenti Timoteo e Tito, mettono bene in luce la loro prontezza nell’assumere incombenze varie, consistenti spesso nel rappresentare Paolo anche in occasioni non facili. In una parola, essi ci insegnano a servire il Vangelo con generosità, sapendo che ciò comporta anche un servizio alla Chiesa stessa”.

        

Benedetto XVI ha terminato la catechesi leggendo alcune righe della lettera di Paolo a Tito: “Coloro che credono in Dio si sforzino di essere primi nelle opere buone”. Un insegnamento particolarmente adatto ai giorni che portano al Natale:

 

“Mediante il nostro impegno concreto dobbiamo e possiamo scoprire la verità di queste parole, e proprio in questo tempo di Avvento essere anche noi ricchi di opere buone e così aprire le porte del mondo a Cristo il nostro Salvatore”.

 

(applausi)

 

Prima dell’udienza, verso le 10.30, il Papa era sceso in Basilica per salutare i molti pellegrini di lingua italiana, in particolare quelli calabresi, i cui vescovi sono impegnati in questi giorni nella visita ad Limina. Un saluto che ha riguardato anche il monumentale albero di Natale – 33 metri di altezza per 9 tonnellate di peso e un addobbo di 20 mila luci - che la regione italiana ha offerto quest’anno per l’abbellimento di Piazza San Pietro durante le feste:

 

“Non stancatevi di attingere con coraggio dal Vangelo la luce e la forza per promuovere un’autentica rinascita morale, sociale ed economica della vostra Regione. Siate testimoni gioiosi di Cristo e infaticabili costruttori del suo Regno di giustizia e di amore. Esprimo, infine, già da ora, viva gratitudine alla Calabria per il dono dell’albero natalizio, che proprio oggi è stato collocato in Piazza S. Pietro. (applausi) Un albero grande e bello: l’ho visto dalla mia finestra!”

 

Prima di congedarsi dalla folla in Aula Paolo VI, Benedetto XVI ha salutato, tra gli altri, i rappresentanti della Libreria Editrice Vaticana, insieme con un gruppo di editori, in occasione dell’80.mo anniversario della sua fondazione. Infine, il Papa ha benedetto la fiaccola delle Universiadi di Torino 2007, in programma dal 17 al 27 gennaio prossimi, ne ha ricevuto in dono la bandiera e si è intrattenuto brevemente con i membri della delegazione del Comitato organizzatore.

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LA CHIESA E’ AL FIANCO DEI MALATI INCURABILI E TERMINALI E CHIEDE PER LORO

MAGGIORE ATTENZIONE: E’ QUANTO SCRIVE IL PAPA NEL MESSAGGIO

PER LA PROSSIMA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

 

La Chiesa è al fianco dei  malati incurabili e terminali e chiede  “politiche sociali giuste che aiutino ad eliminare le cause di molte malattie … sollecitando una sempre maggiore attenzione per il morente e per coloro per i quali non ci sono cure disponibili”. E’  quanto afferma Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 15ma Giornata mondiale del malato che si celebrerà l’11 febbraio del 2007 a Seul, in Corea. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Nel Messaggio, diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana, il Papa afferma che “è necessario promuovere politiche che creino le condizioni per cui le persone possano  sopportare in una maniera degna anche le malattie incurabili e la morte”. “Nonostante i progressi della scienza medica – scrive Benedetto XVI -  non tutte le malattie dispongono di una cura, e così negli ospedali … di tutto il mondo incontriamo le sofferenze”  di molti malati incurabili e terminali. A questi si aggiungono  “molti milioni di persone” che non possono accedere neanche alle cure mediche più essenziali e per questo motivo “il numero di quanti sono considerati incurabili è fortemente aumentato”. Il Papa sottolinea di nuovo “la necessità di maggiori centri per le cure palliative che forniscano un’assistenza integrale, offrendo ai malati l’assistenza umana e l’accompagnamento spirituale di cui hanno bisogno. Questo è un diritto – afferma - che appartiene ad ogni essere umano, e  che ci deve vedere tutti  impegnati a difenderlo”.

 

Il Pontefice ricorda  che “la vita umana, comunque, ha intrinseci limiti e prima o poi  termina con la morte. Questa  è una esperienza alla quale ogni essere umano è chiamato, e per la quale ognuno deve essere preparato”.

 

Benedetto XVI incoraggia quindi “gli sforzi di coloro che ogni giorno lavorano per assicurare che i malati incurabili e terminali e le loro famiglie ricevano adeguate e amorevoli cure”. Infine esorta  questi “ cari fratelli e sorelle”  a “contemplare le sofferenze di Cristo crocifisso, e,  in unione con Lui, a volgersi al Padre nella totale fiducia che tutta la vita … è nelle sue mani”.

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BENEDETTO XVI RICEVE IN VATICANO

 IL PREMIER ISRAELIANO EHUD OLMERT

 

Il Papa ha ricevuto oggi il premier israeliano Ehud Olmert, che poi ha incontrato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone accompagnato da mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, e dal sottosegretario mons. Pietro Parolin.

 

 “Nel corso dei colloqui - sottolinea una  nota della Sala Stampa vaticana – sono stati toccati i temi della pace in Medio Oriente e le questioni riguardanti la situazione della comunità cattolica in Israele, anche in relazione alle prossime celebrazioni natalizie”.

 

Intanto oggi a Gerusalemme sono ripresi i lavori della Commissione bilaterale Israele-Santa Sede, dopo un lungo periodo di stallo. Le due delegazioni si riuniscono nella sede del Ministero degli Esteri israeliano per continuare i negoziati miranti a concludere l’Accordo detto “economico”, richiesto dall’Accordo Fondamentale del 1993, per tutelare lo statuto fiscale della Chiesa in Israele e salvaguardare i luoghi santi ed altre proprietà ecclesiastiche.

 

 

GRANDE ATTESA PER LA PRIMA STORICA VISITA AL PAPA

DELL’ARCIVESCOVO CHRISTODOULOS,

PRIMATE DELLA CHIESA ORTODOSSA DI GRECIA,

 IN ARRIVO QUESTO POMERIGGIO A ROMA. DOMANI L’INCONTRO CON BENEDETTO XVI

E LA FIRMA DI UNA DICHIARAZIONE COMUNE

- Servizio di Roberta Gisotti -

        

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Per la prima volta in visita ufficiale al Papa e alla Chiesa di Roma, dai tempi dello Scisma d’Oriente: lo storico incontro avverrà domani mattina. Benedetto XVI accoglierà in Vaticano l’arcivescovo Christodoulos – preannuncia la Sala Stampa della Santa Sede - con “calorosa fraternità e con l’onore dovuto al suo rango di Primate della Chiesa ortodossa di Grecia”.

        

Torna nella città eterna, l’arcivescovo Christodoulos, dopo avere partecipato l’8 aprile 2005 ai funerali di Giovanni Paolo II, con il quale si era incontrato in patria il 4 maggio del 2001, nell’ambito del pellegrinaggio giubilare che Papa Wojtyla aveva compiuto sulle orme di San Paolo, recandosi nell’Aeropago di Atene, dove era stata firmata una “Dichiarazione comune” tra il Santo Padre, vescovo di Roma e sua Beatitudine arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, in una cornice di grande emozione per le prospettive ecumeniche.

        

Poi, tre anni dopo, il viaggio rinviato - per decisione del Sinodo ortodosso - che l’arcivescovo Christodoulos avrebbe dovuto compiere a Roma nel 2004, ricambiando la visita del Pontefice. Ma da allora non sono mai mancati - sottolinea la Sala Stampa Vaticana - “altri fraterni e intensi contatti fra la Chiesa di Roma e la Chiesa ortodossa di Grecia” che oggi esprime “gioia per la realizzazione di questa visita, i cui frutti saranno positivi”. Grande attesa dunque per questo evento che giunge a due settimane dall’incontro ad Istanbul, in Turchia, di Benedetto XVI con il Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, incontro che ha aperto grandi speranze nel cammino per realizzare la piena unità dei cristiani.

        

Questo il programma della visita dell’arcivescovo Christodoulos, che giungerà questo pomeriggio all’aeroporto di Roma, accolto dal cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, insieme a mons. Brian Farrel del medesimo dicastero. Parteciperà, quindi, ad una cena ufficiale di benvenuto in Vaticano. Domani mattina l’atteso incontro con il Papa e la firma di una Dichiarazione comune. Nel pomeriggio, poi, l’arcivescovo Christodoulos parteciperà ad una solenne celebrazione nella Basilica di San Paolo fuori le Mura per la consegna alla Chiesa di Grecia di due anelli della preziosa Catena della prigionia di San Paolo, lì conservata. Dono che era stato preparato per volontà di Giovanni Paolo II, per la visita poi mancata del Primate della Chiesa ortodossa di Grecia a Roma.

        

Il soggiorno dell’arcivescovo Christodoulos a Roma si protrarrà fino a sabato prossimo, 16 dicembre, con diversi incontri in Vaticano e altre tappe in luoghi religiosi della città, tra cui la chiesa di San Teodoro Megalomartire attribuita ad uso liturgico della comunità greca ortodossa di Roma, e la Tomba di San Cirillo nella basilica di San Clemente. Venerdì mattina, l’arcivescovo Christodoulus riceverà dal rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, un dottorato honoris causa in diritto civile e canonico.

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NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Zamora, in Messico, presentata da mons. Carlos Suárez Cázares, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

A Cuba, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Guantánamo-Baracoa  presentata da mons. Carlos Jesús Patricio Baladrón Valdés, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede il rev.  Wilfredo Pino Estévez, del clero di Camagüey, finora vicario episcopale e parroco nella medesima arcidiocesi. Il rev. Pino Estévez è nato a Camagüey il 12 ottobre 1950. E’ stato ordinato sacerdote il 1º agosto 1975.

 

Sempre a Cuba, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Pinar del Río presentata da mons. José Siro González Bacallao, per raggiunti limiti di età. Gli succede  mons. Jorge Enrique Serpa Pérez, finora rettore del Seminario Maggiore di San Cristóbal de La Habana. Mons. Serpa Pérez è nato il 16 marzo 1942 a Cienfuegos. È stato ordinato sacerdote in Belgio  il 14 luglio 1968, incardinandosi nell’arcidiocesi di San Cristóbal de La Habana.Dal 1968 al 1999 non ha potuto rientrare a Cuba, per cui si è trasferito nell’arcidiocesi di Bogotá, in Colombia. Dopo il rientro a Cuba, nel 1999 è stato nominato membro del Consiglio Presbiterale di San Cristóbal de La Habana; dal 2003 è rettore del Seminario Maggiore di San Cristóbal de La Habana. Il 20 luglio 2001 è stato nominato Cappellano di Sua Santità.

In Brasile, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia di São João Batista in Curitiba degli Ucraini, presentata da mons. Efraim Basílio Krevey, dell'Ordine Basiliano di S.Giosafat (O.S.B.M.), in conformità al can. 210 § 1 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Gli subentra nel governo pastorale dell'Eparchia mons. Valdomiro Koubetch, O.S.B.M., finora coadiutore della stessa circoscrizione ecclesiastica. Mons. Valdomiro Koubetch è nato il 27 marzo 1953 nella città di Mandaguaçu, nello Stato del Paranà. E’ stato ordinato sacerdote il 6 dicembre 1981 ed è stato consacrato vescovo il 21 marzo 2004.

 

Negli Stati Uniti, il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di New Orleans presentata da mons. Dominic Carmon per raggiunti limiti di età. Il Papa ha nominato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di New Orleans  il rev. Shelton Joseph Fabre, del clero della diocesi di Baton Rouge, finora parroco della Sacred Heart Parish a Baton Rouge, assegnandogli la sede titolare vescovile di Pudenziana. Il rev. Shelton J. Fabre è nato a New Road, Louisiana, nella diocesi di Baton Rouge, il 25 ottobre 1963.È stato ordinato sacerdote il 5 agosto 1989.

 

 

SI APRE OGGI IL CONVEGNO INTERNAZIONALE PROMOSSO DAI MUSEI VATICANI

A CHIUSURA DELLE MANIFESTAZIONI PER I 500 ANNI DI FONDAZIONE

- Intervista con Francesco Buranelli -

 

Si apre oggi pomeriggio, in Vaticano, un Convegno internazionale di tre giorni promosso dai Musei Vaticani a chiusura delle manifestazioni per il loro quinto centenario sul tema ‘L’idea del Museo: identità, ruoli e prospettive’. L’incontro di studio riunisce i direttori delle principali strutture museali del mondo, per una condivisione di esperienze e di idee, sul ruolo dei musei nella società contemporanea. Il Convegno si apre alle 17, nel Salone Sistino, con il saluto del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e dell’arcivescovo Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Farà seguito la relazione dal titolo:I Musei Vaticani, una porta della Santa Sede aperta sul mondo’, a cura del direttore, Francesco Buranelli. Giovanni Peduto lo ha  intervistato:

 

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R. –Il museo è una realtà che, per vivere, deve aprirsi al mondo e deve dialogare con la società dei nostri giorni. E questo è, appunto, l’intento che noi stiamo perseguendo e  che quest’anno penso abbiamo pienamente centrato: però dobbiamo trovare dei partner autorevoli che ci affianchino in questo impegnativo obiettivo.

 

D. – Quale messaggio danno i Musei Vaticani, soprattutto a chi viene da molto lontano, e tanti sono non cattolici?

 

R. – Noi vorremmo essere un libro aperto, e uso un linguaggio che piacque molto a Pio XI e lo utilizzò quando inaugurò il Museo missionario etnologico: un libro scritto in una lingua che è l’arte, per cui comprensibile a tutti, e ognuno può leggerla nel rispetto reciproco delle differenti culture e delle differenti religioni. Per cui, ecco, questo concetto del libro si adatta molto bene alla nostra realtà. Siamo un libro che vuole essere letto da tutti i visitatori e da tutte le persone che entrano nei Musei Vaticani.

 

D. - I Musei vaticani contengono capolavori d’arte noti in tutto il mondo: Cappella Sistina, Stanze di Raffaello, Museo Egizio. Lei consiglierebbe qualcosa di meno noto al visitatore?

 

R. - C’è l’imbarazzo della scelta: il nostro è uno dei musei più diversificati, con le realtà più varie. Proprio perché abbiamo celebrato il V centenario, sottolineerei quelle che sono state le manifestazioni di quest’anno. C’è un Museo cristiano di Benedetto XIV che è una meraviglia di contenuti e di opere d’arte; c’è il restauro dell’Appartamento Borgia; c’è il Museo missionario etnologico: vale a dire abbiamo cercato di valorizzare quei settori meno visitati dal pubblico e nello stesso tempo abbiamo aperto la Necropoli romana lungo la Via Trionfale che è un gioiello all’interno di uno Stato che già di per sé è un gioiello. Per cui andate a visitare questi settori e andate a visitare la Necropoli sulla Via Trionfale.

 

D. - I Musei Vaticani in prospettiva: quali progetti per il futuro?

 

R. – Abbiamo in progetto un ammodernamento della struttura già esistente. Abbiamo bisogno di spazio, abbiamo desiderio di sistemare quel contrasto forte di esposizione dell’arte contemporanea all’interno di un settore storico come il palazzo e in particolar modo l’Appartamento Borgia. Per cui abbiamo progetti molto importanti, che mi auguro troveranno appoggio all’interno dello Stato della Città del Vaticano e che potranno essere realizzati con i tempi e i modi giusti, né troppo di corsa ma nemmeno attendendo troppo tempo per portarli a termine.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - La catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

 

Servizio estero - In evidenza l'Iraq, dove perdurano le sanguinose violenze.

 

Servizio culturale - Un articolo di Carlo Pedretti dal titolo “Quando il genio di Vinci si aggirava nel cantiere della Rocca Malatestiana”: l'attività di Leonardo,  architetto e ingegnere militare in Romagna nel 1502.

 

Servizio italiano - Tra i temi in rilievo, gli infortuni sul lavoro.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 dicembre 2006

 

 

SI AGGRAVA LA TENSIONE NEL CORNO D’AFRICA

- Intervista con Enrico Casale -

       

Si sta facendo esplosiva la situazione della Somalia, con il rischio di un allargamento del conflitto a tutta la regione del Corno d’Africa. Il primo ministro somalo Ali Mohamed Gedi ha accusato oggi le milizie delle Corti Islamiche, sostenute da 4mila armati stranieri, di prepararsi ad assaltare la città di Baidoa, sede del governo di transizione. La crisi interna della Somalia ha conosciuto una grave escalation dopo l’intervento al fianco del governo di transizione di truppe regolari dell’esercito etiopico. L'Unione delle Corti Islamiche, il movimento islamista che dall'inizio di giugno amministra e controlla gran parte della Somalia, ha dato una settimana di tempo all'Etiopia per ritirare le proprie truppe dal Paese, altrimenti sarà guerra. Su questa intricata situazione politica Stefano Leszczynski ha intervistato Enrico Casale, esperto per le questioni africane del mensile dei gesuiti “Popoli”.

 

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R. - Nello specifico, in questo momento, l’Etiopia ha paura che ai suoi confini si venga a creare uno Stato fondamentalista musulmano che potrebbe influire molto sui delicati equilibri dell’Etiopia. Teniamo presente che l’Etiopia è un Paese nel quale c’è una forte presenza musulmana già critica nei confronti del regime.

 

D. - Quindi a rischio sono gli equilibri un po’ di tutta la regione?

 

R. - Sì, anche perché oltre agli etiopi che sostengono il governo di transizione nazionale che ha sede a Baidoa, ci sono gli eritrei. L’ONU ha denunciato la presenza di una missione eritrea, a sostegno delle Corti Islamiche e chiaramente in funzione antietiope.

 

D. - Come mai il governo di Baidoa non è mai riuscito ad affermarsi nella Somalia?

 

R. - A differenza delle Corti Islamiche, che sono quasi monoclaniche, nel governo di transizione nazionale, non esiste un’unità clanica e c’è una presenza di esponenti di diversi clan di diverse zone che spesso non sono in accordo tra di loro.

 

D. - Si ha un po’ l’impressione che, seppure le Nazioni Unite hanno finanziato ampiamente il processo di pacificazione, questo governo transitorio non abbia riscosso particolari successi all’estero, nell’ambito della comunità internazionale.  Insomma, nessuno sembra dargli credito più di tanto...

 

R. - Ci troviamo di fronte a una situazione in cui c’è un governo di transizione nazionale che ha il riconoscimento internazionale, ma poco controllo del territorio, e un governo delle Corti Islamiche che non ha il riconoscimento internazionale, ma ha un forte controllo sul territorio. Ecco, questa è la situazione attuale sul terreno.

 

D. - Nuovi negoziati sono stati avviati qualche mese fa, in Sudan. Questi negoziati sembrano essere naufragati del tutto ormai...

 

R. - In assoluto, non mi sento di essere negativo verso un futuro accordo tra il governo e le Corti Islamiche, perché le Corti Islamiche non sono un monolite. Le componenti moderate sono, in generale, più favorevoli ad un accordo; viceversa, se dovesse avere il sopravvento l’area più fondamentalista, allora molto probabilmente lo scontro sarà inevitabile.

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LA BIBBIA MULTIMEDIALE ENTRA NELLE SCUOLE ITALIANE

- Intervista con il cardinale Paul Poupard, il rabbino capo Riccardo Di Segni

e Osama al-Saghir -

        

Si chiama “Bibbia educational” ed è un progetto che vuol far conoscere i testi sacri delle tre religioni monoteistiche nelle scuole. Presentato ieri a Roma, al Ministero della Pubblica Istruzione, che lo ha patrocinato, il progetto sarà adottato in via sperimentale da 60 istituzioni scolastiche della Regione Lazio. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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La Bibbia e il Corano spiegati agli studenti attraverso 13 cd-rom e 13 film, che pongono percorsi didattici multimediali. Ad idearli il prof. Pasquale Troia che ha pensato ad uno strumento per favorire il dialogo interreligioso ed interculturale. Per il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e per il Dialogo Interreligioso, “Bibbia educational” offre nuove opportunità di conoscenza fra le religioni:

 

“E’ un segnale molto bello e che a me pare dia anche grande speranza, perché mostra che ora la scuola ha uno strumento che consente una conoscenza dall’interno, una conoscenza che è stata condivisa dagli esperti delle diverse religioni. Vogliamo tutti vivere insieme, dunque dobbiamo conoscerci, perché spesso è l’ignoranza che genera la paura e la paura genera la violenza”.

 

Il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, che ha preso parte alla presentazione del progetto, tiene a precisare che per avvicinarsi alla Scrittura ebraica è necessario rispettare la sacralità dei testi. E’ questo il suo commento:

 

R. - Questo è un progetto molto interessante ed importante, perché porta elementi di conoscenza biblica in un ambito nel quale questa conoscenza non c’è. Praticamente una persona che esce dalla scuola italiana sa chi era don Abbondio, sa chi era Ulisse, sa chi era Aristotele, ma non sa chi era Mosè, Abramo ed Isaia, che sono personaggi fondamentali nella formazione della nostra cultura, ma anche della cultura occidentale. Quindi la conoscenza di questi argomenti è molto importante, anche se pone grandi difficoltà su come trasmettere questi elementi. Nell’esperienza religiosa ebraica lo studio della Bibbia è una parte fondamentale della vita religiosa. C’è, quindi, un rischio costante di dissacrazione e di banalizzazione.

 

D. – A proposito di conoscenza, si ripropongono degli interrogativi sull’Olocausto…

 

R. – Quello che sta succedendo in questo momento è un qualcosa di terrificante. Era l’angoscia che ha attanagliato i sopravvissuti, era il terrore che tutto quanto venisse banalizzato o annullato. E questo proprio perché si temeva che, essendo una cosa così enorme, diventasse non credibile. Questo rischio lo stiamo correndo adesso, in virtù di un gioco politico mostruoso. E’ bene che tutte le coscienze civili siano allertate e che, soprattutto, si ribellino a questo meccanismo. Se si cancella questa pagina della storia, l’umanità rischia di tornare indietro, rischia di perdere le basi fondamentali su cui si fonda la nostra stessa civiltà. E’ un rischio che corrono tutti e contro il quale bisogna vigilare in maniera più attenta possibile.

 

Ma come coinvolgere oggi i giovani in iniziative che consentano la conoscenza fra culture e religioni diverse. Risponde Osama al-Saghir, presidente dei giovani musulmani in Italia:

 

R. – Cercando di favorire un dialogo tra gli stessi giovani, cercando di creare e dare spazio di confronto, educandoli a confrontarsi civilmente, ma in luoghi controllati, perché sulla strada, soprattutto in un contesto come quello nel quale stiamo vivendo oggi, mediatico e completamente negativo, questo crea dei grandi problemi.

 

D. – Quali spazi scegliere per creare occasioni di incontro?

 

R. – Sono due gli spazi: uno è quello della scuola pubblica italiana e l’altro è quello dell’associazionismo giovanile, anche se sicuramente non posso dire che oggi sia completamente favorito. Non so fino a che punto i giovani abbiano tutti questi spazi. Ultimamente credo che ci siano stati alcuni spazi, questa anche è stata un’occasione e tante ancora ce ne sono.

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CHIESA E SOCIETA’

13 dicembre 2006

 

 

MIGLIAIA DI PERSONE, IERI A PALERMO, AI FUNERALI DEL CARDINALE

 SALVATORE PAPPALARDO, ARCIVESCOVO EMERITO DELLA CITTA’,

DECEDUTO DOMENICA PER UN MALE INCURABILE

- A cura di Alessandra Zaffiro -

 

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PALERMO. = La Chiesa, la città, la Sicilia intera, porgono l’ultimo saluto al cardinale Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Palermo, morto domenica per un male incurabile nella casa diocesana di Baida. Migliaia di palermitani che nei gironi scorsi hanno affollato la camera ardente, allestita al Palazzo arcivescovile, sono tornati in cattedrale per seguire commossi i funerali del porporato, che dal ‘70 al ‘96 ha guidato la Chiesa di Palermo. Una cattedrale gremita di fedeli, talmente numerosi da porre all’esterno due maxi schermi per consentire a tutti di partecipare alle esequie. A presiedere la celebrazione, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, inviato da Papa Benedetto XVI come suo rappresentante. “Un pastore generoso e fedele - ha detto il cardinale Sodano – Possa la sua preziosa eredità rimanere quale patrimonio imperituro non solo per i sacerdoti e i fedeli, ma anche per tutti i cittadini e gli organismi che compongono la società civile di Palermo”. Al rito hanno partecipato tutti i vescovi siciliani, mentre l’omelia è stata tenuta dall’arcivescovo di Palermo, il cardinale Salvatore De Giorgi. “Pastore secondo il cuore di Dio”, lo ha chiamato il porporato, ricordando la sua missione pastorale, il suo rinnovamento della catechesi, ma anche la denuncia costante, vigorosa e indomita dei mali di Palermo, a cominciare da quello anti-evangelico, anti-cristiano e anti-umano della mafia.

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INAUGURATA IERI A ROMA, ALLA PRESENZA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO,

IL CARDINALE TARCISIO BERTONE, LA MOSTRA SU “LA CHIESA E LA RINASCITA

SPIRITUALE DELLA RUSSIA”. AI PRESENTI, IL MESSAGGIO DEL PATRIARCA DI MOSCA

 E DI TUTTE LE RUSSIE, ALESSIO II

 

ROMA. = Questa mostra è il segno di un auspicio comune della rinascita dell’Europa: così, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, intervenendo ieri sera a Roma all’inaugurazione della mostra su “La Chiesa e la rinascita spirituale della Russia”. L’esposizione, aperta al Museo del Corso fino al 20 dicembre, è promossa dal Consiglio per l’editoria della Chiesa ortodossa russa, dall’associazione “Santa Catarina d’Alessandria” e dall’associazione internazionale “Sofia: idea russa, idea d’Europa”. Una rassegna, secondo l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Nikolaj Sadchikov, che vuole illustrare l’attuale, rinnovata identificazione spirituale con i valori tradizionali cristiano-ortodossi, attraverso una ricca esposizione di oggetto sacri, calici, paramenti, ma soprattutto icone. Nel suo intervento, il cardinale Bertone ha espresso grande gioia per l’evento e ha voluto inviare il saluto e gli auguri personali di Benedetto XVI a Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Stringendo tra le mani la sua croce pettorale, il porporato ha spiegato che essa gli era stata regalata dal cardinale Agostino Casaroli. Un dono – ha aggiunto – che egli aveva ricevuto, a sua volta, dal Patriarca di Mosca e che dimostra il legame profondo che da sempre unisce Roma alla Chiesa ortodossa russa. Da parte sua, Alessio II, in un messaggio letto dall’arciprete ortodosso, Vladimir Sylovev, ha sottolineato l’importanza dell’evento, che approda a Roma dopo aver fatto tappa a Parigi. Il Patriarca ha citato, tra gli altri, gli anni critici passati dalla Chiesa ortodossa russa nel periodo dell’URSS prima della perestroika, affermando però che i problemi di spiritualità restano sempre attuali in Russia. Ha invitato inoltre cattolici e ortodossi a seguire le vie del Vangelo, non trascurando che talvolta ipocrisia e violenza possono deturpare tutte le confessioni  religiose. Per offrire una resoconto, ancora inedito in Italia, sul Patriarcato di Alessio II e sull’impegno spirituale, sociale, culturale, formativo e interreligioso svolto dalla Chiesa ortodossa dai primi anni ’90 ad oggi, vengono esposte in mostra anche citazioni dei discorsi più significativi di Alessio II e foto tratte dagli archivi Itar-Tass, Ria Novosti, Reuters; dei quotidiani Tud e Kommersant; e una collezione di arte sacra contemporanea. (R.M.)

 

 

TRADOTTO IN RUSSO IL LIBRO DI BENEDETTO XVI “INTRODUZIONE

AL CRISTIANESIMO”, PUBBLICATO PER LA PRIMA VOLTA

DAL PROF. JOSEPH RATZINGER NEL 1968

 

ROMA.= E’ stato tradotto in lingua russa il libro di Benedetto XVI “Introduzione al Cristianesimo”. Il testo del prof. Joseph Ratzinger, pubblicato per la prima volta nel 1968, è ora disponibile anche al vasto pubblico dell’Europa orientale. Il volume, che si apre con una prefazione del Metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento per gli Affari Esteri della Chiesa ortodossa russa, è stato cofinanziato dall’organizzazione internazionale “Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS). “E’ di estrema importanza che questo lavoro di uno dei più importanti teologi del mondo sia accessibile ai lettori russi, soprattutto nelle accademie e nei seminari”, ha affermato Peter Humeniuk, guida della sezione di ACS per i rapporti con la Chiesa ortodossa russa. “E un passo verso una migliore comprensione delle radici comuni delle nostre Chiese – ha aggiunto – e ciò è chiaro anche nella lettera che il Papa ha inviato al Metropolita Kirill per ringraziarlo della sua prefazione al testo”.(A.D.F.)

 

 

E’ LA CORRUZIONE POLITICA E NON LA CRESCITA DEMOGRAFICA

LA VERA CAUSA DELLA POVERTA’ NELLE FILIPPINE: COSÌ, I VESCOVI DEL PAESE,

DOPO CHE L’EX PRESIDENTE, RAMOS, HA ACCUSATO IL GOVERNO DI NON OPERARE

 UN CONTROLLO DELLE NASCITE PER “UN INGIUSTIFICATO SERVILISMO

 ALLA CHIESA CATTOLICA”

 

MANILA.= E’ la corruzione politica e non la sovrappopolazione a causare la povertà nelle Filippine: è quanto affermano i vescovi del Paese asiatico, rispondendo indirettamente all’ex presidente filippino, Fidel V. Ramos, che nei giorni scorsi ha accusato il governo attuale di non operare un controllo demografico per “un ingiustificato servilismo alla Chiesa cattolica”. Come riferisce l’agenzia Fides, a un incontro dell’Asian Institute Management, Ramos aveva osservato che la Chiesa consente solo i metodi naturali e che l’attuale popolazione di 87 milioni di persone (di cui l’85% è cattolica), con l’attuale crescita del 2,36% annuo, giungerà a 115,7 milioni nel 2025. Cosa che impedirebbe un effettivo miglioramento dell’economia e delle condizioni di vita. Da parte sua, mons. Oscar V. Cruz, arcivescovo di Lingayen-Dagupan, ha parlato di “certi politici che di nuovo proclamano con alta voce e con forza la loro tesi preferita: la stessa popolazione è responsabile per la povertà del popolo e la miseria della nazione”. Senza nominare Ramos, mons. Cruz ha ricordato che per questi politici “ci sono troppe bocche da sfamare e troppo poco cibo, troppa gente senza lavoro, senza istruzione, senza assistenza medica. Troppi crimini nelle strade, troppi rifiuti, troppo inquinamento nell’aria. La popolazione è sinonimo di disastro. Traduzione: la popolazione è la nemica dello Stato, la causa principale di tutti i problemi sociali”. Una tesi, questa, giudicata “erronea” dal presule, come dimostrano il Giappone, la Cina e Hong Kong, che hanno floride economie pur con una numerosa popolazione; al contrario, l’Africa è meno popolata, ma non è benestante, a conferma che il problema non è l’entità della popolazione. “Il problema – ha concluso mons. Cruz - è, ed è sempre stato, il tipo di governo. Quando i leader politici mentono, imbrogliano e rubano (…), quando i fondi pubblici (…) finiscono in tasche private, tutto questo impoverisce la Nazione e offende il popolo”. (A.D.F.)

 

 

I VESCOVI DI HAITI LANCIANO L’ALLARME PER LE VIOLENZE E I SEQUESTRI

CHE CONTINUANO A MINACCIARE LA SICUREZZA DELLA POPOLAZIONE NEL PAESE

 

PORT-AU-PRINCE. = I vescovi haitiani tornano a lanciare l’allarme sulla drammatica situazione dell’ordine pubblico ad Haiti dove, a più di tre anni anni dall’uscita di scena dell’ex presidente, Bertrand Aristide, violenze e rapimenti sono ancora all’ordine del giorno. Nella loro lettera pastorale per l’Avvento, i presuli si rivolgono in primo luogo alla coscienza degli autori di questi reati, ma non risparmiano critiche al governo di René Laval, succeduto ad Aristide nel febbraio 2004. Dal cambio di governo - affermano – la situazione non è migliorata. Stando ai dati di un’organizzazione locale per i diritti umani, solo quest’anno nell’isola si sono registrati 150 sequestri e più di 700 omicidi. Quello che colpisce di queste violenze, evidenziano i vescovi, è la banalizzazione della vita umana: “Uomini donne e persino bambini sono ridotti a merce. I rapimenti – avvertono – stanno creando un clima di angoscia e terrore. La sfiducia impera e la speranza di un intero popolo è messa a dura prova”. Nel messaggio, viene chiamata in causa anche la decisione dei governi statunitense e canadese di rimpatriare i cittadini haitiani che hanno commesso reati in Canada e negli Stati Uniti. Un appello alle forze politiche haitiane a promuovere il dialogo, lo sviluppo e il bene comune del Paese è giunto anche dalla Commissione Giustizia e Pace, che nei giorni scorsi ha diffuso un rapporto sulle violenze scoppiate durante le elezioni amministrative dello scorso 3 dicembre. Nel rapporto, si parla di un peggioramento della situazione economica nel Paese, evidenziando che il clima di insicurezza generalizzata sta avendo effetti traumatici sulla popolazione. (L.Z.)

 

 

SALVA OGNI ANNO 6 MILIONI DI PICCOLE VITE L’INIZIATIVA DELL’UNICEF

 “OSPEDALE AMICO DEI BAMBINI”, CHE PROMUOVE L’ALLATTAMENTO AL SENO MATERNO INVECE DEL LATTE ARTIFICIALE. IERI, L’ADESIONE DELL’OSPEDALE

SS. BENVENUTO E ROCCO” DI OSIMO, IN PROVINCIA DI ANCONA

 

OSIMO. = Da ieri, anche l’ospedale “SS. Benvenuto e Rocco” di Osimo, in provincia di Ancona, è un “Ospedale Amico dei Bambini”. L’iniziativa, promossa dal 1992 dall’UNICEF e dall’OMS, cerca di fronteggiare il massiccio utilizzo di latte artificiale che si fa negli ospedali del mondo, dannosissimo soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, promuovendo l’allattamento al seno materno. Sono circa 6 milioni le piccole vite salvate ogni anno, applicando le linee guida dell’UNICEF, che prevedono, fra l’altro, una corretta informazione delle madri e del personale ospedaliero e il rifiuto di accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati del latte materno. L’ospedale “SS. Benvenuto e Rocco” di Osimo, che da anni s’impegna per raggiungere questo obiettivo, va ad aggiungersi ad altri 10 ospedali italiani e ai circa 20 mila nel mondo che hanno aderito all’iniziativa. (R.M.)

 

 

ISCRIVERE ALL’ANAGRAFE E A SCUOLA I BAMBINI AFRICANI PER DARE LORO UN FUTURO: CON QUESTO INTENTO, TORNA IL 16 E IL 17 DICEMBRE NELLE PIAZZE “RIGIOCATTOLO”, LA VENDITA DI GIOCATTOLI E LIBRI USATI PROMOSSA

DALLA COMUNITÀ DI S. EGIDIO

 

ROMA. = Sarà dedicata ai bambini africani che non sono ancora iscritti all’anagrafe e a scuola il “Rigiocattolo” 2006, l’iniziativa promossa da diversi anni dalla Comunità di S. Egidio per evitare sprechi e proteggere la natura. Come riferisce l’agenzia SIR, il 16 e 17 dicembre, nelle piazze di Milano, Roma, Napoli, Novara, ma anche di Barcellona, Madrid, Liegi, Gladback, sarà possibile acquistare giocattoli e libri usati, raccolti e risistemati durante l’anno, per sostenere un programma di iscrizione scolastica e anagrafica per bambini nelle maggiori città dell’Africa. “La mancata iscrizione all’anagrafe – spiega la Comunità di S.Egidio – è una prassi purtroppo molto diffusa in tanti Paesi africani e ciò espone i bambini a gravi problemi di ordine sociale ed educativo. Un bambino non iscritto non esiste e quasi certamente non andrà a scuola, non avrà assistenza sanitaria e rischia di diventare un bambino soldato o di entrare nel circuito della vendita degli organi”. (R.M.)

 

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24 ORE NEL MONDO

13 dicembre 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

        

In Iraq, almeno 11 persone sono rimaste uccise per la deflagrazione di un ordigno in un mercato di Baghdad. Sempre nella capitale, 5 civili sono morti in seguito alla contemporanea esplosione di due bombe. Nel nord del Paese, due kamikaze si sono poi lanciati con due camion-bomba contro una base militare, uccidendo 9 soldati iracheni. Il portavoce della Casa Bianca, Tony Snow, ha riferito intanto che l’amministrazione americana non comunicherà nessun eventuale cambio di strategia in Iraq prima del prossimo anno. Il portavoce ha anche aggiunto che il presidente statunitense, George Bush, impegnato in questi giorni in consultazioni con esperti politici e militari, ha bisogno di più tempo per prendere una decisione.

 

Nei Territori Palestinesi, si inaspriscono le tensioni fra il movimento islamico Hamas, al governo, e Fatah, partito del presidente palestinese, Abu Mazen. L’ultimo episodio risale a questa mattina, quando uomini armati non identificati hanno assassinato nella Striscia di Gaza  un comandante militare di Hamas. Il gruppo radicale ha affermato, in un comunicato, che l’uomo è stato ucciso da uomini di Fatah. Il partito del presidente Abu Mazen ha respinto ogni accusa e sollecitato l’apertura di un’inchiesta.

 

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso il proprio “appoggio senza riserve” al governo libanese del premier Fuad Siniora. Il Consiglio ha chiesto che le istituzioni democratiche del Libano vengano pienamente rispettate e ha condannato “tutte le azioni miranti a destabilizzare il Paese”. La Tanzania ha reso noto, intanto, che invierà propri soldati in Libano per rinforzare l’UNIFIL, la forza di interposizione dell’ONU nel Paese dei cedri che da febbraio passerà sotto il comando italiano.

 

Il governo dell’Iran ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di “adottare misure rapide e adeguate contro la minaccia” rappresentata, a suo parere, da Israele. La richiesta arriva dopo un’intervista rilasciata, nei giorni scorsi, dal premier israeliano, Ehud Olmert, nella quale il primo ministro dichiara, secondo fonti iraniane, che lo Stato ebraico possiede armi nucleari. Il premier ha subito respinto questa versione e ha aggiunto che Israele “non sarà il primo Paese ad introdurre armi nucleari in Medio Oriente”. Lo Stato ebraico accusa inoltre l’Iran di volere costruire ordigni atomici. La questione del programma nucleare iraniano è attualmente all’esame del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

 

In Cile, migliaia di persone hanno partecipato ieri, a Santiago, ai funerali dell’ex presidente Augusto Pinochet. Sempre ieri, altre mille persone hanno reso omaggio nella capitale cilena all’ex capo di Stato socialista, Salvador Allende, rovesciato dal golpe militare del 1973. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Una giornata agitata, che ha ravvivato le tensioni che il Cile si porta dietro da oltre trent’anni, ha segnato i funerali organizzati a Santiago per rendere omaggio all’ex generale, Augusto Pinochet. Senza autorizzazione governativa, per dare all’evento un rango di Stato, a Pinochet sono stati resi gli onori previsti per i comandanti dell’esercito, anche se a più riprese, durante la cerimonia funebre, le sue responsabilità alla guida del Paese sono state rivendicate da parenti e da amici. Un nipote che porta il suo nome e cognome, in servizio con il grado di capitano, è giunto perfino a giustificare l’uso della violenza armata contro l’allora presidente, Salvatore Allende. Nelle 24 ore in cui la sua salma è stata esposta nella camera ardente, fra 50 e 60 mila persone gli hanno reso l’estremo saluto, fra canti nazionalisti e slogan ostili al marxismo. Il clima è rimasto teso anche per la presenza al rito del ministro della Difesa, Vivianne Blanlot, nonostante la famiglia si fosse detta contraria alla presenza di membri del governo nel patio della scuola militare. In serata, con la partenza dei resti di Pinochet per il cimitero di Concon, dov’era prevista la sua cremazione, gli animi si sono calmati anche se il giudizio sull’uomo è destinato a dividere ancora i cileni.

 

Dall’America latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana

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Le autorità dello Zimbabwe hanno fatto sapere di non avere intenzione di concedere l’estradizione per Mengistu Haile Mariam, ex-leader etiope condannato ieri per genocidio da una corte di Addis Abeba. Il governo di Harare, che ha concesso a Mengistu lo status di rifugiato, ha fatto sapere che non modificherà la propria posizione dopo la sentenza di ieri. Mengistu, capo della giunta comunista del Derg dal 1977 al 1991, è ritenuto responsabile della tortura e della morte di migliaia di civili. Fuggito dal Paese nel 1991, l’ex-leader si trova ad Harare, dove è protetto da un'unità speciale della polizia dello Zimbabwe.

 

Il procuratore generale della Corte penale internazionale dell’Aja, Luis Moreno Ocampo, ha reso noto che, dopo due anni di investigazioni, il suo team sta per emettere alcuni mandati di arresto nei confronti di responsabili dei crimini commessi in Darfur. Nella regione occidentale del Sudan sono state uccise, negli ultimi tre anni, almeno 300 mila persone.

 

Il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, ha ufficialmente chiesto, in occasione della visita ad Algeri del premier spagnolo Jose Luis Zapatero, il sostegno della Spagna per risolvere l’annosa questione del Sahara occidentale. Questa regione attende uno status definitivo dal 1991, anno del cessate-il-fuoco tra l’esercito marocchino e i ribelli del Fronte Polisario. L’Algeria è favorevole ad un referendum sull’autodeterminazione nel Sahara occidentale. Il governo marocchino è invece contrario ad un referendum ma è disposto a concedere un’ampia autonomia.

 

Stanno bene i quattro ostaggi, tre italiani e un libanese, rapiti giovedì scorso nel sud della Nigeria da ribelli del sedicente “Movimento per l’Emanci-pazione del Delta del Niger”. I sequestratori hanno chiesto, all’indomani del rapimento, il rilascio di diverse persone detenute in Nigeria ed il pagamento di risarcimenti da parte delle compagnie petrolifere operanti nella regione.

 

L’esecutivo dello Sri Lanka ha chiesto al Comitato internazionale della Croce Rossa di assicurare un corridoio umanitario per almeno 35 mila civili rimasti intrappolati nella parte nord orientale del Paese, teatro di continui scontri tra ribelli Tamil e soldati governativi. Il governo dello Sri Lanka ha nuovamente chiuso, dopo una recente temporanea apertura, l’autostrada tra l’area nord orientale ed il resto del Paese per evitare il trasferimento di combattenti ed il rifornimento di armi ai guerriglieri Tamil. I ribelli accusano, inoltre, l’esecutivo srilankese di ostacolare la fuga dei civili dalla regione. Il conflitto tra insorti ed esercito ha provocato, a partire dal 1972, almeno 60 mila morti.

 

Nei prossimi 25 anni, il 70 per cento della popolazione asiatica vivrà in città e questo provocherà un aumento della povertà ed un maggiore degrado delle zone urbane. E’ quanto emerge da un libro intitolato “Urbanizzazione e viabilità in Asia” della Banca asiatica di sviluppo. Ogni anno – si legge nel libro - 44 milioni di asiatici si trasferiscono in città. La mancanza di strutture urbane idonee e uno sviluppo non adeguato delle città – avverte la Banca asiatica di sviluppo – possono alimentare nuovi flagelli quali la povertà e l’insicurezza.

 

In Cina 150 milioni di studenti residenti nelle province rurali saranno esentati dal pagamento di tasse scolastiche. Il Ministero dell’educazione ha annunciato che il piano, in vigore dal prossimo anno, riguarderà i nove anni della scuola dell’obbligo e permetterà risparmi consistenti alle famiglie più povere.

 

In Italia, è sempre più acceso il dibattito sul caso di Piero Welby, il malato di distrofia muscolare che ha chiesto di staccare la spina delle macchine che gli permettono di vivere.  I medici hanno riferito che “le condizioni di salute sono peggiorate rispetto all’ultimo controllo”. Sul versante legale, il giudice del Tribunale civile di Roma si è riservata ieri di decidere sul ricorso con il quale l’uomo ha chiesto che sia interrotta la terapia medica alla quale è sottoposto. Entro una settimana verrà resa nota la decisione. Uno dei due medici che lo segue si è opposto al ricorso presentato dallo stesso paziente, chiedendone il rigetto.

 

 

 

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