RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 340 - Testo della trasmissione di mercoledì 6 dicembre 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’udienza generale Benedetto XVI esprime la propria gratitudine a Dio  per gli esiti del viaggio apostolico in Turchia. Intervista con il cardinale Paul Poupard

 

Martedì 12 dicembre la presentazione del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace 2007 sul tema: “Persona umana: cuore della pace

 

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Varsavia presentata dal cardinale Józef Glemp. Gli succede mons. Stanisław Wojciech Wielgus, finora vescovo di Płock

 

Mons. Mamberti all’OSCE: religioni in pericolo se non sono riconosciute e sono vittime di stereotipi e pregiudizi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Nuovi combattimenti nel Darfur: l’ONU chiede la fine immediata delle violenze. Il commento di padre Carmine Curci

 

La prossima adesione all’UE di Bulgaria e Romania al centro del rapporto annuale della Società geografica italiana: ce ne parla Tullio D’Aponte

 

Un male oscuro che coinvolge milioni di persone: l’anoressia, prima causa di morte tra le malattie psichiatriche. Con noi Fabiola De Clerq e Maria Grazia Rubeo

 

CHIESA E SOCIETA’:

Rinnovata ieri in Bolivia la Convenzione fra Stato e Chiesa cattolica sul sistema educativo privato

 

Per i vescovi spagnoli non sono state ancora superate le difficoltà fra Stato e Chiesa sull’insegnamento della religione nelle scuole

 

Filippine: nuovo appello della Croce Rossa: per far fronte ai danni provocati dal tifone Durian potrebbero essere necessari anni

 

Nuovi missionari in partenza dalla Spagna per l’evangelizzazione nei territori di missione

 

In corso a Città del Capo, in Sudafrica, la 19.ma Convention mondiale sul diabete

 

Apre a Roma, nel quartiere di Trastevere la nuova dimora per i senzatetto, voluta dalla Comunità di Sant’Egidio, per far fronte al freddo invernale

 

24 ORE NEL MONDO:

Negli Stati Uniti si discute per un cambio di strategia in Iraq. Rapito a Mosul un responsabile della locale comunità cristiana

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 dicembre 2006

 

LA GRATITUDINE A DIO DI BENEDETTO XVI PER GLI ESITI

DEL VIAGGIO APOSTOLICO IN TURCHIA. ALL’UDIENZA GENERALE,

 IL PAPA HA DEFINITO UNA “NUOVA PENTECOSTE” L’ESPERIENZA VISSUTA

CON LE CHIESE ORTODOSSE E HA RIBADITO LA NECESSITA’

CHE IN TURCHIA SIA GARANTITA L’EFFETTIVA LIBERTA’ DI CULTO

A CITTADINI E COMUNITA’ RELIGIOSE

- Intervista con il cardinale Paul Poupard -

 

L’udienza generale di questa mattina, come preannunciato all’Angelus di domenica scorsa, è stata dedicata da Benedetto XVI al racconto dei momenti salienti che hanno caratterizzato il suo recente viaggio in Turchia. Prima di condividerne le impressioni con le persone radunate in Aula Paolo VI, il Papa ha incontrato nella Basilica di San Pietro migliaia di fedeli italiani, in particolare quelli delle diocesi del Lazio, guidati dai loro vescovi in visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

**********

Un viaggio apostolico giocato su tre livelli, “non facile sotto diversi aspetti” ma “accompagnato da Dio fin dal suo inizio” e alla fine arricchito da fondamentali momenti di fraternità ecumenica e di dialogo con l’islam. Benedetto XVI ha spiegato con un’immagine la particolare “geometria” del viaggio apostolico in Turchia, una visita svoltasi, ha detto, secondo quei tre “cerchi concentrici” che caratterizzano il ministero di un Papa: la conferma nella fede della comunità cattolica al cerchio più interno, il dialogo con gli altri cristiani nel cerchio intermedio, l’incontro con i non cristiani al più esterno. E da questo cerchio, dal confronto con l’islam, Benedetto XVI è partito con le sue personali valutazioni. Ribadendo la propria stima per le autorità turche, per la “cordialità” e la “simpatia” dimostrategli dalla popolazione, il Papa è andato al cuore di una delle questioni affrontate durante il viaggio - quella “dell’effettiva libertà di culto” da garantire a cittadini e comunità religiose - che proprio la Turchia, con la laicità dello Stato garantita per Costituzione, fa risaltare in modo paradigmatico:

 

“E’ dunque un Paese emblematico in riferimento alla grande sfida che si gioca oggi a livello mondiale: da una parte, cioè, occorre riscoprire la realtà di Dio e la rilevanza pubblica della fede religiosa, e dall’altra assicurare che l’espressione di tale fede sia libera, priva di degenerazioni fondamentaliste, capace di ripudiare fermamente ogni forma di violenza”.

 

Tra gli appuntamenti, densi, di quei giorni, Benedetto XVI ha definito provvidenziale, anche perché inizialmente non preventivato, quello trascorso alla Moschea Blu di Istanbul, uno dei centri più celebri della religione musulmana:

 

“Sostando qualche minuto in raccoglimento in quel luogo di preghiera, mi sono rivolto all’unico Signore del cielo e della terra, Padre misericordioso dell’intera umanità. Possano tutti i credenti riconoscersi sue creature e dare testimonianza di vera fraternità”.

 

Anche le vicende che hanno interessato il cerchio intermedio hanno fatto risaltare l’importanza del viaggio in Turchia. In rapida successione, il Papa ha rammentato le immagini dei suoi incontri con i capi delle Chiese ortodosse, suggellati dall’abbraccio di pace scambiato a Istanbul con il Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I, nel giorno della festa di Sant’Andrea:

 

“Sulle orme di Paolo VI, che incontrò il Patriarca Atenagora, e di Giovanni Paolo II, che fu accolto dal successore di Atenagora, Dimitrios I, ho rinnovato con Sua Santità Bartolomeo I questo gesto di grande valore simbolico, per confermare l’impegno reciproco di proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici ed ortodossi”.

        

“A sancire tale fermo proposito ho sottoscritto insieme con il Patriarca Ecumenico una Dichiarazione Congiunta, che costituisce un’ulteriore tappa in questo cammino”, ha affermato il Papa, che pensando alla presenza dei Patriarchi ortodossi alla Messa conclusiva del viaggio, nella Cattedrale dello Spirito Santo a Istanbul, ha soggiunto: “Abbiamo vissuto l’esperienza di una rinnovata Pentecoste”. Della liturgia eucaristica finale e più ancora della Messa celebrata a Efeso, nel gradino antistante il Santuario della Casa di Maria Madre  – ovvero, i momenti del viaggio dedicati al cerchio più interno – Benedetto XVI ha ricordato soprattutto la semplicità del piccolo e antichissimo centro di culto mariano:”Presso la ‘Casa di Maria’ – ha detto - ci siamo sentiti davvero ‘a casa’”.

 

Nel tornare in Vaticano, il Papa ha affidato a Dio i frutti del viaggio apostolico, levando una preghiera e insieme un auspicio che ne riassumono il senso:

 

“Aiuti Iddio onnipotente e misericordioso il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni, a costruire insieme un futuro di pace, sì che la Turchia possa essere un ‘ponte’ di amicizia e di fraterna collaborazione fra l’Occidente e l’Oriente. Preghiamo inoltre perché, per intercessione di Maria Santissima, lo Spirito Santo renda fecondo questo viaggio apostolico, e animi nel mondo intero la missione della Chiesa, istituita da Cristo per annunciare a tutti i popoli il vangelo della verità, della pace e dell’amore”.

 

Prima di rivolgersi ai fedeli nell’Aula Paolo VI, Benedetto XVI, verso le 10.30, aveva salutato brevemente i numerosi gruppi di fedeli italiani radunatisi nella Basilica di San Pietro. Rivolgendosi in particolare a quelli delle diocesi del Lazio – i cui vescovi sono in questi giorni impegnati nella visita ad Limina – il Papa li ha incoraggiati “ad approfondire sempre di più” la vita di fede, “tenendo ben presenti gli orientamenti emersi dal recente incontro della Chiesa Italiana a Verona”. “Una coraggiosa azione evangelizzatrice, ne siamo certi, susciterà – ha concluso - l’auspicato rinnovamento dell’impegno dei cattolici nella società, anche nel Lazio. Compito primario dell’evangelizzazione è indicare in Cristo Gesù il Salvatore di ogni uomo. Non stancatevi di affidarvi a Lui e di annunciarlo con la vostra vita in famiglia e in ogni ambiente. È questo che gli uomini anche oggi attendono dalla Chiesa”.

**********

 

Nel suo viaggio apostolico in Turchia, il Papa è stato accompagnato anche dal cardinale Paul Poupard, nella sua veste di presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Giovanni Peduto gli ha chiesto le sue impressioni sulla visita:

 

**********

R. – E’ stato per me un privilegio e una gioia accompagnare il Papa in questo viaggio, un viaggio descritto da tutti i mezzi di comunicazione sociale nel mondo come difficile. Dal primo momento, quando siamo saliti sull’aereo, ci siamo trovati con un Santo Padre sereno. Il suo volto già rifletteva questa semplicità di cuore e di amore. Ha saputo partecipare al tutto in modo stupendo ed è stato dal primo momento fino all’ultimo un viaggio di serenità, di pace e – aggiungerei anche – di pacificazione.

 

D. – Eminenza, per quanto riguarda più specificatamente il dialogo interreligioso, secondo lei quali frutti ha portato questo viaggio?

 

R. – Il frutto essenziale è stata la fiducia. Come lei sa, in ogni dialogo si possono scambiare diverse parole, ma se non c’è la fiducia e il rispetto reciproco questo non può portare frutti. Sappiamo tutti qual era il terreno sul quale ha avuto luogo il viaggio. E’ stato importante, prima di tutto, il fatto – che non era affatto scontato per il Papa – di andare proprio alla presidenza per gli Affari Religiosi. E’ stato un segno forte. Io ho avuto il privilegio di partecipare a questa conversazione del Papa con il presidente per gli Affari Religiosi. Sono stato toccato dalla cordialità, con il quale si è espresso il Santo Padre, che è stato a sua volta cordialmente accolto dal suo interlocutore e da tutti i presenti. Ripeto, dunque, che il frutto essenziale - e ne sono testimonianza tutti i messaggi che mi pervengono anche dal mondo musulmano – è stata questa accoglienza cordiale reciproca e di questo rendo grazie al Signore.

**********  

 

 

MARTEDI’ 12 DICEMBRE LA PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL PAPA

PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2007 SUL TEMA:

PERSONA UMANA: CUORE DELLA PACE

 

Martedì prossimo 12 dicembre sarà presentato nella Sala Stampa vaticana, alle 11.30, il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace 2007 sul tema: “Persona umana: cuore della pace. Interverranno alla conferenza stampa il cardinale Renato Raffaele Martino e mons. Giampaolo Crepaldi, rispettivamente  presidente e segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Benedetto XVI per il Messaggio dell’anno scorso aveva scelto come tema “Nella verità, la pace”.

 

 

IL PAPA HA ACCETTATO LA RINUNCIA AL GOVERNO PASTORALE

DELL’ARCIDIOCESI DI VARSAVIA PRESENTATA DAL CARDINALE JÓZEF GLEMP,

PER RAGGIUNTI LIMITI DI ETÀ. GLI SUCCEDE MONS. STANISŁAW WOJCIECH WIELGUS, FINORA VESCOVO DI PŁOCK

 

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Varsavia presentata dal cardinale Józef Glemp, per raggiunti limiti di età. Il porporato compirà 77 anni il prossimo 18 dicembre. Come nuovo arcivescovo metropolita di Varsavia il Papa ha nominato mons. Stanisław Wojciech Wielgus, 67 anni, finora vescovo di Płock. Mons. Wielgus è stato ordinato sacerdote a 23 anni. E’ stato rettore dell’Università Cattolica di Lublino: suoi ambiti di specializzazione sono la storia della filosofia medioevale e la storia della filosofia in Polonia. Consacrato vescovo nel 1999, è presidente, per parte ecclesiastica, della “Commissione Congiunta dei Rappresentanti del Governo e della Conferenza Episcopale polacca” e presidente del “Consiglio Scientifico” che si occupa della istituzioni accademiche ecclesiastiche. È Consultore della Congregazione per l’Educazione Cattolica. Il Papa, in una Lettera in latino inviata nell’occasione al Cardinale Józef Glemp, informa il porporato che conserverà il titolo di Primate di Polonia fino all'ottantesimo anno di età. Benedetto XVI esprime quindi il suo apprezzamento per l’opera svolta dal cardinale Glemp per molti anni “con sollecitudine instancabile” in favore dell’arcidiocesi di Varsavia e “con grande affetto” gli impartisce l’apostolica benedizione.

 

 

NOMINE E CREAZIONE DI DIOCESI

 

In Brasile, Benedetto XVI ha eretto la diocesi di São José dos Pinhais con territorio risultante dalla ripartizione dall’arcidiocesi di Curitiba, rendendola suffraganea della medesima Chiesa metropolitana. Come primo Vescovo di São José dos Pinhais, il Papa ha nominato mons. Ladislau Biernaski, dei Padri Lazzaristi, finora ausiliare di Curitiba. Settant’anni, originario dello Stato del Paraná, il presule ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso lo Studium Theologicum dei Padri Claretiani. Ordinato sacerdote, ha studiato a Parigi ottenendo la licenza in Filosofia presso l’Institut Catholic. Rientrato in patria, è stato tra l’altro professore e rettore del seminario della sua Congregazione a Curitiba, provinciale e membro del Consiglio presbiterale dell’arcidiocesi. Il 27 maggio 1979 è stato ordinato vescovo da Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro. La nuova diocesi si estende per 7 mila Kmq., conta 650 mila abitanti, dei quali 500 mila cattolici. Le parrocchie sono 31, i sacerdoti 58, 15 i seminaristi e 45 le religiose.

 

Il Pontefice ha nominato membri ordinari della Pontificia Accademia per la Vita l’ausiliare e vicario generale dell'Arcidiocesi di Kinshasa Daniel Nlandu Mayi (Repubblica Democratica del Congo), oltre al prof. John Haas (U.S.A.), al prof. Alejandro César Serani Merlo (Cile) e alla prof.ssa Mónica López Barahona (Spagna).

 

 

MONS. MAMBERTI ALL’OSCE: RELIGIONI IN PERICOLO SE NON SONO RICONOSCIUTE

 E SONO VITTIME DI STEREOTIPI E PREGIUDIZI

- A cura di Sergio Centofanti -

 

“Tutte le religioni sono in pericolo quando  una di esse è vittima di stereotipi e pregiudizi”. E’ quanto ha affermato mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, nel suo primo intervento al Consiglio ministeriale dell’OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che si è concluso ieri a Bruxelles. L’OSCE, lo ricordiamo, è un organismo cui partecipano 56 Stati: tutti i Paesi europei, più gli Stati Uniti, il Canada, le otto repubbliche asiatiche ex sovietiche e la Turchia.

 

Mons. Mamberti ha sottolineato come nell’attuale mondo che cambia siano sempre più necessari il dialogo e la tolleranza: per questo – ha detto – “tutte le religioni sono in pericolo finchè non sono riconosciute o si relativizzano le intolleranze subite da una di esse”. In questo senso – ha aggiunto – “non si può dimenticare che nella zona dell’OSCE un sacerdote cattolico è stato assassinato e che dei cristiani sono stati vittime di violenze o aggressioni”. “Come possono le religioni promuovere il rispetto e la comprensione con autorità ed efficacia – si è chiesto – se esse stesse sono vittime di stereotipi e pregiudizi?”. Occorre dunque evitare ogni forma di disprezzo delle religioni – ha affermato mons. Mamberti che, citando un discorso di Benedetto XVI in Turchia - ha detto che “il riconoscimento del ruolo  positivo che svolgono le religioni in seno al corpo sociale può e deve spingere le nostre società ad approfondire sempre di più la loro conoscenza dell’uomo e a rispettarne sempre meglio la dignità”.

 

Il presule ha quindi invitato l’OSCE a dare risposte efficaci alla minaccia del terrorismo e ai problemi delle migrazioni e della sicurezza energetica che sono causa di ingiustizie economiche e sociali. Ha esortato a “intensificare la lotta contro la tratta delle persone, con un approccio che si focalizzi sulle vittime”. “Attenzione speciale” – ha detto – merita anche “la piaga dello sfruttamento sessuale dei bambini, che è spesso legato alla tratta delle persone”. Mons. Mamberti auspica un rafforzamento della cooperazione tra i Paesi dell’OSCE per la piena realizzazione di un’area di pace e di stabilità. Con una precisazione: “per avere delle democrazie ‘efficaci’, è necessario un multilateralismo efficace”.

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Servizio vaticano - All'udienza generale Benedetto XVI ripercorre le diverse tappe dello storico pellegrinaggio compiuto in Turchia dal 28 novembre al 1° dicembre.

 

Servizio estero - Anticipazioni dell'atteso rapporto dell' "Iraqi Study Group": tra le raccomandazioni, le truppe Usa evitino le operazioni di combattimento.  

 

Servizio culturale - Un articolo di Gaetano Vallini dal titolo "Una delicata missione affrontata con sofferenza e dedizione": il volume di Monica Maria Biffi "Il cavalletto per la tortura Cesare Orsenigo, ambasciatore del Papa nella Germania di Hitler". 

 

Servizio italiano - In rilievo il tema della finanziaria.

 

=======ooo=======

 

 

RADIO VATICANA

Radiogiornale

 

OGGI IN PRIMO PIANO

6 dicembre 2006

 

 

L’ONU CHIEDE LA FINE DELLE VIOLENZE IN DARFUR E L’AVVIO DI NEGOZIATI

- Intervista con padre Carmine Curci -

        

L’ONU stringe i tempi per interrompere la drammatica spirale di violenza che dal 2003 ha provocato oltre 200 mila vittime in Darfur, la martoriata regione del Sudan occidentale. Il responsabile delle operazioni di “peace-keeping” delle Nazioni Unite, Jean Marie Guehenno, ha chiesto un immediato cessate-il-fuoco e l’avvio di negoziati, prima che i caschi blu possano garantire la sicurezza nella regione, insieme con la forza dell’Unione Africana, che già vi opera. Sulla possibilità concreta di realizzare questa tregua, sentiamo padre Carmine Curci, direttore della rivista dei Missionari Comboniani “Nigrizia”, intervistato telefonicamente da Giancarlo La Vella:

 

**********

R. – In questo momento, è difficile che ci possa essere un cessate-il-fuoco perché le milizie janjaweed, appoggiate dal governo centrale di Khartoum, stanno lentamente prendendo sempre più possesso del territorio. Dobbiamo anche dire che le forze dell’Unione Africana, che sono 7 mila persone, non hanno né la forza di fuoco, né la volontà politica di contrastare le forze dei janjaweed. Per cui, l’affermazione di Jean-Marie Guehenno sono solo affermazioni retoriche che nella pratica non hanno alcun senso, oggi.

 

D. – Per quale motivo il governo di Khartoum ha rifiutato la presenza di una forza internazionale di pace nella regione?

 

R. – Innanzitutto, perché vuole affermare sempre più la sua forza all’interno del Darfur. Teniamo presente che stanno sempre più andando compagnie petrolifere per fare sopralluoghi per vedere il petrolio che è presente. Vorrei anche aggiungere che il conflitto in Darfur, ormai, oltre ad essersi esteso in Ciad, si è esteso anche in Centrafrica, per cui la situazione sta diventando preoccupante. E’ evidente che se si vuole una pace in Darfur bisogna interessare anche il Ciad e il Centrafrica. Noi lo sapevamo! Parliamo di centinaia di migliaia di profughi che ancora si muoveranno da una parte all’altra; l’ONU ha già richiamato i suoi rappresentanti umanitari, e questo significa che non ci sarà un controllo sul posto da parte della Comunità internazionale.

 

D. – L’esiguo numero di missionari che c’è in Sudan come sta vivendo questa situazione?

 

R. – Noi abbiamo esattamente a el Fasher una comunità di comboniani; le notizie che noi riceviamo sono veramente drammatiche. Una lettera diceva: “Noi condividiamo, diamo speranza, ma è dura vivere in queste condizioni”. E’ importante sottolineare che quel poco che hanno, lo danno senza distinzioni a cristiani e musulmani, perché la presenza comboniana vuole essere un segno di condivisione. Sono più di 30 anni che siamo presenti qui.

**********

 

 

RISVOLTI GEOPOLITICI E GEOECONOMICI DELLA ORMAI PROSSIMA ADESIONE ALL’UE

DI BULGARIA E ROMANIA: AL CENTRO DEL RAPPORTO ANNUALE

DELLA SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA PRESENTATO IERI AL SENATO

- Con noi Tullio D’Aponte -

              

Il 1° gennaio 2007 il confine orientale dell’Unione Europea raggiungerà il Mar Nero: con l’adesione di Bulgaria e Romania. Si tratta di una nuova tappa dell’allargamento che avrà risvolti geopolitici e geoeconomici significativi. Li spiega e riassume l’annuale rapporto che la Società Geografica Italiana ha presentato ieri al Senato, con la partecipazione, oltre che del presidente della Società stessa, Franco Salvatori, del vice premier Francesco Rutelli e del senatore Marcello Pera. Il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

Una crescita territoriale di circa 350mila chilometri quadrati e un incremento di popolazione che porta l’Unione, con 27 Paesi membri, molto vicina ai 500 milioni di abitanti. Dati di fatto, intorno ai quali si discute: tra il bisogno di chiarezza di identità, ricordato dal senatore Pera, e la consapevolezza della grandezza del progetto europeo di pace, sviluppo e di equilibrio nelle relazioni internazionali, sottolineato dal vice premier Rutelli. La ricerca, tra tabelle, cartine e schede di approfondimento, porta alla luce altri dati concreti: i Paesi che lasciano intravedere maggiori possibilità di sviluppo sono i nuovi partner dell’ampliamento più recente, come spiega il curatore del rapporto Tullio D’Aponte:

 

“Se mi confronto con quelle che sono state le esperienze recenti, vedo l’impulso che la partecipazione all’Unione Europea ha dato al sistema produttivo dei diversi Paesi in termini di propulsione della ricerca, di atteggiamenti innovativi nei confronti della finanza, dei mercati vasti. Ritengo che l’allargamento sempre più ampio fornirà occasioni e stimoli che porteranno l’industria europea, l’industria moderna a conquistare spazi sempre più significativi per la competizione globale”.

 

E c’è poi l’evidente valenza geopolitica ancora prima che geoeconomica dell’ingresso di Bulgaria e Romania. Ancora Tullio D’Aponte:

 

“E’ la saldatura estrema ad Est ed è la saldatura sull’area del Mar Caspio. Parliamo del grande, nuovo serbatoio energetico che la Federazione russa mette sul piatto della bilancia per contrastare le tendenze centrifughe che sono intervenute dopo la scissione, dopo la caduta dell’impero sovietico. Ora, questo elemento - per qualcuno attraverso il ricatto, per altri attraverso il mezzo energetico – riesce a ricompattare e a restituire potere contrattuale alla Federazione russa stessa. Bulgaria e Romania sono il confine estremo, il limes attraverso il quale passa questo grosso flusso energetico, sia di gas sia di petrolio, che poi si dirige verso la Turchia – e quindi qui si apre nuovamente il capitolo della necessarietà del raccordo di un’Europa più ampia con la Turchia  e dall’altro un interesse di bilanciamento per quelle che sono le attenzioni americane verso i Paesi della nuova indipendenza nell’area caspica –. Allora si capisce che l’adesione all’UE ha valenza geopolitica: questa capacità dell’Europa di essere interlocutore e contemporaneamente un mediatore sul piano dell’energia, o mediatore tra Est ed Ovest, ha una rilevanza di grande significato contemporaneista”.

**********

.

 

UN MALE OSCURO CHE COINVOLGE MILIONI DI PERSONE:

L’ANORESSIA, PRIMA CAUSA DI MORTE TRA LE MALATTIE PSICHIATRICHE

- Interviste con Fabiola De Clerq e Maria Grazia Rubeo -

 

Una muta richiesta di aiuto che può portare alla morte. Questa è l’anoressia e lo sono in generale tutti i disturbi dell’alimentazione come anche la bulimia. Si parla di vero e proprio allarme sociale, che riguarda soprattutto le adolescenti, spesso vittime di modelli distorti contrabbandati da moda, televisione e internet. Il servizio di Francesca Sabatinelli:

 

**********

Anni di digiuni o di grandi mangiate, comunque sia, anni di buio e sofferenza, perché anoressia e bulimia a questo portano. Sotto accusa oggi le passerelle, la tristemente famosa taglia 38, ma anche internet, sono quasi 300 mila i siti che arrivano ad esaltare queste patologie. Le modelle sono il caso più visibile ed eclatante, ma in Italia sono oltre due milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari, tra i 12 e i 25 anni, di tutte le fasce sociali, per lo più donne, ma è in aumento anche il dato maschile.

 

L’anoressia è la prima causa di morte tra le malattie psichiatriche. Ma combattere gli stereotipi delle modelle filiformi non basta, sono i disturbi della sfera affettiva che generano in molti casi i problemi dell’alimentazione. Fabiola De Clerq è la fondatrice dell’ABA, Associazione bulimia-anoressia, nonché autrice di diversi libri sull’argomento, per molti anni ha sofferto di anoressia:

 

“L’anoressica normale non mette in parole il suo disagio, utilizza il suo corpo per dire quello che non ha ricevuto in termini di amore, molto banalmente. Sono guarita, perché ho intrapreso un percorso psicoterapico, soprattutto staccandomi dall’ossessione continua del cibo, che per 20 anni ha abitato le mie giornate, le mie notti. Il cibo è l’unico interlocutore affidabile che un soggetto sofferente di questa patologia può pensare di avere accanto: non giudica, non abbandona e non tradisce”.

 

Se nell’anoressia i segni sono evidenti, non così è per la bulimia, ma le conseguenze sono gravissime comunque. Il rischio è legato anche alle diete. Maria Grazia Rubeo, psichiatra, psicoterapeuta è responsabile dell’unità operativa del Lazio dell’AIDAP, Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso:


“Le persone che sono a dieta ferrea sviluppano un tipo di mentalità ‘o tutto o niente’, che può nel tempo innescare il circolo vizioso di abbuffate e dieta ferrea, di abbuffate e vomito autoindotto, che è quello tipico della bulimia nervosa. Il 50 per cento delle persone che si fanno curare risolvono il loro problema; il 25 per cento migliora; il 20 per cento cronicizza; il 5 per cento muore per le complicanze fisiche della denutrizione o sfiora il suicidio, che è molto frequente nelle persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione”.

 

800165616 è il numero verde dell’ABA, una delle tante realtà che cercano di aiutare e sostenere pazienti e famiglie in un lungo e difficile cammino verso la guarigione fisica e soprattutto mentale. Ancora Fabiola De Clerq:

 

“Si guarisce e come! Mi rivolgo alle famiglie che spesso girano la testa altrove, sperando che le figlie ritornino a mangiare e a funzionare. Ricominciare a mangiare è una parte del problema, ma non è l’unico”.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

6 dicembre 2006

 

 

RINNOVATA IERI IN BOLIVIA LA CONVENZIONE FRA STATO E CHIESA CATTOLICA

SUL SISTEMA EDUCATIVO PRIVATO E LE SCUOLE PARIFICATE

 

LA PAZ. = Il presidente della Bolivia, Evo Morales, e l’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, il cardinale Julio Terrazas, hanno firmato ieri il rinnovo del “Convenio educativo” che garantisce il funzionamento delle scuole parificate sotto la guida e l’amministrazione della Conferenza episcopale. La stampa locale, nonché il sito dell’episcopato, riferiscono che il governo si è impegnato, ancora una volta, a far inserire nel testo della nuova Carta costituzionale (in elaborazione dal 6 agosto presso l’Assemblea costituente) le adeguate garanzie per il buon funzionamento delle scuole e dei licei parificati e del sistema educativo privato. Mentre il presidente Morales ha dichiarato che quest’atto smentisce quanti periodicamente annunciano che il suo governo si propone di porre fine all’insegnamento privato, il cardinale Terrazas ha sottolineato che questa firma darà tranquillità a migliaia di docenti e studenti. In Bolivia le “escuelas y liceos de convenio” (parificate) sono circa 1.500, tutte costruite con il sostegno della Chiesa cattolica che le amministra, mentre è lo Stato che provvede al pagamento degli stipendi di maestri e insegnanti. Intanto i lavori dell’Assemblea costituente sono stati sospesi in attesa di un accordo sul sistema di voto per l’approvazione della nuova Carta costituzionale. Il presidente Evo Morales, che nelle ultime settimane ha adottato un tono conciliante nei riguardi dell’opposizione, ha convinto i costituenti del suo partito (Movimiento al Socialismo, Mas) ad aprire un dialogo con gli esponenti degli altri partiti. Il Mas e l’opposizione non sembrano però molto disposti ad attenuare le critiche reciproche e ad entrare nel clima conciliante proposto dal governo. Come aveva sempre sostenuto Morales, i costituenti del Mas affermano che la maggioranza di due terzi per l’approvazione degli articoli della nuova Costituzione costituisce un freno ai lavori e chiedono che si passi alla maggioranza semplice, più agile e “più democratica”. L’opposizione esige invece il rispetto della Costituzione vigente che prevede una maggioranza di due terzi. Nel frattempo prosegue lo sciopero della fame contro il governo Morales portato avanti da 591 persone in tutto il Paese “per la difesa della legge, della democrazia e dei diritti dei cittadini”. All’iniziativa hanno aderito altre centinaia di persone che non condividono la politica del presidente. (L.B. – T.C.)

 

 

NON ANCORA SUPERATE IN SPAGNA LE DIFFICOLTÀ FRA STATO E CHIESA SULL’INSEGNAMENTO  DELLA RELIGIONE NELLE SCUOLE:

 LO AFFERMANO I VESCOVI AL TERMINE DI UN INCONTRO DELLA COMMISSIONE MISTA STATO-CHIESA SULLA NUOVA LEGGE IN MATERIA DI EDUCAZIONE

 

MADRID. = “È stato fatto uno sforzo affinché lo sviluppo della Legge organica di educazione (LOE) - respinta a suo tempo dalla Conferenza episcopale - si adattasse il più possibile ai diritti ed obblighi di tutte le parti implicate”: così in una nota i vescovi spagnoli dopo un incontro in materia di educazione, ieri a Madrid, in Spagna, della Commissione mista Chiesa-Stato. Nel corso della riunione, scrive l’agenzia SIR, sono state discusse le bozze dei Reali Decreti che regolano l’insegnamento della religione cattolica ed il regime lavorativo dei professori che la impartiscono. Sebbene “si riconoscano gli sforzi fatti nel campo della regolamentazione”, si legge nel documento della Conferenza episcopale, “rimangono fino ad oggi difficoltà fondamentali che non hanno potuto essere superate”. L’episcopato aveva già manifestato il suo parere sulla Loe, che, a detta dei vescovi, “non rispetta adeguatamente i patti degli Accordi tra la Santa Sede e lo Stato Spagnolo”. A loro avviso, è in gioco “il diritto costituzionale di libertà religiosa per i cattolici”. La Conferenza episcopale ha annunciato che farà presente la sua “valutazione dettagliata su questi temi quando il Governo approverà i testi legali, che potranno essere studiati con precisione dal Comitato esecutivo”. (T.C.)

 

 

FILIPPINE: PER FAR FRONTE AI DANNI PROVOCATI DAL TIFONE DURIAN POTREBBERO ESSERE NECESSARI ANNI. LA CROCE ROSSA CHIEDE AIUTI PER LA POPOLAZIONE

 

MANILA. = Dopo il passaggio nelle Filippine del tifone Durian, nella  provincia orientale di Albay, oggi i negozi cominciano a riaprire, alcune linee telefoniche sono state ripristinate, ma i lavori per riparare i danni procedono con lentezza. Le autorità del Paese, scrive l’agenzia AsiaNews, hanno annunciato che potrebbero essere necessari anni per ripristinare infrastrutture e servizi. Durian si è abbattuto nelle Filippine orientali fra il 30 novembre e l’1 dicembre. Secondo l’ultimo bilancio si contano 1.200 tra morti e dispersi, mentre le persone colpite dalle violenti piogge si aggirano intorno al milione e mezzo, con 2.500 case distrutte e danni alla proprietà per circa 5 milioni e mezzo di dollari. Il tifone si è abbattuto con particolare violenza sui villaggi che circondano il monte Mayon, un vulcano attivo a circa 320 km a sud di Manila: qui si sono scatenate precipitazioni torrenziali che hanno provocato frane di fango e la caduta di grandi macigni. I detriti hanno sepolto più di 700 villaggi. Lunedì scorso il tifone si è spostato nel sud del Vietnam ma con una minore intensità. Al momento gli operatori dei soccorsi sono alla ricerca di circa 50 persone disperse mentre i morti sono 54. La Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa ha lanciato ieri a Ginevra un appello per raccogliere fondi da destinare alle operazioni di soccorso e assistenza. Servono oltre 5 milioni di euro per circa 200 mila persone delle 600 mila colpite dal tifone Durian e da altri tre uragani di forte intensità che dalla fine di settembre hanno causato, come riferisce la Croce Rossa, “distruzioni e desolazione”. Sono completamente fuori uso numerose strutture sanitarie e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha previsto l’invio di pasticche per depurare l’acqua. Fadela Chaib, portavoce dell’OMS, ha dichiarato che si teme lo scoppio di malattie legate all’assenza d’acqua pulita come colera e diarrea. (T.C.)

 

 

NUOVI MISSIONARI IN PARTENZA DALLA SPAGNA

PER L’EVANGELIZZAZIONE NEI TERRITORI DI MISSIONE

- A cura di padre Ignacio Arregui -

 

*********

JAVIER. = Trentuno nuovi missionari partiranno, prossimamente, dalla Spagna destinati a diversi territori di missione. Con questo invio la Conferenza episcopale vuole confermare la vocazione missionaria della Spagna. I componenti di questo gruppo hanno ricevuto una preparazione specializzata in una Scuola di formazione creata da diversi istituti missionari. I nuovi missionari riceveranno oggi pomeriggio, nel Santuario di San Francesco Saverio, il crocefisso che rappresenta il segno del mandato apostolico per l’evangelizzazione del mondo e che accompagna il gesuita nella sua predicazione ai popoli del Continente asiatico. Nel gruppo dei 31 nuovi missionari, le religiose sono 16, 2 i religiosi, 12 in tutto i laici, 10 donne e 2 uomini, e un sacerdote appartiene al clero diocesano. La cerimonia di consegna del crocefisso missionario avrà luogo questo pomeriggio nel Castello-Santuario di Javier e sarà presieduta dal presidente della Conferenza episcopale spagnola e vescovo di Bilbao, mons. Ricardo Blazquez. Il presule sarà accompagnato dai responsabili delle opere missionarie nazionali. Sono circa 17 mila i missionari e le missionarie provenienti dalla Spagna che esercitano il loro apostolato nei cinque continenti.

**********

 

 

NEL 2025 IL DIABETE POTREBBE COLPIRE NEL MONDO 300 MILIONI DI PERSONE

E L’ONU HA GIÀ APPROVATO UNA RISOLUZIONE PER LIMITARE I DANNI.

 SE NE PARLA ALLA 19.MA CONVENTION MONDIALE SUL DIABETE

IN CORSO A CITTÀ DEL CAPO, IN SUDAFRICA

- A cura di Andrea Rustichelli -

 

**********

CITTA’ DEL CAPO. = Frutto della campagna “Uniti contro il diabete”, la presentazione all’Assemblea dell’ONU di una proposta di risoluzione è il dato più significativo della diciannovesima Convention sul diabete che si sta svolgendo in Sudafrica, a Città del Capo. Il congresso è stato organizzato dalla Federazione internazionale per il diabete, l’organismo mondiale che raggruppa le associazioni di malati e di medici, e vi stanno prendendo parte migliaia di delegati da tutto il mondo. Sono 246 milioni le persone affette oggi dalla malattia e le proiezioni parlano di 380 milioni tra 20 anni. L’80 per cento vive nei Paesi poveri. In molte aree, per esempio in Asia e in Medio Oriente, il diabete riguarda il 20 per cento della popolazione. In Italia si parla attualmente del 5-6 per cento. Di diabete si muore soprattutto nei Paesi in cui l’accesso alle cure, in particolare all’insulina, è difficile. La mortalità infantile nei Paesi più poveri è elevatissima, come ha denunciato recentemente anche la rivista scientifica Lancet. La malattia miete però vittime in tutto il mondo, molto più dell’AIDS. Le cause sono dovute soprattutto agli effetti collaterali del deficit di insulina, cioè l’ormone che permette il corretto metabolismo degli zuccheri. Il diabete, spesso diagnosticato molto tardi, produce, infatti, invalidanti problemi cardiovascolari, cecità, disturbi ai reni, ulcere. Sono 3,8 milioni gli adulti che muoiono ogni anno nel mondo. Oltre agli ingenti costi sociali, ci sono poi quelli strettamente economici della malattia, che incidono fortemente sulle spese sanitarie dei vari Paesi.

**********  

 

 

SONO OLTRE 500 MILA GLI SFOLLATI IN LIBANO CHE HANNO TROVATO ASSISTENZA

 NEI 10 CENTRI DELL’ORDINE DI MALTA. SONO I DATI EMERSI IERI NELL’ANNUALE

CONFERENZA DEI MEMBRI DELL’ORDINE

 

ROMA. = Libano, Congo, Est europeo: un trittico di esempi eccellenti, selezionati dall’immenso database di progetti umanitari dell’Ordine di Malta, ha animato ieri a Palazzo Marini, nelle pertinenze della Camera dei Deputati, l’annuale conferenza che a beneficio del Corpo diplomatico accreditato presso l’Ordine, nonché  di alte personalità della Santa Sede e delle istituzioni italiane, riassume le principali iniziative portate avanti nel mondo dal millenario sodalizio melitense. All’incontro era presente tra gli altri il cardinale Pio Laghi, cardinalis patronus – cioè diretto rappresentante del Papa – presso l’Ordine di Malta, il gran maestro dell’Ordine fra’ Andrew Bertie ed il gran cancelliere Jean-Pierre Mazery. Gli interventi dei relatori si sono concentrati sulla situazione nella “terra dei cedri”, devastata dalla guerra e ancora a lutto per l’omicidio del ministro Pierre Gemayel. Uno scenario difficile, dove i dieci centri gestiti dall’Ordine operano in condizioni da “prima linea” recando aiuto ad oltre 500 mila sfollati. Il simposio si è poi concentrato sulla Repubblica Democratica del Congo, in cui i dispensari dello SMOM curano le ferite della guerra civile ed un vasto spettro di malattie, che include addirittura nuovi focolai di peste. Spazio infine all’Europa orientale, dove l’Ordine è attivo complessivamente in 17 Paesi, con iniziative che vanno dagli interventi di emergenza per le recenti alluvioni della primavera 2005 in Romania, Serbia e Ungheria, fino a progetti permanenti, come l’avveniristico centro per bambini disabili inaugurato in Polonia. Accenti di soddisfazione, infine, per un importante anniversario che riguarda la presenza dell’Ordine nella penisola: i 130 anni di vita del Corpo militare dell’Acismom, l’Associazione dei Cavalieri italiani dell’Ordine, inquadrato come unità ausiliaria dell’esercito e resosi più volte benemerito per l’assistenza umanitaria prodigata. (A.M.B.)

 

 

APRE A ROMA, NEL QUARTIERE DI TRASTEVERE LA NUOVA DIMORA PER I SENZATETTO, VOLUTA DALLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO, PER FAR FRONTE AL FREDDO INVERNALE

 

ROMA. = Si trova nel quartiere di Trastevere, a Roma, all’interno di palazzo Leopardi, in piazza Santa Maria in Trastevere, il nuovo spazio di accoglienza per i poveri voluto dalla Comunità di Sant’Egidio. Da tanti anni, la Comunità, con i suoi volontari, è impegnata in svariate attività di carità ed assistenza. Il nuovo centro, riferisce l’agenzia SIR, che dispone di una decina di posti letto, è destinato ad ospitare quanti vivono in strada e non possono difendersi dal freddo. Il numero di coperte è ancora insufficiente a soddisfare i poveri che entreranno nella struttura, così la Comunità di S. Egidio ha fatto appello alla solidarietà di tutti per dotare il centro dei comfort necessari ai senzatetto. L’apertura di uno spazio di questo tipo “ha l’obiettivo immediato di evitare rischi per la sopravvivenza e la salute di persone già indebolite dalle condizioni precarie alle quali costringe la vita senza fissa dimora”, hanno affermato alcuni dei promotori del centro. La struttura può funzionare da supporto all’iniziativa della Comunità di Sant’Egidio volta ad offrire assistenza ai senza dimora, già sperimentata l’anno scorso e che ha avuto buoni esiti con più di 50 persone. (A.D.F.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

6 dicembre 2006

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, almeno 12 persone sono rimaste uccise in due distinti attacchi sferrati da guerriglieri a Baghdad. Negli Stati Uniti, intanto, la CNN anticipa un rapporto della commissione bipartisan sul Paese arabo, che sarà presentato al presidente Bush. Il nostro servizio:

 

**********

L’Iraq continua ad essere sconvolto dal consueto dramma degli attentati: almeno 8 persone sono morte stamani, nel centro di Baghdad, in seguito ad un ennesimo attacco da parte di ribelli. Sempre nella capitale, un attacco kamikaze compiuto a bordo di un autobus ha provocato 4 morti. Al Qaeda ha chiesto poi, in un comunicato, la chiusura delle università di Bagdad minacciando di uccidere chi frequenterà gli atenei. Gli attacchi e le minacce dunque continuano, ma la tragica situazione del Paese arabo potrebbe essere caratterizzata, nell’immediato futuro, da un sostanziale cambiamento. Nel rapporto della Commissione bipartisanIraq Study Group’, che sarà presentato nel pomeriggio al presidente americano Bush, si suggerisce un cambio di ruolo delle truppe statunitensi in Iraq. Nello studio si propone, infatti, una nuova strategia che possa  sollevare i soldati americani dalle operazioni militari nell’arco di un anno e promuovere l’addestramento delle truppe irachene. Intanto, negli Stati Uniti, è stata approvata ieri ad unanimità la nomina di Robert Gates, già direttore della CIA, come nuovo ministro della Difesa. Sostituisce Donald Rumsfeld, che si è dimesso dopo la sconfitta dei repubblicani nelle elezioni di medio termine dello scorso 7 novembre. Il premier britannico, Tony Blair, ha poi condiviso stamani le dichiarazioni rilasciate ieri da Gates, secondo cui gli Stati Uniti non stanno vincendo in Iraq. C’è il rischio – ha aggiunto Gates - di una disfatta che innescherebbe una “conflagrazione regionale” in Medio Oriente. In Iraq si registra infine un nuovo sequestro di un cristiano, un responsabile della comunità cristiana di Mosul. Non si hanno inoltre notizie del sacerdote caldeo, padre Samy al Rays, rapito lunedì scorso da uomini armati. Nel Paese arabo, a partire da luglio, sono stati sequestrati 5 sacerdoti. Uno di questi, padre Paul Iskandar, è stato ucciso ad ottobre a Mosul.

**********

 

Un nuovo attacco suicida nel sud dell’Afghanistan ha provocato la morte di almeno 8 persone. Lo hanno riferito fonti locali aggiungendo che nell’attentato hanno perso la vita cinque afghani e tre stranieri, probabilmente americani. Si tratta del sesto attacco suicida in nove giorni nella provincia afghana di Kandahar, da mesi teatro di un’offensiva lanciata da ribelli talebani.

 

Violenze anche in Turchia: l’esplosione di due bombe ha ucciso tre soldati e ne ha feriti altri quattordici nella provincia di Sirnak. L’attentato è stato rivendicato dal “Partito dei lavoratori del Kurdistan” che ad ottobre si era dichiarato disponibile per un cessate il fuoco unilaterale, respinto però dal governo turco.

 

E’ “urgente” adottare delle sanzioni contro l’Iran per non minare “la credibilità del Consiglio di Sicurezza dell’ONU”. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Philippe Douste-Blazy, durante una conferenza stampa a Parigi con il collega israeliano, la signora Tzipi Livni. Ieri, i rappresentanti della Germania e dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza  delle Nazioni Unite si sono riuniti a Parigi senza trovare un accordo sulle sanzioni contro il governo di Teheran. 

 

Ed è sempre più intricato anche il capitolo relativo al programma nucleare nordcoreano: il governo di Pyongyang ritiene, infatti, che la ripresa dei negoziati a 6 con Corea del Sud, Cina, Stati Uniti, Russia e Giappone sia “impossibile” fin quando l’amministrazione americana “non cambierà la propria posizione”. L’esecutivo nordcoreano critica, poi, il governo giapponese accusato di aver sabotato il rilancio della trattativa. Dopo aver compiuto un esperimento nucleare lo scorso 9 ottobre, la Corea del Nord ha accettato di riprendere i colloqui a sei, partiti nel 2003 ma interrotti da circa un anno. 

 

Caso ‘Litvinenko’: l’ex agente dei servizi segreti russi, Andrei Lugovoi, sarà ascoltato nel pomeriggio a Mosca dagli uomini di Scotland Yard, nel quadro dell’inchiesta sulla morte a Londra dell’ex spia russa. Intanto, tracce di polonio, il veleno che ha provocato la morte di Litvinenko, sono state trovate anche nei pressi di uno stadio di Londra.

 

Rapporto sulla povertà in Germania: secondo uno studio dell’Ufficio federale tedesco per la lotta alla povertà, sono circa 11 milioni su una popolazione di oltre 80 milioni le persone sulla soglia dell’indigenza. Le situazioni più difficili sono quelle delle regioni orientali. Il rapporto sostiene che i “nuovi poveri” sono il risultato di un basso livello di istruzione, unito ad una prolungata disoccupazione.

 

Nelle isole Fiji è stato proclamato lo stato di emergenza all’indomani del golpe militare incruento con cui è stato deposto il governo del premier Laisenia Qarase. Stamani, un medico senza esperienza politica, Jona Semilagakali, ha giurato come primo ministro ad interim. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

**********

Una volta deposto il primo ministro, Laisenia Qarase, la nuova giunta ha dissolto il Parlamento e imposto il posto di blocco intorno alla capitale Suva. Si tratta del quarto colpo di Stato in 20 anni per le isole del Pacifico del Sud ed è stato duramente condannato sia dalle Nazioni Unite che dalla comunità internazionale. Regno Unito e Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti alla cooperazione. La crisi allarma, in particolare, anche l’India, preoccupata per la sorte di circa mezzo milione di indiani che vivono sull’arcipelago. Il capo delle forze armate, l’ammiraglio Frank Bainimarama, che ora guida il Paese attraverso le leggi di emergenza, ha promesso la nomina di un nuovo governo provvisorio in attesa delle elezioni. Ma la situazione è ancora confusa. Stamattina sono stati interrogati i responsabili della polizia, che sono stati accompagnati sotto scorta nella principale caserma della capitale. All’origine della crisi vi sarebbero anche ragioni etniche. L’ammiraglio golpista fa parte della minoranza di origine indiana, mentre il premier Qarase appartiene al partito di maggioranza, che difende gli interessi della comunità indigena.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

**********

 

Il governo dello Sri Lanka ha deciso di reintrodurre misure di emergenza e di ripristinare l’Atto di prevenzione del terrorismo per arginare gli attacchi dei ribelli indipendentisti delle Tigri Tamil. Il provvedimento era stato sospeso nel febbraio del 2002, quando era stato siglato un cessate il fioco, ripetutamente violato, tra governo e ribelli.

 

In Ciad, il Programma alimentare mondiale (PAM) ha tagliato aiuti a circa 5.600 persone, a causa delle crescenti violenze nell’est del Paese. Da diverse settimane, le zone di Guereda e di Abeché sono teatro di attacchi da parte di gruppi ribelli che vogliono rovesciare il presidente eletto Idriss Deby. Il PAM ha comunque precisato che garantirà la distribuzione di cibo ai rifugiati provenienti dalla martoriata regione sudanese occidentale del Darfur.

 

Le Nazioni Unite vogliono proteggere i giornalisti inviati nelle zone di guerra. Francia e Grecia hanno presentato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU un progetto di risoluzione con questo obiettivo. La bozza prevede, tra l’altro, la condanna degli attacchi contro i giornalisti e chiede alle fazioni in lotta di rispettarne i diritti e l’indipendenza. Sono 75 i reporter uccisi quest’anno mentre seguivano i diversi conflitti nel mondo.

 

 

=======ooo=======