RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 337 - Testo
della trasmissione di domenica 3 dicembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Decretato lo stato di catastrofe naturale nelle Filippine,
colpite da un tifone che provocato oltre 700 fra morti e dispersi
L’ex dittatore cileno, Augusto Pinochet,
in gravi condizioni dopo un infarto
3 dicembre 2006
IL
VIAGGIO APOSTOLICO IN TURCHIA FAVORISCA
UN
DIALOGO PROFICUO CON I MUSULMANI: L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS,
NELLA PRIMA DOMENICA D’AVVENTO. IL PAPA INVITA I FEDELI A PREPARARSI
AL NATALE
CON LA
PREGHIERA E IL FATTIVO IMPEGNO DELL’AMORE
- Con
noi, mons. Vincenzo Paglia -
Un’esperienza indimenticabile utile al dialogo proficuo
con i musulmani: così, all’Angelus, Benedetto XVI ha sintetizzato il
significato del suo viaggio apostolico, dei giorni scorsi, in Turchia. Un
pensiero speciale, poi, il Papa lo ha rivolto alla piccola comunità cattolica
turca. Nella prima domenica d’Avvento, il Pontefice ha quindi sottolineato che
questo è per eccellenza il “tempo della speranza”. Ha così esortato i fedeli a
restare in una vigilante attesa, alimentata dalla preghiera e dall’impegno
dell’amore. Il servizio di Alessandro Gisotti:
***************
Nella prima domenica d’Avvento, Benedetto XVI rivolge il
pensiero al suo viaggio apostolico in Turchia. Il Papa ringrazia il Signore e
tutti i fedeli che lo hanno “accompagnato e sostenuto” con la preghiera.
Annuncia poi che ripercorrerà le tappe del viaggio durante la prossima udienza
generale, ma indica già le sue aspettative per questo avvenimento così
significativo:
“Mercoledì prossimo,
durante l’udienza generale, avrò modo di parlare più diffusamente di questa
indimenticabile esperienza spirituale e pastorale, dalla quale spero possano
scaturire frutti di bene per una cooperazione sempre più sincera tra tutti i
discepoli di Cristo e per un dialogo proficuo con i credenti musulmani”.
Il Papa rinnova la sua gratitudine a quanti hanno
organizzato il viaggio, contribuendo in vario modo “al suo pacifico e fruttuoso
svolgimento”. E un ringraziamento viene espresso nei
confronti delle autorità e del popolo turco che, sottolinea, gli ha “riservato
un’accoglienza degna del suo tradizionale spirito di ospitalità”. Ricorda poi
con affetto la comunità cattolica che vive in Turchia:
“Ho potuto
incontrare e celebrare
In Avvento, spiega il Papa, “la liturgia ci ripete spesso
e ci assicura, quasi a vincere la naturale nostra diffidenza, che Dio “viene”:
viene a stare con noi, in ogni nostra situazione”. Dio, prosegue il Santo
Padre, “viene ad abitare in mezzo a noi, a vivere con noi e in noi; viene a
colmare le distanze che ci dividono e ci separano; viene a riconciliarci con
Lui e tra di noi”.
“Viene nella storia
dell’umanità, a bussare alla porta di ogni uomo e di ogni donna di buona
volontà, per recare agli individui, alle famiglie e ai popoli il dono della
fraternità, della concordia e della pace. Per questo, l’Avvento è per
eccellenza il tempo della speranza, nel quale i credenti in Cristo sono
invitati a restare in un’attesa vigilante ed operosa, alimentata dalla
preghiera e dal fattivo impegno dell’amore. Possa l’avvicinarsi del Natale di
Cristo riempire i cuori di tutti i cristiani di gioia, di serenità e di pace!”.
“Per vivere nel modo più autentico e fruttuoso questo
periodo di Avvento”, è la sua esortazione, bisogna guardare a Maria Santissima.
“Quando Dio bussò alla porta della sua giovane vita”, sottolinea, Maria “lo
accolse con fede e con amore”. Tra qualche giorno, aggiunge, “La contempleremo
nel luminoso mistero della sua Immacolata Concezione”. Il Papa invita, dunque,
i fedeli a lasciarsi “attrarre dalla sua bellezza, riflesso della gloria divina,
perché il Dio che viene trovi in
ognuno di noi un cuore buono e aperto”
Dopo l’Angelus, il Papa saluta con affetto un gruppo di
ragazze del Movimento de Focolari, venute da diversi Paesi dell’Europa e
dell’America Latina per un incontro di formazione e le invita ad imparare da Maria
a “diventare autentiche discepole di Gesù”, infine il saluto alla squadra di
pallacanestro in carrozzina dell’associazione sportiva disabili di Vicenza.
**************
All’Angelus, il Papa ha, quindi, definito
“indimenticabile” l’esperienza del suo viaggio apostolico in Turchia. Un
evento, che, per i risultati raggiunti, è andato ben al di là delle aspettative
della vigilia. Ecco l’opinione di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della CEI. L’intervista è di
Luca Collodi:
**********
R. – Non solo - direi – un bilancio estremamente positivo,
ma anche un bilancio dal sapore storico. E’ un evento cioè che segna sia i
rapporti tra la Chiesa cattolica e l’intera ortodossia, sia il rapporto con
l’islam. Ma non solo: non c’è dubbio che quando il Papa partendo aveva detto: “E’ un viaggio di dialogo, di fraternità, un
impegno di comprensione tra le culture”, lo abbia poi realizzato in tutti i
modi, con le parole e con i gesti.
D. – Mons. Paglia, una prima
riflessione. Nel rapporto con gli ortodossi resta, possiamo dire, ancora un
punto da affrontare che rimane aperto, però, in un dialogo positivo: il Primato
del vescovo di Roma…
R. – Io credo che sia stato già avviato un confronto,
soprattutto con la Commissione riunita a Belgrado. Il Papa lo ha poi ribadito
nella Dichiarazione comune firmata con Bartolomeo I. La riflessione sul ruolo
del vescovo di Roma sta trovando o meglio ha intrapreso una via di soluzione,
perché quando si comincia a parlare della dimensione del protos nella sinodalità, il primus nella
sinodalità, sia a livello eparchiale diocesano, sia a livello patriarcale, sia
a livello universale, ecco che stiamo già rispondendo all’invito posto da
Giovanni Paolo II nella Ut unum sint e
ribadito anche da Papa Benedetto XVI. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che,
soprattutto con l’Oriente, non è in questione il Primato del Papa, ma il suo
esercizio. Di questo si sta discutendo, mentre sono già delineate più
fattivamente altre prospettive di comunione, che possono essere quelle legate
all’impegno per l’Europa, all’impegno per la libertà religiosa, per la pace.
Qui già operativamente si può perfino considerare una possibilità immediata e
concreta di azioni comuni.
D. – Mons. Paglia, come cambia
il rapporto invece con l’islam, dopo la presenza del Papa nella Moschea Blu,
scalzo ed anche accompagnato da un momento di meditazione?
R. – Io penso che questo gesto, con quel raccoglimento,
rivolto ad Oriente ed anche le Chiese cristiane sono rivolte ad Oriente, sia
un’icona del tutto straordinaria, che allontana ogni pericolo di relativismo,
di qualunquismo, di abbassamento del tono religioso. A me pare che di fronte ad
un mondo che è “uscito” da Dio, ritrovare anche la forza del monoteismo
religioso rappresenti un passo in avanti e, a mio avviso, in quel gesto diamo ragione
piena al senso vero e profondo dei discorsi che questo Papa sta facendo,
compresi quelli di Monaco e Ratisbona, sull’importanza della dimensione
religiosa, legata anche al Logos, alla ragione.
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L’AVVENTO
E’ UN’OPPORTUNITÀ PER RISCOPRIRE QUANTO DIO SIA VICINO
ALL’UOMO: COSÌ, IERI IL PAPA DURANTE
DEI
PRIMI VESPRI DELLA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO.
IL DESIDERIO DELLA PACE, HA SOTTOLINEATO BENEDETTO
XVI,
PUÒ UNIRE
UOMINI DI OGNI NAZIONALITÀ E CULTURA, CREDENTI E NON
Un tempo che deve essere vissuto in comunione con tutti
coloro che sperano in un mondo più giusto e più fraterno: è questo l’Avvento,
ha detto Benedetto XVI nell’omelia dei primi vespri della prima domenica
d’Avvento celebrati ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro. E in questo
anelito di pace, ha sottolineato il Papa, possono ritrovarsi uomini di ogni
nazionalità e cultura, credenti e non. Il servizio di Tiziana Campisi:
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(canto)
“Tutti sono animati da un anelito comune, seppure diverso
nelle motivazioni, verso un futuro di giustizia e di pace”: pensa all’intera
umanità Benedetto XVI nella sua riflessione che vuole aprire ai fedeli il
cammino dell’Avvento. La pace è la meta a cui tutti
aspirano, ha sottolineato il Papa, che ha poi aggiunto:
“Per i credenti
‘pace’ è uno dei più
bei nomi di Dio, che vuole l’intesa di tutti i suoi figli, come ho avuto modo
di ricordare anche nel pellegrinaggio dei giorni scorsi in Turchia”.
Con la Liturgia dell’Avvento, ha spiegato il Santo Padre,
“In questa
prospettiva, l’Avvento è più che mai adatto ad essere un tempo vissuto in comunione
con tutti coloro – e grazie a Dio sono tanti – che sperano in un mondo più
giusto e più fraterno”.
Si rivolgono anzitutto ai credenti, le parole di Benedetto
XVI, credenti che sono chiamati, nel loro pellegrinaggio terreno, ad attendere
il Cristo che viene e ad accoglierlo con fede ed amore sempre rinnovati. Ma
queste parole abbracciano tutti gli uomini:
“In questo impegno
per la giustizia possono in qualche misura ritrovarsi insieme uomini di ogni
nazionalità e cultura, credenti e non credenti”.
L’Avvento invita a prendere coscienza del fatto che “l’unico
vero Dio, ‘il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe’, non è un Dio che se ne sta in cielo,
disinteressato a noi e alla nostra storia - ha sottolineato il Papa - è un
Padre che mai smette di pensare a noi e, nel rispetto estremo della nostra
libertà, desidera incontrarci e visitarci; vuole venire, dimorare in mezzo a
noi, restare con noi”. E l’esortazione di Benedetto XVI è ad accogliere Gesù
nella propria interiorità, perché ogni uomo possa arricchirsi ancora dell’amore
di Dio:
“Come
E per questa prima domenica di Avvento
l’invito del Papa è quello di raccogliersi in preghiera e di chiedere al Padre
celeste di suscitare in noi la volontà di andare incontro al Cristo che viene.
(canto)
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ELEVATA
ALL’ONORE DEGLI ALTARI LA MISTICA INDIANA,
SUOR
EUFRASIA ELUVETHINGAL.
OGGI,
LA CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DELLA RELIGIOSA,
CHE
DEDICO’ LA SUA VITA ALLA PREGHIERA E AI PIU’ DEBOLI
- Intervista con padre Giorgio Nedungatt -
E’ stata proclamata Beata, oggi ad Ollur
in India, Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Rosa Eluvethingal,
una religiosa professa della congregazione delle Suore della Madre del Carmelo.
Nata nella diocesi indiana di Trichur nel 1877 si è
spenta, nella sua terra, nel 1952. La cerimonia è stata presieduta dal
cardinale Varkey Vithayathil,
arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly. Con noi,
a parlarci della Beata indiana, il postulatore della Causa di Beatificazione,
padre Giorgio Nedungatt, intervistato da Giovanni Peduto:
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R. - Mi ha colpito suor Eufrasia, il suo essere una grande
mistica che si è dedicata completamente a Gesù, suo sposo, suo Re, suo Dio.
Gesù l’ha accettata in un rapporto di unione mistica e sponsale, facendola
partecipare alle sue sofferenze della Passione ma anche alla sua gioia della
Risurrezione tanto che ella trasmetteva un’aria di pace, aveva sempre un
sorriso attraente e celeste. Passava molto tempo, quasi tutto il tempo libero,
davanti al tabernacolo in adorazione del Santissimo Sacramento e la gente,
fuori della cappella, vedeva in lei una suora sempre con un rosario in
preghiera tanto che, mentre le suore la chiamavano “il tabernacolo mobile”, la
gente di fuori la chiamava semplicemente “la madre pregante”. Una suora che
quindi ha saputo pregare, salire le vette della vita mistica, ma allo stesso tempo
portava alla gente il tesoro del suo cuore. Quelli che le chiedevano l’aiuto
della preghiera nei loro bisogni di essere guariti da qualche malattia, di
ottenere qualche lavoro, e i bambini per passare gli esami a scuola, ella
prometteva a tutti la sua preghiera e la gente credeva
che ella era una Santa con un potere di intercessione mirabile, mai delusa.
D. – Padre Giorgio, qual è il messaggio della Beata
Eufrasia all’uomo d’oggi?
R. - Il suo messaggio al mondo di oggi, in pericolo di
sperdersi tra tante attrazioni e tante distrazioni, è quello di avere lo
sguardo puntato verso il cielo dove è il nostro vero tesoro, come ha detto
Gesù. Quindi, vita di fede, vita di carità, concentrata nell’Eucaristia. Infatti,
il Santo Padre ha fatto il dono di un ostensorio al convento di Santa Maria, a Ollur, dove Eufrasia ha passato tutta la sua vita in
preghiera, e questo ostensorio è stato mostrato a tutta la gente durante la
cerimonia della Beatificazione, con il messaggio che è un invito a tutti di
adorare Gesù nel Santissimo Sacramento. L’Eucaristia che noi celebriamo nella
Messa è il Pane di Vita che poi riceviamo sotto le specie sacramentali.
Inoltre, l’Eucaristia è anche una Persona che incontriamo nella fede, che
riceviamo nel nostro cuore, che resta con noi come un compagno, un nostro
amico. Questo è il messaggio che il Papa vuole comunicare con questo gesto di
generosità, con il dono di un ostensorio.
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FEDELE
ALL’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO, LA CHIESA IN ASIA
CONTINUA
LA SUA
MISSIONE DI DIALOGO E DI EVANGELIZZAZIONE,
NONOSTANTE L’IMPATTO NEGATIVO DEL SECOLARISMO:
COSI’,
IL COMUNICATO FINALE DELLA X RIUNIONE DEL CONSIGLIO SPECIALE PER L’ASIA DELLA
SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI
“Purtroppo, anche nel contesto asiatico si nota il crescente
impatto negativo del secolarismo, che influisce sull’istituzione familiare e
rischia di ripercuotersi anche sul numero delle vocazioni”: è quanto si legge
nel comunicato finale della decima riunione del consiglio speciale per l’Asia
della segreteria generale del Sinodo dei vescovi, svoltosi il 17 e 18 novembre
scorsi. Nel documento, pubblicato ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede, viene sottolineato che durante l’assise si è dato risalto,
in particolare, a due argomenti di grande attualità: “Le vocazioni al
sacerdozio e alla vita consacrata” e “il dialogo interreligioso”. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
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In vari Paesi asiatici, sottolinea il comunicato dei
vescovi, “la Chiesa Cattolica continua la sua attività pastorale nonostante restrizioni
di vario grado della libertà religiosa”. La situazione, si legge ancora, “è
particolarmente seria nelle regioni sconvolte dalla guerra e dalla violenza”,
con gravi ripercussioni per la popolazione civile. “L’esodo dei cristiani è una
delle dolorose conseguenze di tale inaccettabile situazione”. I presuli si
dicono incoraggiati per “la crescita, in alcuni casi assai significativa, delle
vocazioni”. D’altro canto, “è stata segnalata l’urgenza di una formazione dottrinalmente solida nonché adeguatamente inculturata dei candidati al sacerdozio e alla vita
consacrata”, specie di fronte “al crescente impatto negativo del secolarismo”.
Per quanto riguarda il tema del dialogo interreligioso, il
comunicato mette l’accento sui “numerosi sforzi e i buoni risultati a livello
delle chiese particolari e delle Conferenze episcopali per mantenere aperto il
dialogo e la collaborazione con le grandi religioni nate nel continente
asiatico, in particolare l’islam, l’induismo e il buddismo”. Sono segnali incoraggianti,
“anche se non mancano difficoltà provocate da certi gruppi fondamentalisti in
diversi Paesi”. Si tratta, è stato rilevato, “di gruppi minoritari, dato che la
grande maggioranza degli appartenenti alle religioni è aperta al dialogo della
vita ed è disposta a collaborare con i cristiani e gli uomini di buona volontà
nella promozione della giustizia e della pace”. Fedele all’azione dello Spirito
Santo, “agente primario del dialogo della Chiesa con tutti i popoli, culture e
religioni”, conclude il comunicato, la Chiesa in Asia continua, dunque, “la sua
missione di dialogo e di evangelizzazione, nella convinzione che nel profondo
del cuore degli uomini vi sia quella sete di Dio che lo Spirito stesso suscita
e che solo Gesù Salvatore può pienamente saziare”.
Infine, è stata decisa la data della prossima riunione nei
giorni 20 - 21 novembre 2007, affidando allo Spirito Santo la missione della
Chiesa Cattolica nel grande continente asiatico.
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3 dicembre 2006
“L’ACCESSIBILITA’
ELETTRONICA”:
E’ IL
TEMA SCELTO DALLE NAZIONI UNITE
PER L’ODIERNA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LE
PERSONE CON DISABILITA’
-
Intervista con Salvatore Nocera -
“L’accesso alle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione crea opportunità per tutti, e questo è tanto più vero per i
disabili”: è quanto afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nel messaggio per
l’odierna Giornata internazionale per le persone con disabilità. La ricorrenza
quest’anno ha per tema: “L’accessibilità elettronica”. L’iniziativa mira a
sollecitare governi e privati a eliminare le barriere che impediscono l’accesso
dei disabili alle nuove tecnologie e, in particolare, a Internet. Ma in che
modo il web può essere concretamente di aiuto alle persone con disabilità? Roberta Moretti lo ha chiesto a Salvatore Nocera, vice presidente della FISH, la Federazione Italiana
per il Superamento dell’Handicap:
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R. – Enorme è l’aiuto che Internet ci ha dato, se pensiamo
che molte persone con disabilità oggi comunicano, sono integrate nella scuola,
nel lavoro, nella società, mentre prima erano praticamente escluse. E’ stato
Internet che ci ha rimesso in rete!
D. – Quali sono le barriere che impediscono alle persone
con disabilità di accedere a Internet?
R. – Ormai tutti i programmi sono impostati su icone, cosa
che per esempio per i non vedenti è una grandissima barriera. I nostri
programmi di sintesi vocale si interfacciano in modo tale da trasformare le
icone in parole. Per i sordi è il contrario, invece, e bisogna fare in modo di
trasformare i segnali sonori in immagini. Poi, per le persone con disabilità
motoria, soprattutto alle mani, la difficoltà sta spesso nel dover usare più
tasti contemporaneamente, per poter accedere a un sito, per poter passare da
una pagina all’altra. Noi stiamo lavorando con delle tastiere particolari, ma
il problema è che la tecnologia è talmente rapida, che quando
noi riusciamo ad ottenere una piena interfacciabilità,
quel programma è già superato…
D. – Più in generale, qual è la situazione a livello
mondiale ed europeo in tema di barriere architettoniche, ma anche di pregiudizi
ed emarginazione, nei confronti delle persone con disabilità?
R. – Ci sono delle regole fondamentali, per esempio sull’international design, per cui tutti i costruttori di qualsiasi prodotto debbono
far sì che questo sia non dannoso ed accessibile alle persone con disabilità.
In Italia, poi, abbiamo una situazione privilegiata, in quanto pratichiamo da
35 anni l’integrazione scolastica. Abbiamo 170 mila studenti disabili, la quasi
totalità, che frequentano le scuole pubbliche. In Europa, invece, le scuole per
gi portatori di handicap sono speciali. Quindi, vivono tra di
loro, separatamente. Noi abbiamo dimostrato che la persona con disabilità, se
integrata bene, riesce a crescere psicologicamente e socialmente, e a livello
di apprendimento, più di coloro che rimangono nelle scuole speciali.
D. – A fine dicembre, l’Assemblea generale delle Nazioni
Unite dovrebbe approvare la Convenzione sui diritti delle persone con
disabilità…
R. – E’ una cosa estremamente importante, sotto il profilo
politico e giuridico. Politico, perchè è il primo trattato internazionale sui
diritti delle persone con disabilità, indipendentemente dalla razza e dalla
lingua. Sotto il profilo giuridico, perchè per tutti i Paesi aderenti all’ONU
scaturisce l’obbligo di ratificare il trattato, quindi di fare delle leggi di recepimento interno della normativa.
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VENEZUELA OGGI AL VOTO PER LE PRESIDENZIALI:
HUGO CHAVEZ CERCA LA RICONFERMA
CONTRO IL LEADER DELL’OPPOSIZIONE MANUEL ROSALES
- Ai nostri microfoni Maurizio Chierici -
Venezuela oggi alle
urne per le elezioni presidenziali. I due candidati sono Hugo
Chavez, presidente uscente che cerca la rielezione, e
il leader dell'opposizione Manuel Rosales. Alla
chiusura delle rispettive campagne elettorali nello stato di Trujillo e di Zulia hanno rivolto
ferventi appelli agli elettori e promesse di vittoria. Rosales
ha dichiarato che la scelta sarà “tra due cammini e due modelli”. Da parte sua,
Chavez ha promesso ai suoi sostenitori che
“polverizzerà tutti i candidati dell'imperialismo”. I presuli venezuelani, nei giorni
scorsi, hanno invitato tutti i cittadini a recarsi alle urne, esercitando tale
prerogativa “in coerenza con i valori della giustizia, della libertà, della
democrazia e della pace”. Per una chiave di lettura di
queste elezioni, Stefano Leszczynski ha intervistato Maurizio Chierici,
giornalista esperto di America Latina.
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R. – Il programma di Chavez è un programma lungo: creare nuove città per
svuotare le favelas, che sono spaventose. In questo panorama, dovrebbe vincere Chavez, confermando una linea che dà speranza, ma non si sa
poi dove andrà questa speranza. Certo che l’opposizione è fortissima. Nella
popolazione più povera c’è un certo entusiasmo per Chavez,
nell’altra, non dico rassegnazione, ma attenzione per
le opere che si stanno facendo. Per la prima volta, per esempio, dopo 40 anni
di democrazia si è costruita una ferrovia, si sono costruite strade, ospedali.
Questo tocca i poveri e questi poveri gli sono grati.
D. – Le ripercussioni
sull’economia del Venezuela, da quando Chavez è
diventato presidente, sono state positive o negative?
R. – Prima di tutto bisogna
dire che mai come adesso i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Venezuela
stanno prosperando. Nemmeno nei momenti più favorevoli della democrazia, quando
è scoppiato il primo boom del petrolio, 20-25 anni fa,
si erano toccati tali vertici. C’è un interscambio che sfiorerà quest’anno i 42
miliardi di dollari, non solo di petrolio, ma anche di tecnologie. Certo, Chavez attacca gli Stati Uniti chiamandoli “impero”,
facendo degli show alle Nazioni Unite. Ma l’opposizione è ugualmente volgare:
nei giornali e nelle televisioni, tutti trattano Chavez
come uomo spaventoso, il terrore dell’America Latina, in maniera ridicola.
D. – Quali sono i tratti
distintivi di Manuel Rosales, il capo
dell’opposizione? Si pone un po’ come un democratico, salvatore del Paese, di
fronte ad un comunismo fuori dai tempi della storia…
R. – Rosales
è una persona che somiglia molto a Chavez. E’ stato
militare con lui e ha fatto il golpe del ’92, per rovesciare la corruzione di Carlos Andres Peres,
il presidente. Era il governatore di Zulia, che è lo
Stato petrolifero, e c’è un movimento indipendentista che vuole strappare
questo Stato al Venezuela. E’ un uomo razionale, che imita Chavez
in tutto, cambiando nome. Chavez, gli aiuti che dà
alla povera gente li chiama misiones, lui
invece li chiama con vari nomi, come madre
negra, ma sono le stesse cose: anticipano i soldi ai poveri, danno i soldi
per le case. Nello stato di Zulia, dove probabilmente
lui vincerà, avrà la maggioranza, ma non la avrà nel resto del Paese.
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NELLA
CITTA’ BAVARESE DI TRAUNSTEIN, UNA MOSTRA DI PRESEPI NAPOLETANI
IN OMAGGIO
A BENEDETTO XVI E ALLA SUA TERRA NATALE
- Con
noi, Umberto Grillo e don Thomas Frauenlob
-
“Il Dio che si fa uomo nell’arte presepistica
napoletana”: è il tema dell’esposizione di presepi, organizzata in omaggio a
Papa Benedetto XVI dall’Associazione culturale Greenaccor,
in collaborazione con l’Associazione Amici del
Presepio di Napoli, inaugurata nei giorni scorsi in Baviera, nella città di Traunstein, dove il Pontefice ha trascorso la sua giovinezza.
La mostra, collocata all’interno di una chiesa nel cuore della città bavarese,
sarà visitabile fino al prossimo 26 dicembre. Il servizio di Marina Tomarro:
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(musica)
Rappresentazioni di natività, ambientate nel cuore della
Napoli barocca o in mezzo ai vicoli chiassosi e pieni di calore della città
campana o ancora piccolissimi presepi immersi in sfere blu, come il mare che la
lambisce. La mostra di presepi napoletani a Traunstein
regala emozioni partenopee ai bavaresi e nello stesso tempo un momento di
riflessione, di contemplazione di fronte al Verbo che si è fatto carne. Ma come
nasce questa iniziativa? Umberto Grillo, segretario dell’Associazione “Amici
del Presepio”:
R. – E’ stato un omaggio che abbiamo voluto fare al Santo
Padre, che ha accolto questa cosa con gioia, indicandoci anche la città dove
farlo. Ci siamo, quindi, messi al lavoro tutti quanti ed abbiamo realizzato 35
opere, direi le più belle che in 50 anni la nostra sezione abbia realizzato
proprio per fare questo omaggio al Papa.
D. – Come è strutturata questa esposizione?
R. – Ogni socio ha creato un presepe nuovo su ispirazione
di quelli del ‘700 o dell’’800 napoletano, di
dimensioni molto grandi e con figure presepiali da
120 centimetri e di conseguenza con una scenografia veramente molto imponente,
quasi monumentale; altri con figure più piccole, con figure da 40; fino ad arrivare
ad un presepe che ha delle figure che sono soltanto di pochi millimetri di
altezza: si tratta dei presepi più piccoli al mondo. Li abbiamo, quindi, dal
più piccolo al più grande. Ma abbiamo anche delle altre realizzazioni fatte in
porcellana biscuit. Così facendo abbiamo voluto presentare al
Papa tutta la produzione napoletana.
Ecco la testimonianza di don Thomas
Frauenlob, curatore della mostra:
R. - “Questa mostra a Traunstein
ha un significato speciale perché è la città paterna del Santo Padre e poi
perché la tradizione napoletana è molto interessante per noi proprio per il
fatto che non ci sono molti presepi napoletani nel nostro Paese”.
E gli abitanti a Traunstein
hanno manifestato grande interesse e curiosità per la mostra. Ancora don Thomas Frauenlob:
R. - “Molta gente sta visitando questa mostra, anche
perché la città di Traunstein è anche caratterizzata
da molti negozi e quindi possono, passeggiando, passare anche in questa vecchia
chiesa, entrarvi e visitare la mostra. E’ anche molto bello ed interessante
questo contrasto, perché questo è il cuore del Natale e non
tutte le altre cose che sono solo decorazioni.
(musica)
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3 dicembre 2006
IN UNA NUOVA DICHIARAZIONE I VESCOVI DEL
CONGO-BRAZZAVILLE
CHIEDONO IL RISPETTO
DELLE NORME GIUDIZIARIE PER DUE DIFENSORI
DEI DIRITTI UMANI ACCUSATI DI FRODE. DA ANNI SONO
IMPEGNATI IN UNA CAMPAGNA CHE CERCA DI FAR LUCE SUI PROVENTI DEL PETROLIO
BRAZZAVILLE. = I vescovi del Congo
invitano le autorità “a rispettare le procedure giudiziarie, che sono la
garanzia di un processo giusto ed equo, e ad assicurare in ogni circostanza
l’integrità fisica e psichica” di Brice Mackosso e di Christian Mounzeo, rispettivamente segretario permanente della
Commissione Giustizia e Pace della Chiesa cattolica e presidente
dell’associazione “Rencontre pour
CRESCONO
IN MESSICO LE VOCAZIONI. SONO CIRCA 12 MILA I GIOVANI
CHE STANNO STUDIANDO NEI SEMINARI MAGGIORI DEL PAESE
CITTÀ DEL MESSICO. = Circa 12 mila giovani si stanno
preparando al sacerdozio nei seminari maggiori del Messico. È quanto ha riferito
Xavier Legorreta, capo della Sezione per l’America
Latina I di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che ha preso parte all’82.ma Assemblea della Conferenza
episcopale. Legorreta, si legge in un comunicato
dell’agenzia ZENIT, ha affermato che in Messico si sta registrando un notevole
incremento di vocazioni, e che nel Paese sono circa 15 mila i sacerdoti mentre si contano 32 mila religiose. “Una delle
ragioni fondamentali della vitalità e della ricchezza di vocazioni della Chiesa
messicana è la persecuzione che ha subito negli anni Trenta, che ‘ha aiutato’ i cattolici a difendere la propria fede”, ha
spiegato Xavier Legorreta, aggiungendo che “la
formazione di futuri sacerdoti e il sostegno alle religiose contemplative sono
prioritari”. “Al giorno d’oggi – ha concluso – il
Messico è, insieme alla Colombia, uno dei Paesi che invia più evangelizzatori
nel resto del mondo, soprattutto in Europa”. (T.C.)
INZIATE
A GERUSALEMME LE CELEBRAZIONI PER IL GIUBILEO
I
RELIGIOSI FRANCESCANI FESTEGGERANNO 800 ANNI NEL 2009
GERUSALEMME. = Sono cominciati la settimana scorsa a
Gerusalemme i festeggiamenti per l’VIII centenario dell’Ordine dei frati
minori. Quest’anno per i francescani di tutto il mondo, iniziano tre anni
contrassegnati da diverse manifestazioni per ricordare, nel 2009, gli 800 anni
di fondazione dell’Ordine. Il 29 novembre, giorno in cui, nell’anno 1223,
Onorio III approvò con una bolla
AVVIATI
A TAIWAN CORSI DI FORMAZIONE AL VOLONTARIATO ALLA PROVIDENCE UNIVERSITY DI
SHALU, ATENEO CATTOLICO, CHE QUEST’ANNO
FESTEGGIA
IL 50.MO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
TAICHUNG. = Tra i suoi obiettivi vi è quello di formare i
giovani al volontariato.
DA
GIOVEDÌ IN MAROCCO PARTONO I PROGRAMMI
DEL
NUOVO CANALE SATELLITARE DI INFORMAZIONE MEDI 1 SAT.
L’EMITTENTE TRASMETTERÀ NOTIZIE
IN ARABO E FRANCESE
RABAT. = Ventinove giornalisti provenienti da otto Paesi
(Marocco, Libia, Siria, Algeria, Giordania, Tunisia, Francia e Svizzera) da
giovedì daranno vita a Tangeri, in Marocco, a notiziari in lingua araba e
francese nel nuovo canale satellitare di informazione Medi
1 Sat.
L’emittente, con un capitale misto, in maggioranza locale e con la
partecipazione della compagnia telefonica statale, si pone l’obiettivo di raggiungere 80 milioni di telespettatori in tutto
il Maghreb. I programmi, riferisce l’agenzia MISNA,
vogliono raggiungere soprattutto la sponda meridionale del Mediterraneo ma
anche gli immigrati in Europa. Il palinsesto prevede attualmente brevi flash di
informazione di cinque minuti ogni mezz’ora nelle due lingue, seguiti da due
edizioni del telegiornale alle 18 e alle 19. “Le due diverse versioni in arabo
e francese non saranno identiche ma complementari” spiega
il caporedattore Marc Saikali.
La sede - un palazzo di due piani con uno studio per i notiziari e uno per i
dibattiti - è stata realizzata a Tangeri dal francese Pierre Casalta, che nel
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3 dicembre 2006
- A cura di Eugenio Bonanata
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Decretato lo stato di catastrofe naturale nelle Filippine
in seguito passaggio del tifone Duran, che ha colpito
la zona orientale del Paese. La decisione, adottata oggi dalla presidente Gloria
Arroyo, prevede anche aiuti di emergenza per più di
venti milioni di dollari. Il bilancio della disastrosa alluvione provocata dal
tifone è salito ad oltre 700 tra morti e dispersi. Ma è un numero destinato ad
aumentare secondo la Croce Rossa filippina che avverte: “Il bilancio reale non
potremo mai averlo”, per la difficoltà di molti villaggi a fornire notizie
dettagliate. Nei giorni scorsi, il Papa aveva espresso il suo profondo
cordoglio per le vittime, in un telegramma inviato al nunzio apostolico nel
Paese.
L’ex dittatore cileno, Augusto Pinochet,
è stato colpito stanotte da un infarto. L’anziano leader, ricoverato d’urgenza
in un ospedale militare di Santiago del Cile, ha ricevuto l’unzione degli
infermi. In mattinata i familiari avevano annunciato
che le sue condizioni erano stabili ma gravi, dopo l’applicazione di un bypass.
Da alcuni giorni, Pinochet era stato nuovamente posto
agli arresti domiciliari, nell’ambito del processo a suo carico per genocidio
per fatti avvenuti nei primi anni del suo regime. L’inchiesta riguarda la cosiddetta
“carovana della morte”, che nel 1973 portò all’uccisione di 75 oppositori.
Il presidente iracheno Jalal Talabani
ha bocciato l’idea di una conferenza internazionale di pace avanzata dal
segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Talabani ha precisato: “Siamo diventati uno Stato
indipendente e sovrano e saremo noi a decidere il futuro del nostro Paese”.
Intanto, sul terreno, e’ salito a 60 morti il bilancio del triplice attentato che
ieri ha colpito un quartiere a maggioranza sciita di Baghdad. Questa notte, inoltre, in un raid aereo
statunitense, condotto contro un presunto covo di terroristi, sono stati uccisi
sei insorti. Nell’attacco, verificatosi a Gharma, ad
est di Baghdad, sono morte anche due donne e un bambino. A Kirkuk
un attentato suicida ha provocato la morte di tre poliziotti, mentre a Baquba, è stata scoperta una fossa comune con i cadaveri di 28 sciiti, rapiti nelle settimane scorse da insorti sunniti.
Ribelli in azione in Afghanistan. A Kandahar
otto persone sono morte in un attacco contro un convoglio della
NATO, rivendicato da milizie talebane. Lo ha riferito
il portavoce del ministero dell’Interno afgano, Zemarai
Bashary. Secondo una prima ricostruzione, si è
trattato di un attacco suicida, il settimo nell’area in pochi giorni, al quale
è seguita una sparatoria. Nell’attacco sono morti anche tre civili.
La polizia saudita ha arrestato negli ultimi 2 mesi 139
membri di una sospetta organizzazione di militanti islamici, tra cui un
presunto kamikaze. Il ministero dell’Interno di Riad
ha precisato che gli arrestati, non tutti di nazionalità saudita, erano in
possesso di editti religiosi che incitavano ad attaccare aziende e banche.
Un razzo sparato dalla Striscia di Gaza ha colpito il sud
di Israele, violando ancora
una volta la tregua stabilita una settimana fa. Lo ha reso noto un
portavoce dell'esercito israeliano, precisando che non ci sono vittime. Intanto
oggi il governo israeliano discuterà se estendere il cessate-il-fuoco anche
alla Cisgiordania, sebbene i vertici militari si siano detti
contrari a questa possibilità.
Sul versante palestinese, il premier Ismail
Haniyeh ha annunciato che l’emiro del Qatar ha
promesso di pagare gli
stipendi dei funzionari dei ministeri dell’Istruzione e della Salute.
In questo modo il ricco Stato del Qatar sopperirà allo stop dei finanziamenti
imposto dalla comunità internazionale al governo di Hamas.
Prima di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di
dialogo con Cuba, gli Stati Uniti si aspettano una svolta democratica nell’isola.
Questa la reazione di Washington alla proposta di aprire dei negoziati con
l’America, lanciata ieri da Raul Castro, che ha assunto pro tempore
la guida di Cuba a causa della malattia del fratello Fidel.
L’ipotesi è stata formulata ieri durante i festeggiamenti per l’80.mo compleanno di Fidel Castro e
per il 50.mo anniversario della
rivoluzione cubana.
“Mandare a casa il governo Prodi”, questo lo slogan
che ha aperto la manifestazione organizzata ieri dal centro-destra a Roma.
All’appuntamento, al quale non ha partecipato l’UDC di Pier Ferdinando Casini
che invece era in piazza a Palermo, c’erano centinaia di migliaia di persone.
Nel suo intervento, il leader della Casa delle Libertà, Silvio Berlusconi, ha affermato: “Siamo qui per impedire alle
sinistre di impoverire l’Italia moralmente e materialmente”. Dal canto suo, il
presidente del consiglio, Romano Prodi, ha definito le proteste di piazza
“parte integrante della democrazia”.
Al via in Madagascar le operazioni di voto per le elezioni
presidenziali. Gli elettori dovranno scegliere tra 14 candidati, tuttavia il
presidente uscente, Marc Ravalomanana,
è dato per favorito. In caso di mancato conseguimento della maggioranza
assoluta, il ballottaggio si svolgerà fra 30 giorni. Nei 17.500 seggi elettorali
del Paese sono attesi quasi 7 milioni di elettori, su una popolazione di circa
18 milioni di abitanti. A vigilare sulla correttezza dello scrutinio 149 osservatori
internazionali.
Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, è giunto a Teheran per incontrare la guida suprema iraniana, l’ayatollah
Ali Khamenei, e il presidente Mahmud
Ahmadinejad. Al centro dei colloqui – sottolinea l’agenzia iraniana Irna - vi sono temi “bilaterali e internazionali” come gli
sviluppi in Iraq e la questione energetica, essendo l’Iran un importante fornitore di gas
ad Ankara attraverso un gasdotto che collega i due Paesi.
Restiamo in Iran: tutti i cittadini americani che entreranno
nel Paese dovranno essere rilevate le impronte digitali, come già viene fatto da anni per gli iraniani che fanno ingresso negli
USA. Lo stabilisce una legge entrata oggi in vigore con la ratifica del Consiglio
dei Guardiani, la corte costituzionale iraniana, nonostante il parere contrario
espresso dal presidente della repubblica, Mahmud Ahmadinejad.
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