RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 337 - Testo della trasmissione di domenica 3  dicembre 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il viaggio apostolico in Turchia favorisca un dialogo proficuo con i musulmani: l’auspicio di Benedetto XVI all’Angelus, nella prima domenica d’Avvento. Il Papa invita i fedeli a prepararsi al Natale con la preghiera e il fattivo impegno dell’amore: con noi, mons. Vincenzo Paglia

 

Il desiderio della pace può unire uomini di ogni nazionalità e cultura: così, ieri il Papa durante la celebrazione dei Primi Vespri della prima domenica di Avvento.

 

Elevata all’onore degli altari la mistica indiana, suor Eufrasia Eluvethingal. Oggi, la cerimonia di Beatificazione della religiosa che dedicò la sua vita alla preghiera e ai più deboli:  intervista con padre Giorgio Nedungatt

 

Fedele all’azione dello Spirito Santo, la Chiesa in Asia continua la sua missione di dialogo e di evangelizzazione: così il comunicato finale della X riunione del Consiglio Speciale per l’Asia della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“L’accessibilità elettronica” al centro dell’odierna Giornata internazionale per le persone con disabilità: ai nostri microfoni Salvatore Nocera

 

Venezuela oggi al voto per le presidenziali: Hugo Chavez cerca la riconferma contro il leader dell’opposizione, Manuel Rosales: l’analisi di  Maurizio Chierici

 

Nella città bavarese di Traunstein, una mostra di presepi napoletani in omaggio a Benedetto XVI e alla sua terra natale: ce la illustrano Umberto Grillo e don Thomas Frauenlob

 

CHIESA E SOCIETA’:

In una dichiarazione, i vescovi Congo-Brazzaville chiedono il rispetto delle norme giudiziarie per  due difensori dei diritti umani accusati di frode.

 

Crescono in Messico le vocazioni: sono circa 12 mila i giovani che stanno studiando nei Seminari maggiori del Paese

 

Iniziate a Gerusalemme le celebrazioni per il Giubileo dell’Ordine dei Frati Minori. I religiosi francescani festeggeranno 800 anni nel 2009

 

Taiwan: corsi di formazione al volontariato alla Providence University di Shalu che quest’anno festeggia il 50.mo anniversario di fondazione

 

Da giovedì in Marocco partono i programmi del nuovo canale satellitare di informazione Medi 1 Sat. L’emittente trasmetterà notizie in arabo e francese

 

24 ORE NEL MONDO:

Decretato lo stato di catastrofe naturale  nelle Filippine, colpite da un tifone che provocato oltre 700 fra morti e dispersi

 

L’ex dittatore cileno, Augusto Pinochet, in gravi condizioni dopo un infarto

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 dicembre 2006

 

IL VIAGGIO APOSTOLICO IN TURCHIA FAVORISCA

UN DIALOGO PROFICUO CON I MUSULMANI: L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS, NELLA PRIMA DOMENICA D’AVVENTO. IL PAPA INVITA I FEDELI A PREPARARSI AL NATALE

CON LA PREGHIERA E IL FATTIVO IMPEGNO DELL’AMORE

- Con noi, mons. Vincenzo Paglia -

 

Un’esperienza indimenticabile utile al dialogo proficuo con i musulmani: così, all’Angelus, Benedetto XVI ha sintetizzato il significato del suo viaggio apostolico, dei giorni scorsi, in Turchia. Un pensiero speciale, poi, il Papa lo ha rivolto alla piccola comunità cattolica turca. Nella prima domenica d’Avvento, il Pontefice ha quindi sottolineato che questo è per eccellenza il “tempo della speranza”. Ha così esortato i fedeli a restare in una vigilante attesa, alimentata dalla preghiera e dall’impegno dell’amore. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Nella prima domenica d’Avvento, Benedetto XVI rivolge il pensiero al suo viaggio apostolico in Turchia. Il Papa ringrazia il Signore e tutti i fedeli che lo hanno “accompagnato e sostenuto” con la preghiera. Annuncia poi che ripercorrerà le tappe del viaggio durante la prossima udienza generale, ma indica già le sue aspettative per questo avvenimento così significativo:

 

“Mercoledì prossimo, durante l’udienza generale, avrò modo di parlare più diffusamente di questa indimenticabile esperienza spirituale e pastorale, dalla quale spero possano scaturire frutti di bene per una cooperazione sempre più sincera tra tutti i discepoli di Cristo e per un dialogo proficuo con i credenti musulmani”.

 

Il Papa rinnova la sua gratitudine a quanti hanno organizzato il viaggio, contribuendo in vario modo “al suo pacifico e fruttuoso svolgimento”. E un ringraziamento viene espresso nei confronti delle autorità e del popolo turco che, sottolinea, gli ha “riservato un’accoglienza degna del suo tradizionale spirito di ospitalità”. Ricorda poi con affetto la comunità cattolica che vive in Turchia:

 

“Ho potuto incontrare e celebrare la Santa Messa insieme con questi nostri fratelli e sorelle, che si trovano in condizioni spesso non facili. E’ veramente un piccolo gregge, variegato, ricco di entusiasmo e di fede che, potremmo dire, vive costantemente ed in maniera forte l’esperienza dell’Avvento sostenuto dalla speranza”.

 

In Avvento, spiega il Papa, “la liturgia ci ripete spesso e ci assicura, quasi a vincere la naturale nostra diffidenza, che Dio “viene”: viene a stare con noi, in ogni nostra situazione”. Dio, prosegue il Santo Padre, “viene ad abitare in mezzo a noi, a vivere con noi e in noi; viene a colmare le distanze che ci dividono e ci separano; viene a riconciliarci con Lui e tra di noi”.

 

“Viene nella storia dell’umanità, a bussare alla porta di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà, per recare agli individui, alle famiglie e ai popoli il dono della fraternità, della concordia e della pace. Per questo, l’Avvento è per eccellenza il tempo della speranza, nel quale i credenti in Cristo sono invitati a restare in un’attesa vigilante ed operosa, alimentata dalla preghiera e dal fattivo impegno dell’amore. Possa l’avvicinarsi del Natale di Cristo riempire i cuori di tutti i cristiani  di gioia, di serenità e di pace!”.

 

“Per vivere nel modo più autentico e fruttuoso questo periodo di Avvento”, è la sua esortazione, bisogna guardare a Maria Santissima. “Quando Dio bussò alla porta della sua giovane vita”, sottolinea, Maria “lo accolse con fede e con amore”. Tra qualche giorno, aggiunge, “La contempleremo nel luminoso mistero della sua Immacolata Concezione”. Il Papa invita, dunque, i fedeli a lasciarsi “attrarre dalla sua bellezza, riflesso della gloria divina, perché il Dio che viene trovi in ognuno di noi un cuore buono e aperto”

        

Dopo l’Angelus, il Papa saluta con affetto un gruppo di ragazze del Movimento de Focolari, venute da diversi Paesi dell’Europa e dell’America Latina per un incontro di formazione e le invita ad imparare da Maria a “diventare autentiche discepole di Gesù”, infine il saluto alla squadra di pallacanestro in carrozzina dell’associazione sportiva disabili di Vicenza.

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All’Angelus, il Papa ha, quindi, definito “indimenticabile” l’esperienza del suo viaggio apostolico in Turchia. Un evento, che, per i risultati raggiunti, è andato ben al di là delle aspettative della vigilia. Ecco l’opinione di mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della CEI. L’intervista è di Luca Collodi:

 

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R. – Non solo - direi – un bilancio estremamente positivo, ma anche un bilancio dal sapore storico. E’ un evento cioè che segna sia i rapporti tra la Chiesa cattolica e l’intera ortodossia, sia il rapporto con l’islam. Ma non solo: non c’è dubbio che quando il Papa partendo aveva detto: “E’ un viaggio di dialogo, di fraternità, un impegno di comprensione tra le culture”, lo abbia poi realizzato in tutti i modi, con le parole e con i gesti.

 

D. – Mons. Paglia, una prima riflessione. Nel rapporto con gli ortodossi resta, possiamo dire, ancora un punto da affrontare che rimane aperto, però, in un dialogo positivo: il Primato del vescovo di Roma…

 

R. – Io credo che sia stato già avviato un confronto, soprattutto con la Commissione riunita a Belgrado. Il Papa lo ha poi ribadito nella Dichiarazione comune firmata con Bartolomeo I. La riflessione sul ruolo del vescovo di Roma sta trovando o meglio ha intrapreso una via di soluzione, perché quando si comincia a parlare della dimensione del protos nella sinodalità, il primus nella sinodalità, sia a livello eparchiale diocesano, sia a livello patriarcale, sia a livello universale, ecco che stiamo già rispondendo all’invito posto da Giovanni Paolo II nella Ut unum sint e ribadito anche da Papa Benedetto XVI. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che, soprattutto con l’Oriente, non è in questione il Primato del Papa, ma il suo esercizio. Di questo si sta discutendo, mentre sono già delineate più fattivamente altre prospettive di comunione, che possono essere quelle legate all’impegno per l’Europa, all’impegno per la libertà religiosa, per la pace. Qui già operativamente si può perfino considerare una possibilità immediata e concreta di azioni comuni.

 

D. – Mons. Paglia, come cambia il rapporto invece con l’islam, dopo la presenza del Papa nella Moschea Blu, scalzo ed anche accompagnato da un momento di meditazione?

 

R. – Io penso che questo gesto, con quel raccoglimento, rivolto ad Oriente ed anche le Chiese cristiane sono rivolte ad Oriente, sia un’icona del tutto straordinaria, che allontana ogni pericolo di relativismo, di qualunquismo, di abbassamento del tono religioso. A me pare che di fronte ad un mondo che è “uscito” da Dio, ritrovare anche la forza del monoteismo religioso rappresenti un passo in avanti e, a mio avviso, in quel gesto diamo ragione piena al senso vero e profondo dei discorsi che questo Papa sta facendo, compresi quelli di Monaco e Ratisbona, sull’importanza della dimensione religiosa, legata anche al Logos, alla ragione.

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L’AVVENTO E’ UN’OPPORTUNITÀ PER RISCOPRIRE QUANTO DIO SIA VICINO ALL’UOMO: COSÌ, IERI IL PAPA DURANTE LA CELEBRAZIONE

DEI PRIMI VESPRI DELLA PRIMA DOMENICA DI AVVENTO.

 IL DESIDERIO DELLA PACE, HA SOTTOLINEATO BENEDETTO XVI,

PUÒ UNIRE UOMINI DI OGNI NAZIONALITÀ E CULTURA, CREDENTI E NON

 

Un tempo che deve essere vissuto in comunione con tutti coloro che sperano in un mondo più giusto e più fraterno: è questo l’Avvento, ha detto Benedetto XVI nell’omelia dei primi vespri della prima domenica d’Avvento celebrati ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro. E in questo anelito di pace, ha sottolineato il Papa, possono ritrovarsi uomini di ogni nazionalità e cultura, credenti e non. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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(canto)

 

 “Tutti sono animati da un anelito comune, seppure diverso nelle motivazioni, verso un futuro di giustizia e di pace”: pensa all’intera umanità Benedetto XVI nella sua riflessione che vuole aprire ai fedeli il cammino dell’Avvento. La pace è la meta a cui tutti aspirano, ha sottolineato il Papa, che ha poi aggiunto:

 

Per i credenti ‘pace’ è uno dei  più bei nomi di Dio, che vuole l’intesa di tutti i suoi figli, come ho avuto modo di ricordare anche nel pellegrinaggio dei giorni scorsi in Turchia.

 

Con la Liturgia dell’Avvento, ha spiegato il Santo Padre, la Chiesa dà voce “all’attesa di Dio profondamente iscritta nella storia dell’umanità: un’attesa purtroppo spesso soffocata o deviata verso false direzioni”. E in questa attesa, ha proseguito, sono essenziali la preghiera e le buone opere, perché consentono di andare incontro a Cristo:

 

“In questa prospettiva, l’Avvento è più che mai adatto ad essere un tempo vissuto in comunione con tutti coloro – e grazie a Dio sono tanti – che sperano in un mondo più giusto e più fraterno”.

 

Si rivolgono anzitutto ai credenti, le parole di Benedetto XVI, credenti che sono chiamati, nel loro pellegrinaggio terreno, ad attendere il Cristo che viene e ad accoglierlo con fede ed amore sempre rinnovati. Ma queste parole abbracciano tutti gli uomini:

 

In questo impegno per la giustizia possono in qualche misura ritrovarsi insieme uomini di ogni nazionalità e cultura, credenti e non credenti.

 

L’Avvento invita a prendere coscienza del fatto che “l’unico vero Dio,il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe’, non è un Dio che se ne sta in cielo, disinteressato a noi e alla nostra storia - ha sottolineato il Papa - è un Padre che mai smette di pensare a noi e, nel rispetto estremo della nostra libertà, desidera incontrarci e visitarci; vuole venire, dimorare in mezzo a noi, restare con noi”. E l’esortazione di Benedetto XVI è ad accogliere Gesù nella propria interiorità, perché ogni uomo possa arricchirsi ancora dell’amore di Dio:

 

Come la Vergine Madre custodì nel suo cuore il Verbo fatto carne, così ogni singola anima e l’intera Chiesa sono chiamate, nel loro pellegrinaggio terreno, ad attendere il Cristo che viene e ad accoglierlo con fede ed amore sempre rinnovati.

        

E per questa prima domenica di Avvento l’invito del Papa è quello di raccogliersi in preghiera e di chiedere al Padre celeste di suscitare in noi la volontà di andare incontro al Cristo che viene.

 

(canto)

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ELEVATA ALL’ONORE DEGLI ALTARI LA MISTICA INDIANA,

SUOR EUFRASIA ELUVETHINGAL.

OGGI, LA CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DELLA RELIGIOSA,

CHE DEDICO’ LA SUA VITA ALLA PREGHIERA E AI PIU’ DEBOLI

 - Intervista con padre Giorgio Nedungatt -

 

E’ stata proclamata Beata, oggi ad Ollur in India, Eufrasia del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Rosa Eluvethingal, una religiosa professa della congregazione delle Suore della Madre del Carmelo. Nata nella diocesi indiana di Trichur nel 1877 si è spenta, nella sua terra, nel 1952. La cerimonia è stata presieduta dal cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly. Con noi, a parlarci della Beata indiana, il postulatore della Causa di Beatificazione, padre Giorgio Nedungatt, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. - Mi ha colpito suor Eufrasia, il suo essere una grande mistica che si è dedicata completamente a Gesù, suo sposo, suo Re, suo Dio. Gesù l’ha accettata in un rapporto di unione mistica e sponsale, facendola partecipare alle sue sofferenze della Passione ma anche alla sua gioia della Risurrezione tanto che ella trasmetteva un’aria di pace, aveva sempre un sorriso attraente e celeste. Passava molto tempo, quasi tutto il tempo libero, davanti al tabernacolo in adorazione del Santissimo Sacramento e la gente, fuori della cappella, vedeva in lei una suora sempre con un rosario in preghiera tanto che, mentre le suore la chiamavano “il tabernacolo mobile”, la gente di fuori la chiamava semplicemente “la madre pregante”. Una suora che quindi ha saputo pregare, salire le vette della vita mistica, ma allo stesso tempo portava alla gente il tesoro del suo cuore. Quelli che le chiedevano l’aiuto della preghiera nei loro bisogni di essere guariti da qualche malattia, di ottenere qualche lavoro, e i bambini per passare gli esami a scuola, ella prometteva a tutti la sua preghiera e la gente credeva che ella era una Santa con un potere di intercessione mirabile, mai delusa.

 

D. – Padre Giorgio, qual è il messaggio della Beata Eufrasia all’uomo d’oggi?

 

R. - Il suo messaggio al mondo di oggi, in pericolo di sperdersi tra tante attrazioni e tante distrazioni, è quello di avere lo sguardo puntato verso il cielo dove è il nostro vero tesoro, come ha detto Gesù. Quindi, vita di fede, vita di carità, concentrata nell’Eucaristia. Infatti, il Santo Padre ha fatto il dono di un ostensorio al convento di Santa Maria, a Ollur, dove Eufrasia ha passato tutta la sua vita in preghiera, e questo ostensorio è stato mostrato a tutta la gente durante la cerimonia della Beatificazione, con il messaggio che è un invito a tutti di adorare Gesù nel Santissimo Sacramento. L’Eucaristia che noi celebriamo nella Messa è il Pane di Vita che poi riceviamo sotto le specie sacramentali. Inoltre, l’Eucaristia è anche una Persona che incontriamo nella fede, che riceviamo nel nostro cuore, che resta con noi come un compagno, un nostro amico. Questo è il messaggio che il Papa vuole comunicare con questo gesto di generosità, con il dono di un ostensorio.

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FEDELE ALL’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO, LA CHIESA IN ASIA CONTINUA

LA SUA MISSIONE DI DIALOGO E DI EVANGELIZZAZIONE,

 NONOSTANTE L’IMPATTO NEGATIVO DEL SECOLARISMO:

COSI’, IL COMUNICATO FINALE DELLA X RIUNIONE DEL CONSIGLIO SPECIALE PER L’ASIA DELLA SEGRETERIA GENERALE DEL SINODO DEI VESCOVI

 

 “Purtroppo, anche nel contesto asiatico si nota il crescente impatto negativo del secolarismo, che influisce sull’istituzione familiare e rischia di ripercuotersi anche sul numero delle vocazioni”: è quanto si legge nel comunicato finale della decima riunione del consiglio speciale per l’Asia della segreteria generale del Sinodo dei vescovi, svoltosi il 17 e 18 novembre scorsi. Nel documento, pubblicato ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede, viene sottolineato che durante l’assise si è dato risalto, in particolare, a due argomenti di grande attualità: “Le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata” e “il dialogo interreligioso”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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In vari Paesi asiatici, sottolinea il comunicato dei vescovi, “la Chiesa Cattolica continua la sua attività pastorale nonostante restrizioni di vario grado della libertà religiosa”. La situazione, si legge ancora, “è particolarmente seria nelle regioni sconvolte dalla guerra e dalla violenza”, con gravi ripercussioni per la popolazione civile. “L’esodo dei cristiani è una delle dolorose conseguenze di tale inaccettabile situazione”. I presuli si dicono incoraggiati per “la crescita, in alcuni casi assai significativa, delle vocazioni”. D’altro canto, “è stata segnalata l’urgenza di una formazione dottrinalmente solida nonché adeguatamente inculturata dei candidati al sacerdozio e alla vita consacrata”, specie di fronte “al crescente impatto negativo del secolarismo”.

 

Per quanto riguarda il tema del dialogo interreligioso, il comunicato mette l’accento sui “numerosi sforzi e i buoni risultati a livello delle chiese particolari e delle Conferenze episcopali per mantenere aperto il dialogo e la collaborazione con le grandi religioni nate nel continente asiatico, in particolare l’islam, l’induismo e il buddismo”. Sono segnali incoraggianti, “anche se non mancano difficoltà provocate da certi gruppi fondamentalisti in diversi Paesi”. Si tratta, è stato rilevato, “di gruppi minoritari, dato che la grande maggioranza degli appartenenti alle religioni è aperta al dialogo della vita ed è disposta a collaborare con i cristiani e gli uomini di buona volontà nella promozione della giustizia e della pace”. Fedele all’azione dello Spirito Santo, “agente primario del dialogo della Chiesa con tutti i popoli, culture e religioni”, conclude il comunicato, la Chiesa in Asia continua, dunque, “la sua missione di dialogo e di evangelizzazione, nella convinzione che nel profondo del cuore degli uomini vi sia quella sete di Dio che lo Spirito stesso suscita e che solo Gesù Salvatore può pienamente saziare”.

 

Infine, è stata decisa la data della prossima riunione nei giorni 20 - 21 novembre 2007, affidando allo Spirito Santo la missione della Chiesa Cattolica nel grande continente asiatico.

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 dicembre 2006

 

 

“L’ACCESSIBILITA’ ELETTRONICA”:

E’ IL TEMA SCELTO DALLE NAZIONI UNITE

 PER L’ODIERNA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LE PERSONE CON DISABILITA’

- Intervista con Salvatore Nocera -

 

“L’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione crea opportunità per tutti, e questo è tanto più vero per i disabili”: è quanto afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nel messaggio per l’odierna Giornata internazionale per le persone con disabilità. La ricorrenza quest’anno ha per tema: “L’accessibilità elettronica”. L’iniziativa mira a sollecitare governi e privati a eliminare le barriere che impediscono l’accesso dei disabili alle nuove tecnologie e, in particolare, a Internet. Ma in che modo il web può essere concretamente di aiuto alle persone con disabilità? Roberta Moretti lo ha chiesto a Salvatore Nocera, vice presidente della FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap:

 

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R. – Enorme è l’aiuto che Internet ci ha dato, se pensiamo che molte persone con disabilità oggi comunicano, sono integrate nella scuola, nel lavoro, nella società, mentre prima erano praticamente escluse. E’ stato Internet che ci ha rimesso in rete!

 

D. – Quali sono le barriere che impediscono alle persone con disabilità di accedere a Internet?

 

R. – Ormai tutti i programmi sono impostati su icone, cosa che per esempio per i non vedenti è una grandissima barriera. I nostri programmi di sintesi vocale si interfacciano in modo tale da trasformare le icone in parole. Per i sordi è il contrario, invece, e bisogna fare in modo di trasformare i segnali sonori in immagini. Poi, per le persone con disabilità motoria, soprattutto alle mani, la difficoltà sta spesso nel dover usare più tasti contemporaneamente, per poter accedere a un sito, per poter passare da una pagina all’altra. Noi stiamo lavorando con delle tastiere particolari, ma il problema è che la tecnologia è talmente rapida, che quando noi riusciamo ad ottenere una piena interfacciabilità, quel programma è già superato…

 

D. – Più in generale, qual è la situazione a livello mondiale ed europeo in tema di barriere architettoniche, ma anche di pregiudizi ed emarginazione, nei confronti delle persone con disabilità?

 

R. – Ci sono delle regole fondamentali, per esempio sull’international design, per cui tutti i costruttori di qualsiasi prodotto debbono far sì che questo sia non dannoso ed accessibile alle persone con disabilità. In Italia, poi, abbiamo una situazione privilegiata, in quanto pratichiamo da 35 anni l’integrazione scolastica. Abbiamo 170 mila studenti disabili, la quasi totalità, che frequentano le scuole pubbliche. In Europa, invece, le scuole per gi portatori di handicap sono speciali. Quindi, vivono tra di loro, separatamente. Noi abbiamo dimostrato che la persona con disabilità, se integrata bene, riesce a crescere psicologicamente e socialmente, e a livello di apprendimento, più di coloro che rimangono nelle scuole speciali. 

 

D. – A fine dicembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite dovrebbe approvare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità…

 

R. – E’ una cosa estremamente importante, sotto il profilo politico e giuridico. Politico, perchè è il primo trattato internazionale sui diritti delle persone con disabilità, indipendentemente dalla razza e dalla lingua. Sotto il profilo giuridico, perchè per tutti i Paesi aderenti all’ONU scaturisce l’obbligo di ratificare il trattato, quindi di fare delle leggi di recepimento interno della normativa.

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VENEZUELA OGGI AL VOTO PER LE PRESIDENZIALI:

HUGO CHAVEZ CERCA  LA RICONFERMA

CONTRO IL LEADER DELL’OPPOSIZIONE MANUEL ROSALES

- Ai nostri microfoni Maurizio Chierici -

 

Venezuela oggi alle urne per le elezioni presidenziali. I due candidati sono Hugo Chavez, presidente uscente che cerca la rielezione, e il leader dell'opposizione Manuel Rosales. Alla chiusura delle rispettive campagne elettorali nello stato di Trujillo e di Zulia hanno rivolto ferventi appelli agli elettori e promesse di vittoria. Rosales ha dichiarato che la scelta sarà “tra due cammini e due modelli”. Da parte sua, Chavez ha promesso ai suoi sostenitori che “polverizzerà tutti i candidati dell'imperialismo”. I presuli venezuelani, nei giorni scorsi, hanno invitato tutti i cittadini a recarsi alle urne, esercitando tale prerogativa “in coerenza con i valori della giustizia, della libertà, della democrazia e della pace”. Per una chiave di lettura di queste elezioni, Stefano Leszczynski ha intervistato Maurizio Chierici, giornalista esperto di America Latina.

 

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R. – Il programma di Chavez è un programma lungo: creare nuove città per svuotare le favelas, che sono spaventose. In questo panorama, dovrebbe vincere Chavez, confermando una linea che dà speranza, ma non si sa poi dove andrà questa speranza. Certo che l’opposizione è fortissima. Nella popolazione più povera c’è un certo entusiasmo per Chavez, nell’altra, non dico rassegnazione, ma attenzione per le opere che si stanno facendo. Per la prima volta, per esempio, dopo 40 anni di democrazia si è costruita una ferrovia, si sono costruite strade, ospedali. Questo tocca i poveri e questi poveri gli sono grati.

 

D. – Le ripercussioni sull’economia del Venezuela, da quando Chavez è diventato presidente, sono state positive o negative?

 

R. – Prima di tutto bisogna dire che mai come adesso i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Venezuela stanno prosperando. Nemmeno nei momenti più favorevoli della democrazia, quando è scoppiato il primo boom del petrolio, 20-25 anni fa, si erano toccati tali vertici. C’è un interscambio che sfiorerà quest’anno i 42 miliardi di dollari, non solo di petrolio, ma anche di tecnologie. Certo, Chavez attacca gli Stati Uniti chiamandoli “impero”, facendo degli show alle Nazioni Unite. Ma l’opposizione è ugualmente volgare: nei giornali e nelle televisioni, tutti trattano Chavez come uomo spaventoso, il terrore dell’America Latina, in maniera ridicola.

 

D. – Quali sono i tratti distintivi di Manuel Rosales, il capo dell’opposizione? Si pone un po’ come un democratico, salvatore del Paese, di fronte ad un comunismo fuori dai tempi della storia…

 

R. – Rosales è una persona che somiglia molto a Chavez. E’ stato militare con lui e ha fatto il golpe del ’92, per rovesciare la corruzione di Carlos Andres Peres, il presidente. Era il governatore di Zulia, che è lo Stato petrolifero, e c’è un movimento indipendentista che vuole strappare questo Stato al Venezuela. E’ un uomo razionale, che imita Chavez in tutto, cambiando nome. Chavez, gli aiuti che dà alla povera gente li chiama misiones, lui invece li chiama con vari nomi, come madre negra, ma sono le stesse cose: anticipano i soldi ai poveri, danno i soldi per le case. Nello stato di Zulia, dove probabilmente lui vincerà, avrà la maggioranza, ma non la avrà nel resto del Paese.

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NELLA CITTA’ BAVARESE DI TRAUNSTEIN, UNA MOSTRA DI PRESEPI NAPOLETANI

IN OMAGGIO A BENEDETTO XVI E ALLA SUA TERRA NATALE

- Con noi, Umberto Grillo e don Thomas Frauenlob -

 

 “Il Dio che si fa uomo nell’arte presepistica napoletana”: è il tema dell’esposizione di presepi, organizzata in omaggio a Papa Benedetto XVI dall’Associazione culturale Greenaccor, in collaborazione con l’Associazione Amici del Presepio di Napoli, inaugurata nei giorni scorsi in Baviera, nella città di Traunstein, dove il Pontefice ha trascorso la sua giovinezza. La mostra, collocata all’interno di una chiesa nel cuore della città bavarese, sarà visitabile fino al prossimo 26 dicembre. Il servizio di Marina Tomarro:

 

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(musica)

 

Rappresentazioni di natività, ambientate nel cuore della Napoli barocca o in mezzo ai vicoli chiassosi e pieni di calore della città campana o ancora piccolissimi presepi immersi in sfere blu, come il mare che la lambisce. La mostra di presepi napoletani a Traunstein regala emozioni partenopee ai bavaresi e nello stesso tempo un momento di riflessione, di contemplazione di fronte al Verbo che si è fatto carne. Ma come nasce questa iniziativa? Umberto Grillo, segretario dell’Associazione “Amici del Presepio”:

R. – E’ stato un omaggio che abbiamo voluto fare al Santo Padre, che ha accolto questa cosa con gioia, indicandoci anche la città dove farlo. Ci siamo, quindi, messi al lavoro tutti quanti ed abbiamo realizzato 35 opere, direi le più belle che in 50 anni la nostra sezione abbia realizzato proprio per fare questo omaggio al Papa.

 

D. – Come è strutturata questa esposizione?

 

R. – Ogni socio ha creato un presepe nuovo su ispirazione di quelli del700 o dell’’800 napoletano, di dimensioni molto grandi e con figure presepiali da 120 centimetri e di conseguenza con una scenografia veramente molto imponente, quasi monumentale; altri con figure più piccole, con figure da 40; fino ad arrivare ad un presepe che ha delle figure che sono soltanto di pochi millimetri di altezza: si tratta dei presepi più piccoli al mondo. Li abbiamo, quindi, dal più piccolo al più grande. Ma abbiamo anche delle altre realizzazioni fatte in porcellana biscuit. Così facendo abbiamo voluto presentare al Papa tutta la produzione napoletana.

 

Ecco la testimonianza di don Thomas Frauenlob, curatore della mostra:

 

R. - “Questa mostra a Traunstein ha un significato speciale perché è la città paterna del Santo Padre e poi perché la tradizione napoletana è molto interessante per noi proprio per il fatto che non ci sono molti presepi napoletani nel nostro Paese”.

 

E gli abitanti a Traunstein hanno manifestato grande interesse e curiosità per la mostra. Ancora don Thomas Frauenlob:

 

R. - “Molta gente sta visitando questa mostra, anche perché la città di Traunstein è anche caratterizzata da molti negozi e quindi possono, passeggiando, passare anche in questa vecchia chiesa, entrarvi e visitare la mostra. E’ anche molto bello ed interessante questo contrasto, perché questo è il cuore del Natale e non tutte le altre cose che sono solo decorazioni.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

3 dicembre 2006

 

 

IN UNA NUOVA DICHIARAZIONE I VESCOVI DEL CONGO-BRAZZAVILLE

 CHIEDONO IL RISPETTO DELLE NORME GIUDIZIARIE PER DUE DIFENSORI

DEI DIRITTI UMANI ACCUSATI DI FRODE. DA ANNI SONO IMPEGNATI IN UNA CAMPAGNA CHE CERCA DI FAR LUCE SUI PROVENTI DEL PETROLIO

 

BRAZZAVILLE. = I vescovi del Congo invitano le autorità “a rispettare le procedure giudiziarie, che sono la garanzia di un processo giusto ed equo, e ad assicurare in ogni circostanza l’integrità fisica e psichica” di Brice Mackosso e di Christian Mounzeo, rispettivamente segretario permanente della Commissione Giustizia e Pace della Chiesa cattolica e presidente dell’associazione “Rencontre pour la Paix et les Droits de l’Homme”. I due difensori dei diritti umani, che si battevano per una maggiore trasparenza nella gestione delle risorse petrolifere della Repubblica del Congo-Brazzaville, sono stati più volte arrestati, per poi essere rilasciati, con l’accusa di falso e abuso della buona fede. Entrambi, scrive l’agenzia Fides, coordinavano la campagna internazionale “Pubblicate quanto pagate”, avviata nel 2002 per sollecitare le compagnie petrolifere a pubblicare le somme versate nelle casse dei Paesi nei quali vengono estratti petrolio e gas. “Dall’inizio della vicenda, il 6 aprile 2006 e dalla prima udienza pubblica, il 13 giugno 2006 – si legge in una dichiarazione della Conferenza episcopale – si sono verificate numerose irregolarità nello svolgimento della procedura”. Il documento dei vescovi congolesi si aggiunge a quello delle Conferenze dei vescovi della Francia e degli Stati Uniti e della Federazione protestante di Francia. Brice Mackosso e Christian Mounzeo sono stati arrestati la prima volta il 7 aprile di quest’anno a Pointe Noire (la “capitale” dell’industria petrolifera locale) con l’accusa di aver stornato i fondi di un’associazione. Rimessi in libertà provvisoria il 28 aprile, sono stati fermati nuovamente dalla polizia il 13 novembre. Un giudice ha però riconosciuto l’illegalità del fermo e i due esponenti sono stati nuovamente rilasciati. L’episcopato ha espresso “stupore e inquietudine” per l’accaduto, invitando a prevenire ogni forma di rappresaglia nei confronti di quanti, individualmente o in associazioni, difendono i diritti dell’uomo. (T.C.)

 

 

CRESCONO IN MESSICO LE VOCAZIONI. SONO CIRCA 12 MILA I GIOVANI

 CHE STANNO STUDIANDO NEI SEMINARI MAGGIORI DEL PAESE

 

CITTÀ DEL MESSICO. = Circa 12 mila giovani si stanno preparando al sacerdozio nei seminari maggiori del Messico. È quanto ha riferito Xavier Legorreta, capo della Sezione per l’America Latina I di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che ha preso parte all’82.ma Assemblea della Conferenza episcopale. Legorreta, si legge in un comunicato dell’agenzia ZENIT, ha affermato che in Messico si sta registrando un notevole incremento di vocazioni, e che nel Paese sono circa 15 mila i sacerdoti mentre si contano 32 mila religiose. “Una delle ragioni fondamentali della vitalità e della ricchezza di vocazioni della Chiesa messicana è la persecuzione che ha subito negli anni Trenta, che ‘ha aiutato’ i cattolici a difendere la propria fede”, ha spiegato Xavier Legorreta, aggiungendo che “la formazione di futuri sacerdoti e il sostegno alle religiose contemplative sono prioritari”. “Al giorno d’oggi – ha concluso – il Messico è, insieme alla Colombia, uno dei Paesi che invia più evangelizzatori nel resto del mondo, soprattutto in Europa”. (T.C.)

 

 

INZIATE A GERUSALEMME LE CELEBRAZIONI PER IL GIUBILEO

DELL’ORDINE DEI FRATI MINORI.

I RELIGIOSI FRANCESCANI FESTEGGERANNO 800 ANNI NEL 2009

 

GERUSALEMME. = Sono cominciati la settimana scorsa a Gerusalemme i festeggiamenti per l’VIII centenario dell’Ordine dei frati minori. Quest’anno per i francescani di tutto il mondo, iniziano tre anni contrassegnati da diverse manifestazioni per ricordare, nel 2009, gli 800 anni di fondazione dell’Ordine. Il 29 novembre, giorno in cui, nell’anno 1223, Onorio III approvò con una bolla la Regola di vita dei frati minori - già accettata oralmente nel 1209 da Innocenzo III -, nella Basilica del Getsemani i religiosi della Custodia di Terra Santa, circa 150, si sono riuniti per inaugurare un triennio giubilare. Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha consegnato a ciascun frate un Tau in legno d’ulivo, opera di un artigiano di Betlemme, con la scritta “Signore, cosa vuoi che io faccia?”. Commentando la pagina evangelica del giovane ricco, padre Pizzaballa ha detto: “Ci viene chiesto anzitutto di seguire il Signore, il resto viene di conseguenza, viene da sé. Dobbiamo consegnarci al Signore – ha proseguito - altrimenti Lui non può agire, perché il Signore rispetta la nostra libertà. Noi non ci apparteniamo, noi ci siamo consegnati a Lui ed oggi ci riconsegniamo a Lui”. Il Tau, segno molto amato da San Francesco e simbolo dell’elezione divina, è stato adottato dai primi cristiani per rappresentare la croce di Cristo e per i francescani indica anche l’invito a comportarsi come “crocifissi”, testimoni di un Dio compassionevole ed esempi di fedeltà fino alla morte. Il 29 novembre, durante la celebrazione, i frati minori hanno festeggiato anche tutti i Santi della famiglia francescana. (T.C.)

 

 

AVVIATI A TAIWAN CORSI DI FORMAZIONE AL VOLONTARIATO ALLA PROVIDENCE UNIVERSITY DI SHALU, ATENEO CATTOLICO, CHE QUEST’ANNO FESTEGGIA

IL 50.MO ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

 

TAICHUNG. = Tra i suoi obiettivi vi è quello di formare i giovani al volontariato. La Providence University di Shalu, nella contea di Taichung a Taiwan, che appartiene alla diocesi di Taichung, quest’anno festeggia il 50.mo anniversario di fondazione. Recentemente ha avviato un corso di formazione al volontariato per studenti universitari e di altre scuole. Lo scopo è quello di preparare i giovani all’assistenza ai bisognosi, negli ospedali e in tutte quelle strutture che offrono un sostegno ad ogni fascia d’età della popolazione di Taichung. Gli studenti coinvolti sono più di 12 mila. “Fino ad ora – spiega il direttore dei corsi, il sacerdote Martino Su Yao-wen – studenti e studentesse hanno devoluto in tutto 100 mila ore di volontariato. L’obiettivo è di raggiungere, nel febbraio 2007, 500 mila ore. La campagna di volontariato che abbiamo avviato con questi corsi di formazione è infatti denominata ‘500 mila ore al servizio della comunità’”. La Providence University è nata nel 1956 come liceo cattolico femminile di lingua inglese, per opera delle suore della Provvidenza. Al liceo si aggiunse, nel 1963, un istituto tecnico di arti e scienze riservato sempre a studentesse. La gestione della scuola cattolica, nel 1974, passò poi dalle religiose alla diocesi di Taichung. Tredici anni dopo, nel 1987, essa  ottenne lo status di università femminile. Il suo campus oggi si sviluppa su 30 ettari di superficie, dove sono ospitate cinque facoltà con 21 dipartimenti e 20 corsi post-laurea. Per i 50 anni dell’università sono state programmate varie iniziative. La scorsa settimana mons. Giuseppe Wang Yu-jung, vescovo di Taichung, ha presieduto la celebrazione dell’Eucaristia di ringraziamento. (T.C. - A.M.)

 

 

 

DA GIOVEDÌ IN MAROCCO PARTONO I PROGRAMMI

DEL NUOVO CANALE SATELLITARE DI INFORMAZIONE MEDI 1 SAT.

L’EMITTENTE TRASMETTERÀ NOTIZIE IN ARABO E FRANCESE

 

RABAT. = Ventinove giornalisti provenienti da otto Paesi (Marocco, Libia, Siria, Algeria, Giordania, Tunisia, Francia e Svizzera) da giovedì daranno vita a Tangeri, in Marocco, a notiziari in lingua araba e francese nel nuovo canale satellitare di informazione Medi 1 Sat. L’emittente, con un capitale misto, in maggioranza locale e con la partecipazione della compagnia telefonica statale, si pone l’obiettivo di raggiungere 80 milioni di telespettatori in tutto il Maghreb. I programmi, riferisce l’agenzia MISNA, vogliono raggiungere soprattutto la sponda meridionale del Mediterraneo ma anche gli immigrati in Europa. Il palinsesto prevede attualmente brevi flash di informazione di cinque minuti ogni mezz’ora nelle due lingue, seguiti da due edizioni del telegiornale alle 18 e alle 19. “Le due diverse versioni in arabo e francese non saranno identiche ma complementari” spiega il caporedattore Marc Saikali. La sede - un palazzo di due piani con uno studio per i notiziari e uno per i dibattiti - è stata realizzata a Tangeri dal francese Pierre Casalta, che nel 1981 ha lanciato l’emittente radiofonica ‘Medi 1’, molto diffusa nella regione, e che ora prova a sfidare la concorrenza dei ‘giganti dell’informazione’ satellitari arabi come al Jazeera o al-Arabyia. Tra le novità, l’assenza di conduttori dei telegiornali: ogni giornalista, oltre a scrivere le notizie, realizzerà direttamente con immagini e suoni i suoi servizi, che andranno in onda senza “l’aspetto ieratico dei conduttori delle catene televisive del Golfo” spiega Casalta. Entro pochi mesi è prevista l’estensione dei programmi per tutta la giornata, con documentari e dibattiti. “Il nostro obiettivo – aggiunge – è chiaro: vogliamo essere la prima catena televisiva del Maghreb e della comunità maghrebina in Europa”. (T.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 dicembre 2006

 

- A cura di  Eugenio Bonanata -

 

Decretato lo stato di catastrofe naturale nelle Filippine in seguito passaggio del tifone Duran, che ha colpito la zona orientale del Paese. La decisione, adottata oggi dalla presidente Gloria Arroyo, prevede anche aiuti di emergenza per più di venti milioni di dollari. Il bilancio della disastrosa alluvione provocata dal tifone è salito ad oltre 700 tra morti e dispersi. Ma è un numero destinato ad aumentare secondo la Croce Rossa filippina che avverte: “Il bilancio reale non potremo mai averlo”, per la difficoltà di molti villaggi a fornire notizie dettagliate. Nei giorni scorsi, il Papa aveva espresso il suo profondo cordoglio per le vittime, in un telegramma inviato al nunzio apostolico nel Paese.

 

L’ex dittatore cileno, Augusto Pinochet, è stato colpito stanotte da un infarto. L’anziano leader, ricoverato d’urgenza in un ospedale militare di Santiago del Cile, ha ricevuto l’unzione degli infermi. In mattinata i familiari avevano annunciato che le sue condizioni erano stabili ma gravi, dopo l’applicazione di un bypass. Da alcuni giorni, Pinochet era stato nuovamente posto agli arresti domiciliari, nell’ambito del processo a suo carico per genocidio per fatti avvenuti nei primi anni del suo regime. L’inchiesta riguarda la cosiddetta “carovana della morte”, che nel 1973 portò all’uccisione di 75 oppositori.

 

Il presidente iracheno Jalal Talabani ha bocciato l’idea di una conferenza internazionale di pace avanzata dal segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Talabani ha precisato: “Siamo diventati uno Stato indipendente e sovrano e saremo noi a decidere il futuro del nostro Paese”. Intanto, sul terreno, e’ salito a 60 morti il bilancio del triplice attentato che ieri ha colpito un quartiere a maggioranza sciita di Baghdad.  Questa notte, inoltre, in un raid aereo statunitense, condotto contro un presunto covo di terroristi, sono stati uccisi sei insorti. Nell’attacco, verificatosi a Gharma, ad est di Baghdad, sono morte anche due donne e un bambino. A Kirkuk un attentato suicida ha provocato la morte di tre poliziotti, mentre a Baquba, è stata scoperta una fossa comune  con i cadaveri di 28 sciiti, rapiti  nelle settimane scorse da insorti sunniti.

 

Ribelli in azione in Afghanistan. A Kandahar otto persone sono morte in un attacco contro un convoglio della NATO, rivendicato da milizie talebane. Lo ha riferito il portavoce del ministero dell’Interno afgano, Zemarai Bashary. Secondo una prima ricostruzione, si è trattato di un attacco suicida, il settimo nell’area in pochi giorni, al quale è seguita una sparatoria. Nell’attacco sono morti anche tre civili.

 

La polizia saudita ha arrestato negli ultimi 2 mesi 139 membri di una sospetta organizzazione di militanti islamici, tra cui un presunto kamikaze. Il ministero dell’Interno di Riad ha precisato che gli arrestati, non tutti di nazionalità saudita, erano in possesso di editti religiosi che incitavano ad attaccare aziende e banche.

 

Un razzo sparato dalla Striscia di Gaza ha colpito il sud di Israele, violando ancora  una volta la tregua stabilita una settimana fa. Lo ha reso noto un portavoce dell'esercito israeliano, precisando che non ci sono vittime. Intanto oggi il governo israeliano discuterà se estendere il cessate-il-fuoco anche alla Cisgiordania, sebbene i vertici militari si siano detti contrari a questa possibilità.

 

Sul versante palestinese, il premier Ismail Haniyeh ha annunciato che l’emiro del Qatar ha promesso di pagare gli  stipendi dei funzionari dei ministeri dell’Istruzione e della Salute. In questo modo il ricco Stato del Qatar sopperirà allo stop dei finanziamenti imposto dalla comunità internazionale al governo di Hamas.

 

Prima di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di dialogo con Cuba, gli Stati Uniti si aspettano una svolta democratica nell’isola. Questa la reazione di Washington alla proposta di aprire dei negoziati con l’America, lanciata ieri da Raul Castro, che ha assunto pro tempore la guida di Cuba a causa della malattia del fratello Fidel. L’ipotesi è stata formulata ieri durante i festeggiamenti per l’80.mo compleanno di Fidel Castro e per il 50.mo anniversario della rivoluzione cubana.

 

Mandare a casa il governo Prodi”, questo lo slogan che ha aperto la manifestazione organizzata ieri dal centro-destra a Roma. All’appuntamento, al quale non ha partecipato l’UDC di Pier Ferdinando Casini che invece era in piazza a Palermo, c’erano centinaia di migliaia di persone. Nel suo intervento, il leader della Casa delle Libertà, Silvio Berlusconi, ha affermato: “Siamo qui per impedire alle sinistre di impoverire l’Italia moralmente e materialmente”. Dal canto suo, il presidente del consiglio, Romano Prodi, ha definito le proteste di piazza “parte integrante della democrazia”.

 

Al via in Madagascar le operazioni di voto per le elezioni presidenziali. Gli elettori dovranno scegliere tra 14 candidati, tuttavia il presidente uscente, Marc Ravalomanana, è dato per favorito. In caso di mancato conseguimento della maggioranza assoluta, il ballottaggio si svolgerà fra 30 giorni. Nei 17.500 seggi elettorali del Paese sono attesi quasi 7 milioni di elettori, su una popolazione di circa 18 milioni di abitanti. A vigilare sulla correttezza dello scrutinio 149 osservatori internazionali.

 

Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, è giunto a Teheran per incontrare la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, e il presidente Mahmud Ahmadinejad. Al centro dei colloqui – sottolinea l’agenzia iraniana Irna - vi sono temi “bilaterali e internazionali” come gli sviluppi in Iraq e la questione energetica, essendo  l’Iran un importante fornitore di gas ad Ankara attraverso un gasdotto che collega i due Paesi.

 

Restiamo in Iran: tutti i cittadini americani che entreranno nel Paese dovranno essere rilevate le impronte digitali, come già viene fatto da anni per gli iraniani che fanno ingresso negli USA. Lo stabilisce una legge entrata oggi in vigore con la ratifica del Consiglio dei Guardiani, la corte costituzionale iraniana, nonostante il parere contrario espresso dal presidente della repubblica, Mahmud Ahmadinejad.

 

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