RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 120  - Testo della trasmissione di domenica 30 aprile 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Negare la Risurrezione di Cristo significa vanificare la nostra fede: è il richiamo del Papa, che al Regina Caeli ha sottolineato come la Madonna sia madre e maestra di tutti i cristiani, in ogni tempo

 

Milano in festa per la proclamazione di due nuovi Beati, i sacerdoti Luigi Biraghi e Luigi Monza. Migliaia di fedeli in Piazza Duomo per il rito solenne di Beatificazione

 

A Ramapuram, in India, proclamato Beato don Agostino Thevarparampil, sacerdote al servizio degli ultimi tra gli ultimi: intervista con padre Gianni Califano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Incentrata sul tema “Verità e amore al centro della cultura” l’odierna Giornata per l’Università cattolica, giunta all’82.ma edizione: ai nostri microfoni Lorenzo Ornaghi

 

Domani a Pompei il XX Meeting nazionale dei giovani, concreta esperienza di condivisione e solidarietà: intervista con don Giovanni Russo

 

L’esperienza di famiglie missionarie laiche, impegnate nel Terzo mondo, raccontata in un libro testimonianza: con noi l’autrice, Paola Springhetti

 

CHIESA E SOCIETA’:

Tensione in Ciad, in vista delle presidenziali del 3 maggio

 

In corso, a Verona, l’Incontro nazionale dell’Azione Cattolica

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, aumenta l’insicurezza per oltre 13 mila sfollati costretti a fuggire a causa dei recenti scontri tra ribelli e militari

 

Si è aperto ieri il Convegno annuale dell’AGESCI

 

Presentato a Roma, da 40 onlus internazionali, un “Manifesto” che chiede il riconoscimento del ruolo del volontariato nell’Unione Europea

 

Il settimanale cattolico russo “Svet Evangelia” pubblica oggi 4.500 copie della prima Enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est”

 

24 ORE NEL MONDO:

Tragedia ad Ischia: una frana uccide quattro persone

 

Il governo sudanese accetta il piano di pace dell’UA per il Darfur

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

30 aprile 2006

 

NEGARE LA RISURREZIONE DI CRISTO SIGNIFICA VANIFICARE LA NOSTRA FEDE:

E’ IL RICHIAMO DEL PAPA, CHE AL REGINA CAELI  HA SOTTOLINEATO

COME LA MADONNA SIA MADRE E MAESTRA DI TUTTI I CRISTIANI, IN OGNI TEMPO

 

La Risurrezione di Cristo è il cuore della nostra fede, una verità che va riaffermata con vigore: è quanto ribadito da Benedetto XVI al Regina Caeli, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Il Papa ha poi ricordato che domani inizia il mese di maggio, consacrato a Maria. Un periodo, ha sottolineato, utile a riscoprire la funzione materna che la Madonna svolge nella nostra vita. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Vincere l’incredulità”, che sperimentarono anche gli Apostoli, e “credere nella Risurrezione di Cristo”: è l’esortazione di Benedetto XVI, che al Regina Caeli ha sottolineato come nel tempo pasquale la liturgia ci offra “molteplici stimoli per rinsaldare la nostra fede nel Cristo Risorto”. Ha ricordato così le parole di San Paolo: “Se Cristo non è risuscitato allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede”. Un richiamo di straordinaria attualità:

 

“La risurrezione di Cristo è il dato centrale del cristianesimo, verità fondamentale da riaffermare con vigore in ogni tempo, poiché negarla come in vario modo si è tentato di fare e si continua a fare o trasformarla in un avvenimento puramente spirituale, è vanificare la stessa nostra fede”.

 

Il Papa ha rammentato che nei giorni successivi alla Risurrezione del Signore, gli Apostoli “restarono raccolti tra loro, confortati dalla presenza di Maria”. La Madonna, ha ribadito, “fu per loro madre e maestra, ruolo che continua a svolgere verso i cristiani di tutti i tempi”. Nel periodo pasquale, ha proseguito, “riviviamo più intensamente questa esperienza e forse proprio per questo la tradizione popolare ha consacrato a Maria il mese di maggio, che normalmente cade tra la Pasqua e la Pentecoste”. Quindi, ha corredato queste parole con una riflessione sul mese mariano:

 

“Questo mese, che iniziamo domani, ci è pertanto utile a riscoprire la funzione materna che Lei svolge nella nostra vita, affinché siamo sempre discepoli docili e testimoni coraggiosi del Signore risorto. A Maria affidiamo le necessità della Chiesa e del mondo intero, specialmente in questo momento segnato da non poche ombre”.

 

Benedetto XVI non ha mancato di ricordare San Giuseppe che, ha detto festeggeremo domani, in particolare “col pensiero al mondo del lavoro”. Dopo la recita del Regina Caeli, il Pontefice ha rivolto un saluto alla comunità del Preseminario San Pio X in Vaticano, in occasione del 50.mo anniversario di fondazione. Esso, ha affermato, è affidato alla “benemerita Opera scaturita dalla generosità di don Giovanni Folci e dedita alla cura e alla santificazione del clero”. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha ricordato la Beatificazione in India di don Agostino Thevarparampil. Quindi, ha dato appuntamento ai fedeli polacchi a fine maggio quando si recherà in Polonia, proprio nel mese consacrato alla devozione mariana. Tanti i gruppi italiani ai quali il Papa ha voluto indirizzare parole d’affetto. Tra questi, il Club automobilistico “Passione Rossa”, che ha portato in Piazza San Pietro decine di Ferrari, inconfondibili nel loro rosso fiammante.

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LA CHIESA DI MILANO IN FESTA PER LA PROCLAMAZIONE DI DUE NUOVI BEATI,

I SACERDOTI LUIGI BIRAGHI E LUIGI MONZA. MIGLIAIA DI FEDELI

IN PIAZZA DUOMO PER IL RITO SOLENNE DI BEATIFICAZIONE

 

Milano in festa per la proclamazione di due nuovi Beati, don Luigi Monza e mons. Luigi Biraghi. Due uomini di preghiera e missione che hanno consacrato la propria vita al servizio di Dio e dei più bisognosi. La celebrazione, avvenuta stamani in piazza Duomo, ha visto la partecipazione di migliaia di fedeli. Dal capoluogo lombardo, il servizio di Fabio Brenna:

 

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Due nuovi Beati per la Chiesa universale, beatificati nella loro diocesi di origine. Per la prima volta dal 1662, è stato il Duomo di Milano ad ospitare il rito, presieduto dall'arcivescovo locale, il cardinale Dionigi Tettamanzi alla presenza del Legato pontificio, il cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per la Causa dei Santi, che ha letto la formula di Beatificazione a nome del Papa:

 

“Con la nostra autorità apostolica concediamo che i venerabili Servi di Dio, Luigi Biraghi e Luigi Monza, d’ora in poi siano chiamati Beati e si possa celebrare la loro festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto: ogni anno il 28 maggio per Luigi Biraghi e il 28 settembre per Luigi Monza”.  

 

I due Beati proclamati in una piazza del Duomo trasformata in Cattedrale, con 12 mila persone a sedere e molte altre oltre le transenne, sono don Luigi Monza e mons. Luigi Biraghi.

 

Don Luigi Monza, nato nel 1898, fondò le Piccole Apostole, una comunità di persone consacrate che scelgono di portare nella società la carità dei primi cristiani. Con loro, don Monza fondò l'istituto "La Nostra famiglia" che ancora oggi si occupa di bambini disabili in 36 sedi in Italia e all'estero.

 

Mons. Biraghi, nato nel 1801, fu Dottore della Biblioteca Ambrosiana fondata dal cardinale Federigo Borromeo, ma svolse anche una vasta attività socio-assistenziale, sostenendo le Missioni estere. Nel 1838 fondò le Suore Marcelline, da allora impegnate nell'educazione culturale e morale delle giovani.

 

I nuovi Beati sono per gli uomini d’oggi “intercessori e modelli di vita” come ha spiegato il cardinale Tettamanzi nell’omelia:

 

“Un esempio, quello dei Beati, non solo per la singola persona, ma anche per tutte le nostre comunità cristiane, anzi per la stessa società civile. Sì, abbiamo un bisogno grande di avere tanti Beati e tanti Santi, perché la loro esemplarità di vita denunci il male presente in noi, ma soprattutto risvegli e fortifichi lo slancio verso il vero bene, accolto in tutto il suo fascino e vissuto in tutta la sua urgenza di perfezione. Un’esemplarità che semina speranza in noi e negli altri, che genera fiducia e impegno nel portare a compimento la chiamata di santità che Dio ci rivolge con instancabile amore”. 

 

E ciò che distingue l’agire anche dei nuovi Beati – ha aggiunto il porporato – è proprio l’amore per Cristo:

 

“E’ l’amore per Cristo a decidere il vero senso e il valore supremo del nostro vivere e faticare, del nostro operare e soffrire. Oh, come è consolante questo, per tutti e per ciascuno di noi, sempre in ogni momento. Anche nelle condizioni più fragili e inquietanti dell’esistenza, anche nel nascondimento e nella solitudine, anche nella disistima e nell’emarginazione che ci possono colpire, ci è comunque dato di poter essere grandi nell’amore. Ed è ciò che veramente conta nella vita”.  

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A RAMAPURAM, IN INDIA, PROCLAMATO BEATO DON AGOSTINO

 THEVARPARAMPIL, SACERDOTE AL SERVIZIO DEGLI ULTIMI TRA GLI ULTIMI

- Intervista con padre Gianni Califano -

 

L’India in festa festeggia il nuovo Beato, don Agostino Thevarparampil, sacerdote diocesano che dedicò tutta la sua vita al servizio dei “dalit”, gli “intoccabili”, ultimi tra gli ultimi della società indiana. La solenne celebrazione di Beatificazione è stata presieduta, a Ramapuram - nella diocesi di Palai, nel Kerala - dal cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly dei Siro-Malabaresi. Hanno preso parte alla solenne celebrazione il nunzio apostolico mons. Pedro López Quintana, con 70 altri vescovi, centinaia di sacerdoti e religiosi e laici provenienti da tutto il Paese. A parlarci della figura di don Agostino è il vicepostulatore della Causa di Beatificazione, padre Gianni Califano, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. - Don Agostino Thevarparampil nacque a Ramapuram, nella diocesi di Palai, Kerala, India, il 1 aprile 1891. A causa della sua bassa statura fu chiamato popolarmente “Kunjachan”, che nella lingua Malayalam dell'India significa ‘piccolo prete’. Il 17 dicembre 1921 fu ordinato sacerdote, e svolse la maggior parte del suo servizio pastorale nella parrocchia di Sant’Agostino della sua stessa città natale. Per oltre 40 anni fu padre e apostolo dei più poveri. 'Kunjachan' ebbe una lunga vita. Celebrò il suo Giubileo d'oro di ordinazione sacerdotale nel 1971. Dopo grave malattia morì in odore di santità il 16 ottobre 1973 all'età di ottantadue anni. La sua Causa di Beatificazione ebbe inizio nel 1987.

 

D. – Ci descriva l’ambiente in cui svolse la sua missione…

 

R. - Il Kerala, nel quale si svolse la vicenda umana e spirituale del nuovo Beato, è uno dei 24 stati dell’India, situato nell’angolo sud-occidentale del Paese. Oggi come allora, si caratterizza per l’alta percentuale di cristiani: circa il 20% della popolazione. La Chiesa Siro-Malabarese, che generò alla grazia Agostino Thevarparampil, si fa risalire alla predicazione dell’Apostolo San Tommaso che, secondo la tradizione, ebbe il martirio a Madras il 3 luglio dell’anno 72. Oggetto privilegiato delle tenere ed instancabili cure di don Agostino Thevarparampil furono gli Harijan, cioè gli appartenenti alle classi più basse della società, disprezzati da tutti. Gandhi per primo li aveva chiamati così, cioè, 'popolo di Dio', in considerazione della loro condizione di vita, tanto miserevole, che solo Dio avrebbe potuto riscattare.

 

D. – Qual è stata la peculiarità della sua santità, il suo carisma? Un episodio particolare…

 

R. - La grazia del sacerdozio rese maggiormente consapevole don Agostino dell’urgenza di dedicarsi ai poveri. Egli pertanto decise di donarsi totalmente agli ultimi, per migliorare la loro vita e per portarli a Cristo. La strada intrapresa si rivelò molto ardua. Si trattava infatti di gente spesso scoraggiata, immersa in credenze e pratiche superstiziose. A tutti don Agostino si rivolgeva chiamandoli ‘figli miei’. Ascoltava, confortava, cercava di eliminare le discordie e curava i malati. La sua giornata iniziava molto presto, alle 4 del mattino. Dopo la Messa, accompagnato da un catechista andava a visitare le povere capanne degli intoccabili. Non sempre riceveva buona accoglienza: alcuni cercavano di evitarlo; altri si nascondevano; altri si scusavano per essere venuti meno alle pratiche religiose che egli raccomandava. In queste circostanze era solito ripetere: "E’ gente buona e semplice. Migliorerà". Entrato un giorno in una povera capanna di un villaggio vi trovò una donna anziana e malata. Ella non era contenta che i suoi parenti si fossero convertiti al cattolicesimo. Alla visita del sacerdote ebbe pertanto un moto di risentimento e disse: “Va via, Kunjakan, via! Allontanati da me! Sei tornato? vattene”. Egli se ne andò serenamente. Le fece visita in questo modo per diciotto volte, riuscendo ad aiutarla nella sua infermità. Infine, sul letto di morte, la donna chiese con urgenza di vederlo. Don Agostino si recò subito da lei. Per suo desiderio la battezzò, e alcune ore dopo morì in pace.

 

D. – Qual è il suo messaggio agli indiani e agli uomini di oggi?

 

R. - Nella sua vita don Agostino si sforzò di imitare il Divin Pastore, andando verso le sue pecorelle, non soltanto nel territorio della sua parrocchia, ma ovunque la gente avesse bisogno di lui. Conosceva il nome di ciascuno e i suoi gioivano nel sentirsi chiamare per nome. Anche la sua piccola statura si rivelò una benedizione, perché poteva entrare e uscire senza difficoltà nelle basse capanne degli Harijan. Così facendo, il Beato Agostino Thevarparampil, non solo volle dedicare tutta la sua vita al servizio dei più poveri, ma scelse anche vivere come uno di loro. Egli consegna alla Chiesa e al nobile popolo indiano l’eloquente testimonianza di un amore che si fa tutto a tutti, che si fa comprendere più delle parole e che si rivela come il più saldo fondamento della umana convivenza.

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OGGI IN PRIMO PIANO

30 aprile 2006

 

 

INCENTRATA SUL TEMA “VERITA’ E AMORE AL CENTRO DELLA CULTURA”

 L’ODIERNA GIORNATA PER L’UNIVERSITA’ CATTOLICA, GIUNTA ALL’82.MA

EDIZIONE. CON NOI IL RETTORE DELL’ATENEO, LORENZO ORNAGHI

 

 Si celebra oggi l’82.ma Giornata per l’Università Cattolica. Il tema scelto quest’anno, “Verità e amore al centro della cultura”, prende spunto dalla prima Enciclica di Benedetto XVI, “Deus Caritas Est”. Proprio il Papa, inaugurando lo scorso 25 novembre l’anno accademico della Cattolica, aveva definito l’università un’avventura entusiasmante. Ma cosa hanno significato per la Cattolica quelle parole? Marina Tomarro lo ha chiesto al rettore dell’ateneo, il prof. Lorenzo Ornaghi.

 

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R. – Debbo dire che il Santo Padre ha usato con grande generosità parole belle, che sono molto piaciute ai nostri studenti. Avventura: l’avventura non è un percorso casuale di cui noi non conosciamo la meta; avventura è ciò che ci porta dentro le cose che avverranno, quindi che ci porta dentro il futuro, che ognuno di noi responsabilmente deve costruire. Ecco allora la necessità dell’entusiasmo. In questo senso gli anni di formazione universitaria sono un’avventura entusiasmante, da vivere con entusiasmo per gli anni che verranno. E per avere questo entusiasmo occorre davvero far sintesi, riprendendo un’altra espressione del Santo Padre, tra la Verità e l’amore. Per noi tutti significa una maggiore responsabilità, ovviamente, ma anche questo è entusiasmante.

 

D. – Benedetto XVI vi ha anche invitato ad essere un’università sempre più grande ed autorevole…

 

R. – Penso che sia una forma di incitamento, di incoraggiamento e quindi anche di grande conforto. Dobbiamo essere sempre più grandi, perché penso che già il nostro presente e gli anni che ci attendono non saranno anni di piccoli progetti, di risposta a piccole sfide, ma saranno anni di grande impegno orientato a grandi disegni. La Cattolica, che davvero è una creatura del cattolicesimo italiano, è chiamata a continuare a rispondere ai bisogni e alle aspettative del cattolicesimo italiano in una chiave anche sempre più europea e per molti aspetti sempre più internazionale.

 

D. – Quali sono le nuove sfide che state affrontando, che affronterete in relazione al tema stesso della giornata, cioè “Verità e amore al centro della cultura”?

 

R. – Significa sfidare alcune verità parziali e invece realizzare su un tema rilevantissimo questa sintesi fra Verità e amore. Mi limito solo a qualche esempio. Il nuovo laboratorio interdisciplinare sulle cellule staminali e le terapie cellulari, a Roma, al Policlinico Gemelli. Oppure, secondo esempio, tutta la nostra attività in campo internazionale anche di cooperazione alla formazione di classi dirigenti di Paesi in via di sviluppo. Terzo esempio, ma altrettanto significativo: i mesi recenti hanno verificato più volte questa stretta sintonia fra i cattolici italiani e l’Università Cattolica. Io penso che un nostro impegno sarà far crescere ulteriormente questa sintonia, in accordo con il progetto culturale orientato in senso cristiano e, sotto questo profilo, l’ormai imminente Convegno di Verona sarà davvero una tappa molto significativa.

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DOMANI A POMPEI IL XX MEETING NAZIONALE DEI GIOVANI,

CONCRETA ESPERIENZA DI CONDIVISIONE E SOLIDARIETÀ

- Intervista con don Giovanni Russo -

 

Il primo maggio, come ormai da tradizione, si svolge a Pompei il Meeting dei Giovani. Questo incontro, giunto alla XX edizione, e che raduna varie migliaia di giovani provenienti da diverse regioni d’Italia, ha avuto inizio nel 1985, in seguito all’Anno Internazionale della Gioventù, proclamato da Giovanni Paolo II. Nella sua organizzazione sono coinvolte numerose persone, per la maggior parte giovani. Tra gli ospiti di questa edizione il cardinale Ersilio Tonini e mons. Domenico Sigalini, già responsabile del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile. Elemento caratterizzante del Meeting, in continuità con il carisma del Fondatore della Nuova Pompei, il Beato Bartolo Longo, è la solidarietà, secondo il motto “Nella città della Carità per la Carità del mondo”. Al microfono di Giovanni Peduto, l’organizzatore del Meeting, don Giovanni Russo, spiega la particolarità di questa edizione dell’evento:

 

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R. – Il Meeting dei giovani, fedele al carisma del fondatore della Nuova Pompei, il Beato Bartolo Longo, nel promuovere la carità, ripropone nello specifico il tema scelto dal Papa Benedetto XVI per la XXI Giornata mondiale della Gioventù: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”, invitando i giovani a riflettere sul loro futuro attraverso non solo la voce della Chiesa ma anche mediante le testimonianze di noti personaggi del cinema, della musica e dello spettacolo. 

 

D. – Cosa vogliono dire da Pompei i giovani ai loro coetanei?

 

R. – Che è possibile trascorrere una giornata all’insegna del sano divertimento, della preghiera e della riflessione diventando loro stessi testimoni del Risorto nelle loro comunità parrocchiali e nel mondo della scuola e del lavoro.

 

D. – Che esperienza si vive a Pompei?

 

R. – L’esperienza pompeiana è prettamente improntata sulla Carità e sulla Solidarietà. Il Santuario della Beata Vergine sostiene bambini orfani e disagiati, ragazze madri e tossicodipendenti, attraverso la comunità “Nuovi Orizzonti”.

 

D. – Dal Meeting scaturiscono progetti di solidarietà …

 

R. – Le iniziative portate avanti finora sono: l’acquisto di suppellettili, il pagamento di urgenti lavori di muratura e di adeguamento dell’impianto elettrico per il Liceo “Ismail Qoemali” di Tirana, in Albania. Sostegno alla comunità terapeutica per tossicodipendenti “La Tenda”, che opera in diverse strutture a Napoli e in provincia. L’acquisto e l’allestimento di una Unità Mobile a favore della Comunità Exodus per l’assistenza in strada ed il primo soccorso a tossicodipendenti, extracomunitari e senza fissa dimora. Quest’anno si provvederà alla costruzione di 2 pozzi a Bikok in Camerun.

 

D. – Venti edizioni del Meeting di Pompei: che bilancio fare?

 

R. – Dal 1985 ad oggi il Meeting si è evoluto, è cresciuto ed ha visto coinvolti migliaia di giovani. Ha sentito battere all’unisono tantissimi cuori, ha ascoltato le voci di tante persone elevarsi al cielo per gridare insieme lo stesso messaggio: “Siamo giovani e la nostra giovinezza la vogliamo consacrare a Cristo!” Il bilancio finora è totalmente positivo, sia perchè con questa bella manifestazione si è riusciti concretamente negli obiettivi preposti, sia perchè ogni Meeting ha lasciato nelle menti dei partecipanti splendidi ricordi e tante emozioni che resteranno eternamente indelebili.

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L’ESPERIENZA DI FAMIGLIE MISSIONARIE LAICHE, IMPEGNATE

NEL TERZO MONDO, RACCONTATA IN UN LIBRO TESTIMONIANZA

- Intervista con l’autrice, Paola Springhetti -

 

“La famiglia prende il largo”: si intitola così il libro scritto da Paola Springhetti pubblicato dalla Emi Editore. Attraverso la testimonianza di famiglie missionarie laiche, impegnate nella costruzione di un futuro più solido per i Paesi del Terzo Mondo, il volume dimostra che una vita improntata sul Vangelo non è un’esclusiva dei religiosi, ma è anche un obiettivo primario per i laici. Il servizio di Isabella Piro:

 

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(musica)

 

Costruire una comunità accogliente, assumendosi il dovere della solidarietà, nel nome della fratellanza universale degli uomini. E’ per questo motivo che tante famiglie partono in missione. Raggiungono Paesi poveri per portare l’annuncio del Vangelo, ma anche aiuti concreti per un domani più sicuro. Appartenenti ai Neocatecumeni o ai Focolarini, ma anche legate alla Caritas, le famiglie descritte nel libro prendono davvero il largo, come ci spiega l’autrice:

 

“Le famiglie possono effettivamente andare lontano, nel senso che possono proporsi delle mete alte. In questo caso, la meta è la missione intesa nel senso stretto della parola, cioè del portare l’annuncio lontano, a chi ancora non lo conosce o lo conosce da poco tempo e ha bisogno di conoscerlo meglio”.

 

L’esperienza delle famiglie, quindi, può essere un punto di partenza per rinnovare il concetto di missione:

 

“Il modo che le famiglie hanno di rapportarsi con le persone, di testimoniare la fede proprio dentro la vita quotidiana delle persone, di annunciare un Vangelo incarnato in un modello di vita proponibile a tutti, che non sia elitario: credo sia fondamentale, oggi”.

 

La famiglia Ranzato è stata 4 anni in missione in Mozambico per avviare un progetto di microcredito nella diocesi di Maputo. Papà Gianluca ci racconta cosa ha imparato da questa esperienza:

 

“La pazienza. Bisogna veramente sapersi gustare il cammino dello stare insieme agli altri, aiutandoli in quello che si può, senza pretendere di vedere necessariamente i frutti. Un’altra cosa è l’umiltà del fatto che non si conoscono mai veramente le altre culture”.

 

Eva, la figlia di Gianluca Ranzato, ha 3 anni ed è nata proprio in Mozambico. Una scelta dei genitori, che si è rivelata un grande dono per la bimba.

 

“Eva non considera assolutamente il colore della pelle. L’altro giorno guardava un librettino, c’era disegnata una bambina nera, una bambina africana, e per lei era Eva, cioè la definiva come se stessa! Eva è bionda con gli occhi azzurri ed ha la carnagione chiara …”.

 

Quale insegnamento trarre, allora, da questo testo? Ancora l’autrice:

 

“Che per essere missionari non è necessario essere degli eroi; si possono fare scelte che sono nella vita di ogni laico dando spazio anche ad esperienze un po’ più profonde che guardano un po’ più lontano”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

30 aprile 2006

 
 

CLIMA DI TENSIONI IN CIAD IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 3 MAGGIO.

LA CONFERENZA EPISCOPALE DEL PAESE FIRMA UN APPELLO CHE INVITA AL DIALOGO GOVERNO E OPPOSIZIONE PERCHÉ SI EVITINO SCONTRI E AGITAZIONI

 

N’DJAMENA. = “La pace non ha prezzo per questo chiediamo a tutti di utilizzare ogni risorsa a disposizione per evitare al popolo ciadiano la catastrofe nazionale verso la quale rischia di precipitare il Paese”. È l’appello lanciato dai vescovi del Ciad, riferisce l’agenzia MISNA, in un documento firmato pochi giorni fa. Il Paese si prepara alle presidenziali del 3 maggio ma un clima di tensioni rischia di provocare agitazioni e scontri. Opposizione e società civile ed anche l’Unione Africana avevano chiesto un rinvio del voto perché potessero chiarirsi talune questioni, ma il governo ha ignorato qualunque richiesta. “Dobbiamo constatare con dolore - si legge nel documento della Conferenza episcopale - che la situazione politica, contrassegnata dalla rottura del dialogo nazionale, si è considerevolmente degradata negli ultimi tempi a causa di vari elementi”. Tra le cause di questo degrado, i vescovi evidenziano “la proroga dei mandati presidenziali attraverso le modifiche alla Costituzione”, “i cambiamenti apportati alla legge sul petrolio”, “la volontà di andare alle elezioni presidenziali malgrado le proteste dell’opposizione politica e della società civile” e “l’assenza di dialogo”. Contro l’attuale Capo di Stato, Idriss Deby, si sono schierati anche i movimenti ribelli attivi soprattutto nell’est del Paese; uno di questi – il sedicente Fronte unito per il cambiamento (Fuc) – lo scorso 13 aprile, in circostanze ancora non del tutto chiare, ha attaccato la capitale N’Djamena per rovesciare Deby. L’obiettivo annunciato è di rimuovere l’attuale presidente, in carica dal 1990 e che ha vinto due elezioni successive tra sospetti di brogli. “Abbiamo assistito a ondate di diserzioni dall’esercito che hanno trasformato i movimenti politici in movimenti militari e hanno contribuito a rinforzare le ribellioni già esistenti – scrivono i vescovi – questa politicizzazione di una parte delle forze di sicurezza ha reso ancora più complicata la ricerca di un dialogo nazionale”, che per i presuli è l’unica via d’uscita alla crisi in corso. (T.C.)

 

 

A VERONA, L’INCONTRO NAZIONALE DELL’AZIONE CATTOLICA. IL PRESIDENTE

LUIGI ALICI ESORTA A DEDICARE MAGGIORI ENERGIE ALL’ESPERIENZA MISSIONARIA

PERCHÉ I CATTOLICI SIANO PIÙ PRESENTI NELLA VITA DEL PAESE

- A cura di Fabio Zavattaro -

 

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VERONA. = In tre luoghi diversi adulti, giovani ed Azione Cattolica Ragazzi (ACR) si ritrovano per riflettere sui temi dell’incontro nazionale dell’Azione Cattolica, che si concluderà domani a Verona, per evidenziare segni di speranza, per continuare a coniugare la scelta religiosa che è stata un passo in avanti, come ha ricordato il presidente Luigi Alici, verso il primato dello spirituale. Oggi significa dare maggiori energie all’esperienza missionaria, maggiore forza ad una presenza dei cattolici nella vita del Paese. C’è una linfa benefica e sotterranea che scorre nelle vene del Paese, frutto di un delicato equilibrio storico fra libertà individuali e legami vincolanti su cui vigila la Carta Costituzionale. Linfa che non sempre trova una rappresentanza fedele e rispettosa nella vita politica, soprattutto quando questa scambia la legittima competizione democratica con una sorta di apocalittico scontro di civiltà, in cui la condivisione di valori irrinunciabili e unificanti appare minacciata dal gioco destabilizzante delle delegittimazioni reciproche. L’Azione cattolica, ha detto il presidente Alici, continuerà a dare il proprio apporto formativo respingendo il tentativo strisciante di declassare il contributo dei cattolici, relegandolo nelle retrovie di un assistenzialismo puramente facoltativo. In serata sarà presentata una ricerca sulla relazione tra il lavoro di ciascuno e la sua dimensione missionaria, una ricerca preparata dal Movimento Lavoratori di Azione Cattolica. Emerge un profilo del lavoratore cristiano che è segnato dall’onestà, dalla professionalità, dal rispetto verso i colleghi; un lavoratore disponibile sempre attento all’altro. Un lavoro ancora che sappia far convivere il tempo dello spirito con quello della produzione.

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NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, AUMENTA L’INSICUREZZA

 PER OLTRE 13 MILA SFOLLATI COSTRETTI A FUGGIRE A CAUSA

 DEI RECENTI SCONTRI TRA RIBELLI E MILITARI

 

BUNIA. = La situazione umanitaria dell’Ituri, regione nordorientale della Repubblica Democratica del Congo, continua ad aggravarsi. Oltre 13 mila sfollati necessitano di assistenza immediata per evitare le conseguenze di gravi carestie. A denunciare questo drammatico scenario - come riferisce l’agenzia missionaria MISNA - è la Caritas del Paese africano. L’emergenza è alimentata, soprattutto, dai recenti scontri tra ribelli e militari governativi che rendono la situazione estremamente difficile. Secondo l’organismo umanitario, dalla metà di marzo, nel Nord di Bunia, capoluogo dell’Ituri, proprio a causa di tali scontri si è verificata una fuga di massa della popolazione verso l’Uganda. Negli ultimi giorni, almeno 14 miliziani e 4 soldati sono morti in sanguinosi combattimenti. Altra emergenza segnalata dalla Caritas è quella dei profughi nel Nord di Bunia che, a differenza di quelli del Sud della diocesi, non hanno ancora ricevuto alcuna assistenza. (S.C.)

 

 

SUL TEMA “Costruttori di speranza in un tempo di complessità” SI È APERTO

IERI IL CONVEGNO ANNUALE DELL’AGESCI. L’INCONTRO prevede l’eLABORAzione

di progetti e LINEE METODOLOGICHE PER OFFRIRE AGLI SCOUT

UN ADEGUATO SUPPORTO EDUCATIVO

 

ROMA. = “Costruttori di speranza in un tempo di complessità”: questo il titolo del convegno annuale promosso dall’AGESCI, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani. L’incontro, apertosi ieri a Bracciano, in provincia di Roma, prosegue fino a domani. L’organo legislativo dell’associazione, il Consiglio generale, si riunirà per discutere, votare documenti, deliberare regolamenti e progetti. Nel corso di queste giornate saranno proposte riflessioni sui termini “speranza” e “costruzione” per consentire ai partecipanti di interrogarsi sulla capacità di essere testimoni di speranza e costruttori di pace. Durante l’apertura dei lavori, è stata anche istituita una tavola rotonda per affrontare il tema della condizione giovanile contemporanea, con lo scopo di offrire indicazioni che sostengano l’associazione a confrontarsi sull’emergenze di un mondo complesso. Tra i partecipanti alla conferenza, il giornalista Piero Badaloni, il presidente dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti, e Luca Riccardi della Comunità di S. Egidio. Il convegno si chiuderà con l’elaborazione del progetto nazionale per i prossimi quattro anni. Il documento costituirà il manifesto della politica associativa e dell’azione di tutti i soci. (S.C.)

 

 

PRESENTATO A ROMA, DA 40 ONLUS INTERNAZIONALI, UN “MANIFESTO” CHE CHIEDE

IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DEL VOLONTARIATO NELL’UNIONE EUROPEA

 

ROMA. = Nell’Unione Europea sia riconosciuto, promosso e favorito il ruolo del volontariato: istituzioni locali e internazionali, aziende e terzo settore lavorino insieme per promuovere una società a favore del no profit. È questa la richiesta di oltre 40 organizzazioni europee riunitesi, venerdì scorso a Roma, per l’Assemblea generale del 2006 del Centro Europeo per il Volontariato (CEV). Durante la conferenza è stato presentato un manifesto rivolto ai responsabili delle politiche europee per spiegare l’importanza del volontariato e proporre azioni concrete. Sono milioni i cittadini di tutta Europa – spiega il CEV – coinvolti attivamente in questo settore: nel solo Regno Unito più di 23 milioni di persone si dedicano, ogni anno, a svariate attività offrendo la propria disponibilità. Importanti risultati, in questo ambito, sono stati raggiunti anche in Polonia, Germania e Francia. Per tutelare questo impegno, sono anche state lanciate alcune proposte all’Unione Europea, tra cui programmi speciali rivolti ai giovani, l’adozione di politiche adeguate e l’istituzione di un Anno europeo della cittadinanza attiva. (A.L.)

 

 

IL SETTIMANALE CATTOLICO RUSSO “SVET EVANGELIA” PUBBLICA OGGI 4.500 COPIE DELLA PRIMA ENCICLICA DI BENEDETTO XVI “DEUS CARITAS EST”. GIÀ 3.000 ERANO STATE DISTRIBUITE IL GIORNO DI PASQUA

 

ROMA. = Presentata al segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’arcivescovo Angelo Amato, la traduzione in russo dell’Enciclica “Deus Caritas Est”. Tradotta in russo e pubblicata nell’inserto “Roma Locuta” del settimanale cattolico russo “Svet Evangelia” (“Luce del Vangelo”) il 16 aprile, l’Enciclica - informa l’agenzia SIR - è stata stampata in 3.000 copie ed è già stata distribuita ai lettori della rivista. Ora una seconda tiratura di 4.500 copie è stata inserita nel numero di “Svet Evangelia” di oggi. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

30 aprile 2006

                                                                                          

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

In Italia, dopo la sofferta elezione dei presidenti di Senato e Camera quella che si apre domani sarà un’altra settimana fittissima di scadenze politiche, che potrebbero portare all’incarico a Prodi per formare il nuovo governo. Ma oggi, per le istituzioni e per tutta l’Italia, è una giornata di silenzio e dolore: è infatti aperta all’ospedale militare del Celio a Roma la camera ardente per i tre militari italiani caduti nell’attentato di giovedì scorso a Nassirya. Il servizio di Giampiero Guadagni.

 

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Chiusa con grande fatica la partita delle presidenze delle Camere, la prossima settimana potrebbe essere quella dell’incarico a Romano Prodi. Martedì Berlusconi salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Mercoledì saranno formati i gruppi parlamentari, giovedì sarà la volta degli uffici di presidenza. Sempre giovedì dovrebbero iniziare le consultazioni da parte del Capo dello Stato, che già venerdì potrebbe dare l’incarico al leader dell’Unione. Sabato il nuovo governo potrebbe giurare al Quirinale. E in questo caso, il lunedì successivo Prodi si presenterebbe per la fiducia alle Camere, e consentire così nei giorni successivi al Parlamento in seduta comune di iniziare le votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Ma le tappe di questo percorso istituzionale non saranno certo tutte in discesa. E’ facile prevedere che le forti tensioni accumulate in campagna elettorale, nel post voto e nell’avvio di legislatura avranno riflessi sui prossimi passaggi. Il più importante dei quali è certamente l’elezione del Capo dello Stato. Ieri Berlusconi ha detto senza mezzi termini che si opporrà a candidati della sinistra perché, afferma, il 50% di italiani che hanno scelto la Casa delle Libertà non può rimanere senza rappresentanza istituzionale. Berlusconi ha fatto una rosa di nomi, il primo dei quali è Gianni Letta, negli ultimi cinque anni apprezzato sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma nessuno esclude l’ipotesi di un Ciampi bis. E anche se Ciampi ha sempre fatto intendere di voler chiudere qui il suo mandato, potrebbe ripensarci se glielo chiederanno entrambi gli schieramenti come soluzione di garanzia. Ieri intanto Carlo Azeglio Ciampi ha accolto all’aeroporto di Ciampino le salme dei tre militari italiani uccisi giovedì scorso a Nassirya. Oggi al Celio la camera ardente, che resterà aperta anche domani. Martedì mattina i funerali solenni nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

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Sempre in Italia, è tragico il bilancio della frana che stamani ha investito un’abitazione ad Ischia, in Campania. Secondo quanto si è appreso, dalle macerie sono stati estratti i corpi senza vita di quattro persone, tutti appartenenti alla stessa famiglia. Salve la madre e una bambina mentre i soccorritori cercano una settima persona. La massa di terriccio e pietre staccatasi di colpo dalla collina ha investito di striscio anche una seconda abitazione senza però provocare vittime. Intanto le autorità locali hanno predisposto l’evacuazione di centinaia di persone che vivono nella zona dell’isola colpita dalla frana.

 

Il governo sudanese ha accettato oggi la proposta dell’Unione Africana per un piano di pace nel Darfur. Lo riferisce un comunicato del governo. Resta invece incerta la posizione dei movimenti dei ribelli, che oggi si incontreranno per definire una posizione comune.

 

Ancora violenza in Iraq, dove oggi si registrano 3 morti e decine di feriti in diversi attacchi dei ribelli. Dal canto loro, le forze statunitensi ed irachene hanno annunciato l’uccisione, nelle scorse settimane, di una ventina di guerriglieri stranieri, alcuni dei quali indossavano cinture esplosive. Infine il governo di Bagdad ha denunciato l’esercito iraniano di aver condotto un attacco contro i guerriglieri curdi del PKK, sconfinando nella zona settentrionale dell’Iraq.

 

L’Iran non intende aprire trattative dirette con gli Stati Uniti sul suo programma nucleare, nonostante il presidente statunitense, Bush, abbia assicurato di volere risolvere la questione diplomaticamente. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Asefi, aggiungendo che il suo Paese potrebbe lasciare il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) in caso di “decisioni radicali”. Teheran ha poi avvertito i 5 membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che si riuniranno il prossimo 2 maggio a Parigi, a “non ricorrere al linguaggio della forza e delle minacce”.

 

Il Parlamento egiziano ha approvato la proroga di due anni dello stato di emergenza, cosi' come aveva chiesto il governo, anche dopo gli attentati sul Mar Rosso e nel Sinai. La normativa, in vigore dall’ottobre 1981 dopo l’omicidio del presidente Sadat, sarebbe scaduta ai primi di giugno. Il provvedimento conferisce al governo il potere di arrestare senza bisogno di incriminazione giudiziaria, limitando le libertà civili. Intanto le forze di sicurezza egiziane hanno catturato il fratello di uno dei tre kamikaze e diversi altri ricercati coinvolti nell’attentato di Dahab.

 

In Nigeria l’esplosione di un'autobomba, rivendicata da una milizia nigeriana operante nella regione petrolifera del Delta, ha distrutto stanotte cinque autocisterne, a ridosso di una raffineria di petrolio. Non ci sono vittime. I miliziani, in un comunicato diffuso via Internet, chiedono che alle compagnie petrolifere di evacuare il personale dalla regione.

 

In Israele sono giorni di attesa sul fronte politico. Il premier, Ehud Olmert, ha in programma di concludere oggi stesso le consultazioni con i partiti che faranno parte della coalizione di governo, nell'intento di presentare il nuovo esecutivo giovedì prossimo in parlamento.

 

Sul versante palestinese, prosegue la missione del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che domani in Giordania incontrerà il re Abdallah. Al termine della sua 'tournee' europea, Abu Mazen ha ottenuto un primo abbozzo d’intesa per la ripresa degli aiuti finanziari ai palestinesi attraverso un meccanismo proposto dalla Francia e che coinvolge la Banca mondiale. Il presidente, ieri, ha poi invitato i rappresentanti di tutte le forze politico-istituzionali palestinesi ad una conferenza di ‘dialogo nazionale’, in programma il prossimo 2 maggio, per discutere della crisi economica e politica dell’Autorità Nazionale Palestinese.

 

In Nepal, il primo ministro designato, Koirala, ha giurato ufficialmente stamani a Kathmandu davanti al re Gyanendra assumendo così l’incarico di formare il nuovo governo. Secondo molti analisti Koirala lascerà il suo posto soltanto dopo aver indetto nuove elezioni e convocato un’assemblea costituente con il compito di riscrivere l’assetto politico-governativo del Paese in senso repubblicano. Intanto i ribelli maoisti hanno liberato 8 degli 11 militari sequestrati nei giorni scorsi, mentre ieri sera l’esercito ha lanciato un attacco contro una riunione di massa organizzata dai maoisti nella zona est del Paese.

 

Nello Sri Lanka almeno 10 ribelli Tamil sono morti in una vasta offensiva lanciata dalla guerriglia separatista contro una fazione dissidente. Lo riferiscono fonti militari. Le Tigri Tamil accusano da tempo l’esercito di utilizzare questa fazione per attacchi nei loro confronti. Le autorità del Paese hanno smentito tali affermazioni.

 

Al Qaeda ha rivendicato l’attentato compiuto lo scorso 2 marzo a Karachi, nel sud del Pakistan, in cui morirono 5 persone tra cui un diplomatico americano. In un comunicato diffuso in Internet, e firmato da 'Al Qaeda della Jihad in Afghanistan', i terroristi hanno giurato che la prossima estate “sarà un inferno per i soldati crociati”.

 

In Afghanistan è stato trovato decapitato il corpo dell’ingegnere indiano rapito venerdì scorso dai talebani nel sud del Paese. Un portavoce dei talebani in una telefonata ha specificato che l’uomo è stato ucciso mentre tentava di fuggire. Il premier indiano Singh ha condannato “l’uccisione di un innocente indiano che lavorava per la ricostruzione dell’Afghanistan”.

 

E’ morto a Boston John Kenneth Galbraith, uno degli economisti più noti al mondo. Aveva 97 anni. La notizia della sua morte è stata resa nota dal figlio. Galbraith, canadese di nascita, docente ad Harvard, fu consigliere economico dei presidenti democratici Roosevelt e Clinton, nonché ambasciatore in India del presidente Kennedy.

 

La NATO e l’Unione Europea hanno invitato la Serbia a catturare e a consegnare al Tribunale penale internazionale dell’Aja sull’ex Jugoslavia l’ex generale dei serbi bosniaci, Ratko Mladic. Durante un dibattito sui rapporti transatlantici, ieri a Bruxelles, anche l’invito di assumere una posizione “positiva” nei colloqui sul futuro status del Kosovo. Nel suo intervento, il ministro degli Esteri serbo-montenegrino, Draskovic, ha sottolineato che “i piani per dare l'indipendenza al Kosovo sono molto pericolosi” per la stabilità della regione.

 

In Kirghizistan almeno 10 mila manifestanti si sono radunati ieri nella piazza centrale della capitale Bishkek, per chiedere al governo riforme costituzionali in senso democratico, l’allontanamento di alti funzionari corrotti e una maggiore libertà di stampa. Nel comizio, autorizzato, sono intervenuti anche il presidente Bakiev e il premier Kulovk, che hanno promesso un attento esame delle rivendicazioni della folla.

 

Fidel Castro, Hugo Chavez e Evo Morales, i presidenti di Cuba, Venezuela e Bolivia hanno firmato, all'Avana, il Trattato Commerciale dei Popoli (TCP), concepito in alternativa all'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA), caldeggiata dagli Stati Uniti. Con questo accordo, siglato ieri, anche la Bolivia entra a far parte del progetto di integrazione economica e politica di ispirazione socialista denominato ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe). L’adesione consentirà alla Bolivia di esportare i suoi prodotti negli altri due Paesi senza pagare dazi.

 

Le autorità cinesi hanno deciso per la prima volta di risarcire la madre di un giovane ucciso durante la repressione delle proteste del 1989. Lo ha riferito un attivista per i diritti civili in Cina specificando che la donna ha ricevuto 70 mila yuan, 8.735 dollari.

 

 

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