RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 120 - Testo della trasmissione di domenica 30 aprile 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Tensione
in Ciad, in vista delle presidenziali del 3 maggio
In corso, a Verona, l’Incontro nazionale dell’Azione Cattolica
Si è
aperto ieri il Convegno annuale dell’AGESCI
Tragedia ad Ischia: una frana uccide quattro
persone
Il governo sudanese accetta il piano di pace dell’UA
per il Darfur
30 aprile 2006
NEGARE LA RISURREZIONE DI
CRISTO SIGNIFICA VANIFICARE LA NOSTRA FEDE:
E’ IL RICHIAMO DEL PAPA, CHE AL REGINA
CAELI HA SOTTOLINEATO
COME LA MADONNA SIA MADRE E MAESTRA DI TUTTI I CRISTIANI,
IN OGNI TEMPO
La
Risurrezione di Cristo è il cuore della nostra fede, una verità che va riaffermata
con vigore: è quanto ribadito da Benedetto XVI al Regina Caeli,
in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Il Papa ha
poi ricordato che domani inizia il mese di maggio, consacrato a Maria. Un
periodo, ha sottolineato, utile a riscoprire la funzione materna che la Madonna
svolge nella nostra vita. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“Vincere l’incredulità”, che sperimentarono anche gli
Apostoli, e “credere nella Risurrezione di Cristo”: è l’esortazione di
Benedetto XVI, che al Regina Caeli ha sottolineato
come nel tempo pasquale la liturgia ci offra “molteplici stimoli per rinsaldare
la nostra fede nel Cristo Risorto”. Ha ricordato così le parole di San Paolo:
“Se Cristo non è risuscitato allora è vana la nostra predicazione ed è vana
anche la nostra fede”. Un richiamo di straordinaria attualità:
“La risurrezione di Cristo è il dato centrale del
cristianesimo, verità fondamentale da riaffermare con vigore in ogni tempo,
poiché negarla come in vario modo si è tentato di fare e si continua a fare o
trasformarla in un avvenimento puramente spirituale, è vanificare la stessa
nostra fede”.
Il Papa ha rammentato che nei giorni successivi alla
Risurrezione del Signore, gli Apostoli “restarono raccolti tra loro, confortati
dalla presenza di Maria”. La Madonna, ha ribadito, “fu per loro
madre e maestra, ruolo che continua a svolgere verso i cristiani di
tutti i tempi”. Nel periodo pasquale, ha proseguito, “riviviamo più
intensamente questa esperienza e forse proprio per questo la tradizione
popolare ha consacrato a Maria il mese di maggio, che normalmente cade tra la
Pasqua e la Pentecoste”. Quindi, ha corredato queste parole con una riflessione
sul mese mariano:
“Questo mese, che iniziamo domani, ci è pertanto utile a
riscoprire la funzione materna che Lei svolge nella nostra vita, affinché siamo
sempre discepoli docili e testimoni coraggiosi del Signore risorto. A Maria
affidiamo le necessità della Chiesa e del mondo intero, specialmente in questo
momento segnato da non poche ombre”.
Benedetto XVI non ha mancato di ricordare San
Giuseppe che, ha detto festeggeremo domani, in particolare “col pensiero al
mondo del lavoro”. Dopo la recita del Regina Caeli,
il Pontefice ha rivolto un saluto alla comunità del Preseminario
San Pio X in Vaticano, in occasione del 50.mo anniversario
di fondazione. Esso, ha affermato, è affidato alla “benemerita Opera scaturita
dalla generosità di don Giovanni Folci e dedita alla
cura e alla santificazione del clero”. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha
ricordato la Beatificazione in India di don Agostino Thevarparampil.
Quindi, ha dato appuntamento ai fedeli polacchi a fine maggio
quando si recherà in Polonia, proprio nel mese consacrato alla devozione
mariana. Tanti i gruppi italiani ai quali il Papa ha voluto indirizzare parole
d’affetto. Tra questi, il Club automobilistico “Passione Rossa”, che ha portato
in Piazza San Pietro decine di Ferrari,
inconfondibili nel loro rosso fiammante.
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LA CHIESA DI MILANO IN FESTA
PER LA PROCLAMAZIONE DI DUE NUOVI BEATI,
I SACERDOTI LUIGI BIRAGHI E LUIGI MONZA. MIGLIAIA DI
FEDELI
IN PIAZZA DUOMO PER IL RITO SOLENNE DI BEATIFICAZIONE
Milano in festa per la proclamazione di due nuovi Beati,
don Luigi Monza e mons. Luigi Biraghi. Due uomini
di preghiera e missione che hanno consacrato la propria vita al servizio di Dio
e dei più bisognosi. La celebrazione,
avvenuta stamani in piazza Duomo, ha visto la
partecipazione di migliaia di fedeli. Dal capoluogo lombardo, il servizio di
Fabio Brenna:
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Due nuovi Beati per la Chiesa universale, beatificati
nella loro diocesi di origine. Per la prima volta dal 1662, è stato il Duomo di
Milano ad ospitare il rito, presieduto dall'arcivescovo locale, il cardinale
Dionigi Tettamanzi alla presenza del Legato
pontificio, il cardinale Josè Saraiva
Martins, prefetto della Congregazione per la Causa
dei Santi, che ha letto la formula di Beatificazione a
nome del Papa:
“Con la nostra autorità apostolica concediamo che i
venerabili Servi di Dio, Luigi Biraghi e Luigi Monza,
d’ora in poi siano chiamati Beati e si possa celebrare la loro festa nei luoghi
e secondo le regole stabilite dal diritto: ogni anno il 28 maggio per Luigi Biraghi e il 28 settembre per Luigi Monza”.
I due Beati proclamati in una piazza del Duomo
trasformata in Cattedrale, con 12 mila persone a sedere e molte altre oltre le
transenne, sono don Luigi Monza e mons. Luigi Biraghi.
Don Luigi Monza, nato nel 1898, fondò le Piccole Apostole, una comunità di persone consacrate che scelgono di portare nella società la carità dei primi
cristiani. Con loro, don Monza fondò l'istituto "La Nostra famiglia"
che ancora oggi si occupa di bambini disabili in 36
sedi in Italia e all'estero.
Mons. Biraghi, nato nel 1801, fu Dottore della Biblioteca
Ambrosiana fondata dal cardinale Federigo Borromeo,
ma svolse anche una vasta attività socio-assistenziale, sostenendo le Missioni
estere. Nel 1838 fondò le Suore Marcelline, da allora
impegnate nell'educazione culturale e morale delle giovani.
I nuovi Beati sono per gli uomini d’oggi “intercessori e
modelli di vita” come ha spiegato il cardinale Tettamanzi
nell’omelia:
“Un esempio, quello dei Beati, non solo per la singola
persona, ma anche per tutte le nostre comunità cristiane, anzi per la stessa
società civile. Sì, abbiamo un bisogno grande di avere tanti Beati e tanti
Santi, perché la loro esemplarità di vita denunci il male presente in noi, ma
soprattutto risvegli e fortifichi lo slancio verso il vero bene, accolto in
tutto il suo fascino e vissuto in tutta la sua urgenza di perfezione.
Un’esemplarità che semina speranza in noi e negli altri, che genera fiducia e
impegno nel portare a compimento la chiamata di santità che Dio ci rivolge con
instancabile amore”.
E ciò che distingue l’agire anche dei nuovi Beati – ha
aggiunto il porporato – è proprio l’amore per Cristo:
“E’ l’amore per Cristo a decidere il vero senso e il
valore supremo del nostro vivere e faticare, del nostro operare e soffrire. Oh,
come è consolante questo, per tutti e per ciascuno di noi, sempre in ogni
momento. Anche nelle condizioni più fragili e inquietanti dell’esistenza, anche
nel nascondimento e nella solitudine, anche nella disistima e
nell’emarginazione che ci possono colpire, ci è comunque dato di poter essere
grandi nell’amore. Ed è ciò che veramente conta nella vita”.
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A RAMAPURAM, IN INDIA, PROCLAMATO BEATO DON AGOSTINO
THEVARPARAMPIL, SACERDOTE AL SERVIZIO DEGLI
ULTIMI TRA GLI ULTIMI
-
Intervista con padre Gianni Califano -
L’India in festa festeggia il nuovo Beato, don Agostino Thevarparampil, sacerdote diocesano che dedicò tutta la sua
vita al servizio dei “dalit”, gli “intoccabili”, ultimi tra gli ultimi della
società indiana. La solenne celebrazione di Beatificazione è stata presieduta,
a Ramapuram - nella diocesi di Palai, nel Kerala - dal cardinale Varkey Vithayathil, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly
dei Siro-Malabaresi. Hanno preso parte alla solenne celebrazione il nunzio apostolico mons. Pedro López Quintana, con 70
altri vescovi, centinaia di sacerdoti e religiosi e laici provenienti da tutto
il Paese. A parlarci della figura di don Agostino è il vicepostulatore della Causa di Beatificazione, padre Gianni
Califano, intervistato da Giovanni Peduto:
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R. - Don Agostino Thevarparampil
nacque a Ramapuram, nella diocesi di Palai, Kerala, India, il 1 aprile 1891. A causa della sua bassa statura
fu chiamato popolarmente “Kunjachan”, che nella
lingua Malayalam dell'India significa
‘piccolo prete’. Il 17 dicembre 1921 fu ordinato
sacerdote, e svolse la maggior parte del suo servizio pastorale nella
parrocchia di Sant’Agostino della sua stessa città
natale. Per oltre 40 anni fu padre e apostolo dei più poveri. 'Kunjachan' ebbe una lunga vita.
Celebrò il suo Giubileo d'oro di ordinazione sacerdotale nel 1971. Dopo grave
malattia morì in odore di santità il 16 ottobre 1973 all'età di ottantadue anni.
La sua Causa di Beatificazione ebbe inizio nel 1987.
D. – Ci descriva l’ambiente in cui svolse
la sua missione…
R. - Il Kerala, nel quale si
svolse la vicenda umana e spirituale del nuovo Beato, è uno dei 24 stati
dell’India, situato nell’angolo sud-occidentale del Paese. Oggi come allora, si
caratterizza per l’alta percentuale di cristiani: circa il 20% della
popolazione. La Chiesa Siro-Malabarese, che generò
alla grazia Agostino Thevarparampil, si fa risalire
alla predicazione dell’Apostolo San Tommaso che, secondo la tradizione, ebbe il
martirio a Madras il 3 luglio dell’anno 72. Oggetto privilegiato delle tenere
ed instancabili cure di don Agostino Thevarparampil
furono gli Harijan, cioè gli appartenenti alle classi
più basse della società, disprezzati da tutti. Gandhi
per primo li aveva chiamati così, cioè, 'popolo di Dio', in considerazione della loro condizione di vita,
tanto miserevole, che solo Dio avrebbe potuto riscattare.
D. – Qual è stata la peculiarità della sua santità, il suo
carisma? Un episodio particolare…
R. - La grazia del sacerdozio rese maggiormente
consapevole don Agostino dell’urgenza di dedicarsi ai poveri. Egli pertanto
decise di donarsi totalmente agli ultimi, per migliorare la loro vita e per
portarli a Cristo. La strada intrapresa si rivelò molto ardua. Si trattava infatti di gente spesso scoraggiata, immersa in credenze e
pratiche superstiziose. A tutti don Agostino si rivolgeva chiamandoli ‘figli miei’. Ascoltava, confortava, cercava di eliminare le
discordie e curava i malati. La sua giornata iniziava molto presto, alle 4 del
mattino. Dopo la Messa, accompagnato da un catechista andava a visitare le
povere capanne degli intoccabili. Non sempre riceveva buona accoglienza: alcuni cercavano di
evitarlo; altri si nascondevano; altri si scusavano per essere venuti meno alle
pratiche religiose che egli raccomandava. In queste circostanze era
solito ripetere: "E’ gente buona e semplice. Migliorerà". Entrato un
giorno in una povera capanna di un villaggio vi trovò una donna anziana e
malata. Ella non era contenta che i suoi parenti si fossero convertiti al
cattolicesimo. Alla visita del sacerdote ebbe pertanto un moto di risentimento
e disse: “Va via, Kunjakan, via! Allontanati da me!
Sei tornato? vattene”. Egli se ne andò serenamente. Le fece visita in questo
modo per diciotto volte, riuscendo ad aiutarla nella sua infermità. Infine, sul
letto di morte, la donna chiese con urgenza di vederlo. Don Agostino si recò
subito da lei. Per suo desiderio la battezzò, e alcune ore dopo morì in pace.
D. – Qual è il suo messaggio agli indiani e agli uomini di
oggi?
R. - Nella sua vita don Agostino si sforzò di imitare il Divin Pastore, andando verso le sue pecorelle, non soltanto
nel territorio della sua parrocchia, ma ovunque la gente avesse bisogno di lui.
Conosceva il nome di ciascuno e i suoi gioivano nel sentirsi chiamare per nome.
Anche la sua piccola statura si rivelò una benedizione, perché poteva entrare e
uscire senza difficoltà nelle basse capanne degli Harijan.
Così facendo, il Beato Agostino Thevarparampil, non
solo volle dedicare tutta la sua vita al servizio dei più poveri, ma scelse
anche vivere come uno di loro. Egli consegna alla Chiesa e al nobile popolo
indiano l’eloquente testimonianza di un amore che si fa tutto a tutti, che si
fa comprendere più delle parole e che si rivela come il più saldo fondamento
della umana convivenza.
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30 aprile 2006
INCENTRATA SUL TEMA “VERITA’ E AMORE AL CENTRO
DELLA CULTURA”
L’ODIERNA GIORNATA PER L’UNIVERSITA’
CATTOLICA, GIUNTA ALL’82.MA
EDIZIONE.
CON NOI IL RETTORE DELL’ATENEO, LORENZO ORNAGHI
Si celebra oggi
l’82.ma Giornata per l’Università Cattolica. Il tema
scelto quest’anno, “Verità e amore al centro della cultura”, prende spunto
dalla prima Enciclica di Benedetto XVI, “Deus Caritas
Est”. Proprio il Papa, inaugurando lo scorso 25 novembre l’anno accademico
della Cattolica, aveva definito l’università un’avventura entusiasmante. Ma
cosa hanno significato per la Cattolica quelle parole? Marina Tomarro lo ha chiesto al rettore dell’ateneo, il prof.
Lorenzo Ornaghi.
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R. – Debbo dire che il Santo Padre ha usato con grande
generosità parole belle, che sono molto piaciute ai nostri studenti. Avventura:
l’avventura non è un percorso casuale di cui noi non conosciamo la meta;
avventura è ciò che ci porta dentro le cose che avverranno, quindi che ci porta
dentro il futuro, che ognuno di noi responsabilmente deve costruire. Ecco
allora la necessità dell’entusiasmo. In questo senso gli anni di formazione universitaria
sono un’avventura entusiasmante, da vivere con entusiasmo per gli anni che verranno.
E per avere questo entusiasmo occorre davvero far sintesi, riprendendo un’altra
espressione del Santo Padre, tra la Verità e l’amore. Per noi tutti significa
una maggiore responsabilità, ovviamente, ma anche questo è entusiasmante.
D. – Benedetto XVI vi ha anche invitato ad essere
un’università sempre più grande ed autorevole…
R. – Penso che sia una forma di incitamento, di
incoraggiamento e quindi anche di grande conforto. Dobbiamo essere sempre più
grandi, perché penso che già il nostro presente e gli anni che ci attendono non
saranno anni di piccoli progetti, di risposta a piccole sfide, ma saranno anni
di grande impegno orientato a grandi disegni. La Cattolica, che davvero è una
creatura del cattolicesimo italiano, è chiamata a continuare a rispondere ai
bisogni e alle aspettative del cattolicesimo italiano in una chiave anche
sempre più europea e per molti aspetti sempre più internazionale.
D. – Quali sono le nuove sfide che state affrontando, che
affronterete in relazione al tema stesso della giornata, cioè “Verità e amore
al centro della cultura”?
R. – Significa sfidare alcune verità parziali e invece
realizzare su un tema rilevantissimo questa sintesi
fra Verità e amore. Mi limito solo a qualche esempio. Il nuovo laboratorio
interdisciplinare sulle cellule staminali e le
terapie cellulari, a Roma, al Policlinico Gemelli. Oppure, secondo esempio,
tutta la nostra attività in campo internazionale anche di cooperazione alla
formazione di classi dirigenti di Paesi in via di sviluppo. Terzo esempio, ma
altrettanto significativo: i mesi recenti hanno verificato più volte questa
stretta sintonia fra i cattolici italiani e l’Università Cattolica. Io penso
che un nostro impegno sarà far crescere ulteriormente questa sintonia, in accordo
con il progetto culturale orientato in senso cristiano e, sotto questo profilo,
l’ormai imminente Convegno di Verona sarà davvero una tappa molto significativa.
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DOMANI A POMPEI IL XX MEETING NAZIONALE DEI GIOVANI,
CONCRETA
ESPERIENZA DI CONDIVISIONE E SOLIDARIETÀ
-
Intervista con don Giovanni Russo -
Il primo maggio, come ormai da
tradizione, si svolge a Pompei il Meeting dei Giovani. Questo incontro, giunto
alla XX edizione, e che raduna varie migliaia di giovani provenienti da diverse
regioni d’Italia, ha avuto inizio nel 1985, in seguito all’Anno
Internazionale della Gioventù, proclamato da Giovanni Paolo II. Nella sua
organizzazione sono coinvolte numerose persone, per la maggior parte giovani.
Tra gli ospiti di questa edizione il cardinale Ersilio
Tonini e mons. Domenico Sigalini,
già responsabile del Servizio nazionale di Pastorale Giovanile. Elemento
caratterizzante del Meeting, in continuità con il carisma del Fondatore della
Nuova Pompei, il Beato Bartolo Longo, è la
solidarietà, secondo il motto “Nella
città della Carità per la Carità del mondo”. Al microfono di Giovanni Peduto, l’organizzatore del Meeting, don Giovanni Russo,
spiega la particolarità di questa edizione dell’evento:
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R. – Il Meeting dei giovani, fedele al carisma del
fondatore della Nuova Pompei, il Beato Bartolo Longo,
nel promuovere la carità, ripropone nello specifico il tema scelto dal Papa
Benedetto XVI per la XXI Giornata mondiale della Gioventù: “Lampada per i miei
passi è la tua parola, luce sul mio cammino”, invitando i giovani a riflettere
sul loro futuro attraverso non solo la voce della Chiesa ma anche mediante le
testimonianze di noti personaggi del cinema, della musica e dello spettacolo.
D. – Cosa vogliono dire da Pompei i giovani ai loro
coetanei?
R. – Che è possibile trascorrere una giornata all’insegna
del sano divertimento, della preghiera e della riflessione diventando loro
stessi testimoni del Risorto nelle loro comunità parrocchiali e nel mondo della
scuola e del lavoro.
D. – Che esperienza si vive a Pompei?
R. – L’esperienza pompeiana è prettamente improntata sulla
Carità e sulla Solidarietà. Il Santuario della Beata Vergine sostiene bambini
orfani e disagiati, ragazze madri e tossicodipendenti,
attraverso la comunità “Nuovi Orizzonti”.
D. – Dal Meeting scaturiscono progetti di solidarietà …
R. – Le iniziative portate avanti finora sono: l’acquisto di suppellettili, il pagamento di urgenti lavori
di muratura e di adeguamento dell’impianto elettrico per il Liceo “Ismail Qoemali” di Tirana, in
Albania. Sostegno alla comunità terapeutica per tossicodipendenti “La Tenda”,
che opera in diverse strutture a Napoli e in provincia. L’acquisto e
l’allestimento di una Unità Mobile a favore della
Comunità Exodus per l’assistenza in strada ed il
primo soccorso a tossicodipendenti, extracomunitari e senza fissa dimora.
Quest’anno si provvederà alla costruzione di 2 pozzi a Bikok
in Camerun.
D. – Venti edizioni del Meeting di Pompei: che bilancio
fare?
R. – Dal 1985 ad oggi il Meeting si è evoluto, è cresciuto
ed ha visto coinvolti migliaia di giovani. Ha sentito battere all’unisono tantissimi cuori, ha ascoltato le voci di tante
persone elevarsi al cielo per gridare insieme lo stesso messaggio: “Siamo
giovani e la nostra giovinezza la vogliamo consacrare a Cristo!” Il bilancio
finora è totalmente positivo, sia perchè con questa bella manifestazione si è
riusciti concretamente negli obiettivi preposti, sia perchè ogni Meeting ha
lasciato nelle menti dei partecipanti splendidi ricordi e tante emozioni che
resteranno eternamente indelebili.
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L’ESPERIENZA DI FAMIGLIE MISSIONARIE LAICHE,
IMPEGNATE
NEL
TERZO MONDO, RACCONTATA IN UN LIBRO TESTIMONIANZA
-
Intervista con l’autrice, Paola Springhetti -
“La famiglia prende il largo”: si intitola così il libro
scritto da Paola Springhetti pubblicato dalla Emi Editore. Attraverso la testimonianza di famiglie
missionarie laiche, impegnate nella costruzione di un futuro più solido per i
Paesi del Terzo Mondo, il volume dimostra che una vita improntata sul Vangelo
non è un’esclusiva dei religiosi, ma è anche un obiettivo primario per i laici.
Il servizio di Isabella Piro:
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(musica)
Costruire una comunità accogliente, assumendosi il dovere
della solidarietà, nel nome della fratellanza universale degli uomini. E’ per
questo motivo che tante famiglie partono in missione. Raggiungono Paesi poveri
per portare l’annuncio del Vangelo, ma anche aiuti concreti per un domani più sicuro.
Appartenenti ai Neocatecumeni o ai Focolarini, ma
anche legate alla Caritas, le famiglie descritte nel
libro prendono davvero il largo, come ci spiega l’autrice:
“Le famiglie possono effettivamente andare lontano, nel
senso che possono proporsi delle mete alte. In questo caso, la meta è la
missione intesa nel senso stretto della parola, cioè del portare l’annuncio
lontano, a chi ancora non lo conosce o lo conosce da poco tempo e ha bisogno di
conoscerlo meglio”.
L’esperienza delle famiglie, quindi, può essere un punto
di partenza per rinnovare il concetto di missione:
“Il modo che le famiglie hanno di rapportarsi con le
persone, di testimoniare la fede proprio dentro la vita quotidiana delle
persone, di annunciare un Vangelo incarnato in un modello di vita proponibile a
tutti, che non sia elitario: credo sia fondamentale, oggi”.
La famiglia Ranzato è stata 4
anni in missione in Mozambico per avviare un progetto di microcredito nella
diocesi di Maputo. Papà Gianluca ci racconta cosa ha
imparato da questa esperienza:
“La pazienza. Bisogna veramente sapersi gustare il cammino
dello stare insieme agli altri, aiutandoli in quello
che si può, senza pretendere di vedere necessariamente i frutti. Un’altra cosa
è l’umiltà del fatto che non si conoscono mai veramente le altre culture”.
Eva, la figlia di Gianluca Ranzato,
ha 3 anni ed è nata proprio in Mozambico. Una scelta dei genitori, che si è
rivelata un grande dono per la bimba.
“Eva non considera assolutamente il colore della pelle.
L’altro giorno guardava un librettino, c’era disegnata una bambina nera, una
bambina africana, e per lei era Eva, cioè la definiva come se stessa! Eva è
bionda con gli occhi azzurri ed ha la carnagione chiara …”.
Quale insegnamento trarre, allora, da questo testo? Ancora
l’autrice:
“Che per essere missionari non è
necessario essere degli eroi; si possono fare scelte che sono nella vita di
ogni laico dando spazio anche ad esperienze un po’ più profonde che guardano un
po’ più lontano”.
(musica)
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30 aprile 2006
CLIMA
DI TENSIONI IN CIAD IN VISTA DELLE PRESIDENZIALI DEL 3 MAGGIO.
LA
CONFERENZA EPISCOPALE DEL PAESE FIRMA UN APPELLO CHE INVITA AL DIALOGO GOVERNO
E OPPOSIZIONE PERCHÉ SI EVITINO SCONTRI E AGITAZIONI
N’DJAMENA. = “La pace non ha prezzo per questo chiediamo a
tutti di utilizzare ogni risorsa a disposizione per evitare al popolo ciadiano la catastrofe nazionale verso la quale rischia di
precipitare il Paese”. È l’appello lanciato dai vescovi del Ciad, riferisce
l’agenzia MISNA, in un documento firmato pochi giorni fa. Il Paese si prepara
alle presidenziali del 3 maggio ma un clima di
tensioni rischia di provocare agitazioni e scontri. Opposizione e società
civile ed anche l’Unione Africana avevano chiesto un rinvio del voto perché
potessero chiarirsi talune questioni, ma il governo ha ignorato qualunque
richiesta. “Dobbiamo constatare con dolore - si legge nel documento della
Conferenza episcopale - che la situazione politica, contrassegnata dalla
rottura del dialogo nazionale, si è considerevolmente degradata negli ultimi
tempi a causa di vari elementi”. Tra le cause di questo degrado, i vescovi
evidenziano “la proroga dei mandati presidenziali attraverso le modifiche alla
Costituzione”, “i cambiamenti apportati alla legge sul petrolio”, “la volontà
di andare alle elezioni presidenziali malgrado le
proteste dell’opposizione politica e della società civile” e “l’assenza di
dialogo”. Contro l’attuale Capo di Stato, Idriss Deby, si sono schierati anche i movimenti ribelli attivi
soprattutto nell’est del Paese; uno di questi – il sedicente Fronte unito per
il cambiamento (Fuc) – lo scorso 13 aprile, in
circostanze ancora non del tutto chiare, ha attaccato
la capitale N’Djamena per rovesciare Deby. L’obiettivo annunciato è di rimuovere l’attuale
presidente, in carica dal 1990 e che ha vinto due elezioni successive tra
sospetti di brogli. “Abbiamo assistito a ondate di diserzioni dall’esercito che
hanno trasformato i movimenti politici in movimenti militari e hanno
contribuito a rinforzare le ribellioni già esistenti – scrivono i vescovi –
questa politicizzazione di una parte delle forze di sicurezza ha reso ancora
più complicata la ricerca di un dialogo nazionale”, che per i presuli è l’unica
via d’uscita alla crisi in corso. (T.C.)
A VERONA, L’INCONTRO NAZIONALE DELL’AZIONE
CATTOLICA. IL PRESIDENTE
LUIGI
ALICI ESORTA A DEDICARE MAGGIORI ENERGIE ALL’ESPERIENZA MISSIONARIA
PERCHÉ
I CATTOLICI SIANO PIÙ PRESENTI NELLA VITA DEL PAESE
- A cura
di Fabio Zavattaro -
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VERONA. = In tre luoghi diversi adulti, giovani ed Azione
Cattolica Ragazzi (ACR) si ritrovano per riflettere sui temi dell’incontro
nazionale dell’Azione Cattolica, che si concluderà domani a Verona, per
evidenziare segni di speranza, per continuare a coniugare la scelta religiosa
che è stata un passo in avanti, come ha ricordato il presidente Luigi Alici,
verso il primato dello spirituale. Oggi significa dare maggiori energie
all’esperienza missionaria, maggiore forza ad una presenza dei cattolici nella
vita del Paese. C’è una linfa benefica e sotterranea che scorre nelle vene del
Paese, frutto di un delicato equilibrio storico fra libertà individuali e
legami vincolanti su cui vigila la Carta Costituzionale. Linfa che non sempre
trova una rappresentanza fedele e rispettosa nella vita politica, soprattutto
quando questa scambia la legittima competizione democratica con una sorta di
apocalittico scontro di civiltà, in cui la condivisione di valori
irrinunciabili e unificanti appare minacciata dal gioco destabilizzante delle
delegittimazioni reciproche. L’Azione cattolica, ha detto il presidente Alici,
continuerà a dare il proprio apporto formativo respingendo il tentativo
strisciante di declassare il contributo dei cattolici, relegandolo nelle
retrovie di un assistenzialismo puramente facoltativo. In
serata sarà presentata una ricerca sulla relazione tra il lavoro di ciascuno e
la sua dimensione missionaria, una ricerca preparata dal Movimento Lavoratori
di Azione Cattolica. Emerge un profilo del lavoratore cristiano che è segnato
dall’onestà, dalla professionalità, dal rispetto verso i colleghi; un
lavoratore disponibile sempre attento all’altro. Un lavoro ancora che sappia
far convivere il tempo dello spirito con quello della produzione.
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NELLA
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO, AUMENTA L’INSICUREZZA
PER OLTRE 13 MILA SFOLLATI COSTRETTI A FUGGIRE
A CAUSA
DEI RECENTI SCONTRI TRA RIBELLI E MILITARI
BUNIA. = La situazione umanitaria dell’Ituri,
regione nordorientale della Repubblica Democratica del Congo, continua ad aggravarsi. Oltre 13 mila sfollati
necessitano di assistenza immediata per evitare le conseguenze di gravi
carestie. A denunciare questo drammatico scenario - come riferisce l’agenzia
missionaria MISNA - è la Caritas del Paese africano.
L’emergenza è alimentata, soprattutto, dai recenti scontri tra ribelli e
militari governativi che rendono la situazione estremamente difficile. Secondo
l’organismo umanitario, dalla metà di marzo, nel Nord di Bunia,
capoluogo dell’Ituri, proprio a causa di tali scontri
si è verificata una fuga di massa della popolazione verso l’Uganda. Negli
ultimi giorni, almeno 14 miliziani e 4 soldati sono morti in sanguinosi
combattimenti. Altra emergenza segnalata dalla Caritas
è quella dei profughi nel Nord di Bunia che, a
differenza di quelli del Sud della diocesi, non hanno ancora ricevuto alcuna
assistenza. (S.C.)
SUL
TEMA “Costruttori di speranza in un tempo di complessità” SI È
APERTO
IERI
IL CONVEGNO ANNUALE DELL’AGESCI. L’INCONTRO prevede l’eLABORAzione
di
progetti e LINEE METODOLOGICHE PER OFFRIRE AGLI SCOUT
UN
ADEGUATO SUPPORTO EDUCATIVO
ROMA. =
“Costruttori di speranza in un tempo di complessità”: questo il titolo del convegno
annuale promosso dall’AGESCI, l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani.
L’incontro, apertosi ieri a Bracciano, in provincia di Roma, prosegue fino a
domani. L’organo legislativo dell’associazione, il Consiglio generale, si
riunirà per discutere, votare documenti, deliberare regolamenti e progetti. Nel
corso di queste giornate saranno proposte riflessioni sui termini “speranza” e
“costruzione” per consentire ai partecipanti di interrogarsi sulla capacità di
essere testimoni di speranza e costruttori di pace. Durante l’apertura dei
lavori, è stata anche istituita una tavola rotonda per affrontare il tema della
condizione giovanile contemporanea, con lo scopo di offrire indicazioni che
sostengano l’associazione a confrontarsi sull’emergenze
di un mondo complesso. Tra i partecipanti alla conferenza, il giornalista Piero
Badaloni, il presidente dell’associazione Libera, don
Luigi Ciotti, e Luca Riccardi
della Comunità di S. Egidio. Il convegno si chiuderà con l’elaborazione del
progetto nazionale per i prossimi quattro anni. Il documento costituirà il
manifesto della politica associativa e dell’azione di tutti i soci. (S.C.)
PRESENTATO A ROMA, DA 40 ONLUS INTERNAZIONALI, UN “MANIFESTO” CHE
CHIEDE
IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO DEL VOLONTARIATO NELL’UNIONE EUROPEA
ROMA. = Nell’Unione Europea sia riconosciuto, promosso e
favorito il ruolo del volontariato: istituzioni locali e internazionali,
aziende e terzo settore lavorino insieme per promuovere una società a favore
del no profit. È questa la richiesta di oltre 40
organizzazioni europee riunitesi, venerdì scorso a Roma, per l’Assemblea
generale del 2006 del Centro Europeo per il Volontariato (CEV). Durante la
conferenza è stato presentato un manifesto rivolto ai responsabili delle
politiche europee per spiegare l’importanza del volontariato e proporre azioni
concrete. Sono milioni i cittadini di tutta Europa – spiega il CEV – coinvolti
attivamente in questo settore: nel solo Regno Unito più di 23 milioni di
persone si dedicano, ogni anno, a svariate attività offrendo la propria
disponibilità. Importanti risultati, in questo ambito, sono stati raggiunti
anche in Polonia, Germania e Francia. Per tutelare questo impegno, sono anche
state lanciate alcune proposte all’Unione Europea, tra cui programmi speciali
rivolti ai giovani, l’adozione di politiche adeguate e l’istituzione di un Anno
europeo della cittadinanza attiva. (A.L.)
IL
SETTIMANALE CATTOLICO RUSSO “SVET EVANGELIA” PUBBLICA OGGI 4.500 COPIE DELLA
PRIMA ENCICLICA DI BENEDETTO XVI “DEUS CARITAS EST”. GIÀ
3.000 ERANO STATE DISTRIBUITE IL GIORNO DI PASQUA
ROMA.
= Presentata al segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede,
l’arcivescovo Angelo Amato, la traduzione in russo dell’Enciclica “Deus Caritas Est”. Tradotta in russo e pubblicata nell’inserto
“Roma Locuta” del settimanale cattolico russo “Svet Evangelia” (“Luce del Vangelo”) il 16 aprile,
l’Enciclica - informa l’agenzia SIR - è stata stampata in 3.000 copie ed è già
stata distribuita ai lettori della rivista. Ora una seconda tiratura di 4.500
copie è stata inserita nel numero di “Svet Evangelia”
di oggi. (T.C.)
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30 aprile 2006
- A cura di Eugenio Bonanata -
In Italia, dopo la sofferta elezione dei presidenti di
Senato e Camera quella che si apre domani sarà un’altra settimana fittissima di
scadenze politiche, che potrebbero portare
all’incarico a Prodi per formare il nuovo governo. Ma oggi, per le istituzioni
e per tutta l’Italia, è una giornata di silenzio e dolore: è
infatti aperta all’ospedale militare del Celio a Roma la camera ardente
per i tre militari italiani caduti nell’attentato di giovedì scorso a Nassirya. Il servizio di Giampiero Guadagni.
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Chiusa con grande fatica la partita delle presidenze delle
Camere, la prossima settimana potrebbe essere quella dell’incarico a Romano
Prodi. Martedì Berlusconi salirà al Quirinale per
rassegnare le dimissioni. Mercoledì saranno formati i gruppi parlamentari,
giovedì sarà la volta degli uffici di presidenza. Sempre giovedì dovrebbero
iniziare le consultazioni da parte del Capo dello Stato, che già venerdì
potrebbe dare l’incarico al leader dell’Unione. Sabato il nuovo governo
potrebbe giurare al Quirinale. E in questo caso, il
lunedì successivo Prodi si presenterebbe per la fiducia alle Camere, e
consentire così nei giorni successivi al Parlamento in seduta comune di
iniziare le votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Ma le
tappe di questo percorso istituzionale non saranno certo tutte in discesa. E’
facile prevedere che le forti tensioni accumulate in campagna elettorale, nel
post voto e nell’avvio di legislatura avranno riflessi sui prossimi passaggi.
Il più importante dei quali è certamente l’elezione del Capo dello Stato. Ieri
Berlusconi ha detto senza mezzi termini che si opporrà a candidati della sinistra
perché, afferma, il 50% di italiani che hanno scelto la Casa delle Libertà non
può rimanere senza rappresentanza istituzionale. Berlusconi ha fatto una rosa
di nomi, il primo dei quali è Gianni Letta, negli
ultimi cinque anni apprezzato sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma
nessuno esclude l’ipotesi di un Ciampi bis. E anche se Ciampi ha sempre fatto
intendere di voler chiudere qui il suo mandato, potrebbe ripensarci se glielo chiederanno entrambi gli schieramenti come soluzione di
garanzia. Ieri intanto Carlo Azeglio Ciampi ha accolto all’aeroporto di Ciampino le salme dei tre militari italiani uccisi giovedì
scorso a Nassirya. Oggi al Celio la camera ardente,
che resterà aperta anche domani. Martedì mattina i funerali solenni nella
Basilica di Santa Maria degli Angeli.
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Sempre in Italia, è tragico il bilancio della frana che
stamani ha investito un’abitazione ad Ischia, in Campania. Secondo quanto si è
appreso, dalle macerie sono stati estratti i corpi senza vita di quattro persone,
tutti appartenenti alla stessa famiglia. Salve la madre e una bambina mentre i
soccorritori cercano una settima persona. La massa di terriccio e pietre
staccatasi di colpo dalla collina ha investito di striscio anche una seconda abitazione
senza però provocare vittime. Intanto le autorità locali hanno predisposto
l’evacuazione di centinaia di persone che vivono nella zona dell’isola colpita
dalla frana.
Il governo sudanese ha accettato oggi la proposta
dell’Unione Africana per un piano di pace nel Darfur.
Lo riferisce un comunicato del governo. Resta invece incerta la posizione dei
movimenti dei ribelli, che oggi si incontreranno per definire una posizione
comune.
Ancora violenza in Iraq, dove oggi si registrano 3 morti e
decine di feriti in diversi attacchi dei ribelli. Dal canto loro, le forze
statunitensi ed irachene hanno annunciato l’uccisione, nelle scorse settimane,
di una ventina di guerriglieri stranieri, alcuni dei quali indossavano cinture
esplosive. Infine il governo di Bagdad ha denunciato l’esercito
iraniano di aver condotto un attacco contro i guerriglieri curdi
del PKK, sconfinando nella zona settentrionale dell’Iraq.
L’Iran non intende aprire trattative dirette con gli Stati
Uniti sul suo programma nucleare, nonostante il presidente statunitense, Bush, abbia assicurato di volere risolvere la questione
diplomaticamente. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano,
Asefi, aggiungendo che il suo Paese potrebbe lasciare
il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) in caso di “decisioni
radicali”. Teheran ha poi avvertito i 5 membri del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che si riuniranno il prossimo 2 maggio a
Parigi, a “non ricorrere al linguaggio della forza e delle minacce”.
Il Parlamento egiziano ha approvato la proroga di due anni
dello stato di emergenza, cosi' come aveva chiesto il governo, anche dopo gli attentati sul
Mar Rosso e nel Sinai. La normativa, in vigore dall’ottobre 1981 dopo
l’omicidio del presidente Sadat, sarebbe scaduta ai
primi di giugno. Il provvedimento conferisce al governo il potere di arrestare
senza bisogno di incriminazione giudiziaria, limitando le libertà civili.
Intanto le forze di sicurezza egiziane hanno catturato il fratello di uno dei
tre kamikaze e diversi altri ricercati coinvolti nell’attentato di Dahab.
In Nigeria l’esplosione di un'autobomba, rivendicata da
una milizia nigeriana operante nella regione petrolifera del Delta, ha
distrutto stanotte cinque autocisterne, a ridosso di una raffineria di
petrolio. Non ci sono vittime. I miliziani, in un comunicato diffuso via Internet, chiedono che alle compagnie petrolifere di
evacuare il personale dalla regione.
In Israele sono giorni di attesa sul fronte politico. Il
premier, Ehud Olmert, ha in
programma di concludere oggi stesso le consultazioni con i partiti che faranno
parte della coalizione di governo, nell'intento di presentare il nuovo
esecutivo giovedì prossimo in parlamento.
Sul versante palestinese, prosegue la missione del
presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che domani in Giordania incontrerà il re Abdallah. Al termine della sua 'tournee' europea, Abu Mazen ha ottenuto un primo
abbozzo d’intesa per la ripresa degli aiuti finanziari ai palestinesi
attraverso un meccanismo proposto dalla Francia e che
coinvolge la Banca mondiale. Il presidente, ieri, ha poi invitato i rappresentanti
di tutte le forze politico-istituzionali palestinesi
ad una conferenza di ‘dialogo nazionale’, in
programma il prossimo 2 maggio, per discutere della crisi economica e politica
dell’Autorità Nazionale Palestinese.
In Nepal, il primo ministro designato, Koirala,
ha giurato ufficialmente stamani a Kathmandu davanti
al re Gyanendra assumendo così l’incarico di formare
il nuovo governo. Secondo molti analisti Koirala
lascerà il suo posto soltanto dopo aver indetto nuove elezioni e convocato
un’assemblea costituente con il compito di riscrivere l’assetto
politico-governativo del Paese in senso repubblicano. Intanto i ribelli maoisti
hanno liberato 8 degli 11 militari sequestrati nei giorni scorsi, mentre ieri sera l’esercito ha lanciato un attacco contro una riunione
di massa organizzata dai maoisti nella zona est del Paese.
Nello Sri Lanka almeno 10
ribelli Tamil sono morti in una vasta offensiva
lanciata dalla guerriglia separatista contro una fazione dissidente. Lo riferiscono
fonti militari. Le Tigri Tamil accusano da tempo
l’esercito di utilizzare questa fazione per attacchi nei loro confronti. Le
autorità del Paese hanno smentito tali affermazioni.
Al Qaeda ha rivendicato l’attentato
compiuto lo scorso 2 marzo a Karachi, nel sud del Pakistan, in cui morirono 5 persone tra cui un diplomatico americano. In un
comunicato diffuso in Internet, e firmato da 'Al Qaeda
della Jihad in Afghanistan',
i terroristi hanno giurato che la prossima estate “sarà un inferno per i
soldati crociati”.
In Afghanistan è stato trovato decapitato il corpo
dell’ingegnere indiano rapito venerdì scorso dai talebani
nel sud del Paese. Un portavoce dei talebani in una
telefonata ha specificato che l’uomo è stato ucciso mentre
tentava di fuggire. Il premier indiano Singh ha
condannato “l’uccisione di un innocente indiano che lavorava per la ricostruzione
dell’Afghanistan”.
E’ morto a Boston John Kenneth Galbraith, uno degli
economisti più noti al mondo. Aveva 97 anni. La notizia della sua morte è stata
resa nota dal figlio. Galbraith, canadese di nascita,
docente ad Harvard, fu
consigliere economico dei presidenti democratici Roosevelt
e Clinton, nonché ambasciatore in India del presidente
Kennedy.
La NATO e l’Unione Europea hanno invitato
la Serbia a catturare e a consegnare al Tribunale penale internazionale dell’Aja sull’ex Jugoslavia l’ex generale dei serbi bosniaci, Ratko Mladic. Durante un
dibattito sui rapporti transatlantici, ieri a Bruxelles, anche l’invito di
assumere una posizione “positiva” nei colloqui sul futuro status del Kosovo. Nel suo intervento, il ministro degli Esteri
serbo-montenegrino, Draskovic, ha sottolineato che “i
piani per dare l'indipendenza al Kosovo sono molto
pericolosi” per la stabilità della regione.
In Kirghizistan almeno 10 mila
manifestanti si sono radunati ieri nella piazza centrale della capitale Bishkek, per chiedere al governo riforme costituzionali in
senso democratico, l’allontanamento di alti funzionari corrotti e una maggiore
libertà di stampa. Nel comizio, autorizzato, sono intervenuti anche il
presidente Bakiev e il premier Kulovk,
che hanno promesso un attento esame delle rivendicazioni della folla.
Fidel Castro, Hugo
Chavez e Evo Morales, i
presidenti di Cuba, Venezuela e Bolivia hanno firmato, all'Avana, il Trattato
Commerciale dei Popoli (TCP), concepito in alternativa all'Area di Libero
Commercio delle Americhe (ALCA), caldeggiata dagli Stati Uniti. Con questo
accordo, siglato ieri, anche la Bolivia entra a far parte del progetto di
integrazione economica e politica di ispirazione socialista denominato ALBA
(Alternativa Bolivariana per le Americhe). L’adesione
consentirà alla Bolivia di esportare i suoi prodotti negli altri due Paesi
senza pagare dazi.
Le autorità cinesi hanno deciso per la prima volta di
risarcire la madre di un giovane ucciso durante la repressione delle proteste
del 1989. Lo ha riferito un attivista per i diritti civili in Cina specificando
che la donna ha ricevuto 70 mila yuan, 8.735 dollari.
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