RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 113 - Testo della trasmissione di domenica 23 aprile 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Conclusa a Loreto la
46.esima Rassegna internazionale di Musica sacra.
CHIESA E SOCIETA’:
Oggi
le Chiese che seguono il Calendario Giuliano festeggiano la Pasqua
Messaggio dei vescovi
della Corea del Sud per la XXVI Giornata nazionale del malato
Morta ieri a Roma
l’attrice Alida Valli
Punto di svolta nella crisi irachena, dopo 4 mesi di stallo politico nominato il nuovo primo
ministro sciita Jawad al Maliki
Nepal: ancora scontri tra Polizia e manifestanti
contro il Re Gyanendra
23 aprile 2006
NEL
GIORNO DELLA DIVINA MISERICORDIA, BENEDETTO XVI
RENDE
OMAGGIO, PRIMA DEL REGINA COELI, A GIOVANNI PAOLO II,
CHE ISTITUÌ QUESTA FESTA NELLA DOMENICA DOPO
ALLE
CHIESE D’ORIENTE CHE OGGI CELEBRANO
L’odierna festa della Divina Misericordia e la Pasqua, che
si celebra oggi nella Chiese d’Oriente, sono le
ricorrenze che hanno ispirato la riflessione del Papa prima della recita del
Regina Coeli, in una Piazza San Pietro anche stamane affollatissima di pellegrini di ogni parte del
mondo. Il servizio di Roberta Gisotti
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E’ partita la riflessione di Benedetto XVI dal racconto
nel Vangelo di Giovanni del Cristo Risorto, che appare ai discepoli chiusi nel
Cenacolo il “primo giorno dopo il sabato” e che si mostrò loro nello stesso
luogo “otto giorni dopo”, a voler indicare fin dall’inizio quel ritmo settimanale
che
Poi il ricordo che fa l’evangelista dei “segni della crocefissione, ben visibili e tangibili” nel corpo glorioso
di Cristo.
“Quelle sacre
piaghe, nelle mani, nei piedi e nel
costato, sono sorgente inesauribile di fede, di speranza
e d’amore a
cui ognuno può attingere, specialmente le anime più assetate
della divina misericordia”.
Da qui nacque l’ispirazione di Giovanni Paolo II che –
“valorizzando l’esperienza spirituale di un umile suora
Santa Faustina Kowalska” – ha rammentato Benedetto
XVI - volle che “
Il pensiero del Papa è poi andato ai fratelli delle Chiese
d’Oriente che celebrano oggi
“Christos anesti! Christos vaskries! E nel clima gioioso di questo giorno non
posso non ricordare che molte di queste popolazioni, in Serbia, Romania e
Bulgaria, soffrono a causa delle inondazioni dei giorni scorsi. Sono loro
vicino con la preghiera ed auspico vivamente che, grazie al contributo di
tutti, possano superare rapidamente questi difficili momenti.”
Infine i saluti nelle loro lingue alle decine di migliaia
di fedeli, raccolti nella Piazza: siete davvero tanti, ha scherzato il Papa,
davanti alla lunga nota da leggere di città e parrocchie italiane. Nella
Piazza, dove campeggiava una grande immagine della Divina misericordia, anche
un gruppo di polacchi giunti proprio dal Santuario di Cracovia: mi unisco
spiritualmente a voi - ha detto il Papa – e “chiedo la grazia della
Divina Misericordia per
“Ricordo che proprio oggi
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23 aprile 2006
DOMENICA 23 APRILE FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
-
Intervista con mons. Giuseppe Bart -
Giovanni Paolo II
il 30 aprile del 2000, giorno della canonizzazione di Santa Faustina, ha
proclamato
A Roma il culto alla Divina Misericordia è incentrato
nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, nei pressi
di Piazza San Pietro. Giovanni Peduto ha intervistato
il rettore, mons. Giuseppe Bart:
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R. –
D. – Come è nata questa devozione?
R. – Il Culto alla Divina Misericordia parte dalle
rivelazioni di Gesù a Santa Faustina Kowalska nei
tempi che precedono la seconda guerra mondiale. A questa mistica polacca Gesù
chiede di ricordare all’umanità inera la verità sulla Sua Misericordia e le
assegna questa missione universale: “Io
ti mando con
la Mia Misericordia a tutta
l’Umanità”. “Desidero che ogni anima esalti
D. – Ma gli uomini e le donne di oggi sentono bisogno
della Divina Misericordia?
R. – Per rispondere a questa domanda mi servo delle parole
di Giovanni Paolo II espresse nel Santuario della Divina Misericordia a
Cracovia nel 1997: “Di nulla l’uomo ha
bisogno quanto della Divina Misericordia”. La verità sulla Divina Misericordia
è segno di speranza per l’uomo e per il mondo: “Dove se non nella Divina Misericordia il mondo può trovare la scampo e
la luce della speranza?” (18 Aprile 1993). I nostri tempi sono segnati in modo
particolare dalla grande sofferenza di moltitudini di persone a causa
dell’odio, della morte degli innocenti e della mancanza di rispetto della vita.
A questo si aggiungono poi manipolazioni genetiche, aborto e terrorismo. Tutto
ciò esige Misericordia, anzi da questa profonda sofferenza umana, si innalza il
grido alla Misericordia di Dio, da una parte, per placare l’ira di Dio e,
dall’altra, per attingere da questa Misericordia il perdono e la pace.
D. – Come avvicinarsi al perdono?
R. – Gesù nelle rivelazioni a Suor Faustina ha insistito
molte volte sul fatto che tutti devono avere accesso alla Sua Misericordia a
cominciare dai più grandi peccatori. Anzi, più grande è il peccatore,
maggiormente ha diritto alla Misericordia di Dio. Gesù ha indicato, a questa
mistica della Divina Misericordia, la fiducia come mezzo tramite il quale poter
accogliere il Suo Perdono. Infatti sull’Immagine di
Gesù Misericordioso gli uomini colgono il grande messaggio della Fiducia nella
Misericordia di Dio espresso nelle parole “Gesù, confido in Te”, volute da Gesù
stesso sotto la sua effige. Le nuove forme del culto trasmesse da Santa
Faustina Kowalska diventano i mezzi per avvicinarsi
al perdono di Dio per poi sperimentarlo nel Sacramento della Riconciliazione
chiamato da Santa Faustina tribunale della Divina Misericordia.
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MESSAGGIO
AUGURALE DEL PAPA AI 20 MILA PARTECIPANTI
AL
CONVEGNO DEL MOVIMENTO “RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO”,
APERTO
IERI A RIMINI DAL CARDINALE CAMILLO RUINI
Si è
aperta ieri pomeriggio a Rimini la 29esima Convocazione Nazionale del movimento
ecclesiale “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Il tema è stato tratto dalla
prima Lettera dell’apostolo Pietro: “Voi siete il popolo che Dio si è
acquistato perché proclami le Sue opere meravigliose”. Ai 20mila partecipanti,
provenienti da tutta l’Italia, ha rivolto il suo pensiero anche Papa Benedetto
XVI. Il servizio di Luciano Castro.
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Sono state accolte con grande gioia le parole rivolte da
Papa Benedetto XVI ai 20mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito, riuniti a
Rimini per la 29esima Convocazione Nazionale di questo movimento ecclesiale.
“Sia per tutti occasione di crescita spirituale ed
opportuna circostanza per rinsaldare i vincoli di comunione con l’intera
comunità ecclesiale”, è stato l’augurio formulato dal Santo Padre, tramite una
lettera a firma del Segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano.
Nella lettera, il Papa sottolinea che “quanti aderiscono al Rinnovamento sanno
di essere parte integrante dell’unico popolo cristiano, al quale è affidato il
compito di proclamare, con la vita e con le parole, le opere meravigliose che
Dio non cessa di compiere anche oggi nella storia”.
Ieri, all’apertura della Convocazione, è intervenuto il
cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza
episcopale italiana. “I Vescovi italiani vi sono vicini, confidano in voi e
attendono molto da voi”, ha detto il cardinale Ruini,
nel commemorare il primo decennale dell’approvazione canonica dello Statuto del
Rinnovamento. Il Presidente della CEI ha anche sottolineato “l’ulteriore
sviluppo e la maggiore attenzione del Rinnovamento alla dimensione sociale e
culturale della fede. E ciò – ha detto – è un ulteriore segno di maturità
ecclesiale e della capacità di presenza sociale”. Questo tema è stato ripreso
anche dal Coordinatore Nazionale del Rinnovamento, Salvatore Martinez, che ha confermato lo sforzo del movimento di
“manifestare tutta la bellezza e la ricchezza della corrente di grazia
suscitata dallo Spirito Santo”. La giornata di oggi è dedicata all’esperienza
della misericordia di Dio ed è stata aperta da un’applaudita relazione di padre
Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa
Pontificia. Nel pomeriggio, la concelebrazione eucaristica sarà presieduta dal
cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano,
in preparazione al prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Verona.
Da Rimini per
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RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL
SUL“GUATEMALA: TERRA D’INGIUSTIZIA?”
- Servizio di Luis A. Badilla Morales -
Illustrato alla stampa
a Roma un rapporto di Amnesty
International dedicato alla critica situazione del
Guatemala, dove si registra un forte incremento di dispute agrarie, di lotte
per la terra e di espropri violenti, fino a scontri di piazza tra dimostranti e
polizia, come venerdì scorso a Città del Guatemala, durante
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R. – Il rapporto denuncia una situazione di
violazione dei diritti umani legata alle modalità con cui il governo del
Guatemala affronta un problema enorme che è quello delle dispute sul possesso
della terra. Violazioni dei diritti umani che nascono da una politica, ormai in
corso da due anni, di espulsione, di sfratti eseguiti con estrema violenza nei
confronti di comunità contadine che rivendicano il diritto di possesso sulla
terra oppure la occupano come forma di risarcimento per essere stati licenziati
in modo ingiusto.
D. – Gli
accordi di pace del ’96 non sono serviti a nulla?
R. – Purtroppo la parte degli accordi di pace che conteneva
la richiesta di una serie di riforme nel campo economico, del rispetto del
diritto al lavoro, della fine della discriminazione nei confronti degli Indios e della individuazione di meccanismi giudiziali e
non giudiziali di risoluzione delle dispute sulla terra, non sono stati
attuati, se non in minima parte. Solo nel 2005 è stato introdotto il registro
sulla terra, che potrebbe essere la prima occasione per chiarire una situazione
molto confusa di possesso su moltissime terre che in Guatemala sono contese, normalmente, tra un
proprietario terriero ed una famiglia di contadini. Questo registro della
terra, però, presenta una grave manchevolezza, in quanto è privo della
necessaria indipendenza di giudizio, essendo diretto dal Ministero
dell’agricoltura, quindi da un’istituzione governativa.
D.
– Il rapporto è stato presentato in anteprima a Città del Guatemala, alla fine
del mese scorso. Sono passati ormai 20 giorni, qualche reazione da parte delle
autorità?
R. – Purtroppo non ci sono ancora reazioni. Le richieste
di Amnesty International
erano quelle di sospendere immediatamente gli sfratti violenti dalle terre sospese,
di introdurre politiche importanti e serie nel Codice del lavoro, di porre fine
alla discriminazione che oggi è endemica nei confronti
degli Indios, e in particolare degli Indios Maya, e di iniziare un programma di addestramento
delle forze di sicurezza, affinché rispettino le norme internazionali sull’uso
della forza. Alcune di queste richieste erano di lungo periodo ed era
comprensibile che il governo potesse rispondere nel giro di tre settimane. Alla
richiesta di sospensione immediata degli sfratti, però, Amnesty
attendeva una risposta positiva e questa ancora non c’è stata.
D. – Ma gli accordi di pace, se non ricordo male, portano
la firma dell’allora segretario generale dell’ONU, Javier
Perez de Cuellar. Al suo
interno avevano dei meccanismi di controllo e di verifica del rispetto di
questi accordi?
R. – Sì, però in larga parte non c’è un sufficiente
monitoraggio internazionale sul rispetto di questi accordi. Una volta che sono stati siglati dal governo e dalla guerriglia, il Guatemala
è stato lasciato in buona parte da solo al suo destino. Quello che Amnesty contesta è la mancanza di un’osservazione internazionale
sul rispetto dell’accordo.
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OGGI,
GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO E DEL DIRITTO D’AUTORE,
SOTTO
L’EGIDA DELL’UNESCO: MOLTISSIME LE INIZIATIVE
IN
TUTTO IL MONDO DEDICATE AL PIACERE DI LEGGERE
-
Intervista con Giovanni Puglisi e Federico Motta -
Promuovere il libro come strumento di conoscenza, prodotto
intellettuale e oggetto di attività economica: con questo intento, l’Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la
cultura (UNESCO)
celebra oggi (23 aprile)
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Moltissime le iniziative in tutto il mondo dedicate al
piacere di leggere. In Italia, da oggi, per un anno intero, “Torino con Roma” è
“Il problema vero è che in Italia si pubblicano troppi
nuovi libri: se ne pubblicano più di 30 mila. Questo vuol dire che i libri
rimangono troppo poco tempo in libreria e quindi questa veloce rotazione
impedisce la possibilità di un mercato che lavori su una pubblicazione un po’
più selezionata”.
Spesso il successo della cosiddetta “società
dell’immagine” sembra oscurare la narrazione scritta, in particolare tra le
nuove generazioni. Il presidente dell’UNESCO Italia, Giovanni Puglisi:
“Il libro ha bisogno di uno spazio, adesso invece abbiamo
l’abitudine di pubblicizzare tutto ciò che si conserva in poco spazio: quella
di mettere tutto sul digitale. Le enciclopedie digitali, la consultazione via
internet … il problema è quello della certificazione di ciò che trovi. Il libro
passa il vaglio dell’editore, del consenso dei lettori … Internet: chi è che ha
scritto quelle cose? Qual è l’attendibilità scientifica di quelle cose, è poco
verificabile!”.
Ma il rapporto tra lettura e nuove tecnologie può essere
visto anche in senso positivo. Federico Motta:
“Tutti i Paesi a più alto investimento è uso tecnologico,
per esempio Stati Uniti e Giappone, sono anche i Paesi che hanno i più alti
indici di lettura e i mercati del libro anche più dinamici. Quindi, non è
affatto vero che le nuove tecnologie siano sostitutive ma
anzi, ampliano il mercato culturale in genere e quindi rafforzano anche quello
del libro. La verità è che si legge poco in Italia non certo
per la televisione; perché fondamentalmente non c’è una politica della cultura
e questo poi si paga negli indici di consumo”.
Dunque, un dibattito ricco di punti di vista. Ma cosa può
essere fatto concretamente per incrementare l’interesse verso la lettura?
Ancora Motta:
“Prima di tutto, uno sviluppo di tutto il tessuto delle
biblioteche: bisogna che ci siano più librerie sul territorio, ci vuole una
predisposizione della politica a far sì che la lettura, come tutti gli altri
consumi culturali, sia una priorità del Paese e quindi investa in questo”.
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INTERNAZIONALE DI
MUSICA SACRA
-
Servizio di Giovanni Peduto -
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L'edizione 2006 della Rassegna Internazionale di Loreto ha
costituito ancora una volta un evento ricco di novità, che continua a radunare
nella Basilica della Santa Casa corali di nazionalità diverse. A Loreto la
dimensione sociale si coniuga con quella religiosa e culturale ed insieme
rendono
La musica, i cori in particolare, dai tempi più remoti
rappresentano la comunicazione espressiva più alta dell'armonia dello stare
insieme e, nello stesso tempo, esaltano l'identità di un popolo, delle sue
tradizioni e della sua cultura. Il canto religioso è segno della gioia del
cuore nel lodare Dio. A Loreto i cori esprimono polifonicamente e pluringuisticamente il desiderio di pace e di fratellanza
della nuova Europa. L’evento importante di quest’anno è stato l'omaggio di
Loreto a Mozart. Il sommo musicista, di cui l'Europa
ricorda i 250 anni dalla nascita, ha visitato nel luglio 1770 il Santuario,
musicando, a ricordo, le Litanie Lauretane.
Altre novità sono state la serata concertistica di venerdì
21 con musiche di mons. Giuseppe Liberto, direttore della Cappella Sistina in
Vaticano, la partecipazione dell'Orchestra del Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari e, in anteprima assoluta, le musiche
liturgiche del maestro Donato Falco, che hanno accompagnato la celebrazione
eucaristica conclusiva di questa mattina.
Si può benissimo notare la grande attenzione riservata ad
autori viventi e alla conoscenza e promozione della loro musica. Indubbiamente
L'Associazione ‘Rassegna internazionale di Musica Sacra Virgo Lauretana’ ha
offerto così, anche quest'anno, una manifestazione di elevato livello
culturale, confermando Loreto quale faro di spiritualità, di armonia e di luce
nel nostro tempo.
Da Loreto, Giovanni
Peduto, Radio Vaticana
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23 aprile 2006
OGGI LE CHIESE CHE SEGUONO IL CALENDARIO GIULIANO
FESTEGGIANO LA PASQUA.
A
GERUSALEMME IL PATRIARCA GRECO-ORTODOSSO TEOFILOS III HA ACCESO
IL
FUOCO SACRO. CELEBRAZIONI IN GRECIA, IN RUSSIA E NELL’EST EUROPEO
- A
cura di Tiziana Campisi -
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GERUSALEMME. = Anche ieri,
come ogni anno dal quarto secolo dopo Cristo, si è ripetuta nella Basilica del
Santo Sepolcro di Gerusalemme la cerimonia del fuoco sacro. È il tradizionale
rito della Pasqua delle Chiese che seguono il calendario giuliano, in vigore in
Grecia, in Russia e in gran parte dell’Est europeo. Dinanzi a migliaia di
fedeli, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilos
III è entrato nella piccola cappella del Santo Sepolcro, costruita nel luogo
dove secondo la tradizione è stato deposto Gesù dopo la morte, e ne è uscito
poco dopo con in mano una candela accesa. Un volo speciale della compagnia di bandiera greca Olympic Airways ha portato come
ogni anno il fuoco sacro da Tel Aviv ad Atene, da dove poi la fiamma viene distribuita alle altre chiese della capitale e quindi
- per strada, nave o aereo - in tutto il resto del Paese. Il patriarca di Costantinopoli
Bartolomeo I, che risiede a Istanbul, ha dato il via
ai riti della Resurrezione con un messaggio contro il fanatismo religioso.
Nella sua predica che precede l’inizio delle celebrazioni, Bartolomeo I ha detto che è stato proprio il fanatismo a portare alla
crocifissione di Cristo, un fanatismo che è ancora attivo nel mondo contemporaneo
e che porta morte e distruzione su tutto il pianeta. A
Mosca, alla Messa di mezzanotte presieduta dal patriarca di
tutte le Russie Alessio II, nella cattedrale
del Cristo Salvatore, ha preso parte il presidente Vladimir Putin,
assieme a parecchie altre personalità. Cinquemila i fedeli raccoltisi in
preghiera che hanno assistito alla cerimonia protrattasi fino all’alba.
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SI
APRE OGGI IN SPAGNA L’ANNO SANTO DI LIÉBANA, CELEBRAZIONE GIUBILARE
ISTITUITA
DA GIULIO II CON UNA BOLLA NEL 1512 E LEGATA ALLA RELIQUIA DELLA
CROCE
DI GESÙ CONSERVATA NEL MONASTERO BENEDETTINO DI SANTO TORIBIO
LIÉBANA. = Inizia oggi in Spagna l’Anno Santo di Liébana. Nella cittadina della comunità autonoma della Cantabria la ricorrenza giubilare è legata alla millenaria
presenza - nel Monastero di Santo Toribio - di una
reliquia della Croce di Gesù. Secondo la tradizione, la reliquia del “Lignum Crucis” venne portata da
Gerusalemme da Santo Toribio, vescovo di Astorga, intorno alla metà del V secolo, per essere
trasferita nei luoghi impervi del cenobio pirenaico a seguito dell’invasione
araba del secolo VIII. Fu Papa Giulio II, con
COSÌ I
VESCOVI DELLA COREA DEL SUD IN UN MESSAGGIO
PER
SEOUL. = “Non sono
i problemi fisici ma l’indifferenza sociale ed il pregiudizio i veri ostacoli
per i disabili”: lo ha scritto mons. Lucas Kim Woon-hoe, vicario episcopale
per l’apostolato del ministero sociale dell’arcidiocesi di Seoul,
in un messaggio pubblicato il 20 aprile in occasione della XXVI Giornata
nazionale del malato. “Qualunque cosa facciate, fate tutto per la gloria di
Dio”: questo il titolo del documento che vuole far riflettere sul rispetto,
l’amore e la comprensione per i disabili. Il presule chiede “a tutti i fedeli”
di compiere sforzi “per promuovere il benessere dei disabili” con le armi
“della fede e della speranza, seguendo il Cristo risorto che ha trionfato sulla
croce: un gesto compiuto non solo per la gloria di Dio, ma anche per la nostra
salvezza”. Il vescovo sottolinea inoltre la necessità di “rispettare la
personalità e l’individualità di ogni disabile”. “Oltre a condividere i nostri
sentimenti – scrive mons. Lucas Kim
Woon-hoe – lasciate che si possa vivere insieme
usando al meglio le nostre capacità, il nostro tempo e l’amore che Dio ci ha concesso”.
(T.C.)
IL 25
APRILE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CARLO AZEGLIO CIAMPI
ATTRIBUIRÀ
DI DON FRANCESCO VENTURELLI, PARROCO DI
FOSSOLI, UCCISO DAI PARTIGIANI
60 ANNI FA. L’ONORIFICENZA SARÀ CONSEGNATA AL
VESCOVO DI CARPI ELIO TINTI
ROMA. = Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria di
don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli, ucciso dai partigiani sessant’anni
fa. La consegnerà, scrive l’agenzia SIR, il presidente della Repubblica
Italiana Carlo Azeglio Ciampi al vescovo di Carpi, mons. Elio Tinti.
L’onorificenza sarà conferita nella ricorrenza del 61° Anniversario della
Liberazione, che l’Italia festeggia il 25 aprile. Una cerimonia avrà luogo al
Palazzo del Quirinale alle 10.30. “La medaglia d’oro
a don Francesco Venturelli - si legge in una nota
della diocesi di Carpi - restituisce giustizia e onore a questo grande e
generoso sacerdote che ha donato a tutti la sua esistenza
testimoniando una vera ricerca del bene comune”. “Un grande momento e un
importante riconoscimento per il nostro amatissimo don Francesco e per la
nostra diocesi”, ha commentato mons. Tinti, che sarà accompagnato al Quirinale da don Gian Pio Caleffi,
successore di don Venturelli nella parrocchia di Fossoli e da don Claudio Pontiroli,
sacerdote diocesano attento e sensibile alle realtà pastorali legate al secondo
conflitto mondiale. “Questa medaglia d’oro – ha detto il vescovo – mi auguro
che sia un importante passo per riscrivere la storia di quegli anni in maniera
nuova, serena, oggettiva. Spero veramente offra lo spunto per una profonda
riflessione e che diventi, almeno per chi vive in questa nostra terra,
un’espressione di vera e autentica riconciliazione, di piena e sincera
liberazione da pregiudizi, preconcetti, opinioni di parte”. (T.C.)
È
MORTA IERI A ROMA L’ATTRICE ALIDA VALLI. HA RECITATO PER HITCHCOCK,
VISCONTI
E PASOLINI. I FUNERALI DOMANI NELLA CHIESA
DEGLI
ARTISTI DI SANTA MARIA DEL POPOLO
- A
cura di Luca Pellegrini -
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ROMA .
= Si è spenta ieri a Roma, all’età di 84 anni, l’attrice italiana Alida Valli:
una vita vissuta con discrezione e dedicata tutta al cinema e al teatro, che le
hanno donato celebrità ed unanimi riconoscimenti. Domani alle ore 17 i funerali
nella Chiesa degli Artisti di Santa Maria del Popolo. Bellissima, riservata.
Alida Valli non è stata una diva da rotocalchi, non una donna dai sentimenti
sbandierati, non un’attrice per i grandi botteghini. Ma è
stata diva, nella sua carriera, per quella nobiltà malinconica, a tratti
altera; donna che ha vissuto percorsi felici e dolorosi, quelli che successo,
cinema e storia portano spesso ad affrontare; attrice di indimenticabili
capolavori. Era arrivata a Roma da Pola, si
era introdotta da subito nel giro delle produzioni popolari, diventando il
volto dei cosiddetti “telefoni bianchi”, commedie italiane strappalacrime. Con
Mario Soldati, nel 1940, si mette in luce nella parte di Luisa, l’infelice
madre di Piccolo mondo antico, poi, nel 1946, con Eugenia Grandet. Altre tormentate donne costelleranno il
percorso artistico di Alida Valli: nel corso di una breve incursione a
Hollywood, protagonista per Hitchcock e per Carol Reed ne
Il terzo uomo, insieme a Orson Welles. Nel 1954 arriva l’incontro che finalmente la
porterà a duraturo, riconosciuto successo: la malinconica e tormentata nobiltà
della Contessa Serpieri nel capolavoro risorgimentale
di Luchino Visconti, Senso. Altri registi italiani hanno incrociato lo
sguardo magnetico e austero di Alida: Antonioni, Pasolini, Bertolucci, Zurlini. Tutti ad offrirle ruoli maturi, complessi, di profonda introspezione. Ma Alida
Valli, così è doveroso concludere, fu anche grandissima attrice di teatro,
professione non sempre facile e complementare per chi è abituata all’unidimensionalità
dello schermo: Giancarlo Cobelli e Aldo Trionfo più
volte la invitarono a calcare con successo le scene. Il segno della sua
completezza di artista arrivò, però, indiscutibilmente, con Patrice
Chéreau, che la volle nel 1971, al Piccolo di Milano,
nella Lulu di Wedekind.
Lavorò, in quella occasione, a fianco di un’altra grande attrice italiana,
Valentina Cortese, che oggi la ricorda con precise,
commosse parole: “Aveva una speciale bellezza ed un tormento interiore che le
vedevi sempre addosso, intorno”. Indiscutibilmente, questi sì, i modi per essere diva.
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23 aprile 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In
Iraq è ripreso, dopo quattro mesi di impasse,
il processo di normalizzazione politica: ieri il Parlamento ha confermato il curdo Talabani come capo di
Stato. Sempre ieri, il presidente iracheno ha nominato primo ministro lo sciita
Jawad al Maliki. Ma i primi
passi per la formazione del nuovo governo si compiono in uno
scenario segnato da un ennesimo attentato. Il nostro servizio:
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All’indomani della nomina del
nuovo premier e della conferma del capo di Stato iracheno, almeno 7 civili sono
rimasti uccisi in un attacco condotto dalla guerriglia a Baghdad nei pressi
della cosiddetta “zona verde”, l’area che ospita le sedi delle
principali istituzioni irachene e le ambasciate americana e britannica.
Sempre nella capitale sono stati rinvenuti, in un quartiere sunnita,
i corpi senza vita di sei persone. Un portavoce della Polizia ha annunciato,
inoltre, che ieri è stato assassinato uno dei membri del Consiglio degli Ulema sunniti. Ma a questo consueto dramma alimentato dalle
violenze si contrappone, comunque, un importante risultato politico: l’intesa
raggiunta dai
Partiti iracheni per la nomina come premier
dello sciita Jawad al Maliki,
al quale è stato affidato l’incarico di formare il nuovo governo. Si tratta di
“una conquista storica” per l’Iraq che “renderà l’America più sicura”, ha detto
ieri il presidente americano, George Bush. “Il nuovo esecutivo – ha poi aggiunto il capo della Casa
Bianca - si assumerà maggiori responsabilità per la sicurezza della nazione” e
“avrà il mandato popolare per affrontare le principali sfide a lungo termine”.
Sfide – ha precisato Bush – che il governo iracheno
non si troverà ad affrontare da solo. Il nuovo premier designato, al Maliki, avrà adesso 30 giorni di tempo per presentare in Parlamento
la lista dei ministri. La sua candidatura ha trovato il consenso anche di curdi e sunniti che invece si erano opposti ad una
riconferma del premier uscente, lo sciita al Jaafari.
Del nuovo premier, il segretario di Stato americano, Condoleezza
Rice, ha sottolineato proprio la capacità di unire diverse
componenti della complessa società irachena e la sua coraggiosa opposizione
all’ex rais Saddam Hussein.
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“Le
nostre truppe resteranno in Afghanistan per almeno altri tre anni”. Lo ha dichiarato
il ministro della Difesa britannico John Reid, in visita a Kabul, precisando che "le Forze
della coalizione devono continuare l’offensiva contro i militanti Talebani e Al Qaeda”. Oltre 3.000
soldati britannici sono operativi nella turbolenta provincia di Helmand, nella zona meridionale dell’Afghanistan.
“L’arricchimento
dell'uranio e le attività di ricerca e sviluppo in Iran sono irreversibili”. Lo
ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano prolungando la
ricca serie di annunci e proclami rilasciati in vista del prossimo 28 aprile,
data entro la quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto al
governo di Teheran di sospendere i processi di
arricchimento dell’uranio. Nei giorni scorsi, l’Iran aveva anche assicurato piena
collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che
entro venerdì prossimo dovrà presentare un rapporto sull’intricata questione
nucleare iraniana. Secondo diversi Paesi occidentali, l’Iran ha intenzione di
costruire armi atomiche. La Repubblica islamica sostiene, invece, che il
proprio programma nucleare persegue solo scopi pacifici.
Uno dei più
rilevanti effetti delle tensioni geopolitiche legate alla crisi nucleare iraniana,
è l’aumento del prezzo del petrolio. Proprio sulle cause e le dinamiche di
questo incremento, è incentrato il decimo Forum internazionale dell’energia apertosi
ieri a Doha, in Qatar. L’incontro intende promuovere
un confronto tra maggiori produttori di petrolio, Arabia Saudita inclusa, e i
principali Paesi consumatori, tra cui Cina e India, per cercare di trovare
adeguate misure in grado di contenere l’impennata del prezzo del petrolio, che
venerdì scorso ha superato a New York i 75 dollari. A Riad,
intanto, il presidente cinese Hu Jintao,
in visita nella capitale saudita, ha incontrato autorità del Paese arabo per
prendere in esame il progetto di una riserva strategica in Cina con petrolio
proveniente dall’Arabia Saudita.
In
Medio Oriente, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e il leader di Hamas, Khaled Meshaal, si sono impegnati
a ridurre le tensioni tra il governo, guidato dal gruppo radicale, e il partito
Al Fatah. All’origine dell’attrito, ci sono
soprattutto le divergenze tra Abu Mazen,
alla guida di Al Fatah, e il
premier Haniyeh sulle rispettive competenze in
materia di finanza e di sicurezza. Il braccio di ferro istituzionale ha portato
anche a scontri tra militanti delle due formazioni.
In
Nepal, quarta giornata di coprifuoco diurno a Kathmandu,
dove si registrano nuovi scontri tra agenti e manifestanti che protestano
contro il re Gyanendra: gli agenti hanno sparato
proiettili di gomma su un gruppo di dimostranti che tentavano di avvicinarsi al
Palazzo reale. La situazione nella capitale resta molto tesa:
le strade sono pattugliate da agenti in assetto antisommossa, appoggiati da militari.
I manifestanti sono radunati alla periferia di Kathmandu,
con l’intenzione di marciare verso il centro. La protesta contro il re e a
favore del ripristino di un democrazia multipartitica
dura ormai dura da 16 giorni malgrado il coprifuoco e gli scontri. Ieri
l’opposizione ha anche respinto la proposta del sovrano, che aveva chiesto ai
Partiti di indicare il nuovo premier.
Seggi aperti, in Ungheria, per il secondo
turno delle Elezioni legislative. Oltre 5 milioni di elettori sono chiamati a
scegliere tra la coalizione governativa di centrosinistra e l’opposizione di
centrodestra. I sondaggi danno in vantaggio socialisti
e liberaldemocratici. Se l’esito delle urne
confermerà questa previsione, l’attuale esecutivo di centrosinistra sarà
l’unico governo ad essere riconfermato in Ungheria dalla caduta del Comunismo
nel 1989. Per la prima volta, si vota anche all’estero: si sono iscritti,
infatti, oltre 6 mila elettori. Le schede con i loro voti arriveranno a
Budapest nei prossimi giorni. Per questo, i risultati finali ufficiali saranno
resi noti soltanto venerdì prossimo. L’odierna consultazione mette in palio 174 dei 386 seggi del Parlamento ungherese. Gli
altri 212 deputati sono stati eletti, infatti, nel primo turno dello scorso 9
aprile, quando 113 seggi sono stati conquistati dalla coalizione di governo e
99 dall’opposizione.
Tragedia in Camerun: un aereo militare libico
è precipitato stamani nella città di Kusseri, al
confine con il Ciad, causando la morte dei sei membri dell’equipaggio. L’aereo
era diretto all’aeroporto internazionale di N’Djamena,
in Ciad.
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