RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 113  - Testo della trasmissione di domenica 23 aprile 2006

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nel giorno della Divina Misericordia, Benedetto XVI rende omaggio, prima del Regina Coeli, a Giovanni Paolo II che istituì questa festa nella domenica dopo la Pasqua. Poi gli auguri alle Chiese d’Oriente, che oggi celebrano la Resurrezione del Signore

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

       A Roma il culto della Divina Misericordia è incentrato nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Ai nostri microfoni il rettore mons. Giuseppe Bart

       

Messaggio augurale del Papa ai 20 mila partecipanti al Convegno del movimento “Rinnovamento dello spirito”, aperto ieri a Rimini dal cardinale Camillo Ruini

 

        Illustrato alla stampa a Roma un rapporto di Amnesty International sul “Guatemala: terra di ingiustizia?”. Intervista con Riccardo Noury

 

        Si celebra oggi, sotto l’egida dell’UNESCO, la Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore: ce ne parlano Giovanni Puglisi e Federico Motta

 

        Conclusa a Loreto la 46.esima Rassegna internazionale di Musica sacra.

       

CHIESA E SOCIETA’:

        Oggi le Chiese che seguono il Calendario Giuliano festeggiano la Pasqua

 

        Aperto oggi in Spagna l’Anno Santo di Liébana legato alla reliquia della Croce di Gesù, conservata nel monastero di Santo Toribio

 

        Messaggio dei vescovi della Corea del Sud per la XXVI Giornata nazionale del malato

 

        Il 25 aprile sarà attribuita dal capo dello Stato italiano la medaglia d’oro al merito civile a don Francesco Venturelli, ucciso dai partigiani 60 anni fa

 

        Morta ieri a Roma l’attrice Alida Valli  

 

24 ORE NEL MONDO:

Punto di svolta nella crisi irachena, dopo 4 mesi di stallo politico nominato il nuovo primo ministro sciita Jawad al Maliki

 

Nepal: ancora scontri tra Polizia e manifestanti contro il Re Gyanendra

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 aprile 2006

 

NEL GIORNO DELLA DIVINA MISERICORDIA, BENEDETTO XVI

RENDE OMAGGIO, PRIMA DEL REGINA COELI, A GIOVANNI PAOLO II, CHE ISTITUÌ QUESTA FESTA NELLA DOMENICA DOPO LA PASQUA. POI GLI AUGURI

ALLE CHIESE D’ORIENTE CHE OGGI CELEBRANO LA RESURREZIONE DEL SIGNORE

 

 

L’odierna festa della Divina Misericordia e la Pasqua, che si celebra oggi nella Chiese d’Oriente, sono le ricorrenze che hanno ispirato la riflessione del Papa prima della recita del Regina Coeli, in una Piazza San Pietro anche stamane affollatissima di pellegrini di ogni parte del mondo. Il servizio di Roberta Gisotti

 

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E’ partita la riflessione di Benedetto XVI dal racconto nel Vangelo di Giovanni del Cristo Risorto, che appare ai discepoli chiusi nel Cenacolo il “primo giorno dopo il sabato” e che si mostrò loro nello stesso luogo “otto giorni dopo”, a voler indicare fin dall’inizio quel ritmo settimanale che la Chiesa ha assunto nel celebrare il mistero pasquale ogni domenica giustamente chiamata “giorno del Signore”.

        

Poi il ricordo che fa l’evangelista dei “segni della crocefissione, ben visibili e tangibili” nel corpo glorioso di Cristo.

 

“Quelle sacre piaghe, nelle mani, nei piedi e nel costato, sono sorgente inesauribile di fede, di speranza e d’amore a cui ognuno può attingere, specialmente le anime più assetate della divina misericordia”.

 

Da qui nacque l’ispirazione di Giovanni Paolo II che – “valorizzando l’esperienza spirituale di un umile suora Santa Faustina Kowalska” – ha rammentato Benedetto XVI - volle che “la Domenica dopo Pasqua fosse dedicata in modo speciale alla Divina Misericordia”  e la Provvidenza ha voluto che lui sia morto proprio alla vigilia di questo giorno.  Il mistero dell’amore misericordioso è stato infatti al centro del suo pontificato – ha sottolineato Benedetto XVI, evocando la sua Enclicica Dives in misericordia  e le parole pronunciate da Papa Wojtyla, nel giorno della dedicazione del Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, il 17 agosto del 2002. Disse allora Giovanni Paolo II “Quanto bisogno di misericordia di Dio ha il  mondo di oggi!”, “evidenziando - ha osservato Benedetto XVI  - che il culto della misericordia divina non è una devozione secondaria, ma dimensione integrante della fede e della preghiera del cristiano”.

 

Il pensiero del Papa è poi andato ai fratelli delle Chiese d’Oriente che celebrano oggi la Pasqua:

 

Christos anesti! Christos vaskries! E nel clima gioioso di questo giorno non posso non ricordare che molte di queste popolazioni, in Serbia, Romania e Bulgaria, soffrono a causa delle inondazioni dei giorni scorsi. Sono loro vicino con la preghiera ed auspico vivamente che, grazie al contributo di tutti, possano superare rapidamente questi difficili momenti.

        

Infine i saluti nelle loro lingue alle decine di migliaia di fedeli, raccolti nella Piazza: siete davvero tanti, ha scherzato il Papa, davanti alla lunga nota da leggere di città e parrocchie italiane. Nella Piazza, dove campeggiava una grande immagine della Divina misericordia, anche un gruppo di polacchi giunti proprio dal Santuario di Cracovia: mi unisco spiritualmente a voi - ha detto  il Papa – e “chiedo la grazia della Divina Misericordia per la Chiesa e per tutto il mondo”. Tra i tanti striscioni, uno in particolare dedicato a Giovanni Paolo II con su scritto “Santo subito”. Presenti anche molti giovani, tra cui numerosi volontari vincenziani, in occasione di una iniziativa benefica che il Benedetto XVI ha voluto segnalare, prima di augurare a tutti una buona domenica:

 

“Ricordo che proprio oggi la Società di San Vincenzo de Paoli avvia la Campagna nazionale 2006 “Fatemi studiare, conviene a tutti” con una Giornata di sensibilizzazione sulla prevenzione della povertà dell’analfabetismo”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 aprile 2006

 

DOMENICA 23 APRILE FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA

- Intervista con mons. Giuseppe Bart -

 

 Giovanni Paolo II il 30 aprile del 2000, giorno della canonizzazione di Santa Faustina, ha proclamato la Seconda Domenica di Pasqua ‘Festa della Divina Misericordia’, estendendo tale Festa alla Chiesa universale. L’istituzione della Domenica della Divina Misericordia nel calendario liturgico è da cogliere come un dono di grazia per la chiesa intera e per tutta l’umanità. Secondo quanto scritto nel diario della santa, Gesù disse a  Santa Faustina: “In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine” (Diario 699); “Nel giorno della Festa della Misericordia attraverserai il mondo intero e condurrai le anime avvilite alla sorgente della Mia Misericordia. Io le guarirò e le fortificherò” (Diario 206). La Festa della Misericordia evidenzia l’indicibile profondità del mistero pasquale. Anzi il mistero pasquale è il vertice della rivelazione sulla verità della Misericordia di Dio.

               

A Roma il culto alla Divina Misericordia è incentrato nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, nei pressi di Piazza San Pietro. Giovanni Peduto ha intervistato il rettore, mons. Giuseppe Bart:

 

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R. – La Divina Misericordia è il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo Risorto e che offre all’Umanità. “La Divina Misericordia è il secondo nome dell’amore”, spiega così Giovanni Paolo II nell’Enciclica Dives in Misericordia. Si tratta dell’Amore colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitudine a farsi carico di ogni bisogno soprattutto nella sua immensa capacità di perdono. La Divina Misericordia significa l’Amore che vuol bene, che compatisce, che innalza l’uomo sopra la sua debolezza verso le infinite altezze della Santità di Dio. Infinela Divina Misericordia” – dice Giovanni Paolo II – “è il limite imposto al male”.

 

D. – Come è nata questa devozione?

 

R. – Il Culto alla Divina Misericordia parte dalle rivelazioni di Gesù a Santa Faustina Kowalska nei tempi che precedono la seconda guerra mondiale. A questa mistica polacca Gesù chiede di ricordare all’umanità inera la verità sulla Sua Misericordia e le assegna questa missione universale: “Io ti mando con

 

 

la Mia Misericordia a tutta l’Umanità”. “Desidero che ogni anima esalti la Misericordia di Dio e sperimenti su di sé gli effetti di tale Misericordia”. Gesù ha consegnato a Santa Faustina i mezzi attraverso i quali l’uomo può avvicinarsi alla fonte della Divina Misericordia e sono: la Festa della Misericordia, l’Immagine di Gesù Misericordioso, l’Ora della Misericordia, la Coroncina alla Divina Misericordia e infine l’Apostolato della Divina Misericordia. La diffusione del messaggio trasmesso da Santa Faustina ha acquisito un particolare slancio dalla sua beatificazione avvenuta il 18 aprile 1993 e la diffusione mondiale dalla canonizzazione avvenuta il 30 aprile del 2000.

 

D. – Ma gli uomini e le donne di oggi sentono bisogno della Divina Misericordia?

 

R. – Per rispondere a questa domanda mi servo delle parole di Giovanni Paolo II espresse nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia nel 1997: “Di nulla l’uomo ha bisogno quanto della Divina Misericordia”. La verità sulla Divina Misericordia è segno di speranza per l’uomo e per il mondo: “Dove se non nella Divina Misericordia il mondo può trovare la scampo e la luce della speranza?” (18 Aprile 1993). I nostri tempi sono segnati in modo particolare dalla grande sofferenza di moltitudini di persone a causa dell’odio, della morte degli innocenti e della mancanza di rispetto della vita. A questo si aggiungono poi manipolazioni genetiche, aborto e terrorismo. Tutto ciò esige Misericordia, anzi da questa profonda sofferenza umana, si innalza il grido alla Misericordia di Dio, da una parte, per placare l’ira di Dio e, dall’altra, per attingere da questa Misericordia il perdono e la pace.

 

D. – Come avvicinarsi al perdono?

 

R. – Gesù nelle rivelazioni a Suor Faustina ha insistito molte volte sul fatto che tutti devono avere accesso alla Sua Misericordia a cominciare dai più grandi peccatori. Anzi, più grande è il peccatore, maggiormente ha diritto alla Misericordia di Dio. Gesù ha indicato, a questa mistica della Divina Misericordia, la fiducia come mezzo tramite il quale poter accogliere il Suo Perdono. Infatti sull’Immagine di Gesù Misericordioso gli uomini colgono il grande messaggio della Fiducia nella Misericordia di Dio espresso nelle parole “Gesù, confido in Te”, volute da Gesù stesso sotto la sua effige. Le nuove forme del culto trasmesse da Santa Faustina Kowalska diventano i mezzi per avvicinarsi al perdono di Dio per poi sperimentarlo nel Sacramento della Riconciliazione chiamato da Santa Faustina tribunale della Divina Misericordia.

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MESSAGGIO AUGURALE DEL PAPA AI 20 MILA PARTECIPANTI

AL CONVEGNO DEL MOVIMENTO “RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO”,

APERTO IERI A RIMINI DAL CARDINALE CAMILLO RUINI

 

Si è aperta ieri pomeriggio a Rimini la 29esima Convocazione Nazionale del movimento ecclesiale “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Il tema è stato tratto dalla prima Lettera dell’apostolo Pietro: “Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le Sue opere meravigliose”. Ai 20mila partecipanti, provenienti da tutta l’Italia, ha rivolto il suo pensiero anche Papa Benedetto XVI. Il servizio di Luciano Castro.

 

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Sono state accolte con grande gioia le parole rivolte da Papa Benedetto XVI ai 20mila aderenti al Rinnovamento nello Spirito, riuniti a Rimini per la 29esima Convocazione Nazionale di questo movimento ecclesiale. “Sia per tutti occasione di crescita spirituale ed opportuna circostanza per rinsaldare i vincoli di comunione con l’intera comunità ecclesiale”, è stato l’augurio formulato dal Santo Padre, tramite una lettera a firma del Segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano. Nella lettera, il Papa sottolinea che “quanti aderiscono al Rinnovamento sanno di essere parte integrante dell’unico popolo cristiano, al quale è affidato il compito di proclamare, con la vita e con le parole, le opere meravigliose che Dio non cessa di compiere anche oggi nella storia”.

 

Ieri, all’apertura della Convocazione, è intervenuto il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana. “I Vescovi italiani vi sono vicini, confidano in voi e attendono molto da voi”, ha detto il cardinale Ruini, nel commemorare il primo decennale dell’approvazione canonica dello Statuto del Rinnovamento. Il Presidente della CEI ha anche sottolineato “l’ulteriore sviluppo e la maggiore attenzione del Rinnovamento alla dimensione sociale e culturale della fede. E ciò – ha detto – è un ulteriore segno di maturità ecclesiale e della capacità di presenza sociale”. Questo tema è stato ripreso anche dal Coordinatore Nazionale del Rinnovamento, Salvatore Martinez, che ha confermato lo sforzo del movimento di “manifestare tutta la bellezza e la ricchezza della corrente di grazia suscitata dallo Spirito Santo”. La giornata di oggi è dedicata all’esperienza della misericordia di Dio ed è stata aperta da un’applaudita relazione di padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. Nel pomeriggio, la concelebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, in preparazione al prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Verona.

 

Da Rimini per la Radio Vaticana, Luciano Castro

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RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL

SUL“GUATEMALA: TERRA D’INGIUSTIZIA?”

- Servizio di Luis A. Badilla Morales -

 

Illustrato alla stampa a Roma un rapporto di Amnesty International dedicato alla critica situazione del Guatemala, dove si registra un forte incremento di dispute agrarie, di lotte per la terra e di espropri violenti, fino a scontri di piazza tra dimostranti e polizia, come venerdì scorso a Città del Guatemala, durante la Giornata di protesta indetta dal Coordinamento nazionale indigeno e contadino.  Il documento di Amnesty intitolato – “Guatemala: terra d’ingiustizia?” denuncia una serie di “violazioni dei diritti umani commessi, soprattutto da quando si è insediato il presidente Oscar Berger, proprietario terriero, ai danni di braccianti e lavoratori della terra. Il rapporto, elaborato in dieci mesi di indagini sul terreno, afferma che “Le violazioni dei diritti umani vengono commesse in un clima di impunità e nell’indifferenza e nell’inerzia delle autorità”. Luis Balilla ha intervistato Riccardo Noury, portavoce in Italia di Amnesty International

 

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R. – Il rapporto denuncia una situazione di violazione dei diritti umani legata alle modalità con cui il governo del Guatemala affronta un problema enorme che è quello delle dispute sul possesso della terra. Violazioni dei diritti umani che nascono da una politica, ormai in corso da due anni, di espulsione, di sfratti eseguiti con estrema violenza nei confronti di comunità contadine che rivendicano il diritto di possesso sulla terra oppure la occupano come forma di risarcimento per essere stati licenziati in modo ingiusto.

 

D. – Gli accordi di pace del ’96 non sono serviti a nulla?

 

R. – Purtroppo la parte degli accordi di pace che conteneva la richiesta di una serie di riforme nel campo economico, del rispetto del diritto al lavoro, della fine della discriminazione nei confronti degli Indios e della individuazione di meccanismi giudiziali e non giudiziali di risoluzione delle dispute sulla terra, non sono stati attuati, se non in minima parte. Solo nel 2005 è stato introdotto il registro sulla terra, che potrebbe essere la prima occasione per chiarire una situazione molto confusa di possesso su moltissime terre che in Guatemala sono contese,  normalmente, tra un proprietario terriero ed una famiglia di contadini. Questo registro della terra, però, presenta una grave manchevolezza, in quanto è privo della necessaria indipendenza di giudizio, essendo diretto dal Ministero dell’agricoltura, quindi da un’istituzione governativa.

 

D. – Il rapporto è stato presentato in anteprima a Città del Guatemala, alla fine del mese scorso. Sono passati ormai 20 giorni, qualche reazione da parte delle autorità?

 

R. – Purtroppo non ci sono ancora reazioni. Le richieste di Amnesty International erano quelle di sospendere immediatamente gli sfratti violenti dalle terre sospese, di introdurre politiche importanti e serie nel Codice del lavoro, di porre fine alla discriminazione che oggi è endemica nei confronti degli Indios, e in particolare degli Indios Maya, e di iniziare un programma di addestramento delle forze di sicurezza, affinché rispettino le norme internazionali sull’uso della forza. Alcune di queste richieste erano di lungo periodo ed era comprensibile che il governo potesse rispondere nel giro di tre settimane. Alla richiesta di sospensione immediata degli sfratti, però, Amnesty attendeva una risposta positiva e questa ancora non c’è stata.

 

D. – Ma gli accordi di pace, se non ricordo male, portano la firma dell’allora segretario generale dell’ONU, Javier Perez de Cuellar. Al suo interno avevano dei meccanismi di controllo e di verifica del rispetto di questi accordi?

 

R. – Sì, però in larga parte non c’è un sufficiente monitoraggio internazionale sul rispetto di questi accordi. Una volta che sono stati siglati dal governo e dalla guerriglia, il Guatemala è stato lasciato in buona parte da solo al suo destino. Quello che Amnesty contesta è la mancanza di un’osservazione internazionale sul rispetto dell’accordo.

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OGGI, GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO E DEL DIRITTO D’AUTORE,

SOTTO L’EGIDA DELL’UNESCO: MOLTISSIME LE INIZIATIVE

IN TUTTO IL MONDO DEDICATE AL PIACERE DI LEGGERE

- Intervista con Giovanni Puglisi e Federico Motta -

 

Promuovere il libro come strumento di conoscenza, prodotto intellettuale e oggetto di attività economica: con questo intento, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) celebra oggi (23 aprile) la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Una data scelta per rendere omaggio a tre fra i più grandi autori di tutti i tempi, la cui vita si spense proprio il 23 aprile del 1616: William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega, detto El Inca Il servizio di Roberta Moretti:

 

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Moltissime le iniziative in tutto il mondo dedicate al piacere di leggere. In Italia, da oggi, per un anno intero, “Torino con Roma” è la Capitale Mondiale del Libro. Ma proprio l’Italia, insieme a Portogallo e Grecia, rappresenta il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda gli indici di consumo, visto che solo il 42 per cento della popolazione, in maggioranza femminile, ha letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi, contro il 50 per cento della Francia, il 60 della Germania e il 70-80 per cento dei Paesi del Nord. Eppure, nell’ambito dei consumi culturali, nel ‘Bel Paese’ il mercato del libro rappresenta il settore più importante a livello di occupazione, con 3 miliardi e 600 milioni di euro di fatturato e 55 mila titoli pubblicati ogni anno. In ogni caso, la questione è complessa, come spiega il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Federico Motta:

 

“Il problema vero è che in Italia si pubblicano troppi nuovi libri: se ne pubblicano più di 30 mila. Questo vuol dire che i libri rimangono troppo poco tempo in libreria e quindi questa veloce rotazione impedisce la possibilità di un mercato che lavori su una pubblicazione un po’ più selezionata”.

 

Spesso il successo della cosiddetta “società dell’immagine” sembra oscurare la narrazione scritta, in particolare tra le nuove generazioni. Il presidente dell’UNESCO Italia, Giovanni Puglisi:

 

“Il libro ha bisogno di uno spazio, adesso invece abbiamo l’abitudine di pubblicizzare tutto ciò che si conserva in poco spazio: quella di mettere tutto sul digitale. Le enciclopedie digitali, la consultazione via internet … il problema è quello della certificazione di ciò che trovi. Il libro passa il vaglio dell’editore, del consenso dei lettori … Internet: chi è che ha scritto quelle cose? Qual è l’attendibilità scientifica di quelle cose, è poco verificabile!”.

 

Ma il rapporto tra lettura e nuove tecnologie può essere visto anche in senso positivo. Federico Motta:

 

“Tutti i Paesi a più alto investimento è uso tecnologico, per esempio Stati Uniti e Giappone, sono anche i Paesi che hanno i più alti indici di lettura e i mercati del libro anche più dinamici. Quindi, non è affatto vero che le nuove tecnologie siano sostitutive ma anzi, ampliano il mercato culturale in genere e quindi rafforzano anche quello del libro. La verità è che si legge poco in Italia non certo per la televisione; perché fondamentalmente non c’è una politica della cultura e questo poi si paga negli indici di consumo”.

 

Dunque, un dibattito ricco di punti di vista. Ma cosa può essere fatto concretamente per incrementare l’interesse verso la lettura? Ancora Motta:

 

“Prima di tutto, uno sviluppo di tutto il tessuto delle biblioteche: bisogna che ci siano più librerie sul territorio, ci vuole una predisposizione della politica a far sì che la lettura, come tutti gli altri consumi culturali, sia una priorità del Paese e quindi investa in questo”.

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STAMANE A LORETO

LA CONCLUSIONE DELLA 46.MA RASSEGNA

 INTERNAZIONALE  DI  MUSICA SACRA

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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L'edizione 2006 della Rassegna Internazionale di Loreto ha costituito ancora una volta un evento ricco di novità, che continua a radunare nella Basilica della Santa Casa corali di nazionalità diverse. A Loreto la dimensione sociale si coniuga con quella religiosa e culturale ed insieme rendono la Rassegna particolare nel suo genere. La Musica e il Canto sono l'occasione dell'incontro della nuova Europa "allargata": dalla Lettonia alla Lituania, dalla Slovacchia alla Serbia, dalla Spagna all'Italia.

 

La musica, i cori in particolare, dai tempi più remoti rappresentano la comunicazione espressiva più alta dell'armonia dello stare insieme e, nello stesso tempo, esaltano l'identità di un popolo, delle sue tradizioni e della sua cultura. Il canto religioso è segno della gioia del cuore nel lodare Dio. A Loreto i cori esprimono polifonicamente e pluringuisticamente il desiderio di pace e di fratellanza della nuova Europa. L’evento importante di quest’anno è stato l'omaggio di Loreto a Mozart. Il sommo musicista, di cui l'Europa ricorda i 250 anni dalla nascita, ha visitato nel luglio 1770 il Santuario, musicando, a ricordo, le Litanie Lauretane. La Rassegna di Loreto è stata inserita nel sito web ufficiale internazionale che ricorda gli appuntamenti mozartiani del 2006. Il Concerto di Gala di giovedì 20, curato dall'Orchestra Filarmonica Marchigiana con la partecipazione della corale Bellini del Teatro delle Muse di Ancona e di famosi solisti, è stato dedicato a Mozart. La medaglia-ricordo della Rassegna 2006 è stata dedicata anch'essa a Mozart.

 

Altre novità sono state la serata concertistica di venerdì 21 con musiche di mons. Giuseppe Liberto, direttore della Cappella Sistina in Vaticano, la partecipazione dell'Orchestra del Conservatorio "Niccolò Piccinni" di Bari e, in anteprima assoluta, le musiche liturgiche del maestro Donato Falco, che hanno accompagnato la celebrazione eucaristica conclusiva di questa mattina.

    

Si può benissimo notare la grande attenzione riservata ad autori viventi e alla conoscenza e promozione della loro musica. Indubbiamente la Rassegna ha segnato un passo avanti nella valorizzazione di musicisti attenti alla produzione contemporanea. Nell’ambito della manifestazione, infine, è stata allestita una Mostra documentaria sulla storia delle Cappelle Musicali delle Marche dal XVI al XX secolo.

 

L'Associazione ‘Rassegna internazionale di Musica Sacra Virgo Lauretana ha offerto così, anche quest'anno, una manifestazione di elevato livello culturale, confermando Loreto quale faro di spiritualità, di armonia e di luce nel nostro tempo. 

 

 Da Loreto, Giovanni Peduto, Radio Vaticana

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CHIESA E SOCIETA’

23 aprile 2006

 
 

OGGI LE CHIESE CHE SEGUONO IL CALENDARIO GIULIANO FESTEGGIANO LA PASQUA.

A GERUSALEMME IL PATRIARCA GRECO-ORTODOSSO TEOFILOS III HA ACCESO

IL FUOCO SACRO. CELEBRAZIONI IN GRECIA, IN RUSSIA E NELL’EST EUROPEO

- A cura di Tiziana Campisi -

 

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GERUSALEMME. = Anche ieri, come ogni anno dal quarto secolo dopo Cristo, si è ripetuta nella Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme la cerimonia del fuoco sacro. È il tradizionale rito della Pasqua delle Chiese che seguono il calendario giuliano, in vigore in Grecia, in Russia e in gran parte dell’Est europeo. Dinanzi a migliaia di fedeli, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilos III è entrato nella piccola cappella del Santo Sepolcro, costruita nel luogo dove secondo la tradizione è stato deposto Gesù dopo la morte, e ne è uscito poco dopo con in mano una candela accesa. Un volo speciale della compagnia di bandiera greca Olympic Airways ha portato come ogni anno il fuoco sacro da Tel Aviv ad Atene, da dove poi la fiamma viene distribuita alle altre chiese della capitale e quindi - per strada, nave o aereo - in tutto il resto del Paese. Il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che risiede a Istanbul, ha dato il via ai riti della Resurrezione con un messaggio contro il fanatismo religioso. Nella sua predica che precede l’inizio delle celebrazioni, Bartolomeo I ha detto che è stato proprio il fanatismo a portare alla crocifissione di Cristo, un fanatismo che è ancora attivo nel mondo contemporaneo e che porta morte e distruzione su tutto il pianeta. A Mosca, alla Messa di mezzanotte presieduta dal patriarca di tutte le Russie Alessio II, nella cattedrale del Cristo Salvatore, ha preso parte il presidente Vladimir Putin, assieme a parecchie altre personalità. Cinquemila i fedeli raccoltisi in preghiera che hanno assistito alla cerimonia protrattasi fino all’alba.

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SI APRE OGGI IN SPAGNA L’ANNO SANTO DI LIÉBANA, CELEBRAZIONE GIUBILARE

ISTITUITA DA GIULIO II CON UNA BOLLA NEL 1512 E LEGATA ALLA RELIQUIA DELLA

CROCE DI GESÙ CONSERVATA NEL MONASTERO BENEDETTINO DI SANTO TORIBIO

 

LIÉBANA. = Inizia oggi in Spagna l’Anno Santo di Liébana. Nella cittadina della comunità autonoma della Cantabria la ricorrenza giubilare è legata alla millenaria presenza - nel Monastero di Santo Toribio - di una reliquia della Croce di Gesù. Secondo la tradizione, la reliquia del “Lignum Crucis” venne portata da Gerusalemme da Santo Toribio, vescovo di Astorga, intorno alla metà del V secolo, per essere trasferita nei luoghi impervi del cenobio pirenaico a seguito dell’invasione araba del secolo VIII. Fu Papa Giulio II, con la Bolla del 23 settembre del 1512, a concedere ai Benedettini di Liébana il privilegio giubilare, che si celebra quando la festa di Santo Toribio – il 16 aprile – cade di domenica. Il Giubileo prende avvio con l’apertura della Porta del Perdono nel Monastero di Liébana e la prima “Messa del Pellegrino”, alla quale prenderanno parte il vescovo di Santander, mons. José Vilaplana, il presidente dell’episcopato spagnolo, mons. Ricardo Blázquez e l’arcivescovo di Oviedo, mons. Carlos Osoro. In occasione dell’Anno Santo è stata realizzata una particolare icona, opera di un artista italiano, che è stata benedetta dal Santo Padre lo scorso 5 aprile durante l’udienza generale. L’icona sarà il segno della presenza del Papa accanto ai pellegrini di Liébana. Sono previsti corsi sulla spiritualità della Croce e sulla figura del monaco Beato di Liébana, vissuto nell’VIII secolo, autore dei celebri “Commenti all’Apocalisse”, opera arricchita nei secoli successivi da splendide miniature. Tra le celebrazioni del Giubileo rivestiranno particolare importanza la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, il Triduo Pasquale e la solenne conclusione dell’Anno Santo di Liébana, il 22 aprile 2007. (T.C.)

 

 

LA PERSONALITÀ E L’INDIVIDUALITÀ DI OGNI DISABILE VANNO RISPETTATE:

COSÌ I VESCOVI DELLA COREA DEL SUD IN UN MESSAGGIO

PER LA XXVI GIORNATA NAZIONALE DEL MALATO 

                  

SEOUL. = “Non sono i problemi fisici ma l’indifferenza sociale ed il pregiudizio i veri ostacoli per i disabili”: lo ha scritto mons. Lucas Kim Woon-hoe, vicario episcopale per l’apostolato del ministero sociale dell’arcidiocesi di Seoul, in un messaggio pubblicato il 20 aprile in occasione della XXVI Giornata nazionale del malato. “Qualunque cosa facciate, fate tutto per la gloria di Dio”: questo il titolo del documento che vuole far riflettere sul rispetto, l’amore e la comprensione per i disabili. Il presule chiede “a tutti i fedeli” di compiere sforzi “per promuovere il benessere dei disabili” con le armi “della fede e della speranza, seguendo il Cristo risorto che ha trionfato sulla croce: un gesto compiuto non solo per la gloria di Dio, ma anche per la nostra salvezza”. Il vescovo sottolinea inoltre la necessità di “rispettare la personalità e l’individualità di ogni disabile”. “Oltre a condividere i nostri sentimenti – scrive mons. Lucas Kim Woon-hoe – lasciate che si possa vivere insieme usando al meglio le nostre capacità, il nostro tempo e l’amore che Dio ci ha concesso”. (T.C.)

 

 

IL 25 APRILE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CARLO AZEGLIO CIAMPI

ATTRIBUIRÀ LA MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE ALLA MEMORIA

 DI DON FRANCESCO VENTURELLI, PARROCO DI FOSSOLI, UCCISO DAI PARTIGIANI

 60 ANNI FA. L’ONORIFICENZA SARÀ CONSEGNATA AL VESCOVO DI CARPI ELIO TINTI

 

ROMA. = Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria di don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli, ucciso dai partigiani sessant’anni fa. La consegnerà, scrive l’agenzia SIR, il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi al vescovo di Carpi, mons. Elio Tinti. L’onorificenza sarà conferita nella ricorrenza del 61° Anniversario della Liberazione, che l’Italia festeggia il 25 aprile. Una cerimonia avrà luogo al Palazzo del Quirinale alle 10.30. “La medaglia d’oro a don Francesco Venturelli - si legge in una nota della diocesi di Carpi - restituisce giustizia e onore a questo grande e generoso sacerdote che ha donato a tutti la sua esistenza testimoniando una vera ricerca del bene comune”. “Un grande momento e un importante riconoscimento per il nostro amatissimo don Francesco e per la nostra diocesi”, ha commentato mons. Tinti, che sarà accompagnato al Quirinale da don Gian Pio Caleffi, successore di don Venturelli nella parrocchia di Fossoli e da don Claudio Pontiroli, sacerdote diocesano attento e sensibile alle realtà pastorali legate al secondo conflitto mondiale. “Questa medaglia d’oro – ha detto il vescovo – mi auguro che sia un importante passo per riscrivere la storia di quegli anni in maniera nuova, serena, oggettiva. Spero veramente offra lo spunto per una profonda riflessione e che diventi, almeno per chi vive in questa nostra terra, un’espressione di vera e autentica riconciliazione, di piena e sincera liberazione da pregiudizi, preconcetti, opinioni di parte”. (T.C.)

 

 

È MORTA IERI A ROMA L’ATTRICE ALIDA VALLI. HA RECITATO PER HITCHCOCK,

VISCONTI E PASOLINI. I FUNERALI DOMANI NELLA CHIESA

DEGLI ARTISTI DI SANTA MARIA DEL POPOLO

- A cura di Luca Pellegrini -

 

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ROMA . = Si è spenta ieri a Roma, all’età di 84 anni, l’attrice italiana Alida Valli: una vita vissuta con discrezione e dedicata tutta al cinema e al teatro, che le hanno donato celebrità ed unanimi riconoscimenti. Domani alle ore 17 i funerali nella Chiesa degli Artisti di Santa Maria del Popolo. Bellissima, riservata. Alida Valli non è stata una diva da rotocalchi, non una donna dai sentimenti sbandierati, non un’attrice per i grandi botteghini. Ma è stata diva, nella sua carriera, per quella nobiltà malinconica, a tratti altera; donna che ha vissuto percorsi felici e dolorosi, quelli che successo, cinema e storia portano spesso ad affrontare; attrice di indimenticabili capolavori. Era arrivata a Roma da Pola, si era introdotta da subito nel giro delle produzioni popolari, diventando il volto dei cosiddetti “telefoni bianchi”, commedie italiane strappalacrime. Con Mario Soldati, nel 1940, si mette in luce nella parte di Luisa, l’infelice madre di Piccolo mondo antico, poi, nel 1946, con Eugenia Grandet. Altre tormentate donne costelleranno il percorso artistico di Alida Valli: nel corso di una breve incursione a Hollywood, protagonista per Hitchcock e per Carol Reed ne Il terzo uomo, insieme a Orson Welles. Nel 1954 arriva l’incontro che finalmente la porterà a duraturo, riconosciuto successo: la malinconica e tormentata nobiltà della Contessa Serpieri nel capolavoro risorgimentale di Luchino Visconti, Senso. Altri registi italiani hanno incrociato lo sguardo magnetico e austero di Alida: Antonioni, Pasolini, Bertolucci, Zurlini. Tutti ad offrirle ruoli maturi, complessi, di profonda introspezione. Ma Alida Valli, così è doveroso concludere, fu anche grandissima attrice di teatro, professione non sempre facile e complementare per chi è abituata all’unidimensionalità dello schermo: Giancarlo Cobelli e Aldo Trionfo più volte la invitarono a calcare con successo le scene. Il segno della sua completezza di artista arrivò, però, indiscutibilmente, con Patrice Chéreau, che la volle nel 1971, al Piccolo di Milano, nella Lulu di Wedekind. Lavorò, in quella occasione, a fianco di un’altra grande attrice italiana, Valentina Cortese, che oggi la ricorda con precise, commosse parole: “Aveva una speciale bellezza ed un tormento interiore che le vedevi sempre addosso, intorno”. Indiscutibilmente, questi sì, i modi per essere diva.                                                                                                                                                                    

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24 ORE NEL MONDO

23 aprile 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

                   

In Iraq è ripreso, dopo quattro mesi di impasse, il processo di normalizzazione politica: ieri il Parlamento ha confermato il curdo Talabani come capo di Stato. Sempre ieri, il presidente iracheno ha nominato primo ministro lo sciita Jawad al Maliki. Ma i primi passi per la formazione del nuovo governo si compiono in uno scenario segnato da un ennesimo attentato. Il nostro servizio:

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All’indomani della nomina del nuovo premier e della conferma del capo di Stato iracheno, almeno 7 civili sono rimasti uccisi in un attacco condotto dalla guerriglia a Baghdad nei pressi della cosiddetta “zona verde”, l’area che ospita le sedi delle principali istituzioni irachene e le ambasciate americana e britannica. Sempre nella capitale sono stati rinvenuti, in un quartiere sunnita, i corpi senza vita di sei persone. Un portavoce della Polizia ha annunciato, inoltre, che ieri è stato assassinato uno dei membri del Consiglio degli Ulema sunniti. Ma a questo consueto dramma alimentato dalle violenze si contrappone, comunque, un importante risultato politico: l’intesa raggiunta dai Partiti iracheni per la nomina come premier dello sciita Jawad al Maliki, al quale è stato affidato l’incarico di formare il nuovo governo. Si tratta di “una conquista storica” per l’Iraq che “renderà l’America più sicura”, ha detto ieri il presidente americano, George Bush. “Il nuovo esecutivo – ha poi aggiunto il capo della Casa Bianca - si assumerà maggiori responsabilità per la sicurezza della nazione” e “avrà il mandato popolare per affrontare le principali sfide a lungo termine”. Sfide – ha precisato Bush – che il governo iracheno non si troverà ad affrontare da solo. Il nuovo premier designato, al Maliki, avrà adesso 30 giorni di tempo per presentare in Parlamento la lista dei ministri. La sua candidatura ha trovato il consenso anche di curdi e sunniti che invece si erano opposti ad una riconferma del premier uscente, lo sciita al Jaafari. Del nuovo premier, il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha sottolineato proprio la capacità di unire diverse componenti della complessa società irachena e la sua coraggiosa opposizione all’ex rais Saddam Hussein.

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“Le nostre truppe resteranno in Afghanistan per almeno altri tre anni”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa britannico John Reid, in visita a Kabul, precisando che "le Forze della coalizione devono continuare l’offensiva contro i militanti Talebani e Al Qaeda”. Oltre 3.000 soldati britannici sono operativi nella turbolenta provincia di Helmand, nella zona meridionale dell’Afghanistan.

“L’arricchimento dell'uranio e le attività di ricerca e sviluppo in Iran sono irreversibili”. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano prolungando la ricca serie di annunci e proclami rilasciati in vista del prossimo 28 aprile, data entro la quale il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto al governo di Teheran di sospendere i processi di arricchimento dell’uranio. Nei giorni scorsi, l’Iran aveva anche assicurato piena collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), che entro venerdì prossimo dovrà presentare un rapporto sull’intricata questione nucleare iraniana. Secondo diversi Paesi occidentali, l’Iran ha intenzione di costruire armi atomiche. La Repubblica islamica sostiene, invece, che il proprio programma nucleare persegue solo scopi pacifici.

 

Uno dei più rilevanti effetti delle tensioni geopolitiche legate alla crisi nucleare iraniana, è l’aumento del prezzo del petrolio. Proprio sulle cause e le dinamiche di questo incremento, è incentrato il decimo Forum internazionale dell’energia apertosi ieri a Doha, in Qatar. L’incontro intende promuovere un confronto tra maggiori produttori di petrolio, Arabia Saudita inclusa, e i principali Paesi consumatori, tra cui Cina e India, per cercare di trovare adeguate misure in grado di contenere l’impennata del prezzo del petrolio, che venerdì scorso ha superato a New York i 75 dollari. A Riad, intanto, il presidente cinese Hu Jintao, in visita nella capitale saudita, ha incontrato autorità del Paese arabo per prendere in esame il progetto di una riserva strategica in Cina con petrolio proveniente dall’Arabia Saudita.

In Medio Oriente, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e il leader di Hamas, Khaled Meshaal, si sono impegnati a ridurre le tensioni tra il governo, guidato dal gruppo radicale, e il partito Al Fatah. All’origine dell’attrito, ci sono soprattutto le divergenze tra Abu Mazen, alla guida di Al Fatah, e il premier Haniyeh sulle rispettive competenze in materia di finanza e di sicurezza. Il braccio di ferro istituzionale ha portato anche a scontri tra militanti delle due formazioni.

In Nepal, quarta giornata di coprifuoco diurno a Kathmandu, dove si registrano nuovi scontri tra agenti e manifestanti che protestano contro il re Gyanendra: gli agenti hanno sparato proiettili di gomma su un gruppo di dimostranti che tentavano di avvicinarsi al Palazzo reale. La situazione nella capitale resta molto tesa: le strade sono pattugliate da agenti in assetto antisommossa, appoggiati da militari. I manifestanti sono radunati alla periferia di Kathmandu, con l’intenzione di marciare verso il centro. La protesta contro il re e a favore del ripristino di un democrazia multipartitica dura ormai dura da 16 giorni malgrado il coprifuoco e gli scontri. Ieri l’opposizione ha anche respinto la proposta del sovrano, che aveva chiesto ai Partiti di indicare il nuovo premier.

Seggi aperti, in Ungheria, per il secondo turno delle Elezioni legislative. Oltre 5 milioni di elettori sono chiamati a scegliere tra la coalizione governativa di centrosinistra e l’opposizione di centrodestra. I sondaggi danno in vantaggio socialisti e liberaldemocratici. Se l’esito delle urne confermerà questa previsione, l’attuale esecutivo di centrosinistra sarà l’unico governo ad essere riconfermato in Ungheria dalla caduta del Comunismo nel 1989. Per la prima volta, si vota anche all’estero: si sono iscritti, infatti, oltre 6 mila elettori. Le schede con i loro voti arriveranno a Budapest nei prossimi giorni. Per questo, i risultati finali ufficiali saranno resi noti soltanto venerdì prossimo. L’odierna consultazione mette in palio 174 dei 386 seggi del Parlamento ungherese. Gli altri 212 deputati sono stati eletti, infatti, nel primo turno dello scorso 9 aprile, quando 113 seggi sono stati conquistati dalla coalizione di governo e 99 dall’opposizione.

 

Tragedia in Camerun: un aereo militare libico è precipitato stamani nella città di Kusseri, al confine con il Ciad, causando la morte dei sei membri dell’equipaggio. L’aereo era diretto all’aeroporto internazionale di N’Djamena, in Ciad.

 

 

 

 

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