RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 112  - Testo della trasmissione di sabato 22 aprile 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Compagnia di Gesù continui sulle orme di Sant’Ignazio, San Francesco Saverio e il beato Pietro Favre, annunciando Cristo nel dialogo con la cultura moderna: così il Papa ai Gesuiti, ricevuti in San Pietro

 

I voti augurali del Santo Padre e del presidente Ciampi per la Rassegna Internazionale di Musica Sacra a Loreto

 

Con le parole del sindaco di Roma, si è aperto ieri pomeriggio il concerto per il Natale di Roma, voluto in onore del Papa: ai nostri microfoni Bruno Cagli

 

A 20 anni dalla  sciagura nucleare di Chernobyl,  seminario internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace: con noi il cardinale Raffaele Renato Martino e Didier Louvat

 

Benedetto XVI sarà presente a Verona il 19 ottobre prossimo in occasione del 4° Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana: lo comunica una nota CEI

 

Le responsabilità della libertà d’espressione: al centro dell’intervento dell’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Unesco

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Le Chiese che seguono il calendario Giuliano celebrano la Pasqua: intervista con sua eminenza il metropolita per l’Italia Zervos Gennadios

 

In Nepal, migliaia di persone dirette verso il palazzo reale per protestare contro la monarchia. Più di 100 persone ferite durante disordini con la polizia: intervista con Valeria Tanisi

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si incontrano oggi a Tokyo 300 esperti di tutto il mondo per discutere sulla salute del mondo

 

Liberia: sono tornati nei loro Paesi di origine gli ultimi sfollati della guerra civile finita nel 2003

 

E’ Han Myeong-Sook il nuovo primo ministro della Corea del Sud

 

Ventimila persone hanno festeggiato ieri a Windsor l’ottantesimo compleanno della regina Elisabetta

 

Ai David di Donatello trionfa “Il caimano” di Nanni Moretti

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, l’alleanza sciita suggerisce un nuovo candidato premier, dopo le dimissioni del primo ministro uscente

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 aprile 2006

 

 

LA COMPAGNIA DI GESU’ CONTINUI SULLE ORME DI SANT’IGNAZIO,

SAN FRANCESCO SAVERIO E IL BEATO PIETRO FAVRE, ANNUNCIANDO CRISTO

IN PARTICOLARE NEL DIALOGO CON LA CULTURA MODERNA:

COSI’ IL PAPA AI GESUITI, RICEVUTI IN SAN PIETRO PER IL LORO ANNO CENTENARIO

 

E’ stata, quella appena trascorsa, una mattina di grande festa per la Compagnia di Gesù, che ha visto molti dei suoi membri affollare la Basilica di San Pietro per ricevere il saluto di Benedetto XVI e celebrare con lui tre anniversari storici per l’Ordine: i 450 anni dalla morte di Sant’Ignazio di Loyola e i 500 anni dalla nascita di altre due figure considerate cofondatrici della Compagnia, San Francesco Saverio e il Beato Pietro Favre. Il Papa li ha definiti “uomini di straordinaria santità e di eccezionale zelo apostolico” e ha sollecitato i Gesuiti ad essere fedeli al proprio carisma apostolico, specialmente in ambito culturale. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

**********

Evangelizzare le anime, con il respiro mondiale che fu della Compagnia sin dai suoi primi passi, ma anche la cultura, anch’essa oggetto di attenzione dei primi Padri Gesuiti, per frapporre un argine allo “scientismo positivista e materialista” della scienza moderna. Benedetto XVI ha ribadito agli eredi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola – ma anche di San Francesco Saverio e del Beato Pietro Favre – gli obiettivi apostolici per la Compagnia di Gesù del 21.mo secolo. Dopo una Messa di ringraziamento, celebrata in San Pietro dal cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, il Papa è sceso in Basilica poco dopo mezzogiorno per salutare i presenti e ribadire uno dei capisaldi dell’opera di Sant’Ignazio, il servizio totale alla Chiesa. Per renderlo “più utile ed efficace”, ha ricordato il Pontefice, il Santo di Loyola istituì “il voto speciale di obbedienza al Papa”:

 

“Questo carattere ecclesiale, così specifico della Compagnia di Gesù, continui ad essere presente nelle vostre persone e nella vostra attività apostolica, cari Gesuiti, affinché possiate venire incontro fedelmente alle urgenti attuali necessità della Chiesa. Tra queste mi pare importante segnalare l’impegno culturale nei campi della teologia e della filosofia, tradizionali ambiti di presenza apostolica della Compagnia di Gesù, come pure il dialogo con la cultura moderna, che se da una parte vanta meravigliosi progressi in campo scientifico, resta fortemente segnata dallo scientismo positivista e materialista”.

 

Certamente, ha riconosciuto Benedetto XVI, “lo sforzo di promuovere in cordiale collaborazione con le altre realtà ecclesiali, una cultura ispirata ai valori del Vangelo, richiede una intensa preparazione spirituale e culturale”, che Sant’Ignazio pretese per le nuove leve dell’Ordine. “E’ bene – ha rimarcato il Papa - che questa tradizione sia mantenuta e rafforzata, data pure la crescente complessità e vastità della cultura moderna”.

 

Prima e dopo queste considerazioni, il Pontefice aveva speso parole di ammirazione per quanto compiuto dai tre uomini al centro dell’Anno centenario dei Gesuiti:

 

“Essi sono per voi i Padri e i Fondatori: è giusto, perciò, che in quest'anno centenario li ricordiate con gratitudine e guardiate a loro come a guide illuminate e sicure del vostro cammino spirituale e della vostra attività apostolica”.

 

Oltre a Sant’Ignazio, che morì 450 anni fa nel 1556, Benedetto XVI si è soffermato sull’ampiezza geografica che gli altri due iniziatori della Compagnia seppero imprimere al loro lavoro missionario. Mentre il Beato Pietro Favre, nato nel 1506, si impegnò con il suo approccio “sensibile” e umano nell’Europa della Riforma, specialmente in Germania. San Francesco Saverio, suo coetaneo, guardò a Oriente, perché lì, ha affermato il Papa, si sentiva spinto “ad aprire vie nuove al Vangelo”:

 

“Il suo apostolato in Oriente durò appena dieci anni, ma la sua fecondità si è rivelata mirabile nei quattro secoli e mezzo di vita della Compagnia di Gesù, poiché il suo esempio ha suscitato tra i giovani gesuiti moltissime vocazioni missionarie, e tuttora egli resta un richiamo perché si continui l’azione missionaria nei grandi Paesi del continente asiatico”.

 

Nel giorno in cui tutta la Compagnia di Gesù, che oggi conta circa 20 mila membri, sparsi specialmente in Asia e Stati Uniti, ricorda i primi voti solenni emessi da Sant’Ignazio e i suoi primi compagni il 22 aprile 1541, davanti all’immagine di Maria nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Benedetto XVI ha concluso il suo intervento affidando alla Madonna l’Ordine ignaziano: “Continui Maria a vegliare sulla Compagnia di Gesù perché ogni suo membro porti nella sua persona ‘l‘immagine’ di Cristo Crocifisso per aver parte alla sua Risurrezione”. 

**********

 

 

I VOTI AUGURALI DEL SANTO PADRE E DEL PRESIDENTE CIAMPI

PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA A LORETO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

**********

Gli organizzatori della 46.ma Rassegna Internazionale di Musica Sacra a Loreto hanno voluto dedicare l’edizione di quest’anno al primo anniversario di pontificato di Papa Benedetto XVI e il Pontefice ha manifestato loro la sua gratitudine per l’omaggio in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, indirizzato al prelato di Loreto, l’arcivescovo Gianni Danzi. Il Santo Padre augura ogni buon esito alla manifestazione, che si conclude domani, e assicura uno speciale ricordo nella preghiera per i coristi e i presenti tutti, assieme alla sua apostolica benedizione.

 

Anche il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha espresso i suoi voti augurali per la manifestazione, in un telegramma a firma del segretario generale della Presidenza della Repubblica, Gaetano Gifuni, indirizzato al presidente della Rassegna, il dottor Girolamo Valenza. Il Capo dello Stato formula parimenti i migliori auguri per il successo dell’iniziativa.

 

Iniziativa che quest’anno è dominata dalla musica di Mozart, nel 250.mo anniversario della nascita (1756-1791). Il grande compositore salisburghese si recò, infatti, a Loreto nel luglio del 1770: egli stesso ci ha lasciato una descrizione dettagliata della sua visita al Santuario della Santa Casa in una lettera alla madre, datata qualche giorno dopo: il 21 luglio 1770. A Loreto Mozart (aveva 14 anni) suonò nella basilica, improvvisando meravigliosi preludi e fughe sull’organo che egli definiva  ‘il re degli strumenti’.

 

Nel maggio dell’anno successivo (1771) Mozart musicò le ‘Litanie Lauretane’, articolandole per coro a quattro voci, tre tromboni, archi e organo. All’inizio del 1774 eseguì un’altra composizione musicale delle ‘Litanie Lauretane’ sempre per due oboi, due cori, archi e organo. Fu il suo omaggio alla Madonna di Loreto a seguito del suo pellegrinaggio alla Santa Casa. Le note maestose e suggestive delle Litanie mozartiane sono risuonate quest’anno nel Santuario lauretano a ricordo del 250.mo anniversario della nascita del sommo musicista.

 

Da Loreto, Giovanni Peduto, Radio Vaticana

**********

 

 

RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Tempio-Ampurias (Italia) monsignor Sebastiano Sanguinetti, finora vescovo di Ozieri.

 

E ha nominato vescovo di Termoli-Larino (Italia) mons. Gianfranco De Luca, del clero della diocesi di Teramo-Atri, parroco e responsabile della Pastorale giovanile.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Oristano (Italia), presentata da monsignor Piergiuliano Tiddia, in conformità al can. 401 §1 del Codice di Diritto Canonico. Al suo posto il Papa ha nominato arcivescovo Metropolita di Oristano il reverendo monsignor Ignazio Sanna, del clero della diocesi di Nuoro, Docente e Pro Rettore della Pontificia Università Lateranense in Roma.

 

Il Santo Padre ha accettato anche la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Leiria-Fátima (Portogallo), presentata da monsignor Serafim de Sousa Ferreira e Silva, in conformità al Can. 401 §1 del Codice di Diritto Canonico. E ha nominato al suo posto monsignor António Augusto dos Santos Marto, finora vescovo di Viseu.

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo prelato di Juli (Perú), monsignor José María Ortega Trinidad, finora parroco della Cattedrale “San Vicente Mártir” in San Vicente di Cañete, Prelatura di Yauyos.

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Mbulu (Tanzania) il p. Beatus Kinyaiya, Ordine Francescano Frati Minori Cappuccini, già Superiore Provinciale per la Tanzania.

        

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Okigwe (Nigeria), presentata da monsignor Anthony Ekezia Ilonu, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede Solomon Amanchukwu Amatu, Coadiutore della medesima Diocesi.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ouesso (Repubblica del Congo), presentata da monsignor Hervé Itoua, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

 

CON LE PAROLE DEL SINDACO DI ROMA,

SI E’ APERTO IERI POMERIGGIO IL CONCERTO PER IL  2759° Natale di Roma,

VOLUTO IN ONORE DEL PAPA. CON BENEDETTO XVI, PRESENTE ANCHE

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, CIAMPI

 

Grande concerto ieri pomeriggio, in onore e alla presenza di Papa Benedetto XVI, all’Auditorium Parco della Musica, per il 2759° Natale di Roma. Il programma, tutto mozartiano, è stato eseguito dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia nazionale italiana di Santa Cecilia e dal soprano Laura Aikin, sotto la direzione di Vladimir Jurowski. All’Auditorium c’era per noi Salvatore Sabatino:

 

**********

Una cornice davvero unica, l’Auditorium di Roma – Parco della Musica. Una cornice unica, per un concerto ed un evento altrettanto singolari. E’ il natale di Roma, il 2759°, e a riempire la Sala progettata da Renzo Piano sono state le note di Mozart, eseguite dall’Orchestra e dal Coro dell’Accademia nazionale italiana di Santa Cecilia e dal soprano Laura Aikin, sotto la direzione di Vladimir Jurowski. In platea, per questa straordinaria occasione, c’è Papa Benedetto XVI, accolto al suo arrivo dal presidente della Repubblica italiano, Carlo Azeglio Ciampi, e dal sindaco Walter Veltroni. Ed è toccato proprio al primo cittadino della capitale aprire l’evento con un breve intervento, in cui ha voluto celebrare l’antica origine di Roma ed il suo essere luogo di pace e di civiltà.

 

“Roma ha una grande anima la si è vista nei giorni di aprile di un anno fa quando organizzazione ed efficienza hanno potuto contare su un di più di solidarietà e generosità dei romani nell’accoglienza di milioni di pellegrini giunti per l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II e per accogliere con gioia che è stato chiamato a succedergli”.

 

Subito dopo, lo spazio è stato dominato dalle emozionanti note di Mozart, diffuse dall’orchestra attraverso le magistrali esecuzioni de “Le nozze di Figaro”; per scorrere velocemente fino all’ “Ave Verum”, e al coro finale de “Il flauto magico”. In conclusione Benedetto XVI, appassionato di musica oltre che musicista, ha voluto ringraziare la città e gli organizzatori di questo concerto e sottolineare l’importanza di questa ricorrenza storica:

 

“E riportandoci col pensiero all’origine della città diventa occasione propizia per comprendere meglio la vocazione di Roma ad essere faro di civiltà e di spiritualità  per il mondo intero”.

 

Il Pontefice ha poi voluto evidenziare l’importanza della musica:

 

“Così la musica elevando l’anima alla contemplazione ci aiuta a cogliere anche le sfumature più intime del genio umano, in cui si riflette qualcosa della bellezza senza confronti del Creatore dell’universo”.

**********

 

Il primo incontro di Benedetto XVI con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia risale al 1996, quando l’allora Cardinale Ratzinger presiedette la liturgia per la festa della patrona dei musicisti. Lo ha ricordato, al microfono di A.V., il Sovrintendente dell’Accademia Bruno Cagli:

 

**********

R. - Il cardinale Ratzinger pronunciò una bellissima omelia che stiamo stampando, e abbiamo l’autorizzazione a riprodurre questo bellissimo discorso di cui ho fatto una piccolissima citazione ma che era molto pregnante e soprattutto scaturisce da una persona che conosce i problemi della musica.

 

D. - Tra l’altro anche nel tridium sacrum successivamente si rinnovò l’incontro con il cardinale Ratzinger e questa collaborazione che va verso anche la nuova musica…

 

R. – Certo. In quel discorso si parla anche di storia, di tradizione, ma anche del campo nuovo che è un’ espressione biblica della quale l’allora cardinale Ratzinger da un’alta interpretazione, che è il problema poi della storia della musica: coniugare il passato con la creatività e il nuovo.

 

D. - Celebrare Roma significa celebrare anche la storia plurisecolare dell’accademia nazionale di Santa Cecilia e il suo contributo anche alla musica sacra…

 

R. - Certo. Non posso dimenticare che siamo stati fondati e approvati da due grandi papi, Gregorio XIII e Sisto V, e mi permetto anche di dire che Paolo V, quand’era cardinale borghese fu “protettore”, si diceva allora, cioè presidente dell’accademia e in qualche modo un mio predecessore quindi, in questa veste di presidente dell’accademia.

 

D. - Con questo concerto ha voluto suggellare nuovamente l’unione tra l’accademia di Santa Cecilia e la volontà anche pontificia di promuovere la musica…

 

R. - Io me lo auguro perché c’è molto bisogno di ritornare alle origini per fare anche del nuovo ma io ricordo sempre che siamo nati con Palestrina con Marenzio con Anerio con Vittoria, con questi grandissimi musicisti del Rinascimento.

 

D. - Riportare questa musica anche nelle Chiese, nella liturgia…

 

R. – Magari, non mi permetto di chiedere tanto ma me lo auguro.

**********

 

 

NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA SCIAGURA NUCLEARE DI CHERNOBYL, 

IL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA GIUSTIZIA E LA PACE HA PROMOSSO

UN SEMINARIO INTERNAZIONALE IN COLLABORAZIONE

CON L’AMBASCIATA UCRAINA PRESSO LA SANTA SEDE

- Con noi il cardinale Raffaele Renato Martino -

 

In occasione del ventesimo anniversario della sciagura nucleare di Chernobyl, che ricorre il prossimo 26 aprile, il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, presieduto dal cardinale Renato Raffaele Martino, ha promosso un seminario internazionale in collaborazione con l’Ambasciata Ucraina presso la Santa Sede. Il servizio di Andrea Rustichelli:

 

**********

Una giornata di riflessione e di proposte per fare del terribile evento di Chernobyl una pietra miliare densa di moniti e di insegnamenti: questo il senso dell’incontro organizzato nella sede del Pontificio consiglio per la Giustizia e la Pace, alla presenza di studiosi ed esponenti della diplomazia di vari Paesi. Nelle sue conclusioni, il cardinal Martino ha tra l’altro esortato la comunità internazionale a fornire un aiuto concreto all’Ucraina, auspicando anche un approccio non ideologico al tema dell’energia nucleare per uso civile. Ma quale lezione è possibile trarre da quel 26 aprile del 1986? La riflessione dello stesso cardinale Martino:

 

R. - Anche Chernobyl ha dato delle lezioni, quindi tutti gli impianti nucleari dopo Chernobyl, quelli che erano ancora arretrati, sono stati riformati adottando delle misure di protezione per evitare pericoli analoghi. E’ cresciuta la prudenza, le precauzioni e come ha detto il rappresentante dell’Agenzia atomica internazionale, la guardia non deve mai venir meno. Quando si usano queste sorgenti di energia è necessario avere molta prudenza e precauzione e prendere le misure adatte per evitare disastri. Pensiamo a quando si insegna ad un bambino ad usare un coltello: ci vuole attenzione perchè può fare del male ma se usato bene può essere utile nella vita. E’ lo stesso con tutte le risorse naturali.

 

D. - L’energia nucleare può essere dunque un’opportunità per i popoli?

 

R. - Certamente. Magari quelle testate nucleari che esistono ancora nel mondo venissero usate per fornire energie a buon mercato ai Paesi che ne hanno bisogno. Questo potrebbe essere davvero un aiuto a Paesi poveri.

 

Sentiamo ora Didier Louvat che, all’interno dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, si occupa appunto della Commissione Cernobyl:

 

“ON A DEJA DANS LA MAJEUR PARTIE…”

Nella maggior parte delle zone contaminate è stata già eliminata una buona dose di radioattività, permettendo il ripristino delle attività umane. C’è ancora qualche zona che resta e dovrà restare vietata al pubblico, e questa situazione rimarrà ancora per qualche decade. Per quanto riguarda, poi, la fine delle operazioni di smantellamento dei rifiuti radioattivi anche all’interno della stessa centrale, credo davvero che restiamo nell’ordine dei 100 anni.             

**********

 

 

BENEDETTO XVI SARÀ PRESENTE A VERONA IL 19 OTTOBRE PROSSIMO

IN OCCASIONE DEL 4° CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE DELLA CHIESA ITALIANA

 

Benedetto XI interverrà a Verona, il prossimo 19 ottobre, al Quarto Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa italiana, che si terrà nella città scaligera dal 16 al 20 ottobre, sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. Il Santo Padre ha  accolto l’invito della Conferenza episcopale italiana - come informa oggi una nota della CEI - a partecipare all’appuntamento decennale della Chiesa italiana, cui parteciperanno 2500 persone tra delegati delle diocesi, rappresentanti di istituti di vita consacrata, membri di aggregazioni laicali ed invitati.

 

Il programma della visita del Papa, comunicato dalla Prefettura della Casa Pontificia, prevede il suo arrivo in aereo a Verona la mattina del 19 maggio. Benedetto XVI incontrerà i partecipanti al Convegno nella sede dei lavori presso Fiera della città, rivolgendo il suo discorso all’Assemblea, dopo il saluto del cardinale Camillo Ruini, presidente della CEI, e la presentazione dei lavori del Convegno. Nel pomeriggio, il Santo Padre si recherà nello Stadio Comunale di Verona, dove, alle ore 16.00, presiederà la Santa Messa, alla quale sono invitati a partecipare i fedeli di Verona e delle altre diocesi del Triveneto. In serata, quindi, il rientro del Papa a Roma. (R.G.)

 

 

LE RESPONSABILITA’ DELLA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE: AL CENTRO DELL’INTERVENTO DELL’OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO L’UNESCO

 

La libertà d’espressione comporta speciali responsabilità e ragionevoli limiti nel rispetto altrui: lo ha sottolineato mons. Francesco Follo, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO, intervenuto a Parigi durante i lavori del Consiglio esecutivo dell’organizzazione dell’ONU per la scienza, l’educazione e la cultura. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

**********

Tema certamente complesso e delicato quello affrontato dal Consiglio dell’UNESCO che si è interrogato sul “rispetto della libertà d’espressione” e sul “rispetto delle credenze, dei valori sacri e dei simboli religiosi e culturali”. Argomento di scottante attualità che fa seguito alla crisi internazionale provocata dalle caricature di Maometto e alla nota critica degli Ambasciatori degli Stati membri dell’Organizzazione della Conferenza islamica accreditati presso l’UNESCO. Vi sono dei limiti ragionevoli alla libertà d’espressione – ha osservato mons. Follo – espressi molto chiaramente nella Convenzione internazionale sui Diritti Civili e Politici. L’esercizio della libertà d’espressione comporta, infatti, “dei doveri speciali e delle responsabilità particolari”, per cui - come indica la Convenzione - “può essere sottomessa a certe restrizioni che devono tuttavia essere espressamente fissate dalla legge e che sono necessarie al rispetto dei diritti o della reputazione altrui; alla salvaguardia della sicurezza nazionale, dell’ordine pubblico, della salute o della moralità pubblica”.

        

Mons. Follo ha quindi posto in evidenza la missione dell’UNESCO per favorire “il dialogo, l’alleanza tra civiltà ed il rispetto del fatto religioso”, quale luogo pubblico e politico per eccellenza per “dibattere seriamente una questione cosi fondamentale come la fede religiosa che informa l’esistenza di milioni di persone”. Da qui il richiamo al rispetto della dignità dell’uomo che ha carattere sacro e che si trova confrontato alla questione della libertà e della giustizia. E’ stato questo il nodo centrale nella crisi sollevata dalle caricature. “La libertà senza giustizia non vuol dire altro che lo scatenamento degli interessi privati. E la giustizia senza la libertà è una giustizia formale, quella dei totalitarismi e delle dittature di tutti i generi. E’ dunque essenziale – ha concluso il rappresentante della Santa Sede – operare in favore della libertà e della giustizia al fine di garantirle a tutti”.

**********

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - "La passione di dare a Dio-Trinità una gloria sempre più grande": il discorso di Benedetto XVI agli oltre 4.000 partecipanti al pellegrinaggio promosso dalla Compagnia di Gesù in occasione delle celebrazioni giubilari per Sant'Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e il Beato Pietro Favre.

 

Servizio vaticano - Il discorso del Papa nel giorno del "Natale di Roma", in ricordo del primo anniversario del Pontificato. La vocazione di Roma - ha detto il Santo Padre - è di essere faro di civiltà e di spiritualità per il mondo intero.

 

Servizio estero - Un articolo del Vescovo Elio Sgreccia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, e di Carlo Casini, membro della stessa Pontificia Accademia, dal titolo "Il silenzio della Corte europea dei diritti dell'uomo sul valore della vita del neoconcepito e le contraddizioni sul principio di uguaglianza tra coniugi".

L'intervento della Santa Sede - durante l'Assemblea Plenaria del Consiglio Esecutivo dell'Unesco - sul tema: "La libertà di espressione ha per obiettivo la crescita della persona e la difesa della sua dignità".

 

Servizio culturale - Un articolo di Danilo Mazzoleni dal titolo "L'Ara Pacis: simbolo di una Roma antica e moderna"; inaugurato il monumentale allestimento che avvolge l'altare di Augusto.  

 

Servizio italiano - In primo piano i temi di politica interna.

 

 

=======ooo=======

 

OGGI IN PRIMO PIANO

22 aprile 2006

 

 

LE CHIESE CHE CELEBRANO IL CALENDARIO GIULIANO

CELEBRANO LA PASQUA

- Intervista con sua eminenza il metropolita Zervos Gennadios -

 

Le Chiese che seguono il calendario giuliano celebrano domani, domenica 23 aprile, la Pasqua. Nella solenne occasione Giovanni Peduto ha intervistato il metropolita per l’Italia, Sua Eminenza Zervos Gennadios:

 

**********

R. – La Pasqua è la più grande festa dell’ortodossia: la Risurrezione è la festa delle feste, è la solennità delle solennità. Per gli ortodossi, la Pasqua viene vissuta con la sua meravigliosa spiritualità: con le funzioni panegiriche cominciando particolarmente dalla Domenica delle Palme, poi segue la Settimana Santa con le funzioni di Mattutino, dei Vespri, molto importanti, piene di speranza, di amore, di carità per dimostrare ancora ai fedeli la grande potenza della Risurrezione che è una forza grande per continuare la nostra vita.

 

D. – Ci sono dei segni, dei riti particolari?

 

R. – I riti particolari sono, per esempio, il sabato sera i Vespri per la Domenica delle Palme, poi il Mercoledì Santo c’è la benedizione degli olii come una forza per il fedele ortodosso per essere sano, pieno di forza, pieno di amore; poi abbiamo la Via Crucis con i Vangeli della Passione, una grande e importante funzione per la nostra vita, perché aiuta molto a continuare a pregare e a vivere questa grande speranza della salvezza dell’Uomo.

 

D. – Com’è rappresentata la Pasqua nell’iconografia orientale?

 

R. – Come ho detto, la Pasqua è la più grande festa dell’ortodossia. Perciò viene rappresentata con Gesù Cristo che, tenendo Adamo ed Eva per mano, li porta dalla morte alla salvezza. Appunto, questa icona, questa spiritualità è la più importante rappresentazione, manifestazione della nostra festa di Pasqua di Risurrezione, per ogni fedele ortodosso.

 

D. – Cosa dice la Pasqua all’uomo di oggi?

 

R. – La Pasqua dà la grande forza. La Risurrezione, la Pasqua, è la festa dell’amore, è la festa dell’unità, è la festa della salvezza, è la festa della pazienza, la festa dell’umiltà: Dio diventa Uomo per salvare l’Uomo. Dio diventa nulla per salvare l’umanità: questa è la cosa più grande che Dio ci dà. Il suo amore, il suo sacrificio, la sua croce è la nostra redenzione.

 

D. – Come far comprendere il mistero pasquale a chi è lontano dalla  fede?

 

R. – Io credo con quanto ho detto prima. Per esempio, questa grande festa della cristianità – la Pasqua, la Risurrezione per usare il termine ecclesiastico più preciso della nostra Chiesa – è amore, è unità, è salvezza. Allora, quando il fedele, quando l’ortodosso, quando il cristiano dà amore, dà solidarietà, dà all’altro, al suo prossimo, che è icona di Dio, questa carità, io credo che con questi passi può arrivare a credere nella Risurrezione di Cristo, a questa grande festa: la Pasqua.

**********

 

 

IN NEPAL, MIGLIAIA DI PERSONE DIRETTE VERSO IL PALAZZO REALE

PER PROTESTARE CONTRO LA MONARCHIA. PIÙ DI 100 PERSONE FERITE

DURANTE DISORDINI CON LA POLIZIA

- Intervista con Valeria Tanisi -

 

E’ sempre più alta la tensione in Nepal, dove il terzo giorno di coprifuoco imposto nella capitale Kathmandu e le azioni repressive della polizia non bloccano le manifestazioni di protesta contro re Gyanendra. L’opposizione ha anche respinto la proposta avanzata ieri dal sovrano che ha chiesto di avviare trattative per la formazione di un nuovo governo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

**********

Migliaia di persone sono dirette verso il palazzo reale di Kathmandu sfidando il coprifuoco diurno e l’ordine dato alle forze di sicurezza di sparare a vista. La polizia antisommossa è disposta intorno al centro della capitale. Per fermare le proteste contro il re Gyanendra, gli agenti hanno anche aperto il fuoco e usato lacrimogeni. Secondo testimoni locali, almeno 100 persone sono rimaste ferite. Dodici di loro sono in condizioni critiche. Le azioni repressive, comunque, non fermano le proteste. Il flusso della folla diretta verso il palazzo reale, presidiato da reparti speciali, avanza infatti tra cori e slogan in favore della democrazia e contro la monarchia.

 

Le manifestazioni proseguono nonostante la decisione delle autorità nepalesi di rilasciare due dirigenti del Partito comunista arrestati mercoledì scorso al loro rientro in Nepal dall’India, dove avevano incontrato rappresentanti della guerriglia maoista. Sono anche falliti i tentativi di re Gyanendra di risanare le gravi lacerazioni provocate da scioperi e scontri costati la vita, nelle ultime due settimane, ad almeno 14 persone. In un discorso televisivo, rivolto ieri alla nazione, il sovrano ha annunciato di voler rinunciare ai poteri assoluti assunti nel febbraio del 2005 dopo aver esautorato il governo, accusato di non essere riuscito a contrastare la guerriglia maoista. Re Gyanendra ha anche invitato i partiti politici a nominare un nuovo primo ministro. Ma i sette partiti dell’opposizione, che hanno deciso di avviare la mobilitazione iniziata lo scorso 6 aprile, giudicano la proposta insufficiente. L’opposizione chiede, in particolare, che si riapra il Parlamento sospeso nel 2002 e si crei un governo multipartitico.

**********

 

Ma qual è la situazione a Kathmandu? Paolo Ondarza ha raggiunto telefonicamente Valeria Tanisi cooperante del Gruppo per le Relazioni transculturali, una ONG a fianco dei bambini di strada in Nepal:

 

**********

R. – A Kathmandu in questo momento c’è un grande caos. Probabilmente è la crisi più forte che il Nepal abbia attraversato nella sua storia. In questo momento hanno tolto la rete ai cellulari e quando tolgono le comunicazioni significa che la situazione in città si sta appesantendo notevolmente.

 

D. – E’ di oggi la notizia di spari della polizia contro i manifestanti…

 

R. – Per la prima volta la gente ha violato il coprifuoco e ci sono manifestazioni ovunque in ogni quartiere e sono manifestazioni che hanno valenze e motivazioni diverse.

 

D. – Come mai le violenze si stanno acuendo proprio all’indomani dell’apertura di re Gyanendra all’opposizione?

 

R. – Perché è un’apertura non totale. Lui non ha menzionato una modifica della costituzione e in questa maniera il re continua ad avere pieni poteri, per cui la gente non è soddisfatta, anzi crede sia un trucco.

 

D. – Chi è la gente che manifesta?

 

R. – Le manifestazioni sono iniziate da parte dei partiti politici che fino a poco tempo fa erano abbastanza silenti. Dopo di che, da lì, tutti hanno detto qualcosa, in una situazione di monarchia assoluta, dove la possibilità di parlare negli ultimi periodi, non era consentita.

 

D. – In particolare, secondo te, come potrebbe sfociare questa situazione?

 

R. – E’ difficile da dire. Quello che mi auguro è che ci sia una possibilità di dialogo. Se questa cosa non avviene, l’altro scenario, l’altra possibilità, chiaramente, è una guerra civile.

**********

 

 

“COMBATTERE LA POVERTÀ PER CREARE LA PROSPERITÀ PER TUTTI”:

PER DUE GIORNI LA  CONFERENZA MONDIALE INFOPOVERTY E’ STATA SEGUITA A MILANO E AL PALAZZO DI VETRO DI NEW YORK,

IN VIDEOCONFERENZA CON GINEVRA, PARIGI, SAMBAINA E CONSTANZA

- Intervista con Pierpaolo Saporito -

 

Combattere la povertà per creare la prosperità per tutti”: è stato il tema della Conferenza Mondiale Infopoverty che si è conclusa ieri a Milano e al Palazzo di Vetro di New York, in videoconferenza con diverse località del mondo. Si iscrive nelle attività delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Ed è stata organizzata da diverse realtà: Parlamento Europeo, ONU, Osservatorio per la comunicazione culturale e audiovisiva (OCCAM), oltre che il Politecnico di Milano e l’Università cattolica. Il servizio di Fabio Brenna: 

 

**********

Combattere la povertà e il sottosviluppo con le tecnologie ICT, le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione. E' questo l'ambizioso obiettivo di Infopoverty che si propone di realizzare villaggi ICT che, sfruttando tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, riescono a introdurre migliorie nel settore sanitario, grazie alla telemedicina, o in quello dell'istruzione, grazie all'insegnamento a distanza. La VI edizione di Infopoverty si è tenuta in contemporanea a Milano, al Palazzo di Vetro di New York, a Washington e in videoconferenza anche a Ginevra, Parigi, Rio De Janeiro ma anche in realtà che sono direttamente interessate dal progetto, come ad esempio la Navajo Nation negli Stati Uniti d'America. In apertura e in chiusura della Conferenza sono stati proprio il presidente del Madagascar e della Repubblica Dominicana ad inaugurare i due villaggi ICT, rispettivamente a Sambaina e a Costanza, dove si utilizzerà un portale satellitare che metterà a disposizione delle popolazioni locali servizi di  e-learning, telemedicina, e-governance, e-commerce. Titolo di Infopoverty 2006 è “Combattere la povertà per creare prosperità per tutti”. Il senso ce lo spiega Pierpaolo Saporito, presidente di Occam, l'Osservatorio per la comunicazione culturale e audiovisiva promossa dall'ONU, che ha organizzato la  conferenza:

 

“Creare prosperità vuol dire utilizzare la rivoluzione digitale almeno quanto è stato efficace utilizzare la rivoluzione industriale in Europa. Se pensiamo che nel ‘700 e ‘800 c’era l’80% di poveri e adesso grazie a Dio le cose sono cambiate, pensiamo che in due o tre generazioni, se l’orientamento è questo, si possa arrivare a certi obiettivi. Certo i problemi sono grandi, però ci vuole molta creatività e innovazione. Per esempio, manca l’elettricità e quindi occorrono energie alternative. Non è tanto con l’elemosina che si può combattere la povertà quanto con l’impegno creativo di tutte le grandi componenti industriali e sociali della nostra società.”

 

Insomma la povertà si combatte anche eliminando il cosiddetto “digital divide”, il gap tecnologico che c’è tra il Nord del pianeta e il Sud del mondo.

 

“Ormai i Paesi in via di sviluppo hanno capito molto bene quanto con le nuove tecnologie possano fare un balzo in avanti e in questo il programma Infopoverty, che è collegato ovviamente alla conferenza, ha già sviluppato una serie di interventi in villaggi dell’Africa e dell’America centrale provvedendo a dare dei servizi di telemedicina, di governance, di educazione a distanza. Quest’anno abbiamo addirittura due capi di Stato: dal Madagascar, in particolare da Sambaina, e dalla Repubblica dominicana dove c’è il villaggio di Costanza.”

 

Obiettivo del programma Infopoverty è creare 5000 villaggi ICT in tutto il mondo.

**********

 

 

IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 23 aprile, la Chiesa festeggia la Domenica della Divina Misericordia. La Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù risorto appare ai discepoli in assenza dell’Apostolo Tommaso, detto Dìdimo. Tommaso non vuole credere a quanto accaduto.  Gesù allora appare anche a lui, invitandolo a mettere la mano nel suo costato e a non essere più incredulo ma credente.  Tommaso risponde : «Mio Signore e mio Dio!». 

E Gesù dice:

 

 «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». 

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

**********

Tommaso è quell’apostolo che suggeriva agli altri di andare con Cristo a Betania per morire con Lui. Ciò dimostra che lui ha amato Cristo e voleva con Lui condividere anche il destino più drastico. Tommaso era retto nella relazione e nella vita fino in fondo, ma ha letto tutto quanto proprio nell’ottica di un gesto definitivo dell’appartenenza e della fedeltà. Purtroppo questo atto definitivo che chiudeva e consumava tutta la vita era la morte. Lui non poteva immaginarsi, né pensare, che l’amore vince la morte e che con l’amore si strappa una persona dalla morte. Questo amore così forte era quello di Cristo e le sue ferite testimoniano la totalità di questo amore. Perciò Tommaso non ha bisogno di mettere le mani in queste ferite, ma la comunione dei discepoli in mezzo alla quale si è trovato Tommaso gli ha dischiuso gli occhi, mostrandogli che un amore fedele fino a farsi inchiodare sulla croce non può morire e perciò esclama: “Tu sei mio Signore e mio Dio”.

**********  

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

22 aprile 2006

 

SI INCONTRANO OGGI A TOKYO 300 ESPERTI INTERNAZIONALI

PER DISCUTERE SULLA SALUTE DEL MONDO. FRA I TEMI OGGETTO DI DIBATTITO L’ECONOMIA, L’AMBIENTE E LE AREE DI CRISI DEL PIANETA

 

TOKYO. = Trecento esperti internazionali discutono oggi a Tokyo sullo stato di salute del mondo, sullo sfondo dei problemi strutturali, energetici e ambientali che non danno ancora abbastanza respiro a una ripresa economica globale. Si tratta della sessione plenaria annuale della Commissione Trilaterale, un’istituzione privata che da 33 anni affronta dibattiti, fra Nord America, Europa e Asia, sugli aspetti più attuali e dinamici dei rapporti internazionali. Sulla scia del G7 appena conclusosi a Washington, la Trilaterale tratterà in particolare dei principali nodi strutturali da dipanare per garantire la pace del pianeta e rilanciarne appieno l’economia. Non saranno sottaciuti i problemi del Medioriente e del Mediterraneo. Nel suo discorso inaugurale, il premier giapponese Junichiro Koizumi ha esortato tutte le nazioni a “lavorare insieme mano nella mano” su temi come la prevenzione della proliferazione nucleare, la sicurezza energetica, lo sviluppo dei commerci, la difesa dell’ambiente. (T.C.)

 

 

LIBERIA: SONO TORNATI NEI LORO PAESI D’ORIGINE GLI ULTIMI SFOLLATI

 DOPO LA CONCLUSIONE, NEL 2003, DELLA GUERRA CIVILE.

L’ONU CHIEDE FINANZIAMENTI PER GARANTIRE LORO ASSISTENZA ED AIUTI

 

MONROVIA. = Sono tornati a casa oltre 300 mila liberiani costretti a lasciare i propri luoghi d’origine durante la guerra civile cominciata nell’89 e conclusasi nel 2003. A darne notizia è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR/UNHCR). 22 i campi profughi ormai svuotati, mentre restano in piedi, scrive l’agenzia MISNA, gli assembramenti “spontanei” di sfollati, principalmente intorno alla capitale Monrovia. “Considerando che la Liberia ha sperimentato 14 anni di conflitto civile – ha affermato Ron Redmond, portavoce dell’ACNUR – e che si sono verificati spostamenti in massa di civili, far rientrare la gente nelle proprie case è un grande successo”. L’organismo dell’ONU ha comunque lanciato un appello: servono ancora finanziamenti per proseguire nell’assistenza, nella tutela e nel reintegro dei rifugiati all’estero intenzionati a rientrare in Liberia. Oltre alle decine di migliaia di vittime, la guerra civile liberiana ha costretto circa 850 mila persone a spostarsi all’interno del Paese o in altre nazioni. La pace e la progressiva normalizzazione nello Stato, inclusa la vittoria dell’economista Ellen Johnson-Sirleaf alle elezioni di novembre 2005, hanno permesso a centinaia di migliaia di liberiani di tornare a casa. (T.C.)

 

 

È HAN MYEONG-SOOK IL NUOVO PRIMO MINISTRO DELLA COREA DEL SUD. PER LA PRIMA VOLTA A RICOPRIRE LA CARICA DI CAPO DEL GOVERNO DEL PAESE È UNA DONNA.

 FERVENTE CRISTIANA, PER IL SUO IMPEGNO A FAVORE DEGLI OPERAI E DELLE DONNE NEL ’79 ERA STATA ARRESTATA E TORTURATA.

NEL SUO DISCORSO AL PARLAMENTO HA DETTO: NON HO RANCORE

 

SEOUL. = È la prima donna nominata capo del governo nella Corea del Sud. Dal 19 aprile è Han Myeong-sook il nuovo primo ministro della Repubblica presidenziale. L’approvazione a grande maggioranza (182 voti contro 77) della nomina a premier di una donna, riferisce l’agenzia Asianews, indica un notevole passo avanti nel processo di maturazione democratica del Paese. Han, 62 anni, è una fervente cristiana. L’impegno socio-politico che ha caratterizzato la sua vita ha origine e alimento nella fede. Nata nel 1944 a Pyongyang, l’attuale capitale della Corea del Nord, si è rifugiata nel sud in seguito alla guerra civile scatenata dai comunisti del nord nel 1950. Si è iscritta alla rinomata Ewha University di Seoul, dove si è laureata in letteratura francese. L’indirizzo della sua vita è cambiato radicalmente quando ha incontrato il futuro marito, Park Sung-jun, attivista pro-democrazia, durante la dittatura militare di Park Chung-hee. Ambedue erano membri del Club degli studenti cristiani impegnati in attività sociali a favore della popolazione povera. Nel 1968, sei mesi dopo il matrimonio, il marito venne arrestato per presunte attività antigovernative e condannato a 13 anni di carcere. La corrispondenza settimanale tra loro è stata la scuola di formazione politica e sociale per la consorte. Membro della Christian Academy, un gruppo civico impegnato nell’educazione degli operai e delle donne, nel 1979 è stata anch’essa arrestata, brutalmente torturata e condannata a due anni di carcere. Nel discorso in Parlamento, riferendosi a tale esperienza, ha detto: “Non conservo alcun rancore”. Uscita dalla prigione, ha fondato l’Unione delle Associazioni delle donne coreane. Verso la fine degli anni Novanta, si è iscritta nel Partito del Millennium, fondato dal cattolico Kim Dae-jung. (T.C.)

 

 

VENTIMILA PERSONE HANNO FESTEGGIATO IERI A WINDSOR L’OTTANTESIMO

COMPLEANNO DELLA REGINA ELISABETTA. LA GRATITUDINE DELLA SOVRANA

PER LE MIGLIAIA DI BIGLIETTI E MAIL DI AUGURI RICEVUTI

 

WINDSOR. = Almeno 20 mila persone hanno invaso le vie di Windsor per salutare e festeggiare la regina Elisabetta, che ieri ha compiuto 80 anni. Durante una passeggiata di circa 45 minuti, che la sovrana si è concessa insieme al marito, il principe Filippo, i suoi sudditi le hanno dimostrato il loro affetto offrendole doni, bigliettini e fiori. La regina è stata salutata dagli squilli di tromba della banda delle guardie irlandesi e da cori di auguri. Secondo fonti di Buckingham Palace, ad Elisabetta sono giunti 20 mila lettere e 17 mila e-mail di auguri. E tra i tanti regali anche quello del premier Tony Blair, che ha scelto un servizio da the di porcellana della Spode, del valore di circa 1.500 euro. “Voglio ringraziare le molte migliaia di persone del nostro Paese - ha detto la regina in un messaggio diffuso da Buckingham Palace - e straniere che mi hanno mandato biglietti e messaggi per il mio ottantesimo compleanno. Sono stata colpita da ciò che avete scritto e vorrei esprimere a tutti voi la mia gratitudine per aver fatto di oggi per me un giorno speciale”. Quando per la prematura morte di suo padre Giorgio VI, Elisabetta II è diventata sovrana a 25 anni, era il febbraio del 1952. Nei mille anni di storia della monarchia britannica, la regina Elisabetta è al quarto posto per gli anni trascorsi sul trono; la superano solo la regina Vittoria, 64 anni, Giorgio III ed Enrico VIII. (T.C.)

 

 

AI DAVID DI DONATELLO TRIONFA “IL CAIMANO” DI NANNI MORETTI.

MIGLIOR SCENEGGIATURA PER IL FILM DI MICHELE PLACIDO “ROMANZO CRIMINALE” TRATTO DALL’OMONIMO LIBRO DI GIANCARLO DE CATALDO. COME REGISTA ESORDIENTE PREMIATO FAUSTO BRIZZI PER “NOTTE PRIME DEGLI ESAMI”

 

ROMA. = Vince l’Italia del cinema. Soprattutto, vince l’Italia nel cinema. Sul palcoscenico, all’Auditorium Conciliazione di Roma, per celebrare i 50 anni dalla fondazione dei David di Donatello, considerati gli Oscar italiani, sono saliti in molti ieri sera a rappresentare le tante categorie del cinema. Una festa, un desiderio condiviso di dimostrare “l’essere presente e operante” del cinema oggi. Perché una vittoria dell’Italia nel cinema? Perché se la stagione risulta artisticamente e finanziariamente buona, lo deve anche al fatto che molti film e soggetti si sono interessati e si interesseranno alla storia, più o meno attuale, dell’Italia. Facendolo nella rappresentazione delle sue diverse anime e con l’ausilio di stili diversi. Questi i motivi che hanno portato il film politico di Nanni Moretti, Il Caimano, a ricevere i sei più importanti riconoscimenti, tra cui miglior film, migliore regia, miglior attore protagonista – il bravissimo Silvio Orlando – e i migliori produttori. Polemiche ed umori a parte, si riconoscono a Moretti coerenza e disciplina artistica, qualità che spesso, non solo nel mondo del cinema, vengono a mancare. E questi premi diventano per il regista italiano anche un buon viatico col quale affrontare la corsa che lo attenderà al Festival di Cannes. Cronaca, di quella nera e sociale, è l’ingrediente invece del Romanzo criminale di Michele Placido, che si aggiudica otto David, tra i quali quello per la miglior sceneggiatura, tratta dal solido romanzo di Giancarlo De Cataldo. Cronaca di una Italia violenta negli anni ’70, quelli in cui operarono la tristemente nota “banda della Magliana”. Miglior regista esordiente, infine, Fausto Brizzi per una terza storia tutta italiana: Notte prima degli esami, una commedia sull’adolescenza, la scuola, gli amori, ambientata tra i liceali della fine degli anni ’80. Tra ansie ed incertezze, ci si prepara non solo ai fatidici esami di maturità, ma alla vita stessa nella quale, come ben si sa, gli esami non finiscono davvero mai. (L.P.)

 

=======ooo========

 

 

24 ORE NEL MONDO

22 aprile 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

                   

In Iraq, lo stallo politico sulla nomina del nuovo premier sembra vicino ad una svolta. L’Alleanza sciita ha designato il nuovo candidato alla carica di primo ministro. Si tratta di Jawad al-Maliki, vicino al premier uscente Al Jaafari, che due giorni fa ha rassegnato le dimissioni dopo la ferma opposizione ad una sua eventuale riconferma da parte di curdi e sunniti. Il candidato primo ministro ha già indicato le priorità per l’Iraq e il popolo iracheno. “L’efficienza e l’assoluta onestà saranno i criteri per scegliere i ministri del prossimo governo”, ha detto Al Maliki, aggiungendo che lavorerà per un governo di unità nazionale capace di affrontare “le sfide del terrorismo e della corruzione”. Sul terreno, intanto, due iracheni sono rimasti uccisi in due attentati condotti quasi contemporaneamente in un mercato di Moqdadiyah, a nord di Baghdad.

 

Ancora violenze in Afghanistan: almeno sei poliziotti sono stati uccisi giovedì scorso durante un attacco armato ad una stazione di polizia di Maywand, nella provincia di Kandahar. Lo hanno reso noto, stamani, fonti della polizia precisando che l’attacco è stato compiuto da ribelli talebani.

 

E’ sempre più duro il braccio di ferro tra il governo palestinese, guidato da Hamas, e il presidente Abu Mazen. Il Consiglio rivoluzionario di Fatah, il partito di Abu Mazen, ha accusato con un comunicato il leader politico di Hamas, Khaled Meshaal, di “fomentare e preparare la guerra civile”. Ieri, il leader del gruppo radicale aveva dichiarato che il presidente palestinese vuole rovesciare il governo. Lo scontro riguarda, soprattutto, la nomina del capo di una nuova forza di sicurezza, ritenuta “illegale e incostituzionale” da Abu Mazen e “legittima”, invece, da Hamas. L’incarico è stato affidato ad uno dei leader dei Comitati di resistenza popolare. Si tratta di Abu Samhadana, uno dei militanti più ricercati da Israele.

 

Un impegno comune per guidare l’economia mondiale oltre l’attuale fase di squilibri. E’ l’auspicio espresso durante il vertice del G7, tenutosi ieri a Washington. L’economia globale – precisa il comunicato diffuso al termine della riunione alla quale hanno preso parte i ministri dell’Economia - vede il suo principale punto di rischio nel grande deficit degli Stati Uniti e nelle incertezze sull’andamento futuro del dollaro. Nel testo si indicano anche i principali rischi che minacciano l’espansione futura: gli alti prezzi del petrolio, i divari locali e il “crescente protezionismo”. Per questo, si legge nel documento, è importante che il “riequilibrio economico globale sia una responsabilità condivisa”.

 

Il Fronte Polisario, movimento per l’indipendenza del Sahara Occidentale, ha respinto la proposta di negoziati diretti con il Marocco. La proposta è stata avanzata ieri dal segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Il Fronte Polisario rifiuta i negoziati diretti fin quando il Marocco non riconoscerà il diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione.

 

Un consistente aiuto economico in cambio della ripresa del dialogo con il governo di Pyongyang. E’ la proposta avanzata da una delegazione della Corea del Sud recatasi nel nord della penisola coreana per la 18.ma sessione di colloqui tra le due Coree. La concessione del pacchetto di aiuti è subordinata, comunque, ad una soluzione della vertenza su oltre 480 sudcoreani che, secondo il governo di Seul, sono stati “rapiti” e portati nella Corea del Nord. Per l’esecutivo di Pyongyang si tratta, invece, di “defezioni volontarie”. Durante i colloqui intercoreani, sarà presa in esame anche la possibilità della ripresa delle trattative sul programma nucleare nordcoreano, in fase di stallo dallo scorso mese di novembre.

 

In Francia, è stata pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale la nuova legge “sull’accesso dei giovani alla vita attiva nell’impresa”, che sostituisce il controverso “contratto di primo impiego” (CPE).

 

Il ministro dell’Agricoltura della Guyana, Satyadeow Sawh, è stato assassinato oggi nella sua residenza da uomini armati. Lo ha annunciato la polizia, senza fornire altri particolari. 

 

Bassa affluenza alle urne ieri ad Haiti per il secondo turno delle elezioni legislative. La nomina del nuovo Parlamento segnerà la fine del potere transitorio creato dopo le dimissioni, nel 2004, dell’ex presidente, Jean Bertrand Aristide. Il nuovo capo di Stato, René Preval, assumerà ufficialmente la carica il prossimo 14 maggio.

 

 

 

 

 

=======ooo========