RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 110  - Testo della trasmissione di giovedì 20 aprile 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Mitezza e fermezza: sullo stile di Benedetto XVI nel primo anno del suo Pontificato le riflessioni del biblista, mons Gianfranco Ravasi, del filosofo Vittorio Possenti e del coordinatore di Rinnovamento nello spirito, Salvatore Martinez

 

Presentato in sala stampa il calendario delle iniziative per il V centenario della Basilica nuova di San Pietro

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

L’Iran ha ribadito anche nelle ore a Mosca che proseguirà le proprie attività di arricchimento dell’uranio. Ai nostri microfoni Fulvio Scaglione

 

Dopo gli incontri sul piano economico nello Stato di Washington, il presidente cinese è atteso alla Casa Bianca da George Bush, anche se non è una “visita di Stato”: ce ne parla Luigi Bonanate

 

Oltre 5 mila condanne a morte e più di 2 mila esecuzioni capitali: è quanto emerge dal rapporto 2005 sulla pena di morte nel mondo, pubblicato oggi da Amnesty International: il commento di Riccardo Noury

 

Oltre mille sacerdoti, diaconi e seminaristi sono giunti da 50 Paesi a Castel Gandolfo al Convegno del Movimento dei Focolari. Con Enrico Pepe

 

A Loreto la rassegna internazionale di musica sacra ‘Virgo Lauretana’: intervista con Girolamo Valenza

 

CHIESA E SOCIETA’:

Quindici anni di studio e ricerche scientifiche sulla Sindone raccolti in un dvd realizzato dallo studioso Alberto Di Giglio

 

Per la prima volta negli Stati Uniti, il “Summit mondiale religioni per la pace”, promosso da vent’anni dalla Comunità di Sant’Egidio

 

La Oxfam International, grande agenzia umanitaria britannica, ha lanciato un appello senza precedenti per aiutare milioni di persone colpite dalla carestia in diversi Paesi dell'Africa orientale, devastati dalla siccità

 

A Salerno, “Le strade della vita”: un corso per aiutare i genitori nelle relazioni intergenerazionali

 

Almeno 76 morti e circa 200 feriti in Colombia a causa dell’alluvione che ha colpito la regione portuale di Buenaventura

 

Domani a Pistoia confronto europeo nell’ambito del progetto “Leonardo da Vinci” sulle politiche per favorire le donne nel mercato lavorativo

 

24 ORE NEL MONDO:

Il premier iracheno rimette il suo mandato, mentre slitta la nomina dei vertici dello Stato

 

In Nepal, almeno due morti tra i manifestanti attaccati dalla polizia per aver violato il coprifuoco.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

20 aprile 2006

 

 

MITEZZA E FERMEZZA: SULLO STILE DI BENEDETTO XVI NEL PRIMO ANNO

DEL SUO PONTIFICATO, LE RIFLESSIONI DEL BIBLISTA, MONS. GIANFRANCO RAVASI,

DEL FILOSOFO VITTORIO POSSENTI E DEL COORDINATORE DI

RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO, SALVATORE MARTINEZ

 

Essere “pastore mite e fermo della sua Chiesa”: così, nel primo anniversario del suo Pontificato, Benedetto XVI ha sottolineato – ieri all’udienza generale – con quale spirito viva la sua missione apostolica di Successore di Pietro. Sulla mite fermezza del Papa teologo e la sua capacità di confrontarsi con gli intellettuali laici, il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Un semplice e umile lavoratore nella Vigna del Signore”: Benedetto XVI si è presentato così al mondo, il 19 aprile di un anno fa. Fedele a quelle parole pronunciate poco dopo la sua elezione, il Papa - lungo tutto il suo primo anno di Pontificato - ha mostrato come sia possibile, con umiltà e mitezza, annunciare la forza della Verità. Un carisma, questo, che viene sottolineato dal prefetto della Biblioteca Ambrosiana, mons. Gianfranco Ravasi:

 

R. – Per coloro che l’hanno conosciuto anche personalmente, precedentemente, era strutturale quasi della sua persona, questa attenzione, questa delicatezza, questa dolcezza. Il suo stile va in contrasto con la considerazione, con la concezione che normalmente si aveva prima del Pontificato della sua figura. Penso che il suo ministero sia stato contrassegnato, quasi declinato sulla base di quella frase famosa della prima Lettera di San Pietro che dice: “Voi dovete sempre essere capaci di rendere ragione della speranza che è in voi, ma questo lo dovete fare sempre con dolcezza”.

 

D. – Gioia, amore, amicizia: tre parole forti di questo primo anno di Pontificato e c’è ancora qualcuno che sostiene: Joseph Ratzinger è un pessimista…

 

R. – Dobbiamo riconoscere che alcuni luoghi comuni sono anche un po’ difficili da schiodare dalla mente, però penso che nel suo profilo interiore si riesca a vedere una sorta di oscillazione tra questi due poli: da un lato c’è l’attenzione al nocciolo della fede, quindi alla Verità; dall’altra parte, però, l’oscillazione costante è anche verso la carità.

 

Benedetto XVI, il Papa teologo innamorato di Dio, sa dialogare anche con il mondo laico e i non credenti. Anzi, risulta particolarmente attraente, sotto il profilo intellettuale a molti esponenti della cultura, spesso lontani dalle posizioni della Chiesa. Ecco la riflessione al riguardo del prof. Vittorio Possenti,  ordinario di Filosofia politica all’Università di Venezia:

 

R. – Benedetto XVI, e prima ancora il cardinale Ratzinger, ha assunto uno stile ad un tempo chiaro e mite. Chiaro, perché ha sempre detto in maniera esplicita i punti che andavano e che non andavano nella cultura tanto teologica, come civile, contemporanea, e nello stesso tempo mite, senza anatemi, senza “scomuniche”. Pare che il dialogo con Habermas di due anni fa circa sia stato un segno importante. Entrambi, Habermas e Ratzinger hanno riconosciuto che il dialogo tra fede e ragione è necessario. E’ necessario che la ragione cerchi di purificare quelle che sono le tentazioni violente eventualmente di un’interpretazione negativa da parte dei fondamentalismi religiosi. Ed è necessario che la fede - parlo in questo caso della fede cristiana, della fede biblica – porti un supplemento d’anima e un supplemento di mitezza a quella che è l’ubris, la tracotanza della ragione, che lasciata a se stessa può attentare alla vita umana nelle sue radici.

 

D. – Fin da quando era a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, Joseph Ratzinger ha messo l’accento sul pericolo rappresentato da quella che lui stesso ha definito “dittatura del relativismo”. Un tema sul quale Benedetto XVI ha trovato ascolto anche in ambienti inaspettati…

 

R. – Qui tocchiamo, dal punto di vista culturale, un punto centrale della crisi temporanea, intendo dire la crisi dell’Occidente. “La dittatura del relativismo”, seppure non è così forte come poteva esserlo in passato, rimane tuttora un punto molto delicato. Non possiamo pensare di recepire qualsiasi opinione morale e qualsiasi opinione - poniamo - sulla vita e sulla famiglia, ritenendo che tutte abbiano la stessa dignità e che tutte vadano salvaguardate.

 

I fedeli, in particolare i giovani, hanno da subito imparato ad amare il dolce sorriso di Benedetto XVI. Sorriso che esprime la grande serenità del Papa sulla quale si sofferma Salvatore Martinez, coordinatore nazionale di Rinnovamento nello Spirito:

 

R. - Benedetto XVI ha mostrato, sta mostrando, una grande serenità; direi la serenità di chi sa, chi ha visto, chi ha toccato con mano l’Amore. E’ un innamorato di Dio. Sta partecipando questo dono d’amore e rendendo plausibile la partecipazione, la comunione con questo amore di Dio.

 

D. – A Colonia e poi in numerose altre occasioni, Benedetto XVI ha dialogato con grande facilità con i giovani. Quali sono stati gli elementi che hanno permesso un tale successo?

 

R. – Ai giovani, a Colonia, disse: “Concedete a Cristo il diritto di parlarGli; lasciatevi sorprendere da Cristo”. Del resto, nella sua Messa di inizio del ministero di Supremo Pastore, Benedetto XVI si era presentato alla Chiesa tutta dicendo: “La Chiesa è giovane perché Gesù è vivo!”. E’ un messaggio chiaro nel quale il Santo Padre ha voluto ribadire che è importante che la fede non invecchi e nel cuore dei giovani la fede può solo nascere e svilupparsi. Ritengo che nel messaggio di Benedetto XVI ci sia in fondo questa chiave: egli propone una lettura spirituale della realtà!

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UNA MESSA SOLENNE IL 29 GIUGNO, UNA MOSTRA ED UN CONVEGNO: TRA LE INIZIATIVE PER CELEBRARE I 500 ANNI DELLA BASILICA DI SAN PIETRO VOLUTA DA GIULIO II. IL CALENDARIO DEGLI EVENTI È STATO PRESENTATO STAMANI

NELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

 

E’ ricco di eventi il calendario delle iniziative per il quinto centenario della nuova Basilica di San Pietro. A presentarlo oggi, nella Sala Stampa della Santa Sede, è stato l’arciprete della Basilica il cardinale Francesco Marchisano insieme a mons. Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro, e agli altri organizzatori. Il via alle celebrazioni il 29 giugno, poi spazio ad una mostra, un convegno e concerti. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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La prima celebrazione sarà la Santa Messa del 29 giugno, solennità degli apostoli Pietro e Paolo. Poi, il 3 ottobre, nel Braccio di Carlomagno del colonnato del Bernini, sarà inaugurata la mostra “Petros eni”, “Pietro è qui”. Il titolo dell’esposizione richiama la scritta ritrovata nella necropoli del Colle Vaticano che indica la sepoltura di Pietro. L’allestimento proporrà le tappe più significative dello sviluppo artistico ed architettonico della nuova Basilica di San Pietro attraverso reperti, manufatti, pitture e documenti. E si potranno ammirare anche nuovi ritrovamenti tra cui un sarcofago rinvenuto nel 2003 in Vaticano risalente al 270 circa. Maria Cristina Carlo-Stella coordinatrice del Progetto Mostra:

 

“Credo risulti evidente come l’occasione dell’anniversario della Basilica rappresenti per la Fabbrica di San Pietro un momento celebrativo della devozione secolare incessante attorno alla figura dell’apostolo Pietro. E’ qui che è stata posta la memoria della sua testimonianza di fede fino al martirio. Quindi, questa tradizione devozionale, questo patrimonio intangibile che costituisce il fulcro, il cuore di questo sacro sito di culto, costituisce la bussola per l’orientamento dell’evoluzione architettonica nei secoli”.

 

A celebrare i 500 anni dalla posa della prima pietra della nuova Basilica di San Pietro anche una medaglia e l’emissione di francobolli. Si vuole in questo modo, ha detto il cardinale Francesco Marchisano, far conoscere l’importanza religiosa e storica di questo grandioso monumento:

 

“La nuova Basilica ha un archivio stupendo, composto da 3 milioni e 50 mila documenti, tutti riferentesi alla nuova Basilica, dall’inizio dei lavori sino ad oggi. Per cui si possono conoscere dettagliatamente i vari progetti che si sono susseguiti. La Basilica è uno dei monumenti più visitati nel mondo. Ogni giorno abbiamo dai 5 mila ai 20 mila visitatori e si è giunti anche, qualche volta, a circa 30 mila visitatori in un giorno”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

La prima pagina si apre con un articolo dal titolo "Crescenti minacce al diritto d'asilo": pubblicato il rapporto annuale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati  

 

Servizio vaticano - Due pagine dedicate alla celebrazione della Pasqua.

 

Servizio estero - Iraq: il presidente Talabani invita i gruppi ribelli a partecipare al processo politico.

 

Servizio culturale - Un articolo di Maria Maggi dal titolo "Da Venere un 'aiuto' per combattere l'effetto serra": il 13 aprile una sonda dell'Agenzia Spaziale Europea si è avvicinata al pianeta; per 500 giorni ne studierà l'atmosfera.

 

Servizio italiano - Elezioni: la Cassazione conferma la vittoria dell'Unione. Forza Italia annuncia nuovi ricorsi.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

20 aprile 2006

 

L’IRAN HA RIBADITO ANCHE NELLE ULTIME ORE A MOSCA CHE PROSEGUIRA’ LE PROPRIE ATTIVITA’ DI ARRICCHIMENTO DELL’URANIO

- Intervista con Fulvio Scaglione -

 

L'Iran proseguirà le proprie attività di arricchimento dell’uranio. È la posizione che la Repubblica islamica ha ribadito in queste ore a Mosca, intervenendo direttamente negli incontri dedicati al suo programma nucleare. Dopo il vertice dei 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu più la Germania, ieri in Russia è infatti giunta una delegazione inviata da Teheran che ha annunciato come presto verranno messe in funzione altre centrifughe atomiche. Mentre la Russia ha rivendicato l'inoffensività della centrale nucleare che sta realizzando per conto del governo iraniano a Bushehr, dagli Stati Uniti il presidente Bush e il segretario di Stato, Rice, continuano a ribadire che la via da seguire con l’Iran è quella diplomatica, ma sottolineano pure che l’opzione militare rimane sul tavolo. Se si arrivasse ad una guerra con Teheran come cambierebbero gli equilibri mediorientali? Giada Aquilino lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana ed esperto di questioni iraniane:

 

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R. – Credo che nessun possa dirlo a priori e in questo stia proprio tutto il rischio della situazione. Abbiamo visto quello che è successo in Iraq, dove gli Stati Uniti si sono sostanzialmente impantanati in una situazione senza uscita. Con l’Iran probabilmente sarebbe molto, molto peggio perché certamente la popolazione iraniana, per quanto possa chiedere più libertà in tutti i sensi, è però molto più attaccata al regime, almeno in una sua parte, di quanto lo fossero gli iracheni con il regime di Saddam Hussein. E, in più, l’Iran, secondo me, ha una organizzazione anche potenzialmente terroristica molto più sviluppata.

 

D. – Nelle decisioni americane sull’Iran, però, quanto conta la grande richiesta energetica del momento?

 

R. – Conta e ha contato in tutte le decisioni che riguardano il Medio Oriente. Conta anche per quanto riguarda ciò che, per esempio, l’Iran fa attraverso Hamas in Palestina: l’energia conta tantissimo e non c’è decisione politica, oggi, che venga presa fuori dal contesto energetico. Conta nel più o meno velato appoggio che la Cina e la Russia danno all’Iran, ha contato nei piani americani per l’Iraq e conta, oltretutto, anche nei piani americani sull’Iran. Non dimentichiamo che uno degli obiettivi iraniani – almeno teorici, almeno dichiarati – è quello di ottenere la bomba atomica non solo per mettersi al riparo e non fare la stessa fine di Saddam Hussein -  diciamo così - ma anche perché all’ombra della bomba atomica, il regime di Teheran potrebbe decidere di dar vita a quella borsa mediorientale del petrolio, con il petrolio quotato non più in dollari ma in euro, che darebbe un brutto colpo al controllo americano del mercato petrolifero internazionale …

 

D. – Proprio per la crisi con l’Iran, ma anche – per esempio – per le tensioni in Nigeria, i prezzi del petrolio sono già da record. Se per ritorsione l’Iran decidesse di bloccare le esportazioni di petrolio, cosa succederebbe?

 

R. – Si avrebbe un ulteriore innalzamento dei prezzi anche se non sarebbe quello il fattore che farebbe tracollare le economie occidentali. Vi sarebbe un rialzo perché indubbiamente i Paesi produttori di petrolio più sperimentati, come l’Arabia Saudita, la Russia, eccetera, faticano a mantenere le quote attuali. E quindi, un’improvvisa chiusura dei rubinetti del greggio iraniano certamente qualche influenza l’avrebbe.

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DOPO GLI INCONTRI SUL PIANO ECONOMICO NELLO STATO DI WASHINGTON,

 IL PRESIDENTE CINESE E’ ATTESO ALLA CASA BIANCA DA GEORGE BUSH,

ANCHE SE NON E’ UNA “VISITA DI STATO”

- Intervista con Luigi Bonanate -

 

Dal vincente piano economico alle spinose questioni politiche: dopo gli incontri con Microsoft e Boeing, il presidente cinese Hu Jintao incontra oggi alla Casa Bianca il presidente degli Stati Uniti. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Dopo aver cominciato la sua visita di quattro giorni, ieri negli Usa, dalla casa di Bill Gates, che è l'uomo più ricco del mondo, il presidente cinese lascia gli uomini d'affari della West Coast per incontrare i politici del versante atlantico degli Usa.  Ieri nello Stato di Washington Hu Jintao ha incontrato il fondatore di Microsoft e i vertici dell’azienda Boeing, forte dei dati dell’economia cinese che nei primi tre mesi dell’anno è cresciuta, come confermano proprio oggi i dati  dell'Ufficio Nazionale di  Statistica, al ritmo del 10,2 per cento. Passando sul piano degli incontri politici, c’è subito da dire che la Cina aveva chiesto agli Usa di dare alla visita di Hu Jintao, la sua prima alla Casa Bianca, lo status di 'visita di Stato', con tanto di banchetto serale alla Casa Bianca. Ma Bush ha declassato il livello ufficiale dell'incontro, pur concedendo ospitalità alla Blair House, la residenza per i visitatori di riguardo, con una cerimonia d'arrivo con 21 colpi di cannone. Il perché di questa scelta lo chiediamo al professor Luigi Bonanate, docente di relazioni internazionali all’Università di Torino:

 

R. – E’ chiaro che, avere seguito un certo protocollo piuttosto che un altro ha certamente un significato, è certamente un messaggio. Ma mi pare che non dovrebbe essere tanto questo il momento per gli Stati Uniti di lavorare in codice. In un momento nel quale si dice, in giro per il mondo, che gli Stati Uniti hanno già programmato l’attacco all’Iran, che certamente nel 2007-2008 l’Iran verrà attaccato, , è un momento in cui gli Stati Uniti dovreb-

 

bero dare un modello di comunicazione internazionale diverso da quello che anche questo episodio nel rapporto con la Cina sta dando.

 

D. – In ogni caso, sembra evidente che debba essere diverso il piano economico, dove la Cina è sovrana, dal piano politico, nel quale sono evidenti divergenze e problematiche…

 

R. – Sì, certamente oggi la Cina gode di questa stupefacente e favorevolissima condizione di essere corteggiata da tutto il mondo sul piano economico. Che oggi la Cina possa, appunto, flirtare con Bill Gates, possa ragionare di tecnologie di computer, va benissimo - tutto quello che è sviluppo è sempre favorevole a tutti, ci mancherebbe - Naturalmente, non dobbiamo neanche pensare che questo assalto all’economia cinese possa essere del tutto neutrale, neutro, insomma: qualche cosa ne verrà fuori! Ne verrà fuori o la Cina, grande potenza, o la Cina neo-colonizzata dall’Occidente … Dubito che la Cina possa essere considerata come uno zio Paperone che di colpo si è presentato sulla scena mondiale e non vorrà mai nulla in cambio!

 

D. – Ricordiamo questi temi scottanti che si dice rimangano tra Cina e Stati Uniti, sicuramente diritti umani e libertà religiosa, ma non solo…

 

R. – E’ ormai dai tempi della politica del ping-pong, cioè dal 1972, da quando poi la Cina fu riconosciuta per l’ingresso nell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che viene fatto il discorso della condizionalità legata ai diritti umani viene fatto. Discorso che non è servito – sia ben chiaro! – assolutamente a nulla. Gli Stati Uniti hanno mille volte detto: ‘Non facciamo più niente con voi perché non rispettate i diritti umani’, ma tutte le volte che ciò è convenuto, lo hanno fatto lo stesso. E sia ben chiaro che questa non è una critica agli Stati Uniti: tutti gli altri Paesi del mondo hanno sempre seguito questo modello. E’ un problema nostro! Lo è per i cinesi, ma è anche un problema nostro. Non siamo capaci di sostenere con vigoria i nostri buoni principi.

 

D. – Vogliamo dire qualcosa anche delle tematiche relative al nucleare, dunque le ambizioni della Corea del Nord e dell’Iran: si parlerà di questo, presumibilmente?

 

R. – Presumibilmente sì, anzi: direi di sicuro. Non possiamo naturalmente dimenticare che la Cina è tra coloro che, insieme alla Russia, non vogliono assolutamente che la situazione con l’Iran si inasprisca. Il caso nord-coreano è relativamente più semplice, nel senso che le trattative e la riconduzione ad una qualche logica di collaborazione tra Stati Uniti e Corea del Nord c’è, cioè il dialogo è sempre aperto. Ha dei momenti di maggior facilità, dei momenti di tensione, ma il dialogo nucleare tra Stati Uniti e Corea del Nord è ormai sostanzialmente attivato e non mi sembra che la Corea del Nord abbia intenzione di cambiare linea.

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OLTRE 5 MILA CONDANNE A MORTE E PIÙ DI 2 MILA ESECUZIONI CAPITALI:

È QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO 2005 SULLA PENA DI MORTE NEL MONDO,

PUBBLICATO OGGI DA AMNESTY INTERNATIONAL

- Con noi, il dott. Riccardo Noury -

 

Almeno 5186 sentenze di condanna a morte in 53 Paesi del mondo: è il drammatico dato che emerge dal Rapporto 2005 sulla pena di morte pubblicato oggi da Amnesty International. E in 2148 casi le esecuzioni sono state portate a termine. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, sono 20 mila i prigionieri nel mondo in attesa di essere uccisi dai loro governi. Da notare, inoltre, che il 94 per cento delle esecuzioni hanno avuto luogo in Cina, Iran, Arabia Saudita e Stati Uniti. Ce ne parla, al microfono di Roberta Moretti, il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury:

 

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R. – La Cina rimane ovviamente il problema più grave. Oltretutto il dato di Amnesty di 1770 esecuzioni è un dato fortemente incompleto e secondo altre fonti sarebbero almeno 8.000 i prigionieri messi a morte nel Paese ogni anno. In Iran e in Arabia Saudita ci sono state rispettivamente 94 e 86 esecuzioni, 60 negli Stati Uniti e per quanto riguarda l’Iran c’è questo macabro primato di 8 esecuzioni di minorenni all’epoca del reato.

 

D. - Questi sono i dati che sappiamo, ma quanto c’è di approssimazione per mancanza di conoscenza?

 

R. – C’è molto per quel che riguarda la Cina. Poi c’è da aggiungere che in Paesi come il Vietnam e Cuba i dati  e le informazioni sulla pena di morte sono considerati segreti di Stato, quindi chi ne parla rischia o va in galera.

 

D.- Quanto sono fondati i timori che ci siano speculazioni sull’espianto di organi dei condannati a morte, per esempio in Cina?

 

R. – E’ una notizia che si sta diffondendo sempre di più e su cui Amnesty sollecita il governo di Pechino a dare una risposta chiara e verificabile da fonti indipendenti. Certo è preoccupante che nel corso di questi ultimi anni sia stato modificato il metodo di esecuzione dalla fucilazione all’iniezione di veleno allo scopo anche di mantenere integri gli organi da spiantare. Se c’è questo business di espianto e commercializzazione questo potrebbe spiegare la estrema velocità con cui si emettono e si eseguono le condanne a morte.

 

D. - In definitiva, continua la tendenza verso l’abolizione della pena di morte nel mondo?

 

R. – Sì, continua perché il numero di Paesi che non vi ricorrono più è in aumento sistematico ogni anno. Due esempi del 2005 sono il Messico e la Liberia, cui va aggiunto a Pasqua di quest’anno il caso delle Filippine. La presidente Gloria Arroyo ha dato vita ad una delle più grandi commutazioni di massa nella storia della pena di morte, annullando la condanna a morte nei confronti di 1.230 prigionieri che erano in attesa dell’esecuzione e facendo sì che il suo Paese di fatto diventi il 123.mo a non ricorrere più alla pena di morte. A fronte di questo in diversi Paesi si registra una diminuzione delle condanne  a morte e questo significa ovviamente meno esecuzioni negli anni a venire. Il punto grave è che almeno un paio dei Paesi che ricorrono ancora alla pena di morte, Stati Uniti e Cina, sono due grandi potenze il cui comportamento rischia di dare giustificazione e legittimità ad un vero e proprio strumento di barbarie e di ingiustizia come la pena capitale.

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OLTRE MILLE SACERDOTI, DIACONI E SEMINARISTI SONO GIUNTI DA 50 PAESI A CASTEL GANDOLFO AL CONVEGNO DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI

“CHIESA OGGI. SPIRITUALITA’ DI COMUNIONE E DIALOGO”

- Intervista a don Enrico Pepe -

 

Arrivati complessivamente da 50 Paesi, dall’India e dalla Thailandia, dal Sud Africa, Canada e Libano, sono oltre mille i sacerdoti, diaconi e seminaristi, in prevalenza cattolici ma anche di altre denominazioni cristiane, che a Castel Gandolfo partecipano in questi giorni al Convegno “Chiesa oggi. Spiritualità di comunione e dialogo”. A promuovere l’incontro, in programma fino a domani, è il Movimento sacerdotale dei Focolari, fondato da Chiara Lubich che, in un messaggio, ha messo in luce l’idea-chiave del Convegno: Gesù crocifisso e abbandonato, Colui che ha ristabilito il rapporto fra gli uomini e Dio, ma è anche vincolo d'unità fra gli uomini. “Ecco perché - ha concluso - qui si parla di Lui: Egli è il vero sacerdote!” Ma quali sono le sfide maggiori che oggi si pongono di fronte agli uomini di Chiesa sacerdoti? Adriana Masotti lo ha chiesto a don Enrico Pepe, uno dei responsabili del Movimento sacerdotale.

 

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R. – Le sfide sono molte, di tanti tipi. Si possono riassumere, però, per i sacerdoti in una difficoltà che tutti incontrano in tutte le latitudini: il sacerdote dinanzi alle problematiche di oggi si trova solo. Quindi, direi la solitudine.

 

D. – La comunione di vita, dunque, la comunione spirituale, è un’opportunità che voi offrite, che voi proponete…

 

R. – Certamente, soprattutto attraverso esperienze reali. La vita che il sacerdote deve portare avanti, se non ha questa comunione profonda con gli altri sacerdoti, con il proprio vescovo, non riesce a rispondere ai bisogni della società di oggi.

 

D. – Ma quando lei dice ‘comunione’ che cosa intende nella vita concreta?

 

R. – Nella vita concreta i sacerdoti devono trovarsi fra di loro. Quando sono per necessità da soli devono comunicare attraverso i mezzi che abbiamo oggi, in maniera tale che non sia l’individuo, ma che sia veramente una presenza di Dio in mezzo a loro, che porta avanti una pastorale. Come si fa, però, a vivere la vita di comunione? Si può realizzare solo vivendo il Vangelo e il cuore del Vangelo è il mistero pasquale. Il sacerdote non può fuggire dalle difficoltà. Il sacerdote deve affrontarle. Le può affrontare e risolvere se vive il comandamento nuovo, se lui non si spaventa di fronte alle difficoltà, ma risponde: “Qui Gesù ha già vissuto tutte queste difficoltà, le ha già redente sulla croce. Allora guardando a Lui anch’io come te voglio affrontare e vivere questa realtà, senza scoraggiarmi, trasmettendo agli uomini il vero volto di Dio, che è Dio Amore”.

 

D. – Per finire, qualche testimonianza in questo senso…

 

R.– Proprio questo pomeriggio noi vedremo attraverso un concerto-testimonianza la vita del cardinale Van Thuan, il quale anche quando era in carcere, proprio accettando il mistero della croce che stava vivendo, si è messo in un atteggiamento di amore verso i suoi stessi carcerieri e gli altri incarcerati con lui, e ha potuto evangelizzare pur stando nel carcere. C’è un’altra testimonianza di sacerdoti che sono stati mandati in parrocchie dove il materialismo ha fatto una strage della religione. Eppure lì sono nate, o stanno nascendo, comunità autentiche di cristiani che vivono il Vangelo, perché i sacerdoti uniti fra di loro sono riusciti a dare testimonianza che vivere il Vangelo è molto, molto meglio che vivere senza Vangelo.

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A LORETO LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA ‘VIRGO LAURETANA’

- Intervista con Girolamo Valenza –

 

          Loreto in questi giorni  è la capitale della musica europea con corali di tutti i Paesi che si esibiscono nell’ambito della Rassegna Internazionale di Musica Sacra ‘Virgo Lauretana’. E’ da 46 anni che si rinnova quest’appuntamento. Infatti nel 1961, per iniziativa del commendatore Augusto Castellani e con la regia artistica del maestro Adamo Volpi, si diede il via a una pacifica gara artistico-musicale, sempre nella settimana immediatamente successiva alla Pasqua, che è diventata occasione per avvicinare tra loro i cultori della musica corale di ogni estrazione socio-politico-culturale. Quest’anno la Rassegna vuol essere un omaggio al primo anniversario di pontificato di Benedetto XVI. Ma su significati e obiettivi dell’iniziativa ascoltiamo, nell’intervista di Giovanni Peduto, il presidente della Rassegna, il dottor Girolamo Valenza:

 

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R. - Questa è la 46.ma edizione della Rassegna. Ogni anno sono scelti più cori: dalle Americhe al Medio Oriente, dall’Europa all’Asia. Quest’anno partecipano corali che provengono dall’Europa, dalla nuova Europa (Lettonia, Lituania, Slovacchia), da Serbia e Montenegro, e dalla vecchia Europa. Partecipano, tra i cori italiani, per la prima volta quelli di Matera, Camerino e Casazza. Il messaggio è religioso: la Santa Casa è una casa di accoglienza, di fratellanza, di festa, di pace. La Rassegna di quest'anno ha ricevuto riconoscimenti di grande prestigio: l’alto patronato del Presidente della Repubblica e la benedizione di Benedetto XVI, nonchè il patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana.

 

D. - Nel programma sono stati inseriti brani di Mozart, autore molto amato da Benedetto XVI…

 

R. - Mozart, giovanissimo, è stato a Loreto e in ricordo della sua visita ha composto le celebri Litanie Lauretane. Era doveroso ricordare questo genio musicale, a 250 anni dalla sua nascita, con un concerto della Filarmonica Marchigiana. Siamo sicuri che questo ricordo di Mozart sarà molto gradito al Santo Padre e vuol essere anche un ulteriore omaggio per il suo compleanno.

 

D. - Quali sono gli altri pezzi forti della Rassegna?

 

R. - Sono il concerto d’organo del venerdì che avrà come tema il Sacro nella musica del900, con brani di Britten e di Liberto e con l’accompagnamento dell’organo per l’orchestra del Conservatorio di Bari e l’Ensemble di Ottoni “Lituus” di Roma. Sabato sera il concerto dei cori partecipanti sarà trasmesso via satellite. Domenica una prima assoluta della Messa “Regina Caeli”, commissionata dalla nostra Associazione, al maestro Donato Falco. Una caratteristica che accompagna la Rassegna di quest’anno è la valorizzazione di nuovi talenti della musica sacra. Nei vari concerti ci sarà un particolare segmento dedicato a giovani compositori. Vorrei ricordare ancora che la Rassegna Lauretana è una miscellanea di iniziative culturali, musicali e sociali. La Rassegna di quest’anno dedica uno spazio alla Mostra ‘Le Cappelle Musicali nelle Marche dal XVI al XX secolo nella Provincia di Pesaro-Urbino’. Ricordiamo che il prossimo anno ricorre il quinto centenario della Cappella Musicale di Loreto, voluta da Giulio II quasi in contemporanea con la Cappella Sistina.

 

D. - La musica, diceva Sant’Agostino, eleva l’anima A Dio e fa pronunciare al cuore delle parole che le labbra non riescono ad esprimere ...

 

R. - E’ vero. Il canto religioso è segno della gioia nel lodare Dio. Sant’Agostino diceva che cantare è proprio di chi ama. Lo conferma il detto popolare: chi canta bene prega due volte. La Rassegna vuol essere una testimonianza di quanto Sant’Agostino diceva.

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CHIESA E SOCIETA’

20 aprile 2006

 

 

QUINDICI ANNI DI STUDIO E RICERCHE SCIENTIFICHE SULLA SINDONE: RACCOLTI

 IN UN DVD REALIZZATO DALLO STUDIOSO ALBERTO DI GIGLIO.

IL FILM DOCUMENTARIO SI AVVALE DELLA COLONNA SONORA DI MARCO FRISINA

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = La Sindone, secondo Giovanni Paolo II, è una reliquia insolita e misteriosa. Un DVD su La Sindone segno del nostro tempo è stato realizzato da Alberto Di Giglio, esperto di studi sindonici da vari decenni. In questo film-documentario di recentissima produzione, sono sintetizzati 15 anni di studio e accurate ricerche scientifiche sulla preziosa reliquia conservata nel Duomo di Torino. Nell’impianto documentaristico s’inseriscono voci di primo piano della sindonologia internazionale, tra le quali il medico legale Pierluigi Baima Bollone, il biblista Giuseppe Ghiberti, il fisico matematico Bruno Barberis. Di grande impatto sono le scene dell’incendio della cappella della Sindone, verificatosi nel 1997, nonché il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II a Torino nel maggio 1998 e altri momenti della storia recente della Sindone, come il restauro conservativo e la nuova teca di massima sicurezza. Il film-documentario sulla Sindone si avvale della voce degli attori Bindo Toscani e Claudia Koll. La colonna sonora è affidata a Marco Frisina.

 

 

PER LA PRIMA VOLTA NEGLI STATI UNITI, IL “SUMMIT MONDIALE RELIGIONI

 PER LA PACE”, PROMOSSO DA VENT’ANNI DALLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO:

LEADER RELIGIOSI A CONFRONTO SULLE SFIDE DEL MONDO CONTEMPORANEO,

LA PROSSIMA SETTIMANA A WASHINGTON

 

NEW YORK.= Si svolgerà il prossimo 26 e 27 aprile a Washington, “l’Incontro Mondiale tra le Religioni per la Pace”, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio in collaborazione con la Catholic University of America e la Gergetown University. Oltre cento i leader delle grandi religioni e personalità del mondo laico che si confronteranno su temi chiave come terrorismo, dialogo tra civiltà, nord e sud del mondo, povertà e globalizzazione. “Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di Assisi”: questa l’esortazione espressa da Giovanni Paolo II nell'ottobre 1986, a conclusione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace di Assisi. Da lì ha avuto inizio un impegno che oggi compie venti anni, raccolto in maniera particolare dalla Comunità di Sant'Egidio, che ha dato vita - anno dopo anno - nelle principali città italiane e capitali europee, agli incontri Internazionali di uomini e donne di religioni diverse. Quest’anno, per la prima volta, saranno gli Stati Uniti ad ospitare l’evento, nel 20.mo anniversario della Giornata di Preghiera per la Pace di Assisi. Il programma della manifestazione è stato  presentato ieri a New York da Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio. L’obiettivo di base dell'iniziativa, ha detto Marazziti, è quello di “riportare al centro il dialogo come fatto necessario”. Tra le personalità presenti all’evento, il rabbino capo di Haifa, l’ex premier italiano Giuliano Amato, l’imam Watith D. Mohammed e il rettore della Università egiziana Al Ahzar, Ahmed. Parteciperanno anche esponenti del mondo cattolico americano. Al termine della due giornate di lavori, il convegno si chiuderà – il 27 aprile – con un’ora di preghiera di tutte le religioni, che uniranno idealmente luoghi diversi del mondo. Ultimo atto del Vertice: la firma di un appello di pace siglato da tutti i partecipanti. (S.C.)



APPELLO SENZA PRECEDENTI AL POPOLO BRITANNICO PER UNA RACCOLTA

 STRAORDINARIA DI FONDI PER 29 MILIONI DI EURO PER LE POPOLAZIONI DELL’AFRICA ORIENTALE COLPITE DALLA CARESTIA: LA RICHIESTA VIENE RIVOLTA OGGI DA OXFAM INTERNATIONAL, GRANDE AGENZIA UMANITARIA

CHE RAGGRUPPA 12 ORGANIZZAZIONI NON G0VERNATIVE

 

NAIROBI. = Oxfam International - la grande agenzia umanitaria britannica che raggruppa 12 Ong - ha lanciato un appello senza precedenti per aiutare milioni di persone colpite dalla carestia in diversi Paesi dell'Africa orientale devastati dalla siccità. La richiesta diretta al pubblico britannico è di 20 milioni di sterline pari a 29 milioni di euro, la più grande mai avanzata dall'organizzazione in sessant'anni di attività. Come ha spiegato la direttrice di Oxfam, Barbara Stocking, è la situazione che lo richiede: servono urgentemente viveri e assistenza in quelle regioni africane per 11 milioni di persone, molte di più di quante furono minacciate nel 2004 dallo Tsunami nell'Oceano Indiano. “La gravità di questa crisi - ha sottolineato la signora Stocking - comporta un intervento di assistenza urgente su vasta scala”. I Paesi colpiti dall'emergenza, già all'attenzione delle Nazioni Unite e di altre Organizzazioni non governative, sono Kenya, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Somalia, cui si aggiungono Burundi e Tanzania. (R.G.)

 

 

A SALERNO, “LE STRADE DELLA VITA”: UN CORSO PER AIUTARE I GENITORI

NELLE RELAZIONI INTERGENERAZIONALI

 

SALERNO.= “Fornire ai genitori strumenti di comunicazione per facilitare le relazioni interfamiliari ed intergenerazionali; aumentare la loro competenza pedagogica; dotarli di conoscenze specifiche, capacità e strumenti operativi in materia di salute, alimentazione, handicap fisico e psichico”: sono alcuni degli obiettivi del corso gratuito “Le strade della vita”, promosso dall’ente di formazione Voltform, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Asl Salerno 2 e l’Aima-Napoli onlus, con la collaborazione del Forum delle associazioni familiari di Salerno. Il corso – informa l’agenzia SIR - intende “fornire ai genitori informazioni e competenze nel campo della prevenzione, del disagio e delle dipendenze; formarli ed informarli sugli obiettivi e sui ruoli dei servizi presenti sul territorio, per rendere operativo l’esercizio della cittadinanza attiva”. Altro obiettivo è “fornire una descrizione del fenomeno degli incidenti stradali con una particolare attenzione alla percentuale di incidenza nella fascia di età 15-29 anni”. (A.G.)

 

 

ALMENO 76 MORTI E CIRCA 200 FERITI IN COLOMBIA A CAUSA DELL’ALLUVIONE

 CHE HA COLPITO LA REGIONE PORTUALE DI BUENAVENTURA

 

BOGOTA’.= È salito a 76 morti, 170 feriti e 24 dispersi il bilancio delle piogge torrenziali che continuano ad abbattersi nella regione del porto  di Buenaventura, isolato dal resto del Paese a causa di smottamenti che hanno interrotto la strada che lo collega a Cali. Migliaia di ettari coltivati, ponti e abitazioni – informa l’agenzia missionaria MISNA – sono stati gravemente danneggiati dalle precipitazioni che secondo i meteorologi potrebbero prolungarsi fino a giugno. Il maltempo ha paralizzato le esportazioni di merci da Buenaventura, principale scalo marittimo colombiano sull’Oceano Pacifico. (A.G.)

 

 

DOMANI A PISTOIA CONFRONTO EUROPEO NELL’AMBITO DEL PROGETTO “LEONARDO

 DA VINCI” SULLE POLITICHE PER FAVORIRE LE DONNE NEL MERCATO LAVORATIVO

 

PISTOIA. = Delegati di Italia, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia ed Estonia si confronteranno domani a Pistoia, in Toscana, sul tema dell'occupazione femminile, considerato che in Europa la disoccupazione delle donne registra tassi molto superiori a quelli maschili e che si riscontra una maggiore difficoltà delle donne a progredire nella carriera. L’incontro nella città toscana è promosso nell’ambito del progetto ''Leonardo da Vinci'' per mettere a punto strumenti di consulenza ed orientamento atti a favorire le donne nel mercato del lavoro europeo allargato. Progetto, giunto alla fase finale, che si è rivolto sia a donne con specifiche competenze professionali per un sostegno alla loro carriera, sia a donne in condizioni di svantaggio sociale per favorire il loro ingresso o reingresso lavorativo. Durante il progetto si sono svolti altri incontri trasnazionali in Lettonia, nei Paesi Bassi e in Estonia. A Pistoia ogni partner relazionerà sui risultati della sperimentazione e su come intende adottare gli strumenti individuati nei propri servizi. (R.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

20 aprile 2006

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

                   

 

In Iraq è ancora stallo sulla situazione politica. Il premier uscente Jaafari ha rimesso il suo mandato nelle mani dell'Alleanza irachena sciita, la lista che lo aveva designato alla guida del governo. In una lettera inviata ai vertici del partito, Jaafari spiega che la sua decisione scaturisce dalla necessità di garantire unità all'interno dell'Alleanza, cui lascia il compito di scegliere il suo futuro ruolo nel governo. Intanto, slitta a sabato la riunione del nuovo Parlamento iracheno che stamani avrebbe dovuto nominare alcuni vertici dello Stato. Sul terreno il bilancio della violenza è sempre pesante: almeno 10 persone hanno perso la vita in diversi attacchi.

 

Occorre mantenere gli aiuti finanziari al popolo palestinese “per ragioni umanitarie”. È quanto ribadito dal presidente francese Chirac che in visita al Cairo ieri sera ha incontrato il suo omologo egiziano Mubarak. Chirac ha poi precisato che discuterà della questione con il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), atteso la settimana prossima a Parigi.

 

Il Pentagono ha pubblicato per la prima volta un elenco di 558 prigionieri detenuti nella base di Guantanamo, catturati nell’ambito della “guerra al terrorismo” proclamata dal governo degli Stati Uniti. I prigionieri provengono da 41 Paesi, principalmente da Arabia Saudita, Afghanistan e Yemen. Molti di loro sono internati da oltre 4 anni e quasi tutti sono classificati come “combattenti nemici”. La pubblicazione avviene in ottemperanza alla sentenza emanata nella causa vinta dall’agenzia ‘Associated Press’, che si era richiamata alla legge sulla libertà di informazione.

 

L'esplosione di un’autobomba ha causato tre morti ieri sera a Port Harcourt, nella Nigeria meridionale. L’obiettivo, secondo le prime informazioni, sarebbe stata una caserma dell’esercito. L’attacco è stato rivendicato dal Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger, che si batte contro la presenza dei colossi petroliferi stranieri nella regione. Negli ultimi mesi, con i loro attacchi, i separatisti sono riusciti a ridurre del 20% le esportazioni di greggio dal Paese africano.

 

Intanto il prezzo del petrolio prosegue la sua ascesa. Stamani a Londra ha sfondato per la prima volta la soglia dei 74 dollari al barile. Stessa quotazione anche nei mercati asiatici mentre si assesta a 71,90 dollari sul mercato di New York.

 

In Italia è ufficiale la vittoria della coalizione di centro sinistra alle elezioni dello scorso 9 e 10 aprile. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ieri ha diffuso i risultati del conteggio sui voti. Lo scarto fra l’Unione e la Casa delle Libertà alla camera è di 24.755 voti, a fronte dei 25.224 voti diffusi in precedenza.

 

Ancora disordini in Nepal dove la polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti che, violando il coprifuoco, marciavano verso il centro della capitale. Fonti ospedaliere di Katmandu parlano di due morti e diversi feriti. Il nostro servizio:

 

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La polizia nepalese è intervenuta con cariche e gas lacrimogeni per respingere migliaia di manifestanti che cercavano di entrare nel blindatissimo centro della capitale Katmandu. Secondo le prime informazioni ci sarebbero anche diversi feriti e due morti, portati all’ospedale della città. A nulla è servito il coprifuoco imposto dalle autorità e le minacce di sparare a vista sui trasgressori. A migliaia si sono dati appuntamento per chiedere il ritorno alla democrazia dopo che, da oltre un anno, il re Gyanendra ha assunto poteri assoluti. Ad esortare l’ennesima protesta, chiedendo una partecipazione di massa, sono stati i 7 partiti dell’opposizione che l’8 aprile scorso avevano rinunciato ad una impresa simile dopo la minaccia di una violenta repressione da parte delle autorità. Autorità che per altro oggi sono finite sotto il mirino dell’organizzazione per i diritti umani statunitense Human Rights Watch, che ha accusato la polizia nepalese di aver sparato anche contro dei bambini durante le proteste che caratterizzano il Paese ormai da 15 giorni.

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In Oceania, notte di relativa calma a Honiara, la capitale delle Isole Salomone, dopo due giorni di violenze, seguite alle elezioni del 5 aprile scorso che hanno costretto il governo di Canberra ad inviare un centinaio di soldati nell’arcipelago dell’Oceano indiano distante 1200 chilometri dall’Australia. Dalle urne sono usciti 50 parlamentari che dopo un fitto giro di colloqui, hanno eletto primo ministro, Snyder Rini che si è insediato oggi. Da Melbourne, Maurizio Pascucci:

 

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Nelle Salomone non esistono partiti e vari parlamentari tendono a rappresentare piccoli gruppi di interesse o etnie anche di minoranza. Perciò accordi per l’elezione del capo di governo da parte del Parlamento partono da iniziative personali generalmente non estranee alle risorse finanziarie disponibili ai vari pretendenti per persuadere i propri colleghi a farsi votare. Ma la nomina di Schneider Rini a capo del governo, appoggiato da alcuni uomini d’affari della comunità cinese, ha scatenato la furia della gente ad Honiara, messa in ginocchio da 48 ore di saccheggi. La zona della città, popolata dalla comunità cinese, è stata il principale bersaglio dei facinorosi. Nel turbolento arcipelago era già presente una forza internazionale volta a garantire la sicurezza. Il primo ministro australiano, John Howard, ha già mandato inoltre nel Paese altri 190 tra militari e agenti di polizia.

 

Maurizio Pascucci, per la Radio Vaticana.

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Almeno 23 persone hanno perso la vita questa mattina nell'isola indonesiana di Giava, colpita da alluvioni, piene improvvise, inondazioni e frane. A riportare il tragico bilancio è l’agenzia di stampa del Paese Antara.

 

Le Tigri Tamil dello Sri Lanka hanno riferito che i colloqui di pace in programma la prossima settimana in Svizzera sono stati rinviati a tempo indeterminato. In un comunicato i ribelli Tamil hanno specificato che non parteciperanno ai negoziati fino al ritorno della normalità nel Paese. Le Tigri Tamil hanno anche nuovamente smentito qualsiasi coinvolgimento in recenti attacchi a militari.

 

In Pakistan è salito ad almeno 7 morti e una ventina di feriti il bilancio dell’attacco condotto da guerriglieri filo taleban contro forze paramilitari di Islamabad. L’episodio è avvenuto nella regione del Waziristan, al confine con l’Afghanistan, dove da settimane si verificano scontri tra i soldati Pakistani e miliziani integralisti alleati dell’ex regime afghano.

 

 

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