RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 109 - Testo della trasmissione di mercoledì 19 aprile 2006
IL
PAPA E
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Incontro a Teheran tra
delegati della Conferenza episcopale svizzera e rappresentanti musulmani
Entro 6 mesi, gli archivi tedeschi dei lager
nazisti saranno aperti al pubblico
Il
premier israeliano Olmert ferma la rappresaglia dello Stato ebraico
contro i palestinesi dopo l’attentato di lunedì a Tel Aviv
Nulla di fatto al vertice di Mosca sulla questione nucleare iraniana
19
aprile 2006
OGGI
NEL GIORNO DEL SUO PRIMO ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO BENEDETTO XVI
SI E’
DETTO CONVINTO DI SOSTENERE CON TUTTI I FEDELI LA
RESPONSABILITA’
DEL
SUO MINISTERO PETRINO. QUINDI HA LANCIATO UN NUOVO APPELLO
PER LA
PACE IN TERRA SANTA, CONDANNANDO L’ATTENTATO DI LUNEDI’ A TEL AVIV
Il Papa festeggia quest’oggi il
primo anno del suo pontificato. Giunto in elicottero stamane in Vaticano dalla
residenza di Castel Gandolfo, dove sta trascorrendo un breve periodo di vacanze
pasquali, Benedetto XVI è stato accolto con affetto da decine di migliaia di
pellegrini, almeno 60 mila di ogni parte del mondo, riuniti in Piazza San
Pietro per l’udienza generale. Ai fedeli Benedetto XVI ha chiesto di pregare e
sostenerlo per “essere pastore mite e fermo della sua Chiesa”. Poi al termine
della catechesi un accorato appello per la pace in Terra Santa e la condanna
per l’esecrabile attentato di lunedì scorso a Tel Aviv. Il servizio di Roberta
Gisotti.
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Emozionato
oggi come allora, Benedetto XVI, per un evento imprevisto: chiamato il 19
aprile del 2005, “a servire la Chiesa come successore dell’apostolo Pietro”:
“Come passa in fretta il tempo! E’ già trascorso un anno da quando, in
maniera per me inaspettata e sorprendente, i Cardinali riuniti in Conclave
hanno voluto scegliere la mia povera persona per succedere al compianto e amato
Servo di Dio Giovanni Paolo II”.
Poi il ricordo del primo impatto
con la folla nella stessa Piazza San Pietro affacciato dalla Loggia centrale
della Basilica, subito dopo la sua elezione: un incontro “impresso nella mente
e nel cuore”, dove ho subito sperimentato - ha confidato il Papa – “ quanto sia
vero ciò che ebbi a dire” all’inizio del ministero petrino.
“Sento viva la consapevolezza di non dover portare da solo ciò che in
realtà non potrei mai portare da solo”.
Benedetto XVI si è quindi
soffermato nella sua catechesi sul “Mistero pasquale” “nucleo fondamentale e
imprescindibile del messaggio evangelico”, che racchiude la Passione, la morte
e la risurrezione di Cristo, mistero che si rinnova in particolare ogni
domenica, “piccola Pasqua” di ogni settimana. Ed è proprio “dall’incontro
personale con Cristo risorto” che nasce la fede, ha spiegato il Papa, fede che
diventa “slancio di coraggio e di libertà” consapevoli in ogni epoca anche in
questo nostro tempo - come esorta San Paolo - di dover cercare e pensare “le
cose di lassù”, “non a quelle della terra”. Ma ciò non significa - ha
sottolineato il Santo Padre
- disimpegno:
“Questo non vuol dire estraniarsi dagli impegni quotidiani,
disinteressarsi delle realtà terrene”.
“Significa piuttosto – ha proseguito il Papa – “ravvivare
ogni umana attività come un respiro soprannaturale”, per essere “gioiosi
annunciatori e testimoni” di Cristo risorto.
Dopo i saluti ai pellegrini
nelle varie lingue, il pensiero del Santo Padre è andato alla Terra Santa, dove
due popoli sono in guerra da oltre 50 anni, e dove ancora una volta si piangono
i morti di un terribile attentato, quello avvenuto lunedì scorso a Tel Aviv.
Severa la condanna di Benedetto XVI:
“Non è con simili esecrabili
atti che si possono tutelare i pur legittimi diritti di un popolo. Il Signore,
Principe della pace, sia vicino ad israeliani e palestinesi affinché non si
lascino andare ad una tragica deriva, ma riprendano i passi che li portino a vivere in pace e sicurezza l’uno accanto
all’altro, come figli dello stesso Padre che sta nei cieli”.
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E come detto, tanti i pellegrini
oggi in piazza San Pietro a festeggiare il primo anno
di pontificato di Benedetto XVI. Tiziana Campisi ha
chiesto ad alcuni di loro le impressioni sul 264° successore di Pietro.
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R. –
Pur essendo il Papa, si presenta alla gente con tanta giovialità e tanta mitezza.
R. – Mi piace. E’ una bella
figura. E’ allegro…
D. – C’è una sua frase, un suo
pensiero che l’ha colpita?
R. – Il discorso che ha fatto sulla
pace a Pasqua, per lo sviluppo di tutti i popoli. In questo momento, nel quale
siamo forse alla vigilia di altre guerre, di altri gravi dissensi
internazionali, le parole che ha detto a Pasqua sulle esigenze di tutti i
popoli di trovare un benessere interiore, un benessere economico, sono state
molto importanti. Speriamo che i grandi della Terra lo seguano.
D. – Che cosa la colpisce in
particolare della sua persona?
R. – Nonostante sia un grande
teologo, comunque riesce ad usare parole semplici per arrivare al cuore delle persone.
R. – Credo che la cosa che mi è
rimasta più impressa sia il titolo della sua Enciclica, che dice molto su come
voglia impostare anche il proprio papato e su cosa voglia insistere. E poi
quello che mi ha impressionato è il modo di parlare nei confronti della gente,
soprattutto nei confronti dei giovani, che forse non è così plateale e accattivante
in un primo momento, ma è molto, molto lucido. Per cui riesce a centrare le
problematiche, a leggere bene anche la realtà che un giovane sta trascorrendo
ed individuare ovviamente delle possibili risposte alle tante domande che un
giovane trova.
R. – Cerca sempre di tirarci in
ballo nelle sue iniziative. Il concetto che lui ha sempre verso noi giovani è
quello di avvicinarci ancora di più alla Chiesa e farci riuscire a credere
meglio negli ideali a cui ogni cristiano dovrebbe
credere. Mi piace molto questo Papa.
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Il Papa oggi all’udienza
generale è tornato su un concetto che lo accompagna sin dal giorno della sua elezione:
la consapevolezza di non essere “solo” nel “compito inaudito” a cui è stato chiamato e che “supera ogni capacità
umana”; la coscienza di vivere il
ministero di Vicario di Cristo in comunione con tutta la Chiesa. Ascoltiamo in
proposito il servizio di Sergio Centofanti.
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“Chi crede, non è mai solo – non
lo è nella vita e neanche nella morte”. E’ questo il profondo convincimento di
Benedetto XVI espresso già all’ inizio del suo Pontificato. E’ la
consapevolezza consolante di essere inseriti nella Chiesa, Corpo di Cristo. Il
Papa invita tutti a “camminare nella grande compagnia della Chiesa”. Il 15
marzo scorso il Pontefice ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi incentrato
proprio sul rapporto tra Cristo e la Chiesa: ha criticato l’interpretazione
proposta dalla teologia liberale secondo la quale ogni uomo si rapporta in modo
individualistico con Dio. Tutta la missione di Gesù ha invece una finalità
comunitaria:
“Sin dal primo momento della sua attività salvifica Gesù di Nazaret tende a radunare il Popolo di Dio. Anche se la sua
predicazione è sempre un appello alla conversione personale, egli in realtà
mira continuamente alla costituzione del Popolo di Dio che è venuto a radunare,
a purificare ed a salvare”.
“Non posso avere Cristo solo per
me – scrive il Papa nella sua Enciclica – posso appartenergli soltanto in
unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi”. Fra Cristo e
la Chiesa – dunque – “non c’è alcuna contrapposizione: sono inseparabili”. Per
questo Benedetto XVI invita a raggiungere Cristo “nella Chiesa e mediante la
Chiesa”, “nonostante i peccati” degli uomini che la compongono:
“Si può criticare molto la Chiesa. Noi lo sappiamo,
e il Signore stesso ce l’ha detto: essa è una rete con
dei pesci buoni e dei pesci cattivi, un campo con il grano e la zizzania. Papa
Giovanni Paolo II, che nei tanti beati e santi ci ha mostrato il volto vero
della Chiesa, ha anche chiesto perdono per ciò che nel corso della storia, a
motivo dell’agire e del parlare di uomini di Chiesa, è avvenuto di male. In tal
modo fa vedere anche a noi la nostra vera immagine e ci esorta ad entrare con
tutti i nostri difetti e debolezze nella processione dei santi, che con i Magi
dell’Oriente ha preso il suo inizio. In fondo, trovo io, è consolante il fatto
che esista la zizzania nella Chiesa. Così, con tutti i nostri difetti possiamo
tuttavia sperare di trovarci ancora nella sequela di Gesù, che ha chiamato
proprio i peccatori”.
E
nonostante le debolezze della Chiesa - afferma il Papa - Gesù stesso le ha
affidato il duplice inseparabile servizio della carità e della verità:
“Quello degli Apostoli e dei loro successori è anzitutto un servizio di amore: la
carità che essi devono vivere e promuovere è inseparabile dalla verità che
custodiscono e trasmettono. La verità e l’amore sono due volti dello stesso
dono, che viene da Dio e che grazie al ministero apostolico è custodito nella
Chiesa e ci raggiunge fino al nostro presente! Anche attraverso il servizio
degli Apostoli e dei loro successori l’amore di Dio Trinità ci raggiunge per
comunicarci la verità che ci fa liberi”.
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NOMINA
In Brasile, Benedetto XVI ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Guaxupé,
presentata da mons. José Geraldo Oliveira do Valle,
della Congregazione degli Stimmatini, per
sopraggiunti limiti d’età. Il Papa
ha nominato suo successore mons. José Mauro Pereira Bastos, della Congregazione dei Passionisti, finora
vescovo di Janaúba.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina - "Dio mi conceda di essere Pastore mite e fermo della sua
Chiesa": Benedetto XVI all'udienza generale ricorda con animo grato il giorno
dell'elezione alla Cattedra di Pietro circondato dal gioioso abbraccio di
migliaia e migliaia di fedeli in Piazza San Pietro.
Servizio
vaticano - Una pagina dedicata alla celebrazione della Pasqua nelle Diocesi italiane.
Servizio
estero - L'intervento della Santa Sede sul tema: "La comunità internazionale
ha la responsabilità di proteggere di fronte ad ogni atto esecrabile di genocidio".
Servizio
culturale - Un articolo di Angelo Marchesi dal titolo "L'Uomo tra finito e
infinitudine futura": in margine ad un recente
saggio filosofico.
Servizio
italiano - Elezioni: si attende il verdetto della Cassazione. Romano Prodi al
lavoro per formare l'Esecutivo.
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19 aprile 2006
IL PAPA DELLA GIOIA, CHE ANNUNCIA LA VERITA’ DEL VANGELO, DIALOGANDO
ANCHE CON I MONDI PIU’ LONTANI. SUL PRIMO ANNO DI PONTIFICATO
DI BENEDETTO XVI, LE RIFLESSIONI
DEL VESCOVO VINCENZO PAGLIA,
DELLA PROF.SSA MARIA LUISA DI PIETRO E DEL
VATICANISTA ORAZIO PETROSILLO
In questi primi 12 mesi di Pontificato di Benedetto XVI, i
fedeli hanno potuto conoscere e, in parte, scoprire le qualità umane e
spirituali del Papa teologo, che ha voluto significativamente dedicare la sua
prima Enciclica all’amore, cuore del messaggio cristiano. Nel servizio di
Alessandro Gisotti, alcuni commenti sui punti chiave del primo anno di Joseph Ratzinger alla Cattedra di
Pietro:
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Benedetto XVI,
il Papa della gioia, che sa dialogare con il mondo senza rinunciare
all’annuncio della Verità del Vangelo. Proprio su questa capacità di dialogo di
Benedetto XVI espressa in questo primo anno di Pontificato si sofferma il
vescovo di Terni-Narni-Amelia,
Vincenzo Paglia, fondatore della Comunità di Sant’Egidio:
R. – Mi colpisce la sua capacità di intessere un dialogo
intenso con tutti, in verità, e poi l’intelligenza della fede, di cui c’è molto
bisogno.
D. – Il
Papa teologo ama dialogare con tutti, anche con i mondi più lontani, senza
tuttavia rinunciare all’annuncio della Verità. Come valuta questo tentativo,
non sempre agevole, anche pensando al dialogo ecumenico e al dialogo
interreligioso?
R. – Nella mia
piccola esperienza ecumenica debbo sottolineare la straordinaria accoglienza
che questo Papa ha avuto ultimamente. Nell’incontro con il Patriarca di Mosca
ho sperimentato l’attenzione straordinaria per la sua figura e per l’impegno
ecumenico di Papa Benedetto. Per quanto riguarda il dialogo interreligioso, a
me sembra di dover sottolineare una particolare attenzione, in realtà già
presente nel teologo Ratzinger, e cioè l’importanza
che la dimensione culturale deve avere anche nel dialogo interreligioso, tanto
che Papa Benedetto sollecita una nuova alleanza tra il Cristianesimo e
l’umanesimo per aiutare anche le altre religioni a dialogare tra loro, in vista
dell’individuazione di basi comuni per la convivenza fra tutti i popoli.
La difesa della
vita e quindi della dignità dell’uomo è stato uno dei temi forti del primo anno
di Pontificato di Benedetto XVI. Vita, famiglia, educazione, ha detto il Papa
sono valori irrinunciabili perché propri della natura dell’uomo. Sono valori
universali, non confessionali. Ecco la riflessione della prof.ssa Maria Luisa
Di Pietro, docente di Bioetica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma:
R. - Il messaggio più forte l’ho trovato nella Enciclica Deus caritas
est, quando Benedetto XVI scrive che l’uomo può amare perché ha
l’esperienza di essere amato da Dio. Penso che nel quotidiano, nell’analisi e
nelle riflessioni delle questioni che riguardano la possibilità di intervento
sull’uomo, proprio questa percezione del poter amare, del prendersi cura degli
altri perché si ha dentro di sé l’esperienza dell’amore di Dio sia la cosa che
dà più forza.
D. – La difesa della vita è stato uno dei tempi forti del
primo anno di Pontificato di Benedetto XVI. Una tensione che mostra una
sintonia assoluta con il suo amato predecessore …
R. – Sicuramente, ma chi conosceva la riflessione del
cardinale Ratzinger era ben consapevole che Papa
Benedetto XVI sarebbe stato uno strenuo difensore della vita e della dignità
umana, in piena continuità con quello che è sempre stato il suo pensiero. Ovviamente
questa attenzione nei confronti della vita e soprattutto questa attenzione
rispetto alla dimensione del prendersi cura è proprio nell’amore verso gli
altri. D’altro parte l’inno alla carità, che è appunto
la Deus caritas est, mette in evidenza proprio
questo.
Dopo Giovanni
Paolo II, il grande comunicatore, Benedetto XVI si è imposto per il suo stile
di comunicazione. Da subito, hanno colpito la sua sobrietà e la sua dolcezza.
L’opinione del vaticanista de “Il Messaggero”, Orazio Petrosillo:
R. – Ratzinger è alta teologia, espressa però in un modo molto
semplice e comprensibile. Questo Papa mi colpisce perché è maestro di verità,
con un’autorevolezza anche di teologo, ma anche perché centra il vero problema,
il problema dell’uomo di oggi nel suo rapporto con Dio.
D. – Giovanni Paolo II è stato uno straordinario
comunicatore. Eppure, con il suo stile sobrio, con la sua dolcezza nei modi,
Benedetto XVI sta stupendo per efficacia di comunicazione, come lo spieghi?
R. – Innanzitutto, con l’umiltà di questo Papa che non
vuole scimmiottare i carismi del predecessore… poi, sembra incredibile, ma
attira per la sua timidezza, il suo proporre l’amicizia, la gioia, anche se il
termine è pronunciato con la sua caratteristica ‘g’! E’ un uomo abituato al
dialogo intellettuale. Per esempio, riesce splendidamente
quando si fa interrogare dai bambini della Prima Comunione, come dai
giovani, ed è efficacissimo in questo. La purezza del suo tratto, quella
riservatezza, quel suo sorriso, riescono a catturare l’attenzione.
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LE DIFFICOLTA’ DEI CATTOLICI DELLO SRI LANKA A CAUSA DEL CLIMA DI
VIOLENZA
E DELL’INTERRUZIONE DEI
COLLOQUI TRA GOVERNO E RIBELLI TAMIL
- Intervista con mons. Mario Zenari -
Dopo gli attentati
dei giorni scorsi, che hanno causato almeno una decina di vittime nello Sri Lanka, la comunità
internazionale si muove per riavviare il processo di pace tra governo di
Colombo e i ribelli Tamil. Questi ultimi hanno
annunciato la sospensione della loro partecipazione ai negoziati destinati a
rinforzare la tregua. Il mediatore norvegese Jon Hansen Bauer si trova da oggi
nella capitale per colloqui con le parti e per cercare almeno di allentare le
tensioni. Ma in questa difficile situazione come stanno vivendo le piccole
comunità cattoliche dell’isola? Ci risponde il nunzio apostolico nello Sri Lanka, mons. Mario Zenari, intervistato da Paul Anthem della nostra redazione in lingua inglese:
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R. – Molte comunità pregano e anche fanno digiuno per la
pace, per la riconciliazione. Nel mese di febbraio diverse comunità parrocchiali
hanno pregato per i colloqui di pace di Ginevra e adesso stanno facendo lo
stesso per la riuscita del secondo turno dei colloqui di pace che è in
programma e speriamo che tutto vada a buon fine. Queste comunità trovano anche
un incoraggiamento naturalmente dalla solidarietà del Santo Padre, a cui sta così a cuore la pace in diverse parti del mondo,
tra cui anche qui nello Sri Lanka.
D. – In questo clima di violenze come hanno vissuto le
comunità cattoliche dello Sri Lanka
la Santa Pasqua?
R. – La Pasqua è stata martoriata da questi tragici
avvenimenti di violenza che si sono verificati anche nello stesso giorno di
Pasqua. Tuttavia le comunità conservano la gioia, che viene dalla fede,
conservano la speranza e conservano la fiducia. Un giorno o l’altro verrà anche
la pace. Quello che è importante ora è seminare promuovendo la giustizia,
promuovendo la solidarietà, promuovendo la fratellanza. Con questo noi abbiamo
la fiducia che ci arriva dal mistero di Cristo. Abbiamo vissuto un po’ lo
stesso clima di Natale. Anche Natale è stato martoriato, basti pensare che la
stessa Messa di Mezzanotte in una cattedrale a Batticaloa
il vescovo e i fedeli hanno assistito al momento della
Comunione ad un assassinio di una persona. Lo stesso vescovo di Batticaloa aveva programmato di celebrare nella cattedrale
di Trincomalee i riti della Settimana Santa. A metà strada ha
dovuto fare ritorno perché erano scoppiati tafferugli ed erano scoppiate delle
bombe. Lo stesso vescovo che ha vissuto un tragico Natale ha dovuto vivere
anche la Santa Pasqua in queste condizioni. Però, come ripeto, sentiamo anche
la forza che ci viene da questo mistero di riconciliazione del Signore
e siamo sostenuti dalla solidarietà, dalla solidarietà del Santo Padre e di
tanti fratelli e sorelle e in unione con tanti altri fratelli e persone che nel
mondo stanno vivendo le stesse sofferenze.
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SARA’ INAUGURATA DOMANI
DAL PRESIDENTE CIAMPI
LA MOSTRA “GENTILE DA FABRIANO E L’ALTRO RINASCIMENTO”.
LA RASSEGNA SARA’ APERTA AL PUBBLICO FINO AL PROSSIMO 23 LUGLIO
-
Intervista con Mochi Onori -
Sarà inaugurata domani, 20 aprile,
con la visita del presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, la mostra “Gentile da Fabriano e l’altro
Rinascimento”. La rassegna, aperta al pubblico dal 21 aprile fino al 23 luglio
prossimo, è un omaggio che la località delle Marche ha voluto rendere al suo
cittadino più illustre, rappresentate del gotico internazionale, pittore di
ricca cultura, prevalentemente fiamminga e lombarda. All’evento, arricchito da
oltre 100 opere dei maggiori artisti coevi a Gentile,
si affianca un progetto parallelo, intitolato “Terre del
Gentile”, che partendo dalla mostra spazia allo sviluppo dei servizi culturali
e turistici del territorio. Il servizio è di Barbara Castelli:
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(musica)
Ricchi panneggi, linearità dei
contorni, fastosità dei costumi: sono i tratti distintivi delle opere di
Gentile da Fabriano, artista raffinato, attento nel vedere e sentire i
valori dell’uomo e della natura. Al Maestro, che, sotto molti aspetti,
anticipò, con la sua originalità, l’avvento del Rinascimento, la città natale
ha voluto dedicare un evento espositivo di grande respiro, raccogliendo nell’ex
ospedale di Santa Maria del Buon Gesù ben 32 opere dalle maggiori collezioni
europee e statunitensi. Protagonista della scena artistica delle più importanti
città italiane, come Venezia, Firenze e Roma, Gentile fu stimato e conteso dai
grandi committenti dell’epoca per l’esuberanza decorativa, capace di
trasformare un’opera d’arte nella pagina di una fiaba. Ma cosa scopre il
visitatore di Gentile da Fabriano tra i corridoi della mostra? Ci risponde Mochi Onori, una delle curatrici della rassegna.
R. – Riscopre un maestro sul quale non è stata mai fatta
una mostra. Si tratta di opere su tavola, fragilissime, che è complicato avere
in prestito dai musei e che ovviamente sono capolavori assoluti. Quindi, è
un’occasione straordinaria anche per ripercorrere la storia di Gentile da
Fabriano attraverso il contesto in cui lui ha vissuto. Gentile è in bilico tra
il tardo-gotico, cioè il gotico cortese, la grande fioritura delle corti del
Nord, e il grande rinascimento che sta in quel momento esplodendo a Firenze con
le grandi novità – Brunelleschi, Masaccio
soprattutto.
D. – Quali sono le opere più rappresentative della
rassegna che Fabriano dedica a Gentile?
R. – Abbiamo prima di tutto il Polittico Quadratese ricostruito con le predelle, cosa che non
succedeva da parecchi secoli; abbiamo la predella della Palastrozzi
che viene dal Louvre, che è un’altra cosa che non
tornava in Italia da secoli e che è uno dei pezzi più straordinari di Gentile;
abbiamo diverse opere che vengono dagli Stati Uniti, tra cui una mai vista
dagli studiosi, San Paolo, di una collezione privata … Abbiamo questi confronti
che sono veramente una occasione per la storia
dell’arte di capire meglio questo maestro e di capire il contesto.
(musica)
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19 aprile 2006
ATTESE
DOMANI, 20 APRILE, NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO DE BORJA A MADRID,
LE
RELIQUIE DI SAN FRANCESCO SAVERIO, PATRONO DELLE MISSIONI
MADRID. = Le reliquie di San Francesco Saverio saranno
trasferite domani nella chiesa gesuita di San Francesco de Borja
a Madrid, dove saranno venerate da migliaia di fedeli, prima di fare ritorno
nella chiesa del Gesù a Roma, il prossimo 24 aprile. Il braccio incorrotto del
patrono delle missioni giungerà nella capitale spagnola, dopo essere stato ospitato
nel santuario saveriano della Navarra,
dove è stato esposto durante le principali celebrazioni dell’Anno Giubilare
della Compagnia di Gesù. Nel 2006 ricorre infatti il
450.mo anniversario della
morte dei Sant’Ignazio di Loyola e il 500.mo
anniversario della nascita di San Francesco Saverio e del Beato Pietro Favre, tre dei 10 fondatori dell’Ordine. A custodire la
preziosa reliquia durante il tragitto verso Madrid sarà il provinciale della
Castiglia, padre Joaquín Barrero. Dopo la Veglia di
preghiera di domani, venerdì il vescovo ausiliare di Madrid, mons. César Augusto Franco Martínez,
presiederà l’Eucaristia. Quindi, le reliquie di San Francesco Saverio saranno
esposte al pubblico e venerate giorno e notte fino a lunedì. Sabato 22, in
coincidenza con la festività di Nostra Signora Madre della Compagnia, avrà
luogo la celebrazione ufficiale del Giubileo dei Gesuiti in tutto il mondo. A
Roma, dopo la Messa Solenne nella basilica di San Pietro presieduta dal
segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, Benedetto XVI rivolgerà un
discorso ai fedeli. A Madrid, invece, sarà il nunzio apostolico in Spagna e nel
Principato di Andorra, mons. Manuel Monteiro de
Castro, a presiedere l’Eucaristia. (R.M.)
“PROMUOVERE
UN DIALOGO INTERRELIGIOSO CONCRETO, CIOÈ INCONTRARSI,
PARLARSI
E CONDIVIDERE OPINIONI ED ESPERIENZE”:
QUESTO
LO SCOPO DELL’INCONTRO TRA Il GRUPPO DI LAVORO ISLAM (GTI)
DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE SVIZZERA E LA ‘ISLAMIC CULTURE AND RELATIONS
ORGANISATION’
(ICRO), IN CORSO A TEHERAN, IN IRAN, FINO AL 24 APRILE
TEHERAN. = “Lo scopo della nostra visita in Iran è la
promozione di un dialogo interreligioso concreto, cioè incontrarsi, parlarsi e
condividere opinioni ed esperienze”: è quanto ha dichiarato ieri all’agenzia
MISNA Mario Galgano, portavoce del Gruppo di Lavoro Islam (GTI) della
Conferenza episcopale svizzera, che da lunedì sta incontrando a Teheran i membri della delegazione iraniana ‘Islamic Culture and Relations Organisation’ (ICRO).
Guidata da mons. Pierre Bürcher, vescovo ausiliare di
Losanna, Ginevra e Friburgo e presidente del GTI, la delegazione svizzera ha
voluto rispondere all’invito rivoltole nel settembre scorso dall’Ayatollah, Mahmoud Mohammadi Araqi, presidente dell’ICRO, durante la sua visita in
svizzera. “Il GTI e l’ICRO – ha spiegato Galgano – vanno nella stessa direzione,
perché hanno gli stessi obiettivi. Nel GTI collaborano insieme cristiani e
musulmani – ha aggiunto – abbiamo voluto rafforzare la nostra relazione con
l’ICRO nel senso di promuovere insieme il dialogo islamico-cristiano”. I
colloqui proseguiranno fino al 24 aprile sul principio di un “dialogo autentico
nel rispetto del pensiero e della mentalità dell’altro”. (R.M.)
NEL GIORNO DI PASQUA, ATTACCATE NELLO STATO INDIANO DEL KARNATAKA
DUE COMUNITÀ CRISTIANE PROTESTANTI RIUNITE IN PREGHIERA
MANGALORE. = Nello
Stato meridionale indiano del Karnataka, il giorno di
Pasqua gruppi di attivisti indù hanno attaccato due comunità cristiane
protestanti riunite in preghiera. Come riporta l’agenzia AsiaNews, il primo
assalto è avvenuto alle undici di mattina nella sala delle preghiere della
“Chiesa dei credenti” di Bantaguri. Un gruppo
composto da circa dieci uomini ha interrotto la
preghiera, colpito il predicatore, ora ricoverato in ospedale, e razziato il
luogo di culto. Usciti dalla chiesa, i fondamentalisti hanno attaccato
l’abitazione del pastore ed una macchina parcheggiata davanti all’ingresso. Il
secondo incidente è avvenuto invece a Balmatta, alla
Comunità degli studenti cristiani, dove circa 25 persone hanno interrotto la
funzione pasquale e hanno attaccato i fedeli, per lo
più donne e bambini. Secondo diversi testimoni oculari, gli assalitori hanno
atteso che gli uomini abbandonassero la sala prima di
entrare: si sono chiusi dentro ed hanno razziato il luogo, minacciando di
“gravi conseguenze” i presenti che li avessero denunciati. Alla fine, hanno
riaperto la sala e sono scappati con oggetti appartenenti alla comunità. (R.M.)
IL
PROSSIMO 27 APRILE, UNA NUTRITA RAPPRESENTANZA DI SPORTIVI ITALIANI,
ISRAELIANI
E PALESTINESI CORRERANNO FIANCO A FIANCO DA GERUSALEMME
A BETLEMME
PER SCRIVERE INSIEME UNA NUOVA PAGINA DELLA PACE
- A
cura di Giovanni Peduto -
GERUSALEMME/BETLEMME. = Si svolgerà il prossimo 27 aprile la terza
edizione della “Maratona Giovanni Paolo
II” da Gerusalemme a Betlemme, una corsa di carattere fortemente
simbolico in cui atleti italiani, israeliani e palestinesi correranno insieme
portando la fiaccola della Pace
e la bandiera olimpica. La corsa
è aperta a tutti e si snoda lungo i 10 chilometri che separano Gerusalemme da
Betlemme. La maratona, giunta alla sua terza edizione, vuole unire due aspetti
che si integrano tra loro con completezza: quello religioso e quello sportivo.
L’evento, promosso dal Centro Sportivo
Italiano (CSI), dall’Opera
Romana Pellegrinaggi e dall’Ufficio
Nazionale della Conferenza episcopale italiana (CEI) per
ENTRO
6 MESI, GLI ARCHIVI DEI LAGER NAZISTI SARANNO APERTI AL PUBBLICO.
LA STORICA
DECISIONE ANNUNCIATA LUNEDI’ A WASHINGTON
DAL
MINISTRO DELLA GIUSTIZIA TEDESCO, ZYPRIES
WASHINGTON. = Entro sei mesi, gli archivi dei campi di
sterminio nazisti potrebbero essere accessibili al pubblico, secondo modalità
da determinare: è l’impegno assunto lunedì dal ministro della Giustizia
tedesco, Brigitte Zypries, dopo una consultazione al
Museo dell’Olocausto di Washington. Il governo di Berlino – ha detto la Zypries – intende lavorare con l’Amministrazione americana
e con le altre interessate per rivedere la normativa internazionale sulle
informazioni che riguardano circa 17 milioni di vittime dell’Olocausto: ebrei,
ma anche milioni di persone di altre etnie, fedi e gruppi. Fino ad ora, la Germania aveva opposto resistenza alle richieste di
accesso agli archivi che venivano da storici, superstiti o familiari delle
vittime. Si calcola che vi siano tra 30 e 50 milioni di documenti conservati nel
villaggio tedesco di Bad Arolsen. Solo la Croce Rossa
internazionale era stata autorizzata, nei 60 anni trascorsi dall’Olocausto, a
consultare i documenti nel tentativo di accertare la sorte dei deportati. La
riluttanza della Germania ad aprire gli archivi
poggiava, finora, su ragioni di privacy,
come ha spiegato la Zypries. Ma parlando con la
direttrice del Museo di Washington, Sara Bloomfield,
e poi alla stampa, il ministro ha detto che la Germania
ha ora cambiato posizione e vuole cercare di modificare immediatamente
l’accordo fra 11 Paesi che regola l’accesso agli archivi. “Siamo d’accordo per
aprire gli archivi di Bad Arolsen – ha dichiarato la Zypries – e riteniamo che i dati dovranno essere protetti
da quei Paesi che ne faranno copia e che li utilizzeranno”. (R.M.)
LA
CREAZIONE DI UN’AUTOSTRADA E 20 MILA NUOVI POSTI DI LAVORO:
QUESTE,
TRA LE INIZIATIVE PRESENTATE IERI DAL PRESIDENTE NIGERIANO,
OBASANJO,
PER RILANCIARE GLI STATI DEL DELTA DEL NIGER
DELTA
DEL NIGER. = La creazione di 20 mila posti di lavoro e l’edificazione di
un’autostrada sono due tra i progetti stanziati dal governo federale nigeriano
per rilanciare economicamente lo Stato africano. Il Paese, infatti, pur essendo
molto ricco di petrolio, è colpito da una diffusa povertà. Le iniziative sono
state rese note ieri dal presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, nel discorso
inaugurale del Consiglio per lo sviluppo socio-economico degli Stati del Delta
del Niger. “Abbiamo una meravigliosa opportunità per un nuovo inizio”, ha
dichiarato il capo di Stato, elencando una lista di iniziative: un’autostrada
da 1,8 miliardi di dollari che colleghi l’Est all’Ovest del territorio e nuove
assunzioni nell’Esercito, nella Polizia, in aziende petrolifere statali e nel
campo dell’istruzione. Come riferisce l’agenzia MISNA, Obasanjo
ha poi sollecitato i governatori degli Stati della Nigeria a presentare
progetti locali entro la prossima riunione del Consiglio, in programma il 18
luglio. Scettici i commenti di esponenti dei vari gruppi del Delta del Niger,
che denunciano da mesi l’emarginazione della propria regione, manifestando per
una più equa distribuzione delle risorse petrolifere. “L’annuncio non è
abbastanza elettrizzante da costringerci a fornire un responso positivo”, ha
dichiarato Oronto Douglas
del Movimento di emancipazione per il Delta del Niger. (S.C)
UN
TOUR IN BICICLETTA LUNGO LE STRADE DI MINDANAO, ISOLA DELLE FILIPPINE
MERIDIONALI:
LO PROMUOVONO NUMEROSI SACERDOTI LOCALI
PER
DIRE “BASTA” ALLE VIOLENZE NEL TERRITORIO
DAVAO
CITY. = In bicicletta attraverso Mindanao, isola
delle Filippine meridionali, per dire basta alle violenze che si ripetono da
decenni nel territorio. Promotore di questa originale iniziativa e il padre redentorista, Amado Picardal, che insieme al vescovo della diocesi di Kidapawan, mons. Romulo Valles, e ad altri 23 esponenti ecclesiastici è partito lunedì
da Davao City, per un viaggio su due ruote di 21
giorni lungo un percorso di circa due mila chilometri. Mindanao,
abitata da una significativa presenza musulmana, nell’ambito di un Paese a
maggioranza cattolica, è teatro da decenni di una rivolta separatista
intenzionata a chiedere migliori condizioni di vita per un territorio ricco di
risorse naturali, eppure abitato in prevalenza da poveri. “Vogliamo portare un
messaggio di vita e di pace in una terra dove continua a dominare la cultura
della morte e della violenza”, ha dichiarato in un comunicato reso noto
dall’agenzia MISNA padre Picardal, che sei anni fa
aveva già realizzato una marcia della pace su due ruote, ma ‘in solitaria’. Il sacerdote ha rivolto un invito sia al Fronte
di liberazione islamico moro (MILF), sia al sedicente Gruppo guerrigliero
comunista, ancora attivo nel Paese, a riprendere il processo di riconciliazione
con il governo in un territorio in cui le vere radici del conflitto sono
“povertà, disuguaglianza, ingiustizie e sfruttamento”. Il gruppo farà tappa in
diverse località di Mindanao, raccogliendo lungo il
cammino altri sacerdoti ‘in bicicletta’, ma anche
attivisti per la pace, ambientalisti e simpatizzanti dell’iniziativa. (S.C.)
QUESTA
SERA NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA MAGGIORE, IL CONCERTO PROMOSSO DAL
PONTIFICIO ISTITUTO DI MUSICA SACRA
IN
OMAGGIO A BENEDETTO XVI
ROMA. = Un concerto in vista del V Incontro mondiale delle
famiglie, in programma a Valencia, in Spagna, dal primo al
nove luglio prossimi. A promuoverlo, stasera nella Basilica romana di
Santa Maria Maggiore, è il Pontificio Istituto di Musica Sacra, che con
l’occasione vuole anche rendere omaggio a Benedetto XVI nel primo anniversario
della sua elezione. L’esecuzione
musicale è affidata all’Orchestra Sinfonica “Primitiva” di Llíria,
diretta dal maestro Roberto Forés Asensi;
in programma, brani del maestro mons. Valentino Miserachs
Grau, preside dell’Istituto Pontificio, e
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19 aprile 2006
- A cura di Eugenio Bonanata -
Il governo israeliano non autorizzerà nessuna azione
militare contro il governo palestinese di Hamas, dopo
il sanguinoso attentato suicida di lunedì a Tel Aviv. Il premier Olmert, consultati i capi della sicurezza, ha optato invece
per il rafforzamento delle misure restrittive. Il nostro servizio:
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Nelle decisioni israeliane prevale la linea moderata che
congela la rappresaglia armata nei Territori. Una linea che non compromette gli
sforzi degli Stati Uniti tesi ad isolare diplomaticamente e finanziariamente la
nuova maggioranza radicale all’interno dell'Autorità Nazionale Palestinese. Tra
le misure decise da Israele vi sono la revoca dello status di residenti ad
esponenti di Hamas che vivono a Gerusalemme Est e
provvedimenti contro l’entrata in Israele di palestinesi senza permesso. Sul
terreno resta altissimo il livello di guardia degli agenti israeliani, dopo
l’annuncio della Jihad islamica di avere un esercito
con 70 kamikaze pronti a farsi saltare in aria. Stamani sono stati inviati
rinforzi su tutte le principali strade intorno al confine della 'Linea Verde' che
separa Israele dalla Cisgiordania occupata. Nell’area una ventina di persone
sono state arrestate in nottata, tra queste anche il
padre dell'attentatore suicida che lunedì ha provocato nove morti. Intanto, sul
fronte palestinese un gruppo combattente ha addirittura chiesto che il presidente
Abu Mazen si scusi per aver condannato la strage. Da parte sua Hamas, giustificando l’attentato, ribadisce che è Israele
“l’unico responsabile della violenza nei Territori”.
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Si è concluso con un nulla di fatto a Mosca il vertice dei
membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la
Germania, che non hanno adottato nessuna decisione concreta sulla
controversa questione nucleare iraniana. Oggi, sempre nella capitale russa, il
dibattito sull’Iran continua a tenere banco nell’incontro preparatorio del G8
in programma il prossimo luglio a San Pietroburgo. Intanto, all’indomani
dell’avvertimento del presidente USA, Bush, secondo
il quale “tutte le opzioni sono sul tavolo”, oggi il presidente francese Chirac ha definito “inaccettabile” l’idea di una bomba
atomica iraniana. Da parte sua il premier britannico Blair
ha sottolineato invece la necessità di un messaggio “di chiarezza e di unità”.
Dopo il record raggiunto ieri a circa 72 dollari al
barile, il prezzo del petrolio oggi è sceso sotto i 71 dollari. Il rialzo di
ieri, legato strettamente alla crisi iraniana, ha caratterizzato sia i mercati
statunitensi che quelli asiatici. L’ascesa preoccupa l’OPEC, l’Organizzazione
dei Paesi esportatori di petrolio, secondo la quale i prezzi resteranno alti
per anni, assestando un duro colpo alla crescita economica mondiale.
Saddam Hussein ordinò il massacro di 148 sciiti nel
villaggio di Dujail. E’ quanto emerso a Baghdad alla
riapertura del processo contro l’ex rais, dove i periti hanno confermato
l’autenticità della firma sul documento di esecuzione. Intanto sul terreno non si ferma la violenza.
In due scuole di Baghdad miliziani armati hanno barbaramente decapitato due
maestri sotto gli occhi degli alunni. Sempre nella capitale almeno una persona
è morta e altre dieci sono rimaste ferite per l’esplosione di una bomba
avvenuta nei pressi dell’ufficio dell’ex premier Allawi.
La polizia ha poi rinvenuto cinque corpi in una vasca di un impianto per il
trattamento delle acque. I cadaveri avevano le mani legate dietro la schiena e
sarebbero stati torturati prima di essere uccisi con colpi d'arma da fuoco alla
testa e al torace.
Arrestati in Arabia Saudita cinque militanti di al Qaeda coinvolti nel fallito attacco all’impianto
petrolifero saudita di Abqaiq. Nella stessa
operazione, le autorità hanno sequestrato una tonnellata e mezzo di esplosivo.
Trovato anche il video che mostra i miliziani mentre
preparano le bombe utilizzate nell’attentato.
Sette persone sono state arrestate, fra Marsiglia, Napoli,
Caserta e Milano in seguito ad un’operazione italo-francese che ha sgominato un’organizza-zione
dedita al traffico illegale di clandestini e di documenti falsi fra i due
Paesi. I mandati di arresto europeo, frutto di un indagine
avviata un anno fa, sono stati notificati a 5 italiani e a due cittadini
algerini già detenuti in Italia.
In Italia si attendono i risultati del conteggio sui voti
delle elezioni che si sono svolte il 9 e 10 aprile scorsi. Il verdetto sarà
comunicato nel pomeriggio, con una nota ufficiale della Suprema Corte,
pubblicata anche sul sito Internet www.cortedicassazione.it.
Per la prima volta nella storia della Corea del Sud una
donna assumerà le redini del governo del Paese asiatico. Il parlamento, dietro
la proposta del presidente Roh Moo
hyun, ha infatti approvato
la nomina a primo ministro della signora Han Myeong Sook, con 182 voti a
favore e 77 contrari. Il nuovo premier, già ministro dell’Ambiente e delle Pari
opportunità, prende il posto di Lee Hae Chan, costretto alle
dimissioni il mese scorso perchè accusato della cattiva gestione di
un’agitazione dei ferrovieri che ha causato molti disagi alla popolazione. Han prende la guida dell’esecutivo in un momento
particolarmente delicato del Paese. Il problema principale riguarda i negoziati
sul nucleare nordcoreano, poi bisogna tener conto del
deterioramento delle relazioni con Tokyo per una controversia territoriale
tornata alla ribalta nelle ultime ore a proposito di due isolotti nel mar del
Giappone.
In Nepal prosegue la contestazione contro il re Gyanendra. Manifestazioni si sono svolte ieri in diverse
città del Paese. Negli scontri con la polizia è rimasta uccisa una persona,
portando così a sei il bilancio delle vittime dall’inizio delle proteste due
settimane fa. Per la prima volta sono stati arrestati anche decine di
funzionari di Stato coinvolti nelle manifestazioni. Nel febbraio 2005 il
monarca ha allontanato il governo impadronendosi del potere assoluto. Sotto la
spinta dei manifestanti si è impegnato a indire elezioni entro l’aprile 2007,
tuttavia, non ha risposto alle richieste di reinsediare
un governo rappresentativo e di porre fine alla repressione dell’opposizione
politica.
Il presidente del Ciad, Deby, ha
annunciato che riarmerà il Paese. In un'intervista al giornale francese “Le Figaro” il capo dello stato africano ha confermato
l’intenzione di destinare fondi all’acquisto di armi per la difesa. Nei giorni
scorsi alcune colonne di rivoltosi che partivano dal territorio del Sudan
avevano lanciato un attacco contro il regime di Deby,
arrivando nel cuore della capitale N’Djamena.
In Colombia soltanto 604 paramilitari di estrema destra,
sui 30 mila che hanno accettato di deporre le armi, saranno processati dalla magistratura
sudamericana. In base alla legge ‘giustizia e pace’,
promossa dal presidente Uribe, ai paramilitari non
potrà essere comminata una pena superiore a 8 anni. Il governo, in piena
campagna elettorale per il rinnovo del mandato nelle elezioni del 28 maggio, ha
dichiarato chiusa la fase di smobilitazione dei paramilitari.
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