RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 108 - Testo della trasmissione di martedì 18 aprile 2006
IL
PAPA E
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Messaggio del
presidente della Repubblica italiana, Ciampi, alla
vigilia del primo anniversario
di Pontificato di Benedetto XVI
Il
petrolio sfonda i 72 dollari al barile
Celebrata ieri la Giornata
mondiale dell’emofilia
Italia:
continuano le polemiche per i conteggi del voto del 9 e 10 aprile
18 aprile 2006
DOMANI,
19 APRILE, RICORRE IL PRIMO ANNIVERSARIO DELL’ELEZIONE
DI BENEDETTO
XVI. AL CENTRO DEL PRIMO ANNO DI PONTIFICATO
L’ANNUNCIO
CHE DIO E’ AMORE:
NELLA
VERITA’ DI CRISTO L’UOMO TROVA GIOIA E PIENEZZA DI VITA
Domani, 19 aprile, ricorre il
primo anniversario della elezione di Benedetto XVI, 265° Vicario di Cristo. Un
anno molto intenso che ha portato l’ottavo Papa tedesco della storia a
incontrare oltre 4 milioni di persone tra udienze e celebrazioni. Tra gli altri
numeri ricordiamo l’Enciclica “Deus caritas est”, i
due viaggi: uno in Germania per la GMG di Colonia e l’altro in Italia, a Bari,
per la conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. E ancora il Concistoro
per la creazione di 15 nuovi cardinali e la proclamazione di 5 nuovi Santi e 32
nuovi Beati.
Il mese scorso ha iniziato un
nuovo ciclo di catechesi all’udienza generale del mercoledì sul rapporto, non
separabile, fra Cristo e la Chiesa. A livello internazionale il Papa ha rivolto
un particolare sguardo alle emergenze dell’Africa e del Medio Oriente e alle
radici cristiane dell’Europa senza dimenticare le sfide del continente
americano e le speranze che giungono dall’Asia e dall’Oceania. Sul piano
religioso ha confermato che la sua priorità resta l’ecumenismo rilanciando
anche il dialogo con le altre religioni, soprattutto l’ebraismo e l’islam. Durante
quest’anno alcune parole sono risuonate maggiormente: amore, verità, ragione,
gioia. Il prof. Andrea Riccardi, fondatore della
Comunità di Sant’Egidio ha definito quello di Benedetto XVI “il Pontificato
della parola: per capirlo - ha detto - bisogna ascoltarlo”. E riascoltiamo
allora le parole pronunciate dal Papa lungo quest’anno nel servizio di Sergio Centofanti:
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E’ passato ormai un anno dall’elezione di Benedetto XVI e oggi possiamo dire
di conoscere meglio alcuni suoi tratti: il volto sorridente e luminoso, la
sobrietà dei gesti, la chiarezza del pensiero, la dolcezza affettuosa della
parola, l’attenzione delicata alla singola persona che incontra. Un uomo che
lascia trasparire una pace profonda: la serenità di chi ha incontrato Colui che
dona la vera pace.
Il giorno prima
dell’elezione, presiedendo in qualità di decano del Collegio cardinalizio la Missa pro eligendo Pontifice il 18 aprile, così pregava:
“Preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di
Papa Giovanni Paolo II, ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un
pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia”.
Passa
appena un giorno ed eleggono proprio lui:
“Habemus papam…”
(Annuncio del cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez)
(Prime parole
di Benedetto XVI)
“Cari fratelli e care sorelle, dopo il grande Papa
Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile
lavoratore nella vigna del Signore…
A distanza di un anno,
se vogliamo trovare la parola più importante che il
Papa ha voluto comunicare al mondo è sicuramente quella pronunciata nella sua
prima Enciclica: “Dio è amore”: solo Lui può donare al mondo la gioia, la
bellezza, la pienezza di vita, la vera libertà. Non si tratta di un’ideologia o
di una morale ma del Dio vivente che ha assunto un volto umano per amore della
sua creatura: “All’inizio dell’essere cristiano – scrive il Pontefice – non c’è
una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con
una Persona” che trasforma la nostra vita. Da questo incontro con Cristo
scaturisce l’urgenza della missione:
“Chi ha scoperto Cristo deve
portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna
trasmetterla. In vaste parti del mondo esiste oggi una strana dimenticanza di
Dio. Sembra che tutto vada ugualmente anche senza di Lui. Ma al tempo stesso
esiste anche un sentimento di frustrazione, di insoddisfazione di tutto e di
tutti. Vien fatto di esclamare: Non è possibile che
questa sia la vita! Davvero no … Aiutate gli uomini a scoprire la vera stella
che ci indica la strada: Gesù Cristo! Cerchiamo noi stessi di conoscerlo sempre
meglio per poter in modo convincente guidare anche gli altri verso di Lui”.
Diventare
amici di Gesù: questa è una esortazione ricorrente di
Benedetto XVI: entrare in un contatto vivo, personale, con Cristo. Innanzitutto
con la preghiera: “è il momento di riaffermare –
sottolinea - l’importanza della preghiera di fronte all’attivismo e
all’incombente secolarismo di molti cristiani”. Occorre poi rimettere al centro
la Parola di Dio: il Papa invita alla lectio divina,
la lettura assidua delle Sacre scritture accompagnata dalla preghiera. Si
tratta di ascoltare Cristo:
“Ascoltarlo nella
sua Parola, custodita nella Sacra Scrittura. Ascoltarlo negli eventi stessi
della nostra vita cercando di leggere in essi i
messaggi della Provvidenza. Ascoltarlo, infine, nei fratelli, specialmente nei
piccoli e nei poveri, in cui Gesù stesso domanda il nostro amore concreto.
Ascoltare Cristo e ubbidire alla sua voce: è questa la via maestra, l'unica,
che conduce alla pienezza della gioia e dell'amore”.
Il Papa si rivolge in particolare ai giovani e come
Giovanni Paolo II li invita a non avere paura di perdere qualcosa aprendo il
cuore a Cristo:
“Chi fa entrare
Cristo, non perde nulla, nulla – assolutamente nulla di ciò che rende la vita
libera, bella e grande. No! solo in quest’amicizia si
spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente
le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi
sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera. Così, oggi, io vorrei, con
grande forza e grande convinzione, a partire dall’esperienza di una lunga vita
personale, dire a voi, cari giovani: non abbiate paura di Cristo! Egli non
toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo. Sì, aprite,
spalancate le porte a Cristo – e troverete la vera vita”.
Alla GMG di Colonia dice ai giovani che “solo da
Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo …Non sono le
ideologie che salvano il mondo … La vera rivoluzione consiste unicamente nel
volgersi senza riserve a Dio che è … l’amore eterno”. Parla della solitudine di
tanti giovani: se non è curata la relazione fondamentale con
Dio, tutte “le altre relazioni sono fragili”. “Che cosa mai potrebbe
salvarci se non l’amore?”
Amore dunque ma nella verità. La parola
“verità” assume un particolare spessore in Benedetto XVI: “Occorre fare la
verità nella carità” di fronte “a tutti i tentativi di adattamento e di
annacquamento … apparentemente benevoli verso l’uomo” che coinvolgono tanti
cristiani nell’attuale cultura dominata da una sorta di “dittatura del
relativismo” che si presenta “come l’unico atteggiamento all’altezza dei
tempi”. Il Papa rilancia il dialogo con la cultura laica ma
nello stesso tempo denuncia il laicismo intollerante che vuole relegare alla
sfera privata le convinzioni religiose minacciando così gli stessi principi
democratici. E’ il nichilismo di quanti “negano l’esistenza di qualsiasi verità”. Di
fronte a questa cultura il Papa ribadisce le ragioni che portano i cristiani ad
avere “una fede chiara” nel Dio fatto uomo. Una fede accompagnata da una grande
fiducia nella ragione, nella razionalità:
“Se guardiamo alle
grandi opzioni, l’opzione cristiana è anche oggi quella più razionale e quella
più umana. Per questo possiamo elaborare con fiducia una filosofia, una visione
del mondo che sia basata su questa priorità della ragione, su questa fiducia
che la Ragione creatrice è amore e che questo amore è Dio”.
E proprio sulla base di argomentazioni razionali la
Chiesa di fronte allo “spettacolo dell’uomo sofferente” difende la verità della
pace e della giustizia promuovendo la dignità dell’uomo, denunciando lo
scandalo della miseria e della fame nel mondo, l’aumento preoccupante delle
spese militari. La Chiesa – afferma il Papa – pur non prendendo “nelle sue mani
la battaglia politica …non può e non deve restare ai margini nella lotta per la
giustizia”. Un’azione che non costituisce una forma di interferenza perché
volta “semplicemente a illuminare le coscienze”. Benedetto XVI individua oggi tre emergenze: la
tutela della vita, la difesa della struttura naturale della famiglia, la
libertà educativa. Si tratta della questione antropologica: oggi è in gioco il
concetto stesso di uomo. Non sono principi confessionali – afferma il Pontefice
– perché “iscritti nella stessa natura umana”. Per questo “non sono
negoziabili”.
Benedetto XVI vuole essere animato dalla “santa
inquietudine di Cristo” che cerca le sue pecore nei tanti deserti del mondo:
“Il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete … il deserto
dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto”. E chiede di pregare
per lui:
“Pregate per me,
perché io impari ad amare sempre più il suo gregge – voi, la Santa Chiesa,
ciascuno di voi singolarmente e voi tutti insieme.
Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Preghiamo gli
uni per gli altri, perché il Signore ci porti e noi impariamo a portarci gli
uni gli altri”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina - Pasqua 2006
“Non
tema l’umanità di aprire il cuore al Risorto”: nel Messaggio “Urbi et Orbi” Benedetto XVI
rinnova l’annuncio di gioia che “ha aperto la terra e l’ha spalancata verso il
Cielo”.
All’interno, dodici pagine dedicate al primo anno di
Pontificato di Benedetto XVI.
Servizio
vaticano - Una pagina sulla celebrazione della Pasqua nelle diocesi italiane.
Servizio
estero - Medio Oriente: massima allerta in Israele dopo la strage di Tel Aviv.
Servizio
culturale - Un articolo di Mario Spinelli dal titolo “Quei duecento fanti
voluti da Giulio II ‘armati’ di fede e di tradizione”: in Vaticano una mostra
sui 500 anni della Guardia Svizzera Pontificia.
Servizio
italiano - Elezioni: ancora polemiche sull’esito del voto.
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18
aprile 2006
MASSIMO
LIVELLO DI ALLERTA IN ISRAELE, DOPO L’ATTENTATO DI IERI A TEL AVIV
COSTATO
LA VITA A 9 PERSONE. SDEGNO E PREOCCUPAZIONE DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
MENTRE
HAMAS NON ESPRIME PAROLE DI CONDANNA
Il già alto stato di allerta in Israele è stato
portato al massimo livello nel timore di nuovi attentati, dopo quello di ieri a
Tel Aviv costato la vita a nove persone.
Tre i palestinesi bloccati. E proprio poche ore dopo l’esplosione, nel
pomeriggio di ieri si è formalmente costituito a Gerusalemme il nuovo parlamento israeliano, eletto
alle politiche del 28 marzo. La seduta in cui hanno prestato giuramento i 120
nuovi parlamentari, si è svolta sotto la presidenza del decano della nuova Knesset il dirigente del partito centrista Kadima, Shimon Peres. Ma sullo stato di emergenza nel Paese e sulle
reazioni del mondo al grave fatto di sangue in Israele, il servizio di Fausta
Speranza:
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In coincidenza col clima festivo
che caratterizza la settimana
della Pasqua ebraica le autorità ritengono che le organizzazioni palestinesi stiano
moltiplicando i tentativi di compiere
nuovi attentati. Dunque, eretti posti di
blocco agli ingressi delle città e lungo le maggiori arterie stradali; sospese
tutte le licenze; in retate in Cisgiordania arrestati nella notte otto
attivisti di diverse organizzazioni palestinesi. A Gaza City un aereo militare ha sparato stamane un razzo contro uno stabile, causando danni ma
nessuna vittima: secondo fonti militari, si trattava di
un'officina del Fronte Popolare per la
Liberazione della Palestina usata per la fabbricazione di razzi. In tutto
questo, a Gerusalemme il premier ad interim Olmert
terrà in giornata consultazioni sulla linea di condotta nei confronti del nuovo governo
dell'Autorità nazionale palestinese
(ANP), che si è rifiutato di condannare l’attentato a Tel Aviv, attuato da un
membro della Jihad
Islamica. Tra le proposte del ministero della Difesa, una più rigida
politica di divisione della Cisgiordania in aree separate per ostacolare gli spostamenti
dei palestinesi da un settore all'altro; e altre uccisioni mirate di esponenti
della Jihad Islamica. Da tutto il
mondo dichiarazioni di condanna e preoccupazione: l'Alto rappresentante
per la Politica estera e di sicurezza dell’UE, Solana,
fa “appello a tutti i partiti per prevenire ogni nuova caduta in una
spirale insensata di violenza”. Oltre
agli appelli, c’è il blocco degli aiuti. Ma può essere una via concreta? Lo
chiediamo al professor Giuseppe Bettoni, docente di
geopolitica all’Università Tor Vergata di Roma:
R. – Io non credo negli embarghi
come forma risolutiva. In Iraq non sono serviti a nulla. Hamas
è sicuramente un movimento che “predica”, come molti altri movimenti di quel
genere, la morte di uno Stato intero. Quindi, è assolutamente un obbrobrio che va condannato.
Ma è anche vero che Israele ha potuto in passato negoziare, colloquiare, con
altri terroristi. Quindi, forse è il caso di trovare una soluzione politica
rapida. Israele deve sicuramente interloquire con Hamas
e trovare un punto di accordo. Deve portare avanti una politica, al di là di
quello che è stato Hamas fino ad oggi. L’altra
questione è sicuramente il tentativo di risolvere la “bomba” iraniana. Si deve risolvere
rapidamente l’aggressività di Ahmadinejad, cercando di fargli terra bruciata,
evitando di lasciargli punti di appoggio importanti che non avrebbe
mai trovato in passato. L’accordo con Hamas è
un “regalo” che noi stiamo facendo ad Ahmadinejad, così come rilanciare i
rapporti fra sciiti iracheni e sciiti iraniani. Dobbiamo cercare di isolare
Ahmadinejad e non fornirgli la possibilità di agganci internazionali. Questo
potrebbe disinnescare la sua aggressività e ridurre forse in qualche modo la
tensione. Parliamo di “soluzioni” semplici, ma tutt’altro
che realizzabili nell’imme-diato.
E c’è da dire che la
preoccupazione investe tutta l’area mediorientale. Sono tanti
infatti, oltre ai protagonisti del conflitto israelo-palestinese,
i fattori da considerare: Iran, Iraq, ma anche quello che c’è dietro al caro
petrolio, che allarga ancora di più l’orizzonte di analisi … ancora il
professor Bettoni:
R. –
Sicuramente in questo momento se il barile del petrolio supera i 70 dollari è dovuto ad una serie di elementi: tra questi, la crisi nei
rapporti tra Ciad e Sudan e il fatto che ci sia una rivolta in corso che cerca
di cacciare l’attuale presidente Idriss Deby. Questo significa il rischio di 200 mila barili al giorno in meno. E il caro petrolio si ripercuote su
tutto. E poi certamente la questione Iran fibrilla. L’Iran decide di andare
ancora una volta contro tutto il mondo, finanziando con
50 milioni di euro l’autorità palestinese e Hamas -
cosa che invece tutto il mondo ha negato -. Dunque, questa situazione, più la
questione irachena, che persiste e resta complessa e lontanissima dall’essere
risolta, sicuramente fanno sì che tutto sia in fibrillazione. Credo che,
purtroppo, l’attentato dove un ventunenne ha deciso di immolarsi a casa sua, a
Tel Aviv, non sia altro che la spia che lampeggia su un immaginario cruscotto,
ma dietro alla quale ci sono diverse situazioni difficili in diverse parti del
mondo contemporaneamente.
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500 ANNI FA LA POSA DELLA
PRIMA PIETRA DELLA NUOVA BASILICA DI SAN PIETRO
- Servizio di Roberta Gisotti -
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“Capolavoro d’arte e di fede”, “che il mondo intero ammira
nella possente armonia
delle sue forme”: cosi ieri Benedetto XVI anticipava questo anniversario
“significativo”, che riporta la memoria indietro di cinque secoli, quando il
Papa Giulio II diede avvio alla “distruzione creatrice” della ormai fatiscente
originaria Basilica eretta nel 326 dall’Imperatore Costantino, presso “Circo di
Nerone”, sulla tomba del primo degli apostoli, Pietro. Era stato in realtà il
Papa Niccolò V oltre mezzo secolo prima a concepire il
restauro del vetusto edificio sacro ed iniziata l’opera ci vollero poi 22
Pontefici per portare a compimento la splendida Basilica vaticana, arricchita
nel 1667 dal colonnato realizzato dal Bernini e
voluto dal Papa Alessandro VII, a rappresentare l’abbraccio universale
all’intera umanità della Santa Romana Chiesa.
Bramante che ideò il progetto primario, Raffaello che per
primo ereditò la direzione dei lavori e lasciò memorabili affreschi,
Michelangelo che disegnò la cupola, Maderno che firmò
la facciata, e molti altri tra i più grandi ingegni dell’arte, contribuirono
con il loro geniale estro ispirato dalla trascendenza a questa grandiosa
originale costruzione, che unisce stili e concezioni architettoniche diverse,
che racchiude tesori inestimabili, espressioni di
spiritualità e devozione, segno di dialogo intenso tra l’uomo e Dio. Tempio
simbolo della cristianità, che impegnò ingentissime
risorse economiche ed umane, tra entusiasmi, fermi convincimenti
e polemiche anche furiose, tra slanci in avanti a proseguire e lunghe
battute d’arresto nell’arco di un secolo e mezzo, tra guerre e pace nella Roma
rinascimentale e poi barocca.
Quanti fedeli hanno pregato dentro le mura di San Pietro,
quanti pellegrini sono giunti da ogni angolo della Terra per visitare questa
Basilica, quanti uomini di ogni religione ed anche atei hanno varcato nel corso
dei secoli la soglia di questo luogo sacro della Chiesa di Cristo? Impossibile
contarli ma c’è un mandato che Benedetto XVI ha rinnovato per i cattolici del
Terzo Millennio:
“Possa la circostanza felice del cinquecentesimo
anniversario risvegliare in tutti i cattolici il desiderio di essere “pietre
vive” per la costruzione della Chiesa santa, nella quale risplende la “luce di
Cristo” attraverso la carità vissuta e testimoniata davanti al mondo.”
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18 aprile 2006
IL COMUNE SENTIRE DELL’ITALIA E DELLA SANTA SEDE
SU
ASPETTI ESSENZIALI PER LA DIFESA DELLA PACE:
AL
CENTRO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, CIAMPI,
ALLA
VIGILIA DEL PRIMO ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI
ROMA. = “Il profondo
legame fra lo Stato italiano e la Chiesa consolida il condiviso impegno nella
tutela dei valori fondamentali della libertà e della dignità della persona
umana; costituisce il terreno del fecondo operare dell’autorità civile e dell’autorità
religiosa, ognuna nel proprio ambito”: è quanto scrive il presidente della
Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, nel
messaggio inviato stamani a Benedetto XVI, alla vigilia del primo anniversario
dell’elevazione al Pontificato. A nome del popolo
italiano, il capo di Stato rinnova al Pontefice l’ammirazione per la sua alta
missione apostolica e l’apprezzamento per l’amichevole attenzione che dimostra
nei confronti dell’Italia. “Tenendo alta l’inestimabile eredità di Giovanni
Paolo II, che ha additato nell’Uomo ‘la prima e fondamentale via della Chiesa’ – scrive Ciampi al Papa –
Ella ha posto al centro del Suo Magistero l’obiettivo di una pace radicata
nella solidarietà ‘con ogni dolore, con ogni speranza e con ogni sforzo che
accompagna il cammino umano’”. “Il
nostro scambio di visite, un anno orsono – ha
aggiunto il presidente – ha confermato il comune sentire dell’Italia e della
Santa Sede su aspetti essenziali per la difesa della pace: il rispetto dei
diritti fondamentali dei popoli; una più equa distribuzione delle risorse del
pianeta; la ricomposizione della frattura fra Nord e Sud del mondo;
l’utilizzazione del progresso economico e scientifico per promuovere il
benessere comune”. Secondo il capo di Stato, “vi è un’unica strada
percorribile: il rafforzamento della collaborazione internazionale imperniata
nel sistema delle Nazioni Unite, indispensabile strumento universale per dare
sostanza alla solidarietà fra tutte le nazioni, attraverso un’accresciuta
consapevolezza dei valori e delle responsabilità condivise”. “In questo ambito
– precisa Ciampi – l’Unione Europea, portatrice di
una comune identità radicata nei valori umanistici e cristiani e di una
straordinaria esperienza di riconciliazione, si pone come essenziale fattore di
stabilità e di progresso: innanzi tutto nel Mediterraneo, dove è indispensabile
condurre a buon fine il processo di pace in Medio Oriente per ricreare, nel
luogo storico d’incontro fra civiltà e religioni, le condizioni per l’armoniosa
convivenza e la proficua collaborazione fra tutti i popoli”. “In questo spirito
- si conclude la lettera – unisco ai sentimenti di fiducia per la Sua opera
fervidi auguri per il proseguimento del Suo alto Magistero al servizio della
Chiesa e dell'umanità intera”. (R.M.)
MASSIMO
STORICO DEL PREZZO DEL PETROLIO IN EUROPA.
RAGGIUNTI
STAMANI I 72,04 DOLLARI
AL BARILE. TRA LE CAUSE,
LE
TENSIONI GEOPOLITICHE LEGATE ALL’IRAN E IL CALO PRODUTTIVO IN NIGERIA
LONDRA. = Quote record del prezzo del petrolio a Londra e a New York.
Il greggio di riferimento europeo, che ieri era salito al massimo storico di
71,40 dollari al barile, oggi a Londra ha raggiunto i 72,04 dollari. E stamani
si è registrato un nuovo record anche sulla piazza di New York, dove il greggio
ha toccato i 70,86 dollari, un centesimo in più rispetto al 30 agosto 2005. Tra
le cause del fenomeno, la crescente tensione sulla crisi nucleare dell’Iran, il
quarto produttore mondiale di petrolio, ma anche il calo di 500 mila barili al giorno della produzione della Nigeria, ottavo produttore
mondiale, che persiste da oltre tre mesi sotto la continua minaccia di attacchi
della guerriglia separatista del Delta del Niger contro le strutture
produttive. Inoltre, c’è da dire che nel 2005 la domanda globale di petrolio è
cresciuta di quasi un milione di barili al giorno
(+1,2%) e che, secondo le stime diffuse oggi dall’Organizzazione dei Paesi
esportatori di petrolio (OPEC), nel 2006 la domanda globale di petrolio
dovrebbe crescere tra 1,4 e 1,7 milioni di barili al giorno, ad una media
quotidiana pari a 84,5 milioni di barili. La Commissione europea “segue molto
da vicino” l’evolversi dei prezzi del petrolio e ritiene che 72 dollari il
barile sia un prezzo “molto alto”. Per il momento da Bruxelles comunque non si
prevedono revisioni al rialzo rispetto alle stime fatte ad autunno. (R.M.)
CELEBRATA
IERI LA GIORNATA MONDIALE DELL’EMOFILIA,
MALATTIA EREDITARIA DOVUTA ALLA CARENZA DI
UN FATTORE DELLA COAGULAZIONE DEL SANGUE, CHE COLPISCE NEL MONDO OLTRE 400 MILA PERSONE
MILANO. = “Per dare una mano, basta muovere un dito”: questo, lo slogan lanciato
ieri dalla Federazione delle Associazioni Emofilici Onlus (FEDEMO), in occasione della Giornata mondiale dell’emofilia, malattia ereditaria
dovuta alla carenza di un fattore della coagulazione del sangue, che colpisce oltre 400 mila persone nel
mondo, di cui 5 mila in Italia. Nella circostanza, la FEDEMO ha chiesto di
sostenere la ricerca scientifica nel campo delle patologie della coagulazione
del sangue, inviando un sms
solidale del costo di 1 euro al numero 48587. Le manifestazioni tipiche
dell’emofilia sono le emorragie: le più dannose sono quelle che colpiscono le
articolazioni, il cui ripetersi provoca gravi invalidità. Esse possono
interessare anche organi interni e risultare talvolta letali. Le possibilità di
cura sono affidate quasi interamente alla somministrazione di “concentrati del
fattore carente” ricavati da complesse operazioni di frazionamento
del sangue, che garantiscono agli emofilici la
terapia domiciliare. Per quanto tali prodotti offrano
oggi una ragionevole sicurezza, la ricerca scientifica non si è fermata e ha
reso possibile ottenere concentrati non-plasmatici, ricorrendo a tecniche di
ingegneria genetica. Ma c’è di più: in un futuro che si reputa ormai non
lontano potrebbe essere raggiunto l’obiettivo della guarigione dalla malattia.
Esistono attualmente degli studi che percorrono la strada della terapia genica,
il tentativo cioè di correggere il difetto di coagulazione, inducendo
l’organismo a recuperare la capacità di sintesi autonoma del fattore carente.
(R.M.)
DOMANI A BRUXELLES, NELLA SEDE
DELL’EUROPARLAMENTO, GRANDE CONCERTO
CONTRO
LE MINE ANTI-UOMO IN COLOMBIA. L’INIZIATIVA E’ IN VISTA DEL SUMMIT DELL’UNIONE
EUROPEA CON L’AMERICA LATINA E I CARAIBI,
IN
PROGRAMMA DALL’11 AL13 MAGGIO A VIENNA
BRUXELLES. = Bruxelles si
trasforma in teatro per sostenere una campagna di solidarietà internazionale.
Domani, il cantante colombiano, Juanes, terrà un
concerto nella sede del Parlamento europeo per sensibilizzare l’opinione
pubblica sul fenomeno delle mine anti-uomo in Colombia. L’iniziativa è assunta
dal Parlamento in vista del prossimo summit Unione Europea-America
Latina e Caraibi, previsto per l’11-13 maggio a
Vienna. Il momento musicale sarà preceduto da una conferenza, cui prenderanno
parte il presidente dell’Assemblea UE, Josep Borrell, l’eurodeputato spagnolo, José Ignacio
Salafranca, e il cantante. Nel calendario del
Parlamento europeo figurano inoltre questa settimana un’audizione pubblica per
esaminare le sfide e le nuove opportunità nelle relazioni tra Europa e mondo
arabo e un incontro sul problema del mercato europeo dell’energia, con speciale
attenzione alla regolamentazione dei mercati del gas e dell’elettricità.
Inoltre, la Commissione Trasporti voterà domani una relazione sulle norme
comuni da adottare per la sicurezza nell’aviazione civile, “con misure – si
legge in una nota dell’Europarlamento – volte a prevenire gli attentati
terroristici ai voli commerciali”. (R.M.)
ASSEGNATO IL PREMIO PULITZER A DUE QUOTIDIANI
AMERICANI DURAMENTE COLPITI,
LO SCORSO AGOSTO, DALL’URAGANO KATRINA
NEW YORK. = Il “Times-Picayune” di New Orleans e il “Sun
Herald” di Biloxi, nello
Stato del Mississipi, si sono aggiudicati quest’anno
il Premio Pulitzer. Il prestigioso riconoscimento del
giornalismo americano, assegnato dalla Columbia University, è stato vinto dai
due quotidiani “per aver fornito una rete di emergenza e un prezioso servizio
alla comunità” durante la sciagura dall’uragano Katrina, che lo scorso agosto
ha provocato migliaia di vittime nel territorio di New Or-léans.
Nonostante gli uffici del “Times-Picayune”
fossero stati invasi dall’acqua e la gran parte dello staff fosse
rimasto senza casa, il quotidiano ha continuato a uscire, prima solo
nell’edizione online e, quindi, anche su carta, vincendo così un secondo Pulitzer anche “per la copertura del triste avvenimento”.
La stessa determinazione hanno mostrato i giornalisti del “Sun
Herald” di Biloxi. Il
quotidiano non ha saltato un solo giorno di pubblicazione ed è stato
distribuito gratuitamente dagli stessi redattori presso i centri d’emergenza e
le case danneggiate. Il premio Pulitzer fu istituito
nell’aprile del 1917 dal magnate della stampa americana, Joseph
Pulitzer. (S.C.)
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18 aprile 2006
- A cura di Eugenio Bonanata -
In Iraq è sempre consistente il
bilancio delle violenze. Due agenti e 5 civili sono morti
mentre una ventina di persone sono rimaste ferite per l’esplosione di
un’autobomba contro un distretto di polizia nella zona orientale di Baghdad. A Ramadi, intanto, l’esercito statunitense ha respinto un
pesante attacco della guerriglia sferrato, per la quarta volta nelle ultime
settimane, contro la sede del governatorato. Come base dell’attacco, durato per
più di un ora, gli insorti hanno usato una moschea
vicina. A rendere noto l’episodio, che risale a ieri, è stata una fonte
dell’esercito USA che però non ha precisato il numero di ribelli uccisi.
Il tentativo di porre un freno alle ambizioni nucleari iraniane
impegna a Mosca i rappresentanti di Russia, Stati Uniti, Francia, Cina, Gran
Bretagna e Germania. Il nostro servizio:
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Secondo fonti russe i diplomatici
sono impegnati, già da stamani, in un vorticoso giro di consultazioni
bilaterali in attesa di una "cena di lavoro" dalla quale stasera
dovrebbe emergere una posizione compatta sulla crisi iraniana. L’obiettivo è
quello di comporre le differenze fra Cina e Russia che credono ancora in una
soluzione diplomatica e gli Stati Uniti che invece hanno invocato un intervento
energico, in tempi brevi, delle Nazioni Unite. Intanto, mentre gli ispettori
dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) arriveranno in Iran
venerdì per visitare i siti nucleari del Paese, il presidente Ahmadinejad ha
fatto sapere che Teheran “taglierà le mani agli
aggressori” ribadendo che il suo esercito dovrà dotarsi delle più moderne
tecnologie. Ricordiamo che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha imposto
all’Iran , senza alcun effetto, di cessare entro il 28
aprile qualsiasi attività relativa al programma nucleare.
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Allarme inondazione in Serbia,
Romania e Bulgaria dopo che le acque del Danubio hanno raggiunto il livello più
alto del secolo. Il crollo di una diga a Bistret,
nella zona meridionale della Romania, ha costretto alla fuga
circa 4 mila persone mentre resta alto il livello di allerta per altre
10 mila residenti dell’area. Solo ieri le autorità avevano evacuato più di 3
mila abitanti del villaggio di Rast, prima che fosse
completamente inondato. Per diminuire la pressione del fiume, anche in
previsione dell'arrivo di forti piogge, sono state predisposte inondazioni
controllate di terreni agricoli. Intanto il superamento degli argini ha già
costretto alla fuga migliaia di persone anche in Serbia e Bulgaria.
Passiamo
in Italia. Sette anni al Quirinale sono tanti, d’ora
in poi farò il senatore a vita. Carlo Azeglio Ciampi
dice no alla sua riconferma a Capo dello Stato. Intanto una settimana dopo le
elezioni politiche, la Casa delle Libertà continua a
chiedere una verifica scrupolosa delle schede. E si apre un altro fronte di
scontro tra gli schieramenti sull’editoriale del quotidiano inglese Financial Times che commentando
l’esito del voto ipotizza l’uscita dell’Italia dall’euro entro il 2015.
Servizio di Giampiero Guadagni:
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Sono convinto che sette anni al Quirinale siano già tanti, farò il senatore a vita e ci
metterò lo stesso impegno. Carlo Azeglio Ciampi, in
un colloquio informale con il Corriere della Sera, allontana l’ipotesi di una
sua riconferma alla presidenza della Repubblica, eventualità avanzata da
esponenti di entrambi gli schieramenti. Raddoppiare il mandato, osserva ancora Ciampi, significherebbe una specie di monarchia
repubblicana. I primi commenti delle forze politiche: non ho mai voluto tirarlo
per la giacca, spiega il leader dell’Unione Romano Prodi, che commenta anche
l’editoriale del Financial Times secondo
il quale la vittoria elettorale di stretta misura del centrosinistra è il
peggiore risultato immaginabile per la possibilità dell’Italia di rimanere
nell’eurozona oltre il 2015. Secondo il professore,
il quotidiano londinese non sta sparando sul governo Prodi,
ma esclusivamente sul governo Berlusconi. La pensa in
modo diametralmente diverso il centrodestra, da dove si sottolinea: Prodi nega
l’evidenza, cominciano male i suoi esami europei. Quello del Financial Times, sostiene il
ministro uscente dell’Economia Tremonti è una
sensazione diffusa in molte capitali europee. Ma in verità da entrambi gli
schieramenti si mostra fastidio per valutazioni che riguardano la vita interna
italiana, e che peraltro vengono smentite anche dal
portavoce della Commissione europea, secondo il quale l’Italia resterà
certamente nell’euro. Intanto resta aperto lo scontro
sulla conta dei voti. La Cassazione dovrebbe decidere a breve sul caso dei 45
mila voti assegnati alla Lega Alleanza Lombarda, apparentata con l’Unione, e
che secondo il leghista Calderoli non potrebbero essere calcolati in quanto
quel movimento si è presentato in una sola circoscrizione. Protesta anche Pannella che rivendica l’attribuzione di tre seggi al
Senato per la Rosa nel Pugno.
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La “tregua permanente” dichiarata
quasi un mese fa dal movimento indipendentista basco ETA, è reale ed
integralmente applicata. Lo ha assicurato il premier spagnolo, Zapatero, che in
un’intervista radiofonica ha citato un dossier dei servizi di sicurezza. Il
premier spagnolo ha poi precisato che, a condizione che la tregua continui,
conta di presentarsi in Parlamento prima dell’estate
per chiedere il via libera alla trattativa con gli indipendentisti.
Al via la missione statunitense
del presidente cinese Hu Jintao
che oggi, a Seattle, incontrerà il fondatore della Microsoft, Bill Gates. La visita del leader
cinese, che durerà 4 giorni, entrerà nel vivo giovedì prossimo
quando alla Casa Bianca incontrerà il presidente statunitense, Bush. Al centro dei colloqui saranno i rapporti commerciali
fra i due Paesi. Sul tappeto, oltre ai persistenti squilibri commerciali e alla
sottovalutazione del tasso di cambio dello yuan,
anche il crescente potere militare di Pechino e la questione dei diritti umani.
Non mancherà un accenno alle grandi questioni internazionali a partire dai
programmi nucleari dell’Iran e della Corea del Nord, due Paesi con i quali
Pechino ha relazioni amichevoli.
Tragedia in Messico: 57 persone
sono morte in un incidente avvenuto ieri sera lungo la strada che porta da
Città del Messico a Veracruz. L’autobus, sul quale
viaggiavano almeno 60 persone, è precipitato in un burrone ribaltandosi più
volte. I turisti, tra cui un bambino, tornavano da una festa religiosa.
Confermare la politica di apertura
economica del Vietnam e nominare una nuova generazione di dirigenti per il
futuro. Con questi obiettivi si è aperto ad Hanoi, il decimo congresso del Partito comunista vietnamita
(PVC).
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