RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 106  - Testo della trasmissione di domenica 16 aprile 2006

 

 

Sommario

 

                                           

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Alla solenne Messa di Pasqua in Piazza San Pietro, Benedetto XVI leva un’invocazione universale di pace, davanti a circa 100 mila persone. Ricordate dal Papa le crisi in Terra Santa, Iraq e Africa e le tensioni internazionali sugli armamenti nucleari

 

Nel giorno di Pasqua, festa personale per Benedetto XVI che festeggia il suo 79.mo compleanno accompagnato dagli auguri e da messaggi di stima da tutto il mondo

 

Credere nella risurrezione è vivere una nuova vita che trasforma il mondo e che si oppone alla violenza e alle aspirazioni del potere. Così Benedetto XVI nell’omelia della Veglia pasquale di ieri

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

I mille volti della Pasqua nel mondo, tra usi locali e solidarietà: con noi Mariella Polichemi, padre Lizardo Estrada Herrera, suor Nadia Monetti, Sagida Syed e Pino Nano

 

CHIESA E SOCIETA’:

Vogliamo vedere in questa terra la gloria della Risurrezione”. Così il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, all’omelia della Messa solenne, nella Basilica del Santo Sepolcro

 

I vescovi burundesi, pregano nel messaggio pasquale invitano la classe politica ad affrontare le nuove sfide del Paese. Dopo anni, celebrate pubblicamente nelle strade le Via Crucis

 

Messaggio pasquale dell’arcivescovo Angel Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine

 

In India, arrestate due donne perchè predicavano il cristianesimo

 

Celebrazioni liturgiche e cerimonie religiose hanno coronato, come ogni anno, il Triduo pasquale a Roma e in tutta Italia

 

24 ORE NEL MONDO:

In Egitto, ancora violenze contro la minoranza cristiana copta: sale a due il bilancio delle persone rimaste uccise in attacchi anticristiani

 

Minacce antiamericane dall’Iran, mentre in Iraq un’autobomba miete nuove vittime

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

16 aprile 2006

 

 

ALLA SOLENNE MESSA DI PASQUA IN PIAZZA SAN PIETRO, BENEDETTO XVI

LEVA UN’INVOCAZIONE UNIVERSALE DI PACE, DAVANTI A CIRCA 100 MILA PERSONE.

RICORDATE DAL PAPA LE CRISI IN TERRA SANTA, IRAQ E AFRICA E LE TENSIONI

INTERNAZIONALI SUGLI ARMAMENTI NUCLEARI

 

“Il Signore risorto faccia sentire ovunque la sua forza di vita, di pace e di libertà”. Nel giorno più alto della vita e dell’anno cristiano, Benedetto XVI ha presieduto la sua prima Messa nella domenica di Pasqua affidando “l’umanità del terzo millennio” al Cristo Risorto perché trovi in lui la luce per risolvere i molti conflitti – dal Medio Oriente all’Africa – che ancora impediscono al pianeta di conoscere una pace stabile. Il Messaggio Urbi et Orbi, pronunciato dal Papa dalla Loggia centrale della Basilica vaticana, è stato ascoltato da circa centomila persone presenti in Piazza San Pietro, tra cui molte autorità civili e militari, e dalle centinaia di milioni di telespettatori collegati attraverso la televisione. Riviviamo dunque la solenne cerimonia nel servizio di Alessandro De Carolis.

        

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(canto)

 

Pace alla Terra Santa e all’Iraq, all’Africa e all’America Latina. Pace al mondo intero, perché gli uomini di ogni etnia o credo sappiano spendere per il valore di una convivenza serena, politica e religiosa, molto più di quanto non facciano con la guerra o il terrorismo. Benedetto XVI sembra quasi affidare al riverbero festoso delle campane e ai canti che hanno conferito, lungo tutto l’arco della Messa di Pasqua, melodia e solennità all’annuncio della Risurrezione il suo personale “alleluia” per un pianeta che ancora in molte sue parti - duemila anni dopo la straodinaria notizia appresa al sepolcro - conosce purtroppo l’opposto della vittoria eterna sulla morte ottenuta da Cristo.

 

(canto)

 

Alle 10.30 in punto, sulle note della fanfara dei Carabinieri e poi del “Surrexit Dominus”, Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso a piedi in una Piazza San Pietro illuminata da un pallido sole e gremita da una folla di 80-100 mila persone. Una Piazza sulla quale le telecamere delle 102 emittenti collegate in diretta mondovisione hanno enfatizzato le riprese della Messa con le immagini delle meravigliose decorazioni floreali dei maestri giardinieri olandesi, che da 21 anni, nel giorno di Pasqua, trasformano il selciato e le gradinate all’interno del colonnato in un delicato mosaico naturale, trapuntato da migliaia di innesti di iris, viole, gerbere, tulipani.

 

(brano dalla Sequenza)

 

Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello…”. Le parole latine della Sequenza, intonate dal coro della Cappella Sistina, hanno introdotto idealmente il primo Messaggio Urbi et Orbi levato da Benedetto XVI al termine della celebrazione eucaristica, nel giorno che lo ha visto compiere il suo 79.mo compleanno. Affacciato come un anno fa, al momento della sua elezione, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro, il Papa ha affermato che “l’evento decisivo della Risurrezione” resta “sempre attuale” anche “in questa nostra epoca segnata da inquietudine e incertezza”. Da Cristo risorto, ha soggiunto, “attendono speranza, talvolta anche inconsapevolmente, quanti sono tuttora oppressi da vincoli di sofferenza e di morte”. A cominciare dal continente africano:

 

“Lo Spirito del Risorto porti, in particolare, sollievo e sicurezza in Africa alle popolazioni del Darfur, che versano in una drammatica situazione umanitaria non più sostenibile; a quelle della regione dei Grandi Laghi, dove molte piaghe sono ancora non rimarginate; ai vari popoli dell’Africa che aspirano alla riconciliazione, alla giustizia e allo sviluppo”.

        

Dall’Africa all’Iraq, Benedetto XVI ha chiesto che “prevalga finalmente la pace” sulla “tragica violenza che senza pietà continua a mietere vittime”. Quindi, il Medio Oriente, emblema di sangue e odii finora insanabili proprio nei luoghi dove la speranza cristiana si è fatta storia:

 

“Pace auspico vivamente anche per coloro che sono coinvolti nel conflitto in Terra Santa, invitando tutti ad un dialogo paziente e perseverante che rimuova gli ostacoli antichi e nuovi, evitando le tentazioni della rappresaglia ed educando le nuove generazioni ad un rispetto reciproco. La comunità internazionale, che riafferma il giusto diritto di Israele di esistere in pace, aiuti il popolo palestinese a superare le precarie condizioni in cui vive e a costruire il suo futuro, andando verso la costituzione di un vero e proprio Stato”.

 

(applausi)

 

Il Pontefice ha poi volto lo sguardo ai Paesi dell’America Latina perché – ha detto – “siano migliorate le condizioni di vita di milioni di cittadini, estirpata l’esecranda piaga dei sequestri di persona e consolidate le istituzioni democratiche, in spirito di concordia e di fattiva solidarietà”. E ancora, un’invocazione di pace legata ad avvenimenti di strettissima attualità mondiale:

 

“Per quanto riguarda le crisi internazionali legate al nucleare, si giunga a una composizione onorevole per tutti mediante negoziati seri e leali, e si rafforzi nei responsabili delle Nazioni e delle Organizzazioni Internazionali la volontà di realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni, che allontani la minaccia del terrorismo”.

 

(applausi)

 

Prima di intonare la preghiera mariana del Regina Coeli, tra lo sventolio di bandiere di dozzine di nazioni e moltissimi applausi, Benedetto XVI inviando gli auguri di Pasqua all’intero pianeta in 62 lingue e idiomi – tra cui l’urdu, il cinese, il maori – a cominciare dall’Italia, impegnata in un delicato transito istituzionale:

 

“La luce sfolgorante di Cristo risorto rechi gioia ai cuori degli abitanti e delle famiglie della città di Roma e dell’intera nazione italiana, specialmente a quanti si trovano in situazioni di bisogno e di difficoltà. Nel particolare momento che sta vivendo l’Italia in questi mesi, il Signore risorto rechi serenità alla comunità nazionale e rafforzi in quanti operano al suo servizio il vivo desiderio di perseguire obiettivi di concordia e di autentico sviluppo per il bene di tutti”.

 

(auguri del Papa in altre lingue – applausi – canto finale)

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NEL GIORNO DI PASQUA, FESTA PERSONALE PER BENEDETTO XVI

CHE FESTEGGIA IL 79.MO COMPLEANNO ACCOMPAGNATO DAGLI AUGURI

E DA MESSAGGI DI STIMA DA TUTTO IL MONDO

 

Una lunga teoria di auguri è giunta e ancora sta arrivando a Benedetto XVI che oggi, nel giorno della Santa Pasqua, compie 79 anni. A questa gioiosa ricorrenza si aggiunge anche l’imminente anniversario, mercoledì prossimo, del primo anno di Pontificato. Il servizio di Amedeo Lomonaco.

 

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Tanti auguri, Santo Padre: è questo l’augurio che unisce oggi i cristiani e i fedeli di tutte le religioni, non credenti e uomini e donne di ogni Paese, per il 79.mo compleanno del Papa. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte in Piazza San Pietro:

 

R. – Noi auguriamo innanzitutto lunga vita. Poi, che possa vedere il successo di tutti i suoi impegni apostolici. L’auspicio è che il Papa possa vedere realizzato questo sogno.

 

R. – Chiedo al Signore che benedica il suo ministero perché conduca la Chiesa nella via della verità e nella vita della Parola, come lui richiama in ogni suo discorso.

 

R. – Desidero che il Papa viva molti anni, manifestando sempre questa grande vitalità. Noi abbiamo bisogno di lui come rappresentante di Pietro. Gli auguro tanta salute e la forza per portare avanti il suo ministero.

 

R. – Buon compleanno e Buona Pasqua!

 

R. – Io spero che passi una buona Pasqua e un buon compleanno. Spero anche che battezzi qualcuno nel giorno del suo compleanno!

 

R. – Un augurio al Papa, per i suoi 79 anni, con tanto affetto per tutto quello che ha fatto in questo anno di Pontificato…

 

R. – Un augurio particolare dalla Sicilia…

 

R. – Tanti auguri, Santo Padre! Noi preghiamo per lei, per la sua buona salute e per il suo continuo servizio a tutta la Santa Chiesa!

 

R. – Lunga vita!

 

Agli auguri si aggiungono poi i ringraziamenti per il primo anno di Pontificato che ricorre mercoledì prossimo:

 

R. – Sicuramente, abbiamo sentito una continuità con l’indirizzo di Giovanni Paolo II. Ci sentiamo di affidarci a lui perché lo sentiamo una guida sicura.

 

R. – Questo primo anno ci ha dato innanzitutto l’Enciclica “Dio è amore”. Le tre parole “eros”, “filia”, “agape” per un sacerdote erano un po’ usuali. Pensavo che fossero scontate e, invece, sono state riscoperte ed evangelizzate da Benedetto XVI. Non solo i cattolici, ma tutta l’umanità sono riconoscenti al Santo Padre.

 

R. – Io ringrazio il Signore perché il Santo Padre porta la Chiesa in vie fondamentali per il cristianesimo.

 

R. – In Bendetto XVI, che sta continuando ciò che ha fatto anche Giovanni Paolo II, si vede la grazia di Dio. Una grazia che si manifesta in queste persone che si donano totalmente a Dio.

 

R. – Grazie per la sua benedizione, per la sua vicinanza a tutti i malati, ai sofferenti. Grazie per la sua presenza. Noi siamo contenti di avere un Papa così buono con noi, sempre sorridente…

 

Dalla composita ed eterogenea rappresentanza di quanti rivolgono i loro auguri al Papa, emerge soprattutto la ricca combinazione di lingue. Ascoltiamo alcuni auguri rivolti a Benedetto XVI in vari idiomi.

 

(Auguri in tedesco, spagnolo, inglese, coreano, lituano e latino)

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CREDERE NELLA RISURREZIONE È VIVERE UNA NUOVA VITA CHE TRASFORMA IL MONDO E CHE SI OPPONE ALLA VIOLENZA E ALLE ASPIRAZIONI DEL POTERE. COSÌ BENEDETTO XVI NELL’OMELIA DELLA VEGLIA PASQUALE. DURANTE LA CELEBRAZIONE,

IL PAPA HA IMPARTITO I SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA

A SETTE GIOVANI DI DIVERSI CONTINENTI

 

La celebrazione della Risurrezione del Signore era iniziata ieri con la Veglia pasquale, presieduta da Benedetto XVI nella Basilica vaticana. Grazie alla Risurrezione di Cristo e con il Battesimo l’uomo può trasformare il mondo, contrastando tutte le ideologie della violenza, la corruzione, l’aspirazione al potere e al possesso, ha detto il Papa nella sua omelia. E durante la liturgia, hanno ricevuto Battesimo, Cresima ed Eucaristia sette giovani di diversi continenti. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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“A Pasqua, ci rallegriamo perché Cristo non è rimasto nel sepolcro, il suo corpo non ha visto la corruzione; appartiene al mondo dei viventi, non a quello dei morti; ci rallegriamo perché Egli esiste non soltanto ieri, ma oggi e per l'eternità”. E’ la risposta che Benedetto XVI dà ai fedeli, come duemila anni fa la diede l’angelo alle donne che si recarono al sepolcro di Gesù: “Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”. Ma il Papa vuole parlare all’uomo di oggi, così cerca di spiegare la Risurrezione di Cristo anche in chiave scientifica:

 

“Essa è – se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell'evoluzione – la più grande ‘mutazione’, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia”.

 

Quest’ordine completamente nuovo è l’amore, sottolinea il Papa. Per amore Cristo si è lasciato uccidere, ma l’amore, più forte della morte, porta ad una nuova dimensione di vita cui si giunge attraverso la fede ed il Battesimo:

 

“Il Battesimo è una cosa ben diversa da un atto di socializzazione ecclesiale, da un rito un po' fuori moda e complicato per accogliere le persone nella Chiesa. È anche più di una semplice lavanda, di una specie di purificazione e abbellimento dell'anima. È realmente morte e risurrezione, rinascita, trasformazione in una nuova vita”.

 

Dopo l’accensione del cero pasquale, il canto dell’Exultet, il Gloria e la proclamazione del Vangelo, Benedetto XVI si rivolge anche ai catecumeni che da lui si apprestano a ricevere i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Sette giovani dall’America Latina, dall’Africa, dal Giappone, dalla Bielorussia e dall’Albania si sono preparati al Battesimo, alla Cresima e all’Eucaristia. Il Papa parla anche a loro quando chiarisce cosa cambia nella vita di un individuo che viene battezzato:

 

“Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande. Allora il mio io c'è di nuovo, ma appunto trasformato, dissodato, aperto mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza”.

 

E si fanno ancora più chiare e forti poi le parole del Santo Padre. La vita cristiana è non vivere più per se stessi ed è trasformare il mondo opponendosi al male:

 

“Io, ma non più io: è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso”.

 

Infine, è come se Benedetto XVI chiedesse di elevarsi ad una dimensione più alta ai 7 mila fedeli che lo ascoltano. La indistruttibilità dell’anima, nella quale i cristiani credono, da sola non potrebbe dare un senso a una vita eterna, non potrebbe renderla una vita vera:

 

“La vita ci viene dall'essere amati da Colui che è la Vita; ci viene dal vivere-con e dall'amare-con Lui. Io, ma non più io: è questa la via della croce, la via che ‘incrocia’ un'esistenza rinchiusa solamente nell'io, aprendo proprio così la strada alla gioia vera e duratura”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

16 aprile 2006

 

 

I MILLE VOLTI DELLA PASQUA NEL MONDO, TRA USI LOCALI E SOLIDARIETA’

- Con noi, Mariella Polichemi, padre Lizardo Estrada Herrera,

suor Nadia Monetti, Sagida Syed e Pino Nano -

 

La Pasqua, un evento “che ha cambiato la storia dell’umanità”. Così oggi Bendetto XVI ha definito la Risurrezione di Cristo, che le Chiese di ogni angolo del pianeta celebrano con grande solennità e intensità spirituale. Facciamo, allora, un viaggio ideale intorno al mondo per scoprire i modi di festeggiare la Pasqua nei cinque continenti, curiosando tra le iniziative di solidarietà e le tradizioni locali. Il servizio è di Isabella Piro.

 

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La prima tappa del nostro viaggio è il Canada, dove Davide Dionisi ha intervistato Mariella Polichemi del Corriere Canadese, l’unico quotidiano in lingua italiana edito nel Paese:

 

“Qui la Pasqua è molto, molto sentita dai nostri connazionali che cercano di viverla proprio secondo tradizione, come la vivevano in Italia prima di giungere in Canada: con una grande processione che ormai è giunta nel 2006 alla 44.ma edizione. A “College” – “College Street” è un quartiere di Toronto nel quale, durante gli anni Sessanta, sono giunti gli emigrati italiani, che hanno avuto qui la prima casa prima di trasferirsi in altre parti della città - si svolge ogni anno, da 44 anni, la Via Crucis: una processione che registra la presenza di oltre 200 mila persone. Giungono anche dagli Stati Uniti Ed è molto bello vedere anche le stesse persone, gli stessi fedeli, che arrivano appositamente per la processione, anno dopo anno, vedere gli stessi volti… E’ un appuntamento che la gente non vuole mancare, e questo mi da un’emozione veramente incredibile, perché la vivono nel profondo…”.

 

Scendiamo ora in America Latina, esattamente in Perù. Al microfono di Tiziana Campisi, ascoltiamo il padre agostiniano Lizardo Estrada Herrera:

 

“Si fa una processione per le piazze: la Pasqua è soprattutto questo. Si canta l’Alleluja, si prega. La gente porta in chiesa l’acqua per farla benedire, portano anche gli animali… Si incontrano, fanno una piccola festa tra parenti e vicini, e dopo cucinano un piatto speciale: maiale con le patate; si preparano diversi piatti, i dolci, mele, mais…”.

 

Voliamo ora in Kenya, nel cuore dell’Africa, e ascoltiamo Suor Nadia Monetti, fondatrice di un orfanotrofio per bambini malati di AIDS:

 

R. – Si farà un grande pranzo con tutti i bambini. Ogni venerdì, i bambini fanno la Via Crucis e ricordano le stazioni di Gesù che sono purtroppo anche le loro stazioni…

 

D. – Quali parole ha trovato per insegnare ai bambini il significato della Pasqua?

 

R. – Io penso siano loro a insegnarmi la Pasqua, perché mi insegnano come soffrire e come morire. Loro sentono molto vivo il pensiero di Gesù, il pensiero della fede. Per esempio, ho avuto un bambino che, prima di morire, mi ha chiesto di essere battezzato: nessuno di noi aveva mai parlato di fede. Però, lui - dalle piccole cose, le preghiere, gli incontri che si facevano – ha compreso la storia di Gesù e ci ha chiesto, prima di morire, di essere battezzato con il nome di Giovanni.

 

Ci spostiamo ancora e andiamo in Europa, precisamente a Londra. Eugenio Bonanata ha intervistato la giornalista Sagida Syed:

 

R. – C’è senz’altro da nominare la chiesa di Saint Peter’s, la chiesa più importante della comunità italiana. Padre Carmelo di Giovanni organizza tutte le celebrazioni della Settimana Santa, dal Giovedì al Sabato, e la Messa solenne, con il coro e le trombe, della Domenica. Per quello che riguarda invece le tradizioni fuori Londra, possiamo menzionare Villa Scalabrini, l’ospizio per italiani: è retto da padre Alberto Vico che cerca, nei limiti del possibile, di far passare giornate ricche, soprattutto dal punto di vista spirituale, agli ospiti.

 

D. – Ci sono iniziative umanitarie, che vedono protagonisti gli italiani in questo giorno specifico?

 

R. – La comunità degli italiani non dimentica quelli più deboli e bisognosi, per esempio i carcerati. Ecco, vorrei ricordare il “Saint Peter’s Project” che è un ente di beneficenza italiano che si occupa dei giovani tossicodipendenti e dei carcerati ed organizza non solo la Messa, ma provvede anche a spedire uova di Pasqua e un piccolo contributo economico. Potrei anche menzionare il VVI, l’Associazione dei volontari che visita proprio il giorno di Pasqua alcuni italiani in carceri molti isolate.

 

Infine, arriviamo in Italia. In quasi tutta la Penisola, la domenica di Pasqua viene messo in scena l’incontro tra Maria e Gesù Risorto. In Calabria, questo evento ha un nome speciale, come ci spiega Pino Nano, caporedattore della sede Rai di Cosenza:

 

“Si chiama ‘La sfruntata’: è – come dire – l’incontro tra Gesù e Maria. Giovanni, l’apostolo che corre verso l’Addolorata per annunciarle la Risurrezione di Gesù, l’Addolorata non ci crede e avanza lentamente e per tre volte su una piazza dove la gente porta in spalla queste statue pesantissime: Gesù da una parte, la Madonna Addolorata dall’altra e in mezzo, tra Gesù e la Madonna, c’è Giovanni, l’Apostolo. E si assiste a questo andirivieni sulla piazza del paese finché l’Addolorata non si rende conto che Gesù è davvero risorto e viene svelata: le viene tolto il velo del lutto, il velo nero, e compare il velo celeste che è quello della gloria”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

16 aprile 2006

 

 

“vogliamo vedere in questa terra la gloria della resurrezione”.

Così il patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, all’omelia

della Messa solenne, nella Basilica del Santo Sepolcro, nel cuore

della città vecchia, affollata di pellegrini venuti da ogni parte

del mondo per celebrare la Pasqua

- A cura di Graziano Motta -

 

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GERUSALEMME. = “Cerchiamo il Cristo risorto per ricevere da lui la salvezza e tramite essi al mondo intero e pure alla nostra terra. Pace a voi - ci dice - voi che avete paura, che esitate, che non sapete dove andare o che fare. Credete! Perché Dio è fedele. Siate forti, portate la vostra croce. Colui che ha camminato per le viuzze di questa città e sulle strade della nostra terra, continua ancora oggi a camminare con noi, per colmarci della gloria di Dio quali che siano le pene di questa vita”. Approfondendo la riflessione sulla morte e la resurrezione di Gesù, il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, afferma che esse sono ancora oggi un messaggio per tutti coloro che soffrono in Terra Santa e sono alla ricerca di una pace che sembra impossibile. A coloro che non vedono la salvezza se non nella guerra e nella morte dell’altro, che uccidono o che vanno incontro alla morte, che odiano, Gesù qui oggi dice “Pace a voi”: una pace, una giustizia, una riconciliazione per tutti e che tutti – ha aggiunto il presule - dobbiamo realizzare. Una pace precisa che rispetta la proprietà altrui, la terra altrui, che libera questa terra: essa è tutta di Dio e oggi è la dimora di due popoli. Ogni uomo di governo – ha proseguito il Patriarca di Gerusalemme - deve riconoscere la volontà di Dio su di essa, manifestatasi nelle fasi successive di tutta la sua storia. Diversamente, invece di governarla, vi seminerà morte e distruzione. Accogliendo la grazia di Dio, questa terra accoglierà tutti i suoi figli”. Infine: “Questo giorno della Risurrezione ci invita a vedere Dio all’opera della sua creazione e noi dobbiamo lavorare per la risurrezione di tutti nel perdono e nella riconciliazione”.

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I vescovi burundesi, pregano per la risurrezione del LORO Paese e

nel messaggio pasquale invitano la classe politica ad affrontare

le nuove sfide

 

BUJUMBURA. = Che la Pasqua in Burundi possa fornire ai responsabili del governo le possibilità di risolvere le sfide che attendono il Paese. È l’augurio che i vescovi locali hanno affidato ai parroci del Paese per darne lettura oggi ai fedeli. A riferirlo,  l’agenzia Misna, che cita una fonte religiosa del posto. I presuli, che elogiano la classe politica, esprimono soddisfazione per i pregressi compiuti negli ultimi anni. “In quasi tutto il Paese – cita del messaggio la fonte religiosa - è finalmente tornata la pace e quasi tutti i ragazzi sono tornati a studiare”. Alla classe politica nazionale i presuli riconoscono il merito “di essere vicini alla gente, che li percepisce come una forza in grado di parlare con loro per capire i problemi del Paese”. I presuli ricordano poi i problemi e le sfide che ancora attendono il Burundi: “Le violenze, contro donne e bambini”; il “mancato accordo con l’ultimo gruppo ribelle ancora in attività” (le Forze di liberazione nazionale - FNL); la grande povertà in cui versa il Paese dove “ci sono molti poveri e pochi ricchi”; e infine i problemi di distribuzione delle terre ai profughi rientrati in Burundi dopo essere stati costretti a fuggire a causa della guerra. Intanto, a conferma del clima positivo che caratterizza il Paese, la fonte religiosa racconta con un importante episodio. La notte dello scorso Venerdi Santo, per la prima volta dal 1993, ha visto i fedeli tornare in strada partecipare alla Via Crucis, per anni tenuta all’interno delle chiese, a causa del coprifuoco notturno in vigore dal 1972.  Processioni si sono tenute nella capitale Bujumbura e in altre zone del Paese, dove la partecipazione dei fedeli è stata massiccia. “Alcuni tra i più giovani – racconta la fonte - non erano mai usciti per la strada la notte e lo hanno fatto per la prima volta durante la processione. Nei loro occhi si leggeva una grande emozione”. (E. B.)

 

 

“Il lavoro di Gesù per la resurrezione non è finito”. È quanto ribadito

dal presidente della conferenza episcopale delle Filippine, L’arcivescovo Lagdameo, che invita tutti a riflettere sui problemi della nazione

 

MANILA. = Nel giorno che ricorda il sacrificio di Gesù per la salvezza dell’uomo, le campane hanno suonato nelle numerose chiese delle Filippine, dove l’80 per cento degli oltre 86 milioni di abitanti è cattolico. Nel grande arcipelago del Sud-est asiatico, tormentato dai separatismi e da una crisi politica senza apparenti soluzioni, la ricorrenza è stata anche occasione di riflessione sui problemi interni. L’arcivescovo Angel Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, nel suo messaggio pasquale – ripreso dai media locali dall’agenzia ANSA - ha affermato che “il lavoro di Gesù per la Risurrezione non è finito”. Per il presule, che sottolinea la necessità di ricostruire il Paese, c’è ancora tanto lavoro da fare “perchè la nostra gente continua a subire la violazione dei diritti umani, la negligenza dei suoi leader, la corruzione del governo”. (E. B.)

 

 

ARRESTATE due donne In India perchè predicavano il cristianesimo

 

NEW DEHLI. = E’ l’arresto a caratterizzare il giorno di Pasqua di due donne nel distretto di Jabalpur, nello stato indiano del Madhya Pradesh. Secondo le prime notizie, diffuse dall’agenzia AGI, le due sono state sorprese mentre distribuivano volantini che spiegavano alla gente come superare i problemi seguendo la Bibbia". Secondo il capo della polizia, D. Srinivas Rao, “la legge dello Stato prevede che chiunque abbia intenzione di fare proselitismo debba prima chiedere un permesso alle autorità”. Si tratta solo degli ultimi arresti in ordine di tempo nell’offensiva lanciata dalla polizia contro quelle che le frange estremiste, di ispirazione induista, definiscono le “conversioni forzate” messe in atto dai cristiani. Secondo un rapporto stilato da una commissione governativa, negli ultimi 20 anni la popolazione cristiana nello stato è aumentata dell’80%, anche se in tutta la nazione indiana rappresenta poco più del 2% degli 1,1 miliardi di abitanti. Anil Martin, segretario generale dell'Associazione cristiana del Madhya Pradesh, ha denunciato "pressioni e atrocità” commesse dal partito di ispirazione induista. (E. B.)

 

 

Celebrazioni liturgiche e cerimonie religiose hanno coronato, come ogni anno, il Triduo Pasquale. L’arte accoglie ora, a Roma e in tutta l’Italia, turisti e appassionati, con appuntamenti espositivi di grande prestigio. Mentre un film silenzioso e originale sorprende il pubblico e parla all’anima

- A cura di Luca Pellegrini -

 

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ROMA. = La Pasqua della bellezza, la Pasqua del riposo, la Pasqua dell’arte. Il Messaggio Urbi et Orbi del Santo Padre chiude i riti della Settimana Santa. Nell’Urbe e nell’Orbe rimangono, però, aperte al pubblico numerose occasioni per rivivere il mistero pasquale riverberato nei capolavori dell’arte e della musica, soste dello spirito e della riflessione che anche il cinema, con la forza delle immagini, riesce spesso ad offrire. Una vera primavera dell’arte fiorisce in Italia: Antonello da Messina a Roma, con le sue crocifissioni e madonne, Tiziano a Napoli, Cimabue ad Assisi, nel cuore delle memorie francescane, Leon Battista Alberti a Firenze, Mantegna a Mantova, con una mostra nella sua casa natale, per ricordarne il V centenario della morte. Di buon auspicio per il dialogo ecumenico, la mostra “Icone russe nella Città dei Papi”, aperta a Viterbo nella Sala del Conclave del famoso Palazzo, con duecento preziose tavole esposte. Poche le proposte musicali, invece, essendo questi i giorni in cui le maggiori istituzioni non prevedono alcuna attività. Ma a Roma la Basilica di Santa Maria sopra Minerva ospita questa sera un concerto di musiche sacre, dal canto gregoriano a Bizet, passando per Marenzio e Mozart, eseguite dai cori dell’Accademia Filarmonica Romana e del Festival di Pasqua diretti da Mons. Pablo Colino. Occasione anche per ammirare il completamento del restauro di tre magnifici rosoni e dei gruppi marmorei dei monumenti funebri, a forma di arco trionfale, dei due papi Medici, Clemente VII e Leone X, ospitate nel presbiterio della magnifica chiesa di forme gotiche. Esempio di contaminazione tra musica e cinema è, invece, il concerto pomeridiano di oggi, alle ore 18 all’Auditorium Conciliazione, in cui il musicista Nicola Piovani accompagna, con le sue colonne sonore, i fotogrammi, appositamente montati, di celebri film per i quali ha lavorato, a partire dal celeberrimo “La vita è bella”, nel quale si canta la vita, la pace e il perdono. Infine, è un messaggio completamente in sintonia con la Pasqua, come lo è la vita dei certosini pudicamente ritratti, quello del film di Philip Grönig, “Il grande silenzio”, che anche in Italia, dopo la Germania, ha ottenuto un successo davvero inaspettato, tanto da passare, nella distribuzione, dalle 18 copie iniziali alle 50 per questo fine settimana pasquale. Un’esperienza assolutamente originale per avvicinarci al grande mistero di Dio e della vocazione, al fascino dell’assoluto, della contemplazione e dell’amore.

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24 ORE NEL MONDO

16 aprile 2006

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

                   

Ancora violenze contro la minoranza cristiana copta in Egitto: un altro cristiano è morto ieri, ad Alessandria, in seguito agli attacchi di venerdì scorso contro tre chiese copte. Gravi disordini sono scoppiati inoltre, ieri pomeriggio, durante i funerali di un fedele ucciso venerdì da uno squilibrato. La polizia è intervenuta usando lacrimogeni: almeno 15 persone, tra le quali diversi estremisti islamici, sono rimaste ferite. Sempre ieri, sono state attaccate e date alle fiamme una chiesa copta e una moschea.

 

In Iraq, quattro persone sono morte, a Baghdad, per l’esplosione di un’autobomba nei pressi di una moschea. Cinque presunti terroristi sono stati uccisi, inoltre, durante una operazione condotta da soldati delle forze della coalizione nei pressi della capitale. Sul versante politico, riprendono oggi pomeriggio le trattative per la formazione del governo. I sunniti si apprestano a proporre tre candidati per le cariche di vice presidente, vice primo ministro e presidente del Parlamento.

 

Anche l’ex comandante in capo delle forze NATO in Europa, Wesley Clark, chiede le dimissioni del ministro della Difesa statunitense, Donald Rumsfeld. Clark si unisce così ai sei colleghi in pensione che già si sono pronunciati in tal senso. “Penso che Rumsfeld non abbia fatto un buon lavoro e debba andarsene”, ha dichiarato Clark in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva ‘Fox’. La colpa di Rumsfeld è, secondo Clark, quella di avere gettato gli Stati Uniti in una guerra che non aveva nulla a che vedere con la lotta al terrorismo.

 

Lo Stato ebraico è pronto a liberare il leader palestinese, Marwan Barghouti, in cambio del rilascio dell’analista della marina statunitense, Jonathan Pollard, accusato di spionaggio. Lo ha rivelato la radio dell’esercito, citando fonti del governo israeliano. In Egitto, intanto, la Lega araba ha esortato l’esecutivo palestinese, guidato da Hamas, ad adottare il piano di pace presentato durante il vertice di Beirut nel 2002. La proposta, che prevede la normalizzazione dei rapporti tra Paesi arabi e Israele in cambio del ritiro entro i confini precedenti alla guerra del 1967, è stata avanzata ieri al Cairo dal segretario generale della Lega araba.

 

Il governatore di Gaza, ha reso noto che più di 360 mila volatili sono stati abbattuti per contenere un’eventuale epidemia di influenza aviaria nella Striscia di Gaza. Lo scorso 22 marzo, erano state riscontrate tracce del virus H5N1, il più letale per l’uomo, nei pressi del confine con Israele.

 

Un attacco contro l’Iran provocherebbe conseguenze negative per gli Stati Uniti assai maggiori di quelle a cui Washington deve far fronte adesso per la guerra in Iraq. E’ quanto sostengono due esperti americani di questioni militari, Richard Clarke e Steven Simon, ex alti funzionari della Casa Bianca. L’Iran - avvertono i due esperti - dispone di forze molto superiori a quelle di Al Qaeda e gli ayatollah potrebbero decidere di brandire l’arma del terrorismo. Il quotidiano britannico ‘Sunday Times’ cita inoltre fonti iraniane, secondo le quali squadre kamikaze sono pronte a colpire in Gran Bretagna e negli Stati Uniti se saranno bombardati gli impianti nucleari iraniani. Le fonti precisano anche che sarebbero più di 40 mila gli attentatori suicidi.

 

Nel sud della Cecenia, almeno due soldati russi sono rimasti uccisi in un’imboscata tesa da ribelli ceceni alle truppe speciali del ministero degli Interni di Mosca nel villaggio di Dargo.

 

In Nepal, continuano le proteste in Nepal contro il re Gyanendra: per l’11.mo giorno consecutivo di scioperi e manifestazioni, centinaia di persone hanno sfilato per le strade del quartiere turistico di Kathmandu. Ieri, diversi manifestanti sono rimasti feriti in seguito all’intervento della polizia che ha anche arrestato almeno 20 dimostranti.

 

La Cina è pronta a nuovi negoziati con Taiwan: il presidente cinese Hu Jintao ha chiesto nuovi colloqui durante un incontro con Lien Chan, ex leader del Partito nazionalista dell’isola. Hu Jintao ha anche dichiarato che le aspirazioni di indipendenza di Taiwan rappresentano una minaccia alla pace e alla stabilità.

 

A 11 giorni dal 20.mo anniversario della tragedia di Chernobyl, migliaia di attivisti hanno manifestato in Francia contro la costruzione di una centrale nucleare di nuova generazione a Flammanville, a nord ovest della Normandia. Il nuovo reattore dovrebbe sfruttare il combustibile atomico con maggiore efficienza dei reattori attuali, producendo una minore quantità di scorie. Ma i manifestanti hanno denunciato che la Francia ha già un’eccedenza nella capacità produttiva di energia elettrica.

 

L’Irlanda celebra oggi il novantesimo anniversario della rivolta di Pasqua del 1916. Durante quella sommossa, nel corso di una settimana di scontri con le truppe britanniche, morirono almeno 450 persone, la metà delle quali civili. Tre anni dopo l’insurrezione, ebbe poi inizio la guerra d’indipendenza, culminata nel 1922, con la proclamazione della Repubblica d’Irlanda.

 

“Le priorità per la seconda metà della legislatura sono il processo di pace, i diritti sociali, compresa la stabilità del mercato del lavoro, e l’educazione”. Lo ha detto il premier spagnolo, Jose Luis Rodriguez Zapatero, alla vigilia del secondo anniversario del suo governo, che ricorre domani.

 

Buckingham Palace non sarà più la residenza principale della regina Elisabetta II di Inghilterra. Lo ha reso noto il quotidiano britannico Times precisando che la regina ha deciso di trasferirsi al castello di Windsor, ad ovest di Londra. Secondo il giornale, Elisabetta II, che il prossimo 21 aprile compirà 80 anni, si recherà il martedì a Buckingham Palace per la consueta udienza con il primo ministro.

 

Mikhail Khodorkovsky, già amministratore delegato del colosso petrolifero ‘Yukos’, è stato aggredito nel carcere siberiano dove sta scontando otto anni di reclusione dopo essere stato condannato per malversazione, frode ed evasione fiscale. Ad assalirlo in cella, due giorni fa, è stato un altro detenuto, che lo ha sfregiato al volto con un oggetto appuntito. Lo ha dichiarato all'agenzia di stampa indipendente russa ‘Interfax’ uno dei legali dell’ex magnate.

 

In Serbia, le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza in 10 regioni per far fronte al rischio di alluvioni provocate dalla piena del Danubio. La situazione è critica anche in Bulgaria, dove molti fiumi hanno raggiunto livelli record.

 

Emergenza inondazioni anche in Brasile: almeno otto persone, tra le quali due bambini, sono morte in seguito alle piogge torrenziali che hanno sconvolto il nord del Paese. L’area più colpita è la regione del Para, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. E’ stato anche richiesto l’intervento dell’esercito per soccorrere la popolazione.

 

Il vulcano Merapi, in Indonesia, può entrare in eruzione “in ogni momento”. Lo ha annunciato il presidente indonesiano, Susilo Bambag Yudhoyono, lanciando un appello alla popolazione perché sia pronta ad ogni eventualità. Il vulcano è sotto osservazione da diversi giorni in seguito a ripetuti movimenti tellurici.

 

Tre terremoti hanno scosso tre diverse zone della terra senza fortunatamente provocare vittime: il sisma più forte, di 6,2 gradi della scala Richter, è stato registrato nell’Oceano Pacifico a circa 20 chilometri dalla costa di Taiwan. Un altro sisma si è verificato al largo della costa del Cile. Entrambe le scosse non hanno generato onde anomale. Un terzo terremoto, di 3,2 gradi della scala Richter, è stato avvertito poi in tutto il Portogallo.

 

 

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