RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 106 - Testo della trasmissione di domenica 16 aprile 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In
India, arrestate due donne perchè predicavano il cristianesimo
In
Egitto, ancora violenze contro la minoranza cristiana copta:
sale a due il bilancio delle persone rimaste uccise in attacchi anticristiani
Minacce
antiamericane dall’Iran, mentre in Iraq un’autobomba miete nuove vittime
16 aprile 2006
ALLA SOLENNE MESSA DI
PASQUA IN PIAZZA SAN PIETRO, BENEDETTO XVI
LEVA UN’INVOCAZIONE UNIVERSALE DI PACE, DAVANTI A
CIRCA 100 MILA PERSONE.
RICORDATE DAL PAPA LE CRISI IN TERRA SANTA, IRAQ E
AFRICA E LE TENSIONI
INTERNAZIONALI SUGLI ARMAMENTI NUCLEARI
“Il Signore risorto faccia
sentire ovunque la sua forza di vita, di pace e di libertà”. Nel giorno più
alto della vita e dell’anno cristiano, Benedetto XVI ha presieduto la sua prima
Messa nella domenica di Pasqua affidando “l’umanità del terzo millennio” al
Cristo Risorto perché trovi in lui la luce per risolvere i molti conflitti –
dal Medio Oriente all’Africa – che ancora impediscono al pianeta di conoscere
una pace stabile. Il Messaggio Urbi et Orbi, pronunciato
dal Papa dalla Loggia centrale della Basilica vaticana, è stato ascoltato
da circa centomila persone presenti in Piazza San Pietro, tra cui molte
autorità civili e militari, e dalle centinaia di milioni di telespettatori
collegati attraverso la televisione. Riviviamo dunque la solenne cerimonia nel
servizio di Alessandro De Carolis.
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(canto)
Pace alla Terra Santa e
all’Iraq, all’Africa e all’America Latina. Pace al mondo intero, perché gli
uomini di ogni etnia o credo sappiano spendere per il valore di una convivenza
serena, politica e religiosa, molto più di quanto non facciano con la guerra o
il terrorismo. Benedetto XVI sembra quasi affidare al riverbero festoso delle
campane e ai canti che hanno conferito, lungo tutto l’arco della Messa di
Pasqua, melodia e solennità all’annuncio della Risurrezione il suo personale
“alleluia” per un pianeta che ancora in molte sue parti - duemila anni dopo la straodinaria notizia appresa al sepolcro - conosce
purtroppo l’opposto della vittoria eterna sulla morte ottenuta da Cristo.
(canto)
Alle 10.30 in punto, sulle note
della fanfara dei Carabinieri e poi del “Surrexit Dominus”, Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso a piedi in
una Piazza San Pietro illuminata da un pallido sole e
gremita da una folla di 80-100 mila persone. Una Piazza sulla quale le
telecamere delle 102 emittenti collegate in diretta mondovisione hanno
enfatizzato le riprese della Messa con le immagini delle meravigliose
decorazioni floreali dei maestri giardinieri olandesi, che da 21 anni, nel
giorno di Pasqua, trasformano il selciato e le gradinate all’interno del
colonnato in un delicato mosaico naturale, trapuntato da migliaia di innesti di
iris, viole, gerbere, tulipani.
(brano dalla Sequenza)
“Morte e vita
si sono affrontate in un prodigioso duello…”. Le parole latine della Sequenza,
intonate dal coro della Cappella Sistina, hanno introdotto idealmente il primo
Messaggio Urbi et Orbi
levato da Benedetto XVI al termine della celebrazione eucaristica, nel giorno
che lo ha visto compiere il suo 79.mo compleanno.
Affacciato come un anno fa, al momento della sua elezione, dalla Loggia
centrale della Basilica di San Pietro, il Papa ha affermato che “l’evento
decisivo della Risurrezione” resta “sempre attuale” anche “in questa nostra
epoca segnata da inquietudine e incertezza”. Da Cristo risorto, ha soggiunto,
“attendono speranza, talvolta anche inconsapevolmente, quanti sono tuttora
oppressi da vincoli di sofferenza e di morte”. A cominciare dal continente
africano:
“Lo Spirito del Risorto porti, in particolare,
sollievo e sicurezza in Africa alle popolazioni del Darfur,
che versano in una drammatica situazione umanitaria non più sostenibile; a
quelle della regione dei Grandi Laghi, dove molte piaghe sono ancora non
rimarginate; ai vari popoli dell’Africa che aspirano alla riconciliazione, alla
giustizia e allo sviluppo”.
Dall’Africa all’Iraq, Benedetto
XVI ha chiesto che “prevalga finalmente la pace” sulla “tragica violenza che
senza pietà continua a mietere vittime”. Quindi, il Medio Oriente, emblema di
sangue e odii finora insanabili proprio nei luoghi
dove la speranza cristiana si è fatta storia:
“Pace auspico vivamente anche per coloro che sono coinvolti nel
conflitto in Terra Santa, invitando tutti ad un dialogo paziente e perseverante
che rimuova gli ostacoli antichi e nuovi, evitando le tentazioni della
rappresaglia ed educando le nuove generazioni ad un
rispetto reciproco. La comunità internazionale, che riafferma il giusto diritto
di Israele di esistere in pace, aiuti il popolo palestinese a superare le
precarie condizioni in cui vive e a costruire il suo futuro, andando verso la
costituzione di un vero e proprio Stato”.
(applausi)
Il Pontefice ha poi volto lo
sguardo ai Paesi dell’America Latina perché – ha detto – “siano migliorate le
condizioni di vita di milioni di cittadini, estirpata l’esecranda piaga dei
sequestri di persona e consolidate le istituzioni democratiche, in spirito di
concordia e di fattiva solidarietà”. E ancora, un’invocazione di pace legata ad
avvenimenti di strettissima attualità mondiale:
“Per quanto riguarda le crisi internazionali legate al nucleare, si
giunga a una composizione onorevole per tutti mediante negoziati seri e leali,
e si rafforzi nei responsabili delle Nazioni e delle Organizzazioni
Internazionali la volontà di realizzare una pacifica convivenza tra etnie,
culture e religioni, che allontani la minaccia del terrorismo”.
(applausi)
Prima di intonare la preghiera
mariana del Regina Coeli,
tra lo sventolio di bandiere di dozzine di nazioni e moltissimi applausi,
Benedetto XVI inviando gli auguri di Pasqua all’intero pianeta in 62 lingue e
idiomi – tra cui l’urdu, il cinese, il maori – a cominciare dall’Italia, impegnata in un delicato
transito istituzionale:
“La luce sfolgorante di Cristo risorto rechi gioia ai cuori degli
abitanti e delle famiglie della città di Roma e dell’intera nazione italiana,
specialmente a quanti si trovano in situazioni di bisogno e di difficoltà. Nel
particolare momento che sta vivendo l’Italia in questi mesi, il Signore risorto
rechi serenità alla comunità nazionale e rafforzi in quanti operano al suo
servizio il vivo desiderio di perseguire obiettivi di concordia e di autentico
sviluppo per il bene di tutti”.
(auguri del Papa in altre lingue – applausi – canto finale)
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NEL GIORNO DI PASQUA, FESTA PERSONALE PER
BENEDETTO XVI
CHE FESTEGGIA IL 79.MO
COMPLEANNO ACCOMPAGNATO DAGLI AUGURI
E DA MESSAGGI DI STIMA DA TUTTO IL MONDO
Una lunga teoria di auguri è
giunta e ancora sta arrivando a Benedetto XVI che oggi, nel giorno della Santa
Pasqua, compie 79 anni. A questa gioiosa ricorrenza si aggiunge anche
l’imminente anniversario, mercoledì prossimo, del
primo anno di Pontificato. Il servizio di Amedeo Lomonaco.
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Tanti auguri, Santo Padre: è
questo l’augurio che unisce oggi i cristiani e i fedeli di tutte le religioni,
non credenti e uomini e donne di ogni Paese, per il 79.mo
compleanno del Papa. Ascoltiamo alcune testimonianze raccolte in Piazza San
Pietro:
R. – Noi auguriamo innanzitutto
lunga vita. Poi, che possa vedere il successo di tutti i suoi impegni
apostolici. L’auspicio è che il Papa possa vedere realizzato questo sogno.
R. – Chiedo al Signore che benedica il suo ministero perché conduca la Chiesa nella via
della verità e nella vita della Parola, come lui richiama in ogni suo discorso.
R. – Desidero che il Papa viva molti anni, manifestando sempre questa grande
vitalità. Noi abbiamo bisogno di lui come rappresentante di Pietro. Gli auguro
tanta salute e la forza per portare avanti il suo ministero.
R. – Buon compleanno e Buona
Pasqua!
R. – Io spero che passi una
buona Pasqua e un buon compleanno. Spero anche che battezzi qualcuno nel giorno
del suo compleanno!
R. – Un augurio al Papa, per i
suoi 79 anni, con tanto affetto per tutto quello che ha fatto in questo anno di
Pontificato…
R. – Un augurio particolare
dalla Sicilia…
R. – Tanti auguri, Santo Padre!
Noi preghiamo per lei, per la sua buona salute e per il suo continuo servizio a
tutta la Santa Chiesa!
R. – Lunga vita!
Agli auguri si aggiungono poi i
ringraziamenti per il primo anno di Pontificato che ricorre mercoledì prossimo:
R. – Sicuramente, abbiamo
sentito una continuità con l’indirizzo di Giovanni Paolo II. Ci sentiamo di
affidarci a lui perché lo sentiamo una guida sicura.
R. – Questo primo anno ci ha
dato innanzitutto l’Enciclica “Dio è amore”. Le tre parole “eros”, “filia”, “agape” per un sacerdote erano un po’ usuali.
Pensavo che fossero scontate e, invece, sono state
riscoperte ed evangelizzate da Benedetto XVI. Non solo i cattolici,
ma tutta l’umanità sono riconoscenti al Santo Padre.
R. – Io ringrazio il Signore
perché il Santo Padre porta la Chiesa in vie fondamentali per il cristianesimo.
R. – In Bendetto
XVI, che sta continuando ciò che ha fatto anche Giovanni Paolo II, si vede la
grazia di Dio. Una grazia che si manifesta in queste persone che si donano
totalmente a Dio.
R. – Grazie per la sua
benedizione, per la sua vicinanza a tutti i malati, ai sofferenti. Grazie per la
sua presenza. Noi siamo contenti di avere un Papa così buono con noi, sempre
sorridente…
Dalla composita ed eterogenea
rappresentanza di quanti rivolgono i loro auguri al Papa, emerge soprattutto la
ricca combinazione di lingue. Ascoltiamo alcuni auguri rivolti a Benedetto XVI
in vari idiomi.
(Auguri in tedesco, spagnolo, inglese, coreano, lituano e latino)
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CREDERE NELLA
RISURREZIONE È VIVERE UNA NUOVA VITA CHE TRASFORMA IL MONDO E CHE SI OPPONE
ALLA VIOLENZA E ALLE ASPIRAZIONI DEL POTERE. COSÌ BENEDETTO XVI NELL’OMELIA
DELLA VEGLIA PASQUALE. DURANTE LA CELEBRAZIONE,
IL PAPA HA IMPARTITO I SACRAMENTI DELL’INIZIAZIONE
CRISTIANA
A SETTE GIOVANI DI DIVERSI CONTINENTI
La celebrazione della
Risurrezione del Signore era iniziata ieri con la Veglia pasquale, presieduta
da Benedetto XVI nella Basilica vaticana. Grazie alla Risurrezione di Cristo e
con il Battesimo l’uomo può trasformare il mondo, contrastando tutte le
ideologie della violenza, la corruzione, l’aspirazione al potere e al possesso,
ha detto il Papa nella sua omelia. E durante la liturgia, hanno ricevuto
Battesimo, Cresima ed Eucaristia sette giovani di diversi continenti. Il
servizio di Tiziana Campisi.
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“A
Pasqua, ci rallegriamo perché Cristo non è rimasto nel sepolcro, il suo corpo
non ha visto la corruzione; appartiene al mondo dei viventi, non a quello dei
morti; ci rallegriamo perché Egli esiste non soltanto ieri, ma oggi e per
l'eternità”. E’ la risposta che Benedetto XVI dà ai fedeli,
come duemila anni fa la diede l’angelo alle donne che si recarono al sepolcro
di Gesù: “Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui”. Ma
il Papa vuole parlare all’uomo di oggi, così cerca di spiegare la Risurrezione
di Cristo anche in chiave scientifica:
“Essa è – se possiamo una volta usare il linguaggio
della teoria dell'evoluzione – la più grande ‘mutazione’, il salto
assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella
lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un
ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia”.
Quest’ordine
completamente nuovo è l’amore, sottolinea il Papa. Per amore Cristo si è
lasciato uccidere, ma l’amore, più forte della morte, porta ad una nuova
dimensione di vita cui si giunge attraverso la fede ed il Battesimo:
“Il Battesimo è una cosa ben diversa da un atto di
socializzazione ecclesiale, da un rito un po' fuori moda e complicato per
accogliere le persone nella Chiesa. È anche più di una semplice lavanda, di una
specie di purificazione e abbellimento dell'anima. È realmente morte e
risurrezione, rinascita, trasformazione in una nuova vita”.
Dopo
l’accensione del cero pasquale, il canto dell’Exultet, il Gloria e la
proclamazione del Vangelo, Benedetto XVI si rivolge anche ai catecumeni che da
lui si apprestano a ricevere i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Sette
giovani dall’America Latina, dall’Africa, dal Giappone, dalla Bielorussia e dall’Albania si sono preparati al Battesimo,
alla Cresima e all’Eucaristia. Il Papa parla anche a loro quando chiarisce cosa
cambia nella vita di un individuo che viene
battezzato:
“Il mio proprio io mi
viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande. Allora il mio io
c'è di nuovo, ma appunto trasformato, dissodato,
aperto mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo
spazio di esistenza”.
E si
fanno ancora più chiare e forti poi le parole del Santo Padre. La vita
cristiana è non vivere più per se stessi ed è trasformare il mondo opponendosi al
male:
“Io, ma non più io: è questa la formula
dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione
dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il
mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il
programma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al
possesso”.
Infine,
è come se Benedetto XVI chiedesse di elevarsi ad una dimensione più alta ai 7
mila fedeli che lo ascoltano. La indistruttibilità
dell’anima, nella quale i cristiani credono, da sola non potrebbe dare un senso
a una vita eterna, non potrebbe renderla una vita vera:
“La vita ci viene dall'essere
amati da Colui che è
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16 aprile 2006
I MILLE VOLTI DELLA PASQUA NEL MONDO, TRA USI
LOCALI E SOLIDARIETA’
- Con noi, Mariella Polichemi, padre Lizardo Estrada Herrera,
suor Nadia Monetti,
Sagida Syed e Pino Nano -
La
Pasqua, un evento “che ha cambiato la storia dell’umanità”. Così oggi Bendetto XVI ha definito la Risurrezione di Cristo, che le
Chiese di ogni angolo del pianeta celebrano con grande solennità e intensità
spirituale. Facciamo, allora, un viaggio ideale intorno al mondo per scoprire i
modi di festeggiare la Pasqua nei cinque continenti, curiosando tra le iniziative
di solidarietà e le tradizioni locali. Il servizio è di Isabella Piro.
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La prima tappa del nostro viaggio è il Canada, dove Davide
Dionisi ha intervistato Mariella Polichemi
del Corriere Canadese, l’unico quotidiano in lingua italiana edito nel Paese:
“Qui la Pasqua è molto, molto sentita dai nostri
connazionali che cercano di viverla proprio secondo
tradizione, come la vivevano in Italia prima di giungere in Canada: con
una grande processione che ormai è giunta nel 2006 alla 44.ma edizione. A “College” – “College Street” è un
quartiere di Toronto nel quale, durante gli anni Sessanta, sono giunti gli
emigrati italiani, che hanno avuto qui la prima casa prima di trasferirsi in
altre parti della città - si svolge ogni anno, da 44 anni, la Via Crucis: una
processione che registra la presenza di oltre 200 mila persone. Giungono anche
dagli Stati Uniti Ed è molto bello vedere anche le stesse persone, gli stessi
fedeli, che arrivano appositamente per la processione, anno dopo anno, vedere
gli stessi volti… E’ un appuntamento che la gente non vuole mancare, e questo
mi da un’emozione veramente incredibile, perché la vivono nel profondo…”.
Scendiamo ora in America Latina, esattamente in Perù. Al
microfono di Tiziana Campisi, ascoltiamo il padre
agostiniano Lizardo Estrada Herrera:
“Si fa una processione per le piazze: la Pasqua è
soprattutto questo. Si canta l’Alleluja, si prega. La
gente porta in chiesa l’acqua per farla benedire, portano anche gli animali… Si
incontrano, fanno una piccola festa tra parenti e vicini, e dopo cucinano un
piatto speciale: maiale con le patate; si preparano diversi piatti, i dolci, mele, mais…”.
Voliamo ora in Kenya, nel cuore dell’Africa, e ascoltiamo
Suor Nadia Monetti, fondatrice di un orfanotrofio per
bambini malati di AIDS:
R. – Si farà un grande pranzo con tutti i bambini. Ogni
venerdì, i bambini fanno la Via Crucis e ricordano le stazioni di Gesù che sono
purtroppo anche le loro stazioni…
D. – Quali parole ha trovato per insegnare ai bambini il
significato della Pasqua?
R. – Io penso siano loro a insegnarmi la Pasqua, perché mi
insegnano come soffrire e come morire. Loro sentono molto vivo il pensiero di
Gesù, il pensiero della fede. Per esempio, ho avuto un bambino che, prima di
morire, mi ha chiesto di essere battezzato: nessuno di noi aveva mai parlato di
fede. Però, lui - dalle piccole cose, le preghiere, gli incontri che si
facevano – ha compreso la storia di Gesù e ci ha chiesto, prima di morire, di essere
battezzato con il nome di Giovanni.
Ci spostiamo ancora e andiamo in Europa, precisamente a
Londra. Eugenio Bonanata ha intervistato la giornalista Sagida
Syed:
R. – C’è senz’altro da nominare la chiesa di Saint Peter’s, la chiesa più importante della comunità italiana.
Padre Carmelo di Giovanni organizza tutte le celebrazioni della Settimana
Santa, dal Giovedì al Sabato, e la Messa solenne, con il coro e le trombe,
della Domenica. Per quello che riguarda invece le tradizioni fuori Londra,
possiamo menzionare Villa Scalabrini, l’ospizio per
italiani: è retto da padre Alberto Vico che cerca, nei limiti del possibile, di
far passare giornate ricche, soprattutto dal punto di vista spirituale, agli ospiti.
D. – Ci sono iniziative umanitarie, che vedono
protagonisti gli italiani in questo giorno specifico?
R. – La comunità degli italiani non dimentica quelli più
deboli e bisognosi, per esempio i carcerati. Ecco, vorrei ricordare il “Saint Peter’s Project” che è un ente di beneficenza italiano che
si occupa dei giovani tossicodipendenti e dei carcerati ed organizza non solo
la Messa, ma provvede anche a spedire uova di Pasqua e un piccolo contributo
economico. Potrei anche menzionare il VVI, l’Associazione dei volontari che
visita proprio il giorno di Pasqua alcuni italiani in carceri molti isolate.
Infine, arriviamo in Italia. In quasi tutta la Penisola,
la domenica di Pasqua viene messo in scena l’incontro
tra Maria e Gesù Risorto. In Calabria, questo evento ha un nome speciale, come
ci spiega Pino Nano, caporedattore della sede Rai di Cosenza:
“Si chiama ‘La sfruntata’: è –
come dire – l’incontro tra Gesù e Maria. Giovanni, l’apostolo che corre verso
l’Addolorata per annunciarle la Risurrezione di Gesù, l’Addolorata non ci crede
e avanza lentamente e per tre volte su una piazza dove la gente porta in spalla
queste statue pesantissime: Gesù da una parte, la Madonna Addolorata dall’altra
e in mezzo, tra Gesù e la Madonna, c’è Giovanni, l’Apostolo. E si assiste a
questo andirivieni sulla piazza del paese finché l’Addolorata non si rende
conto che Gesù è davvero risorto e viene svelata: le
viene tolto il velo del lutto, il velo nero, e compare il velo celeste che è
quello della gloria”.
(musica)
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16 aprile 2006
“vogliamo
vedere in questa terra
Così il
patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, all’omelia
della
Messa solenne, nella Basilica del Santo Sepolcro, nel cuore
della città
vecchia, affollata di pellegrini venuti da ogni parte
del mondo
per celebrare
- A cura
di Graziano Motta -
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GERUSALEMME. = “Cerchiamo il Cristo risorto per ricevere
da lui la salvezza e tramite essi al mondo intero e
pure alla nostra terra. Pace a voi - ci dice - voi che avete paura, che
esitate, che non sapete dove andare o che fare. Credete! Perché Dio è fedele.
Siate forti, portate la vostra croce. Colui che ha camminato per le viuzze di
questa città e sulle strade della nostra terra, continua ancora oggi a
camminare con noi, per colmarci della gloria di Dio quali che siano le pene di
questa vita”. Approfondendo la riflessione sulla morte e la resurrezione di
Gesù, il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah, afferma che esse sono ancora oggi un messaggio per
tutti coloro che soffrono in Terra Santa e sono alla ricerca di una pace che
sembra impossibile. A coloro che non vedono la salvezza se non nella guerra e
nella morte dell’altro, che uccidono o che vanno incontro alla morte, che
odiano, Gesù qui oggi dice “Pace a voi”: una pace, una giustizia, una
riconciliazione per tutti e che tutti – ha aggiunto il presule - dobbiamo
realizzare. Una pace precisa che rispetta la proprietà altrui, la terra altrui,
che libera questa terra: essa è tutta di Dio e oggi è la dimora di due popoli.
Ogni uomo di governo – ha proseguito il Patriarca di Gerusalemme - deve
riconoscere la volontà di Dio su di essa,
manifestatasi nelle fasi successive di tutta la sua storia. Diversamente,
invece di governarla, vi seminerà morte e distruzione.
Accogliendo la grazia di Dio, questa terra accoglierà tutti i suoi figli”.
Infine: “Questo giorno della Risurrezione ci invita a vedere Dio all’opera
della sua creazione e noi dobbiamo lavorare per la risurrezione di tutti nel
perdono e nella riconciliazione”.
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I vescovi burundesi, pregano per
nel messaggio pasquale invitano
le nuove sfide
BUJUMBURA. = Che
“Il lavoro di Gesù per
dal presidente della conferenza episcopale delle
Filippine, L’arcivescovo Lagdameo, che invita tutti a riflettere sui problemi
della nazione
MANILA. = Nel giorno che ricorda il sacrificio di Gesù per
la salvezza dell’uomo, le campane hanno suonato nelle numerose chiese delle
Filippine, dove l’80 per cento degli oltre 86 milioni di abitanti è cattolico.
Nel grande arcipelago del Sud-est asiatico, tormentato dai separatismi e da una
crisi politica senza apparenti soluzioni, la ricorrenza è stata anche occasione
di riflessione sui problemi interni. L’arcivescovo Angel
Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale
delle Filippine, nel suo messaggio pasquale – ripreso dai
media locali dall’agenzia ANSA - ha affermato che “il lavoro di Gesù per
la Risurrezione non è finito”. Per il presule, che sottolinea la necessità di
ricostruire il Paese, c’è ancora tanto lavoro da fare “perchè la nostra gente
continua a subire la violazione dei diritti umani, la negligenza dei suoi
leader, la corruzione del governo”. (E. B.)
ARRESTATE due donne In India perchè predicavano il cristianesimo
NEW DEHLI. = E’ l’arresto a caratterizzare il giorno di
Pasqua di due donne nel distretto di Jabalpur, nello
stato indiano del Madhya Pradesh.
Secondo le prime notizie, diffuse dall’agenzia AGI, le due sono state sorprese mentre distribuivano volantini che spiegavano alla
gente come superare i problemi seguendo
Celebrazioni liturgiche e cerimonie religiose hanno
coronato, come ogni anno, il Triduo Pasquale. L’arte accoglie ora, a Roma e in
tutta l’Italia, turisti e appassionati, con appuntamenti espositivi di grande
prestigio. Mentre un film silenzioso e originale sorprende il pubblico e parla
all’anima
- A
cura di Luca Pellegrini -
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ROMA. =
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16 aprile 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Ancora violenze contro la minoranza cristiana copta in Egitto: un altro cristiano è morto ieri, ad
Alessandria, in seguito agli attacchi di venerdì scorso contro tre chiese copte. Gravi disordini sono scoppiati inoltre, ieri
pomeriggio, durante i funerali di un fedele ucciso venerdì da uno squilibrato.
La polizia è intervenuta usando lacrimogeni: almeno 15 persone, tra le quali
diversi estremisti islamici, sono rimaste ferite. Sempre ieri, sono state attaccate
e date alle fiamme una chiesa copta e una moschea.
In Iraq, quattro persone sono morte, a
Baghdad, per l’esplosione di un’autobomba nei pressi di una moschea. Cinque
presunti terroristi sono stati uccisi, inoltre, durante una operazione
condotta da soldati delle forze della coalizione nei pressi della capitale. Sul
versante politico, riprendono oggi pomeriggio le
trattative per la formazione del governo. I sunniti si apprestano a proporre
tre candidati per le cariche di vice presidente, vice primo ministro e
presidente del Parlamento.
Anche l’ex
comandante in capo delle forze NATO in Europa, Wesley
Clark, chiede le dimissioni del ministro della Difesa
statunitense, Donald Rumsfeld.
Clark si unisce così ai sei colleghi in pensione che
già si sono pronunciati in tal senso. “Penso che Rumsfeld
non abbia fatto un buon lavoro e debba andarsene”, ha dichiarato Clark in un’intervista rilasciata all’emittente televisiva
‘Fox’. La colpa di Rumsfeld
è, secondo Clark, quella di avere gettato gli Stati
Uniti in una guerra che non aveva nulla a che vedere con la lotta al
terrorismo.
Lo Stato ebraico è pronto a liberare il leader
palestinese, Marwan Barghouti,
in cambio del rilascio dell’analista della marina statunitense, Jonathan Pollard, accusato di
spionaggio. Lo ha rivelato la radio dell’esercito, citando fonti del governo
israeliano. In Egitto, intanto, la Lega araba ha esortato l’esecutivo
palestinese, guidato da Hamas, ad adottare il piano di
pace presentato durante il vertice di Beirut nel 2002. La proposta, che prevede
la normalizzazione dei rapporti tra Paesi arabi e Israele in cambio del ritiro
entro i confini precedenti alla guerra del 1967, è stata avanzata ieri al Cairo
dal segretario generale della Lega araba.
Il governatore di Gaza, ha reso noto che più
di 360 mila volatili sono stati abbattuti per contenere un’eventuale epidemia
di influenza aviaria nella Striscia di Gaza. Lo scorso 22 marzo, erano state
riscontrate tracce del virus H5N1, il più letale per l’uomo, nei pressi del
confine con Israele.
Un attacco contro l’Iran provocherebbe conseguenze
negative per gli Stati Uniti assai maggiori di quelle a cui
Washington deve far fronte adesso per la guerra in Iraq. E’ quanto sostengono
due esperti americani di questioni militari, Richard Clarke e Steven Simon, ex alti
funzionari della Casa Bianca. L’Iran - avvertono i due esperti - dispone di forze molto superiori a quelle di Al Qaeda
e gli ayatollah potrebbero decidere di brandire l’arma del terrorismo. Il
quotidiano britannico ‘Sunday Times’ cita inoltre fonti
iraniane, secondo le quali squadre kamikaze sono pronte a colpire in Gran
Bretagna e negli Stati Uniti se saranno bombardati gli impianti nucleari
iraniani. Le fonti precisano anche che sarebbero più di 40 mila gli attentatori
suicidi.
Nel sud della Cecenia,
almeno due soldati russi sono rimasti uccisi in un’imboscata tesa da ribelli ceceni alle truppe speciali del ministero degli Interni di
Mosca nel villaggio di Dargo.
In Nepal, continuano le
proteste in Nepal contro il re Gyanendra: per l’11.mo giorno consecutivo di scioperi e manifestazioni,
centinaia di persone hanno sfilato per le strade del quartiere turistico di Kathmandu. Ieri, diversi manifestanti sono rimasti feriti
in seguito all’intervento della polizia che ha anche arrestato almeno 20
dimostranti.
La
Cina è pronta a nuovi negoziati con Taiwan: il presidente cinese Hu Jintao ha chiesto nuovi
colloqui durante un incontro con Lien Chan, ex leader del Partito nazionalista dell’isola. Hu Jintao ha anche dichiarato che
le aspirazioni di indipendenza di Taiwan rappresentano una minaccia alla pace e
alla stabilità.
A 11 giorni dal 20.mo
anniversario della tragedia di Chernobyl, migliaia di
attivisti hanno manifestato in Francia contro la costruzione di una centrale
nucleare di nuova generazione a Flammanville, a nord
ovest della Normandia. Il nuovo reattore dovrebbe sfruttare il combustibile
atomico con maggiore efficienza dei reattori attuali, producendo una minore
quantità di scorie. Ma i manifestanti hanno denunciato che la
Francia ha già un’eccedenza nella capacità produttiva di energia
elettrica.
L’Irlanda celebra oggi il novantesimo
anniversario della rivolta di Pasqua del 1916. Durante quella sommossa, nel
corso di una settimana di scontri con le truppe britanniche, morirono almeno
450 persone, la metà delle quali civili. Tre anni dopo l’insurrezione, ebbe poi
inizio la guerra d’indipendenza, culminata nel 1922,
con la proclamazione della Repubblica d’Irlanda.
“Le priorità per la seconda metà della
legislatura sono il processo di pace, i diritti sociali, compresa la stabilità
del mercato del lavoro, e l’educazione”. Lo ha detto il premier spagnolo, Jose Luis Rodriguez Zapatero, alla vigilia del secondo anniversario del suo governo,
che ricorre domani.
Buckingham Palace
non sarà più la residenza principale della regina Elisabetta II di Inghilterra.
Lo ha reso noto il quotidiano britannico ‘Times’ precisando che la regina ha deciso di
trasferirsi al castello di Windsor, ad ovest di Londra. Secondo il giornale, Elisabetta II, che il prossimo 21 aprile
compirà 80 anni, si recherà il martedì a Buckingham Palace per la consueta udienza con il primo ministro.
Mikhail Khodorkovsky, già amministratore delegato del colosso
petrolifero ‘Yukos’, è stato aggredito nel carcere
siberiano dove sta scontando otto anni di reclusione dopo essere stato
condannato per malversazione, frode ed evasione fiscale. Ad assalirlo in cella,
due giorni fa, è stato un altro detenuto, che lo ha sfregiato al volto con un
oggetto appuntito. Lo ha dichiarato all'agenzia di stampa indipendente russa
‘Interfax’ uno dei legali dell’ex magnate.
In Serbia, le autorità hanno
dichiarato lo stato di emergenza in 10 regioni per far fronte al rischio di
alluvioni provocate dalla piena del Danubio. La situazione è critica anche in
Bulgaria, dove molti fiumi hanno raggiunto livelli record.
Emergenza inondazioni anche in Brasile: almeno
otto persone, tra le quali due bambini, sono morte in seguito alle piogge
torrenziali che hanno sconvolto il nord del Paese. L’area più colpita è la
regione del Para, dove è stato dichiarato lo stato di
emergenza. E’ stato anche richiesto l’intervento dell’esercito per soccorrere
la popolazione.
Il vulcano Merapi,
in Indonesia, può entrare in eruzione “in ogni momento”. Lo ha annunciato il
presidente indonesiano, Susilo Bambag
Yudhoyono, lanciando un appello alla popolazione perché sia pronta ad ogni
eventualità. Il vulcano è sotto osservazione da diversi giorni in seguito a
ripetuti movimenti tellurici.
Tre terremoti hanno scosso tre diverse zone
della terra senza fortunatamente provocare vittime: il sisma più forte, di 6,2
gradi della scala Richter, è stato registrato
nell’Oceano Pacifico a circa 20 chilometri dalla costa di Taiwan. Un altro sisma
si è verificato al largo della costa del Cile. Entrambe le scosse non hanno
generato onde anomale. Un terzo terremoto, di 3,2 gradi della scala Richter, è stato avvertito poi in tutto il Portogallo.
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