RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 104
- Testo della trasmissione di
venerdì 14 aprile 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il Papa presiede nel pomeriggio, nella Basilica Vaticana, la
celebrazione della Passione del Signore
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Migliaia
di pellegrini hanno partecipato stamane alla Via Crucis a Gerusalemme
Domani, Sabato Santo, l’Ora della Madre a
Santa Maria Maggiore
Il
cardinale Dionigi Tettamanzi presenta una nuova strategia pastorale per la
diocesi
In Turchia rinviato a giudizio l’omicida di don Santoro, che rischia
20 anni di carcere
Attaccate
in Egitto tre chiese copte: morto un
fedele cristiano
Anche oggi decine di morti in Iraq: in migliaia continuano a lasciare le
città per sfuggire alle violenze
14
aprile 2006
CON LA MESSA IN COENA
DOMINI, IERI POMERIGGIO IN SAN GIOVANNI IN LATERANO,
IL PAPA HA
APERTO I RITI DEL TRIDUO PASQUALE
Benedetto XVI ha aperto ieri
pomeriggio, Giovedì Santo, i riti del Triduo Pasquale presiedendo la Messa in
Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Dio – ha detto il Papa nell’omelia - ama
l’uomo anche nella sua caduta, lo ama fino all’estremo dono del Figlio, che ci
purifica offrendosi totalmente “fin nelle profondità della sua sofferenza e
della sua morte”. Il Papa ha ripetuto
l’antico rito della lavanda dei piedi, mentre, come gesto di carità, sono state raccolte offerte per le vittime delle
frane che hanno colpito nel febbraio scorso le Filippine. Il servizio di
Tiziana Campisi:
**********
(Musica)
L’Ultima Cena è l’ora del
testamento di Cristo, il Figlio di Dio lascia all’umanità l’insegnamento più
grande: l’amore. Quello che non conosce limiti e che spinge fino all’estremo.
Nella celebrazione del Giovedì Santo Benedetto XVI ha voluto spiegare proprio
in che cosa consiste l’amore smisurato che Dio nutre per l’uomo. Dio ama l’uomo
anche nella sua caduta, ha detto il Papa, non lo abbandona a se stesso.
(Lettura del Vangelo in greco)
Il Vangelo viene letto in latino
e in greco, poi il Papa ha voluto chiarire il significato del gesto compiuto da
Gesù nel giorno in cui, sotto le specie del pane e del vino diede in nutrimento
agli Apostoli il suo Corpo e il suo Sangue comandando loro di imitare il suo
esempio:
“Depone le vesti della sua gloria divina e indossa le vesti dello
schiavo. Scende giù fin nell'estrema bassezza della nostra caduta. Si
inginocchia davanti a noi e ci rende il servizio dello schiavo; lava i nostri
piedi sporchi, affinché noi diventiamo ammissibili alla mensa di Dio…”
Dio non è lontano o troppo
distante e troppo grande per occuparsi delle nostre bazzecole, ha detto poi il
Santo Padre. E’ un amore che redime quello di Dio, che purifica e risana:
“Il bagno nel quale ci lava è il suo amore pronto ad affrontare la
morte. Solo l'amore ha quella forza purificante che ci toglie la nostra
sporcizia e ci eleva alle altezze di Dio. Il bagno che ci purifica è Lui stesso
che si dona totalmente a noi – fin nelle profondità della sua sofferenza e
della sua morte. Continuamente Egli è questo amore che ci lava; nei sacramenti
della purificazione - il battesimo e il sacramento della penitenza…”
Ma l’uomo è libero di accettarlo
o meno questo amore che Dio gli dona, ha sottolineato Benedetto XVI. E’
l’oscuro mistero del rifiuto:
“È la superbia che crede di non aver bisogno di alcuna purificazione,
che si chiude alla bontà salvatrice di Dio. È la superbia che non vuole confessare
e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione”.
E’ Giuda l’esempio di questo
rifiuto, ha proseguito il Papa, che valuta Gesù secondo le categorie del potere
e del successo, per lui l’amore non conta, il denaro è più importante della
Comunione con Cristo:
“E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio
gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso
per la verità suprema, per Dio. In questo modo egli si indurisce, diventa
incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta
via la vita distrutta”.
(Musica)
Ma il Signore, attraverso la sua
Parola, ha specificato il Santo Padre, ci mette in guardia da
quell’autosufficienza che pone un limite al suo amore illimitato ed invita all’umiltà:
“Ci invita – per quanto smarriti possiamo sentirci
– a ritornare a casa e a permettere alla sua bontà purificatrice di tirarci su
e di farci entrare nella comunione della mensa con Lui, con Dio stesso”.
Infine il Pontefice ha voluto
ricordare le parole che Gesù, durante l’Ultima Cena, rivolse ai suoi discepoli:
“’Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri’… significa
soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo
ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa
purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere
sopportati dagli altri; purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la
forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell'amore
divino”.
Dopo
l’omelia Benedetto XVI ha lavato i piedi a 12 laici, compiendo così il mandato
richiesto da Cristo. Quindi, dopo la preghiera per la Chiesa universale, il
Papa ha rinnovato il memoriale del sacrificio di Cristo.
(Musica)
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VENERDI’ SANTO: LA CHIESA
CONTEMPLA IL MISTERO DELLA CROCE CHE SALVA.
QUESTA SERA IL PAPA PRESIEDE LA VIA CRUCIS AL
COLOSSEO
- Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -
Venerdì Santo: volgiamo “lo
sguardo al cuore trafitto del Redentore” che sulla Croce rivela il senso
dell’amore “nella sua forma più radicale”, “un amore che sorpassa ogni
conoscenza”, amore di Dio che “si dona per rialzare l’uomo e salvarlo”. Così il
Papa durante l’udienza generale di mercoledì ha spiegato ai fedeli il senso del
giorno in cui la Chiesa fa memoria della morte del suo Signore. Questa sera,
alle 21.15, Benedetto XVI presiederà
per la prima volta la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice porterà
la croce alla prima e alla quattordicesima Stazione. Quest’anno le meditazioni
sono state affidate all’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per la
Città del Vaticano. Giovanni Peduto gli ha chiesto a quali criteri si è
ispirato:
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R. – Il criterio di fondo è
questo: nella Passione di Cristo confluisce la storia di tutta l’umanità. E
pertanto, guardando la Passione di Cristo, noi possiamo capire la storia degli
uomini, una storia nella quale i buoni vengono umiliati, i miti vengono aggrediti,
gli onesti vengono calpestati, i puri di cuore vengono beffardamente derisi, e
allora viene la domanda, ed è una domanda che attraversa tutta la Via Crucis:
“Ma chi è il vincitore”? Se Dio stesso porta la Croce ed è condannato, chi è il
vincitore? Chi dirà l’ultima parola? Ebbene, ripercorrendo la strada della
Croce di Gesù, noi abbiamo una certezza: l’ultima parola la dice Dio. Il
cammino della Croce ci aiuta a capire il dramma della storia, ma a noi come credenti
ci assicura che l’ultimo giorno non è il Venerdì Santo: l’ultimo giorno è la
Pasqua. E la Pasqua è la vittoria del bene sul male, dell’amore sull’odio, e
quindi è la vittoria dei buoni perché è la vittoria del Buono per eccellenza,
del Buono infinito che è Dio.
D. – Quale messaggio vuole dare
con le sue meditazioni?
R. – Innanzitutto, in alcune
stazioni, soprattutto nelle Stazioni che ricordano le cadute di Gesù, io mi
sono chiesto: “Ma che cos’è che oggi pesa nella Passione di Cristo”? E nella
prima caduta, io ho pensato che la prima sofferenza che Gesù ha provato è
proprio quella di aver avvertito che nel mondo sta scomparendo il senso del
peccato. Il peccato è il vero veleno della storia, è la vera infezione
dell’umanità. Il peccato è ciò che fa male all’uomo, perché non dobbiamo mai
dimenticare che il male è male perché fa male. Ebbene, Gesù deve aver sofferto
immensamente nel vedere la stoltezza, la stupidità umana che beve il veleno
senza accorgersene. E la sua sofferenza grida al mondo, grida agli uomini:
“State attenti! Guardate che cosa fa il peccato! Io, entrando nella vostra
storia piena di peccato, mi sono trovato aggredito, mi sono trovato percosso,
mi sono trovato crocifisso e ho accettato la sofferrenza per dirvi quanto il
peccato vi faccia male”. Se noi aprissimo gli occhi … Allora ecco, la seconda
parola: se aprissimo gli occhi e riconoscessimo che il peccato ci fa male.
Ecco, dicevo, la seconda parola: Dio è pronto al perdono. Perché nella Croce di
Cristo da una parte grida il peccato, dall’altra parte grida l’amore di Dio che
dice: “Io ti amo ancora; io sono qui per perdonarti. Se mi apri il cuore, io
entro dentro e lo sano”.
D. – Lei, nell’accingersi alla
stesura di questo testo della Via Crucis, si è affidato a Maria. Nella Via
Crucis, qual è il ruolo della Madonna?
R. – Nella riflessione che io
propongo, più volte ritorna la figura di Maria. Non solo nell’incontro della
Madre con il figlio, ma anche nella deposizione dalla Croce, io propongo una
lunga meditazione sulla presenza di Maria. E nella quarta Stazione – l’incontro
di Gesù con la Madre – io mi sono affidato ad una preghiera che mi è nata
proprio dal cuore, nella quale ho detto: “Signore Gesù, abbiamo tutti bisogno
della Madre”. Abbiamo bisogno di un amore che sia vero e fedele, abbiamo
bisogno di un amore che non vacilli mai, abbiamo bisogno di un amore che sia
rifugio sicuro per il tempo della paura, del dolore e della prova che arriva
per tutti. Per questo, abbiamo bisogno di Maria: la donna, la sposa, la madre
che non deforma e non rinnega mai l’amore. Maria è la Madre. E in ogni Via
Crucis è presente questa Madre, perché Gesù dalla Croce ha detto a Maria:
“Donna – cioè, creatura nella quale tutta la bellezza, tutta la delicatezza del
mondo femminile raggiunge il suo vertice – donna, io ti affido Giovanni: ecco
il tuo figlio”. Cioè, ti affido ogni uomo nel percorso della sua croce. E
Maria, con il cuore che aveva e con il cuore che ha, non può non prendere sul
serio queste parole di Gesù. Per questo, noi abbiamo la certezza che in ogni
Via Crucis è presente Maria. E’ presente la Madre, con la tenerezza materna che
ci traduce il cuore infinitamente buono di Dio.
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La Via Crucis al Colosseo sarà
seguita in mondovisione da oltre 60 enti televisivi. La Radio Vaticana
trasmetterà la cronaca dell’evento, a partire dalle 21.05, in onda media, onda
corta e modulazione di frequenza, con commenti in italiano, inglese, francese,
spagnolo e tedesco.
IL PAPA PRESIEDE NEL
POMERIGGIO, NELLA BASILICA VATICANA,
LA CELEBRAZIONE DELLA
PASSIONE DEL SIGNORE
Oggi
pomeriggio, alle 17.00, il Papa presiede nella Basilica Vaticana la celebrazione
della Passione del Signore durante la quale si svolgerà l’Adorazione della
Croce. La predica sarà tenuta
da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. La nostra
emittente trasmetterà il rito con commento in italiano, a partire dalle 16.50,
sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz.
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OGGI SU
“L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima
pagina - Giovedì Santo 2006
"Inginocchiato
davanti ai nostri piedi il Signore ci fa capaci di Dio": Benedetto XVI celebra
la Santa Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Servizio
vaticano - Una pagina dedicata alla celebrazione del Giovedì Santo nelle
Diocesi italiane.
Servizio
estero - Per la rubrica dell'"Atlante geopolitico" un articolo di
Giuseppe Maria Petrone dal titolo "Ucraina: rilanciata la rivoluzione
arancione".
Servizio
culturale - Un articolo di Paolo Miccoli dal titolo "L'opera dell'Amore
silente": riflessioni sul Sabato Santo.
Servizio
italiano - Elezioni: continuano le verifiche sulle schede. L'Unione: "Il risultato
non cambia".
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14
aprile 2006
IL 25 MARZO DELL’ANNO SCORSO, L’ULTIMA VIA
CRUCIS DI GIOVANNI PAOLO II
CON LE MEDITAZIONI SCRITTE DALL’ALLORA CARDINALE JOSEPH RATZINGER
Per la prima volta, fra poche ore, Benedetto XVI
guiderà la Via Crucis al Colosseo. D’altro canto, il futuro Papa
aveva scritto le meditazioni proprio per il Rito solenne dell’anno scorso,
l’ultima Via Crucis di Giovanni Paolo II. I testi delle Stazioni, editi
dalla Libreria Editrice Vaticana, sono disponibili nelle librerie grazie ad una
ristampa. Ma torniamo alla Via Crucis del 25 marzo 2005, con la rievocazione
di Alessandro Gisotti:
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(Musica)
Il Papa che vive gli ultimi
giorni della sua vita terrena, seguendo dalla sua Cappella privata con un
crocifisso in mano la Via Crucis al Colosseo. E, accanto a questa immagine,
le meditazioni del “suo amico fidato”, che accompagnano le Stazioni del cammino
doloroso di Cristo verso la Croce. Così, i fedeli ricordano la Via Crucis
dell’anno scorso, che ha unito provvidenzialmente i due Pontefici: Giovanni
Paolo II e colui che gli sarebbe succeduto, tre settimane dopo quella Via
Crucis del 25 marzo 2005.
“La croce – scriveva l’allora cardinale Joseph Ratzinger nelle
meditazioni – ci pesa molto”, ma “tu hai portato anche la mia croce e non l’hai
portata in qualche momento del passato, perché il tuo amore è contemporaneo
alla mia vita”. Il futuro Pontefice sottolineava come Cristo abbia accettato
per noi la sorte del chicco di grano: morire per produrre molto frutto. Le
meditazioni sono una lunga, accorata invocazione al Signore affinché ci aiuti.
Ci aiuti a “non impadronirci della vita, ma a donarla”, “ad accettare la croce,
a non sfuggirla”. E, ai nostri microfoni, proprio il 25 marzo di un anno fa,
l’autore delle meditazioni si soffermava sul mistero della Passione:
“E’ sempre
difficile per l’uomo capire perché Gesù per salvare il mondo abbia dovuto
subire una tortura così crudele come la crocifissione. Non per niente San Paolo
dice: è uno scandalo per i pagani. L’uomo di oggi vuole naturalmente escludere
dalla vita queste cose. In realtà, la crocifissione del Signore ci invita alla
giustizia, alla correttezza, all’amore per superare le ingiustizie. Allo stesso
tempo è proprio questa auto-donazione del Signore che, portando i nostri dolori
e le nostre sofferenze, trasforma il mondo”.
Di quelle
meditazioni del futuro Papa, restano scolpite nella memoria le parole sferzanti
contro i mali del nostro tempo. L’uomo, avvertiva il porporato, stancatosi della
fede e abbandonato il Signore, ha abbracciato “le grandi ideologie” come anche
“la banalizzazione dell’uomo che non crede più a nulla e si lascia
semplicemente andare”. E poi quel grido di dolore per i peccati dei figli della
Chiesa che, spesso, affermava “ci sembra una barca che sta per affondare, che
fa acqua da tutte le parti”:
“Quanta
sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio dovrebbero
appartenere completamente a lui. Quanta superbia, quanta autosufficienza!
Quanto poco rispettiamo il Sacramento della Riconciliazione, nel quale egli ci
aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute. Tutto ciò è presente nella sua Passione”.
“Con la nostra
caduta – si legge nelle meditazioni – ti trasciniamo a terra, e Satana se la
ride, perché spera che non riuscirai più ad alzarti”. Tu però, scriveva il futuro
Papa, “ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi”.
(Musica)
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IN ITALIA, PROSEGUE IL LAVORO DEGLI INQUIRENTI
DOPO L’ARRESTO
DEL BOSS DELLA MAFIA, BERNARDO PROVENZANO
- Intervista con il cardinale Salvatore De Giorgi -
C’erano anche noti
professionisti tra gli uomini che proteggevano la latitanza di Bernardo
Provenzano. I loro nomi sarebbero tutti contenuti nei messaggi trovati nel covo
del boss. Intanto, gli investigatori stanno setacciando il casolare in cui
il capo di Cosa nostra si nascondeva, alla ricerca di un archivio
segreto con copie di lettere e documenti inviati ad esponenti del mondo della
mafia. Ma come interpretare l’arresto di Bernardo Provenzano? Risponde al
microfono di Fabio Colagrande l’arcivescovo di Palermo, cardinale Salvatore De Giorni:
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R. – Lo interpreto, proprio alla luce della Settimana
Santa, come un segno pasquale di liberazione e di riscatto. E’ stata una
notizia che ci ha riempito di gioia e di speranza. Dopo 43 anni il boss è stato
catturato. A me dispiace, come spiace a tutta la Chiesa, che Provenzano abbia
manifestato attaccamento alla Bibbia, alla preghiera, a Padre Pio, al Rosario,
quando è autore di terribili e atroci stragi e uccisioni. Per cui ho ritenuto
opportuno richiamare quello che da dieci anni non mi stanco di ripetere: è assurdo
che un mafioso, specialmente di questo livello, possa dirsi amico di Dio per la
semplice ragione che chi è contro l’uomo è contro Dio. Tante volte, poi, con
tutto l’episcopato siciliano abbiamo ricordato che la mafia e il Vangelo sono inconciliabili,
sia per la struttura di peccato, che è terribilmente feroce, e sia perché il
Vangelo viene conculcato nel modo più aspro.
D. - Lei ha voluto ricordare
anche la dura condanna pronunciata contro la mafia da Giovanni Paolo II …
R. - Ho ricordato quello che Giovanni Paolo II disse ad
Agrigento, quando condannò al giudizio di Dio i mafiosi, esortandoli alla
conversione. Quello che io ho fatto continuamente, esortando sia Provenzano,
sia gli altri mafiosi, a convertirsi nella conversione vera, nel cambiamento di
mentalità, nel ritorno a Dio, nel ritorno al Vangelo, ma anche con la
riparazione dei tantissimi danni che sono stati inferti alle persone, alle
famiglie, alla società ed anche all’immagine della Sicilia. Ho rinnovato poi
l’appello a tutte le forze politiche, culturali, sociali, religiose, di essere
unite nel combattere quello che io chiamo un bubbone pestifero in un corpo
sano. Dobbiamo combattere, combattere soprattutto con la mobilitazione delle
coscienze. Padre Pino Puglisi ha dato la vita per questo. Il processo di
beatificazione è in corso e noi ci auguriamo tutti che possa avere un esito
felice, proprio perché questo sacerdote ha combattuto la mafia con la
formazione dei giovani, che ha cercato di sottrarre alla gestione feroce della
mafia.
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14 aprile 2006
NELLA
CITTÀ VECCHIA DI GERUSALEMME MIGLIAIA DI FEDELI
HANNO
PARTECIPATO ALLA VIA CRUCIS
- A
cura di Graziano Motta -
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GERUSALEMME. = Fin dalle prime ore di questo giorno in cui
Cristo, nostra Pasqua, si è immolato la Via dolorosa è stata affollata da
gruppi di pellegrini di tutto il mondo che hanno sostato in preghiera nelle
stazioni poste in memoria del percorso di Gesù fino al Calvario. Visibile lo
spiegamento di militari israeliani nel contesto delle misure di sicurezza
predisposte per il rischio di attentati anche per la concomitanza della Pasqua
ebraica, caratterizzata dall’afflusso ininterrotto nella Città Vecchia di migliaia
di fedeli diretti al Muro occidentale dell’antico Tempio. La Via Crucis, che ha
raccolto il maggior numero di fedeli, è stata animata in italiano e in inglese
dai Frati minori francescani della Custodia di Terra Santa e presieduta dal
Custode padre Pierbattista Pizzaballa. Vi ha partecipato anche il nuovo Nunzio
in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina, arcivescovo
Antonio Franco. Come ogni anno il Patriarca latino Michel Sabbah ha guidato la
Via Crucis dei seminaristi, mentre i fedeli della parrocchia cattolica di San
Salvatore hanno seguito alcuni dei loro giovani che si sono alternati nel
portare a spalla una pesante croce. In mattinata al Calvario, con un’azione
liturgica, presieduta dal vescovo ausiliare Kamal Hanna Batish, la Chiesa di
Gerusalemme ha celebrato la Passione del Signore intorno alla reliquia del
legno della Croce, che vi era stata trasportata in processione. E’ stata
proclamata prima la lettura: egli è stato trafitto per i nostri delitti del
profeta Isaia, seguita da quelle della lettera di San Paolo agli Ebrei e della
Passione secondo San Giovanni e poi dalla preghiera universale. Punto
culminante è stata l’adorazione della Santa Croce, secondo un rito che risale
al IV secolo, caratterizzata tra l’altro dal canto delle Lamentazioni. Infine
in processione il vescovo si è recato al Sepolcro del Signore per ritornare al
Calvario con il santissimo Sacramento, comunicarsi e distribuire la Comunione
ai fedeli. Una emozionante esperienza di fede e di preghiera che si è conclusa
al canto del Vexilla Regis.
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DOMANI, SABATO SANTO, L’ORA DELLA MADRE A SANTA
MARIA MAGGIORE
- A
cura di Giovanni Peduto -
ROMA. = Anche quest’anno sarà
celebrata l’Ora della Madre presso la Patriarcale Basilica di Santa Maria
Maggiore, domani, dalle 10.30 alle 11.30, con la presidenza del cardinale
arciprete della Basilica Liberiana, Bernard Francis Law, e la corale ‘Jubilate
Deo’, diretta da suor Dolores Aguirre, per lunghi anni responsabile dei
programmi liturgici della nostra emittente. L’iniziativa, fin dalle origini viene
portata avanti dal Centro di cultura mariana ‘Madre della Chiesa’ in via del
Corso a Roma, diretto dal padre Ermanno Toniolo che si avvale della collaborazione
delle Suore Figlie della Chiesa. Il Sabato Santo la Chiesa è in attesa della
Resurrezione del Cristo, suo Sposo, assieme a Maria, che aveva conservato la
fede nel Figlio suo. Per questo il sabato è giorno mariano fin dalle origini
del cristianesimo. L’Ora della Madre vuole per l’appunto sottolineare la fede di
Maria nella Resurrezione del Signore.
Il
cardinale Dionigi tettamanzi presenta una nuova strategia pastorale
per la
chiesa ambrosiana, che coinvolgera’ tutte le comunità locali
MILANO. = Dalla parrocchia alla “comunità pastorale”, dal
parroco al “direttivo pastorale”. Sono queste le due figure cardine della
“nuova strategia pastorale per la Chiesa ambrosiana”, presentata ieri ai
sacerdoti della diocesi dal cardinale Dionigi Tettamanzi, durante la Messa
crismale del Giovedì Santo nel duomo di Milano. Contenute in un documento
elaborato da un gruppo presieduto dallo stesso arcivescovo, queste linee guida
rappresentano una modalità di lavoro che coinvolgerà tutte le comunità locali.
Come ha spiegato il cardinale durante l’omelia – afferma l’agenzia SIR - questo
potrà comportare la revisione dei confini di alcune parrocchie, tuttavia,
sempre in continuità rispetto alla strada intrapresa dalle “unità pastorali”.
Da qui discende la necessità di individuare nuove comunità pastorali – ha
specificato il porporato - intese come “forma di unità pastorale tra più
parrocchie affidate ad una cura pastorale unitaria e chiamate a vivere un
cammino condiviso e coordinato di autentica comunione, attraverso la
realizzazione di un concreto, preciso e forte progetto pastorale missionario”.
Auspicando quindi la nascita di “feconde collaborazioni tra le parrocchie
vicine”, il cardinale Tettamanzi ha ricordato che al fondamento di questa
strategia c'è “una grande libertà spirituale” che, senza necessariamente
conservare l’esistente, “ci impegna, piuttosto, a rinnovare radicalmente la
nostra azione pastorale”. Da un punto di vista operativo, il documento prevede
che ogni comunità pastorale sia guidata da un direttivo alla cui testa c’è un
responsabile. Questo – ha sottolineato il cardinale Tettamanzi – “può rendere
più lieve la responsabilità e più oculate le scelte. Favorirà una dedizione più
libera e lieta alla celebrazione dei santi Misteri, alla cura per una comunità
e per ogni suo settore. Faciliterà, inoltre, il ministero dei giovani preti che
compiono il loro “apprendistato” in un contesto più comunitario. Nello stesso
tempo renderà apprezzabile il ministero dei preti anziani che, liberi da oneri
istituzionali, potranno mettere a disposizione la loro sapienza.” Naturalmente,
come ha fatto osservare lo stesso arcivescovo, tutti questi passaggi dovranno
avvenire con la “necessaria gradualità” e con la “doverosa attenzione alle
persone”, come pure “alle condizioni concrete che rendono realizzabile
l’impostazione decisa e proposta”. (E. B.)
IN
ARGENTINA UN SACERDOTE E’ STATO UCCISO A COLTELLATE.
LA
POLIZA HA FERMATO UN GIOVANE CON
L’ACCUSA DI OMICIDIO A SCOPO DI RAPINA
BUENOS AIRES. = Padre Luis Montenegro, 77 anni, da 30
parroco della chiesa Neuestra Senora de Rosario a LA Calera, nei pressi della
città di Cordoba, a nord ovest della capitale argentina, Buenos Aires, è stato
trovato morto nella sua abitazione mercoledì scorso. Il corpo del sacerdote,
che è stato ucciso a coltellate mentre stava dormendo, è stato scoperto dai familiari,
che avevano cercato di mettersi in contatto telefonico con lui senza ottenere
risposta. Per l’omicidio, la polizia ha fermato un giovane pregiudicato per
altri fatti criminali. L’accusa parla di omicidio a scopo di rapina. (E. B.)
In turchia rinviato a giudizio L’ omicida di don
Santoro,
che rischia 20 anni di carcere
ANKARA. = In Turchia, la Procura dei minori di Trabzon ha
rinviato a giudizio il giovane che, il 5 febbraio scorso, uccise don Andrea
Santoro mentre pregava nella chiesa di Santa Maria di Trebisonda. Secondo i
media turchi il ragazzo rischia una pena di 20 anni. Al momento non è ancora
chiara la data di inizio del processo. E’ certo che sul banco degli imputati
siederà solo l’assassino dato che - secondo la Procura - le indagini non avrebbero
finora accertato l’esistenza di complici o mandanti. Resta comunque ignoto il
movente. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti è che il ragazzo,
psicologicamente disturbato, abbia deciso di uccidere il religioso sull’onda
delle agitazioni innescate dalla pubblicazione delle vignette satiriche sul
profeta Maometto. (E. B.)
Dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA),
Venus Express,
ieri sono arrivate a Terra le prime immagini in
assoluto del pianeta Venere. Secondo gli scienziati mostrano un’inattesa
ricchezza di dettagli
- A
cura di Eugenio Bonanata -
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ROMA. = Vortici scuri attorno al Polo Sud di Venere. E’
questo lo scenario presentato dalle immagini che sono riuscite ad attraversare
quel denso strato di nubi che avvolge il pianeta. I vortici, che ricordano
quelli di una tromba d’aria terrestre, derivano da una delle tante bizzarrie di
Venere: mentre la parte solida del pianeta ruota infatti in modo lentissimo,
tanto che un giorno venusiano equivale a ben 243 giorni terrestri, la sua
atmosfera si muove invece molto più velocemente, compiendo una rotazione
completa in tre-quattro giorni. Capire come avviene questa super rotazione
dell’atmosfera è uno degli obiettivi della missione spaziale europea, che,
prossimamente, potrà avvalersi di immagini qualitativamente migliori. Gli
scienziati, dal centro controllo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in
Germania, parlano di un risultato straordinario, che apre nuovi orizzonti di
analisi per un pianeta molto simile alla Terra. Oggi è alquanto secco, ma Venere
un tempo era caratterizzato da una grande quantità di acqua. Dunque, si potrebbe
chiarire il perché di questa trasformazione. In particolare – affermano gli
addetti ai lavori - si potrebbe far luce su un fenomeno tanto complesso per la
Terra, come l’effetto serra.
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14
aprile 2006
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
In Egitto almeno un cristiano è
morto e un’altra decina di fedeli sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, in
attacchi compiuti questa mattina contro tre chiese copte ad Alessandria.
Secondo le prime informazioni tre uomini armati di coltelli avrebbero assaltato
simultaneamente i luoghi di culto, situati in tre diversi quartieri della
città, pugnalando i fedeli riuniti in preghiera durante le celebrazioni del
Venerdì Santo.
Fuggono in migliaia ogni giorno
dalle loro case gli iracheni travolti da un clima di terrore diffuso nel Paese
per le continue violenze settarie tra sunniti e sciiti. Decine di morti anche
oggi. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Sembra impossibile fermare le
violenze in Iraq mentre lunedì prossimo è attesa la convocazione del nuovo
Parlamento che dovrà nominare il governo di unità nazionale tra sciiti, sunniti
e curdi, finora bloccato dal braccio di ferro sulla sorte del primo ministro uscente Al Jafaari, inviso a
sunniti e curdi, e che non intende farsi da parte. Intanto prosegue la
drammatica conta delle vittime delle stragi perpetrate ogni giorno. Stamane,
bombe davanti a due moschee sunnite a Baquba, almeno 4 i fedeli uccisi, oltre
ad un attentato suicida contro una sede di Polizia a Mosul: feriti 5 poliziotti
ed un civile. Si aggrava poi il bilancio di un agguato ieri nei pressi di
Baghdad, sulla strada verso Najaf: almeno 6 agenti morti e 10 feriti e altre
decine dispersi. E ancora rapiti e uccisi 11 dipendenti di un’impresa di
costruzioni a Bassora; mentre nei pressi della città, altri 2 morti ed 8
feriti, tra cui 4 soldati britannici, per un’esplosione. Il clima di terrore
diffuso nel Paese ha più che raddoppiato nelle ultime due settimane gli
sfollati, almeno 65 mila le persone in fuga dalle violenze settarie tra sciiti
e sunniti. Proprio ieri è stato assassinato a Baghdad il fratello di un
esponente politico sunnita Hashemi, candidato alla presidenza del Parlamento.
Mentre l’Esercito americano ha annunciato di avere ucciso, il 27 marzo scorso a
Baquba, un dirigenze di al Qaeda in Iraq, Rafid Ibraim Fattah. Infine, la
notizia apparsa oggi sul settimanale Focus circa il riscatto di 12 milioni di
dollari che avrebbero chiesto i rapitori dei due tecnici tedeschi, Bräunlich e
Nitzschke, sequestrati il 24 gennaio scorso.
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Sono
sempre più rigide le posizioni di Iran e Stati Uniti sulla questione nucleare
iraniana: il governo di Teheran vuole proseguire nel proprio programma
nucleare, l’amministrazione statunitense chiede una risoluzione che possa consentire
un intervento militare. Il nostro servizio:
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Dall’alternanza
di annunci e dichiarazioni da parte dei governi di Teheran e Washington sul
programma nucleare iraniano, emerge un’ipotesi inquietante: il
segretario di Stato americano, Condolezza Rice, ha lanciato ieri un appello al
Consiglio di Sicurezza dell’ONU perchè adotti una risoluzione sull’Iran sulla
base del “capitolo 7” della Carta delle Nazioni Unite che prevede l’uso della
forza. La ferma posizione statunitense segue le altrettanto rigide
dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad che ha respinto la richiesta
dell’ONU di bloccare il processo di arricchimento dell’uranio. Martedì scorso,
l’esecutivo di Teheran aveva anche annunciato di essere riuscito ad arricchire
uranio al 3,5 per cento, quantità necessaria per produrre combustibile in grado
di alimentare centrali nucleari. Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale
per l’Energia Atomica El Baradei, in missione a Teheran, ha dichiarato inoltre
che non è possibile, al momento, trovare conferme a questo annuncio. Ma la
reiterata intenzione della Repubblica islamica di proseguire nel proprio
programma nucleare ed i timori statunitensi per
la messa a punto di un possibile piano iraniano capace di consentire la
costruzione di bombe atomiche, attendono adesso risposte precise da parte
dell’ONU, che il 28 o il 29 aprile esaminerà il rapporto di
El Baradei. “Quando
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà - ha detto Condoleezza
Rice - ci dovranno essere conseguenze per questa sfida dell’Iran”. “Esamineremo
tutte le opzioni di cui possiamo disporre”, ha poi aggiunto il segretario di
Stato americano. Ma non mancano, comunque, inviti alla moderazione. La Cina,
che ritiene il dialogo preferibile al confronto, ha annunciato l’invio
imminente di un proprio emissario in Iran e poi in Russia. E proprio da Mosca
arriva un secco “no” ad eventuali sanzioni contro l’Iran.
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Il
prezzo del petrolio continua a salire. Le tensioni internazionali legate al programma
nucleare iraniano hanno spinto ieri il prezzo del barile oltre i 70 dollari. Il
Brent, il greggio di riferimento per il mercato europeo, ha raggiunto infatti
per la prima volta al mercato di Londra quota 70,20 dollari. Sul costo del
barile pesano anche altri fattori, come le ricorrenti preoccupazioni per la
forte crescita della domanda di carburanti. Negli Stati Uniti si registrano, ad
esempio, picchi nel consumo di benzina nella stagione estiva.
In Afghanistan, un attentatore
suicida alla guida di un’autobomba si è fatto saltare in aria contro un
convoglio militare britannico nella città di Kandahar, nel sud del Paese.
Nell’attacco sono rimasti feriti due soldati britannici e un militare afghano.
Il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU ha fermamente condannato l’offensiva condotta ieri, in Ciad, da
ribelli del sedicente “Fronte Unito” per rovesciare il capo di Stato, Idriss
Deby. Dopo gli scontri, costati la vita ad almeno 150 persone tra le quali
diversi civili, il presidente Deby ha dichiarato che la situazione è tornata
sotto controllo ma si teme che i combattimenti possano riprendere. Al centro della contesa, ci sono i ricchi giacimenti di petrolio del
Paese e forti tensioni politiche alla vigilia delle elezioni del prossimo 3
maggio. Ed in questo difficile contesto, le Nazioni Unite hanno
anche chiesto alle autorità di Ciad e Sudan di astenersi da reciproci atti
ostili. Ma la situazione resta tesa: il governo del Ciad ha accusato, infatti,
l’esecutivo di Khartoum di essere dietro l’attacco dei guerriglieri. Il governo
sudanese ha smentito, invece, un suo coinvolgimento nell’offensiva dei ribelli.
L’Unione Europea ha lanciato, inoltre, un appello alla calma.
Almeno cinque persone sono rimaste uccise ed altre 18 ferite in
una serie di attacchi a catena a Srinagar, la capitale estiva del Kashmir indiano.
Al momento non c’è rivendicazione per gli attentati, ma si segue la pista
separatista. Soltanto
il mese scorso il premier indiano aveva offerto un “Trattato di pace, sicurezza
e amicizia” al Pakistan, nel tentativo di porre fine ad un'ostilità fra i due
Paesi che dura da quasi 60 anni.
In Nepal, dopo settimane di dure proteste, re Gyanendra ha tentato
di ammorbidire la sua posizione, promettendo che prossimamente si terranno
elezioni nel regno himalayano. In un messaggio trasmesso alla radio in
occasione del nuovo anno nepalese, il monarca non ha annunciato la data della
consultazione, ma ha espresso il “desiderio di un'attiva partecipazione di
tutte le parti politiche al nuovo Parlamento”.
Il
Parlamento francese ha adottato in via definitiva il testo di legge che sostituisce
la controversa norma sul Contratto di primo impiego (CPE). Dopo il via libera dato dalla Camera bassa del
Parlamento, anche il Senato ha approvato ieri la nuova legge che prevede
sussidi statali per le imprese che vorranno assumere giovani non
qualificati. In particolare, la norma assicurerà aiuti alle aziende
che assumono i giovani tra i 16 e i 25 anni di età con un basso livello di
specializzazione. Il progetto di liberalizzazione
del mercato del lavoro in Francia con il ritiro della
legge sul CPE non è stato
comunque abbandonato ma solo modificato per venire parzialmente incontro
alle richieste dei sindacati e
dei giovani. La volontà del
governo e del presidente Chirac, è quella di rendere più flessibili il mercato
del lavoro e cercare di avvicinare le scuole alle imprese.
In Italia, il numero
delle schede contestate delle elezioni del 9 e del 10 aprile scorsi si riduce da circa 80 mila a poco più di 5 mila. Lo rende
noto il Viminale, spiegando che “il primo, provvisorio calcolo delle schede
contestate è frutto di un errore materiale”. Il controllo non porta
nessuna novità e si conferma la nostra vittoria, ha detto il leader
dell’Unione, Romano Prodi. Il segretario dell'UDC,
Lorenzo Cesa, dopo aver incontrato il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco
Fini, ha detto ieri che le verifiche non cambieranno l’esito delle elezioni.
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