RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 104  - Testo della trasmissione di venerdì 14 aprile 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con la Messa in Coena Domini, ieri pomeriggio in San Giovanni in Laterano, il Papa ha aperto i riti del Triduo Pasquale

 

Venerdì Santo: la Chiesa contempla il mistero della Croce che salva. Questa sera il Papa presiede la Via Crucis al Colosseo: ce ne parla l’arcivescovo Angelo Comastri, autore delle meditazioni

 

Il Papa presiede nel pomeriggio, nella Basilica Vaticana, la celebrazione della Passione del Signore

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il 25 marzo dell’anno scorso, l’ultima Via Crucis di Giovanni Paolo II con le meditazioni scritte dall’allora cardinale Joseph Ratzinger

 

In Italia, prosegue il lavoro degli inquirenti dopo l’arresto del boss della mafia, Bernardo Provenzano:  intervista con il cardinale Salvatore De Giorgi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Migliaia di pellegrini hanno partecipato stamane alla Via Crucis a Gerusalemme

 

Domani, Sabato Santo, l’Ora della Madre a Santa Maria Maggiore

 

Il cardinale Dionigi Tettamanzi presenta una nuova strategia pastorale per la diocesi

 

In Argentina un sacerdote è stato ucciso a coltellate. La polizia ha fermato un giovane con l’accusa di omicidio a scopo di rapina

 

In Turchia rinviato a giudizio l’omicida di don Santoro, che rischia 20 anni di carcere

 

Dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea, Venus Express, ieri sono arrivate a terra le prime immagini in assoluto del pianeta Venere

 

24 ORE NEL MONDO:

Attaccate in Egitto tre chiese copte: morto  un fedele cristiano

 

Anche oggi decine di morti in Iraq: in migliaia continuano a lasciare le città per sfuggire alle violenze

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

14 aprile 2006

 

 

CON LA MESSA IN COENA DOMINI, IERI POMERIGGIO IN SAN GIOVANNI IN LATERANO,

 IL PAPA HA APERTO I RITI DEL TRIDUO PASQUALE

 

Benedetto XVI ha aperto ieri pomeriggio, Giovedì Santo, i riti del Triduo Pasquale presiedendo la Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano.  Dio – ha detto il Papa nell’omelia - ama l’uomo anche nella sua caduta, lo ama fino all’estremo dono del Figlio, che ci purifica offrendosi totalmente “fin nelle profondità della sua sofferenza e della sua morte”.   Il Papa ha ripetuto l’antico rito della lavanda dei piedi, mentre, come gesto di carità, sono state raccolte offerte per le vittime delle frane che hanno colpito nel febbraio scorso le Filippine. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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(Musica)

 

L’Ultima Cena è l’ora del testamento di Cristo, il Figlio di Dio lascia all’umanità l’insegnamento più grande: l’amore. Quello che non conosce limiti e che spinge fino all’estremo. Nella celebrazione del Giovedì Santo Benedetto XVI ha voluto spiegare proprio in che cosa consiste l’amore smisurato che Dio nutre per l’uomo. Dio ama l’uomo anche nella sua caduta, ha detto il Papa, non lo abbandona a se stesso.

 

(Lettura del Vangelo in greco)

 

Il Vangelo viene letto in latino e in greco, poi il Papa ha voluto chiarire il significato del gesto compiuto da Gesù nel giorno in cui, sotto le specie del pane e del vino diede in nutrimento agli Apostoli il suo Corpo e il suo Sangue comandando loro di imitare il suo esempio:

 

“Depone le vesti della sua gloria divina e indossa le vesti dello schiavo. Scende giù fin nell'estrema bassezza della nostra caduta. Si inginocchia davanti a noi e ci rende il servizio dello schiavo; lava i nostri piedi sporchi, affinché noi diventiamo ammissibili alla mensa di Dio…”

 

Dio non è lontano o troppo distante e troppo grande per occuparsi delle nostre bazzecole, ha detto poi il Santo Padre. E’ un amore che redime quello di Dio, che purifica e risana:

 

“Il bagno nel quale ci lava è il suo amore pronto ad affrontare la morte. Solo l'amore ha quella forza purificante che ci toglie la nostra sporcizia e ci eleva alle altezze di Dio. Il bagno che ci purifica è Lui stesso che si dona totalmente a noi – fin nelle profondità della sua sofferenza e della sua morte. Continuamente Egli è questo amore che ci lava; nei sacramenti della purificazione - il battesimo e il sacramento della penitenza…”

 

Ma l’uomo è libero di accettarlo o meno questo amore che Dio gli dona, ha sottolineato Benedetto XVI. E’ l’oscuro mistero del rifiuto:

 

“È la superbia che crede di non aver bisogno di alcuna purificazione, che si chiude alla bontà salvatrice di Dio. È la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione”.

 

E’ Giuda l’esempio di questo rifiuto, ha proseguito il Papa, che valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo, per lui l’amore non conta, il denaro è più importante della Comunione con Cristo:

 

“E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema, per Dio. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta”.

 

(Musica)

 

Ma il Signore, attraverso la sua Parola, ha specificato il Santo Padre, ci mette in guardia da quell’autosufficienza che pone un limite al suo amore illimitato ed invita all’umiltà:

 

“Ci invita – per quanto smarriti possiamo sentirci – a ritornare a casa e a permettere alla sua bontà purificatrice di tirarci su e di farci entrare nella comunione della mensa con Lui, con Dio stesso”.

 

Infine il Pontefice ha voluto ricordare le parole che Gesù, durante l’Ultima Cena, rivolse ai suoi discepoli:

 

“’Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri’… significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri; purificarci gli uni gli altri donandoci a vicenda la forza santificante della Parola di Dio e introducendoci nel Sacramento dell'amore divino”.

 

Dopo l’omelia Benedetto XVI ha lavato i piedi a 12 laici, compiendo così il mandato richiesto da Cristo. Quindi, dopo la preghiera per la Chiesa universale, il Papa ha rinnovato il memoriale del sacrificio di Cristo.

 

(Musica)

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VENERDI’ SANTO: LA CHIESA CONTEMPLA IL MISTERO DELLA CROCE CHE SALVA.

QUESTA SERA IL PAPA PRESIEDE LA VIA CRUCIS AL COLOSSEO

- Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -

 

Venerdì Santo: volgiamo “lo sguardo al cuore trafitto del Redentore” che sulla Croce rivela il senso dell’amore “nella sua forma più radicale”, “un amore che sorpassa ogni conoscenza”, amore di Dio che “si dona per rialzare l’uomo e salvarlo”. Così il Papa durante l’udienza generale di mercoledì ha spiegato ai fedeli il senso del giorno in cui la Chiesa fa memoria della morte del suo Signore. Questa sera, alle 21.15, Benedetto XVI  presiederà per la prima volta la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Il Pontefice porterà la croce alla prima e alla quattordicesima Stazione. Quest’anno le meditazioni sono state affidate all’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Giovanni Peduto gli ha chiesto a quali criteri si è ispirato:

 

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R. – Il criterio di fondo è questo: nella Passione di Cristo confluisce la storia di tutta l’umanità. E pertanto, guardando la Passione di Cristo, noi possiamo capire la storia degli uomini, una storia nella quale i buoni vengono umiliati, i miti vengono aggrediti, gli onesti vengono calpestati, i puri di cuore vengono beffardamente derisi, e allora viene la domanda, ed è una domanda che attraversa tutta la Via Crucis: “Ma chi è il vincitore”? Se Dio stesso porta la Croce ed è condannato, chi è il vincitore? Chi dirà l’ultima parola? Ebbene, ripercorrendo la strada della Croce di Gesù, noi abbiamo una certezza: l’ultima parola la dice Dio. Il cammino della Croce ci aiuta a capire il dramma della storia, ma a noi come credenti ci assicura che l’ultimo giorno non è il Venerdì Santo: l’ultimo giorno è la Pasqua. E la Pasqua è la vittoria del bene sul male, dell’amore sull’odio, e quindi è la vittoria dei buoni perché è la vittoria del Buono per eccellenza, del Buono infinito che è Dio.

 

D. – Quale messaggio vuole dare con le sue meditazioni?

 

R. – Innanzitutto, in alcune stazioni, soprattutto nelle Stazioni che ricordano le cadute di Gesù, io mi sono chiesto: “Ma che cos’è che oggi pesa nella Passione di Cristo”? E nella prima caduta, io ho pensato che la prima sofferenza che Gesù ha provato è proprio quella di aver avvertito che nel mondo sta scomparendo il senso del peccato. Il peccato è il vero veleno della storia, è la vera infezione dell’umanità. Il peccato è ciò che fa male all’uomo, perché non dobbiamo mai dimenticare che il male è male perché fa male. Ebbene, Gesù deve aver sofferto immensamente nel vedere la stoltezza, la stupidità umana che beve il veleno senza accorgersene. E la sua sofferenza grida al mondo, grida agli uomini: “State attenti! Guardate che cosa fa il peccato! Io, entrando nella vostra storia piena di peccato, mi sono trovato aggredito, mi sono trovato percosso, mi sono trovato crocifisso e ho accettato la sofferrenza per dirvi quanto il peccato vi faccia male”. Se noi aprissimo gli occhi … Allora ecco, la seconda parola: se aprissimo gli occhi e riconoscessimo che il peccato ci fa male. Ecco, dicevo, la seconda parola: Dio è pronto al perdono. Perché nella Croce di Cristo da una parte grida il peccato, dall’altra parte grida l’amore di Dio che dice: “Io ti amo ancora; io sono qui per perdonarti. Se mi apri il cuore, io entro dentro e lo sano”.

 

D. – Lei, nell’accingersi alla stesura di questo testo della Via Crucis, si è affidato a Maria. Nella Via Crucis, qual è il ruolo della Madonna?

 

R. – Nella riflessione che io propongo, più volte ritorna la figura di Maria. Non solo nell’incontro della Madre con il figlio, ma anche nella deposizione dalla Croce, io propongo una lunga meditazione sulla presenza di Maria. E nella quarta Stazione – l’incontro di Gesù con la Madre – io mi sono affidato ad una preghiera che mi è nata proprio dal cuore, nella quale ho detto: “Signore Gesù, abbiamo tutti bisogno della Madre”. Abbiamo bisogno di un amore che sia vero e fedele, abbiamo bisogno di un amore che non vacilli mai, abbiamo bisogno di un amore che sia rifugio sicuro per il tempo della paura, del dolore e della prova che arriva per tutti. Per questo, abbiamo bisogno di Maria: la donna, la sposa, la madre che non deforma e non rinnega mai l’amore. Maria è la Madre. E in ogni Via Crucis è presente questa Madre, perché Gesù dalla Croce ha detto a Maria: “Donna – cioè, creatura nella quale tutta la bellezza, tutta la delicatezza del mondo femminile raggiunge il suo vertice – donna, io ti affido Giovanni: ecco il tuo figlio”. Cioè, ti affido ogni uomo nel percorso della sua croce. E Maria, con il cuore che aveva e con il cuore che ha, non può non prendere sul serio queste parole di Gesù. Per questo, noi abbiamo la certezza che in ogni Via Crucis è presente Maria. E’ presente la Madre, con la tenerezza materna che ci traduce il cuore infinitamente buono di Dio.

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La Via Crucis al Colosseo sarà seguita in mondovisione da oltre 60 enti televisivi. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento, a partire dalle 21.05, in onda media, onda corta e modulazione di frequenza, con commenti in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.

 

 

IL PAPA PRESIEDE NEL POMERIGGIO, NELLA BASILICA VATICANA,

LA CELEBRAZIONE DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

 

Oggi pomeriggio, alle 17.00, il Papa presiede nella Basilica Vaticana la celebrazione della Passione del Signore durante la quale si svolgerà l’Adorazione della Croce. La predica sarà tenuta da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. La nostra emittente trasmetterà il rito con commento in italiano, a partire dalle 16.50, sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Prima pagina - Giovedì Santo 2006

"Inginocchiato davanti ai nostri piedi il Signore ci fa capaci di Dio": Benedetto XVI celebra la Santa Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano. 

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alla celebrazione del Giovedì Santo nelle Diocesi italiane.

 

Servizio estero - Per la rubrica dell'"Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Maria Petrone dal titolo "Ucraina: rilanciata la rivoluzione arancione".

 

Servizio culturale - Un articolo di Paolo Miccoli dal titolo "L'opera dell'Amore silente": riflessioni sul Sabato Santo. 

 

Servizio italiano - Elezioni: continuano le verifiche sulle schede. L'Unione: "Il risultato non cambia".

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

14 aprile 2006

 

IL 25 MARZO DELL’ANNO SCORSO, L’ULTIMA VIA CRUCIS DI GIOVANNI PAOLO II

CON LE MEDITAZIONI SCRITTE DALL’ALLORA CARDINALE JOSEPH RATZINGER

 

Per la prima volta, fra poche ore, Benedetto XVI guiderà la Via Crucis al Colosseo. D’altro canto, il futuro Papa aveva scritto le meditazioni proprio per il Rito solenne dell’anno scorso, l’ultima Via Crucis di Giovanni Paolo II. I testi delle Stazioni, editi dalla Libreria Editrice Vaticana, sono disponibili nelle librerie grazie ad una ristampa. Ma torniamo alla Via Crucis del 25 marzo 2005, con la rievocazione di Alessandro Gisotti:

        

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(Musica)

 

Il Papa che vive gli ultimi giorni della sua vita terrena, seguendo dalla sua Cappella privata con un crocifisso in mano la Via Crucis al Colosseo. E, accanto a questa immagine, le meditazioni del “suo amico fidato”, che accompagnano le Stazioni del cammino doloroso di Cristo verso la Croce. Così, i fedeli ricordano la Via Crucis dell’anno scorso, che ha unito provvidenzialmente i due Pontefici: Giovanni Paolo II e colui che gli sarebbe succeduto, tre settimane dopo quella Via Crucis del 25 marzo 2005.

 

 “La croce – scriveva l’allora cardinale Joseph Ratzinger nelle meditazioni – ci pesa molto”, ma “tu hai portato anche la mia croce e non l’hai portata in qualche momento del passato, perché il tuo amore è contemporaneo alla mia vita”. Il futuro Pontefice sottolineava come Cristo abbia accettato per noi la sorte del chicco di grano: morire per produrre molto frutto. Le meditazioni sono una lunga, accorata invocazione al Signore affinché ci aiuti. Ci aiuti a “non impadronirci della vita, ma a donarla”, “ad accettare la croce, a non sfuggirla”. E, ai nostri microfoni, proprio il 25 marzo di un anno fa, l’autore delle meditazioni si soffermava sul mistero della Passione:

 

“E’ sempre difficile per l’uomo capire perché Gesù per salvare il mondo abbia dovuto subire una tortura così crudele come la crocifissione. Non per niente San Paolo dice: è uno scandalo per i pagani. L’uomo di oggi vuole naturalmente escludere dalla vita queste cose. In realtà, la crocifissione del Signore ci invita alla giustizia, alla correttezza, all’amore per superare le ingiustizie. Allo stesso tempo è proprio questa auto-donazione del Signore che, portando i nostri dolori e le nostre sofferenze, trasforma il mondo”.

 

Di quelle meditazioni del futuro Papa, restano scolpite nella memoria le parole sferzanti contro i mali del nostro tempo. L’uomo, avvertiva il porporato, stancatosi della fede e abbandonato il Signore, ha abbracciato “le grandi ideologie” come anche “la banalizzazione dell’uomo che non crede più a nulla e si lascia semplicemente andare”. E poi quel grido di dolore per i peccati dei figli della Chiesa che, spesso, affermava “ci sembra una barca che sta per affondare, che fa acqua da tutte le parti”:

 

“Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio dovrebbero appartenere completamente a lui. Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il Sacramento della Riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute. Tutto ciò è presente nella sua Passione”.

 

“Con la nostra caduta – si legge nelle meditazioni – ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più ad alzarti”. Tu però, scriveva il futuro Papa, “ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi”.

 

(Musica)

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IN ITALIA, PROSEGUE IL LAVORO DEGLI INQUIRENTI DOPO L’ARRESTO

DEL BOSS DELLA MAFIA, BERNARDO PROVENZANO

- Intervista con il cardinale Salvatore De Giorgi -

 

C’erano anche noti professionisti tra gli uomini che proteggevano la latitanza di Bernardo Provenzano. I loro nomi sarebbero tutti contenuti nei messaggi trovati nel covo del boss. Intanto, gli investigatori stanno setacciando il casolare in cui il capo di Cosa nostra si nascondeva, alla ricerca di un archivio segreto con copie di lettere e documenti inviati ad esponenti del mondo della mafia. Ma come interpretare l’arresto di Bernardo Provenzano? Risponde al microfono di Fabio Colagrande l’arcivescovo di Palermo, cardinale Salvatore De Giorni:

 

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R. – Lo interpreto, proprio alla luce della Settimana Santa, come un segno pasquale di liberazione e di riscatto. E’ stata una notizia che ci ha riempito di gioia e di speranza. Dopo 43 anni il boss è stato catturato. A me dispiace, come spiace a tutta la Chiesa, che Provenzano abbia manifestato attaccamento alla Bibbia, alla preghiera, a Padre Pio, al Rosario, quando è autore di terribili e atroci stragi e uccisioni. Per cui ho ritenuto opportuno richiamare quello che da dieci anni non mi stanco di ripetere: è assurdo che un mafioso, specialmente di questo livello, possa dirsi amico di Dio per la semplice ragione che chi è contro l’uomo è contro Dio. Tante volte, poi, con tutto l’episcopato siciliano abbiamo ricordato che la mafia e il Vangelo sono inconciliabili, sia per la struttura di peccato, che è terribilmente feroce, e sia perché il Vangelo viene conculcato nel modo più aspro.

 

D. - Lei ha voluto ricordare anche la dura condanna pronunciata contro la mafia da Giovanni Paolo II …

 

R. - Ho ricordato quello che Giovanni Paolo II disse ad Agrigento, quando condannò al giudizio di Dio i mafiosi, esortandoli alla conversione. Quello che io ho fatto continuamente, esortando sia Provenzano, sia gli altri mafiosi, a convertirsi nella conversione vera, nel cambiamento di mentalità, nel ritorno a Dio, nel ritorno al Vangelo, ma anche con la riparazione dei tantissimi danni che sono stati inferti alle persone, alle famiglie, alla società ed anche all’immagine della Sicilia. Ho rinnovato poi l’appello a tutte le forze politiche, culturali, sociali, religiose, di essere unite nel combattere quello che io chiamo un bubbone pestifero in un corpo sano. Dobbiamo combattere, combattere soprattutto con la mobilitazione delle coscienze. Padre Pino Puglisi ha dato la vita per questo. Il processo di beatificazione è in corso e noi ci auguriamo tutti che possa avere un esito felice, proprio perché questo sacerdote ha combattuto la mafia con la formazione dei giovani, che ha cercato di sottrarre alla gestione feroce della mafia.

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CHIESA E SOCIETA’

14 aprile 2006

 

NELLA CITTÀ VECCHIA DI GERUSALEMME MIGLIAIA DI FEDELI

HANNO PARTECIPATO ALLA VIA CRUCIS

- A cura di Graziano Motta -

 

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GERUSALEMME. = Fin dalle prime ore di questo giorno in cui Cristo, nostra Pasqua, si è immolato la Via dolorosa è stata affollata da gruppi di pellegrini di tutto il mondo che hanno sostato in preghiera nelle stazioni poste in memoria del percorso di Gesù fino al Calvario. Visibile lo spiegamento di militari israeliani nel contesto delle misure di sicurezza predisposte per il rischio di attentati anche per la concomitanza della Pasqua ebraica, caratterizzata dall’afflusso ininterrotto nella Città Vecchia di migliaia di fedeli diretti al Muro occidentale dell’antico Tempio. La Via Crucis, che ha raccolto il maggior numero di fedeli, è stata animata in italiano e in inglese dai Frati minori francescani della Custodia di Terra Santa e presieduta dal Custode padre Pierbattista Pizzaballa. Vi ha partecipato anche il nuovo Nunzio in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina, arcivescovo Antonio Franco. Come ogni anno il Patriarca latino Michel Sabbah ha guidato la Via Crucis dei seminaristi, mentre i fedeli della parrocchia cattolica di San Salvatore hanno seguito alcuni dei loro giovani che si sono alternati nel portare a spalla una pesante croce. In mattinata al Calvario, con un’azione liturgica, presieduta dal vescovo ausiliare Kamal Hanna Batish, la Chiesa di Gerusalemme ha celebrato la Passione del Signore intorno alla reliquia del legno della Croce, che vi era stata trasportata in processione. E’ stata proclamata prima la lettura: egli è stato trafitto per i nostri delitti del profeta Isaia, seguita da quelle della lettera di San Paolo agli Ebrei e della Passione secondo San Giovanni e poi dalla preghiera universale. Punto culminante è stata l’adorazione della Santa Croce, secondo un rito che risale al IV secolo, caratterizzata tra l’altro dal canto delle Lamentazioni. Infine in processione il vescovo si è recato al Sepolcro del Signore per ritornare al Calvario con il santissimo Sacramento, comunicarsi e distribuire la Comunione ai fedeli. Una emozionante esperienza di fede e di preghiera che si è conclusa al canto del Vexilla Regis.

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DOMANI, SABATO SANTO, L’ORA DELLA MADRE A SANTA MARIA MAGGIORE

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = Anche quest’anno sarà celebrata l’Ora della Madre presso la Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore, domani, dalle 10.30 alle 11.30, con la presidenza del cardinale arciprete della Basilica Liberiana, Bernard Francis Law, e la corale ‘Jubilate Deo’, diretta da suor Dolores Aguirre, per lunghi anni responsabile dei programmi liturgici della nostra emittente. L’iniziativa, fin dalle origini viene portata avanti dal Centro di cultura mariana ‘Madre della Chiesa’ in via del Corso a Roma, diretto dal padre Ermanno Toniolo che si avvale della collaborazione delle Suore Figlie della Chiesa. Il Sabato Santo la Chiesa è in attesa della Resurrezione del Cristo, suo Sposo, assieme a Maria, che aveva conservato la fede nel Figlio suo. Per questo il sabato è giorno mariano fin dalle origini del cristianesimo. L’Ora della Madre vuole per l’appunto sottolineare la fede di Maria nella Resurrezione del Signore.

 

 

Il cardinale Dionigi tettamanzi presenta una nuova strategia pastorale

per la chiesa ambrosiana, che coinvolgera’ tutte le comunità locali

 

MILANO. = Dalla parrocchia alla “comunità pastorale”, dal parroco al “direttivo pastorale”. Sono queste le due figure cardine della “nuova strategia pastorale per la Chiesa ambrosiana”, presentata ieri ai sacerdoti della diocesi dal cardinale Dionigi Tettamanzi, durante la Messa crismale del Giovedì Santo nel duomo di Milano. Contenute in un documento elaborato da un gruppo presieduto dallo stesso arcivescovo, queste linee guida rappresentano una modalità di lavoro che coinvolgerà tutte le comunità locali. Come ha spiegato il cardinale durante l’omelia – afferma l’agenzia SIR - questo potrà comportare la revisione dei confini di alcune parrocchie, tuttavia, sempre in continuità rispetto alla strada intrapresa dalle “unità pastorali”. Da qui discende la necessità di individuare nuove comunità pastorali – ha specificato il porporato - intese come “forma di unità pastorale tra più parrocchie affidate ad una cura pastorale unitaria e chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di autentica comunione, attraverso la realizzazione di un concreto, preciso e forte progetto pastorale missionario”. Auspicando quindi la nascita di “feconde collaborazioni tra le parrocchie vicine”, il cardinale Tettamanzi ha ricordato che al fondamento di questa strategia c'è “una grande libertà spirituale” che, senza necessariamente conservare l’esistente, “ci impegna, piuttosto, a rinnovare radicalmente la nostra azione pastorale”. Da un punto di vista operativo, il documento prevede che ogni comunità pastorale sia guidata da un direttivo alla cui testa c’è un responsabile. Questo – ha sottolineato il cardinale Tettamanzi – “può rendere più lieve la responsabilità e più oculate le scelte. Favorirà una dedizione più libera e lieta alla celebrazione dei santi Misteri, alla cura per una comunità e per ogni suo settore. Faciliterà, inoltre, il ministero dei giovani preti che compiono il loro “apprendistato” in un contesto più comunitario. Nello stesso tempo renderà apprezzabile il ministero dei preti anziani che, liberi da oneri istituzionali, potranno mettere a disposizione la loro sapienza.” Naturalmente, come ha fatto osservare lo stesso arcivescovo, tutti questi passaggi dovranno avvenire con la “necessaria gradualità” e con la “doverosa attenzione alle persone”, come pure “alle condizioni concrete che rendono realizzabile l’impostazione decisa e proposta”. (E. B.)

 

 

IN ARGENTINA UN SACERDOTE E’ STATO UCCISO A COLTELLATE.

LA POLIZA HA FERMATO UN GIOVANE CON L’ACCUSA DI OMICIDIO A SCOPO DI RAPINA

 

BUENOS AIRES. = Padre Luis Montenegro, 77 anni, da 30 parroco della chiesa Neuestra Senora de Rosario a LA Calera, nei pressi della città di Cordoba, a nord ovest della capitale argentina, Buenos Aires, è stato trovato morto nella sua abitazione mercoledì scorso. Il corpo del sacerdote, che è stato ucciso a coltellate mentre stava dormendo, è stato scoperto dai familiari, che avevano cercato di mettersi in contatto telefonico con lui senza ottenere risposta. Per l’omicidio, la polizia ha fermato un giovane pregiudicato per altri fatti criminali. L’accusa parla di omicidio a scopo di rapina. (E. B.)

 

 

In turchia rinviato a giudizio L’ omicida di don Santoro,

che rischia 20 anni di carcere

 

ANKARA. = In Turchia, la Procura dei minori di Trabzon ha rinviato a giudizio il giovane che, il 5 febbraio scorso, uccise don Andrea Santoro mentre pregava nella chiesa di Santa Maria di Trebisonda. Secondo i media turchi il ragazzo rischia una pena di 20 anni. Al momento non è ancora chiara la data di inizio del processo. E’ certo che sul banco degli imputati siederà solo l’assassino dato che - secondo la Procura - le indagini non avrebbero finora accertato l’esistenza di complici o mandanti. Resta comunque ignoto il movente. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti è che il ragazzo, psicologicamente disturbato, abbia deciso di uccidere il religioso sull’onda delle agitazioni innescate dalla pubblicazione delle vignette satiriche sul profeta Maometto. (E. B.)

 

 

Dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Venus Express,

ieri sono arrivate a Terra le prime immagini in assoluto del pianeta Venere. Secondo gli scienziati mostrano un’inattesa ricchezza di dettagli

- A cura di Eugenio Bonanata - 

 

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ROMA. = Vortici scuri attorno al Polo Sud di Venere. E’ questo lo scenario presentato dalle immagini che sono riuscite ad attraversare quel denso strato di nubi che avvolge il pianeta. I vortici, che ricordano quelli di una tromba d’aria terrestre, derivano da una delle tante bizzarrie di Venere: mentre la parte solida del pianeta ruota infatti in modo lentissimo, tanto che un giorno venusiano equivale a ben 243 giorni terrestri, la sua atmosfera si muove invece molto più velocemente, compiendo una rotazione completa in tre-quattro giorni. Capire come avviene questa super rotazione dell’atmosfera è uno degli obiettivi della missione spaziale europea, che, prossimamente, potrà avvalersi di immagini qualitativamente migliori. Gli scienziati, dal centro controllo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in Germania, parlano di un risultato straordinario, che apre nuovi orizzonti di analisi per un pianeta molto simile alla Terra. Oggi è alquanto secco, ma Venere un tempo era caratterizzato da una grande quantità di acqua. Dunque, si potrebbe chiarire il perché di questa trasformazione. In particolare – affermano gli addetti ai lavori - si potrebbe far luce su un fenomeno tanto complesso per la Terra, come l’effetto serra.

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24 ORE NEL MONDO

14 aprile 2006

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

                   

In Egitto almeno un cristiano è morto e un’altra decina di fedeli sono rimasti feriti, alcuni in modo grave, in attacchi compiuti questa mattina contro tre chiese copte ad Alessandria. Secondo le prime informazioni tre uomini armati di coltelli avrebbero assaltato simultaneamente i luoghi di culto, situati in tre diversi quartieri della città, pugnalando i fedeli riuniti in preghiera durante le celebrazioni del Venerdì Santo.

 

Fuggono in migliaia ogni giorno dalle loro case gli iracheni travolti da un clima di terrore diffuso nel Paese per le continue violenze settarie tra sunniti e sciiti. Decine di morti anche oggi. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Sembra impossibile fermare le violenze in Iraq mentre lunedì prossimo è attesa la convocazione del nuovo Parlamento che dovrà nominare il governo di unità nazionale tra sciiti, sunniti e curdi, finora bloccato dal braccio di ferro sulla sorte del primo  ministro uscente Al Jafaari, inviso a sunniti e curdi, e che non intende farsi da parte. Intanto prosegue la drammatica conta delle vittime delle stragi perpetrate ogni giorno. Stamane, bombe davanti a due moschee sunnite a Baquba, almeno 4 i fedeli uccisi, oltre ad un attentato suicida contro una sede di Polizia a Mosul: feriti 5 poliziotti ed un civile. Si aggrava poi il bilancio di un agguato ieri nei pressi di Baghdad, sulla strada verso Najaf: almeno 6 agenti morti e 10 feriti e altre decine dispersi. E ancora rapiti e uccisi 11 dipendenti di un’impresa di costruzioni a Bassora; mentre nei pressi della città, altri 2 morti ed 8 feriti, tra cui 4 soldati britannici, per un’esplosione. Il clima di terrore diffuso nel Paese ha più che raddoppiato nelle ultime due settimane gli sfollati, almeno 65 mila le persone in fuga dalle violenze settarie tra sciiti e sunniti. Proprio ieri è stato assassinato a Baghdad il fratello di un esponente politico sunnita Hashemi, candidato alla presidenza del Parlamento. Mentre l’Esercito americano ha annunciato di avere ucciso, il 27 marzo scorso a Baquba, un dirigenze di al Qaeda in Iraq, Rafid Ibraim Fattah. Infine, la notizia apparsa oggi sul settimanale Focus circa il riscatto di 12 milioni di dollari che avrebbero chiesto i rapitori dei due tecnici tedeschi, Bräunlich e Nitzschke, sequestrati il 24 gennaio scorso.

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Sono sempre più rigide le posizioni di Iran e Stati Uniti sulla questione nucleare iraniana: il governo di Teheran vuole proseguire nel proprio programma nucleare, l’amministrazione statunitense chiede una risoluzione che possa consentire un intervento militare. Il nostro servizio:

 

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Dall’alternanza di annunci e dichiarazioni da parte dei governi di Teheran e Washington sul programma nucleare iraniano, emerge un’ipotesi inquietante: il segretario di Stato americano, Condolezza Rice, ha lanciato ieri un appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU perchè adotti una risoluzione sull’Iran sulla base del “capitolo 7” della Carta delle Nazioni Unite che prevede l’uso della forza. La ferma posizione statunitense segue le altrettanto rigide dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad che ha respinto la richiesta dell’ONU di bloccare il processo di arricchimento dell’uranio. Martedì scorso, l’esecutivo di Teheran aveva anche annunciato di essere riuscito ad arricchire uranio al 3,5 per cento, quantità necessaria per produrre combustibile in grado di alimentare centrali nucleari. Il direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica El Baradei, in missione a Teheran, ha dichiarato inoltre che non è possibile, al momento, trovare conferme a questo annuncio. Ma la reiterata intenzione della Repubblica islamica di proseguire nel proprio programma nucleare ed i timori statunitensi per la messa a punto di un possibile piano iraniano capace di consentire la costruzione di bombe atomiche, attendono adesso risposte precise da parte dell’ONU, che il 28 o il 29 aprile esaminerà il rapporto di El Baradei. “Quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà - ha detto Condoleezza Rice - ci dovranno essere conseguenze per questa sfida dell’Iran”. “Esamineremo tutte le opzioni di cui possiamo disporre”, ha poi aggiunto il segretario di Stato americano. Ma non mancano, comunque, inviti alla moderazione. La Cina, che ritiene il dialogo preferibile al confronto, ha annunciato l’invio imminente di un proprio emissario in Iran e poi in Russia. E proprio da Mosca arriva un secco “no” ad eventuali sanzioni contro l’Iran.

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Il prezzo del petrolio continua a salire. Le tensioni internazionali legate al programma nucleare iraniano hanno spinto ieri il prezzo del barile oltre i 70 dollari. Il Brent, il greggio di riferimento per il mercato europeo, ha raggiunto infatti per la prima volta al mercato di Londra quota 70,20 dollari. Sul costo del barile pesano anche altri fattori, come le ricorrenti preoccupazioni per la forte crescita della domanda di carburanti. Negli Stati Uniti si registrano, ad esempio, picchi nel consumo di benzina nella stagione estiva.

 

In Afghanistan, un attentatore suicida alla guida di un’autobomba si è fatto saltare in aria contro un convoglio militare britannico nella città di Kandahar, nel sud del Paese. Nell’attacco sono rimasti feriti due soldati britannici e un militare afghano.

 

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha fermamente condannato l’offensiva condotta ieri, in Ciad, da ribelli del sedicente “Fronte Unito” per rovesciare il capo di Stato, Idriss Deby. Dopo gli scontri, costati la vita ad almeno 150 persone tra le quali diversi civili, il presidente Deby ha dichiarato che la situazione è tornata sotto controllo ma si teme che i combattimenti possano riprendere. Al centro della contesa, ci sono i ricchi giacimenti di petrolio del Paese e forti tensioni politiche alla vigilia delle elezioni del prossimo 3 maggio. Ed in questo difficile contesto, le Nazioni Unite hanno anche chiesto alle autorità di Ciad e Sudan di astenersi da reciproci atti ostili. Ma la situazione resta tesa: il governo del Ciad ha accusato, infatti, l’esecutivo di Khartoum di essere dietro l’attacco dei guerriglieri. Il governo sudanese ha smentito, invece, un suo coinvolgimento nell’offensiva dei ribelli. L’Unione Europea ha lanciato, inoltre, un appello alla calma.

 

Almeno cinque persone sono rimaste uccise ed altre 18 ferite in una serie di attacchi a catena a Srinagar, la capitale estiva del Kashmir indiano. Al momento non c’è rivendicazione per gli attentati, ma si segue la pista separatista. Soltanto il mese scorso il premier indiano aveva offerto un “Trattato di pace, sicurezza e amicizia” al Pakistan, nel tentativo di porre fine ad un'ostilità fra i due Paesi che dura da quasi 60 anni.

 

In Nepal, dopo settimane di dure proteste, re Gyanendra ha tentato di ammorbidire la sua posizione, promettendo che prossimamente si terranno elezioni nel regno himalayano. In un messaggio trasmesso alla radio in occasione del nuovo anno nepalese, il monarca non ha annunciato la data della consultazione, ma ha espresso il “desiderio di un'attiva partecipazione di tutte le parti politiche al nuovo Parlamento”.

 

Il Parlamento francese ha adottato in via definitiva il testo di legge che sostituisce la controversa norma sul Contratto di primo impiego (CPE). Dopo il via libera dato dalla Camera bassa del Parlamento, anche il Senato ha approvato ieri la nuova legge che prevede sussidi statali per le imprese che vorranno assumere giovani non qualificati.  In particolare, la norma assicurerà aiuti alle aziende che assumono i giovani tra i 16 e i 25 anni di età con un basso livello di specializzazione. Il progetto di liberalizzazione del mercato del lavoro in Francia con il ritiro della legge sul CPE non è stato comunque abbandonato ma solo modificato per venire parzialmente incontro alle richieste dei sindacati e dei giovani. La volontà del governo e del presidente Chirac, è quella di rendere più flessibili il mercato del lavoro e cercare di avvicinare le scuole alle imprese.

 

In Italia, il numero delle schede contestate delle elezioni del 9 e del 10 aprile scorsi si riduce da circa 80 mila a poco più di 5 mila. Lo rende noto il Viminale, spiegando che “il primo, provvisorio calcolo delle schede contestate è frutto di un errore materiale”. Il controllo non porta nessuna novità e si conferma la nostra vittoria, ha detto il leader dell’Unione, Romano Prodi. Il segretario dell'UDC, Lorenzo Cesa, dopo aver incontrato il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, ha detto ieri che le verifiche non cambieranno l’esito delle elezioni.

 

 

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