RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 100
- Testo della trasmissione di
Lunedì 10 aprile 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Il governo israeliano
rompe ogni rapporto con l’Autorità nazionale palestinese, definita “entità
ostile”
Elezioni in 3 Paesi:
alle presidenziali in Perù, vittoria per il leader nazionalista Humala. Alle
politiche in Ungheria, successo della coalizione liberal-socialista. In Italia,
dopo le 15 i primi exit pool sulle legislative
10 aprile 2006
GESU’ SIA SEMPRE IL VOSTRO MIGLIORE
AMICO: COSI’, BENEDETTO XVI
NELL’INCONTRO, IN AULA PAOLO VI,
CON I GIOVANI UNIVERSITARI DELL’OPUS
DEI,
IN OCCASIONE DEL RADUNO “UNIV
2006”. IL PAPA SI SOFFERMA ANCHE SUL RUOLO
DEI MEZZI DELLA COMUNICAZIONE NON
SEMPRE UTILIZZATI PER FAVORIRE IL DIALOGO
- Intervista con Elena Coda -
Dopo l’incontro di ieri con i giovani, in occasione della
XXI GMG, celebrata a livello diocesano, Benedetto XVI ha incontrato stamani in
Aula Paolo VI gli universitari dell’Opus
Dei. Il Papa ha parlato dell’amicizia cristiana a circa 3500 giovani
venuti a Roma, da 32 Paesi del mondo, per vivere la Settimana Santa e
partecipare al raduno internazionale “UNIV 2006”. Ad accompagnare i ragazzi, il
prelato dell’Opus Dei, mons. Javier
Echevarria. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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(Canti)
L’amicizia, il suo significato profondo per un giovane
cristiano. E’ il tema scelto da
Benedetto XVI per il discorso agli universitari dell’Opus Dei. Un incontro contrassegnato da un clima particolarmente
affettuoso, tanto che - con qualche giorno di anticipo - i giovani di UNIV
hanno voluto esprimere gli auguri di buon compleanno al Papa, che compirà 79
anni il prossimo 16 aprile. E’ Gesù, ha detto loro Benedetto XVI, “ad orientare
i vostri passi” le vostre amicizie, negli andirivieni della vita quotidiana.
Parole corredate da una viva esortazione:
“Non dimenticate mai, cari giovani, che dall’incontro e dall’amicizia con
Gesù dipende la vostra felicità”.
“Per voi, lo so bene – ha proseguito il Papa –
l’amicizia e i contatti con gli altri, specialmente con i vostri coetanei,
rappresentano una parte importante della vita quotidiana”. Quindi, ha
sottolineato che proprio Gesù deve essere il nostro amico più caro:
“E’ necessario che riteniate Gesù come uno dei vostri
amici più cari, anzi il primo. Vedrete allora come l’amicizia con Lui vi
condurrà ad aprirvi agli altri, che considererete fratelli”.
Benedetto XVI si è quindi soffermato sul tema al centro
del Congresso dei giovani dell’Opus
Dei, ovvero la cultura e la comunicazione sociale:
“Dobbiamo purtroppo constatare che non sempre in questo
nostro tempo le nuove tecnologie e i mass media favoriscono le relazioni
personali, il dialogo sincero, l’amicizia tra le persone; non sempre aiutano a
coltivare l’interiorità del rapporto con Dio”.
Nella
parte finale del suo discorso, Benedetto XVI è tornato a parlare di amicizia.
“Ogni cristiano – è stata la sua esortazione – è invitato ad essere amico di Dio
e, con la sua grazia, ad attrarre a Lui i propri amici”. L’amore apostolico, ha
spiegato ancora il Papa, “diventa in tal modo un’autentica passione che si
esprime nel comunicare agli altri la felicità che si è trovata in Gesù”. Per
essere “apostoli dell’amicizia”, ha concluso il Papa riecheggiando
l’insegnamento del fondatore dell’Opus
Dei, San Josemaria Escrivá de Balaguer, bisogna coltivare l’amicizia con
Gesù ed essere assidui nella pratica dei Sacramenti. Dopo il discorso, il Papa
ha voluto stringere a moltissimi giovani convenuti in Aula Paolo VI e si è
intrattenuto per alcuni minuti di colloquio con il presidente emerito della
Repubblica italiana, Francesco Cossiga.
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I giovani universitari, e di
recente laureati, che si rispecchiano nella spiritualità dell’Opus Dei si ritrovano dunque a
migliaia, come ogni anno, a Roma per trascorrere la Settimana Santa nel cuore
della cristianità, assieme al Papa. Tema centrale del convegno di quest’anno: i
mezzi di comunicazione, sul quale si sofferma Elena Coda, laureata in
giurisprudenza alla Cattolica
di Milano, intervistata da Giovanni Peduto:
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R. - Noi giovani apprezziamo
molto tutte le possibilità di interazione che la tecnologia ci sta dando.
Attraverso Internet, per esempio, possiamo essere sempre più a contatto non
solo con i media ma soprattutto tra di noi. E’ bello che si siano aperti nuovi
ambiti di partecipazione, per esempio nel campo dei rapporti internazionali, e
che possano entrare in azione in pochissimo tempo meccanismi di solidarietà
immediata là dove ce n’è più bisogno. Tutti noi, però, sappiamo anche per
esperienza che i massmedia diffondono non solo informazioni o momenti di svago,
ma, al di là dei contenuti espliciti, trasmettono dei valori e una visione del
mondo che possono legittimare comportamenti e stili di vita assai diversi.
Questo problema non è piccolo ma dobbiamo cercare di risolverlo.
D. - Perché vivi la
spiritualità dell’Opus Dei e in che cosa essa consiste?
R. - La spiritualità dell’Opus
Dei aiuta proprio a cercare e a trovare Dio nella vita di ogni giorno,
imparando a trasformare tutte le circostanze della propria quotidianità in
occasioni di santità. Durante la canonizzazione, San Josemaría Escrivá è stato
chiamato “il Santo della vita ordinaria” dal Papa Giovanni Paolo II. Certamente
è una parola impegnativa: ma è stato proprio lui a proporla a tutti i
cristiani, e soprattutto ai giovani, come la dimensione ordinaria, l’orizzonte
spirituale della vita di ciascuno di noi.
D. - Cosa pensi di poter dare
ai tuoi coetanei e al mondo d’oggi più in generale?
R. - Il mio desiderio è
riuscire a trasmettere messaggi positivi e far conoscere i grandi ideali in
modo attraente. Questa sfida è urgente per riuscire a creare una nuova cultura,
che rispetti la verità dell’uomo e della società. Ovviamente non tutto si
risolve a livello di mass media. La comunicazione personale continua ad essere
fondamentale. Ognuno di noi desidera essere ascoltato, entrare in relazione con
gli altri per riuscire a trovare un senso, una chiave di lettura che ci
permetta di rielaborare criticamente la valanga di dati di tutti i tipi che ci
arrivano continuamente dai mass media. E’ molto importante non restare sempre e
solo ad un livello emotivo. Ciò non farebbe altro che accentuare il rischio
dell’isolamento: sentirsi soli anche in mezzo ad una folla immensa.
D. - Qual è la peculiarità
della manifestazione UNIV di quest’anno?
R. - E’ la prima volta che noi partecipanti
all’UNIV siamo ricevuti da Benedetto XVI. Ovviamente siamo molto contenti. Io
so che l’udienza con il Papa è sempre stata il momento culminante di tutti gli
UNIV. Desideriamo far sentire al Papa, anche “fisicamente”, la gratitudine di
tanti giovani che apprezzano moltissimo il fatto di essere sostenuti e guidati
dal suo esempio e dal suo magistero. Quest’anno
siamo presenti a Roma in quattromila, studenti provenienti da una trentina di
università italiane e altre 200 di tutto il mondo. L’internazionalità e la
varietà dei punti di vista sono un’altra delle ricchezze degli incontri UNIV.
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APPROFONDIRE
SU TESTI IDONEI IL SIGNIFICATO DEI MISTERI PASQUALI
PER VIVERE IN PROFONDITA’ LA
SETTIMANA SANTA
- Intervista con il cardinale
Francis Arinze e padre Ibrahim Faltas -
Con l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, celebrato ieri
nella liturgia della Domenica delle palme, anche la Chiesa è entrata nel
periodo dell’anno che invita le coscienze dei credenti a pregare e riflettere
sui misteri centrali della fede. Il cardinale Francis Arinze, prefetto della
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, spiega
nell’intervista di Giovanni Peduto, con quali sentimenti vivere le varie tappe
della Settimana Santa:
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R. – Con spirito di fede, adorazione e amore verso Gesù che
ha dato la vita per noi. Con spirito di ringraziamento a Dio Padre, al Figlio e
allo Spirito Santo, perché Gesù Redentore è la manifestazione della
Misericordia di Dio che non ha lasciato l’umanità nello stato di caduta
originale, ma ha mandato a noi il Salvatore.
D. – Il Triduo pasquale della Passione, Morte e
Risurrezione del Signore è il centro dell’Anno liturgico…
R. – Senza dubbio. Chi non capisce l’importanza del
mistero pasquale - nel senso che la sua celebrazione è l’apice dell’opera della
nostra redenzione, attraverso la sofferenza, la morte e la risurrezione di Gesù
- chiunque non vede questo non capisce in cosa consiste la fede cristiana.
Certo, il mistero non pretendiamo di capirlo tutto, tuttavia il Signore attende
da noi una certa risposta a questo evento unico ed irripetibile.
D. – Ma, forse, tanti cristiani ancora non vivono il
mistero di questa solennità come il centro della propria fede…
R. – Purtroppo, alcuni cristiani, no. Ma ci sono anche
tanti cristiani che fanno ciò che è possibile per vivere il mistero che
celebriamo. La prima cosa da fare è di partecipare alle celebrazioni della
Settimana Santa e di Pasqua, arrivare di buon ora in chiesa, avere un messalino
su cui leggere e seguire bene tutte le letture, riflettere, pregare e credere
nella grazia di Dio che opera in noi. Questa è la prima cosa da fare. E’
opportuno studiare anche il Catechismo della Chiesa cattolica, per comprendere
bene tutto ciò che celebriamo.
D. – Cosa significa “morire con Gesù per risorgere con
Lui”?
R. – Le celebrazioni della Settimana Santa mettono
l’enfasi sul pentimento, sul Battesimo: chi crede, chi si pente dei suoi
peccati, accetta Gesù, viene battezzato e riceve la vita nuova che Gesù ci dà:
ecco perché è necessario per noi rinnovare le promesse battesimali. E poi, la
Veglia pasquale è la notte solenne, la più solenne di tutte le veglie, con il
conferimento del Battesimo per i nuovi cristiani, la Cresima e la Santissima
Eucaristia.
D. – La fede cristiana non è “colorista”: come conciliare il
dolore della Croce con la gioia della Risurrezione?
R. – Se la morte di Gesù sulla Croce fosse la fine di
tutto, la fede cristiana sarebbe una religione dolorosa. La Croce, però, non è
la fine di tutto perché al terzo giorno Gesù è risorto, come aveva detto e come
era già stato profetizzato nel Vecchio Testamento. Allora, dalla Croce viene la
vita: come dall’albero il diavolo ha ingannato l’umanità tramite Adamo. Tramite
la Croce Gesù ci dà la vita. Perciò, noi siamo seguaci di Gesù Redentore, Gesù
Risorto, Gesù che ci porta la vita. Il cristianesimo, perciò, è religione di
vita, è religione di gioia in Gesù Risorto; è religione di vita: vita di grazia
in questo mondo, vita che aiuta a vedere Dio com’è nel mondo che verrà.
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Ieri, intanto, migliaia di pellegrini provenienti da tutto
il mondo sono giunti in Terra Santa per le celebrazioni che culmineranno con la
Pasqua. Da Betfage a Gerusalemme, la tradizionale processione delle Palme, ha
attraversato la Città Santa, si è svolta in un clima di grande partecipazione.
Ce ne parla da Gerusalemme al microfono di Roberto Piermarini, il francescano
Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa:
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R. –
C’erano dalle 15 alle 20 mila persone. C’è stata una partecipazione molto,
molto bella di tutta la gente, della gente locale e dei pellegrini, e anche dei
cisgiordani che non hanno mai partecipato a questa processione. Dopo c’è stata
la sfilata degli scouts. Erano presenti 12 gruppi di scouts da tutta la
Cisgiordania e da Gerusalemme.
D. – Padre
Faltas, c’è una ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa?
R. –
Sì, grazie a Dio la Terra Santa è piena di pellegrini. Ci sono tantissimi
italiani e anche americani e francesi. In questa settimana, in questi giorni,
ci sono 5 mila egiziani.
D. – Il
dialogo israelo-palestinese è ancora ad un punto morto?
R. –
Purtroppo, non c’è dialogo. Noi abbiamo sempre detto che quando non c’è il
dialogo fra le due parti, si alza la tensione. Noi chiediamo questo: speriamo
che ritornino al dialogo e che anche il nuovo governo Kadima ritorni al dialogo
con Hamas. Una volta tornati al dialogo, penso, la situazione tornerà calma,
com’era prima.
D. – Ma
questa situazione di tensione si avverte in Terra Santa, in questi giorni?
R. –
Per il momento tutto sta andando come prima. Non c’è questa tensione. Forse c’è
tensione a Gaza, ma qui in Cisgiordania e a Gerusalemme è tutto calmo.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE
ROMANO”
Prima pagina - "Il vero grande
'Si' è la Croce, il nuovo arcobaleno di Dio": Benedetto XVI celebra in
Piazza San Pietro la Santa Messa della Domenica delle Palme, XXI Giornata
mondiale della Gioventù.
Servizio vaticano - L'udienza
del Papa ai partecipanti all'incontro internazionale "Univ 2006".
Servizio estero - Medio
Oriente: Israele aumenta la pressione politica e militare sul Governo
dell'Autorità palestinese guidato da Hamas.
Servizio culturale - "Nel
solco del fumetto" è il titolo dell'articolo di Matthew Fforde in merito
al libro di Dan Brown "La Verità del Ghiaccio".
Servizio italiano - Elezioni:
alta affluenza alle urne; l'Italia sceglie il suo Governo".
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10
aprile 2006
LA CROCE AL CENTRO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA
GIOVENTÙ
IN VIAGGIO VERSO L’AFRICA, GUARDANDO A SYDNEY 2008
- Intervista con Mauro Parmeggiani -
E’ stata la Croce il centro
della Giornata mondiale della Gioventù a Roma, celebrata ieri a livello
diocesano sul tema “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio
cammino”. Il simbolo dell’amore di Cristo per gli uomini è anche il segno e il
simbolo delle GMG. Consegnata ai giovani da Giovanni Paolo II il 22 aprile
1984, al termine dell’Anno Santo straordinario della Redenzione, la Croce di legno
che accompagna i raduni mondiali dei giovani ha già toccato decine di Paesi.
Ora sarà la volta dell’Africa. Giungerà dapprima in Senegal, poi sarà ospitata
in altri Stati, quindi arriverà in Australia. Tiziana Campisi ha chiesto a
mons. Mauro Parmeggiani,
responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Roma, il senso di
questa prima tappa in Africa della Croce delle GMG.
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R. – E’
la prima volta che la croce delle Giornate della gioventù passa per l’Africa e
va in Senegal, in questo caso. Poi continuerà in alcune regioni dell’Africa,
dove ci sono grandi problemi. L’Africa, che Papa Benedetto ricorda spesso come
un continente della speranza, dal quale anche per il cattolicesimo può venire
un futuro prospero - si sta diffondendo molto il cattolicesimo – è tuttavia
ancora segnata da grandi conflitti, anche interni. Quindi, la croce è questo
segno di pace, di riconciliazione, di amore, che Papa Benedetto proprio ieri ci
ricordava.
D. – Questo pellegrinaggio della
Croce delle Giornate mondiali della gioventù che messaggio lascia nelle varie
tappe che tocca?
R. – La croce è un segno
eloquente, è un segno che parla ai cuori. Potrei testimoniare di tantissimi
giovani che davanti a quella Croce hanno fatto le scelte più forti,
impegnative, decisive direi, della loro vita. Quando arriva la Croce, ci si
mobilita ad invitare anche altri giovani a pregare intorno ad essa, a metterla
al centro della propria vita e ricordarsi che la nostra vita passa attraverso
la croce per giungere alla gloria della Resurrezione.
D. – Il Papa ieri ha detto: “La
croce è il vero albero della vita. Non troviamo la vita impadronendoci di essa,
ma donandola”…
R. – Io credo che i giovani di
oggi abbiano molto bisogno di recepire questo messaggio. Sono fiducioso perché
i giovani cercano la vita e cercano la vera vita. Spesso non la trovano, si
illudono di poterla costruire da soli, con le loro mani, ma poi arrivano a
capire che la vera vita la si costruisce a quattro mani: le mie due mani e le
due mani di Dio, alle quali affidarmi, anche nel momento in cui non tutto è
chiaro.
D. – Se dovesse fare un bilancio
della giornata di ieri, la prima Giornata mondiale della gioventù a livello
diocesano vissuta con Benedetto XVI…
R. – Direi proprio che è
riuscita molto bene, perché c’è un grande amore per Papa Benedetto, per il
fatto di essere, umilmente, veramente Pontefice, un ponte tra Dio e gli uomini,
tra gli uomini e Dio.
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Mentre
dunque la Croce delle GMG inizia da Roma il suo pellegrinaggio mondiale, a
Sydney la macchina organizzativa è già in moto da tempo. Ieri, presso la sede
della nostra emittente, il cardinale Gorge Pell è entrato nel dettaglio
dell’avvenimento che si svolgerà dal 15 al 20 luglio del 2008. Alla conferenza
stampa, hanno partecipato tra gli altri anche 70 giovani provenienti dai
territori australiani, e alcuni rappresentati del governo della nazione. Il
servizio di Marina Tomarro.
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La fiamma dello Spirito Santo
con in mezzo una grande croce bianca e
in basso le vele dell’Opera House di Sydney. Questo è il nuovo logo della
Giornata mondiale della gioventù 2008 che si svolgerà in Australia. Un
continente molto grande e moderno ha ricordato il cardinale George Pell,
arcivescovo di Sydney, ma con grande bisogno di essere evangelizzato.
Ascoltiamo la sua testimonianza.
“Noi abbiamo
chiesto al Santo Padre di avere la Giornata mondiale a Sidney per rafforzare la
fede dei nostri giovani cattolici e proclamare anche la fede a tutti i giovani
australiani. Il 70 per cento sono cristiani, tanti non ne capiscono molto, ma
mi sembra che i sentieri per imparare il messaggio di Gesù Cristo dal Santo
Padre saranno molto aperti”.
E oltre alla tradizionale Messa celebrata
da Papa Benedetto XVI, sono previste sessioni di catechesi, un pellegrinaggio,
una veglia notturna di preghiera, Il festival dei giovani e tanti spettacoli e
manifestazioni. Ma soprattutto sono attesi loro, i giovani, che secondo le
previsioni dovrebbero essere oltre 500.000. Si sta già preparando un piano di
accoglienza, che prevede pacchetti viaggio a basso costo e sistemazioni
confortevoli presso famiglie o strutture costruite per l’occasione:
“Il cardinale
Sodano è stato accolto cordialmente prima di tutto dalla comunità cattolica,
dai giovani cattolici, ma non solo dai cristiani cattolici. Tutti gli
australiani daranno un sincero benvenuto. In Australia, ci sono tantissime
famiglie italiane che, come ha detto un giovane italo-australiano, “riceveranno
i loro compagni italiani a braccia aperte”.
Ma soprattutto i giovani
australiani cercheranno durante la Giornata mondiali della gioventù di lanciare
un messaggio di pace e di unità al mondo intero:
“Noi offriamo
il messaggio di Cristo e Cristo offre speranza e fede. E’ incentrato
sull’amore: amore verso di Dio e amore verso tutta la gente”.
Sydney, quindi, nel 2008 sarà
protagonista insieme al Papa e ai giovani di un'altra indimenticabile Giornata
della gioventù.
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FRANCIA:
DOPO LE PROTESTE DI PIAZZA,
CHIRAC
RINUNCIA ALLA LEGGE SUL CONTRATTO DI PRIMO IMPIEGO
- Intervista con Domenico Quirico -
Messa
da parte, in Francia, la contestata legge sul contratto di primo impiego, che prevedeva
la possibilità di licenziamento anche senza giusta causa per i minori di 26
anni. Le proteste di piazza hanno avuto la meglio sul governo e stamani, a
sorpresa, lo stesso presidente Chirac ha annunciato che la normativa verrà
sostituita. In attesa della nuova legge, che verrà esposta in giornata dal
primo ministro De Villepin, ci si chiede quali siano le motivazioni della
decisione dell’Eliseo. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Domenico Quirico,
corrispondente a Parigi per il quotidiano “La Stampa”:
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R. - Il governo ha tentato di
aggirare la contestazione della piazza e dei sindacati, ma evidentemente la
pressione era troppo forte e non è stato possibile evitare una marcia indietro,
una sconfitta di cui sinceramente sia Chirac, sia De Villepin avrebbero fatto
volentieri a meno. Il problema di tutta questa vicenda era sostanzialmente
posto in una domanda molto semplice: la Francia è un Paese riformabile, si o
no? Ecco, direi che oggi la risposta è no. La forza degli immobilismi ha prevalso
sulla forza dei tentativi riformatori, per altro molto malaccorti, condotti con
molta arroganza. Sostanzialmente direi che hanno vinto le forze che,
addirittura contro la stessa ragionevolezza e gli stessi principi economici,
vogliono mantenere tutto immobile.
D. - E a proposito di
questo, questa vicenda fa vedere che la
Francia è un paese spaccato, c’è una spaccatura con l’attuale dirigenza,
insanabile a questo punto secondo te?
R. – Una delle grandi assenti in
tutte queste settimane di mobilitazione popolare sostanzialmente è stata la
sinistra. La sinistra francese è andata a rimorchio di questo movimento di
opposizione a qualsiasi idea riformatrice, all’interno della sinistra stanno
nascendo due anime, una delle quali polarizzata intorno all’ex primo ministro
Laurent Fabius, che si presenta o vuole presentarsi come porta insegne dell’ala
più gauche del partito socialista. La destra esce divisissima tra
Nicolas Sarkozy, che ha fatto un po’ la fronda all’interno del governo a questo
provvedimento del contratto di primo impiego, e l’ala che si rifà a Chirac,
ormai largamente in ritirata insieme alla figura del presidente.
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10 aprile 2006
LANCIATA,
IN COREA DEL SUD, UNA CAMPAGNA DI PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI
PAOLO II, NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE
SEOUL. = Al termine
delle celebrazioni per il primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II,
i cattolici sudcoreani hanno lanciato una Campagna di preghiera per la
beatificazione l’amato Pontefice. Come riporta l’agenzia AsiaNews, alla fine
della cerimonia, promossa nei giorni scorsi dal Consiglio dell’Apostolato dei
laici nella cattedrale Myongdong a Seoul, sono state distribuite delle immagini
del Papa e la “Preghiera per implorare grazie tramite l’intercessione del Servo
di Dio, Giovanni Paolo II”, proposta dal Vicariato di Roma. In tale occasione,
l’arcivescovo della città, mons. Nicholas Cheong Jinsuk, ha ricordato Giovanni
Paolo II come “un grande difensore della vita e della libertà” e ha invitato
tutti i fedeli “ad amare se stessi e gli altri in base al rispetto per la vita
da lui insegnato”. Thomas Han, presidente del Consiglio dell’Apostolato dei
laici, ha ricordato il Pontefice come “un grande missionario e testimone della
speranza per i coreani”, attribuendogli la crescita della Chiesa nella
penisola. “Infatti – ha sottolineato – il numero dei cattolici coreani è
raddoppiato da 1 milione e 320 mila fedeli a 2 milioni 750 mila negli anni ‘80,
quando Giovanni Paolo II ha visitato la Corea due volte, prima nel 1984 poi nel
1989”. Attualmente, nel Paese i cattolici superano i 4 milioni e mezzo di unità
e rappresentano il 9,3 per cento della popolazione. (R.M.)
DA IERI,
DOMENICA DELLE PALME, FINO AL LUNEDI’ DELL’ANGELO, SEI ULIVI SECOLARI
PROVENIENTI DALLA PUGLIA ABBELLISCONO PIAZZA SAN PIETRO
ROMA. = Sei ulivi secolari
provenienti dalle colline pugliesi abbelliscono da ieri, in occasione della
celebrazione della Domenica delle Palme, il lungo colonnato del Bernini e il
sagrato di Piazza San Pietro. Anche quest’anno, la pianta simbolo della Puglia
sarà protagonista dei riti della Settimana Santa in Vaticano. Le piante sono
giunte a Roma grazie all’iniziativa “Giardini di Puglia, radici di pace”,
promossa dalla Regione Puglia in
collaborazione con la Camera di Commercio di Bari e l’Associazione produttori
olivicoli. Ad abbellire il sagrato per la celebrazione di ieri, anche 500 mila steli di piante mediterranee, come il carrubo, il mirto, il
rosmarino, il lentisco e la
mortella, intrecciate da 40 maestri fioristi
pugliesi. Il tutto per avvicinare idealmente Piazza San Pietro alle peculiarità
cromatiche delle campagne pugliesi. Grande rilevanza, infine, è stata conferita
all’obelisco, con la creazione di sei grandi composizioni di palme e ulivi che,
adagiati su strutture cilindriche in ferro, hanno ricreato uno spirituale
collegamento con la Città Santa di Gerusalemme. Gli ulivi secolari resteranno
in Piazza San Pietro fino al Lunedì dell’Angelo, per poi essere piantati nei
Giardini Vaticani. (S.C.)
STUDIARE LA MISSIONE CATTOLICA NEL MONDO DELLA
TELEVISIONE, NELLA VARIETÀ DI SERVIZI E INIZIATIVE PRESENTI IN AMERICA LATINA:
QUESTO, L’INTENTO
DEL CONGRESSO LATINOAMERICANO DELLA TELEVISIONE CATTOLICA, IN PROGRAMMA DAL 22 AL 25 MAGGIO A
MEDELLIN, IN COLOMBIA. L’INCONTRO È IN PREPARAZIONE AL CONGRESSO MONDIALE DI
MADRID, IN AGENDA DAL 10 AL 12 OTTOBRE
MEDELLIN.
= “La televisione e il mondo cattolico”; “Gestione e sostenibilità di un canale
televisivo”; “L’organizzazione, le sfide”: queste, le idee attorno cui ruoterà,
dal 22 al 25 maggio prossimi nella città di Medellin, in Colombia, il Congresso
latinoamericano della televisione cattolica, promosso dal Dipartimento delle
Comunicazioni del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), per incarico
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. L’incontro è preparatorio
al Congresso mondiale delle televisioni cattoliche, in agenda a Madrid dal 10
al 12 ottobre. Come spiega l’agenzia vaticana Fides, il Congresso intende
studiare l’identità e la missione cattolica nel mondo della televisione, nella
varietà di servizi e iniziative presenti in America Latina. Oltre a promuovere
modalità e strumenti di comunione e comunicazione, si vuole organizzare uno
spazio per lo scambio dei prodotti televisivi. Le conclusioni proporranno
obiettivi ed orientamenti comuni che possano adattarsi alle diverse realtà
locali. E’ prevista la partecipazione di molti accademici e la possibilità di
condividere varie esperienze di televisione. (R.M.)
SARÀ DEDICATA AL PRIMO ANNO DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI
LA CONSUETA
“RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA
SACRA VIRGO LAURETANA”,
IN PROGRAMMA A LORETO DAL 19 AL 23 APRILE
LORETO. = Un omaggio a Benedetto XVI per ricordare
lo speciale legame che unisce il Pontefice con la Basilica di Loreto, onorata
in visita almeno sette volte, dal 1985 al 2002, nelle vesti di cardinale. Così,
la consueta “Rassegna internazionale di Musica Sacra Virgo Lauretana” inaugura
l’edizione 2006, dal 19 al 23 aprile, dedicando il concerto di apertura al
primo anno di Pontificato di Benedetto XVI. Cori provenienti da Lettonia,
Lituania, Italia, Serbia, Montenegro, Slovacchia e Spagna si esibiranno nel
Santuario Pontificio Internazionale della Santa Casa, eseguendo brani
mariani e il canto finale “Oremus pro Pontefice” di Adamo Volpi. Giovedì 20
aprile, poi, sarà la volta di “Un Grazie a Mozart”, il concerto su musiche del
grande compositore austriaco, di cui ricorrono i 250 anni dalla nascita. Il 21
aprile, poi, per “Il
Sacro ‘900”, il coro regionale Arcom e l’orchestra del conservatorio “N.
Piccinni” di Bari eseguiranno musiche di Mozart, Britten e Liberto. La serata
finale di sabato sarà dedicata al grande concerto di gala, in eccezionale
collegamento satellitare con Saragozza e Bratislava. Lo spettacolo sarà diffuso
nei Paesi dell’Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa. Altri momenti
significativi saranno rappresentati dai concerti per le scuole, dalla Messa di
domenica 23 aprile presieduta da mons. Gianni Danzi, arcivescovo prelato di
Loreto, e dalla mostra “Le cappelle musicali delle Marche dal XVI al XX secolo.
Provincia di Pesaro-Urbino”, che raccoglierà rari documenti musicali di maestri
come Vincenzo Pellegrini e Paolo Benedetto Bellinzani. (R.M.)
DA
STASERA A VENERDÌ, CINQUE FONDATORI DEL VOLONTARIATO CATTOLICO
SI RACCONTANO SU RAI DUE, IN CINQUE
SPECIALI DAL TITOLO: “PASSIONI D’AMORE”
ROMA. = Don Pierino Gelmini, Don
Oreste Benzi, Don Luigi Verzè, Ernesto Olivero e Andrea Riccardi: sono i cinque
fondatori del volontariato cattolico cui sarà dedicato, da stasera fino a
venerdì, il ciclo di trasmissioni di Rai Due, dal titolo: “Passioni d’amore”.
La serie propone cinque ritratti inediti per l’Italia, ma già andati in onda
con grande successo negli Stati Uniti, in Sudamerica, in Canada, in Australia e
in tutti i Paesi raggiunti da Rai International. Il programma verrà trasmesso
nel cuore della notte: stasera all’una e 50, a causa delle elezioni politiche
in Italia, e da martedì a venerdì alle 0.45. “L’orario della trasmissione è un
vero peccato, soprattutto visto il suo successo internazionale”, ha commentato
Paola Severini, la giornalista che ha ideato e condotto, con la produzione del
gruppo “Angeli”, gli approfondimenti su questi leader dell’impegno e
della solidarietà. “E’ comunque eccezionale che la Rai mandi in onda questi
ritratti tutti di seguito come preparazione alla Pasqua”, ha aggiunto. “Il mio
obiettivo – ha poi precisato – è che il mondo del volontariato cattolico venga
comunicato attraverso la tv pubblica di più e meglio di come è stato fatto fino
ad oggi. Infatti – ha concluso – trovo ingiusto che questi fondatori vengano
invitati nelle trasmissioni televisive e messi a confronto con antagonisti
strumentali in modo sbrigativo e qualche volta offensivo, senza preoccuparsi di
approfondire i grandi temi di cui si occupano: la tossicodipendenza, la salute,
la pace, l’emarginazione”. Si inizia dunque stasera con don Pierino Gelmini,
fondatore della “Comunità Incontro” finalizzata al recupero dei
tossicodipendenti. Domani sarà la volta di don Oreste Benzi, che racconterà la
sua vita dalla nascita in una famiglia di nove figli alla fondazione della
“Comunità Papa Giovanni XXIII”, che recupera gli emarginati e le prostitute.
Mercoledì toccherà a don Luigi Verzè, fondatore dell’Ospedale San Raffaele di
Milano, e giovedì a Ernesto Olivero, candidato al Nobel per la Pace, che ha
racconterà l’eccezionale avventura che lo ha portato alla fondazione del
SERMIG, l’Arsenale della Pace di Torino, con la testimonianza di Giulio
Andreotti. Infine il 14, Venerdì Santo, la serie si concluderà con la vita di
Andrea Riccardi, leader della “Comunità di Sant’Egidio”, che parlerà, tra
l’altro, dei martiri cristiani. (R.M.)
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10 aprile 2006
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In Israele, il
governo ha deciso di rompere i rapporti con il governo di Hamas e con
l’Autorità nazionale palestinese, definita “entità ostile”. Il ministro degli Esteri russo ha annunciato, inoltre, che alla fine
di aprile si terrà una riunione del Quartetto - Russia, ONU, Stati Uniti e
Unione Europea - per il processo di pace in Medio Oriente. Nei Territori, intanto, il
ministro degli Esteri palestinese chiede all’Unione Europea di non interrompere
i finanziamenti. La sospensione degli aiuti - ha spiegato il ministro –
“causerebbe gravi danni alla popolazione palestinese” e spingerebbe Israele a
intensificare i suoi attacchi. Il nostro servizio:
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“L’Autorità nazionale palestinese non ha due teste”: il sabotaggio del
governo di Hamas e il dialogo con il presidente Abu Mazen non sono linee
conciliabili. E’ questa la convinzione espressa dall’esecutivo israeliano che
ha deciso di interrompere le relazioni con il governo palestinese. Il piano israeliano, messo a punto ieri al termine di una consultazione fra il primo ministro ad interim, Ehud Olmert, e
rappresentanti di governo, prevede il boicottaggio totale e la pressione militare sulle
organizzazioni estremiste. E’ stata
anche indicata la strategia da adottare nei confronti dell’Autorità
nazionale palestinese, definita “un’entità ostile”. Tale politica di
congelamento delle relazioni israelo-palestinesi ha già fatto registrare i
primi provvedimenti: ai rappresentanti stranieri che incontreranno esponenti
del governo palestinese sarà rifiutato qualsiasi contatto. I valichi di transito fra Territori palestinesi e Israele
verranno aperti solo per il passaggio di aiuti umanitari. L’esercito israeliano ha ordinato
inoltre agli agenti di sicurezza palestinesi di lasciare l’ufficio di
collegamento della città di Gerico. Il premier Olmert ha dichiarato, poi, che
non è disposto ad aprire trattative fino a quando Hamas non riconoscerà Israele
e rinuncerà alla violenza. Ma il vero strumento repressivo resta il blocco dei
finanziamenti all’Autorità nazionale palestinese: dal giorno della vittoria di
Hamas alle elezioni palestinesi, lo Stato ebraico non versa più i 45 milioni di
euro dovuti ogni mese. La stessa misura è stata adottata anche dagli Stati
Uniti, che hanno deciso di bloccare temporaneamente i fondi. Cruciale e molto
attesa è infine la decisione, prevista per oggi, dei ministri degli Esteri
europei chiamati a confermare la sospensione degli aiuti dell’Unione Europea
che, con oltre 500 milioni di euro versati finora ogni anno, costituisce il
principale sostegno economico per le casse palestinesi.
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In Iraq, un gruppo armato ha minacciato di uccidere due
ingegneri tedeschi, rapiti a gennaio, se non saranno rilasciati i prigionieri
detenuti dagli americani in Iraq e la Germania non interromperà ogni aiuto a
Baghdad. I due ostaggi sono stati mostrati su un video diffuso in Internet.
In Italia, si potrà votare fino alle 15 di oggi aperti per
il rinnovo del Parlamento. Chiusa la votazione, inizieranno le operazioni di
scrutinio delle schede, prima per il Senato, poi per la Camera. E ci saranno
subito i primi exit poll. Ieri, in
base all’ultima rilevazione della giornata, fatta alle ore 22, si era recato ai
seggi elettorali il 66,5 per cento degli aventi diritto. Qualche polemica sui
crocifissi nei seggi. Il servizio di Giampiero Guadagni:
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Tra i primi a recarsi alle urne,
ieri mattina, il capo dello Stato Ciampi accompagnato dalla moglie, signora
Franca. Il premier Berlusconi ha votato a Milano. Il candidato premier del
centrosinistra Prodi, a Bologna. La cronaca ha fatto registrare tre casi di
polemica ai seggi per diversi punti di vista sulla presenza del crocifisso
nelle aule adibite a seggio. Ad Amelia, in Umbria, il presidente di un seggio
avrebbe deciso di togliere il crocifisso dal muro dell’aula destinata alle
operazioni di voto. A Senigallia, nelle Marche, invece, un elettore ha chiesto
la rimozione del crocifisso come condizione per votare. Richiesta respinta e
l’elettore ha allora chiesto che venisse verbalizzata l’impossibilità ad esercitare il suo diritto per la presenza
del simbolo della religione cattolica. Un pensionato del trevigiano ha invece
chiesto e ottenuto che venisse tolto il crocifisso per poter votare. Ricordiamo
che nel febbraio scorso, il Consiglio di Stato, respingendo un ricorso, ha
scritto che il crocifisso non va rimosso dalle aule scolastiche perché ha una
“funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione
professata dagli alunni. Si tratta, scrive ancora il Consiglio di un simbolo
idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili, che sono poi i
valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato”.
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In Ungheria, la coalizione
liberal-socialista ha vinto il primo turno delle elezioni politiche di ieri, le prime dopo l’adesione all’Unione Europea nel 2004. Dopo lo spoglio di quasi il 90
per cento delle schede, socialisti e liberali hanno
ottenuto insieme 114 dei 386 seggi. Sono invece 98 i deputati eletti del
principale partito dell’opposizione, l’Alleanza dei giovani democratici. I seggi rimanenti saranno assegnati al
ballottaggio, il prossimo 23 aprile.
I ministri degli Esteri
dell’Unione Europea hanno bandito l’ingresso nell’Unione Europea al presidente bielorusso
Alexander Lukashenko e ad altri 30 tra ministri e funzionari. La decisione è
stata presa dopo le contestate elezioni presidenziali dello scorso 19 marzo.
Secondo l’opposizione e gli osservatori internazionali, la consultazione è
stata viziata da gravissimi brogli. Dalle elezioni è uscita la conferma del
terzo mandato per Lukashenko.
Le elezioni presidenziali svoltesi
ieri in Perù hanno un vincitore: il leader nazionalista Ollanta Humala, ex
colonnello dell’esercito che si è distinto nella lotta contro la guerriglia
maoista e che nel 2000 ha tentato un colpo di Stato contro il presidente
Fujimori, destituito in seguito ad accuse di corruzione. In base a risultati
non ancora definitivi, Humala ha ottenuto finora oltre il 27 per cento dei voti
ma non è riuscito ad evitare il ballottaggio. Sulle elezioni in Perù,
ascoltiamo il servizio di Maurizio Salvi:
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L’unico
elemento che non sembra essere messo in discussione è la vittoria non ampia, in
questo primo turno, del nazionalista Ollanta Humala, ex colonnello
dell’esercito, consacratosi alla politica. Più complessa pare la determinazione
di chi sarà lo sfidante, perché il testa a testa fra la leader democristiana,
Lourdes Flores Nano, e l’ex presidente social democratico, Alan Garcia, è in pieno
svolgimento. Per il momento, sembra risolversi con la vittoria della prima. Gli
analisti ritengono che, nonostante l’annuncio dell’Organismo elettorale
ufficiale peruviano, che attribuisce il diritto al ballottaggio alla Flores,
Garcia ha una possibilità per sperare ancora, basandosi sugli exit-poll, che in
prevalenza lo indicavano al secondo posto e sul fatto che mancano i dati di
alcuni dipartimenti a lui favorevoli. L’unico episodio che ha segnato lo
svolgimento delle operazioni di voto è avvenuto quando Humala, che si era
recato a votare ieri nell’Università di Riccardo Palma, è rimasto bloccato per
oltre un’ora da 500 persone, che lo hanno insultato, chiamandolo assassino e
corrotto.
Dall’America Latina, Maurizio
Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.
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Tragedia in Kenya: almeno 14
persone sono morte nella regione di Marsabit per lo schianto di un aereo
militare con a bordo membri del Parlamento e altri funzionari locali.
Questo nuovo incidente, le cui cause sono da accertare, arriva a nemmeno una
settimana dalla notizia di un altro presunto disastro aereo. Ma
successivamente, le autorità locali avevano precisato che si era trattato solo
di una simulazione, un test per i servizi di soccorso.
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