RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 100  - Testo della trasmissione di Lunedì 10 aprile 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

“Gesù sia sempre il vostro migliore amico”: così, Benedetto XVI nell’incontro “UNIV 2006” con i giovani universitari dell’Opus Dei. Non sempre i mezzi della comunicazione, ha detto il Papa, sono utilizzati per favorire il dialogo. Intervista con Elena Coda

 

Dai nostri microfoni il cardinale Francis Arinze invita ad approfondire su testi idonei il significato dei misteri pasquali per vivere in profondità la Settimana Santa. Intanto migliaia di pellegrini sono giunti in Terra Santa per le celebrazioni che culmineranno con la Pasqua: ce ne parla padre Ibrahim Faltas.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Croce pellegrina, simbolo della GMG, partita da Roma verso l’Africa, guardando a Sydney 2008: intervista con mons. Mauro Parmeggiani e il cardinale Pell

 

Francia: dopo le proteste di piazza, Chirac rinuncia alla contestata legge sul contratto di primo impiego. Con noi, Domenico Quirico

 

 

CHIESA E SOCIETA’:

Lanciata, in Corea del Sud, una campagna di preghiera per la Beatificazione di Giovanni Paolo II, nel primo anniversario della morte

 

Da ieri, Domenica delle Palme, fino al Lunedì dell’Angelo, sei ulivi secolari provenienti dalla Puglia abbelliscono Piazza San Pietro

 

In programma dal 22 al 25 maggio a Medellin, in Colombia, il Congresso latinoamericano della televisione cattolica

 

Sarà dedicata al primo anno di Pontificato di Benedetto XVI la consueta “Rassegna internazionale di musica sacra Virgo Lauretana”, in programma a Loreto dal 19 al 23 aprile

 

Da stasera a venerdì, cinque fondatori del volontariato cattolico si raccontano su Raidue, in cinque speciali dal titolo: “Passioni d’amore”

 

24 ORE NEL MONDO:

Il governo israeliano rompe ogni rapporto con l’Autorità nazionale palestinese, definita “entità ostile”

 

Elezioni in 3 Paesi: alle presidenziali in Perù, vittoria per il leader nazionalista Humala. Alle politiche in Ungheria, successo della coalizione liberal-socialista. In Italia, dopo le 15 i primi exit pool sulle legislative

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 aprile 2006

 

 

GESU’ SIA SEMPRE IL VOSTRO MIGLIORE AMICO: COSI’, BENEDETTO XVI

NELL’INCONTRO, IN AULA PAOLO VI, CON I GIOVANI UNIVERSITARI DELL’OPUS DEI,

IN OCCASIONE DEL RADUNO “UNIV 2006”. IL PAPA SI SOFFERMA ANCHE SUL RUOLO

DEI MEZZI DELLA COMUNICAZIONE NON SEMPRE UTILIZZATI PER FAVORIRE IL DIALOGO

- Intervista con Elena Coda -

 

Dopo l’incontro di ieri con i giovani, in occasione della XXI GMG, celebrata a livello diocesano, Benedetto XVI ha incontrato stamani in Aula Paolo VI gli universitari dell’Opus Dei. Il Papa ha parlato dell’amicizia cristiana a circa 3500 giovani venuti a Roma, da 32 Paesi del mondo, per vivere la Settimana Santa e partecipare al raduno internazionale “UNIV 2006”. Ad accompagnare i ragazzi, il prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarria. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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(Canti)

 

L’amicizia, il suo significato profondo per un giovane cristiano. E’ il tema  scelto da Benedetto XVI per il discorso agli universitari dell’Opus Dei. Un incontro contrassegnato da un clima particolarmente affettuoso, tanto che - con qualche giorno di anticipo - i giovani di UNIV hanno voluto esprimere gli auguri di buon compleanno al Papa, che compirà 79 anni il prossimo 16 aprile. E’ Gesù, ha detto loro Benedetto XVI, “ad orientare i vostri passi” le vostre amicizie, negli andirivieni della vita quotidiana. Parole corredate da una viva esortazione:

 

“Non dimenticate mai, cari giovani, che dall’incontro e dall’amicizia con Gesù dipende la vostra felicità”.

 

“Per voi, lo so bene – ha proseguito il Papa – l’amicizia e i contatti con gli altri, specialmente con i vostri coetanei, rappresentano una parte importante della vita quotidiana”. Quindi, ha sottolineato che proprio Gesù deve essere il nostro amico più caro:

 

“E’ necessario che riteniate Gesù come uno dei vostri amici più cari, anzi il primo. Vedrete allora come l’amicizia con Lui vi condurrà ad aprirvi agli altri, che considererete fratelli”.

 

Benedetto XVI si è quindi soffermato sul tema al centro del Congresso dei giovani dell’Opus Dei, ovvero la cultura e la comunicazione sociale:

 

“Dobbiamo purtroppo constatare che non sempre in questo nostro tempo le nuove tecnologie e i mass media favoriscono le relazioni personali, il dialogo sincero, l’amicizia tra le persone; non sempre aiutano a coltivare l’interiorità del rapporto con Dio”. 

        

Nella parte finale del suo discorso, Benedetto XVI è tornato a parlare di amicizia. “Ogni cristiano – è stata la sua esortazione – è invitato ad essere amico di Dio e, con la sua grazia, ad attrarre a Lui i propri amici”. L’amore apostolico, ha spiegato ancora il Papa, “diventa in tal modo un’autentica passione che si esprime nel comunicare agli altri la felicità che si è trovata in Gesù”. Per essere “apostoli dell’amicizia”, ha concluso il Papa riecheggiando l’insegnamento del fondatore dell’Opus Dei, San Josemaria Escrivá de Balaguer, bisogna coltivare l’amicizia con Gesù ed essere assidui nella pratica dei Sacramenti. Dopo il discorso, il Papa ha voluto stringere a moltissimi giovani convenuti in Aula Paolo VI e si è intrattenuto per alcuni minuti di colloquio con il presidente emerito della Repubblica italiana, Francesco Cossiga.

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I giovani universitari, e di recente laureati, che si rispecchiano nella spiritualità dell’Opus Dei si ritrovano dunque a migliaia, come ogni anno, a Roma per trascorrere la Settimana Santa nel cuore della cristianità, assieme al Papa. Tema centrale del convegno di quest’anno: i mezzi di comunicazione, sul quale si sofferma Elena Coda, laureata in giurisprudenza alla Cattolica di Milano, intervistata da Giovanni Peduto:

 

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R. - Noi giovani apprezziamo molto tutte le possibilità di interazione che la tecnologia ci sta dando. Attraverso Internet, per esempio, possiamo essere sempre più a contatto non solo con i media ma soprattutto tra di noi. E’ bello che si siano aperti nuovi ambiti di partecipazione, per esempio nel campo dei rapporti internazionali, e che possano entrare in azione in pochissimo tempo meccanismi di solidarietà immediata là dove ce n’è più bisogno. Tutti noi, però, sappiamo anche per esperienza che i massmedia diffondono non solo informazioni o momenti di svago, ma, al di là dei contenuti espliciti, trasmettono dei valori e una visione del mondo che possono legittimare comportamenti e stili di vita assai diversi. Questo problema non è piccolo ma dobbiamo cercare di risolverlo.

 

D. - Perché vivi la spiritualità dell’Opus Dei e in che cosa essa consiste?

 

R. - La spiritualità dell’Opus Dei aiuta proprio a cercare e a trovare Dio nella vita di ogni giorno, imparando a trasformare tutte le circostanze della propria quotidianità in occasioni di santità. Durante la canonizzazione, San Josemaría Escrivá è stato chiamato “il Santo della vita ordinaria” dal Papa Giovanni Paolo II. Certamente è una parola impegnativa: ma è stato proprio lui a proporla a tutti i cristiani, e soprattutto ai giovani, come la dimensione ordinaria, l’orizzonte spirituale della vita di ciascuno di noi.

 

D. - Cosa pensi di poter dare ai tuoi coetanei e al mondo d’oggi più in generale?

 

R. - Il mio desiderio è riuscire a trasmettere messaggi positivi e far conoscere i grandi ideali in modo attraente. Questa sfida è urgente per riuscire a creare una nuova cultura, che rispetti la verità dell’uomo e della società. Ovviamente non tutto si risolve a livello di mass media. La comunicazione personale continua ad essere fondamentale. Ognuno di noi desidera essere ascoltato, entrare in relazione con gli altri per riuscire a trovare un senso, una chiave di lettura che ci permetta di rielaborare criticamente la valanga di dati di tutti i tipi che ci arrivano continuamente dai mass media. E’ molto importante non restare sempre e solo ad un livello emotivo. Ciò non farebbe altro che accentuare il rischio dell’isolamento: sentirsi soli anche in mezzo ad una folla immensa.

 

D. - Qual è la peculiarità della manifestazione UNIV di quest’anno?

 

R. - E’ la prima volta che noi partecipanti all’UNIV siamo ricevuti da Benedetto XVI. Ovviamente siamo molto contenti. Io so che l’udienza con il Papa è sempre stata il momento culminante di tutti gli UNIV. Desideriamo far sentire al Papa, anche “fisicamente”, la gratitudine di tanti giovani che apprezzano moltissimo il fatto di essere sostenuti e guidati dal suo esempio e dal suo magistero. Quest’anno siamo presenti a Roma in quattromila, studenti provenienti da una trentina di università italiane e altre 200 di tutto il mondo. L’internazionalità e la varietà dei punti di vista sono un’altra delle ricchezze degli incontri UNIV.

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APPROFONDIRE SU TESTI IDONEI IL SIGNIFICATO DEI MISTERI PASQUALI

PER VIVERE IN PROFONDITA’ LA SETTIMANA SANTA

- Intervista con il cardinale Francis Arinze e padre Ibrahim Faltas -

         

Con l’ingresso di Cristo a Gerusalemme, celebrato ieri nella liturgia della Domenica delle palme, anche la Chiesa è entrata nel periodo dell’anno che invita le coscienze dei credenti a pregare e riflettere sui misteri centrali della fede. Il cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, spiega nell’intervista di Giovanni Peduto, con quali sentimenti vivere le varie tappe della Settimana Santa:

 

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R. – Con spirito di fede, adorazione e amore verso Gesù che ha dato la vita per noi. Con spirito di ringraziamento a Dio Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, perché Gesù Redentore è la manifestazione della Misericordia di Dio che non ha lasciato l’umanità nello stato di caduta originale, ma ha mandato a noi il Salvatore.

 

D. – Il Triduo pasquale della Passione, Morte e Risurrezione del Signore è il centro dell’Anno liturgico…

 

R. – Senza dubbio. Chi non capisce l’importanza del mistero pasquale - nel senso che la sua celebrazione è l’apice dell’opera della nostra redenzione, attraverso la sofferenza, la morte e la risurrezione di Gesù - chiunque non vede questo non capisce in cosa consiste la fede cristiana. Certo, il mistero non pretendiamo di capirlo tutto, tuttavia il Signore attende da noi una certa risposta a questo evento unico ed irripetibile.

 

D. – Ma, forse, tanti cristiani ancora non vivono il mistero di questa solennità come il centro della propria fede…

 

R. – Purtroppo, alcuni cristiani, no. Ma ci sono anche tanti cristiani che fanno ciò che è possibile per vivere il mistero che celebriamo. La prima cosa da fare è di partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa e di Pasqua, arrivare di buon ora in chiesa, avere un messalino su cui leggere e seguire bene tutte le letture, riflettere, pregare e credere nella grazia di Dio che opera in noi. Questa è la prima cosa da fare. E’ opportuno studiare anche il Catechismo della Chiesa cattolica, per comprendere bene tutto ciò che celebriamo.

 

D. – Cosa significa “morire con Gesù per risorgere con Lui”?

 

R. – Le celebrazioni della Settimana Santa mettono l’enfasi sul pentimento, sul Battesimo: chi crede, chi si pente dei suoi peccati, accetta Gesù, viene battezzato e riceve la vita nuova che Gesù ci dà: ecco perché è necessario per noi rinnovare le promesse battesimali. E poi, la Veglia pasquale è la notte solenne, la più solenne di tutte le veglie, con il conferimento del Battesimo per i nuovi cristiani, la Cresima e la Santissima Eucaristia.

 

D. – La fede cristiana non è “colorista”: come conciliare il dolore della Croce con la gioia della Risurrezione?

 

R. – Se la morte di Gesù sulla Croce fosse la fine di tutto, la fede cristiana sarebbe una religione dolorosa. La Croce, però, non è la fine di tutto perché al terzo giorno Gesù è risorto, come aveva detto e come era già stato profetizzato nel Vecchio Testamento. Allora, dalla Croce viene la vita: come dall’albero il diavolo ha ingannato l’umanità tramite Adamo. Tramite la Croce Gesù ci dà la vita. Perciò, noi siamo seguaci di Gesù Redentore, Gesù Risorto, Gesù che ci porta la vita. Il cristianesimo, perciò, è religione di vita, è religione di gioia in Gesù Risorto; è religione di vita: vita di grazia in questo mondo, vita che aiuta a vedere Dio com’è nel mondo che verrà.

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Ieri, intanto, migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo sono giunti in Terra Santa per le celebrazioni che culmineranno con la Pasqua. Da Betfage a Gerusalemme, la tradizionale processione delle Palme, ha attraversato la Città Santa, si è svolta in un clima di grande partecipazione. Ce ne parla da Gerusalemme al microfono di Roberto Piermarini, il francescano Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa:

 

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R. – C’erano dalle 15 alle 20 mila persone. C’è stata una partecipazione molto, molto bella di tutta la gente, della gente locale e dei pellegrini, e anche dei cisgiordani che non hanno mai partecipato a questa processione. Dopo c’è stata la sfilata degli scouts. Erano presenti 12 gruppi di scouts da tutta la Cisgiordania e da Gerusalemme.

 

D. – Padre Faltas, c’è una ripresa dei pellegrinaggi in Terra Santa?

 

R. – Sì, grazie a Dio la Terra Santa è piena di pellegrini. Ci sono tantissimi italiani e anche americani e francesi. In questa settimana, in questi giorni, ci sono 5 mila egiziani.

 

D. – Il dialogo israelo-palestinese è ancora ad un punto morto?

 

R. – Purtroppo, non c’è dialogo. Noi abbiamo sempre detto che quando non c’è il dialogo fra le due parti, si alza la tensione. Noi chiediamo questo: speriamo che ritornino al dialogo e che anche il nuovo governo Kadima ritorni al dialogo con Hamas. Una volta tornati al dialogo, penso, la situazione tornerà calma, com’era prima.

 

D. – Ma questa situazione di tensione si avverte in Terra Santa, in questi giorni?

 

R. – Per il momento tutto sta andando come prima. Non c’è questa tensione. Forse c’è tensione a Gaza, ma qui in Cisgiordania e a Gerusalemme è tutto calmo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - "Il vero grande 'Si' è la Croce, il nuovo arcobaleno di Dio": Benedetto XVI celebra in Piazza San Pietro la Santa Messa della Domenica delle Palme, XXI Giornata mondiale della Gioventù.

 

Servizio vaticano - L'udienza del Papa ai partecipanti all'incontro internazionale "Univ 2006".

 

Servizio estero - Medio Oriente: Israele aumenta la pressione politica e militare sul Governo dell'Autorità palestinese guidato da Hamas.

 

Servizio culturale - "Nel solco del fumetto" è il titolo dell'articolo di Matthew Fforde in merito al libro di Dan Brown "La Verità del Ghiaccio".

 

Servizio italiano - Elezioni: alta affluenza alle urne; l'Italia sceglie il suo Governo".

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 aprile 2006

 

 

LA CROCE AL CENTRO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

IN VIAGGIO VERSO L’AFRICA, GUARDANDO A SYDNEY 2008

- Intervista con Mauro Parmeggiani -

 

E’ stata la Croce il centro della Giornata mondiale della Gioventù a Roma, celebrata ieri a livello diocesano sul tema “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”. Il simbolo dell’amore di Cristo per gli uomini è anche il segno e il simbolo delle GMG. Consegnata ai giovani da Giovanni Paolo II il 22 aprile 1984, al termine dell’Anno Santo straordinario della Redenzione, la Croce di legno che accompagna i raduni mondiali dei giovani ha già toccato decine di Paesi. Ora sarà la volta dell’Africa. Giungerà dapprima in Senegal, poi sarà ospitata in altri Stati, quindi arriverà in Australia. Tiziana Campisi ha chiesto a mons. Mauro Parmeggiani, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Roma, il senso di questa prima tappa in Africa della Croce delle GMG.

 

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R. – E’ la prima volta che la croce delle Giornate della gioventù passa per l’Africa e va in Senegal, in questo caso. Poi continuerà in alcune regioni dell’Africa, dove ci sono grandi problemi. L’Africa, che Papa Benedetto ricorda spesso come un continente della speranza, dal quale anche per il cattolicesimo può venire un futuro prospero - si sta diffondendo molto il cattolicesimo – è tuttavia ancora segnata da grandi conflitti, anche interni. Quindi, la croce è questo segno di pace, di riconciliazione, di amore, che Papa Benedetto proprio ieri ci ricordava.

 

D. – Questo pellegrinaggio della Croce delle Giornate mondiali della gioventù che messaggio lascia nelle varie tappe che tocca?

 

R. – La croce è un segno eloquente, è un segno che parla ai cuori. Potrei testimoniare di tantissimi giovani che davanti a quella Croce hanno fatto le scelte più forti, impegnative, decisive direi, della loro vita. Quando arriva la Croce, ci si mobilita ad invitare anche altri giovani a pregare intorno ad essa, a metterla al centro della propria vita e ricordarsi che la nostra vita passa attraverso la croce per giungere alla gloria della Resurrezione.

 

D. – Il Papa ieri ha detto: “La croce è il vero albero della vita. Non troviamo la vita impadronendoci di essa, ma donandola”…

 

R. – Io credo che i giovani di oggi abbiano molto bisogno di recepire questo messaggio. Sono fiducioso perché i giovani cercano la vita e cercano la vera vita. Spesso non la trovano, si illudono di poterla costruire da soli, con le loro mani, ma poi arrivano a capire che la vera vita la si costruisce a quattro mani: le mie due mani e le due mani di Dio, alle quali affidarmi, anche nel momento in cui non tutto è chiaro.

 

D. – Se dovesse fare un bilancio della giornata di ieri, la prima Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano vissuta con Benedetto XVI…

 

R. – Direi proprio che è riuscita molto bene, perché c’è un grande amore per Papa Benedetto, per il fatto di essere, umilmente, veramente Pontefice, un ponte tra Dio e gli uomini, tra gli uomini e Dio.

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Mentre dunque la Croce delle GMG inizia da Roma il suo pellegrinaggio mondiale, a Sydney la macchina organizzativa è già in moto da tempo. Ieri, presso la sede della nostra emittente, il cardinale Gorge Pell è entrato nel dettaglio dell’avvenimento che si svolgerà dal 15 al 20 luglio del 2008. Alla conferenza stampa, hanno partecipato tra gli altri anche 70 giovani provenienti dai territori australiani, e alcuni rappresentati del governo della nazione. Il servizio di Marina Tomarro.

 

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La fiamma dello Spirito Santo con  in mezzo una grande croce bianca e in basso le vele dell’Opera House di Sydney. Questo è il nuovo logo della Giornata mondiale della gioventù 2008 che si svolgerà in Australia. Un continente molto grande e moderno ha ricordato il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, ma con grande bisogno di essere evangelizzato. Ascoltiamo la sua testimonianza.

 

“Noi abbiamo chiesto al Santo Padre di avere la Giornata mondiale a Sidney per rafforzare la fede dei nostri giovani cattolici e proclamare anche la fede a tutti i giovani australiani. Il 70 per cento sono cristiani, tanti non ne capiscono molto, ma mi sembra che i sentieri per imparare il messaggio di Gesù Cristo dal Santo Padre saranno molto aperti”.  

 

E oltre alla tradizionale Messa celebrata da Papa Benedetto XVI, sono previste sessioni di catechesi, un pellegrinaggio, una veglia notturna di preghiera, Il festival dei giovani e tanti spettacoli e manifestazioni. Ma soprattutto sono attesi loro, i giovani, che secondo le previsioni dovrebbero essere oltre 500.000. Si sta già preparando un piano di accoglienza, che prevede pacchetti viaggio a basso costo e sistemazioni confortevoli presso famiglie o strutture costruite per l’occasione:

 

“Il cardinale Sodano è stato accolto cordialmente prima di tutto dalla comunità cattolica, dai giovani cattolici, ma non solo dai cristiani cattolici. Tutti gli australiani daranno un sincero benvenuto. In Australia, ci sono tantissime famiglie italiane che, come ha detto un giovane italo-australiano, “riceveranno i loro compagni italiani a braccia aperte”.

 

Ma soprattutto i giovani australiani cercheranno durante la Giornata mondiali della gioventù di lanciare un messaggio di pace e di unità al mondo intero:

 

“Noi offriamo il messaggio di Cristo e Cristo offre speranza e fede. E’ incentrato sull’amore: amore verso di Dio e amore verso tutta la gente”.

 

Sydney, quindi, nel 2008 sarà protagonista insieme al Papa e ai giovani di un'altra indimenticabile Giornata della gioventù.

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FRANCIA: DOPO LE PROTESTE DI PIAZZA,

CHIRAC RINUNCIA ALLA LEGGE SUL CONTRATTO DI PRIMO IMPIEGO

- Intervista con Domenico Quirico -

 

Messa da parte, in Francia, la contestata legge sul contratto di primo impiego, che prevedeva la possibilità di licenziamento anche senza giusta causa per i minori di 26 anni. Le proteste di piazza hanno avuto la meglio sul governo e stamani, a sorpresa, lo stesso presidente Chirac ha annunciato che la normativa verrà sostituita. In attesa della nuova legge, che verrà esposta in giornata dal primo ministro De Villepin, ci si chiede quali siano le motivazioni della decisione dell’Eliseo. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Domenico Quirico, corrispondente a Parigi per il quotidiano “La Stampa”:

 

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R. - Il governo ha tentato di aggirare la contestazione della piazza e dei sindacati, ma evidentemente la pressione era troppo forte e non è stato possibile evitare una marcia indietro, una sconfitta di cui sinceramente sia Chirac, sia De Villepin avrebbero fatto volentieri a meno. Il problema di tutta questa vicenda era sostanzialmente posto in una domanda molto semplice: la Francia è un Paese riformabile, si o no? Ecco, direi che oggi la risposta è no. La forza degli immobilismi ha prevalso sulla forza dei tentativi riformatori, per altro molto malaccorti, condotti con molta arroganza. Sostanzialmente direi che hanno vinto le forze che, addirittura contro la stessa ragionevolezza e gli stessi principi economici, vogliono mantenere tutto immobile.

 

D. - E a proposito di questo,  questa vicenda fa vedere che la Francia è un paese spaccato, c’è una spaccatura con l’attuale dirigenza, insanabile a questo punto secondo te?

 

R. – Una delle grandi assenti in tutte queste settimane di mobilitazione popolare sostanzialmente è stata la sinistra. La sinistra francese è andata a rimorchio di questo movimento di opposizione a qualsiasi idea riformatrice, all’interno della sinistra stanno nascendo due anime, una delle quali polarizzata intorno all’ex primo ministro Laurent Fabius, che si presenta o vuole presentarsi come porta insegne dell’ala più gauche del partito socialista. La destra esce divisissima tra Nicolas Sarkozy, che ha fatto un po’ la fronda all’interno del governo a questo provvedimento del contratto di primo impiego, e l’ala che si rifà a Chirac, ormai largamente in ritirata insieme alla figura del presidente.

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CHIESA E SOCIETA’

10 aprile 2006

 

LANCIATA, IN COREA DEL SUD, UNA CAMPAGNA DI PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II, NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE

SEOUL. = Al termine delle celebrazioni per il primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II, i cattolici sudcoreani hanno lanciato una Campagna di preghiera per la beatificazione l’amato Pontefice. Come riporta l’agenzia AsiaNews, alla fine della cerimonia, promossa nei giorni scorsi dal Consiglio dell’Apostolato dei laici nella cattedrale Myongdong a Seoul, sono state distribuite delle immagini del Papa e la “Preghiera per implorare grazie tramite l’intercessione del Servo di Dio, Giovanni Paolo II”, proposta dal Vicariato di Roma. In tale occasione, l’arcivescovo della città, mons. Nicholas Cheong Jinsuk, ha ricordato Giovanni Paolo II come “un grande difensore della vita e della libertà” e ha invitato tutti i fedeli “ad amare se stessi e gli altri in base al rispetto per la vita da lui insegnato”. Thomas Han, presidente del Consiglio dell’Apostolato dei laici, ha ricordato il Pontefice come “un grande missionario e testimone della speranza per i coreani”, attribuendogli la crescita della Chiesa nella penisola. “Infatti – ha sottolineato – il numero dei cattolici coreani è raddoppiato da 1 milione e 320 mila fedeli a 2 milioni 750 mila negli anni ‘80, quando Giovanni Paolo II ha visitato la Corea due volte, prima nel 1984 poi nel 1989”. Attualmente, nel Paese i cattolici superano i 4 milioni e mezzo di unità e rappresentano il 9,3 per cento della popolazione. (R.M.)

 

 

DA IERI, DOMENICA DELLE PALME, FINO AL LUNEDI’ DELL’ANGELO, SEI ULIVI SECOLARI PROVENIENTI DALLA PUGLIA ABBELLISCONO PIAZZA SAN PIETRO

 

ROMA. = Sei ulivi secolari provenienti dalle colline pugliesi abbelliscono da ieri, in occasione della celebrazione della Domenica delle Palme, il lungo colonnato del Bernini e il sagrato di Piazza San Pietro. Anche quest’anno, la pianta simbolo della Puglia sarà protagonista dei riti della Settimana Santa in Vaticano. Le piante sono giunte a Roma grazie all’iniziativa “Giardini di Puglia, radici di pace”, promossa dalla Regione Puglia in collaborazione con la Camera di Commercio di Bari e l’Associazione produttori olivicoli. Ad abbellire il sagrato per la celebrazione di ieri, anche 500 mila steli di piante mediterranee, come il carrubo, il mirto, il  rosmarino, il  lentisco e la mortella, intrecciate da 40 maestri fioristi pugliesi. Il tutto per avvicinare idealmente Piazza San Pietro alle peculiarità cromatiche delle campagne pugliesi. Grande rilevanza, infine, è stata conferita all’obelisco, con la creazione di sei grandi composizioni di palme e ulivi che, adagiati su strutture cilindriche in ferro, hanno ricreato uno spirituale collegamento con la Città Santa di Gerusalemme. Gli ulivi secolari resteranno in Piazza San Pietro fino al Lunedì dell’Angelo, per poi essere piantati nei Giardini Vaticani. (S.C.)

 

 

STUDIARE LA MISSIONE CATTOLICA NEL MONDO DELLA TELEVISIONE, NELLA VARIETÀ DI SERVIZI E INIZIATIVE PRESENTI IN AMERICA LATINA: QUESTO, L’INTENTO

DEL CONGRESSO LATINOAMERICANO DELLA TELEVISIONE CATTOLICA, IN PROGRAMMA DAL 22 AL 25 MAGGIO A MEDELLIN, IN COLOMBIA. L’INCONTRO È IN PREPARAZIONE AL CONGRESSO MONDIALE DI MADRID, IN AGENDA DAL 10 AL 12 OTTOBRE

 

MEDELLIN. = “La televisione e il mondo cattolico”; “Gestione e sostenibilità di un canale televisivo”; “L’organizzazione, le sfide”: queste, le idee attorno cui ruoterà, dal 22 al 25 maggio prossimi nella città di Medellin, in Colombia, il Congresso latinoamericano della televisione cattolica, promosso dal Dipartimento delle Comunicazioni del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), per incarico del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. L’incontro è preparatorio al Congresso mondiale delle televisioni cattoliche, in agenda a Madrid dal 10 al 12 ottobre. Come spiega l’agenzia vaticana Fides, il Congresso intende studiare l’identità e la missione cattolica nel mondo della televisione, nella varietà di servizi e iniziative presenti in America Latina. Oltre a promuovere modalità e strumenti di comunione e comunicazione, si vuole organizzare uno spazio per lo scambio dei prodotti televisivi. Le conclusioni proporranno obiettivi ed orientamenti comuni che possano adattarsi alle diverse realtà locali. E’ prevista la partecipazione di molti accademici e la possibilità di condividere varie esperienze di televisione. (R.M.)

 

 

SARÀ DEDICATA AL PRIMO ANNO DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI

LA CONSUETA “RASSEGNA INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA VIRGO LAURETANA”,

IN PROGRAMMA A LORETO DAL 19 AL 23 APRILE

 

LORETO. = Un omaggio a Benedetto XVI per ricordare lo speciale legame che unisce il Pontefice con la Basilica di Loreto, onorata in visita almeno sette volte, dal 1985 al 2002, nelle vesti di cardinale. Così, la consueta “Rassegna internazionale di Musica Sacra Virgo Lauretana” inaugura l’edizione 2006, dal 19 al 23 aprile, dedicando il concerto di apertura al primo anno di Pontificato di Benedetto XVI. Cori provenienti da Lettonia, Lituania, Italia, Serbia, Montenegro, Slovacchia e Spagna si esibiranno nel Santuario Pontificio Internazionale della Santa Casa, eseguendo brani mariani e il canto finale “Oremus pro Pontefice” di Adamo Volpi. Giovedì 20 aprile, poi, sarà la volta di “Un Grazie a Mozart”, il concerto su musiche del grande compositore austriaco, di cui ricorrono i 250 anni dalla nascita. Il 21 aprile, poi, per “Il Sacro ‘900”, il coro regionale Arcom e l’orchestra del conservatorio “N. Piccinni” di Bari eseguiranno musiche di Mozart, Britten e Liberto. La serata finale di sabato sarà dedicata al grande concerto di gala, in eccezionale collegamento satellitare con Saragozza e Bratislava. Lo spettacolo sarà diffuso nei Paesi dell’Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa. Altri momenti significativi saranno rappresentati dai concerti per le scuole, dalla Messa di domenica 23 aprile presieduta da mons. Gianni Danzi, arcivescovo prelato di Loreto, e dalla mostra “Le cappelle musicali delle Marche dal XVI al XX secolo. Provincia di Pesaro-Urbino”, che raccoglierà rari documenti musicali di maestri come Vincenzo Pellegrini e Paolo Benedetto Bellinzani. (R.M.)

 

DA STASERA A VENERDÌ, CINQUE FONDATORI DEL VOLONTARIATO CATTOLICO

SI RACCONTANO SU RAI DUE, IN CINQUE SPECIALI DAL TITOLO: “PASSIONI D’AMORE”

 

ROMA. = Don Pierino Gelmini, Don Oreste Benzi, Don Luigi Verzè, Ernesto Olivero e Andrea Riccardi: sono i cinque fondatori del volontariato cattolico cui sarà dedicato, da stasera fino a venerdì, il ciclo di trasmissioni di Rai Due, dal titolo: “Passioni d’amore”. La serie propone cinque ritratti inediti per l’Italia, ma già andati in onda con grande successo negli Stati Uniti, in Sudamerica, in Canada, in Australia e in tutti i Paesi raggiunti da Rai International. Il programma verrà trasmesso nel cuore della notte: stasera all’una e 50, a causa delle elezioni politiche in Italia, e da martedì a venerdì alle 0.45. “L’orario della trasmissione è un vero peccato, soprattutto visto il suo successo internazionale”, ha commentato Paola Severini, la giornalista che ha ideato e condotto, con la produzione del gruppo “Angeli”, gli approfondimenti su questi leader dell’impegno e della solidarietà. “E’ comunque eccezionale che la Rai mandi in onda questi ritratti tutti di seguito come preparazione alla Pasqua”, ha aggiunto. “Il mio obiettivo – ha poi precisato – è che il mondo del volontariato cattolico venga comunicato attraverso la tv pubblica di più e meglio di come è stato fatto fino ad oggi. Infatti – ha concluso – trovo ingiusto che questi fondatori vengano invitati nelle trasmissioni televisive e messi a confronto con antagonisti strumentali in modo sbrigativo e qualche volta offensivo, senza preoccuparsi di approfondire i grandi temi di cui si occupano: la tossicodipendenza, la salute, la pace, l’emarginazione”. Si inizia dunque stasera con don Pierino Gelmini, fondatore della “Comunità Incontro” finalizzata al recupero dei tossicodipendenti. Domani sarà la volta di don Oreste Benzi, che racconterà la sua vita dalla nascita in una famiglia di nove figli alla fondazione della “Comunità Papa Giovanni XXIII”, che recupera gli emarginati e le prostitute. Mercoledì toccherà a don Luigi Verzè, fondatore dell’Ospedale San Raffaele di Milano, e giovedì a Ernesto Olivero, candidato al Nobel per la Pace, che ha racconterà l’eccezionale avventura che lo ha portato alla fondazione del SERMIG, l’Arsenale della Pace di Torino, con la testimonianza di Giulio Andreotti. Infine il 14, Venerdì Santo, la serie si concluderà con la vita di Andrea Riccardi, leader della “Comunità di Sant’Egidio”, che parlerà, tra l’altro, dei martiri cristiani. (R.M.)       

 

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 aprile 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

                   

In Israele, il governo ha deciso di rompere i rapporti con il governo di Hamas e con l’Autorità nazionale palestinese, definita “entità ostile”. Il ministro degli Esteri russo ha annunciato, inoltre, che alla fine di aprile si terrà una riunione del Quartetto - Russia, ONU, Stati Uniti e Unione Europea - per il processo di pace in Medio Oriente. Nei Territori, intanto, il ministro degli Esteri palestinese chiede all’Unione Europea di non interrompere i finanziamenti. La sospensione degli aiuti - ha spiegato il ministro – “causerebbe gravi danni alla popolazione palestinese” e spingerebbe Israele a intensificare i suoi attacchi. Il nostro servizio:

 

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“L’Autorità nazionale palestinese non ha due teste”: il sabotaggio del governo di Hamas e il dialogo con il presidente Abu Mazen non sono linee conciliabili. E’ questa la convinzione espressa dall’esecutivo israeliano che ha deciso di interrompere le relazioni con il governo palestinese.  Il piano israeliano, messo a punto ieri al termine di una consultazione fra il primo ministro ad interim, Ehud Olmert, e rappresentanti di governo, prevede il boicottaggio totale e la pressione militare sulle organizzazioni estremiste. E’ stata anche indicata la strategia da adottare nei confronti dell’Autorità nazionale palestinese, definita “un’entità ostile”. Tale politica di congelamento delle relazioni israelo-palestinesi ha già fatto registrare i primi provvedimenti: ai rappresentanti stranieri che incontreranno esponenti del governo palestinese sarà rifiutato qualsiasi contatto. I valichi di transito fra Territori palestinesi e Israele verranno aperti solo per il passaggio di aiuti umanitari. L’esercito israeliano ha ordinato inoltre agli agenti di sicurezza palestinesi di lasciare l’ufficio di collegamento della città di Gerico. Il premier Olmert ha dichiarato, poi, che non è disposto ad aprire trattative fino a quando Hamas non riconoscerà Israele e rinuncerà alla violenza. Ma il vero strumento repressivo resta il blocco dei finanziamenti all’Autorità nazionale palestinese: dal giorno della vittoria di Hamas alle elezioni palestinesi, lo Stato ebraico non versa più i 45 milioni di euro dovuti ogni mese. La stessa misura è stata adottata anche dagli Stati Uniti, che hanno deciso di bloccare temporaneamente i fondi. Cruciale e molto attesa è infine la decisione, prevista per oggi, dei ministri degli Esteri europei chiamati a confermare la sospensione degli aiuti dell’Unione Europea che, con oltre 500 milioni di euro versati finora ogni anno, costituisce il principale sostegno economico per le casse palestinesi.

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In Iraq, un gruppo armato ha minacciato di uccidere due ingegneri tedeschi, rapiti a gennaio, se non saranno rilasciati i prigionieri detenuti dagli americani in Iraq e la Germania non interromperà ogni aiuto a Baghdad. I due ostaggi sono stati mostrati su un video diffuso in Internet.

 

In Italia, si potrà votare fino alle 15 di oggi aperti per il rinnovo del Parlamento. Chiusa la votazione, inizieranno le operazioni di scrutinio delle schede, prima per il Senato, poi per la Camera. E ci saranno subito i primi exit poll. Ieri, in base all’ultima rilevazione della giornata, fatta alle ore 22, si era recato ai seggi elettorali il 66,5 per cento degli aventi diritto. Qualche polemica sui crocifissi nei seggi. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Tra i primi a recarsi alle urne, ieri mattina, il capo dello Stato Ciampi accompagnato dalla moglie, signora Franca. Il premier Berlusconi ha votato a Milano. Il candidato premier del centrosinistra Prodi, a Bologna. La cronaca ha fatto registrare tre casi di polemica ai seggi per diversi punti di vista sulla presenza del crocifisso nelle aule adibite a seggio. Ad Amelia, in Umbria, il presidente di un seggio avrebbe deciso di togliere il crocifisso dal muro dell’aula destinata alle operazioni di voto. A Senigallia, nelle Marche, invece, un elettore ha chiesto la rimozione del crocifisso come condizione per votare. Richiesta respinta e l’elettore ha allora chiesto che venisse verbalizzata l’impossibilità  ad esercitare il suo diritto per la presenza del simbolo della religione cattolica. Un pensionato del trevigiano ha invece chiesto e ottenuto che venisse tolto il crocifisso per poter votare. Ricordiamo che nel febbraio scorso, il Consiglio di Stato, respingendo un ricorso, ha scritto che il crocifisso non va rimosso dalle aule scolastiche perché ha una “funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni. Si tratta, scrive ancora il Consiglio di un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili, che sono poi i valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato”.

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In Ungheria, la coalizione liberal-socialista ha vinto il primo turno delle elezioni politiche di ieri, le prime dopo l’adesione all’Unione Europea nel 2004. Dopo lo spoglio di quasi il 90 per cento delle schede, socialisti e liberali hanno ottenuto insieme 114 dei 386 seggi. Sono invece 98 i deputati eletti del principale partito dell’opposizione, l’Alleanza dei giovani democratici. I seggi rimanenti saranno assegnati al ballottaggio, il prossimo 23 aprile.

 

I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno bandito l’ingresso nell’Unione Europea al presidente bielorusso Alexander Lukashenko e ad altri 30 tra ministri e funzionari. La decisione è stata presa dopo le contestate elezioni presidenziali dello scorso 19 marzo. Secondo l’opposizione e gli osservatori internazionali, la consultazione è stata viziata da gravissimi brogli. Dalle elezioni è uscita la conferma del terzo mandato per Lukashenko.

 

Le elezioni presidenziali svoltesi ieri in Perù hanno un vincitore: il leader nazionalista Ollanta Humala, ex colonnello dell’esercito che si è distinto nella lotta contro la guerriglia maoista e che nel 2000 ha tentato un colpo di Stato contro il presidente Fujimori, destituito in seguito ad accuse di corruzione. In base a risultati non ancora definitivi, Humala ha ottenuto finora oltre il 27 per cento dei voti ma non è riuscito ad evitare il ballottaggio. Sulle elezioni in Perù, ascoltiamo il servizio di Maurizio Salvi:

 

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L’unico elemento che non sembra essere messo in discussione è la vittoria non ampia, in questo primo turno, del nazionalista Ollanta Humala, ex colonnello dell’esercito, consacratosi alla politica. Più complessa pare la determinazione di chi sarà lo sfidante, perché il testa a testa fra la leader democristiana, Lourdes Flores Nano, e l’ex presidente social democratico, Alan Garcia, è in pieno svolgimento. Per il momento, sembra risolversi con la vittoria della prima. Gli analisti ritengono che, nonostante l’annuncio dell’Organismo elettorale ufficiale peruviano, che attribuisce il diritto al ballottaggio alla Flores, Garcia ha una possibilità per sperare ancora, basandosi sugli exit-poll, che in prevalenza lo indicavano al secondo posto e sul fatto che mancano i dati di alcuni dipartimenti a lui favorevoli. L’unico episodio che ha segnato lo svolgimento delle operazioni di voto è avvenuto quando Humala, che si era recato a votare ieri nell’Università di Riccardo Palma, è rimasto bloccato per oltre un’ora da 500 persone, che lo hanno insultato, chiamandolo assassino e corrotto.

 

Dall’America Latina, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.

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Tragedia in Kenya: almeno 14 persone sono morte nella regione di Marsabit per lo schianto di un aereo militare con a bordo membri del Parlamento e altri funzionari locali. Questo nuovo incidente, le cui cause sono da accertare, arriva a nemmeno una settimana dalla notizia di un altro presunto disastro aereo. Ma successivamente, le autorità locali avevano precisato che si era trattato solo di una simulazione, un test per i servizi di soccorso.

 

 

 

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