RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 97  - Testo della trasmissione di venerdì 7 aprile 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Convertirsi e tenere fisso Gesù nel cuore, in un momento in cui lo si vuole togliere dalle aule, è la  risposta alle sofferenze patite da Cristo sul Calvario: così padre Cantalamessa nella terza predica di Quaresima al Papa e alla curia

 

Ieri pomeriggio a San Pietro il Papa ha incontrato i giovani della GMG. “Il matrimonio, stato creato nel dinamismo dell'amore tra l’uomo e la donna”

 

San Francesco Saverio “ha lasciato una traccia incancellabile nella storia della Chiesa e dell’umanità”: così il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, inviato speciale del Papa, nella solenne celebrazione per il V centenario di nascita del grande Santo gesuita:  a Javier nella Navarra, presenti i reali di Spagna

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

“Collaboriamo per la salute”: con questo slogan, l’Oms denuncia quest’anno, nell’odierna Giornata mondiale della salute, una crescente carenza di personale sanitario nel mondo: con noi, il dott. Roberto Bertollini

 

CHIESA E SOCIETA’:

Alla plenaria di primavera i vescovi francesi discutono anche dei problemi sociali che stanno interessando la Francia

 

Migranti irregolari: centinaia di nuovi arresti in Marocco. La polizia ha fermato nordafricani e asiatici che tentavano di raggiungere la Spagna

 

Indonesia: gruppi per i diritti umani hanno firmato un documento per chiedere l'annullamento della pena capitale per i tre cattolici arrestati

 

Nepal: arrestati centinaia di dimostranti che protestavano contro i poteri speciali assunti da re Gyanendra

 

Dopo le aspre polemiche sollevate dalle vignette satiriche su Maometto, imam di tutta l’Europa, da stasera a Vienna, discutono di immigrazione e integrazione

 

Partono oggi dalla Svizzera 80 ex guardie svizzere che raggiungeranno Roma il 4 maggio. La marcia vuole ricordare l’ingresso nell’Urbe delle prime 150 guardie avvenuto nel 1506

 

24 ORE NEL MONDO:

In Medio Oriente, Hamas chiede una tregua ad Israele

 

Rimpasto di governo in Spagna: cambi a Interni, Difesa e Istruzione

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

7 aprile 2006

 

CONVERTIRSI E TENERE FISSO GESU’ NEL CUORE,

IN UN MOMENTO IN CUI LO SI VUOLE TOGLIERE DALLE AULE, E’ LA  RISPOSTA

ALLE SOFFERENZE PATITE DA CRISTO SUL CALVARIO:

COSI’ PADRE CANTALAMESSA NELLA TERZA PREDICA DI QUARESIMA

AL PAPA E ALLA CURIA

 

La Passione e la morte di Cristo, consumatesi sul Calvario per amore dell’umanità, hanno costituito il cuore della terza meditazione di Quaresima, tenuta oggi al Papa e alla Curia Romana dal predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa. “Nel momento in cui da più parti si fa pressione per rimuovere il crocifisso dalle aule e dai luoghi pubblici – ha affermato tra l’altro il religioso - noi cristiani lo dobbiamo più che mai fissare alle pareti del nostro cuore che è il luogo dove a Gesù preme di più stare”.  Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

**********

L’Uomo inchiodato sulla Croce, le sofferenze fisiche, la solitudine umana e lo strazio interiore che è costretto a patire, la prima conversione che quella vista provoca in un ateo presente sul Calvario: il centurione. Le ore della Passione e della morte di Gesù contengono tutti gli elementi di riflessione sulla radice della fede per i cristiani di ogni epoca. Su questi elementi si è soffermato padre Cantalamessa nella sua terza predica quaresimale, constatando in apertura come da sempre l’arte – la musica, la pittura, la scultura – sia rimasta, “nel nostro mondo secolarizzato”, “una delle poche forme di evangelizzazione che penetra anche in ambienti chiusi”. Ma nessuna di queste espressioni – ha detto il predicatore pontificio per introdurre il tema – “esercita un fascino paragonabile a quello della Sindone”, il cui volto – ha osservato – “è come una parete che separa due mondi”: quello degli uomini, pieno di violenza e di agitazioni, e quello di Dio, “inaccessibile al peccato”:

 

“Non importa, dal nostro punto di vista, sapere se la Sindone è ‘autentica’ o no, se l’immagine si sia formata naturalmente o artificialmente, se è soltanto un’icona o anche una reliquia. La cosa certa è che essa è la rappresentazione più solenne e più sublime della morte che occhio umano abbia mai contemplato. Se un Dio può morire, questo è il modo meno inadeguato di rappresentarci la sua morte (…) Qualcosa di divino aleggia sul volto martoriato ma pieno di maestà del Cristo della Sindone”.

 

Sul volto del Telo sacro si colgono, in modo strettamente aderente, i segni del dramma vissuto da Cristo. Padre Cantalamessa ha ricordato alcuni dettagli di un supplizio del quale anche gli antichi preferivano non parlare pubblicamente per la sua estrema barbarie. Ma, ha ribadito, ben più profonda della passione del corpo, fu quella dell’anima di Cristo”, costretto a soffrire la solitudine più totale, fino all’abbandono spirituale dal padre, e un “crescendo di disprezzo”, fino a divenire – lui, figlio di Dio – un “ateo”, il peccato stesso:

 

“Ora, Gesù nel Getsemani è l’empietà, tutta l’empietà del mondo. Egli, scrive l’apostolo, è l’uomo ‘fatto peccato!’ è contro di lui che ‘si rivela’ l’ira di Dio. L’infinita attrazione che c’è dall’eternità tra padre e figlio è attraversata ora da una repulsione altrettanto infinita tra la santità di Dio e la malizia del peccato e questo è ‘bere il calice’. Ma questo è un abisso sul quale possiamo soltanto affacciarci, senza poterlo mai esplorare”.

 

Di quell’abisso di sofferenza, ha proseguito padre Cantalamessa, ogni uomo porta il peso. “Se Cristo è morto ‘per me’ e ‘per i miei peccati’ – ha affermato - allora vuol dire, volgendo semplicemente la frase all’attivo, che io ho ucciso Gesù di Nazaret, che i miei peccati lo hanno schiacciato”:

 

“La Passione ci resta inevitabilmente estranea, finché non vi si entra dentro attraverso quella porticina stretta del “per noi”. Conosce veramente la Passione solo colui che riconosce che essa è anche opera sua. Sono io Giuda che tradisce, Pietro che rinnega, la folla che grida “Barabba non costui!”. Ogni volta che ho preferito la mia soddisfazione, il mio comodo, il mio onore a quelli di Cristo si è realizzato questo. Don Primo Mazzolari, in un memorabile discorso per il venerdì Santo, non aveva torto di parlare del “nostro fratello Giuda”.

 

A ciò l’uomo può rispondere con la conversione del cuore, dove “cuore – ha spiegato - sta per l’io profondo dell’uomo, la sua stessa persona, in particolare la sua intelligenza e volontà (…) il punto in cui Dio si rivolge all’uomo e l’uomo decide la sua risposta a Dio”:

 

“Una volta passati attraverso il nostro piccolo ‘terremoto’ spirituale, vediamo la croce e la morte di cristo cambiare completamente di segno e, da capo d’accusa e motivo di spavento e di tristezza, trasformarsi in motivo di gioia e di sicurezza (…) possiamo aprirci senza timore a quella dimensione gioiosa e pneumatica, in cui la Croce non appare più ‘stoltezza e scandalo’, ma, al contrario, ‘potenza di Dio e sapienza di Dio’ (...) nel momento in cui da più parti si fa pressione per rimuovere il crocifisso dalle aule e dai luoghi pubblici, noi cristiani lo dobbiamo più che mai fissare alle pareti del nostro cuore che è il luogo dove a Gesù preme di più stare”.

**********   

 

 

IERI POMERIGGIO A SAN PIETRO IL PAPA HA INCONTRATO I GIOVANI DELLA GMG.

 “IL MATRIMONIO, STATO CREATO NEL DINAMISMO

DELL'AMORE TRA L’UOMO E LA DONNA”

Grande incontro ieri pomeriggio a San Pietro tra il Papa e i giovani di Roma e del Lazio in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà il 9 aprile a livello diocesano. Il tema della giornata sarà “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” e invita i giovani ad amare la Parola di Dio e la Chiesa che indicano il cammino della vera libertà e della felicità. Il pomeriggio è stato caratterizzato dall'intervento di numerosi artisti, gruppi musicali, cantanti, cori, ma è stato il coro diretto da monsignor Marco Frisina, accompagnato dall'orchestra diocesana, ad aprire intorno alle 17.00 il primo incontro di Papa Benedetto XVI con i giovani della sua diocesi. Alessandro Guarasci:

 

**********

I giovani sono tornati a riunirsi attorno al Papa. Sui loro volti la speranza di incontrare il Pontefice per vivere un’esperienza che ravvivi la loro fede. La Croce in legno, simbolo della GMG, è stata consegnata dai giovani di Colonia a quelli di Sidney, dove si svolgerà la prossima Giornata mondiale. Ma l’evento di ieri pomeriggio è stato anche un grande momento di festa con balli, cantautori come Povia e Ron, testimonianze. Il tutto nel ricordo di Giovanni Paolo II, a un anno dalla morte, e a contatto con Benedetto XVI. Sono stati direttamente i giovani a rivolgere le domande al Papa.

 

Una ragazza gli ha chiesto come vivere con responsabilità la vita affettiva:

 

“Il sacramento del matrimonio non è invenzione della Chiesa. E’ realmente concreata con l’uomo come tale, come dinamismo dell’amore nel quale l’uomo e la donna si trovano e così trovano anche il creatore che li ha chiamati all’amore”.

 

Un altro ragazzo ha parlato di come rispondere alla chiamata alla vita consacrata. Il Pontefice gli ha risposto, ripercorrendo alcuni momenti della sua vita, durante il nazismo, quando la dittatura affermava che non c’era bisogno di sacerdoti.

 

C’è bisogno di sacerdoti. Proprio questo contrasto e vedere questa cultura antiumana mi ha confermato che il Signore, che il Vangelo, la fede ci mostra la strada giusta. Dobbiamo aiutare perché viva questa strada”.

 

Tra le tante testimonianze quella della sorella di Don Andrea Santoro, il sacerdote fautore del dialogo tra le religioni ucciso in Turchia, che ha ricordato le parole del fratello pochi giorni prima della morte:

 

“Io mi sento prete per tutti, perché questi sono i figli che Dio ama. Dio ama i musulmani, ama gli ebrei, ama i cristiani e questo amore guida i nostri occhi”.

 

Il Papa ha abbracciato lei, l’altra sorella e la madre di don Santoro, anche loro presenti a San Pietro. Una ragazza ha invece raccontato quanto la Buona Novella abbia illuminato la sua mente dopo alcuni giorni di esercizi spirituali:

 

“Era cambiato che io non stavo più davanti alla Parola, ma ero dentro quella Parola fino a comprendere che quello scritto era addirittura più vivo di me, di me, persona del 2006”.

 

Alla fine, il Papa e alcuni giovani hanno pregato sulla tomba di Giovanni Paolo II. “Vogliamo ricordare in lui un nostro capo – ha detto il Pontefice parlando ai ragazzi –, il quale ci ha annunziato la parola di Dio e considerando attentamente l'esito del suo tenore di vita, vogliamo impegnarci ad imitarne la fede”.

********

 

Come abbiamo ascoltato, il Papa ha invitato i giovani ad amare la Parola di Dio e la Chiesa, che indicano il cammino della vera libertà e della felicità. Ma cosa rappresentano le Sacre Scritture per i giovani di oggi? Roberta Moretti lo ha chiesto ad alcuni tra le migliaia di ragazzi riuniti in Piazza San Pietro:

 

**********

R. – Le Sacre Scritture sono molto attuali. Possono insegnare anche a risolvere un problema concreto, come rispondere ad un compagno, come cercare di dare un consiglio ad un amico che ha un problema grave.

 

R. – Nell’oscurità, la Parola di guida: ti indica la via da seguire.

 

R. – Nelle Scritture ritrovo la mia vita.

 

R. – Ti fanno conoscere Gesù, il suo immenso amore. Da una parte ti scruta, ti fa conoscere quello che c’è nel tuo cuore, dall’altra ti indica la strada.

 

R. – Il venirsi incontro, la condivisione con qualsiasi persona, indipendentemente dalla religione che professa, dalla razza, dalle sue ideologie politiche.

 

R. – Io sono abituata a leggerle ogni mattina e ogni mattina mi dà una forza in più per affrontare la giornata.

 

D – Cosa rappresentano per te queste iniziative come la GMG?

 

R. – Ci fanno sentire comunità, soprattutto quando la comunità, a volte, è un po’ spenta e fa fatica. In queste occasioni uno si rafforza, trova il coraggio, trova l’entusiasmo.

 

R. – Anzitutto è l’occasione per ascoltare il Santo Padre, che ha sempre avuto una parola per i giovani, li incita a non vergognarsi di essere cristiani; poi la possibilità di fare comunione, di sapere che la Chiesa è giovane, ci sono tanti altri cristiani giovani che compiono la loro missione nella loro vita.

 

R. – Si avvicina il primo anniversario dell’elezione di Benedetto XVI: che cosa ti piace di questo Papa, che ti ha colpito di più di questo Pontificato?

 

R. – E’ un Papa saldo, misericordioso, ma al tempo stesso vero. Dice la verità con la carità.

 

R. – Una determinazione, una forza, una precisione. Io poi sono molto appassionata di teologia e quando lo sento parlare mi arricchisco sempre.

 

R. – Non ha paura di dire la verità, di tutelare la vita, la famiglia, avere una parola per tutti, anche per coloro che non credono.

**********

 

 

SAN FRANCESCO SAVERIO “HA LASCIATO UNA TRACCIA INCANCELLABILE

NELLA STORIA DELLA CHIESA E DELL’UMANITÀ”: COSI’ IL CARDINALE ANTONIO

MARIA ROUCO VARELA, INVIATO SPECIALE DEL PAPA, NELLA SOLENNE

CELEBRAZIONE PER IL V CENTENARIO DI NASCITA DEL GRANDE SANTO GESUITA,

A JAVIER NELLA NAVARRA, ALLA PRESENZA DEI REALI DI SPAGNA

 

La Chiesa e la Spagna in festa per il V Centenario della nascita di San Francesco Saverio, avvenuta a Javier località della Navarra il 7 aprile 1506. Proprio a Javier si sono svolte, stamani, le solenni celebrazioni per l’evento. L’Inviato Speciale di Benedetto XVI, il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela, ha celebrato la Liturgia Eucaristica nella Basilica del Castello di Javier, alla presenza dei Reali di Spagna, di oltre 35 vescovi, tra cui l’arcivescovo di Pamplona, mons. Fernando Sebastián; il presidente dell’episco-pato spagnolo e vescovo di Bilbao, mons. Ricardo Blázquez; del preposito generale della Compagnia di Gesù, Peter-Hans Kolvenbach, e delle massime autorità politiche della Navarra. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

(canto iniziale)

 

Un gesuita universale, la cui eredità spirituale è quanto mai viva nella vita della Chiesa. Nella suggestiva cornice del Castello di Javier, dove San Francesco Saverio nacque 500 anni fa, tutta la Spagna si è raccolta idealmente per celebrare il Santo missionario, che annunciò la Buona Novella ai popoli dell’Estremo     Oriente.

 

“FRANCISCO JAVIER HA DEJADO UNA HUELLA IMBORRABLE …”

San Francesco Saverio, ha affermato il cardinale Antonio Maria Rouco Varela, “ha lasciato una traccia incancellabile nella storia della Chiesa e dell’uma-nità” elevando “il nome di Gesù e il segno della Croce nei nuovi mondi” e illuminando “una concezione teologica della dignità dell’uomo, immagine di Dio, persona libera dotata di diritti inviolabili”.

        

(musiche)

 

La celebrazione è stata caratterizzata da canti e musiche delle terre che hanno conosciuto l’afflato missionario del Santo gesuita. L’Inviato Speciale del Papa ha ricordato come San Francesco Saverio “abbia incarnato con un’inaudita radicalità l’obbedienza al mandato del Signore”. E, ha aggiunto il porporato, “non dubitò un istante” quando il suo “padre, amico e compagno Ignazio di Loyola” gli chiese di annunciare Cristo nell’immenso continente asiatico.

        

D’altro canto, il cardinale Rouco Varela ha auspicato che questa celebrazione per San Francesco Saverio possa offrire l’occasione per  rammentare alla Spagna e all’Europa, che è “molto difficile per non dire impossibile” difendere “la vita, la giustizia, la solidarietà e la pace, se si dimentica la propria anima”. Quindi, ha ricordato le instancabili esortazioni di Giovanni Paolo II a recuperare le “radici cristiane” del Vecchio Continente. Prima dell’inizio della Solenne Eucaristia, durante la sua visita al Castello di Javier, Sua Maestà il Re Juan Carlos I ha messo in risalto la straordinaria personalità umana, spirituale e missionaria di San Francesco Saverio:

 

“GRACIAS AL APOYO …”

“Grazie all’appoggio generoso di molte iniziative individuali e delle numerose organizzazioni – ha detto il Re - i missionari e le missionarie, i cooperanti e volontari di molti Paesi, continuano a lavorare ogni giorno, seguendo il solco che ha tracciato San Francesco”. Autenticità, fedeltà e generosità sono, nelle parole del Re di Spagna, alcune delle caratteristiche della personalità di San Francesco. Ha poi ringraziato quanti hanno partecipato alla preparazione del centenario: 

 

“QUIERO DIRIGIR …”

Infine, ha voluto indirizzare un saluto affettuoso e speciale al cardinale, Legato Pontificio, che rappresenta Sua Santità. Al cardinale Rouco Varela, il Re ha chiesto di portare al Papa il “ringraziamento filiale per aver condiviso il contenuto di questa commemorazione piena di significato”.

 

(canti finali)

**********

 

Sulla straordinaria figura di San Francesco Saverio e la ricchezza della sua testimonianza, in particolare nelle missioni in India e Giappone, padre Ignacio Arregui ha intervistato padre José Carlos Coupeau, docente di spiritualità ignaziana alla Pontificia Università Gregoriana:

 

***********

R. – Saverio “ha fatto colpo”: questo è ovvio. Tra i suoi coetanei, lui diventa una persona di riferimento. Due caratteristiche che immediatamente mi vengono in mente sono: primo, la semplicità della sua proposta, e poi la flessibilità con cui lui l’ha portata avanti, l’ha proposta. Francesco Saverio è un uomo povero, così povero, come il suo omonimo, Francesco d’Assisi. E’ proverbiale che lui viaggia con un bagaglio a mano, quando parte da Roma e, quando più tardi parte da Lisbona, non aveva proprio bagaglio! Qualche libro per la preghiera, l’abito e poco di più. Può portare tutto indosso e non essere mai stanco. Lui stesso è dimagrito fino a farsi pura fibra: incorruttibile! Inoltre, il suo agire non è una lotta contro gli altri, ma una proposta gentile, umana. Di meglio: ciò diventa di rilievo perché il suo messaggio non è rigido, con una dottrina pesante, ma pura dinamicità. Porta una bella novella: la fede nel Padre misericordioso, l’annuncio dell’amore del Figlio che ha dato la sua vita perché noi abbiamo qualità di vita; il battesimo dello Spirito per la trasformazione dell’uomo vecchio in un uomo glorificabile.

 

D. – Come si è preparato – se veramente ha avuto la possibilità di prepararsi – San Francesco Saverio per una missione che poi si rivelerà estremamente complessa perché – bisogna ricordare – è stato non solo sacerdote, predicatore, catechista ma anche nunzio e rappresentante diplomatico …

 

R. – Oltre alla formazione universitaria del suo tempo, e non direi che sia stata molto adatta per ciò che poi ha fatto, oltre che begli amici, direi: nulla. Che preparazione poteva avere un uomo che finisce gli studi all’università di Parigi per quasi subito recarsi in pellegrinaggio a Roma, e andarsene poi nell’Oriente del secolo XVI? Non nell’Oriente di oggi, ma in un Oriente molto più sconosciuto, per i contemporanei! Per i nostri standard, lui è piuttosto un uomo alla ventura, piuttosto che un missionario. Saverio è un uomo che è rimasto all’università soltanto lo stretto indispensabile; seduto, come studente, apre la mente all’universo. Saverio se n’è andato dalla Sorbona nel momento giusto, prima che l’università e la polvere dei libri lo trasformassero in un fossile. Saverio è stato preparato in modo diverso dal suo amico Ignazio di Loyola; tramite lo sguardo amorevole dell’amico, esperto della vita – Loyola aveva 15 anni più di lui – Saverio era riuscito a conoscere se stesso e ad accettare se stesso: questo è importante. Lui ha imparato tanto dalla dinamica spirituale, delle tentazioni del mondo, come gli uomini si giustificano, da poter poi aiutare gli altri.

 

D. – Sono passati circa 500 anni. Padre Coupeau, lei, come professore di spiritualità di una università, in questo caso l’Università Gregoriana, come giudica o come viene valutata oggi la spiritualità e l’apostolato di Saverio?

 

R. – L’apostolato di Saverio è l’apostolato del secolo XVI: questo si deve tenere presente. Lo sguardo critico dal nostro secolo vi troverà qualche mancanza. La spiritualità che lo ispira, comunque, è sobria. Si costruisce sulla verità di se stesso, sul riconoscimento che malgrado le apparenze, l’uomo è parte del Creato di Dio, cioè ha un immenso valore positivo. La spiritualità di Saverio è ottimista. Colpisce il lettore. E’ l’esperienza che lo guida e senza di essa Francesco non parerà, non deciderà, non inviterà altri a seguire i suoi passi verso l’Oriente. Lui è un uomo in prima linea perché lui ha fatto l’esperienza.

 

D. – Padre Coupeau, come si spiega l’entusiasmo, la simpatia, l’ammirazione che suscita ancora oggi San Francesco Saverio in milioni di credenti e non credenti del mondo?

 

R. – Penso la sua pura personalità. E’ un uomo che muore quando ancora è giovane, che  ha fatto ciò che lui voleva fare. E’ un uomo libero, un uomo che visita il mondo. E’ un cittadino del villaggio globale, è un uomo che con il suo fare ha guadagnato tantissimi amici; è un uomo che ha lasciato una traccia, dietro di sé, nella storia. E’ un uomo, tra l’altro, che ci apre al mistero di Dio. Ciò che lo spinge avanti non sono le forze fisiche, di cui è carente: spesso è molto debole. E’ piuttosto, il desiderio. Il desiderio delle cose più grandi, le cose più nobili, degli orizzonti più belli.

**********

 

 

RIORGANIZZAZIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE IN SLOVENIA

E RELATIVE PROVVISTE DI CHIESE

 

In Slovenia, Benedetto XVI ha creato le nuove diocesi di Novo Mesto, con territorio dismembrato dall’arcidiocesi di Ljubljana; di Celje, con territorio dismembrato dalla diocesi di Maribor; di Murska Sobota, con territorio dismembrato dalla diocesi di Maribor. Nell’elevare, tra l’altro, la diocesi di Maribor ad arcidiocesi metropolitana, il Papa ne ha nominato arcivescovo metropolita mons. Franc Kramberger, finora vescovo della medesima sede. Inoltre, il Pontefice ha nominato vescovo di Novo Mesto, mons. Andrej Glavan, finora ausiliare di Ljubljana; ha nominato vescovo di Celje, mons. Anton Stres, finora ausiliare di Maribor, e ha nominato vescovo di Murska Sobota, il sacerdote Marjan Turnšek, finora rettore del Seminario vescovile di Maribor.

 

Il nuovo arcivescovo metropolita di Maribor, mons. Kramberger, 70 anni, ha conseguito il dottorato in teologia presso l’Università di Ljubljana, quindi ha svolto vari ministeri fino all’ordinazione episcopale del 1980. In questi 25 anni, mons. Kramberger ha celebrato tre sinodi diocesani, ha ricevuto Giovanni Paolo II durante il viaggio apostolico in Slovenia nel 1996 e nel 1999 per la beatificazione del vescovo di Maribor, Anton Maria Slomsek. Dal 6 dicembre 2004, mons. Kramberger è presidente della Conferenza episcopale slovena.

        

Mons. Andrej Glavanm, vescovo di Novo Mesto, ha 63 anni ed ha studiato alla Facoltà di Scienze Naturali e Tecnologia di Ljubljana, dove ha ottenuto il diploma d’ingegnere chimico. Dal 1967 al 1973 ha compiuto gli studi filosofici e  teologici presso la Facoltà di Teologia di Ljubljana. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto gli incarichi, tra gli altri, di parroco e di arcidiacono della Carniola superiore. Nel 2004, mons. Glavan è stato amministratore diocesano di Ljubljana. Egli parla italiano, francese e serbo-croato.

 

Il 64.enne nuovo vescovo di Celje, Anton Stres, dei Padri Lazzaristi, è stato ordinato sacerdote nel 1968 ed è stato rettore dei seminaristi, visitatore e provinciale della sua Congregazione. E’ dottore in filosofia per l’Istututo cattolico di Parigi ed in teologia per la Facoltà Teologica di Ljubljana. In quest’ultima ha ricoperto diverse funzioni docenti fino ad essere eletto decano il 1 ottobre 1999. Ha pubblicato decine di libri e di articoli filosofici e teologici. Nell’ambito della Conferenza episcopale slovena, mons. Stres è attualmente presidente della Commissione “Giustizia e Pace” e delegato per i Rapporti con lo Stato, particolarmente con il ministero di Difesa, per quanto riguarda l’assistenza religiosa agli appartenenti alle Forze armate e di sicurezza dello Stato.

 

Mons. Marjan Turnšek, 51 anni, vescovo di Murska Sabota ha studiato anch’egli filosofia e teologia alla Facoltà Teologica di Ljubljana. Dal 1985 al 1990 ha perfezionato gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ottenendo il dottorato in teologia dogmatica. Ha ottenuto anche il diploma della Biblioteca Apostolica Vaticana. Dal 1 settembre 1994 sino ad oggi, mons. Turnšek è stato, tra l’altro, rettore del Seminario Maggiore diocesano di Maribor, esorcista della diocesi e Responsabile della Formazione permanente per il clero.

 

=======ooo======= 

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Prima pagina – “Rendere presente Dio nella società”: in Piazza San Pietro l’incontro di Benedetto XVI con i giovani di Roma e delle diocesi del Lazio in preparazione alla XXI Giornata mondiale della Gioventù che si celebra nella Domenica delle Palme.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle celebrazioni per il primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.

 

Servizio estero - Iraq; orrore a Kirkuk, dove sono state scoperte otto fosse comuni con mille cadaveri.

 

Servizio culturale - Un articolo del nostro inviato Marcello Filotei dal titolo “La città santa e Betlemme divise per la prima volta nella loro millenaria storia”: Gerusalemme fra storia e vita quotidiana.

 

Servizio italiano - Mezzogiorno: nel Sud le donne rinunciano al lavoro. I dati ISTAT sull’occupazione.

 

 

 

=======ooo======= 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

7 aprile 2006

 

 

“COLLABORIAMO PER LA SALUTE”: CON QUESTO SLOGAN,

L’OMS DENUNCIA QUEST’ANNO, NELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE,

UNA CRESCENTE CARENZA DI PERSONALE SANITARIO NEL MONDO
- Con noi, il dott. Roberto Bertollini -


Denunciare la crescente carenza di personale sanitario nel mondo, che sta incidendo gravemente sulle prestazioni mediche di 57 Paesi, soprattutto africani e asiatici: è l’intento dell’odierna Giornata mondiale della Sanità, quest’anno sul tema: “Collaboriamo per la salute”. Dell’insufficienza di risorse umane, dunque, parla il Rapporto 2006 sulla salute nel mondo, lanciato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Ce ne parla, nel servizio, Roberta Moretti:

 

**********

Secondo l’OMS, nell’Africa subsahariana, dove vive l’11 per cento della popolazione mondiale e si rilevano un quarto delle malattie, opera soltanto il 3 per cento del personale sanitario. Per colmare questa carenza, occorre formare almeno 4 milioni e 300 mila operatori, come spiega il direttore dell’OMS Europa, dott. Roberto Bertollini:

 

“Da un lato, c’è un problema di disponibilità di risorse per l’università, per scuole di sanità che in molte parti del mondo sono impiegate per altri fini e per risolvere emergenze immediate. D’altra parte, invece, c’è un fenomeno molto preoccupante che si verifica soprattutto a partire dai Paesi in via di sviluppo di lingua inglese, per esempio il Sudafrica, o lo Zimbabwe o anche il Ghana, dove il personale sanitario formato in loco viene spesso ‘rubato’ dall’Inghilterra, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Nord America, per impiegarlo nei servizi sanitari dei Paesi riceventi. E’ ovvio che le persone poi emigrano perché hanno problemi di salario, di sopravvivenza; però se questo si verifica, quando meno ci dev’essere una compensazione in termini di sostegno all’economia di questi Paesi e alla formazione sanitaria in questi Paesi. E la cosa migliore sarebbe investire affinché gli operatori sanitari rimangano sul posto, piuttosto che essere costretti ad emigrare”.

 

Tra le emergenze sanitarie più gravi, l’epidemia di AIDS nell’Africa subsahariana e una recrudescenza della tubercolosi in Asia. Nei Paesi in via di sviluppo, poi, accanto alla denutrizione, avanzano la malnutrizione e l’obesità, gia diffuse in Europa e nel Nord America. E sempre forte è la preoccupazione per un’eventuale pandemia di forme influenzali. Non mancano, però, anche alcuni dati positivi. Ancora Roberto Bertollini:

 

“Dall’interno di un fenomeno negativo, cioè la mancanza di accesso alla terapia dell’AIDS di una parte importante di popolazione, c’è comunque un miglioramento cospicuo delle persone che sono attualmente trattate. Avevamo un obiettivo: di raggiungere tre milioni di persone nel 2005, l’obiettivo non è stato raggiunto ma almeno due milioni di persone oggi sono trattate, cosa che non era prima. Per quanto riguarda, per esempio, il problema della pandemia influenzale, quasi tutti i Paesi – senz’altro in Europa ma anche in molte altre parti del mondo – si sono attrezzati per rispondere in maniera adeguata e pronta a questa emergenza. E’ stato approvato un regolamento internazionale che consentirà una maggiore collaborazione tra i vari Paesi per controllare i fenomeni emergenti. E, accanto a tutto questo, c’è una migliore consapevolezza della necessità di attrezzare in maniera adeguata i sistemi sanitari per poter rispondere a tutte queste sfide.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

7 aprile 2006

 

 

ALLA PLENARIA DI PRIMAVERA I VESCOVI FRANCESI DISCUTONO ANCHE DEI PROBLEMI SOCIALI CHE STANNO INTERESSANDO LA FRANCIA. TRA I TEMI AFFRONTATI DALLA CONFERENZA EPISCOPALE I RAPPORTI CON CON I GRUPPI “TRADIZIONALISTI”

 

LOURDES. = Crisi sociale, immigrazione e riforma strutturale: sono questi gli argomenti affrontati dai vescovi francesi nell’assemblea plenaria di primavera che si conclude oggi a Lourdes. I presuli hanno espresso il loro disaccordo nei confronti del progetto di legge sull’immigrazione. “Nostro dovere – ha detto il vescovo di Saint-Denis mons. Olivier de Berranger – è di elevare la nostra voce: noi diciamo di non essere d’accordo”. La Conferenza episcopale francese aveva anche invitato il senatore Jean-Marie Bockel ad interrogarsi profondamente sulle ragioni del malcontento dei giovani e della società francese. Anche il ministro dell’Impiego Jean-Louis Borloo era stato invitato alla plenaria, ma è stato trattenuto dalle negoziazioni con i sindacati per le recenti proteste sulle riforme da lui proposte. All’ordine del giorno dell’assemblea anche la posizione dei gruppi “tradizionalisti” e la possibilità di accoglierli nelle diocesi. I vescovi si sono anche interrogati sull’avvenire dei movimenti e delle associazioni dei laici. E ancora la Conferenza episcopale ha espresso la volontà di impegnarsi per la “grave crisi di senso” che vivono i giovani francesi. I presuli hanno sottolineato che i giovani hanno bisogno soprattutto di rispetto. “I giovani non chiedono la luna – ha affermato il vescovo di Ajaccio mons. Jean-Luc Brunin – reclamano sicurezza, non opulenza. Esprimono le loro sofferenze, non possono trovare stabilità per l’avvenire nella precarietà”. (T.C.)

 

 

MIGRANTI IRREGOLARI: CENTINAIA DI NUOVI ARRESTI IN MAROCCO. LA POLIZIA HA FERMATO NORDAFRICANI E ASIATICI CHE TENTAVANO DI RAGGIUNGERE LA SPAGNA

 

NADOR. = Sono 724 i migranti irregolari arrestati in questi giorni dalle autorità marocchine. Come riferisce l’agenzia MISNA, si tratterebbe di 513 cittadini di Paesi subsahariani, 107 asiatici e 104 algerini. Tutti sono stati fermati a Nador, nel nord-est del Marocco, da dove avevano intenzione di entrare illegalmente in Spagna. Le autorità di Rabat ritengono che i clandestini siano arrivati in Marocco attraversando la frontiera con l’Algeria, dove ci sono minori controlli. Dall’inizio dell’anno sono già stati fermati, processati ed espulsi più di 1.200 migranti intercettati dalla polizia marocchina; nel 2005 erano stati 28.580. La legislazione marocchina prevede che i migranti irregolari siano processati per direttissima; di solito, tutti vengono condannati alla pena minima prevista dal codice (un mese di carcere) e immediatamente espulsi verso i Paesi di provenienza. (T.C.)

 

 

INDONESIA: GRUPPI PER I DIRITTI UMANI HANNO FIRMATO UN DOCUMENTO

PER CHIEDERE L'ANNULLAMENTO DELLA PENA CAPITALE PER I TRE CATTOLICI

ARRESTATI. ATTESA LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE SUSILO

ALLA SECONDA RICHIESTA DI GRAZIA

 

JAKARTA. = Dopo il rifiuto della Corte suprema indonesiana a rivedere il caso dei tre cristiani condannati a morte, sulla base di nuove testimonianze, diverse associazioni per i diritti umani chiedono con forza l’annullamento della sentenza capitale. Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu: questi i nomi dei tre detenuti per i quali protesta arriva tra gli altri dalla Commission for Disappearances and Victims of Violence (Kontras), dalla Association of Legal Aid in Indonesia (Pbhi) e dalla Jakarta Legal Aid Agency (Lbh). “La pena di morte - si legge nel comunicato delle associazioni di cui da notizia Asianews - è contro l’umanità e deve essere abrogata; chiediamo fermamente che la pena capitale per Tibo e i suoi compagni venga cancellata”. Durante una conferenza stampa svoltasi ieri nella sede della Lbh a Jakarta, diversi attivisti per i diritti umani hanno espresso profonda preoccupazione per la “rigidità” mostrata rispetto al caso dal Procuratore generale e dalla Corte suprema. “Entrambi – hanno denunciato i partecipanti all’incontro - rimangono saldamente attaccati ai testi di legge, senza tenere conto dell’aspetto fondamentale di questa: il rispetto di umanità e diritti umani”. L’ultima speranza per la sorte dei tre cattolici, condannati per un massacro di musulmani avvenuto nel 2000 durante scontri interreligiosi a Poso, è riposta nel presidente Susilo Bambang Yudhoyono. Il capo di Stato non ha ancora risposto alla seconda richiesta di grazia avanzata dalle famiglie e dai legali di Tibo e compagni qualche settimana fa. (T.C.)

 

 

NEPAL: ARRESTATI CENTINAIA DI DIMOSTRANTI CHE PROTESTAVANO CONTRO I POTERI SPECIALI ASSUNTI DA RE GYANENDRA.

APPELLO DI AMENSTY INTERNATIONAL PERCHÉ VENGANO RILASCIATI AL PIÙ PRESTO

 

KATHMANDU. = Appello di Amnesty International al governo del Nepal per fermare l’ondata di arresti di attivisti politici ed esponenti della società civile, in seguito allo sciopero generale indetto per protesta contro i poteri speciali assunti dal re Gyanendra. Secondo quanto riferito da media locali, nonostante il divieto a qualsiasi manifestazione pubblica del governo, numerosi i cortei che si sono svolti in varie zone della valle di Kathmandu, la capitale, e più precisamente ad Ason, Chhetrapati, New Baneshwore, Koteshwore, Chabbhil, Tripureshwore e Balaju. Pare siano circa 200 le persone fermate dalla polizia. Amnesty International chiede il rilascio immediato di tutti quelli che sono stati arrestati per aver espresso pacificamente le proprie idee politiche. “Prendere di mira i dirigenti dell’opposizione politica pacifica è non solo errato, ma anche pericoloso, – si legge in un comunicato della Onlus – comprimere gli spazi per svolgere una legittima azione politica accresce i rischi di violazioni dei diritti umani e di un confronto violento”. (T.C.)

 

 

DOPO LE ASPRE POLEMICHE SOLLEVATE DALLE VIGNETTE SATIRICHE SU MAOMETTO,

IMAM DI TUTTA L’EUROPA DA STASERA A VIENNA DISCUTONO DI IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE

- A cura di Roberta Gisotti -

 

VIENNA. = Centoventi capi religiosi musulmani sono in arrivo a Vienna, da circa 40 Paesi, per partecipare alla Conferenza degli imam europei, organizzata dalla Comunità islamica austriaca, in collaborazione con la Commissione e la presidenza europea. Inaugurazione dei lavori questa sera, presenti il cancelliere austriaco Schuessel ed il presidente della Commissione europea Barroso. Domani gli interventi del commissario Ue per le relazioni esterne, Ferrero-Waldner, della direttrice dell'Osservatorio europeo contro il razzismo e la xenofobia, Winkler, del presidente del Consiglio centrale dei musulmani tedeschi, Ayyub Koehler, e del presidente del Consiglio accademico dei musulmani scandinavi, Abu Hajar. I partecipanti discuteranno poi fino a domenica in piccoli gruppi di lavoro su vari  temi, tra cui  teologia  dell’immigrazione, donne, giovani, integrazione e assimilazione. Obiettivo della riunione è intensificare lo scambio  di opinioni all'interno della comunità musulmana, alla luce degli accesi recenti dibattiti a seguito della pubblicazione, in diversi organi stampa europei, delle vignette blasfeme su Maometto. Secondo gli organizzatori, un rafforzamento delle reti di contatto all’interno delle comunità musulmane è essenziale per spiegare le loro posizioni in Europa. Da rilevare che oggi i musulmani rappresentano la maggioranza degli immigrati in molti Paesi europei, come Belgio, Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagna. È difficile stabilirne il numero esatto perché i censimenti occidentali raramente chiedono agli interessati quale sia la loro religione. Ma si stima che attualmente vi siano dai 15 ai 20 milioni di islamici in Europa, che costituiscono dal 4 al 5 per cento della popolazione totale e si prevede che grazie all’alto tasso di natalità raddoppieranno entro il 2025.

 

 

PARTONO OGGI DALLA SVIZZERA 80 EX GUARDIE SVIZZERE CHE RAGGIUNGERANNO

ROMA IL 4 MAGGIO. LA MARCIA VUOLE RICORDARE L’INGRESSO NELL’URBE

DELLE PRIME 150 GUARDIE AVVENUTO NEL 1506

 

BELLINZONA. = Partono oggi da Bellinzona, nel Canton Ticino, 80 ex guardie svizzere che raggiungeranno Roma il 4 maggio. La marcia, nell’ambito delle manifestazioni per i 500 anni di vita del Corpo militare pontificio, vuole ricordare l’ingresso nella Città Eterna delle prime 150 guardie, avvenuto il 22 gennaio 1506. Al comando del capitano Kaspar von Silenen, un corpo di militari percorse allora l’antica via Francigena-Romea per poi giurare fedeltà a Papa Giulio II. 723 i chilometri che i partecipanti alla marcia percorreranno in 27 giornate, attraversando la stessa antica strada medievale di pellegrinaggio, documentata fin dal X secolo. Anche il vescovo di Canterbury Sigerico la percorse per recarsi a Roma intorno al 990: doveva ricevere il pallio vescovile dalle mani di Papa Giovanni VI. Di ritorno dal viaggio lasciò in un diario l’elenco delle 79 tappe dell’itinerario, dalla sede papale alla costa atlantica. Le ex guardie svizzere, nella marcia commemorativa, saranno guidate dal loro cappellano don Pirmin Zinali. L’ambito più specificamente culturale dell’evento prevede visite a chiese, conventi e luoghi di particolare interesse storico, con il coinvolgimento di autorità ed associazioni locali. (T.C.)

 

 

========ooo========

 

 

24 ORE NEL MONDO

7 aprile 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

          

In Medio Oriente, il nodo centrale resta il riconoscimento di Israele da parte del partito palestinese Hamas. Il gruppo estremista ha proposto una tregua ad Israele e il ministro degli Esteri palestinese ha avanzato l’ipotesi di un referendum sulla coesistenza di due Stati. Il ministro ha anche chiesto di non tagliare i fondi all’Autorità nazionale palestinese. Ma l’Unione Europea ha reso noto di aver interrotto, temporaneamente, i finanziamenti al governo palestinese a causa dell’intransigenza di Hamas. Sul terreno, intanto, non si fermano i raid israeliani in risposta ad attacchi di fondamentalisti palestinesi. Il nostro servizio:

 

**********

Il quotidiano dello Stato ebraico “Haaretz” ha rivelato che il partito radicale palestinese Hamas ha avanzato al governo israeliano una proposta di tregua in cambio della garanzia della cessazione degli attacchi mirati in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Ma fonti della Difesa israeliana, citate dal quotidiano, hanno già definito la proposta palestinese un “inganno”. La decisione delle autorità israeliane di non porre fine ai raid nei Territori è confermata anche da un ennesimo attacco condotto stamani dall’esercito dello Stato ebraico a Nablus, nel nord della Cisgiordania, e costato la vita ad un giovane palestinese. A Gaza l’aviazione israeliana ha colpito, inoltre, due edifici in seguito al lancio di razzi da parte di fondamentalisti palestinesi contro il sud di Israele. Intanto, in un’intervista rilasciata al quotidiano britannico “Times”, il ministro degli Esteri palestinese, Mahmud Zahar, ha definito possibile un referendum sul riconoscimento di Israele. Il ministro si è anche dichiarato disponibile ad avviare colloqui con la comunità internazionale, che ha minacciato di tagliare i fondi all’Autorità nazionale palestinese, sulla prospettiva di una coesistenza pacifica di Israele e di uno Stato palestinese. Ma Zahar ha anche dichiarato che, prima, il suo governo chiederà di sapere quale sarà la “contropartita”. Le prime risposte non sono però quelle attese dal governo palestinese. Il portavoce del commissario europeo alle Relazioni esterne ha affermato, infatti, che “i pagamenti della Commissione europea nei confronti dell’Autorità nazionale palestinese sono al momento interrotti” perché Hamas non ha riconosciuto Israele e non ha rinunciato alla lotta armata. Il provvedimento, adottato dall’Unione in attesa delle decisioni che prenderanno lunedì prossimo i ministri degli Esteri europei, è stato definito “un ricatto” dal partito palestinese.

**********

 

In Iraq, un attentatore suicida si è fatto saltare in aria in una moschea sciita di Baghdad, causando la morte di almeno 40 persone. Lo ha reso noto, poco fa, la polizia. Intanto, il ministro della Difesa americano, Donald Rumsfeld, e il suo collega britannico, John Reid, hanno chiesto la rapida formazione di un governo in Iraq. In una conferenza stampa al Pentagono, i due ministri hanno lamentato la lentezza del processo politico iracheno, che provoca violenza e incertezze nel Paese. “Più ci vorrà tempo per il governo – ha spiegato Rumsfeld - più saranno contenti i terroristi”. “Ai terroristi - ha aggiunto Reid - piace il vuoto”.

 

Il presidente americano, George Bush, autorizzò una fuga di notizie di intelligence sull’Iraq. E’ quanto emerge da alcuni documenti nell’ambito dell’inchiesta “Cia-gate”, legata alla rivelazione dell’identità dell’agente della CIA, Valerie Plame. L’ex braccio destro del vicepresidente statunitense, Dick Cheney, ha dichiarato inoltre che fu proprio Cheney, dopo essere stato autorizzato da Bush,  ad ordinargli di passare alla stampa le informazioni.

 

In Afghanistan, un kamikaze a bordo di un’autobomba si è fatto esplodere nei pressi di un convoglio militare statunitense, nel sud del Paese. La deflagrazione ha causato la morte dell’attentatore suicida e il ferimento di due soldati e un civile statunitensi.

 

Rimpasto di governo in Spagna: il premier, Jose Luis Rodriguez Zapatero, ha annunciato la sostituzione dei ministri di Interno, Difesa e Istruzione dopo la richiesta del capo del dicastero della Difesa, José Bono, di voler abbandonare il proprio incarico. Bono sarà sostituito dall’attuale titolare degli Interni, Jose Antonio Alonso. Per gli Interni è stato scelto Alfredo Perez Rubalcaba, già capogruppo parlamentare dei socialisti, e per quello dell’Istruzione Mercedes Cabrera Calvo-Sotelo. Il rimpasto è avvenuto all’indomani dell’approvazione, da parte del Parlamento spagnolo, della riforma della scuola. La legge stabilisce che l’educazione è concepita come un servizio pubblico che, però, può essere fornito sia dallo Stato che “per iniziativa sociale”. La norma assicura, inoltre, il diritto all’educazione e l’accesso in condizioni di eguaglianza mantenendo i finanziamenti ai centri privati concertati. Lo Stato garantirà l'aumento dei finanziamenti alla scuola nei prossimi dieci anni per equipararsi alla media dell’Unione Europea.

 

Un accordo entro il 24 novembre per formare un nuovo governo dell’Irlanda del Nord, che faccia condividere il potere a unionisti e repubblicani. È l’ultimatum lanciato ieri in Ulster dal premier britannico, Tony Blair, e dal suo omologo irlandese, Bertie Ahern. Blair ha dichiarato che, in mancanza di un accordo, la regione verrà gestita direttamente dai governi britannico e irlandese, come prevedono gli accordi di pace del 1998.

 

Porterò avanti la mia battaglia “fino alla fine”. Così ieri il primo ministro francese, Dominique de Villepin, escludendo l’ipotesi di dimissioni di fronte alla crisi innescata dall’applicazione del Contratto di primo impiego (CPE). Non perdono di intensità, intanto, le manifestazioni di protesta contro il CPE. Annunciati nuovi blocchi stradali in tutto il Paese.

 

E’ salito a 69 morti il bilancio provvisorio del naufragio avvenuto ieri al largo di Gibuti. Ancora da accertare le cause del disastro. Sul battello, secondo le prime informazioni, si trovavano circa duecento persone.

 

Uno dei leader delle Tigri Tamil è stato ucciso stamani nella città di Trincomalee, nel nord-est dello Sri Lanka, da un gruppo di uomini armati. Lo ha riferito la polizia precisando che l’uomo è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre stava entrando in una banca.

 

 

=======ooo=======