RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L n. 96  - Testo della trasmissione di giovedì 6 aprile 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI ha ricevuto stamane Shimon Peres: l’ex primo ministro israeliano invita il Papa in Israele

 

Il cordoglio del Papa per la morte dell’arcivescovo Pasquale Macchi, segretario personale di Paolo VI: il presule si è spento ieri a Milano all’età di 83 anni

 

Grande festa questa sera in Piazza San Pietro dove Benedetto XVI incontra i giovani della diocesi di Roma in preparazione alla 21.ma Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno viene celebrata a livello diocesano nella Domenica delle Palme: con noi mons. Stanislao Rylko

 

L’immigrazione è un fenomeno positivo per l’economia dei Paesi che ricevono i migranti: così l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La bellezza può essere una strada per crescere in umanità e portarci a Dio: è quanto ha detto ai nostri microfoni padre Vincenzo Coli, custode della Basilica di San Francesco ad Assisi, all’indomani dell’inaugurazione del restauro della volta della Basilica, devastata dal sisma del ‘97

 

Evangelizzazione di strada per portare ai lontani la Parola di Gesù: in un libro, la proposta della Comunità Nuovi Orizzonti: con noi Davide Banzato

 

CHIESA E SOCIETA’:

Solenni celebrazioni domani in Spagna  per il V centenario della nascita di San Francesco Saverio

 

Brasile: i vescovi pubblicano un documento in vista delle elezioni del 1° ottobre

 

Il presidente dell’All India Catholic Union John Dayal denuncia “un piano ben congegnato di terrore ed intimidazione contro le minoranze”

 

L’arcivescovo di Città del Messico lancia una campagna di preghiera per sensibilizzare la popolazione ai problemi sociali

 

24 ORE NEL MONDO:

In Israele, il premier ad interim Olmert incaricato di formare il governo. Il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, dichiara la disponibilità dei francescani ad aprire un dialogo con Hamas

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 aprile 2006

 

 

BENEDETTO XVI HA RICEVUTO STAMANE IN UDIENZA PRIVATA, L’EX PRIMO ISRAELIANO

SHIMON PERES, PREMIO NOBEL PER LA PACE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Grande attenzione dei media sull’incontro oggi in Vaticano tra Benedetto XVI ed il leader politico israeliano Shimon Peres, già primo ministro laburista d’Israele, Premio Nobel per la pace, attualmente esponente del partito di centro, Kadima, fondato da Ariel Sharon. “Nel corso dei colloqui – ha riferito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls - “vi è stato uno scambio di opinioni sul problema della pace in Terra Santa, nel rispetto delle Risoluzioni delle Nazioni Unite e degli Accordi finora conclusi”. “In tale contesto – ha aggiunto il portavoce vaticano - vi è stata unanimità nel condannare ogni forma di terrorismo sotto qualsiasi pretesto si tenti di giustificarlo. Si sono anche esaminati i rapporti tra lo Stato d’Israele e la Santa Sede, alla luce degli Accordi sottoscritti nel 1993 e nel 1997, come le relazioni delle Autorità israeliane con le Comunità cristiane esistenti nel Paese”. Navarro-Valls ha infine confermato - come era stato anticipato stamane dalla Radio pubblica israeliana – che Shimon Peres ha invitato Benedetto XVI “a recarsi in visita in Israele”.

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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE IERI A MILANO DELL’ARCIVESCOVO PASQUALE MACCHI, CUSTODE FEDELE DELLA MEMORIA DI PAOLO VI,

DI CUI ERA STATO SEGRETARIO PERSONALE PER QUASI UN QUARTO DI SECOLO

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

“La profonda spiritualità ed il generoso impegno episcopale”, sono stati i tratti distintivi del ministero del “compianto presule”: con queste parole Benedetto XVI, ricorda l“indimenticato segretario personale” di Paolo VI, in un telegramma di cordoglio, inviato stamane al cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. Assicurando le sue preghiere, il Papa esprime gratitudine per “la costante dedizione alla diffusione del Vangelo” e la “devozione alla Santissima Vergine” di questo “servo buono e fedele”. Lo stesso cardinale Tettamanzi ha avuto parole commosse a ricordo di mons. Pasquale Macchi, che si è spento ieri in un clinica milanese, all’età di 83 anni: “di lui mi hanno molto colpito il senso dell'amicizia, la signorilità, la grande generosità”; “per la Chiesa ha speso tutta la sua vita”.

        

Mons. Macchi aveva prestato fin dal 1955 il suo servizio pastorale accanto all’allora arcivescovo Giovanni Montini, nominato alla guida dell’arcidiocesi ambrosiana e destinato nel 1963 a sedere sulla cattedra di Pietro. Di questo grande Pontefice – ha osservato il cardinale Tettamanzi – mons. Macchi “ha coltivato la memoria testimoniandone la grandezza in diverse circostanze, evidenziandone anche tratti di vivissima umanità”. Mons. Macchi, varesino, era stato ordinato sacerdote nel 1946, laureato in Lettere moderne alla Cattolica di Milano, dopo la morte di Paolo VI era tornato nella sua terra natia come arciprete del Sacro Monte sopra Varese, poi nominato nel dicembre 1988 arcivescovo prelato di Loreto, fino al ritiro 10 anni fa in un Monastero a Perego, presso Lecco. Fine intellettuale, profondo conoscitore di letteratura ed arte contemporanea, personalità schiva da ogni protagonismo. I funerali di mons. Pasquale Macchi saranno celebrati sabato 8 aprile dal cardinale Dionigi Tettamanzi nel Duomo di Milano, alle ore 10.30. Alle esequie parteciperà a nome del Santo Padre il cardinale Attilio Nicora, presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede. Una celebrazione funebre avrà luogo anche nella Basilica di San Vittore a Varese, alle ore 14.30 dello stesso giorno.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Sempre stamane il Papa ha ricevuto in successive udienze il cardinale Ignace Moussa I Daoud, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, l’arcivescovo Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei Vescovi, e il cardinale Jean-Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa con il seguito.

 

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato vescovo di Hsinchu, in Taiwan, il rev. John Baptist Lee Keh-mean, rettore del Seminario Interdiocesano a Hsinchuang, nell’arcidiocesi di Taipei. Il rev. John Baptist Lee Keh-mien, è nato a Tainan Hsien (diocesi di Tainan), il 23 agosto 1958.  E' stato ordinato sacerdote a Hsinchu il 27 maggio 1990.

 

Nello Zimbabwe, il Santo Padre ha nominato vescovo di Chinhoyi il padre gesuita Dieter Scholz,  direttore del Centro di Formazione a Harare. Padre  Dieter Scholz è nato il 2 giugno 1938 a Berlino. E’ entrato nella Compagnia di Gesù il 15 aprile 1958 ed è stato ordinato sacerdote il 13 luglio 1969. Dal 1972 al 1978 ha collaborato con la Commissione Cattolica per la Giustizia e la  Pace  per investigare sulle atrocità commesse dalle forze di sicurezza in Rhodesia contro la popolazione locale nera. Nel 1978 è stato incarcerato per un breve periodo  e poi espulso dall'allora Rhodesia. Nel 1981 è stato nominato  primo direttore del neofondato "Jesuit Refugee Service" (JRS), a Roma, presso la Casa Generalizia dei Gesuiti. Nel 1991 è tornato  nello Zimbabwe come parroco/superiore della "Marymount Mission", nella diocesi di Chinhoyi. Dal 1997 al 2005 è stato direttore della "Silveira House", un centro di educazione e formazione per "Leadership & Development".

 

In Cile, il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Santiago del Cile mons. Fernando Chomalí Garib, moderatore della Curia della medesima arcidiocesi e parroco, assegnandogli la sede titolare vescovile di Noba. Mons. Chomalí è nato a Santiago del Cile il 10 maggio 1957. Ha ottenuto la Licenza in Teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana a Roma, il Dottorato in Teologia alla Pontificia Università Gregoriana a Roma e un Master in Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 6 aprile 1991.

        

Infine in Italia, il Papa, accogliendo la proposta presentata dalla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ai sensi dell'art. 30 § 1 dello Statuto, ha confermato segretario generale della medesima Conferenza, per il prossimo quinquennio, mons. Giuseppe Betori, vescovo titolare di Falerone.

 

 

BENEDETTO XVI, QUESTA SERA IN PIAZZA SAN PIETRO, INCONTRA I GIOVANI

DELLA DIOCESI DI ROMA IN PREPARAZIONE ALLA XXI GIORNATA MONDIALE

DELLA GIOVENTÙ CHE QUEST’ANNO VIENE CELEBRATA A LIVELLO DIOCESANO

NELLA DOMENICA DELLE PALME

- Intervista con mons. Stanislao Rylko -

 

Grande festa questa sera in Piazza San Pietro dove Benedetto XVI incontra i giovani della diocesi di Roma in preparazione alla XXI Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno viene celebrata a livello diocesano nella Domenica delle Palme. La Radio Vaticana trasmetterà la cronaca dell’evento a partire dalle 17.20 sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Un incontro che anticipa la Messa presieduta dal Papa domenica mattina in occasione della XXI GMG e che prevede l’esibizione di cantanti come Ron, Povia e Simona Bencini, e alcune testimonianze sui valori della vita, della famiglia e del perdono: ne parleranno la sorella di don Andrea Santoro, il sacerdote ucciso in Turchia nel febbraio scorso, il campione olimpico Enrico Fabris e una coppia di giovani sposi. Il Papa risponderà poi alle domande dei giovani e con alcuni di loro alla fine dell’incontro si recherà a pregare presso la Tomba di Giovanni Paolo II. Benedetto XVI, nel suo messaggio per la XXI GMG, che si svolge sul tema “Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino”, invita i giovani ad amare la Parola di Dio e la Chiesa che indicano il cammino della vera libertà e della felicità: “l’uomo – scrive il Papa – è spesso ostaggio di correnti di pensiero, che lo conducono, pur credendosi libero, a perdersi negli errori o nelle illusioni di ideologie aberranti”. Fidatevi di Cristo – esorta Benedetto XVI – “non abbiate paura di rispondergli con generosità… e non resterete delusi”. Ma ascoltiamo l’arcivescovo Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, al microfono di Giovanni Peduto:

 

R. – Il Papa invita i giovani a riscoprire l’importanza della Parola di Dio, a riscoprire questa importante forma di presenza di Dio in mezzo al suo popolo, che è la Parola. E’ una Parola di Vita, una Parola di Luce. E nel mondo di oggi, così confuso, dominato dalla dittatura del relativismo che nega l’esistenza della verità, come dice Benedetto XVI, i giovani sempre più spesso si rivolgono a Cristo e alla Sua Parola per ritrovare la luce, il senso più profondo della loro esistenza, una bussola sicura che dà orientamento alla loro vita. E’ un grande segno di speranza, questo.

 

D. – E infatti, Benedetto XVI esorta i giovani a meditare la Parola di Dio secondo l’antica pratica della lectio divina

 

R. – Il Papa, infatti, rivolge un accorato appello ai giovani ad acquistare questa importante dimestichezza con la Bibbia, perché come dice San Girolamo – citato dal Santo Padre nel messaggio ai giovani – l’ignoranza delle Scrittura è l’ignoranza di Cristo stesso. Quindi non basta avere la Bibbia nel proprio armadio, ma bisogna leggerla. Per arrivare a questa dimestichezza con la Sacra Scrittura, il Papa raccomanda ai giovani la lectio divina: è un metodo classico di lettura della Bibbia che insegna questo importante passaggio dalla lettura all’ascolto, all’orazione e, infine, alla contemplazione della Parola di Dio. Si tratta di una lettura che cambia la vita, la fa diventare più conforme alla Parola meditata. La lectio divina è una scuola di ascolto: si tratta di un ascolto vero, cioè un ascolto che diventa obbedienza, docilità.

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L’IMMIGRAZIONE E’ UN FENOMENO POSITIVO PER L’ECONOMIA DEI PAESI CHE RICEVONO I MIGRANTI: E’ QUANTO AFFERMATO IERI DALL’ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE, OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE PRESSO L’ONU,

ALLA COMMISSIONE SULLA POPOLAZIONE E LO SVILUPPO DEL PALAZZO DI VETRO

 

L’effetto dell’immigrazione sui Paesi che accolgono i migranti “è generalmente positivo”: è quanto affermato dall’arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio ONU di New York, parlando ieri alla 39.ma sessione della Commissione sulla Popolazione e lo Sviluppo. Il presule ha inoltre messo l’accento sul rispetto dei diritti degli emigrati  in ogni Paese. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Sebbene la presenza di migranti possa avere qualche impatto negativo sui redditi dei cittadini residenti”, tali conseguenze “sono di solito poco influenti a  livello nazionale”. E’ quanto ribadito dall’arcivescovo Celestino Migliore nel suo intervento al Palazzo di Vetro. Il presule ha così voluto sottolineare che “sul medio e lungo periodo la migrazione può persino generare occupazione e produrre guadagni fiscali netti”. Anzi, ha aggiunto l’osservatore vaticano, “gli studi sull'invecchiamento della popolazione indicano che gli immigrati possono contribuire sostanzialmente ad alleviare il peso fiscale sulle generazioni future”.

 

D’altro canto, mons. Migliore non ha mancato di  indicare che “negli anni passati, previsioni terribili sulla composizione e sulla sostenibilità della popolazione umana globale prevista hanno portato a politiche demografiche radicali, responsabili di dilemmi diversi ma ugualmente gravi”. In particolare, il presule ha menzionato “i seri problemi provocati dal crollo dei tassi di natalità e la creazione di squilibri tra uomini e donne nella popolazione, con le loro ricadute sociali”. Infine, mons. Migliore ha espresso l’auspicio che i leader mondiali prendano “misure per assicurare il rispetto e la difesa dei diritti umani dei migranti, dei lavoratori e delle loro famiglie” a beneficio di tutti i popoli “senza distinzioni”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il Medio Oriente: ad Olmert l’incarico di formare un nuovo governo israeliano.

Sempre in prima, un articolo di Giampaolo Mattei dal titolo “I rivoluzionari della santità”: il Papa incontra i giovani in Piazza San Pietro in preparazione alla Domenica delle Palme.

 

Servizio vaticano – una pagina dedicata alle celebrazioni in occasione del primo anniversario della morte di Giovanni Paolo II.

 

Servizio estero – per la rubrica dell’“Atlante geopolitica” un articolo di Giuseppe Maria Petrone dal titolo “Bielorussia: il Paese chiede democrazia”.

 

Servizio culturale – un articolo del nostro inviato Marcello Filotei “Un grande festival ‘a costo zero’”: Gerusalemme tra storia e vita quotidiana.

 

Servizio italiano – in rilievo il tema dei conti pubblici.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

6 aprile 2006

 

 

LA BELLEZZA PUO’ ESSERE UNA STRADA PER CRESCERE IN UMANITA’ E PORTARCI A DIO: COSI’, IL CUSTODE DELLA BASILICA DI SAN FRANCESCO AD ASSISI, PADRE VINCENZO COLI, ALL’INDOMANI DELL’INAUGURAZIONE DEL RESTAURO

DELLA VOLTA DELLA BASILICA, DEVASTATA DAL TERREMOTO DEL SETTEMBRE 1997

- Intervista con padre Vincenzo Coli -

 

Un momento di grande emozione per la Chiesa e per il mondo della cultura. Così, ieri, Assisi ha vissuto l’inaugurazione dei restauri della volta della Basilica Superiore di San Francesco, devastata dal sisma che colpì l’Umbria nel settembre del 1997. Un crollo in cui morirono quattro persone e le cui immagini riprese da un operatore di “Umbria Tv” fecero il giro del mondo. I restauratori si trovarono di fronte ad un puzzle di 300 mila frammenti. Particolarmente lesionati dal terremoto furono i quattro Evangelisti di Cimabue, che ora sono tornati parzialmente all’originario splendore. Sulla riconsegna all’umanità tutta di questo patrimonio artistico, ecco la riflessione di padre Vincenzo Coli, Custode della Patriarcale Basilica di San Francesco, intervistato da Alessandro Gisotti:

 

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R. – E’ stata una giornata di gioia, un bel giorno; c’è stata una grande partecipazione, non solo di studiosi, di giornalisti ma anche – a parte la comunità francescana – di fedeli. La giornata è stata vissuta come la riconsegna di una realtà stupenda. La bellezza veramente può essere una strada per crescere in umanità, ma anche per cogliere un po’ la presenza dei valori grandi che poi portano a Dio.

 

D. – La ferita inferta dal terremoto alla Basilica di San Francesco ha colpito tutti, senza distinzioni. Ancora una volta si può dire, dunque, che lo spirito del “Poverello di Assisi” ha unito, anche in un tempo segnato da divisioni?

 

R. – Sì. Qui in Assisi questa percezione di una profonda unità ideale che tenta anche di incarnarsi poi nella vita, è percepibile sempre. Moltissimi pellegrini o turisti che vengono ad Assisi dicono che le pietre stesse sembrano parlare, invitare a ritrovare spazi di comunione, di collaborazione, di rispetto e di accoglienza profonda. Non è poco, per i tempi che viviamo!

 

D. – Per riportare gli affreschi della volta alla sua originaria bellezza si sono rimboccati le maniche in tanti, anche su base volontaria. Anche questo è un aspetto che va sottolineato?

 

R. – Questo soprattutto all’inizio. Poi, evidentemente, man mano che si è proceduto alla ricomposizione sono subentrate persone professionalmente molto preparate, appassionate e desiderose di ridonare qualche cosa che possa elevare la vita stessa dell’uomo. Qui dobbiamo ringraziare il Ministero dei Beni culturali, l’Istituto Centrale del Restauro, le Sovrintendenze sia regionali, sia settoriali dell’Umbria, perché veramente sono stati vicino a noi e noi siamo stati vicino a loro, li abbiamo incoraggiati ed insieme abbiamo ottenuti questi risultati che non sono compiuti come avremmo tutti desiderato, ma sono sicuramente un segno della capacità dell’uomo, sia di fede, sia anche laico di guardare a dei valori che possono essere condivisi da tutti.

 

D. – In questo momento di gioia il pensiero va anche a chi quel 26 settembre del 1997 perse la vita…

 

R. – Certamente. Li abbiamo ricordati - quattro uomini, due frati e due rappresentanti della Sovrintendenza – sempre con affetto e con stima e sono presenti sicuramente nel nostro cuore perché poi il sacrificio umano e dei valori così alti hanno sempre un significato profondo nella vita di ciascuno di noi.

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EVANGELIZZAZIONE DI STRADA PER PORTARE AI LONTANI LA PAROLA DI GESU’:

IN UN LIBRO, LA PROPOSTA DELLA COMUNITA’ NUOVI ORIZZONTI

- Intervista con Davide Banzato -

 

Stimolare tutti i cristiani a uscire dalle parrocchie per testimoniare concretamente la Parola di Dio. E’ l’obiettivo del libro “Evangelizzazione di strada, l’esperienza e il progetto di Nuovi Orizzonti” di Davide Banzato, edito da Città Nuova. Il volume offre a parroci, catechisti e animatori pastorali, proposte pratiche e schemi utilizzati durante un’esperienza decennale di missioni di strada. Nel Vangelo di Matteo si legge: “Gesù andava per tutte le città e i villaggi insegnando e predicando il Vangelo del Regno e curando malattie ed infermità”. Antonella Villani ha chiesto a Davide Banzato, diacono della diocesi di Frosinone e responsabile dell’evangelizzazione di strada nella comunità Nuovi Orizzonti, cosa significa portare il Vangelo nella società di oggi:

 

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R. – Seguire il suo esempio. Evangelizzazione di strada, effettivamente, è proprio questa esperienza che noi facciamo da dieci anni, ormai, di andare noi ragazzi in cerca dei nostri coetanei, ascoltarli, farci uno con loro, essere amici e poi creare quel ponte tra la strada e l’oratorio. E’ la nuova evangelizzazione che Giovanni Paolo II ha definito come un “portare un nuovo modo di vita, un nuovo modo di trasmetterlo”. Lo sforzo, la programmazione, il metodo di apostolato, il linguaggio, sono queste le modalità da cambiare per riuscire a raggiungere il cuore del giovane.

 

D. – Lei gira per locali notturni e per le strade dove i giovani, appunto, si ritrovano. Come è accolto?

 

R. – Molto bene. I ragazzi hanno una sete di Dio incredibile e quando incontrano qualcuno di noi rimangono stupiti dell’amore con cui ci amiamo e con cui cerchiamo di amare loro, la gratuità con cui ci poniamo nell’ascolto verso di loro e la gioia che portiamo, che è la gioia del Risorto. Infatti, la nostra azione di evangelizzazione è sempre preceduta da tanta preghiera e sostenuta anche nel dopo, con tanta preghiera.

 

D. – Si parla spesso di evangelizzazione nel mondo e poco di una nuova evangelizzazione in Italia. Eppure, le chiese lentamente si svuotano di giovani. Perché?

 

R. – Perché oggi vediamo che la povertà più grande che c’è è questa morte dell’anima, che i giovani cercano di riempire con tanti surrogati. Il Magistero in questi anni ce l’ha ripetuto continuamente, dall’Evangelium Nuntiandi con Paolo VI a Giovanni Paolo II e ora con Benedetto XVI. Un po’ siamo duri a cambiare le strutture, perché effettivamente io, scherzando e ridendo, dico che se Gesù tornasse e dovesse riformulare la parabola della pecorella perduta, direbbe: “Andate in cerca delle 99 perdute”.

 

D. – Di qui il suo invito un po’ a tutti i cristiani ad uscire dalle parrocchie per annunciare la Parola di Gesù?

 

R. – Sì, anche perché non è una tecnica andare in strada, evangelizzare. Noi organizziamo eventi, meeting, ma la cosa che più privilegiamo è il rapporto personale, a tu per tu.  Il nostro stupore è anche vedere per esempio una Riccione d’estate, dove i giovani stessi, anche punk, a un certo punto ci dicono: a tutto pensavo ma non di trovarmi a Riccione a  confessarmi.

 

D. – Ci racconta un episodio che porta sempre nel suo cuore?  

 

R. – Mirko: cercava di togliersi la vita per la tossicodipendenza. Incontrandolo in una  missione un ragazzo dei nostri gli ha detto: ma tu lo sai che c’è Gesù che ti ama e ha dato la sua vita per te? Mirko è rimasto toccato da questo invito. Oggi è un papà di famiglia e si fa anche “missionario”:  la sua vita è stata capovolta.

 

D. – Le maggiori difficoltà che affrontate tutti i giorni durante queste  missioni?

 

R. – Sinceramente vengono tutte da cristiani perché è difficile riuscire a coinvol-gere le realtà del luogo, è difficile scardinare un sistema.

 

D. - La prossima iniziativa qual è?

 

R. - Questa estate in Sicilia e in Puglia tutti i giovani d’Italia possono contattarci anche nel sito www.nuoviorizzonti-onlus.com. E possono partecipare con noi per vivere una esperienza che possono poi riproporre nelle proprie realtà locali.

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CHIESA E SOCIETA’

6 aprile 2006

 

 

 

RICORRE DOMANI IL V CENTENARIO DELLA NASCITA DI SAN FRANCESCO SAVERIO.

SOLENNI CELEBRAZIONI SOPRATTUTTO IN SPAGNA, A JAVIER, CITTADINA CHE DIEDE

I NATALI AL GESUITA. ALLA SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA, CHE SI SVOLGERÀ NEL CASTELLO DOVE VISSE IL RELIGIOSO,

ANCHE I REALI DI SPAGNA

- A cura di Tiziana Campisi -

 

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JAVIER. = La Spagna si prepara alle solenni celebrazioni per il V centenario della nascita di San Francesco Saverio. Domani - nel giorno in cui si ricorda la nascita del gesuita che evangelizzò l’Oriente - a Javier, cittadina che diede i natali al missionario, l’arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio Rouco Varela, inviato speciale del Santo Padre alle celebrazioni, presiederà a mezzogiorno una Liturgia eucaristica. Nella Basilica del Castello dove trascorse la sua infanzia il religioso, saranno presenti anche i Reali di Spagna. La cerimonia avrà inizio con un atto commemorativo. Alle 12 il suono a distesa di tutte le campane della Navarra segnerà il momento solenne della celebrazione ufficiale del cinquecentenario. Al termine della Liturgia sarà inaugurata l’esposizione “San Francesco Saverio nelle arti. Il potere dell’immagine”, una mostra che riunisce reperti di epoche e stili diversi provenienti da varie regioni spagnole e da altri Paesi. Compagno di studi di Sant’Ignazio di Loyola a Parigi, e con lui ed il beato Pierre Favre fondatore della Compagnia di Gesù, San Francesco Saverio è stato il primo sacerdote europeo che si è spinto verso l’India ed il Giappone, che raggiunse nel 1541. A lui il merito di aver saputo adattare il messaggio evangelico alle culture locali. Morto a soli 46 anni nell’isola di San Chao, mentre si preparava ad evangelizzare la Cina, pare abbia battezzato oltre trentamila persone. Particolarmente noto il suo epistolario, che ha contribuito in maniera determinante alla formazione dello spirito missionario nella cristianità del XVI secolo e alla fioritura di nuove vocazioni verso i luoghi più remoti della Terra. Essendosi profondamente immerso nella cultura dei popoli dell’Est ed infaticabile predicatore, suo anelito era portare Cristo ad ogni uomo. Fervido e costante in lui il desiderio di raggiungere i luoghi in cui il messaggio di Gesù non era ancora giunto, tanto che in una lettera scrisse: “Che riposo vivere morendo ogni giorno, per andare contro il nostro volere, cercando non i nostri interessi ma bensì quelli di Gesù Cristo!”.

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BRASILE: I VESCOVI PUBBLICANO UN DOCUMENTO IN VISTA DELLE ELEZIONI

DEL 1° OTTOBRE. IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE GERALDO MAJELLA AGNELO HA DICHIARATO CHE LA CHIESA BRASILIANA

 NON SI SCHIERA A FAVORE DI NESSUN PARTITO O CANDIDATO MA VUOLE OFFRIRE CRITERI DI DISCERNIMENTO PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE E RESPONSABILE

 

BRASILIA. = Si propone di offrire “criteri di discernimento” per aiutare i cittadini ad una scelta consapevole e responsabile, in vista del voto del primo ottobre, il documento elaborato dal Consiglio episcopale pastorale della Chiesa brasiliana e approvato dal Consiglio episcopale permanente. Il Brasile dovrà scegliere un nuovo presidente della Repubblica, i governatori, i deputati federali ed un terzo dei membri del Senato. Il Paese sta vivendo in questi mesi una fase difficile, aggravata anche dallo scandalo che nel maggio dell’anno scorso ha colpito il partito del presidente Luis Iñacio Lula da Silva, il Partido dos trabalhadores (PT), accusato di corruzione. Il testo dei vescovi critica le attuali politiche neoliberiste del governo denunciando l’ancora diffusa corruzione, la crescita della criminalità organizzata, la persistente disoccupazione, nonché lo scarso coinvolgimento dei cittadini nelle grandi decisioni di interesse pubblico. La Chiesa brasiliana si aspetta dalle prossime elezioni generali segnali concreti di cambiamento, in particolare un serio impegno nella lotta contro le disuguaglianze sociali e la piaga della corruzione. I presuli brasiliani riconoscono segnali di miglioramento in alcuni settori sociali, segnatamente tra i più poveri, ma rilevano anche che la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi continua a crescere in Brasile. A loro giudizio questo accresciuto divario tra ricchi e poveri è dovuto alle scelte neoliberiste dell’attuale classe dirigente. Il presidente della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), il cardinale Geraldo Majella Agnelo, ha precisato che la Chiesa brasiliana non si schiera a favore di nessun partito o candidato, ma che ritiene che questo importante appuntamento elettorale sarà “un’ occasione per dare una svolta all’attuale processo politico” in Brasile. (T.C.)

 

 

IL PRESIDENTE DELL’ALL INDIA CATHOLIC UNION, HA SCRITTO UNA LETTERA

DI DENUNCIA AL PRIMO MINISTRO INDIANO MANMOHAN SINGH: CONTRO LE MINORANZE NON PIÙ ATTACCHI SPORADICI MA UN PIANO PER ELIMINARLE

 

NEW DELHI. = In una lettera al primo ministro indiano Manmohan Singh, il presidente dell’All India Catholic Union John Dayal - riferisce l’agenzia Asianews - denuncia “un piano ben congegnato di terrore ed intimidazione contro le minoranze”. I nazionalisti indù “non limitano più la loro opera anti-cristiana ad attacchi sporadici - scrive Dayal - i vertici politici ed amministrativi di molti Stati ed il loro sistema giuridico pieno di pregiudizi sono causa di paura ed insicurezza per le minoranze religiose ed etniche, che sono costrette a vivere in condizioni terribili”. Nel testo il leader lamenta taluni gesti di intolleranza, che a suo parere non sono segnali di una insofferenza religiosa. “Questa è una campagna basata sul terrore contro la nostra comunità – afferma John Dayal – Chiedo a lei l’invio di un segnale forte che possa fermare i colpevoli e rassicurare le vittime”. (T.C.)

 

 

L’ARCIVESCOVO DI CITTÀ DEL MESSICO HA LANCIATO UNA CAMPAGNA DI PREGHIERA

PER SENSIBILIZZARE LA POPOLAZIONE AI PROBLEMI SOCIALI

 

CITTÀ DEL MESSICO. = Una campagna di preghiera per il Messico e l’America Latina perché possano risolversi i più gravi problemi sociali. A lanciarla domenica scorsa il cardinale Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di Città del Messico. Indetta da un gruppo di laici, l’iniziativa culminerà il 27 gennaio 2007, con un pellegrinaggio giovanile al monumento di Cristo Re della Pace. L'obiettivo della campagna - come riferisce l’agenzia Fides - è pregare per il Messico e per le persone dalle quali dipende il futuro dal Paese: politici, comunicatori, legislatori, dirigenti di istituzioni educative, responsabili della sicurezza pubblica e della giustizia, leader di istituzioni ed organizzazioni. Come affermano gli organizzatori “la situazione che vivono il Messico e gli altri Paesi Latinoamericani non è facile: costituisce una sfida per il lavoro di evangelizzazione in tutti gli ambiti ma anche per la partecipazione sociale e l'azione politica. Ci sono grandi problemi comuni: insicurezza ed ingiustizia, corruzione ed impunità, miseria e mancanza di lavoro, degrado della famiglia e dei valori etici”. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

6 aprile 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

             

Il governo israeliano sta considerando la possibilità di “limitati legami” con il governo palestinese guidato da Hamas allo scopo di prevenire una crisi umanitaria. Lo hanno rivelato funzionari dell’esecutivo israeliano, citati dal quotidiano dello Stato ebraico “Haaretz”. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, ha dichiarato inoltre che i francescani sono disponibili a trattare con qualsiasi autorità per tutelare la comunità cristiana in Terra Santa. Ma davvero i francescani sono pronti al dialogo con il governo palestinese guidato da Hamas? Ascoltiamo, al microfono di Giancarlo La Vella, padre Pizzaballa:

 

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R. – Abbiamo avuto tantissime autorità di tutti i generi e abbiamo sempre parlato con tutti. Non c’è una pregiudiziale nei confronti di nessuno, nemmeno nei confronti del governo palestinese che è stato legittimamente eletto.

 

D. – Ecco: il fatto che Hamas abbia delle posizioni abbastanza definite, ad esempio sul riconoscimento di Israele, pone degli ostacoli – chiaramente – ad un dialogo sereno …

 

R. – Certamente sì: questo deve essere oggetto del dialogo. Ma dialogare non significa che si sia d’accordo o che ci si debba riconoscere l’un l’altro. Ma bisogna dialogare con tutti! Se San Francesco avesse dovuto basarsi su questi argomenti, non avrebbe mai incontrato il sultano che era il nemico per eccellenza, in quel momento. Ma, ripeto, noi non siamo un’autorità politica. Siamo un’istituzione religiosa che deve essere aperta al dialogo franco con tutti, mettendo sul tavolo tutti i punti con molta chiarezza, senza una pregiudiziale nei confronti di nessuno.

 

D. – In che modo si potrà esporre la posizione cristiana in Terra Santa, al nuovo governo palestinese?

 

R. – E’ ancora presto per trarre conclusioni. Aspettiamo un po’ di tempo. Bisogna aspettare che si siano formate entrambe le compagini governative e che la situazione si assesti. Poi vedremo. Attualmente, ancora non c’è una posizione chiara, ben definita.

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In Israele, intanto, il presidente Moshe Katzav ha ricevuto Ehud Olmert, premier ad interim e leader del partito di centro Kadima, per conferirgli l’incarico di formare il nuovo governo. Nello Stato ebraico ha ricevuto inoltre vasta eco la notizia dell’arresto, da parte della polizia israeliana, di un ministro del nuovo governo palestinese guidato da Hamas. L’uomo, rilasciato poco fa, è il capo del dicastero per gli Affari di Gerusalemme, Khaled Abu Araf. La radio israeliana ha rivelato che il ministro è stato fermato nei pressi di un posto di blocco perché non aveva il permesso per entrare nella zona della Cisgiordania amministrata dall’Autorità Nazionale Palestinese.

 

 In Iraq, il tribunale speciale iracheno ha aggiornato al prossimo 12 aprile il processo contro l’ex rais, Saddam Hussein, per la strage di 148 sciiti compiuta nel 1982 nel villaggio di Dujail. Nel Paese arabo, intanto, le forze americane hanno annunciato l’arresto di Muhammwed al-Obeidi, presunto capo del sedicente ‘Esercito islamico’. Tale gruppo è ritenuto responsabile di diversi sequestri, tra i quali quelli dei giornalisti italiani Enzo Baldoni e Giuliana Sgrena. Sul significato di questo arresto, ascoltiamo l’intervista di Giancarlo La Vella con l’esperto di  questioni mediorientali del Corriere della Sera, Guido Olimpio:

 

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R. – Certamente, il personaggio è interessante perché è il capo di uno dei gruppi più importanti coinvolti nei sequestri di persona e quindi potrebbe fornire elementi e informazioni su vari sequestri. Però, l’esperienza insegna che queste operazioni hanno un senso quando permettono di raccogliere dati su casi specifici. Ma non hanno alcuna profondità strategica.

 

D.– Comunque, questo arresto conferma che gli americani non stanno assolutamente abbassando la guardia contro le forze ribelli?

 

R.- No, assolutamente. Anzi, stanno tentando una duplice linea: da una parte, stanno provando ad aprire un canale con alcune formazioni della guerriglia sunnita e dall’altra cercano di avere la mano dura con le organizzazioni terroristiche.  E’ una strategia binaria che dà risultati, per ora, ancora modesti.

 

D. – Decapitare la guerriglia potrà servire poi a far giungere a più miti consigli tutta la parte sunnita più moderata?

 

R. – No, ritengo che decapitare la guerriglia in questi casi serva a poco. Bisogna, soprattutto, creare una situazione in cui ci siano incentivi a collaborare e a rinunciare alle armi. Oggi però le tensioni, la guerra civile, le troppe divisioni fanno sì che il quadro sia a favore del terrorismo e della violenza.

 

D. – Questi arresti sono un pò la prova generale sempre nella speranza di catturare Osama Bin Laden?

 

R. – Io ritengo che la speranza ci sia sempre. Ma queste formazioni diventano sempre più movimento per cui la cattura del capo incide fino ad un certo punto. Proprio perché sono movimenti, sopravvivono anche con la scomparsa del capo. Diciamo che l’uso di Internet ha favorito questo perché la rete rende “immortali” e sempre presenti anche coloro che sono morti o sono stati già catturati.

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 In Iraq, intanto, il premier uscente, Ibhraim Jaafari, ha ribadito il suo rifiuto a rinunciare alla candidatura alla guida del nuovo governo iracheno. “Per il mio popolo – ha anche detto Jaafari – potrei morire”.

 

 In Francia, il premier francese, Dominique de Villepin, non esclude il ritiro della controversa legge sul Contratto di primo impiego.”Abbiamo avviato un dialogo che non ha tabù", ha detto il premier, invitando alla distensione dopo le proteste e l’avvio di colloqui tra parlamentari della maggioranza e sindacati.

 

 Il Papa, all’udienza generale, tenutasi ieri in Piazza San Pietro, ha invitato a pregare perché si intensifichino gli sforzi di pace che sembrano aprirsi nel Paese basco e in tutta la Spagna. Sull’importanza di questo appello ascoltiamo, al microfono di Bernard Decottignìes, il responsabile delle relazioni estere del governo basco, Jose Maria Muñoa Ganuza, membro della formazione moderata dei nazionalisti baschi.

 

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C’EST EXACTEMENT CE QUE NOUS DEVONS FAIRE: …

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“E’ esattamente quello che dobbiamo fare: oggi dobbiamo unire le nostre forze, dobbiamo dimenticare i nostri interessi di partito – gli uni e gli altri – perché la pace è al di sopra di ogni interesse. E’ necessario che tutti lavoriamo insieme! Nessuno deve rimanere fuori da questo processo ma soprattutto nessuno deve ‘mettere i bastoni tra le ruote’… Abbiamo bisogno di tutti i partiti politici, di tutti! Nessuno può mancare in questo processo di pace e di normalizzazione”.

 

 In Ucraina, il partito del presidente Viktor Yushenko, “Nostra Ucraina”, il Blocco Julia Timoshenko e la formazione socialista hanno raggiunto un’intesa per dar vita ad una coalizione di governo. Lo ha riferito stamani un’emittente televisiva ucraina. I tre partiti filo occidentali hanno conquistato insieme, complessivamente, oltre il 40 per cento dei voti alle elezioni tenutesi lo scorso 26 marzo. Il primo schieramento, con più del 33 per cento delle preferenze, è risultato invece il partito filorusso dell’ex premier Yanukovic.

 

 In Nepal, nonostante le critiche della comunità internazionale e la preoccupazione del segretario generale dell’ONU Kofi Annan, il re Gyanendra ha usato ancora la forza per impedire una nuova protesta nazionale dei partiti dell’opposizione, prevista oggi nella capitale Kathmandu. Sul terreno, intanto, si registrano nuovi combattimenti tra ribelli e forze governative. Il nostro servizio:

 

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Almeno 11 persone sono rimaste uccise in uno scontro a fuoco tra guerriglieri maoisti e forze di sicurezza. Le vittime sono 5 agenti, quattro guerriglieri e due civili. I ribelli hanno attaccato, inoltre, un carcere di una regione orientale del Paese e hanno liberato oltre 100 detenuti, tra cui 20 prigionieri maoisti. Alla difficile situazione sul terreno si aggiunge, poi, la tensione alimentata dalle annunciate proteste contro il re: i principali partiti dell’opposizione hanno proclamato infatti per oggi uno sciopero contro il regime di re Gyanendra. Ma il governo, dopo aver imposto un coprifuoco notturno, ha già bandito a tempo indeterminato qualsiasi tipo di manifestazione di protesta. Nei giorni scorsi, sono anche stati arrestati vari esponenti del movimento per la democrazia. L’amministrazione nepalese – ha spiegato il governo - ha imposto il divieto di manifestare per evitare possibili violenze dovute a possibili infiltrazioni di ribelli maoisti nelle dimostrazioni di piazza. La decisione arriva dopo l’annuncio di lunedì scorso del partito comunista nepalese, vicino ai maoisti, che aveva proclamato un cessate il fuoco unilaterale in tutta la valle di Katmandu proprio per “facilitare la partecipazione della gente alle proteste contro il re”. Secondo il ministro degli Interni, questa tregua costituisce, invece, la prova del legame tra i partiti dell’opposizione nepalese e la guerriglia maoista. Per questo - rivela il quotidiano “Katmandu Post” - le autorità governative hanno dato ordine di arrestare i leader dei partiti politici che tentano di entrare nella capitale per partecipare alle manifestazioni.

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 Il governo della Serbia ha assicurato al procuratore capo della Corte dell’Aja sull’ex Jugoslavia, Carla Del Ponte, che l’ex capo militare serbo bosniaco Ratko Mladic, responsabile tra l’altro anche del massacro di Srebrenica nel 1995, sarà consegnato al Tribunale entro il 30 aprile.

 

 “E’ assurdo che mentre io lavoro, giorno e notte, degli impiegati dello Stato, dei funzionari, dei dipendenti pagati con i soldi dei cittadini, tramano contro il presidente del Consiglio. E’ una infamità”. Lo ha detto, riferendosi ad alcuni magistrati definiti “indegni”, il capo dell’esecutivo italiano, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Commentando le dichiarazioni del premier, il presidente dei DS, Massimo D’Alema , ha affermato: “Berlusconi non ha fatto che accusare tutti: i giudici, i sindacati, la Confindustria e i suoi alleati. Una catena di accuse”.

 

 

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