RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 237 - Testo della trasmissione di venerdì 25 agosto 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dopo la nomina da parte del Papa di padre Josè G. Funes quale nuovo direttore della Specola vaticana, ai nostri microfoni il gesuita argentino riflette su fede e ragione e valuta l’esclusione di Plutone dalla rosa dei pianeti

 

Il turismo, strumento di promozione umana e di incontro fra popoli e culture: così il pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti nel messaggio per la giornata  mondiale del turismo, il 27 settembre

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

A Bruxelles, vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea sulla missione di pace in Libano. Con noi Maria Laura Franciosi

 

Nel mondo narratori di speranza”: al via ad Assisi la IV Settimana di formazione e spiritualità missionaria,  promossa dalla CEI . Ai nostri microfoni mons. Giuseppe Andreozzi

 

“Celebriamo Gesù Cristo, speranza del mondo”: tema della 57.ma Settimana liturgica nazionale italiana, che si è aperta a Varese con il messaggio del Papa e si chiude oggi. Ce ne parla mons. Luca Brandolini

 

Oggi, in Italia Giornata del bambino scomparso: ce ne parla Giuseppe Pantieri

 

Il Festival di Venezia ospiterà anche quest’anno un particolare film-documentario di Gil Rossellini: la seconda parte della pellicola dedicata alla sua storia personale. Intervista con il regista

 

CHIESA E SOCIETA’:

Proseguono gli incontri in vista della V Conferenza generale degli episcopati dell’America Latina, convocata dal Papa dal 13 al 31 maggio 2007 nella città brasiliana di Aparecida

 

Condannato in Cina ad oltre 4 anni di carcere un’attivista per i diritti umani, il 34enne Chen Guangcheng, noto per le sue denunce contro la politica repressiva di pianificazione familiare

 

Si apre domani a Kyoto, in Giappone, l’ottava Conferenza mondiale delle religioni per la pace. Presenti leader buddisti, cristiani di varie confessioni, ebrei, induisti, musulmani, sikh

 

I pianeti del sistema solare diventano otto, con Plutone declassato a pianeta nano. A deciderlo, la risoluzione approvata ieri dagli studiosi dell’Unione astronomica internazionale, riuniti a Praga

 

Dal 28 agosto Convegno internazionale, nei pressi di Rimini, sull’emergenza degli abbandoni minorili:  sono 145 milioni i bambini senza famiglia nel mondo

 

800 ricercatori e scienziati da tutto il mondo, attesi dal 28 agosto al primo settembre a Riva del Garda, in Trentino, per  la 17.ma edizione della Conferenza europea sull’intelligenza artificiale

 

24 ORE NEL MONDO:

Continuano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza: nella notte, colpiti due edifici. Otto i feriti.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 agosto 2006

 

SCIENZA E FEDE, UNA SINERGIA AL SERVIZIO DELLA CRESCITA DELL’UOMO:

COSI’, AI NOSTRI MICROFONI, PADRE JOSE’ GABRIEL FUNES,

NOMINATO LA SETTIMANA SCORSADAL PAPA

NUOVO DIRETTORE DELLA SPECOLA VATICANA, L’OSSERVATORIO

ASTRONOMICO DELLA SANTA SEDE

 

Quarantatre anni, astronomo argentino, il padre gesuita José Gabriel Funes è il nuovo direttore della Specola Vaticana, l’Osservatorio astronomico della Santa Sede. Nominato da Benedetto XVI, sabato scorso, padre Funes succede al gesuita americano George V. Coyne. In questa intervista di Alessandro Gisotti, il nuovo direttore della Specola Vaticana racconta con quali emozioni assuma il prestigioso incarico, riflettendo anche sulle possibili sinergie tra scienza e fede:

 

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R. - Sono consapevole che questo incarico alla Specola Vaticana sia di grande responsabilità, ma allo stesso tempo sono fiducioso che con l’aiuto dei miei confratelli gesuiti potrò portare avanti questa missione.

 

D. - Come un uomo si rapporta alle meraviglie dell’universo un uomo di fede e di scienza?

 

R. - E’ una grande gioia fare questa ricerca, nel mio caso delle galassie, studiare - come lei dice - le meraviglie dell’universo. Sono veramente grato.

 

D. - Il binomio fede e ragione è da molto tempo ormai un tema di dibattito, di confronto. Pensiamo anche alla Enciclica memorabile di Giovanni Paolo II “Fides et ratio”… Ecco, lei come vive questo rapporto tra scienza e fede?

 

R. - Lei citava il Santo Padre Giovanni Polo II. Nella sua Enciclica, il Papa parlava delle due ali dello spirito umano. Mi ricordo anche uno scritto delle “cattedre dei non credenti” del cardinale Martini, in cui parlava di due esercizi dello spirito umano. Sono, credo, due esercizi che ci rendono più umani. C’è tensione tra scienza e fede, di fatto ci sono stati nel passato conflitti tra scienza e fede, ma penso che sia bene avere anche delle tensioni perché ci aiutano a  maturare e crescere. La Chiesa non ha paura della scienza e, di fatto, la Chiesa con la Specola Vaticana promuove e apprezza la scienza di qualità.

 

D. – Cosa può dirci a proposito dei rapporti fra un’istituzione come la Specola Vaticana, che è espressione diretta della Santa Sede, ed altre istituzioni scientifiche, in particolare nel settore dell’astronomia?

 

R. - Noi abbiamo buone relazioni con i diversi istituti astronomici del mondo. In particolare, abbiamo una speciale collaborazione con l’università dell’Arizona, perché il telescopio vaticano è in Arizona. Questo è molto positivo e spero di poter continuare questa collaborazione.

 

D. - Padre Funes, le rivolgo un’ultima domanda che guarda alla strettissima attualità cioè il declassamento di Plutone. Qual è la sua impressione? Può spiegarci perché così tanti scienziati abbiano ritenuto opportuno declassarlo e quindi ‘riattualizzare’ il sistema solare ad otto invece che a nove pianeti?

 

D. - Io sono stato a Praga (dove si è riunita l’Unione Astronomica Internazionale ndr) fino a mercoledì. Martedì c’è stato un dibattito tra gli astronomi molto acceso e questo lo trovo molto positivo perché vuol dire che la gente fa ricerca con passione. L’astronomia si fa con passione! Così procede la scienza: non sempre capiamo del tutto i problemi che affrontiamo nella nostra ricerca. C’era una richiesta, soprattutto nell’insegnamento dell’astronomia nelle scuole, che voleva definire chiaramente cos’è un pianeta e così si è arrivati a questa definizione di otto pianeti classici. Plutone non è che cambia la sua natura per questa definizione… Sapevamo già prima che Plutone - per le sue caratteristiche fisiche - non fosse un pianeta come gli altri otto. Dunque, abbiamo questa categoria di pianeti “nani” che insieme con gli altri pianeti nuovi che sono stati scoperti formano un gruppo a sé, una classe a sé.

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IL TURISMO SIA STRUMENTO DI PROMOZIONE UMANA E DI INCONTRO

FRA I POPOLI E LE CULTURE: COSI’ IL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE

PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI NEL MESSAGGIO PER LA GIORNATA

 MONDIALE DEL TURISMO, IL PROSSIMO 27 SETTEMBRE

 

“Il Turismo è ricchezza” quando l’uomo viene considerato il “patrimonio più prezioso”: è quanto sottolinea il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti gli Itineranti nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo, che ricorre il prossimo 27 settembre. Nel messaggio a firma del presidente del dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino, e del segretario, l’arcivescovo Agostino Marchetto, si esortano gli operatori turistici a fare di questa attività uno strumento di promozione umana. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Viaggiare “apre nuove possibilità di incontro, stimola sviluppo”, ma può anche provocare “panico” e sfidare “la coscienza etica”. E’ quanto sottolinea il cardinale Martino rilevando che grazie al “movimento turistico” ormai “inarrestabile”, i popoli possono incontrarsi con maggiore facilità. “Alla fine di un viaggio – nota il porporato - si stimolano sentimenti di solidarietà, spesso deboli in consistenza”. D’altro canto, si legge nel messaggio, “resta l’impressione, grazie a Dio, che il sistema economico-finanziario” non sia “unico, ma piuttosto egemonico, e non il migliore” perché “fonte di grandi squilibri”. Inoltre, prosegue il cardinale Martino, “resta l’impressione di un’umanità molto più ricca quando si aprono agli altri le finestre d’un sistema e si dà così accesso ai tesori culturali, storici, naturali, estetici, umani e spirituali che ogni popolo conserva più o meno gelosamente”.

 

Il turismo – è l’avvertimento del dicastero vaticano – è ricchezza proprio nella misura in cui aiuta a relativizzare i sistemi detti “ricchi” e li apre alla percezione di altre forme dell’ “essere ricchi”. Quando, in definitiva, considera l’uomo “il suo patrimonio più prezioso”. Proprio il patrimonio culturale, si legge ancora nel messaggio, “mette in evidenza la storia di tutti, che ha lasciato tracce delle civiltà su campanili e minareti, negli affreschi o nelle piramidi, sui ponti o nei satelliti spaziali”. Si tratta di una “ricchezza senza limiti che appartiene a tutti, patrimonio comune dell’umanità”, che non solo dà voce al lavoro umano, ma offre anche ad ognuno la memoria dei legami che uniscono alle passate generazioni. “Il turismo – conclude il cardinale Martino - rivela, dunque, una ricchezza universale, che non rigetta l’uomo, ma ne conserva l’orma, la traccia”.

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RINUNCIA

 

In Francia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Strasburgo, presentata da mons. Joseph Doré, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con il Medio Oriente; Libano: assume consistenza l'impegno dell'Unione Europea. La Francia annuncia l'invio di un contingente di duemila uomini per il rafforzamento dell'UNIFIL previsto dalla risoluzione 1701 dell'ONU.

 

Servizio vaticano - Un articolo dal titolo "Chiaro segno di profonda fraternità e di vincolo spirituale con il Patrono d'Italia": vescovi e religiosi francescani invitano le comunità della Calabria a prepararsi per la festa di San Francesco d'Assisi.

 

Servizio estero - Un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo "Sudan: sono i bambini le vittime principali dell'incancrenita crisi del Darfur"; presentato un rapporto di Kofi Annan alla vigilia della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. 

 

Servizio culturale - Un articolo di Franco Pelliccioni dal titolo "Una 'Maginot africana': la linea difensiva del Mareth": la "guerra del deserto" combattuta in Tunisia dal 1940 al 1943.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema dell'immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 agosto 2006

 

 

A BRUXELLES, VERTICE STRAORDINARIO MINISTRI DEGLI ESTERI DELL’UNIONE EUROPEA SULLA MISSIONE DI PACE IN LIBANO: PREVISTE DECISIONI SUL COMANDO

DELLA FORZA INTERNAZIONALE E SUL CONTRIBUTO DEI SINGOLI PAESI EUROPEI

- Intervista con Maria Laura Franciosi -

 

E’ iniziato nel primo pomeriggio, a Bruxelles, l’atteso Vertice straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea sulla missione di pace in Libano. Poco prima dell’apertura del summit, i governi di Israele e Libano hanno posto l’accento su alcuni aspetti. Il premier libanese, Fouad Siniora, ha accolto con soddisfazione la decisione presa dalla Francia di inviare 2.000 soldati per rinforzare l’UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha ribadito inoltre che l’esercito dello Stato ebraico rimarrà nel sud del Paese dei cedri fino al dispiegamento del contingente internazionale. Il presidente francese, Jacques Chirac, e il cancelliere tedesco, la signora Angela Merkel, hanno chiesto poi ad Israele di togliere il blocco nei confronti del Libano, giudicato “pregiudizievole alla vita e all’economia del popolo libanese”. Ma il governo israeliano ha già fatto sapere che manterrà il blocco. Sui punti focali del Summit di Bruxelles, il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Dal Vertice, iniziato nel primo pomeriggio, si attendono decisioni sul contributo di ciascun Paese europeo che parteciperà alla missione e sul comando della forza internazionale. Sono già state anticipate modalità e dimensioni del contingente: la risoluzione 1701 dell’ONU fissa infatti in 15 mila uomini, ai quali si devono aggiungere altri 15 mila soldati libanesi, il numero dei militari che saranno dispiegati, entro alcune settimane, lungo il sud del Libano per monitorare la tregua tra forze israeliane e guerriglieri Hezbollah. Sono anche state delineate, ma non ancora confermate, le posizioni degli Stati disponibili ad offrire il loro contributo. L’Italia, che alla vigilia del Vertice ha avanzato l’offerta più consistente, si è detta pronta ad inviare fino a 3 mila soldati. La Francia e la Spagna si sono poi dette disponibili a partecipare alla missione, rispettivamente con 2000 e 700 uomini. Prima dell’inizio del Summit, altri Paesi hanno dichiarato di voler inviare forze di terra: la Finlandia, la Danimarca, il Portogallo, la Polonia ed il Belgio. Il premier belga ha promesso, in particolare, un sostanzioso contributo. Non intendono invece inviare truppe di terra ma solo forze aeree o navali la Gran Bretagna, la Germania, la Grecia e la Svezia.

 

 

L’altro nodo centrale della riunione dei 25, in corso a Bruxelles, è il comando dell’UNIFIL. In lizza ci sono Italia e Francia. L’ipotesi più probabile è che il comando della missione strategica sia affidato all’Italia e quello sul campo alla Francia. Sulle regole di ingaggio, si prevede poi una sostanziale adesione a quanto già espresso in un documento dell’ONU, pubblicato nei giorni scorsi. Nel testo si precisa che le armi potranno essere utilizzate per l’autodifesa, per proteggere i civili ma anche in modo “preventivo” contro una minaccia prevedibile. In base a questo documento, i soldati del contingente internazionale potranno sparare anche contro chiunque ostacoli le loro attività, la libertà di movimento del personale dell’ONU e delle agenzie umanitarie.  Sul Vertice sono già stati rilasciati, infine, i primi commenti: si tratta – ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan – di “un gran buon inizio” per il dispiegamento di un contingente internazionale in Libano.

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Ma quale significato può assumere il Vertice di oggi per l’Unione Europea? Fausta Speranza lo ha chiesto a Maria Laura Franciosi, esperta di questioni europee, a lungo corrispondente dell’ANSA a Bruxelles:

 

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R. – Questo Vertice è, effettivamente, una vera rivoluzione nell’ambito della politica estera dell’Unione Europea, perché sembra di capire che uscirà fuori una decisione effettivamente ‘europea’: una decisione di intervento della Forza di pace dell’ONU in Libano con – sembra di capire dalle ultimissime notizie – un consistente numero di Paesi. Anche il primo ministro belga ha dato la sua adesione a Kofi Annan e la Francia – sappiamo – interverrà… Sono molti anni che seguo la politica europea a Bruxelles, ed è la prima volta che, effettivamente, l’Europa sta veramente cercando di parlare con una voce sola.

 

D. – Che significato può avere in particolare per l’Italia?

 

R. – Per l’Italia, il significato è enorme. Infatti, questa voce univoca con cui l’Europa dovrebbe decidere di parlare, è stata in un certo senso spinta e voluta dalla volontà del governo italiano. E il fatto che l’Italia abbia avuto questa funzione di apripista in questa situazione, è veramente importante per l’Europa. I riconoscimenti ci vengono da ogni parte, non soltanto dagli Stati Uniti e da altri Paesi del Medio Oriente, ma soprattutto da altri Paesi europei. E questo per l’Italia è veramente importante.

 

D. – In definitiva, sarà anche una pagina nuova delle missioni ONU, visto il diverso ruolo dell’Unione Europea?

 

R. – Questo è quello che ci auguriamo. A Bruxelles, da molto tempo si parla di una politica mediterranea, di una politica europea per il Mediterraneo. Finora, di politica mediterranea, a livello di politica estera, c’è stato ben poco. Abbiamo lasciato che altri Paesi prendessero il sopravvento, anche nel cortile di casa nostra, che è il Mediterraneo. Per l’Europa, effettivamente, potrebbe essere l’inizio di una nuova politica nell’ambito delvicinato’. C’è la ‘politica di vicinato’ che la Commissione europea sta cercando di portare avanti, una politica di vicinato a livello pacifico… I due tipi di intervento andrebbero a braccetto. E questo invece potrebbe essere, veramente, il primo passo concreto verso la creazione di una forza di pace europea.

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Si moltiplicano, dunque, gli sforzi diplomatici internazionali per risolvere la crisi mediorientale. In Italia, ieri, è stata una giornata densa di appuntamenti per il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni. Ieri sera il presidente francese, Jacques Chirac, ha anche annunciato importanti decisioni. Ce ne parla Salvatore Sabatino:

 

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(inserto in voce Jacques Chirac:)

“Un conseil restreint pour décider des modalités de participation de la France à la force de paix au Liban”.

 

Un’apertura importante, quella di Chirac, che ha annunciato in diretta Tv l’invio di altri 2000 soldati in Libano, oltre alla disponibilità ad assumere il comando dell’intera forza di interposizione. Un’apertura importante anche perché distende il clima in preparazione del vertice di oggi a Bruxelles. Soddisfazione è stata espressa dal presidente statunitense, Bush, e dal premier italiano, Prodi, che ieri pomeriggio aveva incontrato all’aeroporto militare di Grosseto il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni. Anche in questo caso il capo della diplomazia israeliana aveva ribadito la necessità di fare in fretta. Stesso concetto evidenziato alla Farnesina con il suo omologo, Massimo D’Alema. Proprio il ministro degli Esteri italiano ha parlato di una grande opportunità che la comunità internazionale si sta giocando in questo particolare momento storico:

 

“Si tratta anche di una grande occasione per far valere le ragioni della pace”.

 

Su un punto non si discute: il disarmo di Hezbollah. Chiesto dalla Livni, ribadito da D’Alema, il quale ha affermato che il monopolio della forza deve essere necessariamente affidato all’esercito regolare:

 

“Il compito delle Nazioni Unite è quello di assistere l’esercito libanese nel conseguire questi risultati”.

 

Alla fine un messaggio di speranza, lanciato dalla Livni.

 

“Non c’è conflitto tra Israele e Libano; gli interessi coincidono e la risoluzione ONU 1701 rappresenta gli interessi dell’intera regione mediorientale”.

 

Non c'e' conflitto tra Israele e Libano: gli interessi coincidono - ha detto - e la risoluzione ONU 1701 rappresenta gli interessi dell'intera regione.

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IL TEMA DEL LAVORO NELLE CARCERI, CON L’INTERVENTO FRA GLI ALTRI

DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CLEMENTE MASTELLA, AL CENTRO DEL MEETING

PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI IN CORSO A RIMINI FINO A SABATO

- Servizio di Debora Donnini -

 

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Un’opera che nasce dalla carità del cuore di don Giussani è quella ritratta nel video trasmesso ieri al Meeting, che racconta la storia di una cooperativa nata nel 1991 nel carcere di Padova, che ha anche permesso di dare occupazione a oltre 200 ex detenuti. Oltre al filmato all’interno della tavola rotonda sul lavoro nelle carceri, gli interventi del senatore Giulio Andreotti, accolto come sempre molto calorosamente qui al meeting, e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che ha lanciato un appello per allargare a tutti i penitenzieri italiani l’esperienza del carcere di Padova e ha ribadito la positività della scelta dell’indulto. Una strada difesa anche dal magistrato di sorveglianza del tribunale di Padova, Giovanni M. Pavarin:

 

“Dopo l’indulto è successo che le carceri si stanno svuotando, ne sono usciti già ventimila, e adesso la situazione è fisiologica. Possiamo cominciare a discutere, nel senso che gli operatori, i ministri e i magistrati hanno a che fare con una dimensione fisiologica e normale della pena. Ci sono condizioni organizzative tali per cui si può seriamente pensare di attuare questo articolo 27 che punta alla rieducazione del condannato”.

 

Un “Piano Marshall” per l’Africa è quanto chiede poi Mastella che ha affrontato anche la questione dell’immigrazione clandestina:

 

“Non c’è una forma di repressione da parte mia e credo non ci sia neanche da parte del governo, neppure del ministro Amato rispetto a questa disperazione di tanti che scelgono un eroismo suicida: sanno che superano il mare e invece assai spesso cadono e inciampano nel mare. No, l’accanimento per quanto ci riguarda sul piano giudiziario sarà rispetto agli scafisti, a quelli che utilizzano la disperazione”.

 

Al centro della manifestazione riminese anche la presentazione della mostra “Budapest 1956 la rivoluzione” con il reportage fotografico di Erich Lessing che documenta la rivolta del popolo ungherese contro l’occupazione sovietica e la successiva repressione. A presentarla ancora Giulio Andreotti: “Assistendo a quanto avveniva – ricorda il senatore – ci rendemmo conto di quanto giusta fosse stata la nostra scelta di aderire al Patto Atlantico. La NATO ci ha garantito la democrazia senza sparare mai un colpo; invece l’URSS è morta e sepolta e nessuno ha mai sentito il bisogno di commemorarla”. Ma sentiamo i ricordi di quei giorni del senatore Giulio Andreotti, allora ministro delle Finanze, nella breve dichiarazione che ci ha rilasciato:

 

“Giorni di grande emozione, perché noi non solo seguivamo quelle che erano le sorti dell’Ungheria ma pensavamo che se nel ’48 avessimo scelto diversamente forse anche noi saremmo poi stati coinvolti in tragiche avventure di quel tipo. La cosa che poi colpiva, in fondo, era la contraddizione nei comunisti: ufficialmente loro solidarizzavano con l’Unione Sovietica ma personalmente molti di loro ringraziavano Dio che noi non fossimo in quelle condizioni”.

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NEL MONDO NARRATORI DI SPERANZA”: È IL TEMA DELLA IV SETTIMANA

NAZIONALE DI FORMAZIONE E SPIRITUALITÀ MISSIONARIA, AL VIA OGGI

AD ASSISI. L’INIZIATIVA, IN CORSO FINO AL 30 AGOSTO, È PROMOSSA

DALL’UFFICIO NAZIONALE CEI PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE CHIESE

- Con noi, mons. Giuseppe Andreozzi -

 

“Favorire il rinnovamento delle parrocchie in conformità allo stile missionario di Cristo”: con questo intento, prende il via oggi, presso la Cittadella di Assisi, la IV Settimana nazionale di formazione e spiritualità missionaria. Tema dell’iniziativa, in corso fino al 30 agosto, è “Nel mondo narratori di speranza”. L’incontro, in vista del Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006), è promosso dall’Ufficio della Conferenza episcopale italiana (CEI) per la cooperazione missionaria tra le Chiese. Ma cosa significa, nel mondo di oggi, essere “narratori di speranza”? Roberta Moretti lo ha chiesto al direttore dell’organismo promotore, mons. Giuseppe Andreozzi:

 

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R. - Significa anzitutto avere colto il bisogno di speranza che c’è nel mondo di oggi. Non sono pochi quelli che sono in ricerca di ragioni per vivere, di un’opportunità di vita migliore, di dignità, di giustizia. Ecco, crediamo che il messaggio del Vangelo e l’incontro con Gesù sia il dono più grande di speranza che possa essere fatto a queste persone. Ma in modo particolare noi vogliamo riconoscere che i missionari sono narratori di questa speranza con la loro vita, perché lasciano la propria casa, la propria famiglia, la propria terra, per porsi a servizio dell’umanità, e per le vicende delle comunità che essi sanno costruire, che diventano luogo di fraternità e di comunione

 

D. - Monsignore, in che modo concretamente è possibile rinnovare le parrocchie in senso missionario?

 

R. - Le nostre comunità devono porsi nell’ottica dell’evangelizzazione cioè di come raggiungere quanti oggi non fanno più riferimento alla comunità cristiana, quanti non sentono nelle ragioni del Vangelo anche quelle della propria vita. In modo particolare una comunità cristiana vive dell’eucaristia, fa catechesi, amministra fraternità, comunione, solidarietà. Come questo può diventare significativo per chi non viene? L’ottica dell’evangelizzazione deve rinnovare e dare senso anche all’organizzazione interna della comunità.

 

D. - In questo senso è molto importante anche la formazione missionaria?

 

R.- Certo, se la formazione degli operatori pastorali e di tutti quelli che partecipano a una comunità non è - per così dire – estroversa, proprio per annunciare il Vangelo, evidentemente rimarrebbe soltanto l’appagamento di un bisogno interiore e questo se da una parte fa vivere l’incontro con Gesù non lo realizza pienamente.

 

D. - Durante la settimana di parlerà anche di vocazione universale alla santità nello spirito di Assisi, cosa significa?

 

R. - Significa che Assisi ha un messaggio che sa parlare a tutti, è il messaggio di Francesco e di Chiara. Ecco questa santità di esprime come umanità piena, realizzata, felice, che nasce proprio dall’incontro con Gesù. Crediamo che questo spirito di Assisi sia davvero un messaggio universale di santità.

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“CELEBRIAMO GESÙ CRISTO, SPERANZA DEL MONDO”:

QUESTO IL TEMA DELLA 57.MA SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE ITALIANA,

CHE SI E’ APERTA A VARESE CON IL MESSAGGIO DEL PAPA E SI CHIUDE OGGI

- Intervista con mons. Luca Brandolini -

 

“Celebriamo Gesù Cristo, speranza del mondo”: questo il tema della 57.ma Settimana Liturgica nazionale italiana, che si chiude oggi a Varese, nel nord Italia. Promossa dal Centro di Azione Liturgica (CAL) di Roma, l’iniziativa si è aperta con il messaggio di Benedetto XVI e si colloca lungo il cammino di preparazione al Convegno nazionale di Verona, in programma ad ottobre. L’incontro desidera anche ricordare come la celebrazione liturgica rafforzi la missione dei fedeli di testimoniare la speranza nel mondo. Ma ascoltiamo, al microfono di Isabella Piro, il presidente del CAL, mons. Luca Brandolini:

 

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R. - Nella lettera che il cardinale Sodano mi ha inviato a nome del Papa si definisce  suggestivo il tema della settimana perchè indica come, attraverso la celebrazione liturgica, l’uomo inserito nel mistero pasquale viene trasfigurato del risorto e costituito  testimone della risurrezione. Ecco, credo che questo sia il punto per cui  a noi sembra che il luogo privilegiato per incontrare il risorto sia proprio la celebrazione liturgica, in modo particolare la celebrazione dell’eucaristia.

 

D. - La cronaca di tutti i giorni, basti pensare alla guerra in Libano, sembra minare un po’ le nostre speranze. Come reagire, allora, allo sconforto nella vita quotidiana?

 

R. - Bisogna andare alla sorgente della speranza e la sorgente della speranza è il risorto. I cristiani che incontrano realmente il risorto sono chiamati ad annunciare questa speranza come un’esperienza vissuta e così si dà il contributo anche per costruire fraternità, giustizia, pace, solidarietà.

 

D. - Si dice sempre che sono i giovani la speranza del mondo: come far comprendere loro l’importanza della celebrazione di Dio?

 

R. - I giovani sono particolarmente predisposti a questo incontro con il risorto, proprio perché sono quelli che forse più di altri sono preda delle paure. Sentono più di altri il bisogno di guardare lontano. La partecipazione al mistero di Cristo dà gioia e credo che possono trovare qui la risposta alle loro domande e alle loro attese di speranza.

 

D. - Nel messaggio di Benedetto XVI, da Lei prima citato, il Papa ci ricorda che “la preghiera apre la nostra vita al progetto di Dio e ci spinge a farci docili strumenti nelle Sue mani”.

 

R. – E’ molto importante che il Papa ci esorti a riscoprire questa dimensione della contemplazione cui dobbiamo aprirci perché è proprio questo che genera lo stupore. Dovremmo ridiventare bambini capaci di dire “oh” davanti al mistero. Ecco perché ci vuole l’esperienza della semplicità di un rapporto con il Signore, ci vuole la disponibilità a lasciarsi trasformare dal dono dello spirito che il Signore dà soprattutto nell’incontro dell’eucaristia.

 

D. – Eccellenza, siamo ormai giunti alla conclusione di questa 57.ma settimana liturgica nazionale: possiamo tracciare un bilancio?

 

R. - Credo che molte volte la commozione per l’incontro con il Signore nel clima della festa e della comunione fraterna si percepiva chiaramente. Io credo che questi sono i risultati e questi sono anche gli obiettivi verso i quali dobbiamo camminare per un rinnovamento liturgico che non si stanchi di riportare tutto all’essenziale, che è la partecipazione al mistero di Cristo risorto che ci fa uomini nuovi per costruire una nuova umanità.

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OGGI, IN ITALIA, GIORNATA DEL BAMBINO SCOMPARSO PROMOSSA

DAL COMITATO ECUMENICO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI

- Intervista con Giuseppe Pantieri -

 

Ogni anno in Italia spariscono, secondo la polizia, più di 1.000 bambini. Alcuni scappano dalle proprie case o da strutture di accoglienza per immigrati, altri sono vittime di rapimenti. In particolare, aumentano le sparizioni di bambini con meno di 10 anni, rapiti da uno dei coniugi di coppie separate. Ogni anno il 25 agosto il Comitato ecumenico per le comunicazioni sociali organizza la Giornata internazionale del minore scomparso. Sentiamo Giuseppe Pantieri, presidente del Comitato, al microfono di Elisabetta Rovis:

 

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R. - Da dieci anni noi organizziamo la Giornata internazionale del minore rapito, per sensibilizzare l’opinione pubblica a livello mondiale. Simbolicamente alle ore 11.00 c’è un minuto di silenzio e di preghiera e a Roma c’è una preghiera ecumenica, in quanto noi, Comitato ecumenico per le comunicazioni sociali, cerchiamo di riunire, per un impegno culturale e sociale, esponenti di varie fedi religiose.

 

D. - Perchè ogni anno spariscono così tanti bambini?

 

R. – Noi ci occupiamo ovviamente dei problemi dei minori in senso generale: il minore rapito per ricatto, per pedofilia, per utilizzo illegale di organi e soprattutto, purtroppo, ci sono casi in aumento di minori rapiti tra genitori separati o divorziati. La crisi della famiglia in Italia e nel mondo è purtroppo una triste realtà. Le leggi ci sono, gli accordi internazionali ci sono, ma non vengono applicati. E’ passata da poco una legge nello Stato italiano, che riconosce in qualche modo la parità di diritti tra padre e madre. Questo è già un passo in avanti, ma, soprattutto a livelli internazionali, è quasi impossibile applicarla.

 

D. – Che cosa è cambiato da quando dieci anni fa avete organizzato la prima Giornata per il minore rapito?

 

R. – Una maggiore sensibilizzazione. Stanno crescendo in tutta Italia e anche a livello mondiale le associazioni, i movimenti, che si occupano di questi problemi dell’infanzia. Noi riteniamo che il crimine contro l’infanzia sia un crimine contro l’umanità. L’infanzia è il futuro di tutti noi e dobbiamo assolutamente fare qualcosa di concreto, subito, senza perdere tempo, perché sono circa mille i casi all’anno solo in Italia, di rapimento di minori.

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LA PROSSIMA MOSTRA CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA OSPITERA’

ANCHE QUEST’ANNO UN PARTICOLARE FILM-DOCUMENTARIO DI GIL ROSSELLINI:

 SI TRATTA DELLA SECONDA PARTE DELLA PELLICOLA

DEDICATA ALLA SUA STORIA PERSONALE

- Intervista con lo stesso regista -

 

Gil Rossellini, figlio del grande Roberto Rossellini, sarà nuovamente presente quest’anno alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con la seconda parte del film-documentario Kill Gil (vol.II), nel quale racconta, con lucidità e ironia, la sua terribile malattia, la difficoltà della sua condizione di disabile, i progetti legati all’amore per la sua professione di regista. Un’opera anche di poesia e di speranza. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Figlio illustre, regista affermato, disabile: è Gil Rossellini. Le avventure di un artista, i dolori di un uomo: da un lato, la passione per il cinema e il film documentario, dall’altro, una malattia, dovuta ad un raro avvelenamento del sangue, che lo ha costretto, nell’autunno del 2004, a re-interpretare la vita e la professione. Ne è nato lo scorso anno un primo documentario che ha commosso il pubblico della Mostra veneziana: la testimonianza di quanto accaduto, memoria visiva tesa a descrivere la sofferenza di un malato, il suo desiderio di vita, la sua speranza di guarigione. Gil Rossellini torna quest’anno a Venezia con la seconda parte del suo film.  Abbiamo avvicinato il coraggioso regista chiedendogli che cosa ha voluto raccontare di sé e della terribile malattia in questa nuova autobiografia visiva:

 

“Io lo preferisco chiamare documento, ho fatto molti documentari in vita mia, questo è uno stile un po’ diverso e comunque è tutto incentrato su una cosa importante: il fatto che io sia stato molto, molto vicino a morire e mi sia salvato. Di qui poi un grande ottimismo della vita riconquistata e grande speranza per il futuro e così finisce il primo film. Nel secondo invece poi c’è l’affrontare la dura realtà che ho dovuto affrontare nella mia nuova condizione di paraplegico. Mi aspetta ancora un’operazione tra una decina di giorni, la 31.ma dal novembre del 2004, quindi continua il calvario anche se poi in realtà io sono andato avanti rispetto al discorso di avere avuto la vita salva. Ho cominciato ad affrontare le varie realtà. E’ una continuazione della mia storia in realtà, il film è per certi aspetti molto simile al primo e per certi altri molto diverso”.

 

La sua nuova condizione di disabile non le ha impedito di riflettere sulla sua storia personale in relazione ha quanto il mondo ha vissuto negli ultimi anni, a partire dalla tragedia dell’11 settembre.

 

“Quel giorno la mia vita è cambiata. Io abitavo lì con mia moglie; fino ad allora per me il concetto di guerra era la Seconda Guerra Mondiale attraverso i racconti di papà, o i film di papà o molti altri film che ho visto. La guerra del Vietnam, quando andavo al liceo, era il motivo per andare a fare le manifestazioni antiamericane; la guerra del Golfo, la prima, io me la ricordo quasi come un videogame; il conflitto mediorientale è una tale costante nella mia vita, purtroppo di grande attualità in questi giorni, ma diventa quasi un’abitudine, la seguo come se fosse un bollettino meteorologico: con grande tristezza per il popolo israeliano così come per quello libanese, però non è la guerra che vivi tu personalmente. Tra l’altro, io sono anche stato in prima linea come documentarista, come film-maker, nei Balcani, in zone molto calde, con le bombe dei mortai che scoppiavano a centinaia di metri da dove stavo io. Ma non è la tua guerra, io ero andato ad una guerra. Quel giorno, l’11 settembre, mi sono svegliato, e la guerra era in casa mia e ho scoperto cos’è la paura. Da quel giorno ho sempre pensato che quella data avrebbe sempre demarcato il prima e il dopo della mia vita e poi ho scoperto che ci sarebbe stata un altro giorno, il 19 novembre 2004, in cui la mia vita è cambiata in maniera molto più radicale”.

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CHIESA E SOCIETA’

25 agosto 2006

 

 

PROSEGUONO GLI INCONTRI PREPARATORI IN VISTA DELLA V CONFERENZA GENERALE

DEGLI EPISCOPATI DELL’AMERICA LATINA, CONVOCATA DAL PAPA

DAL 13 AL 31 MAGGIO 2007 NELLA CITTA’ BRASILIANA DI APARECIDA, SUL TEMA

“DISCEPOLI E MISSIONARI DI GESÙ CRISTO

AFFINCHÉ I NOSTRI PAESI ABBIANO VITA IN LUI”

- A cura di Luis Badilla -

 

LIMA. = Martedì scorso 22 agosto, a Lima in Perù, presso la Casa di Santa Rosa de Lima, 17 vescovi latinoamericani si sono riuniti in vista della V Conferenza generale degli Episcopati dell’America Latina e dei Caraibi, che si terrà dal 13 al 31 maggio 2007 nella città di Aparecida in Brasile, organizzata dal CELAM, per volontà di Benedetto XVI, che sarà presente all’evento (Santuario di Nostra Signora de “La Aparecida”). L’incontro, per così dire, “multilaterale - cui hanno preso parte cinque vescovi del Cile, cinque della Bolivia e sette del Perù - rientra nelle numerose riunioni che, da oggi fino ad aprile 2007, si terranno in diverse aree della regione, con lo scopo di scambiare tra gli episcopati locali progetti, proposte e idee che possano dare un contributo al successo dell’importante evento ecclesiale, che coinvolge oltre 400 milioni di cattolici. Mancano poco meno di 9 mesi, ma ormai le 22 Conferenze episcopali che prenderanno parte ai lavori sono già fortemente impegnate sia nella elezione dei delegati episcopali (sono stati già eletti in Perù, Cile, Costa Rica, Bolivia, Argentina ) sia nell’elaborazione delle tematiche che saranno sottoposte alle Commissioni e Plenarie della V Conferenza. Come è ben noto Benedetto XVI ha manifestato più volte il suo desiderio di prendere parte all’apertura della Conferenza. Lo scorso 5 agosto, nell’intervista rilasciata alla Radio Vaticana e ad alcune TV tedesche, il Santo Padre ha detto rispondendo alla domanda sui viaggi apostolici: “Il prossimo anno in Brasile c’è l’incontro del CELAM, il Consiglio Episcopale Latino Americano, e penso che lì la mia presenza sia un passo importante, considerate, da una parte, la vicenda drammatica che l’America del Sud sta vivendo e, dall’altra parte, tutta la forza di speranza che allo stesso tempo è operante in quella regione. Poi vorrei andare nella Terra Santa, e spero di poterla visitare in tempo di pace, e per il resto vedremo che cosa mi riserva la Provvidenza”. Il 18 maggio 2005, in occasione del 50° anniversario della creazione del Consiglio Episcopale Latino Americano e Caraibico (CELAM), nel suo messaggio Benedetto XVI aveva già sottolineato: “Nel corso di mezzo secolo di esistenza il CELAM ha offerto il suo servizio agli Episcopati dei Paesi dell’America latina aiutandoli ad affrontare in armonia e con spirito ecclesiale le sfide del subcontinente latinoamericano e impegnandosi, nell’ambito della comunione episcopale, a dare vigore a ciò che nel corso degli anni è stata chiamata la nuova evangelizzazione”. Il Santo Padre concludeva il suo messaggio affermando: “Cosciente che Cristo è il centro della fede cattolica e che la finalità della nuova evangelizzazione è di aiutare ciascuna persona ad incontrare il Cristo vivo, il CELAM ha sostenuto intensamente il lavoro dell’Episcopato latinoamericano, per dare testimonianza di cosa significa essere discepolo fedele di Cristo ed alimentare la propria fede con l’ascolto della Parola di Dio”.

 

 

CONDANNATO IN CINA AD OLTRE 4 ANNI DI CARCERE UN’ATTIVISTA

PER I DIRITTI UMANI, IL 34ENNE CHEN GUANGCHENG, NOTO PER LE SUE DENUNCE

CONTRO LA POLITICA REPRESSIVA DI PIANIFICAZIONE FAMILIARE NELLA PROVINCIA

DELLO SHANDONG, DOVE MIGLIAIA DI DONNE SONO STATE COSTRETTE

AD ABORTI TARDIVI E STERILIZZAZIONI

 

PECHINO. = Un attivista cinese per i diritti umani, il 34enne Chen Guangcheng, è stato condannato ieri da un Tribunale a quattro anni e tre mesi di carcere per “danni intenzionali alla proprietà pubblica e organizzazione di una folla per disturbare il traffico”. Chen, che è cieco, è diventato noto l’anno scorso, per le sue denunce su gravi abusi nella politica di un “figlio solo” nella provincia cinese dello Shandong.  Secondo l’accusa, riferisce l’agenzia ufficiale cinese Xinhua, Chen ha incitato i contadini a danneggiare proprietà ed attaccare la Polizia durante proteste avvenute in febbraio a Yinan, nello Shandong, la città dove ha sede il Tribunale che lo ha giudicato. Al processo non hanno potuto partecipare i tre avvocati da lui scelti, arrestati la sera prima dell’apertura del procedimento con la falsa accusa di aver rubato un portafoglio. Nel 2005 l’attivista aveva accusato i responsabili della pianificazione familiare delle provincia di Shandong di aver costretto ad aborti tardivi e alla sterilizzazione migliaia di donne e di coppie. In seguito alle sue denunce diversi burocrati sono stati licenziati per violazione della legge. (R.G.)

 

 

SI APRE DOMANI A KYOTO, IN GIAPPONE, L’OTTAVA CONFERENZA MONDIALE

DELLE RELIGIONI PER LA PACE. PRESENTI LEADER BUDDISTI,

CRISTIANI DI VARIE CONFESSIONI, EBREI, INDUISTI, MUSULMANI, SIKH

- A cura di Chiaretta Zucconi -

 

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KYOTO. = Trasformazione dei conflitti, peace-building, sviluppo sostenibile: questi i temi principali che verranno affrontati nel corso dell’ottava Conferenza mondiale delle religioni per la pace, che apre i battenti domani a Kyoto, in Giappone. Una Conferenza istituita nel 1970 e fondata sul principio del profondo rispetto delle diversità religiose cui partecipano buddisti, cristiani di varie confessioni, ebrei, induisti, musulmani, sikh. Per i leader religiosi provenienti da tutto il mondo sarà una occasione per confrontarsi sulle diverse forme di violenza: religiosa, economica, politica e sociale. “Ed è proprio attraverso questa interazione dinamica che sarà possibile identificare i problemi e delineare le strategie sulle quali le comunità religiose saranno chiamate a lavorare nei prossimi cinque anni”, ha sottolineato nel suo messaggio di benvenuto, William Vendley, segretario generale della Conferenza. Un dialogo interreligioso a favore della coesistenza pacifica e della prosperità economica, che affronterà dunque anche i gravi problemi dell’infanzia, della fame, del degrado ambientale, è quanto mai importante in un momento di violenta esasperazione dei conflitti e degli estremismi religiosi.

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I PIANETI DEL SISTEMA SOLARE DIVENTANO OTTO, CON PLUTONE DECLASSATO

A PIANETA “NANO”. A DECIDERLO, LA RISOLUZIONE APPROVATA IERI DAGLI STUDIOSI DELL’UNIONE ASTRONOMICA INTERNAZIONALE, RIUNITI A PRAGA

 

PRAGA.= Otto pianeti, non più nove, ed una nuova categoria di corpi celesti: cambia così il Sistema Solare, secondo la risoluzione votata ieri dagli studiosi dell’Unione Astronomica Internazionale, (IAU), riuniti in questi giorni a Praga in Assemblea generale. Plutone, fino a ieri considerato nono pianeta, è stato declassato a pianeta “nano”, assumendo il rango di prototipo di una nuova sottocategoria di corpi celesti, chiamati plutoniani. Secondo la risoluzione approvata, i corpi del sistema solare vengono suddivisi in tre diverse categorie: accanto ai pianeti classici, Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, esisteranno anche pianeti “nani”, Plutone, Xena, Caronte e Cerere e piccoli corpi celesti, che comprenderanno tutti gli altri piccoli corpi che orbitano intorno al Sole. Cambia così il significato del termine pianeta, definito da ieri come un corpo celeste in orbita intorno al Sole, con massa sufficiente a generare una propria gravità che non deve incontrare altri oggetti nella sua orbita. (A.Gr.)

 

 

DAL 28 AGOSTO CONVEGNO INTERNAZIONALE, A BELLARIA IGEA MARINA,

NEI PRESSI DI RIMINI, PER INFORMARE SULL’EMERGENZA DEGLI ABBANDONI MINORILI

E PROMUOVERE UNA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA.

SONO 145 MILIONI I BAMBINI SENZA FAMIGLIA NEL MONDO

 

ROMA. = “Senza figli Senza” è il titolo del Convegno internazionale per informare sull'emergenza dell’abbandono minorile e promuovere una cultura dell'accoglienza. L’incontro si aprirà a Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, lunedì prossimo 28 agosto, organizzato dall'associazione “Amici dei Bambini”, sotto l’egida dell’Unione Europea, con la collaborazione della BNL e della Regione Emilia Romagna. Il Convegno, che durerà tre giorni, non intende tanto presentare relazioni di esperti o di politici quanto piuttosto le testimonianze dei protagonisti dell’abbandono: chi lo ha vissuto sulla propria pelle, i giovani degli istituti, coloro che lo hanno superato, i figli adottivi e affidatari, coloro che si sono aperti all’accoglienza, le famiglie affidatarie e adottive. E’ infatti in aumento la nascita spontanea di associazioni, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo, che intendono agire contro l’abbandono minorile, fenomeno che ormai ha assunto proporzioni da emergenza umanitaria, con circa 145 milioni di bambini e adolescenti tra orfani e minori “fuori dalla famiglia”, secondo dati dell’UNICEF. Obiettivo dei lavori è di mettere in rete tutte le associazioni familiari per individuare problemi e strumenti innovativi che combattano l’abbandono. Per questo i promotori del Convengo hanno lavorato per un anno di concerto con le autorità locali dei Paesi interessati per sviscerare i temi e le proposte su cui ci si confronterà a Bellaria Igea Marina. Una tavola rotonda di confronto con le istituzioni italiane e straniere concluderà le tre giornate, il 30 agosto. (R.G.)

 

 

800 RICERCATORI E SCIENZIATI DA TUTTO IL MONDO SONO ATTESI DAL 28 AGOSTO

AL PRIMO SETTEMBRE A RIVA DEL GARDA, IN TRENTINO, DOVE SI TERRA’

LA 17.MA EDIZIONE DELLA CONFERENZA EUROPEA SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

TRENTO. = Oltre 800 ricercatori e scienziati provenienti da tutto il mondo sono attesi a Riva del Garda, in Trentino, per partecipare alla Conferenza Europea sull’Intelligenza Artificiale (ECAI), in programma dal 28 agosto al primo settembre. Un’edizione, la 17ma, che celebra una ricorrenza particolare: i 50 anni dalla Scuola estiva di Dartmouth del 1956, considerata la data di nascita dell'intelligenza artificiale. La Conferenza, che viene organizzata ogni due anni, rappresenta l’evento europeo più importante nel settore dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni nella vita di tutti i giorni. Non a caso è stato scelto il Trentino per ospitare la manifestazione che mancava dall’Italia da circa 20 anni. A Trento opera infatti, presso il Centro per la ricerca Scientifica e Tecnologica dell’Istituto Trentino di Cultura (ITC-IRST), un gruppo di ricercatori nel campo dell’infor-matica avanzata e dell’intelligenza artificiale, che ha conquistato un posto di rilievo nel panorama nazionale e internazionale per i notevoli risultati raggiunti a livello scientifico e teorico ed anche per le applicazioni pratiche realizzate in collaborazione con importanti aziende (R.G.) 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

25 agosto 2006

 

 

- A cura di Isabella Piro -

 

E nella notte, Israele ha lanciato due raid aerei sulla Striscia di Gaza: un caccia dello Stato ebraico ha distrutto con missili aria-terra un edificio di 3 piani nel campo profughi di Jabaliya, ferendo 5 civili. La costruzione, rasa al suolo, apparteneva ad un comandante delle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, braccio armato di Al-Fatah. Altre 3 persone sono state ferite in un secondo raid che ha colpito un’officina usata come deposito di armi. Intanto, ci sarebbero “importanti sviluppi” nel negoziato per il rilascio dei due giornalisti della tv americana Fox News, rapiti il 14 agosto scorso nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto un portavoce del ministero dell’Interno palestinese, senza fornire dettagli.

 

L’Iran ha fatto ulteriori progressi nel suo programma nucleare, che saranno resi noti molto presto. Lo ha annunciato il portavoce del governo, Hossein Elham, ribadendo la natura civile del programma. Intanto, il ministro della Difesa russo, Sergei Ivanov, ha definito “prematuro e inopportuno” parlare di sanzioni dell’Onu contro l’arricchimento dell’uranio avviato da Teheran. Ivanov ha poi ribadito che la Russia “continuerà a cercare una soluzione diplomatica”. Proprio ieri gli Stati Uniti avevano minacciato sanzioni contro l’Iran se non sospenderà il programma nucleare entro il 31 agosto. E un appello alla moderazione è stato lanciato sia dall’ex presidente della Repubblica islamica, Khatami, che ha insistito sulla necessità di una soluzione di pace, sia dal capo negoziatore iraniano sul nucleare, Ali Larjiani, che si è detto pronto a “negoziati costruttivi” con la comunità internazionale.

 

E sul nucleare si discute anche tra Giappone e Corea del Nord: Tokyo ha avvertito oggi Pyongyang che ritiene “assolutamente inaccettabile” qualsiasi suo esperimento nucleare, poiché si tratterebbe di “una grave minaccia all’intera Asia nordorientale, alla pace e alla sicurezza mondiale”. Il monito è arrivato dal capo della segreteria del governo, Shinzo Abe, in riferimento a recenti fonti americane sulla possibilità che la Corea del Nord si prepari ad un esperimento atomico sotterraneo.

 

Giornata di violenza, oggi, in Iraq, dove 8 persone sono morte in un’esplosione a Baghdad. Anche ieri la capitale era stata al centro di diversi attacchi: 3 autobombe hanno ucciso 4 persone e ne hanno ferito 18. Sempre ieri, altri 5 civili sono stati uccisi a Baquba, a nord della capitale, colpiti da uomini armati, mentre 5 km più a sud, a Buhritz, due soldati iracheni hanno perso la vita a causa di una bomba artigianale. Ritrovato, infine, il corpo decapitato di un capitano di polizia a Baiji, a nord del Paese.

 

Sale la tensione in Somalia, dove l’Alleanza delle Corti islamiche è tornata a minacciare “una guerra su vasta scala” se l’Etiopia non ritirerà le sue truppe dal Paese. “Non accetteremo interventi di Addis Abeba in Somalia”, hanno ribadito le Corti, mettendo poi in guardia l’Etiopia dalla possibilità di una Sharia, la guerra santa agli infedeli. Dichiarazioni forti anche ieri alla riapertura del porto internazionale di Mogadiscio, chiuso dal 1995, subito dopo la partenza delle forze ONU che avevano tentato invano di riportare la pace nel Paese. In questo modo, le Corti islamiche hanno voluto dimostrare di aver consolidato il potere nella capitale.

 

Ancora sequestri in Nigeria: nella notte, tre dipendenti della società Saipem sono stati rapiti a Port Hancourt, durante un attacco armato ad una piattaforma petrolifera. Tra loro, anche un italiano. Non si sa se ad operare il sequestro siano stati alcuni banditi oppure i guerriglieri locali contrari alle multinazionali del petrolio. Intanto, proseguono in Niger le ricerche dei due italiani sequestrati lunedì scorso insieme ad un gruppo di turisti, 21 dei quali loro connazionali.

 

In Marocco, è stata smantellato un gruppo terroristico islamico denominato ‘Jamaat Ansar Al Mahdi’ che, secondo la polizia, era pronto ad effettuare attentati e disponeva di “un’importante quantità di esplosivi”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Chakib Benmoussa, specificando che sono state arrestate 52 persone, tra cui 5 militari, 3 gendarmi e un ufficiale della sicurezza pubblica. Nei dintorni di Salè, città gemella della capitale Rabat, i presunti colpevoli avevano già provato bombe con detonatori a distanza, controllati da telefoni cellulari.

 

Allarme all’aeroporto irlandese di Shannon: alle 4 di stamattina, la polizia ha ricevuto una telefonata che ha fatto scattare l’allerta su un volo della Air Lingus, in viaggio da New York a Dublino. I 239 passeggeri a bordo sono stati fatti scendere e sono stati interrogati dalla polizia. 

 

Sono stati rilasciati ieri sera i 12 passeggeri indiani fermati due giorni fa ad Amsterdam, in Olanda, a bordo di un volo della compagnia statunitense ‘Northwest’ diretto a Mumbay. Il velivolo era rientrato in aeroporto dopo un allarme a bordo. Secondo le autorità olandesi, si può escludere un piano terroristico. I 12 passeggeri erano stati fermati perché sospettati di voler mettere a rischio la sicurezza dell’aereo.

 

Continuano gli sbarchi degli immigrati sulle coste italiane: un barcone con 28 extracomunitari a bordo, uno dei quali deceduto, è stato scortato dalla Guardia costiera a Porto Palo, in Sicilia. Altri 3 gommoni sono stati intercettati all’alba tra il Canale di Sicilia e l’isola di Lampedusa: recuperati circa 120 immigrati, che si sommano agli oltre 100 arrivati nella notte in 4 diversi sbarchi. Un’altra imbarcazione è stata avvistata a 10 miglia dall’isola di Malta.

 

Ci sarebbe un quarto uomo (oltre al padre, lo zio ed il cognato) tra gli implicati nell’omicidio di Hina Saleem, la giovane pachistana trovata sepolta nella casa dei genitori, in provincia di Brescia, nel nord Italia. Fonti investigative hanno riferito che l’uomo, anch’egli pachistano, si sarebbe consegnato ieri pomeriggio ai carabinieri. Insieme a lui, si è costituito anche il cognato della vittima, Mahmud Kahlid, 27 anni.

 

Il ministero della Salute italiano ha annunciato ieri la nascita di un consorzio mondiale condiviso sui dati genetici del virus dell’influenza aviaria: si tratta del Gisaid (Global Iniziative on Sharing Avian Influenza Data). Promosso dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Padova, il database permette la costruzione di un network internazionale sulle sequenze genetiche del virus H5N1, così da comprendere meglio gli andamenti dell’epidemia. All’iniziativa aderiscono già 30 Paesi.



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