RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 237 - Testo
della trasmissione di venerdì 25 agosto 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Oggi, in Italia Giornata del bambino
scomparso: ce ne parla Giuseppe Pantieri
CHIESA E SOCIETA’:
Continuano i raid
israeliani sulla Striscia di Gaza: nella notte, colpiti due edifici. Otto i
feriti.
25 agosto 2006
SCIENZA
E FEDE, UNA SINERGIA AL SERVIZIO DELLA CRESCITA DELL’UOMO:
COSI’, AI NOSTRI MICROFONI, PADRE JOSE’ GABRIEL
FUNES,
NOMINATO LA SETTIMANA SCORSADAL
PAPA
NUOVO DIRETTORE DELLA SPECOLA
VATICANA, L’OSSERVATORIO
ASTRONOMICO DELLA SANTA SEDE
Quarantatre anni, astronomo
argentino, il padre gesuita José Gabriel Funes è il
nuovo direttore
della Specola Vaticana, l’Osservatorio astronomico della Santa Sede. Nominato
da Benedetto XVI, sabato scorso, padre Funes succede
al gesuita americano George V. Coyne. In
questa intervista di Alessandro Gisotti, il nuovo direttore della Specola
Vaticana racconta con quali emozioni assuma il
prestigioso incarico, riflettendo anche sulle possibili sinergie tra scienza e
fede:
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R. - Sono consapevole che questo
incarico alla Specola Vaticana sia di grande responsabilità, ma allo stesso
tempo sono fiducioso che con l’aiuto dei miei confratelli gesuiti potrò portare
avanti questa missione.
D. - Come un uomo si rapporta alle
meraviglie dell’universo un uomo di fede e di scienza?
R. - E’ una grande gioia fare
questa ricerca, nel mio caso delle galassie, studiare - come lei dice - le
meraviglie dell’universo. Sono veramente grato.
D. - Il binomio
fede e ragione è da molto tempo ormai un tema di dibattito, di
confronto. Pensiamo anche alla Enciclica memorabile di Giovanni Paolo II “Fides et ratio”…
Ecco, lei come vive questo rapporto tra scienza e fede?
R. - Lei citava il Santo Padre
Giovanni Polo II. Nella sua Enciclica, il Papa parlava delle due ali dello
spirito umano. Mi ricordo anche uno scritto delle “cattedre dei non credenti”
del cardinale Martini, in cui parlava di due esercizi dello spirito umano.
Sono, credo, due esercizi che ci rendono più umani. C’è tensione tra scienza e
fede, di fatto ci sono stati nel passato conflitti tra
scienza e fede, ma penso che sia bene avere anche delle tensioni perché ci
aiutano a maturare e crescere. La Chiesa
non ha paura della scienza e, di fatto, la Chiesa con la Specola Vaticana
promuove e apprezza la scienza di qualità.
D. – Cosa può dirci a proposito
dei rapporti fra un’istituzione come la Specola Vaticana, che è espressione
diretta della Santa Sede, ed altre istituzioni scientifiche, in particolare nel
settore dell’astronomia?
R. - Noi abbiamo buone relazioni
con i diversi istituti astronomici del mondo. In particolare, abbiamo una speciale
collaborazione con l’università dell’Arizona, perché il telescopio vaticano è
in Arizona. Questo è molto positivo e spero di poter continuare questa
collaborazione.
D. - Padre Funes,
le rivolgo un’ultima domanda che guarda alla strettissima attualità cioè il
declassamento di Plutone. Qual è la sua impressione?
Può spiegarci perché così tanti scienziati abbiano ritenuto opportuno
declassarlo e quindi ‘riattualizzare’ il sistema
solare ad otto invece che a nove pianeti?
D. - Io sono stato a Praga (dove
si è riunita l’Unione Astronomica Internazionale ndr)
fino a mercoledì. Martedì c’è stato un dibattito tra gli
astronomi molto acceso e questo lo trovo molto positivo perché vuol dire
che la gente fa ricerca con passione. L’astronomia si fa con passione! Così
procede la scienza: non sempre capiamo del tutto i problemi
che affrontiamo nella nostra ricerca. C’era una richiesta, soprattutto
nell’insegnamento dell’astronomia nelle scuole, che voleva definire chiaramente
cos’è un pianeta e così si è arrivati a questa definizione di otto pianeti
classici. Plutone non è che cambia la sua natura per
questa definizione… Sapevamo già prima che Plutone -
per le sue caratteristiche fisiche - non fosse un pianeta come gli altri otto.
Dunque, abbiamo questa categoria di pianeti “nani” che insieme con gli altri
pianeti nuovi che sono stati scoperti formano un gruppo a sé, una classe a sé.
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IL TURISMO SIA STRUMENTO DI
PROMOZIONE UMANA E DI INCONTRO
FRA I POPOLI E LE CULTURE: COSI’ IL
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE
PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI NEL
MESSAGGIO PER LA GIORNATA
MONDIALE DEL TURISMO, IL PROSSIMO 27 SETTEMBRE
“Il Turismo è ricchezza” quando l’uomo viene considerato il “patrimonio più
prezioso”: è quanto sottolinea il Pontificio Consiglio della Pastorale per i
Migranti gli Itineranti nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo, che
ricorre il prossimo 27 settembre. Nel messaggio a firma del presidente del
dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino, e del
segretario, l’arcivescovo Agostino Marchetto, si esortano gli operatori
turistici a fare di questa attività uno strumento di promozione umana. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
**********
Viaggiare “apre
nuove possibilità di incontro, stimola sviluppo”, ma
può anche provocare “panico” e sfidare “la coscienza etica”. E’ quanto
sottolinea il cardinale Martino rilevando che grazie al “movimento turistico”
ormai “inarrestabile”, i popoli possono incontrarsi con maggiore facilità.
“Alla fine di un viaggio – nota il porporato - si stimolano sentimenti di
solidarietà, spesso deboli in consistenza”. D’altro canto, si legge nel
messaggio, “resta l’impressione, grazie a Dio, che il sistema
economico-finanziario” non sia “unico, ma piuttosto egemonico, e non il
migliore” perché “fonte di grandi squilibri”. Inoltre, prosegue il cardinale
Martino, “resta l’impressione di un’umanità molto più
ricca quando si aprono agli altri le finestre d’un sistema e si dà così accesso
ai tesori culturali, storici, naturali, estetici, umani e spirituali che ogni
popolo conserva più o meno gelosamente”.
Il turismo – è
l’avvertimento del dicastero vaticano – è ricchezza proprio nella misura in cui
aiuta a relativizzare i sistemi detti “ricchi” e li apre alla percezione di
altre forme dell’ “essere ricchi”. Quando, in
definitiva, considera l’uomo “il suo patrimonio più prezioso”. Proprio il
patrimonio culturale, si legge ancora nel messaggio, “mette in evidenza la
storia di tutti, che ha lasciato tracce delle civiltà su campanili e minareti,
negli affreschi o nelle piramidi, sui ponti o nei satelliti spaziali”. Si
tratta di una “ricchezza senza limiti che appartiene a tutti, patrimonio comune
dell’umanità”, che non solo dà voce al lavoro umano, ma offre anche ad ognuno
la memoria dei legami che uniscono alle passate generazioni. “Il turismo –
conclude il cardinale Martino - rivela, dunque, una ricchezza universale, che
non rigetta l’uomo, ma ne conserva l’orma, la traccia”.
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RINUNCIA
In Francia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidiocesi di Strasburgo, presentata da mons. Joseph Doré, in conformità al
canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE
ROMANO”
La prima pagina si apre
con il Medio Oriente; Libano: assume consistenza l'impegno dell'Unione Europea.
La Francia annuncia l'invio di un contingente di
duemila uomini per il rafforzamento dell'UNIFIL previsto dalla risoluzione 1701
dell'ONU.
Servizio vaticano - Un
articolo dal titolo "Chiaro segno di profonda fraternità e di vincolo
spirituale con il Patrono d'Italia": vescovi e religiosi francescani
invitano le comunità della Calabria a prepararsi per la festa di San Francesco
d'Assisi.
Servizio estero - Un
articolo di Pierluigi Natalia dal titolo "Sudan: sono i bambini le vittime
principali dell'incancrenita crisi del Darfur";
presentato un rapporto di Kofi Annan
alla vigilia della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Servizio culturale
- Un articolo di Franco Pelliccioni dal titolo
"Una 'Maginot africana':
la linea difensiva del Mareth": la "guerra
del deserto" combattuta in Tunisia dal 1940 al 1943.
Servizio italiano - In
primo piano il tema dell'immigrazione.
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25 agosto 2006
A
BRUXELLES, VERTICE STRAORDINARIO MINISTRI DEGLI ESTERI DELL’UNIONE EUROPEA
SULLA MISSIONE DI PACE IN LIBANO: PREVISTE DECISIONI SUL COMANDO
DELLA
FORZA INTERNAZIONALE E SUL CONTRIBUTO DEI SINGOLI PAESI EUROPEI
-
Intervista con Maria Laura Franciosi -
E’ iniziato nel primo pomeriggio,
a Bruxelles, l’atteso Vertice straordinario dei ministri degli Esteri
dell’Unione Europea sulla missione di pace in Libano. Poco prima dell’apertura
del summit, i governi di Israele e Libano hanno posto l’accento su alcuni
aspetti. Il premier libanese, Fouad Siniora, ha
accolto con soddisfazione la decisione presa dalla Francia di inviare 2.000
soldati per rinforzare l’UNIFIL, la forza di interposizione delle Nazioni
Unite. Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha ribadito inoltre che l’esercito dello Stato
ebraico rimarrà nel sud del Paese dei cedri fino al dispiegamento del
contingente internazionale. Il presidente francese, Jacques
Chirac, e il cancelliere tedesco, la signora Angela Merkel, hanno chiesto poi ad Israele di togliere il blocco
nei confronti del Libano, giudicato “pregiudizievole alla vita e all’economia
del popolo libanese”. Ma il governo israeliano ha già fatto sapere che manterrà
il blocco. Sui punti focali del Summit di Bruxelles, il servizio di Amedeo
Lomonaco:
**********
Dal
Vertice, iniziato nel primo pomeriggio, si attendono decisioni sul contributo
di ciascun Paese europeo che parteciperà alla missione e sul comando della
forza internazionale. Sono già state anticipate modalità e dimensioni del
contingente: la risoluzione 1701 dell’ONU fissa infatti
in 15 mila uomini, ai quali si devono aggiungere altri 15 mila soldati
libanesi, il numero dei militari che saranno dispiegati, entro alcune
settimane, lungo il sud del Libano per monitorare la tregua tra forze
israeliane e guerriglieri Hezbollah. Sono anche state delineate, ma non ancora
confermate, le posizioni degli Stati disponibili ad offrire il loro contributo.
L’Italia, che alla vigilia del Vertice ha avanzato l’offerta più consistente,
si è detta pronta ad inviare fino a 3 mila soldati. La
Francia e la Spagna si sono poi dette disponibili a partecipare alla
missione, rispettivamente con 2000 e 700 uomini. Prima dell’inizio del Summit,
altri Paesi hanno dichiarato di voler inviare forze di terra: la Finlandia, la
Danimarca, il Portogallo, la Polonia ed il Belgio. Il premier belga ha promesso, in
particolare, un sostanzioso contributo. Non intendono invece inviare truppe di
terra ma solo forze aeree o navali la Gran Bretagna, la
Germania, la Grecia e la Svezia.
L’altro nodo centrale della
riunione dei 25, in corso a Bruxelles, è il comando dell’UNIFIL. In lizza ci
sono Italia e Francia. L’ipotesi più probabile è che il comando della missione
strategica sia affidato all’Italia e quello sul campo alla
Francia. Sulle regole di ingaggio, si prevede poi una sostanziale
adesione a quanto già espresso in un documento dell’ONU, pubblicato nei giorni
scorsi. Nel testo si precisa che le armi potranno
essere utilizzate per l’autodifesa,
per proteggere i civili ma anche in modo “preventivo” contro una minaccia
prevedibile. In base a questo documento, i soldati del contingente
internazionale potranno sparare anche contro chiunque
ostacoli le loro attività, la libertà di movimento del personale dell’ONU e
delle agenzie umanitarie. Sul Vertice
sono già stati rilasciati, infine, i primi commenti: si tratta – ha detto il
segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan – di “un gran buon inizio” per il dispiegamento di un
contingente internazionale in Libano.
**********
Ma
quale significato può assumere il Vertice di oggi per l’Unione Europea? Fausta
Speranza lo ha chiesto a Maria Laura Franciosi,
esperta di questioni europee, a lungo corrispondente dell’ANSA a Bruxelles:
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R. – Questo Vertice è,
effettivamente, una vera rivoluzione nell’ambito della politica estera
dell’Unione Europea, perché sembra di capire che uscirà fuori una decisione
effettivamente ‘europea’: una decisione di intervento della Forza di pace
dell’ONU in Libano con – sembra di capire dalle ultimissime notizie – un
consistente numero di Paesi. Anche il primo ministro belga ha dato la sua
adesione a Kofi Annan e la Francia – sappiamo – interverrà… Sono molti anni che
seguo la politica europea a Bruxelles, ed è la prima volta che, effettivamente,
l’Europa sta veramente cercando di parlare con una voce sola.
D. – Che significato può avere in
particolare per l’Italia?
R. – Per l’Italia, il significato
è enorme. Infatti, questa voce univoca con cui l’Europa dovrebbe decidere di
parlare, è stata in un certo senso spinta e voluta
dalla volontà del governo italiano. E il fatto che l’Italia abbia avuto questa
funzione di apripista in questa situazione, è veramente importante per
l’Europa. I riconoscimenti ci vengono da ogni parte, non soltanto dagli Stati
Uniti e da altri Paesi del Medio Oriente, ma soprattutto da altri Paesi
europei. E questo per l’Italia è veramente importante.
D. – In definitiva, sarà anche una
pagina nuova delle missioni ONU, visto il diverso ruolo dell’Unione Europea?
R. – Questo è quello che ci
auguriamo. A Bruxelles, da molto tempo si parla di una politica mediterranea,
di una politica europea per il Mediterraneo. Finora, di politica mediterranea,
a livello di politica estera, c’è stato ben poco. Abbiamo lasciato che altri
Paesi prendessero il sopravvento, anche nel cortile di casa nostra, che è il
Mediterraneo. Per l’Europa, effettivamente, potrebbe essere l’inizio di una
nuova politica nell’ambito del ‘vicinato’. C’è la
‘politica di vicinato’ che la Commissione europea sta
cercando di portare avanti, una politica di vicinato a livello pacifico… I due
tipi di intervento andrebbero a braccetto. E questo invece potrebbe essere,
veramente, il primo passo concreto verso la creazione di una forza di pace
europea.
**********
Si
moltiplicano, dunque, gli sforzi diplomatici internazionali per risolvere la
crisi mediorientale. In Italia, ieri, è stata una giornata densa di
appuntamenti per il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi
Livni. Ieri sera il presidente francese, Jacques Chirac, ha anche annunciato importanti decisioni. Ce ne parla Salvatore Sabatino:
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(inserto
in voce Jacques Chirac:)
“Un conseil
restreint pour décider des modalités de participation de la France à la force
de paix au Liban”.
Un’apertura importante, quella di Chirac,
che ha annunciato in diretta Tv l’invio di altri 2000 soldati in Libano, oltre
alla disponibilità ad assumere il comando dell’intera forza di interposizione.
Un’apertura importante anche perché distende il clima in preparazione del
vertice di oggi a Bruxelles. Soddisfazione è stata espressa dal presidente
statunitense, Bush, e dal premier italiano, Prodi,
che ieri pomeriggio aveva incontrato all’aeroporto militare di Grosseto il
ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni. Anche in questo caso il capo della diplomazia
israeliana aveva ribadito la necessità di fare in fretta. Stesso concetto
evidenziato alla Farnesina con il suo omologo,
Massimo D’Alema. Proprio il ministro degli Esteri italiano ha parlato di una grande opportunità
che la comunità internazionale si sta giocando in questo particolare momento
storico:
“Si tratta anche di una grande occasione per far valere le ragioni
della pace”.
Su un punto non si discute: il disarmo di Hezbollah. Chiesto dalla
Livni, ribadito da D’Alema,
il quale ha affermato che il monopolio della forza deve essere necessariamente
affidato all’esercito regolare:
“Il compito delle Nazioni Unite è quello di assistere l’esercito
libanese nel conseguire questi risultati”.
Alla fine un messaggio di speranza, lanciato dalla Livni.
“Non c’è conflitto tra Israele e Libano; gli interessi coincidono
e la risoluzione ONU 1701 rappresenta gli interessi dell’intera regione
mediorientale”.
Non c'e' conflitto tra Israele e Libano: gli interessi coincidono
- ha detto - e la risoluzione ONU 1701 rappresenta gli interessi dell'intera
regione.
**********
IL
TEMA DEL LAVORO NELLE CARCERI, CON L’INTERVENTO FRA GLI ALTRI
DEL
MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CLEMENTE MASTELLA, AL CENTRO DEL MEETING
PER
L’AMICIZIA FRA I POPOLI IN CORSO A RIMINI FINO A SABATO
-
Servizio di Debora Donnini -
**********
Un’opera
che nasce dalla carità del cuore di don Giussani è
quella ritratta nel video trasmesso ieri al Meeting, che racconta la storia di
una cooperativa nata nel 1991 nel carcere di Padova, che ha anche permesso di
dare occupazione a oltre 200 ex detenuti. Oltre al filmato all’interno della
tavola rotonda sul lavoro nelle carceri, gli interventi del senatore Giulio Andreotti, accolto come sempre molto calorosamente qui al
meeting, e del ministro della Giustizia, Clemente Mastella,
che ha lanciato un appello per allargare a tutti i penitenzieri italiani
l’esperienza del carcere di Padova e ha ribadito la positività della scelta
dell’indulto. Una strada difesa anche dal magistrato di sorveglianza del
tribunale di Padova, Giovanni M. Pavarin:
“Dopo
l’indulto è successo che le carceri si stanno svuotando, ne sono usciti già
ventimila, e adesso la situazione è fisiologica. Possiamo cominciare a
discutere, nel senso che gli operatori, i ministri e i magistrati hanno a che
fare con una dimensione fisiologica e normale della pena. Ci sono condizioni
organizzative tali per cui si può seriamente pensare
di attuare questo articolo 27 che punta alla rieducazione del condannato”.
Un
“Piano Marshall” per l’Africa è quanto chiede poi Mastella che ha affrontato anche la questione
dell’immigrazione clandestina:
“Non
c’è una forma di repressione da parte mia e credo non ci sia neanche da parte
del governo, neppure del ministro Amato rispetto a questa disperazione di tanti
che scelgono un eroismo suicida: sanno che superano il mare e invece assai
spesso cadono e inciampano nel mare. No, l’accanimento per quanto ci riguarda
sul piano giudiziario sarà rispetto agli scafisti, a quelli che utilizzano la
disperazione”.
Al
centro della manifestazione riminese anche la presentazione della mostra “Budapest 1956 la rivoluzione”
con il reportage fotografico di Erich Lessing che documenta la rivolta del popolo ungherese
contro l’occupazione sovietica e la successiva repressione. A presentarla
ancora Giulio Andreotti: “Assistendo a quanto
avveniva – ricorda il senatore – ci rendemmo conto di quanto giusta fosse stata la nostra scelta di aderire al Patto Atlantico. La NATO ci ha garantito la democrazia senza sparare mai un
colpo; invece l’URSS è morta e sepolta e nessuno ha mai sentito il bisogno di
commemorarla”. Ma sentiamo i ricordi di quei giorni del senatore Giulio Andreotti, allora ministro delle Finanze, nella breve
dichiarazione che ci ha rilasciato:
“Giorni
di grande emozione, perché noi non solo seguivamo quelle che erano le sorti
dell’Ungheria ma pensavamo che se nel ’48 avessimo
scelto diversamente forse anche noi saremmo poi stati coinvolti in tragiche
avventure di quel tipo. La cosa che poi colpiva, in fondo, era la
contraddizione nei comunisti: ufficialmente loro solidarizzavano con l’Unione Sovietica ma personalmente molti di loro ringraziavano Dio
che noi non fossimo in quelle condizioni”.
**********
“NEL MONDO
NARRATORI DI SPERANZA”: È IL TEMA DELLA IV SETTIMANA
NAZIONALE DI FORMAZIONE E SPIRITUALITÀ MISSIONARIA, AL VIA OGGI
AD ASSISI. L’INIZIATIVA, IN CORSO FINO AL 30 AGOSTO, È PROMOSSA
DALL’UFFICIO NAZIONALE CEI PER LA COOPERAZIONE MISSIONARIA TRA LE
CHIESE
- Con
noi, mons. Giuseppe Andreozzi -
“Favorire il
rinnovamento delle parrocchie in conformità allo stile missionario di Cristo”:
con questo intento, prende il via oggi, presso la Cittadella di Assisi, la IV Settimana nazionale di formazione e spiritualità
missionaria. Tema dell’iniziativa, in corso fino al 30 agosto, è “Nel mondo narratori di speranza”. L’incontro, in vista del
Convegno Ecclesiale di Verona (16-20 ottobre 2006), è promosso dall’Ufficio
della Conferenza episcopale italiana (CEI) per la cooperazione missionaria tra
le Chiese. Ma cosa significa, nel mondo di oggi, essere “narratori di
speranza”? Roberta Moretti lo ha chiesto al direttore
dell’organismo promotore, mons. Giuseppe Andreozzi:
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R. - Significa anzitutto avere
colto il bisogno di speranza che c’è nel mondo di oggi. Non sono pochi quelli
che sono in ricerca di ragioni per vivere, di un’opportunità di vita migliore,
di dignità, di giustizia. Ecco, crediamo che il messaggio del Vangelo e
l’incontro con Gesù sia il dono più grande di speranza che possa essere fatto a
queste persone. Ma in modo particolare noi vogliamo riconoscere che i
missionari sono narratori di questa speranza con la loro vita, perché lasciano
la propria casa, la propria famiglia, la propria terra, per porsi a servizio
dell’umanità, e per le vicende delle comunità che essi sanno costruire, che
diventano luogo di fraternità e di comunione
D. - Monsignore, in che modo
concretamente è possibile rinnovare le parrocchie in senso missionario?
R. - Le nostre comunità devono
porsi nell’ottica dell’evangelizzazione cioè di come raggiungere quanti oggi
non fanno più riferimento alla comunità cristiana, quanti non sentono nelle
ragioni del Vangelo anche quelle della propria vita. In modo particolare una
comunità cristiana vive dell’eucaristia, fa catechesi, amministra fraternità,
comunione, solidarietà. Come questo può diventare significativo per chi non
viene? L’ottica dell’evangelizzazione deve rinnovare e dare senso anche
all’organizzazione interna della comunità.
D. - In questo senso è molto
importante anche la formazione missionaria?
R.- Certo, se la formazione degli
operatori pastorali e di tutti quelli che partecipano a una comunità non è -
per così dire – estroversa, proprio per annunciare il Vangelo, evidentemente
rimarrebbe soltanto l’appagamento di un bisogno interiore e questo se da una
parte fa vivere l’incontro con Gesù non lo realizza pienamente.
D. - Durante la settimana di
parlerà anche di vocazione universale alla santità nello spirito di Assisi,
cosa significa?
R. - Significa che Assisi ha un
messaggio che sa parlare a tutti, è il messaggio di Francesco e di Chiara. Ecco
questa santità di esprime come umanità piena, realizzata, felice, che nasce
proprio dall’incontro con Gesù. Crediamo che questo spirito di Assisi sia
davvero un messaggio universale di santità.
**********
“CELEBRIAMO GESÙ CRISTO, SPERANZA DEL MONDO”:
QUESTO
IL TEMA DELLA 57.MA SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE
ITALIANA,
CHE SI
E’ APERTA A VARESE CON IL MESSAGGIO DEL PAPA E SI CHIUDE OGGI
-
Intervista con mons. Luca Brandolini -
“Celebriamo Gesù Cristo, speranza
del mondo”: questo il tema della 57.ma Settimana Liturgica
nazionale italiana, che si chiude oggi a Varese, nel nord Italia. Promossa dal
Centro di Azione Liturgica (CAL) di Roma, l’iniziativa si è aperta con il
messaggio di Benedetto XVI e si colloca lungo il cammino di preparazione al
Convegno nazionale di Verona, in programma ad ottobre. L’incontro desidera
anche ricordare come la celebrazione liturgica rafforzi la missione dei fedeli
di testimoniare la speranza nel mondo. Ma ascoltiamo, al microfono di Isabella Piro, il presidente del CAL, mons. Luca Brandolini:
**********
R. - Nella lettera che il
cardinale Sodano mi ha inviato a nome del Papa si
definisce suggestivo il tema della
settimana perchè indica come, attraverso la celebrazione liturgica, l’uomo
inserito nel mistero pasquale viene trasfigurato del risorto e costituito testimone della risurrezione. Ecco, credo che
questo sia il punto per cui a noi sembra che il luogo privilegiato per
incontrare il risorto sia proprio la celebrazione liturgica, in modo
particolare la celebrazione dell’eucaristia.
D. - La cronaca di tutti i giorni,
basti pensare alla guerra in Libano, sembra minare un po’ le nostre speranze.
Come reagire, allora, allo sconforto nella vita quotidiana?
R. - Bisogna andare alla sorgente
della speranza e la sorgente della speranza è il risorto. I cristiani che
incontrano realmente il risorto sono chiamati ad annunciare questa speranza
come un’esperienza vissuta e così si dà il contributo anche per costruire
fraternità, giustizia, pace, solidarietà.
D. - Si dice sempre che sono i
giovani la speranza del mondo: come far comprendere loro l’importanza della
celebrazione di Dio?
R. - I giovani sono
particolarmente predisposti a questo incontro con il risorto, proprio perché
sono quelli che forse più di altri sono preda delle paure. Sentono più di altri
il bisogno di guardare lontano. La partecipazione al mistero di Cristo dà gioia
e credo che possono trovare qui la risposta alle loro domande e alle loro
attese di speranza.
D. - Nel messaggio di Benedetto
XVI, da Lei prima citato, il Papa ci ricorda che “la preghiera apre la nostra
vita al progetto di Dio e ci spinge a farci docili strumenti nelle Sue mani”.
R. – E’ molto importante che il
Papa ci esorti a riscoprire questa dimensione della contemplazione cui dobbiamo
aprirci perché è proprio questo che genera lo stupore. Dovremmo ridiventare
bambini capaci di dire “oh” davanti al mistero. Ecco perché ci vuole
l’esperienza della semplicità di un rapporto con il Signore, ci vuole la
disponibilità a lasciarsi trasformare dal dono dello spirito che il Signore dà
soprattutto nell’incontro dell’eucaristia.
D. – Eccellenza, siamo ormai
giunti alla conclusione di questa 57.ma settimana liturgica nazionale:
possiamo tracciare un bilancio?
R. - Credo che molte volte la
commozione per l’incontro con il Signore nel clima della festa e della
comunione fraterna si percepiva chiaramente. Io credo che questi sono i
risultati e questi sono anche gli obiettivi verso i quali dobbiamo camminare
per un rinnovamento liturgico che non si stanchi di riportare tutto
all’essenziale, che è la partecipazione al mistero di Cristo risorto che ci fa
uomini nuovi per costruire una nuova umanità.
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OGGI, IN ITALIA, GIORNATA DEL BAMBINO
SCOMPARSO PROMOSSA
DAL
COMITATO ECUMENICO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
-
Intervista con Giuseppe Pantieri -
Ogni anno in Italia spariscono,
secondo la polizia, più di 1.000 bambini. Alcuni scappano dalle proprie case o
da strutture di accoglienza per immigrati, altri sono vittime di rapimenti. In
particolare, aumentano le sparizioni di bambini con meno di 10 anni, rapiti da
uno dei coniugi di coppie separate. Ogni anno il 25 agosto il Comitato
ecumenico per le comunicazioni sociali organizza la Giornata internazionale del
minore scomparso. Sentiamo Giuseppe Pantieri,
presidente del Comitato, al microfono di Elisabetta Rovis:
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R. - Da dieci anni noi
organizziamo la Giornata internazionale del minore rapito, per sensibilizzare
l’opinione pubblica a livello mondiale. Simbolicamente alle ore 11.00 c’è un
minuto di silenzio e di preghiera e a Roma c’è una preghiera ecumenica, in
quanto noi, Comitato ecumenico per le comunicazioni sociali, cerchiamo di
riunire, per un impegno culturale e sociale, esponenti
di varie fedi religiose.
D. - Perchè ogni anno spariscono
così tanti bambini?
R. – Noi ci occupiamo ovviamente
dei problemi dei minori in senso generale: il minore rapito per ricatto, per
pedofilia, per utilizzo illegale di organi e soprattutto, purtroppo, ci sono
casi in aumento di minori rapiti tra genitori separati o divorziati. La crisi
della famiglia in Italia e nel mondo è purtroppo una triste realtà. Le leggi ci
sono, gli accordi internazionali ci sono, ma non vengono
applicati. E’ passata da poco una legge nello Stato italiano, che riconosce in
qualche modo la parità di diritti tra padre e madre. Questo è già un passo in
avanti, ma, soprattutto a livelli internazionali, è quasi impossibile
applicarla.
D. – Che cosa è cambiato da quando dieci anni fa avete organizzato la prima Giornata
per il minore rapito?
R. – Una maggiore
sensibilizzazione. Stanno crescendo in tutta Italia e anche a livello mondiale
le associazioni, i movimenti, che si occupano di questi problemi dell’infanzia.
Noi riteniamo che il crimine contro l’infanzia sia un crimine contro l’umanità.
L’infanzia è il futuro di tutti noi e dobbiamo assolutamente fare qualcosa di
concreto, subito, senza perdere tempo, perché sono circa mille i casi all’anno solo in Italia, di rapimento di minori.
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LA
PROSSIMA MOSTRA CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA OSPITERA’
ANCHE QUEST’ANNO UN PARTICOLARE FILM-DOCUMENTARIO DI GIL
ROSSELLINI:
SI TRATTA DELLA SECONDA PARTE DELLA PELLICOLA
DEDICATA
ALLA SUA STORIA PERSONALE
-
Intervista con lo stesso regista -
Gil Rossellini, figlio del
grande Roberto Rossellini, sarà nuovamente presente
quest’anno alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia con la seconda parte
del film-documentario Kill Gil (vol.II), nel quale racconta, con lucidità e ironia, la
sua terribile malattia, la difficoltà della sua condizione di disabile, i
progetti legati all’amore per la sua professione di regista. Un’opera anche di
poesia e di speranza. Il servizio di Luca Pellegrini:
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Figlio
illustre, regista affermato, disabile: è Gil Rossellini. Le avventure di un artista, i dolori di un
uomo: da un lato, la passione per il cinema e il film documentario, dall’altro,
una malattia, dovuta ad un raro avvelenamento del sangue, che lo ha costretto,
nell’autunno del
“Io lo
preferisco chiamare documento, ho fatto molti documentari in vita mia, questo è
uno stile un po’ diverso e comunque è tutto incentrato su una cosa importante:
il fatto che io sia stato molto, molto vicino a morire e mi sia salvato. Di qui
poi un grande ottimismo della vita riconquistata e grande speranza per il
futuro e così finisce il primo film. Nel secondo invece poi c’è l’affrontare la
dura realtà che ho dovuto affrontare nella mia nuova condizione di paraplegico.
Mi aspetta ancora un’operazione tra una decina di giorni, la 31.ma dal novembre del 2004, quindi continua il calvario anche se poi in realtà io sono andato avanti
rispetto al discorso di avere avuto la vita salva. Ho cominciato ad affrontare
le varie realtà. E’ una continuazione della mia storia in realtà, il film è per certi aspetti molto simile al primo e per certi altri
molto diverso”.
La sua
nuova condizione di disabile non le ha impedito di riflettere sulla sua storia
personale in relazione ha quanto il mondo ha vissuto negli ultimi anni, a
partire dalla tragedia dell’11 settembre.
“Quel
giorno la mia vita è cambiata. Io abitavo lì con mia moglie; fino ad allora per
me il concetto di guerra era la Seconda Guerra Mondiale attraverso i racconti
di papà, o i film di papà o molti altri film che ho visto. La
guerra del Vietnam, quando andavo al liceo, era il motivo per andare a fare le
manifestazioni antiamericane; la guerra del Golfo, la prima, io me la ricordo
quasi come un videogame; il conflitto mediorientale è una tale costante nella
mia vita, purtroppo di grande attualità in questi giorni, ma diventa quasi
un’abitudine, la seguo come se fosse un bollettino meteorologico: con grande
tristezza per il popolo israeliano così come per quello libanese, però non è la
guerra che vivi tu personalmente. Tra l’altro, io sono anche stato in
prima linea come documentarista, come film-maker, nei Balcani, in zone molto
calde, con le bombe dei mortai che scoppiavano a centinaia di metri da dove
stavo io. Ma non è la tua guerra, io
ero andato ad una guerra. Quel
giorno, l’11 settembre, mi sono svegliato, e la guerra era in casa mia e ho
scoperto cos’è la paura. Da quel giorno ho sempre pensato che quella data
avrebbe sempre demarcato il prima e il dopo della mia
vita e poi ho scoperto che ci sarebbe stata un altro giorno, il 19 novembre
2004, in cui la mia vita è cambiata in maniera molto più radicale”.
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25 agosto 2006
PROSEGUONO
GLI INCONTRI PREPARATORI IN VISTA DELLA V CONFERENZA GENERALE
DEGLI EPISCOPATI
DELL’AMERICA LATINA, CONVOCATA DAL PAPA
DAL 13
AL 31 MAGGIO 2007 NELLA CITTA’ BRASILIANA DI
APARECIDA, SUL TEMA
“DISCEPOLI E MISSIONARI DI GESÙ CRISTO
AFFINCHÉ I NOSTRI PAESI ABBIANO VITA IN LUI”
- A cura di Luis Badilla -
LIMA. = Martedì scorso 22 agosto, a
Lima in Perù, presso
CONDANNATO
IN CINA AD OLTRE 4 ANNI DI CARCERE UN’ATTIVISTA
PER I
DIRITTI UMANI, IL 34ENNE CHEN GUANGCHENG, NOTO PER LE SUE DENUNCE
CONTRO
LA POLITICA REPRESSIVA DI PIANIFICAZIONE FAMILIARE NELLA PROVINCIA
DELLO
SHANDONG, DOVE MIGLIAIA DI DONNE SONO STATE COSTRETTE
AD
ABORTI TARDIVI E STERILIZZAZIONI
PECHINO. = Un attivista cinese per
i diritti umani, il 34enne Chen Guangcheng,
è stato condannato ieri da un Tribunale a quattro anni e tre mesi di carcere
per “danni intenzionali alla proprietà pubblica e organizzazione di una folla
per disturbare il traffico”. Chen, che è cieco, è
diventato noto l’anno scorso, per le sue denunce su gravi abusi nella politica
di un “figlio solo” nella provincia cinese dello Shandong. Secondo l’accusa, riferisce l’agenzia
ufficiale cinese Xinhua, Chen
ha incitato i contadini a danneggiare proprietà ed attaccare
SI APRE DOMANI A KYOTO, IN GIAPPONE, L’OTTAVA
CONFERENZA MONDIALE
DELLE RELIGIONI PER
CRISTIANI DI VARIE CONFESSIONI, EBREI, INDUISTI, MUSULMANI,
SIKH
- A
cura di Chiaretta Zucconi -
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KYOTO.
= Trasformazione dei conflitti, peace-building, sviluppo sostenibile: questi i temi
principali che verranno affrontati nel corso
dell’ottava Conferenza mondiale delle religioni per la pace, che apre i
battenti domani a Kyoto, in Giappone. Una Conferenza
istituita nel 1970 e fondata sul principio del profondo rispetto delle
diversità religiose cui partecipano buddisti, cristiani di varie confessioni,
ebrei, induisti, musulmani, sikh. Per i leader
religiosi provenienti da tutto il mondo sarà una occasione
per confrontarsi sulle diverse forme di violenza: religiosa, economica,
politica e sociale. “Ed è proprio attraverso questa interazione dinamica che
sarà possibile identificare i problemi e delineare le strategie sulle quali le
comunità religiose saranno chiamate a lavorare nei prossimi cinque anni”, ha
sottolineato nel suo messaggio di benvenuto, William Vendley,
segretario generale della Conferenza. Un dialogo interreligioso a favore della
coesistenza pacifica e della prosperità economica, che affronterà dunque anche
i gravi problemi dell’infanzia, della fame, del degrado ambientale, è quanto
mai importante in un momento di violenta esasperazione dei conflitti e degli
estremismi religiosi.
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I
PIANETI DEL SISTEMA SOLARE DIVENTANO OTTO, CON PLUTONE DECLASSATO
A
PIANETA “NANO”. A DECIDERLO,
PRAGA.=
Otto pianeti, non più nove, ed una nuova categoria di corpi celesti: cambia
così il Sistema Solare, secondo la risoluzione votata ieri dagli studiosi
dell’Unione Astronomica Internazionale, (IAU), riuniti in questi giorni a Praga
in Assemblea generale. Plutone, fino a ieri
considerato nono pianeta, è stato declassato a pianeta “nano”, assumendo il
rango di prototipo di una nuova sottocategoria di corpi celesti, chiamati
plutoniani. Secondo la risoluzione approvata, i corpi del sistema solare vengono suddivisi in tre diverse categorie: accanto ai
pianeti classici, Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e
Nettuno, esisteranno anche pianeti “nani”, Plutone, Xena, Caronte e Cerere e piccoli corpi celesti, che comprenderanno tutti
gli altri piccoli corpi che orbitano intorno al Sole. Cambia così il
significato del termine pianeta, definito da ieri come un corpo celeste in
orbita intorno al Sole, con massa sufficiente a generare una propria gravità
che non deve incontrare altri oggetti nella sua orbita. (A.Gr.)
DAL 28 AGOSTO CONVEGNO INTERNAZIONALE, A BELLARIA
IGEA MARINA,
NEI
PRESSI DI RIMINI, PER INFORMARE SULL’EMERGENZA DEGLI ABBANDONI MINORILI
E
PROMUOVERE UNA CULTURA DELL’ACCOGLIENZA.
SONO
145 MILIONI I BAMBINI SENZA FAMIGLIA NEL MONDO
ROMA. = “Senza figli Senza” è il titolo
del Convegno internazionale per informare sull'emergenza dell’abbandono
minorile e promuovere una cultura dell'accoglienza. L’incontro si aprirà a Bellaria Igea Marina, in provincia di Rimini, lunedì
prossimo 28 agosto, organizzato dall'associazione “Amici dei Bambini”, sotto
l’egida dell’Unione Europea, con la collaborazione della BNL e della Regione
Emilia Romagna. Il Convegno, che durerà tre giorni, non intende tanto
presentare relazioni di esperti o di politici quanto piuttosto le testimonianze
dei protagonisti dell’abbandono: chi lo ha vissuto sulla propria pelle, i
giovani degli istituti, coloro che lo hanno superato, i figli adottivi e affidatari, coloro che si sono aperti all’accoglienza, le
famiglie affidatarie e adottive. E’
infatti in aumento la nascita spontanea di associazioni, non solo in
Italia ma in Europa e nel mondo, che intendono agire contro l’abbandono
minorile, fenomeno che ormai ha assunto proporzioni da emergenza umanitaria,
con circa 145 milioni di bambini e adolescenti tra orfani e minori “fuori dalla
famiglia”, secondo dati dell’UNICEF. Obiettivo dei lavori è di mettere in rete tutte le associazioni familiari per individuare
problemi e strumenti innovativi che combattano l’abbandono. Per questo i
promotori del Convengo hanno lavorato per un anno di concerto con le autorità
locali dei Paesi interessati per sviscerare i temi e le proposte su cui ci si
confronterà a Bellaria Igea Marina. Una tavola
rotonda di confronto con le istituzioni italiane e straniere concluderà le tre
giornate, il 30 agosto. (R.G.)
800
RICERCATORI E SCIENZIATI DA TUTTO IL MONDO SONO ATTESI DAL 28 AGOSTO
AL
PRIMO SETTEMBRE A RIVA DEL GARDA, IN TRENTINO, DOVE SI TERRA’
LA 17.MA EDIZIONE DELLA CONFERENZA EUROPEA SULL’INTELLIGENZA
ARTIFICIALE
TRENTO. = Oltre 800 ricercatori e
scienziati provenienti da tutto il mondo sono attesi a Riva del
Garda, in Trentino, per partecipare alla Conferenza Europea
sull’Intelligenza Artificiale (ECAI), in programma dal 28 agosto al primo
settembre. Un’edizione, la 17ma, che celebra una ricorrenza particolare: i 50
anni dalla Scuola estiva di Dartmouth del 1956,
considerata la data di nascita dell'intelligenza artificiale.
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25 agosto 2006
- A cura di Isabella Piro
-
E nella notte, Israele
ha lanciato due raid aerei sulla Striscia di Gaza: un caccia dello Stato
ebraico ha distrutto con missili aria-terra un edificio di 3 piani nel campo
profughi di Jabaliya, ferendo 5 civili. La
costruzione, rasa al suolo, apparteneva ad un comandante delle Brigate dei
Martiri di Al Aqsa, braccio
armato di Al-Fatah. Altre 3 persone sono state ferite
in un secondo raid che ha colpito un’officina usata come deposito di armi.
Intanto, ci sarebbero “importanti sviluppi” nel negoziato per il rilascio dei
due giornalisti della tv americana Fox News, rapiti
il 14 agosto scorso nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto un portavoce del
ministero dell’Interno palestinese, senza fornire dettagli.
L’Iran ha fatto
ulteriori progressi nel suo programma nucleare, che saranno resi noti molto
presto. Lo ha annunciato il portavoce del governo, Hossein
Elham, ribadendo la natura civile del programma.
Intanto, il ministro della Difesa russo, Sergei Ivanov, ha definito “prematuro e inopportuno” parlare di sanzioni
dell’Onu contro l’arricchimento dell’uranio avviato
da Teheran. Ivanov ha poi
ribadito che la Russia “continuerà a cercare una soluzione diplomatica”.
Proprio ieri gli Stati Uniti avevano minacciato sanzioni contro l’Iran se non
sospenderà il programma nucleare entro il 31 agosto. E un appello alla
moderazione è stato lanciato sia dall’ex presidente della Repubblica islamica, Khatami, che ha insistito sulla necessità di una soluzione
di pace, sia dal capo negoziatore iraniano sul nucleare, Ali
Larjiani, che si è detto pronto a “negoziati
costruttivi” con la comunità internazionale.
E sul nucleare si
discute anche tra Giappone e Corea del Nord: Tokyo ha avvertito oggi Pyongyang che ritiene “assolutamente inaccettabile”
qualsiasi suo esperimento nucleare, poiché si tratterebbe di “una grave
minaccia all’intera Asia nordorientale, alla pace e
alla sicurezza mondiale”. Il monito è arrivato dal capo della segreteria del
governo, Shinzo Abe, in riferimento a recenti fonti americane sulla possibilità
che la Corea del Nord si prepari ad un esperimento atomico sotterraneo.
Giornata di violenza,
oggi, in Iraq, dove 8 persone sono morte in un’esplosione a Baghdad. Anche ieri
la capitale era stata al centro di diversi attacchi: 3 autobombe
hanno ucciso 4 persone e ne hanno ferito 18. Sempre ieri, altri 5 civili sono
stati uccisi a Baquba, a nord della capitale, colpiti
da uomini armati, mentre 5 km più a sud, a Buhritz,
due soldati iracheni hanno perso la vita a causa di una bomba artigianale.
Ritrovato, infine, il corpo decapitato di un capitano di polizia a Baiji, a nord del Paese.
Sale la tensione in
Somalia, dove l’Alleanza delle Corti islamiche è tornata a minacciare “una
guerra su vasta scala” se l’Etiopia non ritirerà le sue truppe dal Paese. “Non
accetteremo interventi di Addis Abeba in Somalia”, hanno ribadito le Corti,
mettendo poi in guardia l’Etiopia dalla possibilità di una Sharia,
la guerra santa agli infedeli. Dichiarazioni forti anche ieri alla riapertura
del porto internazionale di Mogadiscio, chiuso dal 1995, subito dopo la
partenza delle forze ONU che avevano tentato invano di riportare la pace nel
Paese. In questo modo, le Corti islamiche hanno voluto dimostrare di aver
consolidato il potere nella capitale.
Ancora sequestri in
Nigeria: nella notte, tre dipendenti della società Saipem
sono stati rapiti a Port Hancourt,
durante un attacco armato ad una piattaforma petrolifera. Tra loro, anche un
italiano. Non si sa se ad operare il sequestro siano stati alcuni banditi
oppure i guerriglieri locali contrari alle multinazionali del petrolio.
Intanto, proseguono in Niger le ricerche dei due italiani sequestrati lunedì
scorso insieme ad un gruppo di turisti, 21 dei quali
loro connazionali.
In Marocco, è stata
smantellato un gruppo terroristico islamico denominato ‘Jamaat
Ansar Al Mahdi’ che, secondo la polizia, era pronto
ad effettuare attentati e disponeva di “un’importante quantità di esplosivi”.
Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Chakib Benmoussa, specificando che sono state arrestate 52 persone,
tra cui 5 militari, 3 gendarmi e un ufficiale della sicurezza pubblica. Nei
dintorni di Salè, città gemella della capitale Rabat,
i presunti colpevoli avevano già provato bombe con detonatori a distanza,
controllati da telefoni cellulari.
Allarme all’aeroporto
irlandese di Shannon: alle 4 di stamattina, la
polizia ha ricevuto una telefonata che ha fatto scattare l’allerta su un volo
della Air Lingus, in viaggio da New York a Dublino. I
239 passeggeri a bordo sono stati fatti scendere e sono stati interrogati dalla
polizia.
Sono stati rilasciati
ieri sera i 12 passeggeri indiani fermati due giorni
fa ad Amsterdam, in Olanda, a bordo di un volo della compagnia statunitense ‘Northwest’ diretto a Mumbay. Il
velivolo era rientrato in aeroporto dopo un allarme a bordo. Secondo le
autorità olandesi, si può escludere un piano terroristico. I 12 passeggeri
erano stati fermati perché sospettati di voler mettere a rischio la sicurezza
dell’aereo.
Continuano gli sbarchi
degli immigrati sulle coste italiane: un barcone con 28 extracomunitari a
bordo, uno dei quali deceduto, è stato scortato dalla Guardia costiera a Porto
Palo, in Sicilia. Altri 3 gommoni sono stati intercettati all’alba tra il
Canale di Sicilia e l’isola di Lampedusa: recuperati circa 120 immigrati, che
si sommano agli oltre 100 arrivati nella notte in 4 diversi sbarchi. Un’altra
imbarcazione è stata avvistata a 10 miglia dall’isola di Malta.
Ci sarebbe un quarto
uomo (oltre al padre, lo zio ed il cognato) tra gli implicati nell’omicidio di Hina Saleem, la giovane
pachistana trovata sepolta nella casa dei genitori, in provincia di Brescia,
nel nord Italia. Fonti investigative hanno riferito che l’uomo, anch’egli
pachistano, si sarebbe consegnato ieri pomeriggio ai carabinieri. Insieme a lui, si è costituito anche il cognato della vittima, Mahmud Kahlid, 27 anni.
Il ministero della
Salute italiano ha annunciato ieri la nascita di un consorzio mondiale
condiviso sui dati genetici del virus dell’influenza aviaria: si tratta del Gisaid (Global Iniziative on Sharing Avian Influenza Data).
Promosso dall’Istituto zooprofilattico sperimentale
di Padova, il database permette la costruzione di un network internazionale
sulle sequenze genetiche del virus H5N1, così da comprendere meglio gli
andamenti dell’epidemia. All’iniziativa aderiscono già 30 Paesi.
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