RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 234 - Testo della trasmissione di martedì 22 agosto 2006

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Fervono i preparativi nella comunità abruzzese di Manoppello, per la visita che Benedetto XVI compirà il primo settembre al Santuario che custodisce la celebre reliquia del “Volto Santo”. Dei preparativi ci parla fra Emiliano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ancora violata la tregua in Libano, mentre prende corpo la missione dell’ONU e sembra sempre più  plausibile la guida dell’Italia: con noi Stefano Silvestri e Alessandro Colombo

 

1.300 esperti di 100 Paesi riuniti da ieri a Stoccolma, nella settimana mondiale dell'acqua: intervista con Alice Aureli

 

La famiglia al centro dei lavori della 27.ma edizione del Meeting di Rimini: con noi Paola Soave, Luca Volontè e Paola Binetti

 

Da domenica scorsa fino a domenica prossima a Rimini le reliquie di Santa Teresa di Lisieux: ce ne parla don Giuseppe Scarpellini

 

CHIESA E SOCIETA’:

Per contrastare il fenomeno dell’arrivo di clandestini, la Spagna firma un accordo con il Senegal, mentre continua l’ondata sulle coste italiane: altri 188 extracomunitari giunti ieri a Lampedusa

 

Continuano in Malaysia le intimidazioni contro Lina Joy, musulmana convertita al cristianesimo, promotrice della campagna per l’eliminazione della voce “islam” dalla carta d’identità

 

La FAO mantiene alto l’allarme sull’influenza aviaria

 

Con il conflitto in corso, aumentano in Afghanistan i casi di poliomielite. Il governo di Kabul lancia una campagna di vaccinazioni

 

Si è aperto ieri in Bulgaria il Festival internazionale giovanile della musica cristiana

 

Il 22 e 23 ottobre a Milano il convegno dei giovani accompagnatori di Lourdes

 

24 ORE NEL MONDO:

Attesa per oggi la decisione dell’Iran sul programma nucleare: ma le trattative potrebbero continuare fino al 31 agosto

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 agosto 2006

 

FERVONO I PREPARATIVI NELLA COMUNITA’ ABRUZZESSE DI MANOPPELLO,

PER LA VISITA CHE BENEDETTO XVI COMPIRA’ IL PRIMO SETTEMBRE

AL SANTUARIO CHE CUSTODISCE LA CELEBRE RELIQUIA DEL “VOLTO SANTO”

- Intervista con fra’ Emiliano -

 

         Tra dieci giorni esatti, il primo settembre, Benedetto XVI volerà in elicottero in Abruzzo per sostare in preghiera davanti ad una antichissima e straordinaria reliquia cristiana, il “Volto Santo” di Manoppello, custodita dai Francescani nel Santuario dell’omonima cittadina abruzzese, non lontana da Chieti. Ad accogliere ed accompagnare il Papa nelle due ore della visita sarà, insieme con le autorità civili locali, l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, e di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti. Ma qual è la storia di questa reliquia? Ce la descrive, in questo servizio, Alessandro De Carolis.

 

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(musica)

 

Un volto di tela che guarda pacatamente l’interlocutore, senza nascondere i segni di una evidente sofferenza fisica ma come se quella sofferenza non potesse più nulla su chi l’ha patita. Il volto di un uomo con la barba - gli occhi aperti, una guancia tumefatta, le labbra esangui – ritratto su un piccolo panno di tela marrone di 17 cm. per 24. Chi posa lo sguardo sul “Volto Santo” custodito nel Santuario di Manoppello non può non pensare alla straordinaria immagine della Sindone. E di una piccola Sindone, in fondo, la tradizione parla anche del telo di Manoppello, giacché le fattezze del volto che reca impresse, non prodotte da mano umana, sono perfettamente sovrapponibili alla celebre reliquia di Torino, come se il piccolo panno custodito nel Santuario abruzzese fosse stato poggiato sul più grande sudario, che ricorda in modo impressionante la Passione di Cristo.

 

La storia del “Volto Santo” è antichissima e gli studi del padre gesuita Heinrich Pfeiffer hanno permesso di formulare delle ipotesi, un filo rosso che, dalle ore immediatamente successive al supplizio del Calvario, arrivano al 1506, grazie alla “Relazione Historica” di un religioso dell’epoca, padre Donato da Bomba. E’ in un giorno qualsiasi di quell’anno – scrive padre da Bomba – che uno stimato dottore di Manoppello, già allora un centro rinomato dell’Abruzzo, viene avvicinato in piazza da uno sconosciuto e invitato ad entrare nella chiesa del paese. Il dottore, tale Giacom’Antonio Leonelli, riceve dallo sconosciuto un involto: all’interno vi è custodito il piccolo telo con il Volto Santo. La storia prosegue fra alterne vicende. Il panno passa di mano in mano, viene venduto e riscattato, rischia di rovinarsi. Finché a conferirgli protezione e decoro è padre Clemente da Castelvecchio, del Convento dei Cappuccini di Manoppello, che coglie nel rettangolo di tela il segno della straordinarietà, rendendo il piccolo centro abruzzese una meta di pellegrinaggi e di fede.

 

Il Santuario aveva ancora un debito con la storia: la visita e la venerazione di un Pontefice, finora mai avvenute. Un “debito” che ora salderà Benedetto XVI, il prossimo primo settembre.

 

(musica)

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         Il Santuario e la diocesi abruzzese di Chieti-Vasto stanno preparandosi da giorni alla visita, inedita e molto attesa, di un Papa al Santuario di Manoppello. Sentimenti che conferma uno dei religiosi francescani del Santuario, fra’ Emiliano, al microfono di Alessandro De Carolis: 

 

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R. – Benedetto XVI sarà il primo Papa della storia a venire da noi. Quindi, questa visita sarà in veste di pellegrino, come per coloro che vengono non tanto a guardare il Volto, ma a lasciarsi guardare da questo Volto che ricorda il Risorto. Nella recente intervista rilasciata alla Radio Vaticana e alle televisioni tedesche, a Castel Gandolfo, il Papa diceva proprio questo: bisogna riscoprire il Dio dal volto umano. Tutti noi vorremmo un Dio potente che ci risolvesse i problemi nella vita. Invece, nel Volto di Manoppello abbiamo il viso di un Dio che è stato fragile, ha sofferto, ha versato lacrime e sangue e ha gioito come ciascuno di noi.

 

D. – In che modo la vostra comunità si sta preparando ad accogliere il Papa?

 

R. – Soprattutto a livello spirituale: nella preghiera, nell’accoglienza francescana, perché siamo Frati Cappuccini e quindi come Francesco amava e rispettava e onorava il Santo Padre, anche noi, come Frati Minori Cappuccini, dobbiamo seguire le orme di San Francesco. Poi, sono coinvolte tutte le forze civili e, in particolare, quelle dei media: stanno venendo testate giornalistiche un po’ da tutto il mondo. E’ arrivata la prima televisione tedesca, la prima televisione polacca ed altre tre televisioni. Il nome di questo paese, Manoppello, sconosciuto per tanti, adesso sta facendo il giro del mondo.

 

D. – C’è un gesto particolare, un segno, che state preparando per la visita di Benedetto XVI?

 

R. – Sì, ci saranno vari doni, tra cui un rosario realizzato da Chiara Vigo, esperta di bisso e tele. Poi, avremo un’icona di suor Blandina Paschalis Schlömer, la monaca trappista che ha scoperto la sovrapposizione del Volto Santo con la Sindone. Ma anche la comunità locale donerà un quadro al Santo Padre.

 

D. – Qual è il messaggio del Santuario di Manoppello, il Santuario del Volto Santo, per i cristiani di oggi?

 

R. – Quello di riscoprire un Dio dal volto umano. Sembra strano, ma nell’era delle immagini, nell’era della comunicazione, il Signore si manifesta tramite un volto, tramite un’immagine che non tanto ci dà delle risposte, ma ci accende tante domande, che interpellano la nostra fede e la nostra vita.

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L’UDIENZA GENERALE DI DOMANI SARA’ PRESIEDUTA

DA BENEDETTO XVI IN AULA PAOLO VI

 

         Benedetto XVI sarà domattina a Roma per tenere l’udienza generale. L’incontro con i fedeli per la catechesi del mercoledì si svolgerà in Aula Paolo VI, con inizio alle ore 10. La radiocronaca dell’avvenimento curata dalla nostra emittente inizierà alle 9.50, con commento in lingua italiana.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il Medio Oriente: fragile tregua in Libano, tre miliziani Hez-bollah uccisi dai soldati israeliani. Permane incertezza sui tempi e sui modi del rafforzamento dell’UNIFIL.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle ordinazioni sacerdotali.

 

Servizio estero - Repubblica Democratica del Congo: reiterate violenze a Kinshasa dopo l’annuncio dei risultati elettorali; tre giorni di scontri tra sostenitori di Kabila e di Bemba.

 

Servizio culturale - Un articolo di Mario Spinelli dal titolo “Il viaggio in treno di Pio IX a Frascati nel vagone personale oggi custodito a Palazzo Braschi”: una pubblicazione ricorda i 150 anni della ferrovia che collega Roma con la cittadina dei Castelli.

 

Servizio italiano - In primo piano l’emergenza immigrazione.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 agosto 2006

 

 

ANCORA VIOLATA LA TREGUA, MENTRE PRENDE CORPO LA MISSIONE DELL’ONU

E SEMBRA SEMPRE PIU’  PLAUSIBILE LA GUIDA DELL’ITALIA

- Con noi Stefano Silvestri e Alessandro Colombo -

 

Ancora una violazione del cessate-il-fuoco in Libano, dove ieri sera nuovi scontri tra israeliani ed Hezbollah hanno causato la morte di tre miliziani sciiti. Intanto, ieri il presidente americano, Bush, ha chiesto nuova risoluzione ONU che delinei il mandato della forza Unifil, evidenziando l’urgenza del dispiegamento delle forze di pace per garantire la fragile tregua. E ieri l’Italia si è detta disponibile a guidare la missione. Roberta Moretti:

 

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Il ministro degli Esteri italiano, D'Alema, ha chiesto stamani un vertice urgente dei capi della diplomazia dell’Unione Europea sulla missione ONU in Libano. La presidenza di turno finlandese sta valutando la proposta. Da parte sua, la Commissione europea ha fatto sapere di sostenere tutti gli sforzi per un maggiore contributo alla forza Unifil in Libano, allo scopo di perseguire una pace duratura nella regione. Per domani, intanto, è in programma un summit tecnico, che comincerà a fissare modalità, numeri e mandato di ciascun Paese nella forza di pace ONU. Per quanto riguarda l’Italia, ieri, il premier Prodi in una telefonata con il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, aveva confermato la “disponibilità italiana al comando della missione ONU” in Libano. Una notizia accolta favorevolmente anche dal premier libanese, Siniora, che ha telefonato a Romano Prodi, informandolo che il governo di Beirut ha chiesto all’unanimità all'Italia di assumere un ruolo primario nella missione. Da parte sua, il presidente libanese Lahoud, ha dichiarato di preferire l’Italia alla Francia che ora, “a causa dell'attuale amministrazione, si è schierata con gli Stati Uniti con due progetti di risoluzione contrari agli  interessi del Libano”. I Paesi coinvolti nella missione, secondo D’Alema, saranno anche Belgio, Olanda, Spagna, Germania e Paesi nordici. Ma sull’ipotesi che l’Italia assuma il comando dei “caschi blu” in Libano, Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Stefano Silvestri, presidente dell’Istituto Affari Internazionali:

 

R. – E’ una cosa positiva per l’Italia dal punto di vista politico-diplomatico. I rischi sono che ci si trovi di fronte a situazioni in cui, non avendo mandato chiarissimo, non avendo regole d’ingaggio abbastanza decise, si finisca per dover assistere impotenti. Per esempio, se le forze intervengono sul terreno e vedono degli hezbollah armati, devono disarmarli o meno? Che cosa devono fare delle armi? Devono solo difendersi o devono poter agire? Queste cose vanno chiarite!

D. – Il presidente americano Bush ha rimarcato che ci sarà una nuova risoluzione per chiarire appunto le regole d’ingaggio …

 

R. – Certamente! L’urgenza c’è, perché la tregua sta reggendo a stento. Bisogna assolutamente consolidarla. Probabilmente, una seconda risoluzione dell’ONU che chiarisca meglio questi punti e con più decisione è la via migliore per risolvere queste ambiguità.

 

D. – Questo in tempi brevi?

 

R. – Io credo in tempi brevi, sì. Qui parliamo di una settimana al massimo. Si può cominciare a mandare degli uomini per rinforzare l’UNIFIL, ma mandare il grosso delle forze va deciso nel giro di pochi giorni e va attuato nel giro delle prossime poche settimane.

 

                            Ma perché è difficile organizzare questa missione in tempi brevi? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto ad Alessandro Colombo dell’ISPI, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale:

 

R. – Io credo che la ragione fondamentale sia il fatto che tutti gli attori, sia in Europa sia nella regione, non credono alla stabilità della tregua. L’impressione è che Israele consideri, insoddisfacente il “risultato” della “Prima guerra”, come già viene definita in Israele e quindi ci sia nell’esecutivo israeliano, da parte almeno di alcuni membri, la tentazione di riprendere l’iniziativa. E dall’altro lato, la situazione negoziale è paradossale perché il partner ufficiale è il governo libanese, mentre il partner concreto, che dovrebbero essere gli Hezbollah, non sono tuttavia riconoscibili come partner legittimo nella trattativa.

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1.300 ESPERTI DI 100 PAESI RIUNITI DA IERI, A STOCCOLMA, NELLA SETTIMANA

 MONDIALE DELL'ACQUA: L’ALLARME NON E’ SOLO PER I PAESI POVERI

IN CUI SCARSEGGIA, MA ANCHE PER I PAESI RICCHI

IN CUI VIENE SPRECATA O INQUINATA

- Intervista con Alice Aureli -

 

1.300 esperti provenienti da 100 Paesi partecipano da ieri, a Stoccolma, ad una serie di incontri nell’ambito della Settimana mondiale dell'acqua.  Oltre agli esperti del settore, ci sono rappresentanti di governi e di organizzazioni internazionali. La scarsità d’acqua è sempre più un problema globale, aggravato dagli sprechi, dal riscaldamento globale e dalle fallimentari politiche di gestione di questa risorsa. Per 1 miliardo e 100 mila persone l’accesso all’acqua potabile è ancora un diritto negato. Ma quali sono gli obiettivi di questa Settimana dell’acqua?  Al microfono di Elisabetta Rovis, lo spiega Alice Aureli, responsabile del programma risorse idriche sotterranee dell’UNESCO:

 

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R. - Per quest’anno una delle domande chiave che le Nazioni Unite pongono ai governi è la possibilità di uscir fuori dalla crisi idrica, che sta già investendo molte regioni e molti Paesi del mondo. E soprattutto ci si chiede come poter dividere tra di noi i benefici dell’utilizzo di queste risorse idriche. Infatti, uno dei seminari più importanti, che si svolgono questa settimana, si riferisce agli acquiferi internazionali, cioè a tutte quelle acque sotterranee che sono distribuite nel nostro globo, che sono condivise, che sono transfrontaliere tra più Paesi sovrani.

 

D. – Nei giorni scorsi, un rapporto del WWF ha lanciato un allarme sul progressivo estendersi della crisi idrica anche ai Paesi ricchi…

 

R. – Stiamo vivendo una schizofrenia. Nei Paesi ricchi continuiamo a sporcare la nostra acqua. Si fa molto poco per non sprecare questa risorsa e quindi andiamo inevitabilmente verso un depauperamento di questa risorsa e verso uno spreco eccessivo. Purtroppo, invece, nei Paesi poveri, dove questa risorsa è poco conosciuta, l’utilizzo è ancora abbastanza primitivo e vi è una mancanza dovuta anche alla poca capacità di gestione.

 

D. – Quali sono, secondo lei, le responsabilità dei governi?

 

R. – Il budget che i governi destinano alla gestione, all’utilizzo, alla conoscenza, alla formazione relativa alle risorse idriche è assolutamente ridicolo. C’è una mancanza di volontà, perchè la presa di coscienza c’è stata. Non credo che un politico possa dire di non sapere. Non lo può più dire. Ma ancora una volta gli stanziamenti e i fondi sono assolutamente insufficienti.

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LA FAMIGLIA AL CENTRO DEI LAVORI DELLA 27.MA EDIZIONE DEL MEETING DI RIMINI

- Con noi Paola Soave, Luca Volonté e Paola Binetti -

 

“I Pacs non sono compresi nel programma del governo dell’Ulivo e non si faranno”. Al contrario, “il governo sosterrà una politica a sostegno della famiglia tradizionale”. La senatrice Paola Binetti, della Margherita, e l’onorevole Luca Volonté, dell’UDC, affrontano al Meeting di Comunione e liberazione, il tema della famiglia, “elemento irrinunciabile della natura stessa dell’uomo”. Da Rimini, Luca Collodi:

 

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Il Meeting di Rimini chiede con forza la tutela della famiglia fondata sul matrimonio. In Italia, afferma Paola Soave del Forum delle Associazioni familiari, ci sono 22 milioni di coppie sposate e 500 mila coppie di fatto, di cui solo una minoranza sono coppie omosessuali.

 

“Non è possibile che nessuno si chieda, dalle unioni civili ai Pacs, nel dibattito italiano e internazionale, che non è possibile affidare allo Stato la valutazione del legame affettivo tra due persone”.

 

L’onorevole Volontè e la senatrice Binetti chiedono più attenzione al governo in particolare sulle politiche per le famiglie giovani e per quelle con anziani a carico. Entrambi dicono no ai Pacs. Volontè, dell’UDC.

 

“In realtà oggi chi è penalizzato è chi è sposato, chi è penalizzato è chi fa famiglia”.

 

Non si può modificare quello che è un modello verso cui è andata la cultura occidentale che ha fondato la società sulla famiglia per restaurare un modello che potrebbe essere considerato l’inizio di un processo di involuzione della società. Binetti, della Margherita:

 

“Noi ci troviamo di fronte in modo particolare, nel caso delle coppie omosessuali, a coppie che sono strutturalmente sterili, per ovvie ragioni, e nella sterilità di questa coppia in qualche modo noi leggiamo anche l’interruzione di quel processo familiare che attraversa le generazioni, che attraversa il tempo, che attraversa i secoli”.

 

         Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana.

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DA DOMENICA SCORSA FINO A DOMENICA PROSSIMA A RIMINI

LE RELIQUIE DI SANTA TERESA DI LISIEUX

- Intervista con don Giuseppe Scarpellini -

       

La parrocchia di Santa Giustina a Rimini accoglie in questi giorni, da domenica scorsa fino a domenica prossima, le reliquie di Santa Teresa di Lisieux. Insigni oratori si alternano a sviluppare la spiritualità del Carmelo e delle più illustri figure di santità fiorite all’ombra del Carmelo, tra le quali quella di Teresa di Lisieux. Ogni giornata si conclude con la celebrazione eucaristica. Tra i celebranti i cardinali Adrianus Johannes Simonis e Christoph Schönborn; il nunzio apostolico in USA, arcivescovo Pietro Sambi; il vescovo di Rimini, Mariano De Nicolò e il vescovo Claudio Celli, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della sede Apostolica. Al promotore dell’iniziativa, il parroco di Santa Giustina di Rimini, don Giuseppe Scarpellini, Giovanni Peduto ha chiesto qual è la motivazione di questo evento e quali obiettivi si vogliono raggiungere:

 

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R. – Il motivo è che amiamo Santa Teresa e a lei ci siamo affidati come parrocchia e come comunità. Ci proponiamo l’obiettivo di portare Gesù, di amarlo e di farlo amare come lei ci ricorda nei suoi scritti. Era innamorata, infervorata di Gesù, e cerchiamo di trasmettere questo a tutti gli angoli del mondo, nelle cinque parti del mondo.

 

D. – Non è la prima volta che le spoglie della Santa vengono a Rimini …

 

R. – E’ la quarta volta. Il mio sogno sarebbe fare di questa comunità, di questa parrocchia un santuario …

 

D. – Cosa dice agli uomini d’oggi e soprattutto ai giovani la piccola Teresa?

 

R. – Intanto, lei  ha vissuto, come tutti i giovani di oggi, le prove, le difficoltà di ogni giorno, in più con un carattere ipersensibile, ma ha trovato la forza in Gesù, nella spiritualità del Natale. E soprattutto poi, essendo stata maestra delle novizie, rimane novizia, vive tra le giovani, gioisce con loro e sente le loro sofferenze, le loro difficoltà, le loro prove. Tutta la sua vita, praticamente, è stata una prova che ha superato solo fissando il suo sguardo su Gesù.

 

D. – La Santa di Lisieux è conosciuta come Teresa del Bambin Gesù, ma si dimentica il resto dell’appellativo e cioè del Volto Santo

 

R. – Certamente. Abbiamo approfondito questo aspetto con una mostra dove evidenziamo la grande scoperta che lei fa del Volto Santo di Gesù. Lei è innamorata, è ‘cristificata’, lei vive interamente illuminata dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. E’ un aspetto che rende a Teresa la sua dimensione vera, la dimensione che la pone tra i più grandi mistici. Potremmo anche definirla la mistica del Volto Santo di Gesù. E’ colei che contempla con profonda gioia, una gioia che diventa sofferenza, che assume le sofferenze di Cristo Signore.

 

D. – A questo proposito è stato anche preparato un DVD di Alberto di Giglio sul rapporto fra Teresa e il volto sindonico del Cristo: ce ne vuole parlare?

 

R. – Il DVD si integra nella mostra e vuole illustrare un rapporto con la Sindone, nel senso che Teresa morirà nel ’97, e la Sindone verrà scoperta l’anno dopo nelle foto di Secondo Pia. Direi che vi è una profonda relazione perché il volto che lei contempla nella sua vita è il Volto Santo di Tours che poi era una copia del volto della Veronica che era già venerato in San Pietro. Raccomanderei di conoscere questo aspetto della Santa, cioè Teresa del Volto Santo, Teresa mistica della sofferenza, della passione, della risurrezione di Cristo. E’ un messaggio poderoso che illumina non solo i giovani ma anche ogni realtà e ogni categoria delle persone che si definiscono cristiane. Il suo messaggio è un messaggio universale, essendo Dottore della Chiesa, e in questo senso ha una potenza persuasiva che rimanda al Vangelo.

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CHIESA E SOCIETA’

22 agosto 2006

 

 

NON SI PLACA L’ONDATA DI ARRIVI DI CLANDESTINI SULLE COSTE ITALIANE.

ALTRI 188 EXTRACOMUNITARI SONO GIUNTI IERI SERA NEL PORTO DI LAMPEDUSA.

INTANTO, PER CONTRASTARE IL FENOMENO, LA SPAGNA HA SIGLATO UN ACCORDO

CON IL SENEGAL PER IL MONITORAGGIO DELLE COSTE

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

ROMA. = Sono arrivati in serata i circa 200 clandestini, che, soccorsi dalla Guardia Costiera, hanno affermano di essere partiti dalla Libia e di aver navigato per 5 giorni. E mentre si profila una nuova emergenza per il Centro di prima accoglienza di Lampedusa, le autorità hanno sospeso le ricerche dei 69 dispersi dei due naufragi dei giorni scorsi. Intanto in mattinata un’altra trentina di immigrati sono stati tratti a largo delle coste ragusane. In questo quadro, stamane un vertice tecnico delle forze di polizia ha discusso sulle strategie per contrastare le organizzazioni che gestiscono il traffico di esseri umani. Ma è tutta la politica italiana ad interrogarsi sulle misure da adottare. Il presidente del consiglio, Romano Prodi, che è in continuo contatto con la Libia, ha esortato l’intervento dell’Europa. L’obiettivo – ha detto Prodi – è di sostenere le autorità libiche per fermare sul nascere il flusso di disperati. Bisogna dunque concentrare gli sforzi nei Paesi africani. La politica e la diplomazia, secondo molte ONG,  devono aiutare concretamente Paesi come Sudan e Somalia, teatro di guerre e conflitti negli ultimi anni, ma anche l’Etiopia, colpita proprio in questi giorni da violente inondazioni. Passando all’altro fronte caldo degli sbarchi, le Isole Canarie, c’è da segnalare un accordo siglato ieri fra Spagna e Senegal. I due Paesi questa settimana pattuglieranno insieme le coste per tentare di contenere il flusso di clandestini, che, solo nell’ultimo fine settimana, ha registrato circa mille e trecento cittadini africane sulle coste spagnole.

 

 

MALAYSIA: CONTINUANO LE INTIMIDAZIONI CONTRO LINA JOY, MUSULMANA

CONVERTITASI AL CRISTIANESIMO E PROMOTRICE DI UNA CAMPAGNA

PER L’ELIMINAZIONE DELLA VOCE “ISLAM” DALLA CARTA D’IDENTITA’

 

KUALA LUMPUR. = Continua a creare tensioni in Malaysia il caso di Lina Joy, una donna malesiana convertitasi al cristianesimo nel 1998 e promotrice di una strenua battaglia legale per eliminare dalla propria carta di identità la parola Islam. Da alcuni giorni nel Paese circolano volantini che chiedono la morte di un noto avvocato impegnato nel caso. Oggetto delle minacce è Maik Sarwar, vice presidente della National Human Rights Society, che ha seguito da vicino il caso Joy e che ha recentemente chiesto la creazione di una commissione nazionale interreligiosa. Ieri a condannare duramente la stesura dei volantini è stato lo stesso presidente del Consiglio degli avvocati, Yeo Yang Poh, che ha ribadito come, nel sistema giudiziario nazionale, “ogni imputato ha il diritto a una difesa”. “Denunciamo come vergognosa la circolazione dei volantini minatori”, ha detto Yeo, che definisce l’iniziativa un attacco alle fondamenta del sistema giudiziario nazionale. Sono diversi mesi che il caso della donna convertitasi al cristianesimo cattura l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. La richiesta di eliminare riferimenti religiosi dai documenti di riconoscimento, fatta dalla Joy, è stata già respinta da due gradi di giudizio ed è oggi al vaglio della Corte Federale, di cui si attende il verdetto. Di fatto in Malaysia esistono due ordinamenti, quello islamico e quello costituzionale, che entrano spesso in conflitto. Il caso della Joy è un esempio lampante dell’attrito che si genera tra i due sistemi normativi. (A.C.)

 

 

LA FAO MANTIENE ALTO L’ALLARME SULL’INFLUENZA AVIARIA.

A RISCHIO LE REGIONI DEL CAUCASO E DEI BALCANI. IN ASIA REGISTRATO

UN NUOVO CASO IN UN ALLEVAMENTO DEL LAOS

 

ROMA: = Il virus dell’influenza aviaria continua a rappresentare un pericolo per la popolazione, gli animali e l’economia di diversi paesi, e nonostante il successo degli interventi condotti per contenere la sua diffusione, si propaga ancora. E’ quanto rivela la Fao, l’organizzazione delle nazioni unite che si occupa di alimentazione e agricoltura. Il Caucaso e i Balcani sarebbero in particolare alcune delle zone più a rischio di nuovi contagi. “Si tratta - ha affermato Juan Lubroth, capo del  Sistema Preventivo di Emergenza contro le Malattie Animali  Transfrontaliere della FAO – non solo di importanti zone di sosta per gli uccelli migratori, ma di regioni in cui la produzione  avicola è di tipo rurale e familiare e le ispezioni rigorose trovano scarsa  applicazione”. Fino ad ora la malattia è stata rilevata in 55 Paesi del mondo, ma continuano a giungere notizie di nuovi focolai epidemici. L’ultimo caso in Laos, dove la presenza del virus è stata confermata in un allevamento. (A.C.)

 

AFGHANISTAN: CON IL CONFLITTO IN CORSO AUMENTANO I CASI DI POLIOMIELITE.

IL GOVERNO DI KABUL LANCIA UNA CAMPAGNA DI VACCINAZIONI CON L’INTENTO

DI COPRIRE TUTTI I BAMBINI AL DI SOTTO DEI 5 ANNI DI ETA’

 

KABUL. = E’ stata avviata in Afghanistan una nuova massiccia campagna di vaccinazioni contro la poliomielite, malattia che nell’ultimo anno, secondo i dati raccolti dalle autorità locali, si sarebbe diffusa con ben maggiore intensità rispetto allo scorso anno. A riferirlo l’agenzia MISNA che parla di un’autentica impennata di casi con 26 bambini che dall’inizio del 2006 hanno cominciato a presentare i sintomi della grave malattia. La diffusione sarebbe strettamente legata alla condizione di insicurezza del Paese e, non a caso, è stata registrata soprattutto nelle regioni meridionali, teatro in questi ultimi mesi di un intensificarsi degli scontri. Il programma lanciato dalle autorità di Kabul prevede la vaccinazione di tutti i bambini al di sotto dei 5 anni. Per far fronte all’impegno, che si calcola coinvolgerà 7 milioni di bambini, sono stati richiamati 45 mila tra operatori sanitari e volontari provenienti da tutte le province. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2005 i malati di poliomielite nel mondo sono stati 1.880. (A.C.)

 

 

AL VIA IERI IN BULGARIA IL FESTIVAL INTERNAZIONALE GIOVANILE DELLA MUSICA

CRISTIANA. “MIO DIO E TUTTO” E’ IL MOTTO DELLA VII EDIZIONE DELL’EVENTO, CHE

VEDRA’ LA PARTECIPAZIONE DI GRUPPI MUSICALI PROVENIENTI DA TUTTO IL MONDO

- A cura di Dimitri Gantchev  -

 

BELOZEM. = San Francesco, poeta e cantante dell’amore divino nel medioevo condurrà i giovani alla scoperta del Vangelo nella vita quotidiana. Questo è il tema del Festival internazionale giovanile della musica cristiana, BELOZEMFEST 2006, che si svolge dal 21 al 26 agosto a Belozem in Bulgaria. Il titolo di questa VII edizione è il motto della vita del santo più famoso  del mondo: “Deus Meus et Omnia - Mio Dio e tutto”, scelto dai padri Cappuccini che sono gli organizzatori di questo primo e unico meeting dei giovani cattolici in Bulgaria. “Oggi i giovani  si pongono domande  sul senso della vita, sull’attualità del Vangelo e come seguire Gesù, ma trovano difficoltà a dare una risposta  adeguata, afferma padre Cristoforo Kujok, ideatore e direttore del Festival. Per questo abbiamo scelto l’esempio di San Francesco, non solo nella sua spiritualità, ma anche come esempio nella vita attuale.  Perché nella sua epoca c’erano anche diverse guerre e violenze, come oggi, ma lui aveva la risposta giusta”. Ospiti del festival quest’anno sono Rafal Sciemkoviak, Christian Pop, Trombi IerihaChristian Pop dalla Polonia, Aurelio Pitino e  Roberto Bignoli dall’Italia e la “star” statunitense Monika Orsino con  Christian Tecno. Secondo padre Cristoforo, la novità di questa settima edizione del Festival consiste nel presentare il “work shop” e non solo musica. Sono previsti infatti corsi di balletto, di fotografia, di stampa su magliette e tante nuove attrazioni e nuovi amici. Il grande premio del Festival è la registrazione di una canzone nello studio professionale dei padri Cappuccini a Sofia, che sarà incluso nella speciale edizione CD Compilation Belozem 2006. Durante il festival saranno presentati gli album dei premiati dell’anno scorso: Svetlana, Ani e i giovani del Belozem.

 

PROSSIMO INCONTRO A MILANO DEI GIOVANI ACCOMPAGNATORI DI LOURDES:

APPUNTAMENTO IL 21 E 22 OTTOBRE PER IL CONVEGNO DELL'OFTAL,

L’ASSOCIAZIONE CHE CURA IL TRASPORTO DEGLI AMMALATI NEL SANTUARIO MARIANO

 

MILANO. = Si incontreranno a Milano, il 21 e 22 ottobre, i giovani che accompagnano i malati a Lourdes. Nel capoluogo lombardo si terrà infatti il XVII Convegno nazionale dell’OFTAL (Opera federativa trasporto ammalati Lourdes), patrocinato dalla Provincia di Milano. Al Centro congressi Ripamonti di Pieve Emanuele, nei pressi della città, arriveranno più di 600 ragazzi, 100 dei quali malati o disabili, provenienti dalle diverse sezioni nazionali dell’associazione per confrontarsi sul tema “Maestro, il tuo amico è malato”. Dopo l’ultimo appuntamento, che si tenne a Genova nel 2004, il Convegno OFTAL torna nella città che l’ospitò per la prima volta. Per sabato 21 ottobre è previsto un confronto tra mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, e Marco Melazzini, presidente dell'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, e a seguire una riflessione sul tema dell’amicizia condotta da padre Saverio Zampa, responsabile dell’accoglienza dei giovani presso il Santuario di Lourdes. Il giorno seguente, invece, gli psicologi Gilberto Gillini e Maria Teresa Zattoni parleranno di malati e di nuove malattie. L’Incontro si concluderà con un intervento del cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, e con la celebrazione eucaristica presso la basilica di San Ambrogio a Milano. (R.G.)

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24 ORE NEL MONDO

22 agosto 2006

 

- A cura di Roberta Moretti -

 

           

● Ancora sangue in Iraq. Questa mattina, un ragazzo di 14 anni è morto e tre persone sono rimaste ferite nel corso di violenti scontri tra insorti e forze britanniche nella città di Amara, nel Sud del Paese. Sempre nella mattinata, i cadaveri sgozzati di otto commercianti di frutta sono stati ritrovati su una strada a sud di Baghdad. Intanto, continua dopo l’apertura di ieri nella capitale il secondo processo a Saddam Hussein e a sei alti esponenti del suo regime, tra cui il cugino Ali Hassan al Majid, soprannominato ‘Ali il chimico’, tutti accusati di genocidio nella tristemente nota Campagna di Anfal, nel nord dell’Iraq. Oggi il primo testimone dell’accusa. Il Servizio di Roberta Gisotti:

        

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Aveva ancora tra le mani una palla colorata uno dei bimbi curdi massacrati nel Kurdistan iracheno, rinvenuti in una fossa comune: il pubblico ministero Taklif ne ha mostrato le foto in aula. “I crimini  barbari commessi dagli imputati – ha detto - sono di una dimensione tale che la mente umana fa fatica a comprenderne la vastità”. Genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità: le accuse a carico dei sette coimputati per la campagna di Anfal, lanciata dal governo iracheno contro i Curdi nel nord del Paese, con l’utilizzo di armi chimiche, distruggendo nell’arco di due anni, tra il 1987 e il 1989 3 mila villaggi e provocando la morte di almeno 100 mila persone, tra cui donne, bambini anziani, oltre a decine di migliaia di deportati in tre campi di concentramento.  A presiedere la Corte, Al Ameri, un giudice sciita con 25 anni di esperienza. Un processo che si annuncia carico di emozioni per la mole di documenti e di testimoni, sarebbero oltre mille. A deporre per primo, stamane, Ali Mostafa Hama: ha raccontato di aver visto aerei lanciare bombe sul suo villaggio, che dagli ordigni usciva un gas verdino e che poco dopo le esplosioni gli abitanti hanno cominciato a sentirsi male e a perdere la vista. Saddam Hussein, che disconosce l’autorità del Tribunale, a suo dire “nato dall’occupazione”, è in attesa della sentenza - prevista a metà di ottobre - del primo processo per la strage di 148 sciiti nel villaggio di Dujail. Ma se anche fosse condannato a morte, l’esecuzione dell’ex rais che ha 69 anni, dovrà attendere a lungo per gli eventuali appelli e la chiusura di questo secondo procedimento a suo carico.

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● E’ di almeno tre palestinesi uccisi e di altri cinque feriti il bilancio complessivo, ma ancora provvisorio, di due distinte incursioni delle forze israeliane nella Striscia di Gaza. Una prima colonna di carri armati, autoblindo e ruspe, spalleggiati da elicotteri, è penetrata nella tarda notte tra i valichi del confine orientale di Nahal Oz e di Karni, incontrando un’accanita resistenza da parte di militanti locali. Successivamente, mezzi corazzati sono entrati nella Striscia anche dalla parte meridionale, spingendosi fino al villaggio di Qarara, a nord di Khan Younis. Non è chiaro quali fossero gli obiettivi delle operazioni. Karni è il principale terminal merci attraverso il quale passano i rifornimenti e le esportazioni della Striscia. Intanto, il governo egiziano ha deciso di schierare nella notte 1.300 nuovi poliziotti lungo la frontiera con la Striscia di Gaza, dove già erano operativi 750 agenti. Il Cairo teme infiltrazioni di palestinesi lungo la frontiera e per questo ha deciso di rafforzarne gli argini.

 

● Le forze britanniche di stanza nella provincia meridionale afghana di Helmand hanno ucciso nella notte nove sospetti guerriglieri talebani che preparavano un attacco alla Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (ISAF). In un altro scontro, due soldati canadesi dell’Isaf sono rimasti feriti durante un attacco sferrato da alcuni ribelli taleban nel sud dell’Afghanistan. I due stavano viaggiando assieme al loro convoglio nel distretto di Panjwayi, nella provincia di Kandahar, quando sono stati attaccati. I soldati hanno risposto al fuoco e sono riusciti a “sottrarsi” all’imboscata.

 

● E’ attesa per oggi alle 14 e 30 ore italiane la decisione dell’Iran riguardo la sospensione o meno del programma di arricchimento dell’uranio. Stando alle ultime dichiarazioni ufficiali, il governo di Teheran sembra pronto a respingere il pacchetto di offerte avanzate dalle grandi potenze in cambio della rinuncia al proprio programma nucleare. Intanto si avvicina la data limite del 31 agosto, fissata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU per decidere se applicare sanzioni nei confronti della Repubblica islamica. Il servizio di Andrea Cocco:

 

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I segnali che giungono da Teheran sono poco confortanti. In queste ultime ore si sono infatti moltiplicati i discorsi ufficiali delle autorità iraniane a favore del proseguimento del programma nucleare riavviato nell’agosto del 2005. Il più importante quello fatto ieri dall’ayatollah Khomeini, il leader supremo della rivoluzione islamica, che ha ribadito l’intenzione dell’Iran a non sospendere il proprio piano nucleare e a contrapporsi a chi vuole impedire il progresso tecnologico del Paese. Unno’ che sarà probabilmente ripetuto, nero su bianco, nella lettera ufficiale che sarà consegnata oggi agli ambasciatori europei e che chiude quindi la porta al pacchetto di incentivi economici offerti dalla grandi potenze in cambio della rinuncia dell’Iran all’arricchimento dell’uranio. Ma è comunque ancora presto per vedere scattare le sanzioni previste dalla risoluzione approvata lo scorso giugno dal consiglio di sicurezza dell’Onu. Secondo diversi osservatori, una nuova serie di frenetiche trattative sarebbe infatti alle porte nel tentativo di trovare un accordo prima del 31 agosto. Ad aprire ulteriori spiragli, le stesse autorità di Teheran con il ministro degli Esteri Mottaki e il negoziatore iraniano Ali Lariani, che hanno parlato di “tempi non ancora    esauriti per le trattative e di diverse proposte iraniane per superare la crisi”. Intanto si temono ulteriori divisioni all’interno del Consiglio di sicurezza. Alla linea dura propugnata dagli Stati Uniti, che ieri hanno chiesto sanzioni rapide contro Teheran in caso di un rifiuto, continua infatti ad opporsi la via propugnata da Russia e Cina con quest’ultima che proprio oggi ha dichiarato di non volere sanzioni contro l’Iran. Intanto a mostrarsi preoccupata per l’evoluzione della crisi iraniana è anche Israele che oggi per voce del suo ministro dell’Agricoltura ha detto di temere un attacco missilistico da parte di Teheran nel caso le tensioni sul nucleare non dovessero ricomporsi.

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● Terzo giorno di pesanti combattimenti a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, in seguito ai risultati relativi alle elezioni presidenziali, che hanno decretato il ballottaggio, il prossimo 29 ottobre, tra il capo di Stato uscente, Joseph Kabila, e il suo vice, Jean-Pierre Bemba. La forza europea Eufor, nata per sovrintendere al voto, ha aggiunto 400 uomini ai 1.100 già presenti. Ieri i caschi blu dell’ONU, presente nel Paese con 17 mila soldati, hanno tratto in salvo 14 ambasciatori nella residenza di Bemba, assediata dalle forze regolari fedeli a Kabila. Da domenica, sono almeno 25 le vittime degli scontri nel Paese.

 

Sono stati ritrovati i 21 turisti italiani di cui si erano perse le tracce ieri pomeriggio nel Niger sudorientale. Lo ha reso noto la Farnesina. I turisti facevano parte di un gruppo di escursionisti assalito da una banda di fuorilegge nella zona desertica vicina al confine con il Ciad. A dare l’allarme era stato un tedesco che faceva parte della comitiva e che era riuscito a scappare. Le autorità di Berlino hanno poi informato quelle italiane, che non avevano escluso l’ipotesi di un sequestro.

● E’ stato rimosso dal suo incarico, in Egitto, il capo dell’Autorità Ferroviaria nazionale, in seguito al tragico incidente ferroviario che ieri ha coinvolto due treni a Qalyoub, una ventina di chilometri a nord de Il Cairo, provocando la morte di almeno 58 passeggeri e oltre 150 feriti, secondo l’ultima versione ufficiale. La tragedia sembra essere stata provocata da un errore umano: il macchinista di uno dei due convogli avrebbe ignorato un segnale di stop, entrando in collisione con l’altro treno, che ha deragliato, ribaltandosi. C’è da dire che in molti sottolineano che in Egitto il sistema ferroviario è pesantemente inadeguato e i dispositivi di sicurezza presentano da anni gravissime lacune. Soltanto da febbraio, gli incidenti di vasta portata sono già stati tre.

 

● La missione dell’Unione Africana (UA) nella martoriata regione sudanese del Darfur sarà finanziata dalla Lega Araba: lo riferiscono oggi fonti giornalistiche sudanesi, precisando che i ministri degli Esteri dell’organismo pan-arabo avrebbero preso la decisione ieri durante un incontro al Cairo in cui è stato stabilito il finanziamento della missione africana dal 1 ottobre e per i sei mesi successivi. Il Consiglio della Lega Araba, che insieme al governo del Sudan è ostile all’eventualità che la missione passi sotto l’egida delle Nazioni Unite, ha poi rinnovato l’appello ai Paesi membri, affinché forniscano supporto finanziario e materiale alla missione dell’UA.

 

● Prima udienza, davanti ai magistrati di Londra, per gli undici incriminati dopo l’operazione dello scorso 9 agosto che ha sventato diversi attacchi ad aerei in volo tra Regno Unito e USA. Delle persone fermate, 8 sono state incriminate per cospirazione all’omicidio e preparazione di atti terroristici; altri 2 per non aver fornito informazioni sul complotto e c’è poi un minore fermato per possesso di materiale utile alla costruzione di ordigni. Una donna è stata rilasciata e 10 restano in custodia. Scotland Yard ha reso noto che nelle perquisizioni sono stati trovati video-testamenti degli aspiranti kamikaze.

 

● Un cittadino tedesco ha perso la vita a causa di un incendio scoppiato all’alba nella Grecia occidentale, dove le fiamme stanno divampando lungo un fronte di 35 chilometri in una zona boscosa sul promontorio di Cassandra, nella Penisola Calcidica. La vittima è affogata mentre tentava di salire a bordo di una delle imbarcazioni di soccorso che hanno messo in salvo centinaia di persone. Il prefetto della provincia ellenica di Halkidiki, Argiris Lafazanis, ha proclamato lo stato di emergenza.  Decine le abitazioni rimaste lesionate, altrettanti i veicoli danneggiati. Le autorità greche hanno disposto l’interruzione della fornitura di corrente elettrica all’area, allo scopo di evitare cortocircuiti.

 

● L’aviazione dello Sri Lanka ha effettuato oggi nuovi bombardamenti contro i ribelli tamil per cercare di distruggere un loro deposito di munizioni nella penisola di Jaffna, nel nord del Paese. I jet Kfir, di fabbricazione israeliana, hanno colpito le  posizioni delle Tigri di liberazione dell’Eelam tamil (LTTE) a Pallai, a circa 10 chilometri a sud di Muhamalai, sulla linea del fronte. La penisola di Jaffna continua ad essere isolata dal resto del Paese e le strade rimangono chiuse a causa dei combattimenti. Secondo l’ONU, le riserve di viveri nella zona sono ad un “livello allarmante”.

 

● Almeno otto persone sono morte e altre 37 sono rimaste ferite ieri in un incidente ferroviario nel Nord della Spagna. I soccorritori hanno detto che all’interno del treno deragliato sono rimasti intrappolati numerosi passeggeri. Ancora sconosciute le cause dell’incidente, accaduto a Villada. Il treno era partito da Madrid ed era diretto a Irun, nei Paesi Baschi.

        

● Falso allarme-bomba su un aereo della compagnia ‘China Southern Airlines’, in volo da Canton a Sydney. Il velivolo ha invertito la rotta ed è tornato al punto di partenza dopo la scoperta a bordo di un messaggio minatorio, nel quale si segnalava la presenza di un ordigno in procinto di esplodere. La vicenda è stata riferita dall’emittente televisiva australiana ‘Channel Nine’, secondo cui l’allarme si è poi rivelato infondato. Il comandante ha comunque preferito chiedere l’autorizzazione a rientrare in aeroporto, dopo aver scaricato in mare tutto il carburante per alleggerire il velivolo e agevolare la manovra. Rientrati a Canton, tutti i passeggeri e i membri dell’equipaggio sono stati interrogati per un paio d’ore, prima di ricevere il via libera per riprendere il viaggio.

 

● Lech Walesa, capo storico di  Solidarnosc, primo sindacato libero del mondo comunista, ha  lasciato l'organizzazione che aveva contribuito a fondare nel  1980. Lo ha annunciato ufficialmente oggi un responsabile del sindacato. “Lech Walesa non è più membro di Solidarnosc dall’1  gennaio 2006”, ha dichiarato Jerzy Borowczak, una delle figure  di primo piano del sindacato a Danzica, la città dell’ex elettricista divenuto poi presidente della Polonia. L’abbandono di Walesa, premio Nobel per la Pace nel 1983 ed  eletto presidente della Polonia nel 1990, non è una sorpresa. L'anno scorso, durante la cerimonia per il 25.mo anniversario  della nascita del sindacato, aveva dichiarato: “Non è più il  mio sindacato. Un’altra epoca, altra gente, altri problemi”. E aveva anche detto: “Non sono più un rivoluzionario”.

 

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