RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
334 - Testo della trasmissione di mercoledì 30 novembre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Cordiale e proficuo incontro ieri a Mosca tra il
metropolita Kirill e il cardinale Martino
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Iraq, uccisi 9 operai a Baquba e rapiti 4 occidentali. La Casa Bianca
annuncia una riduzione delle proprie truppe nel 2006
30 novembre 2005
LA SHOAH,
VERGOGNA INDELEBILE DEL ‘900: COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE
IN PIAZZA SAN PIETRO, DA
DOVE HA LANCIATO UN APPELLO INTERNAZIONALE
PER LA LOTTA CONTRO L’AIDS
La Shoah come una vergogna indelebile dell’umanità. L’AIDS, una piaga
allarmante da combattere e sconfiggere. E’ stata densa di affermazioni forti
l’udienza generale di oggi, che ha visto 23 mila persone sfidare la pioggia in
Piazza San Pietro. Il Papa ha avuto anche un pensiero affettuoso per tutti i
detenuti e di riconoscenza per il servizio svolto dai cappellani nelle carceri.
Il servizio di Alessandro De Carolis.
**********
E’ raffigurata tra le righe di un Salmo vecchio più di duemila anni la
terribile pagina di storia dell’Olocausto. Benedetto XVI fa un parallelo tra il
Salmo 136, oggetto della sua catechesi odierna, e i “campi di Babilonia” della
deportazione che gli ebrei subirono nel 586 a.C. Il paragone col quale il Papa
unisce due stagioni drammatiche del popolo eletto, lontane nel tempo ma
ugualmente dolorose, colpisce i presenti all’udienza con la forza della sua
condanna:
“È quasi l’anticipazione simbolica dei campi di sterminio nei quali il
popolo ebraico – nel secolo che abbiamo appena lasciato alle spalle – fu
avviato attraverso un’operazione infame di morte, che è rimasta come una vergogna
indelebile nella storia dell’umanità”.
Il Salmo, ha osservato il Pontefice, è un “canto nazionale di dolore”, da
cui traspare “un’asciutta nostalgia per ciò che si è perso”. Per contrasto, ha
aggiunto, il 136 è anche un Salmo che “esprime bene i sentimenti di speranza e
di attesa della salvezza con i quali abbiamo iniziato il nostro cammino di
Avvento”. Benedetto XVI ha preso poi spunto dalle parole sempre attuali di
Sant’Agostino quando parla di coloro che, “pur non condividendo la fede
biblica”, s’impegnano “per la pace e il benessere”. Anche costoro, spiega a
braccio il Papa, Dio premierà “per la loro coscienza pura”:
“Anche tra di loro si trovano persone con questa scintilla. Con una
specie di fede, di speranza, sono realmente in cammino verso la vera Gerusalemme,
verso Cristo (...) Con questa apertura Sant’Agostino ammonisce anche noi di non
fissarci semplicemente sulle cose materiali dell’attimo presente, ma di essere
in cammino verso Dio. E solo con questa più grande speranza possiamo nel modo
giusto trasformare questo mondo”.
Prima di concludere con
l’appello per la lotta all’AIDS, il Papa aveva voluto salutare, in lingua
italiana, i rappresentanti della Confederazione
nazionale Formazione e aggiornamento professionale, nel
trentennale di fondazione: un sodalizio al quale il Pontefice ha augurato di
“continuare con slancio” la propria opera, sempre fedele ai principi cristiani
e alla dottrina sociale della Chiesa che ne orienta la proposta formativa,
ispirata da figure come Don Bosco, il Murialdo, Don Calabria, Don Orione e
Maddalena di Canossa. Un saluto particolare è andato anche ai membri del
Consiglio dei cappellani delle carceri italiane, guidati dall’ispettore
generale, mons. Giorgio Caniato.
“Grazie per il prezioso ministero che svolgete con carità evangelica a
fianco dei carcerati; assicuro la mia preghiera per ciascuno di voi e per tutti
coloro che si trovano negli Istituti di detenzione, ai quali vorrei far
giungere il mio affettuoso saluto”.
Benedetto XVI ha voluto lasciare lo spazio conclusivo alla terribile
piaga del virus AIDS/Hiv che, ha riconosciuto con preoccupazione, presenta
“cifre allarmanti”:
“Seguendo da vicino
l’esempio di Cristo, la Chiesa ha sempre considerato la cura degli infermi come
parte integrante della sua missione. Incoraggio pertanto le molte iniziative
promosse per debellare questa malattia, in modo speciale dalle comunità
ecclesiali, e mi sento vicino ai malati di AIDS e alle loro famiglie, invocando
per loro l’aiuto e il conforto del Signore”.
**********
NOMINA
In Brasile, Benedetto XVI ha nominato vescovo prelato
coadiutore di Coari, padre Joércio Gonçalves Pereira, della Congregazione del
Santissimo Redentore, finora Rettore del Santuario Nazionale di Nossa Senhora Aparecida, nell'arcidiocesi
di Aparecida.
IN UN
MESSAGGIO AL PATRIARCA BARTOLOMEO I PER LA
FESTA PATRONALE
DI SANT’ANDREA, BENEDETTO XVI RIBADISCE
L’IMPEGNO DELLA CHIESA CATTOLICA
A
PROMUOVERE IL DIALOGO TRA ROMA E COSTANTINOPOLI E MANIFESTA IL DESIDERIO DI
RECARSI AD ISTANBUL QUANTO PRIMA. OGGI, LA VISITA AL PATRIARCATO
DELLA
DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE, GUIDATA DAL CARDINALE WALTER KASPER
- A
cura di Alessandro Gisotti e Andrea Sarubbi -
La Chiesa cattolica è impegnata
irrevocabilmente a promuovere il dialogo con il Patriarcato ecumenico di
Costantinopoli. Benedetto XVI lo sottolinea in un messaggio indirizzato al
Patriarca Bartolomeo I per l’odierna festa patronale di Sant’Andrea. Nell’occasione,
è in visita ad Istanbul una delegazione della Santa Sede, guidata dal cardinale
Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità
dei cristiani. In una nota, diramata dalla Sala Stampa della Santa Sede, viene
sottolineato il desiderio di Benedetto XVI di recarsi quanto prima al
Patriarcato di Costantinopoli. Il servizio di Alessandro Gisotti:
***********
“La Chiesa cattolica è irrevocabilmente impegnata a
promuovere ogni iniziativa utile a rafforzare la carità, la solidarietà e il
dialogo teologico” tra Roma e Costantinopoli. E’ quanto sottolinea Benedetto
XVI che nel messaggio al Patriarca ecumenico Bartolomeo I esprime la speranza
che si arrivi ad una “comunione sempre più profonda per superare quegli
ostacoli che ancora rimangono”, al fine di “poter celebrare assieme la Santa
Eucaristia, sacrificio di Cristo per la vita del mondo”. D’altra parte, il
Santo Padre sottolinea che avrebbe voluto essere presente a Istanbul per la
festa patronale di Sant’Andrea.
Benedetto XVI ricorda lo storico incontro tra Papa Paolo VI e il
Patriarca Athenagoras, di cui il 7 dicembre prossimo si celebrerà il 40.mo
anniversario. In quell’occasione, rammenta, si è tolto dalla memoria delle
Chiese il ricordo delle sentenze di scomunica che novecento anni prima, nel
1054, erano diventate simbolo dello scisma tra Roma e Costantinopoli.
Quell’evento di 40 anni fa, si legge nel messaggio, è divenuto la base “di una
rinnovata relazione, caratterizzata dal reciproco rispetto e dalla riconciliazione”.
La cancellazione delle scomuniche, prosegue Benedetto XVI,
segnò “l’inizio di una nuova stagione di vita ecclesiale, di dialogo, che ha
registrato dei progressi significativi”, anche se resta la sfida di continuare
la rigorosa ricerca di quegli obiettivi maggiormente desiderati. In tale
contesto, constata il Papa, “è una fonte di grande soddisfazione per me che
dopo la pausa di alcuni anni sia ripreso nuovamente il nostro dialogo
teologico”. Il Papa auspica dunque che questo percorso possa essere “fruttuoso”,
nella convinzione che non verrà risparmiato alcuno sforzo per raggiungere tale
traguardo.
In una nota della Sala Stampa vaticana, che introduce il
messaggio, si sottolinea l’importanza della visita del cardinale Kasper al
Patriarcato. “Le conversazioni del 2005 – si legge nella nota – sono
particolarmente importanti poiché vertono soprattutto sulla preparazione” della
visita di Benedetto XVI al Patriarcato di Costantinopoli. Il Papa, ricorda la
Sala Stampa, “aveva l’intenzione di essere presente ad Istanbul per la Festa di
Sant’Andrea 2005 e desidera compiere quanto prima il Suo viaggio alla prima
Sede dell’Ortodossia”. Tra gli altri argomenti delle conversazioni, si
evidenziano “il progresso delle relazioni cattoliche – ortodosse, i problemi e
le questioni che toccano la vita e la pastorale dei fedeli ortodossi in Italia,
e soprattutto, dopo una pausa di cinque anni, la riattivazione del dialogo
teologico ufficiale stabilita lo scorso settembre al Fanar, durante un
incontro panortodosso presieduto dal Patriarca Bartolomeo”.
**********
Stamani, dunque, l’incontro tra il Patriarca ecumenico
Bartolomeo I e il cardinale Walter Kasper nella chiesa patriarcale di San
Giorgio al Fanar. La visita avviene nel quadro dello scambio di visite
tra Roma e Costantinopoli in occasione delle rispettive feste patronali. Un
momento dal profondo significato ecumenico, su cui ci riferisce da Istanbul,
Andrea Sarubbi:
**********
“L’invito al dialogo non
nasconde tranelli, ma avvicina le anime”. Nella festa di Sant’Andrea, fondatore
della Chiesa di Costantinopoli, il Patriarca Bartolomeo I lo ribadisce agli
ospiti accorsi da tutto il mondo per la tradizionale liturgia ricca di fascino
e di storia. Tre ore e più di canti e preghiere, secondo il rito di San
Giovanni Crisostomo, al termine del quale il cardinale Kasper – capo della
delegazione vaticana – ricorda con gioia l’amicizia ritrovata con gli
ortodossi, a quarant’anni dalla fine del Concilio, che dopo nove secoli rimosse
l’anatema lanciato nell’anno dello scisma.
Dai Francescani di Istanbul
alle suore piemontesi – abituati a vivere in borghese, in uno Stato a forte
maggioranza islamica – è nutrita anche la rappresentanza cattolica. La loro
presenza testimonia quanto particolare sia il rapporto che lega Roma a Costantinopoli.
Bartolomeo I lo definisce “fraterno”, pur rammaricandosi “perché non siamo
ancora riusciti ad avere la comunione del pane e del calice”: una “separazione
spirituale” – aggiunge – che provoca “dolore”. Ma il dialogo proseguirà, “con
grande gioia”: tanta è la fiducia in Benedetto XVI, “carissimo fratello”,
perché vengano “rimossi gli ostacoli esistenti” con l’“amata Chiesa di Roma”.
E gli ostacoli purtroppo non
mancano, sulla via dell’unità fra le diverse confessioni cristiane. In mezzo a
noi – ammette il Patriarca – “non tutti sono uomini di buona volontà”, e c’è
chi chiama spesso in causa i precedenti storici per spiegare come quelli ecumenici
siano “tentativi destinati all’insuccesso”. Ma è una tentazione a cui non
bisogna cedere, come sottolinea lo stesso cardinale Kasper: Cristo – ricorda il
presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani – “ci chiama a
testimoniare i nostri legami di fratellanza, simbolo di riconciliazione e di
amore in un mondo segnato da tensioni, ingiustizie e conflitti”. Una fratellanza,
conclude, che il Papa vorrà suggellare il prossimo anno, con l’abbraccio di
pace a Bartolomeo proprio qui, nel Patriarcato di Istanbul.
Da Istanbul, Andrea Sarubbi,
per la Radio Vaticana
**********
FERMA CONDANNA DELLA SANTA SEDE PER
L’AGGRESSIONE SUBITA DA ALCUNE SUORE IN CINA E PER LA DETENZIONE DI SEI
SACERDOTI:
SONO ATTI CHE SUSCITANO “DOLORE E RIPROVAZIONE”
- A cura di Alessandro De Carolis -
La Santa Sede “condanna fermamente”
l'aggressione contro ad alcune suore della diocesi a Zhengding e la detenzione
di sei preti cattolici nella stessa diocesi cinese. La condanna è contenuta in
una dichiarazione del direttore della Sala stampa vaticana, Joaquin Navarro-Valls,
nella quale le notizie provenienti dalla Cina, anche se “non si è in grado di
verificare l'esatta portata delle circostanze” vengono definite come in grado
di suscitare “dolore e riprovazione”.
“La violenza, usata a Xi’an contro alcune Religiose inermi
– si legge nella dichiarazione - non può non essere condannata fermamente” e
“anche la detenzione dei sei sacerdoti di Zhengding, come quella precedente di
alcuni sacerdoti in altre località – prosegue la nota vaticana - è motivo di
grave preoccupazione”. Inoltre, conclude Navarro Valls, “come in precedenti occasioni non si conoscono le ragioni delle misure
coercitive loro inflitte”.
“PELLEGRINAGGI E SANTUARI, DONI DEL DIO AMORE IN ASIA OGGI”:
TEMA
DEL II CONGRESSO ASIATICO DI PASTORALE PER I PELLEGRINAGGI
E I
SANTUARI CHE SI È TENUTO A SEOUL, IN
COREA, DAL 21 AL 23 NOVEMBRE
- Con
noi il cardinale Stephen Fumio Hamao -
“Pellegrinaggi
e santuari, doni del Dio amore in Asia oggi”: questo il tema del II Congresso
asiatico di pastorale per i pellegrinaggi e i santuari, promosso dal Pontificio
Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti che si è tenuto
a Seoul, in Corea, dal 21 al 23
novembre. All’incontro, hanno partecipato una novantina di responsabili della
pastorale dei pellegrinaggi e dei santuari, provenienti da 14 Paesi dell’Asia.
A dare il benvenuto ai congressisti oltre all’arcivescovo di Seoul e al nunzio
apostolico in Corea, è stato il presidente del Pontificio Consiglio della
Pastorale per i migranti e gli itineranti, cardinale Stephen Fumio Hamao.
Nell’intervista di Giovanni Peduto, il cardinale sottolinea quanto emerso principalmente dall’incontro:
**********
R. - Tutti
hanno riaffermato il senso profondo della religiosità del popolo asiatico.
Hanno quindi manifestato il desiderio di accogliere sempre meglio le necessità
di migranti, famiglie, gruppi di pellegrini non cattolici e non cristiani,
perché possano trovare l’amore della Chiesa, la pace e proposte di vita, in
un’atmosfera dove tutti possano sentirsi a casa e benvenuti.
D . – Eminenza, qual è stato il messaggio
centrale del convegno?
R . - Il
messaggio centrale è stato espresso nel desiderio di lavorare insieme, per
meglio testimoniare l’amore di Dio per il continente attraverso la
proclamazione della Parola, nella significativa celebrazione dei Sacramenti,
soprattutto l’Eucaristia, la Confessione e l’unzione dei malati. A questo
scopo, è stato raggiunto un grandissimo risultato: è stata creata
l’Associazione continentale dei santuari e pellegrinaggi, della quale fanno
parte, per il momento, i 14 Paesi presenti al Congresso. E’ stato nominato
coordinatore un sacerdote delle Filippine. La costituzione dell’Associazione
rappresenta la realizzazione di uno dei voti pronunciati nel primo Incontro
asiatico di pellegrinaggi e santuari del 2003. L’Associazione cercherà di
organizzare una rete di comunicazioni.
D. - Quali sono i principali Santuari
cristiani in Asia?
R. - Ci sono tanti santuari che attraggono
anche un milione di persone in occasione delle grandi celebrazioni, come il
Santuario di nostra Signora di Vailankanni in India; il Santo Niño di Cebu
nelle Filippine; i Martiri della Corea, a Seul; i 26 Martiri del Giappone, a Nagasaki,
e tanti altri. È interessante ricordare che la Chiesa in Asia è stata bagnata,
purificata e santificata dal sangue dei suoi martiri. Nei santuari dell’Asia,
affluiscono pellegrini non soltanto cattolici, ma anche di diverse Chiese e comunità
ecclesiali, così come credenti di varie tradizioni religiose.
D . - Come portare avanti oggi in Asia
l'evangelizzazione?
R. - Il
maggiore contributo che si possa offrire all’evangelizzazione in Asia è quello
di aiutarsi gli uni gli altri, offrendo un esempio che è la migliore testimonianza
del valore del messaggio evangelico. Evangelizzare è vivere secondo il
comandamento di Cristo e in questo senso i cattolici in Asia collaborano e
aiutano i vicini in difficoltà non a parole, ma con i fatti.
D. - Come vivono le comunità cristiane in questo
continente? I cattolici sono maggioritari solo nelle Filippine e a Timor Est:
negli altri Paesi sono una piccolissima minoranza talvolta sottoposta a
restrizioni anche gravi.
R. - In Asia, vive la maggioranza degli
abitanti del mondo. È un unico continente formato da grandi nazioni, ciascuna
delle quali rappresenta realtà molto distinte. Qui, le diverse religioni coesistono
da sempre all’interno dei Paesi, ma anche delle stesse famiglie, nelle quali
convivono in armonia persone di credi diversi. Si tratta delle grandi e antiche
religioni. Anche se i cattolici rappresentano una minoranza, in nazioni come
per esempio la Corea e il Giappone non vi sono difficoltà. In altre nazioni, vi
sono spesso attriti, ma in alcuni Paesi dell’Asia, specialmente quelli
socialisti come il Vietnam, il Myanmar, la Corea del Nord, la Cina
continentale, la Chiesa cattolica non ha libertà; alcuni sono perseguitati e
questo è il grande problema e la grande sofferenza della Chiesa dell’Asia.
D. - Quali sono le speranze per quella che Giovanni Paolo
II definiva la fioritura di una primavera cristiana in Asia?
R. - L’impegno maggiore è quello di
interessare i giovani che possono essere disattenti, in quanto mancano di
spiritualità per l’assenza di radici profonde. Si tratta, infatti, di alcune
nazioni di Chiese giovani dove è difficile l’inculturazione, dove cioè non è
facile esprimere la fede secondo gli elementi della cultura locale. La Chiesa
tuttavia dispone di sacerdoti e laici impegnati e giovani, pieni di entusiasmo
e vitalità. Vi è anche un buon numero di vocazioni. Queste sono le forze nuove
sulle quali possiamo far leva per veder germogliare una primavera cristiana in
Asia, conservando la propria identità nell’apertura alla globalizzazione.
**********
CORDIALE E
PROFICUO INCONTRO NEL PRIMO POMERIGGIO DI IERI A MOSCA
TRA IL METROPOLITA KIRILL E IL CARDINALE MARTINO: AL
CENTRO DEL COLLOQUIO,
I COMUNI VALORI RELIGIOSI, SPIRITUALI E MORALI, DA
PROMUOVERE
SOPRATTUTTO
IN CAMPO SOCIALE E IN RIFERIMENTO AI PROBLEMI
DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA
La difesa delle comuni tradizioni religiose e
spirituali, la tutela dei condivisi valori morali e il concorde impegno per la
promozione della giustizia e della pace sono stati i principali temi
dell’incontro di ieri a Mosca tra il metropolita Kirill, presidente del Dipartimento
per i rapporti esterni della Chiesa ortodossa russa, e il cardinale Renato Martino,
presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in questi
giorni a San Pietroburgo e nella capitale russa per presentare il “Compendio
della dottrina sociale della Chiesa”. L’incontro, che si è protratto per circa
un’ora e mezza, è stato definito da entrambi i protagonisti cordiale,
approfondito e proficuo, nel comune rincrescimento per il mancato colloquio con
il Patriarca, Alessio II, dovuto a motivi di salute del Patriarca stesso. Il
servizio di Paolo Scappucci:
**********
Il metropolita Kirill ha sottolineato che il
colloquio di ieri pomeriggio, di pochi giorni successivo a quello avuto con
l’arcivescovo Lajolo, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, è una
riprova dell’intensità dei rapporti tra le due Chiese sorelle, data l’urgenza
dei problemi sociali che attendono risposte, specialmente i problemi
dell’integrazione europea, che non possono essere affrontati da una Chiesa
soltanto ma richiedono una collaborazione interecclesiale.
Dal canto suo, il cardinale Martino ha rilevato che
il “Compendio della dottrina sociale” risponde pienamente a questo intento,
rivolgendosi a tutte le Chiese e sollecitandone la collaborazione ecumenica per
una comune azione volta a permeare dei valori evangelici la vita sociale, in
difesa dei diritti umani e per la promozione della giustizia e della pace. A
questo proposito, ha anche evidenziato la comunanza di vedute con la Chiesa
ortodossa russa, che nel 2001 ha approvato un analogo documento dal titolo “I
fondamenti della Concezione Sociale”.
Ringraziando il porporato per l’illustrazione del
Compendio, qualificato come molto utile per il popolo russo in difesa dei
valori cristiani in Europa e non solo, il metropolita Kirill ha affermato che
tali valori oggi sono messi a rischio da una filosofia politica falsamente liberale
e secolarista, in nome di una tolleranza intesa spesso come negazione delle
tradizioni religiose e spirituali e in definitiva della stessa verità
oggettiva.
Identità di intenti tra il porporato e il
metropolita è stata constatata anche circa la necessità che l’integrazione
europea si sviluppi nell’alveo delle comuni radici cristiane e circa
l’opportunità di tenere un convegno insieme, Pontificio Consiglio e Patriarcato
di Mosca, sui problemi sociali alla luce del Vangelo. La sede verrebbe definita
successivamente ma, in ogni caso, il cardinale Martino ha auspicato per
l’organizzazione del convegno un attivo coinvolgimento dei laici, in ciò trovando
il pieno accordo del metropolita Kirill.
**********
CRESCE
LA COSCIENZA DI UNA CHIESA MISSIONARIA IN INDIA,
APERTA AL DIALOGO
CON LE
ALTRE GRANDI RELIGIONI, NONOSTANTE LE DIFFICOLTA’ IN DIVERSI PAESI
DI
PROFESSARE LIBERAMENTE LA FEDE E LA MINACCIA DEL FONDAMENTALISMO
- A
cura di Roberta Gisotti -
“Le Chiese particolari in Asia hanno sempre di più
coscienza della loro missionarietà”, pure operando spesso in contesti sociali
sfavorevoli, dove non c’è libertà religiosa, e per questo restano aperte al
dialogo con le grandi religioni presenti in questo continente, nonostante le
difficoltà create in molti Paesi dai gruppi fondamentalisti. Sono le considerazioni
emerse durante la recente riunione in Vaticano del Consiglio speciale per
l’Asia della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, svoltasi sotto la
guida dell’arcivescovo Nikola Eterović, cui ha partecipato il cardinale
Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei
popoli, insieme ad una decina di presuli asiatici e, da parte della Segreteria
generale, di mons. John Abruzzese, mons. Etienne Brocard e mons.
Daniel Estivill, don Zvonimir Seršić e padre Ambrose Samus.
Nell’introduzione ai lavori, il segretario generale, mons.
Eterović, si è riferito in particolare al tema dell’Eucaristia al centro
della recente XI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, ponendo in risalto
gli aspetti inerenti il Sacramento eucaristico, presenti nell’Esortazione
apostolica postsinodale Ecclesia in Asia.
Durante il ricco scambio di esperienze, sono state pure analizzate le
positive ripercussioni dell’Anno dell’Eucaristia, grazie alle iniziative
promosse ad ogni livello ecclesiale per favorire la partecipazione alla Messa e
le azioni di carità, quale risultato dell’incontro dei fedeli con il Signore.
Sono state inoltre fissate le date della prossima riunione, prevista il 17 e 18
novembre 2006.
- A cura di Roberta
Gisotti -
Un Accordo fra la Santa Sede e la Città Libera e Anseatica
di Amburgo è stato firmato ieri nel Palazzo Comunale della Città-Land, nella
Repubblica Federale di Germania, Allo scopo di regolare i rapporti con la
Chiesa cattolica. L’intesa è stata siglata per la Santa Sede dall’arcivescovo
mons. Erwin Josef Ender, nunzio apostolico in Germania e, per il Land di
Amburgo, dal Primo Borgomastro, Ole von Beust, presidente del Senato. Alla cerimonia
hanno partecipato numerose personalità ecclesiastiche e civili, tra i quali
mons. Werner Thissen, arcivescovo di Amburgo e il Secondo Borgomastro, la
senatrice Birgit Schnieber-Jastram, presidente dell'Ufficio per le questioni
sociali e per la famiglia.
L’Accordo, che consiste in 23 articoli e in un Protocollo
Finale, stabilisce fra l'altro norme circa il riconoscimento statale delle
scuole in gestione ecclesiastica, l'insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche, l'attività della Chiesa nei campi pastorale e socio-sanitario-caritativo,
l'imposta ecclesiastica, e la cura degli edifici ecclesiastici soggetti a
tutela monumentale. Viene quindi riconosciuto il ruolo sociale della Chiesa
cattolica nella Città Libera e Anseatica di Amburgo.
======ooo=======
OGGI SU
“L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina - All'udienza
generale Benedetto XVI sollecita l'attenzione della comunità internazionale sul
flagello dell'Aids e richiama alla memoria l'immane tragedia dei campi di
sterminio degli ebrei.
"Incoraggio le iniziative
per debellare questa malattia e mi sento vicino ai malati e alle loro famiglie".
"Un'operazione infame di
morte; una vergogna indelebile nella storia dell'umanità".
Servizio vaticano - Un articolo
di Giampaolo Mattei dal titolo "Il fragrante sapore della nuova
evangelizzazione": l'ordinazione di 57 nuovi sacerdoti - da parte del cardinale
Crescenzio Sepe in Viet Nam - ha suscitato una grande gioia e una travolgente
speranza in tutto il Paese.
Servizio estero - Iraq:
"legittimo" per il Pentagono l'uso di munizioni al fosforo bianco.
Servizio culturale - Il
baritono Renato Bruson intervistato da Antonio Braga.
Servizio italiano - In rilievo
l'ex Cirielli: approvata dal Senato la legge che prevede la riduzione dei tempi
di prescrizione e l'inasprimento delle condanne per i recidivi. Reazioni e
commenti.
======ooo=======
30 novembre 2005
UNA NOTA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
SU “I
MATRIMONI TRA CATTOLICI E MUSULMANI IN ITALIA”
INVITA
A RIFLETTERE SU ALCUNI IMPORTANTI PROBLEMI EMERSI NEGLI ANNI
- Con
noi mons. Vincenzo Paglia -
L’esperienza maturata negli anni recenti induce in
linea generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare i matrimoni
islamo-cristiani. Lo afferma una nota della conferenza episcopale italiana su
“I matrimoni tra cattolici e musulmani in Italia”, presentata ieri ad un
convegno della CEI. I problemi dell’esercizio della fede cattolica da parte del
coniuge battezzato, dell’educazione religiosa dei figli, della diversa
concezione dell’istituto matrimoniale - spiega la nota - sono alcuni tra gli
elementi da non ignorare. Dunque, l’invito della Cei, ribadito nella nota, è di
avere prudenza. Lo sottolinea, al microfono di Francesca Sabatinelli, mons.
Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, e presidente della commissione
episcopale per l’ecumenismo e il dialogo:
**********
R. –
L’invito alla prudenza nasce purtroppo con la constatazione di molti matrimoni
islamo-cristiani tragicamente falliti. Ad esempio, la giurisprudenza tra
l’Italia e i Paesi di provenienza musulmana è completamente diversa e spesso è ignota a chi contrae questo
matrimonio. Ecco perché si tratta di avvertire le parti contraenti di essere
attenti a ciò cui vanno incontro. Questo è vero per tutti i matrimoni. Qui
abbiamo, oltre alla diversità della cultura, anche la diversità della religione
e in più la diversità della giurisprudenza.
D. – Mons. Paglia, non è la prima volta che la CEI
interviene in questo senso. Ma questa urgenza di intervenire di nuovo nasce da
un incremento di questi matrimoni?
R. – Nasce soprattutto dall’aumento delle tragedie,
relativamente anche ai figli, ad esempio. Nasce esattamente da una prassi, non
da un’ipotesi teorica. Molti matrimoni falliti con figli che non possono più
essere visti ci ha messo in avviso che è importante attuare una maggiore
cautela nel conciliare o rendere edotti coloro che vogliono comunque intraprendere
questo cammino.
D. – Quindi, mons. Paglia, è quanto mai centrale il ruolo
del sacerdote…
R. – Esattamente. Tra l’altro, io direi che è centrale il
ruolo del sacerdote e anche delle comunità che accompagnano questi giovani,
come in ogni situazione di questo genere. Quel che è vero per ogni coppia che
si sposa, qui dovrebbe essere ancor più forte, perché la situazione oggi è
veramente più problematica. Ecco perché credo che questo documento sui matrimoni
islamo-cristiani si inserisca in quella che dovrebbe essere un’attenzione
vigile su tutta la vicenda dell’educazione dei ragazzi e poi
dell’accompagnamento dei fidanzati.
D. – E’ possibile ravvisare nei matrimoni misti una forma
di proselitismo velato?
R. – Questo può anche essere, non è da escludere. Io direi
che può essere sfruttato in questa prospettiva, ma non credo che nasca già con
questo colore. Indubbiamente però va posta attenzione a tutto questo, perché
non c’è dubbio che la giurisprudenza matrimoniale di alcuni Paesi islamici sia
molto più stringente e molto più cogente rispetto al diritto dei Paesi
occidentali. Quindi, più che di strisciante proselitismo, si tratta in realtà
di una giurisprudenza che alla fine costringe al di là della volontà dei
singoli.
**********
“CITTÀ
PER LA VITA, CITTÀ CONTRO LA PENA DI MORTE”. È LO
SLOGAN DELL’ODIERNA GIORNATA CONTRO LE ESECUZIONI CAPITALI DALLA COMUNITÀ DI
SANT'EGIDIO
-
Intervista con Mario Marazziti -
Ricorre oggi la Giornata contro la pena di morte.
Oltre 300 città di tutto il mondo si collegheranno con l’Auditorium di Roma, in
occasione dell’iniziativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e sostenuta
dalla Coalizione mondiale contro la pena capitale. Intanto, in Virginia è stato
graziato ieri un uomo condannato a morte per omicidio. Sarebbe stata
l’esecuzione numero 1000 negli Stati Uniti dal 1976. Tra i Paesi che adottano
ancora la pena di morte, si parla spesso proprio degli Stati Uniti, ma ve ne
sono tanti altri di cui non si hanno neanche notizie certe. In proposito
sentiamo, al microfono di Debora Donnini, il portavoce della Comunità di S.
Egidio, Mario Marazziti:
**********
R. – Ci
tocca più da vicino e ci addolora quando un’esecuzione capitale avviene proprio
negli Stati Uniti, un Paese che noi guardiamo come un Paese guida per tanti
aspetti. Ma ci sono Stati di cui non sappiamo quasi nulla. Non sappiamo neanche
quanto tempo ci si metta. Non sappiamo se è un tribunale locale o se è un
tribunale di livello più alto che applica la pena capitale. In Cina, c’è stato
un decreto che ha stabilito che solo tribunali superiori possono decidere la
pena di morte. Questo probabilmente porterà ad una riduzione di una condanna su
quattro.
D. – Qualche dato numerico sui Paesi che applicano la pena
di morte…
R. – Il Paese che fa più uso della pena di morte, per
numero di abitanti, è Singapore. Dopo Singapore, la Cina. La Cina, da sola,
copre più della maggioranza delle esecuzioni, in un anno, nel mondo. In un
anno, sono circa 4500 le esecuzioni di cui si ha notizia. La gran parte, come
detto, è in Cina, circa 3500, e le altre mille si distribuiscono nel mondo.
D. – Voi quest’anno avete focalizzato l’attenzione
sull’Africa, perché?
R. – L’Africa è il continente che fa più progressi contro
la pena di morte, rispetto agli altri. Tolta l’Europa, che è il primo
continente al mondo ad avere abolito completamente la pena capitale, l’Africa è
passata da un solo Paese, nel 1985, a 13 Paesi nel 2005, che hanno abolito la
pena capitale. E abbiamo almeno la metà dei Paesi africani che tendono a stare
nella condizione di abolizionismo di fatto.
D. – C’è il caso di Stanley Tookie Williams, che il 13
dicembre, in California, dovrebbe subire la pena capitale…
R. – Stanley Tookie Williams è la storia di molti giovani
neri americani. Ragazzo di strada, che non ha mai conosciuto una cosa diversa
dalla violenza, capo di una gang, si è macchiato di crimini quand’era ragazzo.
In prigione, nel braccio della morte, è cresciuto, è stato ormai quasi 20 anni,
è diventato un uomo profondo, che ha cominciato a scrivere romanzi e veri e
propri trattati di pedagogia. E’ un uomo che ha cominciato a dialogare con
masse di ragazzi di strada e ha fatto crescere masse di ragazzi di strada fuori
dal ciclo della violenza. E’ diventato un candidato al premio Nobel per la pace
e sarà uno dei simboli il 30 novembre. Ci collegheremo con San Francisco qui da
Roma, perché noi vogliamo che Tookie Williams viva.
**********
UN CALENDARIO PER FINANZIARE L’ISTRUZIONE NEI PAESI
IN VIA
DI SVILUPPO: E’ L’INIZIATIVA PROMOSSA DALL’OPERA
DI PROMOZIONE DELL’ALFABETIZZAZIONE NEL MONDO
- Con
noi don Aldo Martini -
In
molti Paesi africani, bastano 15 euro per pagare lo stipendio mensile di un insegnante,
il costo di una pizza o di due calendari dell’OPAM, l’Opera di promozione
dell’alfabetizzazione nel mondo. Anche quest’anno, dunque, l’associazione
fondata nel 1972 da mons. Carlo Muratore, rinnova l’iniziativa volta a
finanziare i suoi progetti per l’alfabetizzazione nei Paesi in via di sviluppo.
Il calendario del 2006 - intitolato “Il deserto fiorirà” - si ispira all’omelia
della messa d’inizio pontificato di Benedetto XVI. Ma come vengono spesi i
soldi che vanno all’OPAM? Risponde il presidente dell’associazione, don Aldo
Martini, intervistato da Alessandro Gisotti:
**********
R. – A tutto novembre, abbiamo finanziato 65 progetti. Noi
facciamo microprogetti, che vanno dai 5 ai 10 mila euro. Soprattutto in Africa,
perché è il continente più povero. In questo momento, nel continente africano
abbiamo 36 progetti la cui tipologia prevalente è per l’aiuto alla scuola
primaria. 33 di questi progetti riguardano la scuola primaria. Di questi denari
che abbiamo raccolto e inviato, la maggior parte sono destinati per esempio
all’arredo di piccole scuole. Una voce che sta diventando sempre più grande è
lo stipendio agli insegnanti.
D. – Può soffermarsi su questo punto?
R. – Le Nazioni Unite nella dichiarazione del Millennio
hanno tra gli obiettivi una scuola per tutti entro il 2015. L’ostacolo
principale è la mancanza di insegnanti e di insegnanti qualificati. Ne
occorrerebbero 45 milioni nel mondo per raggiungere questo obiettivo. Il
problema è dove trovarli, come formarli perché spesso questi maestri non sono
all’altezza del loro compito. Spesso hanno una formazione estremamente modesta.
L’altro problema è come pagare questi insegnanti perché non fuggano nelle città
e quindi abbandonino gli ambienti rurali o ricorrano alla corruzione. Ci sono
Paesi dove gli insegnanti non ricevono stipendi dal 1992. Come fa una famiglia
a vivere lavorando senza stipendio! Allora noi abbiamo detto: il grosso sforzo
di quest’anno è quello di dare il nostro piccolo contributo perché gli
insegnanti possano rimanere nella scuola e possano garantire con la loro competenza
il futuro non soltanto di un villaggio, ma il futuro di una nazione.
D. – Mercoledì prossimo sarà un giorno importante per
l’OPAM?
R. – Certo. Mercoledì abbiamo chiesto di poter partecipare
all’udienza perché è una data molto significativa, non il 7 ma il 12 dicembre, festa
di Nostra Signora di Guadalupe, patrona dell’OPAM. Abbiamo pensato che
l’omaggio che quest’anno potevamo fare alla Vergine di Guadalupe è di andare
tutti insieme a sentire la parola del Santo Padre e chiedere la sua benedizione
per la nostra attività.
**********
=======ooo=======
30 novembre 2005
L'IMPEGNO
DELLA CHIESA NELLA SOCIETÀ ITALIANA NON
RAPPRESENTA UNA VIOLAZIONE DELLA LAICITÀ DELLO STATO: LO RIBADISCONO I VESCOVI
ITALIANI NEL
COMUNICATO
FINALE DELLA CEI, PUBBLICATO OGGI,
DELL'ASSEMBLEA
PLENARIA CHE SI È SVOLTA AD ASSISI DAL 14 AL 18 NOVEMBRE.
- A
cura di Fausta Speranza -
ROMA. - I vescovi ricordano che da parte della Chiesa
l'impegno aperto e concreto a favore
della persona umana, con i valori inerenti la sua dignità individuale e sociale, e in particolare la
vita e la famiglia, 'non rappresenta
una violazione della laicità della Repubblica, ma – scrivono - piuttosto un contributo, offerto alla
libertà di ciascuno, per il suo bene autentico. E aggiungono di esprimere tutto
ciò “in totale adesione a quanto lo stesso cardinale Ruini aveva indicato nella
sua prolusione. Vita e famiglia dunque in primo piano e ancora una volta i
vescovi richiamano “l'improrogabile necessità” di una politica familiare che
incoraggi la ripresa della natalità e che consenta di far fronte alle esigenze
connesse con l'educazione e il mantenimento dei figli. C’è preoccupazione per
il “clima di tensione” della politica italiana, e per una campagna elettorale
che si annuncia – dicono i vescovi – “dai toni duri”. Ricordano quelle che
definiscono “le forti polemiche” sulla nuova legge elettorale e la riforma
della Costituzione, “che – affermano - richiederà un ricorso al referendum
popolare confermativo”. I vescovi italiani chiedono che sia posta particolare
attenzione al processo di regionalizzazione del servizio sanitario, perchè c'è
il rischio che vengano penalizzate le persone residenti nelle regioni a più
basso reddito. Ai problemi inerenti alla sanità è stata dedicata un’importante
sessione dei lavori. Tra le riflessioni fatte, c’è poi l’invito a rilanciare
“il tema nevralgico delle politiche per il Mezzogiorno, soprattutto in materia
di infrastrutture”. E si sottolinea la necessità di un forte impegno dello
Stato per “contrastare il fenomeno della malavita organizzata, che continua a fare vittime. La via indicata è una
reale difesa della democrazia e investimenti che diano luogo a nuovi posti di
lavoro”.
SI
RINNOVA NELLA BASILICA DEI SANTI
XII APOSTOLI, A ROMA, LA TRADIZIONALE
“NOVENA DELL’IMMACOLATA”, APERTA IERI DA UNA
CONCELEBRAZIONE EUCARISTICA, PRESIEDUTA DAL CARDINALE SILVESTRINI. OGNI GIORNO, FINO AL 7 DICEMBRE,
ALLE
ORE 18.30 SARA’ CELEBRATA UNA SANTA MESSA, PRESIEDUTA DA UN PORPORATO
ROMA. = Si aperta ieri sera, nella
Basilica dei Santi XII Apostoli a Roma,
la “Novena dell’Immacolata”, con una
concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Achille
Silvestrini. La Novena proseguirà fino
al 7 dicembre, con una Santa Messa quotidiana alle ore 18.30, presieduta ogni
giorno da un cardinale e arricchita dall’omelia tenuta dal padre abate
Ildebrando Scicolone. A ripercorrere questa antica tradizione liturgica,
scopriamo che i Francescani
conventuali quando arrivarono ad officiare la Basilica dei Santi Apostoli, nel 1453, trovarono che il culto
dell’Immacolata era già stato
introdotto dal cardinale Bessarione,
che aveva fatto anche dipingere la Madonna
“concepita senza peccato”, che ancora oggi si trova in questa chiesa.
Nel 1477 il Papa Sisto IV, anch’egli
Francescano conventuale, permise di celebrare con solennità la Festa dell’8 dicembre, primo germe della “Novena dell’Immacolata”, la cui
devozione si estese ben presto in tutta
la città e nel Lazio. Nel 1854, con la proclamazione di Pio IX del Dogma dell’Immacolata, la
solenne “Novena” richiamò ai Santi Apostoli fedeli di ogni luogo. Il Papa
stesso, fino al 1969, veniva a presiedere la funzione la sera del 7 dicembre,
mentre in ognuna delle altre sere era presieduta da un cardinale. In tempi più
recenti, anche Giovanni XXIII e Paolo
VI, hanno onorato la Vergine
Immacolata ai Santi Apostoli la sera del 7 dicembre, almeno una volta
durante il loro pontificato. I porporati che si alterneranno in successione da
questa sera sono José Saraiva Martins, Francis Arinze, James Francis Stafford,
Mario Francesco Pompedda, Giovanni Canestri, Attilio Nicora, Jorge Maria Mejia,
Giovanni Cheli e Giovanni Battista Re. Il servizio di canto sarà svolto dai
cantori della Cappella Costantiniana diretta da padre Dario Tisselli, parroco
dei Santi XII Apostoli. (R.G.)
IN INDIA, LA CAMPAGNA
PER I DIRITTI CIVILI DEI DALIT (FUORI CASTA) CRISTIANI,
AL PARI DI QUELLI INDU’, BUDDISTI E
SIKH, PROMOSSA DAL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE INDIANE, STA TROVANDO, DOPO
50 ANNI DI ATTESA,
IL SOSTEGNO DI DIVERSI PARTITI POLITICI
HYDERABAD.
= Alcuni partiti politici dell'India hanno espresso il loro sostegno alla campagna
per il riconoscimento di pari diritti civili ai Dalit (fuori casta) cristiani,
cui continua invece ad opporsi il Partito nazionalista indù Bharatiya Janata
(BJP). Il sostegno alla causa portata avanti dalla AICC, il Consiglio ecumenico
delle Chiese dell’India, è giunto nel corso di una grande manifestazione
svoltasi sabato scorso a Hyderabad. L'evento organizzato, insieme ad altri due
raduni a New Delhi, dalla stessa AICC e dalla Conferenza episcopale indiana
(CBCI), ha visto la partecipazione anche di diversi leader politici dei partiti
di sinistra, che hanno promesso interventi perché i Dalit cristiani ottengano
gli stessi diritti di quelli accordati ai fuori casta indù, buddisti e sikh. Un
decreto presidenziale del 1950 stabilisce, infatti, quote riservate
nell’Istruzione e nella Pubblica amministrazione, ma esclude da questa
prerogativa i fuori-casta cristiani e musulmani. Secondo quanto emerso dall'incontro
di sabato, il governo federale ha da tempo preso in seria considerazione la
questione, ma ha incontrato l’ostinata opposizione del BJP, partito al potere
fino all'anno scorso. Al termine della manifestazione, tutti gli intervenuti si
sono espressi a favore di una mobilitazione unitaria di esponenti religiosi e
politici a favore dei diritti dei Dalit cristiani. Mons. Vincent Concessao,
arcivescovo di New Delhi, ha invitato a "focalizzarsi su ciò che ci unisce
piuttosto che su quello che ci divide". "Questa manifestazione è solo
l'inizio di un'agitazione e di un movimento pubblico - ha detto il presidente
dell'AICC, Joseph D’Souza - il tempo dell'attesa è finito, 50 anni sono
abbastanza”. (L.Z.)
IL 9 E 10 DICEMBRE A CASTELGANDOLFO
IL
CONVEGNO SU “IL TEATRO E LA MUSICA NELLE RADICI CRISTIANE
DEI
PELLEGRINAGGI DAL MEDIOEVO ALL’ETA’ MODERNA”
- A
cura di Giovanni Peduto -
ROMA.-
Si svolgerà domani alle 11 a Roma, presso la sede dell’Opera romana pellegrinaggi,
la conferenza stampa di presentazione del Convegno “Il teatro e la musica nelle
radici cristiane dei pellegrinaggi dal Medioevo all’età moderana”, in programma
al teatro Bazzi di Castel Gandolfo, venerdì 9 e sabato 10 dicembre. L’incontro
con i giornalisti sarà presenziato da mons. Liberio Andreatta, amministratore
delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Il convegno di Castel Gandolfo è
organizzato dal Centro Studi Europeo
del Teatro Cristiano, con sede a Castel Gandolfo, in collaborazione con l’Opera
romana pellegrinaggi e il Centro italiano di studi compostellani di Perugia. Si
tratta di un percorso di studio nella drammaturgia cristiana del teatro,
riferito in massima parte alla storia dei pellegrinaggi nei luoghi santi: Roma,
Gerusalemme e Santiago de Compostela. Un momento di confronto in cui si
cercherà di comprendere come il linguaggio teatrale si è posto a servizio della
fede.
L’EUROPARLAMENTO
CHIEDE AGLI ARBITRI DI FERMARE LE PARTITE DI CALCIO ED
IMPORRE
SANZIONI ALLE SOCIETA’ SPORTIVE IN CASO DI GRAVI EPISODI DI RAZZISMO. SOSTEGNO
DAL VICEPRESIDENTE DELLA UEFA, L’ASSOCIAZIONE CALCISTICA
DELL’
UNIONE EUROPEA
BRUXELLES. = La UEFA è pronta ad applicare subito le
misure più severe contro gli episodi di razzismo nelle partite di calcio, che
l'Europarlamento ha richiesto in una Dichiarazione lanciata oggi a Bruxelles.
L'Assemblea europea richiede in particolare la possibilità per gli arbitri ''di
fermare o abbandonare le partite in caso di gravi abusi razzisti”, ed invita
inoltre ad ''esaminare la possibilità di imporre sanzioni sportive” alle
società e alle associazioni calcistiche nazionali in caso di gravi reati
razzisti; sanzioni che potrebbero portare anche all'esclusione dalle
competizioni. “Queste misure saranno applicate immediatamente”, ha detto Per
Omdal, vicepresidente della UEFA, durante la conferenza stampa con la quale è
stata lanciata la Dichiarazione nella sede dell'Europarlamento a Bruxelles. Gli
eurodeputati promotori dell'iniziativa intendono far firmare la Dichiarazione
ad un numero significativo di colleghi, in modo da trasformarla in una
risoluzione dell'Europarlamento. (R.G.)
=======ooo=======
30 novembre 2005
-
A cura di Amedeo Lomonaco e Antonella Ratti –
In Iraq, ancora attacchi e sequestri: i
guerriglieri hanno ucciso, a Baquba, 9 persone ed un gruppo di ribelli ha
rapito 4 operatori umanitari. Ieri, è stato anche confermato il rapimento di
un’archeologa tedesca. Nostro servizio
**********
Nove
persone sono morte a Baquba, nel nord dell’Iraq, per un attacco condotto da
ribelli contro un minibus. Le vittime, iracheni sciiti provenienti da un vicino
villaggio, erano operai di aziende locali. Nel Paese arabo si deve poi registrare
un nuovo rapimento di occidentali. La televisione araba Al Jazeera ha trasmesso
un video che mostra 4 stranieri, sequestrati sabato scorso. Gli ostaggi, un
cittadino statunitense, un britannico e due canadesi, collaborano con
l’organizzazione non governativa ‘Christian
Peacemaker Teams’. Il governo di Berlino ha lanciato, inoltre, un appello
per la liberazione dell’archeologa tedesca rapita lo scorso 25 novembre a
Ninive. Il neo cancelliere Angela Merkel ha precisato che non sarà aperta
alcuna trattativa con i rapitori. Non ci facciamo ricattare, ha detto la
Merkel. “Nella lotta contro il terrorismo internazionale - ha aggiunto - non
possiamo tirarci indietro”. Il governo giapponese ha deciso, intanto, di
prolungare per un altro anno la sua missione nel Paese del Golfo. E negli Stati
Uniti, la Casa Bianca ha annunciato, senza fissare una data precisa, una
riduzione del contingente statunitense in Iraq nel 2006. Il presidente George
Bush ha dichiarato, inoltre, che un ritiro militare dallo Stato arabo sarebbe
adesso un grave errore. “Nessuna guerra – ha spiegato ieri ai giornalisti – è
stata vinta con un calendario”. Bush illustrerà tra poco, per la prima volta,
la sua “Strategia nazionale per la vittoria in Iraq”, in un discorso che terrà
all’ Accademia navale di Annapolis, nel Maryland.
**********
Operazione
antiterrorismo in Belgio: 14 persone sono state arrestate nell’ambito di indagini
su un attacco kamikaze compiuto in Iraq da una donna di nazionalità belga e
costato la vita a sei persone.
In
Israele, è atteso nelle prossime ore l’annuncio ufficiale del passaggio di
Shimon Peres dal partito laburista alla nuova formazione creata dal premier Sharon,
Kadima. “Il vero cambiamento – ha detto nei giorni scorsi
Peres - non è nel partito laburista; Sharon ha preso una direzione diversa
verso lo Stato palestinese, vuole continuare il processo di pace”.
Stato
di allerta alle frontiere del Kazakistan dove le autorità hanno respinto molti
immigrati contestando la validità dei loro documenti. L’iniziativa sarebbe il
primo passo per una chiusura dei valichi in vista delle elezioni presidenziali
del prossimo 4 dicembre ma il governo non conferma e respinge l’accusa. Le
consultazioni non sono riconosciute come libere e corrette dall’OSCE.
Un rapporto del parlamento
regionale dell’Ossezia del nord rivela che nella scuola di Beslan, dove nel
settembre 2004 durante un attacco terroristico morirono 331 persone in
maggioranza bambini, vennero commessi degli errori da parte delle forze di
sicurezza. Intanto, un altro rapporto della commissione parlamentare
d’inchiesta del Parlamento nazionale di Mosca è atteso per il mese prossimo,
con la ricostruzione ufficiale dell'attacco compiuto dai ceceni fedeli al
leader Basayev.
Tragedia
in Nepal: almeno trenta persone sono rimaste uccise a causa di un incidente di
un autobus su una strada di montagna nella parte occidentale del Paese. Il mezzo
stava trasportando un gruppo di pellegrini dalla città di Ghorahi a quella di
Swargadwari, considerata luogo sacro per gli indù.
É di nuovo allarme per
l’influenza aviaria in Indonesia: una donna di 25 anni, morta ieri
nell’ospedale Sulianto Maroso di Jakarta, è risultata positiva al test del
virus dell’H5N1, il più letale tra gli agenti patogeni dell’aviaria. Sale così
ad 8 il numero delle vittime nel Paese causate dal morbo, anche se si attendono
conferme dal laboratorio di Hong Kong, che coopera con l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, sulle cause effettive dell’ultimo decesso. Dalla fine del 2003 ad
oggi, l’influenza aviaria ha ucciso in Asia 68 persone. In Cina, intanto, un
quotidiano della provincia del Liaoning, dove sono stati individuati 29 focolai
dall’inizio dell’anno, riferisce dell’arresto di 9 persone, sospettate di aver
venduto falsi vaccini contro l’influenza. Il governo cinese ha avvertito a più
riprese che il commercio dei vaccini falsi rischia di causare un disastro
umanitario nel Paese.
In Gabon, il presidente Omar
Bongo Ondimba, al potere dal 1967, è stato rieletto alla carica di capo dello
Stato, conquistando quasi l’80 per cento dei voti. Lo ha confermato ieri sera
il ministro dell’Interno, rendendo noti i risultati delle presidenziali di
domenica scorsa. Intanto, dopo le denunce di brogli elettorali da parte dei
leader degli schieramenti dell’opposizione, gli osservatori della comunità
internazionale hanno affermato che la votazione è stata trasparente e regolare.
Ma il Paese è stato comunque teatro di momenti di tensione: nella notte sono
scoppiati a Port-Gentil, nel sud-ovest del Paese, disordini tra forze
dell’ordine e gruppi di giovani contrari alla rielezione di Ondimba.
É accusato di genocidio l’ex-ministro del Commercio e del Consumo
rwandese, Juvénal Uwilingiyimana, scomparso più di una settimana fa dal Belgio.
Lo ha rivelato l’agenzia Hirondelle, rendendo nota la decisione presa lo scorso
giugno dal Tribunale penale internazionale del Rwanda, istituito nel 1994 dal
Consiglio di Sicurezza dell’ONU per giudicare i crimini contro l’umanità
commessi in Rwanda tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 1994. I principali capi di
imputazione contestati all’ex-ministro, sono genocidio e incitamento al
massacro della minoranza Tutsi.
=======ooo=======